Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)
Eurocodice 3
NORMA Progettazione delle strutture di acciaio UNI EN 1993-1-10
E U R OP E A Parte 1-10: Resilienza del materiale e proprietà attraverso lo
spessore
AGOSTO 2005
Versione italiana
Eurocode 3 del marzo 2008
Design of steel structures
Part 1-10: Material toughness and through-thickness properties
TESTO ITALIANO
UNI © UNI
Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Sannio, 2 il consenso scritto dell’UNI.
20137 Milano, Italia www.uni.com
PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, della
norma europea EN 1993-1-10 (edizione maggio 2005 + errata corrige
AC:2005), che assume così lo status di norma nazionale italiana.
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
English version
Eurocode 3 - Calcul des structures en acier vis-à-vis de la Eurocode 3: Bemessung und Konstruktion von Stahlbauten
ténacité et des propriétés dans le sens de l’épaisseur - Teil 1-10: Stahlsortenauswahl im Hinblick auf
Partie 1-10: Choix des qualités d’acier Bruchzähigkeit und Eigenschaften in Dickenrichtung
CEN members are bound to comply with the CEN/CENELEC Internal Regulations which stipulate the conditions for giving
this European Standard the status of a national standard without any alteration. Up-to-date lists and bibliographical references
concerning such national standards may be obtained on application to the Central Secretariat or to any CEN member.
This European Standard exists in three official versions (English, French, German). A version in any other language made by
translation under the responsibility of a CEN member into its own language and notified to the Central Secretariat has the same
status as the official versions.
CEN members are the national standards bodies of Austria, Belgium, Cyprus, Czech Republic, Denmark, Estonia, Finland,
France, Germany, Greece, Hungary, Iceland, Ireland, Italy, Latvia, Lithuania, Luxembourg, Malta, Netherlands, Norway, Poland,
Portugal, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland and United Kingdom.
© 2005 CEN All rights of exploitation in any form and by any means reserved worldwide Ref. No. EN 1993-1-10:2005: E
for CEN national Members.
INDICE
1 GENERALITÀ 3
1.1 Scopo e campo di applicazione ........................................................................................................ 3
1.2 Riferimenti normativi ............................................................................................................................... 3
1.3 Termini e definizioni................................................................................................................................. 4
figura 1.1 Relazione tra energia a rottura e temperatura .................................................................................... 4
1.4 Simboli ............................................................................................................................................................ 5
1) Accordo tra la Commissione delle Comunità Europee ed il Comitato Europeo di Normazione (CEN) concernente il lavoro
sugli EUROCODICI relativi alla progettazione di edifici e di opere di ingegneria civile (BC/CEN/03/89).
Gli Eurocodici, poiché riguardano le opere di costruzione stesse, sono in relazione diretta
con i Documenti Interpretativi2) a cui si fa riferimento nell’Articolo 12 della CPD, sebbene
siano di natura differente rispetto alle norme armonizzate di prodotto3). Pertanto, gli
aspetti tecnici che scaturiscono dal lavoro degli Eurocodici devono essere presi in
adeguata considerazione dai Comitati Tecnici CEN e/o dai Gruppi di Lavoro EOTA che
lavorano sulle norme di prodotto, nell’intento di ottenere una piena compatibilità di queste
specifiche tecniche con gli Eurocodici.
Gli Eurocodici forniscono regole comuni per la progettazione strutturale, di uso corrente,
nella progettazione di strutture, nel loro complesso, e di componenti strutturali, di tipologia
tradizionale o innovativa. Forme di costruzione o condizioni di progetto inusuali non sono
trattate in modo specifico; per tali casi è richiesto dal progettista il contributo aggiuntivo da
parte di esperti.
2) Secondo l’Art. 3.3 della CPD, i requisiti essenziali (ER) sono precisati in documenti interpretativi destinati a stabilire i
collegamenti necessari tra i requisiti essenziali ed i mandati per le norme armonizzate EN e ETAG/ETA.
3) Secondo l’Art. 12 della CPD, i documenti interpretativi devono:
a) precisare i requisiti essenziali armonizzando la terminologia e i concetti tecnici di base, ed indicando classi o livelli
per ciascun requisito ove necessario;
b) indicare metodi per correlare queste classi o livelli di requisiti alle specifiche tecniche, per esempio metodi di calcolo
e di verifica, regole tecniche per la progettazione, ecc.:
c) servire come riferimento per stabilire norme armonizzate e orientamenti per i benestari tecnici europei.
Gli Eurocodici, de facto , ricoprono un ruolo simile nel campo dell’ER 1 e di una parte dell’ER 2.
4) Vedere l’Art. 3.3 e l’Art. 12 del CPD, così come 4.2, 4.3.1, 4.3.2 e 5.2 dell’ID 1.
1 GENERALITÀ
1.3.1 valore K V: Il valore K V ("Charpy V-Notch") è il valore dell’energia a rottura A V(T ) in Joule
[J] richiesto per rompere, nella prova di Charpy, un provino avente un intaglio a V ad una
data temperatura T. Le norme di prodotto per gli acciai generalmente specificano che il
provino non dovrebbe rompersi per un’energia a rottura minore di 27J a una specificata
temperatura T.
1.3.2 zona di transizione: La zona del diagramma tenacità-temperatura A V(T ) nella quale la
tenacità del materiale decresce con il diminuire della temperatura e il modo di collasso
passa da duttile a fragile. I valori di temperatura T 27J richiesti nelle norme di prodotto sono
localizzati nella parte inferiore di questa zona.
1.3.3 zona ad andamento costante superiore: La zona del diagramma tenacità-temperatura in cui
gli elementi di acciaio esibiscono un comportamento elasto-plastico con modi di collasso
duttili, a prescindere dalla presenza di piccoli difetti e discontinuità di saldatura derivanti
dalla produzione.
figura 1.1 Relazione tra energia a rottura e temperatura
Legenda
1 Zona ad andamento costante inferiore
2 Zona di transizione
3 Zona ad andamento costante superiore
1.3.4 T 27J: Temperatura per la quale l’energia minima A V non è minore di 27J in una prova di
Charpy con provino avente intaglio a V.
1.3.5 valore Z : La riduzione trasversale di area in una prova a trazione (vedere EN 10002) per
la valutazione della duttilità attraverso lo spessore di un provino, misurata come
percentuale.
1.3.6 valore K Ic: La tenacità per stato piano di deformazione nel caso di comportamento elastico
lineare, misurata in N/mm3/2.
Nota Le due unità di misura alternative riconosciute internazionalmente per il coefficiente di intensità della tensione
K sono N/mm3/2 e MPa m (cioé MN/m3/2) dove 1 N/mm3/2 = 0,032 MPa m .
1.3.7 grado di piegatura a freddo: Deformazione permanente prodotta dalla piegatura a freddo
misurata come percentuale.
1.4 Simboli
A V(T ) energia a rottura in Joule [J] in una prova di Charpy con provino avente intaglio a
V eseguita a temperatura T ;
Z qualità Z [%];
T temperatura [°C];
T Ed temperatura di riferimento;
δ apertura dell’apice del difetto ("crack tip opening displacement") (CTOD) in
millimetri, misurato su un piccolo provino per stabilire la sua tenacità nel caso di
comportamento elasto-plastico;
J valore della tenacità nel caso di comportamento elasto-plastico (valore
dell’integrale J ) in N/mm determinato come un integrale di linea o di superficie
che racchiude il fronte della cricca da una superficie della cricca all’altra;
K IC valore della tenacità nel caso di comportamento elastico (fattore di
intensificazione delle tensioni), misurata in N/mm3/2;
ε cf grado di piegatura a freddo ("degree of cold forming") (DCF) in termini percentuali;
σ Ed tensioni che accompagnano la temperatura di riferimento T Ed.
2.1 Generalità
(1) Si raccomanda che la linea guida fornita nella Sezione 2 sia utilizzata per la
selezione di materiale nel caso di nuove costruzioni. Essa non intende trattare
materiali in servizio. Si raccomanda che le regole siano utilizzate per selezionare
un’opportuna classe di acciaio tra quelli presenti nelle norme europee di prodotto per
acciai elencati nella EN 1993-1-1.
(2) Le regole sono applicabili ad elementi tesi ed elementi saldati e sottoposti a fatica in
cui parte del ciclo di tensione è di trazione.
Nota Per elementi non soggetti a trazione saldati o sottoposti a fatica le regole possono essere conservative. In
questi casi può essere appropriata una valutazione condotta utilizzando la meccanica della frattura, vedere
punto 2.4. Per elementi soggetti a sola compressione non è necessario fornire specifiche indicazioni per la
tenacità.
(3)P Le regole devono essere applicate alle proprietà dei materiali specificate per la
tenacità nella pertinente norma di prodotto dell’acciaio. Si raccomanda che materiali
aventi una classe inferiore non siano utilizzati nonostante risultati di prove
sperimentali mostrino conformità alla classe specificata.
2.2 Procedura
(1) Si raccomanda che la classe di acciaio sia selezionata tenendo in considerazione i
punti seguenti:
(i) proprietà del materiale dell’acciaio:
- resistenza allo snervamento dipendente dallo spessore del materiale f y(t );
- tenacità espressa in termini di T27J o T40J.
(ii) Caratteristiche della membratura:
- forma e particolare costruttivo della membratura;
- concentrazioni di sforzo secondo i particolari costruttivi della EN 1993-1-9;
- spessore dell’elemento (t );
- ipotesi appropriate sui difetti di produzione (per esempio come cricche
passanti attraversano lo spessore o come cricche con superficie
semiellittica).
E d = E { A [ T Ed ]″ + ″ ¦ G K ″ + ″ ψ 1 Q k1 ″ + ″ ¦ ψ 2,i Q ki } (2.1)
dove:
T md è la più bassa temperatura dell’aria avente un periodo di ritorno specificato,
vedere EN 1991-1-5;
ΔTr è una correzione per considerare la perdita di calore da irraggiamento,
vedere EN 1991-1-5;
2.3.1 Generalità
(1) Il prospetto 2.1 fornisce per un’appropriata classe di acciaio il massimo spessore
ammissibile dell’elemento, la sua tenacità in termini di valore K V, il livello di tensione
di riferimento [σ Ed] e la temperatura di riferimento [T Ed].
(2) I valori tabulati sono basati sulle seguenti ipotesi:
- i valori soddisfano i requisiti di affidabilità della EN 1990 per materiale di qualità
generica;
·
- è stata utilizzata una velocità di deformazione di riferimento ε 0 = 4 × 10-4/s.
Questo tratta gli effetti dell’azione dinamica per la maggior parte delle situazioni
·
di progetto transitorie e persistenti. Per altre velocità di deformazione ε (per
esempio per carichi di impatto), i valori tabulati possono essere utilizzati
riducendo T ED sottraendo ΔT ε· , dove:
1 440 – f y ( t ) § ε· · 1,5
ΔT ε· = – ------------------------------- × ln ---- [ °C ]
© ε· -¹
(2.3)
550 0
- è stato ipotizzato materiale non piegato a freddo con ε cf = 0%. Per consentire la
piegatura a freddo di acciai non invecchiati, i valori tabulati possono essere
utilizzati correggendo T ED sottraendo ΔT ε , dove:
cf
ΔT ε = – 3 × ε cf [ °C ] (2.4)
cf
- i valori nominali della resilienza in termini di T 27J sono basati sulle seguenti
norme di prodotto: EN 10025, EN 10155, EN 10210-1, EN 10219-1.
Per altri valori è stata utilizzata la correlazione seguente:
T 40J = T 27J + 10 [°C] (2.5)
T 30J = T 27J + 0 [°C]
- Per membrature soggette a fatica, sono trattate tutte le categorie di particolari
costruttivi per tensioni nominali riportate nella EN 1993-1-9.
Nota La fatica è stata tenuta in considerazione applicando un carico di fatica ad una membratura avente un assegnato difetto
iniziale. Il danneggiamento ipotizzato è pari ad un quarto del danneggiamento totale da fatica ottenuto dalla EN 1993-1-9.
Questo approccio permette la valutazione di un numero minimo di "periodi sicuri" ("safe periods") tra le ispezioni in fase
di servizio, qualora in accordo al metodo del "danneggiamento accettabile" ("damage tolerant") si raccomanda che i
programmi di ispezione siano specificati secondo la EN 1993-1-9. Il numero richiesto [n ] di ispezioni in servizio è correlato
ai coefficienti parziali γ Ff e γ Mf applicati nel progetto a fatica secondo la EN 1993-1-9 dall’espressione:
4
n = ------------------------m- – 1
( γ Ff γ Mf )
dove:
m = 5 si applica per strutture aventi elevata vita di progetto, come ponti.
Il "periodo di sicurezza" tra le ispezioni di servizio può anche trattare tutta la vita di progetto di una struttura.
alla
temperatura J min σ Ed = 0,75 fy(t) σ Ed = 0,50 f y(t ) σ Ed = 0,25 f y(t )
T [°C]
JR 20 27 60 50 40 35 30 25 20 90 75 65 55 45 40 35 135 115 100 85 75 65 60
S235 J0 0 27 90 75 60 50 40 35 30 125 105 90 75 65 55 45 175 155 135 115 100 85 75
J2 -20 27 125 105 90 75 60 50 40 170 145 125 105 90 75 65 200 200 175 155 135 115 100
JR 20 27 55 45 35 30 25 20 15 80 70 55 50 40 35 30 125 110 95 80 70 60 55
J0 0 27 75 65 55 45 35 30 25 115 95 80 70 55 50 40 165 145 125 110 95 80 70
UNI EN 1993-1-10:2005
S275 J2 -20 27 110 95 75 65 55 45 35 155 130 115 95 80 70 55 200 190 165 145 125 110 95
M,N -20 40 135 110 95 75 65 55 45 180 155 130 115 95 80 70 200 200 190 165 145 125 110
ML,NL -50 27 185 160 135 110 95 75 65 200 200 180 155 130 115 95 230 200 200 200 190 165 145
JR 20 27 40 35 25 20 15 15 10 65 55 45 40 30 25 25 110 95 80 70 60 55 45
J0 0 27 60 50 40 35 25 20 15 95 80 65 55 45 40 30 150 130 110 95 80 70 60
S355 J2 -20 27 90 75 60 50 40 35 25 135 110 95 80 65 55 45 200 175 150 130 110 95 80
K2,M,N -20 40 110 90 75 60 50 40 35 155 135 110 95 80 65 55 200 200 175 150 130 110 95
ML,NL -50 27 155 130 110 90 75 60 50 200 180 155 135 110 95 80 210 200 200 200 175 150 130
M,N -20 40 95 80 65 55 45 35 30 140 120 100 85 70 60 50 200 185 160 140 120 100 85
S420
ML,NL -50 27 135 115 95 80 65 55 45 190 165 140 120 100 85 70 200 200 200 185 160 140 120
Q -20 30 70 60 50 40 30 25 20 110 95 75 65 55 45 35 175 155 130 115 95 80 70
M,N -20 40 90 70 60 50 40 30 25 130 110 95 75 65 55 45 200 175 155 130 115 95 80
S460 QL -40 30 105 90 70 60 50 40 30 155 130 110 95 75 65 55 200 200 175 155 130 115 95
ML,NL -50 27 125 105 90 70 60 50 40 180 155 130 110 95 75 65 200 200 200 175 155 130 115
QL1 -60 30 150 125 105 90 70 60 50 200 180 155 130 110 95 75 215 200 200 200 175 155 130
Q 0 40 40 30 25 20 15 10 10 65 55 45 35 30 20 20 120 100 85 75 60 50 45
Q -20 30 50 40 30 25 20 15 10 80 65 55 45 35 30 20 140 120 100 85 75 60 50
© UNI
Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Pagina 9
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)
Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)
Nota 1 Nell’applicazione del prospetto 2.1 può essere utilizzata l’interpolazione lineare. La maggior parte delle applicazioni
richiedono valori di σ Ed compresi tra σ Ed = 0,75 f y(t ) e σ Ed = 0,50 f y(t ). σ Ed = 0,25 f y(t ) è fornito per interpolazione.
Non sono valide estrapolazioni al di fuori dei valori estremi.
Nota 2 Per l’ordine di prodotti realizzati con acciaio S 690, si raccomanda che sia fornita la temperatura di prova T AV .
Nota 3 Il prospetto 2.1 è stato realizzato per valori garantiti dell’energia della prova di Charpy CVN nella direzione di
laminazione del prodotto.
3.1 Generalità
(1) Si raccomanda che la classe di qualità sia selezionata dal prospetto 3.1 in funzione
delle conseguenze dello strappo lamellare.
Nota L’appendice nazionale può scegliere le classi pertinenti. È raccomandato l’utilizzo della classe 1.
(2) In funzione della classe di qualità selezionata dal prospetto 3.1, in alternativa:
- si raccomanda che le proprietà attraverso lo spessore per il materiale base siano
specificate dalla EN 10164, o
- si raccomanda che siano eseguite ispezioni post-fabbricazione per
l’individuazione di eventuale strappo lamellare.
(3) Nella selezione degli assemblaggi o connessioni di acciaio, per la protezione contro
lo strappo lamellare si raccomanda di considerare i seguenti aspetti:
- l’importanza della posizione in termini di tensione di trazione applicata e il grado
di ridondanza;
- la deformazione nella direzione che attraversa lo spessore nell’elemento in cui è
fatta la connessione. Questa deformazione è dovuta al ritiro del metallo della
saldatura prodotto dal raffreddamento. Essa si incrementa molto dove gli
spostamenti sono impediti da altre porzioni della struttura;
- la natura del particolare costruttivo del collegamento, in particolare collegamenti
saldati a croce, a T e collegamenti d’angolo. Per esempio, nel punto illustrato
nella figura 3.1, la lamiera orizzontale potrebbe avere ridotta duttilità nella
direzione che attraversa lo spessore. Lo strappo lamellare si verifica
comunemente se la deformazione nel collegamento agisce nella direzione che
attraversa lo spessore del materiale, questa circostanza si verifica se la
superficie di fusione è grosso modo parallela alla superficie del materiale e la
deformazione da ritiro è perpendicolare alla direzione di laminazione del
materiale. Più estesa è la saldatura, maggiore è la suscettibilità;
- proprietà chimiche del materiale sollecitato trasversalmente. In particolare,
elevati livelli di zolfo, anche se inferiori ai normali limiti forniti delle norme di
prodotto per acciai, possono incrementare lo strappo lamellare.
figura 3.1 Strappo lamellare
3.2 Procedura
(1) Lo strappo lamellare può essere trascurato se è soddisfatta la condizione seguente:
Z Ed ≤ Z Rd (3.1)
dove:
Z Ed è il valore Z di progetto richiesto risultante dall’ampiezza delle deformazioni
derivanti dal ritiro impedito del metallo al disotto dei cordoni di saldatura;
Z Rd è il valore Z di progetto disponibile per il materiale secondo la EN 10164, cioé
Z15, Z25 o Z35.
(2) Il valore di progetto richiesto Z ED può essere determinato utilizzando:
Z Ed = Z a + Z b + Z c + Z d + Z e (3.2)
in cui Z a, Z b, Z c, Z d e Z e sono forniti nel prospetto 3.2.
a Altezza della saldatura Altezza efficace della saldatura aeff (vedere figura 3.2) = spessore di gola a di saldature a cordone d’angolo Zi
pertinente per la
deformazione da ritiro a eff ≤ 7 mm a = 5 mm Za=0
del metallo
7 < a eff ≤ 10 mm a = 7 mm Za=3
10 < a eff ≤ 20 mm a = 14 mm Za=6
20 < a eff ≤ 30 mm a = 21 mm Za=9
30 < a eff ≤ 40 mm a = 28 mm Z a = 12
40 < a eff ≤ 50 mm a = 35 mm Z a = 15
50 < a eff a > 35 mm Z a = 15
b Forma e posizione di Z b = -25
saldature in connessioni
a T, a croce e d’angolo
saldature a cordone d’angolo eseguite con singola passata Z a = 0 o saldature a cordone d’angolo con Z b = -5
Z a > 1 e con testate aventi materiale di apporto a bassa resistenza
saldature a parziale e completa penetrazione con opportune sequenze di saldatura allo scopo di ridurre gli Zb=3
effetti dei ritiro
UNI
Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata - Legge 22 aprile 1941 Nº 633 e successivi aggiornamenti.
di Unificazione
Via Sannio, 2
20137 Milano, Italia