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GENNAIO 1998
Eurocode 2
Design of concrete structures
Part 1-2: General rules - Structural fire design
RELAZIONI NAZIONALI
RICONFERMA
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni
o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso
dell'ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Le norme sperimentali sono emesse, per applicazione provvisoria, in campi in cui viene
avvertita una necessità urgente di orientamento, senza che esista una consolidata espe-
rienza a supporto dei contenuti tecnici descritti.
Si invitano gli utenti ad applicare questa norma sperimentale, così da contribuire a fare
maturare l'esperienza necessaria ad una sua trasformazione in norma raccomandata.
Chiunque ritenesse, a seguito del suo utilizzo, di poter fornire informazioni sulla sua appli-
cabilità e suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato
dell'arte in evoluzione è pregato di inviare, entro la scadenza indicata, i propri contributi
all'UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione.
0 PREMESSA 2
0.1 Obiettivi degli Eurocodici ...................................................................................................................... 2
0.2 Cronistoria del programma degli Eurocodici .............................................................................. 2
0.3 Programma degli Eurocodici .............................................................................................................. 2
0.4 Documenti Nazionali di Applicazione (DAN) .............................................................................. 3
0.5 Argomenti specifici di questa norma sperimentale ................................................................. 3
1 GENERALITÀ 4
1.1 Scopo .............................................................................................................................................................. 4
1.2 Distinzione fra principi e regole di applicazione ....................................................................... 4
1.3 Riferimenti normativi ............................................................................................................................... 4
1.4 Definizioni...................................................................................................................................................... 4
1.5 Simboli ............................................................................................................................................................ 6
1.6 Unità di misura ........................................................................................................................................... 7
2 PRINCIPI DI BASE 7
2.1 Requisiti ......................................................................................................................................................... 7
2.2 Azioni ............................................................................................................................................................... 8
2.3 Valori di calcolo relativi alle proprietà dei materiali................................................................. 8
2.4 Metodi di verifica ....................................................................................................................................... 8
2.4.1 Generalità ........................................................................................................................................................ 8
2.4.2 Analisi della struttura nel suo insieme ................................................................................................... 8
2.4.3 Analisi di parti della struttura ..................................................................................................................... 9
figura 2.1 Variazione di ηfi in funzione di ξ = Qk1 / Gk per differenti valori di ψ1,1 ............... 10
2.4.4 Analisi dell'elemento strutturale ............................................................................................................ 10
2.4.5 Prove .............................................................................................................................................................. 10
5 RIVESTIMENTI PROTETTIVI 37
NOVEMBRE 1995
Eurocode 2
EUROPEAN PRESTANDARD Design of concrete structures
Part 1-2: General rules - Structural fire design
Eurocode 2
PRÉNORME EUROPÉENNE Calcul des structures en béton
Partie 1-2: Règles générales - Calcul du comportement au feu
Eurocode 2
EUROPÄISCHE VORNORM Planung von Stahlbeton- und Spannbetontragwerken
Teil 1-2: Allgemeine Regeln - Tragwerksbemessung für den Brandfall
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
CEN 1995
I diritti di riproduzione sono riservati ai membri del CEN.
1.1 Scopo
P(1) Questa ENV 1992-1-2 si occupa della progettazione di strutture di calcestruzzo
nelle situazioni accidentali di esposizione al fuoco e deve essere utilizzata con le
ENV 1992-1-1 ed ENV 1991-2-2. Vengono fornite delle informazioni supplementa-
ri per identificare le differenze dalla progettazione delle strutture in condizioni di
temperatura normale.
P(2) La parte 1-2 della ENV 1992 si riferisce unicamente ai metodi di protezione passi-
va al fuoco.
Non sono trattati i metodi di protezione attiva.
P(3) La parte 1-2 della ENV 1992 si riferisce a quelle strutture a cui, per ragioni di sicu-
rezza generale contro gli incendi, viene richiesto di soddisfare i seguenti criteri,
quando esposte al fuoco:
- evitare il collasso prematuro della struttura (funzione capacità portante);
- limitare la diffusione dell'incendio (fiamme, gas caldi, riscaldamento eccessivo)
in aree circostanti predeterminate (funzione separazione).
P(4) Questa parte 1-2 fornisce i principi e le regole di applicazione (vedere punto 1.2
della ENV 1992-1-1) nei riguardi del progetto strutturale al fine di soddisfare i criteri
elencati in P(3), per esempio in termini di resistenza richiesta all'incendio norma-
lizzato di riferimento (standard fire resistance).
P(5) Questa parte 1-2 si riferisce a quelle strutture o a parti di strutture che sono nel
campo di applicazione della ENV 1992-1-1, punti da 1.3 a 1.6. Però, non riguarda:
- le strutture precompresse con cavi esterni;
- le strutture a volta sottile.
(6) Nel punto 4.1(6) e 4.2.2(6) sono fornite indicazioni relativamente alle strutture che
utilizzano cavi non aderenti.
1.4 Definizioni
1.4.3 effetti delle azioni (E) (come indicato nella ENV 1992-1-1, punto 2.2.2.5): Effetti delle azioni (E)
sono la risposta (per esempio: forze interne e momenti, tensioni, deformazioni) della strut-
tura alle azioni.
1.4.4 compartimento all'incendio: Spazio in un edificio comprendente uno o più piani, racchiuso
da pareti di separazione (separating members), tali da prevenire la propagazione del fuo-
co al di là del compartimento durante l’esposizione al fuoco prevista.
1.4.5 resistenza al fuoco: Capacità di una struttura, o parte di questa, di soddisfare le funzioni
richieste (funzione capacità portante e/o di separazione) per una esposizione al fuoco e
per un periodo di tempo specificati.
1.4.6 analisi strutturale globale (nelle situazioni di incendio): Analisi dell'intera struttura quando la
stessa o una parte di questa sono esposte all'incendio. Le azioni indirette sono da consi-
derare per l’intera struttura.
1.4.8 criterio della tenuta "E": Criterio per mezzo del quale si accerta la capacità delle membra-
ture di separazione a prevenire il passaggio di fiamme e gas caldi.
1.4.9 criterio della resistenza al fuoco "R": Criterio per mezzo del quale si accerta la capacità del-
la struttura o di una sua membratura di sopportare le azioni specifiche durante la pertinen-
te esposizione al fuoco.
1.4.10 funzione di resistenza al fuoco ("capacità portante"): Capacità della struttura o di una sua
membratura di sopportare le azioni specifiche durante la pertinente esposizione al fuoco.
1.4.11 analisi di un elemento strutturale (member) (in situazioni di incendio): Analisi termica e mec-
canica di un elemento strutturale esposto al fuoco, considerandolo isolato con gli appro-
priati vincoli e condizioni al contorno. Non sono da considerare le azioni indirette dipen-
denti dal fuoco, eccetto quelle risultanti dai gradienti termici.
1.4.12 progetto a temperatura ambiente: Progetto allo stato limite ultimo a temperatura ambien-
te secondo la ENV 1992-1-1 per la combinazione fondamentale delle azioni (vedere
ENV 1991-1).
1.4.13 membrature protette (protected members): Membrature per le quali sono assunte misure per
ridurre l'incremento di temperatura nell'elemento strutturale durante l'incendio.
1.4.15 elementi di separazione (tagliafuoco): Elementi strutturali e non strutturali (pareti e orizzon-
tamenti) formanti le superfici di chiusura del compartimento all’incendio.
1.4.16 resistenza all'incendio normalizzato: Capacità di una struttura o di parte di questa (normal-
mente una sola membratura) di soddisfare le funzioni richieste (funzione di resistenza al
fuoco e/o funzione di separazione) durante l'esposizione all'incendio normalizzato di rife-
rimento per un periodo di tempo prestabilito.
1.4.17 membrature (elementi) strutturali: Elementi con capacità portante (load bearing) di una
struttura, ivi inclusi i controventi.
1.4.19 vincoli e condizioni al contorno: Descrizione dei vincoli di contrasto (incastri) e delle con-
dizioni al contorno nella modellazione strutturale.
1.4.20 analisi della temperatura: Procedimento per la determinazione dello sviluppo della tempe-
ratura nelle membrature sulla base delle azioni termiche, delle proprietà termiche dei ma-
teriali della membratura stessa e, quando pertinenti, degli strati protettivi.
1.4.21 curve temperatura-tempi: Andamento della temperatura del gas nell'ambiente in cui si tro-
vano le superfici delle membrature, in funzione del tempo. Queste possono essere:
- nominali, curve convenzionali, utilizzate per la classificazione/verifica della resistenza
all'incendio, per esempio la curva standard temperatura-tempo;
- parametriche, determinate sulla scorta di modelli di incendio e di parametri fisici spe-
cifici descriventi le condizioni nel compartimento all’incendio.
1.4.22 azioni termiche: Azioni sulla struttura valutate per mezzo del flusso termico netto sulle
membrature.
1.4.23 criterio di isolamento termico "I": Criterio per mezzo del quale si accerta la capacità di una
membratura di separazione di prevenire un'eccessiva trasmissione di calore.
1.5 Simboli
Oltre ai simboli indicati nella ENV 1992-1-1 sono utilizzati i seguenti:
Ed,fi effetto di calcolo delle azioni nella situazione di incendio
Ed effetto di calcolo delle azioni nel progetto a temperatura ambiente
Rd,fi resistenza nelle situazioni di incendio
Rd,fi(t) resistenza in situazioni di incendio ad un tempo predeterminato
R 30 o R 60, ... una membratura soddisfacente il criterio di resistenza per 30, 60, ... mi-
nuti d'esposizione all'incendio normalizzato di riferimento
E 30 o E 60, ... una membratura soddisfacente il criterio di tenuta per 30, 60, .... minuti
d'esposizione all'incendio normalizzato di riferimento
I 30 o I 60, ... una membratura soddisfacente il criterio di isolamento termico per 30, 60,
... minuti d'esposizione all'incendio normalizzato di riferimento
Xk valore caratteristico delle proprietà di resistenza o di deformazione nella progetta-
zione a temperatura ambiente
Xd,fi valore di calcolo delle proprietà di resistenza o di deformazione nelle situazioni di
incendio
a distanza dell'asse della barra d'acciaio dalla più vicina superficie esposta al fuoco
c calore specifico (valore caratteristico) [J/kgK]
fck(Θ) resistenza caratteristica a compressione del calcestruzzo alla temperatura Θ per
una specifica deformazione
fpk(Θ) resistenza caratteristica dell'acciaio da pretensione alla temperatura Θ per una
specifica deformazione
fsk(Θ) resistenza caratteristica dell'acciaio per calcestruzzo armato ordinario alla tempe-
ratura Θ per una specifica deformazione
2 PRINCIPI DI BASE
2.1 Requisiti
P(1) Nei casi in cui alle strutture sia richiesta la resistenza meccanica in situazioni di in-
cendio, queste devono essere progettate e costruite in modo tale da conservare la
loro funzione capacità portante durante il pertinente tempo di esposizione al fuoco
- Criterio "R".
P(2) Nei casi in cui è richiesta la compartimentazione, le membrature costituenti il com-
partimento, giunti inclusi, devono essere progettate e costruite in modo tale da
conservare la loro funzione di separazione per il tempo pertinente di esposizione
al fuoco, vale a dire:
- non si manifesti il collasso dell'integrità (tenuta) dovuto a fessure, buchi o altre
aperture larghe quanto basta a causare la penetrazione dell'incendio per mez-
zo di gas caldi o fiamme - Criterio "E";
- non si manifesti il collasso dell'isolamento dovuto alla temperatura della super-
ficie non esposta, eccedente la temperatura di ignizione - Criterio "I".
(3) Può essere supposto che il criterio "I" sia raggiunto quando durante l'esposizione
all'incendio normalizzato di riferimento, l'incremento di temperatura media, su tutta
la faccia non esposta, non sia maggiore di 140 °C e quando il massimo incremento
sulla faccia non esposta non sia maggiore di 180 °C.
P(4) Le membrature devono osservare i criteri "R", "E" ed "I", come segue:
- solo separazione: "E" ed "I";
- solo portanti: "R";
- di separazione e portanti: "R", "E" ed "I".
(5) Quando sono utilizzati i metodi generali di calcolo (vedere 4.4) dovranno essere
utilizzati i criteri legati alla deformazione quando le membrature di separazione o
gli elementi protettivi sono interessati dall'inflessione della struttura portante. I rife-
rimenti dovranno essere desunti dalle specifiche dei prodotti pertinenti.
γ M,fi = 1,0 .
2.4.1 Generalità
P(1) La resistenza al fuoco di una struttura di calcestruzzo (armato) viene determinata
per mezzo di uno dei metodi forniti nei punti da 2.4.2 a 2.4.5.
(2) I dati tabellari forniti in 4.2 si basano sulla curva temperatura-tempo normalizzata.
I metodi di calcolo semplificati e generali possono anche essere utilizzati con la re-
lazione parametrica temperatura-tempo, vedere ENV 1991-2-2.
2.4.5 Prove
(1) In alternativa all'utilizzo dei metodi di calcolo, il progetto in situazioni di incendio
può essere fondato su risultati di prove sperimentali.
(2) Può anche essere utilizzato un metodo combinato fra prove sperimentali e calcoli.
3.1 Generalità
P(1) In condizioni di incendio devono essere considerate le proprietà dei materiali di-
pendenti dalla temperatura.
(2) Le proprietà dei materiali a 20 °C devono essere valutate secondo la
ENV 1992-1-1.
(3) In questo punto sono forniti i valori della diminuzione della resistenza caratteristica
a compressione del calcestruzzo e della resistenza caratteristica dell'acciaio per
calcestruzzo armato ordinario e da pretensione. Questi possono essere utilizzati
nei metodi di calcolo semplificati. Questi valori possono inoltre essere utilizzati per
la valutazione della temperatura critica dell'acciaio quando i dati tabellari devono
essere adattati a temperature critiche superiori a 500 °C (vedere 4.2.2).
(4) Nell'appendice A sono fornite informazioni aggiuntive sulle proprietà termo-mecca-
niche per i metodi di calcolo generali. Si può fare riferimento a documenti appro-
priati.
(5) Le modellazioni dei materiali indicati di seguito in 3.2 e 3.3 dovranno essere esclu-
sivamente utilizzate per incrementi di riscaldamento simili a quelli che si manife-
stano in condizioni di incendio normalizzato fino al tempo di raggiungimento della
massima temperatura.
(6) Possono essere utilizzate formulazioni alternative alle leggi sui materiali (per
esempio: per incendi parametrici) a condizione che le soluzioni adottate siano con-
tenute nel campo di variazione risultante da un'adeguata sperimentazione.
(7) Le condizioni d'incendio normalizzato sono comprese fra 20 °C e 1 200 °C; le pro-
prietà sono anche definite nello stesso intervallo.
I valori relativi alle temperature più elevate indicati a tratteggio nelle figure 3.1, 3.2
e 3.3 sono dati solo a scopo indicativo.
3.2 Calcestruzzo
(1) La riduzione della resistenza caratteristica a compressione del calcestruzzo in fun-
zione della temperatura Θ si ricava per mezzo del coefficiente kc(Θ) per mezzo del
quale:
f ck ( Θ ) = k c ( Θ ) ⋅ f ck ( 20 °C ) [3.1]
(2) In assenza di informazioni più accurate dovranno essere adottati i seguenti valori
di kc(Θ), utilizzabili per calcestruzzi con aggregati silicei (vedere figura 3.1).
Questi valori possono essere considerati come prudenziali per altri tipi di calce-
struzzo.
kc(Θ) = 1,0 per 20 °C ≤ Θ ≤ 100 °C
kc(Θ) = (1 600 -Θ )/1 500 per 100 °C ≤ Θ ≤ 400 °C
kc(Θ) = (900 -Θ )/625 per 400 °C ≤ Θ ≤ 900 °C
kc(Θ) = 0 per 900 °C ≤ Θ ≤ 1 200 °C
3.3 Acciaio
(1) La riduzione della resistenza caratteristica di un acciaio per calcestruzzo armato
ordinario in funzione della temperatura Θ si ricava per mezzo del coefficiente ks(Θ)
per il quale:
f sk ( Θ ) = k s ( Θ ) ⋅ f yk ( 20 °C ) [3.2]
(2) La riduzione della resistenza caratteristica di un acciaio da pretensione in funzione
della temperatura Θ si ricava per mezzo del coefficiente kp(Θ) per il quale:
f pk ( Θ ) = k p ( Θ ) ⋅ f pk ( 20 °C ) [3.3]
4.1 Generalità
P(1) Questo punto riguarda i seguenti procedimenti progettuali come indicati in 2.4.1:
- particolarità costruttive in accordo con le soluzioni progettuali accettate (dati ta-
bellari), vedere 4.2;
- metodi di calcolo semplificati per particolari tipi di elementi strutturali, vedere
4.3;
- metodi di calcolo generalizzati per la simulazione del comportamento di mem-
brature strutturali, sotto-insiemi o intera struttura, vedere 4.4.
P(2) Quando necessario deve essere evitata la frammentazione (spalling) per mezzo di
misure appropriate.
(3) In mancanza di dati più accurati, il rischio di frammentazione (spalling) (disintegra-
zione) può essere valutato, favorendo la sicurezza, utilizzando la figura A.18. Per
valutazioni più accurate, si dovrebbero considerare il tenore di umidità, il tipo di ag-
gregato, l’impermeabilità del calcestruzzo e la velocità di riscaldamento.
(4) Di regola non è richiesta la verifica della frammentazione (spalling) (disintegrazio-
ne esplosiva) per membrature progettate per la classe di esposizione 1 del pro-
spetto 4.1 della ENV 1992-1-1.
(5) Qualora esperienze locali evidenzino una maggior predisposizione del calcestruz-
zo con aggregati leggeri alla frammentazione (spalling), deve essere utilizzata la
documentazione pertinente per la determinazione delle dimensioni dell'elemento
strutturale.
(12) I valori nominali della distanza a (vedere figure 4.1 e 4.4), di barre d'acciaio, fili o
cavi non dovranno essere minori dei valori minimi indicati nei prospetti seguenti.
(13) Quando l'armatura è alloggiata in più strati, come indicato nella figura 4.2, e quan-
do è costituita da armature di rinforzo o da acciaio da pretensione con le stesse re-
sistenze caratteristiche fyk e fpk rispettivamente, la distanza media am non dovrà
essere minore della distanza a indicata nei prospetti. La distanza media am può es-
sere valutata mediante l'equazione [4.5].
A s1 a 1 + A s2 a 2 + ..... + A sn a n ∑ Asi ⋅ a i
a m = ------------------------------------------------------------------------
- = ----------------------- [4.5]
A s1 + A s2 + ..... + A sn ∑ Asi
dove:
Asi è la sezione trasversale delle barre di acciaio (cavi, fili) "i ";
ai è la distanza d'asse della barra di acciaio (cavi, fili) "i " dalla superficie espo-
sta più vicina.
Ove l’armatura è costituita da acciai con diversa resistenza caratteristica Asi, do-
vrebbe essere sostituita da Asi fyki (oppure Asi fpki) nell’equazione [4.5].
figura 4.2 Dimensioni utilizzate per la valutazione della distanza media am
(14) Dove sono utilizzati simultaneamente acciaio per calcestruzzo armato ordinario e
per calcestruzzo di pretensione (per esempio in una membratura parzialmente
pretesa), le distanze dell’acciaio da pretensione dovrebbero essere introdotte
nell’equazione [4.5] come valore nominale dato da:
ai,nom = ai - ∆ap [4.6]
dove:
ai è la distanza reale del cavo considerato;
4.2.3 Pilastri
(1) La resistenza al fuoco di pilastri di calcestruzzo armato può essere soddisfatta me-
diante l'utilizzo del prospetto 4.1 e delle indicazioni seguenti.
(2) Nel prospetto 4.1 è stato introdotto il parametro µfi che tiene conto delle combina-
zioni di carico in caso di incendio per quanto attiene la resistenza a compressione
del pilastro e, per quanto possibile, della flessione, compresi gli effetti del se-
cond'ordine. La lunghezza efficace del pilastro l0 viene assunta uguale alla lun-
ghezza reale lcol (come nella ENV 1992-1-1, 4.3.5).
µfi può essere assunto in tutti i casi uguale a 0,7 . Comunque, si può ottenere un
valore più accurato utilizzando l'equazione [4.7]:
µ fi = E d,fi ⁄ R d, fi ( 0 ) = η fi ⋅ E d ⁄ R d,fi ( 0 ) [4.7]
dove:
ηfi = Ed,fi/Ed [vedere 2.4.3(4)];
Rd,fi(0) è la resistenza calcolata utilizzando la ENV 1992-1-1 con l0 = lcol, γM = 1 e
t = 0.
(3) Non sono ammesse riduzioni della dimensione minore b del pilastro [vedere
4.2.1(3)] data nel prospetto 4.1, con calcestruzzi ad aggregati calcarei o leggeri.
(4) Quando As ≥ 0,02 × Ac, si richiede una distribuzione delle barre lungo i lati della
sezione trasversale per tempi di resistenza al fuoco superiori a 90 min.
Però, questa regola non si applica in corrispondenza delle zone di sovrapposizio-
ne.
(5) La dimensione b indicata nel prospetto 4.1 per pilastri esposti al fuoco solo da una
faccia (colonna 5), si riferiscono a pilastri che si trovano a filo della parete a cui è
richiesta la stessa resistenza al fuoco, oppure alla parte di pilastro sporgente, se
questa parte di sezione trasversale incastrata nella parete è capace di sopportare
l'intero carico. Qualsiasi apertura nella parete non dovrà essere più vicina al pila-
stro della dimensione minima b indicata nel prospetto 4.1, colonna 5, per la resi-
stenza richiesta all'incendio standard (vedere figura 4.3). Altrimenti dovrà essere
considerato come un pilastro esposto al fuoco da più di un lato.
(6) Qualora l'effettiva dimensione o diametro b, della colonna è almeno 1,2 volte il va-
lore minimo, bmin, indicato nel prospetto 4.1, la distanza a (vedere figure 4.1 e 4.4),
può essere ridotta ad un valore non minore del copriferro nominale richiesto nella
ENV 1992-1-1.
Per valori b/bmin compresi fra 1 e 1,2 può essere fatta l'interpolazione lineare per
determinare la distanza a. In questi casi non è utilizzabile il punto 4.2.3(4).
prospetto 4.1 Dimensioni minime e distanza a di pilastri di calcestruzzo armato; sezioni rettangolari e circolari
4.2.4 Pareti
1 2
EI 30 60
EI 60 80
EI 90 100
EI 120 120
EI 180 150
EI 240 175
Parete esposta su una Parete esposta su due Parete esposta su una Parete esposta su due
sola faccia facce sola faccia facce
1 2 3 4 5
REI 30 100/10 *) 120/10 *) 120/10 *) 120/10 *)
REI 90 *) *) *)
120/20 140/10 140/25 170/25
REI 120 150/25 160/25 160/35 220/35
REI 180 180/45 200/45 210/55 300/55
REI 240 230/60 250/60 270/70 360/70
*) Di regola, dovrà essere controllato il copriferro richiesto dalla ENV 1992-1-1.
R 60 120/40 300/25
R 90 150/55 400/45
R 120 200/65 500/45
R 180 240/80 600/60
R 240 280/90 700/70
Si dovrà fare attenzione, per le membrature precom-
presse, all’incremento della distanza a, secondo il punto
4.2.2(4).
*) Di regola, dovrà essere controllato il copriferro richie-
sto dalla ENV 1992-1-1.
4.2.6 Travi
4.2.6.1 Generalità
(1) La resistenza al fuoco di travature di calcestruzzo armato ordinario e precompres-
so si può considerare adeguata se sono utilizzati i valori forniti nei prospetti da 4.5
a 4.7 insieme alle indicazioni seguenti.
(2) I prospetti si riferiscono a travi che possono essere esposte al fuoco su tre facce,
vale a dire con la faccia superiore protetta da solette (lastre) o altri elementi che
conservano la loro funzione isolante durante tutto il periodo di resistenza al fuoco.
Per le travi esposte al fuoco su tutte le facce fare riferimento al punto 4.2.6.4.
(3) I valori indicati nei prospetti sono validi per le sezioni trasversali indicate nella figu-
ra 4.4. Le indicazioni dalla (5) fino alla (8) garantiscono adeguate dimensioni della
sezione trasversale per la protezione dell'armatura.
figura 4.4 Indicazione delle dimensioni per diversi tipi di sezioni di travi
(4) Per travi con sezioni a larghezza variabile [figura 4.4 b)] la larghezza b dovrà es-
sere misurata in corrispondenza del baricentro dell'armatura tesa.
(5) Per le travi con sezione ad I [figura 4.4 c)] l’altezza efficace deff del bulbo inferiore
non dovrà essere minore di:
deff = d1 + 0,5 d2 ≥ bmin [4.8]
(6) Nei casi in cui la larghezza reale del bulbo b inferiore superi il limite 1,4 bw, [dove
bw è la larghezza reale dell'anima, vedere figura 4.4 c)], la distanza a (vedere figu-
re 4.1 e 4.4) dell'armatura del calcestruzzo armato ordinario o del calcestruzzo ar-
mato precompresso, dovrà essere aumentata di:
d eff b w
a eff = a 1, 85 Ð ----------
- ------ ≥ a [4.9]
b min b
dove:
deff è dato dall’equazione [4.8];
bmin è la larghezza minima della trave data nel prospetto 4.5.
(7) Per i bulbi con spessore b > 3,5 bw (vedere punto 6 per le definizioni) si applicano
le indicazioni di cui al punto 4.2.6.4.
(8) Le aperture attraversanti le anime delle travi non hanno influenza sulla resistenza
al fuoco purché l'area rimanente della sezione trasversale dell'elemento strutturale
nella zona tesa non sia minore di Ac = 2bmin2, dove bmin è indicato nel prospetto 4.5.
(9) Le concentrazioni della temperatura più elevata si manifestano in corrispondenza
degli angoli inferiori delle travi. Per questa ragione e per la pertinente resistenza
all'incendio normalizzato di riferimento, la distanza asd delle armature d'angolo (ca-
vi o fili) rispetto ai lati della trave in corrispondenza dell'intradosso di travi con un
solo strato d'armatura, dovrà essere incrementata di 10 mm per le larghezze di
travi fino a quelle indicate nella colonna 4 del prospetto 4.5 per travi semplicemen-
te appoggiate, e nella colonna 3 del prospetto 4.6 per travi continue.
1 2 3 4 5 6
R 30 bmin = 80 120 160 200 80
a = 25 15
45 *) 10 *) 10 *)
1 2 3 4 5
R 30 bmin = 80 160 200 80
a = 12 *) 12 *) 12 *)
(4) Il prospetto 4.6 si adotta per le travi continue solo con cavi non aderenti, quando
l'armatura di estradosso addizionale ancorata in corrispondenza degli appoggi in-
termedi assicura l'equilibrio statico nelle situazioni d'incendio.
(5) Lo spessore dell’anima bw delle travi continue con sezione ad I [vedere figura
4.4 c)] non dovrà essere minore del valore minimo bmin del prospetto 4.6, co-
lonne da 2 a 4, per una distanza di 2h dall’appoggio intermedio, a meno che si
possa dimostrare, utilizzando la figura A.18, che non si verificherà la frammen-
tazione (spalling).
(6) Per prevenire la compressione del calcestruzzo o la rottura per taglio di una trave
continua in corrispondenza del primo appoggio intermedio, la larghezza della trave
e lo spessore dell’anima dovrebbero essere aumentati per le resistenze normaliz-
zate R 120 - R 240 , conformemente al prospetto 4.7, se esistono entrambe le
condizioni seguenti:
a) non è prevista nessuna resistenza a flessione in corrispondenza dell’appog-
gio d’estremità da parte del giunto o della trave [ai fini del presente punto la
ENV 1992-1-1, 5.4.2.1.2(1) non prevede resistenze a flessione quando incor-
porato in un giunto che può trasferire il momento]; e
b) VSd > 2/3VRd2 in corrispondenza del primo appoggio intermedio, doveVRd2 è la
resistenza a taglio di progetto delle bielle inclinate, secondo la ENV 1992-1-1,
4.3.2.
1 2
R 120 220
R 180 380
R 240 480
4.2.7 Solette
4.2.7.1 Generalità
(1) La resistenza al fuoco di solette (lastre) di calcestruzzo armato ordinario e precom-
presso può essere considerata adeguata se sono applicati i valori del prospetto
4.8 insieme con le indicazioni seguenti.
(2) Lo spessore minimo delle solette (lastre) hs indicato nel prospetto 4.8 garantisce la
funzione di separazione (criteri "E" ed "I"). I rivestimenti dei pavimenti contribuiran-
no alla funzione di separazione in funzione dei loro spessori (vedere figura 4.7); se
viene richiesta la funzione capacità portante (criterio "R") può essere considerato
solo lo spessore della soletta (lastra) corrispondente a quello previsto per il proget-
to secondo la ENV 1992-1-1.
figura 4.7 Solette di calcestruzzo con pavimentazione
Legenda
1 Lastra di calcestruzzo
_
2 Pavimentazione (non combustibile)
_
3 Isolamento acustico (anche combustibile)
_
(3) Le indicazioni di cui ai punti 4.2.7.2 e 4.2.7.3 sono anche utilizzabili per i bulbi delle
travi a T o TT.
1 2 3 4 5
REI 30 60 10 *) 10 *) 10 *)
REI 60 80 20 10 *) 15 *)
REI 90 *)
100 30 15 20
REI 120 120 40 20 25
REI 180 150 55 30 40
REI 240 175 65 40 50
ly/lx sono le luci della lastra bidirezionale (due direzioni ad angolo retto); ly è la luce maggiore.
Per le lastre precompresse si dovrà osservare l’incremento della distanza a secondo il punto 4.2.2(4).
La distanza a indicata nelle colonne 4 e 5 per le lastre bidirezionali si riferisce alla lastra appoggiata su tutti e quattro i
bordi. In caso contrario queste devono essere considerate come lastre monodirezionali.
*) Di regola, dovrà essere controllato il copriferro richiesto dalla ENV 1992-1-1.
1 2 3
REI 30 150 10 *)
REI 60 200 15 *)
REI 90 200 25
REI 120 200 35
REI 180 200 45
REI 240 200 50
*) Di regola, dovrà essere controllato il copriferro richiesto dalla ENV 1992-1-1.
1 2 3 4 5
REI 30 bmin = ≥ 80 hs = 80
a = 15 *) a = 10 *)
asd = a + 10
Per le lastre con nervature pretensionate, la distanza a dovrebbe essere aumentata conformemente a 4.2.2(4).
asd rappresenta la distanza misurata tra la superficie laterale della trave e l’asse della barra d’armatura ad essa più
vicina (vedere figura 4.4).
*) Di regola, dovrà essere controllato il copriferro richiesto dalla ENV 1992-1-1.
1 2 3 4 5
REI 30 bmin = ≥ 80 hs = 80
a = 10 *) a = 10 *)
asd = a + 10
Per le lastre con nervature pretensionate, la distanza a dovrebbe essere aumentata conformemente a 4.2.2(4).
asd rappresenta la distanza misurata tra l’asse della superficie laterale dell’armatura della nervatura esposta all’incen-
dio.
*) Di regola, dovrà essere controllato il copriferro richiesto dalla ENV 1992-1-1.
4.3.1 Generalità
P(1) Il metodo di calcolo semplificato indicato in seguito determina la capacità portante
allo stato limite ultimo della sezione a caldo.
P(2) Il metodo è applicabile a strutture esposte all'incendio standard fino al tempo di
raggiungimento della massima temperatura del gas.
P(3) Il procedimento è anche utilizzabile per la valutazione della resistenza ultima ad un
tempo predeterminato per ogni altro tipo di esposizione al fuoco, quando sono co-
nosciute o sono calcolate le mappature termiche corrispondenti a quelle esposi-
zioni e, per le proprietà dei materiali, vengano utilizzati i dati corretti corrispondenti.
In ogni caso, la parte 1-2 fornisce unicamente le mappature termiche e i dati sui
materiali per l'esposizione all'incendio standard fino al tempo del raggiungimento
della massima temperatura del gas.
(4) Il procedimento consiste, in primo luogo, nel determinare la mappatura termica
della sezione, nel determinare la sezione trasversale ridotta di conglomerato, nel
rivalutare la resistenza e il modulo elastico a breve termine del calcestruzzo e
dell'acciaio e quindi nel calcolare la capacità portante ultima della struttura consi-
derando la sezione ridotta secondo la ENV 1992-1-1, e nel confrontare la capacità
con relativa combinazione di azioni, vedere 2.4.2.
(5) Le membrature strutturali dovranno essere dotate di particolari costruttivi tali che
la frammentazione (spalling), il cedimento degli ancoraggi e la perdita di capacità
rotazionale abbiano la più bassa probabilità di accadimento rispetto al collasso do-
vuto a momenti flettenti, taglio o carichi assiali.
(6) La resistenza a compressione ridotta, fcd(ΘM), al punto M per una parete (membra-
tura) esposta al fuoco da entrambe le facce è:
f cd ( Θ M ) = k c ( Θ M ) ⋅ f ck ( 20 °C ) [4.13]
dove:
ΘM è la temperatura al punto M.
Il modulo di elasticità ridotto a breve termine al punto M è:
2
E cd ( Θ M ) = ( k c ( Θ M ) ) ⋅ E ck ( 20 °C ) [4.14]
Il valore del modulo elastico a breve termine non deve prendere in conto l'effetto
del "fluage" (scorrimento viscoso) o delle deformazioni transitorie (questa porzione
delle dilatazioni termiche fronteggia le tensioni di compressione). Qualora non
debbano essere considerati gli effetti del second'ordine per i pilastri e le pareti, si
dovranno utilizzare i metodi indicati nella ENV 1992-1-1, con i valori del modulo di
elasticità e di sezione trasversale ridotta indicati in questo punto [(il valore di
Ecd(ΘM) non può essere ricavato dall'appendice A in quanto il "fluage" (scorrimento
viscoso) e la deformazione transitoria sono compresi nei dati)].
(7) La zona danneggiata az si valuta per una parete equivalente esposta su entrambe
le facce come segue:
a) metà spessore della parete, w, è diviso in n strisce parallele di eguale spesso-
re, per n ≥ 3 (vedere figura 4.10);
b) si calcola la temperatura in mezzeria di ciascuna striscia;
4.4.1 Generalità
P(1) I metodi di calcolo generali possono essere utilizzati per elementi strutturali singoli,
per sotto-insiemi o per la struttura nel suo insieme e per ogni tipo di sezione tra-
sversale.
P(2) I metodi di calcolo generali devono fornire un'analisi realistica della struttura espo-
sta al fuoco. Questi devono essere fondati su comportamenti fisici di base che
conducono ad un'approssimazione attendibile circa il comportamento atteso del
componente strutturale pertinente nella situazione di incendio.
P(3) I metodi di calcolo generali possono contenere sotto-modelli separati per la deter-
minazione:
a) dello sviluppo e della distribuzione della temperatura nella membratura struttu-
rale (modello di risposta termica);
b) del comportamento meccanico della struttura o di una parte di questa (modello
di risposta meccanica).
P(4) Ogni potenziale modello di collasso non coperto dal metodo di calcolo generale
deve essere eliminato per mezzo di appropriate particolarità costruttive (per esem-
pio: insufficiente capacità rotazionale, frammentazione (spalling), instabilità loca-
lizzata delle armature compresse, collasso per taglio o dell'aderenza, danneggia-
mento dei dispositivi di ancoraggio).
P(5) I metodi di calcolo generali possono essere utilizzati con qualsiasi curva di riscal-
damento, purché le proprietà dei materiali siano note per i relativi campi di tempe-
ratura.
5 RIVESTIMENTI PROTETTIVI
P(1) La resistenza al fuoco richiesta può essere ottenuta mediante l'adozione di rivesti-
menti protettivi.
(2) Le proprietà e le prestazioni dei materiali isolanti da adottare per i rivestimenti pro-
tettivi dovranno essere valutate utilizzando procedimenti sperimentali adeguati.
(3) I procedimenti sperimentali dovranno confermare che i materiali restino coerenti e
coesivi per tutte le temperature e le deformazioni previste. Si dovranno ottenere in-
formazioni relativamente a:
- temperatura in corrispondenza degli strati pertinenti della sezione trasversale
di calcestruzzo, correlata al tempo di esposizione al fuoco, alla proprietà dei
materiali e allo spessore del rivestimento, o
- quando possibile, spessore equivalente di calcestruzzo, correlato al tempo di
esposizione al fuoco, o
- proprietà termiche del materiale correlate alla temperatura.
Un'ulteriore alternativa è di condurre un'analisi termica secondo i metodi di calcolo
generali indicati nel punto 4.4.
Campo I:
εc ( Θ ) 3
σ c ( Θ ) = f c ( Θ ) ------------------------- × -----------------------------------------------3-
ε c1 ( Θ ) c ( Θ)
ε
2 + -------------------------
ε c1 ( Θ )
f c ( Θ)
------------------------------ e ε c1 ( Θ )
f c ( 20 °C )
Temperatura del f c ( Θ ) ⁄ f c ( 20 °C )
Ð3
calcestruzzo ε c1 ( Θ ) × 10
(°C) siliceo calcareo
20 1,00 1,00 2,5
100 0,95 0,97 3,5
200 0,90 0,94 4,5
300 0,85 0,91 6,0
400 0,75 0,85 7,5
500 0,60 0,74 9,5
600 0,45 0,60 12,5
700 0,30 0,43 14,0
800 0,15 0,27 14,5
900 0,08 0,15 15,0
1 000 0,04 0,06 15,0
1 100 0,01 0,02 15,0
1 200 0,00 0,00 -
prospetto A.2 Valori raccomandati per εc1(Θ) e per εcu(Θ) e intervallo ammissibile per εc1(Θ)
Ð3 Ð3
Temperatura del ε c1 ( Θ ) × 10 ε cu ( Θ ) × 10
calcestruzzo
(°C)
Intervallo Raccomandato Raccomandato
20 2,5 2,5 20,0
100 2,5 - 4,0 3,5 22,5
200 3,0 - 5,5 4,5 25,0
300 4,0 - 7,0 6,0 27,5
400 4,5 - 10,0 7,5 30,0
500 5,5 - 15 9,5 32,5
600 6,5 - 25 12,5 35,0
700 7,5 - 25 14,0 37,5
800 8,5 - 25 14,5 40,0
900 10 - 25 15,0 42,5
1 000 10 - 25 15,0 45,0
1 100 10 - 25 15,0 47,0
1 200 - - -
σs ( Θ) = E s ( Θ) ⋅ εs ( Θ)
Campo I:
σ spr ( Θ )
elastico ε spr = ---------------------------
E s ( Θ)
b 2 2
σ s ( Θ ) = --- a Ð ( ε s1 Ð ε s ( Θ ) ) + σ spr Ð c
a
b ( ε s1 Ð ε s ( Θ ) )
E s ( Θ ) = ------------------------------------------------------------------------
2 2
a a Ð ( ε s1 Ð ε s ( Θ ) )
con
εs1 = 0,02
Campo II:
2
non lineare 2 E s ( Θ ) ⋅ ( ε s1 Ð ε spr ) + c ⋅ ( ε s1 Ð ε spr )
a = -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
E s ( Θ)
2 2
b = E s ( Θ ) ⋅ ( ε s1 Ð ε spr ) c + c
2
( f y ( Θ ) Ð σ spr ( Θ ) )
c = ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
2 ⋅ ( σ spr ( Θ ) Ð f y ( Θ ) ) + E s ( Θ ) ⋅ ( ε s1 Ð ε spr )
σs ( Θ) = f y ( Θ)
Campo III:
plastico E s ( Θ) = 0
Temperatura E s ( Θ) σ spr ( Θ ) f y ( Θ)
dell’acciaio --------------------------------- ------------------------------------ ------------------------------------
(°C) E s ( 20 °C ) f 0, 2 ( 20 °C ) f 0, 2 ( 20 °C )
prospetto A.4 Valori dei parametri delle relazioni tensioni-deformazioni per acciaio da calcestruzzo armato ordina-
rio trafilato a caldo
Temperatura E s ( Θ) σ spr ( Θ ) f y ( Θ)
dell’acciaio --------------------------------- ------------------------------------ ------------------------------------
(°C) E s ( 20 °C ) f 0,2 ( 20 °C ) f 0,2 ( 20 °C )
Temperatura E p( Θ) σ ppr ( Θ ) f py ( Θ )
dell’acciaio --------------------------------- --------------------------------------- ---------------------------------------
(°C) E p ( 20 °C ) f p0, 2 ( 20 °C ) f p0, 2 ( 20 °C )
prospetto A.6 Valori dei parametri delle relazioni tensioni-deformazioni per acciaio da pretensione trafilato a freddo
Temperatura E p( Θ) σ ppr ( Θ ) f py ( Θ )
dell’acciaio --------------------------------- --------------------------------------- ---------------------------------------
(°C) E p ( 20 °C ) f p0, 2 ( 20 °C ) f p0, 2 ( 20 °C )
(3) L'andamento grafico dei parametri dei prospetti da A.3 fino A.6 è illustrato nelle fi-
gure A.7, A.9, A.11 e A.13. Ulteriori illustrazioni delle relazioni tensioni-deformazio-
ni a varie temperature sono indicata nelle figure A.6, A.8, A.10 e A.12.
figura A.7 Parametri per la relazione tensioni-deformazioni per acciai da calcestruzzo armato ordinario laminati
a caldo, a temperature elevate, in accordo con la figura A.5 e prospetto A.3
(3) Per i valori della conducibilità termica λc del calcestruzzo si possono adottare le
equazioni da [A.8] a [A.11].
Calcestruzzo ad aggregato siliceo:
b) Riduzione della sezione az di una trave o lastra di calcestruzzo con c) Riduzione della sezione az di un pilastro o di una parete di calce-
aggregato siliceo struzzo con aggregato siliceo
Nota - I valori relativi al calcestruzzo con aggregato siliceo sono favorevoli alla sicurezza anche per la maggior parte degli altri calcestruzzi.
C.1 Generalità
(1) Il metodo semplificato di calcolo estende l'utilizzo dei metodi tabellari per le solette
(lastre) e per le travi esposte al fuoco su tre lati, vedere prospetti da 4.4 a 4.8. Si
determinano gli effetti sulla resistenza flessionale nelle situazioni per le quali la di-
stanza d'asse, a, dell'armatura più bassa è minore di quella richiesta dai prospetti.
Si raccomanda di non ridurre le minime dimensioni della sezione trasversale (b,
bw, hs) indicate nei prospetti da 4.4 a 4.7.
Questo metodo utilizza i fattori di riduzione della resistenza ricavati dalla curva 1
della figura 3.2 per l'acciaio per calcestruzzo armato ordinario e dalla figura 3.3 per
l'acciaio da pretensione.
(2) Il metodo semplificato può essere utilizzato al fine di giustificare la riduzione della
distanza d'asse, a. Diversamente si dovranno seguire le regole fornite nei punti da
4.2.6.1 a 4.2.6.3. Questo metodo non è valido per le travi continue, nelle quali, in
corrispondenza della zona di momento negativo, lo spessore, b o bw, è minore di
200 mm e l'altezza, hs, è minore di 2b, dove b è il valore indicato nella colonna 3
del prospetto 4.4.
D.1 Generalità
(1) Questo procedimento a passo a passo illustra un metodo di valutazione della ri-
sposta strutturale di strutture di calcestruzzo armato composta di elementi tipici
(travi, pilastri, solette (lastre) e pareti) in situazioni di incendio, utilizzando semplici
metodi di statica.
(2) Il quadro delle deformazioni termiche reali e il conseguente comportamento in si-
tuazioni di incendio possono essere valutati con buona approssimazione, in difetto
di incertezze e di imprecisioni del modello fisico utilizzato.
(2) Per ciascun livello termico si determina il valore modificato del modulo elastico
Ec(Θm) e la dilatazione (∆l (Θm)/l )c del calcestruzzo (vedere appendice A).
(3) Si ipotizza che l'elemento strutturale sia composto di strisce longitudinali indipen-
denti (strati), note come termo-elementi, libere di dilatarsi assialmente. In condizio-
ni di incendio le mappature termiche inducono delle dilatazioni termiche che non
hanno una distribuzione lineare, in modo che la sezione non possa rimanere piana
(vedere figura D.2).
(4) Gli effetti delle azioni equivalenti, N(Θ) e M(Θ) sono quindi determinati mediante
l'applicazione di tensioni fittizie, σ(Θ) in corrispondenza di ciascun strato, sufficienti
a causare una deformazione uguale e opposta in corrispondenza di ciascuna de-
formazione termica. Le forze derivanti da ciascun strato sono sommate lungo l'al-
tezza della sezione, fornendo N(Θ), e di conseguenza M(Θ), vedere figura D.3.
N ( Θ) = ∫y2 σ ( Θ ) ⋅ dA = Ð ∫y2 ( ∆ l ( Θ ) ⁄ l ) c ⋅ E c ( Θ ) ⋅ dA
y1 y1
[D.1]
M ( Θ) = ∫y2 σ ( Θ ) ⋅ y ⋅ dA = N ( Θ ) ⋅ e
y1
[D.2]
dove:
Ec(Θ) e (∆l (Θ)/l )c sono definiti in D.2 (vedere anche appendice A);
h è l'altezza della sezione trasversale;
y è la distanza dei termo-elementi rispetto all'asse di riferimento
dell’elemento;
y1, y2 sono le distanze dei termo-elementi superiore ed inferiore ri-
spetto all'asse di riferimento dell’elemento.
(5) Le tensioni interne residue si trovano mediante la combinazione delle tensioni fitti-
zie, σ(Θ) e delle tensioni dovute a N(Θ) e M(Θ) come indicato in figura D.4.
(6) Le deformazioni reali imposte sono uguali alla somma delle deformazioni termiche
dei termo-elementi (vedere figura D.2) e delle deformazioni meccaniche dovute al-
le tensioni interne finali (vedere figura D.4).
Quindi:
a) la deformazione media assiale imposta alla sezione trasversale è data
dall'equazione [D.3]:
ε1 + ε2
ε eff = ----------------
2
[D.3]
N ( Θ) 1 1 M ( Θ) y2 y1
≈ ---------------- ⋅ ------------------ + ------------------ + ----------------- ⋅ -----------------
- + -----------------
-
2 ⋅ Ac E ( Θ) 2 E ( Θ) 1 2 ⋅ Ic E ( Θ) 2 E ( Θ) 1
1 ε2 Ð ε1
--r- eff = ---------------
h
-
[D.4]
N ( Θ) 1 1 M ( Θ) y2 y1
≈ ---------------------- ⋅ ------------------ Ð ------------------ + -------------------- ⋅ -----------------
- Ð -----------------
-
2 ⋅ Ac ⋅ h E ( Θ) 2 E ( Θ) 1 2 ⋅ I c ⋅ h E ( Θ) 2 E ( Θ) 1
dove:
Ac è l'area della sezione trasversale;
Ic è il momento di inerzia della sezione trasversale.
I pedici 1 e 2 si riferiscono rispettivamente alla striscia superiore e inferiore della
sezione trasversale.
(7) Se l'elemento strutturale non è vincolato assialmente, (vale a dire si può deformare
liberamente), la deformazione assiale media imposta alla sezione trasversale
(equazione [D.3]) darà origine ad una deformazione assiale complessiva.
Se l'elemento strutturale è libero di ruotare, il gradiente di deformazione (strain)
media imposto alla sezione trasversale (equazione [D.4]) darà origine a una cur-
vatura complessiva della sezione.
La risultante delle dilatazioni assiali, delle rotazioni e delle inflessioni di questi ele-
menti strutturali non vincolati non daranno luogo ad ulteriori forze esterne.
(8) Nei casi generali di elementi strutturali staticamente indeterminati o sotto-strutture,
le deformazioni medie e le curvature manifestantisi in condizioni di temperatura
elevata conducono a delle modificazioni delle deformazioni assiali, rotazioni e in-
flessioni, e ad una ridistribuzione degli effetti delle azioni.
Le analisi pertinenti possono essere condotte per mezzo dei metodi convenzionali
di statica, fondate sui diagrammi momento-curvatura e sforzo assiale-dilatazioni di
sezioni trasversali prescelte per una data mappatura termica. Tali diagrammi forni-
scono tutti i valori necessari delle rigidezze (variabili) per tutte le situazioni e i cor-
rispondenti livelli di effetto delle azioni.
(9) È anche possibile valutare i margini di sicurezza (nei riguardi di collassi per flessio-
ne o taglio) e la duttilità in corrispondenza delle sezioni critiche degli elementi strut-
turali. In ordine a ciò, le proprietà del calcestruzzo, dell'acciaio e delle loro caratte-
ristiche di aderenza dovranno essere modificate in funzione dei livelli interni di
temperatura corrispondenti.
-------
1 1
- = --- ⋅ ( ∆ l ( θ eff ) ⁄ l ) c [D.6]
r eff h
figura D.5 Valori equivalenti di temperatura, θeff, per sezioni caratteristiche di calcestruzzo armato ordinario
esposto all'incendio standard
Legenda
1 Curva 1: travi (250/450 o 250/700) mm
_
2 Curva 2: pilastri (400/400) mm
_
3 Curva 3: lastre (150) mm
_
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