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Roof coverings
Rain water drainage systems
Design and execution criteria by discontinuous elements
RELAZIONI NAZIONALI
RELAZIONI INTERNAZIONALI
RICONFERMA
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.
1 GENERALITÀ 1
1.1 Scopo .............................................................................................................................................................. 1
1.2 Campo di applicazione........................................................................................................................... 1
1.3 Riferimenti normativi ............................................................................................................................... 1
1.4 Terminologia complementare e dei pezzi speciali .................................................................. 3
1.5 Simboli grafici.............................................................................................................................................. 4
prospetto 1 Simboli grafici dei sistemi di raccolta e smaltimento ............................................................. 5
2 PRODOTTI 5
2.1 Canali di gronda - Caratteristiche generali ................................................................................. 5
prospetto 2 Profili ricorrenti di canali di gronda .................................................................................................. 5
prospetto 3 Profili ricorrenti di canali di gronda per edifici industriali...................................................... 6
prospetto 4 Caratteristiche fisiche e meccaniche dei canali di gronda di materie plastiche ...... 9
2.2 Converse - caratteristiche generali ................................................................................................. 9
prospetto 5 Profili ricorrenti di conversa .............................................................................................................. 10
2.3 Pluviali - caratteristiche generali .................................................................................................... 10
prospetto 6 Sezioni ricorrenti di pluviali ............................................................................................................... 11
2.4 Elementi di supporto; staffe e tiranti - Caratteristiche generali ..................................... 12
2.5 Materiali e prodotti per l’elemento di collegamento ............................................................. 12
5 MANUTENZIONE 34
7 COLLAUDO 36
APPENDICE A BIBLIOGRAFIA 37
(informativa)
1.1 Scopo
La presente norma definisce, per le soluzioni costruttive che l'esperienza pluriennale ha
ormai consolidato, le regole di esecuzione del sistema di raccolta, convogliamento e
smaltimento delle acque meteoriche dalle coperture degli edifici nel seguito denominato
impianto, le caratteristiche dei prodotti e dei materiali da utilizzare.
Sono inoltre riportate le indicazioni progettuali specifiche in riferimento ai tipi di prodotti trattati.
Per quanto attiene la progettazione e il dimensionamento idraulico, si rimanda alla UNI 91841).
Per quanto attiene le caratteristiche dei prodotti, per i canali di gronda ed i pluviali di metallo si ri-
manda alla UNI EN 612, mentre per quelli di materia plastica si rimanda alla UNI EN 607.
1.4.1.2 canale di bordo: Elemento dell'impianto sviluppato lungo la linea di bordo. Il prodotto è, co-
struttivamente, identico al precedente ma cambia il posizionamento sull'edificio.
1.4.1.3 compluvio o conversa: Elemento sagomato che assicura la raccolta dell'acqua lungo la linea
di conversa, secondo la UNI 8091.
1.4.2.1 scossalina o risalto di bordo: Elemento sagomato impiegato per completare le linee di bordo
delle coperture.
1.4.2.2 raccordo verticale: Elemento avente la funzione di assicurare la tenuta dell'acqua lungo le
linee di raccordo con superfici verticali.
1.4.3.1 pluviale: Elemento tubolare che ha la funzione di convogliare l'acqua verso il suolo.
1.4.3.2 diametro utile o interno: Diametro della circonferenza interna della sezione del pluviale.
1.4.3.3 scarico diretto o doccione: Elemento che ha la funzione di scaricare liberamente l'acqua dal-
la gronda verso il suolo. Realizzato generalmente con forme di fantasia, assolve anche a
funzioni di tipo estetico.
1.4.3.4 scarico troppo pieno: Elemento che ha la funzione di eliminare l'acqua eccedente la capien-
za della bacinella.
1.4.3.5 spanditoio: Elemento avente la funzione di disperdere su tetti e terrazze l'acqua provenien-
te da sopralzi.
1.4.3.6 terminale al piede di pluviale: Elemento tubolare dotato di maggiore resistenza meccanica
rispetto al pluviale per prevenire danneggiamenti causati dall'urto di veicoli o altro. L'altez-
za di questo elemento varia generalmente tra 1,5 m e 2 m e può essere del tipo diritto per
innesti nei pozzetti, o del tipo a gomito a 90° per scarico diretto al suolo.
1.4.4.1 testata: Elemento avente la funzione di chiudere la parte terminale del canale di gronda.
1.4.4.2 angolare: Elemento avente la funzione di collegare due tratti del canale di gronda disposti
ad angolo tra loro.
Nota Tale definizione riprende quanto definito nel punto 3.1.6 della UNI EN 607.
1.4.4.3 giunto di dilatazione: Elemento avente la funzione di collegare due tratti del canale di gronda
in modo da assorbire le variazioni di lunghezza (dilatazioni e contrazioni) degli stessi con-
seguenti a fenomeni termici.
1.4.4.5 bocchettone da incasso: Elemento di raccordo tra il pluviale e superfici piane o grondaie incassate.
1.4.4.6 griglia del bocchettone (parafoglie): Elemento di protezione avente la funzione di impedire
che foglie o altri oggetti possano penetrare ed ostruire il pluviale.
1.4.5.1 curva o gomito: Elemento che permette la variazione di direzione; può essere realizzata per
stampaggio (curve stampate) o saldate (in due pezzi e a settori).
1.4.5.2 voluta: Elemento di raccordo tra il bocchettone ed il pluviale che permette di compensare
la sporgenza del canale di gronda rispetto al muro esterno. Può essere di tipo allungabile
o a "collo di cigno".
1.4.5.3 imbuto o bacinella: Elemento che permette la confluenza di due pluviali in uno solo.
1.4.5.5 deviatore: Elemento che permette il recupero, anche parziale, dell'acqua piovana per usi
particolari, per esempio per irrigazione.
1.4.5.6 gocciolatoio o rompigoccia: Elemento inserito sul pluviale immediatamente prima del gomito
a rientrare nel muro. Impedisce le infiltrazioni dell'acqua che eventualmente scorre ester-
namente al pluviale.
1.4.6.1 staffa (o cicogna): Supporto per il sostegno del canale di gronda e ad esso sottostante.
1.4.6.3 collare: Elemento per trattenere, alla giusta distanza dal muro, il pluviale sostenendolo sta-
ticamente. Viene fissato al muro tramite tassello ad espansione o zanca murata.
1.4.7.2 sviluppo: Larghezza iniziale della lamiera metallica con la quale sono stati fabbricati il ca-
nale di gronda o il pluviale.
Nota Tale definizione riprende quanto definito nel punto 3.8 della UNI EN 612.
1.4.7.3 sezione idraulica: Area che in sezione ortogonale al canale di gronda, ai fini del dimensio-
namento, si considera occupata dall'acqua.
1.4.7.5 larghezza: Dimensione massima di una sezione normale del canale di gronda.
1.4.7.7 spessore: Spessore del laminato o dell'estruso di seguito indicato con il simbolo s.
Bocchettone in pianta
Pluviale in pianta
Pozzetto in pianta
in prospetto
Pendenza e direzione scorrimento
e in pianta
2 PRODOTTI
Tondo
c
a
d e
Quadro o rettangolare
c
a
b
d e d e
Trapezoidale
(sagomato e non)
c
c
a
b b
d e d e
Altri
c
c
a
a
b
Legenda
a altezza frontale
b larghezza inferiore
c altezza posteriore
d dimensione del ricciolo (diametro o larghezza)
e larghezza apertura superiore
Profilo Monoparete
d e
d e
c
c
a
a
b b
Trapezoidale
d e
d e
a
c
c
b b
Legenda
a altezza frontale
b larghezza inferiore
c altezza posteriore
d dimensione del ricciolo (diametro o larghezza)
e larghezza apertura superiore
La sezione reale prevedrà poi il completamento del profilo con riccioli e/o sagomature, dal
lato esterno, risvolti o alette dal lato interno.
La scelta del disegno e le combinazioni possibili di questi elementi di finitura sono lasciate
alla libertà progettuale del produttore, anche per fini estetici.
In ogni caso, dovendo il prodotto essere conforme a quanto prescritto dalla UNI 10725, si
sottolinea che le nervature contribuiscono ad aumentare la rigidità complessiva del cana-
le di gronda.
I materiali generalmente impiegati sono:
- acciaio al carbonio con trattamento superficiale di zincatura e zincatura-verniciatura;
- acciaio inossidabile;
- alluminio e sue leghe (senza o con trattamento superficiale: verniciatura, anodizzazio-
ne, ecc.);
- PVC-rigido;
- rame;
- zinco al titanio.
I materiali impiegati sono in forma di lamiere e nastri, chiamati per comodità di seguito nel
testo semplicemente "lamiere".
Profilo Monoparete
d e e
a
b b
Trapezoidale
d e d e
a
c
b
Legenda
a altezza frontale
b larghezza inferiore
c altezza posteriore
d dimensione del ricciolo (diametro o larghezza)
e larghezza apertura superiore
Sezione Forma
Tonda
a spigolo vivo
Quadrangolare
a spigolo arrotondato
rettangolare
2) Al momento della pubblicazione della presente norma è in corso di elaborazione in sede CEN il progetto di norma euro-
pea prEN 1453, parti da 1 a 3.
2.5.1 Materiali
Nel caso di canali di gronda e pluviali metallici, il materiale dell’elemento di collegamento
deve essere uguale a quello dell’elemento di tenuta. Qualora, per particolari esigenze
meccaniche, sia necessario adottare un metallo differente, esso dovrà essere elettrochi-
micamente compatibile e dotato di una resistenza alla corrosione non minore di quella
dell’elemento di tenuta.
2.5.3 Rivetti
I rivetti devono essere di tipo cieco.
3) Al momento della pubblicazione della presente norma è in vigore il DM 16 gennaio 1996 e circolare sui carichi e sovrac-
carichi.
3.1.4
3.1.5
figura 1
4)
Esempio di posizionamento del canale di gronda, rispetto alla linea di inviluppo delle coperture, in
località dove sono prevedibili abbondanti precipitazioni nevose e/o formazione di blocchi di ghiaccio
Legenda
1
_
2
_
Linea di inviluppo
Canale di gronda
Carichi concentrati
d
1
Gli unici carichi concentrati sulla gronda sono relativi alle fasi di manutenzione, in partico-
lare si considera l'appoggio di una scala. Non sono ammessi carichi concentrati dovuti a
usi impropri, quali pedonamento, salvo quando specificato diversamente in fase di pro-
getto/esecuzione, come per esempio per i canali di gronda e le converse appoggiati su
struttura portante continua, idonea al pedonamento.
Aggressività dell'atmosfera
Gli elementi componenti il sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche de-
vono resistere all'aggressività dell'atmosfera in relazione al particolare ambiente nel quale
saranno installati, come classificato nella UNI 8627, punto 7.1.7, che suddivide l'ambiente
in quattro classi:
a - marino
b - industriale
c - urbano
d - rurale.
Se si tiene conto del peggioramento delle condizioni ambientali, la classificazione suddet-
ta può essere ulteriormente integrata nel modo seguente:
- misto, contenente in proporzioni variabili gli inquinanti tipici delle atmosfere sopra
elencate;
- montano, caratterizzato da una maggiore concentrazione di raggi UV.
Piovosità
Il valore della piovosità permette di definire le portate d'acqua da smaltire e quindi il di-
mensionamento degli elementi del sistema, come specificato in 3.3.
Si devono considerare i dati statistici, nelle varie stagioni e per la zona in cui si opera, di
durata e di quantità (in millimetri) delle piogge con le intensità (in mm/h) più significative.
Il valore delle portate può essere definito anche tenendo conto del rischio di danni che
una tracimazione può dare luogo nei confronti del tipo di edificio in cui il canale di gronda
è installato (destinazione d’uso, valore storico, ecc.)4).
I dati statistici si possono desumere da rilevamenti delle stazioni meteorologiche dell'Aeronautica, dalle stazioni dell'Uffi-
cio centrale di ecologia agraria del Ministero dell’Agricoltura e Foreste.
L'intervallo di temperatura superficiale da considerare, sulla base dei dati disponibili in let-
teratura, è compreso tra un minimo di - 20 °C e un massimo di 60 °C.
I canali di gronda e le converse vengono fissati ai supporti (staffe, a loro volta ancorate al-
la struttura) con sistemi che permettono lo scorrimento reciproco.
Essi risultano invece fissati, con ridotta possibilità di scorrimento, in corrispondenza dei
pluviali e degli angoli interni.
Generalmente si cerca di evitare scorrimenti reciproci (dovuti alla dilatazione termica) tra
canale e staffe superiori a 10 mm ÷ 15 mm.
Per tale ragione si cerca di mantenere la lunghezza dei tratti di gronda in condizioni esposte
(esterne, ecc.) minore di 12 m. Per canali di gronda protetti su supporto continuo, tale valore
può essere superiore. Per lunghezze elevate vengono predisposti giunti di dilatazione.
3.3.1 Pendenza
La portata d'acqua di una gronda è in relazione alla sua pendenza. A parità di sezione
idraulica e di forma, maggiori pendenze permettono maggiori portate d'acqua.
Generalmente le pendenze adottate sono comprese tra i 2 mm e i 5 mm ogni metro.
Nelle strutture prefabbricate e nelle strutture in cui i piani di appoggio dei canali di gronda
sono orizzontali devono essere create le pendenze necessarie, che devono essere spe-
cificate in sede di progettazione, indicandone le modalità esecutive.
10 m max.
Esempio: 15 m
1 1
Gronde
Superficie della copertura Sezione idraulica con pendenza Esempi di sezioni idrauliche
m2 0,5% (indicativo)
40 40 cm2 ( ∅ 100 mm) semicircolare:
150
125
sezione idraulica:
60 cm2 90 cm2
sezione idraulica:
125 cm2 160 cm2
Pluviali metallici
Superficie della copertura Dimensione pluviale
m2 mm
103 ∅ 80
187 ∅ 100
298 ∅ 120
Pluviali di PVC
Superficie della copertura Dimensione pluviale
m2 mm
100 ∅ 75
182 ∅ 110
328 ∅ 125
A 1 2
i (parte di pertinenza
al supporto)
i interasse i interasse
supporti supporti
Dimensioni in mm
1
h =500
90 cm2
150
figura 7 Vista frontale della "larghezza" del carico dovuto alla neve
Legenda
1
_ Neve ghiacciata
Dimensioni in mm
h =500
i (parte di pertinenza
al supporto)
Nel suddetto esempio il risultato porta ad utilizzare, secondo la UNI EN 1462, una staffa
classe H (750 N).
Nel caso in cui le staffe di estremità siano posizionate in corrispondenza della testata del
canale di gronda, occorrerà prevedere un incremento del carico sulla penultima staffa do-
vuto all’assenza dell’effetto di continuità sugli appoggi.
RB
O VB
HB
B
P
RA
VA 1
HA
7) Applicando la legislazione vigente (DM 16 gennaio 1996) si perviene ad un valore analogo in zona 1 con un’altitudine h
di 850 m ed un coefficiente di forma della copertura µ = 1 (carico pari a 410 daN per ogni metro quadro di copertura).
figura
9
10
Esempio di schema di equilibrio delle forze esterne nel caso di scala appoggiata
UNI 10724:1999
A
XA
VA
RA
RA
HA
A
YA
O
-YA
P
P
α
K
α
RB
RB
K
B
Esempio di schema di equilibrio delle forze interne nel caso di scala appoggiata
Pcosα = R B +X A
Pagina 21 di 38
figura 11 Esempio di schema di azioni parallele all’asse del canale di gronda nel caso di scala appoggiata
RB' R
B"
a) rivettatura e brasatura
Una fila di rivetti o chiodi a ribadire in numero da 5 a 9, in funzione dello sviluppo del
canale, completata da una brasatura dolce (a stagno e sue leghe) dal lato interno del-
la gronda;
b) rivettatura doppia e sigillatura
Doppia fila di rivetti (30 mm ÷ 40 mm di distanza) intercalata con tre cordoni di sigil-
lante (per esempio: siliconi);
figura 14 Esempio di schema di esecuzione con rivettatura doppia e sigillatura
Legenda
1
_ Cordoni di sigillante
2
_ File di rivetti sfalsati
1 1 1
2 2
Per temperature estreme di calcolo pari a - 20 °C e + 60 °C e, per esempio, per una di-
stanza tra due punti fissi pari a L = 14 m, aggiungendo al valore calcolato di ∆L un gioco
di sicurezza di 5 mm, si ottengono i seguenti valori di progetto della capacità massima di
assorbimento (contrazione e dilatazione) di variazioni di lunghezza necessaria da parte
del giunto:
C = 5 mm + ∆L = 5 mm + 14 000 mm × coefficiente di dilatazione × 80 °C [mm] [6]
prospetto 11 Capacità di assorbimento contrazione e dilatazione necessaria per i diversi materali
Dimensioni in mm a
b b
s 60 a 80
Dimensioni in mm a
b b
Smin = 5
Smontaggio = 5 + dilatazione max.
Smax = Smontaggio + contrazione max.
Sezione
trasversale
Sezione
longitudinale
figura
figura
21
22
23
Secondo esempio di realizzazione di giunto con banda elastomerica
Legenda
1 Giunto di espansione
2 Neoprene vulcanizzato
4.6
(&'
figura 26 Esempi di giunti a scorrimento o con elemento flessibile per gronde di PVC
Legenda
1
2
3
4
5
6
Giunto
Guarnizione
Molla di pressione
Testata
Elemento flessibile
Gronda
3
Giunto a scorrimento
I supporti dei pluviali devono essere posizionati secondo linee possibilmente rette e verti-
cali, ad una distanza regolare dal filo del muro di almeno 50 mm. Per particolari confor-
mazioni degli edifici, il tratto di raccordo tra due segmenti verticali dovrà presentare un’in-
clinazione tale da permettere il corretto deflusso delle acque evitando il ristagno di so-
stanze eventualmente trasportate. Si consiglia pertanto un’inclinazione, rispetto all’oriz-
I supporti saranno fissati per mezzo di tasselli ad espansione o zanche murate diretta-
mente sul muro esterno dell’edificio, sono da preferire i supporti a collare con bulloni o viti
per il serraggio del pluviale (vedere figure da 22 a 26).
I supporti saranno in numero di 1 per ogni tratto di tubo di lunghezza minore di 3 m e in nu-
mero minore di 2 per lunghezze maggiori.
5 MANUTENZIONE
La manutenzione del sistema di raccolta e smaltimento delle acque è necessaria per il
corretto funzionamento dello stesso nel tempo.
La frequenza e il tipo di manutenzione dipende da diversi fattori, tra questi si possono ri-
cordare:
- la vicinanza a sorgenti inquinanti (ciminiere, camini, ecc.);
- la vicinanza ad alberi di alto fusto con possibilità di caduta ed accumulo sulla coper-
tura di foglie, ecc.;
- la presenza considerevole di volatili che stazionano nei pressi della copertura (piccio-
ni, ecc.);
- il tipo di elemento di copertura (per esempio: tegole con strato di protezione in grani-
glia, lastre di pietra scistosa, ecc.);
- localizzazione geografica della copertura (clima della zona, presenza di venti che creano
depositi eolici, ecc.);
- l’esposizione della falda di copertura che facilita la presenza di muffe, ecc.
Lo scopo della manutenzione è quello di controllare ed eventualmente ripristinare il cor-
retto deflusso dell’acqua; tra le principali operazioni si ricorda:
- rimozione dei detriti depositati nelle gronde (foglie, ecc.);
- pulizia delle zone di scarico: imbocco pluviali, griglie di protezione;
- controllo di eventuali danneggiamenti (parti staccate, gronde piegate, abbassate,
ecc.) e ripristino della situazione iniziale;
- eliminazione di perdite in gronde e pluviali in corrispondenza dei giunti.
8) Al momento della pubblicazione della presente norma è in vigore il DPR 547 del 27 aprile 1955, art. 88.
9) Al momento della pubblicazione della presente norma è in vigore il DPR 689 del 26 maggio 1959.
10) Al momento della pubblicazione della presente norma è in vigore la Legge 5 marzo 1990, n. 46.
7 COLLAUDO
Una volta posizionato il canale con la pendenza prevista e sistemate e sigillate tutte le
giunzioni tra i vari pezzi o settori si procede al collaudo di tenuta dei giunti e dello scorri-
mento dell’acqua.
Il collaudo può essere effettuato facendo scorrere l’acqua, con opportuna adduzione, per
5 min in prossimità del giunto, verificando la tenuta del giunto e lo scorrimento dell’acqua
nella direzione della bocchetta di smaltimento.
La verifica deve essere effettuata in tutte le zone di giunzione e scarico dei canali.
Milano (sede) Via Battistotti Sassi, 11B - 20133 Milano - Tel. 0270024200 - Fax 0270105992
Internet: www.unicei.it - Email: diffusione@uni.unicei.it
Roma Via delle Colonnelle, 18 - 00186 Roma - Tel. 0669923074 - Fax 066991604
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UNI
Ente Nazionale Italiano La pubblicazione della presente norma avviene con la partecipazione volontaria dei Soci,
di Unificazione dell’Industria e dei Ministeri.
Via Battistotti Sassi, 11B Riproduzione vietata - Legge 22 aprile 1941 Nº 633 e successivi aggiornamenti.
20133 Milano, Italia