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UNI EN 12213:2000 - 31-05-2000 - Recipienti criogenici - Metodi per la valutazione dell'efficienza dell'isolamento termico - Cryogenic vessels - Methods for performance evaluation of thermal insulation
TITOLO ITALIANO Recipienti criogenici - Metodi per la valutazione dell'efficienza dell'isolamento termico
TITOLO INGLESE Cryogenic vessels - Methods for performance evaluation of thermal insulation
SOMMARIO La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN
12213 (edizione novembre 1998). La norma descrive un metodo pratico per
determinare l'efficienza dei recipienti criogenici. I metodi includono la misurazione sia
su sistemi aperti sia chiusi.La norma non specifica i livelli dei requisiti di efficienza
dell'isolamento, né i casi in cui la metodologia descritta viene applicata.
LINGUA Italiano
PAGINE 14
PREZZO NON SOCI 36,00
PREZZO SOCI 18,00
Recipienti criogenici
NORMA ITALIANA Metodi per la valutazione dell’efficienza UNI EN 12213
dell’isolamento termico
MAGGIO 2000
Cryogenic vessels
Methods for performance evaluation of thermal insulation
NORMA EUROPEA
DESCRITTORI
ristica, isolamento termico, condizione per l’effettuazione della prova
SOMMARIO La norma descrive un metodo pratico per determinare l’efficienza dei reci-
pienti criogenici. I metodi includono la misurazione sia su sistemi aperti sia
chiusi.
La norma non specifica i livelli dei requisiti di efficienza dell’isolamento, né
i casi in cui la metodologia descritta viene applicata.
RELAZIONI NAZIONALI
ORGANO COMPETENTE Commissione "Recipienti per il trasporto di gas compressi, disciolti o lique-
fatti"
RICONFERMA
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.
PREMESSA 2
INTRODUZIONE 3
figura 1 Schema logico ............................................................................................................................................... 3
2 DEFINIZIONI 4
7 RESOCONTO DI PROVA 9
8 BIBLIOGRAFIA 9
NOVEMBRE 1998
Cryogenic vessels
EUROPEAN STANDARD Methods for performance evaluation of thermal insulation
Récipients cryogéniques
NORME EUROPÉENNE Méthodes d’évaluation de la performance de l’isolation thermique
Kryo-Behälter
EUROPÄISCHE NORM Verfahren zur Bewertung des Wärmedämmvermögens
ICS 27.200
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
1998 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.
figura
1
Principio di
misurazione
Definizioni (vedere 4.1)
(vedere 2)
Schema logico
UNI EN 12213:2000
INTRODUZIONE
Scambio di calore
tato nella figura 1.
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diversi. Si impone pertanto la necessità di armonizzare tali metodi per la valutazione
Tradizionalmente, in ambito europeo, l’efficienza di un isolamento è stata definita in modi
Per una comprensione globale della presente norma, vedere lo schema logico rappresen-
1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
La presente norma descrive un metodo pratico per determinare l’efficienza dei recipienti
criogenici. I metodi includono la misurazione sia su sistemi aperti sia chiusi.
La presente norma non specifica i livelli dei requisiti di efficienza dell'isolamento, né i casi
in cui la metodologia descritta viene applicata. Tali requisiti possono essere descritti in fa-
se di progettazione o nelle norme/regole di funzionamento.
2 DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma, si applicano le definizioni seguenti:
2.1 sistema aperto: Durante la prova, un sistema è considerato aperto quando viene tenuto
ad una pressione costante (per esempio la pressione atmosferica) e quando il gas prodot-
to dall’evaporazione del fluido di prova viene rilasciato in modo continuo all’atmosfera.
2.2 sistema chiuso: Durante la prova, un sistema è considerato chiuso quando la massa del
contenuto viene tenuta costante senza che si verifichi immissione o emissione di prodotto.
2.3 efficienza in termini di scambio di calore: Esprime la quantità di calore trasferita, per
unità di tempo, dall’aria ambiente al contenuto del recipiente interno.
Nota In un sistema aperto la perdita di calore causa una perdita di prodotto. In un sistema chiuso essa determina
un aumento della pressione.
2.4 autonomia di un sistema aperto: Tempo che intercorre tra il livello iniziale di riempimento
fino allo svuotamento del recipiente (assenza di liquido), calcolato sulla base dei dati sullo
scambio di calore.
2.5 autonomia di un sistema chiuso: Tempo che intercorre tra il momento in cui si stabilisce
la condizione iniziale di riempimento fino a quando la pressione, aumentando, raggiunge,
a causa dello scambio di calore, la pressione di taratura del limitatore di pressione.
Nota Un limitatore di pressione può essere costituito da una valvola di sicurezza, da un disco di rottura, da un re-
golatore di pressione o da qualsiasi altro dispositivo istallato allo scopo di limitare la pressione del sistema
entro le normali condizioni di funzionamento.
2.5.1 autonomia nelle condizioni di equilibrio: Autonomia calcolata a partire da uno scambio di
calore specificato supponendo che il liquido e il vapore siano costantemente in equilibrio.
3.1 Il fluido criogenico usato per l’effettuazione della prova deve essere scelto dal fabbricante.
Si raccomanda di utilizzare l’azoto liquido, fatta eccezione per i casi in cui il recipiente da
sottoporre a prova sia progettato per un fluido criogenico specifico.
3.2 Le fasi liquida e gassosa devono essere in equilibrio all’inizio di una prova. Quando la pro-
va viene realizzata ad una pressione più elevata di 1 bar relativo (manometrico), è impor-
tante che la pressione di equilibrio del liquido non sia minore di quella della prova in corso.
3.3 L’ambiente in cui si svolge la prova deve essere stabile e costante durante la prova stes-
sa. Esso deve avvicinarsi quanto più possibile alle condizioni di riferimento seguenti:
- temperatura ambiente: 15° C;
- pressione atmosferica: 1 013 mbar.
Per tutti i prodotti, eccetto l’anidride carbonica e il protossido di azoto:
- pressione di riferimento del recipiente: 1 013 mbar.
Per l’anidride carbonica e il protossido di azoto:
- pressione del recipiente di riferimento: 15 bar (relativi).
3.4 Il recipiente e il suo contenuto devono avere raggiunto una temperatura stabile prima
dell’inizio del periodo di misurazione. Le condizioni di equilibrio vengono raggiunte dopo
un periodo di stabilizzazione, la durata del quale dipende dalle dimensioni del recipiente
e dal tipo e configurazione dell’isolamento.
3.5 Tutti gli accessori del recipiente che possono influenzare i risultati della misurazione de-
vono essere chiaramente definiti e specificati nella relazione.
3.7 Non è necessario usare il metodo descritto nella presente norma per valutare l'efficienza
dell'isolamento termico a seguito di piccole variazioni (è possibile ottenere tale valutazio-
ne mediante semplice estrapolazione).
4.1 Generalità
Esistono due metodi per misurare lo scambio di calore:
- mediante misurazione diretta della perdita di massa;
- mediante misurazione indiretta della perdita di massa misurando la portata dello sca-
rico gassoso.
Salvo diversa indicazione, all’inizio della misurazione il livello di riempimento deve essere
del (50 ± 10) % di quello massimo consentito.
La temperatura ambiente e la pressione di funzionamento alla sommità del recipiente de-
vono essere registrate nel corso della prova in modo da poter essere utilizzate per le
eventuali correzioni. Il/i sensore/i della temperatura deve/devono essere collocato/i
nell’immediata vicinanza del sistema in prova, ma posizionato/i in modo da non subire
un'influenza diretta da parte del gas freddo scaricato.
La durata minima della misurazione deve essere di 24 h dopo che sono state raggiunte le
condizioni di stabilità.
Durante la prova devono essere adottate precauzioni atte ad evitare che il liquido venga agitato.
Quando la portata del gas che fuoriesce dal recipiente viene misurata per mezzo di un
flussometro, è indispensabile che tutto il flusso di gas lo attraversi.
4.3 Determinazione dello scambio di calore espresso in unità di energia per unità di tempo
La portata della perdita di prodotto (kg/s) durante il periodo di misurazione, rapportato alle
condizioni di riferimento in conformità alle appendici A e B, deve essere convertito in un
flusso di calore equivalente, Q, moltiplicandola per il calore latente di evaporazione (J/kg)
del prodotto alle condizioni di riferimento.
Per calcolare lo scambio di calore con un prodotto diverso da quello sottoposto a prova,
è possibile ricorrere alla compensazione mediante estrapolazione lineare in conformità
all’appendice C, ma solo se la differenza tra la temperatura di ebollizione di questi prodotti
alle condizioni di riferimento non supera i 20 °C.
6.1 Determinazione dell’autonomia nelle condizioni di equilibrio a partire dai dati sullo
scambio di calore
Occorre applicare le regole generali elencate di seguito:
- il sistema è in equilibrio termico, vale a dire che in ogni momento le fasi liquida e gasso-
sa sono saturate e ad una temperatura corrispondente alla pressione di saturazione.
Il processo di calcolo deve incorporare correttamente la dipendenza della temperatura
e della pressione delle proprietà termodinamiche. La sorgente dei dati usata per i calcoli
deve essere identificata e il valore reale deve essere indicato nel conteggio. Si possono
usare i dati termodinamici contenuti nel riferimento [1] di cui in 8. Occorre calcolare
correttamente l’influenza esercitata nel sistema dal cambiamento di fase;
- la massa termica del recipiente deve essere trascurata nel calcolo, con la conseguen-
te abbreviazione dell’autonomia;
- per un grado di riempimento maggiore di quello ottimale, la fine dell’autonomia deve
invece essere definita come se la fase liquida riempisse il recipiente fino al suo volu-
me massimo;
- quando sono interessati prodotti diversi, i dati sullo scambio di calore possono essere
usati, una volta corretti, conformemente all'appendice C.
V – M ⋅ v sl
m sg = ---------------------------
-
( v sg – v sl )
V – M ⋅ v sg
m sl = ----------------------------
-
( v sl – v sg )
dove:
H è l’autonomia ottimale in condizioni di equilibrio (h);
V è il volume massimo del recipiente (m3);
M è la massa del contenuto (kg) come definita in 6.2 (b);
mfg è la massa del vapore a fine prova (kg);
mfl è la massa del liquido a fine prova (kg);
msg è la massa del vapore nella condizione iniziale (kg);
msl è la massa del liquido nella condizione iniziale (kg);
vfg è il volume specifico del vapore a fine prova (m3/kg);
vfl è il volume specifico del liquido a fine prova (m3/kg);
vsg è il volume specifico del vapore nella condizione iniziale (m3/kg);
vsl è il volume specifico del liquido nella condizione iniziale (m3/kg);
hfg è l’entalpia specifica del vapore nella condizione finale (J/kg);
hfl è l’entalpia specifica del liquido nella condizione finale (J/kg);
hsg è l’entalpia specifica del vapore nella condizione iniziale (J/kg);
hsl è l’entalpia specifica del liquido nella condizione iniziale (J/kg);
Q è la perdita di calore (W) determinata in 4.3.
Il risultato può essere espresso, secondo le esigenze, in ore o giorni e dovrebbe es-
sere sempre accompagnato dalle specifiche del prodotto a cui si fa riferimento e dalla
quantità di riempimento cui ci si riferisce espressa in kg o in percentuale della capaci-
tà massima del recipiente.
8 BIBLIOGRAFIA
[1] Gas Encyclopaedia, Air Liquide, Elsevier 1976 (per le tabelle dei dati relativi ai prospetti)
Gas ρ
(kg/m3)
Azoto 1,185
Ossigeno 1,354
Argon 1,691
Elio 0,169
Diossido di carbonio 1,874
Protossido di azoto 1,877
Neon 0,853
Xeno 5,58
Kripton 3,55
Idrogeno 0,085
B.1.1 Generalità
L'efficienza dell'isolamento termico di un recipiente criogenico viene indicata per le condi-
zioni di riferimento in 3.3.
Il flusso termico trasferito al fluido criogenico è proporzionale alla differenza di temperatura
(Ta – Tc)
dove:
Ta è la temperatura ambiente assoluta;
Tc è la temperatura assoluta del contenuto del recipiente.
La variazione nell'equilibrio termico conseguente alle variazioni di Ta ha una costante
temporale (dovuta al ritardo tra la variazione della temperatura e la variazione della per-
dita di calore) che è misurabile. Essa dipende dal modello del recipiente.
B.2 Influenza esercitata dalle variazioni di pressione del contenuto del recipiente
B.2.1 Generalità
La variazione della pressione, Pv, del contenuto del recipiente può causare.
B.2.1.2 Una riduzione nell’evaporazione del liquido se Pv aumenta. Tale fenomeno è determinato
da un aumento dell’entalpia specifica di equilibrio del fluido di prova. L'assorbimento di
energia risultante dalla cessione di calore all'interno per acquisire equilibrio diminuisce
l’energia disponibile per l'evaporazione. Inoltre, la temperatura di equilibrio del liquido au-
menta, riducendo sia il valore di (Ta - Tc) sia la conseguente cessione di calore al liquido.
B.2.1.3 Il calore latente di evaporazione del contenuto del recipiente aumenta quando la pressio-
ne decresce, diminuendo così anche il tasso di evaporazione. Se la pressione aumenta,
si ha la condizione opposta.
V – M i ⋅ v il
M ig = ---------------------------
- (kg);
( v ig – v il )
V – M f ⋅ v fg
M fl = ----------------------------- (kg);
( v fl – v fg )
V – M f ⋅ v fl
M fg = ---------------------------
- (kg).
( v fg – v fl )
t è la durata della prova;
V è il volume massimo del contenitore (m3);
Mi è la massa del contenuto misurata all’inizio della prova (kg). Qualora essa non
possa essere determinata mediante misurazione diretta, può essere stimata ricor-
rendo ad un indicatore di livello tarato, quale un indicatore a pressione differenziale,
e alla pressione in equilibrio misurata del contenuto;
Mf = Mi - Qm · t (kg);
vig è il volume specifico del vapore all’inizio della prova (m3/kg);
vil è il volume specifico del liquido all’inizio della prova (m3/kg);
vfg è il volume specifico del vapore alla fine della prova (m3/kg);
vfl è il volume specifico del liquido alla fine della prova (m3/kg);
hig è l’entalpia specifica del vapore ad una pressione di equilibrio Pvi (J/kg);
hil è l’entalpia specifica del liquido ad una pressione di equilibrio Pvi (J/kg);
hfg è l’entalpia specifica del vapore ad una pressione di equilibrio Pvf (J/kg);
hfl è l’entalpia specifica del liquido ad una pressione di equilibrio Pvf (J/kg).
C.1 Determinazione dello scambio di calore in watt, di fluidi diversi dal fluido di prova
( 288 – T cos )
Q s = Q t ----------------------------------
( 288 – T cot )
C.3 Simboli
Qs è la cessione di calore al fluido specifico (W);
Qt è la cessione di calore al fluido di prova (W);
Lt è la perdita equivalente del fluido di prova espressa in % del contenuto massimo
del recipiente per giorno;
Ls è la perdita equivalente del fluido specificato espressa in % del contenuto del re-
cipiente pieno per giorno;
Tcot è la temperatura di equilibrio del fluido di prova alla pressione di riferimento del re-
cipiente (K);
Tcos è la temperatura di equilibrio del fluido specificato alla pressione di riferimento del
recipiente (K);
hgot è l’entalpia specifica del vapore del fluido di prova alla pressione di riferimento del
recipiente (J/kg);
hgos è l’entalpia specifica del vapore del fluido specificato alla pressione di riferimento
del recipiente (J/kg);
hsot è l’entalpia specifica del fluido di prova alla pressione di riferimento del recipiente
(J/kg);
hsos è l’entalpia specifica del liquido del fluido specificato alla pressione di riferimento
del recipiente (J/kg);
Ft è la massa di riempimento massima consentita del fluido di prova (kg);
Fs è la massa di riempimento massima consentita del fluido specificato (kg).
Nota I moduli di (Tcot - Tcos) devono essere minori di 20 °C (vedere 4.3).
Milano (sede) Via Battistotti Sassi, 11B - 20133 Milano - Tel. 0270024200 - Fax 0270105992
Internet: www.unicei.it - Email: diffusione@uni.unicei.it
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UNI
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di Unificazione dell’Industria e dei Ministeri.
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20133 Milano, Italia