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UNI 11018
CLASSIFICAZIONE ICS
91.060.99
SOMMARIO
RELAZIONI NAZIONALI
RELAZIONI INTERNAZIONALI
ORGANO COMPETENTE
RATIFICA
UNI
Ente Nazionale Italiano
di Unicazione
Via Battistotti Sassi, 11B
20133 Milano, Italia
UNI - Milano
Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
pu essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microlm o altro, senza
il consenso scritto dellUNI.
Gr. 17
UNI 11018:2003
Pagina I
PREMESSA
La presente norma stata elaborata dalla Commissione "Prodotti e
sistemi per lorganismo edilizio" dellUNI, nellambito del Gruppo di
lavoro 9 "Prestazioni dei rivestimenti di parete a montaggio meccanico" della Sottocommissione 3 "Rivestimenti di pavimenti, plafoni e
pareti".
La Commissione Centrale Tecnica dellUNI ha dato la sua approvazione il 20 giugno 2002.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o di aggiornamenti.
importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso dellultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a vericare lesistenza di norme UNI
corrispondenti alle norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conittuale, per rappresentare il reale stato
dellarte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dellapplicazione di questa norma, di poter fornire suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dellarte
in evoluzione pregato di inviare i propri contributi allUNI, Ente Nazionale Italiano di
Unicazione, che li terr in considerazione, per leventuale revisione della norma stessa.
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Pagina II
INDICE
0
INTRODUZIONE
RIFERIMENTI NORMATIVI
TERMINOLOGIA
figura
figura
figura
MATERIALI E COMPONENTI
10
Generalit................................................................................................................................................... 10
Pareti ed elementi tecnici di supporto......................................................................................... 13
Esempio di fuori piombo ammissibile A) Totale, B) Locale nell'ipotesi di L < H ................... 16
figura
4
4.1
4.2
4.3
prospetto
prospetto
prospetto
Sistema di classificazione degli acciai non inossidabili per uso strutturale ........................... 17
prospetto
prospetto
prospetto
4.4
figura
figura
figura
prospetto
7a
prospetto
7b
figura
figura
prospetto
prospetto
prospetto
10
prospetto
11
prospetto
12
prospetto
13
prospetto
14
prospetto
15
4.5
4.6
5
5.1
5.2
5.3
ATTREZZATURE
30
Utensili ......................................................................................................................................................... 30
Attrezzi ......................................................................................................................................................... 31
Macchine .................................................................................................................................................... 31
6
6.1
6.2
UNI
Pagina III
prospetto
16
6.3
prospetto
17
figura
10
figura
11
6.4
figura
12
prospetto
18
figura
13
Posizione della tenuta all'acqua per lastre montate a giunto chiuso - Sezione
orizzontale .................................................................................................................................................. 40
figura
14
Posizione della tenuta all'acqua per lastre montate a giunto aperto - Sezione
orizzontale ................................................................................................................................................... 40
figura
15
figura
16
figura
17
figura
18
figura
19
figura
20
figura
21
Calcolo dello spessore della lama d'aria e della sezione totale delle aperture di
ventilazione ................................................................................................................................................ 39
6.5
6.6
6.7
Dimensioni significative per un fissaggio realizzato con pioli applicati alle teste della
lastra ............................................................................................................................................................. 43
figura
22
figura
23
prospetto
19
figura
24
figura
25
Esempio di rivestimento ceramico con terminali d'ancoraggio a vista e soli montanti Sezione orizzontale corrente ................................................................................................................ 53
6.8
6.9
6.10
prospetto
20
prospetto
21
prospetto
22
6.11
7
7.1
7.2
figura
26
figura
27
Esempi di morsetti applicati sulle teste, sostegni inferiori della prima riga di lastre in
facciata ......................................................................................................................................................... 63
figura
28
Esempi di morsetti applicati sulle teste, sostegni intermedi tra righe di lastre
successive .................................................................................................................................................. 65
figura
29
Esempi di morsetti applicati sulle teste, sostegni superiori dell'ultima riga di lastre di
facciata ......................................................................................................................................................... 66
figura
30
7.3
7.4
UNI
Pagina IV
figura
31
figura
32
prospetto
23
prospetto
24
figura
33
figura
34
figura
35
figura
36
7.5
7.6
7.7
7.8
8
8.1
8.2
8.3
8.4
9
9.1
9.2
9.3
9.4
9.5
9.6
10
10.1
10.2
10.3
10.4
10.5
10.6
10.7
10.8
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Pagina VI
INTRODUZIONE
Il presente documento la prima parte di una norma sulle istruzioni per la progettazione,
l'esecuzione e la manutenzione dei rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate
ventilate a montaggio meccanico ed dedicata ai rivestimenti di materiale lapideo o
ceramico. Il gruppo di lavoro 9 "Prestazioni dei rivestimenti di parete a montaggio
meccanico" della sottocommissione 3 della Commissione "Prodotti e sistemi per
l'organismo edilizio" dell'UNI, che la ha elaborata, ha in programma di proseguire il lavoro
con la redazione di altre due parti:
Parte 2: Rivestimenti in materiali di sintesi
Parte 3: Rivestimenti in materiali metallici
gli edici e/o i supporti edilizi da rivestire siano di nuova costruzione. Per edici gi
esistenti, la presente parte della norma si applica solo qualora sia possibile determinarne con certezza la tipologia strutturale ed essa risulti assimilabile a quella degli
edici di nuova progettazione;
rivestimenti a lastre ssate per semplice adesione, oppure con lastre applicate con
sistemi misti, tipo malta e zanche;
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RIFERIMENTI NORMATIVI
UNI 3972
UNI 7959
UNI 8290-1
UNI 8634
UNI 8979
UNI 10942
CNR UNI 10011
UNI EN 87
UNI EN 121
UNI EN 159
UNI EN 176
UNI EN 177
UNI EN 178
UNI EN 186-1
UNI EN 186-2
UNI EN 187-1
UNI EN 187-2
UNI EN 188
UNI EN 10088
UNI EN 10147
UNI EN 10152
UNI EN 12372
UNI EN ISO 128-20
UNI EN ISO 3098-0
UNI EN ISO 3506-1
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TERMINOLOGIA
Ai ni della presente norma si applicano i seguenti termini.
3.1
3.1.1
3.1.2
3.1.3
3.1.4
Queste diverse tipologie di facciata possono essere presenti assieme sullo stesso edicio. Molto comune
l'accostamento dei sistemi di facciata ventilata con quelli di facciata continua nella realizzazione delle facciate
a nastro, sia verticale che orizzontale, dove le fasce dei serramenti sono realizzate come facciate continue e
le fasce opache come facciate ventilate.
3.2
3.2.1
Questo tipo di facciata non inclusa nel campo di applicazione della presente parte della norma.
GFRC (Glass Fiber Reinforced Concrete).
Le procedure di applicazione di questi rivestimenti non sono incluse nel campo di applicazione della presente parte della
norma.
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3.2.2
posa: Insieme delle operazioni da compiere in cantiere, necessarie alla realizzazione del
sistema di facciata.
3.2.3
3.2.4
3.2.5
3.2.6
3.2.6.1
ancoraggio passante: Ancoraggio realizzato attraverso la faccia a vista del rivestimento, che
pu svolgere sia funzioni portanti che di trattenimento.
3.2.6.2
3.2.6.3
3.2.6.4
3.2.6.5
3.2.7
3.2.8
3.2.9
3.2.9.1
squadretta: Prolo metallico angolare ssato ad un sostegno retrostante, che regge a sua
volta la piastra.
3.2.9.2
piastra o piattina: Prolato piatto ssato alla squadretta, in cui vengono alloggiati i terminali
d'ancoraggio.
3.2.9.3
linguetta o spina piatta: Tipo di terminale dell'ancoraggio, realizzato con un prolo metallico
piatto.
3.2.9.4
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gura
3.2.10
3.2.11
3.2.11.1
3.2.11.2
3.2.12
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3.3
3.3.1
giunto aperto: Giunto in cui la discontinuit tra due porzioni adiacenti di rivestimento tale
da permettere un passaggio non controllato di aria e di acqua.
3.3.2
giunto chiuso: Giunto in cui la discontinuit tra due porzioni adiacenti di rivestimento tale
da impedire il passaggio di aria e di acqua.
3.3.3
giunto rigido: Giunto che impedisce ogni movimento relativo tra porzioni adiacenti di
rivestimento, con contrasti puntiformi o in modo continuo lungo il suo sviluppo.
3.3.4
giunto essibile: Il giunto si denisce essibile quando permette movimenti relativi tra
porzioni adiacenti di rivestimento, almeno entro limiti predeniti. Si ha in particolare:
3.3.4.1
3.3.4.2
3.3.4.3
giunto chiuso a secco: Giunto in cui gli elementi si accostano l'un l'altro senza nessun
materiale di congiunzione, con distanza tendente a zero tra le lastre adiacenti e
solitamente non percepibile visivamente. Si tratta quindi di un giunto tendenzialmente
chiuso e rigido.
3.3.4.4
giunto stuccato: Giunto che fa uso di un materiale di congiunzione per riempire lo spazio tra
lastre adiacenti: quindi chiuso, rigido o essibile a seconda delle caratteristiche
meccaniche del sigillante.
3.3.4.5
giunto evidenziato: Giunto evidenziato mediante smussi, inserti colorati od altra lavorazione
allo scopo di ottenere un effetto estetico, pu essere sia aperto che chiuso, sia rigido che
essibile.
3.3.5
3.4
Rivestimenti lapidei
3.4.1
materiale lapideo naturale: Prodotto ottenuto per escavazione da cava e ridotto in lastre per
segagioni successive,
caratteristiche.
3.4.2
utilizzato
senza
modicarne
le
propriet
meccaniche
3.4.3
materiale lapideo rinforzato: Prodotto ottenuto applicando sul retro di lastre di lapideo
naturale strati di materiali diversi, al ne di modicare le propriet tecniche del pannello
composito cos ottenuto.
3.4.4
3.4.5
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3.4.6
lastra rilata: Lastra tagliata nella conformazione e nelle misure richieste per la posa in
opera.
3.4.7
3.4.8
costa della lastra: Supercie laterale della lastra avente come dimensioni lo spessore e
l'altezza.
3.4.9
testa della lastra: Supercie laterale della lastra avente come dimensioni lo spessore e la
larghezza.
3.4.10
supercie a piano di cava: Supercie grezza dei materiali naturalmente lastronati, sulla
quale non stata eseguita nessuna lavorazione.
3.4.11
supercie a spacco naturale: Finitura risultante dalla divisione effettuata secondo piani di
scistosit del materiale.
3.4.12
nitura superciale: Lavorazione delle facce a vista della lastra caratterizzata da diversi
gradi di rugosit o specularit. In particolare si possono avere le seguenti niture.
3.4.12.1
a piano sega da telaio e da tagliablocchi: Finitura risultante dalla segagione con telai
alternativi multilame a graniglia metallica, a sabbia o a lame diamantate, e con
tagliablocchi a dischi diamantati.
3.4.12.2
spuntata, martellinata, gradinata e bocciardata: Finitura risultante dalla lavorazione ad urto con
punta e mazzuolo, con martellina, con gradina e con bocciarda rispettivamente.
3.4.12.3
ammata: Finitura risultante dalla ammatura con cannello ossiacetilenico (o con altra
amma). I conseguenti bruschi e localizzati sbalzi termici causano la disintegrazione della
supercie con distacco di minutissime scaglie, conferendole un caratteristico aspetto.
3.4.12.4
sabbiata: Finitura risultante dalla sabbiatura con getto di sabbia ne ad alta pressione: le
differenze di resistenza all'abrasione dei diversi grani o componenti il materiale lapideo
causano microdistacchi localizzati, creando una ne rugosit uniforme.
3.4.12.5
levigata: Finitura risultante dal rasamento con mole abrasive di diversa nezza (agenti in
sequenza); pu essere grossa, media o ne a seconda del piatto abrasivo usato (grana
60, 120 o 220). planare non lucida e di colore smorzato.
3.4.12.6
3.4.12.7
lucida: Finitura risultante dall'ulteriore rasamento di superci satinate con disco di feltro ed
applicazione di lucidanti (quali acido ossalico per materiali di natura calcarea, ossido di
stagno per altri materiali), oppure con piombo in fogli e piatti speciali. planare lucida
riettente e di colore pieno, vivo.
3.4.13
stuccatura: Finitura realizzata con stucco, cemento od altri materiali per riempire cavit
naturali presenti in alcuni tipi di pietre ornamentali. anche chiamata nitura a poro o foro
chiuso.
3.4.14
lavorazione dei bordi: lavorazioni realizzate sul perimetro della faccia a vista della lastra, a
ni ornamentali.
3.4.14.1
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3.4.14.2
3.4.14.3
arrotondamento dei bordi (o "via il vivo"): Semplice limatura degli spigoli vivi.
3.4.15
foro: Incavo realizzato sulla costa, sulla testa o sul retro, a sezione circolare e di sviluppo
cilindrico o troncoconico, normalmente ortogonale alla supercie in cui viene praticato,
costituisce l'alloggiamento tipico degli inserti dell'ancoraggio e di alcuni terminali.
3.4.16
fresata: Incavo realizzato sulla testa o sul retro delle lastre di rivestimento, a sezione
rettangolare, a sviluppo lineare parallelo al lato lungo della testa. Costituisce
l'alloggiamento tipico dei terminali del sistema d'ancoraggio e pu essere:
3.4.16.1
3.4.16.2
3.4.16.3
3.4.17
connessioni d'angolo
3.4.17.1
a spigolo dritto: Consiste nel semplice accostamento di costa di elementi con bordi tagliati
a 90.
3.4.17.2
3.4.17.3
3.4.16.4
a nto limbello: Consiste nell'accostamento di spigolo di elementi con il bordo tagliato a 90.
Il limbello pari all'intero spessore della lastra.
3.4.16.5
3.4.16.6
a mitria con limbello (o con scuretto o con gola): Simile al precedente, con limbelli verso il
prolo esterno.
3.5
Rivestimenti ceramici
3.5.1
piastrella: Sottile lastra ottenuta da formatura di argille, silice, fondenti, coloranti ed altre
materie prime minerali, sottoposta ad essiccazione, cottura ed eventualmente a
smaltatura. di norma utilizzata per il rivestimento di pavimenti e pareti.
3.5.2
lastra ceramica: Dizione utilizzata preferibilmente per le piastrelle di grandi dimensioni, con
le quali si realizzano i sistemi di facciata ventilata a montaggio meccanico. Per le lastre
ceramiche possibile denire due livelli di tolleranze dimensionali.
3.5.2.1
lastre calibrate: Vengono selezionate all'uscita dal forno, con appositi calibri, sulla base
delle dimensioni di fabbricazione, con tolleranze minime di 0,6% delle dimensioni
nominali per le lastre pressate, di 1,25% per le lastre estruse.
3.5.2.2
3.5.3
costa della lastra: Supercie laterale della lastra avente come dimensioni lo spessore e
l'altezza.
3.5.4
testa della lastra: Supercie laterale della lastra avente come dimensioni lo spessore e la
larghezza.
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3.5.5
3.5.5.1
pressature a secco: Le materie prime, in forma di polvere o piccoli grani, vengono pressate
in stampi a pressioni elevate.
3.5.5.2
estrusione: Le materie prime, allo stato plastico, vengono estruse in nastri e tagliate.
3.5.5.3
colatura: Le materie prime, allo stato liquido, vengono versate in uno stampo poroso, che
assorbe l'acqua della miscela.
3.5.6
smaltatura: Rivestimento superciale della piastrella ottenuto con materiali che, dopo
appropriata cottura, realizzano uno strato vetroso continuo ed impermeabile. Si applica
sia sulla faccia a vista che sulle teste e sulle coste, tanto per ragioni estetiche (effetti
cromatici) che tecniche (riduzione della porosit superciale).
3.5.7
3.5.7.1
cottura senza smalto: Viene cotto solo il supporto (cotto, grs rosso, grs porcellanato,
clinker).
3.5.7.2
monocottura: Viene cotto il supporto assieme allo smalto, applicato sul prodotto essiccato
(ceramiche smaltate, monocottura greicata, clinker smaltato).
3.5.7.3
bicottura: Il supporto viene cotto, quindi smaltato e ricotto per vetricare lo smalto
(maiolica, cottoforte, terraglia a pasta bianca).
3.5.8
3.5.9
lavorazione dei bordi: Lavorazioni realizzate sul perimetro della faccia a vista della lastra,
a ni ornamentali.
3.5.9.1
3.5.10
connessioni d'angolo:
3.5.10.1
a spigolo dritto: Consiste nel semplice accostamento di costa di elementi con bordi tagliati
a 90.
3.5.10.2
a nto limbello: Consiste nell'accostamento di spigolo di elementi con il bordo tagliato a 90.
Il limbello pari all'intero spessore della lastra.
3.5.10.3
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gura
MATERIALI E COMPONENTI
Vengono di seguito fornite indicazioni di massima relative ai prodotti utilizzati per la realizzazione dei sistemi di ancoraggio e di rivestimento, indicando i requisiti di riferimento e le
norme utili alla loro verica.
4.1
Generalit
4.1.1
Inquadramento funzionale
I sistemi di facciata a montaggio meccanico sono i componenti pi esterni delle pi vaste
unit tecnologiche dette chiusure verticali, il cui ruolo quello di separare sicamente gli
ambienti interni dall'esterno, di proteggerli dall'intrusione di persone, animali e cose, dagli
agenti atmosferici e da altri fenomeni di disturbo, sia naturali che articiali, ponendosi
come ltro in grado di garantire il controllo di tutti i parametri ambientali interni ritenuti
signicativi (vedere UNI 8290-1).
In particolare, i sistemi di facciata svolgono una funzione di rivestimento e nitura
decorativa della facciata, ma anche di protezione delle straticazioni sottostanti dagli
agenti atmosferici o dagli urti accidentali e inne, a seconda delle soluzioni tecnologiche
adottate, possono contribuire ad altre funzioni richieste al sistema di chiusura nel suo
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insieme, quali l'isolamento acustico, la coibentazione termica o il controllo della termotrasmittanza globale. Questi sono i principali strati funzionali cui fare riferimento (vedere
UNI 8979):
-
strato di regolarizzazione;
strato di ventilazione.
Per ciascun tipo di soluzione di facciata adottata e quindi per ciascun suo componente,
necessario poter denire quali sono le funzioni che esso deve svolgere, al ne di poterne
valutare l'efcacia e di effettuare confronti tra sistemi diversi.
La denizione degli strati funzionali svincolata dall'effettiva straticazione materiale di
ciascun sistema: uno strato funzionale pu essere diffuso in pi strati materiali, viceversa
una straticazione materiale pu svolgere diverse funzioni.
4.1.2
4.1.2.1
4.1.2.2
4.1.2.3
4.1.2.4
Stabilit;
resistenza al vento;
comportamento al fuoco;
Permeabilit all'aria;
tenuta all'acqua;
isolamento termico;
Durabilit
-
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4.1.2.5
4.1.2.6
Planarit;
omogeneit di insudiciamento.
4.1.2.7
4.1.2.8
4.1.2.9
Requisiti temporanei
4.1.2.10
4.1.3
attitudine all'immagazzinamento;
attitudine al montaggio.
Facilit di pulizia;
Limitazioni tecniche
Alcune caratteristiche del sistema di collegamento possono rispondere ad esigenze
esclusivamente tecniche, nel senso che non sono determinate direttamente dalle funzioni
da svolgere o dalle prestazioni da raggiungere bens da esigenze pratiche, dalle possibilit di montaggio, dalle possibilit di lavorazione per il produttore, dalla disponibilit
commerciale, dal contenimento dei costi, dal riutilizzo di componenti gi a magazzino. Ne
sono un esempio:
a)
b)
c)
d)
lo sviluppo delle squadrette, guidato dalla larghezza standard delle bande metalliche;
e)
f)
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4.2
4.2.1
Requisiti specici
La struttura edilizia di supporto del sistema di ancoraggio deve rispondere adeguatamente ai seguenti requisiti:
4.2.2
b)
ossatura di acciaio (travi, pilastri) con solette miste in acciaio/calcestruzzo e tamponamenti non portanti, in laterizio o altro;
c)
d)
e)
f)
g)
h)
muratura portante mista (in mattoni pieni e mattoni forati, in mattoni pieni e pietrame,
ecc.).
Altri supporti sono comunque utilizzabili, nel rispetto delle stesse prestazioni statiche
necessarie per le tipologie elencate.
4.2.3
b)
c)
4.2.4
4.2.4.1
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4.2.4.2
Ossatura portante
un supporto incrociato a traliccio (ad esempio travi e pilasti, solette portanti e pilastri)
che consente di posizionare il tassello di aggrappo lungo strisce orizzontali e verticali ben
denite: pone alcune condizioni al progettista del sistema d'ancoraggio che deve includervi montanti e traversi strutturali, d'altronde un tipo di supporto molto diffuso e che
spesso comprende l'intero intervento edilizio.
4.2.4.3
Solette portanti
un supporto lineare che consente di posizionare il tassello di aggrappo lungo strisce
orizzontali ben denite (varianti: travi di bordo, simile alle solette portanti con la differenza
che in alcune campate pu non esistere una trave di bordo con conseguente rarefazione
delle aree di supporto; pilastri in facciata, come le travi di bordo ma il tutto ruotato in
verticale): impone molte condizioni al progettista dell'ancoraggio che deve creare una
vera e propria sottostruttura portante, abbastanza diffuso ed anch'esso adottato per il
rivestimento di interi interventi edilizi.
4.2.4.4
4.2.4.5
Supporto misto
per denizione una combinazione di diverse tipologie di supporto edilizio, il caso di
gran lunga pi diffuso e va scomposto nei casi-base da cui risulta composto.
4.2.5
4.2.5.1
Deformabilit
Tutti i sistemi di facciata descritti in queste istruzioni sono caratterizzati da un'autoportanza molto limitata, al massimo di un interpiano o due, e da una pressoch assente
rigidezza ai carichi laterali. Essi sono perci molto sensibili ad ogni stato di deformazione
del supporto retrostante, che pu avere diverse origini:
a)
deformazione elastica della struttura portante sotto l'effetto dei carichi agenti, particolarmente evidente se in acciaio. Si tratta della essione di travi e/o solai sotto
carico, dell'accorciamento elastico delle strutture di elevazione o della loro deformazione per essione e taglio sotto l'azione del vento o delle onde sismiche;
b)
c)
d)
Il sistema di facciata deve poter scaricare correttamente sul sistema strutturale le sollecitazioni cui sottoposto e, viceversa, il sistema strutturale non deve caricare il sistema di
facciata con le proprie deformazioni.
4.2.5.2
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4.2.5.3
a)
il tipo di tassello corretto per quel dato supporto edilizio (per esempio tasselli ad
espansione meccanica nel calcestruzzo, tasselli a gabbietta o a calza per mattoni
forati, prigionieri per l'acciaio) e le modalit operative corrette per la loro applicazione;
b)
c)
Tolleranze dimensionali
La componentistica meccanica dei sistemi di facciata permette agevolmente di superare
irregolarit del supporto edilizio in termini di scostamento dalla verticalit, dall'orizzontalit e dalla planarit delle superci, come pure la presenza di irregolarit locali. Anche in
questo caso gli scostamenti da aspettarsi sono minimi nelle strutture metalliche e
massime in quelle in laterizio; la situazione effettiva va comunque sempre vericata
tramite un appropriato rilievo delle superci. Irregolarit impreviste possono produrre:
-
sollecitazioni non previste sul sistema di facciata, se esso viene forzato ad adattarsi
per superare le irregolarit.
Indicazioni di buona pratica per l'accettabilit di una parete su cui applicare una facciata
ad ancoraggio meccanico sono fornite dalle due relazioni seguenti, in base alle quali, si
pu porre:
TT =
D
---------100
D
T L = 2 ---------100
dove:
D [m]
4,5 = 2,12 cm e
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gura
gura
4.3
4.3.1
Acciaio inossidabile
I tipi di acciaio usati per gli ancoraggi, sia di sostegno sia di trattenuta, devono essere
preferibilmente inossidabili, secondo le caratteristiche tecniche specicate nella
UNI EN 10088. I tipi raccomandati ed i loro usi sono come segue:
prospetto
EN alfanumerica
EN numerica
X5CrNi 18-10
1.4301
1.4306
1.4307
AISI 321
1.4541
X6CrNiTi 18-10
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 16
prospetto
EN alfanumerica
EN numerica
X5CrNiMo 17-12-2
1.4401
1.4404
1.4571
I tipi a basso tenore di carbonio sono consigliati quando sono previste giunzioni saldate su
grossi spessori, al ne di evitare possibili fenomeni di sensibilizzazione. I tipi stabilizzati al
titanio sono consigliati quando si prevedono saldature su grossi spessori, per evitare
fenomeni di sensibilizzazione, quando non si voglia rinunciare ad un pi elevato tenore di
carbonio che assicura una maggiore resistenza meccanica. La scelta dei tipi contenenti
molibdeno consigliata per quegli ambienti particolarmente aggressivi, ad esempio con
elevati tenori di cloruri come in prossimit del mare, in cui pi facilmente potrebbero
innescarsi fenomeni di corrosione localizzata sull'acciaio inossidabile. Di volta in volta
comunque opportuno valutare le condizioni di esercizio al ne di operare la corretta scelta
del materiale; ad esempio in presenza di condizioni che lascino presagire il possibile
insorgere di fenomeni di corrosione sotto tensione, si pu valutare la possibilit di impiego
di acciai inossidabili del tipo duplex (austenoferritici, ad esempio EN 1.4462 - 2205).
possibile saldare avendo cura di utilizzare le attrezzature, i parametri operativi e
l'eventuale materiale d'apporto idonei. Ove necessario, opportuno rimuovere gli ossidi
formatisi durante il processo di saldatura mediante appositi prodotti chimici o meccanicamente con spazzole di acciaio inox o di materiale inerte.
prospetto
Prestazioni degli acciai inossidabili in funzione dell'ambiente (estratto dalla UNI ENV 1993-1-4)
Acciaio inossidabile
Rurale
Urbano
Industriale
Marino
AISI 304
1.4301
(O)
(O)
(O)
(O)
AISI 321
1.4541
(O)
(O)
(O)
(O)
AISI 316
1.4401
(O)
(O)
AISI316 L 1.4404
(O)
(O)
(O)
(O)
4.3.2
EN alfanumerica
UNI 11018:2003
EN numerica
1.0116
1.0117
UNI
Pagina 17
prospetto
Sistema di classicazione degli acciai non inossidabili per uso strutturale (Continua)
Classificazione
Storica
EN alfanumerica
EN numerica
1.0144
1.0145
1.0570
1.0577
Questi acciai devono essere inoltre opportunamente protetti, per impedire possibili
fenomeni ossidativi conseguenti all'esposizione atmosferica. Di seguito sono indicati
brevemente i tipi pi comuni di protezione utilizzata.
4.3.2.1
Zincatura
La zincatura per via elettrolitica o per immersione a caldo viene realizzata su componenti
metallici di acciaio ordinario (Fe 360, Fe 430, Fe 510) con creazione di una patina superciale in zinco, avente funzione protettiva, con spessore variabile in funzione delle
modalit di zincatura adottate (vedere UNI EN 10147 e UNI EN 10152). Sarebbe
opportuno zincare i prodotti a lavorazione ultimata, piuttosto che produrre i pezzi da
prolati zincati, onde evitare che rimangano senza zincatura bordi tagliati o superci
lavorate. Nel caso che ci non sia possibile, si pu rimediare utilizzando appositi spray
con cui zincare a freddo le zone rimaste scoperte.
4.3.2.2
Tropicalizzazione
una particolare tipologia di zincatura elettrolitica, realizzata con aggiunta di cromo
passivato giallo4). particolarmente diffusa per il trattamento della viteria e dei tasselli di
acciaio.
4.3.2.3
4.3.3
Alluminio
Le leghe di alluminio generalmente utilizzate a scopo strutturale per la realizzazione dei
componenti del sistema di ancoraggio devono appartenere alle serie indicate nel
prospetto 4 (vedere UNI 8634).
prospetto
EN numerica
P-Al Cu4,4 Si Mn Mg
2014
P-Al Mg4,5
5083
P-Al Mg Si
6060
P-Al Mg1 Si Cu
6061
P-Al Mg Si1 Mn
6082
P-Al Zn4,5 Mg
7020
P-Al Zn5,8 Mg Cu
7075
Anche l'alluminio viene trattato supercialmente per ottenere una maggiore resistenza
all'aggressione atmosferica.
4)
Vedere BS 1706.
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 18
4.3.3.1
Ossidazione anodica
L'elemento in alluminio viene immerso in una soluzione elettrolitica e, per ossidazione
anodica, viene ricoperto di una patina superciale di ossido, poroso e colorabile, avente
caratteristiche che dipendono dalla lega di alluminio e dal tipo di soluzione utilizzati. Tale
patina deve essere ssata, cio trattata con prodotti che eliminino la porosit superciale.
4.3.4
Bronzo e ottone
Non esiste attualmente un'indicazione normativa relativa all'utilizzo di questi materiali per
la componentistica dei sistemi d'ancoraggio.
4.3.5
b)
Sulla base dei dati disponibili, importante rapportare l'entit, la modalit e la velocit dei
fenomeni di corrosione alla vita utile prevista per il manufatto in progetto.
Il prospetto 5 d delle indicazioni di massima sulle possibilit di accoppiamento tra
materiali, indicazioni che vanno comunque approfondite in funzione dei parametri
ambientali specici e delle soluzioni tecniche adottate.
prospetto
Acciaio zincato
Alluminio
Bronzo
Acciaio inox
Acciaio zincato
Alluminio
Bronzo
Rame
Acciaio dolce
Ghisa
5)
Vedere BS PD 6484.
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 19
4.3.6
Classe
Convenzionale EN numerica
Tensione
ammissibile
Modulo di
elasticit
T [C]
1.4301
145
200 000
0,016
7 900
1.500
1.4306/1.4307
145
200 000
0,016
7 900
1.500
1.4541
145
200 000
0,016
7 900
1.500
1.4401
160
200 000
0,016
8 000
1.500
1.4404
160
200 000
0,016
8 000
1.500
1.4571
160
200 000
0,017
8 000
1.500
Acciaio (zincato)
Fe 360 D
1.0116/1.0117
160
210 000
0,012
7 850
1.500
Acciaio (zincato)
Fe 430 D
1.0144/1.0145
190
210 000
0,012
7 850
1.500
Acciaio (zincato)
Fe 510 D
1.0570/1.0577
240
210 000
0,012
7 850
1.500
Alluminio (estruso)
2014
204
69 000
0,023
2 700
580
Alluminio (estruso)
5083
64
69 000
0,023
2 700
580
Alluminio (estruso)
6060
85
69 000
0,023
2 700
580
Alluminio (estruso)
6061
140
69 000
0,023
2 700
580
Alluminio (estruso)
6082
155
69 000
0,023
2 700
580
Alluminio (estruso)
7020
126
69 000
0,023
2 700
580
Alluminio (estruso)
7075
270
69 000
0,023
2 700
580
I valori di tensione ammissibile riportati nel prospetto 6 sono ricavati dai valori normati del
carico unitario di scostamento dalla proporzionalit dello 0,2% (RP0,2), ridotti di un coefciente di sicurezza pari a 1,5 per gli acciai e pari a 1,7 per l'alluminio. (Vedere
UNI EN 10088, CNR UNI 10011 e UNI 8634). Questi valori sono quelli da utilizzare per la
condizione di carico I (carichi permanenti) nel metodo alle tensioni ammissibili.
4.4
4.4.1
4.4.1.1
Requisiti specici
Sono di seguito elencati i requisiti specici del sistema di ancoraggio:
-
ossatura e morsetti;
Questi elementi hanno una duplice funzione nella meccanica del sistema di facciata, in
quanto devono ssare al supporto murario le staffe, i montanti, i traversi oppure i morsetti
a seconda del tipo di sistema utilizzato (tasselli/prigionieri) ma anche collegare secondo
le modalit previste tutti i diversi componenti del sistema di ancoraggio (rivetti, bullonature, viti autolettanti).
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 20
Ai ni di una loro scelta corretta, deve essere posta particolare attenzione a questi
parametri:
gura
a)
b)
modalit di rottura: si tratta di denire la modalit di rovina del tassello nel supporto
edilizio in cui inserito, al raggiungimento dei carichi limite di rottura previsti:
-
c)
d)
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UNI
Pagina 21
4.4.1.2
gura
gura
b)
c)
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 22
prospetto
7a
Classe
prospetto
7b
Diametri
[mm]
Tensione
ammissibile
am
[N/mm2]
50
M39
140
70
M24
300
80
M24
400
Classe
normale
Diametri
[mm]
Tensione
ammissibile
am
[N/mm2]
sottile
50
025
M39
160
70
035
M24
230
80
040
M24
260
I valori di tensione ammissibile riportati nel prospetto 7 sono ricavati dai valori normati di
tensione nominale di snervamento allo 0,2% di deformazione residua, ridotti di un coefciente di sicurezza pari a 1,5. (Vedere UNI EN ISO 3506, parti da 1 a 3).
4.4.2
4.4.2.1
Requisiti specici
Sono di seguito elencati i requisiti specici dei prolati metallici della sottostruttura:
4.4.2.2
resistenza meccanica;
Prodotti
La sottostruttura metallica necessaria ogniqualvolta si voglia rendere indipendente
l'ancoraggio delle lastre dalla struttura edilizia sottostante, per questioni statiche e/o per
ottenere una libera distribuzione dei pannelli di rivestimento. L'ossatura metallica
generalmente applicata all'esterno del supporto edilizio, ma per le strutture in calcestruzzo possibile progettare prolati parzialmente o interamente annegati nel getto, nel
qual caso i prolati vengono completati con ali saldate o intrecciate, che permettono una
migliore solidarizzazione con il calcestruzzo. I montanti ed i traversi sono di norma
realizzati:
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 23
a)
con acciaio inossidabile, partendo da semilavorati che possono essere ricavati per
prolatura a freddo o, per spessori pi elevati, per laminazione a caldo o per
saldatura, pi raramente per estrusione a caldo. Specialmente per i tipi austenitici
l'incrudimento a freddo consente un incremento delle caratteristiche meccaniche
che permette di minimizzare gli spessori impiegati. Lo spessore minimo disponibile
di solito pari a 2 mm (1,5 mm in casi eccezionali);
b)
con acciaio zincato, ottenuto dalla zincatura di proli ricavati anch'essi per prolatura
a freddo o, per spessori pi elevati, per laminazione a caldo o per saldatura, pi
raramente per estrusione a caldo. Lo spessore minimo disponibile di solito pari
a 3 mm (2 mm in casi eccezionali). I raggi minimi di curvatura per le piegature,
funzioni dei macchinari esistenti, sono in genere uguali allo spessore della banda da
piegare (in casi eccezionali pari alla met dello spessore) anche per non accentuare
la riduzione dello spessore nella zona di piega;
c)
La lunghezza dei prolati limitata a 6 000 mm per ragioni commerciali (immagazzinamento, trasporto). Le asole per i ssaggi di regolazione o di scorrimento hanno generalmente queste dimensioni: 8 mm 12 mm, 8 mm 15 mm, 10 mm 15 mm,
10 mm 20 mm, 12 mm 18 mm, 12 mm 25 mm.
4.4.3
4.4.3.1
Requisiti specici
Sono di seguito elencati i requisiti specici per staffe, squadrette e grappe:
4.4.3.2
resistenza meccanica;
Prodotti
Le staffe forniscono il supporto alla sottostruttura metallica, quando presente, grappe e
morsetti tengono in posizione le lastre di facciata. Questi componenti sono destinati a
creare il nuovo piano di facciata, superando gli scostamenti dalla planarit, dalla verticalit e dall'orizzontalit del supporto edilizio sottostante.
Le geometrie ricorrenti sono quelle ad L o ad U ma sono possibili anche altre forme, in
funzione della particolare geometria dell'ancoraggio (vedere gura 9).
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 24
gura
per taglio da prolati piani in acciaio piegati a freddo, eventualmente rinforzati con
fazzoletti angolari saldati;
b)
c)
4.5
4.5.1
Requisiti specici
Sono di seguito elencati i requisiti specici dei prodotti per coibentazione termica:
4.5.2
durabilit.
Prodotti
Si tratta usualmente di pannelli o rotoli di lana minerale senza barriera al vapore, oppure
di pannelli di polistirene espanso, polistirene estruso, poliuretano. L'uso dei pannelli rigidi
consigliato solo se il supporto edilizio ha una buona planarit (che impedisce la
creazione di una lama d'aria parassita tra coibentazione e supporto edilizio) e ancora se
la loro applicazione compatibile con la distribuzione delle staffe di ancoraggio e la posa
dell'eventuale sottostruttura del sistema di facciata.
Il materiale di coibentazione viene normalmente ssato al supporto retrostante con
collanti o, meglio, con ssaggi meccanici costituiti da apposite squadrette o tasselli muniti
di gorgiera. Il prospetto 8 riporta le caratteristiche indicative di alcuni materiali per la
coibentazione.
prospetto
Peso
specifico
Permeabilit al vapore
Conduttivit
termica
[kg/m3]
a [kg/msPa]
UR 50%
u [kg/msPa]
UR > 50%
[W/m C]
11 - 16
150
150
0,053 - 0,046
16 - 30
150
150
0,046 - 0,040
30 - 100
150
150
0,040 - 0,038
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 25
prospetto
Permeabilit al vapore
Conduttivit
termica
[kg/m3]
a [kg/msPa]
UR 50%
u [kg/msPa]
UR > 50%
[W/m C]
30 - 35
150
150
0,045 - 0,044
40 - 55
150
150
0,042 - 0,040
80 - 125
150
150
0,039 - 0,038
30 - 40
0,5 - 1
1-2
0,039 - 0,041
30 - 50
0,050 - 0,060
33 - 50
0,048 - 0,058
30 - 50
0,6 - 2,2
0,6 - 2,2
0,041 - 0,034
20 - 30
2,5 - 6
2,5 - 6
0,041 - 0,040
25 - 50
1-2
1-2
0,034 - 0,032
37
1,8 - 6
1,8 - 6
0,035
4.6
Peso
specifico
Prodotti di rivestimento
Il prospetto 9 riporta, a scopo orientativo, alcuni valori di peso per unit di supercie per
alcuni materiali lapidei e ceramici comunemente utilizzati per rivestimenti di facciata a
montaggio meccanico.
Nota
prospetto
Per i pannelli compositi o diversamente straticati, tali valori devono essere richiesti ai produttori.
Confronto dei pesi massimi per i prodotti di rivestimento [in kg/m2]
Tipo di rivestimento
Spessore di riferimento
[mm]
9
11
13
20
30
45
70
Basalto e diorite
62
93
140
217
Granito e sienite
60
90
135
210
56
84
126
196
55
83
124
193
Quarzite
51
77
116
180
Travertino e arenaria
75
113
175
Calcare tenero
72
108
168
20
[8 mm]
32,5
50
75
18
24
[12 mm]
28
33
[17 mm]
20,7
26
33,4
50,6
[14,5 mm] [22 mm]
23
[10 mm]
24,8
29,5
Clinker
28
33
[16 mm]
26
40
60
90
28
[14 mm]
40
VAR
VAR
VAR
Legenda:
Prodotti di questo spessore non sono usualmente utilizzati nelle facciate ventilate.
VAR Il peso dipende dal volume percentuale dei fori.
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 26
4.6.1
4.6.1.1
Requisiti specici
Sono di seguito elencati i requisiti specici per prodotti lapidei, naturali, agglomerati e
rinforzati:
4.6.1.2
durabilit.
b)
Resistenza all'invecchiamento. Ove la prestazione della pietra naturale, agglomerata o rinforzata non sia ricavabile da dati storici afdabili, la sua resistenza
all'invecchiamento deve essere dimostrata o determinata sperimentalmente sulla
base della determinazione di alcune caratteristiche (densit, porosit, microdurezza
Knoop, dilatabilit per variazioni termiche e/o di umidit) e di alcuni comportamenti
(assorbimento d'acqua, sensibilit a cicli di gelo e disgelo o ad immersione in
soluzioni acide, abrasivit, fenomeni di decoesione).
c)
am = k/s
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 27
dove:
il coefciente di sicurezza s per il calcolo della am ha due valori distinti a seconda
che si calcoli la resistenza ammissibile in sezione corrente (s,sc) o agli ancoraggi
(s,an) e deve avere valore non minore di quello indicato nel prospetto 10:
prospetto
10
s,sc
Materiale lapideo
s,an
Materiale lapideo
Igneo
2,4
Igneo
3,6
Metamorco
3,2
Metamorco
4,8
Sedimentario
Sedimentario
d)
am = r,med/'s
dove:
i due valori del coefciente di sicurezza 's per il calcolo in sezione corrente ('s,sc) o
agli ancoraggi ('s,an) dipendono dal coefciente di variazione CV% rispetto al valore
medio o, empiricamente, dall'afdabilit che si attribuisce a tale valore di rottura
(afdabilit decrescente al crescere di CV), secondo i valori forniti nel prospetto 11:
prospetto
11
CV% < 10
CV% > 20
Materiale lapideo
CV% < 10
CV% > 20
Igneo
Igneo
4,5
Metamorco
Metamorco
7,5
10,5
Sedimentario
Sedimentario
7,5
12
4.6.1.3
prospetto
12
Per le caratteristiche dei materiali agglomerati e rinforzati occorre rivolgersi direttamente ai produttori ed
eventualmente concordare con loro opportune modalit di verica.
Caratteristiche tecniche indicative dei materiali lapidei
Materiale
Assorbimento Conduttivit
d'acqua medio
termica
massima
Dilatazione
termica
lineare
massima
0,5 - 1,8
0,007
32 - 60
Arenaria
0,2 - 9,0
4,3
0,013
14 - 33
20 900 - 50 200
Basalto
0,1 - 0,3
1,5
0,007
13 - 18
32 200 - 78 000
Calcare compatto
0,2 - 10
2,9
0,007
16 - 21
68 600 - 88 000
45
2,9
0,006
10 - 15
54 100 - 83 000
Calcare tenero
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 28
prospetto
12
Assorbimento Conduttivit
d'acqua medio
termica
massima
Dilatazione
termica
lineare
massima
0,008
12 - 20
45 700 - 83 000
Dolomia
0,2 - 0,5
1,3
0,004
21 - 29
59 000 - 81 700
Gneiss
0,2 - 0,6
3,9
0,008
11 - 22
42 500 - 63 900
Granito
0,2 - 0,5
3,9
0,014
10 - 15
34 200 - 63 700
Marmo
0,2 - 0,5
2,5
0,007
11 - 20
47 000 - 82 500
Pordo
0,2 - 0,7
3,6
0,006
18 - 30
56 000 - 71 000
Quarzite
7,4
0,011
31 - 40
27 400 - 40 600
Sienite
0,006
10 - 15
54 500 - 69 000
2,5
0,007
12 - 15
52 000 - 64 700
Travertino
4.6.2
Prodotti ceramici
4.6.2.1
Requisiti specici:
Sono di seguito elencati i requisiti specici dei prodotti ceramici.
4.6.2.2
resistenza al cavillo.
Resistenza a trazione per flessione. La resistenza a trazione del materiale costituisce la sua caratteristica meccanica principale. Essa viene determinata per via
indiretta tramite prove di essione sui campioni di prova. La prova di resistenza alla
essione deve essere condotta in accordo con la UNI EN ISO 10545-4, che induce
nel provino azioni di essione e taglio.
b)
c)
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 29
d)
am = k/s
dove:
il coefciente di sicurezza s per il calcolo della am ha due valori distinti a seconda
che si calcoli la resistenza ammissibile in sezione corrente (s,sc) o agli ancoraggi
(s,an) e deve avere valore non inferiore a quello indicato nel prospetto 13:
prospetto
13
prospetto
14
1,6
Materiale ceramico
E* 3
15
2,4
prospetto
3 < E* 6
6 < E* 10
E* > 10
Estrusione
Gruppo AI
UNI EN 121
Gruppo AIIa
UNI EN 186
Gruppo AIIb
UNI EN 187
Gruppo AIII
UNI EN 188
Pressatura
Gruppo BI
UNI EN 176
Gruppo BIIa
UNI EN 177
Gruppo BIIb
UNI EN 178
Gruppo BIII
UNI EN 159
Clinker
Cotto
Formatura
E* [% in peso]
[mm/m C]
t,min [N/mm2]
Estrusione
AI
0-3
0,009
20
Estrusione
AIIa
3-6
0,009
20
Estrusione
AIIa
3-6
0,009
20
Bl
0 - 0,5
0,009
27
Grs rosso
Pressatura
Bl
0-3
0,009
27
Pressatura
Blla
3-4
0,009
22
Bl
0-3
0,009
27
Bl
0-3
0,009
27
ATTREZZATURE
5.1
Utensili
Gli utensili di cui prevedere l'utilizzo per la messa in opera del sistema ancoraggio devono
essere preferibilmente dedicati ed usati in modo da evitare ogni possibilit di contaminazione tra materiali diversi. Indicativamente essi sono:
a)
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 30
5.2
b)
livelle ad acqua, piombi, squadre, bindelle, metri a nastro, li per tracce (batticorda),
doppi metri rigidi per i tracciamenti delle misure;
c)
d)
e)
trapani o foratrici per fori di sottosquadro sul retro delle lastre, calibri per il controllo
della geometria dei fori;
f)
g)
estrattori per il controllo della tenuta immediata e nel tempo dei tasselli meccanici e/o
chimici e dei prigionieri;
h)
i)
Attrezzi
Gli attrezzi di cui prevedere l'utilizzo per la messa in opera del sistema ancoraggio sono:
5.3
a)
b)
reti anticaduta;
c)
trabattelli mobili;
d)
carrelli, ventose, pedane, maniglioni, paraspigoli e parabordi per il trasporto, il sollevamento, il maneggio ed il posizionamento degli elementi del sistema di ancoraggio
con protezioni adeguate a mantenerne l'integrit.
Macchine
Le macchine di cui prevedere l'utilizzo per la messa in opera del sistema ancoraggio sono:
a)
b)
autogru telescopica;
c)
6.1
6.1.1
Carichi al tempo T = 0
Si devono quanticare: i pesi propri dei materiali del sistema di collegamento e dei
pannelli di rivestimento ed eventuali altri carichi ssi, il carico della neve, le azioni del
vento in termini di pressione e depressione, le azioni sismiche ed eventuali altri carichi
variabili, i carichi geometrici dovuti alle deformazioni impedite, le variazioni termiche, la
possibilit di urti6).
6.1.1.1
Aggressivit dell'atmosfera
da tenere in conto nella scelta dei materiali dei singoli componenti del sistema di collegamento e supporto. Gli ambienti di progetto si classicano generalmente in quattro
categorie (con possibili combinazioni delle condizioni di aggressivit) che sono:
6)
a)
marina;
b)
urbana;
c)
industriale;
d)
rurale.
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Pagina 31
6.1.1.2
6.1.1.3
a)
b)
c)
sito esposto: zona litorale vicino al mare, valli montane in cui sono presenti venti
violenti, zone montane esposte.
Geometria dell'edicio
da valutare per conoscere l'inuenza delle irregolarit locali (sporgenze e/o rientranze)
e dei punti singolari (spigoli di facciata verticali e/o orizzontali) sul valore medio delle
azioni atmosferiche calcolate, che risultano normalmente molto intensicate in queste
zone.
6.1.2
Oltre alle sollecitazioni al tempo T = 0 e fatte salve eventuali riduzioni (dovute ad esempio
alla diminuzione dell'aggressivit dell'atmosfera), avremo anche l'effetto di queste azioni:
6.1.3
a)
b)
c)
fessurazione delle
dell'atmosfera);
d)
e)
f)
strutture
(anche
in
accoppiamento
con
l'aggressivit
6.1.3.1
Tensioni ammissibili
Si considerano le sole azioni permanenti (o comunque di lunga durata, come i carichi di
neve) per la denizione del carico tipo 1, le stesse aumentate dalle azioni del vento (o
comunque di breve durata, come il sisma) per il carico tipo 2.
6.1.3.2
Stati limite
Si operano le combinazioni previste dalla legislazione vigente7), in funzione delle veriche
dello stato limite di esercizio o dello stato limite ultimo.
6.1.4
Verica di resistenza
La verica di resistenza pu essere normalmente condotta con il metodo delle Tensioni
Ammissibili e usando il criterio di sicurezza di Huber-Hencky-Von Mises, calcolando lo
stato di sforzo delle lastre di rivestimento e di ciascun componente del sistema di
ancoraggio tramite i comuni metodi della scienza delle costruzioni.
Generalmente quindi sufciente vericare:
id =
x + y x y + 3 xy
am
dove:
id
7)
la tensione ideale;
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Pagina 32
x, y, xy
am
Nel caso di verica fatta agli stati limite, essa deve essere condotta utilizzando le relazioni
di sicurezza necessarie, cos come prescritte dai comuni metodi della scienza delle
costruzioni.
Per situazioni eccezionali (condizioni di carico complesse, ancoraggi sottoposti a tensioni
molteplici, ecc.) la verica deve essere condotta tramite calcoli agli Elementi Finiti
realizzati con il calcolatore elettronico.
6.2
Nota
6.2.1
a)
b)
c)
Si "entra" in questa matrice imponendo 2 dei 3 parametri e si ottiene il terzo. Questo terzo parametro pu non
essere univoco, anzi in generale non lo . Ad esempio: l'architetto ed il committente scelgono una "facciata",
il progettista ed il costruttore scelgono un "supporto", da ci risulteranno uno o pi "montaggi" possibili.
Questa prima selezione va poi afnata prendendo in considerazione con maggior dettaglio le caratteristiche
funzionali, prestazionali e tecniche della tripletta aspetto-supporto-montaggio determinata in prima scelta.
Tipologie di montaggio
Da un punto di vista strettamente statico, ogni pannello potrebbe essere posato tramite un
solo incastro o tre cerniere indipendenti (minimi staticamente necessari). Di fatto, la prassi
vede utilizzare almeno quattro ancoraggi per pannello, o un numero superiore se le
dimensioni della lastre lo richiedono.
perci necessario vericare sempre le possibili conseguenze di un eventuale comportamento iperstatico del sistema di ancoraggio scelto per le lastre.
6.2.1.1
Montaggio puntiforme
Il pannello di rivestimento di facciata viene ancorato per punti al supporto edilizio tramite
dei semplici morsetti e tasselli di aggrappo. I morsetti devono essere ssati alle strutture
tramite i tasselli, poi i pannelli di rivestimento di facciata (che devono avere fresate o fori
sulle coste o sul retro) devono essere appoggiati o sospesi alle linguette o ai perni dei
morsetti. storicamente il primo ancoraggio meccanico utilizzato.
6.2.1.2
Montaggio su traversi
Vengono prima montati dei traversi orizzontali in aderenza al supporto edilizio con dei
tasselli di aggrappo; tali traversi servono in genere a creare dei punti d'appoggio intermedi
per i pannelli quando le strutture edilizie sono discontinue (ad esempio, ossatura portante
con solette distanti 300 cm e pannelli alti 150 cm) o quando si voglia distribuire lo sforzo
dovuto ai pannelli e ai carichi agenti su di essi su pi punti del supporto (ad esempio,
supporto principale portante costituito da muratura di mattoni forati). Questo montaggio
prosegue secondo due possibilit.
Nel caso di inserti sul retro, vengono bloccati i morsetti sul retro di ogni pannello (che deve
essere stato preparato con fori svasati o cilindrici a seconda degli inserti che si utilizzano)
tramite gli inserti ad espansione o a molla. I pannelli vengono quindi aggrappati facendo
entrare ad incastro i morsetti entro l'incavo dei traversi.
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Nel caso di fresate o fori sulle coste, vengono montati sui traversi i morsetti necessari per
ogni pannello; poi i pannelli vengono aggrappati facendo entrare le estremit dei morsetti
nelle fresate o fori; inne vengono serrati i morsetti sui traversi.
6.2.1.3
Montaggio su montanti
simile al montaggio su traversi, ma ruotato di 90 nel piano della facciata. Vengono
montati dei montanti verticali, quindi vengono montati sui montanti i morsetti necessari
per ogni pannello (di cui quelli portanti devono essere immediatamente regolati e serrati),
poi i pannelli vengono aggrappati facendo entrare le estremit dei morsetti nelle fresate o
fori sulle coste o sul retro e inne vengono serrati i morsetti di trattenimento. una
soluzione pi gravosa rispetto a quella con traversi: sia i montanti che i morsetti devono
possedere dispositivi antislittamento e la posa necessita di particolari accorgimenti ed
esperienza, dato che il peso delle lastre deve essere n dall'inizio contrastato tramite un
corretto e controllato serraggio dei morsetti. Spesso l'unica praticabile (struttura a
solette portanti) oppure risulta la migliore quando le lastre sono molto pi larghe che alte.
6.2.1.4
Montaggio su sottostruttura
Viene installata una struttura ausiliaria metallica composta da traversi orizzontali ancorati
a montanti verticali ssati in aderenza al supporto tramite tasselli; i pannelli devono
essere preparati e agganciati come nel caso sopradescritto di montaggio su traversi
semplici. La sottostruttura permette di applicare una facciata di qualsiasi aspetto e caratteristiche ad un qualsiasi tipo di supporto, salvo casi molto particolari.
6.2.1.5
6.2.2
Caratteristiche funzionali
Il sistema deve assolvere, nel suo insieme, alle funzioni seguenti:
6.2.3
resistenza meccanica;
Tabella di combinazione
Il prospetto 16 fornisce la rappresentazione semplicata della matrice tridimensionale che
lega nelle applicazioni l'aspetto e le caratteristiche di facciata, il tipo di supporto e la
tipologia di montaggio, utile per una prima scelta della tipologia di montaggio.
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prospetto
16
Tabella di combinazione
Tipo di supporto
Facciata
ventilata
Muro-cortina
(courtain wall)
Facciata a
nastro
Facciata a
pannellature
N, C, M, A, S
N, M, A, S
N, C, M, A, S
N, C, A, S
F, P
Ossatura portante
C, M, A, S, F
M, A, S
C, M, A, S, F
C, A, S, F
F, P
Solette portanti
M, A, S, F, P
M, A, S
M, A, S, F, P
A, S, F, P
F, P
A, S, F, P
A, S
A, S, F, P
A, S, F, P
F, P
Supporto misto
A, S
A, S
A, S
A, S
F, P
N = Montaggio puntiforme;
C = Montaggio su correnti;
M = Montaggio su montanti;
A = Montaggio su struttura ausiliaria;
S = Montaggio su struttura ausiliaria snodata;
F = Montaggio su pannellature a struttura metallica;
P = Montaggio su pannellature in cemento armato o in GFRC.
6.3
6.3.1
Sottostruttura
La sottostruttura metallica deve essere calcolata in funzione dello stato di sforzo previsto
e della deformazione massima ammessa, devono essere previsti adeguati rinforzi in tutte
le zone sottoposte a carichi particolarmente gravosi (ad esempio le fasce di spigolo
dell'edicio).
Le deformazioni ammesse sono le seguenti, fatto salvo un accurato studio di eventuali
interferenze tra il sistema di ancoraggio ed il rivestimento supportato, che indichi
un'ulteriore diminuzione:
a)
per i montanti frecce massime ammesse pari ad 1/200 della luce verticale tra due
ssaggi consecutivi (vento);
b)
per i traversi frecce massime ammesse pari a 1/300 della luce netta per le inessioni
verticali (peso) e pari a 1/100 della stessa luce per le inessioni nel piano orizzontale
(vento).
In funzione della lunghezza del prolato, del materiale metallico di cui costituito e delle
condizioni ambientali di esercizio previste, necessario garantire una dilatazione
controllata, attraverso la realizzazione di ssaggi "ssi" ed altri di semplice trattenuta, nei
quali sia possibile lo scorrimento relativo con il supporto edilizio retrostante. La posizione
dei punti ssi determina le direzioni di dilatazione.
L'ampiezza minima dei giunti di dilatazione, in funzione della differenza T tra la temperatura massima e quella minima ipotizzabili nell'arco dell'anno per l'aria interna all'intercapedine di ventilazione indicata nel prospetto 17. Valori diversi possono essere ricavati
per interpolazione.
prospetto
17
Giunto alluminio
[mm/m]
Giunto acciaio
[mm/m]
60
1,8
0,9
50
1,4
0,7
40
0,5
30
0,6
0,3
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Pagina 35
Il collegamento tra staffe, montanti e correnti deve essere sempre realizzato con dispositivi a serraggio controllato, sia in corrispondenza dei punti ssi che di quelli scorrevoli. La
posa deve garantire un totale recupero di planarit, orizzontalit e verticalit, eventualmente ricorrendo a staffe telescopiche: il perfetto allineamento del punto sso con i punti
scorrevoli condizione necessaria per una dilatazione libera di ogni prolato metallico.
I raccordi tra montanti consecutivi devono essere possibilmente allineati alla stessa
quota, e lo stesso per i correnti. In corrispondenza dei raccordi necessario:
6.3.2
a)
b)
garantire che nessun pannello di rivestimento sia posato "a cavallo" di questi giunti di
dilatazione, a meno di poter dimostrare che le entit delle dilatazioni in gioco sono
compatibili con il sistema di posa progettato e non inducono sganciamenti e/o rotture
dei pannelli coinvolti.
Staffe e squadrette
Staffe e squadrette devono essere calcolate in funzione dello stato di sforzo previsto e
della deformazione massima ammessa; per il calcolo del valore di estrazione, occorre
ricordare sempre l'effetto leva dovuto alle eccentricit di applicazione del carico; per le
squadrette dei morsetti fondamentale conformare le deformabilit alle ampiezze ammissibili dei giunti tra pannelli adiacenti.
Le staffe devono essere ssate al supporto murario con tasselli o prigionieri a serraggio
controllato. In funzione della irregolarit del supporto, devono essere regolabili nelle tre
dimensioni tramite fori ovalizzati o l'applicazione di opportune piastre (antislittamento se
servono alle regolazioni verticali).
gura
10
S = Pa/b
R=S
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S = Qc/d
R=S-Q
UNI
Pagina 36
gura
11
viene montata per prima la staffa che determina il punto sso e le viene quindi
collegato il montante, in un solo punto;
b)
c)
si rende sso il collegamento alla prima staffa e si posano quindi tutte le staffe intermedie.
6.4
Progettazione termoigrometrica
6.4.1
Coibentazione
Lo spessore dello strato di coibentazione termica deve essere calcolato normalmente
rispetto al valore della termotrasmittanza globale che si vuole ottenere per ciascuna particolare parete, tenendo conto che, in linea generale, la progettazione di una facciata
ventilata produce miglioramenti nel funzionamento estivo della facciata rispetto ad una
simile non ventilata, ma induce peggioramenti nel funzionamento invernale, con conseguente incremento dello spessore del materiale coibentante necessario. Indipendentemente dal tipo di materiale utilizzato, lo strato isolante va posato garantendo che i giunti
tra i pannelli siano ben chiusi e tra loro sfalsati (qualora si posino pi strati sovrapposti);
deve essere inoltre garantita l'assenza di ogni lama d'aria parassita tra isolante e struttura
edilizia. Il numero e la qualit dei ssaggi alla struttura retrostante deve essere tale da
garantire il sostegno del peso e la resistenza allo strappo per azione del vento.
possibile utilizzare i componenti del sistema di ancoraggio per tenere in posizione i
pannelli isolanti:
a)
b)
Nel caso in cui l'ancoraggio al supporto edilizio del sistema di facciata interferisca con la
continuit dello strato di coibentazione sulla parete, il sistema deve essere progettato in
modo che:
a)
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 37
b)
gura
12
6.4.2
sia limitato ogni incremento di conduttivit in ciascun ponte termico (ad esempio
inserendo spessori in materiale plastico tra le staffe e il supporto edilizio piuttosto
che schiumando i fori realizzati nello strato coibente una volta ssata la staffa di
ancoraggio).
Lama d'aria
La lama d'aria tra l'intradosso del rivestimento e l'estradosso del supporto edilizio (o della
coibentazione termica quando applicata), deve essere sempre prevista, al ne di facilitare
l'evacuazione dell'acqua meteorica o da condensazione, con uno spessore minimo di
2 cm. consigliabile realizzare sempre una compartimentazione dello strato di ventilazione, utilizzando se possibile i prolati della sottostruttura del sistema di ancoraggio,
inserendo altrimenti opportune scossaline. Tale compartimentazione realizza innanzitutto
una barriera sica alla diffusione di amme o prodotti di combustione derivati da un
eventuale incendio, essendo peraltro l'intercapedine d'aria inaccessibile dall'esterno in
condizioni normali. Inoltre migliora il funzionamento ordinario del sistema, infatti:
a)
in orizzontale, impedisce che l'aria che uisce all'interno possa raggiungere velocit
elevate e produrre vibrazioni;
b)
Se lo spessore della lama d'aria (o intercapedine ventilata) non gi stato calcolato dal
progettista dell'edicio, qui di seguito vengono date le regole di calcolo8). Nelle formule
seguenti:
-
8)
Secondo la norma francese "REGLES TH-K 77, CHAPITRE II" edita dal CSTB, Centre Scientique et Technique du
Batiment.
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Pagina 38
prospetto
18
Calcolo dello spessore della lama d'aria e della sezione totale delle aperture di ventilazione
Tipo di disposizione
Tipo di ventilazione
Nota
Pareti orizzontali o
inclinate meno di 60
sull'orizzontale
s/A [m2/m2]
<0,002
<0,0003
0,002 ~ 0,05
0,0003 ~ 0,003
0,05
0,003
in funzione della ventilazione scelta e dell'inclinazione, si sceglie il valore s'/L o s/A che rientra nei limiti
del prospetto 18;
Esempio pratico:
6.5
parete verticale;
data L = 20 m, si ottiene s' = 0,003 20 = 0,06 m2; dato che questa la sezione totale delle aperture
in alto ed in basso per ogni metro di larghezza della parete, nell'ipotesi di avere aperture uguali in alto
ed in basso ognuna sar con sezione 0,03 m2 per metro di larghezza; quindi si dovr avere uno
spessore della lama d'aria pari a 3 cm.
6.5.1
Nel caso di fugatura dei giunti, la barriera all'acqua costituita dall'estradosso del rivestimento stesso e non si ha quindi alcuna penetrazione di acqua verso l'intercapedine retrostante. Particolare attenzione deve essere posta nella realizzazione della tenuta all'acqua
in corrispondenza degli spigoli tra la facciata e gli imbotti dei serramenti o altri componenti
che ne interrompono la continuit (vedere gura 13).
6.5.2
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Pagina 39
Di fatto per, la presenza dell'intercapedine d'aria garantisce gi di per s che la penetrazione d'acqua verso lo strato di coibentazione sia minima.
gura
13
Posizione della tenuta all'acqua per lastre montate a giunto chiuso - Sezione orizzontale
gura
14
Posizione della tenuta all'acqua per lastre montate a giunto aperto - Sezione orizzontale
Con giunti aperti di normale larghezza, la supercie del rivestimento che rimane aperta
all'ingresso dell'acqua meteorica non pi del 2-3% della supercie totale, la penetrazione di acqua meteorica nell'intercapedine d'aria dell'ordine del 5-15% rispetto al totale
che batte sul rivestimento, l'acqua che arriva a bagnare la coibentazione dell'ordine
dello 0,1% del totale; per di pi essa si ferma nei primi 15 mm di spessore del coibente
stesso e quindi la gran parte della sua massa risulta asciutta, incluso il retro a contatto
con la muratura.
a)
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Pagina 40
b)
Nel caso di posa a giunto aperto necessario un controllo particolarmente accurato della
tenuta in corrispondenza dei punti singolari del rivestimento (quali spigoli orizzontali della
facciata, imbotti dei serramenti o fasce marcapiano), per garantire che il usso di acqua di
ruscellamento sulle facce sia esterne che interne del rivestimento vengano completamente allontanate dalla facciata, senza entrare in contatto con il supporto edilizio retrostante.
gura
15
gura
16
6.6
6.6.1
Sezione corrente
Le caratteristiche delle lastre, in relazione al materiale utilizzato assieme alle modalit di
posa, devono essere tali da soddisfare le seguenti prescrizioni; soluzioni diverse sono
ammissibili quando risultino sperimentalmente altrettanto valide di quelle proposte:
UNI 11018:2003
UNI
Pagina 41
6.6.2
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
Dila tazioni termiche. Ai ni del calcolo degli spostamenti dei punti di ancoraggio
delle lastre per effetto di dilatazioni termiche, si pu supporre una variazione di
temperatura di 35 C rispetto a quella di posa, con valori di ricavabili dal prospetto
12. Per alcuni materiali lapidei, pu essere necessario vericarne il grado di reversibilit.
Punti di ancoraggio
Si forniscono alcune indicazioni sulla progettazione dei punti di ancoraggio dei pannelli. Il
comportamento a rottura pu essere calcolato ipotizzando il distacco per trazione di coni
o prismi lapidei, originati dall'ancoraggio e aperti a 45 verso la faccia del pannello,
secondo direttrici che dipendono dalla geometria dell'ancoraggio. Soluzioni diverse sono
ammissibili quando risultino sperimentalmente altrettanto valide di quelle proposte.
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Pagina 42
gura
17
Dimensioni signicative per un ssaggio realizzato con pioli applicati alle teste della lastra
Legenda
A
B
C
S
Ls
Li
u
vs
vi
ls e li
md e mp
Sd
S
Sp
Ps
Pi
a
f
Q
D
a)
b)
a)
b)
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a)
Quantit. Le lastre devono essere ssate in almeno 4 punti essendo normale. I punti
di ssaggio devono essere disposti in modo tale che le lastre siano libere d'espandersi nel caso di qualsiasi variazione di temperatura ed umidit.
b)
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c)
Inserti sul retro. La distanza (A1 e A2) fra il bordo della lastra e l'asse del foro per
l'inserto deve essere maggiore di 2,5 volte lo spessore (S) della lastra. Per distanze
minori, deve essere dimostrato che il foretto in grado di resistere ai carichi previsti.
La profondit (B) degli inserti deve essere al massimo pari alla met dello spessore
(S) della lastra. Il foro cilindrico per inserti con alette perimetrali ad uncino, di
sezione troncoconica per inserti ad espansione.
Per le caratteristiche di funzionamento e le modalit di applicazione degli inserti sul
retro, sempre necessario rivolgersi ai fabbricatori ed eventualmente denire con
essi opportune modalit di prova. In particolare, pu essere necessario un controllo
per vericare che il comportamento a rottura dell'inserto sul retro non sia lo slamento dello stesso dal foro di alloggiamento.
d)
gura
18
Terminali d'ancoraggio
gura
19
6.6.3
Per calcolare il comportamento meccanico della soluzione adottata si utilizzano i comuni procedimenti di
scienza delle costruzioni per il calcolo di lastre e piastre o, meglio, opportune modellazioni agli elementi niti.
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Pagina 45
gura
20
Esempio di rivestimento lapideo naturale ad inserti sul retro con sottostruttura a montanti e traversi
- Sezione verticale corrente
gura
21
Esempio di rivestimento lapideo rinforzato ad inserti sul retro con sottostruttura a montanti e
traversi - Sezione verticale alla partenza
6.7
6.7.1
Sezione corrente
Le caratteristiche delle piastrelle, in relazione al materiale utilizzato assieme alle modalit
di posa, devono essere tali da soddisfare le seguenti prescrizioni; soluzioni diverse sono
ammissibili quando risultino sperimentalmente altrettanto valide di quelle proposte:
a)
Spessore. Lo spessore delle piastrelle, quando queste sono installate con una
pendenza maggiore di 60 rispetto all'orizzontale, deve essere 7,5 mm; per una
pendenza minore di 60 deve essere >10 mm.
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6.7.2
b)
c)
d)
e)
Piastrelle d'intradosso. permesso il ssaggio meccanico di piastrelle d'intradosso ad altre piastrelle, tipicamente a piastrelle verticali adiacenti. Qualsiasi collegamento realizzato con cemento, mastice o stucco non deve essere tenuto in conto
ai ni della progettazione del sistema di ancoraggio.
f)
g)
h)
Punti di ancoraggio
Si forniscono alcune indicazioni sulla progettazione dei punti di ancoraggio delle lastre
ceramiche. Il comportamento a rottura pu essere calcolato ipotizzando il distacco per
trazione di coni o prismi ceramici, originati dall'ancoraggio e aperti a 45 verso la faccia
del pannello, secondo direttrici che dipendono dalla geometria dell'ancoraggio. Soluzioni
diverse sono ammissibili quando risultino sperimentalmente altrettanto valide di quelle
proposte.
6.7.2.1
Quantit. Le piastrelle devono essere ssate in almeno 3 punti, (usualmente 4). I punti di
ssaggio devono essere disposti in modo tale che le piastrelle siano libere d'espandersi
nel caso di qualsiasi variazione di temperatura ed umidit.
gura
22
Terminali d'ancoraggio a vista e terminali inseriti in fresate sulle teste della lastra
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gura
6.7.2.2
23
6.7.2.3
Inserti sul retro. La distanza (A1 e A2) fra il bordo della piastrella e l'asse del foro per
l'inserto deve essere maggiore di 2,5 volte lo spessore (S) della lastra, con un valore
minimo di almeno 50 mm. Per distanze minori, deve essere dimostrato che il foretto in
grado di resistere ai carichi previsti. La profondit (B) degli inserti deve essere al massimo
pari al 75% dello spessore (S) della piastrella. Il foro cilindrico per inserti con alette
perimetrali ad uncino, di sezione troncoconica per inserti ad espansione.
Per le caratteristiche di funzionamento e le modalit di applicazione degli inserti sul retro,
sempre necessario rivolgersi ai produttori ed eventualmente denire con essi opportune
modalit di prova. In particolare, pu essere necessario un controllo per vericare che il
comportamento a rottura dell'inserto sul retro non sia lo slamento dello stesso dal foro di
alloggiamento.
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6.7.3
6.8
19
2,5
10
20
10
Per le opere che presentano un particolare rischio per le loro caratteristiche d'uso
necessario incrementare le anzianit di riferimento; per le opere la cui resistenza di
importanza primaria per le necessit della protezione civile, l'anzianit deve essere
ancora maggiore.
6.9
6.9.1
Input di progetto
Richiedere al committente o al progettista architettonico o all'impresa generale di costruzioni:
a)
disegni architettonici;
b)
c)
d)
programma lavori integrato: reticolo Pert, diagramma Gantt, sia globale dell'intero
progetto, sia specico dei lavori di rivestimento di facciata.
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Pagina 49
6.9.2
6.9.3
a)
spessore proposto: vericare se gli spessori proposti per le lastre sono realistici
(non troppo elevati n troppo ridotti), eventualmente vericare se si possano
utilizzare pannelli lapidei compositi con resistenza specica incrementata e
spessore limitato;
b)
c)
d)
e)
ingombri nali delle strutture: vericare che le strutture progettate dallo strutturista siano compatibili con gli ingombri al nito proposti dall'architetto, cio che i
calcoli esecutivi non abbiano incrementato in modo inaccettabile le dimensioni di
elementi strutturali da rivestire con pannelli;
f)
tempistica proposta: vericare sulla base di dati storici di interventi analoghi che
l'integrazione proposta fra lavori di rivestimento di facciata e costruzione generale
consenta di lavorare con continuit alla posa di pannelli di rivestimento senza frazionamenti in molte brevi attivit, oppure che sia stata individuata correttamente a
livello progettuale la risorsa limitante del cammino critico, per evitare infruttuose
concentrazioni di sforzi su risorse non critiche.
6.9.4
a)
b)
rilievo delle strutture principali di supporto effettivamente esistenti e comparazione con le misure di input progettuale fornite dall'impresa generale di costruzione:
vericare che i parametri geometrici (dimensioni, planarit, verticalit, orizzontalit,
squadro) del costruito di supporto siano compatibili con gli aggiustaggi del sistema
d'ancoraggio;
c)
stato del cantiere: vericare che siano effettivamente disponibili le aree previste a
progetto per lo stoccaggio;
d)
grado di utilizzo reale delle risorse in comune con altri lavori: ad esempio
controllare l'uso effettivo dei mezzi di sollevamento quando questi non sono esclusivi
dell'esecutore delle opere di rivestimento, se si constata che i tempi in cui la gru pu
essere asservita al sollevamento dei componenti del sistema d'ancoraggio sono
limitati, rielaborare un nuovo diagramma di Gantt realistico.
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con il metodo degli elementi niti) e sui dettagli (verica di resistenza a strappo
all'innesto degli inserti o dei morsetti, a compressione su spigoli eventualmente
sollecitati, ecc.);
b)
c)
d)
liste di produzione degli elementi del sistema d'ancoraggio. Sulla base dei
disegni esecutivi, realizzare le liste di produzione, riportando per ogni elemento
diverso del sistema d'ancoraggio: la marca d'individuazione; il numero di elementi; le
misure, previo studio dei dettagli degli elementi stessi; il peso di un elemento e il
peso di tutti gli elementi uguali; uno schizzo o disegno in scala dell'elemento stesso,
indicante convenzionalmente o realisticamente tutte le lavorazioni sull'elemento, con
sezioni e dettagli; eventuali note. Completare le liste di produzione con schizzi,
disegni, sezioni, dettagli, assonometrie ed esplosi mostranti i preassemblaggi (da
fare in produzione) e gli assemblaggi (da eseguire in posa) degli elementi-base
necessari a dare il sistema d'ancoraggio nel suo complesso (ad esempio, illustrare il
preassemblaggio di un morsetto con linserzione della linguetta mobile in una sua
asola; mostrare l'assemblaggio di un montante con un traverso a mezzo di una
squadretta, a dare un nodo complesso). Queste liste devono permettere al laboratorio di produzione di approvvigionare il materiale grezzo e di produrre il sistema
d'ancoraggio nito;
e)
f)
programmazione lavori. Contiene il risultato di un processo iterativo di conciliazione fra le capacit produttive e le necessit di cantiere. Pu presentarsi sotto
forma di reticolo Pert o pi facilmente sotto forma di diagramma Gantt a barre.
raccomandato creare tale programmazione perch altrimenti si a rischio per il
rispetto dei tempi contrattuali: in mancanza di programmazione abbastanza usuale
scoprire durante i lavori (sia di produzione in laboratorio che di posa in cantiere) che
attivit ritenute critiche per il rispetto dei tempi in realt non creano ritardi anche se
trascurate e che invece attivit ritenute ininuenti sulla durata dei lavori di fatto sono
critiche e su di esse vanno concentrati gli sforzi. Tramite una programmazione
tempestiva ed attenta si evitano assolutamente queste riallocazioni tardive di risorse
e si evitano i costi (in genere piuttosto alti) di queste riallocazioni, contemporaneamente si ha una guida per i lavori, la scheda sequenziale di posa, la programmazione delle spedizioni in cantiere, la verica delle priorit, un'immediata percezione
del rischio di ritardi, una tranquillit nei rapporti con il cliente derivante dalla consapevolezza delle proprie tempistiche (consapevolezza basata su dati razionali,
oggettivi e su calcoli dimostrabili, riproducibili ovvero su certezze), una professionalit riconoscibile dagli altri attori del processo costruttivo (progettista architettonico, impresa generale di costruzioni, altri subappaltatori) basata sull'avere una
pianicazione ben determinata, continua ed uniforme nel tempo. La programmazione lavori deve essere iniziata il pi presto possibile, raccogliendo gli input dal
cantiere sulle sequenze di posa preferibili per l'integrazione con le tempistiche degli
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altri subappalti e dell'intero cantiere, gli input dai laboratori di realizzazione dei
pannelli e degli ancoraggi sulle sequenze di lavorazione e produzione fattibili in
termini di capacit manifatturiera e di costi; si genera una proposta di programmazione che media meglio fra questi input e tramite una armonizzazione con le parti
s'arriva alla programmazione esecutiva.
6.9.5
Elaborati di progetto
Il progetto deve estrinsecare la sua completezza in una adeguata produzione di elaborati,
sia testuali (relazioni, computi, capitolati) sia graci (disegni), sia misti (liste di fabbricazione, schemi di montaggio).
6.9.5.1
6.9.5.2
Elaborati d'insieme
I disegni d'insieme devono contenere:
6.9.5.3
a)
b)
c)
viste ad hoc per risvolti, controsoftti ed ogni altra porzione di rivestimento non altrimenti visibile nelle piante ed elevazioni correnti;
d)
e)
l'indicazione delle sigle o dei codici o degli identicativi per ogni componente del
sistema di collegamento e supporto, compatibilmente con la scala del disegno e con
le dimensioni dei componenti.
Elaborati di dettaglio
I disegni di dettaglio devono includere:
a)
b)
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gura
24
Esempio di rivestimento in cotto con terminali d'ancoraggio a scomparsa e soli montanti - Sezione
verticale su davanzale
gura
25
Esempio di rivestimento ceramico con terminali d'ancoraggio a vista e soli montanti - Sezione
orizzontale corrente
c)
d)
e)
l'indicazione delle sigle o dei codici o degli identicativi per quei componenti del
sistema, che non fosse stato possibile indicare sui disegni d'insieme;
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6.9.5.4
f)
g)
6.10
a)
b)
c)
20
Non calcolare l'apertura dei giunti in funzione Dilatazioni termiche del rivestimento impedite, compressioni o trazioni
delle variazioni di temperatura e dei movimenti impreviste sul rivestimento, microfratture, ingresso ed accumulo
della struttura portante.
d'acqua.
Contatti imprevisti tra le lastre, carichi concentrati su punti specici del
rivestimento (spigoli, ancoraggi), distacchi parziali di lastre.
Non effettuare prove al vero sul funzionamento Sforzi concentrati non previsti nei fori o nelle fresate con rotture locali,
dei terminali.
possibilit di vibrazioni per effetto del vento.
Non effettuare prove al vero sull'estrazione
degli inserti.
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prospetto
21
Non effettuare prove al vero su interi pannelli. Rotture inaspettate agli ancoraggi o in sezione corrente secondo
modalit non previste.
Non tenere conto delle lavorazioni superciali Rotture inaspettate in sezione corrente per effetto della riduzione della
delle lastre lapidee.
sezione resistente effettiva, ad opera di incisioni o niture superciali.
6.11
22
Attivit da svolgere
Attivit
Articolare il sistema di ssaggio meccanico in Eliminazione delle interruzioni dovute a riprogettazioni in corso
modo efcace.
d'opera, diminuzione della difcolt di posa, aumento della velocit di
montaggio.
Controllare per tempo i disegni delle strutture. Corretta previsione di eventuali strutture ausiliarie e tempismo nella
loro progettazione.
Correzione per tempo di eventuali incongruenze (ad esempio, strutture
che invadono l'intercapedine dedicata ai morsetti).
Specicare l'uso di prigionieri metallici a sparo Riduzione al minimo dei tempi di aggrappo dei morsetti sulle strutture.
sulle strutture metalliche.
Sicurezza sulla tenuta degli aggrappi.
Far controllare la resistenza all'estrazione dei Sicurezza sulla tenuta degli aggrappi.
tasselli o prigionieri.
7.1
Progetto operativo
7.1.1
Programma di esecuzione
Il programma di esecuzione deve essere ottenuto direttamente dalla programmazione
lavori svolta in fase di progetto, adeguandola alla situazione reale di cantiere ed alle
capacit del posatore scelto dal committente.
Pu presentarsi sotto forma di reticolo Pert o, pi facilmente, sotto forma di diagramma
Gantt a barre.
Il programma di esecuzione deve essere ottenuto il pi presto possibile, sulla base:
a)
b)
delle sequenze di posa preferibili per l'integrazione con le tempistiche degli altri
subappalti e dell'intero cantiere;
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c)
degli input forniti dai laboratori di realizzazione dei pannelli e degli ancoraggi, in
merito alle sequenze di lavorazione e produzione fattibili sia in termini di capacit
manifatturiera che di costi.
Da questi dati si genera un programma preliminare che deve mediare al meglio fra questi
input. Tramite una armonizzazione delle esigenze delle parti coinvolte si arriva al
programma di esecuzione denitivo.
7.1.2
7.2
a)
b)
vericare l'esistenza delle strutture e del supporto edilizio necessario all'installazione del sistema di ancoraggio della facciata, come dichiarati dai disegni architettonici ed esecutivi dell'intero intervento;
c)
vericare lo stato del cantiere prima dell'avvio dei lavori, sia rispetto agli output della
progettazione che rispetto alle veriche in cantiere preliminari alla progettazione.
Predisporre eventuali misure correttive se si riscontrassero modicazioni. Se del
caso, chiedere un adeguamento della progettazione alla situazione attuale di
cantiere;
d)
dare l'inizio alle opere, previa consegna dei supporti del sistema d'ancoraggio
dall'impresa generale di costruzioni al posatore, con verica in contraddittorio che lo
stato dei supporti sia adeguato a ricevere pannelli di rivestimento di facciata come
prescritto e progettato. In mancanza, concordare chi provvede ad adeguare i
supporti (l'impresa o il posatore) e chi ne assume i costi;
e)
in cantiere, dal giorno di inizio delle opere a quello di ultimazione dei lavori,
conservare e tenere aggiornato un apposito giornale dei lavori. Riportare le condizioni ambientali, una descrizione dei lavori svolti giornalmente, una verica
d'avanzamento rispetto alla programmazione lavori, le cause di eventuali sospensioni dei lavori, ecc.;
f)
g)
h)
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a)
b)
Nota
Posa di una staffa: forare il supporto edilizio come da tracciatura (vedere b),
secondo i passi specicati dai disegni (orientativamente da 150 cm a 300 cm in
verticale e da 75 cm a 150 cm in orizzontale), con il diametro e la profondit
necessari per i tasselli che si devono usare; forare in modo simile l'anima della staffa
se non preforata (distanza tra i fori uguale alla distanza in verticale tra i fori
sull'ossatura, diametro lievemente maggiore del diametro del foro sull'ossatura).
Vericare che esistano dettagli costruttivi contro lo scivolamento verso il basso della
staffa, e metterli in opera (possono essere ad esempio: asole in diagonale anzich in
verticale, anima o ali della staffa e contropiastre zigrinate, un foro preciso per staffa
anzich tutte asole verticali, ecc.); vericare che il collegamento consenta piccoli
movimenti fra la struttura ed i pannelli di rivestimento di facciata, movimenti dovuti a
diverse dilatazioni o restringimenti della struttura e dei pannelli, ad assestamenti
della struttura, ecc.
d)
e)
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Pagina 57
f)
g)
h)
Posa e ssaggio di tutti i montanti: ripetere queste operazioni sugli altri montanti
da posare sulla stessa verticale, se necessario (nel caso cio di pareti molto alte, di
montanti interrotti da vani nestra o di montanti corti); proseguire con le altre colonne
di montanti lungo la parete, secondo il passo specicato dai disegni (generalmente
da 75 cm a 150 cm); se la supercie su cui posare i montanti grande o complessa,
vericare ad intervalli.
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gura
26
a)
b)
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Pagina 59
c)
d)
(ad esempio, ogni 10 colonne montanti posate) dove si andrebbe a nire con la
posa, per anticipare gli errori sistematici (ad esempio si pu scoprire che alla ne
della parete ci si trover "lunghi" di alcuni centimetri, quindi si pu correggere in
tempo).
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Pagina 60
i)
j)
k)
Posa e ssaggio di tutti i traversi: ripetere queste operazioni sugli altri traversi da
posare sulla stessa orizzontale; proseguire con le altre le di traversi in altezza sulla
parete, secondo il passo specicato dai disegni (generalmente da 40 cm ad 80 cm);
se la supercie su cui posare i traversi grande o complessa, vericare ad intervalli
(ad esempio, ogni 20 le di traversi) dove si andrebbe a nire con la posa, per
anticipare gli errori sistematici (ad esempio si pu scoprire che alla ne della parete
ci si trover "alti" di alcuni centimetri, quindi si pu correggere in tempo).
l)
m)
Assemblaggio delle grappe sulle lastre: una volta inseriti e ssati gli inserti nel
retro del pannello, assemblare le grappe ai pannelli, inlandole sul gambo lettato
dell'inserto e bloccandole con il dado dell'inserto stesso, oppure avvitando nella
boccola dell'inserto un opportuno prigioniero solidale con la grappa, oppure ancora
inlandole direttamente nelle fresate sulla lastra, per le grappe che non prevedono
l'uso di inserti sul retro. Per evitare errori o inutili perdite di tempo, le operazioni
devono essere sempre eseguite secondo le prescrizioni dei disegni del sistema
d'ancoraggio: ad esempio dato che le grappe possono avere una sezione asimmetrica, controllare con cura il verso di ssaggio; dato che alcune grappe hanno una
vite di regolazione del livello e una vite contro lo slittamento, vericare con attenzione dove devono essere posizionate le grappe normali e dove quelle con la regolazione.
A montaggio ultimato, controllare che le grappe siano a squadro con il pannello e a
livello a coppie. Se non sono a squadro e a livello, correggere il bloccaggio sul
pannello, quindi ripetere queste operazioni sugli altri pannelli.
n)
Posa delle lastre: prendere i pannelli di rivestimento, tramite ventose o altri sistemi
che non danneggino la supercie nita, accostarli alla parete su cui sono gi stati
posati le staffe, i montanti ed i correnti, nella posizione prevista dai disegni di posizionamento pannelli. Portarli, in posizione verticale, ad una quota circa 2 cm pi alta
della quota denitiva di posa; far entrare le grappe nell'incavo dei correnti.
Calare le lastre in modo che le grappe si insedino perfettamente sui correnti; mettere
a piombo e a livello il pannello usando le viti di regolazione (di solito sulla la
superiore delle grappe, in modo da essere accessibili dall'alto, in accordo con una
posa a partire dalle le in basso di pannelli a salire verso la sommit della parete).
Serrare sul corrente le viti di ssaggio contro lo scivolamento laterale dei pannelli;
bloccare solo 1 vite contro lo slittamento per pannello, in modo che il corrente ed il
pannello possano allungarsi od accorciarsi in maniera indipendente l'uno dall'altro.
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Pagina 61
Ripetere queste operazioni sugli altri pannelli; di solito consigliabile fare tutta la la
di partenza alla base della parete da rivestire, poi passare alla la subito sopra e cos
di seguito no alla sommit della parete.
Nel caso di una parete che nisca contro un softto o un corpo aggettante (una balconata,
delle copertine sporgenti, l'intradosso di una rampa di scale, davanzali, bow-window, ecc.)
molto importante vericare n dall'inizio che sia possibile fare con facilit alcune operazioni sull'ultima la di pannelli, quei pannelli che niranno molto vicino alla sporgenza: la
prima operazione accostare i pannelli alla struttura ausiliaria tenendoli circa 2 cm pi in
alto della quota denitiva; la seconda operazione regolare a piombo e livello i pannelli.
A causa di una progettazione non accurata oppure a causa di variazioni in corso d'opera
potrebbe accadere che una o entrambe queste operazioni siano difcoltose se non
impossibili: quindi opportuno prevenire questi problemi, facendo subito, appena
possibile, una prova in cantiere di montaggio di uno dei pannelli di sommit.
7.3
Nota
a)
b)
Questa verica molto importante perch evita n da subito di avere molti problemi pi tardi (ad esempio,
meglio vericare subito un'eventuale incomprensione con l'impresa sul lo nito d'un rivestimento, piuttosto
che scoprirlo dopo averne posato una cospicua estensione).
Dopo questa verica, tracciare i centri dei tasselli secondo le proprie esperienze e preferenze. La quantit e la posizione dei centri da tracciare vanno decise cantiere per
cantiere, cercando comunque di tracciare almeno tutto un livello di partenza per parete ed
almeno una colonna di centri, in modo da vericare che tutto concordi (le spaziature, le
dimensioni della facciata rispetto alle dimensioni dell'edicio, gli interassi, i riferimenti
architettonici, ecc.). Se i disegni del progettista del sistema d'ancoraggio non li quotano o
addirittura non li indicano, trovare tali centri a partire da elementi noti (ad esempio dagli
assi dei giunti dei pannelli di rivestimento di facciata).
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gura
27
Esempi di morsetti applicati sulle teste, sostegni inferiori della prima riga di lastre in facciata
a)
b)
c)
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d)
c)
Foratura del supporto edilizio: sulla base dei centri deniti dal tracciamento, forare
le sedi per i tasselli del sistema d'ancoraggio nella parete secondo le modalit
previste per il tipo di tassello adottato.
d)
Posa della prima riga di morsetti: ssare i primi morsetti di partenza, quelli che
sostengono da sotto e trattengono la prima riga di pannelli alla base della facciata,
tramite i tasselli.
e)
f)
Posa della prima riga di lastre: appoggiare i pannelli di rivestimento di facciata sui
morsetti, facendo entrare le linguette di trattenimento nelle fresate predisposte sulla
testa inferiore del pannello; dove previsto dal progettista, montare gli elementi
speciali in plastica o gomma per coprire o centrare le linguette dei morsetti o per
proteggere gli spigoli od il fondo delle fresate.
Questi piccoli pezzi o strisce di materiale gommoso sono molto importanti per una corretta
installazione: faranno in modo che i pannelli di rivestimento di facciata (e gli ancoraggi) lavorino come
devono, secondo i calcoli fatti dal progettista; ad esempio eviteranno che i pannelli camminino per le
vibrazioni (con conseguenti problemi estetici e di sicurezza) o che qualche ancoraggio non lavori (con
conseguente sovraccarico imprevisto e non calcolato sugli altri ancoraggi).
Nota
g)
h)
Posa dei morsetti di trattenuta: ssare i morsetti di trattenuta sulla testa dei
pannelli di partenza, tramite i tasselli; questi morsetti serviranno poi a sostenere da
sotto la seconda riga di pannelli di rivestimento; far entrare correttamente senza
forzature le linguette rivolte verso il basso nelle fresate sulle teste superiori del
pannello di partenza; dove previsto dal progetto, montare gli elementi speciali in
plastica o gomma per coprire o centrare le linguette dei morsetti o per proteggere gli
spigoli od il fondo delle fresate.
i)
Regolazione dei morsetti: regolare l'altezza dei morsetti, avendo cura che essi
non appoggino assolutamente sul pannello di partenza per evitare carichi indebiti
sui pannelli stessi; vericare quindi la verticalit di ogni pannello agendo sulle
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7.3.1
gura
28
a)
Dopo aver tracciato e forato il supporto edilizio come sopra, necessario ssare,
tramite i tasselli, i primi morsetti di partenza: in questo caso sono quelli che
sostengono lateralmente e trattengono la prima colonna di pannelli sullo spigolo
della facciata.
b)
Una volta ssati i primi 2 morsetti di partenza, quelli che sosterranno e tratterranno
il pannello su un lato; preparare anche i 2 morsetti che andranno sull'altro lato del
pannello, senza bloccarli.
c)
d)
Esempi di morsetti applicati sulle teste, sostegni intermedi tra righe di lastre successive
a)
b)
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gura
29
Esempi di morsetti applicati sulle teste, sostegni superiori dell'ultima riga di lastre di facciata
a)
b)
c)
d)
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7.4
7.4.1
b)
7.4.2
Scostamento dall'orizzontalit
normale uno scostamento totale dall'orizzontalit per le fughe delle lastre di rivestimento (fuori livello) pari al maggiore dei due seguenti valori:
a)
b)
30
gura
31
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7.4.3
Scostamenti parziali
Per ogni misurazione effettuata su campiture parziali della facciata, quali ad esempio le
aree di rivestimento tra le nestre del prospetto, la dimensione misurata non deve differire
da quella nominale corrispondente per uno scostamento maggiore di 1/500 della stessa.
Tale scostamento deve essere recuperato nella porzione successiva della facciata in
modo che, per pi campiture consecutive, lo scostamento totale si intende tendente a
zero.
7.4.4
Lippage
ammissibile uno scostamento dalla complanarit per lastre adiacenti (lippage) pari a
non pi di 1/2 della larghezza (A) del giunto nominale di separazione tra le due lastre
interessate dalla misurazione.
gura
32
7.5
Esempio di lippage
23
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Pagina 68
prospetto
23
importante ricordare che molti errori possono avere conseguenze indirette pi gravose
di quelle immediate, ad esempio: non usare la chiave torsiometrica per il serraggio dei
tasselli pu portare all'applicazione di coppie di serraggio troppo basse, con cedimenti
localizzati dei supporti.
7.6
24
Attivit da svolgere
Attivit
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gura
33
gura
34
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Pagina 70
7.7
7.7.1
7.7.2
Durante il montaggio
Il controllo di qualit in corso d'opera, da eseguire per un numero di volte denito dal piano
delle ispezioni, ha lo scopo di constatare la permanenza delle condizioni ambientali ed
oggettuali iniziali.
In questo periodo il posatore svolge al suo interno operazioni di sorveglianza allo scopo di
constatare anche lo stato del sistema d'ancoraggio al ne di svolgere quegli interventi
necessari per garantire i risultati prestazionali previsti nel progetto.
7.7.3
35
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Pagina 71
gura
36
7.8
8.1
Senza tali dati sar comunque possibile eseguire una manutenzione soddisfacente, ma con tempi, difcolt
e costi probabilmente maggiori.
Fra i dati da acquisire vi sono:
a)
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Pagina 72
8.2
b)
gli elaborati esecutivi del fabbricante e del posatore: le liste di fabbricazione dei
singoli componenti, i disegni di assemblaggio dei componenti, i disegni di posizionamento degli assemblaggi sulla facciata, le indicazioni di foratura del supporto
portante;
c)
d)
e)
schemi o indicazioni per sapere dove e come tali prodotti e componenti sono stati
effettivamente posti in opera, con annotazione degli adeguamenti specici per quel
cantiere, delle istruzioni in corso d'opera ricevute dalla Direzione Lavori.
8.3
a)
b)
indicare per ogni probabile degrado una o pi possibili cause naturali: azione
dell'ossigeno naturale o di inquinanti atmosferici, fenomeni di fatica dovuti ai cicli
climatici naturali (caldo-freddo, giorno-notte, estate-inverno), ecc;
c)
b)
indicare per ogni probabile degrado una o pi possibili cause imputabili direttamente
all'uomo: adattamento in opera delle sedi dei terminali per facilitare o rendere
possibile il montaggio, mancanza di prove di resistenza allo strappo delle lastre,
mancanza di calcoli dell'interazione lastra/ancoraggio, scelta scorretta del tassello
rispetto al supporto disponibile, errato serraggio del tassello (nota bene: sui tasselli
di qualit sempre indicata la coppia di serraggio), ecc;
c)
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Pagina 73
8.4
9.1
Contratto
Il contratto il documento principale. anche detto capitolato generale.
In particolare devono costituire parte integrante del capitolato generale le seguenti parti:
a)
b)
regole procedurali;
c)
d)
e)
f)
g)
speciche di progetto;
h)
i)
speciche di cantiere;
j)
k)
criteri di misurazione;
l)
regole di sicurezza;
m)
9.2
Capitolato speciale
Il capitolato speciale dei lavori per strutture di ancoraggio l'allegato al capitolato
generale che deve descrivere dettagliatamente tutti i lavori e le operazioni che si devono
effettuare, incluse quelle di controllo e collaudo.
il documento di riferimento per l'impresa esecutrice delle opere e di controllo per il
Direttore dei lavori. Il capitolato speciale assolve molteplici funzioni, fra cui:
a)
9)
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Pagina 74
b)
c)
fare riferimento, per le caratteristiche di cui sopra, alla normativa vigente in termini
precisi ed esaustivi (indicando ente di normazione, numero norma, anno, titolo);
d)
e)
Alcune di queste funzioni possono essere svolte, in tutto od in parte, tramite dei disegni di
contratto; in questo caso i disegni di contratto devono essere citati, con adeguati riferimenti, nel capitolato speciale.
9.3
Disegni di contratto
I disegni di contratto sono l'allegato al contratto che descrive gracamente i lavori e le
operazioni che si devono effettuare. Devono contenere:
9.4
a)
disegni d'insieme che facciano individuare chiaramente le parti incluse nel contratto;
b)
c)
9.5
a)
b)
per ogni voce, il dettaglio delle misure elementari con il riferimento alle zone o aree
da cui sono state ricavate, il calcolo dei totali, eventuali schizzi per informazioni
aggiuntive.
Elenco prezzi
L'elenco prezzi l'allegato al contratto che deve contenere:
9.6
a)
l'elenco dei singoli componenti, servizi o attivit da effettuare, come previsto dal
computo metrico estimativo;
b)
c)
d)
Programma lavori
Il programma lavori l'allegato al contratto che dettagliatamente, attivit per attivit, deve
indicare principalmente:
a)
b)
i legami funzionali fra le attivit (la sequenza temporale fra di esse oppure la sovrapposizione totale o parziale);
c)
10
10.1
Tecniche di rilievo
Il rilievo del costruito dovr essere accurato e completo, in modo da:
a)
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b)
c)
10.1.1
10.1.2
a)
b)
c)
d)
e)
f)
rilievo progressivo per intero di ogni singola facciata, sia in planimetria che in elevazione, con particolare attenzione ai fuori-piombo ed alle non-planarit;
b)
c)
d)
e)
I punti da rilevare sono principalmente quelli in cui si prevede che il sistema d'ancoraggio
si debba aggrappare alle strutture retrostanti. Nel caso di ancoraggio puntiforme, consigliabile rilevare almeno 1 punto ogni 5~10 ancoraggi per grandi superci ed almeno 1
punto ogni 2~5 ancoraggi per piccole superci. Nel caso di ancoraggio con struttura
secondaria complessa, consigliabile rilevare 1 punto ogni 2~5 staffe per grandi superci
ed almeno 1 punto ogni 1~2 staffe per piccole superci.
10.1.3
10.2
a)
b)
stesura del disegno denitivo del rilievo, sulla base del menab.
Tecniche diagnostiche
Le tecniche diagnostiche devono garantire da un punto di vista oggettuale e sico che il
costruito sia atto a ricevere il sistema di ancoraggio. Pertanto si deve controllare a
campione e tramite adeguati strumenti:
a)
b)
c)
la solidit locale dei componenti le strutture, nei punti dove presumibilmente saranno
piazzati i tasselli ad espansione o chimici o quant'altro sia comunque necessario per
ssare il sistema di ancoraggio al supporto edlizio.
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10.3
Ponteggi
I ponteggi, specicamente per il montaggio del sistema di ancoraggio, devono:
a)
b)
fornire una zona d'appoggio per i componenti del sistema da utilizzare al piano;
c)
10.4
Imballo
Per mantenere la loro durabilit in opera, sia i componenti del sistema di ancoraggio che
le lastre di rivestimento di facciata non devono essere danneggiati durante le operazioni di
magazzinaggio, trasporto, movimentazione e posa. quindi consigliabile prevedere dei
sistemi di protezione temporanea dei prodotti, soprattutto in relazione alle prestazioni di
natura meccanica richieste.
Durante le operazioni suddette devono essere adottati imballi o altre provvisioni che
consentano queste protezioni:
a)
b)
c)
d)
e)
protezione contro la fuoruscita occasionale di elementi dal singolo imballo (sia per
motivi di sicurezza durante la movimentazione ed il sollevamento che per evitare
mancanza di pezzi durante la posa).
10.5
Trasporto
Il trasporto dei componenti del sistema di ancoraggio e delle lastre di rivestimento deve
avvenire con mezzi idonei in modo che:
10)
a)
l'appoggio dei fasci di proli o dei pacchi di lastre di rivestimento avvenga su distanziali, preferibilmente di legno o materie plastiche espanse, posti ad una distanza tra
loro adeguata alle caratteristiche del prodotto;
b)
il piano d'appoggio sia compatibile con la forma dei fasci o dei pacchi da trasportare;
c)
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10.6
Magazzinaggio
Gli imballi devono sempre essere mantenuti sollevati da terra sia in magazzino che in
cantiere; dovranno avere sostegni preferibilmente di legno o materie plastiche espanse a
superci piane di dimensioni ed a distanze adeguate alle caratteristiche del singolo
imballo.
Gli imballi dovranno essere depositati in luoghi non umidi; altrimenti si vericheranno,
sugli elementi pi interni all'imballo e quindi meno ventilati, ristagni di acqua di condensa,
particolarmente aggressiva sui metalli, con conseguente formazione di prodotti d'ossidazione (per esempio ruggine bianca per lo zinco).
Gli imballi dovranno essere depositati in modo da favorire il deusso delle acque meteoriche, quando sia necessario immagazzinarli all'aperto.
Se lo stoccaggio non seguito a breve dalla posa, bene coprire gli imballi con teli di
protezione.
Occorre porre attenzione ad eventuali fenomeni di corrosione elettrochimica conseguenti
a contatti tra metalli differenti anche durante il periodo di magazzinaggio.
10.7
10.8
b)
c)
eliminare o ridurre l'impatto della movimentazione dei mezzi di cantiere sul trafco
locale e sulla pulizia della sede stradale.
Pertanto la progettazione del sistema dovr essere svolta in modo da ridurre al minimo i
tagli, i fori, gli aggiustaggi, le piegature e le verniciature in opera. Il coordinamento con il
progettista delle armature dei calcestruzzi armati dovr portare ad evitare al massimo i
tentativi di foratura (per l'inserzione di tasselli ad espansione o chimici) in corrispondenza
di dette armature.
Le consegne dei componenti del sistema ed il loro montaggio dovranno avvenire in modo
logico, secondo una corretta sequenza facciata per facciata.
UNI 11018:2003
UNI
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UNI
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