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OTTOBRE 2000
Eurocode 2
Design of concrete structures
Part 3: Concrete foundations
RELAZIONI NAZIONALI
RICONFERMA
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni
o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Le norme sperimentali sono emesse, per applicazione provvisoria, in campi in cui viene
avvertita una necessità urgente di orientamento, senza che esista una consolidata espe-
rienza a supporto dei contenuti tecnici descritti.
Si invitano gli utenti ad applicare questa norma sperimentale, così da contribuire a fare
maturare l'esperienza necessaria ad una sua trasformazione in norma raccomandata.
Chiunque ritenesse, a seguito del suo utilizzo, di poter fornire informazioni sulla sua appli-
cabilità e suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato
dell'arte in evoluzione è pregato di inviare, entro la scadenza indicata, i propri contributi
all'UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione.
PREMESSA 2
1 INTRODUZIONE 5
1.1 Scopo .............................................................................................................................................................. 5
1.1.4 Scopo della Parte 3 dell'Eurocodice 2 ................................................................................................... 5
1.4 Definizioni...................................................................................................................................................... 5
1.4.3 Termini specifici impiegati nella Parte 3 dell'Eurocodice 2 ............................................................. 5
5 DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE 10
5.1 Generalità................................................................................................................................................... 10
5.4.9 Aspetti particolari delle fondazioni ....................................................................................................... 10
5.4.9.1 Ancoraggio ................................................................................................................................................... 10
5.4.9.2 Elementi strutturali..................................................................................................................................... 10
7 CONTROLLO DI QUALITÀ 14
7.5 Controllo del progetto .......................................................................................................................... 14
7.6 Controllo della produzione e della costruzione ..................................................................... 14
7.6.5 Controlli durante la costruzione ............................................................................................................ 14
7.6.5.1 Requisiti generali ....................................................................................................................................... 14
DICEMBRE 1998
Eurocode 2
EUROPEAN PRESTANDARD Design of concrete structures
Part 3: Concrete foundations
Eurocode 2
PRÉNORME EUROPÉENNE Calcul des structures en béton
Partie 3: Structures de fondations
Eurocode 2
EUROPÄISCHE VORNORM Planung von Stahlbeton- und Spannbetontragwerken
Teil 3: Fundamente
ICS 91.010.30
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
1998 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.
1.1 Scopo
Aggiungere dopo 1.1.3 P(2):
1.4 Definizioni
Aggiungere dopo 1.4.2 P(2):
2.5 Analisi
Aggiungere dopo 2.5.3.7:
2.5.6.1 Generalità
P(101) Dove pertinente, l'analisi dell'intero sistema strutturale sopportato dal terreno de-
ve prendere in considerazione l'interazione tra terreno, fondazione e struttura di
elevazione.
3.1 Calcestruzzo
3.1.1 Generalità
Aggiungere dopo la Regola di applicazione (5):
(106) Se non diversamente specificato nella presente parte 3, per pali trivellati e infissi
si applicano le prescrizioni della EN 1536: "Execution of special geotechnical
work - Bored piles - Prefabricated concrete foundation piles [Esecuzione di opere
geotecniche speciali - Pali trivellati. Pali prefabbricati di calcestruzzo]", rispettiva-
mente.
P(107) La composizione e la resistenza di calcolo del calcestruzzo devono tener conto
dei requisiti di durabilità, lavorabilità e delle condizioni del suolo e dell'ambiente.
3.5 Distanziatori
P(101) I distanziatori devono essere costituiti da materiale durevole e inossidabile.
(102) Un numero adeguato di distanziatori robusti dovrebbe essere usato per evitare
la dislocazione dell'armatura durante il getto. Vedere, per esempio, 8.2.5 della
EN 1536.
4.1.3 Progetto
4.1.3.3 Copriferro
Sostituire le Regole di applicazione da (8) a (11) con:
(108) Per tener conto dell'irregolarità delle superfici su cui sono gettate le fondazioni
realizzate in opera, il copriferro nominale da specificare sui disegni dovrebbe es-
sere pari al ricoprimento minimo indicato dal prospetto 4.2 della ENV 1992-1-1
aumentato di una tolleranza minima (∆h) così definita:
- Plinti e plinti di collegamento dei pali: 20 mm
- Travi e colonne quali parti strutturali: 15 mm
- Muri: 10 mm
4.3.1.4 Fondazioni
4.3.4 Punzonamento
4.3.4.1 Generalità
Sostituire la Regola di applicazione (3) con:
(103) Un modello di calcolo appropriato per la verifica allo stato limite ultimo della
rottura a taglio da punzonamento delle piastre di fondazione è riportato nella
figura 4.116.
5.1 Generalità
Aggiungere dopo il Principio P(4):
(105) Un elemento strutturale armato può contenere parti prive di armatura, considerate
di calcestruzzo semplice, purché il progettista verifichi che, in quelle parti, le ten-
sioni di trazione causate dalle azioni siano entro limiti accettabili; vedere per esem-
pio 4.3.2.1 (102) nella ENV 1992-1-6.
Aggiungere dopo 5.4.8.3:
5.4.9.1 Ancoraggio
(101) L'ancoraggio dovrebbe rispettare le sezioni 5.2.3 e 5.2.6 della ENV 1992-1-1. Vedere
anche l'appendice informativa 106 della presente parte 3.
Dimensioni in mm
(102) La forza di spacco Fs può essere calcolata con la seguente espressione (vedere
figura 5.124):
Fs = 0,25 Nsd (h + c) / h [5.123]
6.2 Tolleranze
6.2.2.1 Generalità
P(101) In generale si applicano le tolleranze dimensionali ammissibili fornite nella
EN xyz-11): "Execution of concrete structures - General rules and rules for
buildings, or in other relevant standards apply [Esecuzione delle strutture di
calcestruzzo - Regole generali e regole per edifici]", oppure in altre norme
pertinenti.
(102) Le tolleranze dimensionali ammissibili specificate per le opere di fondazione do-
vrebbero essere ragionevolmente incrementate considerata la natura del manu-
fatto.
(103) Le tolleranze dovrebbero essere specificate in modo tale che le fondazioni non ol-
trepassino i confini del sito.
(104) Le tolleranze dimensionali della costruzione dovrebbero essere controllate in cor-
so d'opera, ma prima che la struttura di elevazione sia costruita.
6.2.2.2 Pali
(101) Dovrebbero essere adottate le tolleranze dimensionali ammissibili contenute
nella EN 1536.
6.3.5.1 Generalità
(101) Le regole generali di costruzione sono fornite nella ENV 1992-1-1 e nella norma
europea: "Execution of concrete structures [Esecuzione delle strutture di calce-
struzzo]"1).
6.3.5.2.1 Scavo
(101) I metodi di scavo dovrebbero essere organizzati in modo tale da non superare le
tolleranze richieste.
1) Attualmente in preparazione.
6.3.5.3 Maturazione
(101) In generale si applicano le prescrizioni della norma europea: "Execution of
concrete structures [Esecuzione delle strutture di calcestruzzo]" oppure di altre
norme pertinenti. Particolare attenzione va prestata alle sezioni di forte spesso-
re e alle superfici molto estese.
7 CONTROLLO DI QUALITÀ
A.105.1.1 Generalità
(101) A causa dell'interazione tra terreno, fondazione e struttura di elevazione, il proble-
ma in esame presenta delle incertezze riguardanti non solo la distribuzione delle
pressioni di contatto, ma anche le azioni che le colonne trasmettono alla fondazio-
ne, le quali dipendono dai cedimenti relativi.
(102) In generale il problema si risolve introducendo, in prima istanza, dei vincoli ag-
giuntivi al di sotto della base delle colonne: le reazioni Rj possono essere calcola-
te con i metodi usuali. La situazione reale si ottiene sovrapponendo gli effetti de-
rivanti dalla situazione precedente e da quella in cui le reazioni Rj sono applicate
all'intero sistema strutturale, costituito dalla struttura e dalla fondazione. In ogni
nodo la reazione (agente ora come un carico) è sopportata in parte dalla struttura
e in parte dalla fondazione e le condizioni di equilibrio delle forze e di compatibilità
degli spostamenti richiedono che sia
( [D] + [F ] ) ⋅ {y } = {– R} [A.105.1]
dove D e F rappresentano le matrici di rigidezza della struttura di elevazione e del
sistema di fondazione, rispettivamente.
(103) Una volta calcolati gli spostamenti nodali, si possono ottenere sia i carichi agenti
sulla fondazione, sia le azioni aggiuntive da applicare alla struttura di elevazione
per tener conto dei cedimenti relativi.
(104) Benché il procedimento generale appena descritto sia soddisfacente, sussistono
ancora notevoli incertezze dovute alla successione delle azioni, alla presenza delle
tramezzature e agli effetti della viscosità. Per tali ragioni usualmente si definiscono
diversi livelli di analisi in funzione del grado di idealizzazione dei modelli meccanici.
(105) Nell'ipotesi di struttura di elevazione flessibile, le azioni trasmesse non dipendono
dai cedimenti relativi in quanto la struttura ha rigidezza nulla. In tal caso, le azioni
sono immediatamente determinate e il problema si riduce all'analisi di una fonda-
zione su terreno deformabile.
(106) Nell'ipotesi di struttura di elevazione rigida, le azioni incognite applicate alla fonda-
zione possono essere determinate a condizione che i cedimenti siano su una linea
retta o su un piano. Si deve controllare che la struttura si mantenga rigida fino al
raggiungimento dello stato limite ultimo.
(107) Si ha un'ulteriore semplificazione assumendo che la fondazione sia rigida oppure che
il terreno sottostante sia molto rigido. In entrambi i casi, essendo trascurabili i cedi-
menti relativi, le azioni trasmesse dalla struttura di elevazione restano inalterate.
(108) Per determinare in modo approssimato la rigidezza del sistema strutturale, un’analisi
può essere fatta confrontando la rigidezza complessiva delle fondazioni, degli ele-
menti intelaiati della struttura di elevazione e delle pareti strutturali resistenti al taglio
con quella del terreno. Tale rigidezza relativa KR consente di stabilire se la fondazione
oppure il sistema strutturale dovrebbero essere considerati rigidi o flessibili.
Per gli edifici si può usare la seguente espressione:
3
K R = ( EJ ) s ⁄ ( El ) [A.105.2]
dove:
(EJ)s valore approssimato della rigidezza flessionale per unità di larghezza del-
la struttura dell'edificio in esame, ottenuto sommando la rigidezza flessio-
nale della fondazione, degli elementi intelaiati e delle pareti;
E modulo di deformazione del terreno;
l lunghezza della fondazione.
Il sistema strutturale si considera rigido quando la rigidezza relativa è maggiore di 0,5.
(102) La forza di trazione che deve essere ancorata è data da (figura A.107.1):
F s = R ⋅ ze ⁄ zi [A.107.1]
dove:
R risultante della pressione di contatto del terreno lungo x;
ze braccio di leva esterno, ossia distanza tra la risultante R e la forza verti-
cale NSd;
NSd forza verticale corrispondente alla risultante della pressione totale del ter-
reno tra le sezioni A e B;
zi braccio di leva interno, ossia è la distanza tra l'armatura e la forza oriz-
zontale Fc;
Fc forza di compressione corrispondente alla massima forza di trazione
Fs,max.
(103) I bracci di leva ze e zi possono essere determinati facendo riferimento alle aree
compresse relative a NSd e Fc, rispettivamente. In via approssimata, ze può essere
valutato assumendo e = 0,15 · b (figura A.107.1) e zi può assumersi pari a 0,9 d.
(104) Nella figura A.107.1, lb rappresenta la lunghezza di ancoraggio di barre diritte. Se
tale lunghezza non è sufficiente per ancorare Fs, le barre possono essere piegate
per aumentare tale lunghezza oppure possono essere provviste di appositi dispo-
sitivi di ancoraggio posti alle estremità delle barre.
(105) Per barre diritte prive di ancoraggio terminale, il minore valore di x è il più critico.
In via semplificativa si può assumere xmin = h/2. Per altri tipi di ancoraggio posso-
no essere più critici i valori di x più elevati.
A.108.3.1 Generalità
(101) Per l'isolamento dalle vibrazioni si possono adottare diverse tecniche.
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