Sei sulla pagina 1di 20

Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.

Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

Eurocodice 3
NORMA Progettazione delle strutture di acciaio UNI EN 1993-1-10
E U R OP E A Parte 1-10: Resilienza del materiale e proprietà attraverso lo
spessore

AGOSTO 2005

Versione italiana
Eurocode 3 del marzo 2008
Design of steel structures
Part 1-10: Material toughness and through-thickness properties

La norma contiene una guida alla progettazione per la selezione


dell’acciaio in funzione della resilienza del materiale e delle proprietà
attraverso lo spessore di elementi saldati per i quali esiste un rischio
significativo di strappo lamellare durante la produzione.

TESTO ITALIANO

La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della


norma europea EN 1993-1-10 (edizione maggio 2005) e tiene
conto dell’errata corrige del dicembre 2005 (AC:2005).

La presente norma, unitamente alle UNI EN 1993-1-1:2005,


UNI EN 1993-1-8:2005 e UNI EN 1993-1-9:2005, sostituisce la
UNI ENV 1993-1-1:2004.

ICS 91.080.10; 91.010.30

UNI © UNI
Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Sannio, 2 il consenso scritto dell’UNI.
20137 Milano, Italia www.uni.com

UNI EN 1993-1-10:2005 Pagina I


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, della
norma europea EN 1993-1-10 (edizione maggio 2005 + errata corrige
AC:2005), che assume così lo status di norma nazionale italiana.

La presente norma è stata elaborata sotto la competenza della


Commissione Tecnica UNI
Ingegneria strutturale
La presente norma è stata ratificata dal Presidente dell’UNI ed è
entrata a far parte del corpo normativo nazionale l’1 agosto 2005.

Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina II


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

EUROPEAN STANDARD EN 1993-1-10


NORME EUROPÉENNE
EUROPÄISCHE NORM May 2005

ICS 91.010.30 Supersedes


ENV 1993-1-1:1992

English version

Eurocode 3: Design of steel structures - Part 1-10: Material toughness


and through-thickness properties

Eurocode 3 - Calcul des structures en acier vis-à-vis de la Eurocode 3: Bemessung und Konstruktion von Stahlbauten
ténacité et des propriétés dans le sens de l’épaisseur - Teil 1-10: Stahlsortenauswahl im Hinblick auf
Partie 1-10: Choix des qualités d’acier Bruchzähigkeit und Eigenschaften in Dickenrichtung

This European Standard was approved by CEN on 23 April 2004.

CEN members are bound to comply with the CEN/CENELEC Internal Regulations which stipulate the conditions for giving
this European Standard the status of a national standard without any alteration. Up-to-date lists and bibliographical references
concerning such national standards may be obtained on application to the Central Secretariat or to any CEN member.

This European Standard exists in three official versions (English, French, German). A version in any other language made by
translation under the responsibility of a CEN member into its own language and notified to the Central Secretariat has the same
status as the official versions.

CEN members are the national standards bodies of Austria, Belgium, Cyprus, Czech Republic, Denmark, Estonia, Finland,
France, Germany, Greece, Hungary, Iceland, Ireland, Italy, Latvia, Lithuania, Luxembourg, Malta, Netherlands, Norway, Poland,
Portugal, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland and United Kingdom.

EUROPEAN COMMITTEE FOR STANDARDIZATION


COMITÉ EUROPÉEN DE NORMALISATION
EUROPÄISCHES KOMITEE FÜR NORMUNG

Management Centre: rue de Stassart, 36 B-1050 Brussels

© 2005 CEN All rights of exploitation in any form and by any means reserved worldwide Ref. No. EN 1993-1-10:2005: E
for CEN national Members.

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina III


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

INDICE

1 GENERALITÀ 3
1.1 Scopo e campo di applicazione ........................................................................................................ 3
1.2 Riferimenti normativi ............................................................................................................................... 3
1.3 Termini e definizioni................................................................................................................................. 4
figura 1.1 Relazione tra energia a rottura e temperatura .................................................................................... 4
1.4 Simboli ............................................................................................................................................................ 5

2 SELEZIONE DEI MATERIALI PER LA TENACITÀ 5


2.1 Generalità...................................................................................................................................................... 5
2.2 Procedura...................................................................................................................................................... 5
2.3 Massimi valori ammissibili dello spessore ................................................................................... 7
prospetto 2.1 Massimi valori ammissibili dello spessore dell’elemento t in millimetri ..................................... 9
2.4 Valutazioni effettuate con la meccanica della frattura ....................................................... 10

3 SELEZIONE DEI MATERIALI PER LE PROPRIETÀ ATTRAVERSO


LO SPESSORE 10
3.1 Generalità................................................................................................................................................... 10
prospetto 3.1 Scelta della classe di qualità .................................................................................................................. 11
figura 3.1 Strappo lamellare ....................................................................................................................................... 11
3.2 Procedura................................................................................................................................................... 12
prospetto 3.2 Criteri che influenzano il valore obiettivo di Z Ed ............................................................................. 13
figura 3.2 Altezza efficace della saldatura a eff per il ritiro ............................................................................... 14

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina IV


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

Cronistoria del programma degli Eurocodici


Nel 1975, la Commissione delle Comunità Europee decise di attuare un programma di
azioni nel settore delle costruzioni, sulla base dell’articolo 95 del Trattato. L’obiettivo del
programma era l’eliminazione degli ostacoli tecnici al commercio e l’armonizzazione delle
specifiche tecniche.
Nell’ambito di tale programma di azioni, la Commissione prese l’iniziativa di stabilire un
insieme di regole tecniche armonizzate per la progettazione delle opere di costruzione
che, in una prima fase, sarebbe servito come alternativa rispetto ai regolamenti nazionali
in vigore negli Stati membri ed, alla fine, li avrebbe sostituiti.
Per quindici anni, la Commissione, con l’aiuto di un Comitato Direttivo composto da
Rappresentanti degli Stati membri, ha provveduto allo sviluppo del programma degli
Eurocodici, che ha portato alla stesura della prima generazione di codici europei negli
anni ‘80.
Nel 1989, la Commissione e gli Stati membri della UE e della EFTA decisero, in base ad
un accordo1) tra la Commissione ed il CEN, di trasferire il compito della preparazione e
della pubblicazione degli Eurocodici al CEN attraverso una serie di mandati, con
l’obiettivo di attribuire ad essi nel futuro lo status di norme europee (EN). Questa
decisione lega de facto gli Eurocodici alle prescrizioni di tutte le Direttive del Consiglio e/o
le Decisioni della Commissione relative alle norme europee (per esempio, la Direttiva del
Consiglio 89/106/EEC sui prodotti da costruzione - CPD - e le Direttive del Consiglio
93/37/EEC, 92/50/EEC e 89/440/EEC sui lavori e sui servizi pubblici e le analoghe
Direttive EFTA predisposte con l’obiettivo di stabilire il mercato interno).
Il programma degli Eurocodici Strutturali comprende le seguenti norme, generalmente
composte da un certo numero di Parti:
EN 1990 Eurocodice: Basis of Structural Design
EN 1991 Eurocodice 1: Actions on structures
EN 1992 Eurocodice 2: Design of concrete structures
EN 1993 Eurocodice 3: Design of steel structures
EN 1994 Eurocodice 4: Design of composite steel and concrete structures
EN 1995 Eurocodice 5: Design of timber structures
EN 1996 Eurocodice 6: Design of masonry structures
EN 1997 Eurocodice 7: Geotechnical design
EN 1998 Eurocodice 8: Design of structures for earthquake resistance
EN 1999 Eurocodice 9: Design of aluminium structures
Gli Eurocodici riconoscono la responsabilità delle autorità regolamentari in ogni Stato
membro ed hanno salvaguardato il loro diritto a determinare a livello nazionale valori
correlati ad aspetti di sicurezza regolamentari, potendo essi variare da Stato a Stato.

Status e campo di applicazione degli Eurocodici


Gli Stati membri della UE e della EFTA riconoscono che gli Eurocodici servono come
documenti di riferimento per i seguenti scopi:
- come un mezzo per verificare la rispondenza degli edifici e delle opere di ingegneria
civile ai requisiti essenziali della Direttiva del Consiglio 89/106/EEC, in particolare il
Requisito Essenziale N° 1 - Resistenza meccanica e stabilità - ed il Requisito
Essenziale N° 2 - Sicurezza in caso di incendio;
- come una base per la redazione dei contratti relativi ai lavori di costruzione ed ai
servizi di ingegneria correlati;
- come un quadro di riferimento per definire specifiche tecniche armonizzate per i
prodotti da costruzione (EN e ETA).

1) Accordo tra la Commissione delle Comunità Europee ed il Comitato Europeo di Normazione (CEN) concernente il lavoro
sugli EUROCODICI relativi alla progettazione di edifici e di opere di ingegneria civile (BC/CEN/03/89).

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 1


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

Gli Eurocodici, poiché riguardano le opere di costruzione stesse, sono in relazione diretta
con i Documenti Interpretativi2) a cui si fa riferimento nell’Articolo 12 della CPD, sebbene
siano di natura differente rispetto alle norme armonizzate di prodotto3). Pertanto, gli
aspetti tecnici che scaturiscono dal lavoro degli Eurocodici devono essere presi in
adeguata considerazione dai Comitati Tecnici CEN e/o dai Gruppi di Lavoro EOTA che
lavorano sulle norme di prodotto, nell’intento di ottenere una piena compatibilità di queste
specifiche tecniche con gli Eurocodici.
Gli Eurocodici forniscono regole comuni per la progettazione strutturale, di uso corrente,
nella progettazione di strutture, nel loro complesso, e di componenti strutturali, di tipologia
tradizionale o innovativa. Forme di costruzione o condizioni di progetto inusuali non sono
trattate in modo specifico; per tali casi è richiesto dal progettista il contributo aggiuntivo da
parte di esperti.

Norme nazionali che implementano gli Eurocodici


Le norme nazionali che implementano gli Eurocodici contengono il testo completo
dell’Eurocodice (comprese tutte le appendici), così come pubblicato dal CEN, il quale può
essere preceduto da una copertina nazionale e da una premessa nazionale, e può essere
seguito da una appendice nazionale.
L’appendice nazionale può contenere solo informazioni su quei parametri, noti come
parametri determinati a livello nazionale, che in ogni Eurocodice sono lasciati aperti ad
una scelta a livello nazionale, da impiegarsi nella progettazione degli edifici e delle opere
di ingegneria civile da realizzarsi nella singola nazione, cioè:
- valori e/o classi per i quali nell’Eurocodice sono fornite alternative;
- valori da impiegare, per i quali nell’Eurocodice è fornito solo un simbolo;
- dati specifici della singola nazione (geografici, climatici, ecc.), per esempio, la
mappa della neve;
- la procedura da impiegare quando nell’Eurocodice ne sono proposte diverse in
alternativa.
Essa può anche contenere:
- decisioni riguardanti l’applicazione delle appendici informative;
- riferimenti a informazioni complementari non contraddittorie che aiutino l’utente ad
applicare l’Eurocodice.

Collegamenti tra gli Eurocodici e le specifiche tecniche armonizzate (EN e ETA)


relative ai prodotti
Sussiste la necessità di coerenza tra le specifiche tecniche armonizzate per i prodotti da
costruzione e le regole tecniche per le opere4). Inoltre tutte le informazioni che
accompagnano la marcatura CE dei prodotti da costruzione che fanno riferimento agli
Eurocodici dovrebbero menzionare chiaramente quali parametri determinati a livello
nazionale sono stati presi in conto.

2) Secondo l’Art. 3.3 della CPD, i requisiti essenziali (ER) sono precisati in documenti interpretativi destinati a stabilire i
collegamenti necessari tra i requisiti essenziali ed i mandati per le norme armonizzate EN e ETAG/ETA.
3) Secondo l’Art. 12 della CPD, i documenti interpretativi devono:
a) precisare i requisiti essenziali armonizzando la terminologia e i concetti tecnici di base, ed indicando classi o livelli
per ciascun requisito ove necessario;
b) indicare metodi per correlare queste classi o livelli di requisiti alle specifiche tecniche, per esempio metodi di calcolo
e di verifica, regole tecniche per la progettazione, ecc.:
c) servire come riferimento per stabilire norme armonizzate e orientamenti per i benestari tecnici europei.
Gli Eurocodici, de facto , ricoprono un ruolo simile nel campo dell’ER 1 e di una parte dell’ER 2.
4) Vedere l’Art. 3.3 e l’Art. 12 del CPD, così come 4.2, 4.3.1, 4.3.2 e 5.2 dell’ID 1.

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 2


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

Appendice nazionale della EN 1993-1-10


La presente norma fornisce procedure alternative, valori e raccomandazioni con note che
indicano dove possono essere effettuate scelte a livello nazionale.
La norma nazionale che implementa la EN 1993-1-10 dovrebbe avere un’appendice
nazionale contenente tutti i parametri determinati a livello nazionale che devono essere
utilizzati per la progettazione delle strutture di acciaio da realizzarsi nei territori interessati.
Una scelta a livello nazionale è permessa nei seguenti punti della EN 1993-1-10:
- 2.2(5)
- 3.1(1)

1 GENERALITÀ

1.1 Scopo e campo di applicazione


(1) La EN 1993-1-10 contiene una guida alla progettazione per la selezione dell’acciaio
in funzione della tenacità e delle proprietà attraverso lo spessore di elementi saldati
per i quali esiste un rischio significativo di strappo lamellare durante la produzione.
(2) La Sezione 2 si applica alle classi di acciaio da S 235 a S 690. Tuttavia, la sezione 3
si applica solo alle classi di acciaio da S 235 a S 460.
Nota La EN 1993-1-1 è limitata alle classi di acciaio da S 235 a S 460.
(3) Le regole e le linee guida fornite nelle Sezioni 2 e 3 ipotizzano che la costruzione sia
eseguita in conformità alla EN 1090.

1.2 Riferimenti normativi


La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente norma europea come aggiornamento a revisione. Per i riferimenti non
datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli
aggiornamenti).
Nota Gli Eurocodici erano pubblicati come norme sperimentali europee. Le seguenti norme europee che sono
pubblicate o in preparazione sono citate nei punti normativi:
EN 1011-2 Welding - Recommendations for welding of metallic materials -
Parte 2: Arc welding of ferritic steels
EN 1090 Execution of steel structures
EN 1990 Basis of structural design
EN 1991 Actions on structures
EN 1998 Design provisions for earthquake resistance of structures
EN 10002 Tensile testing of metallic materials
EN 10025 Hot rolled products of structural steels
EN 10045-1 Metallic materials - Charpy impact test - Parte 1: Test method
EN 10155 Structural steels with improved atmospheric corrosion resistance -
Technical delivery conditions
EN 10160 Ultrasonic testing of steel flat product of thickness equal or greater
than 6 mm (reflection method)
EN 10164 Steel products with improved deformation properties perpendicular
to the surface of the product - Technical delivery conditions
EN 10210-1 Hot finished structural hollow sections of non-alloy and fine grain
structural steels - Parte 1: Technical delivery requirements
EN 10219-1 Cold formed welded structural hollow sections of non-alloy and
fine grain steels - Parte 1: Technical delivery requirements

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 3


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

1.3 Termini e definizioni

1.3.1 valore K V: Il valore K V ("Charpy V-Notch") è il valore dell’energia a rottura A V(T ) in Joule
[J] richiesto per rompere, nella prova di Charpy, un provino avente un intaglio a V ad una
data temperatura T. Le norme di prodotto per gli acciai generalmente specificano che il
provino non dovrebbe rompersi per un’energia a rottura minore di 27J a una specificata
temperatura T.

1.3.2 zona di transizione: La zona del diagramma tenacità-temperatura A V(T ) nella quale la
tenacità del materiale decresce con il diminuire della temperatura e il modo di collasso
passa da duttile a fragile. I valori di temperatura T 27J richiesti nelle norme di prodotto sono
localizzati nella parte inferiore di questa zona.

1.3.3 zona ad andamento costante superiore: La zona del diagramma tenacità-temperatura in cui
gli elementi di acciaio esibiscono un comportamento elasto-plastico con modi di collasso
duttili, a prescindere dalla presenza di piccoli difetti e discontinuità di saldatura derivanti
dalla produzione.
figura 1.1 Relazione tra energia a rottura e temperatura
Legenda
1 Zona ad andamento costante inferiore
2 Zona di transizione
3 Zona ad andamento costante superiore

1.3.4 T 27J: Temperatura per la quale l’energia minima A V non è minore di 27J in una prova di
Charpy con provino avente intaglio a V.

1.3.5 valore Z : La riduzione trasversale di area in una prova a trazione (vedere EN 10002) per
la valutazione della duttilità attraverso lo spessore di un provino, misurata come
percentuale.

1.3.6 valore K Ic: La tenacità per stato piano di deformazione nel caso di comportamento elastico
lineare, misurata in N/mm3/2.
Nota Le due unità di misura alternative riconosciute internazionalmente per il coefficiente di intensità della tensione
K sono N/mm3/2 e MPa m (cioé MN/m3/2) dove 1 N/mm3/2 = 0,032 MPa m .

1.3.7 grado di piegatura a freddo: Deformazione permanente prodotta dalla piegatura a freddo
misurata come percentuale.

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 4


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

1.4 Simboli
A V(T ) energia a rottura in Joule [J] in una prova di Charpy con provino avente intaglio a
V eseguita a temperatura T ;
Z qualità Z [%];
T temperatura [°C];
T Ed temperatura di riferimento;
δ apertura dell’apice del difetto ("crack tip opening displacement") (CTOD) in
millimetri, misurato su un piccolo provino per stabilire la sua tenacità nel caso di
comportamento elasto-plastico;
J valore della tenacità nel caso di comportamento elasto-plastico (valore
dell’integrale J ) in N/mm determinato come un integrale di linea o di superficie
che racchiude il fronte della cricca da una superficie della cricca all’altra;
K IC valore della tenacità nel caso di comportamento elastico (fattore di
intensificazione delle tensioni), misurata in N/mm3/2;
ε cf grado di piegatura a freddo ("degree of cold forming") (DCF) in termini percentuali;
σ Ed tensioni che accompagnano la temperatura di riferimento T Ed.

2 SELEZIONE DEI MATERIALI PER LA TENACITÀ

2.1 Generalità
(1) Si raccomanda che la linea guida fornita nella Sezione 2 sia utilizzata per la
selezione di materiale nel caso di nuove costruzioni. Essa non intende trattare
materiali in servizio. Si raccomanda che le regole siano utilizzate per selezionare
un’opportuna classe di acciaio tra quelli presenti nelle norme europee di prodotto per
acciai elencati nella EN 1993-1-1.
(2) Le regole sono applicabili ad elementi tesi ed elementi saldati e sottoposti a fatica in
cui parte del ciclo di tensione è di trazione.
Nota Per elementi non soggetti a trazione saldati o sottoposti a fatica le regole possono essere conservative. In
questi casi può essere appropriata una valutazione condotta utilizzando la meccanica della frattura, vedere
punto 2.4. Per elementi soggetti a sola compressione non è necessario fornire specifiche indicazioni per la
tenacità.
(3)P Le regole devono essere applicate alle proprietà dei materiali specificate per la
tenacità nella pertinente norma di prodotto dell’acciaio. Si raccomanda che materiali
aventi una classe inferiore non siano utilizzati nonostante risultati di prove
sperimentali mostrino conformità alla classe specificata.

2.2 Procedura
(1) Si raccomanda che la classe di acciaio sia selezionata tenendo in considerazione i
punti seguenti:
(i) proprietà del materiale dell’acciaio:
- resistenza allo snervamento dipendente dallo spessore del materiale f y(t );
- tenacità espressa in termini di T27J o T40J.
(ii) Caratteristiche della membratura:
- forma e particolare costruttivo della membratura;
- concentrazioni di sforzo secondo i particolari costruttivi della EN 1993-1-9;
- spessore dell’elemento (t );
- ipotesi appropriate sui difetti di produzione (per esempio come cricche
passanti attraversano lo spessore o come cricche con superficie
semiellittica).

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 5


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

(iii) Situazioni progettuali:


- valore di progetto della più bassa temperatura della membratura;
- massime tensioni prodotte da azioni imposte e permanenti derivanti dalla
condizione di progetto decritta nel seguente punto (4);
- tensione residua;
- ipotesi sulla propagazione di cricche da carico di fatica durante un intervallo
di ispezione (se pertinente);
·
- velocità di deformazione ε da azioni accidentali (se pertinente);
- grado di piegatura a freddo (ε cf) (se pertinente).
(2) Si raccomanda che lo spessore consentito per elementi di acciaio per quanto
concerne la tenacità sia ottenuto dal punto 2.3 a dal prospetto 2.1.
(3) I seguenti metodi alternativi possono essere utilizzati per determinare la tenacità
richiesta:
- Metodo della meccanica della frattura:
Si raccomanda che in questo metodo il valore di progetto della tenacità richiesta
non ecceda il valore di progetto della proprietà di tenacità.
- Valutazione numerica:
Questa metodologia può essere condotta utilizzando uno o più provini in grande
scala. Per raggiungere risultati realistici, si raccomanda che i modelli siano
realizzati e caricati in modo simile alla struttura reale.
(4) Si raccomanda di utilizzare le seguenti condizioni di progetto:
(i) Si raccomanda che le azioni siano appropriate alle combinazioni seguenti:

E d = E { A [ T Ed ]″ + ″ ¦ G K ″ + ″ ψ 1 Q k1 ″ + ″ ¦ ψ 2,i Q ki } (2.1)

dove l’azione principale A è la temperatura di riferimento T Ed che influenza la


tenacità del materiale della membratura considerata e che potrebbe anche
condurre ad uno sforzo prodotto da spostamento impedito. Σ G K sono azioni
permanenti e, ψ 1Q K1 è il valore frequente del carico variabile e ψ 2iQ Ki sono i
valori quasi permanenti dei carichi variabili complementari che governano il
livello delle tensioni nel materiale.
(ii) Si raccomanda che i coefficienti di combinazione ψ 1 eψ 2 siano in conformità alla
EN 1990.
(iii) Si raccomanda che la massima tensione applicata σ Ed sia pari alla tensione
nominale nella posizione del potenziale innesco della frattura. Si raccomanda
che σ Ed sia calcolata come per lo stato limite di servizio, tenendo in
considerazione tutte le combinazioni delle azioni permanenti e variabili come
definito nella appropriata parte della EN 1991.
Nota 1 La combinazione riportata precedentemente è considerata equivalente ad una combinazione accidentale a
causa dell’ipotesi di simultaneità tra temperatura più bassa, dimensione del difetto, localizzazione del difetto
e proprietà del materiale.
Nota 2 σ Ed può includere tensioni da spostamento impedito derivante da variazioni di temperatura.
Nota 3 Nel caso in cui l’azione principale A è la temperatura di riferimento T Ed, la massima tensione applicata σ Ed
generalmente non eccederà il 75% della resistenza a snervamento.
(5) Si raccomanda che la temperatura di riferimento T Ed nella posizione della potenziale
frattura sia determinata utilizzando la seguente espressione:
T Ed = T md + ΔT r + ΔT σ + ΔT R + ΔT ε· + ΔT ε (2.2)
ef

dove:
T md è la più bassa temperatura dell’aria avente un periodo di ritorno specificato,
vedere EN 1991-1-5;
ΔTr è una correzione per considerare la perdita di calore da irraggiamento,
vedere EN 1991-1-5;

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 6


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

ΔT è la correzione per considerare tensione e resistenza a snervamento del


materiale, imperfezione della cricca, forma e dimensione della membratura,
vedere punto 2.4(3);
ΔTR è una tolleranza di sicurezza, se richiesta, per considerare differenti livelli di
affidabilità in diverse applicazioni;
ΔT ε è la correzione per considerare una velocità di deformazione maggiore della
velocità di deformazione di riferimento ε 0 (vedere equazione 2.3);
ΔTεcf è la correzione per considerare il grado di piegatura a freddo ε cf (vedere
equazione 2.4).
Nota 1 La tolleranza di sicurezza ΔT R per correggere T Ed rispetto ad altri requisiti di affidabilità può essere fornita
nell’appendice nazionale. ΔT R = 0 °C è raccomandata quando si utilizzano i valori tabulati secondo il
punto 2.3.
Nota 2 Nella preparazione dei valori tabulati nel punto 2.3, una curva di riferimento è stata utilizzata per la variazione
di temperatura ΔT σ che inviluppa i valori di progetto della funzione intensità di tensione [K ] derivante dalle
tensioni applicate σ Ed e dalle tensioni residue e che include la correlazione Wallin-Sanz tra la funzione
intensità di tensione [K ] e la temperatura T. Un valore di ΔT σ = 0 °C può essere considerato quando si
utilizzano i valori tabulati secondo il punto 2.3.
Nota 3 L’appendice nazionale può fornire sia i valori massimi dell’intervallo tra T Ed e la temperatura di prova sia
l’intervallo di σEd per cui può essere limitata la validità dei valori degli spessori ammessi nel prospetto 2.1.
Nota 4 Nell’appendice nazionale l’applicazione del prospetto 2.1 può essere limitata all’utilizzo di acciai aventi classe
non maggiore di S 460.
(6) Si raccomanda che la tensione di riferimento σ Ed sia determinata utilizzando un
analisi elastica tenendo in considerazione effetti secondari derivanti dalle
deformazioni.

2.3 Massimi valori ammissibili dello spessore

2.3.1 Generalità
(1) Il prospetto 2.1 fornisce per un’appropriata classe di acciaio il massimo spessore
ammissibile dell’elemento, la sua tenacità in termini di valore K V, il livello di tensione
di riferimento [σ Ed] e la temperatura di riferimento [T Ed].
(2) I valori tabulati sono basati sulle seguenti ipotesi:
- i valori soddisfano i requisiti di affidabilità della EN 1990 per materiale di qualità
generica;
·
- è stata utilizzata una velocità di deformazione di riferimento ε 0 = 4 × 10-4/s.
Questo tratta gli effetti dell’azione dinamica per la maggior parte delle situazioni
·
di progetto transitorie e persistenti. Per altre velocità di deformazione ε (per
esempio per carichi di impatto), i valori tabulati possono essere utilizzati
riducendo T ED sottraendo ΔT ε· , dove:
1 440 – f y ( t ) § ε· · 1,5
ΔT ε· = – ------------------------------- × ln ---- [ °C ]
© ε· -¹
(2.3)
550 0

- è stato ipotizzato materiale non piegato a freddo con ε cf = 0%. Per consentire la
piegatura a freddo di acciai non invecchiati, i valori tabulati possono essere
utilizzati correggendo T ED sottraendo ΔT ε , dove:
cf

ΔT ε = – 3 × ε cf [ °C ] (2.4)
cf

- i valori nominali della resilienza in termini di T 27J sono basati sulle seguenti
norme di prodotto: EN 10025, EN 10155, EN 10210-1, EN 10219-1.
Per altri valori è stata utilizzata la correlazione seguente:
T 40J = T 27J + 10 [°C] (2.5)
T 30J = T 27J + 0 [°C]
- Per membrature soggette a fatica, sono trattate tutte le categorie di particolari
costruttivi per tensioni nominali riportate nella EN 1993-1-9.

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 7


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

Nota La fatica è stata tenuta in considerazione applicando un carico di fatica ad una membratura avente un assegnato difetto
iniziale. Il danneggiamento ipotizzato è pari ad un quarto del danneggiamento totale da fatica ottenuto dalla EN 1993-1-9.
Questo approccio permette la valutazione di un numero minimo di "periodi sicuri" ("safe periods") tra le ispezioni in fase
di servizio, qualora in accordo al metodo del "danneggiamento accettabile" ("damage tolerant") si raccomanda che i
programmi di ispezione siano specificati secondo la EN 1993-1-9. Il numero richiesto [n ] di ispezioni in servizio è correlato
ai coefficienti parziali γ Ff e γ Mf applicati nel progetto a fatica secondo la EN 1993-1-9 dall’espressione:
4
n = ------------------------m- – 1
( γ Ff γ Mf )

dove:
m = 5 si applica per strutture aventi elevata vita di progetto, come ponti.
Il "periodo di sicurezza" tra le ispezioni di servizio può anche trattare tutta la vita di progetto di una struttura.

2.3.2 Determinazione dei massimi valori ammissibili dello spessore dell’elemento


(1) Il prospetto 2.1 fornisce i massimi valori ammissibili dello spessore dell’elemento in
termini di tre livelli di tensione espressi proporzionalmente alla resistenza di
snervamento nominale.
a) σ Ed = 0,75 f y(t ) [N/mm2] (2.6)
b) σ Ed = 0,50 f y(t ) [N/mm2]
c) σ Ed = 0,25 f y(t ) [N/mm2]
dove:
f y(t ) può essere determinata in alternativa da:
t
f y(t ) = fy,nom - 0,25 ---- [N/mm2]
t0
dove:
t è lo spessore della lamiera in millimetri
t 0 = 1 mm
o assunta come valore R eH dalla pertinente norma sull’acciaio
I valori tabulati sono forniti con la possibilità di scelta tra sette temperature di
riferimento: +10 °C, 0 °C, -10 °C, -20 °C, -30 °C, -40 °C e -50 °C.

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 8


prospetto 2.1 Massimi valori ammissibili dello spessore dell’elemento t in millimetri
Classe di Sotto- Energia della prova di Temperatura di riferimento T Ed [°C]
acciaio classe Charpy
10 0 -10 -20 -30 -40 -50 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 10 0 -10 -20 -30 -40 -50
CVN

alla
temperatura J min σ Ed = 0,75 fy(t) σ Ed = 0,50 f y(t ) σ Ed = 0,25 f y(t )
T [°C]
JR 20 27 60 50 40 35 30 25 20 90 75 65 55 45 40 35 135 115 100 85 75 65 60
S235 J0 0 27 90 75 60 50 40 35 30 125 105 90 75 65 55 45 175 155 135 115 100 85 75
J2 -20 27 125 105 90 75 60 50 40 170 145 125 105 90 75 65 200 200 175 155 135 115 100
JR 20 27 55 45 35 30 25 20 15 80 70 55 50 40 35 30 125 110 95 80 70 60 55
J0 0 27 75 65 55 45 35 30 25 115 95 80 70 55 50 40 165 145 125 110 95 80 70

UNI EN 1993-1-10:2005
S275 J2 -20 27 110 95 75 65 55 45 35 155 130 115 95 80 70 55 200 190 165 145 125 110 95
M,N -20 40 135 110 95 75 65 55 45 180 155 130 115 95 80 70 200 200 190 165 145 125 110
ML,NL -50 27 185 160 135 110 95 75 65 200 200 180 155 130 115 95 230 200 200 200 190 165 145
JR 20 27 40 35 25 20 15 15 10 65 55 45 40 30 25 25 110 95 80 70 60 55 45
J0 0 27 60 50 40 35 25 20 15 95 80 65 55 45 40 30 150 130 110 95 80 70 60
S355 J2 -20 27 90 75 60 50 40 35 25 135 110 95 80 65 55 45 200 175 150 130 110 95 80
K2,M,N -20 40 110 90 75 60 50 40 35 155 135 110 95 80 65 55 200 200 175 150 130 110 95
ML,NL -50 27 155 130 110 90 75 60 50 200 180 155 135 110 95 80 210 200 200 200 175 150 130
M,N -20 40 95 80 65 55 45 35 30 140 120 100 85 70 60 50 200 185 160 140 120 100 85
S420
ML,NL -50 27 135 115 95 80 65 55 45 190 165 140 120 100 85 70 200 200 200 185 160 140 120
Q -20 30 70 60 50 40 30 25 20 110 95 75 65 55 45 35 175 155 130 115 95 80 70
M,N -20 40 90 70 60 50 40 30 25 130 110 95 75 65 55 45 200 175 155 130 115 95 80
S460 QL -40 30 105 90 70 60 50 40 30 155 130 110 95 75 65 55 200 200 175 155 130 115 95
ML,NL -50 27 125 105 90 70 60 50 40 180 155 130 110 95 75 65 200 200 200 175 155 130 115
QL1 -60 30 150 125 105 90 70 60 50 200 180 155 130 110 95 75 215 200 200 200 175 155 130
Q 0 40 40 30 25 20 15 10 10 65 55 45 35 30 20 20 120 100 85 75 60 50 45
Q -20 30 50 40 30 25 20 15 10 80 65 55 45 35 30 20 140 120 100 85 75 60 50

© UNI
Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.

QL -20 40 60 50 40 30 25 20 15 95 80 65 55 45 35 30 165 140 120 100 85 75 60


S690
QL -40 30 75 60 50 40 30 25 20 115 95 80 65 55 45 35 190 165 140 120 100 85 75
QL1 -40 40 90 75 60 50 40 30 25 135 115 95 80 65 55 45 200 190 165 140 120 100 85
QL1 -60 30 110 90 75 60 50 40 30 160 135 115 95 80 65 55 200 200 190 165 140 120 100

Pagina 9
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)
Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

Nota 1 Nell’applicazione del prospetto 2.1 può essere utilizzata l’interpolazione lineare. La maggior parte delle applicazioni
richiedono valori di σ Ed compresi tra σ Ed = 0,75 f y(t ) e σ Ed = 0,50 f y(t ). σ Ed = 0,25 f y(t ) è fornito per interpolazione.
Non sono valide estrapolazioni al di fuori dei valori estremi.
Nota 2 Per l’ordine di prodotti realizzati con acciaio S 690, si raccomanda che sia fornita la temperatura di prova T AV .
Nota 3 Il prospetto 2.1 è stato realizzato per valori garantiti dell’energia della prova di Charpy CVN nella direzione di
laminazione del prodotto.

2.4 Valutazioni effettuate con la meccanica della frattura


(1) Per valutazioni numeriche che utilizzano la meccanica della frattura il requisito di
tenacità e la proprietà di tenacità di progetto dei materiali possono essere espressi in
termini di valori CTOD, valori dell’integrale J, valori K IC o valori K V e si raccomanda
che sia eseguito un confronto utilizzando opportune metodologie della meccanica
della frattura.
(2) Per la temperatura di riferimento si raccomanda di soddisfare la condizione
seguente:
T ED ≤ T RD (2.7)
dove:
T RD è la temperatura per la quale un sicuro livello di tenacità può essere
considerato sotto le condizioni valutate.
(3) Si raccomanda che il potenziale meccanismo di rottura sia modellato utilizzando un
difetto opportuno che riduce la sezione netta del materiale, rendendo quindi il
materiale maggiormente suscettibile al collasso per rottura della sezione ridotta. Si
raccomanda che il difetto soddisfi i requisiti seguenti:
- si raccomanda che posizione e forma siano appropriate per il caso d’intaglio
considerato. I prospetti di classificazione a fatica nella EN 1993-1-1 possono
essere utilizzati come guida per le appropriate posizioni delle cricche;
- per membrature non suscettibili a fatica si raccomanda che la dimensione del
difetto sia pari alla massima dimensione del difetto non corretto durante le
ispezioni eseguite in conformità alla EN 1090. Si raccomanda che il difetto
considerato sia collocato nella posizione della concentrazione di sforzo
sfavorevole;
- per membrature suscettibili a fatica si raccomanda che la dimensione del difetto
consista in un difetto iniziale propagato per fatica. Si raccomanda che la
dimensione della cricca iniziale sia scelta in modo tale che essa rappresenti il
minimo valore rilevabile dai metodi di ispezione utilizzati in conformità alla
EN 1090. Si raccomanda che la propagazione della cricca per fatica sia
calcolata con un appropriato modello della meccanica della frattura, utilizzando
carichi che si verificheranno durante la vita utile di sicurezza di progetto o
durante un intervallo di ispezione (come pertinente).
(4) Se un particolare costruttivo strutturale non può essere collocato in una specifica
categoria della EN 1993-1-9 o se sono utilizzati metodi più rigorosi che sono più
raffinati di quelli forniti nel prospetto 2.1, si raccomanda di eseguire una specifica
verifica utilizzando prove reali a rottura su provini sperimentali in grande scala.
Nota La valutazione numerica dei risultati di prova può essere intrapresa utilizzando la metodologia fornita
nell’appendice D della EN 1990.

3 SELEZIONE DEI MATERIALI PER LE PROPRIETÀ ATTRAVERSO LO SPESSORE

3.1 Generalità
(1) Si raccomanda che la classe di qualità sia selezionata dal prospetto 3.1 in funzione
delle conseguenze dello strappo lamellare.

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 10


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

prospetto 3.1 Scelta della classe di qualità

Classe Applicazione della linea guida


1 Tutti i prodotti di acciaio e tutti gli spessori elencati in norme europee per tutte le applicazioni
2 Alcuni prodotti di acciaio e spessori elencati in norme europee e/o alcune applicazioni elencate

Nota L’appendice nazionale può scegliere le classi pertinenti. È raccomandato l’utilizzo della classe 1.
(2) In funzione della classe di qualità selezionata dal prospetto 3.1, in alternativa:
- si raccomanda che le proprietà attraverso lo spessore per il materiale base siano
specificate dalla EN 10164, o
- si raccomanda che siano eseguite ispezioni post-fabbricazione per
l’individuazione di eventuale strappo lamellare.
(3) Nella selezione degli assemblaggi o connessioni di acciaio, per la protezione contro
lo strappo lamellare si raccomanda di considerare i seguenti aspetti:
- l’importanza della posizione in termini di tensione di trazione applicata e il grado
di ridondanza;
- la deformazione nella direzione che attraversa lo spessore nell’elemento in cui è
fatta la connessione. Questa deformazione è dovuta al ritiro del metallo della
saldatura prodotto dal raffreddamento. Essa si incrementa molto dove gli
spostamenti sono impediti da altre porzioni della struttura;
- la natura del particolare costruttivo del collegamento, in particolare collegamenti
saldati a croce, a T e collegamenti d’angolo. Per esempio, nel punto illustrato
nella figura 3.1, la lamiera orizzontale potrebbe avere ridotta duttilità nella
direzione che attraversa lo spessore. Lo strappo lamellare si verifica
comunemente se la deformazione nel collegamento agisce nella direzione che
attraversa lo spessore del materiale, questa circostanza si verifica se la
superficie di fusione è grosso modo parallela alla superficie del materiale e la
deformazione da ritiro è perpendicolare alla direzione di laminazione del
materiale. Più estesa è la saldatura, maggiore è la suscettibilità;
- proprietà chimiche del materiale sollecitato trasversalmente. In particolare,
elevati livelli di zolfo, anche se inferiori ai normali limiti forniti delle norme di
prodotto per acciai, possono incrementare lo strappo lamellare.
figura 3.1 Strappo lamellare

(4) Si raccomanda che la suscettibilità del materiale sia determinata misurando la


qualità della duttilità attraverso lo spessore secondo la EN 10164, che è espressa in
termini di classi di qualità identificate da valori Z.
Nota 1 Lo strappo lamellare è un difetto nel materiale indotto dalla saldatura che generalmente diventa evidente
durante un’ispezione ultrasonica. Il rischio principale di strappo si ha con collegamenti a croce, a T, d’angolo
e con saldature a completa penetrazione.
Nota 2 Una linea guida per evitare lo strappo lamellare durante la saldatura è fornita nella EN 1011-2.

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 11


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

3.2 Procedura
(1) Lo strappo lamellare può essere trascurato se è soddisfatta la condizione seguente:
Z Ed ≤ Z Rd (3.1)
dove:
Z Ed è il valore Z di progetto richiesto risultante dall’ampiezza delle deformazioni
derivanti dal ritiro impedito del metallo al disotto dei cordoni di saldatura;
Z Rd è il valore Z di progetto disponibile per il materiale secondo la EN 10164, cioé
Z15, Z25 o Z35.
(2) Il valore di progetto richiesto Z ED può essere determinato utilizzando:
Z Ed = Z a + Z b + Z c + Z d + Z e (3.2)
in cui Z a, Z b, Z c, Z d e Z e sono forniti nel prospetto 3.2.

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 12


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

prospetto 3.2 Criteri che influenzano il valore obiettivo di Z Ed

a Altezza della saldatura Altezza efficace della saldatura aeff (vedere figura 3.2) = spessore di gola a di saldature a cordone d’angolo Zi
pertinente per la
deformazione da ritiro a eff ≤ 7 mm a = 5 mm Za=0
del metallo
7 < a eff ≤ 10 mm a = 7 mm Za=3
10 < a eff ≤ 20 mm a = 14 mm Za=6
20 < a eff ≤ 30 mm a = 21 mm Za=9
30 < a eff ≤ 40 mm a = 28 mm Z a = 12
40 < a eff ≤ 50 mm a = 35 mm Z a = 15
50 < a eff a > 35 mm Z a = 15
b Forma e posizione di Z b = -25
saldature in connessioni
a T, a croce e d’angolo

collegamenti d’angolo Z b = -10

saldature a cordone d’angolo eseguite con singola passata Z a = 0 o saldature a cordone d’angolo con Z b = -5
Z a > 1 e con testate aventi materiale di apporto a bassa resistenza

saldature a cordone d’angolo eseguite con più passate Zb=0

saldature a parziale e completa penetrazione con opportune sequenze di saldatura allo scopo di ridurre gli Zb=3
effetti dei ritiro

saldature a parziale e completa penetrazione Zb=5

collegamenti d’angolo Zb=8

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 13


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

prospetto 3.2 Criteri che influenzano il valore obiettivo di Z Ed (Continua)

c Effetto dello spessore s s ≤ 10 mm Z c = 2*)


del materiale sul ritiro
10 < s ≤ 20 mm Z c = 4*)
20 < s ≤ 30 mm Z c = 6*)
30 < s ≤ 40 mm Z c = 8*)
40 < s ≤ 50 mm Z c = 10*)
50 < s ≤ 60 mm Z c = 12*)
60 < s ≤ 70 mm Z c = 15*)
70 < s Z c = 15*)
d Ritiro impedito dopo la Bassa resistenza: ritiro libero possibile Zd=0
saldatura da altre (per esempio collegamenti a T)
porzioni della struttura
Media resistenza: ritiro libero impedito Zd=3
(per esempio diaframmi in travi cave)
Alta resistenza: ritiro libero non possibile Zd=5
(per esempio traversi in lamiere a piastra ortotropa)
e Influenza del Senza preriscaldamento Ze=0
preriscaldamento
Con preriscaldamento ≥100 °C Z e = -8
*) Può essere ridotto del 50% per materiali sollecitati, nella direzione che attraversa lo spessore, a compressione dovuta a carichi prevalentemente
statici.

figura 3.2 Altezza efficace della saldatura a eff per il ritiro

(3) La classe Z Rd appropriata secondo la EN 10164 può essere ottenuta applicando


un’idonea classificazione.
Nota Per la classificazione vedere la EN 1993-1-1 e dalla EN 1993-2 alla EN 1993-6.

UNI EN 1993-1-10:2005 © UNI Pagina 14


Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)
Licenza d'uso concessa a UNIVERSITA' L'AQUILA BIBLIOTECA FAC. ING. per l’abbonamento anno 2008.
Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. E' proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, etc...)

UNI
Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata - Legge 22 aprile 1941 Nº 633 e successivi aggiornamenti.
di Unificazione
Via Sannio, 2
20137 Milano, Italia

Potrebbero piacerti anche