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Coperture

NoRMA ITALIANA Sistemi di raccolta e smaltimento delle acque UNI 10724


meteoriche
lstruzioni per la progettazione e l'esecuzione con elementi
discontinui
MAGGT, 2oo4

Roof coverings
Rain water drainage systems
Design and execution criteria by discontinuous elements

cLASsrFrcAzroNE tcs 91.060.20-20

SOMMARIO La norma definisce i criteri di progettazione ed esecuzione dei sistemi di


scarico delle acque meteoriche dalle coperture degli edifici, le caratteristi-
che dei prodotti e dei materiali da usare. Vengono altresì fornite indicazioni
sulla manutenzione e sul collaudo del sistema'

RELnzoNI NAztoNALt La presente norma è la revisione della UNI 10724:1999.

RELAZIONI INTERNAZIONALI

oRGANo coMpETENTE Commissione "Prodotti e sistemi per l'organismo edilizio"

Presidente dell'UNl, delibera del 13 maggio 2003

UNI @ UNI- Milano


Ente Nazionale ltaliano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presentedocumento 1
di Unificazione senza
può essere riprodotta o dillusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microlilm o altro,
-t.

r Via Batlistotti Sassl, 1B


1 il consenso scritto dell'UNl.
20133 Milano, ltalia

Gr. 11 UNI 10724:2004


Pagina I
PREMESSA
La presente norma è stata elaborata dalla Commissione "Prodottie
sistemi per l'organismo edilizio" dell'UNl, nell'ambito del Gruppo di
lavoro "Copertu re discontinue" della Sottocommissione "Coperture
ed impe rme abilizzazioni" .

La Commissione Centrale Tecnica dell'UNl ha dato la sua approva-


zione il 25 marzo 2003.
Rispetto all'edizione precedente, è stata aggiornata la lista degli ac-
ciai inox in2.1.2. Sono inoltre stati aggiornati i riferimenti normativi.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubbli-


cazione di nuove edizioni o di aggiornamenti'
E importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di es-
sere in possesso dell'ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l'esistenza di norme UNI
corrispondenti alle norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.

Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le
parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conllittuale, per rappresentare il reale stato
dell'arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell'applicazione di questa norma, di poter lornire sug-
gerimenti per un Suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell'arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all'UNl, Ente Nazionale ltaliano di
Unilicazione, che li tenà in considerazione, per l'eventuale revisione della norma stessa.

O UNI Pagina ll
UNI 10724:2004
INDICE

1 GENERALTTA 1

1.1

1.2 Campo di applicazione ............................ 1

1.3 Riferimenti normativi .................................. 1

1.4 Terminologia complementare e dei pezzi specia|i.............. .....................2

1.5

prospetto t Simboli gralici dei sistemi di raccolta e smaltimento ..............................4

2 PRODOTTI 5

2.1 Canali di gronda - Caratteristiche generali ............ ....5


prospetto 2 Profili ricorrenti di canali di 9r0nda.......... ............ ............. 5

prospetto 3 Profili ricorrenti di canali di gronda per edifici industriali.......... ......."..... 6

prospetto 4 Caratteristiche fisiche e meccaniche deicanali di gronda di materie plastiche...... 8


2.2 Converse - caratteristiche generali ................................. I
prospetto 5 Profili ricorrenti di conversa... .............. 10

2.3 Pluviali - caratteristiche 9enera1i............. ... . ... 10


prospetto 6 Sezioni ricorrenti di pluviali.......... ......................... 11

2.4 Elementi di supporto; staffe e tiranti - Caratteristiche genera|i..................................... 12


2.5 Materiali e prodotti per l'elemento di c01|egamento............................ .........-....................... 12

't3
3 INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE
3.1 lndividuazione delle azioni esterne e dei loro effetti .................. ......... 13

figura 1 Esempio di posizionamento del canale di gronda rispetto alla linea di


inviluppo delle coperlure, in località dove sono prevedibili abbondanti
precipitazioni nevose e/o formazione di blocchi di ghiaccio...... 14

é.t Dilatazioni termiche ........... 15

prospetto 7 Coefficienti di dilatazione termica 1ineare...........".".. 15

3.3 Criteri di dimensionamento idraulico. 15

figura Esempio di canale di gronda, a tratto unico e pendenza costante,


con imbocco del pluviale ad un estremo ........... t6
figura Esempio di canale di gronda a tratti con pendenze opposte e convergenti..........17
figura Esempio di canale di gronda a tratti con pendenze opposte e divergenti........... 17
prospetto 8 Sezione idraulica dei canalidigronda in funzione della penden2a....................... ... 18
3.4 Criteri di dimensionamento statico ... .... .... . 18 . .
figura Esempio statico per la verifica dei carichi agenti su un singolo supporto ........".. 19
figura Esempio di rappresentazione grafica del carico dovuto alla neve..........................'. 19
figura Vista {rontale della "larghezza" del carico dovuto alla neve......................... '. .......... 19
Iigura Esempio di schema delle forze agenti sul canale di gronda nel caso
di sollecitazione dovuta a scala appoggiata.... ..
. ..... .. . . . 20

figura Esempio di schema di equilibrio delle {orze esterne nel caso di


scala app099iata........ ................. ............. 21

figura Esempio di schema di equilibrio delle forze interne nel caso di


scala appoggiata. ........................ ...........21

ligura 11 Esempio di schema di azioni parallele all'asse del canale di gronda nel caso
di scala appoggiata. ... ................... ..,22

tisura 12 Esempio di schema delle azioni risultanti da depressione di vento sulla


superficie superiore e pressione di vento sulla superficie inferiore....... ..... ...............23

4 INDICAZIONIPER L'ESECUZIONE 24

4.1 Posizionamento e fissaggio dei supporli dei canali di gronda..... ..........-......................24

4.2 Posizionamento e fissaggio dei canali di gr0nda.......... ..".....................24

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figura Esempio di sistema di fissaggio che permette il movimento relativo
tra canale di gronda e supporto..... .......24

4.3 Metodi di giunzione dei tratti di canali di gronda..... 24

prospetto 9 Tecnologie per I'unione delle zone sormontate di canali di gronda. ............ ............ 25

figura Esempio di schema di esecuzione con rivettatura doppia e sigi||atura.......".......... 25

4.4 Giunto di dilatazione....... ..................... 25

prospetto 10 Esempio di variazioni di lunghezza in mn/m a temperatura di posa di 18 "C..... 26


prospetto 11 Capacità di assorbimento contrazione e dilatazione necessaria per

figura Esempio di schema di realizzazione con elemento di cappello (coprigiunto)...... 27


Iigura 16 Esempio di schema di esecuzione per consentire la massima dilalazione........... 27
figura 17 Esempi di applicazione di giunto per grondaia a sezione trape20idale................... 28
ligura Esempi di applicazione di giunto per grondaia a sezione circolare ........................ 29

figura Esempio di banda elastomerica... .................................. 30

figura Esempio di realizzazione di giunto con banda elastomerica..............."........................ 30

figura Secondo esempio di realizzazione di giunto con banda elastomerica...... . .......... 31

figura Esempio di staffa con fissaggio superiore.......... ................. ... ................ 31

figura Esempio di sezione di gronda fissata con staffa e fissaggio superiore................... 31


figura d'an9010............
Esempio di supporti con staffa in zona .................... 32

figura Esempi di giunzione per gronde di PVC................ .... ... ... . .... 32
figura Esempi di giunti a scorrimento o con elemento flessibile per gronde di PVC..... 33
4.5 Posizionamento e fissaggio dei supporti dei pluviali. ...... .................. 33

4.6 ........
Metodi di giunzione deitratti di pluviale .. ...... 33

4.7 Protezione contro i fu|mini....".......... ................................ 34

MANUTENZIONE 34

6 FASITRANSITORIE E DI CANTIERE 35

o. I Modalità di carico e traspotto di canali di gronda e p|uvia|i............................................ 35


6.2 Modalità discarico.......... ...................... 35

o.J Stoccaggio alcoperto.......... ............ 35

6.4 Stoccaggio all'aper10........... .. . . .... 35

6.5
6.6 Prodottipreverniciati . .. .....36
6.7 Precauzionl nel corso del montaggio . ............. 36

COLLAUDO 36

APPENDICE A BIBLIOGRAFIA 37
(informativa)

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GENERALITA

1.1 Scopo
La presente norma definisce, per le soluzioni costruttive che I'esperienza pluriennale ha
ormai consolidato, le regole di esecuzione del sistema di raccolta, convogliamento e
smaltimento delle acque meteoriche dalle coperture degli edifici nel seguito denominato
impianto, le caratteristiche dei prodotti e dei materiali da utilizzare'
Sono inoltre riportate le indicazioniprogettualispeciliche in riferimento aitipidi prodottitrattati.
Per quanto attiene la progettazione e il dimensionamento idraulico, si rimanda alla
uNl EN 12056-3.
Per quanto attiene le caratteristiche dei prodotti, per i canali di gronda ed i pluviali di metallo si ri-
manda alla UNI EN 612, mentre per quelli di materia plastica si rimanda alla UNI EN 607.

1.2 Campo diapplicazione


La presente norma si applica alla installazione di:
- converse di convogliamento;
- canali digronda;
- bocchettone e/o bocchettoni da incasso ed altri elementi;
- pluviali esterni fino al pozzello di raccolta escluso;
- accessori per I'evacuazione diretta;
realizzali con prodotti rigidi, prelormati ed assemblati in opera.
Si ricorda che nelle zone caratterizzale da climi particolari (zone montane, zone litoranee
soggele a fortiventi, ecc.) la progettazione e l'installazione dell'impianto dovranno tenere
conto delle sollecitazioni indotte dalle situazioni climatiche locali (resistenza del supporto,
ancoraggio dei prodotti, ecc.) non considerate nella presente norma.
ln particolare, le indicazioni riportate nella presente norma tengono conto di condizioni
anche gravose, ma di deflusso disole acque meteoriche. ln condizioni di grandinate e/o di
gelo particolarmente intense, non sono previste indicazioni per assicurare la tenuta. Gli
àccorgimenti conseguenti e/o un diverso dimensionamento degli elementi interessati de-
vono quindi essere oggetto di studio in fase progettuale, in funzione della destinazione
d'uso dell'edificio.

1.3 Riferimenti normativi


uNt 7344 Profilati d'acciaio formati a freddo - Prescrizioni e tolleranze
uNl 8089 Edilizia - Coperture e relativi elementi funzionali - Terminologia fun-
zionale
uNt 8090 Edilizia - Elementi complementari delle coperture - Terminolo-
gia
uNl 8091 Edilizia - Coperture - Terminologia geometrica
uNt 8627 Edilizia - Sistemi di copertura - Definizione e classificazione
degli schemi funzionali, soluzioni conformi e soluzioni tecnolo-
giche
uNl 10372 Coperture discontinue - lstruzioni per la progettazione e l'ese-
cuzione con elementi metallici in lastre
UNI EN 485-3:1996 Alluminio e leghe di alluminio - Lamiere, nastri e piastre - Tol-
leranze dimensionali e di forma dei prodotti laminati a caldo
UNI EN 485-4:1996 Alluminio e leghe di alluminio - Lamiere, nastri e piastre - Tol-
leranze dimensionali e diforma dei prodotti laminati a freddo
UNI EN 501 Elementi di coperture di lamiera metallica - Specifica per ele-
menti per coperture di lamiera dizinco non autoportante
UNI EN 607 Canali di gronda e relativi accessori di PVC non plastificato -
Definizioni, requisiti e prove
UNI EN 612 Canali di gronda e pluviali di lamiera metallica - Definizioni,
classificazioni e requisiti

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UNI EN 727 Sistemi di tubazioni e canalizzazioni di materia plastica - Tubi
e raccordi di materiale termoplastico - Determinazione della
temperatura di rammollimento Vicat (VST)
UNI EN 743 Sistemi di tubazioni e condotte di materia plastica - Tubi di ma-
teriale termoplastico - Determinazione del ritiro longitudinale
UNI EN 1462 Supporti per canali di gronda - Requisiti e prove
UNI EN 10142 Lamiere e nastri di acciaio a basso tenore di caòonio, zincati a
caldo in continuo, per formatura a freddo - Condizioni tecniche di
fornitura
UNI EN 10143 Lamiere sottili e nastri di acciaio con rivestimento metallico ap-
plicato per immersione a caldo in continuo - Tolleranze dimen-
sionali e diforma
UNI EN 10147 Lamiere e nastri di acciaio per impieghi strutturali, zincati per
immersione a caldo in continuo - Condizionitecniche di fornit
ura
uNl EN 10169-1 Prodotti piani di acciaio rivestiti in continuo con materiale orga-
nico (nastri rivestiti) - lnformazioni generali (definizioni, mate-
riali, tolleranze, metodi di prova)
UNI EN 10214:1996 Nastri e lamiere di acciaio rivestiti a caldo in continuo di lega
zinco-alluminio (ZA) - Condizioni di fornitura
UNI EN 10215:1996 Nastri e lamiere di acciaio rivestiti a caldo in continuo di lega
alluminio-zinco (AZ) - Condizioni tecniche di fornitura
UNI EN 10219-2:1999 Profilati cavi formati a freddo di acciai non legati e a grano fine
per strutture saldate - Tolleranze, dimensioni e caratteristiche
del profilo
UNI EN 12056-3:2001 Sistemi di scarico funzionantia gravità all'interno degli edifici -
Sistemi per I'evacuazione delle acque meteoriche, progetta-
zione e calcolo
UNI EN 13599:2003 Rame e leghe di rame - Piatti, lastre e nastri di rame per usi
elettrici
UNI EN ISO 6259-1:2002 Tubidi materiale termoplastico - Determinazione delle caratte-
ristiche a trazione - Metodo generale di prova
UNI EN ISO 8256 Materie plastiche - Determinazione della resistenza all'urto-tra-
zione
uNl ENV 1991-2-3 Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed azioni sulle strutture -
Parte 2-3: Azioni sulle strutture - Carichi da neve
uNl ENV 1991-2-4 Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed azioni sulle strutture -
Parle 2-4: Azioni sulle strutture - Azioni del vento
cEt 81-1 Protezione di strutture contro i fulmini

1.4 Terminologia complementare e dei pezzi speciali


La presente terminologia si intende ad integrazione delle definizioni riportate nelle UNI 8089, UNI 8090,
UNI 8091, UNI EN 12056-3 e UNI 10372.

1.4.1 Elementicon funzione prevalente di raccolta

1.4.1.1 canale digronda: Elemento dell'impianto sviluppato lungo la linea di gronda.

1.4.1.2 canale di bordo: Elemento dell'impianto sviluppato lungo la linea di bordo. ll prodotto è, co-
struttivamente, identico al precedente ma cambia il posizionamento sull'edificio.

1.4.1.3 compluvio o conversa: Elemento sagomato che assicura la raccolta dell'acqua lungo la linea
di conversa, secondo la UNI 8091'

1.4.2 Elementi con funzione prevalente di contenimento e/o tenuta

1.4.2.1 scossalina o risalto di bordo: Elemento sagomato impiegato per completare le linee di bordo
delle coperture.

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1.4.2.2 raccordo verticale: Elemento avente la funzione di assicurare la tenuta dell'acqua lungo le
linee di raccordo con superfici verticali.

1.4.3 Elementi con funzione prevalente di smaltimento

1.4.3.1 pluviale: Elemento tubolare che ha la funzione di convogliare l'acqua verso il suolo.

1.4.3.2 diametro utile o interno: Diametro della circonferenza interna della sezione del pluviale.

1.4.3.3 scarico diretto o doccione: Elemento che ha la funzione di scaricare liberamente l'acqua dal-
la gronda verso il suolo. Realizzato generalmente con forme di fantasia, assolve anche a
funzioni di tipo estetico.

1.4.3.4 scarico troppo pieno: Elemento che ha la funzione di eliminare I'acqua eccedente la capien-
za della bacinella.

1.4.3.5 spanditoio: Elemento avente la funzione di disperdere su tetti elerrazze l'acqua provenien-
te da sopralzi.

1.4.3.6 terminale al piede di pluviale: Elemento tubolare dotato di maggiore resistenza meccanica
rispetto al pluviale per prevenire danneggiamenti causati dall'urto di veicoli o altro. L'altez-
za di questo elemento varia generalmente tra 1,5 m e 2 m e può essere del tipo diritto per
innesti nei pozzetti, o deltipo a gomito a 90" per scarico diretto al suolo.

1.4.4 Terminologia degli accessori del canale di gronda

1.4.4.1 testata: Elemento avente la funzione di chiudere la parte terminale del canale di gronda.

1.4.4.2 angolare: Elemento avente la funzione di collegare due tratti del canale di gronda disposti
ad angolo tra loro.
Tale definizione riprende quanto definito nel punto 3.1.6 della UNI EN 607'

1.4.4.3 giunto di dilatazione: Elemento avente la funzione di collegare due tratti del canale di gronda
in modo da assorbire le variazioni di lunghezza (dilatazioni e contrazioni) degli stessi con-
seguenti a fenomeni termici.

1.4.4.4 bocChettone: Elemento di raccordo tra il pluviale ed il canale di gronda.

1.4.4.5 bocchettone da incasso: Elemento di raccordo tra il pluviale e super{ici piane o grondaie incassate'

1.4.4.6 griglia del bocchettone (parafoglie): Elemento di protezione avente la funzione di impedire
che foglie o altri oggetti possano penetrare ed ostruire il pluviale'

1.4.5 Terminologia degli accessori del pluviale

1.4.5.1 curva o gomito: Elemento che permette la variazione di direzione; puo essere realizzalaper
stampaggio (curve stampate) o saldate (in due pezzi e a settori)'

1.4.5.2 voluta: Elemento di raccordo tra il bocchettone ed il pluviale che permette dicompensare
la sporgenza del canale di gronda rispetto al muro esterno. Può essere di tipo allungabile
o a "collo di cigno".

1.4.5.3 imbuto o bacinella: Elemento che permette la confluenza di due pluviali in uno solo.

1.4.5.4 raCCOrdO a Y: Elemento alternativo al precedente ma con la stessa funzione.

1.4.5.5 deviatore: Elemento che permette il recupero, anche parziale, dell'acqua piovana per usi
particolari, per esempio per irrigazione.

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1.4.5.6 gocciolatoio o rompigoccia: Elemento inserito sul pluviale immediatamente prima del gomito
a rientrare nel muro. lmpedisce le infiltrazioni dell'acqua che eventualmente scorre ester-
namente alpluviale.

1.4.6 Terminologia deglielementidisupporto

1.4.6.1 staffa (o cicogna): Supporto per il sostegno del canale di gronda e ad esso sottostante.

1.4.6.2 staffa a tirante: Supporto collocato superiormente al canale di gronda.

1.4.6.3 collare: Elemento per trattenere, alla giusta distanza dal muro, il pluviale sostenendolo sta-
ticamente. Viene fissato al muro tramite tassello ad espansione o zanca murata.

1.4.7 Terminologia geometrica riferita aicanalidigronda

1.4.7.1 bocca: Massima larghezza trasversale corrispondente alla sezione bagnata.

1.4.7.2 sviluppo: Larghezza iniziale della lamiera metallica con la quale sono stati fabbricati il ca-
nale di gronda o il pluviale.
Nora Tale definizione riprende quanto definito nel punto 3.8 della UNI EN 612.

1.4.7.3 sezione idraulica:Area che in sezione ortogonale alcanale di gronda, aifinideldimensio-


namento, si considera occupata dall'acqua.

1.4.7.4 lunghezza: Estensione longitudinale di ogni singolo pezzo.

1.4.7.5 larghezza: Dimensione massima diuna sezione normale delcanale digronda.

1.4.7.6 profondità: Dimensione di seguito indicata con il simbolo a.,.

1.4.7.7 spessore: Spessore del laminato o dell'estruso di seguito indicato con il simbolo s.

1.4.8 Finiture e completamenti


Elementi di completamento, di impiego facoltativo, con funzioni prevalentemente estetiche.

1.5 Simboli grafici


I simboli grafici rappresentanti i componenti dei sistemi di raccolta e smaltimento delle ac-
que meteoriche sono riportati nel prospetto 1.

pro.peti. 1 Simboli grafici dei sistemi di raccolta e smaltimento

Descrizione Segni grafici Note

Bocchettone in pianta

Pluviale in pianta
ò
Pozzetto in pianta

in prospetto
Pendenza e direzione scorrimento
e in pianta

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2 PRODOTTI

2.1 Canali di gronda - Caratteristiche generali


La UNI EN 607 e la UNI EN 612 definiscono le caratteristiche delle gronde e le classifica-
no in base alla forma delle sezioni, come indicato nel prospetto 2:

prospetto z Profili ricorrenti di canali di gronda

Prolilo Monoparete Doppia parete

Tondo

Quadro o rettangolare

Trapezoidale
(sagomato e non)

rrN @
\\\
Altri

Legenda
U] lil

a allezzalronlale',
b larghezza inferiore;
c allezza posteriore;
d dimensione del ricciolo (diametro o larghezza);
:€ larghezza apertura suPeriore.

I profili ricorrenti per larealizzazione di canali di gronda per edifici industriali sono riportati
nel prospetto 3.

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prospetto 3 Profili ricorrenti di canali di gronda per edifici industriali

Monoparete

Trapezoidale

i Legenda
a allezza frontale;
: b larghezza inferiore;
c altezza posteriore;
d dimensione del ricciolo (diametro o larghezza);
e larghezza apertura superiore.

La sezione reale prevedrà poi il completamento del profilo con riccioli e/o sagomature, dal
lato esterno, risvolti o alette dal lato interno.
La scelta del disegno e le combinazioni possibili di questi elementi difinitura sono lasciate
alla libertà progettuale del produttore, anche per fini estetici.
ln ognicaso, dovendo ilprodotto essere conforme a quanto prescritto dalla UNI 10725, si
sottolinea che le nervature contribuiscono ad aumentare la rigidita complessiva del cana-
le di gronda.
I materiali generalmente impiegati sono:
- acciaio al carbonio con trattamento superficiale di zincatura e zincatura-verniciatura;
- acciaioinossidabile;
- alluminio e sue leghe (senza o con trattamento superficiale:verniciatura, anodizzazio-
ne, ecc.);
- PVC-rigido;
- rame;
- zinco al titanio.
I materiali impiegati sono in forma di lamiere e nastri, chiamati per comodità di seguito nel
testo semplicemente "lamiere".

2.1.1 Prodotti di acciaio al carbonio con rivestimenti protettivi


I prodotti di acciaio al carbonio da utilizzare devono essere adeguatamente protetti
dall'azione aggressiva degli agenti atmosferici e di altre fonti inquinanti per mezzo di rive-
stimenti. I sistemi di protezione piu correntemente utilizzati sono:
- rivestimenti dizinco o di lega zinco-alluminio;
- rivestimenticonvernici.
Possono tuttavia essere utilizzati anche altri idonei sistemi di rivestimento protettivo, pur-
ché adeguati all'impiego e di cui sta stata dimostrata l'efficacia.

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2.1.1.1 Lamiere zincate
Le caratteristiche delle lamiere sottili rivestite devono essere conformialle UNI EN 10142
e UNI EN 10147.
La massa del rivestimento di zinco è di275 g/m2 minimo (secondo la UNI EN 612) espres-
sa come somma della grammatura al metro quadro sulle due facce della lamiera.

2.1.1.2 Lamiere zinco-alluminate


L'acciaio può essere rivestito anche con leghe alluminio e zinco, a percentuali variabili, ot-
tenendo un rivestimento di massa inferiore rispetto alla semplice zincatura e con buone
caratteristiche diflessibilità. Si riportano i seguenti sistemi di protezione zinco-alluminio:
- acciaio con rivestimento 5% Al-Zn lipo ZA
Grado DX 51D+ZA o maggiore, con una massa minima del rivestimento, complessiva
su entrambe le parti, pari a 255 g/m2 (spessore per ogni parte:20 pm), in conformità
alla UNI EN 10214;
- acciaio con rivestimento 55% Al-Znlipo M
Grado DX 51D+AZ o maggiore, con una massa minima del rivestimento, complessiva
su entrambe le parti, paria 150 g/m2 (spessore per ogni parte:20 pm), in conformità
alla UNI EN 10215.

2.1.1.3 Lamiere zincate (o zinco-alluminate) con rivestimento organico (preverniciate o non)


Le lamiere preverniciate, realizzate con lamiere di cui in 2.1.1.1 e 2.1.1.2, devono essere
conformi alla UNI EN 10169-1.
Le lamiere preverniciate offrono migliori garanzie di resistenza alla corrosione ed un mag-
giore valore estetico rispetto alle lamiere solamente zincate. lnfatti la protezione mediante
preverniciatura con il processo coil coating, si somma alla protezione galvanica conferita
dal rivestimento metallico; il colore è scelto tramite accordi tra fornitore e utilizzatore.
La preverniciatura in coilcoating prevede l'applicazione distrati divernice di natura e pre-
stazioni differenti in funzione delle condizioni di utilizzo.
ln accordo con la UNI EN 612, per i prodotti preverniciati coil coating su supporto zincato,
lo spessore di vernice è di 25 pm minimo per faccia.
Sono disponibili sul mercato altri prodotti quali I'acciaio zincato antifessurazione preverni-
ciato:per le sue particolari condizioni di processo e di composizione, la copertura di zinco
antifessurazione e lo spessore divernice idoneo per lattoneria neicolori standard posso-
no essere minorideivalori normati, purché il produttore garantisca prestazioni analoghe
a quelle dei prodotti normati.
Per i prodotti verniciati con altri sistemi lo spessore della vernice non deve essere minore
di 60 pm per faccia.

2.1.1.4 Stati di fornitura


La produzione di manufatti di acciaio con rivestimenti protettivi ulilizza generalmente na-
stri di spessori compresi tra 0,6 mm e 1,5 mm e di larghezza fino a 1 250 mm (tolleranze
dimensionali secondo la UNI EN 10143). Per ogni riferimento relativo agli stessi manufatti,
si rimanda alla UNI EN 612.

2.1.2 Prodottidiacciaio inox


ln conformità alla UNI EN 612, i prodotti di acciaio inox da utilizzare sono:
X3 Cr Ti 17 n" materiale 1 .4510
X5 Cr Ni 18 10 n" materiale 1 .4301
X5 Cr Ni Mo 17 12 2 n' materiale 1 .4401

lnoltre, possono essere usati i seguenti tipi di acciaio inox:


X2 Cr Ni 18 9 n" materiale 1.4307
X2 Cr Ni Mo 17 12 2 n' materiale 1.4304
X2CrTi12 n" materiale 1.4512
X6 Cr 17 n" materiale 1.4016

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La superficie di questo tipo di acciaio puo essere trattata con rivestimenti organici o me-
tallici (terne-coated).

2.1.3 Prodottidialluminio
I prodotti impiegati per realizzare gronde, pluviali, curve, imbocchi, sono ricavati dalla
lavorazione di coil aventi caratteristiche e tolleranze corrispondenti alle UNI EN 485-3 e
uNt EN 485-4.
E preferibile ulilizzare nastri preverniciati, tuttavia qualora non esistano vincoli architetto-
nici, è possibile impiegare anche nastri in alluminio grezzo.
Nel caso di nastri preverniciati essi vengono ottenuti applicando il rivestimento colorato
mediante processo di coil-coating.
A seconda della durata in anni che il rivestimento deve avere, vengono impiegate vernici
contenenti differenti tipi di resine.
A tale riguardo i prodotti vernicianti più usati sono a base di resine:
. poliestere;
' poliammidiche;

;",. i},?=;,.io, tuttavia, satvo rari casi, ta verniciatura assotve ad una funzione esclusiva-
mente estetica.

2.1.3.1 Caratteristiche chimiche del materiale


Ialluminio impiegato nei prodotti per lo smaltimento delle acque meteoriche non è puro, in
quanto per elevare le proprie caratteristiche di resistenza oltre che consentirne la forma-
bilità mediante processi meccanici industrializzati, viene legato in fase di produzione con
altri metalli alliganti.
I prodottidevono soddisfare quanto previsto dalla UNI EN 612.

2.1.3.2 Caratteristiche fisiche e meccaniche


Le lastre e i nastri di alluminio per gronde, pluviali ed accessori, vengono commercializ-
zate secondo dimensionistandard comprese tra 300 mm e 1 500 mm.
Per quanto concerne lo spessore, varia da un minimo di 0,8 mm sino a 1,2 mm.
Per applicazioni particolarmente gravose sono disponibili prodotti con spessore max. sino
a2mm.
La scelta dello spessore piu idoneo deve essere eseguita in funzione dello sviluppo geo-
metrico del manufatto.

2.1.4 Prodottidimaterie plastiche


La materia plastica utilizzala per la realizzazione di canali di gronda è principalmente il
polivinilcloruro (PVC). Le principali caratteristiche dei canali di gronda sono descritte nel
prospetto 4 (vedere anche UNI EN 607).

prospetro 4 Caratteristiche,,lisicne e mec;an che d; cara d gronda O ,n.n._,::":'"n"


,j:,::_

Caratteristica Limiti di accettazione Metodi di prova

Resistenza all'urto Nessuna rottura o lessura visibile appendice A


senza ingrandimento UNI EN 607

Resistenza alla rottura 42 MPa min. UNI EN 638

Allungamento a rottura 100% min. UNI EN 638

Resistenza a urtolrazione 500 KJ/m2 min. UNI EN ISO 8256

Contrazione a caldo 3olo [ìAX. UNI EN 743


Metodo B

Temperatura di rammollimento Vical 75 "C min. UNI EN 727

Per le altre caratteristiche di prodotto si rimanda alla UNI EN 607.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 8


2.1.5 Prodottidirame

2.1.5.1 Caratteristiche fisico-chimiche dei materiali


ln accordo con la UNI EN 612, il rame è del tipo Cu-DHP.
Le caratteristiche meccaniche del laminato sono definite dalla UNI EN 13599.
Gli stati fisici, da indicare nella designazione del materiale, sono generalmente incrudito
(lllO) o ricotto (ff con caratteristiche di migliore formabilità.

2.1.5.2 Caratteristiche dimensionali dei semilavorati


ln genere le dimensioni commerciali dei nastri per gronde e pluviali sono comprese tra
250 mm e 750 mm.
Per quanto concerne lo spessore dei nastri e delle lamiere e necessario adottare un valo-
re non minore di0,6 mm, e pertanto maggiormente reperibilisono 0,6 mm e 0,8 mm'

2.1.5.3 Finitura superficiale


ll laminato di rame è generalmente fornito lucido di laminazione. Nel tempo, in seguito
all'azione aggressiva dell'atmosfera, si avranno modificazionidell'aspetto supediciale che
provocheranno, dopo stadi intermedi instabili di colore bruno di varie tonalità, la formazio-
ne della caratteristica patina colore verde.
Sono inoltre disponibili su richiesta laminati preinverditi sui quali la formazione accelerata
della patina naturale è ottenuta industrialmente'

2.1.6 Prodotti di zinco al titanio


Zinco-rame-titanio, secondo quanto definito nella UNI EN 501.

2.2 Converse'caratteristiche generali


I profili più ricorrenti per la realizzazione di converse sono riportati nel prospetto 5.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 9


prospetto s Profili ricorrenti di conversa

Legenda
a allezza frontale;
b larghezza inferiore;
c allezza posteriore;
d dimensione del ricciolo (diametro o larghezza);
e larghezza apertura superiore.

2.2.1 Prodotti metallici


Vengono realizzali con i medesimi materiali impiegati per i canali di gronda di cui in 2.1.

2.2.2 Prodotti di materie plastiche


Non vengono generalmente impiegati, per la realizzazione di converse, prodotti di mate-
riale plastico rigido.

2.3 Pluviali - caratteristiche generali


Le sezionipiù ricorrentiper la realizzazione dipluvialisono riportate nelprospetto 6.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 10


prospetto o sezioni ricorrenti di pluviali

Quadrangolare

E
a spigolo arrotondato

rettangolare

2.3.1 Prodotti di acciaio al carbonio con rivestimenti protettivi


Vengono realizzati con i medesimi materiali impiegati per i canali di gronda di cui in 2.1.1.

2.3.2 Prodotti di acciaio inox


Vale quanto prescritto per i canali di gronda in 2.1,2.

2.3.3 Prodotti di alluminio


Vale quanto prescritto per i canali di gronda in 2'1.3.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 11


2.3.4 Prodottidimaterie plastiche
La materia plastica ulilizzalaper larealizzazione dei pluviali è principalmente il policloruro
divinile (PVC).

2.3.5 Prodottidirame
Vale quanto prescritto per i canali di gronda in 2.1.5.

2.3.6 Prodotti di zinco al titanio


Vale quanto prescritto nella UNI EN 501.

2.4 Elementi di supporto; statfe e tiranti - Caratteristiche generali


La UNI EN 1462 specifica i requisiti degli elementi di supporto per canali di gronda.

2.4.1 Prodottidiacciaio alcarbonio con rivestimentiprotettivi


Oltre a quanto previsto dalla UNI EN 1462, valgono le prescrizioni relative ai profilati di ac-
ciaio formati a f reddo (UNl 7344, UNI EN 10219-2,lstruzioni CNR 10022184) o ai prodotti la-
minati a caldo (DM 9 gennaio 1996 e Circolare 15 ottobre 1996), in merito al materiale da
impiegare.

2.4.2 Prodottidiacciaio inox


Vale quanto prescritto nella UNI EN 1462.

2.4.3 Prodottidialluminio
Vale quanto prescritto nella UNI EN 1462.

2.4.4 Prodottidi rame


Vale quanto prescritto nella UNI EN 1462.

2.4.5 Prodotti di zinco al titanio


Vale quanto prescritto nella UNI EN 1462.

2.5 Materialie prodotti per I'elemento dicollegamento


ln attesa della definizione di apposite normative i criteri di scelta devono essere quelli in-
dicati nei punti seguenti.

2.5.1 Materiali
Nel caso dicanali di gronda e pluviali metallici, il materiale dell'elemento di collegamento
deve essere uguale a quello dell'elemento di tenuta. Qualora, per particolari esigenze
meccaniche, sia necessario adottare un metallo differente, esso dovrà essere elettrochi-
micamente compatibile e dotato di una resistenza alla corrosione non minore di quella
dell'elemento di tenuta.

2.5.2 Viti, bulloni e chiodi


La resistenza di questi elementi deve essere garantita dal produttore in accordo con la
normativa vigente. ln particolare dovrà essere indicato:
- le caratteristiche di resistenza;
- lo sforzo di sfilamento in relazione al tipo e spessore del supporto e, per supporti di le-
gno, alla profondità di penetrazione.

2.5.3 Rivetti
I rivetti devono essere di tipo cieco.
Essi saranno di acciaio, di rame, di alluminio o sue leghe, con mandrino di acciaio.
E consigliabile utilizzare i rivetti solo per collegamenti non strutturali.

UNI t0724:2004 O UNI Pagina 12


TNDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE

3.1 lndividuazione delle azioniesterne e dei Ioro effetti

3.1.1 Azionidelvento
Per la determinazione dell'azione delvento si rimanda a quanto previsto dalla legislazione
vigentel)e alla UNI ENV 1991-2-4.
La legislazione vigente distingue nove zone in cui è divisa convenzionalmente I'ltalia, ad
ognuna delle quali è associata una velocità di riferimento variabile da 25 m/s a 31 m/s (i
valori più alti sono riferiti alla zona diTrieste ed alle isole, escluse Sicilia e Sardegna).
L'azione del vento è particolarmente forte in corrispondenza dei bordi della copertura,
lungo le linee di gronda, e si esplica con pressioni, depressioni, vortici.
I valori di depressione possono essere maggiori di 2OO daN/m2. Questa possibilità {a as-
sumere particolare importanza al fissaggio dei canali di gronda e delle staffe.

3.1.2 Carico da neve


Per la determinazione del carico da neve si rimanda a quanto previsto dalla legislazione
vigents3)e dla UNI ENV 1991-2-3.
La legislazione vigente distingue tre zone in cui è divisa convenzionalmente l'ltalia, ad
ognuna delle quali sono associati valori di carico da neve variabili con l'altitudine (n.
Per alcune situazioni di esempio tali valori (da moltiplicare per il coefficiente di forma della
copertura) sono:
h32OO m r?= 500 m /=1000m
zona I daN/m2 160 250 537
- zona ll daN/m2 115 193 470
zona lll daN/m2 75 141 408
Bisogna inoltre prevedere che sulla gronda possono gravare dei carichi superiori a quelli
definiti secondo quanto innanzi esposto, dovuti alla formazione di blocchi di neve ghiac-
ciata che possono essere presenti in prossimità della parte bassa delle falde.
Per tale ragione si possono creare anche delle forze che agiscono sulla gronda con dire-
zioni non verticali (per esempio parallelamente alla linea di massima pendenza della falda
dicopertura).
Nelle località dove sono prevedibili abbondanti precipitazioni nevose e formazioni di bloc-
chi di neve ghiacciata è possibile adottare opportuni accorgimenti per ridurre il carico di
neve sulla gronda. Tra questi, per esempio, si cita il posizionamento piùi in basso della
gronda (figura 1) rispetto alla linea di inviluppo della copertura (tenendo comunque conto
dell'effettiva possibilità di raccolta dell'acqua di ruscellamento); oppure I'impiego di cavi
scaldanti ad isolamento minerale disposti a serpentina nella zona adiacente alla gronda e
linearmente nella gronda stessa;o ancora l'uso diffuso di paraneve.

1) Al momento della pubblicazione della presenie norma è in vigore il DM 16 gennaio 1996 e circolare sui carichi e sovrac-
carichi.

UNI 10724:2004 @ UNI Pagina 13


risura 1 Esempio di posizionamento del canale di gronda, rispetto alla linea di inviluppo delle coperture. in
località dove sono prevedibili abbondanti precipitazioni nevose e/o formazione di blocchi di ghiaccio
Legenda
1 Linea di inviluppo
2 Canale di gronda

3.1.3 Carichi concentrati


Gli unici carichi concentrati sulla gronda sono relativi alle fasi di manutenzione, in partico-
lare si considera I'appoggio di una scala. Non sono ammessi carichi concentrati dovuti a
usi impropri, quali pedonamento, salvo quando specificato diversamente in fase di proget-
to/esecuzione, come per esempio per i canali di gronda e le converse appoggiati su strut-
tura portante continua, idonea al pedonamento.

3.1.4 Aggressività del I'atmosfera


Gli elementi componenti il sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche de-
vono resistere all'aggressività dell'atmosfera in relazione al particolare ambiente nel quale
saranno installati, come classificato nella UNI 8627, punto 7.1 .7, che suddivide l'ambiente
in quattro classi:
a - marino;
b - industriale;
c - urbano;
d - rurale.
Se si tiene conto del peggioramento delle condizioni ambientali, la classificazione suddet-
ta puo essere ulteriormente integrata nel modo seguente:
- misto, contenente in proporzioni variabili gli inquinanti tipici delle atmosfere sopra
elencate;
- montano, caratlerizzato da una maggiore concentraz ione di raggi UV.

3.1.5 Piovosità
ll valore della piovosità permette di definire le portate d'acqua da smaltire e quindi il di-
mensionamento degli elementi del sistema, come specilicato in 3.3.
Sidevono considerare idatistatistici, nelle varie stagionie per lazona in cuisiopera, di
durata e di quantità (in millimetri) delle piogge con le intensità (in mmih) più significative.
ll valore delle portate può essere definito anche tenendo conto del rischio di danni che
una tracimazione può dare luogo nei confronti del tipo di edificio in cui il canale di gronda
è installato (destinazione d'uso, valore storico, ecc.)z).

I dati statistici si possono desumere da rilevamenti delle stazioni meleorologiche dell'Aeronautica, dalle stazioni dell'Ulfi-
cìo centrale di ecologia agraria del Ministero dell'Agricoltura e Foreste.

UNI 10724:2004 @ UNI Pagina 14


3.2 Dilatazioni termiche
Tutti i materiali utilizzati per larealizzazione del sistema di raccolta e smaltimento delle ac-
que meteoriche sono soggetti al fenomeno della dilatazione (e contrazione) termica per
effetto delle variazioni di temperatura. Tenendo conto del diverso comportamento dei ma-
teriali e deltipo di struttura interessata, occorre valutare la possibilità di scorrimento reci-
proco delle parti, in funzione delle temperature che esse possono raggiungere.

3.2.1 Coetficiente di dilatazione


Si riportano nel prospetto 7 i valori dei coefficienti di dilatazione termica lineare dei metalli
più comunemente utilizzati:

pr..petto ? Coeflicienti di dilatazione termica lineare

I lt)ì::a.:..:. 1i:) | l/.r,.;;:

Alluminio 23,6 x 10-6 "C-1

Acciaio 12,0 x 10-6 "c-1

Acciaio inox 17,0 x 10-6 "C-1

PVC rigido 60/80 x 1o'6 "C-1

Piombo 29,3 x 10-6 "C-1

Rame 16,8 x 10-6 "C-1

Zinco 27 ,4 x 10-6 'C-1

Zinco al titanio 22,0 x 10-6 "c-1

L'intervallo di temperatura superficiale da considerare, sulla base dei dati disponibili in let-
teratura, è compreso tra un minimo di -20 "C e un massimo di 60 "C'
I canali di gronda e le converse vengono fissati ai supporti (staffe, a loro volta ancorate al-
la struttura) con sistemi che permettono lo scorrimento reciproco'
Essi risultano invece fissati, con ridotta possibilità di scorrimento, in corrispondenza dei
pluviali e degliangoli interni.
Generalmente si cerca di evitare scorrimenti reciproci (dovuti alla dilatazione termica)tra
canale e staffe maggioridi 10 mm + 15 mm'
per tale ragione si cerca di mantenere la lunghezza dei tratti di gronda in condizioni esposte
(esterne, ecc.) minore di 12 m. Per canali di gronda protetti su supporto continuo, tale valore
puo essere superiore. Per lunghezze elevate vengono predisposti giunti di dilatazione'

3.2.2 Etfetto della struttura


per la determinazione dei valori degli allungamenti relativi tra canale di gronda e struttura
portante, il progettista dovrà tenere conto dei diversi coefficienti di dilatazione termica del-
la struttura portante e del canale di gronda e della loro differenza ditemperatura.

3.3 Criteri di dimensionamento idraulico


La dimensione della gronda (sezione idraulica) e la sua pendenza devono essere deter-
minati in funzione della quantità d'acqua da smaltire nell'unità ditempo.
Tale portata dipende:
- dalla superficie della copertura che interessa la gronda;
- dalla zona climatica dove è situato I'edificio (piovosità);
- dal grado di protezione necessario correlato al rischio di danni per tracimazione, in re-
lazione alla tipologia ed alla destinazione d'uso dell'edificio.
ln caso di mancanza di dati statistici sulla piovosità in prima approssimazione si tiene con-
to di portate dialmeno 0,05|/s m2 (pari a 3l/min m2 owero 180 mm/h).
La progettazione e il collaudo degli impianti di scarico delle acque meteoriche devono es-
sere conformi alle prescrizioni contenute nella UNI EN 12056-3.
ll corretto deflusso delle acque dell'impianto è assicurato solo se non vi sono ostruzioni
nelle grondaie, nei bocchettoni, nelle cipolle, ecc. dovute a fogliame, corpi estranei, gran-
dine o altro, e se il sistema fognario ricevente è adeguatamente dimensionato. lnoltre per

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 15


evitare danni ai fabbricati sottostanti dovuti a tracimazione di acqua dai canali, il progetti-
sta deve prevedere la predisposizione alle loro estremità di troppopieni di sicurezza. ll ge-
store deve procedere ad una periodica pulizia e manutenzione dell'impianto; è comunque
sempre opportuno che le converse siano abbondantemente dimensionate rispetto ai ca-
nalidi bordo.
ll progettista deve, inoltre, prevedere la predisposizione diopportuni accorgimenti che con-
sentano di effettuare le operazioni di manutenzione in sicurezza e facilitare gli interventi.

3.3.1 Pendenza
La portata d'acqua di una gronda è in relazione alla sua pendenza. A parità di sezione
idraulica e di forma, maggiori pendenze permettono maggiori portate d'acqua.
Generalmente le pendenze adottate sono comprese tra i 2 mm e i 5 mm ogni metro.
Nelle strutture prefabbricate e nelle strutture in cui i pianidi appoggio deicanali di gronda
sono orizzontali devono essere create le pendenze necessarie, che devono essere spe-
cificate in sede di progettazione, indicandone le modalità esecutive.

3.3.2 Posizionamento degli scarichi


Le gronde vengono disposte in pendenza, con il punto più basso in corrispondenza
dell'imbocco del pluviale.
Possono presentare un unico tratto, a pendenza costante, con I'imbocco del pluviale ad
un estremo (figura 2), oppure tratti a pendenze opposte e convergenti (con pluviale cen-
trale) (figura 3) o divergenti (con pluviali agli estremi) (figura 4)'

figura Esempio di canale di gronda, a tratto unico e pendenza costante, con imbocco del pluviale ad un
estremo
Legenda
1 Pluviale

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 16


ligura Esempio di canale di gronda a tratti con pendenze opposte e convergenti
Legenda
1 Pluviale

-=- <-

figura Esempio di canale di gronda a tratti con pendenze opposte e divergenti


Legenda
1 Pluviale
2 Giunto di dilatazione

La posizione dell'imbocco dei pluviali viene scelta tenendo conto:


- delle disposizioni legislative vigenti3);
- delle possibilità di raccordo con le fognature;
- delle effettive possibilità di convogliare le acque di gronda verso tale punto tenendo
conto della geometria deltetto;
- dell'estetica della facciata e del posizionamento dei pluviali, incassati nelle murature
oppure esterni in facciata. Se i pluviali sono esterni, su facciata, in genere non attra-
versano le lastre a sbalzo dei balconi.
A titolo esemplificativo si riportano nel prospetto 8 le superfici (in orizzontale) di tetto, la
sezione idraulica dei canali di gronda richiesta in funzione della pendenza. ll dimensiona-
m'/h) di pioggia.
mento è riferito a 3 r/*;n *2 (180

3) Per esempio l'art.889 del Codice Civile ed i Regolamenti Comunali.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 17


prosp.tto 8 Sezione idraulica dei canali di gronda in funzione della pendenza

Gronde

Superficie della copertura Sezione idraulica con pendenza Esempi di sezioni idrauliche
m2 0,596 (indicativo)

40 40 cn2 (O 1oo mm) semicircolare:

150
125 r.ér
'7n.
60 cmz (A 125 mm)

u t_,1

sezione idraulica:

60 cm2 90 cm2

100 90 cnz (A 150 mm) l*l


150

220
120cm2

16ocm2 (O
(A fiSnn)
2oonm)
c'-i
sezione idraulica:

125 cm2 160 cm2

Pluviali metallici

Superficie della copertura I Oimensione pluviale


m2 mm

103 480
187 a 100
298 a 120
Pluvialidi PVC

Superficie della copertura ] Dimensione pluviale


m2 mm

100 0t5
182 ar0
J16 o 125

3.4 Criteri di dimensionamento statico

3.4.1 Dimensionamento dei supporti


per il dimensionamento dei supporti e delle altre parti delle gronde, le azioni da prendere
in considerazione sono:
1) carico neve;
2) appoggio scala per manutenzione;
3) azione delvento.
llsupporto deve comunque soddisfare i requisitidella uNl EN 1462.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 18


Si riportano esempi di verifiche relative alle azioni citate, le cui entità devono essere com-
misurate alle diverse situazioni climatiche e realizzative specifiche, tenendo conto della
legislazione vigente.

ligura Esempio statico per la verifica dei carichi agenti su un singolo supporto
Legenda
1 Canale di gronda
? Supporto

I (pafie di pertinenza

i interasse
supporti supporti

3.4.1.1 Esempio di verifica:carico da neve

figura Esempio di rappresentazione gralica del carico dovuto alla neve


Legenda
1 Neve ghiacciata

òimenJioniin mm

ligura Vista frontale della "larghezza" del carico dovuto alla neve
Legenda
1 Neve ghiacciata

Dimensioni in mm

i (parte di pertinenza

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 19


per il carico della neve si considera un blocco di neve ghiacciata alto 50 cm e largo quanto
la gronda sulla quale essa grava.

Esempio di determinazione dei carichi gravanti sulle staffe per:


- gronda con bocca di 150 mm;
- interasse rstaffe (assunto per semplicità di calcolo) pari a 1 m;
- massa volumica neve ghiacciata pari a 800 kg/m3.
Sezione: 90 cm2 + 15 cm x 50 cm = (90 + 750) cm2 = 840 cm2;
m/""
Carico su una staffa: F= 0,084 m2 x 1 m x 800 kg/m3 x 9,81 = 66 daNa).

Nel suddetto esempio il risultato porta ad ulilizzare, secondo la UNI EN 1462, una staffa
classe H (750 N).
Nel caso in cui le staffe di estremità siano posizionate in corrispondenza della testata del
canale di gronda, occorrerà prevedere un incremento del carico sulla penultima staffa do-
vuto all'assenza dell'effetto di continuità sugli appoggi'

3.4.1.2 Esempio di verifica: appoggio di una scala


Si considera una scala con due longheroni, distanti tra loro 40 cm, e pioli trasversali.
Le condizioni di vincolo statico sono riporlate nelle figure 8, 9, 10 e 1 1 .
a scala
ligura Esempio di schema delle lorze agenti sul canale di gronda nel caso di sollecitazione dovuta
appoggiata
Legenda
1 Scala

',ii]._.
,' lHt

in zona 1 con. un'altitudine


nppfi"unOo f. f.gislazionevigente (DM 16 gennaio 1996) si perviene ad un valore analogo
11
4)
oi àsO m ed un òefficiente O'i tormà della [
c[pertura = 1 (carico pari a 4'10 daN per ogni metro quadro di copertura).

O UNI Pagina 20
UNI 10724:2004
Esempio di schema di equilibrio delle foze esterne nel caso di scala appoggiata

Equilibrio forze esterne

Esempio di schema di equilibrio delle foze interne nel caso di scala appoggiata

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 21


-1
fig*. il Esempio di schema di azioni parallele all'asse del canale di gronda nel caso di scala appoggiata

La condizione più sfavorevole si ha quando il punto K di applicazione del carico si trova


presso l'appoggio B sulla grondaia.
ln tal caso R, si puo assumere Pari a:
Re=P'cosa; tl]
P/r.
Con cr = 60" Rs è dell'ordine di

Considerando il peso di una persona con attrezzi ed eventuali effetti dinamici si può assu-
mere:
RB = RB'+ R"" = 80 daN con direzione come nelle figure 9 e 10. 121

La scala deve essere appoggiata e non appesa alla gronda.

3.4.1.3 Esempio di verifica: azione del vento


L'azrone del vento si considera diretta dal basso verso I'alto, risultante della depressione
sulla superficie superiore e della pressione sulla supefficie inferiore (figura 12).
Secondo la legislazione vigente occorre individuare la velocità di riferimento del vento da
cui ricavare la pressione cinetica di riferimento e, tenendo conto del coefficiente di espo-
sizione, del coefficiente di forma e del coefficiente dinamico, pervenire alla pressione di
calcolo. La velocità di riferimento dipende dalla zona (1 - 9) e dall'altitudine, il coefficiente
di esposizione dipende dall'allezzadella costruzione sul suolo, dalla rugosità e dalla topo-
grafia e dall'esposizione del sito.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 22


ligura Esempio di schema delle azioni risultanti da depressione di vento sulla supedicie superiore e pres-
sione di vento sulla superficie inferiore
Legenda
1 Edificio

Per esempio con velocità rzdi riferimento delvento pari a:


v = 25 [ fgo trt') t3l
S.
2

llcarico di riferimento risulta paria: O,it =


{6
dove: zè espresso in m/s e qin daN/m2:

q,39 +m

ll carico su una staffa di un canale digronda con bocca bed interasse rrisulta:
Assumendo il coefficiente dinamico = 1, il coefficiente di esposizionè = 2,8 (categoria ll
allezza2O m), il coefficiente aerodinamico c = lcrl+ lcrlpari a2:
Otot = 2x qrx1x2,8 x bx i t4l
assumendo per semplicità l'interasse delle staffe ipari a 1 m e bocca di 150 mm risulta:
gg}' 0,15 m x 1 m = 32,76 daN diretto
4ot = 2x39 2,8 xo,15mx 1 rn = 218
#>< m2
dal basso verso l'alto.

3.4.2 Distanza dei supporti


La distanza tra i supporti viene determinata in funzione della distanza massima ammissibile tra
due appoggi successivi in relazione alle capacità portanti del canale di gronda (punto 3.4.3).
Tale valore sarà eventualmente ridotto per tenere conto della possibilità effettiva di anco-
raggio dei supporti alla struttura deltetto (listelli, arcarecci, puntoni, tavolato, soletta con-
tinua, ecc.), che puo obbligare a scegliere determinativalori.
Nei casi di canali di gronda appoggiati su supporto continuo occorrerà prevedere delle
staffe a tirante per evitare I'apertura della bocca della gronda, se non sussistono altri ac-
corgimenti. La loro distanza terrà conto delle azioni già citate (carico da neve, appoggio
scala per manutenzione, azione del vento).

3.4.3 Capacità portante del canale di gronda e della conversa


ll canale di gronda e la conversa, vincolate ai supporti, devono resistere alle azioni esterne (le
medesime prese in considerazione per ildimensionamento deisupporti, punto 3.4.1).
Occorrerà quindi tenere conto della geometria della sezione, dello spessore, del materiale
costituente e della distanza dei supporti per verificarne la capacità portante.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 23


INDICAZIONI PER L'ESECUZIONE
Dalta corretta esecuzione dipendono sia la resistenza alle azioni esterne sia il funziona-
mento dell'impianto, ossia la capacità di raccogliere e convogliare le acque meteoriche.

4.1 Posizionamento e fissaggio dei supporti dei canali di gronda


I supporti sono fissati alla struttura in modo da ottenere la pendenza (3.3.1) di progetto.
Allo scopo si potrà posizionare il primo e l'ultimo supporto di pertinenza del tratto di cana-
le di gronda riportando la differenza diquota di posa'
Fissati questi due supporti, si potrà identificare, per mezzo di un filo teso, la linea retta a
cui dovranno allinearsi i supporti intermedi eventualmente interponendo tra essi e la strut-
tura opportuni spessori. Si puo anche piegare i supporti ad allezze progressive, prima del-
la posa, dopo aver segnato su di essi i punti di piega'
ll fissaggio dei supporti sarà realizzato per mezzo di chiodi, viti, bulloni o tasselli mecca-
nici in funzione del materiale costituente la struttura portante.
ll fissaggio dovrà possedere caratteristiche meccaniche tali da resistere ai carichi verticali
di progetto.

4.2 Posizionamento e fissaggio dei canali di gronda


I tratti di canale saranno appoggiati agli elementi di supporto preventivamente fissati in
modo che il bordo anteriore del canale si trovi ad una quota minore rispetto al bordo inter-
no di almeno 10 mm.
Se non vengono utilizzali angolari prefabbricati, si procederà al taglio dei canali per la
realizzazione degl i angoli.
l-angolo di taglio sarà secondo la bisettrice dell'angolo della linea di gronda.
ll canale di gronda potrà essere fissato al supporto per mezzo di rivetti o chiodi a ribadire
se non è neòessario predisporre una compensazione delle dilatazioni. ln caso contrario si
prowederà al fissaggio con sistemi che permettono il movimento relativo tra canale e sup-
porto, un esempio è riportato nella figura 13.

fiSrr, 13 Esempio di sistema di fissaggio che permette il movimento relativo tra canale di gronda e supporto
Legenda
1 Linguette

4.3 Metodi di giunzione deitratti di canali di gronda

4.3.1 Canali di gronda metallici


Itratti dicanale sormontatiper almeno 100 mm saranno unititra loro secondo le tecnolo-
gie specifiche per ciascun materiale come indicato nel prospetto seguente:

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UNI 10724:2004
prospetto I Tecnologie per l'unione delle zone sormontate di canali di gronda

I Rivettatura e brasatura Rivettatura doppia e sigillatura Saldatura elettrica

Acciaio X

Alluminio x

lnox x

Rame x x X

Zinco X x

a) rivettatura e brasatura
Una fila di rivetti o chiodi a ribadire in numero da 5 a 9, in funzione dello sviluppo del
canale, completata da una brasatura dolce (a stagno e sue leghe) dal lato interno del-
la gronda;
b) rivettatura doppia e sigillatura
Doppia fila di rivetti (30 mm + 40 mm di distanza) intercalata con tre cordoni di sigil-
lante (Per esemPio: siliconi);
figura 14 Esempio di schema di esecuzione con rivettatura doppia e sigillatura
Legenda
1 Cordoni disigillante
2 File di rivetti sfalsati

0
o
(. )t

l/ ùo )/
o tto
, u\ //

c) saldatura elettrica di testa


Per il rame sono idonee saldature di tipo MIG o TlG.
Gli elementi di supporto potranno essere accoppiati a tiranti superiori (1 tirante ogni 2 o 3
supporti).
llfissaggio deicanali attraverso isolitirantie ammesso quando almeno la generatrice infe-
riore déicanale di gronda è appoggiata ad un supporto continuo e di adeguata resistenza.

4.3.2 Canali di gronda di materia plastica


I sistemi di giunzione sono generalmente realizzali mediante apposito giunto con guarni-
zioni dello stesso tipo di quello di dilatazione.

4.4 Giunto di dilatazione


I giunti di dilatazione delle grondaie e delle converse devono essere realizzali per consen-
tire le contrazioni e le dilatazioni conseguenti: alle variazioni di temperatura di cui in 3.2.1;
ai diversicoefficienti di dilatazione dei materialiche costituiscono la grondaia o la conver-
sa, di cui nel prosPetto 7.

4.4.1 Calcolo delle contrazioni e delle dilatazioni


Viene utilizzata la formula:
LL= Lx coefficiente dilatazione x Al l5l
dove:
L è la lunghezza del canale;
Lt è la variazione di temPeratura;
LL è la variazione totale di lunghezza.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 25


Nel prospetto 1O sono riportati a titolo di esempio le variazioni di lunghezza (in contrazio-
ne e dilatazione), espresse in millimetri per ogni metro di canale di gronda, con una tem-
peratura di Posa Pari a 18 'C.

prosp.tr. 10 Esempio di variazioni di lunghezza in mm/m a temperatura di posa di 18 "C

Variazione in millimetri ogni metro rame alluminio acctat0 PVC

ln contrazione (A/, = 36 "g; 0,64 0,89 0,46 z,oo

ln dilatazione (Ll2= 42"C) 0,70 0,99 0,50 2,94

Totale (Al= 80 "C) 1,34 1,88 0,96 5,60

Per temperature estreme di calcolo pari a -20 "C e +60 oC e, per esempio, per una distan-
za tra due punti fissi pari a L= 14 m, aggiungendo al valore calcolato di Al. un gioco di si-
curezzadi 5 mm, si ottengono i seguentivalori di progetto della capacità massima di as-
sorbimento (contrazione e dilatazione) di variazioni di lunghezza necessaria da parte del
giunto:
C= 5 mm + AL= 5 mm + 14 OOO mm x coefficiente didilatazione x 80 "C [mm] t6l

pr.spetto 1 1 Capacità di assorbimento contrazione e dilatazione necessaria per i diversi materali

, :.:,.41 ::: )

rame alluminio accrar0 PVC


Capacità di assorbimento necessaria

C(mm) 23,8 31,3 18,4 83,4

4.4.2 Modalità esecutive dei giunti


Esistono sostanzialmente due tipi di giunti:
- a scorrimento reciproco (a cannocchiale);
- ad assorbimento con elemento elastico deformabile'

4.4.2.1 Giunti a scorrimento


per l,esecuzione dei giunti a scorrimento occorre che una delle estremità delle grondaie da
collegare abbia dimensioni tali da poter essere inserita nell'altra estremità. Sulla
prima estre-
mita éi predispone una chiusura sul bordo, mentre sulla seconda la chiusura deve essere
ar-
retrata di uno spazio che consenta abbondantemente lo scorrimento necessario massimo
calcolato (normalmente per grondaie metalliche, l'arretramento è di 50 mm + 80 mm).
Le chiusure alle estremilà devono essere fissate e sigillate per evitare perdite;successi-
vamente al montaggio delle due parti di gronda le chiusure vengono coperte con un ele-
mento di cappello icoprigiunto) realizzato come nella figura 15 che ha la funzione di con-
sentire lo smaltimento dell'acqua nel breve tratto compreso tra le due chiusure di estremi-
tà. La lunghezzadel coprigiunto deve essere tale da consentire la massima dilatazione
prevista sàn.a che esso forzi sulle chiusure (figura 16). Si ricorda che i due tratti di gronda
interessati da questo tipo di giunto devono convogliare l'acqua in due pluviali differenti op-
pure in un imbuto.
Nelle figure 17 e 18 sono rappresentati due esempi di applicazione su grondaie a sezione
trapezoidale e semici rcolare.

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UNI 10724:2004
frg*a i5 Esempio di schema di realizzazione con elemento di cappello (coprigiunto)

Smontaggio = 5 + dilatazione max'


Srr* = Qnontuggio + contrazione max.
o _trJ
gmin
-
a= S^a*+ 2b
iiSura 16 Esempio di schema di esecuzione per consentire la massima dilatazione

4nin = 5
Smontaggio = 5 + dilatazione max'
4,u" = Smontaggio + contrazione max'

@ UNI Pagina2T
UNI 10724:2004
fisura 17 Esempi di applicazione di giunto per grondaia a sezione trapezoidale

Sezione
longitudinale

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 28


fis*a i8 Esempi di applicazione di giunto per grondaia a sezione circolare
Legenda
1 Giunto di dilatazione

4.4.2.2 Giunti con elemento flessibile


Sono costituiti da due brevitratti di canale di gronda o di conversa, collegatitra loro da una
banda elastomerica che, grazie alla sua elevata deformabilità, consente le contrazioni ed
assorbe le dilatazioni (figura 19). I giunti del canale di gronda vengono realizzali in opera,
utilizzando nastri di metallo/elastomero dello stesso spessore e dello stesso materiale del
metallo utilizzato per le grondaie (figure 20 e 21) che vengono fissati e sigillati alle stesse
grondaie.
La compensazione o l'assorbimento massimo consentito è indicata dalfabbricante:sono
disponibili bande con diversi assorbimenti consentiti, per esempio 20 mm o 40 mm'
ln funzione del tipo prescelto e del valore di calcolo di cui in 4.4.1, si puo calcolare la lun-
ghezza del tratto di grondaia di cui si devono assorbire le dilatazioni o la distanza tra due
giunti consecutivi.
Per esempio, utilizzando una banda con assorbimento consentito di 40 mm, canale di
gronda di alluminio:
A.L= 40 mm 171

Al= 80 "C
variazione (vedere prospetto 11) = 1,88 mm/m

distanza L -- nY-
-!1.88 mm/m = 21 m (massimo consentito)

ln talcaso igiunti didilatazione saranno postialla distanza massima consigliata di 14 m


se si tratta di grondaie esposte e di 21 m se si tratta di grondaie protette.
I giunti con elemento flessibile sono particolarmente indicati nellarealizzazione di conver-
se, nelle quali la banda di elastomero non rimane in vista'
Nota 1 Per entrambi i tipi di giunzione è preferibile che la distanza del giunto da un angolo non sia maggiore di 7 m.

Nota 2 Per consentire lo scorrimento di una grondaia in corrispondenza del bocchettone di scarico, è opportuno che
il diametro del bocchettone sia inferiore al diametro del pluviale di scarico o dell'invaso nella costruzione. ln
alternativa è possibile adottare una cassetta di scarico all'estremità superiore del pluviale che consenta dias-
sorbire le dilatazioni delle estremità deitratti dei canali di gronda.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 29


re Esempio di banda elastomerica

n Esempio di realizzazione di giunto con banda elastomerica

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 30


Secondo esempio di realizzazione di giunto con banda elastomerica
Legenda
1 Giunto di espansione
2 Neoprenevulcanizzato

n Esempio di staffa con fissaggio superiore

Esempio di sezione di gronda fissata con statfa e fissaggio superiore

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 31


24 Esempio di supporti con staffa in zona d'angolo

Esempi di giunzione per gronde di PVC


Legenda
1 Coprigiunto
2 Manicotto
3 Anelli
4 Canale

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 32


ligura Esempi di giunti a scorrimento o con elemento flessibile per gronde di PVC

Legenda
1 Giunto
à Guarnizione
à H,lottu di pressione
4 Testata
5 El"mento flessibile
6 Gronda

Giunto a scorrimento

Giunto con elemento flessibile

Giunto con elemento flessibile

4.5 Posizionamento e fissaggio deisupporti dei pluviali


I supporti dei pluviali devono essere posizionati secondo linee possibilmente rette e verti-
cali, ad una distanza regolare dal filo del muro di almeno 50 mm. Per particolari confor-
mazioni degliedifici, iltratto di raccordo tra due segmentiverticali dovrà presentare un'in-
clinazione tale da permettere il corretto deflusso delle acque evitando il ristagno di so-
stanze eventualmente trasportate. Si consiglia pertanto un'inclinazione, rispetto all'oriz-
zontale, maggiore di 10".
I supporti saranno fissati per mezzo di tasselli ad espansione o zanche murate diretta-
mente sul muro esterno dell'edificio, sono da preferire i supporti a collare con bulloni o viti
per il serraggio del pluviale (vedere figure da 22 a26).
Isupporti saranno in numero di 1 per ogni tratto di tubo di lunghezza minore di 3 m e in nu-
mero minore di2 per lunghezze maggiori.

4.6 Metodi di giunzione deitratti dipluviale


I tratti ditubo possono essere giuntatitra loro per inserimento di trattitroncoconici o, quan-
do esistono, nelle bicchierature.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 33


4.7 Protezione contro i fulmini
Uimpianto di protezione contro i fulmini deve essere progettato, data la specialità della
materia, da professionisti del settore. E tuttavia opportuno che vi sia un pieno coordina-
mento tra tutte le competenze, non esclusa quella dell'installatore, affinché si possano
adottare tutti gli idonei accorgimenti costruttivi che permettono di realizzare un impianto
efficace, semplice e senza pregiudicare I'estetica della copertura.
Si ritiene opportuno riportare alcune importanti considerazioni inerenti gli obblighi di legge
o normativiin merito.
ln base alla legislazione vigente, l'impianto di protezione è obbligatorios) nel caso in cui
l'edificio, anche solo in parte, sia adibito a particolari attività6) o dove norme specifiche
(per esempio norme sull'edilizia scolastica, emanate dal Ministero dei Lavori Pubblici) ne
prevedano espressamente I'adozione.
La legislazione vigente sulla sicurezza degli impianti civiliT), che si applica espressamente
anche a questi impianti, considera come "costruiti a regola d'arte" gli impianti realizzati
secondo le normative UNI e CEl.
E pertanto fondamentale richiamare la CEI 81-1 "Protezione di strutture contro i fulmini",
la quale Iornisce il metodo per il calcolo della probabilità di fulminazione, in funzione
dell'orografia e climatologia della zona, della morfologia dell'edificio, dell'influenza di altre
strutture vicinali, ecc., e la classificazione del volume da proteggere, ln base a questi ele-
menti il progettista determina il grado di protezione da ottenere.
La probabilità di fulminazione, come sievince dalla norma, è indipendente dal materiale
con cui è realizzala la copertura.
Si rammenta infine che in caso di copertura metallica, purché realizzala con gli spessori
previsti dalla citata CEI 81-1 , essa può assolvere anche alla funzione di organo di capta-
zione naturale. Connettendo tra loro copertura, gronda metallica e tubi pluviali metallici,
questi ultimi, purché di sezione idonea (spessore di parete x circonferenza del tubo), pos-
sono essere impiegati anche come organi di discesa naturali.

MANUTENZIONE
La manutenzione del sistema di raccolta e smaltimento delle acque è necessaria per il
corretto funzionamento dello stesso nel tempo.
La frequenza e il tipo di manutenzione dipende da diversi fattori, tra questi si possono ri-
cordare:
- la vicinanza a sorgenti inquinanti (ciminiere, camini, ecc');
- la vicinanza ad alberi di alto fusto con possibilità di caduta ed accumulo sulla coper-
tura difoglie, ecc.;
- la presenza considerevole di volatili che stazionano nei pressi della copertura (piccio-
ni, ecc.);
- il tipo di elemento di copertura (per esempio:tegole con strato di protezione in grani-
glia, lastre di pietra scistosa, ecc.);
- localizzazione geografica della copertura (clima della zona, presenza diventi che creano
depositi eolici, ecc.);
- l'esposizione della falda di copertura che facilita la presenza di muffe, ecc'
Lo scopo della manutenzione è quello di controllare ed eventualmente ripristinare il cor-
retto deflusso dell'acqua;tra le principali operazioni si ricorda:
- rimozione dei detriti depositati nelle gronde (foglie, ecc.);
- pulizia delle zone di scarico: imbocco pluviali, griglie di protezione;
- controllo di eventuali danneggiamenti (parti staccate, gronde piegate, abbassate,
ecc.) e ripristino della situazione iniziale;
- eliminazione di perdite in gronde e pluviali in corrispondenza dei giunti.

5) Al momento della pubblicazione della presente norma è in vigore il DPR 547 del 27 aprile 1955, art. 88.
6) Al momento della pubblicazione della presente norma è in vigore il DPB 689 del 26 maggio 1959.
7\ Al momento della pubblicazione della presente norma è in vigore la Legge 5 marzo 1990, n" 46.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 34


figura Esempi di giunti a scorrimento o con elemento flessibile per gronde di PVC

Legenda
1 Giunto
à Guarnizione
3 Molla di pressione
4 Testata
5 El"mento flessibile
6 Gronda

Giunto con elemento flessibile

4.5 Posizionamento e fissaggio dei supporti dei pluviali


I supportidei pluviali devono essere posizionatisecondo linee possibilmente rette e verti-
cali, ad una distanza regolare dal filo del muro di almeno 50 mm. Per particolari confor-
mazioni degli edifici, il tratto di raccordo tra due segmenti verticali dovrà presentare un'in-
clinazione tale da permettere il corretto deflusso delle acque evitando il ristagno di so-
stanze eventualmente trasportate. Si consiglia pertanto un'inclinazione, rispetto all'oriz-
zontale, maggiore di 10".
I supporti saranno fissati per mezzo di tasselli ad espansione o zanche murate diretta-
mente sul muro esterno dell'edificio, sono da preferire i supporti a collare con bulloni o viti
per il serraggio del pluviale (vedere figure da 22 a26).
Isupporti saranno in numero di 1 per ogni tratto di tubo di lunghezza minore di 3 m e in nu-
mero minore di2 per lunghezze maggiori.

4.6 Metodi di giunzione deitratti dipluviale


I tratti ditubo possono essere giuntatitra loro per inserimento ditrattitroncoconici o, quan-
do esistono, nelle bicchierature.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 33


La frequenza delle operazioni di manutenzione dipende quindi dalle situazioni particolari
innanzi citate, in linea di massima tali operazioni si effettuano contemporaneamente al
controllo della copertura e spesso sono richreste dopo forti temporali, forti nevicate, forti
venti. Una frequenza comunque annuale è consigliabile in ogni caso.

FAS] TRANSITORIE E DI CANTIERE

6.1 Modalità di carico e trasporto di canali di gronda e pluviali


ll carico, presso lo stabilimento di produzione, deve essere fatto esclusivamente con gru
a ponte munite di bilanciere o imbragatore a fasce, oppure con carrelli con forche rivestite
digomma.
La disposizione dei prodotti sull'automezzo sarà effettuata secondo le indicazioni del tra-
sportatore. ll carico deve viaggiare sempre coperto'

6.2 Modalità di scarico

6.2.1 Scarico automezzi con gru


Si puo impiegare qualsiasi tipo di gru purché munita di bilanciere e tiranti a fascia morbida.
Non devono essere usati per lo scarico funi metalliche, corde, catene o simili.
Si consiglia di imbragare i pacchi lasciando sporgere I 20o/" - 25% della lunghezza del
materiale ad ogni estremità.

6.2.2 Scarico con carrello a forche


La lunghezza delle forche deve sempre impegnare l'intera larghezza del collo da scarica-
re.l-interasse tra le forche deve essere proporzionato alla lunghezza del pacco e non do-
vrebbe avere un valore minore del 50% della lunghezza del collo stesso.

6.3 Stoccaggio al coperto


I colli di materiale devono essere immagazzinati in locali coperti chiusi, con leggera ven-
tilazione, privi di umidità e non polverosi.
per immagazzinare i pacchi di materiali sovrapposti fra di loro, è indispensabile inserire
trasversalmente deidistanziatori, legno o polistirolo, postiad interasse di 100 cm max. E
consigliabile non sovrapporre piu di2 pacchi.
I pacchi, anche se stoccati al coperto, devono appoggiare sempre su di un piano con una
pur minima pendenza.

6.4 Stoccaggio all'apefto


I semilavorati di metallo devono essere stoccati al coperto ed al chiuso; quando questo
non è possibile e si deve ricorrere allo stoccaggio all'aperto, è importante ricordare che
detti materiali, quando sono impaccati, possono essere danneggiati dalla pioggia, dalla
condensa, dalla polvere, dai raggi ultravioletti, ecc.
È tassativo, quando non si puo evitare lo stoccaggio all'aperto, che i pacchi siano posizio-
nati con una leggera inclinazione per impedire il ristagno di acqua.
Coprire con teloni in caso di maltempo e rimuovere la copertura per ventilare il materiale
ed impedire la condensa, non appena le condizioni lo consentono.

6.5 Prodottizincati
ll montaggio del materiale deve awenire entro pochi giorni dal ricevimento. ln caso con-
trario procedere all'apertura dei pacchi ventilandoli e proteggendoli, per evitare la forma-
zione di ossido (ruggine bianca).

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 35


6.6 Prodotti preverniciati
Possono essere protetti da film autoadesivo che li preserva da alterazioni duranle il tra-
sporto e il montaggio; è necessario rimuovere il film in caso di stoccaggro prclurEaio o
esposizione ai raggi ultravioletti, poiché la pellicola pelabile puo provocare prccessr c.
condensazione dando luogo ad alterazioni ed ammorbidimento della vernìce.
Qualora non fossero state adottate le precauzioni sopra indicate, si potrebbero presentare
chiazze di ruggine o alterazione delcolore.
ln detti casi è consigliabile la sostituzione degli elementi danneggiati con altri nuovi: qua-
lora non fosse possibile è opportuno pulire la superficie con un panno vaselinato.

61 Precauzioni nelcorso del montaggio

6.7.1 Tagli in cantiere


Usare seghe a disco dentato o seghetti alternativi.
Evitare il taglio con mola a disco.
Proteggere lazona di taglio con nastro per ottenere un taglio pulito.
Non proiettare trucioli o scintille sulla superficie della lamiera per evitare graffi o alterazio-
ne della vernice.
Pulire immediatamente i depositi discorie rimastisulle lamiere.
Asportare i trucioli che rimangono vicino al luogo della foratura.

COLLAUDO
Una volta posizionato il canale con la pendenza prevista e sistemate e sigillate tutte le
giunzioni tra i vari pezzi o settori si procede al collaudo di tenuta dei giunti e dello scorri-
mento dell'acqua.
ll collaudo può essere effettuato facendo scorrere l'acqua, con opportuna adduzione, per
5 min in prossimità del giunto, verificando la tenuta del giunto e lo scorrimento dell'acqua
nella direzione della bocchetta di smaltimento.
La verifica deve essere effettuata in tutte le zone di giunzione e scarico dei canali.

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 36


APPENDICE A BIBLIOGRAFIA
(informativa)

uNl 8088 Lavori inerenti le coperture deifabbricati- Criteriper la sicurezza


uNt 9460 Coperture discontinue - Codice di pratica per la progettazio-
ne e l'esecuzione di coperture discontinue con tegole di la-
terizio e cemento
uNl 10636 Lastre ondulate di fibrocemento per coperture - lstruzioni
per I'installazione
UNI EN 1329-1:2000 Sistemi di tubazioni di materia plastica per scarichi (a bassa
ed alta temperatura) all'interno deifabbricati - Policloruro di
vinile non plastificato (PVC-U) - Specifiche per tubi, raccordi
e per il sistema
uNt EN 1453-1 Sistemi di tubazioni di materia plastica con tubazioni a parete
strutturata per lo scarico di acque nere ed usate (bassa e alta
temperatura) all'interno dell'edificio - Policloruro di vinile non
plastificato (PVC-U) - Specifiche per tubazioni e sistemi
uNt EN 10169-2 Prodotti piani di acciaio rivestiti con materiale organico (na-
stri rivestiti) - Prodotti per edilizia per applicazioni esterne
UNI EN 12056-1:2001 Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifi-
ci - Requisiti generali e prestazioni
UNI EN 12056-5:2001 Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifi-
ci - lnstallazione e prove, istruzioni per I'esercizio, la manu-
tenzione e l'uso
UNI ENV 1453-2 Sistemi di tubazioni di materia plastica con tubazioni a parete
strutturata per lo scarico di acque nere ed usate (bassa e alta
temperatura) all'interno dell'edificio - Policloruro di vinile non
plastificato (PVC-U) - Verifica della conformità
uNt ENV 1993-1-1 Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture diacciaio - Par-
te 1-1 : Regole generali e regole per gli edifici
uNt ENV 1993-1-3 Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio - Par-
te 1-3: Regole generali - Criteri complementari per l'impiego
dei profilati e lamiere sottili piegati a freddo
uNt ENV 1993-1-4 Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture diacciaio - Par-
te 1-4: Regole generali - Criteri supplementari per acciaio
inossidabile
prEN 1453-3 Plastics piping systems with structured wall pipes for soil
and waste discharge (low and high temperature) inside
buildings - Unplasticized polyvinyl chloride (PVC-U) -
Guidance for installation
DM 9 gennaio 1996 Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo
delle strutture di cemento armato, normale e pre-compres-
se e per le strutture metalliche
DM 16 gennaio 1996 Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di si-
curezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi

UNI 10724:2004 O UNI Pagina 37


uNl
Ente Nazionale ltaliano La pubblicazione della presente norma awiene con la partecipazione volontaria dei Soci,
di Unificazione dell'lndustria e dei Ministeri'
B
Via Battistotti Sassi, 11 Riproduzione vietata - Legge 22 aprile 1941 Na 633 e successivi aggiornamenti.
20133 Milano.ltalia

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