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EVACUAZIONE

F O R Z ATA
FUMI & CALORE
VADEMECUM
NORMA UNI
9494-2
L’impiego dei ventilatori nei sistemi antincendio per
l’evacuazione del fumo e del calore

Come è noto in presenza di un incendio, umano per permettergli di potersi mettere in


causato da qualsiasi tipo d’innesco, salvo e creare il libero accesso alle squadre
all’interno di locali chiusi, le fiamme dei VVF ed ai soccorsi per agevolarne
possono essere alimentate in particolare, l’intervento e lo spegnimento delle fiamme.
dai materiali presenti nell’ambiente ed Dobbiamo quindi cambiare un modo di
altresì da aria comburente. pensare utilizzato un concetto nuovo, cioè
Per questa ragione le norme e le tecnologie che nelle tre fasi che contraddistinguono
dell’antincendio in Italia, in passato, si l’incendio (innesco e propagazione, flash
sono dedicate alla realizzazione di sistemi over e sviluppo, declino dell’incendio)
e tecnologie per l’estinzione del fuoco l’evacuazione meccanica dei fumi nella
piuttosto che all’utilizzo di ventilatori per prima fase iniziale, può prolungarne i tempi
la protezione antincendio. Per diversi anni allontanando la fase di flash over che
in Europa ed in alcuni paesi oltre oceano, arriverà in netto ritardo rispetto al previsto,
negli edifici commerciali, industriali e in od addirittura potrà determinare l’estinzione
quelli del terziario, si sono invece utilizzate totale dell’incendio determinata dalla
tecniche antincendio che prevedessero possibilità, grazie all’evacuazione dei fumi,
sistemi di evacuazione dei fumi che nella dell’intervento dei vigili del fuoco e per le
prima fase dell’ incendio provvedessero squadre di soccorso.
a salvaguardare lo stato fisico dell’essere

2 VADEMECUM NORMA UNI 9494-2


Norme e decreti hanno determinato l’utilizzo e
la progettazione del sistema di evacuazione meccanico

Lo storico applicativo dei SEFFC in campo centralizzati per servire più compartimenti;
europeo ne chiarifica già i benefici, le norme - Ventilatori concepiti per l’utilizzo in
Italiane da poco sopraggiunte confermano il doppia funzione (1° ventilazione locali e
loro utilizzo nella progettazione antincendio 2° evacuazione fumi) in questo caso si
con i seguenti plus: determina un abbassamento dei costi
- Numero di aperture ridotte nella copertura d’impianto ed altresì possibili ricadute
degli edifici (fori in copertura assenti se i positive per gli spazi dedicati e quindi sulla
ventilatori si trovano all’interno) e dimensioni progettazione architettonica;
limitate dei fori da praticare in copertura se - La portata dell’aria e fumi caldi estratti
i ventilatori o le espulsioni dei canali sono è verificabile e certificata dal tipo di
previste a tetto; ventilatore di estrazione installato
- Possibilità della scelta di installazione del alle differenti temperature dei fumi
ventilatore in varie possibilità applicative, in riferimento al proprio ambito di
ad esempio lontano dai locali a rischio, in certificazione;
spazi ridotti senza lunghe diramazioni di - Evacuazione dei fumi anche freddi senza
canali anche in maniera puntuale; la necessità di attesa che la temperature
- Indipendenza da condizioni dei fumi sia elevata (nel sistema naturale
metereologiche o correnti che possono lo spessore di pavimento libero da fumo
influire negativamente nel funzionamento al di sopra del quale galleggia lo strato di
dei sistemi naturali; fumo e gas caldi che vengono convogliati
- Installazione e progettazione di impianti all’esterno grazie alla differenza di densità
risultante dalla stratificazione termica);

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SISTEMI PER IL CONTROLLO DEL FUMO E CALORE:
Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2

Campo di applicazione della norma: UNI superfici inferiori a 600 m2 o con superfici
9494-2: 2012 si applica a: maggiori di 1600 m2, ove necessario o
impossibile suddividere superfici maggiori.
• Locali aventi altezza minima 3 m e con In questi casi la progettazione e il
superficie minima di 600 m2. I locali da dimensionamento dovranno essere oggetto
proteggere devono inoltre avere superficie di analisi di fattibilità. I paragrafi della norma
≤1600 m2 o essere suddivisi tramite UNI 9494-2 riferiti questi soggetti sono:
barriere al fumo in compartimenti a soffitto per l’altezza dei locali il paragrafo 6.3 per la
di superficie massima pari a 1600 m2. superfice del compartimento il paragrafo
6.5 e per i piccoli ambienti il paragrafo 6.8.
La norma UNI 9494-2: 2012 non si applica Per dimensionare il sistema SEFFC
a: sono necessari due parametri principali:
lo strato di aria libera da fumo che è
• Locali con altezza inferiore ai 3 m (ad la zona compresa tra il pavimento e il
esempio, autorimesse) limite inferiore dello strato di fumo in cui
• Ad ambienti a rischio di esplosione, la concentrazione del fumo è minima
corridoi e corridoi con scale. e le condizioni sono tali da permettere
il movimento agevole di persone, ed il
E’ bene tenere presente che per ambienti Gruppo di dimensionamento che è un
di piccole dimensioni si possono installare valore adimensionale compreso tra 1 e 5
impianti SEFC anche in comparti con contenuto nelle tabelle della norma, che
esprime la criticità del sistema in causa.

Il gruppo di dimensionamento dipende dalle ipotesi che vengono espresse in base alla
velocità di propagazione e alla durata convenzionale di sviluppo dell’incendio

Gruppo di
dimensionamento

Velocità di Durata
propagazione convenzionale di
dell’incendio sviluppo di incendio

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La velocità di propagazione dell’incendio La velocita di propagazione
suddividibile in : “alta”, “media” e “bassa”, dell’incendio, può essere verificata
indica in quanto tempo si possono tramite un’ analisi del rischio o ricavata
propagare le fiamme nelle zone circostanti dalla propria esperienza professionale,
al punto d’innesco dell’incendio; questa oppure dalla letteratura scientifica, per
non dipende solo dal tipo di materiale questo si possono utilizzare i gruppi di
presente ma altresì dal posizionamento e pericolo indicati nella norma UNI EN 12845
disposizione dei materiali (vicini tra loro, per valutare la corrispondente velocità di
lontani), questa variabile può accelerare o propagazione dell’incendio (ad esempio,
rallentare l’incendio, se altresì si dispone, al gruppo di pencolo ”OH4” corrisponderà
ad esempio in magazzini o supermercati, una velocità di propagazione alta vedi
uno stoccaggio dei materiali in verticale tabella).
implica una condizione favorevole alla
propagazione delle fiamme.

Tabella rischio di propagazione d’incendio

Settore Gruppo di pericolo ordinario

OH1 OH2 OH3 OH4


Negozi e uffici Uffici di elaborazione dati Grandi magazzini Sale di esposizione
(stanze computer, tranne Centri commerciali
locali di archivio nastri)

Tessile e abbigliamento Industrie prodotti in Fabbriche di tappeti (esclusi Tessiture di cotone


cuoio quelli in gomma e plastica Impianti di preparazione
espasa) di lino e canapa
Industrie tessili e dell’abbi-
gliamento
Industria di passamaniere
e simili
Calzaturifici
Calzifici
Maglifici
Linifici
Industrie per materassi
(esclusi quelli in plastica
espansa)
Industria per il confeziona-
mento
Tessiture
Tessiture di lana e lana
pettinata

Legname e legno Industrie per la lavorazione Segherie


del legno Industrie di truciolato
Mobilifici (esclusa la plastca Industrie del legno
espansa) compensato
Esposizioni di mobili
Industrie di tappezzeria
(escluse le plastiche espan-
se)

Nota Dove, in attività a pericolo OH1 e OH2 vi sono aree di verniciatura o aree di pericolo elevato simile, esse dovrebbero essere trattate
com pericolo OH3.

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Velocità di propagazione dell’incendio: Velocità di avanzamento del fuoco
all’interno della zona interessata all’incendio (è indice della possibilità di
propagazione delle fiamme dal punto d’innesco alle zone limitrofe).

Tempo di allarme t1 si può assumere


come:
t1= 0 min se presente un sistema
automatico di rilevazione incendio che
aziona il SEFFC o allerta un locale
presidiato h 24 da personale in grado di
intervenire
t1= 5 min in caso di edificio con presenza
di persone h 24
t1= 10 min in tutti gli altri casi

Tempo di intervento t2 è il tempo che


intercorre tra l’allarme e l’inizio delle
operazioni di estinzione e si assume paria a:
t2= 5 min nel caso sia presente h24 una
squadra di soccorso interna
t2>10 min in altre condizioni da definire in
base a fattori come: ubicazione traffico,
distanza etc.

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Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2

La Durata convenzionale di sviluppo dell’incendio, che possiamo trovare


nell’appendice F della Norma Uni 9494-2 al punto F2, indica invece il tempo che
intercorre tra lo scoppio dell’incendio e l’inizio dell’estinzione e si compone di due
momenti:

Tempo di allarme associato alla presenza di personale addetto e preposto ad interventi


antincendio ed altresì alla presenza di sistema di estinzione sprinkler
Tempo d’intervento è il tempo che decorre dal momento in cui scatta ‘allarme sino al
momento in cui sono partite le operazioni di spegnimento dell’incendio. Chiaramente il
tempo d’intervento è legato all’intervento dei VVF per questo è bene consultare l’annuario
statistico del corpo VVF, vedi tabella sotto.

Tempo di allarme t1 Tempo di intervento t1


DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE 
ANNUARIO STATISTICO DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO 2015 ‐ (Periodo di riferimento 01/01/2014‐31/12/2014) 

4.4 Distribuzione temporale degli interventi di soccorso. 

Durata
In questo paragrafo viene effettuata un’analisi relativa alle tempistiche inerenti: 
 gli interventi di soccorso effettuati nel 2014; 
convenzionale di
 il confronto con gli anni precedenti; 
 distribuzione degli interventi a livello settimanale e per fasce orarie; 
sviluppo d’incendio
 interventi di tipologia “aeromobile” in ambito aeroportuale e in ambiente esterno al 

 
sedime aeroportuale.  t = t1+t2
 
4.4.1 Tempi medi di arrivo e durata d’intervento operativo. 
Tempi medi
  di intervento dei VVF espressi in minuti inerenti l’anno 2014
 
Tempo Medio di Arrivo Durata Intervento
Regione (uscita sede - arrivo sul Operativo (inizio e
luogo) chiusura operazioni)
ABRUZZO 13,6 41,1
BASILICATA 18,9 61,1
CALABRIA 13,6 50,0
CAMPANIA 12,5 57,6
EMILIA ROMAGNA 13,8 36,1
FRIULI VENEZIA GIULIA 12,5 42,2
LAZIO 14,9 37,4
LIGURIA 12,2 48,3
LOMBARDIA 13,3 46,6
MARCHE 13,8 42,8
MOLISE 16,2 45,3
PIEMONTE 13,0 42,2
PUGLIA 14,6 41,4
SARDEGNA 13,8 38,1
SICILIA 12,3 51,2
TOSCANA 14,2 38,1
UMBRIA 14,3 39,7
VENETO 17,1 54,8
 
Tabella 19 – Tempi medi espressi in minuti inerenti l’anno 2014.  
   
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Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2

L’Altezza o strato libero da fumi è la zona tra il pavimento e il limite della zona occupata
dal fumo

Strato di aria libera da fumo (y): Zona compresa tra il pavimento e il limite inferiore dello
strato di fumo in cui la concentrazione del fumo è minima e le condizioni sono tali da
permettere il movimento agevole di persone.

Lo Strato libero da fumi dovrà essere valutato In modo che siano consentito sia l’esodo
in sicurezza delle persone presenti sia l’intervento delle squadre di emergenza per l’
estinzione dell’incendio.
In ogni caso, l’altezza minima consentita per lo strato di aria libera da fumo non potrà
essere inferiore a 2,5 metri ; se poi sono presenti nell’ambiente materiali, merci o
manufatti sensibili al fumo, da questi il limite dello strato dai fumi dovrebbe essere
mantenuto distante almeno 0,5 m dagli stessi.

Calcolo del Gruppo di Dimensionamento. Una volta determinate velocità di


propagazione e durata convenzionale dell’incendio, il corrispondente gruppo di
dimensionamento si ottiene incrociando righe e colonne nella tabella del «Prospetto 1»
della norma (vedi Tabella norma UNI 9494 parte2)

Per dimensionare il sistema è necessario definire altresì il Rilascio termico specifico


misurato in (kW/m2) e variabile nelle due tabelle tra 300 kW/m2 e 600 kW/m2.
Fissato il gruppo di dimensionamento, si può ricavare la portata di estrazione per l’
evacuazione dei fumi in (m3/h) in funzione della sola altezza libera da fumi desiderata e
del rilascio termico.
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Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2

Sotto riportiamo le due tabelle di scelta per rilascio termico differenziato di 300 e 600 Kw/m2
e la tabella del Rilascio termico Eurocodice EN1991-1:2004
Rilascio termico 300 Kw/m2
Spessore dello Gruppo di dimensionamento
Riga stato libero da
fumo (m) 1 2 3 4 5
1 2,5 29 000 46 000 75 000 128 000 223 000
2 3 34 000 55 000 88 000 145 000 248 000
3 4 43 000 72 000 115 000 184 000 303 000
4 5 50 000 85 000 143 000 229 000 366 000
5 6 59 000 96 000 165 000 276 000 436 000
6 7 73 000 105 000 183 000 311 000 512 000
7 8 88 000 121 000 197 000 342 000 580 000
8 9 105 000 143 000 206 000 368 000 633 000
9 10 123 000 166 000 231 000 387 000 681 000
Nota: 1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over) che rendono il sistema
SEFFC inefficace nella creazione di uso stato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. É quindi
necessario modficare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

Rilascio termico 600 Kw/m2


Spessore dello Gruppo di dimensionamento
Riga stato libero da
fumo (m) 1 2 3 4 5
1 2,5 29 000 46 000 75 000 128 000 223 000
2 3 34 000 55 000 88 000 145 000 248 000
3 4 43 000 72 000 115 000 184 000 303 000
4 5 50 000 85 000 143 000 229 000 366 000
5 6 59 000 96 000 165 000 276 000 436 000
6 7 73 000 105 000 183 000 311 000 512 000
7 8 88 000 121 000 197 000 342 000 580 000
8 9 105 000 143 000 206 000 368 000 633 000
9 10 123 000 166 000 231 000 387 000 681 000
Nota: 1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over) che rendono il sistema
SEFFC inefficace nella creazione di uso stato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. É quindi
necessario modficare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

Rilascio termico Eurocodice EN1991-1:2004


Max Rate of heat relase RHRf

Occupancy Fire growth rate ta[S] RHRf [kW/m2]

Dwelling Medium 300 250

Hospital (Room) Medium 300 250

Hotel (Room) Medium 300 250

Library Fast 150 500

Office Medium 300 250

Classroom of school Medium 300 250

Shopping centre Fast 150 250

Theatre (Cinema) Fast 150 500

Transport (public space) Slow 600 250

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Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2

/(min) Gruppo di dimensionamento (GD)


Vedere punto 6.6.2 Velocità di propagazione dell’incendio
bassa mediaa) alta
≤5 1 2 3
≤10 2 3 4
≤15 3 4 5
≤20a) 4 5a) 5b)
>20 5 5b) 5b)
a) La scelta di GD 5 (in grassetto), combinazione di tempo ≤20 min e velocità media, non richiede particolari
giustificazioni.
b) In questi casi la sola installazione di Sistemi di Evacuazione di Fumo e Calore dimensionati con GD5 non sono
sufficienti. Per raggiungere gli obbiettivi di protezione di questa norma è quindi necessario adottare misure
aggiuntive (per esempio sistemi di automatici spegnimento) e/o dimensionare il SENFC con criteri più restrittivi.

Altezza dello strato Gruppo di


libero da fumo dimensionamento

Portata necessaria di estrazione


(m3/h)-
Temperatura media dei fumi (°C)-
Temperatura locale dei fumi (°C)

Selezione dei
componenti

Esempio di dimensionamento di un Sistema di Evacuazione


Forzata di Fumo e Calore secondo UNI 9494/2
- locale di 1200 m2 adibito ad attività commerciale
- locale dotato di impianto sprinkler e di sistema di rivelazione incendio in grado di
azionare automaticamente il SEFFC presente
- locale con merci a magazzino impilate in altezza sino a fino a 2,5 m.
- locale altezza netta complessiva 4 m
- si desidera mantenere un’altezza libera da fumi pari a 3 m.
- caso Il caso presentato rientra all’interno del campo di applicazione essendo tra 600 e
1600 m2 e all’altezza minima (3 m) prevista per applicare la UNI 9494 parte 2.
10 VADEMECUM NORMA UNI 9494-2
Per prima cosa dobbiamo determinazione del gruppo di dimensionamento, ricavato
il quale ci si troverà a disporre delle informazioni necessarie alla selezione dei vari
componenti dell’impianto.
Si supponga di valutare in “media” la velocità di propagazione dell’incendio data la
tipologia dei materiale presenti. Sia 10 minuti inoltre la durata convenzionale dell’incendio
in base alle ipotesi circa le caratteristiche dell’impianto di rivelazione (tempo di allarme)
e al tempo stimato di intervento da parte del distaccamento locale dei VVF (tempo di
intervento). Sarà possibile quindi, incrociando righe e colonne in Figura 3, individuare in
“3” il gruppo di dimensionamento risultante.
- Il locale oggetto dell’esempio descritto è inoltre caratterizzato dall’avere merci
immagazzinate con altezza fino a 2,5 m. La collocazione dei materiali in verticale
rappresenta una condizione certamente più favorevole alla propagazione delle fiamme
rispetto alla sistemazione orizzontale degli stessi; per tener conto di tale aspetto,
la norma UNI 9494 parte2 prevede l’obbligo dell’aumento di un’unità del gruppo di
dimensionamento laddove siano presenti stoccaggi di merce di altezza superiore a 1,5
m (tale vincolo si giustifica ; a parità di tempo convenzionale di sviluppo dell’incendio,
portare la velocità di propagazione da “media” ad “elevata” risulta nell’incremento
descritto del gruppo di dimensionamento).
- Il locale in questione è inoltre dotato di estinzione con sprinkler. L’eventuale attivazione
dell’impianto di spegnimento il quale abbasserebbe la temperatura dei fumi, la
riduzione del rilascio termico e, conseguentemente, della quantità di gas caldi e fumi
che alimentano lo strato a soffitto. In particolare, i sistemi meccanici di estrazione sono
coadiuvati dalla riduzione della temperatura dei fumi per effetto dell’ aumento della
portata di massa d’aria coinvolta. Tenendo conto di questi aspetti, è consentita
la riduzione del gruppo di dimensionamento di un’unità, cioè per effetto della presenza di
un impianto di estinzione automatico.
Riassumendo, quindi, il gruppo di dimensionamento risultante dalle ipotesi circa la durata
convenzionale dell’incendio e la velocità di propagazione dello stesso, valutata in base
alla tipologia dei materiali presenti, è stato individuato in “3”. Questo avrebbe dovuto
essere aumentato di un’unità (da “3” a “4”) per tener conto dell’immagazzinamento di
materiali con altezza superiore a 1,5 m; la presenza dell’impianto sprinkler ne consente
però la riduzione di un’unità (da “4” a “3”).
Calcolato il gruppo di dimensionamento, sarà possibile determinare conseguentemente
tutti i parametri portata d’aria dei ventilatori di evacuazione fumi, temperature medie e
locali dei fumi necessari alla selezione dei componenti dell’impianto
Una volta selezionati i componenti in base alle prestazioni che questi saranno chiamati a
garantire, ad esempio, le informazioni circa le temperature ricavate contestualmente alla
determinazione del gruppo di dimensionamento permetteranno di valutare le sollecitazioni
termiche cui i vari elementi saranno esposti, rimane da definire la configurazione degli
stessi in un impianto.

VADEMECUM NORMA UNI 9494-2 11


Procedura riassuntiva della progettazione
norma UNI 9494 parte 2

Determinazione del gruppo di dimensionamento (GD) Altezza libera da fumi di progetto

Portata di aspirazione Temperatura Temperatura


media dei fumi locale dei fumi

Caratteristiche dei componenti

Selezione dei componenti SEFFC

La disponibilità di informazioni sulla temperatura dei fumi e fondamentale in quanto


permette la selezione della corrispondente classe dei componenti dell’impianto: tutti i
componenti dell’impianto dovranno soddisfare specifiche classi minime di temperature
in funzione della temperatura prevista dei fumi per i diversi gruppi di dimensionamento. I
componenti devono essere scelti sulla base delle loro prestazioni misurate in conformità
alle norme contenenti di rifermento (ad es., serie EN 12101).

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Temperatura media dei fumi (Prospetto 3)
Spessore dello Gruppo di dimensionamento
Riga stato libero da
fumo (m) 1 2 3 4 5
1 2,5 160 210 290 400 560
2 3 130 170 230 310 430
3 4 100 120 150 210 290
4 5 80 100 120 260 210
5 6 70 90 100 120 170
6 7 60 80 90 110 140
7 8 50 70 90 100 120
8 9 50 60 80 90 110
9 10 40 60 70 90 100

Temperatura locale dei fumi (Prospetto 4)


Altezza dello Gruppo di dimensionamento
Riga stato libero da
fumo (m) 1 2 3 4 5
1 2,5 196 68 371 516 7221)
2 3 156 209 287 397 554
3 4 121 148 193 265 367
4 5 103 122 148 196 268
5 6 90 108 127 155 209
6 7 74 99 114 135 170
7 8 64 87 106 122 146
8 9 56 75 101 113 133
9 10 50 67 91 107 123
Nota: 1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over) che rendono il sistema
SEFFC inefficace nella creazione di uso stato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. É quindi
necessario modficare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

I valori che si possono desumere ricavando e incrociando le righe, permettono la


selezione delle classi di temperatura a cui tutti i componenti sono soggetti.Tutti i
componenti del sistema sono classificati secondo la stessa norma UNI EN 13501-4 in
modo da avere la medesima uniformità certificativa.
La quasi totalità dei componenti di un Sistema SEFFC sono assoggettati alla specifica
norma di marcatura, tutte facenti parte della stessa famiglia delle EN 12101.

VADEMECUM NORMA UNI 9494-2 13


Classificazione dei componenti

Scelta dei componenti in base alla temperatura locale dei fumi (Prospetto 5)

Temperatura locale dei fumi (°C)


Componenti Norme di riferimento
≤200 °C ≤300 °C ≤400 °C ≤600 °C

Valori per SEFFC F200 F300 F400 F600 UNI EN 1201-3

Condotte di controllo del


fumo (singolo E300 30 S E300 30 S E600 30 S E600 30 S
compartimento)
UNI EN 1201-7
Condotte di controllo del
El xxx S
fumo (compartimenti multipli)

Serrande di controllo del


fumo (singolo E300 30 S E300 30 S E600 30 S E600 30 S
compartimento)
UNI EN 1201-8
Serrande di controllo del
El xxx S
fumo (compartimenti multipli)

Barriere al fumo D30 UNI EN 1201-1

Cavi segnale CEI 20-105

UNI EN 13501-1
Cavi di potenza
UNI EN 13501-3

Caratteristiche dell’impianto

l’Aria esterna.
Per i sistemi EFFC un sistema di evacuazione fumo e calore deve garantire una fornitura
sufficiente di aria fredda che entra nel comparto per sostituire la quantità dei fumi estratti.
Come si ottiene:
a) aperture di ingresso sempre aperte;
b) aperture di ingresso ad apertura automatica, ad es porte, finestre, ventilatori dedicati;
c) combinazione di varie aperture di a) e b)
d) impianto dedicato per il reintegro dell’aria con ventilatori e componenti specifici l’aria
esterna di ricambio potrà quindi può essere reintegrata
- Naturalmente (aperture costituite da pone, finestre, serrande automatizzate o dispositivi
simili

14 VADEMECUM NORMA UNI 9494-2


- Meccanicamente (aperture costitute da serrande per il controllo dell’immissione dell’aria
esterna, impianto SEFFC 0 dispositivi simiIi.
L’aria di ricambio non dovrebbe entrare nel comparto sempre sotto lo strato di fumo
inoltre e bene che le aperture d’ingresso dell’aria siano poste in modo da garantire,
che l’aria immessa non disturbi quanto contenuto ali ‘interno dei serbatoio di fumo,
evitando cosi che i gas caldi si raffreddino e o che si inneschino turbolenze per effetto di
richiamando dei fumi negli strati più bassi del serbatoio.
Per evitare ciò è bene che lo spigolo superiore dl ciascuna aperture debba avere una
distanza di almeno 1 m dal limite inferiore dello strato di fumo. ove non sia possibile
rispettare iI vincolo riguardante la distanza tra spigolo superiore delle aperture e Iimite
inferiore dello strato dr fumo, la velocità masslma di immissione deve essere ridotta a 1
m/s. In ogni caso la velocità massima d| immissione non potrà superare i 2 m/s.

Schema di posizionamento per ingressi di aria esterma

Per l’ingresso in modo naturale l‘area netta di passaggio di un’apertura dovrebbe


essere ottenuta moltiplicando l‘area geometrica libera dell’apertura per il coefficiente
di correzione Cr, stimato in ~O,5 per porte e finestre. La validità di ogni valore di Cr
adottato per altre tipologie di aperture deve essere riscontrato per mezzo dr appropriate
documentazioni.
Ogni apertura di presa d’aria deve essere marcata con targhetta che specifica:
- “Apertura di afflusso dell’aria esterna del SEFFC”;
- lo spazio libero richiesto intorno per il corretto funzionamento figura ingressi aria e fumo.
Nel caso d’immissione forzata, essendo indotta da un ventilatore che garantisce la
portata voluta, non è necessario nessun fattore correttivo per il dimensionamento della

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Caratteristiche dell’impianto

superficie, la minima superficie d’ingresso pel l’afflusso si calcola dividendo la portata


aspirata dal compartimento a soffitto per la velocita ammissibile per l’ingresso dell’aria di
ricambio.
In questa configurazione di immissione va evitata la pressurizzazione del locale
bilanciando il sistema nella condizioni di progetto. Basti pensare che il ventilatore di
estrazione Iavora ad alte temperature mentre quello di reintegro a temperatura ambiente
e quindi e opportune correggere le eventuali portate di reintegro in funzione della densità
dei fumi estratti in modo da bilanciare le masse di portata aria e fumi .
Sono da evitare nei pressi degli ingressi d’aria, sia naturali che forzati, ostacoli fissi che ne
possano pregiudicare l’efficienza durante il loro funzionamento.
Ubicazione delle espulsioni verso l’esterno
E’ importante che il posizionamento sia delle aperture per l’afflusso dell’aria che il punto
di aspirazione dell’aria esterna siano effettuate ponendo attenzione alla distanza che
Ii separa dal punto in cui il fumo viene espulso, per evitarne rientro nel compartimento
stesso.
per evitare ciò l’espulsione del fumo e collocata ad almeno 2,5m al di sopra del punto
di aspirazione, in orizzontale la distanza tra espulsione del fumo e aspirazione dell’aria
esterna e di almeno 8 mt per evitare effetti di by-pass.
Caratteristiche dei punti di aspirazione
Per gli i impianti SEFFC i punti di estrazione possono essere costrtuiti da:
a) aperture realizzate sulle condotte di estrazione fumo per singolo comparto;
b) griglie per diffusori (a scopo estetico e funzionale) installate sui ventilatori o sulle
condotte di estrazione fumo a slngolo comparto;
c) serrande di controllo del fumo (per singolo comparto o per comparti multipli) installate
sulla superficie delle condotte di estrazione fumo.
Nel caso di griglie il materiale utilizzato ed H sistema di fissaggio alle condotte deve
garantire la resistenza alle temperature medie dei fumi per evitare che il distacco di
componenti possa compromettere il funzionamento della singola apertura di aspirazione
o addirittura dell’intero dell’ impianto.
La collocazione dei punti di aspirazione dovrebbe essere il più possibile simmetrica ali
‘interno del comparto, inoltre è bene valutare l‘eventuaIe vicinanza dei punti di aspirazione
a pareti o elementi strutturali che potrebbero interferire con la capacità di aspirazione;
é necessario approfondire alcune conslderazioni riguardanti la portata per ogni singolo
punto e la velocita locale, in modo da evitare fenomeni di “plugholing” o effetto di
penetrazione in cui viene rotto lo strato di fumo all’interno del serbatoio per aspirare
a||’interno dello strato pulito dell’aria.
Non si hanno riferimenti in merito alla velocita di aspirazione di ogni singolo punto, si può

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ipotizzare le dimensioni delle prese per garantire una velocita inferiore dei 6 m/s.
La portata massima per punto di aspirazione dipende inoltre dalla temperature media
prevista dei fumi e dalla distanza tra la parte iniziale del condotto di estrazione e Ia
superficie inferiore dello strato di fumo.
A prescindere dalla tipologia di realizzazione del punto di estrazione, si deve rispettare
che la portata volumetrica totale di aspirazione dal compartimento sia data dalla somma
della portata volumetrica degli N singoli punti di aspirazione.
La norma UNI 9494-2 permette un calcolo del numero N dei punti di aspirazione e, per
mezzo del Normogramma, la portata massima ammessa per ogni singolo punto.
E’ ragionevole pensare che N sia determinato dalla suddivisione della portata totale per
la portata massima del singolo punto di aspirazione, Definendo (Δds) la distanza tra
l’imbocco del condotto di estrazione e la superficie inferiore dello
strato di fumo (espresso in metri),
È possibile determinare la portata volumetrica massima per il singolo punto di aspirazione
tracciando una linea di collegamento nel Nomogramma, fissando la temperatura locale
dei fumi e la distanza (Δds).

Normogramma UNI

Tracciando una retta nel Nomogramma che interseca la temperatura locale dei fumi
di progetto Ɵf, locale con la distanza Δds ricavata dalla singola installazione si evince
la portata dell’ i-esimo punto. La distanza minima tra due punti di aspirazione vicini è
determinata dalla formula:
 Smin ≥ 0,0015 x √Vi

VADEMECUM NORMA UNI 9494-2 17


Caratteristiche dell’impianto

E’ opportuno far notare che, a parità di installazione delle condotte, è possibile modificare
il valore del Δds semplicemente cambiando il punto di installazione delle griglie di
ripresa e quindi, a parità di condizioni al contorno, variare la portata del singolo punto di
aspirazione
la distanza minima tra punti di aspirazione affinché non interferiscano é data da\
parametro Smin (espresso in metri) ed è dato con la formula matematica precedente.

I Punti di aspirazione:
A prescindere dalla tipologia scelta, deve essere sempre verificata l’equazione di
aspirazione:

La portata totale di aspirazione che la norma intende come portata PORTATA


VOLUMETRICA (Vtot) è la somma algebrica della portata degli N punti di aspirazione (Vi) è
Portata volumetrica dell’iesimo punto
Numero minimo dei punti di aspirazione:
E’ importante notare che la portata dell’i-esimo punto non deve essere superiore alla
portata Vi-max ricavata dal Nomogramma (fig.5 della norma stessa).
Smin: Distanza minima espressa in metri tra due punti di estrazione (m)
Y : Altezza strato libero da fumi (m)
h :altezza del locale da proteggere (m)
Δds : Distanza tra le aperture delle condotte di estrazione e la superficie inferiore dello
strato di fumo (m)
Ɵf,media: Temperatura media dei fumi (°C)

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Componenti del sistema

Installazione dei componenti


I componenti del sistema SEFFC devono essere installati in stretta conformità alle
istruzione dei singoli produttori.
Rispettare il progetto esecutivo dettagliato.
Il posizionamento dei componenti deve permettere non solo il funzionamento, ma anche
le operazioni di manutenzione, controllo e riparazione in agevole e totale sicurezza (Norma
UNI 9494-3).

Sono molteplici le casistiche possibili come scenari d’impianto, tuttavia le varie tipologie
possono essere classificate in base ad alcune caratteristiche, la norma elenca:
- Tipologia di aspirazione/evacuazione fumo e calore - Interazione con
compartimentazione antincendio
- Tipologia di immissione aria esterna

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Componenti del sistema

Associando una lettera alla tipologia scelta è possibile designare una sigla per ogni
configurazione tipologica scelta.

Configurazione della tipologia d’impianto

Elenco e legenda dei componenti SEFFC

la quasi totalità dei prodotti utilizzati nel trattamento dei fumi, è obbligatoria la marcatura
ed i fornitori di tali componenti non possono più immetterli sul mercato privi di tale
contrassegno.
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Schemi tipologici di impianto

Le tipologie possono essere classificate in base ad alcune caratteristiche, la norma elenca:


- Tipologia di aspirazione/evacuazione fumo e calore
- Interazione con compartimentazione antincendio
- Tipologia di immissione aria esterna
- Natura dell’impianto SEFFC

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Schemi tipologici di impianto

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Manuale d’impianto

Deve essere approntata una documentazione che comprenda le informazioni che


permettono di controllare e gestire l’impianto in modo da garantire il mantenimento della
conformità e l’efficienza.
Il MANUALE D’IMPIANTO è il documento che contenente il rapporto di verifica di primo
funzionamento, la documentazione dei singoli componenti (schede tecniche e certificati)
ed i relativi manuali di uso e manutenzione dei prodotti.
Il MANUALE D’IMPIANTO, (che non è la somma dei manuali dei singoli componenti)
base per una corretta manutenzione e per la redazione di tutte le documentazioni
occorrenti al rinnovo di pratica una volta trascorso il quinquennio di attività. Oggetto della
Norma UNI 9494 Parte 3 è proprio l’aspetto manutentivo dei Sistemi di Controllo del
fumo e del calore

Per gentile concessione di schemi e disegni si ringrazia AerNova srl

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Magazzino/uffici:
Via Mario Calderar 39/41,
25018 Montichiari, Brescia
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