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N° RIF. 00015044 Filename UNIN1221300_2000_EIT.

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UNI EN 12213:2000 - 31-05-2000 - Recipienti criogenici - Metodi per la valutazione dell'efficienza dell'isolamento termico - Cryogenic vessels - Methods for performance evaluation of thermal insulation

RECIPIENTI PER IL TRASPORTO DI GAS

NORMA TECNICA UNI EN 12213:2000


DATA 31/05/2000
AUTORI RECIPIENTI PER IL TRASPORTO DI GAS

TITOLO ITALIANO Recipienti criogenici - Metodi per la valutazione dell'efficienza dell'isolamento termico

TITOLO INGLESE Cryogenic vessels - Methods for performance evaluation of thermal insulation
SOMMARIO La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN
12213 (edizione novembre 1998). La norma descrive un metodo pratico per
determinare l'efficienza dei recipienti criogenici. I metodi includono la misurazione sia
su sistemi aperti sia chiusi.La norma non specifica i livelli dei requisiti di efficienza
dell'isolamento, né i casi in cui la metodologia descritta viene applicata.

TESTO DELLA NORMA

CLASSIFICAZIONE ICS 27.200


CLASSIFICAZIONE ARGOMENTO CEN/TC 268
GRADO DI COGENZA Raccomandata
STATO VALIDITA' IN VIGORE

LINGUA Italiano
PAGINE 14
PREZZO NON SOCI 36,00
PREZZO SOCI 18,00
Recipienti criogenici
NORMA ITALIANA Metodi per la valutazione dell’efficienza UNI EN 12213
dell’isolamento termico

MAGGIO 2000

Cryogenic vessels
Methods for performance evaluation of thermal insulation

Recipiente a pressione, criogenia, definizione, prova, valutazione, caratte-

NORMA EUROPEA
DESCRITTORI
ristica, isolamento termico, condizione per l’effettuazione della prova

CLASSIFICAZIONE ICS 27.200

SOMMARIO La norma descrive un metodo pratico per determinare l’efficienza dei reci-
pienti criogenici. I metodi includono la misurazione sia su sistemi aperti sia
chiusi.
La norma non specifica i livelli dei requisiti di efficienza dell’isolamento, né
i casi in cui la metodologia descritta viene applicata.

RELAZIONI NAZIONALI

RELAZIONI INTERNAZIONALI = EN 12213:1998


La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma
europea EN 12213 (edizione novembre 1998).

ORGANO COMPETENTE Commissione "Recipienti per il trasporto di gas compressi, disciolti o lique-
fatti"

RATIFICA Presidente dell’UNI, delibera del 21 aprile 2000

RICONFERMA

UNI  UNI - Milano 2000


Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Battistotti Sassi, 11B il consenso scritto dell’UNI.
20133 Milano, Italia

Gr. 6 Nº di riferimento UNI EN 12213:2000 Pagina I di IV


PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, del-
la norma europea EN 12213 (edizione novembre 1998), che assu-
me così lo status di norma nazionale italiana.
La traduzione è stata curata dall’UNI.
La Commissione "Recipienti per il trasporto di gas compressi, di-
sciolti o liquefatti" dell’UNI, che segue i lavori europei sull’argomen-
to, per delega della Commissione Centrale Tecnica, ha approvato il
progetto europeo il 17 luglio 1998 e la versione in lingua italiana del-
la norma il 30 settembre 1999.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove


edizioni o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.

Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.

UNI EN 12213:2000 Pagina II di IV


INDICE

PREMESSA 2

INTRODUZIONE 3
figura 1 Schema logico ............................................................................................................................................... 3

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 4

2 DEFINIZIONI 4

3 CONDIZIONI GENERALI PER TUTTI I METODI 5

4 MISURAZIONE DELLO SCAMBIO DI CALORE MEDIANTE IL METODO


DELLA PERDITA DI PRODOTTO 5
4.1 Generalità...................................................................................................................................................... 5
4.2 Procedimento di prova ........................................................................................................................... 6
4.3 Determinazione dello scambio di calore espresso in unità di energia per unità
di tempo ......................................................................................................................................................... 6
4.4 Determinazione dello scambio di calore espresso in percentuale di prodotto
perso in 24 h ................................................................................................................................................ 6

5 DETERMINAZIONE DELL’AUTONOMIA (SISTEMA APERTO) IN GIORNI


A PARTIRE DAI DATI SULLO SCAMBIO DI CALORE 7

6 AUTONOMIA PER SISTEMI CHIUSI 7


6.1 Determinazione dell’autonomia nelle condizioni di equilibrio a partire dai dati
sullo scambio di calore........................................................................................................................... 7
6.2 Determinazione dell’autonomia ottimale in condizioni di equilibrio a partire dai
dati sullo scambio di calore ................................................................................................................. 7
6.3 Autonomia sperimentale in regime statico .................................................................................. 8

7 RESOCONTO DI PROVA 9

8 BIBLIOGRAFIA 9

APPENDICE A CONVERSIONE DEL FLUSSO VOLUMETRICO GASSOSO MISURATO


(normativa) IN FLUSSO DI MASSA 10
prospetto A.1 ......................................................................................................................................................................... 10

APPENDICE B CORREZIONE DEL FLUSSO DI MASSA MISURATO IN RELAZIONE


(normativa) ALLA DEVIAZIONE DALLE CONDIZIONI DI RIFERIMENTO 11
figura B.1 Variazioni della temperatura .................................................................................................................. 12

APPENDICE C DETERMINAZIONE DELLA PERDITA EQUIVALENTE, PER PRODOTTI


(normativa) DIVERSI DAL PRODOTTO DI PROVA 14

UNI EN 12213:2000 Pagina III di IV


UNI EN 12213:2000 Pagina IV di IV
Recipienti criogenici
NORMA EUROPEA Metodi per la valutazione dell’efficienza EN 12213
dell’isolamento termico

NOVEMBRE 1998

Cryogenic vessels
EUROPEAN STANDARD Methods for performance evaluation of thermal insulation

Récipients cryogéniques
NORME EUROPÉENNE Méthodes d’évaluation de la performance de l’isolation thermique

Kryo-Behälter
EUROPÄISCHE NORM Verfahren zur Bewertung des Wärmedämmvermögens

DESCRITTORI Recipiente a pressione, criogenia, definizione, prova, valutazione, caratteristica,


isolamento termico, condizione per l’effettuazione della prova

ICS 27.200

La presente norma europea è stata approvata dal CEN il 4 settembre 1998.


I membri del CEN devono attenersi alle Regole Comuni del CEN/CENELEC
che definiscono le modalità secondo le quali deve essere attribuito lo status di
norma nazionale alla norma europea, senza apportarvi modifiche. Gli elenchi
aggiornati ed i riferimenti bibliografici relativi alle norme nazionali corrisponden-
ti possono essere ottenuti tramite richiesta alla Segreteria Centrale oppure ai
membri del CEN.
La presente norma europea esiste in tre versioni ufficiali (inglese, francese e
tedesca). Una traduzione nella lingua nazionale, fatta sotto la propria respon-
sabilità da un membro del CEN e notificata alla Segreteria Centrale, ha il me-
desimo status delle versioni ufficiali.
I membri del CEN sono gli Organismi nazionali di normazione di Austria,
Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda,
Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito,
Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles

 1998 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.

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PREMESSA
La presente norma europea è stata elaborata dal Comitato Tecnico CEN/TC 268 "Reci-
pienti criogenici", la cui segreteria è affidata all’AFNOR.
Alla presente norma europea deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o median-
te la pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro maggio 1999,
e le norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro maggio 1999.
La presente norma europea è stata elaborata nell’ambito di un mandato conferito al CEN
dalla Commissione Europea e dall’Associazione Europea del Libero Scambio.
La presente norma è considerata una norma di supporto per altre norme di applicazione
o di prodotto che supportano un requisito essenziale di sicurezza di una Direttiva di Nuovo
Approccio e che citano la presente norma europea nei riferimenti normativi.
In conformità alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei se-
guenti Paesi sono tenuti a recepire la presente norma europea: Austria, Belgio, Danimar-
ca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia,
Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

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Scambio di calore
espresso in energia
(vedere 4.2)

figura
1
Principio di
misurazione
Definizioni (vedere 4.1)
(vedere 2)
Schema logico

UNI EN 12213:2000
INTRODUZIONE

Scambio di calore
tato nella figura 1.

Condizioni Misurazione dello scambio


generali di calore mediante il espresso in % di Autonomia di un
(vedere 3) metodo della perdita di prodotto perso in 24 h sistema aperto
prodotto (vedere 4) (vedere 4.3)

(Vedere anche appendici A e B Autonomia in condizioni di


perdita di massa o volume) equilibrio sulla base dei dati
sullo scambio di calore
(vedere 6.1)

Autonomia calcolata Autonomia in condizioni di


per sistemi chiusi equilibrio ottimale sulla
(vedere 6) base dei dati sullo scambio
di calore (vedere 6.2)

Misurazione dello Autonomia in regime


scambio di calore sperimentale statico
dell'efficienza dell'isolamento termico adottato per i diversi recipienti criogenici.

mediante i parametri di (vedere 6.3)


misurazione in un
sistema chiuso statico

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diversi. Si impone pertanto la necessità di armonizzare tali metodi per la valutazione
Tradizionalmente, in ambito europeo, l’efficienza di un isolamento è stata definita in modi

Per una comprensione globale della presente norma, vedere lo schema logico rappresen-
1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
La presente norma descrive un metodo pratico per determinare l’efficienza dei recipienti
criogenici. I metodi includono la misurazione sia su sistemi aperti sia chiusi.
La presente norma non specifica i livelli dei requisiti di efficienza dell'isolamento, né i casi
in cui la metodologia descritta viene applicata. Tali requisiti possono essere descritti in fa-
se di progettazione o nelle norme/regole di funzionamento.

2 DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma, si applicano le definizioni seguenti:

2.1 sistema aperto: Durante la prova, un sistema è considerato aperto quando viene tenuto
ad una pressione costante (per esempio la pressione atmosferica) e quando il gas prodot-
to dall’evaporazione del fluido di prova viene rilasciato in modo continuo all’atmosfera.

2.2 sistema chiuso: Durante la prova, un sistema è considerato chiuso quando la massa del
contenuto viene tenuta costante senza che si verifichi immissione o emissione di prodotto.

2.3 efficienza in termini di scambio di calore: Esprime la quantità di calore trasferita, per
unità di tempo, dall’aria ambiente al contenuto del recipiente interno.
Nota In un sistema aperto la perdita di calore causa una perdita di prodotto. In un sistema chiuso essa determina
un aumento della pressione.

2.4 autonomia di un sistema aperto: Tempo che intercorre tra il livello iniziale di riempimento
fino allo svuotamento del recipiente (assenza di liquido), calcolato sulla base dei dati sullo
scambio di calore.

2.5 autonomia di un sistema chiuso: Tempo che intercorre tra il momento in cui si stabilisce
la condizione iniziale di riempimento fino a quando la pressione, aumentando, raggiunge,
a causa dello scambio di calore, la pressione di taratura del limitatore di pressione.
Nota Un limitatore di pressione può essere costituito da una valvola di sicurezza, da un disco di rottura, da un re-
golatore di pressione o da qualsiasi altro dispositivo istallato allo scopo di limitare la pressione del sistema
entro le normali condizioni di funzionamento.

2.5.1 autonomia nelle condizioni di equilibrio: Autonomia calcolata a partire da uno scambio di
calore specificato supponendo che il liquido e il vapore siano costantemente in equilibrio.

2.5.2 autonomia ottimale in condizioni di equilibrio: Autonomia in condizioni di equilibrio calco-


lata a partire dai dati sullo scambio di calore per un recipiente riempito con la quantità di
prodotto necessario alla massima autonomia.

2.5.3 Autonomia statica sperimentale


a) Quando la pressione critica è maggiore di quella impostata nel limitatore di pressione,
l’autonomia di un sistema chiuso misurata in un recipiente in condizioni statiche di
esercizio, riempito con una quantità di prodotto calcolata per riempire il serbatoio fino
al suo volume totale, senza deformazione idrostatica, con liquido saturo alla pressio-
ne impostata del limitatore di pressione.
b) Quando la pressione critica è minore di quella impostata nel limitatore di pressione,
l’autonomia di un sistema chiuso misurata in un recipiente in condizioni statiche di
esercizio riempito inizialmente con la massa minima del prodotto specificato, si deter-
mina come segue:
- la massa di riempimento massima consentita;
- la quantità di prodotto che riempie il recipiente fino al suo volume massimo, senza
deformazione idrostatica, con liquido saturo al 99% della sua pressione critica.

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3 CONDIZIONI GENERALI PER TUTTI I METODI
Le misurazioni descritte nella presente norma devono essere realizzate nelle condizioni
descritte di seguito.

3.1 Il fluido criogenico usato per l’effettuazione della prova deve essere scelto dal fabbricante.
Si raccomanda di utilizzare l’azoto liquido, fatta eccezione per i casi in cui il recipiente da
sottoporre a prova sia progettato per un fluido criogenico specifico.

3.2 Le fasi liquida e gassosa devono essere in equilibrio all’inizio di una prova. Quando la pro-
va viene realizzata ad una pressione più elevata di 1 bar relativo (manometrico), è impor-
tante che la pressione di equilibrio del liquido non sia minore di quella della prova in corso.

3.3 L’ambiente in cui si svolge la prova deve essere stabile e costante durante la prova stes-
sa. Esso deve avvicinarsi quanto più possibile alle condizioni di riferimento seguenti:
- temperatura ambiente: 15° C;
- pressione atmosferica: 1 013 mbar.
Per tutti i prodotti, eccetto l’anidride carbonica e il protossido di azoto:
- pressione di riferimento del recipiente: 1 013 mbar.
Per l’anidride carbonica e il protossido di azoto:
- pressione del recipiente di riferimento: 15 bar (relativi).

3.4 Il recipiente e il suo contenuto devono avere raggiunto una temperatura stabile prima
dell’inizio del periodo di misurazione. Le condizioni di equilibrio vengono raggiunte dopo
un periodo di stabilizzazione, la durata del quale dipende dalle dimensioni del recipiente
e dal tipo e configurazione dell’isolamento.

3.5 Tutti gli accessori del recipiente che possono influenzare i risultati della misurazione de-
vono essere chiaramente definiti e specificati nella relazione.

3.6 Tutta la strumentazione usata deve essere verificata e calibrata periodicamente.

3.7 Non è necessario usare il metodo descritto nella presente norma per valutare l'efficienza
dell'isolamento termico a seguito di piccole variazioni (è possibile ottenere tale valutazio-
ne mediante semplice estrapolazione).

4 MISURAZIONE DELLO SCAMBIO DI CALORE MEDIANTE IL METODO DELLA PERDITA


DI PRODOTTO

4.1 Generalità
Esistono due metodi per misurare lo scambio di calore:
- mediante misurazione diretta della perdita di massa;
- mediante misurazione indiretta della perdita di massa misurando la portata dello sca-
rico gassoso.
Salvo diversa indicazione, all’inizio della misurazione il livello di riempimento deve essere
del (50 ± 10) % di quello massimo consentito.
La temperatura ambiente e la pressione di funzionamento alla sommità del recipiente de-
vono essere registrate nel corso della prova in modo da poter essere utilizzate per le
eventuali correzioni. Il/i sensore/i della temperatura deve/devono essere collocato/i
nell’immediata vicinanza del sistema in prova, ma posizionato/i in modo da non subire
un'influenza diretta da parte del gas freddo scaricato.
La durata minima della misurazione deve essere di 24 h dopo che sono state raggiunte le
condizioni di stabilità.
Durante la prova devono essere adottate precauzioni atte ad evitare che il liquido venga agitato.
Quando la portata del gas che fuoriesce dal recipiente viene misurata per mezzo di un
flussometro, è indispensabile che tutto il flusso di gas lo attraversi.

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La portata del flusso deve essere determinata come massa sia mediante:
- l’utilizzo di un flussometro di massa;
sia
- con l’utilizzo di un flussometro volumetrico. Nell’appendice A viene descritto un meto-
do appropriato.

4.2 Procedimento di prova


Il procedimento di prova deve essere articolato come elencato di seguito:
fase 1: preraffreddamento del recipiente;
fase 2: stabilizzazione;
fase 3: regolazione del livello di riempimento al livello iniziale desiderato (per esem-
pio 50% ± 10%);
fase 4: collegamento della strumentazione (per esempio il flussometro del gas);
fase 5: seconda fase di stabilizzazione;
fase 6: determinazione della massa del contenuto del recipiente all’inizio del perio-
do di misurazione;
fase 7: prima dell’inizio del periodo di misurazione è necessario effettuare un nume-
ro sufficiente di letture per stabilire un equilibrio termico accettabile;
fase 8: il periodo di misurazione deve durare almeno 24 h;
fase 9: determinazione della perdita di prodotto in unità di massa (quando viene mi-
surato il flusso gassoso) in conformità all'appendice A;
fase 10: raffronto con le condizioni di riferimento in conformità all’appendice B.

4.3 Determinazione dello scambio di calore espresso in unità di energia per unità di tempo
La portata della perdita di prodotto (kg/s) durante il periodo di misurazione, rapportato alle
condizioni di riferimento in conformità alle appendici A e B, deve essere convertito in un
flusso di calore equivalente, Q, moltiplicandola per il calore latente di evaporazione (J/kg)
del prodotto alle condizioni di riferimento.
Per calcolare lo scambio di calore con un prodotto diverso da quello sottoposto a prova,
è possibile ricorrere alla compensazione mediante estrapolazione lineare in conformità
all’appendice C, ma solo se la differenza tra la temperatura di ebollizione di questi prodotti
alle condizioni di riferimento non supera i 20 °C.

4.4 Determinazione dello scambio di calore espresso in percentuale di prodotto perso in 24 h


Basandosi sul risultato ottenuto in conformità a 4.3, la perdita di calore espressa in per-
centuale di prodotto perso in 24 h viene calcolata come illustrato di seguito:
a) correggere lo scambio di calore misurato alle condizioni di riferimento per il prodotto di
prova mediante estrapolazione lineare, come specificato in 4.3;
b) calcolare la perdita giornaliera equivalente del prodotto di prova secondo la formula:
86 400 ⋅ Q
L = ---------------------------- ⋅ 100
h⋅F
dove:
F è la massa di riempimento massima consentita del prodotto di prova (kg);
L è la perdita equivalente di prodotto in % di F al giorno;
Q è la quantità di calore scambiato (W);
h è il calore latente di vaporizzazione (J/kg) alla pressione di riferimento del re-
cipiente (vedere 3.3);
86 400 è il numero di secondi al giorno.
Tutti i dati relativi al prodotto devono essere rilevati alle condizioni di riferimento corrette
per il prodotto specificato. Se si tratta di un prodotto diverso da quello sottoposto a prova,
si può fare ricorso all’appendice C per determinare la perdita equivalente di prodotto sotto
forma di % al giorno del contenuto del serbatoio pieno.

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5 DETERMINAZIONE DELL’AUTONOMIA (SISTEMA APERTO) IN GIORNI A PARTIRE
DAI DATI SULLO SCAMBIO DI CALORE
L’autonomia espressa in giorni è uguale a 100 ---------- per il prodotto specificato, che è equivalen-
L
te a 100 volte il reciproco della perdita di prodotto per 24 h in percentuale (come determi-
nato in 4.4).

6 AUTONOMIA PER SISTEMI CHIUSI

6.1 Determinazione dell’autonomia nelle condizioni di equilibrio a partire dai dati sullo
scambio di calore
Occorre applicare le regole generali elencate di seguito:
- il sistema è in equilibrio termico, vale a dire che in ogni momento le fasi liquida e gasso-
sa sono saturate e ad una temperatura corrispondente alla pressione di saturazione.
Il processo di calcolo deve incorporare correttamente la dipendenza della temperatura
e della pressione delle proprietà termodinamiche. La sorgente dei dati usata per i calcoli
deve essere identificata e il valore reale deve essere indicato nel conteggio. Si possono
usare i dati termodinamici contenuti nel riferimento [1] di cui in 8. Occorre calcolare
correttamente l’influenza esercitata nel sistema dal cambiamento di fase;
- la massa termica del recipiente deve essere trascurata nel calcolo, con la conseguen-
te abbreviazione dell’autonomia;
- per un grado di riempimento maggiore di quello ottimale, la fine dell’autonomia deve
invece essere definita come se la fase liquida riempisse il recipiente fino al suo volu-
me massimo;
- quando sono interessati prodotti diversi, i dati sullo scambio di calore possono essere
usati, una volta corretti, conformemente all'appendice C.

6.2 Determinazione dell’autonomia ottimale in condizioni di equilibrio a partire dai dati


sullo scambio di calore
L’autonomia ottimale in condizioni di equilibrio per un prodotto specifico deve essere cal-
colata a partire dai dati sullo scambio di calore nel modo seguente:
a) correggere lo scambio di calore misurato, Q, in conformità a 4, per ottenere le condi-
zioni di riferimento per il prodotto specifico mediante estrapolazione lineare (vedere
appendice C);
b) determinare la quantità di riferimento del prodotto specificato sulla base:
1) quando la pressione critica è maggiore della pressione del limitatore di pressione,
della quantità di prodotto necessaria a riempire il recipiente fino al suo volume
massimo con un liquido saturato alla pressione impostata del limitatore di pressione;
oppure
2) quando la pressione critica è minore della pressione del limitatore di pressione,
della quantità di prodotto che riempie il recipiente fino al suo volume massimo con
un liquido saturato al 99% della sua pressione critica;
c) per quanto riguarda il calcolo, l’autonomia ottimale nelle condizioni di equilibrio deve
essere calcolata in conformità alla formula seguente:
è forse più opportuno considerare il contenuto immagazzinato in due sistemi separati,
uno contenente il liquido e l’altro il vapore, che non hanno i rispettivi volumi costanti e
dove il trasferimento di massa avviene tra i due sistemi.
( h fg ⋅ m fg – h sg ⋅ m sg + h fl ⋅ m fl – h sl ⋅ m sl )
H = -----------------------------------------------------------------------------------------------------------
-
Q ⋅ 3 600
e
V –M ⋅v
m fg = --------------------------fl-
( v fg – v fl )

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V – M ⋅ v fg
m fl = ---------------------------
-
( v fl – v fg )

V – M ⋅ v sl
m sg = ---------------------------
-
( v sg – v sl )

V – M ⋅ v sg
m sl = ----------------------------
-
( v sl – v sg )
dove:
H è l’autonomia ottimale in condizioni di equilibrio (h);
V è il volume massimo del recipiente (m3);
M è la massa del contenuto (kg) come definita in 6.2 (b);
mfg è la massa del vapore a fine prova (kg);
mfl è la massa del liquido a fine prova (kg);
msg è la massa del vapore nella condizione iniziale (kg);
msl è la massa del liquido nella condizione iniziale (kg);
vfg è il volume specifico del vapore a fine prova (m3/kg);
vfl è il volume specifico del liquido a fine prova (m3/kg);
vsg è il volume specifico del vapore nella condizione iniziale (m3/kg);
vsl è il volume specifico del liquido nella condizione iniziale (m3/kg);
hfg è l’entalpia specifica del vapore nella condizione finale (J/kg);
hfl è l’entalpia specifica del liquido nella condizione finale (J/kg);
hsg è l’entalpia specifica del vapore nella condizione iniziale (J/kg);
hsl è l’entalpia specifica del liquido nella condizione iniziale (J/kg);
Q è la perdita di calore (W) determinata in 4.3.
Il risultato può essere espresso, secondo le esigenze, in ore o giorni e dovrebbe es-
sere sempre accompagnato dalle specifiche del prodotto a cui si fa riferimento e dalla
quantità di riempimento cui ci si riferisce espressa in kg o in percentuale della capaci-
tà massima del recipiente.

6.3 Autonomia sperimentale in regime statico


La misurazione deve essere realizzata con il prodotto per il quale viene richiesto il risulta-
to. Non sono accettabili prodotti alternativi.
Il recipiente deve essere riempito ad un livello superiore al livello iniziale desiderato con
un quantitativo che permetta un’adeguata fase di stabilizzazione alle condizioni di riferi-
mento del prodotto prima dell’inizio della fase di misurazione. Quando il livello del conte-
nuto raggiunge il livello iniziale desiderato, il sistema viene chiuso e viene iniziata la regi-
strazione dell’aumento di pressione.
Il livello normale di riempimento all’inizio della misurazione deve essere quello indicato in 6.2.
Durante la fase di misurazione la temperatura ambiente deve essere mantenuta a (15 ± 10) °C.
Se il sistema sottoposto a prova non può essere protetto dall’esposizione alla luce solare
durante la misurazione, il risultato deve essere comunque ritenuto valido, a condizione
che tutto ciò venga opportunamente segnalato nel resoconto di prova.
Il sistema sottoposto a prova deve essere accuratamente ispezionato durante la fase di
misurazione per assicurarsi che non via sia alcuna visibile perdita di prodotto ("a prova di
bolla" - 10-2 mbar l s-1). Se si osservano delle perdite, la misurazione è da considerarsi
errata, a meno che la perdita possa essere misurata e risulti minore dell’1% della perdita
di prodotto per unità di tempo di un sistema aperto. In questo caso è possibile continuare
la misurazione a condizione che la perdita possa essere corretta.
Una nota deve essere inserita nel resoconto di prova.
Durante la fase di misurazione, il sistema sottoposto a prova non deve essere mosso o al-
trimenti disturbato per non agitare il prodotto.
Il risultato può essere espresso in ore o giorni secondo le esigenze e dovrebbe sempre
essere accompagnato da una specifica del prodotto a cui si fa riferimento e dalla quantità
di riempimento, espressa in kg o come percentuale della capacità massima del recipiente.

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7 RESOCONTO DI PROVA
Il resoconto di prova deve descrivere tutte le condizioni delle prove e in particolare:
a) il riferimento della presente norma;
b) l'identificazione completa del recipiente sottoposto alla prova e dei suoi accessori;
c) l'identificazione dell’ente responsabile preposto alle prove;
d) la data;
e) i parametri di prova (in particolare quando si discostano dalle condizioni indicate nella
norma):
1) il fluido criogenico usato per la prova,
2) le esatte condizioni di riempimento,
3) la registrazione della pressione e della temperatura ambiente, annotando il verificarsi
di qualsiasi condizione particolare (per esempio, l'esposizione alla luce solare),
4) l'identificazione completa e la calibrazione degli strumenti usati per i risultati della
prova.

8 BIBLIOGRAFIA
[1] Gas Encyclopaedia, Air Liquide, Elsevier 1976 (per le tabelle dei dati relativi ai prospetti)

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APPENDICE A CONVERSIONE DEL FLUSSO VOLUMETRICO GASSOSO MISURATO IN FLUSSO
(normativa) DI MASSA
Per convertire il flusso gassoso volumetrico misurato in un flusso di massa, è necessario
tenere conto della differenza tra le condizioni di misurazione e le condizioni di riferimento
specificate (in conformità a 3.3) per i tre parametri:
- la pressione di riferimento come prescritta dal fabbricante del flussometro o la pres-
sione all’entrata del flussometro;
- la temperatura del flusso gassoso all’entrata del flussometro;
- la densità del gas alle condizioni di riferimento;
con la formula seguente:
P a 288
Q m = Q v --------------- ⋅ ---------- ⋅ ρ
1 013 T
dove:
Qm è il flusso medio di massa gassosa (kg/s);
Qv è il flusso medio gassoso volumetrico misurato (m3/s) alle condizioni di misurazione;
T è la temperatura media (K) del flusso gassoso misurato durante la fase di misura-
zione;
Pa è la pressione assoluta media di riferimento del flussometro o la pressione asso-
luta del gas all’entrata del flussometro (mbar ass) durante la fase di misurazione;
ρ è la massa volumica a 15 °C e 1 013 mbar ass (kg/m3). I valori di ρ per i diversi
gas a cui si rivolge la presente norma sono indicati nel prospetto A.1.
prospetto A.1

Gas ρ
(kg/m3)
Azoto 1,185
Ossigeno 1,354
Argon 1,691
Elio 0,169
Diossido di carbonio 1,874
Protossido di azoto 1,877
Neon 0,853
Xeno 5,58
Kripton 3,55
Idrogeno 0,085

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APPENDICE B CORREZIONE DEL FLUSSO DI MASSA MISURATO IN RELAZIONE ALLA DEVIAZIONE
(normativa) DALLE CONDIZIONI DI RIFERIMENTO
È necessario correggere la perdita di prodotto misurata in conformità a 4 della presente
norma, per tenere conto dell’influenza delle variazioni dei fattori seguenti:
- la temperatura ambiente;
- la pressione di riferimento del recipiente.

B.1 Influenza dovuta alle variazioni di temperatura ambiente

B.1.1 Generalità
L'efficienza dell'isolamento termico di un recipiente criogenico viene indicata per le condi-
zioni di riferimento in 3.3.
Il flusso termico trasferito al fluido criogenico è proporzionale alla differenza di temperatura
(Ta – Tc)
dove:
Ta è la temperatura ambiente assoluta;
Tc è la temperatura assoluta del contenuto del recipiente.
La variazione nell'equilibrio termico conseguente alle variazioni di Ta ha una costante
temporale (dovuta al ritardo tra la variazione della temperatura e la variazione della per-
dita di calore) che è misurabile. Essa dipende dal modello del recipiente.

B.1.2 Misurazioni pratiche


È necessario prendere in considerazione due casi.

B.1.2.1 Variazioni di Ta per una periodicità di 24 h


Per correggere la perdita misurata di prodotto al fine di calcolare la perdita media durante
24 h, viene utilizzata la temperatura media Ta.
In tal modo, è sufficiente usare 24 h o un multiplo di 24 h come:
- durata della misurazione per la perdita di volume;
o
- periodicità della misurazione per la perdita di massa,
per evitare di apportare una correzione sulla costante tempo.
Le variazioni della temperatura hanno l’andamento mostrato nella figura B.1.

B.1.2.2 Variazioni di Ta non periodiche


Si applica, per esempio, al caso in cui si verifichi un'interruzione prolungata del riscalda-
mento dei locali durante il periodo di misurazione.
Per evitare la necessità di considerare la costante temporale per le variazioni nell'equili-
brio termico, si deve convalidare la perdita del prodotto esclusivamente nel modo descrit-
to in B.1.2.1.

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figura B.1 Variazioni della temperatura
Legenda
Tj Temperatura iniziale
Tf Temperatura finale
TM Temperatura massima raggiunta (valore estremo)
i
Tm Temperatura minima raggiunta (valore estremo)
i
n Numero di cicli

Una buona approssimazione della Ta media durante il periodo di misurazione è:


i =n i =n
Tj + Tf + ∑ T Mi + ∑ T mi
i =1 i =1
T a = -------------------------------------------------------------------
-
2 + 2n

B.2 Influenza esercitata dalle variazioni di pressione del contenuto del recipiente

B.2.1 Generalità
La variazione della pressione, Pv, del contenuto del recipiente può causare.

B.2.1.1 Un’ulteriore evaporazione di liquido se Pv diminuisce. Tale fenomeno è causato da un ab-


bassamento dell’entalpia specifica di equilibrio del fluido di prova. Il rilascio di energia dal
fluido di prova per riacquisire l’equilibrio è disponibile come calore latente di evaporazione.
Inoltre, la temperatura di equilibrio del liquido diminuisce, aumentando così il valore di (Ta - Tc)
e la risultante cessione di calore al liquido.

B.2.1.2 Una riduzione nell’evaporazione del liquido se Pv aumenta. Tale fenomeno è determinato
da un aumento dell’entalpia specifica di equilibrio del fluido di prova. L'assorbimento di
energia risultante dalla cessione di calore all'interno per acquisire equilibrio diminuisce
l’energia disponibile per l'evaporazione. Inoltre, la temperatura di equilibrio del liquido au-
menta, riducendo sia il valore di (Ta - Tc) sia la conseguente cessione di calore al liquido.

B.2.1.3 Il calore latente di evaporazione del contenuto del recipiente aumenta quando la pressio-
ne decresce, diminuendo così anche il tasso di evaporazione. Se la pressione aumenta,
si ha la condizione opposta.

B.2.2 Misurazioni pratiche


Il valore medio di Pv dovrebbe essere determinato mediante un metodo analogo a quello
impiegato per Ta in B.1.2.1 ossia:

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i =n i =n
P vj + P vf + ∑ P vM +
i
∑ P vmi
i =1 i =1
P va = -----------------------------------------------------------------------------
2 + 2n
dove:
Pvj è la pressione in equilibrio del contenuto all’inizio della prova (bar ass);
Pvf è la pressione in equilibrio del contenuto alla fine della prova (bar ass).

B.3 Fattori di correzione


( 288 – T co ) ( h gm – h lm )
Q o = ( Q m – Q c ) ⋅ -------------------------------- ⋅ -------------------------------
( T a – T cm ) ( h go – h lo )
dove:
Qo è la portata della perdita di prodotto alle condizioni di riferimento (kg/s);
Qm è la portata media misurata di perdita di prodotto (kg/s) (vedere appendice A);
Tco è la temperatura di equilibrio del contenuto alle condizioni di riferimento (K);
Tcm è la temperatura di equilibrio del contenuto alla pressione Pva (K);
hgm è l’entalpia specifica del vapore ad una pressione di equilibrio di Pva (J/kg);
hlm è l’entalpia specifica del liquido ad una pressione di equilibrio di Pva (J/kg);
hgo è l’entalpia specifica del vapore alla pressione di riferimento del recipiente (J/kg);
hlo è l’entalpia specifica del liquido alla pressione di riferimento del recipiente (J/kg);
Qc è un fattore per correggere le perdite di evaporazione supplementari o minori de-
scritte in B.2.1.1 e B.2.1.2 (kg/s).
( M il ⋅ h il + M ig ⋅ h ig – M fl ⋅ h fl – M fg ⋅ h fg )
Q c = --------------------------------------------------------------------------------------------------------
-
( h gm – h lm ) ⋅ t
dove:
V – M i ⋅ v ig
M il = ----------------------------
- (kg);
( v il – v ig )

V – M i ⋅ v il
M ig = ---------------------------
- (kg);
( v ig – v il )

V – M f ⋅ v fg
M fl = ----------------------------- (kg);
( v fl – v fg )

V – M f ⋅ v fl
M fg = ---------------------------
- (kg).
( v fg – v fl )
t è la durata della prova;
V è il volume massimo del contenitore (m3);
Mi è la massa del contenuto misurata all’inizio della prova (kg). Qualora essa non
possa essere determinata mediante misurazione diretta, può essere stimata ricor-
rendo ad un indicatore di livello tarato, quale un indicatore a pressione differenziale,
e alla pressione in equilibrio misurata del contenuto;
Mf = Mi - Qm · t (kg);
vig è il volume specifico del vapore all’inizio della prova (m3/kg);
vil è il volume specifico del liquido all’inizio della prova (m3/kg);
vfg è il volume specifico del vapore alla fine della prova (m3/kg);
vfl è il volume specifico del liquido alla fine della prova (m3/kg);
hig è l’entalpia specifica del vapore ad una pressione di equilibrio Pvi (J/kg);
hil è l’entalpia specifica del liquido ad una pressione di equilibrio Pvi (J/kg);
hfg è l’entalpia specifica del vapore ad una pressione di equilibrio Pvf (J/kg);
hfl è l’entalpia specifica del liquido ad una pressione di equilibrio Pvf (J/kg).

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APPENDICE C DETERMINAZIONE DELLA PERDITA EQUIVALENTE, PER PRODOTTI DIVERSI
(normativa) DAL PRODOTTO DI PROVA

C.1 Determinazione dello scambio di calore in watt, di fluidi diversi dal fluido di prova
( 288 – T cos )
Q s = Q t ----------------------------------
( 288 – T cot )

C.2 Determinazione dello scambio di calore, espresso in percentuale di perdita di prodotto


per 24 h, di fluidi diversi dal fluido di prova
L t ( 288 – T cos ) ⋅ ( h got – h sot ) F t
L s = ----------------------------------------------------------------------------------
-
( 288 – T cot ) ⋅ ( h gos – h sos ) F s

C.3 Simboli
Qs è la cessione di calore al fluido specifico (W);
Qt è la cessione di calore al fluido di prova (W);
Lt è la perdita equivalente del fluido di prova espressa in % del contenuto massimo
del recipiente per giorno;
Ls è la perdita equivalente del fluido specificato espressa in % del contenuto del re-
cipiente pieno per giorno;
Tcot è la temperatura di equilibrio del fluido di prova alla pressione di riferimento del re-
cipiente (K);
Tcos è la temperatura di equilibrio del fluido specificato alla pressione di riferimento del
recipiente (K);
hgot è l’entalpia specifica del vapore del fluido di prova alla pressione di riferimento del
recipiente (J/kg);
hgos è l’entalpia specifica del vapore del fluido specificato alla pressione di riferimento
del recipiente (J/kg);
hsot è l’entalpia specifica del fluido di prova alla pressione di riferimento del recipiente
(J/kg);
hsos è l’entalpia specifica del liquido del fluido specificato alla pressione di riferimento
del recipiente (J/kg);
Ft è la massa di riempimento massima consentita del fluido di prova (kg);
Fs è la massa di riempimento massima consentita del fluido specificato (kg).
Nota I moduli di (Tcot - Tcos) devono essere minori di 20 °C (vedere 4.3).

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