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ORDINE DEGLI INGEGNERI

DELLA PROVINCIA DI FROSINONE

CORSODI AGGIORNAMENTOIN
AGGIORNAMENTO INPREVENZIONE
PREVENZIONEINCENDI
INCENDI
DM 5 AGOSTO 22011

MODULO:
RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE
D.P.R. N. 151/2011
E SICUREZZA STRUTTURALE

Frosinone, Ordine degli Ingegneri, 16 settembre 2015


Frosinone, Ordine degli Ingegneri, 24 maggio 2018

Dott.Ing. Giovanni Rezoagli


La facilitazione e la semplificazione per le imprese e cittadini
è un concetto che viene introdotto già negli anni ’90.

2007: Viene attivata la prevenzione incendi on line

2009: Semplificazione dei procedimenti di


prevenzione, in applicazione del decreto
«taglia oneri» (gpl)

2010: Legge 30.07.2010, n.122 in materia di snellimento


dell'attività amministrativa (SCIA);
DPR 7 settembre 2010, n.160 - Regolamento per la
semplificazione ed il riordino della disciplina sullo sportello unico
per le attività produttive, dell'articolo 38.
Sulla scorta del nuovo impianto normativo creatosi, nasce
la necessità di predisporre un nuovo “Regolamento” che
semplifichi la disciplina dei procedimenti relativi alla
prevenzione degli incendi,

DPR 1 agosto 2011 , n. 151


entrato in vigore il 7 ottobre 2011

TESTO UNICO IN MATERIA DI PREVENZIONE INCENDI


DM 3 agosto 2015

Operare una semplificazione delle regole, garantendo contenuti chiari


e stabili: meno prescrittive, maggiormente prestazionali, più flessibili,
sostenibili (delega del Parlamento per Scuole e Ospedali).
Tutela della pubblica e privata incolumità in caso di incendio
(con minori investimenti)
TESTO UNICO IN MATERIA DI PREVENZIONE INCENDI

E’ stato emanato con DM 3 agosto 2015 il Testo Unico in materia


di prevenzione incendi che potrà semplificare il ricorso ai metodi
prestazionali, offrendo al progettista degli strumenti di lavoro più
flessibili rispetto alle attuali regole tecniche di natura rigidamente
prescrittiva.

Nuovo l’approccio alla progettazione della prevenzione incendi :

- maggiore flessibilità progettuale nello sfruttamento delle


misure compensative
- possibile risparmio economico

- semplificazione e migliore accessibilità ai metodi


prestazionali dell’ingegneria della sicurezza antincendio
- riduzione del ricorso all’istituto della deroga
Art. 14. - D.Lgs. 139/06
Competenze e attività
1. La prevenzione incendi e' affidata alla competenza esclusiva del Ministero
dell'interno, che esercita le relative attività attraverso il Dipartimento e il
Corpo nazionale VVF.

2. Le attività di prevenzione incendi sono in particolare:


a) l'elaborazione di norme di prevenzione incendi;
b) il rilascio del certificato di prevenzione incendi, di atti di
autorizzazione, di benestare tecnico, di collaudo e di certificazione,
comunque denominati, attestanti la conformità alla normativa di
prevenzione incendi di attività e costruzioni civili, industriali, artigianali e
commerciali e di impianti, prodotti, apparecchiature e simili;
c) il rilascio a professionisti, enti, laboratori e organismi di atti di
abilitazione, iscrizione e autorizzazione comunque denominati, attestanti la
sussistenza dei requisiti necessari o l'idoneità a svolgere attività di
certificazione, ispezione e prova nell'ambito di procedimenti inerenti alla
prevenzione incendi;
Art. 14. - D.Lgs. 139/06
Competenze e attività

2. Le attività di prevenzione incendi sono in particolare (SEGUE):


f) la partecipazione alle attività di organismi collegiali, istituiti presso le
pubbliche amministrazioni, l'Unione europea o le organizzazioni
internazionali, deputati, in base a disposizioni di legge o regolamentari, a
trattare questioni connesse con la prevenzione incendi, fermo restando
quanto previsto in materia di organizzazione amministrativa di organi dello
Stato;
g) le attività di formazione, di addestramento e le relative attestazioni di
idoneità;
h) l'informazione, la consulenza e l'assistenza;
i) i servizi di vigilanza antincendio nei locali di pubblico spettacolo ed
intrattenimento e nelle strutture caratterizzate da notevole presenza di
pubblico;
l) la vigilanza sull'applicazione delle norme di prevenzione incendi di cui
alla lettera a).
Art. 16. - D.Lgs. 139/2006
Certificato di prevenzione incendi

Il certificato di prevenzione incendi attesta il


rispetto delle prescrizioni previste dalla
normativa di prevenzione incendi e la
sussistenza dei requisiti di sicurezza
antincendio nei locali, attività, depositi,
impianti ed industrie pericolose.

Con lo stesso decreto è fissato il periodo di validità


del certificato per le attività ivi individuate.
Il certificato di prevenzione incendi, così come
inteso nel DPR 151/11, analogamente al verbale
della visita tecnica, non è più un provvedimento
finale di un procedimento amministrativo, ma
costituisce solo il risultato del controllo
effettuato.

Il CPI assume la valenza di “attestato del rispetto


delle prescrizioni previste dalla normativa di
prevenzione incendi e della sussistenza dei
requisiti di sicurezza antincendio“.
Art. 16. - D.Lgs. 139/06
Certificato di prevenzione incendi

Qualora l'esito del procedimento rilevi la mancanza dei


requisiti previsti dalle norme tecniche di prevenzione
incendi, il Comando provinciale non provvede al
rilascio del certificato, dandone comunicazione
all'interessato, al sindaco, al prefetto e alle altre
autorità competenti ai fini dei provvedimenti da
adottare nei rispettivi ambiti.
Le determinazioni assunte dal Comando provinciale
sono atti definitivi.
Art. 19. - D.Lgs. 139/06
Vigilanza
1. Il Corpo nazionale esercita, con i poteri di polizia
amministrativa e giudiziaria, la vigilanza sull'applicazione
della normativa di prevenzione incendi in relazione alle
attività, costruzioni, impianti, apparecchiature e prodotti ad
essa assoggettati.
2. La vigilanza si realizza attraverso visite tecniche, verifiche e
controlli disposti di iniziativa dello stesso Corpo, anche con
metodo a campione o in base a programmi settoriali per
categorie di attività o prodotti, ovvero nelle ipotesi di
situazioni di potenziale pericolo segnalate o comunque
rilevate.
3. Nell'esercizio dell'attività di vigilanza, il Corpo nazionale può
avvalersi di amministrazioni, enti, istituti, laboratori e
organismi aventi specifica competenza.
Art. 19. - D.Lgs. 139/06
Vigilanza

2. Al personale incaricato delle visite tecniche, delle


verifiche e dei controlli e' consentito:

• l'accesso alle attività, costruzioni ed impianti interessati,


anche durante l'esercizio;
• l'accesso ai luoghi di fabbricazione, immagazzinamento
e uso di apparecchiature e prodotti;
• l'acquisizione delle informazioni e dei documenti
necessari;
• il prelievo di campioni per l'esecuzione di esami e prove
e ogni altra attività necessaria all'esercizio della
vigilanza.
Art. 19. - D.Lgs. 139/06
Vigilanza

3. Qualora nell'esercizio dell'attività di vigilanza siano


rilevate condizioni di rischio, l'inosservanza della
normativa di prevenzione incendi ovvero
l'inadempimento di prescrizioni e obblighi a carico dei
soggetti responsabili delle attività, il Corpo nazionale
adotta, attraverso i propri organi, i provvedimenti di
urgenza per la messa in sicurezza delle opere e dà
comunicazione dell'esito degli accertamenti effettuati
ai soggetti interessati, al sindaco, al prefetto e alle
altre autorità competenti, ai fini degli atti e delle
determinazioni da assumere nei rispettivi ambiti di
competenza.
Art. 20.- D.Lgs. 139/06
Sanzioni penali e sospensione dell'attività
La L. 818/84 art.4 aveva previsto la sanzione penale
per la mancata richiesta del CPI.
Il nuovo Regolamento “attiva” l’art. 20 del D.to L.vo 139/06

1. Chiunque, in qualità di titolare di una delle attività


soggette al rilascio del certificato di prevenzione
incendi, ometta di richiedere il rilascio o il rinnovo
del certificato medesimo e' punito con l'arresto sino ad
un anno o con l'ammenda da 258 euro a 2.582 euro,
quando si tratta di attività ……….,
Art. 20.- D.Lgs. 139/06
Sanzioni penali e sospensione dell'attività

2. Chiunque, nelle certificazioni e dichiarazioni rese ai


fini del rilascio o del rinnovo del certificato di
prevenzione incendi, attesti fatti non rispondenti al
vero e' punito con la reclusione da tre mesi a tre
anni e con la multa da 103 euro a 516 euro.
La stessa pena si applica a chi falsifica o altera le
certificazioni e dichiarazioni medesime.
Art. 20.- D.Lgs. 139/06
Sanzioni penali e sospensione dell'attività

3. …… il prefetto può disporre la sospensione


dell'attività nelle ipotesi in cui i soggetti responsabili
omettano di richiedere:
- il rilascio ovvero il rinnovo del certificato di
prevenzione incendi;
- i servizi di vigilanza nei locali di pubblico spettacolo
ed intrattenimento e nelle strutture…… per i quali i
servizi medesimi sono obbligatori.
La sospensione e' disposta fino all'adempimento
dell'obbligo.
D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151
"Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti
relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell’articolo 49, comma 4 -
quater, del D.L. 31.05.2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge
30.07.2010, n. 122".
Recepisce quanto previsto dalla legge 30.07.2010,n.122
in materia di snellimento dell'attività amministrativa (SCIA).
e il DPR 7 settembre 2010, n. 160 - Regolamento per la semplificazione
ed il riordino della disciplina sullo sportello unico per le attività produttive,
dell'articolo 38, …….

I primi indirizzi applicativi emanati
 La nota prot. 4865/4101/23  del 05.10.2011
 La Lettera Circolare prot. 13061 del 06.10.2011
 La Lettera Circolare prot. 14005 del 26.10.2011
 La nota prot. 5238/4122/32Q1 del 24.10.2011
 La nota prot. 16031 del 05.12.2011

DM 7 agosto 2012 (sostituisce DM 4 maggio 1998)


Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i
procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi
dell'articolo 2, comma 7, del DPR 1° agosto 2011, n. 151.

16
DDCPST n. 200 del 31.10.2012 (modulistica istanze)
5

Prima del DPR 151/11


(1) Il cittadino chiede il rilascio del CPI
(2) Il cittadino dichiara l'inizio dell'attività con la DIA che è
autorizzazione provvisoria all'esercizio
(3) I Vigili del fuoco eseguono sopralluogo
(4) I Vigili del fuoco rilasciano CPI che è autorizzazione
permanente all'esercizio

Dopo il DPR 151/11


(1) Il cittadino presenta la SCIA che è autorizzazione
permanente all'esercizio
(2) I vigili del fuoco eseguono visita tecnica e verificano la regolarità
della SCIA
(3) I Vigili del fuoco rilasciano verbale di visita tecnica, che in alcuni
casi si chiama CPI.
DPR 151/2011 : novità

Le attività sottoposte ai controlli di prevenzione


incendi vengono distinte in relazione :

• alla dimensione dell’impresa;


• al settore di attività;
• all’esistenza di specifiche regole tecniche;
• alle esigenze di tutela della pubblica incolumità.
DPR 151/2011 : novità

l'attualizzazione dell'elenco (ex DM 16/02/1982) delle


attività sottoposte ai controlli di prevenzione incendi
(nuovo elenco con 80 attività)

l'introduzione del principio di proporzionalità che


correla le attività sottoposte ai controlli di prevenzione
incendi a 3 categorie A, B e C, individuate in ragione
della gravità del rischio e/o del grado di complessità che
contraddistingue l'attività stessa

l'individuazione di procedimenti differenziati a


seconda della categoria di appartenenza, semplificati per
le attività di categoria A e B
DPR 151/2011 : novità

l’aggiornamento ed il riadattamento delle modalità di


presentazione delle istanze concernenti i
procedimenti di prevenzione incendi, per ciò che attiene
la valutazione dei progetti, i controlli di prevenzione
incendi, il rinnovo periodico di conformità antincendio, la
deroga, il nulla osta di fattibilità, le verifiche in corso
d'opera, la voltura.

una più efficace azione di controllo dei Comandi VVF,


concentrando maggiormente le verifiche sulle attività a
rischio di incendio più elevato

trasferimento ai professionisti di una consistente mole


di responsabilità (SCIA, asseverazioni), oltre a quelle
già sostenute (CERT. REI, collaudi, ecc.)
DPR 151/2011 : novità

Il tecnico cambia ora il ruolo e la posizione rispetto agli


altri soggetti coinvolti: il professionista diventa
responsabile “ultimo” del procedimento, con
riferimento alla SCIA e relative asseverazioni
delle attività di categoria A e B.

La pratica di prevenzione incendi in categoria A e B


viene chiusa dal tecnico, salvo l’eventuale visita di
controllo a campione da parte dei VVF.

Visita di controllo che però assume ora un


“carattere ispettivo” e non già di verifica finale
di corrispondenza tra progetto approvato ed attività
avviata.
DPR 151/2011 : novità

• Il CPI, così come inteso nel nuovo regolamento,


analogamente al verbale della visita tecnica, non è più un
provvedimento finale di un procedimento amministrativo, ma
costituisce solo il risultato del controllo effettuato e non ha
validità temporale.

• Il CPI assume la valenza di “attestato del rispetto delle


prescrizioni previste dalla normativa di prevenzione
incendi e della sussistenza dei requisiti di sicurezza
antincendio”. (art 16 D.lgs n° 139/2006)

22
D.P.R. 151/2011 - NOVITA’
ALLEGATO I
Nuovi limiti
71- Aziende e gli uffici con 500 persone: il nuovo limite
diventa 300 persone

70- I locali adibiti a depositi di superficie lorda superiore a


1.000 mq: sono assoggettati solo se detengono quantitativi
di merci e materiali combustibili superiori complessivamente
a 5.000 kg

75- Autorimesse pubbliche e private, parcheggi pluriplano e


meccanizzati di superficie complessiva coperta >300 mq (no
> a 9 autoveicoli);
Per le autorimesse esistenti si possono avere due situazioni:
• autorimessa con una superficie inferiore a 300 mq e con più di 9
autoveicoli: non soggetta.
• autorimessa con una superficie maggiore a 300 mq e con meno di
9 autoveicoli: soggetta e ricadente in categoria A.
D.P.R. 151/2011 - NOVITA’
ALLEGATO I

Nuove Attività

78 - Aerostazioni, stazioni ferroviarie, stazioni marittime, con


superficie coperta accessibile al pubblico superiore a 5.000 m2;
metropolitane in tutto o in parte sotterranee.

79 - Interporti con superficie superiore a 20.000 m2

80 - Gallerie stradali di lunghezza superiore a 500 m e ferroviarie


superiori a 2000 m

48 - Centrali termoelettriche, macchine elettriche fisse (trasformatori)


con presenza di liquidi isolanti combustibili in quantitativi
superiori a 1 m3

55 - attività di demolizioni di veicoli e simili con relativi depositi, di


superficie superiore a 3.000 mq;
D.P.R. 151/2011 - NOVITA’
ALLEGATO I

Nuove Attività

66: strutture turistico-ricettive nell’aria aperta (campeggi,


villaggi turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore a 400
persone;

67: asili nido con oltre 30 persone presenti;

68: strutture sanitarie che erogano prestazioni di assistenza


specialistica in regime ambulatoriale, ivi comprese quelle
riabilitative, di diagnostica strumentale e di laboratorio, di
superficie complessiva superiore a 500 mq
(dunque non solo ospedali e case di cura ma anche strutture come,
ad esempio, i poliambulatori);

18: esercizi di minuta vendita e/o depositi di sostanze esplodenti


D.P.R. 151/2011 - NOVITA’
ALLEGATO I
Nuove Attività
73 - Edifici e/o complessi edilizi a uso terziario e/o industriale
caratterizzati da promiscuità strutturale e/o dei sistemi delle vie
di esodo e/o impiantistica con presenza di persone superiore a
300 unità, ovvero di superficie complessiva superiore a 5.000
m2, indipendentemente dal numero di attività costituenti e dalla
relativa diversa titolarità.

Promiscuità strutturale: una struttura che sottoposta all’azione del


fuoco induce sollecitazioni non dovute alle strutture limitrofe mettendo a
repentaglio il requisito della stabilità;
Promiscuità impiantistica: l’impianto considerato come fonte di
innesco (impianti elettrici, impianto fluidi infiammabili ecc.) può
determinare la propagazione dell’incendio agli ambienti limitrofi.
Se è presente un impianto di protezione attiva una eventuale
promiscuità và attentamente valutata e gestita in quanto potrebbe
determinare un cattivo o mancato funzionamento.
Le 300 unità si riferiscono all’intero complesso edilizio quale
somma del numero di persone presenti in ogni edificio o sub ambiente.
A decorrere dal 1° gennaio 2014, le procedure
semplificate introdotte dal Dpr 151/2011 si applicano
anche agli stabilimenti a rischio di incidente rilevante
soggetti alla presentazione del rapporto di sicurezza.
La novità è prevista dall’articolo 8, comma 7 del DL 101/2013
(cd. “Razionalizzazione della P.a.”), convertito definitivamente in legge dalla
recente legge 125/2013, che innova sul punto rispetto al Dpr 151/2011
recante “semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla
prevenzione degli incendi”, il quale invece esclude espressamente gli
impianti “Seveso” dal proprio campo di applicazione (articolo 8, comma 7).

A tal fine l’articolo 8 del Dl 101/2013 prevede l’adozione di un apposito


decreto per l’adeguamento del DM 19 marzo 2001 (“Procedure di
prevenzione incendi relative ad attività a rischio di incidente rilevante”) al
nuovo “principio di proporzionalità” introdotto dal Dpr 151/2001, che
diversifica gli adempimenti in ragione della gravità del rischio. Stando al
dettato normativo, il nuovo DM doveva essere emanato entro il 30 ottobre
2013.
D.P.R. 1° agosto 2011 n° 151
RACCORDO CON LE PROCEDURE SUAP

Quando l’attività produttiva rientra nell’elenco di cui


all’Allegato I del D.P.R. 151/2011
la “dichiarazione del direttore dei lavori, circa la
conformità dell'opera al progetto presentato e la
sua agibilità”,
da produrre al SUAP ai sensi del comma 1 dell’art. 10 del
D.P.R. 7 settembre 2010 n° 160,
è completata, ai fini della sicurezza antincendio, dalla
“SCIA ai fini della sicurezza antincendio”
di cui all’art. 4 del D.P.R. 1° agosto 2011 n° 151
Procedimento automatizzato
(Capo III del DPR 160/10)
Laddove la pubblica Amministrazione non deve esprimere alcun
apprezzamento tecnico-discrezionale per il rilascio dell’atto di assenso
comunque denominato, dovendosi esclusivamente effettuare un mero
accertamento della sussistenza dei requisiti predeterminati dalla legge,
si applica la S.C.I.A.

Il SUAP, al momento della presentazione della SCIA, verifica, con


modalità informatica, la completezza formale della segnalazione e dei
relativi allegati. In caso di verifica positiva, rilascia automaticamente la
ricevuta e trasmette immediatamente in via telematica la segnalazione
e i relativi allegati alle amministrazioni e agli uffici competenti.

A seguito di tale rilascio, il richiedente


può avviare immediatamente l'intervento o l'attività
(art.5 co. 5 DPR 160/10).
Procedimento ordinario
(Capo IV del DPR 160/10)

Diversamente le istanze sono presentate al SUAP che entro 30


giorni dal ricevimento, salvi i termini più brevi previsti dalla disciplina
regionale, può richiedere all'interessato la documentazione
integrativa; decorso tale termine l'istanza si intende correttamente
presentata.

CONFERENZA DI SERVIZI
Quando e' necessario acquisire intese, nulla osta, concerti o assensi
di diverse amministrazioni pubbliche, il responsabile del SUAP può
indire una conferenza di servizi. La conferenza di servizi e' sempre
indetta nel caso in cui i procedimenti necessari per acquisire le
suddette intese, nulla osta, concerti o assensi abbiano una durata
superiore ai novanta giorni.
Prima dei lavori

Istanza di realizzazione ex novo  S.U.A.P.
di un albergo con 200 posti 
letto
Richiesta  Parere 
Attività in Allegato I  parere in 60 gg
Categoria C
Comando Prov.le
VVF Permesso a 
Intervento di nuova  costruire
costruzione 

A lavori ultimati
• Dichiarazione  direttore  lavori
Invio da parte del  titolare  sulla  conformità dell’opera  e  Immediato avvio 
al SUAP sulla sua agibilità dell’attività
• Certificato di collaudo reso da
professionista (se previsto)
• SCIA ex art. 4 del DPR151/11
Sopralluogo VV.F.
Prima dei lavori

Ristrutturazione di un  S.U.A.P. Il titolare non può inoltrare 


manufatto edilizio esistente  semplicemente la SCIA edilizia       
per la realizzazione di un e attivare il procedimento 
albergo con 200 posti letto Richiesta  Parere 
parere in 60 gg automatizzato ma deve
ricorrere al procedimento 
Hp: Senza necessità di  Comando Prov.le ordinario perché c’è un parere 
permesso a costruire VVF sul progetto da richiedere al 
Comando VV.F.

A lavori ultimati
• Dichiarazione  direttore  lavori
Invio da parte del titolare  Immediato avvio 
sulla  conformità dell’opera  e 
al SUAP dell’attività
sulla sua agibilità
• Certificato di collaudo reso da
professionista (se previsto)
• SCIA ex art. 4 del DPR151/11 Sopralluogo VV.F.
attività produttiva
Presentazione documentazione

Procedimento automatizzato SUAP Procedimento ordinario


(Capo III del DPR 160/10) (Capo IV del DPR 160/10)
attività categoria B e C

Conferenza di
Presentazione S.C.I.A. servizi/acquisizione nulla
osta e assensi da altre
Amministrazioni

Contestuale rilascio ricevuta


Ai VVF per
Provvedimento conclusivo parere di
del procedimento che conformità
costituisce titolo unico per la
Inizio attività realizzazione dell'intervento
e per lo svolgimento delle
Solo per attività categoria A attività richieste

Trasmissione Comunicazione al SUAP


documentazione ultimazione dei lavori + “SCIA ai
a VVF fini della sicurezza antincendio”
Nella sua volontà di semplificazione il DPR 151 ha di
fatto riportato i professionisti antincendio ad un ruolo
di protagonisti nei procedimenti di prevenzione incendi
che non avevano più dai tempi del NOP.

Ma anche i progettisti e gli installatori di impianti


condividono un ruolo di maggior protagonismo, in
un quadro normativo che adesso promuove in gran
parte il processo di autocertificazione.
• Il professionista è chiamato a fare delle
valutazioni di tipo qualitativo e quantitativo
sulle diverse opzioni possibili per
raggiungere gli obiettivi di sicurezza
complessivi, in un panorama che si fa sempre
più ingegneristico e sempre meno di mera
verifica del rispetto di norme prescrittive
dettagliate.
PROROGA PER ATTIVITÀ ESISTENTI DI NUOVA
ASSOGGETTAZIONE AI CONTROLLI DI
PREVENZIONE INCENDI EX DPR 151/2011.

La Legge 98/2013 di conversione del D.L.n. 69/2013 ha


introdotto un transitorio per le aziende che non
rientravano nel campo di applicazione della precedente
normativa antincendi
e che sono successivamente rientrate nel campo di
applicazione del DPR 151/2011.
A conti fatti, le aziende, gli enti e i privati responsabili
delle nuove attività introdotte all'Allegato I, esistenti alla
data di pubblicazione del DPR 151/2011, hanno avuto
tempo fino al 7 ottobre 2016 per espletare gli
adempimenti derivanti dal DPR 151/2011 (Art. 2bis L. n.
11/2015)
Chiariamo innanzitutto che le proroghe o le
esenzioni riguardano solo le attività che prima del
D.P.R. 151 del 2011 non erano soggette ad alcun
obbligo relativo all'ottenimento del Certificato
Prevenzione Incendi (C.P.I.) e che, con l'entrata in
vigore del suddetto D.P.R., lo sono diventate.

Per le altre attività, che prima del 2011, erano già


soggette e sono continuate a rimanerlo, non
cambia nulla.
Attività soppresse del DM 16.2.1982
19) Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono vernici,
inchiostri e lacche infiammabili e/o combustibili con quantitativi globali in
ciclo e/o in deposito superiori a 500 Kg
____________________________________________________________
20) Depositi e/o rivendite di vernici, inchiostri e lacche infiammabili e/o
combustibili:
- con quantitativi da 500 a 1.000 Kg
- con quantitativi superiori a 1.000 Kg
____________________________________________________________
52) Stabilimenti per lo sviluppo e la stampa delle pellicole cinematografiche
____________________________________________________________
95) Vani di ascensori e montacarichi in servizio privato, aventi corsa sopra il
piano terreno maggiore di 20 metri, installati in edifici civili aventi altezza in
gronda maggiore di 24 metri e quelli installati in edifici industriali di cui
all'art. 9 del D.P.R. 29 maggio 1963, n. 1497
Attività di nuova introduzione
Attività di nuova riformulazione dei criteri di assoggettabilità

-attività n. 18: esercizi di minuta vendita e/o depositi di sostanze


esplodenti classificate come tali dal regolamento di esecuzione del testo
unico delle leggi di pubblica sicurezza approvato con regio decreto 6
maggio 1940, n. 635, e successive modificazioni ed integrazioni. Esercizi
di vendita di artifici pirotecnici declassificati in “libera vendita” con
quantitativi complessivi in vendita e/o deposito superiori a 500 kg,
comprensivi degli imballaggi.

- attività n. 66: strutture turistico-ricettive nell’aria aperta (campeggi,


villaggi-turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore a 400 persone;

- attività n. 67: asili nido con oltre 30 persone presenti;

- attività n. 68: strutture sanitarie che erogano prestazioni di assistenza


specialistica in regime ambulatoriale, ivi comprese quelle riabilitative, di
diagnostica strumentale e di laboratorio, di superficie complessiva
superiore a 500 mq (dunque non solo ospedali e case di cura ma anche
strutture come, ad esempio, i poliambulatori);
Attività di nuova riformulazione dei criteri di assoggettabilità

- attività n. 75: autorimesse pubbliche e private, parcheggi


pluriplano e meccanizzati di superficie complessiva coperta
superiore a 300 mq; locali adibiti al ricovero di natanti ed
aeromobili di superficie superiore a 500 mq; depositi di mezzi
rotabili (treni, tram ecc.) di superficie coperta superiore a 1.000
mq (non solo stabilimenti di produzione di mezzi rotabili, ma
anche depositi);

- attività n. 71: aziende ed uffici con oltre 300 persone


presenti;

- attività n. 72: edifici sottoposti a tutela ai sensi del d.lgs. 22


gennaio 2004, n. 42, aperti al pubblico, destinati a contenere
biblioteche ed archivi, musei, gallerie, esposizioni e mostre,
nonché qualsiasi altra attività contenuta nell’allegato;
L’attività n.75 :
“Autorimesse pubbliche e private, parcheggi pluriplano e meccanizzati di
superficie complessiva coperta superiore a 300 mq; locali adibiti al
ricovero di natanti ed aeromobili di superficie superiore a 500 mq;
depositi di mezzi rotabili (treni, tram ecc.) di superficie coperta superiore
a 1.000 mq.”

Con il nuovo decreto non viene più considerato il numero di


autovetture bensì la superficie dell’autorimessa per essere
soggetta o meno.

Per quelle autorimesse già esistenti si possono avere, così, due


situazioni:

- autorimessa con una superficie inferiore a 300 mq e con più di 9


autoveicoli: non soggetta.

- autorimessa con una superficie maggiore a 300 mq e con meno


di 9 autoveicoli: soggetta e ricadente in categoria A.
Attività di nuova riformulazione dei criteri di assoggettabilità

73 - Edifici e/o complessi edilizi a uso terziario e/o industriale


caratterizzati da promiscuità strutturale e/o dei sistemi delle vie
di esodo e/o impiantistica con presenza di persone superiore a
300 unità, ovvero di superficie complessiva superiore a 5.000
m2, indipendentemente dal numero di attività costituenti e dalla
relativa diversa titolarità.

Promiscuità strutturale: una struttura che sottoposta all’azione del


fuoco induce sollecitazioni non dovute alle strutture limitrofe mettendo a
repentaglio il requisito della stabilità;

Promiscuità impiantistica: l’impianto considerato come fonte di


innesco (impianti elettrici, impianto fluidi infiammabili ecc.) può
determinare la propagazione dell’incendio agli ambienti limitrofi.
Se è presente un impianto di protezione attiva una eventuale
promiscuità và attentamente valutata e gestita in quanto potrebbe
determinare un cattivo o mancato funzionamento.

Le 300 unità si riferiscono all’intero complesso edilizio quale


somma del numero di persone presenti in ogni edificio o sub ambiente.
Variazioni nelle definizioni delle attività
Officine e laboratori con saldatura e fino a 10 oltre 10
taglio dei metalli utilizzanti gas addetti alla addetti alla
infiammabili e/o comburenti, con oltre 5 mansione mansione
9
addetti alla mansione specifica di specifica di specifica di
saldatura o taglio. saldatura o saldatura o
taglio. taglio.
Variazioni nelle definizioni delle attività

Depositi di legnami da costruzione e da


lavorazione, di legna da ardere, di paglia,
di fieno, di canne, di fascine, di carbone
vegetale e minerale, di carbonella, di
fino a 500.000 oltre 500.000
36 sughero e di altri prodotti affini con
kg kg
quantitativi in massa superiori a 50.000
kg con esclusione dei depositi all’aperto
con distanze di sicurezza esterne
superiori a 100 m

Centrali termoelettriche, macchine


Centrali
elettriche fisse con presenza di liquidi Macchine
48 termoelettrich
isolanti combustibili in quantitativi elettriche
e.
superiori a 1 m3
Variazioni nelle definizioni delle attività
Locali di spettacolo e di trattenimento in
genere, impianti e centri sportivi, palestre, sia
a carattere pubblico che privato, con capienza
superiore a 100 persone, ovvero di superficie
fino a 200 oltre 200
65 lorda in pianta al chiuso superiore a 200 m2 .
persone persone
Sono escluse le manifestazioni
temporanee, di qualsiasi genere, che si
effettuano in locali o luoghi aperti al
pubblico.
Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, oltre 50 posti
residenze turistico - alberghiere, studentati, letto fino a 100
villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli per posti letto;
la gioventù, rifugi alpini, bed & breakfast, Strutture
dormitori, case per ferie, con oltre 25 posti- fino a 50 turistico- oltre 100 posti
66 letto; posti letto ricettive letto
Strutture turistico- ricettive nell’aria aperta nell’aria aperta
(campeggi, villaggi-turistici, ecc.) con (campeggi,
capacità ricettiva superiore a 400 persone. villaggi-
turistici, ecc.)
Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, oltre 150 e fino
accademie con oltre 100 persone presenti; fino a 150 a 300 persone; oltre 300
67
Asili nido con oltre 30 persone presenti. persone persone
asili nido
Variazioni nelle definizioni delle attività
Strutture sanitarie che erogano prestazioni in fino a 50
regime di ricovero ospedaliero e/o posti letto
Strutture fino a
residenziale a ciclo continuativo e/o diurno, Strutture 100 posti letto;
case di riposo per anziani con oltre 25 posti riabilitative,
letto; Strutture
di oltre 100 posti
68 Strutture sanitarie che erogano prestazioni riabilitative, di
diagnostica letto
di assistenza specialistica in regime diagnostica
strumentale
ambulatoriale, ivi comprese quelle strumentale e di
e di
riabilitative, di diagnostica strumentale e laboratorio oltre
laboratorio
di laboratorio, di superficie complessiva 1.000 m2
fino a 1.000
superiore a 500 m2 m2
Locali adibiti ad esposizione e/o vendita
all'ingrosso o al dettaglio, fiere e quartieri
fieristici, con superficie lorda superiore a 400
oltre 600 e fino
69 m2 comprensiva dei servizi e depositi. Sono fino a 600 m2 2
oltre 1.500 m2
a 1.500 m
escluse le manifestazioni temporanee, di
qualsiasi genere, che si effettuano in
locali o luoghi aperti al pubblico.
Variazioni nelle definizioni delle attività
Locali adibiti a depositi di superficie lorda
superiore a 1000 m2 con quantitativi di merci e
70 fino a 3.000 m2 oltre 3.000 m2
materiali combustibili superiori
complessivamente a 5.000 kg
Aziende ed uffici con oltre 300 persone presenti fino a 500 oltre 500 e fino a oltre 800
71
persone 800 persone persone
Edifici sottoposti a tutela ai sensi del d.lgs. 22
gennaio 2004, n. 42, aperti al pubblico,
destinati a contenere biblioteche ed archivi,
72
musei, gallerie, esposizioni e mostre, nonché tutti
qualsiasi altra attività contenuta nel presente
Allegato.
Autorimesse pubbliche e private, parcheggi Autorimesse
pluriplano e meccanizzati di superficie Autorimesse oltre 3000 m2;
complessiva coperta superiore a 300 m2; locali oltre 1.000 m2 e
fino a 3.000 m2; ricovero di
adibiti al ricovero di natanti ed aeromobili di Autorimesse natanti ed
75
2
superficie superiore a 500 m ; depositi di mezzi fino a 1.000 ricovero di aeromobili di
rotabili (treni, tram ecc.) di superficie coperta m2 natanti ed superficie oltre i
superiore a 1.000 m . 2 aeromobili oltre 1000 m2;
500 m2 e fino a
1000 m2 depositi di mezzi
rotabili
Edifici destinati ad uso civile con altezza oltre 32 m e fino
77 fino a 32 m oltre 54 m
antincendio superiore a 24 m a 54 m
DIESEL TANK (1/5)
1° caso: DEPOSITO DI LIQUIDO INFIAMMABILE

Attività esercitata: azienda agricola, cava o cantiere


Atto legislativo di riferimento: Decreto 19/03/1990
Mezzi riforniti: automezzi non targati e non circolanti su strada,
ma solo all’interno della proprietà

Attività 12.1.A (DPR 151/2011): Depositi e/o rivendite di liquidi con


punto di infiammabilità sopra i 65 °C, con capacità da 1 a 9 m3.

Obbligo: deposito SCIA se capacità serbatoio > 1 m3.

Con l’entrata in vigore del DPR 151/2011 è decaduta l’esenzione


dall’assoggettabilità per azienda agricola, cava o cantiere di cui al
Telegramma n. 4113/170 del 11/04/1990.
DIESEL TANK (2/5)
2° caso: DEPOSITO DI LIQUIDO INFIAMMABILE

Attività esercitata: qualsiasi attività soggetta al controllo dei VVF,


ma diversa da azienda agricola, cava o cantiere
Atto legislativo di riferimento: Decreto 19/03/1990 (per analogia);
distanze di sicurezza come da Decreto 12/09/2003
Mezzi riforniti: automezzi non targati e non circolanti su strada,
ma solo all’interno della proprietà

Attività 12.1.A (DPR 151/2011): Depositi e/o rivendite di liquidi


con punto di infiammabilità sopra i 65 °C, con capacità da 1 a 9 m3.
Obbligo: deposito SCIA se capacità serbatoio > 1 m3.
DIESEL TANK (3/5)

3° caso: DISTRIBUTORE DI CARBURANTE LIQUIDO

Attività esercitata: autotrasporto merci per conto terzi,


autotrasporto persone in servizio di linea, noleggio con
conducente, taxi
Mezzi riforniti: automezzi targati circolanti su strada
Atti legislativi di riferimento: Decreto 12/09/2003 e Circolare n. 857
del 17/03/2009.

Attività 13.1.A (DPR 151/2011): Contenitori distributori di


carburanti liquidi con punto di infiammabilità superiore a 65 °C,
di capacità geometrica fino a 9 m3; pubblico o privato, fisso o
rimovibile.
Obbligo: deposito SCIA per qualsiasi capacità del serbatoio.
Richiesta di autorizzazione per distributore di carburante ad uso
privato: sopralluogo della commissione comunale di collaudo
(Comune, VVF, UTE, ASL, ARPA).
DIESEL TANK (4/5)
4° caso: DISTRIBUTORE DI CARBURANTE LIQUIDO

Attività esercitata: qualsiasi attività


Mezzi riforniti: automezzi targati circolanti su strada
Atto legislativo di riferimento: DM 31/07/1934, con procedura di deroga ai
sensi dell’art. 7 del D.P.R. 151 del 01/08/2011.

Attività 13.1.A (DPR 151/2011): Contenitori distributori di carburanti liquidi


con punto di infiammabilità superiore a 65 °C, di capacità geometrica fino a 9
m3; pubblico o privato, fisso o rimovibile.
Obbligo: deposito SCIA per qualsiasi capacità del serbatoio. Richiesta di
autorizzazione per distributore di carburante ad uso privato: sopralluogo della
commissione comunale di collaudo (Comune, VVF, UTE, ASL, ARPA).
Richiesta di deroga all’art. 82 del DM 31/07/1934, da presentare alla
Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco (tramite il Comando provinciale
VVF), evidenziando il motivo per cui il serbatoio non può essere interrato.
Ad esempio: per ragioni ambientali, per problemi di falda superficiale, per
smottamenti del sottosuolo, per presenza di roccia o altro, proponendo delle
misure compensative di sicurezza (tra cui un sistema di protezione intorno al
diesel tank per evitare urti accidentali dei mezzi in rifornimento e manovra).
Sarà poi discrezione del CTR valutare l’idoneità delle misure compensative
proposte.
DIESEL TANK (5/5)
Attenzione !!

Nel 1° e 2° caso è necessario che il titolare dell’attività dichiari


che verranno riforniti esclusivamente i mezzi circolanti
all’interno della proprietà.

Il diesel tank deve possedere le seguenti certificazioni:

- “Approvazione di tipo”, rilasciata dal Ministero dell’Interno;


- certificato di collaudo, rilasciato dal costruttore;
- dichiarazione di conformità (Decreto 37/2008) dell’impianto
elettrico di alimentazione della pompa erogatrice e verifica
della misura di resistenza di terra, rilasciate
dall’installatore/tecnico;
- dichiarazione del numero e tipo di mezzi antincendio installati
a protezione dell’impianto.
Tra le imprese interessate rientrano per esempio :

le “attività di demolizione di veicoli e simili con


relativi depositi, di superficie superiore a 3.000
mq ” (attività n. 55 del D.P.R. 151/2011) – non
contemplate dal DM 16/02/1982
55 - Autodemolitori con superfici oltre 3.000 mq: Adeguamento alle
regole tecniche di prevenzione incendi previste dal DM 01/07/2014
(autodemolizioni) entro i seguenti termini:
Adeguamento al Titolo I – capo II entro il 7/10/2017 per le disposizioni dei
punti 11, 12, 15 (entro il 7/10/2014 deve essere installato un sistema
provvisorio di illuminazione delle vie di circolazione ed esodo), 16
(limitatamente a naspi ed idranti) e 17.

Per i restanti punti del capo II, cioè l’adozione delle misure d’evacuazione,
la segnaletica e l’organizzazione del servizio antincendio previsto dall’art.
46 del Testo Unico Sicurezza, l’adeguamento deve essere effettuato entro
il 7/10/2014.

In caso di applicazione del Titolo II, gli adeguamenti devono essere attuati
entro:
- il 07/10/2017 per le misure dei punti B.3, B.4 (limitatamente
all’illuminazione d’emergenza delle vie di esodo interne ai locali e dei punti
di raccolta) e B.5 (per i soli punti B.3.1 relativamente al presidio fisso e
B.5.1 entro il 07/10/2014);
- il 07/10/2014 per i rimanenti punti del Titolo II.
Adeguamento rifugi alpini oltre 25 posti letto a regole
tecniche di prevenzione incendi

I rifugi alpini con oltre 25 posti letto esistenti al 14/04/2014 devono


adeguarsi entro il 07/10/2014 per i seguenti punti della regola
tecnica di prevenzione incendi individuata dal DM 03/03/2014:

- 9 (impianti elettrici),
11.2 (estintori) incluso il punto 26.3 lettera h) se pertinente,
13 (segnaletica di sicurezza),
14 (gestione della sicurezza),
15 (addestramento del personale)
17 (istruzioni di sicurezza);
- per i restanti punti della regola tecnica devono adeguarsi entro il
07/10/2016
DEFINIZIONI

"altezza ai fini antincendi degli edifici civili"


(D.M. Int. 30/11/1983 n. 339) è definita come:
"altezza massima misurata dal livello inferiore dell'apertura più
alta dell'ultimo piano abitabile e/o agibile, escluse quelle dei
vani tecnici, al livello del piano esterno più basso".

Il concetto che sta alla base della definizione è connesso, infatti, alla
possibilità di effettuare il soccorso tecnico urgente dall’esterno dell’edificio,
restando inteso che dall’accesso esterno possano essere raggiungibili, con
un percorso interno, i vari locali dell’edificio.

Qualora il piano terrazzo sia praticabile da gruppi di persone ovvero non


esclusivamente adibito a vani tecnici, lo stesso va ricompreso nel computo
dell’altezza antincendi e del numero dei piani dell’edificio.

Si ritiene che in presenza di un edificio con più vani scala, non comunicanti
fra loro, l’accostamento dell’autoscala VV.F. deve essere garantito almeno
ad una finestra o un balcone di ogni piano appartenente alla verticale
servita da ciascun vano scala.
DEFINIZIONI

"per altezza in gronda” si intende l'altezza massima misurata dal


piano esterno accessibile ai mezzi di soccorso dei vigili del
fuoco all'intradosso del soffitto del più elevato piano abitabile.

Esempio : L'altezza in gronda del fabbricato sarebbe inferiore a 24 m se non


si considerassero, sulla terrazza condominiale, alcune verande, per la
maggior parte chiuse da vetrate, di proprietà, ciascuna, dell'occupante l'attico
sottostante. Considerando anche queste verande, l'altezza in gronda totale
del fabbricato risulta di 25,57 m. L'edificio è quindi soggetto a controllo VV.F.
in quanto l'altezza in gronda dello stesso, all'intradosso del soffitto del più
elevato locale abitabile, risulta di m. 25,57.

Gli edifici di altezza in gronda superiore a 24 mt., destinati anche in parte ad


attività non residenziale (uffici, commerciale, terziario in genere), ove
comunque appare evidente ai fini della valutazione del rischio la presenza di
persone ovvero i requisiti di accesso all’area per le squadre di soccorso in
caso di eventi accidentali, devono essere ricompresi tra le attività soggette al
controllo dei Vigili del Fuoco, per la verifica puntuale di misure quali requisiti
d’area, compartimentazione, scale, impianti antincendi, fermo restanti gli
obblighi per le attività lavorative di cui al D.Lgs. 81/08.
DEFINIZIONI

Al fine di stabilire se l'altezza degli edifici di civile


abitazione debba essere quella in gronda o quella
definita nel D.M. 30/11/1983, si chiarisce che ai fini
dell'assoggettabilità ai controlli di prevenzione incendi,
si deve fare riferimento all'altezza in gronda come
definita al punto 2.b), penultimo comma, della circolare
n. 25 del 2 giugno 1982.
Tutti sappiamo che il nostro è il paese delle deroghe e delle
proroghe…

Alberghi: il termine per completare l’adeguamento alle


disposizioni di prevenzione incendi, è stato
ulteriormente prorogato al 31 ottobre 2015 per le
strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre
venticinque posti letto, esistenti alla data di entrata in vigore
del decreto del Ministro dell’interno 9 aprile 1994, che siano in
possesso dei requisiti per l’ammissione al piano straordinario
biennale di adeguamento antincendio approvato con decreto del
Ministro dell’interno 16 marzo 2012,e successive modificazioni.
Tutti sappiamo che il nostro è il paese delle deroghe e delle
proroghe…

Edifici Scolastici : L’art. 10-bis del D.L. 12 settembre 2013, n.


104, convertito con Legge 8 novembre 2013, n. 128, “Misure
urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.», prevede che
le vigenti disposizioni legislative e regolamentari in materia di
prevenzione degli incendi per l’edilizia scolastica sono attuate
entro il 31 dicembre 2016.
Con decreto del Ministro dell’interno, ai sensi dell’articolo 15 del
decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, da emanare entro sei
mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del
presente decreto, tenendo conto della normativa sulla costituzione
delle classi di cui agli articoli 9, 10, 11 e 12 del regolamento di cui
al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81,
sono definite e articolate, con scadenze differenziate, le
prescrizioni per l’attuazione.
Tutti sappiamo che il nostro è il paese delle deroghe e delle proroghe…

Sintesi comparativa tra DM 2002 e DM 2015

DM 19 MARZO 2015
Tutti sappiamo che il nostro è il paese delle deroghe e delle proroghe…

Sintesi comparativa tra DM 2002 e DM 2015


DM 19 MARZO 2015
18

Valutazione del progetto

Identico all'attuale, solo per nuove attività soggette C e B


o loro modifica con aggravio.

Ricezione istanzaed
Ricezione istanza ed
assegnazione
assegnazione a RIT
a RIT

No Preavviso parere
Preavviso contrario
parere contrario art. 10
art. 10
bis bis

Ok

Ricezione integrazioni
Ricezione integrazioni

Ok

No

60 gg Parere favorevole
Parere favorevole Parere contrario
Parere contrario
19

Deroga

La deroga si può richiedere per attività soggette (A, B, C) e


non soggette, con norma verticale.

Ricezione istanza
Ricezione ed ed
istanza
assegnazione
assegnazionea RIT
a RIT

No Preavviso parere contrario


Trasmissione alla Direzione
art. 10 bis
Ok

Ricezione integrazioni

Ok

No

90 gg Parere favorevole Parere contrario Parere deroga


QUANDO SI INOLTRA UNA ISTANZA DI DEROGA
E’ NECESSARIO PORSI LE SEGUENTI DOMANDE:
•QUALI SONO LE MOTIVAZIONI TECNICHE PER CUI LA
NORMATIVA RICHIEDE L’ATTUAZIONE DELLE MISURE CUI SI
CHIEDE DI DEROGARE?

•QUALI SONO I MOTIVI OSTATIVI CHE NON CONSENTONO


IL RISPETTO INTEGRALE DELLA NORMA?

•QUALI SONO I RISCHI AGGIUNTIVI CONSEGUENTI ALLA


MANCATA APPLICAZIONE DELLE MISURE OGGETTO DI
DEROGA?

•LE MISURE CHE VENGONO PROPOSTE COMPENSANO IL


RISCHIO AGGIUNTIVO IN TERMINI DI:
•minimizzazione delle cause di incendio?
•stabilità delle strutture portanti;?
•limitata propagazione dei fumi?
•evacuazione e soccorso degli occupanti?
•sicurezza delle squadre di soccorso?
20

SCIA VVF (1/2)


Segnalazione certificata di inizio attività

SCIA obbligatoria per nuove attività soggette (A, B, C) o


loro modifiche, anche senza aggravio.

SCIA, allegati?
Tecnico abilitato: asseverazione conformità alle norme ed al progetto;
Professionista antincendio: dichiarazioni, certificazioni per prodotti,
elementi costruttivi, materiali, attrezzature, macchine, impianti a regola
d'arte;
Titolare: dichiarazione di impegno a rispettare gli obblighi d'esercizio
(manutenzione, informazione, registro dei controlli)

Visite tecniche a seguito di SCIA?


•100% per attività C, con rilascio del CPI entro 15gg
• a campione attività A e B, con rilascio del Verbale Visita Tecnica
21

SCIA VVF (2/2)


Segnalazione certificata di inizio attività

Ricezione SCIA
Ricezione SCIA

60 gg Visita
Visita tecnica
tecnica Proced
compilazione verbaleSOP
compilazione verbale SOP ur a ammin
a
ed u ra giudiziari istrativa
Proc
Reato in Altra
luogo di inadempienza Comunicazione prescrizioni
Comunicazione prescrizioni e
Procedura DPR
Procedura
Procedura 758
758
758 lavoro eprescrizioni
prescrizioni urgenti
urgenti

Ok
Tempi Visita
Visita tecnica diverifica
tecnica di verifica min
758 compilazione verbale
compilazione verbale SOP SOP 45 gg

Ok Ok
Rilascio VVT oVVT
Rilascio CPI o CPI

No No

Comunicaz.
Comunicaz.inadempienza
inadempienzaaa
Sindaco
SindacoeePrefetto
Prefetto
Chi deve dichiarare?

- il titolare dell’attività SEGNALA, con una dichiarazione di


atto notorio, l’inizio dell’attività

- il tecnico abilitato ASSEVERA la conformità dell’opera ai


requisiti di prevenzione incendi

- il professionista antincendio CERTIFICA (redazione dei


modelli PIN-VVF) i requisiti di prodotti, impianti e sistemi

- l’installatore DICHIARA la conformità degli impianti alla


regola dell’arte (Decreto 37/2008)

- l’impresa di costruzioni DICHIARA la fornitura e la corretta


posa di prodotti e materiali da costruzione
Il tecnico abilitato che redige l’asseverazione, assume la qualità di
“persona esercente un servizio di pubblica necessità”, ai sensi
dell’art. 359 del c. p. e dell’art. 481 c. p. (falsità ideologica in certificati ),
con particolare riguardo alle connesse responsabilità.

Doppio ruolo del professionista :

Nel corso dell’iter della pratica il professionista è indotto a rivestire il


doppio ruolo di:
• consulente (presentazione della richiesta di valutazione del progetto)
• controllore (SCIA e asseverazione)

Dalla sottoscrizione di un CERT-REI falso o errato deriva una


responsabilità penale individuale e diretta del professionista, a
prescindere dal fatto di avere ottenuto un parere favorevole al
progetto da parte dell’organo di vigilanza (Comando provinciale
VVF) ed a prescindere dal fatto che ne sia derivato un danno
conseguente.
Rinnovo periodico di conformità antincendio
x tutte le attività A B e C - ogni 5 anni
Titolare : attestazione di nessuna variazione delle condizioni di
sicurezza, NO perizia giurata;

Professionista antincendio :
dichiarazione adempimento obblighi gestionali.
a) atto notorio o dichiarazione sostitutiva dell'atto di
notorietà del responsabile dell’attività attestante che
le condizioni relative alla sicurezza antincendio, non
hanno subito variazioni rispetto a quanto segnalato con la
SCIA, ovvero, per le attività già in possesso del CPI, che la
situazione riscontrata dal Comando alla data di rilascio del
certificato non è mutata e che soddisfa agli obblighi
connessi con l’esercizio della stessa;
Rinnovo periodico di conformità antincendio
x tutte le attività A B e C - ogni 5 anni

b) asseverazione a firma di tecnico abilitato ed iscritto


negli elenchi del Ministero dell’interno di cui all’art.16
del Dlgs 8 marzo 2006, n. 139, attestante che i prodotti, gli
elementi costruttivi, i materiali, le attrezzature, le macchine, i
dispositivi, gli impianti ed i componenti di impianto, rilevanti ai
fini della sicurezza antincendio sono regolarmente manutenuti;

c) attestato di versamento ;
novità: obblighi connessi con
art.6 DPR 151/20111 l’esercizio dell’attività

I responsabili di attività soggette a controllo hanno


l’obbligo :
1. di mantenere in stato di efficienza i sistemi, i dispositivi,
le attrezzature e le altre misure di sicurezza antincendio
adottate e di effettuare verifiche di controllo ed
interventi di manutenzione secondo le cadenze
temporali indicate nel CPI o all’atto del rilascio della
ricevuta della SCIA

2. di assicurare un’adeguata informazione su i rischi


di incendio connessi

3. annotare controlli, verifiche, interventi di


manutenzione e l’informazione su apposito registro
novità: obblighi connessi con
art.6 DPR 151/20111 l’esercizio dell’attività

L’attività di controllo, verifica e manutenzione riguarda i presidi


antincendio presenti :
estintori
idranti e sprinkler
porte REI
uscite di sicurezza
maniglioni antipanico
luci di emergenza
pulsanti di sgancio corrente elettrica (es. autorimesse, locali
impianti termici, ascensori)
pulsanti di allarme
valvole di intercettazione dei combustibili (impianti termici)
rilevatori di incendio e dispositivi di spegnimento automatico
dell’incendio
evacuatori di fumo e calore
novità: obblighi connessi con
art.6 DPR 151/20111 l’esercizio dell’attività

Chi effettua i controlli

• Sorveglianza (controllo visivo) : 
personale interno addetto

• Controllo e manutenzione:  
ditta specializzata
novità: sanzioni art. 20 D.Lgs. 139/2006

1. il titolare di una delle attività individuate nell’allegato I          
al DPR 151/2011, che omette di richiedere il rilascio o il 
rinnovo del certificato medesimo (SCIA o rinnovo periodico di 
conformità antincendio) è punito con l'arresto sino ad un anno            
o con l'ammenda da 258 euro a 2.582 euro

2.  Chi, nelle certificazioni e dichiarazioni rese ai fini del rilascio 
o del rinnovo del CPI, attesti fatti non rispondenti al vero è
punito con la reclusione da tre mesi a tre anni e con la 
multa da 103 euro a 516 euro. La stessa pena si applica a 
chi falsifica o altera le certificazioni e dichiarazioni 
medesime.
3. Il Prefetto può disporre la sospensione dell'attività se i 
soggetti responsabili omettano di presentare la SCIA. 
Procedimento automatizzato Procedimento ordinario

il Comando provinciale VVF può effettuare controlli (o non effettuarli) il Comando provinciale VVF è tenuto ad
a campione o in base a programmi settoriali. effettuare controlli.
SUDDIVISIONE IN CATEGORIE
D.P.R. 151/2011

Struttura sanitaria
D.P.R. 151/2011
D.P.R. 151/2011
D.P.R. 151/2011
D.P.R. 151/2011
RIASSUMENDO :
DPR 151/2011 : la SCIA

Per tutte le attività di categoria A, B e C, (entro 60 gg) in


caso di accertata carenza dei requisiti e dei
presupposti per l'esercizio delle attività previsti dalla
normativa di prevenzione incendi, il Comando adotta
motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione
dell'attività e di rimozione degli eventuali effetti
dannosi dalla stessa prodotti, ad eccezione che, ove sia
possibile, l'interessato provveda a conformare alla
normativa antincendio e ai criteri tecnici di prevenzione
incendi detta attività entro un termine di 45 giorni.

Entro 15 giorni dalla data di effettuazione delle visite


tecniche effettuate sulle attività di cui al presente comma, in
caso di esito positivo, il Comando rilascia il CPI.

88
La SCIA si applica ad interventi soggetti a mero accertamento di
requisiti, di conseguenza, non può applicarsi a interventi che
presuppongono un giudizio discrezionale dell'organo di
controllo.

la SCIA non trova applicazione nei seguenti casi:

a) attività non oggetto di specifiche regole tecniche di prevenzione


incendi; pertanto le classiche attività non regolate da norma
verticale vedi per es. tutte quelle che ricadono nel D.M.
10/03/98.
b) tutte le attività che, pur essendo regolate da norme verticali,
presentino una complessità dal punto di vista tecnico-gestionale o
mostrino un particolare rischio d’incendio per le quali è necessario
che l’amministrazione si pronuncia, poiché la valutazione dei
fattori di rischio è prevalente rispetto alla mera verifica
dell’attività alla normativa.
c) tutte le procedure ricadenti nel D.M. 09/05/2007 e s.m.i. (fire
engineering o ingegneria della sicurezza antincendio).
d) tutte le procedure di deroga come descritto nell’art. 6 del D.P.R.
del 2/01/98 n. 37.
Esclusione ambiti applicazione SCIA : alcuni esempi

attività di pubblico spettacolo e trattenimento

attività di fabbricazione, deposito, vendita o trasporto polveri piriche o


qualsiasi altro esplosivo compresi i fuochi artificiali e i prodotti affini,
ovvero materie e sostanze atte alla composizione o fabbricazione di
prodotti esplodenti

attività con impiego di gas tossici


DPR 151/2011 : attestazione di rinnovo
periodico di conformità antincendio
I procedimenti di rinnovo per le attività con CPI
rilasciato UNA TANTUM

I titolari della attività per le quali è stato rilasciato il


certificato con scadenza una tantum ai sensi del DPR
37/1998 presentano la prima attestazione di rinnovo

entro il 06.10.2017
attività con certificato una tantum rilasciato
antecedentemente al 01.01.1988

entro il 06.10.2019
attività con certificato una tantum rilasciato tra il 01.01.1988
e 31.12.1999

entro il 06.10.2021
attività con certificato una tantum rilasciato tra il 01.01.2000
e il 07.10.2011
Attività in possesso di CPI o DIA
Si attende la scadenza naturale dello stesso e si presenta la
richiesta di rinnovo della conformità antincendio, corredata
di asseverazione sottoscritta da professionista antincendio.

Per le attività in possesso di Dichiarazione di Inizio Attività (atto


non soggetto a scadenza naturale in quanto emesso dal legale
rappresentante, in attesa del sopralluogo da parte dei VVF), la Circ.
del 06/10/2011 n. 13061 conferma che la presentazione della DIA
assolve all’obbligo della presentazione della SCIA.
Il Comando VVF provvederà quindi alla ricatalogazione della pratica
in funzione del nuovo elenco delle attività e delle categorie.

Se l’attività ricade in categoria C, il Comando effettuerà il


sopralluogo.

In ogni caso la data a cui fare riferimento, anche ai fini del


rinnovo, sarà quella del 07/10/2011.

La scadenza naturale della DIA/SCIA si protrarrà quindi al


07/10/2016.
Attestazione tardiva di rinnovo periodico della
conformità antincendio (5 anni)

Per le attività in possesso di CPI scaduto, la Circ. del 18/04/2012 n.5555


stabilisce che la presentazione tardiva di attestazione di rinnovo possa
sottintendere:

- ad una temporanea interruzione dell’attività


- all’esercizio dell’attività in violazione dell’art. 5 del DPR
151/2011

Nel caso in cui, scaduto il CPI, venisse presentata una SCIA in luogo
dell’attestazione di rinnovo tardivo, tale segnalazione presuppone il mancato
esercizio dell’attività a far data dalla scadenza del CPI/SCIA originario e pertanto la
non assoggettabilità agli obblighi di cui all’art. 5 del DPR 151/2011.

Il Comando VVF potrà quindi accertare (anche con controllo mediante


visita tecnica) se sussistono i presupposti per procedere alla segnalazione
di ipotesi di reato all’autorità giudiziaria.
DPR 1 agosto 2011 n°151
NUOVI PROCEDIMENTI VOLONTARI

• Introduzione di un esame preliminare della fattibilità dei


progetti di particolare complessità e rilascio del NOF (a
titolo oneroso) per attività di tipo B e C

ART. 8 NULLA OSTA DI FATTIBILITÀ


1. Gli enti e i privati responsabili delle attività di cui all'
Allegato I del presente regolamento, categorie B e C,
possono richiedere al Comando l'esame preliminare della
fattibilità dei progetti di particolare complessità, ai fini del
rilascio del nulla osta di fattibilità.
DPR 151/2011: nulla osta di fattibilità

Il nulla osta di fattibilità si sostanzia in un parere di


massima rilasciato con riguardo a uno o più aspetti
rilevanti dal punto di vista della prevenzione incendi,
effettuato sulla base della valutazione di un progetto
di fattibilità dell’opera.

Il rilascio del nulla osta è rilasciato dai Vigili del


Fuoco entro il termine massimo di 30 giorni dalla
richiesta da parte del titolare dell’attività.

96
Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
Procedimenti facoltativi da richiedersi a cura dei titolari
delle attività comprese nelle categorie B e C, preventivamente
alla presentazione del parere di conformità antincendio parere
rilasciato con riguardo ad uno o più aspetti rilevanti dal punto di
vista della prevenzione incendi quali:

• Ubicazione
• Comunicazione e separazioni
• Accostamento all’area e accostamento dei mezzi di soccorso
• Caratteristiche costruttive e lay out (distanziamenti,
separazioni, isolamento)
• Resistenza strutturale al fuoco
• Compartimentazione
• Vie di esodo
• Sistema di controllo dei fumi naturali o meccanico
• Aree e impianti a rischio specifico
• Impianti elettrici di sicurezza
• Mezzi e impianti di estinzione incendi
• Impianti di rilevazione, segnalazione e allarme antincendio
DPR 1 agosto 2011 n°151
NUOVI PROCEDIMENTI VOLONTARI

• Introduzione della possibilità di richiedere visite tecniche


in corso d’opera da effettuarsi in corso di realizzazione.

ART. 9 VERIFICHE IN CORSO D’OPERA


1. Gli enti e i privati responsabili delle attività di cui all'
Allegato I del presente regolamento, possono richiedere al
Comando l'effettuazione di visite tecniche, da effettuarsi
nel corso di realizzazione dell'opera.

Documento da allegare:
• Richiesta di verifica in corso d’opera, mod. PIN 2 bis-2011;
• Attestato del versamento effettuato a favore della Tesoreria
prov.le dello Stato
DPR 1 agosto 2011 n°151
Art. 11 Disposizioni transitorie e finali

…… ( omissis)…..
4. Gli enti e i privati responsabili delle nuove attività
introdotte all’Allegato I, esistenti alla data di pubblicazione
del presente regolamento, devono espletare i prescritti
adempimenti entro un anno dalla data di entrata in vigore
del presente regolamento (7 ottobre 2012).

Per le attività di cui al numero 80 dell'Allegato I al DPR


151/11, i termini degli adempimenti restano rispettivamente
disciplinati dal decreto legislativo 5 ottobre 2006, n. 264, e
dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 28
ottobre 2005, pubblicato nel supplemento ordinario alla
Gazzetta Ufficiale n. 83 dell'8 aprile 2006.
DPR 151/2011 : verifiche in corso d'opera

I responsabili delle attività possono richiedere al Comando


l'effettuazione di visite tecniche, da effettuarsi nel corso
di realizzazione dell'opera.

Possibilità offerta al titolare dell’attività di verificare la


rispondenza delle opere alle disposizioni di P.I. anche
durante la loro realizzazione da concordarsi con il
Comando in fase preliminare progettuale attraverso un
crono programma delle visite (deve concludersi entro 30
gg dalla sua presentazione)
(non sostituiscono gli obblighi di cui agli articoli 3 e 4 )

Le verifiche in corso d'opera, (art.8 - comma 1- punto


"b" del D.M. 7 agosto 2012) sono previste solo per
attività aventi un progetto approvato da parte del
Comando e cioè solo per attività di categoria B o C.
10
0
…IN ITINERE
•Nuovo decreto sulle “procedure di prevenzione incendi nelle attività a
rischio d’incidente rilevante” (attualmente è il DM 19.3.2001)

•Attuazione al comma 5 dell’art. 46 del D.to L.vo 81/08:


5. Al fine di favorire il miglioramento dei livelli di sicurezza antincendio nei luoghi di
lavoro, ed ai sensi dell’articolo 14, comma 2, lettera h), del decreto legislativo 8 marzo
2006, n. 139, con decreto del Ministro dell’interno sono istituiti, presso ogni
direzione regionale dei vigili del fuoco, dei nuclei specialistici per l’effettuazione
di una specifica attività di assistenza alle aziende. Il medesimo decreto contiene
le procedure per l’espletamento della attività di assistenza.

•Nuovo decreto sulle modalità di presentazione e sul contenuto delle


domande per l’avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonche’
all’uniformità dei connessi servizi resi dai comandi provinciali dei vigili del
fuoco (attualmente è il DM 4.5.1998).

•Sviluppo dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio e SGSA.


I tempi

VALUTAZIONE PROGETTI:
• 30 gg. per richiedere documentazione integrativa
• 60 gg. per parere (dalla documentaz. completa) 

EFFETTUAZIONE CONTROLLI
• 60 gg. dal ricevimento SCIA
• 45 gg. per adeguamenti a seguito prescrizioni

RINNOVO PERIODICO CONFORMITA’ ANTINCENDIO


• 5 anni
• 10 anni per att. 6,7,8,64,71,72,77 Oleodotti, gasdotti,gruppi
elettrogeni, c.e.d., edilizia civile ed uffici
D.P.R. 151/11 ‐ NOVITA’
Casi particolari 
Presenza contemporanea di attività di categoria 
A, B e C 
1 - il progetto, da sottoporre a valutazione, dovrà riferirsi alle
sole attività B e C.

2 - La presenza di attività di tipo A dovrà essere indicata negli


elaborati e nella relazione tecnica unicamente per la valutazione di
eventuali interferenze

3 - Successivamente, all’atto della presentazione della SCIA, la


documentazione da allegare deve riguardare tutte le attività
soggette ai controlli di prevenzione incendi e, se non ancora in
atti, anche la documentazione tecnica relativa alle eventuali attività
di categoria A.
MODIFICHE ALLE ATTIVITÀ:
Obbligo del titolare dell’attività di riavviare le
procedure di P.I. quando:

• Aggravio delle preesistenti condizioni di


sicurezza antincendio;
• Modifiche di lavorazione o strutture;
• Nuove destinazioni dei locali;
• Variazioni quali/quantitative delle sostanze
pericolose;
• Modifica delle condizioni di sicurezza accertate.
Cosa fare in caso di modifica di attività
esistente, in possesso di CPI/SCIA:

- se la modifica è classificabile come “non sostanziale”, cioè


non rientrante nell’elenco di cui all’Allegato IV del DM
07/08/2012, la stessa potrà essere documentata al Comando
VVF all’atto della presentazione dell’attestazione di rinnovo
periodico di conformità antincendio (art. 4.8 del DM
07/08/2012);

- se la modifica è classificabile come “sostanziale”, ma senza


aggravio di rischio incendio,
incendio si presenta preventivamente al
Comando VVF una SCIA-VVF corredata di “dichiarazione di non
aggravio di rischio” (mod. PIN 2.6.2012) redatta da
professionista antincendio o tecnico abilitato;

- se la modifica “sostanziale” comporta anche un aggravio del


rischio incendio,
incendio rispetto allo stato preesistente dell’attività, si
dovrà presentare al Comando VVF la preventiva richiesta di
valutazione del progetto.
Che cosa si rischia in caso di
dichiarazioni mendaci?

Ad oggi l’art 49 p.to 4-bis del D.L. 31.05.2010, n. 78


(convertito con legge con la legge 30.07.2010, n. 122)
prevede al punto 6:

“Ove il fatto non costituisca più grave reato, chiunque,


nelle dichiarazioni o attestazioni o asseverazioni che
corredano la segnalazione di inizio attività, dichiara o
attesta falsamente l’esistenza dei requisiti o dei
presupposti di cui al comma 1 è punito con la
reclusione da uno a tre anni.”
Art. 20 del D.L. 8/3/2006 n. 139
Sanzioni penali e sospensione dell'attività

1. Chiunque, in qualità di titolare di una delle attività soggette al


rilascio del certificato di prevenzione incendi, ometta di richiedere il
rilascio o il rinnovo del certificato medesimo e' punito con l'arresto
sino ad un anno o con l'ammenda da 258 euro a 2.582 euro, quando si
tratta di attività che comportano la detenzione e l'impiego di prodotti
infiammabili, incendiabili o esplodenti, da cui derivano in caso di
incendio gravi pericoli per l'incolumità della vita e dei beni, da
individuare con il DPR previsto dall'articolo 16, comma 1.
2. Chiunque, nelle certificazioni e dichiarazioni rese ai fini del rilascio o
del rinnovo del certificato di prevenzione incendi, attesti fatti non
rispondenti al vero e' punito con la reclusione da tre mesi a tre anni e
con la multa da 103 euro a 516 euro. La stessa pena si applica a chi
falsifica o altera le certificazioni e dichiarazioni medesime.
3. Ferme restando le sanzioni penali previste dalle disposizioni vigenti, il
prefetto può disporre la sospensione dell'attività nelle ipotesi in
cui i soggetti responsabili omettano di richiedere: il rilascio ovvero il
rinnovo del CPI; i servizi di vigilanza nei locali di pubblico spettacolo ed
intrattenimento e nelle strutture caratterizzate da notevole presenza di
pubblico per i quali i servizi medesimi sono obbligatori.
La sospensione e' disposta fino all'adempimento dell'obbligo.
Codice Penale
art.359. Persone esercenti un servizio di pubblica necessità.
Agli effetti della legge penale, sono persone che esercitano un servizio
di pubblica necessità:
1. i privati che esercitano professioni forensi o sanitarie, o altre
professioni il cui esercizio sia per legge vietato senza una speciale
abilitazione dello Stato [c.p. 348, 498], quando dell'opera di essi il
pubblico sia per legge obbligato a valersi;
2. i privati che, non esercitando una pubblica funzione, né prestando
un pubblico servizio, adempiono un servizio dichiarato di pubblica
necessità mediante un atto della pubblica amministrazione [c.p. 360].

art. 481. Falsità ideologica in certificati commessa da persone


esercenti un servizio di pubblica necessità.
Chiunque, nell’esercizio di una professione sanitaria o forense o di un
altro servizio di pubblica necessità attesta falsamente in un certificato,
fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la
reclusione fino a un anno o con la multa da lire centomila a un milione.
Tali pene si applicano congiuntamente se il fatto è commesso a scopo
di lucro.
Contenuti minimi del progetto di prevenzione incendi

La richiesta di valutazione del progetto di prevenzione incendi


deve contenere, in sintesi:

-analisi del rischio incendio, eseguita dal progettista affiancato e


supportato dal responsabile dell’attività

-individuazione delle attività soggette al controllo da parte dei VVF


e degli elementi di pericolo

-introduzione delle misure di compensazione del rischio incendio,


per contenere il livello di rischio entro un valore
accettabile/sostenibile: protezione attiva e passiva, modifica del
layout produttivo, gestione dell’esodo, sistema di gestione della
sicurezza antincendio
Criteri di redazione del progetto di prevenzione incendi

Il progetto può essere redatto in conformità ad una regola tecnica di


prevenzione incendi (attività normate), oppure sulla base dei criteri
generali di prevenzione incendi e delle regole tecniche orizzontali, se le
attività individuate non sono supportate da una regola tecnica verticale
(attività non normate).

In casi di particolare complessità o in virtù dell’adozione di soluzioni


tecniche e architettoniche non standardizzate, il progetto di prevenzione
incendi potrà fare ricorso ai metodi dell’ingegneria della sicurezza
antincendio (approccio prestazionale).

I vantaggi di tale approccio consistono nella possibilità di adottare misure


di sicurezza equivalenti, derogando ad una o più regole tecniche verticali.

I limiti dell’approccio prestazionale riguardano invece:


-maggiori costi iniziali di analisi, simulazione e progettazione
-rigidità e vincoli per mantenere inalterato nel tempo lo scenario di
incendio su cui si è basato il progetto
-adozione di un sistema di gestione della sicurezza antincendio (SGSA)
Realizzazione delle opere di adeguamento (1/2)

Dopo l’approvazione del progetto da parte del Comando VVF, si


dovranno realizzare gli adeguamenti eventualmente previsti e/o
prescritti.

La realizzazione di strutture ed impianti deve avvenire sulla base


di un progetto esecutivo, preliminarmente redatto da tecnico
competente/abilitato.

Le opere, gli impianti, i prodotti ed i dispositivi utilizzati e installati


devono essere supportati da:
- certificazioni di prodotto, omologazioni, rapporti di prova
- dichiarazioni di conformità alla regola dell’arte (DM 37/2008)
- collaudi
- dichiarazioni di corretta posa
- certificazioni e dichiarazioni rese sui modelli PIN-VVF
Realizzazione delle opere di adeguamento (2/2)

Nella scelta delle ditte e nella condotta dei lavori di adeguamento e/o
installazione di strutture e impianti di prevenzione incendi, è quindi
fondamentale che:

- le strutture e le installazioni siano eseguite da ditte specializzate


nell’esecuzione di tali opere specialistiche
- le imprese ed i fornitori rilasciano la documentazione a supporto della
conformità alla norma di riferimento, della corretta posa in opera e della
individuazione certa del prodotto da costruzione o dispositivo messo in
opera
- i professionisti antincendio (o i tecnici abilitati) rilasciano le certificazioni,
dichiarazioni ed asseverazioni previste.

A garanzia della corretta realizzazione delle opere e dell’adeguatezza


della documentazione finale a corredo delle stesse, è sempre opportuno
(anche nei casi in cui non sussiste l’obbligo) redigere preliminarmente
un progetto esecutivo, che contenga le specifiche tecniche di prodotti e
dispositivi da utilizzare, in armonia e coordinamento con quanto previsto
nel progetto approvato dai VVF ed eventuali prescrizioni integrative
CONSIGLI PER I PROGETTI

Completezza formale della documentazione da consegnare al


Comando.

PROTEZIONE PASSIVA:
• compartimentazione dei locali a rischio specifico;
• Percorsi di esodo;
• …

PROTEZIONE ATTIVA:
• Presidi antincendio: copertura delle aree;
• Protezione interna ed esterna;
• Dispositivi di sicurezza (comando di emergenza – pulsanti
allarme, sirene, segnalazione ottica-acustica);
CONSIGLI PER I PROGETTI

• Indicazione su particolari caratteristiche (es. affollamento,


aerazione, accessibilità a mezzi di soccorso): quando
possibile tutti i dettagli su una sola tavola (senza
sovraccaricare i disegni – esigenze di soccorso …);

• Dinamica antincendio – progettazione in funzione dell’


incendio, della sua eventuale propagazione, e dell’esodo
degli occupanti.
CONSIGLI PER SCIA/RILASCI

• Completezza formale della documentazione da consegnare


al Comando

• Sopralluogo preliminare del professionista (verifiche):


• Carico incendio (sostanze stoccate e/o utilizzate)
• protezione passiva (reazione al fuoco, resistenza al
fuoco)
• impianti di protezione attiva
• corretta installazione e funzionamento dei dispositivi di
sicurezza (comando di emergenza – pulsanti allarme,
sirene, segnalazione ottica-acustica, rivelatori);
• Presidi antincendio e relativa segnaletica;
Requisiti dei progettisti

Il DM 05/08/2011 conferma la presenza di due categorie di progettista che


può svolgere prestazioni professionali in materia di prevenzione incendi:
- tecnico abilitato (tecnico inscritto ad un albo): può redigere i progetti, le
istanze di deroga e le asseverazioni in fase di SCIA-VVF, ma non può
rilasciare le certificazioni, le asseverazioni di rinnovo e redigere i progetti
basati sull’approccio prestazionale
- professionista antincendio (tecnico iscritto negli elenchi del Ministero
dell’Interno – D.Lgs. 139/2006): può svolgere ogni tipo di incarico in materia
di prevenzione incendi.

Il tecnico abilitato non ha obbligo di formazione ed aggiornamento.


Il professionista antincendio deve frequentare un corso base di prevenzione
incendi (120 ore) e sostenere l’esame finale; deve inoltre frequentare corsi e
seminari di aggiornamento obbligatorio per l’ammontare di almeno n. 40 ore
ogni 5 anni.

I professionisti antincendio sono quindi degli specialisti formati e


costantemente aggiornati; la loro qualifica e regolarità di aggiornamento può
essere verificata nel sito www.vigilfuoco.it .
Le asseverazioni e le responsabilità dei
professionisti e dei titolari delle attività

- le responsabilità del professionista antincendio: verifica ed


attestazione di efficienza e funzionalità dei sistemi di protezione
attiva e dell’integrità delle protezioni passive soggette a degrado
e/o perdita delle caratteristiche nel tempo; in occasione dei
rinnovi: verifica di conservazione inalterato dello stato dell’attività
rispetto alla configurazione di cui alla SCIA/CPI precedenti
-le responsabilità del legale rappresentante dell’attività:
manutenzioni, conservazione dello scenario, assenza di varianti
significative prive di valutazione di aggravio / non aggravio di
rischio, formazione ed informazione del personale
- trasferimento sui titolari delle attività e sui professionisti
antincendio di un maggiore carico di responsabilità (SCIA-VVF e
asseverazioni) rispetto al regime ante DPR 151/2011.
In materia di impianti antincendio

• Si applica in Italia il DM 37/2008 (installazione


degli impianti all'interno degli edifici) che prescrive la
progettazione e la realizzazione a regola d’arte

• Il Decreto impone all’installatore il rilascio della


Dichiarazione di Conformità dell’impianto alla
regola dell’arte.

• Per le attività soggette ai controlli dei Vigili del


Fuoco, la dichiarazione va adesso allegata alla
SCIA.

• Il progetto rimane presso il Titolare dell’attività,


a disposizione per i controlli

La novità è che adesso un professionista


deve asseverare il rispetto delle norme.
PROGETTO impianti antincendio

Il DM 37/2008 recita, a proposito del progetto :


• Art. 5. Progettazione degli impianti
Per l'installazione, la trasformazione e l'ampliamento
degli impianti di cui all'articolo 1, comma 2, lettere
a),b), c), d), e), g), è redatto un progetto.

Il progetto è redatto da un professionista iscritto


negli albi professionali secondo la specifica
competenza se :
… sono inseriti in un'attività soggetta al rilascio del
certificato prevenzione incendi e, comunque …

• Il progetto rimane presso il Titolare dell’attività,


a disposizione per i controlli

• Impianti a regola d'arte


LE FIGURE COINVOLTE

• Il progettista : la legislazione vigente impone la realizzazione


di un progetto per tutte le tipologie e dimensioni d’impianti da
installare nelle attività soggette ai controlli di prevenzione
incendi.

• Il progetto è redatto da un professionista iscritto agli albi


professionali, secondo la “specifica competenza” …

Il progetto è il primo importante passo nella realizzazione di


un impianto a “regola d’arte”.

Non vi sono nel nostro paese agenzie che abbiano il compito


di verificare ed approvare i progetti nel settore degli impianti
antincendio, a meno che non sia coinvolta una compagnia di
assicurazione a “vocazione tecnica”
LE FIGURE COINVOLTE

• L’installatore (impresa installatrice):


E’ la figura cui la legislazione vigente affida
la principale responsabilità nella realizzazione
dell’impianto, in quanto è lui che, alla fine
dei lavori, rilascia la dichiarazione di
conformità dell’impianto realizzato alla
regola dell’arte.

Nel nostro paese non esiste alcun


sistema di riconoscimento della qualifica
degli installatori del settore antincendio

• La scelta dell’installatore rimane una


importante responsabilità per il titolare
dell’attività per garantire impianti a regola
d'arte
LA CERTIFICAZIONE DELL’IMPIANTO

• La certificazione dell’impianto: da parte


terza … non esiste nel nostro paese!!!.

• Purtroppo l’Italia è l’unico dei grandi paesi


europei ad non avere previsto l’istituto della
certificazione degli impianti antincendio da
una parte terza.

• Nella nuova normativa di prevenzione


incendi si introduce l’istituto della
Certificazione Impiantistica (CERT IMP) da
rilasciarsi a cura di professionista ex.legge
818, ma solo per casi particolari.
ASPETTI PRATICI A CUI PRESTARE ATTENZIONE 
ISTANZE DI VALUTAZIONE DEL PROGETTO 
RELAZIONI TECNICHE

1. Assegnare il nuovo codice attività inserendo le


sottoclassi del 7 agosto 2012

2. Utilizzare sempre la nuova modulistica verificando


l’aggiornamento dal sito www.vigilfuoco.it

3. Verificare gli importi dei diritti di segreteria

4. Se l’attività è normata limitarsi a dimostrare


l’osservanza della norma
ASPETTI PRATICI A CUI PRESTARE ATTENZIONE 
ISTANZE DI VALUTAZIONE DEL PROGETTO 
RINNOVO DI PREVENZIONE INCENDI

1. Assegnare il nuovo codice attività inserendo le


sottoclassi del 7 agosto 2012
2. Armonizzare i rinnovi periodici delle scadenze
quinquennali con le “una tantum” ove possibile
3. Se il Cpi è scaduto ricordare al cliente di rinnovarlo
nel più’ breve tempo possibile spiegando anche la
responsabilità penale in capo a loro ex lege.
4. Modifiche di layout e che non comportano
aggravio di rischio
ASPETTI PRATICI A CUI PRESTARE ATTENZIONE 
ISTANZE DI VALUTAZIONE DEL PROGETTO 
MODALITA’ TELEMATICHE ED IL SUAP

1. All’art. 10 del DPR 151 erano previste le procedure di


raccordo con il Suap

2. Ad oggi su tutto il territorio nazionale i Suap non sono


ancora funzionanti e gli Enti non sono ancora attrezzati ad
accogliere digitalmente le istanze

3. La nota prot. 571 del 2 marzo 2011 del Consiglio dei


Ministri chiarisce che sino a quando gli Enti preposti non
saranno dotati di strumenti e metodi (Suap e consegne
digitali) varrà sempre l’istanza presentata in duplice copia
4. Le attività di servizi sono considerate anche produttive
ASPETTI PRATICI A CUI PRESTARE ATTENZIONE 
ISTANZE DI VALUTAZIONE DEL PROGETTO 

GLI IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA


DMI 20 DIC 2012

1. I rilevatori di fughe gas non vengono considerati


impianti di protezione attiva
2. Solo il professionista antincendio può firmare
progetti di sistemi di protezione attiva redatti con
normativa non UNI-EN-CEI-ISO
3. La norma di applica solo per nuovi impianti o
rifacimenti di quelli esistenti superiori al 50%
PROCEDURE DI POLIZIA GIUDIZIARIA E SANZIONI PENALI PER
GLI IMPRENDITORI IN CASO DI INOSSERVANZA DELLE NORME
E DEI CRITERIGENERALI DI PREVENZIONE INCENDI

Qualora durante un intervento di soccorso pubblico, o di un sopralluogo


ispettivo, effettuati dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco venga
accertato che l’imprenditore:

abbia avviato un’attività soggetta ai controlli di prevenzione


incendi senza aver preventivamente presentato al Comando
Provinciale dei Vigili del Fuoco la SCIA;

abbia effettuato durante l’esercizio di un’attività soggetta ai


controlli di prevenzione incendi delle modifiche rilevanti, con
aggravio delle preesistenti condizioni di sicurezza antincendio,
senza aver precedentemente presentato al Comando la SCIA
(ovviamente, nel caso di attività di Categoria B o C bisogna
anche preventivamente richiedere al Comando la valutazione
del progetto);
PROCEDURE DI POLIZIA GIUDIZIARIA E SANZIONI PENALI PER
GLI IMPRENDITORI IN CASO DI INOSSERVANZA DELLE NORME E
DEI CRITERIGENERALI DI PREVENZIONE INCENDI

Qualora durante un intervento di soccorso pubblico, o di un sopralluogo


ispettivo, effettuati dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco venga
accertato che l’imprenditore:

• non abbia in precedenza presentato al Comando per un’attività


soggetta ai controlli di prevenzione incendi l’attestazione di
rinnovo periodico di conformità antincendio nei termini previsti
dalla legge;
• non abbia osservato, in un’attività a rischio d’incendio, gli
obblighi connessi con il regolare esercizio dell’attività,
saranno applicate nei confronti dell’imprenditore
(nella qualità di Responsabile dell’attività-Datore di lavoro) dal
Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco delle sanzioni di
rilevanza penale con conseguente trasmissione degli atti alla
Procura della Repubblica.
Nel caso di un procedimento penale concernente
delle violazioni a disposizioni di prevenzione
incendi,
è possibile per l’imprenditore, a determinate
condizioni, che il reato venga depenalizzato
se attua, nei tempi stabiliti nell’apposita
comunicazione di notizia di reato inviata dal
Comando all’imprenditore e alla Procura della
Repubblica,
le procedure indicate nel Dlgs 20/12/1994 n° 758
(G.U. Serie generale n° 21 del 26/01/1995 – S.O.n° 9).
Procedura riguardante l’applicazione del D.Lgs. 758/1994
Procedura riguardante l’applicazione del D.Lgs. 758/1994
DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE IN AZIENDA CHE DEVE
ESSERE ESIBITA DAGLI IMPRENDITORI IN CASO DI SOPRALLUOGO
ISPETTIVO DEL COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO

Copia della pratica di prevenzione incendi per le attività soggette ai controlli


di prevenzione incendi, che sono quindi comprese nell’elenco del D.P.R.
151/2011, completa della Segnalazione Certificata di Inizio Attività e relativi
documenti allegati;

Copia del certificato di prevenzione incendi, per le attività rientranti nella


Categoria C dell’elenco del D.P.R. 151/2011, in corso di validità;

Copia di tutte le dichiarazioni di conformità, di corretta installazione e


funzionamento rilasciate dalle ditte installatrici relative agli impianti elettrici,
termici, distribuzione gas, canne fumarie, idrici antincendio, rivelazione
incendio e segnalazione di allarme incendio, condizionamento,
climatizzazione, sistemi evacuazione di fumo e calore, o di prodotti vari,
complete degli allegati obbligatori (relazioni tecniche, progetti e visure
camerali), nonché delle dichiarazioni di corretta posa in opera dei prodotti;
DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE IN AZIENDA CHE DEVE
ESSERE ESIBITA DAGLI IMPRENDITORI IN CASO DI SOPRALLUOGO
ISPETTIVO DEL COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO

• Copia dei progetti relativi agli impianti di protezione attiva antincendio


previsti nel D.M. 20/12/2012 e degli impianti tecnologici indicati nel D.M.
37/2008 a firma di Tecnici abilitati, nonché delle certificazioni redatte da
professionisti antincendio;

• Planimetrie indicanti le vie di esodo, l’ubicazione delle uscite di sicurezza e


i comportamenti che i lavoratori e il pubblico eventualmente presente devono
tenere in caso di emergenza;

• Le dichiarazioni di conformità dei prodotti omologati, le copie delle


dichiarazioni di conformità CE o delle certificazioni di conformità CE e,
comunque connessi alla marcatura CE, comprese le prove rilasciate dai
laboratori autorizzati dal Ministero dell’Interno, relativi a:

• Porte ed infissi resistenti al fuoco;

• Arredi, rivestimenti ed allestimenti per gli aspetti di reazione al fuoco


(moquettes, sedili imbottiti, materassi, tendaggi, ecc.) nei casi prescritti;
DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE IN AZIENDA CHE DEVE
ESSERE ESIBITA DAGLI IMPRENDITORI IN CASO DI SOPRALLUOGO
ISPETTIVO DEL COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO

• Strutture resistenti al fuoco.

• Registro dei controlli periodici di impianti ed attrezzature con


l’indicazione delle relative frequenze manutentive previste dalla legge
(estintori, impianti di estinzione incendi con naspi antincendio e/o
idranti, impianti di estinzione ad attivazione automatica, impianti di
rivelazione incendio e segnalazione allarme incendio, sistemi di
evacuazione fumo e calore, illuminazione di emergenza, impianto di
condizionamento, ecc.) e verifiche della funzionalità ed efficienza
delle misure di protezione passiva antincendio (funzionalità chiusura
porte resistenti al fuoco, fruibilità dei percorsi di esodo, efficacia dei
rivestimenti protettivi, segnaletica di sicurezza, ecc.);

• Documento di valutazione dei rischi con particolare riferimento al


rischio incendio;
DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE IN AZIENDA CHE DEVE
ESSERE ESIBITA DAGLI IMPRENDITORI IN CASO DI SOPRALLUOGO
ISPETTIVO DEL COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO

• Nomina ed incarico per la squadra degli addetti alla gestione delle


emergenze antincendio;

• Piano di emergenza e di evacuazione;

• Documentazione attestante l’avvenuta formazione in materia di


sicurezza antincendio, evacuazione e primo soccorso.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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