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OTTOBRE 1999
Eurocode 3
Design of steel structures
Part 1-4: General rules - Supplementary rules for stainless steels
RELAZIONI NAZIONALI
RICONFERMA
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni
o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Le norme sperimentali sono emesse, per applicazione provvisoria, in campi in cui viene
avvertita una necessità urgente di orientamento, senza che esista una consolidata espe-
rienza a supporto dei contenuti tecnici descritti.
Si invitano gli utenti ad applicare questa norma sperimentale, così da contribuire a fare
maturare l'esperienza necessaria ad una sua trasformazione in norma raccomandata.
Chiunque ritenesse, a seguito del suo utilizzo, di poter fornire informazioni sulla sua appli-
cabilità e suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato
dell'arte in evoluzione è pregato di inviare, entro la scadenza indicata, i propri contributi
all'UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione.
PREMESSA 2
Obiettivi degli Eurocodici ...................................................................................................................... 2
Cronistoria del programma degli Eurocodici .............................................................................. 2
Programma degli Eurocodici .............................................................................................................. 2
Documenti di applicazione nazionale (NAD) ............................................................................. 3
Argomenti di pertinenza specifica della presente norma sperimentale ....................... 3
1 GENERALITÀ 4
1.1 Scopo .............................................................................................................................................................. 4
1.2 Distinzione tra principi e regole di applicazione ....................................................................... 4
1.3 Riferimenti normativi ............................................................................................................................... 4
1.4 Definizioni...................................................................................................................................................... 5
2 MATERIALI 6
2.1 Acciai inossidabili strutturali ................................................................................................................ 6
prospetto 2.1 Valori nominali del carico unitario di snervamento fy e del carico unitario di rottura
a trazione fu per gli acciai inossidabili conformi alla EN 10088-1.............................................................7
2.2 Bulloni.............................................................................................................................................................. 8
prospetto 2.2 Valori nominali di fyb e fub per bulloni di acciaio inossidabile......................................................... 8
2.3 Elettrodi per saldature ............................................................................................................................ 8
3 DURABILITÀ 9
7 FABBRICAZIONE 21
10 RESISTENZA AL FUOCO 22
APPENDICE B DURABILITÀ 33
(informativa)
B.1 Introduzione ............................................................................................................................................. 33
B.2 Tipi di corrosione .................................................................................................................................. 34
B.3 Livelli di rischio ....................................................................................................................................... 36
B.4 Scelta dei materiali .............................................................................................................................. 37
prospetto B.1 Tipi di acciaio suggeriti in funzione delle applicazioni ambientali ............................................. 38
B.5 Progettazione per il controllo della corrosione ...................................................................... 39
figura B.1 Evitare depositi di sporcizia ................................................................................................................... 40
figura B.2 Evitare interstizi.......................................................................................................................................... 40
B.6 Collegamenti ........................................................................................................................................... 40
figura B.3 Come evitare la corrosione galvanica nel caso di collegamenti tra materiali dissimili ...... 41
SETTEMBRE 1996
Eurocode 3
EUROPEAN PRESTANDARD Design of steel structures
Part 1-4: General rules - Supplementary rules for stainless steels
Eurocode 3
PRÉNORME EUROPÉENNE Calcul des structures en acier
Partie 1-4: Règles générales - Règles supplémentaires pour les aciers
inoxydables
Eurocode 3
EUROPÄISCHE VORNORM Bemessung und Konstruktion von Stahlbauten
Teil 1-4: Allgemeine Bemessungsregeln - Ergänzende Regeln zur Anwendung von
nichtrostenden Stählen
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
CEN 1996
I diritti di riproduzione sono riservati ai membri del CEN.
1 GENERALITÀ
1.1 Scopo
P(1) La presente parte 1-4 della ENV 1993 fornisce le prescrizioni supplementari per il
progetto degli edifici e delle opere di ingegneria civile che estendono il campo di
applicazione delle ENV 1993-1-1 e ENV 1993-1-3 agli acciai inossidabili austeni-
tici e austeno-ferritici.
P(2) Le prescrizioni fondamentali delle ENV 1993-1-1 ed ENV 1993-1-3 risultano ancora
applicabili a meno che non sia diversamente specificato nella presente parte 1-4.
Nota 1 Le informazioni sugli acciai inossidabili e sulla loro durabilità sono fornite nelle appendici A e B.
Nota 2 Le regole che riguardano gli aspetti particolari della fabbricazione con gli acciai inossidabili sono for-
nite nell'appendice C. In futuro la EN 1090 è destinata a contenere le prescrizioni per la fabbricazio-
ne degli acciai inossidabili che sostituiranno le regole fornite nell'appendice C.
Nota 3 Le linee guida per gli altri trattamenti, inclusi quelli termici, sono fornite nella EN 10088.
(3) Le prescrizioni progettuali per gli acciai inossidabili ferritici non sono ancora state
incluse nella presente parte 1-4.
Nota Una guida provvisoria per un approccio progettuale conservativo per gli acciai inossidabili ferritici è
fornita nell'appendice D.
(4) Per le applicazioni in zona sismica, si deve fare riferimento alla ENV 1998.
1.4 Definizioni
A meno che non sia diversamente specificato, si applica il vocabolario del trattamento ter-
mico per i prodotti ferrosi utilizzato nella EN 10052.
Nota Definizioni e descrizioni sintetiche degli acciai inossidabili sono fornite nell'appendice A.
2.1.1 Generalità
P(1) Le prescrizioni fornite nella presente parte 1-4 si devono applicare soltanto per
progettare utilizzando acciai inossidabili austenitici e austeno-ferritici.
Nota Una guida per un approccio progettuale di tipo provvisorio con gli acciai inossidabili ferritici è fornita
nell'appendice D.
P(2) I valori nominali delle proprietà del materiale specificate in 2.1.2 devono essere
usati quali valori caratteristici nei calcoli del progetto strutturale.
(3) Per ulteriori informazioni sulle proprietà del materiale si deve fare riferimento alla
EN 10088.
Nota Un prospetto di correlazione tra le varie designazioni delle comuni classi di acciai inossidabili auste-
nitici ed austeno-ferritici è fornito nell'appendice A.
P(4) Le prescrizioni progettuali specificate nella presente parte 1-4 non si devono ap-
plicare per i materiali la cui resistenza nominale allo snervamento fy sia maggiore
di 480 N/mm2.
P(5) Se può essere dimostrato che il materiale presenta una resistenza maggiore (ve-
dere 2.1.3), tale resistenza può essere considerata nei calcoli di progetto sempre
che ciò risulti giustificato da appropriate prove sperimentali eseguite in conformità
al punto 8.
P(4) Non devono essere adottate proprietà meccaniche incrementate per condizioni di
incrudimento per acciai inossidabili che hanno subito incrudimento durante la fab-
bricazione, se si richiede che debbano essere saldati o trattati a caldo dopo la la-
vorazione a freddo, a meno che non possa essere dimostrato tramite prove spe-
rimentali e in conformità al punto 8, che la saldabilità o il trattamento termico non
riducano le proprietà meccaniche al di sotto dei valori da adottare.
2.2.1 Generalità
P(1) Bulloni e dadi di acciaio inossidabile devono essere conformi alla ISO 3506. Le
rondelle devono essere di acciaio inossidabile austenitico e devono essere con-
formi alla ISO 7089 o alla ISO 7090, con riferimento a quello maggiormente perti-
nente.
P(2) La tensione nominale di snervamento fyb e la tensione di rottura a trazione fub per
i bulloni di acciaio inossidabili devono essere ottenute dal prospetto 2.2.
(3) In attesa della pubblicazione di un’appropriata norma europea, le caratteristiche
fissate devono essere verificate usando un riconosciuto sistema di controllo qua-
lità, con provini prelevati da ciascun lotto degli elementi di collegamento.
prospetto 2.2 Valori nominali di fyb e fub per bulloni di acciaio inossidabile
4.1 Generalità
P(1) I requisiti relativi agli stati limite di servizio specificati nel punto 4 della ENV 1993-1-1 si
devono applicare anche agli acciai inossidabili.
(2) Gli spostamenti devono essere valutati conformemente a 4.2.
Classe di Coefficiente n
resistenza
Direzione Direzione
longitudinale trasversale
S 220 5,5 7,5
S 240 6,0 8,0
S 480 4,0 4,0
5.1 Generalità
P(1) Le prescrizioni fornite nel punto 5 della ENV 1993-1-1 si devono applicare anche
agli acciai inossidabili, salvo quando modificate o sostituite da speciali prescrizio-
ni fornite nella presente parte 1-4.
P(2) Il fattore di sicurezza parziale γM si deve ottenere da 5.1.1(2) della ENV 1993-1-1.
P(3) Non devono essere utilizzate analisi plastiche globali a meno che non ci sia suffi-
ciente evidenza sperimentale da assicurare che le assunzioni fatte nei calcoli sia-
no rappresentative dell'effettivo comportamento della struttura. In particolare deve
essere provato che le connessioni siano capaci di resistere agli incrementi di mo-
menti e forze interni, dovute all'incrudimento.
P(4) Non è necessario prendere in considerazione il fenomeno della fatica, a meno
che la struttura non sia soggetta a numerose e significative fluttuazioni di tensio-
ne. In tali casi la resistenza a fatica deve essere verificata utilizzando il punto 9
della ENV 1993-1-1.
d = h - 3t (t = tf = tw)
Classe Anima soggetta a flessione Anima soggetta a compressione Anima soggetta a flessione
e compressione
Distribuzione degli sforzi
nell’elemento
(compressione positiva)
0, 5
235 E
ε = ------- ---------------- Per kσ vedere prospetto 4.1 della ENV 1993-1-3
f y 210 000
0, 5
235 E
ε = ------- ----------------
f y 210 000
c) Ali sporgenti:
Classe Tipo di sezione Ala soggetta a compressione Ala soggetta a compressione e flessione
10 ε 10 ε
c / t f ≤ 10,0ε c / t f ≤ ------- c / t f ≤ ------------
Formata a freddo α α α
1 (laminata)
c / t f ≤ 9,0ε 9ε 9ε
Saldata c / t f ≤ ----- c / t f ≤ ------------
α α α
10,4 ε 10,4 ε
c / t f ≤ 10,4ε c / t f ≤ ------------ c / t f ≤ ------------
Formata a freddo α α α
2 (laminata)
c / t f ≤ 9,4ε 9, 4 ε 9, 4 ε
Saldata c / t f ≤ ---------- c / t f ≤ ------------
α α α
Distribuzione di tensione nell’elemento
(compressione positiva)
0, 5
235 E
ε = ------- ---------------- Per Kσ vedere prospetto 4.2 nella ENV 1993-1-3
f y 210 000
d) Angolari:
Riferirsi anche a c)
"Ali sporgenti"
h / t ≤ 11,9ε
3
(b + h)/2t ≤ 9,1ε
e) Sezioni tubolari:
1 d / t ≤ 50ε2
2 d / t ≤ 70ε2
3 d / t ≤ 90ε2
0, 5
235 E
ε = ------- ----------------
f y 210 000
b γ M1 σ coṁ, Ed
λ p = 1, 052 -----p- ------------------------------- [5.1c]
t E kσ
dove:
bp è la larghezza nominale sul piano di un elemento piano come definito
nella ENV 1993-1-3, oppure ha il significato di b nella ENV 1993-1-1,
secondo quanto più appropriato;
E è il modulo di elasticità come indicato in 2.1.4P(1);
kσ è il fattore di instabilità relativo al prospetto 4.1 o 4.2 della ENV 1993-1-3,
secondo quanto più appropriato;
σcom,Ed è la maggiore tensione di compressione nell'elemento pertinente, cal-
colata sulla base della sezione trasversale efficace.
5.4.1 Generalità
P(1) Le prescrizioni relative all'instabilità flessionale, latero-torsionale, torsionale, fles-
so-torsionale e distorsionale, fornite nelle ENV 1993-1-1 e ENV 1993-1-3 secon-
do quanto più appropriato, devono essere applicate anche agli acciai inossidabili,
a meno che non siano integrate o modificate in 5.4.2 o 5.4.3.
Nota In caso di compressione assiale, il modo torsionale o flesso-torsionale è più probabile che governi
la resistenza all'instabilità per gli acciai inossidabili che non per acciai al carbonio.
(2) Nel determinare la resistenza all'instabilità torsionale o flesso-torsionale di un an-
golare, l'asse y-y dovrebbe essere definito come specificato nella ENV 1993-1-3
piuttosto che come specificato nella ENV 1993-1-1.
2 2 0,5
χ = 1 ⁄ φ + (φ – λ ) con la limitazione χ≤1 [5.5]
con:
2
φ = 0, 5 1 + α ( λ – λ 0 ) + λ
l f y βA 0, 5
λ = ------- - = ( λ ⁄ λ1) [ βA]
------------
i π E
2
Tipo di membratura α λ0
Sezione aperta formata a freddo 0,49 0,40
Sezione cava profilata a freddo 0,49 0,40
Sezione aperta saldata 0,76 0,20
con:
2
φ LT = 0, 5 1 + α LT ( λ LT – 0, 2 ) + λ LT
βW f y W
p l, y 0, 5
λ LT = ------------------------------ = ( λ LT ⁄ λ 1 ) [ β W ]
M cr
0, 5
λ1 = π [ E ⁄ f y]
βW = 1 per sezioni trasversali di classe 1 o 2;
βW = Wel /Wpl per sezioni trasversali di classe 3;
βW = Weff/Wpl per sezioni trasversali di classe 4.
dove:
αLT è il coefficiente di imperfezione definito nel prospetto 5.3;
Mcr è il momento critico elastico per instabilità flesso-torsionale.
Nota Informazioni per il calcolo di Mcr e λLT sono fornite nell'appendice F della ENV 1993-1-1.
(2) Non è necessario tenere in conto gli effetti dell'instabilità flesso-torsionale se
λ LT ≤ 0,4.
0,8 d fy
λ w = ----------------w- -----------
- [5.7]
tw kτ E
dove:
kτ è il fattore di imbozzamento per taglio, vedere 5.6.3 nella ENV 1993-1-1.
(4) La resistenza a taglio plastica Vpl,Rd si dovrebbe ottenere da:
V = d w t w ( f y ⁄ 3 ) ⁄ γ M0 [5.8]
l
p , Rd
Snellezza relativa d’anima λ w Anima con soli irrigidimenti trasversali Anima con irrigidimenti intermedi ed
di estremità irrigidimenti trasversali di estremità
λ w ≤ 0, 6 1 – 0,42 λ w ( f y ⁄ 3 )
27 – λ w
- ( f y ⁄ 3)
----------------------
24 + 19 λ w
Tipo di sezione e tipo di applicazione del carico Resistenza allo Resistenza Resistenza
schiacciamento all’imbozzamento all’instabilità
Sezioni aperte saldate:
- forze contrastate dall’azione resistente di taglio -
dell’anima
- forze trasferite attraverso apposite ali -
Sezione aperta formata a freddo -
λ w ≤ 0, 2 ( f y ⁄ 3)
0, 75 < λ w ≤ 2, 2 3, 6 – λ w
- ( f y ⁄ 3)
-------------------------
3, 2 + 1, 6 λ w
λ w > 2, 2 ( 1 ⁄ λw2 ) ( f y ⁄ 3)
6.1 Generalità
P(1) Le prescrizioni fornite nel punto 6 della ENV 1993-1-1 devono essere applicate
anche agli acciai inossidabili, tranne quando modificate o sostituite da speciali
prescrizioni fornite nella presente parte 1-4.
Nota Le indicazioni sulla durabilità sono fornite nell'appendice B. Le informazioni sulla fabbricazione dei
collegamenti sono specificate nell'appendice C.
(2) La progettazione dei collegamenti per lamiere di acciaio inossidabile, utilizzando viti
autofilettanti con rondelle deve essere eseguito in conformità alla ENV 1993-1-3.
7 FABBRICAZIONE
P(1) Le prescrizioni per la progettazione mediante calcolo fornite nella presente parte
1-4 della ENV 1993 possono essere usate per strutture che soddisfano i requisiti
specificati nella ENV 1090-1 (e nel prENV 1090-2 nel caso di profili sottili sagoma-
ti a freddo) per le regole di esecuzione, per la fabbricazione e le tolleranze di mon-
taggio.
9 FATICA
(1) Il punto 9 della ENV 1993-1-1, incluse le tabelle di classificazione, si può utilizzare
anche agli acciai inossidabili.
(2) Si devono prendere in considerazione le variazioni di tensione dovute a carichi
vibranti legati a impianti o macchinari, fluttuazioni nei carichi da vento su torri,
pali e ciminiere e oscillazioni indotte dal vento. In ogni caso non è necessario
che siano incluse variazioni di tensione dovute alle normali fluttuazioni delle for-
ze imposte, dei carichi da neve o da vento su un edificio.
10 RESISTENZA AL FUOCO
P(1) Per la progettazione della resistenza all’incendio, si deve fare riferimento alla
ENV 1993-1-2.
(2) I dati per i legami tensioni-deformazioni e per le altre proprietà dei materiali ad ele-
vate temperature si possono ottenere dalla EN 10088 o dai produttori dell'acciaio.
A.1.1 Generalità
(1) Gli acciai inossidabili inclusi nella presente parte 1-4 della ENV 1993 possono es-
sere classificati in relazione alla loro struttura metallurgica ed alla loro composi-
zione chimica.
(2) La classificazione degli acciai inossidabili secondo il loro contenuto di nichel e
cromo è indicata nella figura A.1.
figura A.1 Classificazione degli acciai inossidabili in funzione del contenuto di nichel e cromo
Legenda
X Cr in %
Y Ni in %
1 Acciai austenitici
2 Acciai austenitico-ferritici
3 Acciai invecchiati
4 Acciai martensitici
5 Acciai ferritici
A.1.2.1 Generalità
(1) Il cromo è il principale elemento di lega negli acciai inossidabili ferritici, semi-ferri-
tici e martensitici.
A.2.1 trattamento termico: Una serie di operazioni nel corso delle quali un prodotto solido ferroso
è totalmente o parzialmente esposto a cicli termici per ottenere una variazione delle sue
proprietà meccaniche e/o della sua struttura metallurgica.
A.4.1 Introduzione
(1) Il sistema di designazione utilizzato nella EN 10088 per gli acciai inossidabili è de-
finito nella EN 10027. Ulteriori informazioni sono fornite di seguito.
A.4.2 Sigle
(1) Le sigle utilizzano i principali elementi di lega degli acciai. Questi elementi sono ri-
portati in ordine decrescente di contenuto in peso. Quindi si ha:
- Acciai inossidabili al cromo }
in parte con elementi
- Acciai inossidabili al nichel-cromo }
aggiuntivi
- Acciai inossidabili al cromo-nichel-molibdeno }
(2) La prima lettera della designazione X indica un acciaio alto-legato, contenente al-
meno il 5% di uno degli elementi di lega. La X è preceduta da una G per i getti. Il
numero seguente la X corrisponde a 100 volte la percentuale media del contenuto
di carbonio, come specificato nella norma pertinente al prodotto, in questo caso la
EN 10088. Quindi seguono i simboli chimici delle leghe che caratterizzano l'acciaio.
Tali simboli sono seguiti da due o più numeri consecutivi che rappresentano la
percentuale media degli elementi chimici presenti nell’acciaio, nello stesso ordine
in cui sono forniti i simboli. Queste percentuali sono arrotondate per eccesso al
numero intero. Per esempio, un tipico acciaio austenitico al cromo-nichel è desi-
gnato con X5CrNi18-10.
(3) Il vantaggio di questo sistema è che un non specialista può immediatamente ca-
pire a che tipo di acciaio ci si riferisce. Per una descrizione più precisa, i numeri al-
la fine della sigla sono legati al contenuto degli elementi come percentuale in peso.
Classe di acciaio conforme alla EN 10088 Germania (DIN) UK Francia Italia Svezia Spagna USA
X6CrNiMoTi17-12-2 1.4571 X6 CrNiMoTi 17 12 2 1.4571 320 S 31 Z 6 CNDT 17-12 X6 CrNiMoTi 17 12 2350 3535 316 Ti S 31635
X2CrNiN18-10 1.4311 X2 CrNiN 18 10 1.4311 304 S 61 Z 2 CN 18-10 Az - 2371 - 304 LN S 30453
X2CrNiMoN17-11-2 1.4406 X2 CrNiMoN 17 12 2 1.4406 316 S 62 Z 2 CND 17-12 Az - - - 316 LN S 31653
X2CrNiMoN17-13-5 1.4439 X2 CrNiMoN 17 13 5 1.4439 - - - - - 317 LMN S 31726
X1NiCrMoCuN25-20-7 1.4529 X1 NiCrMoCuN 25 20 6 1.4529 - - - - - - -
X2CrNiN18-7 1.4318 X2 CrNiN 18 7 1.4318 - - - - - 301 LN -
(302 LN)
X2CrNiMoN22-5-3 1.4462 X2 CrNiMoN 22 5 3 1.4462 Duplex Z 2 CND 22-5 Az - 2377 - - S 31803
2205
Pagina 28 di 54
prospetto A.3 Valori delle tensioni nominali incrementate fyc e fuc per nastri e lamiere, di acciaio inossidabile strut-
turale lavorato a freddo conforme alla EN 10088-2
Classe di resistenza degli acciai Tensione di snervamento incrementata Tensione ultima di trazione incrementata
lavorati a freddo fyc fuc
N/mm2 N/mm2
C 700 350 700
1)
C 850 530 850
1)
C 1 000 750 1 000
1)
C 1 150 900 1 150
1)
C 1 300 - 1 300
1) Le prescrizioni per i calcoli di progetto fornite nella presente parte 1-4 riguardano gli acciai con fy ≤ 480 N/mm2.
prospetto A.4 Valori delle tensioni nominali incrementate fyc e fuc per barre, vergelle e profilati di acciaio inossida-
bile strutturale lavorato a freddo conforme alla EN 10088-3
Classe di resistenza degli acciai Tensione di snervamento incrementata Tensione ultima di trazione incrementata
lavorati a freddo fyc fuc
N/mm2 N/mm2
C 7001) 350 700
1) 2)
C 800 500 800
1) Il massimo diametro per la classe di resistenza è subordinato all’accordo stipulato quando l’acciaio è ordinato, ma in ogni
caso non dovrebbe essere maggiore di 35 mm per l’acciaio C 700 e maggiore di 25 mm per l’acciaio C 800.
2) Le prescrizioni per i calcoli di progetto fornite nella presente parte 1-4 riguardano gli acciai con fy ≤ 480 N/mm2.
prospetto A.5 Disponibilità di nastri e lamiere conformi alla EN 10088-2 nelle classi di resistenza per lavorati a
freddo
Classi di acciaio conformi alla EN 10088 Classi di resistenza disponibili per gli acciai lavorati a freddo
Sigla N° C 700 C 850 C 1000 C 1150 C 1300
X2CrNiN18-7 1.4318 - X X - -
X5CrNi18-10 1.4301 X X X X X
X6CrNiTi18-10 1.4541 X X - - -
1)
X5CrNiMo17-12-2 1.4401 X X - - -
X6CrNiMoTi17-12-2 1.4571 X X - - -
1) Per valori maggiori di fuc vedere la Euronorm 151-2.
B.1 Introduzione
(1) La principale differenza tra l’uso di acciai inossidabili e l’uso di acciai al carbonio
è che:
- per gli acciai al carbonio la protezione dagli effetti ambientali, e quindi la dura-
ta di vita, può essere trattata separatamente dal progetto strutturale;
- per gli acciai inossidabili, la durata di vita non è determinata da trattamenti
protettivi, ma dalla scelta iniziale dei materiali, dalla progettazione e dalle pro-
cedure di fabbricazione e dalla loro idoneità alle condizioni ambientali.
(2) Per operare una giusta scelta di un’appropriata classe di acciaio inossidabile per
una particolare applicazione, o per applicare correttamente le norme disponibili
per la buona pratica costruttiva mirante ad evitare la corrosione, è importante ave-
re conoscenze riguardo al meccanismo di corrosione che interessa gli acciai inos-
sidabili.
(3) Tutti i comuni metalli strutturali formano patine di ossido superficiale quando sono
esposti ad aria secca. L’ossido formato sulla maggior parte degli acciai al carbo-
nio rapidamente si rompe e, in presenza di umidità, non è ripristinato. Quindi può
avvenire una reazione chimica tra l’acciaio, il vapore acqueo e l’ossigeno per for-
mare la ruggine. Esclusi gli acciai autopatinabili, questa ruggine non è protettiva e
non impedisce il processo di corrosione.
(4) Ossido si forma anche su acciai inossidabili. Questo è ricco di cromo ed è stabile,
non poroso e fortemente aderente al metallo. Comunque, a differenza di quello
formato sugli acciai al carbonio, se si rompe (per esempio per scalfittura o inta-
glio), è capace di una immediata auto-riparazione in presenza di aria o di ambien-
te ossidante. È anche notevolmente resistente all'attacco chimico. Per tali motivi è
conosciuto come "film di passibilità". Sebbene questa pellicola sia molto sottile
(circa 5 × 10-6 mm), fornisce all’acciaio inossidabile ottime proprietà di resistenza
alla corrosione, evitando all’acciaio di reagire con l’atmosfera.
(5) Il comportamento della pellicola passiva dipende dalla composizione dell’acciaio,
dal suo trattamento superficiale e dalla natura corrosiva dell’ambiente. La stabilità
della pellicola cresce al crescere del contenuto di cromo. La maggior parte degli
acciai inossidabili utilizzati nelle costruzioni contiene circa il 18% di cromo ed il
10% di nichel. Alcuni acciai inossidabili contengono anche molibdeno per incre-
mentare ulteriormente la resistenza alla corrosione.
(6) Questo concetto della formazione di una pellicola passiva è importante, perché
ogni condizione che impedisce la formazione della pellicola, oppure porta alla sua
rottura, condurrà alla riduzione della resistenza alla corrosione. La corrosione
dell’acciaio inossidabile si verifica, perciò, se la pellicola passiva è danneggiata e
non ne è consentita la riformazione.
(7) Gli acciai inossidabili sono generalmente molto resistenti alla corrosione e si com-
portano in modo soddisfacente nella maggior parte degli ambienti. Il limite della
resistenza alla corrosione per un dato acciaio inossidabile dipende dai suoi ele-
menti di lega, e ciò significa che ogni classe ha una risposta leggermente differen-
te quando è esposta agli ambienti corrosivi. È perciò necessario porre attenzione
nello scegliere la più appropriata classe d’acciaio per una data applicazione. Ge-
neralmente maggiore è il livello di resistenza alla corrosione richiesto, maggiore è
il costo del materiale.
(8) I possibili motivi per cui una particolare classe di acciaio inossidabile non risponda
alle aspettative di durabilità nei confronti della resistenza alla corrosione includono:
a) non corretta valutazione dell’ambiente, o esposizione a condizioni inaspettate
(come una inaspettata contaminazione di ioni cloruro);
b) introduzione di uno stato non previsto nella valutazione iniziale, per il modo in
cui l’acciaio inossidabile è stato lavorato o trattato.
B.2.1 Vaiolatura
(1) La vaiolatura è una forma localizzata di corrosione che si può verificare come ri-
sultato di un’esposizione ad ambienti particolari, in particolar modo quelli che con-
tengono ioni cloruro. La vaiolatura si verifica perché gli ioni cloruro penetrano la
pellicola passiva nei punti deboli. Questo fa sì che si formi una situazione tale che
la zona penetrata funge da anodo e la zona passiva circostante da catodo. Poiché
la zona di anodo è piccola e quella di catodo è ampia, l’intensità di corrente diven-
ta molto alta e perciò allo stesso modo cresce la velocità di corrosione sulla su-
perficie dell’anodo.
(2) Nella maggior parte delle applicazioni strutturali, la vaiolatura superficiale è pro-
babile che sia di lieve entità ed accettabile perché la riduzione della sezione del
componente sarà trascurabile. Comunque, i prodotti della corrosione possono ro-
vinare le caratteristiche architettoniche. Una minore tolleranza della vaiolatura de-
ve essere adottata per gli edifici di pubblica utilità come condotte, tubazioni e
strutture di contenimento. Se c’è un rischio conosciuto, dovrebbe essere scelta
una classe adatta di acciaio inossidabile; di solito questa presenterà una compo-
sizione con maggiori elementi di lega con l’aggiunta di molibdeno.
B.2.4 Tenso-corrosione
(1) Lo sviluppo della tenso-corrosione richiede la simultanea presenza di sollecitazio-
ni di trazione e specifici fattori ambientali non riscontrabili negli ambienti in cui ge-
neralmente si trovano gli edifici. Non è necessario che le tensioni siano molto ele-
vate rispetto alla tensione di snervamento del materiale. Queste potrebbero esse-
re dovute a carichi o a tensioni residue dei processi di fabbricazione come salda-
ture o laminazione. Attenzione deve essere posta quando gli elementi di acciaio
inossidabile contenenti elevate tensioni residue (come quelle dovute a lavorazio-
ne a freddo) sono utilizzate in ambienti ricchi di cloruri come piscine o strutture
marine e marittime, incluse le piattaforme offshore.
(2) La possibilità di fessurazione per tenso-corrosione cresce al crescere della ten-
sione di trazione e al crescere della temperatura. Negli acciai inossidabili austeni-
tici al cromo-nichel, il nichel è l’elemento di lega che più fortemente riduce la sen-
sibilità alla fessurazione per tenso-corrosione.
B.4.1 Generalità
(1) La scelta della più appropriata classe di acciaio inossidabile deve tenere conto
dell’ambiente dell’applicazione, del processo di fabbricazione, dell’abilità nel lavo-
rare il materiale, delle finiture superficiali e della manutenzione della struttura.
Sebbene gli acciai inossidabili abbiano bassi requisiti di manutenzione, è neces-
sario che siano fornite nel progetto dettagliate considerazioni sulla resistenza alla
corrosione quando un materiale è scelto per l'uso in un ambiente corrosivo.
(2) Deve essere data importanza, durante la vita di progetto della struttura, ai se-
guenti rischi:
- fessurazione per tenso-corrosione;
- corrosione interstiziale;
- corrosione galvanica;
- vaiolatura;
- presenza di macchie;
- perdita di spessore.
(3) Il primo passo è la caratterizzazione dell’ambiente di servizio. La corrosività
dell’ambiente è determinata da un numero di variabili quali l’umidità, la tempera-
tura dell’aria, la presenza di sostanze chimiche e loro concentrazione, contenuto
di ossigeno, ecc. La corrosione non si può verificare a meno che non sia presente
umidità. Per esempio, gli edifici riscaldati e ventilati possono essere classificati
come secchi, e non è probabile che la corrosione si possa verificare in questi am-
bienti. Il rischio di condensa è maggiore in aree quali cucine e lavanderie. Le zone
costiere sono fortemente corrosive per la presenza di alte concentrazioni di ioni
cloruro nell’aria, così le strutture esposte agli spruzzi marini sono particolarmente
soggette agli attacchi corrosivi.
(4) Avendo caratterizzato l’ambiente generale, è quindi necessario prendere in con-
siderazione l’effetto dell’ambiente nelle immediate vicinanze sull’acciaio inossida-
bile (per esempio elementi o sostanze che è probabile che vengano in contatto
con esso). La condizione della superficie, la temperatura dell’acciaio e le attese
tensioni di servizio possono risultare parametri importanti.
(5) Deve essere data importanza, quindi, alle proprietà meccaniche e agli effetti del ti-
po di carico, inclusi i carichi di servizio, i carichi ciclici, le vibrazioni, le forze sismi-
che e così via. Potrebbe essere necessario quantificare gli effetti di riscaldamenti
e raffreddamenti ciclici. Per la scelta finale è necessario prendere in considerazio-
ne anche la semplicità di fabbricazione, la disponibilità di forme del prodotto, le fi-
niture superficiali e i costi.
(6) La scelta dell’adeguatezza della classe di acciaio è perseguibile nel modo miglio-
re riferendosi ad esperienze su acciai inossidabili in applicazioni ed ambienti simi-
li. Per ambienti atmosferici, il prospetto B.1 fornisce informazioni per scegliere la
più adatta classe d’acciaio dal punto di vista della corrosione.
(7) Oltre alla classificazione degli acciai inossidabili rispetto alle applicazioni ambien-
tali, come riportato nel prospetto B.1, è necessario anche fare una distinzione tra:
- applicazioni estetiche: nelle quali la primaria importanza nella scelta del ma-
teriale è mantenere l’aspetto durante la vita del prodotto [in questo caso è ne-
cessario distinguere tra applicazioni interne ed esterne];
- applicazioni strutturali: nelle quali le proprietà meccaniche sono di primaria
importanza.
(8) In caso di applicazioni estetiche, è necessario prendere in considerazione non so-
lo le condizioni ambientali, ma anche la posizione delle varie parti e la possibilità
di una loro pulizia naturale per mezzo di agenti metereologici. Se le parti sono po-
sizionate sotto delle protezioni (per esempio tetti) devono essere pulite più spesso.
(9) Nel caso di applicazioni strutturali, per cui sono essenziali le proprietà meccani-
che, la maggior parte degli ambienti naturali non hanno effetti dannosi sugli acciai
inossidabili.
1.4301
1.4311
1.4541 ( ) ( ) ( ) X ( ) X
1.4318
1.4401
1.4404
1.4406 O O O O ( ) ( )
1.4571
1.4439
1.4462
1.4529 O O O O O O O O O O
1.4539
Condizioni di corrosione:
Bassa: La minore condizione di corrosione per quel tipo di ambiente. Per esempio casi mitigati da bassa umidità o basse temperature.
Media: Del tutto tipico per quel tipo di ambiente.
Alto: La corrosione è probabile che sia maggiore di quella caratteristica per quel tipo di ambiente. Per esempio, incrementata da persistente e forte umi-
dità, da alte temperature ambientali o sostanze inquinanti nell’aria particolarmente aggressive.
Legenda:
O Potenzialmente sovradimensionato dal punto di vista della corrosione.
Probabilmente la migliore scelta per resistenza alla corrosione e costo.
X Probabile che subisca corrosione eccessiva.
( ) Degno di considerazione sempre che siano prese opportune precauzioni [per esempio specificare una superficie relativamente liscia e quindi realizzare
rondelle regolari].
B.4.2 Bulloni
(1) Per i bulloni, la classe di materiale A4 conforme alla ISO 3506 è equivalente, in
termini della sua resistenza alla corrosione agli acciai 1.4401, 1.4404 e 1.4571 e
la classe A2 conforme alla ISO 3506 ha resistenza alla corrosione equivalente agli
acciai 1.4301 e 1.4541. La classe A1 è relativa alla più bassa resistenza alla cor-
rosione e non deve essere utilizzata per bulloni.
(2) Nel caso di classe di acciaio 1.4439, 1.4539, 1.4529 e 1.4462, si devono utilizzare
bulloni di una di queste stesse classi per raggiungere la stessa resistenza alla cor-
rosione.
(3) Si deve prestare attenzione quando si considera l’uso di acciai inossidabili lavorati
alle macchine utensili per collegamenti. L’aggiunta di zolfo nella composizione di
questi acciai (come la classe austenitica 1.4305) li rende maggiormente soggetti
alla corrosione, specialmente in ambienti industriali e marini.
B.6 Collegamenti
B.6.1 Generalità
(1) Il progetto dei collegamenti necessita, in particolare, di molta attenzione per con-
servare un’ottimale resistenza alla corrosione.
(2) Ciò è particolarmente vero per i collegamenti che si potrebbero inumidire a causa
delle condizioni metereologiche, di spruzzi, di immersioni, di condense, o per altre
cause. Deve essere verificata la possibilità di evitare o ridurre i problemi associati
di corrosione posizionando i collegamenti lontano dalla sorgente di umidità. In al-
ternativa si potrebbe rimuovere la sorgente di umidità; per esempio nel caso di
condensa, per mezzo di adeguata ventilazione o assicurando che la temperatura
dell’ambiente in cui si trova la struttura sia al di sopra della temperatura di rugiada.
(3) Se non è possibile evitare che un collegamento, in cui siano presenti sia l’acciaio
al carbonio che l’acciaio inossidabile, si inumidisca, deve essere posta attenzione
per evitare la corrosione galvanica.
(4) Le influenze dei carichi e della corrosione in condizioni di servizio devono essere
determinate ed indicate nel modo più completo ed esatto possibile.
C.1 Generalità
(1) Lo scopo della presente appendice è evidenziare gli aspetti pertinenti alla fabbri-
cazione degli acciai inossidabili per il progetto ingegneristico, incluse le racco-
mandazioni per la buona pratica. Si intende anche rendere possibile che sia fatta
una valutazione sull’adeguatezza di un certo fabbricante a condurre il lavoro.
(2) L’acciaio inossidabile non è un materiale difficile con cui lavorare. Comunque, per
alcuni aspetti è diverso dall’acciaio al carbonio e deve essere trattato di conse-
guenza. Molti processi di fabbricazione e di montaggio sono simili a quelli utilizzati
per l’acciaio al carbonio, ma le differenti caratteristiche dell’acciaio inossidabile ri-
chiedono speciali attenzioni in un certo numero di settori. È importante che sia in-
staurata abbastanza presto un’efficace collaborazione tra il progettista ed il fabbri-
cante in modo da assicurare che appropriate regole di fabbricazione possano es-
sere e saranno adottate.
(3) Un obiettivo da non trascurare è mantenere la resistenza alla corrosione. È es-
senziale che siano prese precauzioni, in tutte le fasi di costruzione, trasporto del
materiale, di lavorazione e saldatura per minimizzare danni meccanici o di altro ti-
po della superficie (per esempio strati di ossido). Sebbene siano essenziali, le pre-
cauzioni sono semplici e generalmente questioni di buona pratica ingegneristica.
(4) È importante mantenere un buon aspetto della superficie degli acciai inossidabili
durante la fabbricazione. I difetti superficiali non sono solo sgradevoli alla vista,
ma sono generalmente inaccettabili e richiedono tempo e costi per essere corretti.
Mentre i difetti superficiali saranno normalmente coperti da vernice nelle strutture
di acciaio al carbonio, ciò si verificherà raramente nel caso di strutture di acciaio
inossidabile.
(5) La forma strutturale può essere imposta dalla disponibilità dei materiali. Bisogna
ammettere che il campo di sezioni disponibili in acciaio inossidabile laminato a
caldo è più limitato rispetto a quello relativo all’acciaio al carbonio. Ciò porta ad un
maggiore uso di elementi lavorati a freddo e saldati rispetto a quello che general-
mente si riscontra. Inoltre, a causa delle possibilità di lunghezza della pressa pie-
gatrice, sono disponibili solo lunghezze relativamente piccole e ciò porta ad un in-
cremento nell’uso delle giunzioni. Nel progettare i collegamenti, deve essere data
importanza al gioco dei bulloni vicino ai raggi di curvatura e ad illustrare potenziali
problemi dovuti alle distorsioni per le saldature.
(6) È necessario che gli elementi di acciaio inossidabile siano ricavate da un numero
maggiore di componenti più piccoli rispetto alle membrature di acciaio al carbonio,
che possono essere ottenute di grandi lunghezze senza problemi o ritardi. Di con-
seguenza è probabile che ci siano più giunzioni in una struttura di acciaio inossi-
dabile poiché le lunghezze disponibili degli elementi prodotti sono minori. Ciò ri-
chiede maggiore programmazione e attenzione nei dettagli costruttivi dell’edificio.
È necessario porre molta attenzione anche a vincolare tali nodi, in modo partico-
lare se ricadono all’interno di elementi compressi. Di conseguenza elementi com-
pressi tendono ad essere più deboli degli equivalenti elementi di acciaio al carbo-
nio a parità di snellezza e di ciò si deve tenere conto nel progetto.
C.5 Taglio
(1) Gli acciai inossidabili possono essere tagliati utilizzando i metodi usuali come la
tranciatura e la segatura, ma i requisiti di potenza saranno maggiori rispetto al ca-
so di acciai al carbonio di spessore simile, a causa dell'incrudimento. Se è possi-
bile, il taglio (e la lavorazione in generale) deve essere eseguita quando il metallo
è in condizioni di ricottura, per limitare l’incrudimento e la conseguente usura degli
attrezzi.
(2) Per eseguire tagli lungo linee dritte, possono essere utilizzate tranciatrici a ghi-
gliottina. Utilizzando ghigliottine aperte agli estremi, si può ottenere un taglio con-
tinuo maggiore in lunghezza rispetto alla lama da taglio, sebbene con il rischio di
introdurre piccole discontinuità all’estremità del taglio.
(3) Possono essere utilizzate tecniche ad arco-plasma. Queste sono particolarmente
utili per tagliare piatti spessi e profili dove le estremità del taglio devono essere la-
vorate, per esempio per la preparazione alla saldatura. Il taglio all’ossiacetilene
non è soddisfacente per gli acciai inossidabili, a meno che non sia utilizzata la tec-
nica di polvere fondente aggiunta con polveri flussanti.
(4) Il taglio con il laser, può utilizzarsi, specialmente per elementi larghi e quando è
necessario ridurre la dimensione della zona termicamente alterata.
(5) Si può anche utilizzare il taglio per getto di acqua abrasiva. Tale metodo risulta uti-
le quando è necessario evitare nel materiale ogni variazione metallurgica indotta
dall’alterazione termica.
C.6 Foratura
(1) I fori possono essere realizzati mediante trapano o per punzonatura. Comunque,
la lavorazione a freddo associata al taglio o alla punzonatura, può incrementare la
suscettibilità del materiale alla corrosione e perciò si deve porre attenzione
nell’utilizzare fori punzonati in ambienti aggressivi, quali gli ambienti fortemente
industriali e marini. In tali ambienti, e in corrispondenza di carichi dinamici con ri-
schio di corrosione per fatica, i fori punzonati devono essere ricotti.
(2) È anche importante assicurare che le superfici di taglio e i fori punzonati siano
presi in considerazione in relazione alla valutazione della fatica. Se necessario,
devono essere opportunamente rifiniti. I fori soggetti a fatica devono essere sago-
mati in modo tale che la superficie interna sia liscia. Ciò deve essere fatto con la
trapanatura, ma si può anche utilizzare l’alesatura se il materiale riesce ad essere
tagliato.
(3) Le massime tolleranze nei fori di tipo standard sono:
- 1 mm per bulloni M12 ed M14;
- 2 mm per bulloni da M16 a M24;
- 3 mm per bulloni M27 e bulloni più grandi.
C.7.1 Generalità
(1) Gli acciai inossidabili possono essere saldati con successo utilizzando gli usuali
processi di saldatura. I processi di saldatura sono gli stessi usati per acciai al car-
bonio, ma utilizzando attrezzature ed elettrodi adatti agli acciai inossidabili. Per la
designazione dei processi di saldatura si deve fare riferimento alla EN 24063.
(2) La pulizia generale e l’assenza di contaminazione sono importanti per ottenere
una buona qualità di saldatura. Oli ed altri idrocarburi e matite a cera per la mar-
catura devono essere rimossi per evitare la loro decomposizione e il rischio di
asportazione di carbonio. La saldatura deve essere libera dallo zinco nel caso di
connessioni tra acciai inossidabili e acciai al carbonio galvanizzati, compreso
quello risultante dai prodotti galvanizzati, e dal rame e le sue leghe. Deve essere
posta particolare attenzione quando si utilizzano barre di rame di appoggio; deve
essere prevista una scanalatura nella barra immediatamente adiacente alla zona
di fusione. Deve anche essere evitata la contaminazione del bagno di saldatura
da parte di residui di zolfo, per ridurre il rischio di cricche a caldo degli acciai inos-
sidabili austenitici.
(3) È più importante per gli acciai inossidabili, che non per quelli al carbonio, ridurre le
zone in cui si può innescare la corrosione interstiziale. I difetti di saldatura, come
rientranze, mancanza di penetrazione, spruzzi di saldatura, scoria ed inneschi di
archi vaganti sono tutte potenziali zone di corrosione e perciò devono essere mi-
nimizzate. Gli inneschi di archi vaganti o la formazione di archi attraverso collega-
menti a terra danneggiano anche lo strato passivo, e probabilmente danno luogo
a corrosione preferenziale, perciò possono alterare l’aspetto di un fabbricato.
Ogni sbavatura dovuta a questi "spruzzi di saldatura" deve essere rimossa se
causa macchie o intrappola sporcizia.
(4) Laddove risulta importante l’aspetto della saldatura, il profilo della saldatura e la
condizione superficiale richiesta devono essere stabilite nelle specifiche di pro-
getto. Ciò potrebbe influenzare il processo di saldatura scelto o il trattamento
post-saldatura. Deve essere posta attenzione anche alla posizione della saldatu-
ra, per assicurarsi che sia possibile applicare l’appropriato trattamento post-sal-
datura. Si devono evitare trattamenti a caldo su giunzioni saldate realizzati con gli
acciai inossidabili austenitici.
(5) È necessario che siano controllati il calore e le temperature tra le passate di sal-
datura per minimizzare la distorsione (vedere C.7.4) ed evitare potenziali proble-
mi metallurgici (vedere C.7.5).
(6) L’applicazione di un appropriato piano di saldatura è di fondamentale importanza.
La negligenza nel fare ciò potrebbe seriamente danneggiare il comportamento
strutturale delle saldature ed il comportamento nei riguardi della corrosione. Il
piano di saldatura scelto può essere stabilito dalla società produttrice, dalla so-
cietà o basato sul prodotto, o trarre l’origine dalle norme nazionali o internaziona-
li. Se non ci sono piani adatti disponibili, dovrebbe essere richiesto consiglio ad
un coordinatore del processo di saldatura. Il piano di saldature deve contenere i
seguenti elementi:
- verifica del metodo di saldatura con la descrizione dettagliata dell’origine e dei
requisiti di prova del processo di saldatura;
- l’approvazione dei saldatori;
- il controllo delle operazioni di saldatura durante la preparazione, la saldatura
effettiva e il trattamento post-saldatura;
- il livello di ispezione e le tecniche di prove non distruttive da applicare;
- i criteri di accettazione per il livello di imperfezione della saldatura consentito.
(7) Sempre che siano seguiti procedimenti di saldatura adeguati, non si dovrebbero
verificare problemi connessi alla saldatura. Comunque la distorsione per saldatu-
ra è generalmente maggiore nell’acciaio inossidabile rispetto all’acciaio al carbo-
nio, vedere C.7.4.
Processo di saldatura Forme del prodotto Tipi di giunti saldati Spessore del materiale Posizione della Officina e condizioni
conforme alla EN 24063 saldatura del sito
111 Tutte Tutti ≥ 3 mm1) Tutte Tutte
121 Tutte Tutti ≥ 3 mm 1)
Piana Tutte
(preferibilmente)
13 Tutte Tutti ≥ 2 mm1) Tutte Tutte2)
141 Tutte Tutti ≤ 10 mm Tutte Tutte2)
Resistenza3) Lamiere Tutti ≤ 3 mm Tutte Tutte
1) In funzione del tipo di giunzione saldata utilizzata.
2) Più sensibile alle condizioni atmosferiche rispetto ad altri processi di saldatura, quindi è necessaria una migliore protezione dall’ambiente.
3) Punti di saldatura.
(2) Nella saldatura ad arco metallico con protezione di gas, il gas di protezione è ar-
gon puro o una miscela di argon e varie percentuali di elio, idrogeno, ossigeno o
qualche volta di diossido di carbonio, a seconda del metallo di base e della posi-
zione della saldatura in questione (per esempio è utilizzato argon puro per posi-
zioni verticali o soprattesta della saldatura.
(3) Per le saldature ad arco sommerso e filo continuo fondente, il gas di protezione
può essere argon (per tutte le posizioni), diossido di carbonio (solo per posizioni
piane) o una miscela di argon e diossido di carbonio.
(4) Nel caso di saldatura TIG (Tungsten Inert Gas), il gas di protezione è argon o una
miscela di argon e elio, qualche volta con l’aggiunta di idrogeno.
(5) In tutti i processi, l’argon o un gas di protezione a base di argon è utilizzato per
giunti saldati su un solo lato.
(6) La necessità di evitare il rischio di asportazione di carbonio deve essere presa in
considerazione nella scelta del processo di saldatura e del gas di protezione.
Questo è particolarmente importante per acciai inossidabili a bassissimo contenu-
to di carbonio. In questi casi non deve essere utilizzato gas di protezione al dios-
sido di carbonio.
(7) Quando si eseguono le saldature sugli acciai inossidabili austeno-ferritici, o su
certi acciai inossidabili ad alto contenuto di azoto, potrebbe essere necessaria
l’aggiunta di una piccola percentuale di azoto.
Materiali del giunto Processi di saldatura e numeri degli acciai per gli elettrodi per saldatura
conformi alla EN 24063
Materiale A Materiale B 111 13 141
Elettrodi Filo di apporto Filo di apporto
Acciaio al carbonio Acciaio inossidabile 1.4370 1.4370 1.4370
conforme alla EN 10088
prospetto C.3 Elettrodi a base di nichel per le saldature delle giunzioni di passaggio tra acciai inossidabili e acciai
al carbonio, soggetti a temperature superiori a 300 °C o a trattamenti termici dopo la saldatura
Materiali del giunto Processi di saldatura e numeri degli acciai per gli elettrodi per saldatura
conformi alla EN 24063
Materiale A Materiale B 111 13 141
Elettrodi Filo di apporto Filo di apporto
Acciaio al carbonio Acciaio inossidabile 2.4620 2.4806 2.4806
conforme alla EN 10088 2.4621 2.4831 2.4831
Nota - Elettrodi per saldature basati sul nichel non dovrebbero essere utilizzati con elettrodi in acciai inossidabili quando si
salda una giunzione di passaggio.
Materiale A Materiale B
X4CrNi18-10 X6CrNiTi18-10 X4CrNiMo17-12-2 X6CrNiMoTi17-12-2
1.4301 1.4541 1.4401 1.4571
Numeri degli acciai di appropriati elettrodi per saldature conformi alla EN 24063
X4CrNi18-10
1.4301 1.4316
X6CrNiTi18-10
1.4541 1.4551
X4CrNiMo17-12-2
1.4401 1.4430
X6CrNiMoTi17-12-2
1.4571 1.4576
C.7.5.1 Generalità
(1) La specifica di progetto deve includere dettagli del procedimento da adottare per
l’esecuzione delle unioni saldate.
(2) Ogni limitazione sulla microstruttura nella zona di fusione, o nella zona termica-
mente alterata, deve essere fornita nella specifica di progetto.
(3) I procedimenti da utilizzare per unioni saldate devono essere elencati nella speci-
fica di progetto.
(4) Le procedure da utilizzare per le unioni saldate devono includere tutti i dettagli
pertinenti riguardanti:
- il processo di saldatura da utilizzare;
- la preparazione delle estremità da saldare;
- gli elettrodi da utilizzare (compresa la purezza di ciascun gas);
- il controllo del ciclo termico nella zona di fusione e nelle immediate vicinanze
del metallo base;
- ciascun trattamento post-saldatura del giunto saldato;
- ogni limitazione sulle azioni del fabbricante nel caso in cui venga richiesta una
ripresa di saldatura.
(5) Il procedimento deve essere redatto prendendo in considerazione:
- l’economia;
- l’aspetto;
- la semplicità di esecuzione;
- il buono stato, la resistenza meccanica, la rigidezza e la resistenza alla corro-
sione della zona di fusione;
- la resistenza meccanica, la rigidezza e la resistenza alla corrosione del metal-
lo base adiacente;
- la necessità di controllare le distorsioni indotte dalla saldatura.
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