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OTTOBRE 2002
Eurocode 3
Design of steel structures
Part 1-6: General rules - Supplementary rules for the shell structures
RELAZIONI NAZIONALI
Le norme sperimentali sono emesse, per applicazione provvisoria, in campi in cui viene
avvertita una necessità urgente di orientamento, senza che esista una consolidata espe-
rienza a supporto dei contenuti tecnici descritti.
Si invitano gli utenti ad applicare questa norma sperimentale, così da contribuire a fare
maturare l'esperienza necessaria ad una sua trasformazione in norma raccomandata.
Chiunque ritenesse, a seguito del suo utilizzo, di poter fornire informazioni sulla sua appli-
cabilità e suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato
dell'arte in evoluzione è pregato di inviare, entro la scadenza indicata, i propri contributi
all'UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione.
1 GENERALITÀ 1
1.1 Scopo e campo di applicazione ........................................................................................................ 1
1.2 Distinzione fra principi e regole applicative ................................................................................ 2
1.3 Riferimenti normativi ............................................................................................................................... 2
1.4 Termini e definizioni................................................................................................................................. 3
1.5 Unità di misura ........................................................................................................................................... 6
1.6 Simboli ............................................................................................................................................................ 6
figura 1.1 Simboli nei gusci di rotazione ................................................................................................................... 8
1.7 Convenzione sui segni ........................................................................................................................... 9
2 BASI DI PROGETTO 10
2.1 Generalità................................................................................................................................................... 10
2.2 Tipi di analisi ............................................................................................................................................. 10
2.3 Condizioni al contorno del guscio ................................................................................................. 11
3 MATERIALI E GEOMETRIA 12
3.1 Proprietà dei materiali ......................................................................................................................... 12
3.2 Valori di progetto di dati geometrici.............................................................................................. 12
3.3 Tolleranze geometriche e imperfezioni geometriche ......................................................... 13
SETTEMBRE 1999
Eurocode 3
EUROPEAN PRESTANDARD Design of steel structures
Part 1-6: General rules - Supplementary rules for the shell structures
Eurocode 3
PRÉNORME EUROPÉENNE Calcul des structures en acier
Partie 1-6: Règles générales - Règles supplémentaires pour la résistance et la
stabilité des structures en coque
Eurocode 3
EUROPÄISCHE VORNORM Bemessung und Konstruktion von Stahlbauten
Teil 1-6: Allgemeine Bemessungsregeln - Ergänzende Regeln für
Schalentragwerke
DESCRITTORI
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
© 1999 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.
Obiettivi dell’Eurocodice
(1) Gli "Eurocodici strutturali" comprendono un gruppo di norme relative alla progetta-
zione strutturale e geotecnica degli edifici e delle opere di ingegneria civile.
(2) Essi trattano l’esecuzione e il controllo solo nella misura atta a definire la qualità dei
prodotti adoperati nella costruzione e il livello di preparazione professionale della
manodopera necessario per soddisfare le ipotesi assunte nella fase di progetto.
(3) Fin quando non sarà disponibile la serie delle specifiche tecniche sui prodotti e sui
metodi di prova relativi alle loro prestazioni, alcuni degli Eurocodici strutturali tratte-
ranno taluni di questi aspetti in specifiche appendici informative.
1.4.1.2 guscio assialsimmetrico completo: Guscio la cui forma è definita da una linea generatrice
meridionale ruotata attorno a un asse singolo attraverso 2π radianti. Il guscio può essere
di qualunque lunghezza.
1.4.1.3 guscio di rotazione: Guscio composto da un numero di parti, ciascuna delle quali è un
guscio assialsimmetrico completo.
1.4.1.4 segmento di guscio: Parte di guscio di rotazione nella forma di una definita geometria di
guscio con uno spessore di parete costante: un cilindro, tronco di cono, tronco sferico,
piatto anulare, articolazione toroidale o altra forma.
1.4.1.5 pannello di guscio: Guscio assialsimmetrico incompleto: la forma del guscio è definita da
una rotazione della generatrice attorno all’asse attraverso meno di 2π radianti.
1.4.1.6 superficie intermedia: Superficie che giace in posizione intermedia fra le superfici interna ed
esterna del guscio in ogni punto. Qualora il guscio sia irrigidito su un’unica superficie, la
superficie intermedia di riferimento è ancora valutata come la superficie intermedia del
piatto curvo del guscio. La superficie intermedia è la superficie di riferimento per l’analisi
e può essere discontinua nei cambiamenti di spessore o nelle giunzioni del guscio,
portando a eccentricità che sono importanti per la risposta del guscio.
1.4.1.7 giunzione: Punto in cui due o più segmenti di guscio si incontrano: può includere o meno
un irrigidimento: il punto di fissaggio di un irrigidimento ad anello al guscio può essere
considerato come una giunzione.
1.4.1.8 irrigidimento di corrente: Membratura locale di irrigidimento che segue il meridiano del
guscio e che rappresenta una generatrice del guscio di rotazione. Esso è previsto per
aumentare la stabilità, oppure per essere un elemento di ausilio nei casi di introduzione di
carichi locali. Esso non è destinato a fornire una resistenza primaria alla flessione
provocata da carichi trasversali.
UNI ENV 1993-1-6:2002 © UNI Pagina 3
1.4.1.9 nervatura: Membratura locale che fornisce un percorso primario di sostegno del peso per
la flessione lungo il meridiano del guscio e che rappresenta una generatrice del guscio di
rotazione. Essa viene utilizzata per trasferire o per distribuire carichi trasversali mediante
flessione.
1.4.1.10 irrigidimento ad anello: Membratura di irrigidimento locale che passa attorno alla circonfe-
renza del guscio di rotazione in un certo punto del meridiano. Si presume che non presenti
rigidità nel piano meridionale del guscio. Esso è destinato ad aumentare la stabilità o a
inserire carichi locali assialsimmetrici che agiscono nel piano dell’anello mediante uno
stato di forze normali assialsimmetriche. Esso non è destinato a fornire una resistenza
primaria alla flessione.
1.4.1.11 anello di base: Membratura strutturale che passa attorno alla circonferenza del guscio di
rotazione alla base e che fornisce i mezzi di fissaggio del guscio a una fondazione o a un
altro elemento. Esso è richiesto per assicurare che le condizioni presunte al contorno
siano effettivamente raggiunte.
1.4.1.12 trave ad anello: Irrigidimento circonferenziale che presenta una rigidità e una resistenza alla
flessione sia nel piano della sezione circolare del guscio sia nella normale a detto piano.
Essa è un elemento primario di sostegno del carico, fornito per la distribuzione di carichi
locali nel guscio.
1.4.2.1 limite plastico: Stato limite ultimo in cui la struttura sviluppa zone di snervamento in un
modo tale che la sua capacità di resistere a un aumento di carico è considerata come
esaurita. Esso può essere riferito a un carico limite per la teoria della piccola inflessione
o a un meccanismo plastico di collasso.
1.4.2.2 rottura a trazione: Stato limite ultimo per il quale nel piatto del guscio si verifica un collasso
sulla sezione lorda a causa della tensione.
1.4.2.3 plasticità ciclica: Stato limite ultimo in cui lo snervamento ripetuto è causato da cicli di carico
e di scarico.
1.4.2.4 instabilità: Stato limite ultimo in cui la struttura perde improvvisamente stabilità quando è sotto-
posta a compressione e/o a taglio. Essa porta a grandi spostamenti o a collassi strutturali.
1.4.2.5 fatica: Stato limite ultimo in cui il carico ciclico causa incrinature o rotture del piatto del guscio.
1.4.3 Azioni
1.4.3.1 carico assiale: Carico applicato esternamente che agisce nella direzione assiale.
1.4.3.2 carico radiale: Carico applicato esternamente che agisce perpendicolarmente alla super-
ficie di un guscio cilindrico.
1.4.3.3 pressione interna: Componente del carico superficiale che agisce in modo assialsimme-
trico, perpendicolare al guscio nella direzione verso l’esterno. Essa può variare nella
direzione meridionale.
1.4.3.4 pressione esterna: Componente del carico superficiale che agisce in modo assialsimme-
trico, perpendicolare al guscio nella direzione verso l’interno. Essa può variare nella
direzione meridionale.
1.4.3.5 pressione idrostatica: Pressione che varia linearmente con la coordinata assiale del guscio
di rotazione.
1.4.3.6 carico di attrito sulla parete: Componente meridionale del carico superficiale che agisce
lungo la parete a causa dell’attrito collegato alla pressione interna.
1.4.3.8 carico localizzato: Carico distribuito localmente che agisce perpendicolarmente al guscio.
1.4.3.9 aspirazione: Pressione esterna costante dovuta all’effetto aspirante dell’azione del vento
su un guscio con aperture o sfiati.
1.4.3.10 vuoto parziale: Pressione esterna costante dovuta alla rimozione di liquidi o di solidi
immagazzinati dall’interno di un contenitore con una ventilazione inadeguata.
1.4.3.11 azione termica: Variazione di temperatura lungo o attorno al guscio oppure attraverso lo
spessore del guscio.
1.4.4.1 analisi globale: Analisi che comprende la struttura completa piuttosto che elementi strut-
turali singoli trattati separatamente.
1.4.4.2 analisi mediante teoria membranale: Analisi che prevede il comportamento di strutture a
guscio con pareti sottili sottoposte a carichi distribuiti mediante l’adozione di una serie di
forze membranali che soddisfino l’equilibrio con i carichi esterni.
1.4.4.3 analisi elastica lineare del guscio (LA): Analisi che prevede il comportamento di una struttura
a guscio con pareti sottili sulla base della teoria elastica lineare flessionale del guscio per
le piccole inflessioni, correlata alla perfetta geometria della superficie intermedia del
guscio.
1.4.4.4 analisi elastica geometricamente non lineare (GNA): Analisi basata sui principi della teoria
della flessione del guscio applicata alla struttura perfetta, utilizzando una legge dei
materiali elastica lineare ma includendo una teoria non lineare relativa alle grandi infles-
sioni per gli spostamenti.
1.4.4.5 analisi materialmente non lineare (MNA): Analisi basata sulla teoria della flessione del guscio
applicata alla struttura perfetta, supponendo piccole inflessioni, come in 1.4.4.3, ma
adottando una legge dei materiali elastico-plastica non lineare.
1.4.4.6 analisi geometricamente e materialmente non lineare (GMNA): Analisi basata sulla teoria della
flessione del guscio applicata alla struttura perfetta, utilizzando i presupposti della teoria
non lineare delle grandi inflessioni e una legge dei materiali elastico-plastica non lineare.
1.4.4.7 analisi elastica geometricamente non lineare con imperfezioni incluse (GNIA): Analisi con imper-
fezioni incluse, simile all’analisi GNA come definito in 1.4.4.4, ma che adotta un modello
per la struttura che include la geometria imperfetta (ovvero la geometria della superficie
intermedia include scostamenti indesiderati dalla forma ideale).
1.4.4.8 analisi geometricamente e materialmente non lineare con imperfezioni incluse (GMNIA): Analisi
con imperfezioni incluse, simile all’analisi GMNA come definito in 1.4.4.6, ma che adotta
un modello per la struttura che include una geometria imperfetta (ovvero la geometria
della superficie intermedia include scostamenti indesiderati dalla forma ideale).
1.4.5.1 resistenza critica all’instabilità: La più piccola biforcazione o carico limite determinati presu-
mendo le condizioni ideali del comportamento elastico materiale, la geometria perfetta,
l’applicazione perfetta del carico, l’appoggio perfetto, l’isotropia del materiale e l’assenza
di tensioni residue (analisi LA o GNA).
1.4.5.2 tensione critica di instabilità: Tensione nominale membranale associata alla resistenza
elastica critica all’instabilità.
1.4.5.4 tensione di instabilità di progetto: Valore di progetto della tensione di instabilità, ottenuto
dividendo la tensione caratteristica di instabilità per il fattore parziale di resistenza.
1.4.5.5 valore chiave della tensione: Valore della tensione in un campo non uniforme di tensioni che
viene utilizzato per caratterizzare le grandezze delle tensioni in una valutazione LS3.
1.4.5.6 classe di qualità della tolleranza di fabbricazione: Categoria di requisiti di tolleranza di fabbri-
cazione, presunta a livello di progetto.
1.6 Simboli
(1) Ai fini della presente norma sperimentale, oltre ai simboli definiti nella ENV 1993-1-1,
sono utilizzati i seguenti simboli.
(2) Sistema di coordinate (vedere figura 1.1):
r coordinata radiale, perpendicolare all’asse di rotazione;
x coordinata meridionale;
z coordinata assiale;
θ coordinata circonferenziale;
φ pendenza meridionale: angolo fra l’asse di rotazione e la perpendicolare al
meridiano del guscio.
(3) Pressioni:
pn perpendicolare al guscio;
px carico superficiale meridionale parallelo al guscio;
pθ carico superficiale circonferenziale parallelo al guscio.
(4) Forze in linea:
Pn carico per circonferenza unitaria perpendicolare al guscio;
Px carico per circonferenza unitaria che agisce nella direzione meridionale;
Pθ carico per circonferenza unitaria che agisce in modo circonferenziale sul guscio.
(5) Risultanti delle tensioni membranali:
nx risultante della tensione membranale meridionale;
nθ risultante della tensione membranale circonferenziale;
nxθ risultante della tensione membranale di taglio.
2 BASI DI PROGETTO
2.1 Generalità
(1)P Le basi di progetto devono essere in conformità con la ENV 1991-1, integrata da
quanto segue.
(2)P In particolare, il guscio deve essere progettato in modo da sostenere tutte le azioni e
da soddisfare i seguenti requisiti:
- equilibrio complessivo;
- equilibrio fra azioni, forze interne e momenti (vedere sezioni 6 e 8);
- limitazione delle incrinature dovute alla plastificazione ciclica (vedere sezione 7);
- limitazione delle incrinature dovute a fatica (vedere sezione 9).
(3)P Il progetto del guscio deve soddisfare i requisiti di esercizio riportati nell’appropriata
norma sperimentale sulle applicazioni (ENV 1993 parti 3-1, 3-2, 4-1, 4-2, 4-3).
(4) Il guscio può essere reso proporzionato utilizzando la progettazione assistita da
prove. Ove appropriato, i requisiti sono riportati nell’appropriata norma sperimentale
sulle applicazioni (ENV 1993 parti 3-1, 3-2, 4-1, 4-2, 4-3).
(5) Tutte le azioni dovrebbero essere introdotte utilizzando i relativi valori di progetto in
conformità alla ENV 1991 e alla ENV 1993 parti 3-1, 3-2, 4-1, 4-2, 4-3 come appro-
priato.
2.2.1 Generalità
(1) Uno o più dei tipi seguenti di analisi dovrebbero essere utilizzati come dettagliato
nella sezione 4, in funzione dello stato limite e di altre considerazioni:
- analisi globale (vedere 2.2.2);
- analisi mediante teoria membranale (vedere 2.2.3);
- analisi elastica lineare del guscio (vedere 2.2.4);
- analisi elastica geometricamente non lineare (vedere 2.2.5);
- analisi materialmente non lineare (vedere 2.2.6);
- analisi geometricamente e materialmente non lineare (vedere 2.2.7);
- analisi elastica geometricamente non lineare con imperfezioni incluse (vedere
2.2.8);
- analisi geometricamente e materialmente non lineare con imperfezioni incluse
(vedere 2.2.9).
2.2.8 Analisi elastica geometricamente non lineare con imperfezioni incluse (GNIA)
(1) Un’analisi GNIA è utilizzata nei casi in cui le tensioni di compressione o di taglio sono
dominanti nel guscio. Essa fornisce i carichi di instabilità elastica della struttura
imperfetta "reale" che possono essere utilizzati per il controllo dello stato limite LS3.
2.2.9 Analisi geometricamente e materialmente non lineare con imperfezioni incluse (GMNIA)
(1) Un’analisi GMNIA è utilizzata nei casi in cui tensioni di compressione o di taglio
siano predominanti nel guscio. Essa fornisce i carichi di instabilità elastico-plastica
per la struttura imperfetta "reale" che possono essere utilizzati per il controllo dello
stato limite LS3.
3 MATERIALI E GEOMETRIA
4.2 Concetti progettuali per la progettazione degli stati limite dei gusci
4.2.1 Generalità
(1) La verifica degli stati limite dovrebbe essere condotta utilizzando uno dei metodi
seguenti:
- progettazione delle tensioni;
- progettazione diretta mediante applicazione di formule normalizzate;
- progettazione mediante analisi globale numerica (per esempio, mediante
programmi informatici come quelli basati sul metodo degli elementi finiti).
(2) Si dovrebbe tenere conto che le risposte elastico-plastiche dei materiali indotte da
diverse componenti di tensione nel guscio hanno diversi effetti sui modi di rottura e
sugli stati limite ultimi. Le componenti di tensione dovrebbero quindi essere collocate
in categorie di tensione con limiti diversi. Le tensioni che si sviluppano per soddisfare
i requisiti di equilibrio dovrebbero essere trattate come più significative rispetto alle
tensioni indotte dalla compatibilità di deformazioni perpendicolari al guscio. Per le
tensioni locali causate da effetti d’intaglio in particolari di costruzione, si può
presumere che abbiano una piccola influenza trascurabile sulla resistenza al carico
statico.
(3) Le categorie distinte nella progettazione delle tensioni dovrebbero essere quelle di
tensioni primarie, secondarie e locali. Gli stati di tensione primario e secondario
possono essere sostituiti da risultanti di tensione ove appropriato.
(4) In un’analisi globale, gli stati di tensione primario e secondario dovrebbero essere
sostituiti dal carico limite e dal campo di deformazione per il carico ciclico.
(5) In generale, si può presumere che gli stati primari di tensione controllino LS1, che gli
stati secondari di tensione influiscano su LS2 e su LS3 e che le tensioni locali
regolino LS4.
4.2.2.1 Generalità
(1) Nei casi in cui si utilizza un approccio con progettazione delle tensioni, gli stati limite
dovrebbero essere valutati in termini di tre categorie di tensione: primaria, secon-
daria e locale. La categorizzazione è effettuata, in generale, sulla tensione equiva-
lente di von Mises in un punto, ma le tensioni di instabilità non possono essere
valutate utilizzando questo valore.
5.2.1 Geometria
(1)P Il guscio deve essere rappresentato dalla sua superficie intermedia.
(2)P Il raggio di curvatura deve essere considerato come il raggio nominale di curvatura. Le
imperfezioni devono essere trascurate, a eccezione di quanto indicato nella sezione 8
(LS3 stato limite di instabilità).
(3)P Un insieme di segmenti di guscio non deve essere suddiviso in segmenti separati
per l’analisi, salvo che le condizioni al contorno per ogni segmento siano scelte in
modo tale da rappresentare interazioni fra loro in maniera conservativa.
(4)P Un anello di base previsto per il trasferimento di forze di vincolo locali nel guscio non
deve essere separato dal guscio che sostiene in una valutazione dello stato limite
LS3.
(5)P Le eccentricità e i gradini nella superficie intermedia del guscio devono essere
inclusi nel modello di analisi se inducono effetti flettenti significativi a causa delle
risultanti di tensioni membranali che seguono un percorso eccentrico.
(6)P Nei giunti fra segmenti di guscio, qualsiasi eccentricità fra le superfici intermedie di
detti segmenti deve essere considerata nella modellazione.
(7) Un irrigidimento ad anello dovrebbe essere considerato come un componente strut-
turale separato del guscio, salvo quando la distanza degli anelli è minore di 1,5 rt .
(8) Un guscio che abbia discreti irrigidimenti di correnti fissati ad esso può essere consi-
derato come un guscio uniforme ortotropo, a condizione che gli irrigidimenti di
correnti non siano separati da una distanza maggiore di 5 rt .
(9) Un guscio che sia ondulato (verticalmente o orizzontalmente) può essere consi-
derato come un guscio uniforme ortotropo a condizione che la lunghezza d’onda
dell’ondulazione sia minore di 0,5 rt .
(10) Un foro nel guscio può essere trascurato nella modellazione a patto che la sua
dimensione maggiore sia minore di 0,5 rt .
(11) La stabilità complessiva della struttura completa dovrebbe essere verificata come
dettagliato nella ENV 1993 parti 3-1, 3-2, 4-1, 4-2 o 4-3 come più appropriato.
Tipo di analisi Teoria del guscio Legge materiale Geometria del guscio
Teoria membranale dei gusci equilibrio nella non applicabile perfetta
membrana
Analisi elastica lineare del guscio (LA) flessione e lineare perfetta
allungamento lineari
Analisi elastica geometricamente non lineare non lineare lineare perfetta
(GNA)
Analisi materialmente non lineare (MNA) lineare non lineare perfetta
Analisi geometricamente e materialmente non non lineare non lineare perfetta
lineare (GMNA)
Analisi elastica geometricamente non lineare non lineare lineare imperfetta
con imperfezioni (GNIA)
Analisi geometricamente e materialmente non non lineare non lineare imperfetta
lineare con imperfezioni (GMNIA)
8.4.1 Generalità
(1) Salvo che nelle parti applicative pertinenti della ENV 1993 siano date particolari
tolleranze geometriche relative all’instabilità, i seguenti limiti di tolleranza dovrebbero
essere osservati se LS3 è uno degli stati limite ultimi da considerare.
Nota 1 Le tensioni caratteristiche di instabilità determinate di seguito comprendono imperfezioni basate su
tolleranze geometriche che si prevede saranno soddisfatte durante l’esecuzione.
l gx = 4 rt (8.6)
b) Ove si verifichino tensioni circonferenziali di compressione o tensioni di taglio, le
misurazioni nella direzione circonferenziale dovrebbero essere effettuate utiliz-
zando il calibro di lunghezza lgθ dato da:
0, 25
l gθ = 2,3 ( l 2 rt ) , ma l gθ ≤ r (8.7)
dove:
l è la lunghezza assiale del segmento di guscio.
c) Inoltre, attraverso le saldature, in entrambe le direzioni circonferenziale e
meridionale, dovrebbe essere utilizzata la lunghezza di riferimento lgw:
l gw = 25t oppure l gw = 25t min , ma con l gw ≤ 500 mm (8.8)
dove:
tmin è lo spessore del piatto più sottile in corrispondenza della saldatura.
(3) La profondità delle concavità iniziali dovrebbe essere valutata in termini di parametri
di concavità U0x, U0θ, U0w dati da:
U 0x = ∆w 0x ⁄ l gx U 0θ = ∆w 0θ ⁄ l gθ U 0w = ∆w 0w ⁄ l gw (8.9)
(4) Il valore dei parametri di concavità U0x, U0θ, U0w dovrebbero soddisfare le condizioni:
U 0x ≤ U 0, max U 0θ ≤ U 0, max U 0x ≤ U 0, max (8.10)
dove:
U0,max è il parametro di tolleranza di concavità per la classe di qualità della tolle-
ranza di fabbricazione, riportata nel prospetto 8.3.
χ = 1 quando λ ≤ λ0 (8.13)
η
λ–λ
χ = 1 – β ----------------0- quando λ0 < λ < λp (8.14)
λp – λ0
α
χ = -----2 quando λp ≤ λ (8.15)
λ
in cui α è il fattore elastico di riduzione delle imperfezioni, β è il fattore plastico di
campo, η è l’esponente di interazione e λ0 è la snellezza relativa di limite di schiac-
ciamento, tutti da prendere dall’appendice D. Il valore di snellezza relativa per il limite
plastico λp dovrebbe essere determinato da:
α
λp = ------------ (8.16)
1–β
(5) I parametri di snellezza relativa del guscio per diverse componenti di tensione
dovrebbero essere determinati da:
σ xEd
-----------
kx
τ Ed kτ
+ -------- ≤ 1 se σθEd è di tensione zero, (8.20)
σ xRd τ Rd
σ θEd
-----------
kθ
τ Ed kτ
- + -------- ≤ 1 se σxEd è di tensione zero. (8.21)
σ θRd τ Rd
dove σxEd, σθEd e τEd sono i gruppi relativi all’interazione dei valori significativi di
tensioni membranali di compressione e di taglio nel guscio e kx = kθ = 1,25 e
k = 2,0 .
(4) Se (5) e (6) non forniscono disposizioni particolari per la definizione di separazioni o
di posizioni relative di gruppi correlati all’interazione di componenti di tensione
membranale, il valore massimo di ciascuno, indipendentemente dalla posizione nel
guscio, deve essere utilizzato in (3).
figura 8.5 Esempi di gruppi relativi all’interazione di componenti di tensioni membranali
Legenda
a) In un cilindro corto
b) In un cilindro lungo
(5) Se il valore massimo di una qualsiasi delle tensioni membranali in un guscio cilin-
drico si verifica in una zona al contorno di lunghezza lR adiacente a un estremo del
cilindro, il controllo di interazione può invece adottare il valore massimo che si
verifica sulla lunghezza libera rimanente lRf [vedere figura 8.5 a)], dove:
lf = L – 2 lR (8.23)
figura 8.6 Definizione di resistenza plastica di riferimento Rpl e di resistenza critica all’instabilità Rcr derivata
dall’analisi globale LA o GNA
Legenda
X Deformazione
Y Fattore di carico su azioni di progetto
1 Rpl da snervamento membranale
2 Rcr da biforcazione
3 Rcr da scatto passante
λ 0v = R pl ⁄ R cr (8.26)
(9) La valutazione del fattore globale elastico di imperfezione αov , il fattore plastico di
campo βov , l’esponente di interazione ηov e la snellezza relativa per il limite di schiac-
ciamento λov,0 [come richiesto in 8.5.2 (4)] dovrebbero tenere conto della sensibilità
alle imperfezioni e di altri aspetti del caso particolare di instabilità del guscio. Valori
conservativi per questi parametri dovrebbero essere determinati per confronto con
casi conosciuti di instabilità del guscio (vedere appendice D) che abbiano modi simili
di instabilità, simile sensibilità alle imperfezioni, simile sensibilità allo snervamento e
simile comportamento post-instabilità. Il valore di αov dovrebbe inoltre tenere conto
della classe di qualità appropriata della tolleranza di fabbricazione.
(10) Se le disposizioni di (9) non possono essere raggiunte senza un ragionevole
dubbio, dovrebbero essere effettuate prove appropriate (vedere ENV 1993-1-1,
appendice Z).
(11) Se valori specifici di αov , βov , ηov e λov,0 non sono disponibili in accordo con (9) o con
(10), possono essere adottati i valori per un cilindro non irrigidito compresso assial-
mente (vedere D.1.2.2).
(12) Il fattore di riduzione complessiva della stabilità del guscio χov dovrebbe essere
determinato come χ = f (λov, λov,0, αov, βov, ηov) utilizzando 8.5.2 (4).
(13) La resistenza caratteristica all’instabilità dovrebbe essere ottenuta da:
R k = χ ov R pl (8.27)
dove:
Rpl è la resistenza plastica di riferimento.
(14) La resistenza di progetto all’instabilità Rd dovrebbe essere ottenuta da:
Rk = Rk ⁄ γM (8.28)
dove:
γM è il fattore parziale della resistenza in accordo con 8.5.2 (2).
prospetto 8.4 Valori delle ampiezze delle imperfezioni iniziali di concavità Un1 e Un2
(17) Se sono possibili effetti di carico del cedente, dovrebbero essere incorporati
nell’analisi, oppure si dovrebbe verificare che la loro influenza è trascurabile.
(18) L’affidabilità della resistenza critica GMNIA all’instabilità determinata numericamente
dovrebbe essere verificata mediante uno dei seguenti metodi alternativi:
a) utilizzando lo stesso programma per calcolare altri casi di instabilità del guscio
dei quali si conoscono i valori di resistenza caratteristica all’instabilità
Rk,known,check. I casi di controllo dovrebbero utilizzare fondamentalmente presup-
posti simili sulle imperfezioni ed essere simili nei parametri di controllo dell’insta-
bilità (come snellezza relativa del guscio, comportamento post-instabilità, sensi-
bilità alle imperfezioni, comportamento del materiale);
b) mediante confronto dei valori calcolati (RGMNIA,check) con i risultati della prova
(Rtest,known,check). I casi di controllo dovrebbero soddisfare le stesse condizioni di
similarità fornite in a).
(19) In funzione dei risultati dei controlli di affidabilità, il fattore di calibrazione kGMNIA
dovrebbe essere ricavato, come appropriato, da:
R k, known, check R test, known, check
k GMNIA = ------------------------------------ oppure k GMNIA = -----------------------------------------
- (8.34)
R GMNIA, check R GMNIA, check
dove:
Rk,known,check è il valore caratteristico del risultato conosciuto;
Rtest,known,check è il risultato conosciuto della prova;
RGMNIA,check è il risultato del calcolo.
(20) La resistenza caratteristica all’instabilità dovrebbe essere ottenuta da:
R k = k GMNIA R GMNIA (8.35)
9.2.1 Generalità
(1) Dovrebbe essere utilizzata la valutazione della fatica presentata nella sezione 9
della ENV 1993-1-1, salvo come qui disposto.
2) Il fattore parziale di resistenza γMf dovrebbe essere dedotto dalla ENV 1993-1-1.
A.1 Generalità
A.1.1 Notazione
La notazione utilizzata nella presente appendice per le dimensioni geometriche, le
tensioni e i carichi, segue 1.6 e, inoltre, è impiegata la seguente notazione.
Caratteri romani maiuscoli
Fx carico assiale applicato al cilindro;
M momento flettente globale applicato al cilindro completo (da non confondere con il
momento per larghezza unitaria nella parete del guscio m);
Mt coppia globale applicata al cilindro completo;
V taglio trasversale globale applicato al cilindro completo.
Caratteri romani minuscoli
g peso unitario del materiale del guscio;
pn pressione normale distribuita;
px trazione assiale distribuita sulla parete del cilindro.
Caratteri greci minuscoli
φ angolo di inclinazione meridionale;
σx tensione membranale assiale o meridionale (= nx/t );
σθ tensione membranale circonferenziale (= nθ/t );
τ tensione membranale di taglio (= nxθ/t ).
Fx
σ x = – -----------
2πrt
M
σ x = ± ----------
2
-
πr t
l
1
σ x = – --- ∫ p x dx
t
0
r
σ θ = p n --
t
r
σ θ ( x ) = p n ( x ) --
t
M
τ = --------------
2
-
2πr t
V
τ max = ± --------
πr t
Fz
σ x = – -------------------------
-
2πr t cos β
σθ = 0
M
σ x, max = ± ------------------------
2
-
πr t cos β
σθ = 0
r1 r2
x 1 = ----------- x 2 = -----------
sin β sin β
x2
1
σ x1 = – -------- ∫ p x x dx
x 1t
x1
σθ = 0
r 2
σ x = – p n ------------------- ----2- – 1
r
2t cos β r
r
σ θ = – p n ----------------
t cos β
γ r r 2S r 2S 2 r
σ x = – -------------- -------
- -------- – 3 + ---
t sin β 6 r 3
γr
σ θ = + -------------- ( r 2S – r )
t sin β
Mt
τ = --------------
2
-
2πr t
V
τ max = ± --------
πr t
pnr
σ x = --------
-
2t
pnr
σ θ = --------
-
2t
σ x = – ------ -----------------------
gr 1
t 1 + cos φ
B.1 Generalità
B.1.1 Notazione
La notazione utilizzata nella presente appendice per le dimensioni geometriche, le
tensioni e i carichi segue 1.6 e, inoltre, è impiegata la seguente notazione.
Caratteri romani maiuscoli
Ar area di sezione trasversale di un anello;
PR resistenza al meccanismo plastico basata sulla teoria della piccola inflessione.
Caratteri romani minuscoli
b spessore di un anello;
l lunghezza efficace di guscio che agisce con un raggio r di anello del cilindro;
se parametro adimensionale di tensione equivalente di von Mises;
sm parametro adimensionale di tensioni combinate;
sx parametro adimensionale di tensione assiale;
sθ parametro adimensionale di tensione circonferenziale.
Pedici
r associato a un anello;
R resistenza.
Quantità di riferimento:
l o = 0,975 rt
La resistenza plastica PnR (forza per circonferenza unitaria) è data da:
P nR t
---------- = f y --
2 lo r
Quantità di riferimento:
P
s x = ------x- l o = 0,975 rt
f yt
Campo di applicabilità:
– 1 ≤ s x ≤ +1
Parametri dipendenti:
Se Pn > 0 (verso l’esterno) allora: A = + sx - 1,50
Se Pn < 0 (verso l’interno) allora: A = - sx - 1,50
2 2
sm = A + A + 4 (1 – sx )
Se sx ≠ 0 allora: lm = s m lo
La resistenza plastica PnR (forza per circonferenza unitaria) è data da:
P nR t
---------- = f y --
2 lm r
B.2.3 Cilindro: carico radiale in linea, pressione interna costante e carico assiale
2 2
l o = 0,975 rt se = sθ + sx – sxsθ
Campo di applicabilità:
– 1 ≤ s x ≤ +1 – 1 ≤ s θ ≤ +1
Parametri dipendenti:
Carico dell’anello diretto all’esterno Pn > 0 Carico dell’anello diretto all’interno Pn < 0
l m = l o = 0,975 rt
Quantità di riferimento:
P
s x = ------x- l o = 0,975 rt
f yt
Campo di applicabilità:
– 1 ≤ s x ≤ +1
Parametri dipendenti:
Se Pn > 0 allora: A = + sx - 1,50
Se Pn < 0 allora: A = - sx - 1,50
2 2
sm = A + A + 4 (1 – sx )
Se sx ≠ 0 allora: lm = s m lo
La resistenza plastica PnR (forza per circonferenza unitaria) è data da:
A r + ( b + 2l m )t
P nR = f y --------------------------------------
r
B.3.3 Cilindro irrigidito con anello: carico radiale in linea, pressione interna costante e carico
assiale
Quantità di riferimento:
P pn r
s x = ------x- s θ = ------ --
f yt fy t
2 2
l o = 0,975 rt se = sθ + sx – sxsθ
Carico dell’anello diretto all’esterno Pn > 0 Carico dell’anello diretto all’interno Pn < 0
Campo di applicabilità:
2 2 2
tc ≤ ts + th P xs « t s f y , P xh « t h f y , e P xc « t c f y
Parametri dipendenti:
2
tc
η = ---------------
2 2
ψ s = ψ h = 0,7 + 0,6 η – 0,3 η
2 3
ts + th
rt
Per il segmento conico l oh = 0,975 ψ h ------------
h
-
cos β
La resistenza plastica è data da:
P xhR r sin β = f y ( A r + l oc t c + l os t s + l oh t h )
Quantità di riferimento:
P xc P xs P xh
s xc = --------
- s xs = --------
- s xh = ---------
f yt c f yt s f yt h
p nc r p nh r
s θs = -------- ---- s θs = 0 s θh = -------- ------------------
f y tc f y t h cos β
2 2
per i = c, s, h a turno s ei = s θi + s xi – s xi s θi
Campo di applicabilità:
– 1 ≤ s xi ≤ +1 – 1 ≤ s θi ≤ +1
Valutazione dello spessore equivalente:
2 2 2 2 2 2
Gruppo piatto inferiore più spesso t c ≤ t s + t h Gruppo piatto superiore più spesso t c > t s + t h
2 2 2
tc ts+th
η = ------------------
2
-
2
η = -------------
2
-
ts+th tc
ψ c = 1,0 2
ψ c = 0,7 + 0,6 η – 0,3 η
3
2 3
ψ s = ψ h = 0,7 + 0,6 η – 0,3 η ψ s = ψ h = 1,0
Parametri dipendenti:
rt i
Per il segmento conico l oh = 0,975 ψ h ------------
-
cos β
Condizione Formule
s ei < 1,00 Ai = - sxi + 2sθi - 1,50
2 2
e s m = A i + A i + 4 ( 1 – s ei )
s ei ≥ – 0,975
s
l mi = l oi ------------------
mi
-
1 + s θi
s ei = 1,00 l mi = 0,0
s θi < – 0,975 l mi = 0,0
t 2
p n, R = 1,625 -- f y
r
b 4
1 ,0 + 1 ,10 --- + 1 ,15 ---
b
π 2 r r
F R = K --- t f y con K = min
2 1 b
------- ---
3t
t 2
p n, R = 3, 125 -- f y
r
b 4
1,40 + 2,85 --- + 2,0 ---
b
π 2 r r
F R = K --- t f y con K = min
2 1 b
------- ---
3t
C.1 Generalità
C.1.1 Notazione
La notazione utilizzata nella presente appendice per le dimensioni geometriche, le
tensioni e i carichi, segue 1.6 e, inoltre, è impiegata la seguente notazione.
Caratteri romani
b raggio nel quale termina il carico locale sul piatto;
r raggio esterno del piatto circolare;
x coordinata assiale sul cilindro o coordinata radiale sul piatto circolare.
Simboli greci
σeq,m tensione equivalente di von Mises associata unicamente a componenti di
tensioni membranali;
σeq,s tensione equivalente di von Mises derivata da tensioni superficiali;
σMT tensione di riferimento derivata dalla teoria membranale;
σbx tensione flessionale meridionale;
σbθ tensione flessionale circonferenziale;
σsx tensione superficiale meridionale;
σsθ tensione superficiale circonferenziale;
τxn tensione trasversale di taglio associata a flessione meridionale.
Pedici
R resistenza;
n normale;
r associato a un anello;
y valore del primo snervamento.
r
σ MTθ = p n --
t
BC1r
P
σ MTx = -----x-
t
BC1r
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
1,545 σMTx +0,455 σMTx 0,351 t ⁄ r σMTx 1,373 σMTx 1,000 σMTx
r
σ MTθ = p n --
t
P
σ MTx = -----x-
t
BC1r
σ MTx σ MTx 2
Max. σ eq, m = σ MTθ 1 – ------------ + ------------
σ MTθ σ MTθ
σ MTx
-------------
σ MTθ- -2,0 0 0 2,0
L’interpolazione lineare può essere utilizzata fra valori con controlli sulla stessa superficie.
r
σ MTθ = p n0 --
t
BC1r
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
kx σMTθ kθ σMTθ kτ t ⁄ r σMTθ keq,s σMTθ keq,m σMTθ
---------
rt kx kθ kτ keq,s keq,m
lp
wE
σ MTθ = ---------
r
BC1r
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
1,816 σMTθ 1,545 σMTθ 1,169 t ⁄ r σMTθ 2,081 σMTθ 1,000 σMTθ
σ MTθ = α ET
BC1r
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
1,816 σMTθ 1,545 σMTθ 1,169 t ⁄ r σMTθ 2,081 σMTθ 1,000 σMTθ
r
σ MTθ = p n --
t
BC1f
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
±0,585 σMTθ ±1,125 σMTθ 0,583 t ⁄ r σMTθ 1,126 σMTθ 1,067 σMTθ
P
σ MTx = -----x-
t
BC1f
C.3.3 Cilindro, con spina: pressione interna uniforme con carico assiale
r
σ MTθ = p n --
t
P
σ MTx = -----x-
t
BC1f
σ MTx σ MTx 2
Max. σ eq, m = σ MTθ 1 – ------------ + ------------
σ MTθ σ MTθ
σ MTx
-------------
σ MTθ- -2,0 -1,0 -0,5 0,0 0,25 0,50 1,00 2,0
r
σ MTθ = p n0 --
t
BC1f
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
kx σMTθ kθ σMTθ kτ t ⁄ r σMTθ keq,s σMTθ keq,m σMTθ
---------
rt
kx kθ kτ keq,s keq,m
lp
wE
σ MTθ = ---------
r
BC1f
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
±0,585 σMTθ 1,000 σMTθ 0,583 t ⁄ r σMTθ 1,000 σMTθ 1,000 σMTθ
σ MTθ = α ET
w = α rT
BC1f
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
±0,585 σMTθ 1,000 σMTθ 0,583 t ⁄ r σMTθ 1,000 σMTθ 1,000 σMTθ
r
σ MTθ = E -- β φ
t
BC1f
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
±1,413 σMTθ 0,470 σMTθ 0,454 t ⁄ r σMTθ 1,255 σMTθ 0,251 σMTθ
r
σ MTθ = p n --
t
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
±0,293 σMTθ 1,062 σMTθ 0,467 t ⁄ r σMTθ 1,056 σMTθ 1,033 σMTθ
r
σ MTθ = p n1 --
t
pn1 è la pressione alla profondità di rt al di sotto della superficie.
kx kθ kτ keq,s keq,m
-1,060 0,510 0,160 1,005 0,275
r
σ MTθ = p n ----
t1
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
kx σMTθ kθ σMTθ kτ t ⁄ r σMTθ keq,s σMTθ keq,m σMTθ
T 1
--------- kx kθ kτ keq,s keq,m
T 2
1,0 0,0 1,0 0,0 1,0 1,0
0,8 0,025 6 1,010 0,179 1,009 0,895
0,667 0,086 2 1,019 0,349 1,015 0,815
0,517 0,168 1,023 0,514 1,019 0,750
0,5 0,260 1,027 0,673 1,023 0,694
w = wr wE
--------- = ----------------------------------------
Pr
r A r + ( b + 2b m )t
Pr
b m = 0,778 rt σ θr = ----------------------------------------
A r + ( b + 2b m )t
n ( b + 2b m )t
σ MTx = ----x- w r = w o ----------------------------------------
t A r + ( b + 2b m )t
Ar
w = wr – wo w = – w o ----------------------------------------
A r + ( b + 2b m )t
r w
w o = – v σ MTx ---- σ θr = E ------r
E r
b m = 0,778 rt
pn
pnr
σ MTθ = --------
- w r = w o (1 – k )
t
w = wr – wo w = –w o k
r Ar
w o = σ MTθ ---- k = ---------------------------------------
-
E A r + ( b + 2b m )t
w
b m = 0,778 rt σ θr = E ------r
r
Max. σsx Max. σsθ Max. τxn Max. σeq,s Max. σeq,m
kx σMTθ kθ σMTθ kτ t ⁄ r σMTθ keq,s σMTθ keq,m σMTθ
k kx kθ kτ keq,s keq,m
1,0 1,816 1,080 1,169 1,614 1,043
0,75 1,312 1,060 0,877 1,290 1,032
0,50 0,908 1,040 0,585 1,014 1,021
0,0 0,0 1,000 0,0 1,000 1,000
r 2
max. σ θb = 1,238p n --
t
r 2
p n, y = 0,808 -- f y
t
C.6.2 Piatto con carico a distribuzione locale: contorno con vincolo semplice
Legenda
1 Profilo deformato
2
t
F y = 1,611 ------------------------------------ f y
ln --- + 0,769
b
r
Max. σbx Max. σbθ Max. σeq Max. σbx Max. σbθ Max. σeq
al centro al centro al centro sul bordo sul bordo sul bordo
0,488 σo 0,488 σo 0,488 σo 0,75 σo 0,225 σo 0,667 σo
Max. σbx Max. σbθ Max. σeq Max. σbx Max. σbθ Max. σeq
al centro al centro al centro sul bordo sul bordo sul bordo
l r l
ω = -- -- = -------- (D.1)
r t rt
(3) La tensione critica meridionale di instabilità, utilizzando un valore di Cx da (4), (5) o
(6), dovrebbe essere ottenuta da:
t
σ xRc = 0,605E C x -- (D.2)
r
(4) Per cilindri di media lunghezza con:
r
1,7 ≤ ω ≤ 0,5 -- (D.3)
t
il fattore Cx dovrebbe essere valutato come:
C x = 1,0 (D.4)
prospetto D.1 Parametro Cxb per l’effetto delle condizioni al contorno sulla tensione critica meridionale di insta-
bilità nei cilindri lunghi
1 r
∆w k = ---- -- t (D.10)
Q t
dove:
Q è il parametro di qualità di fabbricazione relativo alla compressione meridionale.
(2) Il parametro di qualità di fabbricazione Q dovrebbe essere dedotto dal prospetto D.2
per la classe di qualità specificata di tolleranza di fabbricazione.
l r l
ω = -- -- = -------- (D.1bis)
r t rt
(3) Per cilindri di media lunghezza con:
ω r
20 ≤ ------- ≤ 1,63 -- (D.13)
Cθ t
la tensione critica circonferenziale di instabilità dovrebbe essere ottenuta da:
C t
σ θRc = 0,92E ------θ- -- (D.14)
ωr
(4) Il fattore Cθ dovrebbe essere dedotto dal prospetto D.3, con un valore che dipenda
dalle condizioni al contorno (vedere 5.2.2 e 8.3).
(5) Per i cilindri corti:
ω
------- < 20 (D.15)
Cθ
la tensione critica circonferenziale di instabilità dovrebbe invece essere ottenuta da:
C θs t
σ θRc = 0,92E --------
- -- (D.16)
ω r
(6) Il fattore Cθs dovrebbe essere dedotto dal prospetto D.4, con un valore che dipenda
dalle condizioni al contorno (vedere 5.2.2 e 8.3):
prospetto D.3 Fattori di pressione esterna relativi all’instabilità per cilindri di media lunghezza Cθ
l
dove ω = ---------
rt
t 2 C r 4
σ θRc = E -- 0,275 + 2,03 ------θ- -- (D.18)
r ωt
r E
-- ≤ 0,21 --------- (D.20)
t f y, k
(4) La distribuzione non uniforme della pressione qw risultante da carico esterno da
vento su cilindri (vedere figura D.2) può, ai fini del calcolo dell’instabilità del guscio,
essere sostituita da una pressione esterna uniforme equivalente:
q eq = k w q w, max (D.21)
dove:
qw,max è la pressione massima del vento e kw dovrebbe essere ricavato come
segue:
Cθr
k w = 0,46 1 + 0,1 ------- -- (D.22)
ω t
D.1.4 Taglio
l r l
ω = -- -- = -------- (D.1bis)
r t rt
(3) La tensione critica di instabilità a taglio dovrebbe essere ottenuta da:
1r
τ Rc = 0,75E C τ ---- -- (D.24)
ωt
(4) Per cilindri di media lunghezza con:
r
10 ≤ ω ≤ 8,7 -- (D.25)
t
il fattore Cτ può essere considerato come:
C τ = 1,0 (D.26)
(5) Per i cilindri corti:
ω < 10 (D.27)
il fattore Cτ può essere ottenuto da:
42
Cτ = 1 + -----3- (D.28)
ω
1 t
C τ = --- ω -- (D.30)
3 r
(2) La snellezza di taglio per il limite di schiacciamento λτ0, il fattore plastico di campo β
e l’esponente di interazione η dovrebbero essere valutati come:
pr
p = -------------- (D.34)
t σ xRc
p
2 4
2
+ 1,21 λ x
α xpp = 1 – -----4- 1 – -------------------------- s-----------------------------
1
- - (D.35)
λx 1,12 + s s ( s + 1 )
1,5
pr
p = -------------- (D.34bis)
t σ xRc
1 r
s = ---------- -- (D.36)
400 t
dove:
p è il valore maggiore di pressione interna nel punto sottoposto a valutazione e
possibilmente coesistente con la compressione meridionale;
λx è il parametro adimensionale di snellezza del guscio in accordo con 8.5.2 (5);
σxRc è la tensione critica elastica meridionale di instabilità in accordo con D.1.2.1 (3).
D.2 Gusci cilindrici non irrigiditi con spessore gradualmente variabile della parete
D.2.1 Generalità
D.2.1.1 Notazione
Nel presente punto è utilizzata la notazione seguente:
L lunghezza complessiva del cilindro;
r raggio della superficie intermedia del cilindro;
j un indice intero che denota le sezioni singole del cilindro con spessore costante
della parete (da j = 1 a j = n);
tj lo spessore costante di parete della sezione j del cilindro;
lj la lunghezza della sezione j del cilindro.
D.2.1.3 Geometria
(1) A condizione che lo spessore della parete del cilindro aumenti progressivamente
dalla parte superiore a quella inferiore [vedere figura D.4 a)], i procedimenti forniti nel
presente punto D.2 possono essere utilizzati.
D.2.1.4 Scarti
(2) Gli scarti previsti e0 fra piatti di sezioni adiacenti (vedere figura D.3) possono essere
considerati come trattati dalle seguenti formule se non sono maggiori dei valori
consentiti e0,p forniti nel prospetto D.7.
(3) Per i cilindri con scarti previsti consentiti fra piatti di sezioni adiacenti, il raggio r può
essere valutato come il valore medio di tutte le sezioni.
(5) Gli spessori di parete fittizi ta, tb e tc delle tre sezioni dovrebbero essere determinati
come la media ponderata dello spessore della parete di ciascuna delle tre sezioni
fittizie:
1
t a = --- ∑ l j t j (D.38a)
la a
1
t b = --- ∑ l j t j (D.38b)
lb b
1
t c = --- ∑ l j t j (D.38c)
lc c
(6) Il cilindro in tre sezioni (ovvero rispettivamente quello equivalente o quello reale)
dovrebbe essere sostituito da un cilindro singolo equivalente di lunghezza efficace
leff e di spessore della parete uniforme t = ta [vedere figura D.4 c)]. La lunghezza
efficace dovrebbe essere determinata da:
l eff = l a ⁄ k , (D.39)
in cui κ è un fattore adimensionale ottenuto dalla figura D.5.
(7) Per le sezioni di cilindro corte o di lunghezza moderata, la tensione critica circonfe-
renziale di instabilità di ogni sezione j del cilindro originale con spessore della parete
gradualmente variabile dovrebbe essere determinata da:
t
σ θRc, j = ---a- σ θRc, eff (D.40)
tj
dove:
σθRc,eff è la tensione critica circonferenziale di instabilità derivata da D.1.3.1 (3),
D.1.3.1 (5) o D.1.3.1 (7), come appropriato, del cilindro singolo equivalente
di lunghezza leff in accordo con il paragrafo (6). Al fattore Cθ in queste
formule dovrebbe essere attribuito il valore Cθ = 1,0.
tc
figura D.6 Valori chiave della tensione membranale circonferenziale di compressione nei casi in cui nθSd varia
entro la lunghezza L
D.3.1 Generalità
D.3.1.1 Notazione
Nel presente punto è utilizzata la notazione seguente:
h è la lunghezza assiale (altezza) del tronco di cono;
L è la lunghezza meridionale del tronco di cono;
r è il raggio della superficie intermedia del cono, perpendicolare all’asse di rotazione,
che varia linearmente lungo la lunghezza;
r1 è il raggio all’estremità piccola del cono;
D.3.1.3 Geometria
(1) Solo i tronchi di cono con spessore uniforme della parete e con il semiangolo al
vertice β ≤ 65° (vedere figura D.7) sono trattati dalle seguenti regole.
D.3.2.4 Taglio
(1) Per i coni sottoposti a taglio, la lunghezza del cilindro equivalente dovrebbe essere
considerata come:
le = h (D.50)
(2) Il raggio del cilindro equivalente dovrebbe essere considerato come:
1
r e = 1 + ρ – --- r 1 cos β (D.51)
ρ
in cui:
r1 + r2
ρ = ---------------- (D.52)
2r 1