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Provincia di: PESARO-URBINO

Comune di: MONDOLFO

Oggetto:
Fornitura e posa in opera di strutture metalliche

Ditta proprietaria:
Sodico

Cantiere:
Mondolfo (PU)

Progettista delle strutture:


Dott. Ing. Marco Pistocchi

Ditta produttrice elementi prefabbricati ed esecutrice dei montaggi:


Vega prefabbricati s.r.l.- Piane Tronto – Controguerra (TE)

RELAZIONE TECNICA GENERALE DI


VARIANTE (REL.01)

Controguerra (TE) Il Progettista


lì 05/03/2022 delle strutture

Relazione composta da 17 pagine

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Sommario
1 Premessa ............................................................................................................................................ 3
1.1 Descrizione della struttura e dell’intervento in variante ............................................................. 3
1.1.1 Intervento 3 ......................................................................................................................... 3
1.2 Normativa di riferimento ............................................................................................................. 3
1.3 Materiali ...................................................................................................................................... 3
1.3.1 Acciaio da carpenteria ......................................................................................................... 3
2 Analisi dei carichi ................................................................................................................................ 4
2.1 Pesi elementi prefabbricati e permanenti strutturali (G 1): .......................................................... 4
2.2 Sovraccarichi variabili (Q) ............................................................................................................ 4
2.3 Azione sismica ............................................................................................................................. 4
2.4 Combinazioni di carico ................................................................................................................ 6
3 Metodo di analisi................................................................................................................................. 7
3.1 Modello di calcolo........................................................................................................................ 7
4 Risultati ............................................................................................................................................... 8
4.1 Analisi modale ............................................................................................................................. 8
4.2 Deformate ................................................................................................................................. 10
4.3 Sollecitazioni ............................................................................................................................. 11
4.4 Affidabilità dei codici di calcolo ................................................................................................. 12
5 Verifiche ............................................................................................................................................ 12
5.1 Verifica di effetti del second’ordine........................................................................................... 12
5.2 Controllo di deformabilità torsionale ......................................................................................... 13
5.3 Elementi in acciaio .................................................................................................................... 13
5.3.1 Verifiche di resistenza aste ................................................................................................ 13
5.3.2 Verifiche di stabilità aste ................................................................................................... 14
5.3.3 Verifiche di stabilità membrature ...................................................................................... 14
5.3.4 Verifica di elementi dissipativi e di gerarchia delle resistenze .......................................... 14
5.4 Verifica dei collegamenti ........................................................................................................... 14
5.4.1 Verifica dei collegamenti mediante analisi FEM ................................................................ 16
5.5 Verifiche di rigidezza.................................................................................................................. 16
5.6 Diagrammi con esito delle verifiche .......................................................................................... 17

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1 PREMESSA
La presente relazione di calcolo descrive le modalità di calcolo e verifica di 3 interventi da realizzare in
un complesso industriale. I tre interventi sono così definiti:
• Intervento 1 – realizzazione di baraccatura a sostegno di pareti in pannelli sandwich
• Intervento 2 – realizzazione di pensilina a sbalzo da pilastri esistenti
• Intervento 3 – realizzazione di nuova costruzione all’esterno del fabbricato esistente
I primi due interventi, andando a modificare minimamente il comportamento e le sollecitazioni sulla
costruzione esistente verranno individuati come interventi locali. L’intervento 3 risulta essere una nuova
costruzione.
Per i primi due interventi si farà riferimento agli elaborati grafici e agli specifici fascicoli dei calcoli.
L’intervento 3 verrà descritto nel seguito della relazione, oltre che negli elaborati grafici, fascicolo dei
calcoli, relazione geotecnica e sulle fondazioni.

1.1 DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA E DELL’INTERVENTO IN VARIANTE


1.1.1 Intervento 3
L’intervento consiste nella realizzazione di un edificio a struttura metallica, fondato su platea. L’edificio
risulta giuntato al capannone esistente mediante un giunto tecnico calcolato.

La variante nasce dalla scelta di eliminare i pali sotto la platea di fondazione.

1.2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO


Le strutture prefabbricate vengono calcolate con riferimento alle seguenti normative:
• D.M. 17.01.2018 - Nuove norme tecniche per le costruzioni
• Circ. 21 gennaio 2019, n. 7 - Istruzioni per l’applicazione delle Nuove norme tecniche per le
costruzioni
• Eurocodice 3 – Progettazione delle strutture in acciaio
• Eurocodice 8 – Progettazione delle strutture per la resistenza sismica

1.3 MATERIALI
1.3.1 Acciaio da carpenteria
Tipo S275

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Tensione caratteristica di snervamento fyk = 275.00 MPa
Tensione caratteristica di rottura ftk = 430.00 MPa
Modulo elastico medio Es = 210.00 GPa
Coefficiente parziale di sicurezza per le resistenze γM0 = 1.05
Coefficiente parziale di sicurezza per le resistenze γM1 = 1.05
Coefficiente parziale di sicurezza per le resistenze γM2 = 1.25

Bulloni classe 8.8


Caratteristiche dimensionali conformi alle norme UNI EN ISO 4016:2011
Viti conformi alla norma UNI EN ISO 898-1:2009
Dadi conformi alla norma UNI EN ISO 898-2:2012
Rosette in acciaio C50 UNI EN 10083-2:2006 temperato e rinvenuto HRC 32-4
Piastrine in acciaio C50 UNI EN 10083-2:2006 temperato e rinvenuto HRC 32-4
Classe dado 8
Tensione caratteristica di snervamento fyb = 640.00 MPa
Tensione caratteristica di rottura ftb = 800.00 MPa
Coefficiente parziale di sicurezza per le resistenze γM2 γM2 = 1.25
Coefficiente parziale di sicurezza per le resistenze γM3 γM3 = 1.25
Coefficiente parziale di sicurezza per le resistenze γM6,ser γM6,ser = 1.00
Coefficiente parziale di sicurezza per le resistenze γM7 γM7 = 1.10

2 ANALISI DEI CARICHI


2.1 PESI ELEMENTI PREFABBRICATI E PERMANENTI STRUTTURALI (G1):
Gli elementi monodimensionali quali travi e pilastri, sono stati considerati nel calcolo con il loro peso per
unità di lunghezza, calcolato moltiplicando l’area della sezione per:
• 78,50 kN/m3
Secondo la Tab. 3.1.I delle NTC.
Altri pesi permanenti pienamente definiti sono stati valutati come segue:
• Tamponatura con pannello 0.20 kN/m2

2.2 SOVRACCARICHI VARIABILI (Q)


• Neve in copertura con accumulo 2.36 kN/m2
• Vento su parete sopravento 0.78 kN/m2
• Vento su parete sottovento 0.47 kN/m2

2.3 AZIONE SISMICA


Vita nominale e classe d’uso della struttura
L’opera in oggetto è classificata come costruzione con classe d’uso II
Vita nominale 𝑉𝑛 ≥ 50 𝑎𝑛𝑛𝑖
Classe d’uso II
Coefficiente d’uso 𝐶𝑢 = 1.0
Periodo di riferimento 𝑉𝑅 = 50 𝑎𝑛𝑛𝑖
Dati del sito
Sito di costruzione: Mondolfo (PU) LON. 13.09580 LAT. 43.75360
ID vertici reticolo: 20307 20085 20308 20086
Categoria del suolo di fondazione: B
Categoria topografica: T1

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Dai dati del sito si perviene ai parametri generali per la valutazione degli spettri di progetto:
TCC TR Ag/g FO TC* SS CC
SLD 50 0.0618 2.57 0.28 1.20 1.42
SLV 475 0.1830 2.47 0.30 1.20 1.40

Lo stato limite di danno non è tenuto in conto nelle verifiche di resistenza in quanto lo spettro di progetto
SLV, pur ridotto del fattore di struttura, risulta sempre di entità maggiore. Pertanto, le verifiche di
resistenza si effettuano solo per lo spettro SLV.
Calcolo del fattore di comportamento
La struttura viene calcolata come non dissipativa con q=1.50.
Spettri sismici

Spettro SLD

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Spettro SLV non dissipativo

Combinazione dell’azione sismica


L’azione sismica sulla struttura è costituita da due componenti:
• Sisma in direzione X 𝐸𝑥
• Sisma in direzione Y 𝐸𝑦
Le azioni vengono così combinate:
±1.00 𝐸𝑥 ± 0.30𝐸𝑦
±0.30 𝐸𝑥 ± 1.00𝐸𝑦

I segni vengono permutati al fine di ottenere tutte le combinazioni possibili.

2.4 COMBINAZIONI DI CARICO


Le combinazioni di carico adottate sono quelle previste dal §2.5.3 delle NTC:
• Combinazione fondamentale, impiegata per gli stati limite ultimi (SLU) [2.5.1];
• Combinazione caratteristica (rara), impiegata per gli stati limite di esercizio (SLE) [2.5.2];
• Combinazione frequente, impiegata per gli stati limite di esercizio (SLE) [2.5.3];
• Combinazione quasi permanente, impiegata per valutare gli effetti a lungo termine [2.5.4];
• Combinazioni sismiche, descritte nel paragrafo precedente [2.5.5].

Le combinazioni vengono divise in due ambienti:

Ambiente 1. Combinazioni sismiche


Ambiente 2. Combinazioni statiche
Ambiente 3. Combinazioni statiche con vento

La tipologia delle combinazioni è indicata con le sigle:


• SLV – Sima per stato limite di salvaguardia della vita
• SLD – Sisma per stato limite di danno
• SLO – Sisma per stato limite di operatività
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• SND – Sisma per stato limite di salvaguardia della vita e spettro non dissipativo
• SLU – Stato limite ultimo per carichi non sismici
• SLE R – Stato limite di esercizio per carichi non sismici – combinazione rara
• SLE F – Stato limite di esercizio per carichi non sismici – combinazione frequente
• SLU Q – Stato limite di esercizio per carichi non sismici – combinazione quasi permanente

Le condizioni di carico sono indicte con le seguenti sigle:


• G1 – carichi permanenti strutturali
• QN – Carico accidentale neve
• W – Vento in entrambe le direzioni
L’elenco delle combinazioni è riportato nella tabella seguente. I valori in tabella rappresentano il
coefficiente parziale di sicurezza γ eventualmente moltiplicato per il coefficiente di contemporaneità ψ. I
numeri delle combinazioni di carico sono gli stessi adottati nel fascicolo dei calcoli.
CC DESCRIZIONE TCC G1 QN W ±EX ±EY
1 Amb. 1 (SLU S) S +X+0.3Y SND 1.00 0.00 0.00 1.00 0.30
2 Amb. 1 (SLE) S +X+0.3Y SLD 1.00 0.00 0.00 1.00 0.30
3 Amb. 1 (SLU S) S +X-0.3Y SND 1.00 0.00 0.00 1.00 -0.30
4 Amb. 1 (SLE) S +X-0.3Y SLD 1.00 0.00 0.00 1.00 -0.30
5 Amb. 1 (SLU S) S +0.3X+Y SND 1.00 0.00 0.00 0.30 1.00
6 Amb. 1 (SLE) S +0.3X+Y SLD 1.00 0.00 0.00 0.30 1.00
7 Amb. 1 (SLU S) S -0.3X+Y SND 1.00 0.00 0.00 -0.30 1.00
8 Amb. 1 (SLE) S -0.3X+Y SLD 1.00 0.00 0.00 -0.30 1.00
9 Amb. 2 (SLU) SLU 1.30 1.50 0.00 0.00 0.00
10 Amb. 2 (SLE R) SLE R 1.00 1.00 0.00 0.00 0.00
11 Amb. 2 (SLE F) SLE F 1.00 0.20 0.00 0.00 0.00
12 Amb. 2 (SLE Q) SLE Q 1.00 0.00 0.00 0.00 0.00
13 Amb. 3 (SLU) SLU 1.30 0.75 1.50 0.00 0.00
14 Amb. 3 (SLU) SLU 1.30 1.50 0.90 0.00 0.00
15 Amb. 3 (SLE R) SLE R 1.00 0.50 1.00 0.00 0.00
16 Amb. 3 (SLE R) SLE R 1.00 1.00 0.60 0.00 0.00
17 Amb. 3 (SLE F) SLE F 1.00 0.00 0.20 0.00 0.00
18 Amb. 3 (SLE F) SLE F 1.00 0.20 0.00 0.00 0.00

3 METODO DI ANALISI
Per valutare gli effetti delle azioni verticali si è utilizzata l'analisi statica lineare. Per determinare gli effetti
dell'azione sismica si è adottato il metodo dell'analisi dinamica modale.

3.1 MODELLO DI CALCOLO


Per calcolare la struttura è stato realizzato un modello agli elementi finiti. Tale modello ricalca
geometricamente la struttura. Travi, pilastri, arcarecci e controventi sono stati modellati con elementi
beam; alcuni elementi sono state svincolati dala trasmissione del momento alle estremità come visibile
nelle immagini seguenti.

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Figura 1 – Modello 3D di calcolo
I carichi trasmessi dai pannelli sandwich di copertura sono stati ripartiti mediante superfici di carico.
La modellazione e le verifiche vengono eseguite mediante il programma ModeSt 8; il calcolo agli elementi
finiti viene eseguito con il solutore Xfinest. I dati sui software sono:
Versione Produttore
ModeSt 8.24 Tecnisoft s.a.s.
Xfinest 2020 CeAS s.r.l.
Il programma ModeSt viene utilizzato per definire la geometria della struttura da analizzare, i carichi cui
è sottoposta e le combinazioni di queste. A valle dell’elaborazione agli elementi finiti, sviluppata dal
solutore X-Finest, il programma opera le verifiche sui singoli elementi analizzati, utilizzando dei criteri di
verifica preventivamente impostati dallo scrivente progettista, e comunque in linea con il dettato delle
NTC 2018.

4 RISULTATI
4.1 ANALISI MODALE
Si riportano i risultati dell’analisi modale nella tabella seguente. Si riportano solo i modi di vibrare
considerati nel calcolo.
Modo Per. [s] %Mx %My
1 0.52 40.00 0.04
2 0.46 32.27 0.09
4 0.32 0.00 55.12
8 0.15 11.03 0.01
9 0.13 17.41 0.02
10 0.12 0.54 21.72
Tot.cons. 88.76 89.97

Si riportano immagini delle deformate dei modi principali.

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Figura 2 - Modo 1

Figura 3 - Modo 2

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Figura 4 – Modo 4

4.2 DEFORMATE
Si riportano alcune immagini delle deformate principali della struttura.

Figura 5 - Deformata SLV per sisma in dir. prev. X

Figura 6 - Deformata SLV per sisma in dir. prev. Y

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Figura 7 - Deformata SLU

4.3 SOLLECITAZIONI
Si riportano nei grafici seguenti gli inviluppi delle principali caratteristiche della sollecitazione.
I risultati completi sono riportati integralmente, per ogni combinazione, nel fascicolo dei calcoli.

Figura 8 - Inviluppo momenti flettenti

Figura 9 – Inviluppo taglio

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4.4 AFFIDABILITÀ DEI CODICI DI CALCOLO
La modellazione e le verifiche vengono eseguite mediante il programma ModeSt 8; il calcolo agli elementi
finiti viene eseguito con il solutore Xfinest. I dati sui software sono:
Versione Produttore Licenza
ModeSt 8.23 Tecnisoft s.a.s. 6327
Xfinest 2020 CeAS s.r.l. 6827

Il programma ModeSt viene utilizzato per definire la geometria della struttura da analizzare, i carichi cui
è sottoposta e le combinazioni di queste. A valle dell’elaborazione agli elementi finiti, sviluppata dal
solutore X-Finest, il programma opera le verifiche sui singoli elementi analizzati, utilizzando dei criteri di
verifica preventivamente impostati dallo scrivente progettista, e comunque in linea con il dettato delle
NTC 2018.
Lo scrivente progettista ha avuto modo di esaminare preventivamente l’affidabilità dei codici di calcolo
utilizzati. La documentazione fornita dai produttori – Tecnisoft per il ModeSt e Ce.A.S. per X-Finest –
illustra le basi teoriche dei metodi di calcolo impiegati da tali programmi (manuale di validazione) e
contiene casi di prova riproducibili (test di validazione).
Il primo controllo di accettabilità è stato effettuato controllando che i risultati ottenuti fossero coerenti
con le previsioni attese, in particolare per quanto riguarda entità e distribuzione di sollecitazioni, entità e
forma delle configurazioni deformate, forme modali e periodi, reazioni vincolari. In tal modo è possibile
escludere la presenza di grossolani errori nel modello di calcolo.
Al fine di motivare l’accettabilità dei codici di calcolo sono comunque stati confrontati i risultati del
modello numerico con i risultati ottenuti da analisi semplificate.

5 VERIFICHE
Si effettuano verifiche statiche su tutti gli elementi, sia per condizioni ultime che di esercizio, nei confronti
della resistenza, della deformabilità e della duttilità.
In condizioni sismiche i requisiti da verificare per la struttura sono riportati nella tab. 7.3.III di normativa
riportata nel seguito.
CU I CU II CU III
STATI LIMITE
ST ST NS IM ST NS IM
SLO RIG FUN
SLE
SLD RIG RIG RES
SLV RES RES STA STA RES STA STA
SLU
SLC DUT DUT

5.1 VERIFICA DI EFFETTI DEL SECOND’ORDINE


Si valuta innanzitutto la necessità di approfondire l’analisi di effetti del secondo ordine. Per fare ciò si
procede al calcolo del parametro Θ, definito in norma al §7.3.1.
Effetti delle non linearità geometriche
Le non linearità geometriche sono prese in conto attraverso il fattore θ che, in assenza
di più accurate determinazioni, può essere definito come:
𝑃 ⋅ 𝑑𝐸𝑟
𝜃=
𝑉⋅ℎ
Simbologia
Imp. = Numero dell'impalcato

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Sx = Spostamento impalcato in dir. X
Rig X = Rigidezza teorica in direzione X
Dif X % = Differenza percentuale della rigidezza X rispetto all'impalcato precedente
θx = Coefficiente θ in dir. X
Br X = Coordinata X della posizione baricentro rigidezze teorico
Sy = Spostamento impalcato in dir. Y
Rig Y = Rigidezza teorica in direzione Y
Dif Y % = Differenza percentuale della rigidezza Y rispetto all'impalcato precedente
θy = Coefficiente θ in dir. Y
Br Y = Coordinata Y della posizione baricentro rigidezze teorico

Il parametro Θ risulta sempre inferiore a 0,1.


Si eseguono comunque verifiche di stabilità sui pilastri.

5.2 CONTROLLO DI DEFORMABILITÀ TORSIONALE


Simbologia
Imp. = Numero dell'impalcato
Rz = Rotazione impalcato intorno all'asse Z
Rig T = Rigidezza teorica torsionale
ls2 X = Rapporto fra momento di inerzia polare e masse in dir. X
Rig X = Rigidezza teorica in direzione X
r2 X = Raggio torsionale al quadrato in dir. X
r2/ls2 X = Valore di controllo di deformabilità torsionale in dir. X
ls2 Y = Rapporto fra momento di inerzia polare e masse in dir. Y
Rig Y = Rigidezza teorica in direzione Y
r2 Y = Raggio torsionale al quadrato in dir. Y
r2/ls2 Y = Valore di controllo di deformabilità torsionale in dir. Y

Min. r2/ls2 = 1.63


Le strutture non risultano deformabili torsionalmente.

5.3 ELEMENTI IN ACCIAIO


Nelle verifiche degli elementi in acciaio gli effetti delle azioni, amplificati con gli opportuni coefficienti di
combinazione, vengono calcolati con un modello agli elementi finiti lineare mentre le resistenze vengono
valutate a seconda del tipo di verifica come di seguito specificato.

5.3.1 Verifiche di resistenza aste


Trazione - Verifica della relazione 4.2.6 del DM18 o 6.5 del EC3 con il controllo di quanto indicato nelle
relazioni 4.2.7 e 4.2.8 del DM18 o 6.6 e 6.7 del EC3. Verifica della relazione 4.2.9 del DM18 o 6.5.4 del
EC8 solamente se elemento sismoresistente.
Compressione - Verifica della relazione 4.2.10 del DM18 o 6.9 del EC3 con riferimento all’area nominale
della sezione per le sezioni in classe 1, 2 e 3. Il calcolo con l’area efficace (relazione 4.2.11 secondo caso
del DM18 o 6.11 del EC3) è implicito nel calcolo tensionale effettuato per le sezioni in classe 4 sulla
sezione ridotta per instabilità.
Flessione monoassiale (retta) - Verifica della relazione 4.2.12 del DM18 o 6.12 del EC3 con riferimento
alla relazione 4.2.13 del DM18 o 6.13 del EC3 per sezioni in classe 1 e 2. Le verifiche delle relazioni

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4.2.14 e 4.2.15 del DM18 o 6.14 e 6.15 del EC3 sono implicite nel calcolo tensionale effettuato per le
sezioni in classe 4 sulla sezione ridotta per instabilità e sulla sezione effettiva per sezioni in classe 4.
Taglio - Le aree resistenti a taglio per le verifiche in campo plastico delle sezioni in classe 1 e 2 vengono
determinate come indicato nelle formule 4.2.19 e 4.2.24 del DM18 o nel paragrafo 6.2.6 (3) del EC3.
In assenza di torsione le verifiche vengono quindi condotte con riferimento alle formule 4.2.17 del DM18
o 6.17 del EC3 e 4.2.18 del DM18 o 6.18 del EC3 per le sezioni in classe 1 e 2 ed in termini tensionali
per le sezioni di classe 3 e 4 con la formula 4.2.27 del DM18 o 6.19 del EC3.
In presenza di torsione vengono applicate le formule 4.2.25 e 4.2.26 del DM18 o 6.26 e 6.27 e 6.28 del
EC3 solamente per le sezioni da esse previste. Negli altri casi viene effettuata la verifica tensionale con
la formula 4.2.27 del DM18 o 6.19 del EC3 anche per le sezioni in classe 1.
Torsione - Le verifiche sono già implicite nelle verifiche a taglio e torsione, tuttavia in caso di torsione
pura si verifica con un calcolo di tipo tensionale con la formula
4.2.27 (equivalente alla formula 4.2.5) o 6.19 del EC3.
Flessione e Taglio - I momenti ultimi ridotti per taglio per le sezioni in classe 1 e 2 vengono valutati come
indicato nella formula 4.2.33 del DM18 o 6.30 del EC3.
Presso o tenso flessione retta - Nel caso di sezioni in classe 1 o 2, per sezioni a I si utilizzano le formule
4.2.35 e 4.2.36 del DM18 o 6.37 e 6.38 del EC3, per sezioni rettangolari la formula 6.32 del EC3, per
sezioni rettangolari cave le formule 6.39 e 6.40 del EC3, per le sezioni circolari e circolari cave al punto
6.2 del EC3. Tutti gli altri tipi di sezione e le sezioni in classe 3 e 4 vengono verificati in termini tensionali.
Presso o tenso flessione biassiale - Per la presso-tenso flessione biassiale è possibile specificare da
criterio di progetto se utilizzare i disposti del EC3 (più dettagliati) o quelli del DM18 per determinare gli
esponenti della formula 4.2.39. Con i disposti del EC3 si usa quanto specificato al punto 6.41 per le
sezioni in esso previsto, e i disposti della formula 4.2.40 negli altri casi.
Per tutti i casi non previsti e per le sezioni in classe 3 e 4 vengono effettuate verifiche in termini tensionali.

5.3.2 Verifiche di stabilità aste


Le verifiche di stabilità sono condotte secondo le indicazioni del 4.2.4.1.3 del DM18.
Aste compresse - si fa riferimento al 4.2.4.1.3.1 del DM18. Vengono completa- mente controllati tutti i
punti di normativa per le aste che risultano semplicemente compresse. La lunghezza libera di inflessione
viene valutata con riferimento alla lunghezza dell’asta con λ = Max [λy, λz].
Travi inflesse - Si fa riferimento al 4.2.4.1.3.2 del DM18. La verifica viene effettuata solo per le aste con
sezione a I indipendentemente dal fatto che abbiano o meno membratura di tipo trave. La lunghezza di
calcolo viene calcolata in funzione della lunghezza dell’asta con interasse fra ritegni torsionali. Il
momento critico viene valutato come indicato nella formula C.4.2.30. In quest’ambito il coefficiente 𝜓 è
valutato in funzione dei momenti di estremità di tutta la eventuale travata di cui l’asta in oggetto fa parte.
Aste inflesse e compresse - Si fa riferimento al 4.2.4.1.3.3 del DM18. Per sezioni a doppio I e per sezioni
cave si fa riferimento al Metodo B, per le altre sezioni al Metodo A. Nel caso di verifica con EC3, per
sezioni doppiamente simmetriche si eseguono secondo il paragrafo 6.3.3 utilizzando il Metodo 2
dell’Appendice B, per le sezioni generiche viene utilizzato il Metodo A della Circolare del DM08.

5.3.3 Verifiche di stabilità membrature


Si intende qui per membrature un insieme di più aste considerato come elemento unico. Vengono
effettuate le verifiche di cui al 4.2.4.1.3.1 del DM18.

5.3.4 Verifica di elementi dissipativi e di gerarchia delle resistenze


Avendo scelto la progettazione non dissipativa non sono necessarie verifiche di questo tipo.

5.4 VERIFICA DEI COLLEGAMENTI


Le verifiche vengono effettuate seguendo i disposti della circolare CNR 10011/85 e successive
modificazioni, e in accordo al 4.2.8 del DM18. Vengono quindi effettuati essenzialmente dei controlli sul
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valore delle tensioni. La verifica di piastre bullonate inflesse (ad esempio le flange) viene effettuata
generalmente secondo due metodi: la piastra viene considerata collaborante a compressione e la verifica
risulta quella di una sezione parzializzata in cui la zona compressa della piastra equilibra lo sforzo di
trazione nei bulloni tesi. I bulloni compressi vengono trascurati (metodo riportato ad esempio da Ballio-
Mazzolani);
la piastra viene ignorata e l’equilibrio è garantito dai bulloni tesi e compressi (metodo riportato ad
esempio da Nunziata). Nel valutare le distanze dai bordi e gli interassi delle bullonature si considera il
caso più sfavorevole di distanza in direzione della forza e di collegamento teso. Viene considerata
comunque la differenza fra bordi liberi e bordi irrigiditi. Verifiche specifiche a seconda del tipo di
collegamento sono descritte nel seguito.

Piastra di base - Le verifiche delle piastre di fondazione, attraverso un apposito criterio di progetto sono
eseguite con le reazioni vincolari del nodo. Le salda- ture di attacco della colonna alla piastra vengono
verificate in base alle sollecitazioni dell’asta. Nel caso di nodi di fondazione su cui insistono dei
controventi (peraltro non disegnati) se la piastra è progettata in base alle sollecitazioni dell’asta questo
può portare ad una evidente sottostima delle stesse agenti sulla piastra; pertanto si sceglie di effettuare
il progetto in base alle reazioni vincolari del nodo.
La verifica dei tirafondi viene eseguita come la verifica di una sezione in calcestruzzo con dimensioni pari
alla piastra di fondazione, armata con delle barre pari alla bullonatura adottata. A differenza delle normali
sezioni in calcestruzzo, si trascura il contributo resistente delle barre compresse ai fini della verifica delle
tensioni nel calcestruzzo.
Piastre senza rinforzi - Nel caso di sezioni NON a I e quindi assimilate a rettangolari di pari ingombro
vengono effettuate per ognuno dei quattro lati della piastra le verifiche di una mensola incastrata alla
colonna e soggetta al momento risultante dovuto alla tensione sul terreno ed alle azioni dei tirafondi nella
zona interessata dal bordo della piastra. Come sezione resistente viene considerata la sezione totale
eventualmente depurata dei fori dei tirafondi se ne esistono di tesi in quella zona.
Nel caso di sezioni ad I sui lati delle ali vengono effettuate le verifiche di una mensola incastrata alla
colonna e soggetta al momento risultante dovuto alla tensione sul terreno ed alle azioni dei tirafondi nella
zona interessata dal bordo della piastra. Come sezione resistente viene considerata la sezione totale
eventualmente depurata dei fori dei tirafondi se ne esistono di tesi in quella zona. Sui lati dell’anima le
verifiche laterali vengono omesse e sostituite con verifiche locali in cui per ogni tirafondo si valuta una
distribuzione delle tensioni a 45° fino all’intersezione con le ali o con l’anima della colonna, per poi
procedere ad una verifica della sezione rettangolare di dimensioni e sollecitazioni così individuate. Non
vengono considerate eventuali interferenze fra le diverse zone di diffusione.
Piastre senza rinforzi - Le verifiche a flessione sui quattro lati vengono effettuate considerando anche
l’eventuale presenza degli irrigidimenti e sempre come mensole incastrate alla colonna.
Nei quattro lati intorno alla colonna viene poi valutata la tensione media nel calcestruzzo e vengono
calcolate le sollecitazioni e quindi le tensioni nella piastra immaginata come una trave su due o tre
appoggi con mensole agli estremi, caricata da un carico distribuito. Nel caso di singolo rinforzo d’anima
questa verifica non viene effettuata. In corrispondenza dei tirafondi vengono poi effettuate le verifiche
locali considerando la diffusione fino ai bordi degli irrigidimenti in modo analogo a quanto riportato per
le flange.
Flange - Nel caso di sezioni NON a doppio I e quindi assimilate a sezioni rettangolari di pari ingombro
vengono effettuate per ognuno dei quattro lati della piastra le verifiche di una mensola incastrata all’asta
soggetta al momento risultante dovuto all’eventuale compressione della piastra e/o alle azioni dei bulloni
nella zona interessata dal bordo della piastra. Come sezione resistente viene considerata la sezione
totale eventualmente depurata dei fori dei bulloni se ne esistono di tesi presenti in quella zona.
Nel caso di sezioni ad I dal lato delle ali si procede nello stesso modo se sono presenti estensioni superiori
e/o inferiori, mentre dal lato dell’anima le verifiche laterali vengono omesse e sostituite con verifiche

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locali in cui per ogni bullone si valuta una distribuzione delle tensioni a 45° fino all’intersezione con le ali
o con l’anima dell’asta, per poi procedere ad una verifica della sezione rettangolare di dimensioni e
sollecitazioni così individuate. Non vengono considerate eventuali interferenze fra le diverse zone di
diffusione. Nelle piastre circolari il momento flettente viene valutato considerando una piastra anulare
incastrata sull’asta. Nelle flange in elevazione vengono effettuate le verifiche d’imbozzamento dell’anima
dell’ospite (colonna), delle piastre di rinforzo orizzontali e inclinate. Le verifiche vengono effettuate
secondo i metodi riportati nel Ballio-Mazzolani.
Squadrette - I giunti a squadretta non sono in grado di sostenere le seguenti componenti di sollecitazione
dell’asta del finale: Ty, Mx, Mz. Le sollecitazioni di verifica vengono valutate a filo dell’attacco della
squadretta bullonata sull’ospite. La bullonatura sull’anima viene quindi verificata considerando anche il
momento di trasporto dovuto al taglio e, in caso di asimmetria, anche per l’effetto dello sforzo normale
eccentrico nell’asta del finale rispetto al baricentro della bullonatura. Con le stesse sollecitazioni viene
verificata la doppia sezione della squadretta.
L’anima dell’asta del finale viene inoltre verificata per il taglio trasmesso dai bulloni cercando il punto di
minore sicurezza come accoppiata fra taglio agente e sezione ridotta dalle forature e dalle eventuali
spallature.
Le bullonature sull’anima dell’ospite vengono considerate soggette anche all’eccentricità del taglio e
dello sforzo normale trasferito dai bulloni sul finale. Anche in tal caso vengono messe in conto tutte le
eccentricità geometriche eventualmente presenti. Le verifiche vengono per simmetria condotte e
rappresentate graficamente solo su una delle due squadrette.
Saldature a cordone d’angolo - La verifica del collegamento viene condotta effettuando oltre alla verifica
dei cordoni di saldatura anche quella dell’imbozzamento dell’anima dell’ospite (colonna), delle piastre di
rinforzo orizzontali e inclinate. Quest’ultime verifiche vengono effettuate secondo i metodi riportati nel
Ballio-Mazzolani.

5.4.1 Verifica dei collegamenti mediante analisi FEM


Alcuni collegamenti hanno richiesto analisi più approfondite, pertanto sono stati modellati e verificati
mediante il software Idea Statica agli elementi finiti. I risultati della progettazione sono riportati
nell’elaborato ST.03 Fascicolo dei calcoli nodi in acciaio.

5.5 VERIFICHE DI RIGIDEZZA


Le verifiche previste dalle NTC al §7.3.6.1 in termini di contenimento del danno agli elementi non
strutturali si presentano come verifiche di deformabilità della struttura.
Nel caso in esame, trattandosi di struttura in classe d’uso II le verifiche vengono condotte per SLD. Le
NTC prescrivono:
per tamponature progettate in modo da non subire di spostamenti d’interpiano 𝑑𝑟𝑝 , per
effetto della loro deformabilità intrinseca oppure dei collegamenti alla struttura:
𝑑𝑟𝑝 ≤ 0,0100 ⋅ ℎ [7.3.12]
Pertanto, si controlla che gli spostamenti netti d’interpiano siano inferiori al 1,0% dell’altezza netta del
pilastro.

Figura 10 - Spostamenti d’interpiano SLD


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5.6 DIAGRAMMI CON ESITO DELLE VERIFICHE
Nelle figure seguenti si riportano diagrammi con i tassi di sfruttamento relativi alle verifiche sulle aste.
Tali tassi di sfruttamento sono da intendersi come rapporto fra azione agente e azione resistente, per cui
un valore inferiore all’unità indica che la verifica è soddisfatta.

Figura 11 – Tassi di sfruttamento verifiche resistenza aste

Figura 12 – Tassi di sfruttamento verifiche stabilità aste

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