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N° RIF. 00015153 Filename UNIN1230000_2000_EIT.

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UNI EN 12300:2000 - 30-06-2000 - Recipienti criogenici - Pulizia per il servizio criogenico. - Cryogenic vessels - Cleanliness for cryogenic service.

RECIPIENTI PER IL TRASPORTO DI GAS

NORMA TECNICA UNI EN 12300:2000


DATA 30/06/2000
AUTORI RECIPIENTI PER IL TRASPORTO DI GAS

TITOLO ITALIANO Recipienti criogenici - Pulizia per il servizio criogenico.

TITOLO INGLESE Cryogenic vessels - Cleanliness for cryogenic service.


SOMMARIO La presente norma e' la versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN
12300 (edizione novembre 1998). La norma specifica i requisiti minimi per la pulizia di
tutte le superfici dei recipienti criogenici e dei relativi accessori, che sono in contatto
con il fluido criogenico in tutte le condizioni di funzionamento previste. La norma
definisce un livello accettabile di contaminazione della superficie e delle particelle, per
ridurre al minimo il rischio di cattivo funzionamento dell'apparecchio e per garantirne la
sicurezza contro l'ignizione dovuta a sfregamento quando viene a contatto con
l'ossigeno o con fluidi ossidanti.

TESTO DELLA NORMA

CLASSIFICAZIONE ICS 27.200


CLASSIFICAZIONE ARGOMENTO CEN/TC 268
GRADO DI COGENZA Raccomandata
STATO VALIDITA' IN VIGORE

LINGUA Italiano
PAGINE 8
PREZZO NON SOCI 27,00
PREZZO SOCI 13,50
Recipienti criogenici
NORMA ITALIANA Pulizia per il servizio criogenico UNI EN 12300

GIUGNO 2000

Cryogenic vessels
Cleanliness for cryogenic service

Recipiente a pressione, criogenia, superficie, controllo della pulizia, puli-

NORMA EUROPEA
DESCRITTORI
tura, protezione, specifica, marcatura

CLASSIFICAZIONE ICS 27.200

SOMMARIO La norma specifica i requisiti minimi per la pulizia di tutte le superfici dei
recipienti criogenici e dei relativi accessori, che sono in contatto con il
fluido criogenico in tutte le condizioni di funzionamento previste.
La norma definisce un livello accettabile di contaminazione della superficie
e delle particelle, per ridurre al minimo il rischio di cattivo funzionamento
dell’apparecchio e per garantirne la sicurezza contro l’ignizione dovuta a
sfregamento quando viene a contatto con l’ossigeno o con i fluidi ossidanti.

RELAZIONI NAZIONALI

RELAZIONI INTERNAZIONALI = EN 12300:1998


La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma
europea EN 12300 (edizione novembre 1998).

ORGANO COMPETENTE Commissione "Recipienti per il trasporto di gas compressi, disciolti o lique-
fatti"

RATIFICA Presidente dell’UNI, delibera del 22 maggio 2000

RICONFERMA

UNI  UNI - Milano 2000


Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Battistotti Sassi, 11B il consenso scritto dell’UNI.
20133 Milano, Italia

Gr. 4 Nº di riferimento UNI EN 12300:2000 Pagina I di IV


PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, del-
la norma europea EN 12300 (edizione novembre 1998), che assu-
me così lo status di norma nazionale italiana.
La traduzione è stata curata dall’UNI.
La Commissione "Recipienti per il trasporto di gas compressi, disciolti
o liquefatti" dell’UNI, che segue i lavori europei sull’argomento, per
delega della Commissione Centrale Tecnica, ha approvato il progetto
europeo il 18 maggio 1998 e la versione in lingua italiana della norma
il 2 luglio 1999.

Per agevolare gli utenti, viene di seguito indicata la corrispondenza


tra le norme citate al punto "Riferimenti normativi" e le norme italia-
ne vigenti:
EN 720-2 = UNI EN 720-2
EN 1797-1 = UNI EN 1797-1

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove


edizioni o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.

Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.

UNI EN 12300:2000 Pagina II di IV


INDICE

PREMESSA 2

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 3

2 RIFERIMENTI NORMATIVI 3

3 DEFINIZIONI 3

4 REQUISITI 3

5 PROCEDIMENTO DI PULITURA 4

6 VALUTAZIONE DELLA PULIZIA 4

7 PROTEZIONE DOPO LA PULITURA 4

8 MARCATURA 4

APPENDICE A METODI DI ISPEZIONE 5


(informativa)

APPENDICE ZA PUNTI DELLA PRESENTE NORMA EUROPEA RIGUARDANTI I REQUISITI


(informativa) ESSENZIALI O ALTRE DISPOSIZIONI DELLE DIRETTIVE UE 8

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UNI EN 12300:2000 Pagina IV di IV
Recipienti criogenici
NORMA EUROPEA Pulizia per il servizio criogenico EN 12300

NOVEMBRE 1998

Cryogenic vessels
EUROPEAN STANDARD Cleanliness for cryogenic service

Récipients cryogéniques
NORME EUROPÉENNE Propreté

Kryo-Behälter
EUROPÄISCHE NORM Reinheit für den tiefkalten Betrieb

DESCRITTORI Recipiente a pressione, criogenia, superficie, controllo della pulizia, pulitura, pro-
tezione, specifica, marcatura

ICS 27.200

La presente norma europea è stata approvata dal CEN l’1 settembre 1998.
I membri del CEN devono attenersi alle Regole Comuni del CEN/CENELEC
che definiscono le modalità secondo le quali deve essere attribuito lo status di
norma nazionale alla norma europea, senza apportarvi modifiche. Gli elenchi
aggiornati ed i riferimenti bibliografici relativi alle norme nazionali corrisponden-
ti possono essere ottenuti tramite richiesta alla Segreteria Centrale oppure ai
membri del CEN.
La presente norma europea esiste in tre versioni ufficiali (inglese, francese e
tedesca). Una traduzione nella lingua nazionale, fatta sotto la propria respon-
sabilità da un membro del CEN e notificata alla Segreteria Centrale, ha il me-
desimo status delle versioni ufficiali.
I membri del CEN sono gli Organismi nazionali di normazione di Austria,
Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda,
Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito,
Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles

 1998 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.

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PREMESSA
La presente norma europea è stata elaborata dal Comitato Tecnico CEN/TC 268 "Reci-
pienti criogenici", la cui segreteria è affidata all’AFNOR.
Alla presente norma europea deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o median-
te la pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro maggio 1999,
e le norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro maggio 1999.
La presente norma europea è stata elaborata nell’ambito di un mandato conferito al CEN
dalla Commissione Europea e dall’Associazione Europea del Libero Scambio, ed è di
supporto ai requisiti essenziali della/e Direttiva/e UE.
Per la corrispondenza con la/e Direttiva/e UE, vedere l'appendice informativa ZA, che è
parte integrante della presente norma.
In conformità alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei se-
guenti Paesi sono tenuti a recepire la presente norma europea: Austria, Belgio, Danimar-
ca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia,
Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

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1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
La presente norma specifica i requisiti minimi richiesti per la pulizia di tutte le superfici dei
recipienti criogenici e dei relativi accessori, che sono in contatto con il fluido criogenico in
tutte le condizioni di funzionamento previste.
La presente norma definisce un livello accettabile di contaminazione della superficie e
delle particelle, per ridurre al minimo il rischio di cattivo funzionamento dell'apparecchio e
per garantirne la sicurezza contro l’ignizione dovuta a sfregamento quando viene a con-
tatto con l'ossigeno o con i fluidi ossidanti (vedere EN 720-2).

2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e vengono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente norma europea come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non da-
tati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento.
EN 720-2 Transportable gas cylinders - Gases and gas mixtures - Determination
of flammability and oxidizing ability of gases and gas mixtures
[Bombole trasportabili per gas - Gas e miscele di gas - Determina-
zione del potenziale di infiammabilità e di ossidazione dei gas e
miscele di gas]
prEN 1251-1:1995 Cryogenic vessels - Transportable vacuum insulated vessels of
not more than 1 000 litres volume - Fundamental requirements
[Recipienti criogenici - Recipienti sotto vuoto isolati e trasportabili
di volume non maggiore di 1 000 litri - Requisiti fondamentali]
EN 1797-1 Cryogenic vessels - Gas/material compatibility - Oxygen compatibility
[Recipienti criogenici - Compatibilità tra gas e materiali - Compatibilità
con l'ossigeno]

3 DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma europea, si applicano le definizioni seguenti:

3.1 fluido criogenico: Vedere prEN 1251-1:1995.

3.2 fluido ossidante: Fluido criogenico con proprietà ossidanti in conformità alla EN 720-2.

4 REQUISITI

4.1 Requisiti generali


Non è accettabile la presenza di residui di lavorazione, corpi estranei, particelle potenzial-
mente mobili, quali scorie di ossido e gocce di saldatura.
Non sono accettabili le particelle visibili senza ingrandimento alla luce del giorno ed alla
luce bianca. Per evitare il cattivo funzionamento dell'apparecchio, possono essere
espressi requisiti più rigorosi sulle dimensioni delle particelle in rapporto alle caratteristi-
che del sistema.
La presenza di acqua libera non deve essere rilevabile al controllo visivo.

4.2 Requisiti aggiuntivi per l'ossigeno e i fluidi ossidanti


Per l'ossigeno e gli altri fluidi ossidanti, il controllo visivo con luce bianca non deve rivelare
la contaminazione da idrocarburi né la presenza di vernici, collanti, sigillanti o rivestimenti
protettivi, salvo che questi siano compatibili con l'ossigeno in conformità alla EN 1797-1.
La contaminazione massima da idrocarburi accettabile (olio, grasso, ecc.) è 500 mg/m2.

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5 PROCEDIMENTO DI PULITURA
Può essere impiegato qualsiasi procedimento di pulitura, purché siano rispettati i requisiti
di 4.1 e 4.2, ove pertinenti. Se si utilizzano solventi o detergenti, questi devono essere
compatibili con tutti i materiali da pulire, in particolare con le materie plastiche. Occorre
porre una cura particolare nella rimozione di eventuali agenti non compatibili con l'ossige-
no (vedere EN 1797-1) dall'apparecchiatura pulita, destinata all’uso con ossigeno o con
fluido ossidante.

6 VALUTAZIONE DELLA PULIZIA


Si deve scegliere un metodo di ispezione e di campionatura che soddisfi i requisiti di 4.1
e 4.2, ove pertinenti. Tale metodo deve tenere conto del procedimento di pulitura da im-
piegare, dell'apparecchio da pulire e del suo livello di contaminazione. I metodi di valuta-
zione della pulizia possono comprendere quelli elencati nell'appendice A.
Il metodo di ispezione non deve produrre livelli di contaminazione superiori a quelli speci-
ficati in 4.1 e 4.2.
Il metodo di valutazione della pulizia deve essere documentato e i risultati ottenuti devono
essere registrati.

7 PROTEZIONE DOPO LA PULITURA


Gli elementi, una volta puliti, devono essere protetti perché mantengano tale condizione
fino al momento del loro utilizzo. Per limitare il rischio di condensazione dell'umidità atmo-
sferica, eventualmente presente durante la conservazione, si deve prevedere la possibi-
lità di spurgo e sigillatura dell'apparecchiatura.
L’eventuale imballo, i tappi o altri elementi che possano venire a contatto con le superfici
pulite, devono essere a loro volta puliti e devono poter essere rimossi senza lasciare re-
sidui. Il materiale di imballaggio deve essere sufficientemente resistente da sopportare le
sollecitazioni di movimentazione e immagazzinaggio previste, deve poter essere sigillato
e risultare resistente all'acqua.
Tutti i gas protettivi impiegati devono essere secchi ed esenti da olio e polvere.
Tutti i gas pressurizzanti devono essere tenuti ad una pressione bassa compatibile con la
resistenza della confezione e che comunque non dovrebbe superare 0,5 bar. Se la pres-
sione è maggiore di 0,5 bar, la confezione può rientrare nelle norme relative ai recipienti
a pressione trasportabili.

8 MARCATURA
La conformità ai requisiti della presente norma deve essere documentata:
- mediante un certificato che accompagni l'apparecchio/elemento;
o
- mediante un'etichetta fissata alla confezione protettiva o all'apparecchio/elemento.
Il certificato o l'etichetta devono riportare la dicitura seguente:
- "EN 12300-O2", quando la pulizia è stata effettuata per l'impiego con ossigeno o con
altri fluidi ossidanti;
- "EN 12300", quando la pulizia è stata effettuata solo per l'impiego con altri fluidi criogenici.
Se viene usato un gas protettivo, il tipo di gas e la sua pressione devono essere indicati
in modo leggibile.

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APPENDICE A METODI DI ISPEZIONE
(informativa)

A.1 Generalità
Esistono vari metodi per determinare il livello di pulizia accettabile di un apparecchio ed è
necessario che il metodo selezionato sia complementare del metodo di pulizia impiegato.
Questa appendice tratta i metodi più funzionali ed efficaci disponibili. Le attività descritte
devono essere svolte da persone competenti, che siano state sottoposte al necessario
addestramento e che abbiano maturato un’appropriata esperienza di lavoro in campo industriale.
Tutte le parti da sottoporre a controllo mediante aspersione o immersione nel solvente do-
vrebbero poter scolare liberamente per eliminare il solvente. Se viene identificata un'area
dalla quale il solvente non scola liberamente, occorrerebbe adottare un metodo per ri-
muoverlo completamente senza lasciare contaminazione.
Per le parti che, dopo il montaggio, risultano inaccessibili al controllo, può rendersi neces-
sario procedere al relativo smontaggio oppure ispezionarle prima del loro assemblaggio.
È opportuno tenere sempre presente che durante il montaggio potrebbe verificarsi la con-
taminazione dei componenti oggetto del controllo.
Se un'ispezione rivela la presenza di contaminanti, l'elemento deve essere parzialmente o total-
mente ripulito. Il persistere di un esito insoddisfacente dell'ispezione richiede un'ulteriore valuta-
zione dei metodi di pulitura e delle disposizioni per il controllo di qualità prima della riaccettazione.

A.2 Controllo visivo diretto alla luce del giorno o con luce bianca artificiale
Questo metodo di ispezione è il più comune tra quelli usati per rilevare la presenza di con-
taminanti su di una apparecchiatura dotata di superfici facilmente accessibili. Questo me-
todo permette di rilevare, senza ingrandimento, la presenza di particelle anche molto pic-
cole, di umidità, oli, grasso, ecc. in quantità relativamente modeste.
L'efficacia di questo metodo dipende dalla rugosità della superficie ispezionata. Il metodo
può essere impiegato per superfici di acciaio sabbiate o pulite meccanicamente.
Non sono necessarie lenti d'ingrandimento, ma è importante disporre di una quantità di lu-
ce naturale o di luce bianca artificiale sufficientemente elevata.
Il controllo visivo delle superfici rappresenta un metodo adeguato per rilevare la presenza di:
- umidità (acqua libera);
- agenti di pulitura;
- residui sia di flusso derivanti dalla brasatura, forte o tenera, sia da scorie di saldatura;
- ruggine e calamina, gocce di saldatura, particelle, fibre o altri corpi estranei;
- materiali organici come oli, grasso, vernice, ecc.
Il metodo del controllo visivo diretto consente di rilevare un livello di contaminazione da
idrocarburi di 500 mg/m2.

A.3 Metodo del controllo visivo diretto mediante luce ultravioletta


La luce ultravioletta provoca la fluorescenza di molti, ma non di tutti, idrocarburi o oli organici co-
muni. Una luce ultravioletta con lunghezza d'onda di circa 370 nm usata nell'oscurità totale o
quasi totale, ad una distanza compresa tra 10 cm e 20 cm circa dalla superficie o dal compo-
nente esaminato, può evidenziare aree fluorescenti per un'ulteriore ispezione mediante mezzi
quali la prova di strofinamento, ecc. Sono accettabili tracce fluorescenti dovute a residui di ma-
teriale di cui si conosce l'innocuità.
Nel considerare un componente di un apparecchio pulito per impiego con l'ossigeno, è impor-
tante non basarsi solo sui risultati di questa prova dal momento che, per esempio, alcuni oli
vegetali non producono fluorescenza quando sono esposti alla luce ultravioletta. Pertanto, an-
che se questa prova può essere utile, non deve certamente essere considerata il metodo di
ispezione più importante e dovrebbe essere integrata dalle prove a luce bianca e/o dalle prove
di strofinamento.
Nota Una eccessiva esposizione alla luce ultravioletta diretta o riflessa può provocare danni agli occhi ed alla pelle;
è pertanto opportuno avere particolare cura nel farne uso e seguire attentamente le istruzioni fornite dal fab-
bricante della lampada.

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A.4 Metodo della prova di strofinamento
Questa prova è utile quando l'esame effettuato alla luce bianca non ha dato esito soddi-
sfacente.
La superficie viene strofinata leggermente con panno di cotone non peloso, o di lino op-
pure con una carta da filtro bianca.
Questo panno o carta viene esaminato alla luce bianca e/o alla luce ultravioletta per ri-
scontrare eventuali tracce di contaminazione. Una leggera decolorazione da ossido è in
alcuni casi accettabile. Poiché non è accettabile che particelle di carta o di panno rimangano
sull'apparecchiatura, questo metodo non è consigliato per materiali rugosi o per le fusioni.

A.5 Prova di rottura del film d'acqua


Questa prova può essere usata per rilevare la presenza di residui oleosi non individuati
con altri metodi. La superficie viene bagnata con uno spruzzo di acqua pulita che deve
formare uno strato sottile e rimanere intatto per almeno 5 s. Il formarsi di goccioline d'acqua
rivela la presenza di contaminanti oleosi.

A.6 Metodo della prova di contaminazione da solvente


Questo metodo di ispezione viene usato per controllare il risultato di metodi di pulitura
molto particolari con solvente usati per pulire superfici inaccessibili o impianti di notevoli
dimensioni. Per la maggior parte dei componenti piccoli è più semplice ed economica-
mente più vantaggioso procedere allo smontaggio per il controllo o ispezionarli prima
dell'assemblaggio. Si dovrebbe tenere presente che l'efficacia di questo metodo di pulitu-
ra e successiva ispezione è limitata dalla possibilità di raggiungere e sciogliere i contami-
nanti, eventualmente presenti. La presenza di contaminazione locale nelle sacche di un
apparecchio complesso può essere rilevata ricorrendo a questo metodo di ispezione che
permette di ottenere indicazioni successive limitate ma costanti della contaminazione. La
valutazione dei risultati di tale metodo richiede una notevole esperienza.
Il metodo di ispezione è basato sul confronto tra il solvente usato e quello nuovo. Il livello
di contaminazione o la sua assenza durante la pulitura può essere seguito da vicino pre-
levando in successione campioni di solvente nel corso dell'intero processo di pulitura, fino
ad avere conferma che il livello di accettabilità è stato raggiunto. La verifica della quantità
di contaminanti presenti in un campione di solvente usato fornisce una soddisfacente in-
dicazione del livello di pulizia raggiunto.
La quantità di contaminanti presenti in un campione può essere determinata in tre modi:
- massa del residuo (prova di laboratorio);
- volume del residuo (prova di laboratorio);
- trasmissione della luce.

A.6.1 Massa del residuo


Una quantità nota (MS) di un campione significativo del solvente usato non filtrato è versata
in un piccolo bicchiere graduato di massa nota e viene fatta evaporare fino all'essiccazione,
facendo attenzione a non surriscaldare il residuo del quale si stabilisce la massa (m2). Allo
stesso modo, viene determinata la massa (m1) del residuo di una pari quantità di solvente
non usato e pulito. La differenza di massa tra i due residui e la quantità di campione rap-
presentativo usato viene rapportata alla quantità totale (MV) di solvente usato e impiegata
per calcolare la quantità di contaminante residuo rimosso per metro quadrato (mc)
dall'area A di superficie pulita.
( m2 – m1) M V ⁄ M S
m c = ------------------------------------------------
-
A
dove:
m1 è la massa del residuo (solvente pulito);
m2 è la massa del residuo (solvente usato);
MS è la massa del campione rappresentativo (solvente usato);
MV è la massa totale del solvente usato;
A è l'area della superficie del componente pulito;
mc è la massa della contaminazione presente per area pulita.

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A.6.2 Volume del residuo
Una quantità misurata di un campione del solvente usato non filtrato può essere collocata
in un contenitore di vetro chiaro e lasciata evaporare fino all'essiccazione. Il volume del
residuo può essere misurato direttamente ed usato per calcolare il volume del contami-
nante estratto per metro quadrato dell'area di superficie pulita. Una maggiore sensibilità
può essere ottenuta tramite evaporazione successiva di ulteriori quantità, del medesimo
lotto di solvente estratto, nello stesso contenitore di vetro.

A.6.3 Trasmissione della luce


Un campione di solvente usato e non filtrato viene messo a confronto con un campione di
riferimento di solvente nuovo, confrontando simultaneamente la trasmissione della luce
attraverso i due campioni. Le differenze riscontrate nel colore, nell'assorbimento della lu-
ce e nel contenuto di particelle dei solventi forniscono un'indicazione qualitativa dell'entità
di contaminanti sciolti. La quantità di qualsiasi contaminante presente in un campione può
essere stimata mediante tecniche di analisi, per esempio facendo ricorso alla luce ultra-
violetta o alla luce infrarossa.

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APPENDICE ZA PUNTI DELLA PRESENTE NORMA EUROPEA RIGUARDANTI I REQUISITI
(informativa) ESSENZIALI O ALTRE DISPOSIZIONI DELLE DIRETTIVE UE
La presente norma europea è stata elaborata nell’ambito di un mandato conferito al CEN
dalla Commissione Europea e dall’Associazione Europea del Libero Scambio ed è di sup-
porto ai requisiti essenziali della Direttiva UE 97/23/CEE "Direttiva sugli apparecchi a
pressione" del 29 maggio 1998.
ATTENZIONE: Altri requisiti ed altre Direttive UE possono essere applicabili al(ai) prodotto(i)
che rientra/rientrano nello scopo e campo di applicazione della presente norma.
I punti della presente norma, forniti nel prospetto ZA.1, possono essere di supporto ai re-
quisiti della Direttiva 97/23/CEE.
prospetto ZA.1 Confronto tra la presente norma europea e la Direttiva sugli apparecchi a pressione (PED)

Punti armonizzati della EN 12300 Contenuto PED


tutte Progettato, prodotto e collaudato.... Appendice I § 1.1
per garantirne la sicurezza quando
messo in servizio
§6 Collaudo finale Appendice I § 3.2.1

La conformità ai punti della presente norma costituisce un mezzo per soddisfare i requisiti es-
senziali specifici della Direttiva in questione e dei regolamenti EFTA associati.

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PUNTI DI INFORMAZIONE E DIFFUSIONE UNI

Milano (sede) Via Battistotti Sassi, 11B - 20133 Milano - Tel. 0270024200 - Fax 0270105992
Internet: www.uni.com - Email: diffusione@uni.com

Roma Via delle Colonnelle, 18 - 00186 Roma - Tel. 0669923074 - Fax 066991604
Email: uni.roma@uni1.inet.it

Ancona c/o SO.GE.S.I.


Via Filonzi - 60131 Ancona - Tel. 0712900240 - Fax 0712866831

Bari c/o Tecnopolis CSATA Novus Ortus


Strada Provinciale Casamassima - 70010 Valenzano (BA) - Tel. 0804670301 - Fax 0804670553

Bologna c/o CERMET


Via A. Moro, 22 - 40068 San Lazzaro di Savena (BO) - Tel. 0516250260 - Fax 0516250262

Brescia c/o AQM


Via Lithos, 53 - 25086 Rezzato (BS) - Tel. 0302590656 - Fax 0302590659

Cagliari c/o Centro Servizi Promozionali per le Imprese


Viale Diaz, 221 - 09126 Cagliari - Tel. 070349961 - Fax 07034996306

Catania c/o C.F.T. SICILIA


Piazza Buonarroti, 22 - 95126 Catania - Tel. 095445977 - Fax 095446707

Firenze c/o Associazione Industriali Provincia di Firenze


Via Valfonda, 9 - 50123 Firenze - Tel. 0552707206 - Fax 0552707204

Genova c/o CLP Centro Ligure per la Produttività


Via Garibaldi, 6 - 16124 Genova - Tel. 0102704279 - Fax 0102704436

La Spezia c/o La Spezia Euroinformazione, Promozione e Sviluppo


Piazza Europa, 16 - 19124 La Spezia - Tel. 0187728225 - Fax 0187777961

Napoli c/o Consorzio Napoli Ricerche


Corso Meridionale, 58 - 80143 Napoli - Tel. 0815537106 - Fax 0815537112

Pescara c/o Azienda Speciale Innovazione Promozione ASIP


Via Conte di Ruvo, 2 - 65127 Pescara - Tel. 08561207 - Fax 08561487

Reggio Calabria c/o IN.FORM.A. Azienda Speciale della Camera di Commercio


Via T. Campanella, 12 - 89125 Reggio Calabria - Tel. 096527769 - Fax 0965332373

Torino c/o Centro Estero Camere Commercio Piemontesi


Via Ventimiglia, 165 - 10127 Torino - Tel. 0116700511 - Fax 0116965456

Treviso c/o Treviso Tecnologia


Palazzo Cristallo - Via Roma, 4/d - 31020 Lancenigo di Villorba (TV) - Tel. 0422608858 - Fax 0422608866

Udine c/o CATAS


Via Antica, 14 - 33048 San Giovanni al Natisone (UD) - Tel. 0432747211 - Fax 0432747250

Vicenza c/o TECNOIMPRESA I.P.I. S.r.l.


Piazza Castello, 2/A - 36100 Vicenza - Tel. 0444232794 - Fax 0444545573

UNI
Ente Nazionale Italiano La pubblicazione della presente norma avviene con la partecipazione volontaria dei Soci,
di Unificazione dell’Industria e dei Ministeri.
Via Battistotti Sassi, 11B Riproduzione vietata - Legge 22 aprile 1941 Nº 633 e successivi aggiornamenti.
20133 Milano, Italia

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