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NORMA ITALIANA Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle UNI ENV 1998-5
S P E R I M E N TA L E strutture
Parte 5: Fondazioni, strutture di contenimento ed aspetti
geotecnici
FEBBRAIO 1998
Eurocode 8
Design provisions for earthquake resistance of structures
Part 5: Foundations, retaining structures and geotechnical aspects
RELAZIONI NAZIONALI
RICONFERMA
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni
o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso
dell'ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Le norme sperimentali sono emesse, per applicazione provvisoria, in campi in cui viene
avvertita una necessità urgente di orientamento, senza che esista una consolidata espe-
rienza a supporto dei contenuti tecnici descritti.
Si invitano gli utenti ad applicare questa norma sperimentale, così da contribuire a fare
maturare l'esperienza necessaria ad una sua trasformazione in norma raccomandata.
Chiunque ritenesse, a seguito del suo utilizzo, di poter fornire informazioni sulla sua appli-
cabilità e suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato
dell'arte in evoluzione è pregato di inviare, entro la scadenza indicata, i propri contributi
all'UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione.
0 PREMESSA 2
0.1 Obiettivi degli Eurocodici ...................................................................................................................... 2
0.2 Cronistoria del programma degli Eurocodici .............................................................................. 2
0.3 Programma degli Eurocodici .............................................................................................................. 2
0.4 Documenti di Applicazione Nazionale (NAD) ............................................................................ 3
0.5 Argomenti specifici di questa norma sperimentale europea ............................................. 3
1 ASPETTI GENERALI 3
1.1 Scopo della parte 5 dell'Eurocodice 8 ........................................................................................... 3
1.2 Definizioni...................................................................................................................................................... 4
1.2.1 Termini comuni a tutti gli Eurocodici ...................................................................................................... 4
1.3 Termini specifici usati nella parte 5 ................................................................................................. 4
1.4 Unità SI ........................................................................................................................................................... 4
1.5 Simboli ............................................................................................................................................................ 4
2 AZIONE SISMICA 5
2.1 Definizione dell'azione sismica .......................................................................................................... 5
2.2 Rappresentazione della storia temporale .................................................................................... 5
5 SISTEMA DI FONDAZIONE 11
5.1 Requisiti generali.................................................................................................................................... 11
5.2 Regole concettuali di progetto ........................................................................................................ 11
5.3 Sollecitazioni di progetto .................................................................................................................... 12
5.3.1 Dipendenza dal progetto strutturale .................................................................................................... 12
5.3.2 Trasmissione delle sollecitazioni al terreno ...................................................................................... 12
5.4 Verifiche e criteri di dimensionamento ....................................................................................... 13
5.4.1 Fondazioni dirette (superficiali o interrate) ........................................................................................ 13
5.4.2 Pali e pozzi di fondazione ....................................................................................................................... 14
6 INTERAZIONE TERRENO-STRUTTURA 15
7 OPERE DI SOSTEGNO 16
7.1 Requisiti generali.................................................................................................................................... 16
7.2 Criteri di scelta e considerazioni generali di progetto ........................................................ 16
7.3 Metodi di analisi ...................................................................................................................................... 16
Eurocode 8
EUROPEAN PRESTANDARD Design provisions for earthquake resistance of structures
Part 5: Foundations, retaining structures and geotechnical aspects
Eurocode 8
PRÉNORME EUROPÉENNE Conception et dimensionnement des structures pour la résistance
aux séismes
Partie 5: Fondations, structures de soutènement et aspects géotechniques
Eurocode 8
EUROPÄISCHE VORNORM Auslegung von Bauwerken gegen Erdbeben
Teil 5: Gründungen, Stützbauwerke
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
CEN 1994
I diritti di riproduzione sono riservati ai membri del CEN.
1 ASPETTI GENERALI
1.4 Unità SI
P(1) Devono essere usate le unità di misura SI, in accordo con la ISO 1000.
(2) Oltre alle unità di misura raccomandate al punto 1.5 della ENV 1998-1-1, occorre
fare riferimento al punto 1.5 dell'Eurocodice 7, per quanto riguarda i calcoli geotec-
nici.
1.5 Simboli
(1) Per comodità d'uso, tutti i simboli usati nella parte 5 sono definiti nel testo quando
compaiono per la prima volta. Viene inoltre riportata di seguito una lista dei simboli
impiegati.
Ed Spinta totale di progetto delle terre su opere di sostegno
Epd Resistenza sulla superficie laterale di un plinto di fondazione dovuta a
spinta passiva
ER Rapporto dell’energia misurata nella prova penetrometrica standard
(SPT), rispetto al valore teorico
FH Componente orizzontale della forza di inerzia sismica di progetto
FV Componente verticale della forza di inerzia sismica di progetto
Ffr,d Valore di progetto della resistenza a taglio orizzontale tra la base di un
plinto ed il terreno
G Modulo elastico di taglio
Gmax Modulo di taglio medio a piccole deformazioni
kh Coefficiente sismico orizzontale
kv Coefficiente sismico verticale
Le Distanza tra ancoraggio e parete di sostegno in condizioni dinamiche
Ls Distanza tra ancoraggio e parete di sostegno in condizioni statiche
Msd Azione di progetto in termini di momenti
Nspt Numero di colpi misurato nella prova penetrometrica standard
N1(60) Numero di colpi misurato nella prova penetrometrica standard, norma-
lizzato rispetto alla pressione di confinamento ed al rapporto ER
Nsd Azione normale di progetto sulla base orizzontale
PI Indice di plasticità del terreno
Rd Resistenza di progetto del terreno
S Coefficiente relativo al profilo stratigrafico
Sd Sollecitazione di progetto sul terreno
Vsd Azione di taglio orizzontale di progetto
W Peso della massa soggetta a slittamento
c Coesione del terreno in termini di sforzi totali
c' Coesione del terreno in termini di sforzi efficaci
2 AZIONE SISMICA
4.2.2 Determinazione del profilo del terreno per la scelta dell’azione sismica
P(1) Per il sito della costruzione devono essere raccolti dati geologici e geotecnici
in quantità sufficiente a definire un profilo stratigrafico medio, e il corrispon-
dente spettro di risposta, secondo quanto definito ai punti 3.2 e 4.2.2 della
ENV 1998-1-1.
(2) A questo scopo, i dati in sito possono essere integrati con quelli provenienti da
aree adiacenti che presentino caratteristiche geologiche simili.
(3) Si dovrebbe tenere conto delle mappe o criteri esistenti di microzonazione sismi-
ca, a patto che queste siano conformi agli scopi indicati al precedente punto (1), e
che vi sia il riscontro di indagini sul terreno del sito di costruzione.
P(4) Il profilo di velocità di propagazione vs delle onde di taglio nel terreno deve essere
considerato come il dato più affidabile per la previsione, in condizioni stabili,
dell’effetto di sito sull’azione sismica.
(5) Per strutture importanti in regioni ad elevata sismicità, specialmente in presenza di
condizioni di terreno di classe C, si raccomanda vivamente l’esecuzione di misure
in sito del profilo di velocità vs mediante metodi geofisici in foro.
(6) Qualora le misure in sito di vs non siano compatibili con l’importanza del progetto
e si debba determinare il periodo naturale di vibrazione del terreno, il profilo vs do-
vrebbe essere stimato sulla base di correlazioni empiriche, usando dati di resisten-
za penetrometrica misurata in sito o altre proprietà geotecniche, tenendo opportu-
namente conto della dispersione insita in tali correlazioni.
(7) Lo smorzamento interno del terreno dovrebbe essere misurato mediante opportu-
ne prove di laboratorio o in sito. In mancanza di misure dirette, e per valori di ac-
celerazione di progetto minori di 0,10 g, si userà un fattore di smorzamento pari a
0,03.
vs,max = valore medio di vs a piccole deformazioni (≤ 10-5), non maggiore di 300 m/s.
Gmax = valore medio del modulo di taglio a piccole deformazioni.
5 SISTEMA DI FONDAZIONE
6 INTERAZIONE TERRENO-STRUTTURA
P(1) Si deve tenere conto degli effetti di interazione dinamica terreno-struttura nel caso
di:
a) strutture in cui devono essere considerati gli effetti P-δ (secondo ordine);
b) strutture con fondazioni massicce o profondamente interrate, quali pozzi di
fondazione di ponti, cassoni di strutture offshore e silos;
c) strutture alte e snelle, come torri o camini industriali, trattate nella ENV 1998-3;
d) strutture fondate su terreno molto deformabile, con velocità media di propaga-
zione delle onde di taglio vs,max (definita nel prospetto 4.1) minore di 100 m/s.
(2) Gli effetti dell’interazione terreno-struttura sono descritti in termini generali nell’ap-
pendice D.
7 OPERE DI SOSTEGNO
(5) In presenza di terreni non coesivi saturi, capaci di generare elevate pressioni inter-
stiziali:
a) il fattore r del prospetto 7.1 non dovrebbe essere maggiore di 1,0;
b) il fattore di sicurezza contro la liquefazione non dovrebbe essere minore di 2.
(6) Nel caso di opere di sostegno alte più di 10 m e per indicazioni aggiuntive sul fat-
tore r, vedere il punto E.2 dell’appendice E.
(7) Nel caso di muri non a gravità, gli effetti della componente verticale dell’accelera-
zione sulla struttura di sostegno possono essere trascurati.
A.1 In questa appendice vengono definiti alcuni fattori semplificati di amplificazione dell’azio-
ne sismica da impiegare per verifiche di stabilità di pendii. Tali fattori sono assimilati al pa-
rametro di sito S definito al punto 4.2.2 della ENV 1998-1-1, e andrebbero preferibilmente
applicati quando i pendii sono situati su rilievi topografici bidimensionali, come crinali este-
si e creste, con altezza superiore a 30 m.
A.2 Per angoli medi di inclinazione del pendio minore di circa 15° gli effetti topografici pos-
sono essere trascurati, mentre si raccomandano studi specifici nel caso di rilievo locale
fortemente irregolare. Per angoli di inclinazione superiori a 15° valgono le raccomanda-
zioni seguenti:
a) Scarpate e pendii isolati. Per siti prossimi alla sommità si dovrebbe usare un valore
S ≥ 1,2 .
b) Rilievi caratterizzati da una larghezza in cresta significativamente minore di quella di
base. Si dovrebbe usare un valore S ≥ 1,4 presso la sommità di pendii con angolo
medio di inclinazione > 30° , e S ≥ 1,2 per angoli di inclinazione minori.
c) Presenza di uno strato superficiale sciolto. In presenza di uno strato superficiale sciol-
to di spessore superiore a 5 m, il più piccolo tra i valori di S dato dai precedenti punti
a) e b) dovrebbe essere aumentato almeno del 20% , in conformità con il punto
4.2.2(5) della ENV 1998-1-1.
d) Variazione spaziale del fattore di amplificazione. Si può ipotizzare che il valore di S di-
minuisca linearmente in funzione dell’altezza dalla base del rilievo, diventando pari a
uno alla base.
A.3 In generale, anche l’amplificazione sismica dovuta al rilievo decresce rapidamente con la
profondità. Pertanto, gli effetti topografici da mettere in conto nelle analisi di stabilità sono
massimi lungo le creste dei rilievi ed interessano soprattutto gli strati più superficiali. Tali
effetti saranno invece molto più ridotti su frane con superfici di scorrimento profonde, pas-
santi vicino alla base del rilievo. In quest’ultimo caso, gli effetti topografici possono essere
trascurati se si fa uso di metodi di analisi pseudo-statici.
figura B.1 Correlazione empirica tra lo sforzo ciclico normalizzato che provoca liquefazione ed il valore di
N1(60) per sabbie pulite e limose, per terremoti di magnitudo M = 7,5
Legenda
1 Per cento di fine 35
2 Per cento di fine 15
3 Per cento di fine minore di 5
figura B.2 Correlazione empirica tra lo sforzo ciclico normalizzato che provoca liquefazione e la velocità di pro-
pagazione normalizzata delle onde di taglio, per terremoti di magnitudo M = 7,5
C.1 La rigidezza di un palo è definita come la forza (o momento) che deve essere applicata
alla testa del palo per produrre uno spostamento (o rotazione) unitario nella stessa di-
rezione (essendo nulli gli spostamenti/rotazioni lungo le altre direzioni). Si indica con
KHH la rigidezza orizzontale, con KMM quella flessionale e con KHM = KMH le rigidezze
rotazioni/traslazioni accoppiate.
Nel prospetto C.1 vengono usati i simboli seguenti:
E = modulo di Young del modello di terreno; si assuma E = 3G
Ep = modulo di Young del palo
Es = modulo di Young del terreno ad una profondità pari al diametro del palo
d = diametro del palo
z = profondità
prospetto C.1 Espressioni della rigidezza statica di pali flessibili interrati in tre modelli rappresentativi di terreno
Modello di terreno K HH K MM K HM
------------ -------------
3
- -------------
2
-
dEs d Es d Es
E p 0, 28 E p 0,77 E p 0,53
E = Es z ⁄d 0, 79 ------- 0, 15 ------- Ð 0, 24 -------
Es Es Es
E p 0, 21 E p 0,75 E p 0,50
E = Es 1, 08 ------- 0, 16 ------- Ð 0, 22 -------
Es Es Es
D.1 Per effetto della SSI dinamica, la risposta sismica di una struttura su base flessibile, ov-
vero di una struttura fondata su terreno deformabile, differisce sotto vari aspetti da quella
della stessa struttura fondata su terreno rigido (base fissa) e soggetta ad un’identica ec-
citazione di campo libero. Le cause sono le seguenti:
a) il modo della fondazione della struttura su base flessibile è diverso da quello della su-
perficie libera, e può includere una componente importante di rotazione legata al moto
della struttura su base fissa;
b) il periodo fondamentale di vibrazione della struttura su base flessibile è superiore a
quello della struttura su base fissa;
c) i periodi naturali, le forme modali ed i fattori di partecipazione modale della struttura su
base flessibile sono diversi da quelli della struttura su base fissa;
d) lo smorzamento complessivo della struttura su base flessibile include sia quello da
"radiazione" che quello interno, generato all’interfaccia terreno-fondazione. Va inoltre
considerato lo smorzamento relativo alla sovrastruttura.
D.2 Nella maggior parte delle strutture per edifici, gli effetti di SSI tendono ad essere benefici,
in quanto riducono i momenti flettenti e le forze di taglio che agiscono nei vari membri della
sovrastruttura. Tali effetti possono essere invece negativi per i tipi di strutture elencate nel
punto 6.
E.1 Concettualmente, il fattore r è definito come il rapporto tra il valore di accelerazione che
produce lo spostamento permanente massimo compatibile con i vincoli esistenti ed il va-
lore che corrisponde allo stato di equilibrio limite (ovvero alla comparsa di spostamenti).
Perciò r è maggiore nel caso di muri che possono sopportare spostamenti maggiori.
E.2 Per opere di sostegno alte più di 10 m, è opportuno eseguire un’analisi monodimensio-
nale di propagazione di onde in direzione verticale in condizioni di campo libero. Tale ana-
lisi consente di ottenere una stima più raffinata di α, da usare nella formula [7.1], prenden-
do un valore medio delle accelerazioni di picco del terreno lungo l’altezza della struttura.
E.3 La spinta totale di progetto Ed esercitata dal terrapieno ed agente sull’opera di sostegno,
è data da:
1
E d = --- y * ( 1 −
2
+ k v ) K H + E ws + E wd
2
dove:
H è l’altezza del muro;
Ews è la spinta idrostatica;
Ewd è la spinta idrodinamica (definita di seguito);
y* è il peso specifico del terreno (definito ai punti da E.5 a E.7);
K è il coefficiente di spinta del terreno (statico + dinamico).
E.4 Il coefficiente di spinta del terreno può essere calcolato mediante la formula di Mononobe
e Okabe.
Per stati attivi
2
sen ( ψ + φ Ð θ )
β ≤ φ Ð θ: K = ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2-
2 sen ( φ + δ ) sen ( φ Ð β Ð θ )
cos θ sen ψ sen ( ψ Ð θ Ð δ ) 1 + ----------------------------------------------------------------------
sen ( ψ Ð θ Ð δ ) sen ( ψ + β )
2
sen ( ψ + φ Ð θ )
β > φ Ð θ: K = ------------------------------------------------------------------------
2
-
cos θ sen ψ sen ( ψ Ð θ Ð δ )
Per stati passivi (resistenza a taglio nulla tra terreno e muro)
2
sen ( ψ + θ Ð φ )
K = ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2-
2 sen φ sen ( φ + β Ð θ )
cos θ sen ψ sen ( ψ + θ ) 1 Ð -------------------------------------------------------------
sen ( ψ + β ) sen ( ψ + θ )
Nelle precedenti equazioni vengono usati i seguenti simboli:
φ è l’angolo di resistenza a taglio del terreno;
ψ, β sono gli angoli di inclinazione rispetto all’orizzontale rispettivamente della parete
del muro rivolta a monte e della superficie del terrapieno, come mostrato in figura
E.1;
δ è l’angolo di resistenza a taglio tra terreno e muro;
θ è l’angolo definito nei punti da E.5 a E.7.
La formula per stati passivi dovrebbe essere preferibilmente usata nel caso di muro a pa-
rete verticale ( ψ = 90°).
E.5 Livello di falda al di sotto del muro di sostegno - Coefficiente di spinta del terreno
Valgono le seguenti definizioni e relazioni:
Ewd = 0
In alternativa, si può far uso dei prospetti e dei grafici validi in condizioni statiche (presen-
za delle sole forze di gravità) con le seguenti modifiche:
kh kh
indicando con tan θ A = --------------- e tan θ B = ---------------
1 + kv 1 Ð kv
si applica all’intero sistema terreno-muro di sostegno una rotazione addizionale data dagli
angoli θ A o θ B.
L’accelerazione di gravità viene modificata come segue:
g ( 1 + k v) g ( 1 Ð k v)
g A = -------------------------
- o g B = -------------------------
-
cos θ A cos θ B
E.6 Terreno impermeabile in condizioni dinamiche al di sotto del livello di falda - Coefficiente
di spinta del terreno
Valgono le seguenti definizioni e relazioni:
γ∗ = γ Ð γ w
γ kh
tan θ = --------------- --------------
-
γ Ð γw 1 − + kv
Ewd = 0
dove:
γ è il peso specifico del terreno saturo e γw il peso specifico dell’acqua.
E.7 Terreno ad elevata permeabilità dinamica al di sotto del livello di falda - Coefficiente di
spinta del terreno
Valgono le seguenti definizioni e relazioni:
γ∗ = γ Ð γ w
γd kh
tan θ = --------------- --------------
-
γ Ð γw 1 − + kv
7 2
E wd = ------ k h γ w H '
12
dove:
H ' è l’altezza del livello di falda misurato dalla base del muro.
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20133 Milano, Italia