GIUGNO 2012
TESTO ITALIANO
La presente norma, unitamente alla UNI 9494-1:2012, sostituisce
la UNI 9494:2007.
UNI © UNI
Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Sannio, 2 il consenso scritto dell’UNI.
20137 Milano, Italia www.uni.com
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
INTRODUZIONE 1
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 2
3 TERMINI E DEFINIZIONI 2
4 SIMBOLI ED ABBREVIAZIONI 4
5 GENERALITÀ 5
5.1 Principi di funzionamento degli impianti SEFFC ...................................................................... 5
5.2 Schema degli impianti SEFFC ........................................................................................................... 5
figura 1 Illustrazione schematica di un impianto SEFFC ................................................................................. 6
6 PROGETTAZIONE 7
6.1 Generalità .................................................................................................................................................... 7
6.2 Principi ............................................................................................................................................................ 7
figura 2 Schema di suddivisione in compartimenti e grandezze di riferimento per il calcolo .............. 8
6.3 Altezza del locale ...................................................................................................................................... 8
figura 3 Individuazione dell’altezza del locale nel caso di edifici con copertura a shed ....................... 9
6.4 Altezza dello strato libero da fumo - Altezza delle barriere al fumo .............................. 9
6.5 Superficie del compartimento a soffitto ......................................................................................... 9
6.6 Calcolo della portata di aspirazione e della temperatura dei fumi estratti ................. 9
prospetto 1 Calcolo del gruppo di dimensionamento di un impianto SEFFC ............................................... 10
prospetto 2 Portata volumetrica di aspirazione in m3/h per ogni compartimento a soffitto ...................... 11
prospetto 3 Temperatura media dei fumi TF,media (°C) ......................................................................................... 11
prospetto 4 Temperatura locale dei fumi TF,locale (°C) per la determinazione della classe
di temperatura dei componenti dell’impianto SEFFC .................................................................... 12
6.7 Afflusso/Alimentazione dell'aria esterna.................................................................................... 12
6.8 Ambienti di piccole dimensioni ....................................................................................................... 12
6.9 Prescrizioni sui componenti e per la progettazione............................................................. 12
prospetto 5 Classi minime di temperatura per i componenti dell'impianto SEFFC ..................................... 13
figura 4 Definizione delle grandezze rilevanti per la determinazione del numero minimo di
punti di estrazione necessari ................................................................................................................. 15
figura 5 Nomogramma ............................................................................................................................................. 16
prospetto 6 Fattore di correzione cz per diverse aperture di mandata aria ................................................... 17
prospetto 7 Densità corrispondenti alle diverse temperature medie dei fumi TF,media ............................. 18
BIBLIOGRAFIA 45
3 TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni seguenti.
3.1 altezza del locale: Distanza tra il livello più alto del pavimento e la media delle altezze del
punto più alto e del punto più basso del tetto.
3.4 barriera al fumo: Dispositivo per convogliare, contenere e/o prevenire la migrazione del
fumo e degli effluenti prodotti dall’incendio.
Nota Le barriere al fumo possono anche essere indicate come cortine di contenimento fumo.
3.5 colonna di fumo: Flusso di gas combusti che sale dal focolaio e alimenta lo strato di fumo
(plume).
3.8 condotta di controllo del fumo: Condotta utilizzata in un sistema per controllare il
movimento e/o il contenimento del fumo e del calore.
3.9 condotta di controllo del fumo per singoli compartimenti: Condotta di controllo del fumo,
costituita da più di una sezione, destinata all’uso per singoli compartimenti e progettata
per convogliare fumo e gas caldi lontano dall’origine dell’incendio.
3.10 condotta di controllo del fumo per compartimenti multipli: Condotta di controllo del fumo,
costituita da più di una sezione e avente caratteristiche di resistenza al fuoco, destinata
all’uso per molteplici compartimenti e progettata per convogliare fumo e gas caldi lontano
dall’origine dell’incendio.
3.11 durata convenzionale di sviluppo dell'incendio: Tempo che si assume intercorra tra lo
scoppio dell'incendio e l'inizio delle operazioni di estinzione, assunto per il
dimensionamento del sistema.
3.14 posizione antincendio: Stato del sistema dopo la rivelazione d’incendio generato
manualmente o automaticamente.
3.15 progetto: Insieme dei documenti che vengono predisposti per la realizzazione di un SEFC.
3.17 serranda di controllo del fumo per singolo compartimento: Serranda di controllo del fumo
destinata all’impiego in compartimenti singoli. Può essere associata ad un sistema di
condotte di controllo del fumo per singolo compartimento e può essere installata su parete
esterna o a soffitto.
3.19 sistema di evacuazione di fumo e calore (SEFC): Componenti selezionati per lavorare
congiuntamente al fine di evacuare fumo e calore in modo da creare uno strato in
sospensione di gas caldi al di sopra di aria più fredda e più pulita.
3.20 sistema di evacuazione forzata di fumo e calore (SEFFC): Sistema di evacuazione di fumo
e calore in cui l’evacuazione è provocata dallo spostamento di gas attraverso l’utilizzo di
uno o più ventilatori motorizzati.
3.21 stato di anomalia: Stato rilevato dal sistema di controllo che indica che un componente
non è nella sua condizione normale. Lo stato richiede l’intervento del responsabile interno
ed un eventuale operazione di manutenzione.
3.22 stato di guasto: Stato rilevato durante le operazioni di sorveglianza o controllo che
richiede un operazione di manutenzione.
3.23 stato di veglia: Condizione di attesa normale del sistema che precede il passaggio ad una
delle altre tre condizioni, stato di anomalia, stato di guasto, posizione antincendio.
3.24 strato di aria libera da fumo: Zona compresa fra il livello del pavimento e il limite inferiore
dello strato di fumo in cui la concentrazione del fumo è minima e le condizioni sono tali da
permettere il movimento agevole di persone.
3.25 strato di fumo: Volume a soffitto in cui stratificano fumi e gas caldi prodotti dall’incendio.
3.26 tasso di emissione di calore (rilascio termico): Quantità di calore, espressa in kW/m2, per
unità di tempo e di superficie.
3.27 velocità di propagazione: Velocità di avanzamento del fuoco all'interno della zona
interessata dall'incendio.
3.28 ventilatore per SEFFC: Apparecchio specificatamente progettato per convogliare fumo e
gas caldi all’esterno di un edificio in caso di incendio.
4 SIMBOLI ED ABBREVIAZIONI
Ai fini della presente norma si applicano i simboli e le abbreviazioni seguenti.
As superficie del compartimento a soffitto, in metri quadrati;
y altezza dello strato di aria libera da fumo, in metri;
h altezza del locale da proteggere, in metri;
hb altezza della barriera al fumo, in metri;
Af superficie del focolaio, in metri quadrati;
z altezza dello strato di fumo (h - y), in metri;
TF, media temperatura media dei fumi (°C);
TF, locale temperatura locale dei fumi (°C);
6.1 Generalità
La progettazione di un SEFFC deve essere basata sul processo di analisi e valutazione
del rischio incendio per l’attività in esame e di tutte le condizioni e fattori che possono
influenzare il sistema stesso.
Tutte le informazioni che identificano l’attività da cui il progettista ricava i parametri di
calcolo devono essere ricavate da documenti appropriati o comunicate da persone che ne
sono responsabili.
Nella considerazione che la protezione incendio debba essere vista nel suo complesso, si deve
tenere conto delle possibili interazioni tra il SEFFC e le altre misure di protezione previste.
Nella progettazione si deve tener conto altresì dei vincoli strutturali dell’edificio servito e
delle interferenze con gli impianti dell’edificio che potrebbero influenzare la prestazione
del SEFFC.
Il SEFFC deve essere in grado di essere attivato e garantire l’evacuazione del fumo e del
calore anche in condizioni climatiche avverse.
La documentazione progettuale deve essere redatta in conformità con l’appendice E.
6.2 Principi
Il dimensionamento dei SEFFC dipende dal tempo convenzionale di sviluppo
dell'incendio e dalla velocità media di propagazione del fuoco (che determinano il gruppo
di dimensionamento) oltre che dal rilascio termico e dall’altezza dello strato libero da fumo
che si desidera raggiungere nel locale (vedere figura 2).
Tramite questi parametri è possibile calcolare la portata volumetrica da aspirare in
ciascun compartimento al soffitto e la temperatura dei fumi prevista.
In base a questi valori ed alla tipologia dell'edificio è possibile selezionare i componenti
del SEFFC e procedere con la progettazione dell'intero impianto.
Per il dimensionamento si suppone:
- accensione tempestiva dell’impianto di estrazione del fumo, in seguito alla
rivelazione della presenza di incendio tramite sensori di rivelazione di fumo oppure
in seguito all’intervento del personale di sorveglianza presente in loco;
- per gli usi consueti, si assume un tempo convenzionale previsto di sviluppo
dell’incendio fino all’inizio delle operazioni di estinzione di 10 min;
- corretto dimensionamento delle superfici attraverso le quali avviene l’afflusso
dell’aria di ricambio. In particolare, il sistema di alimentazione dell’aria di ricambio
deve avere dimensioni sufficientemente grandi tali da evitare la turbolenza del fumo
ed essere distribuito in modo uniforme in prossimità del pavimento. Si suppone
inoltre che il sistema di alimentazione dell’aria di ricambio entri in funzione al
momento dell’accensione dell’impianto SEFFC;
- una suddivisione dei locali di grandi dimensioni in compartimenti antifumo tramite
cortine antifumo;
- un rilascio termico del materiale coinvolto dall'incendio uguale o inferiore a
300 kW/m2 o 600 kW/m2;
- condizioni di incendio non generalizzato;
- temperature dei fumi inferiori alle condizioni di flash over.
Qualora si faccia riferimento ad altre ipotesi per il dimensionamento si ricade al di fuori del
campo di applicazione della presente norma.
6.4 Altezza dello strato libero da fumo - Altezza delle barriere al fumo
Si definisce l’altezza dello strato libero dal fumo y come la distanza fra il pavimento e la
superficie inferiore dello strato di fumo. Lo strato libero da fumo serve per:
- far fuoriuscire le persone in completa sicurezza;
- permettere alla squadra di intervento di mettere in salvo persone, animali e oggetti;
- rendere possibile un’efficace estinzione dell’incendio;
- attenuare i danni dovuti all’incendio conseguenti al calore e al fumo generati.
L’altezza minima dello strato di aria libera da fumo deve essere pari a 2,5 m.
Quando l’altezza dello strato di aria libera da fumo y d 4 m le barriere al fumo devono
scendere al di sotto allo strato di fumo per almeno 0,5 m. Di conseguenza, l’altezza
minima da terra delle barriere al fumo è di 2 m.
Quando lo strato di aria libera da fumo y > 4 m, l’altezza delle barriere al fumo deve essere
almeno pari all’altezza dello strato di fumo z. In ogni caso, le barriere al fumo devono
scendere per almeno 1,0 m dalla quota h come definita al punto 6.3.
Nota Se il SEFFC ha lo scopo di proteggere materiali, merci o manufatti sensibili al fumo, il limite inferiore dello
strato di fumo dovrebbe essere mantenuto distante almeno 0,5 m dagli stessi.
6.6 Calcolo della portata di aspirazione e della temperatura dei fumi estratti
Il calcolo della portata di aspirazione necessaria a raggiungere gli obiettivi di sicurezza
desiderati (altezza libera da fumo) è eseguito in funzione della potenza dell’incendio
associata al gruppo di dimensionamento.
Colonna 1 2 3 4
Riga Tempo convenzionale di Velocità di propagazione dell’incendio
sviluppo dell’incendio (min)
Bassa Media Alta
1 d5 1 2 3
2 d10 2 3 4
3 d15 3 4 5
4 d20 4 5 -
6.9.1 Generalità
I componenti di un impianto SEFFC sono:
- ventilatore per SEFFC;
- punti o aperture di estrazione fumo e calore;
- aperture per l'afflusso dell'aria esterna;
- condotte di controllo del fumo;
- serrande di controllo del fumo;
- barriere al fumo;
Componenti Temperatura locale dei fumi TF, locale (°C) Norme di riferimento
d200 °C d300 °C d400 °C d600 °C
Ventilatori per SEFFC F200 F300 F400 F600 UNI EN 12101-3
Condotte di controllo del fumo E300 30 S E300 30 S E600 30 S E600 30 S
(singolo compartimento)
UNI EN 12101-7
Condotte di controllo del fumo
EI xxx S
(compartimenti multipli)
Serrande di controllo del fumo E300 30 S E300 30 S E600 30 S E600 30 S
(singolo compartimento)
UNI EN 12101-8
Serrande di controllo del fumo
EI xxx S
(compartimenti multipli)
Barriere al fumo D 30 UNI EN 12101-1
Cavi di segnale CEI 20-105
Cavi di potenza UNI EN 13501-1
UNI EN 13501-3
Per i prodotti con classe EI xxx S, il termine "xxx" indica la durate di resistenza al fuoco (da
15 min a 240 min) del compartimento antincendio nel quale il prodotto è installato.
Per le "condotte di immissione dell'aria esterna" valgono gli stessi requisiti delle "condotte
di controllo del fumo" siano esse per singolo compartimento o per compartimento
multiplo.
Per le "serrande di controllo dell'immissione dell'aria esterna" valgono gli stessi requisiti
delle "serrande di controllo del fumo" siano esse per singolo compartimento o per
compartimento multiplo.
Per tutti gli altri prodotti le eventuali indicazioni sono riportate nei punti seguenti.
·
Noti valori di 'dS e TF, media dalla figura 5 è possibile ricavare il valore V i,max relativo alla
“portata volumetrica massima teorica per ogni punto di aspirazione”.
La distanza minima Smin tra due punti di aspirazione vicini è invece determinata dalla formula
·
S min t 0,015 u V i (2)
dove:
·
Vi è la reale portata di fumo aspirata dall'i-esimo punto di aspirazione e che deve
·
sempre essere uguale o minore del valore V i,max .
6.9.5.1 Generalità
Per i sistemi SEFFC questi elementi dell'impianto possono essere costituiti da:
1) aperture installate su una o più pareti del compartimento antincendio e che
confinano con l'ambiente esterno;
2) aperture installate su canali destinati all'afflusso dell'aria esterna tramite un apposito
ventilatore.
In ogni caso, le aperture per l’afflusso dell’aria esterna dovranno essere collocate
all’interno dello strato libero da fumo.
La portata di mandata deve essere calcolata tenendo conto del termine (data l’ipotesi di
testerna = 20 °C):
U
-------------------- (4)
U t = 20 °C
dove U è la densità ricavata dal prospetto 7 in funzione delle ipotesi circa altezza libera da
fumi e gruppo di dimensionamento e Ut = 20 °C è la densità dell’aria valutata a 20 °C
(= 1,2041 kg/m3).
Nel caso di compartimento antincendio composto da più serbatoi di fumo è sufficiente
un'unica serie di aperture per l'intero compartimento e dimensionate per la maggiore delle
portate aspirate dagli stessi compartimenti a soffitto.
Per le caratteristiche delle eventuali serrande per il controllo dell'immissione dell'aria
esterna si rimanda all'apposito punto.
6.9.12 Azionamento
7.1 Generalità
Tutti i componenti costituenti un sistema di evacuazione forzata fumo e calore (SEFFC)
devono essere installati in conformità a:
- istruzioni del produttore;
- progetto esecutivo dettagliato (DEP).
L’installazione dei componenti deve essere effettuata nel rispetto dei regolamenti locali,
delle condizioni di installazione (caratteristiche costruttive dell’edificio) e in maniera tale
da garantire le condizioni di sicurezza.
I componenti devono essere posizionati in modo tale da poter eseguire in maniera
agevole e in sicurezza tutte le operazioni di controllo, manutenzione e riparazione,
necessarie per mantenerli in efficienza.
A tale scopo devono essere previsti sportelli o pannelli di accesso, golfari o appoggi.
A.1 Generalità
I prospetti A.1 e A.2 possono essere applicati al posto dei prospetti 2, 3 e 4 se,
nell’eventualità di un incendio, il rilascio termico non è maggiore di 600 kW/m2.
prospetto A.1 Portata volumetrica di aspirazione (m3/h) per ogni compartimento a soffitto (dato un rilascio termico
di 600 kW/m2)
prospetto A.2 Temperatura media del fumo TF (°C) dato un rilascio termico di 600 kW/m2
prospetto A.4 Densità corrispondenti alle diverse temperature medie dei fumi TF,media
C.1 Generalità
La differenza di densità tra uno strato di gas caldo e il fluido circostante risulta in una
differenza di pressione. Se si ipotizza che temperatura ambiente e temperatura dello
strato libero da fumi siano uguali e se si suppone che l’interfaccia tra strato libero da fumi
e strato dei fumi corrisponda al piano neutro, tale differenza di pressione può essere
espressa dalla formula:
'P = (U0 - U)gh (C.1)
Se si ipotizza il comportamento ideale e si assume che le variazioni della pressione siano
trascurabili rispetto al valore atmosferico ritenendo cioè le trasformazioni isobare, la
densità ad una data temperatura è legata a questa dalla relazione:
U0 T0
U = -----------
- (C.2)
T
Sostituendo tale relazione all’interno dell’espressione precedente, è possibile ricavare la
differenza di pressione in funzione della temperatura ambiente (T0) e della temperatura
dello strato di gas caldi (Tf) secondo la formula:
T
'P = U0 gh § 1 – -----0- · (C.3)
© Tf ¹
Nella formula riportata il termine h indica la differenza di quota (m) tra l’interfaccia dello
strato di gas caldi e una generica posizione all’interno dello strato di fumo.
figura C.1 Differenziale di pressione in funzione della temperatura dello strato dei fumi e della quota h
all’interno di questo (T0 = 20 °C)
Legenda
1m
2m
3m
4m
5m
1 Temperatura dei fumi (°C)
2 Differenziale di pressione 'p (Pa)
D.1 Generalità
L'elevata casistica dei possibili scenari d'incendio in un edificio richiede soluzioni in grado
di configurare tutti i componenti dell'impianto in modo opportuno. Negli schemi seguenti
sono illustrati gli schemi per le principali applicazioni SEFFC con l’indicazione dei vari
componenti. Si fa presente come negli schemi proposti non siano richiamati i componenti
relativi a controllo, comando e alimentazioni.
Le varie tipologie di SEFFC possono essere classificate sulla base delle seguenti
caratteristiche:
1) tipologia di aspirazione/evacuazione fumo e calore (sistemi con aspirazione diretta
nell’ambiente, canalizzata per singolo compartimento a soffitto o centralizzata per
più serbatoi di fumo);
2) interazione con compartimentazione antincendio (sistemi atti a estrarre il fumo e
calore da un singolo compartimento antincendio o da compartimenti multipli);
3) tipologia di immissione aria esterna (sistemi con afflusso naturale o forzato);
4) natura dell'impianto SEFFC (solo estrazione fumi o doppia funzione).
Per questo motivo, ogni SEFFC può essere descritto da una sigla di 4 lettere così definita:
D.2 Classificazione
D.2.1 Generalità
Nelle figure seguenti sono indicati i diversi esempi di classificazione.
figura D.2 Esempio SEFFC-MSNS con aspirazione canalizzata per un unico compartimento a soffitto, per
singolo compartimento antincendio ad immissione aria esterna naturale
E.1 Generalità
Nella redazione del progetto, si deve tener conto di tutte le condizioni che possono
influenzare il SEFFC.
Il progetto si suddivide in due fasi:
- una fase preliminare che permette di individuare tutti gli elementi che identificano il
progetto e le caratteristiche e i dati che permettono di giungere ad un progetto
preliminare e/o di massima;
- una fase esecutiva che deve confermare o adeguare le ipotesi del progetto
preliminare per sviluppare un progetto definitivo e/o esecutivo del SEFFC.
Tutte le informazioni che identificano l’attività e da cui il progettista ricava i parametri di
calcolo devono essere desunte da documenti pertinenti o comunicate da persone che ne
sono responsabili.
Tutti i disegni e i documenti informativi devono riportare le seguenti indicazioni:
a) il nome dell’utente e del proprietario, laddove conosciuto;
b) l’indirizzo e l’ubicazione di ogni fabbricato;
c) la destinazione d’uso di ogni singolo edificio;
d) il nome dell’esecutore del progetto;
e) il nome della persona responsabile del controllo del progetto, che non deve essere
l’esecutore del progetto;
f) la data ed il numero di emissione.
F.1 Generalità
La presente appendice fornisce indicazioni orientative per la scelta dei tempi di intervento
e delle velocità di propagazione che devono essere successivamente verificate con
un’analisi secondo la specificità dei casi in esame.
Il prospetto F.2 si riferisce soltanto al tipo di attività e non contiene nessun riferimento al
tipo di stoccaggio che richiede una particolare attenzione in quanto una disposizione
verticale delle merci può aumentare la velocità di propagazione.
Nel caso di stoccaggio di grande altezza è inoltre molto probabile che ci siano degli
sprinkler sia in alto che ad altezza intermedia.
Nella scelta della velocità di propagazione si raccomanda di porre attenzione alla
disposizione del materiale che può sia accelerare l’incendio, favorendo la ventilazione
della combustione, sia rallentare la propagazione dell’incendio nel caso in cui i prodotti
siano disposti in modo sparso e distanziato.
G.1 Generalità
In alcuni casi è possibile valutare l’utilizzo di una o più parti di impianti di climatizzazione
in un SEFFC.
È bene precisare che l’esistenza di un sistema di climatizzazione che prevede un ricambio
dell’aria ambiente non può sostituire un SEFFC senza opportune sostanziali modifiche.
La presente appendice informativa ha lo scopo di proporre delle linee guida che
riassumono i punti fondamentali delle verifiche sia funzionali, sia di idoneità del tipo di
costruzione e di prodotti utilizzati.
A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, vengono elencati degli impianti che possono
essere presenti negli ambienti da proteggere:
- Impianti di ventilazione per l’igiene (in pressione o depressione o combinati).
- Impianti di riscaldamento ad aria.
- Impianti di climatizzazione.
Sono possibili diverse integrazioni:
- sistema di immissione utilizzato sia per HVAC che per SEFFC;
- sistema di estrazione utilizzato per HVAC e SEFFC;
- combinazione dei sistemi di immissione ed estrazione.
G.2 Raccomandazioni
G.2.1 Progettazione
La possibilità di integrazione di SEFFC e sistema HVAC deve essere valutata in fase di
dimensionamento e progettazione verificando:
- Portate dei sistemi (funzionamento antincendio, funzionamento HVAC).
- Dimensioni e posizione sistemi di mandata e/o aspirazione di aria e fumo.
- Sistema di controllo e comando e logica di attivazione e funzionamento.
Il progetto deve individuare, giustificandone l’idoneità ai sensi della presente norma, le
eventuali bocchette di immissione e/o di aspirazione.
Le soluzioni tecniche adottate devono essere totalmente conformi alla presente norma
garantendo lo stesso livello di efficienza e affidabilità.
Un opportuno schema funzionale deve indicare lo stato dei componenti in funzione dello
stato dell’impianto (stato di veglia, posizione antincendio) e dei relativi compartimenti a
soffitto.
In questo caso lo stato di veglia può coincidere con il funzionamento corrente del sistema
HVAC.
Il passaggio dallo stato di veglia alla posizione antincendio deve essere possibile in ogni
momento garantendo la priorità al comando relativo (manuale e/o automatico).
Si riporta nel prospetto G.1 una matrice di funzionamento che riassume queste
informazioni.
Elementi di campo No allarme Incendio Incendio Incendio Incendio Incendio Incendio Incendio Incendio
zona 1 zona 2 zona 3 zona 4 zona 5 zona 6 zona 7 zona 8
Mandata UTA 1 Auto Off Off Off Off On On On On
Ripresa UTA 1 Auto Off Off Off Off On On On On
Recuperatore rotativo UTA 1 Auto Off Off Off Off On On On On
Mandata UTA 2 Auto On On On On Off Off Off Off
Ripresa UTA 2 Auto On On On On Off Off Off Off
Ventilatore SEFFC 1 Off On On On On Off Off Off Off
Serranda controllo fumo zona 1 Chiusa Aperta Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa
Serranda controllo fumo zona 2 Chiusa Chiusa Aperta Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa
Serranda controllo fumo zona 3 Chiusa Chiusa Chiusa Aperta Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa
Serranda controllo fumo zona 4 Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Aperta Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa
Barriere mobili al fumo zona 1, 2, 3 e 4 Alzate Abbassate Abbassate Abbassate Abbassate Alzate Alzate Alzate Alzate
Porte/finestre aria esterna zona 1, 2, 3 e 4 Auto Aperte Aperte Aperte Aperte Auto Auto Auto Auto
Aperture aria esterna zona 1, 2, 3 e 4 Chiuse Aperte Aperte Aperte Aperte Chiuse Chiuse Chiuse Chiuse
3
Ventilatore SEFFC 2 - portata 35 000 m /h Off Off Off Off Off On On Off Off
3
Ventilatore SEFFC 2 - portata 55 000 m /h Off Off Off Off Off Off Off On On
Serranda controllo fumo zona 5 Auto Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Aperta Chiusa Chiusa Chiusa
Serranda controllo fumo zona 6 Auto Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Aperta Chiusa Chiusa
Serranda controllo fumo zona 7 Auto Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Aperta Chiusa
Serranda controllo fumo zona 8 Auto Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Aperta
Barriere mobili al fumo zona 5, 6, 7 e 8 Alzate Alzate Alzate Alzate Alzate Abbassate Abbassate Abbassate Abbassate
Porte/finestre aria esterna zona 5, 6, 7 e 8 Auto Auto Auto Auto Auto Aperte Aperte Aperte Aperte
Aperture aria esterna zona 5, 6, 7 e 8 Chiuse Chiuse Chiuse Chiuse Chiuse Aperte Aperte Aperte Aperte