Norma Italiana
CEI 31-11
Data Pubblicazione Edizione
1997-10 Prima
Classificazione Fascicolo
31-11 3711 R
Titolo
Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive
Modo di protezione «n»
Title
Electrical apparatus for potentially explosive atmospheres
Type of protection «n»
NORMA TECNICA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
Le presente Norma contiene le prescrizioni per la costruzione, la valutazione e la prova di costruzioni elet-
triche con modo di protezione «n» che quando funzionano entro i limiti delle loro caratteristiche nominali,
non sono capaci di provocare l’accensione di una atmosfera esplosiva circostante.
La presente Norma costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale,
della Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 746).
DESCRITTORI
materiale elettrico; atmosfera potenzialmente esplosiva; atmosfera esplosiva; protezione contro le
esplosioni; norme specifiche; sicurezza intrinseca «n»; sistemi a sicurezza intrinseca «n»;
Europei
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 31-11 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc.
CDU
LEGENDA
(PEQ) La Norma in oggetto recepisce con modifiche le Norme indicate dopo il riferimento (PEQ)
SEZIONE
1 GENERALITÀ 1
1 OGGETTO E SCOPO 1
2 CAMPO DI APPLICAZIONE 1
3 DEFINIZIONI 1
4 PRESCRIZIONI GENERALI 3
4.1 Sorgente potenziale di accensione ............................................................................................................................. 3
4.2 Gruppi delle costruzioni elettriche ............................................................................................................................. 3
4.3 Classi di temperatura ............................................................................................................................................................ 3
Tab. 1 Classificazione delle massime temperature superficiali ............................................................................... 4
SEZIONE
2 PRESCRIZIONI PER TUTTE LE COSTRUZIONI ELETTRICHE 4
6 CUSTODIE 5
Tab. 2 Prova di resistenza all’urto ................................................................................................................................................ 6
7 ELEMENTI DI CONNESSIONE 7
7.1 Elementi di connessione per circuiti esterni ........................................................................................................ 7
7.2 Elementi di connessione per circuiti interni ........................................................................................................ 8
10 CONTRASSEGNI 10
11 DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ 11
SEZIONE
3 PRESCRIZIONI SUPPLEMENTARI PER COSTRUZIONI ELETTRICHE
CONSIDERATE NON SCINTILLANTI 12
14 PRESE A SPINA 14
15 APPARECCHI D’ILLUMINAZIONE 14
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SEZIONE
4 PRESCRIZIONI PER COSTRUZIONI ELETTRICHE CHE PRODUCONO ARCHI,
SCINTILLE O ELEVATE TEMPERATURE SUPERFICIALI DURANTE IL SERVIZIO NORMALE 16
19 DISPOSITIVI A TENUTA 18
20 LIMITAZIONE DI ENERGIA 19
Tab. 4 Corrente nel circuito di taratura .................................................................................................................................. 19
20.10 Massimi livelli di tensione e corrente ..................................................................................................................... 21
APP ENDIC E
A CURVE LIMITE DI ACCENSIONE 24
Fig. A1 Circuiti praticamente non induttivi.
Applicabile a tutti i circuiti contenenti cadmio,
zinco, magnesio o alluminio ......................................................................................................................................... 24
Fig. A2 Circuiti praticamente non induttivi.
Applicabile a circuiti non contenenti cadmio, zinco, magnesio o alluminio ............................. 25
Fig. A3 Circuiti capacitivi. Le curve corrispondono a valori di resistenze limitatrici di corrente
come indicato. La curva segnata Sn è applicabile solo a circuiti non contenenti
cadmio, zinco, magnesio o alluminio ..................................................................................................................... 26
Fig. A4 Circuiti capacitivi. Le curve corrispondono a valori di resistenze limitatrici di corrente
come indicato. La curva Sn è applicabile solo a circuiti non contenenti
cadmio, zinco, magnesio o alluminio ..................................................................................................................... 27
Fig. A5 Circuiti induttivi. Applicabile a tutti i circuiti contenenti cadmio, zinco,
magnesio o alluminio ......................................................................................................................................................... 28
Fig. A6 Circuiti induttivi. Applicabile a circuiti non contenenti cadmio, zinco,
magnesio o alluminio ......................................................................................................................................................... 29
Fig. A7 Relazione tra minima corrente di accensione Icc e tensione a vuoto Vo ...................................... 30
Fig. A8 Relazione tra minima corrente di accensione Icc e tensione a vuoto Vo ...................................... 31
Fig. A9 Relazione tra minima corrente di accensione Icc e induttanza L ........................................................ 32
Fig. A10 Relazione tra minima corrente di accensione Icc e induttanza L ........................................................ 33
APP ENDIC E
B CUSTODIE A RESPIRAZIONE LIMITATA 34
B.1 Tecnica della respirazione limitata ............................................................................................................................ 34
B.2 Principi della tecnica ........................................................................................................................................................... 34
B.3 Definizione dei termini ...................................................................................................................................................... 34
B.4 Teoria e prescrizioni di prova ...................................................................................................................................... 35
B.5 Calcolo ........................................................................................................................................................................................... 36
Tab.B 1 Proprietà di alcune sostanze infiammabili correlate al fattore di respirazione limitata (s) 37
Fig. B1 Fattore di respirazione limitata S. Nell’uso del nomogramma se ts è minore di 40 °C
si utilizza il valore di 40 °C ............................................................................................................................................. 41
Fig. B2 Custodie a respirazione limitata - Metodo di prova ..................................................................................... 42
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1 GENERALITÀ
S E Z I O N E
1 OGGETTO E SCOPO
2 CAMPO DI APPLICAZIONE
3 DEFINIZIONI
3.3 Custodia
Come 2.16 della Norma CEI 31-8 (1978).
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3.13 Atmosfera potenzialmente esplosiva
Come 2.2 della Norma CEI 31-8 (1978).
4 PRESCRIZIONI GENERALI
4.3.1 Le costruzioni elettriche delle presenti Norme sono previste per un campo di
temperature ambiente compreso tra –20 °C e 40 °C.
Qualora esse siano idonee per un campo di temperature diverso da questo, dovr-
anno essere contrassegnate con il campo di temperature. La classe di temperatura
deve essere basata sulla massima temperatura ambiente per la quale la costruzi-
one elettrica è progettata.
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Tab. 1 Classificazione delle massime temperature superficiali
Classe di temperatura T1 T2 T3 T4 T5 T6
Temp. max superficiale (°C) 450 300 200 135 100 85
4.3.3 La più bassa temperatura delle atmosfere esplosive considerate deve essere supe-
riore alla massima temperatura superficiale.
Tuttavia nel caso di componenti aventi una superficie complessiva non superiore
a 10 cm2 (p. es. transitori o resistori utilizzati in circuiti a bassa energia, protetti
secondo la tecnica della limitazione di energia) la temperatura superficiale può
superare quella della classe di temperatura riportata sulla costruzione elettrica se
non c’è alcun rischio diretto o indiretto di accensione a causa di questi compo-
nenti, con un margine di sicurezza di:
50 °C per T1, T2, T3;
25 °C per T4, T5, T6.
Questo margine di sicurezza deve essere garantito per esperienza derivata da
componenti similari o a seguito di prove di costruzione elettriche eseguite in pre-
senza di miscele esplosive rappresentative.
Nota Durante la prova il margine di sicurezza può essere ottenuto aumentando la temperatura am-
biente.
Per altre costruzioni elettriche, temperature superficiali più elevate di quelle indi-
cate dalla classe di temperatura indicata in targa, sono ammesse, se è dimostrato
attraverso prove che la massima temperatura superficiale è almeno 50 °C più bas-
sa della più bassa temperatura alla quale l’accensione della specificata miscela
esplosiva gas-aria, o altra miscela, può aver luogo nelle previste condizioni di
servizio. Ciò è valido soltanto per i gas e vapori infiammabili specificati nella
documentazione che accompagna la costruzione elettrica, la quale deve indicare
in targa la restrizione di applicazione.
4.3.4 Se una costruzione elettrica è progettata per una particolare applicazione o per
una massima temperatura superficiale superiore a 450 °C, la temperatura limite
delle superfici accessibili deve essere marchiata sulla costruzione in accordo con
le prescrizioni dell’art. 10.
4.3.6 Gli apparecchi di illuminazione devono essere marchiati con il tipo e le caratte-
ristiche nominali della lampada appropriata alla classe di temperatura.
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Le costruzioni elettriche con modo di protezione «n» devono essere inoltre con-
formi alle prescrizioni della presente Norma. Le prescrizioni di prove specifiche
possono non essere applicate se giudicate non necessarie per la sicurezza e se ne
viene data giustificazione nella documentazione.
Note: 1 Se la costruzione elettrica deve sopportare condizioni di servizio particolarmente severe
(ad es. manipolazioni brusche, effetti dell’umidità, variazioni di temperatura dell’aria
ambiente, dei gas o vapori, ecc.), queste devono essere concordate tra l’utilizzatore ed il co-
struttore.
2 Nella scelta delle apparecchiature elettriche, l’utilizzatore dovrebbe tener conto dell’influ-
enza delle polveri e delle temperature di carbonizzazione delle polveri combustibili che
possono depositarsi in strati superficiali.
6 CUSTODIE
6.2 Custodie contenenti parti nude in tensione e parti isolate destinate soltanto per
l’interno, devono avere un grado di protezione non inferiore a IP 4X (*) e IP 2X(*)
rispettivamente.
Per impieghi all’esterno sono in generale necessari gradi di protezione più ele-
vati. Per esempio le custodie contenenti parti nude in tensione richiedono nor-
malmente un grado di protezione non inferiore a IP 54(*) e le custodie contenenti
soltanto parti isolate richiedono normalmente un grado di protezione non inferi-
ore a IP 44(*).
Adeguati riferimenti devono essere riportati nella documentazione della costruzi-
one elettrica.
Un grado di protezione più elevato sarà applicato a tipi particolari di costruzione
quando indicato nella presente Norma.
Le costruzioni elettriche previste per l’installazione nei luoghi che assicurano una
protezione adeguata contro l’ingresso o corpi solidi estranei di liquidi, come ad
esempio una seconda custodia, una sala controllo, una sala pressurizzata o un lu-
ogo protetto, oppure dove la sicurezza non può essere compromessa da contatto
con liquidi o corpi solidi estranei come ad esempio per i rilevatori meccanici re-
sistivi (strain gauges), le termocoppie e le termoresistenze, non devono necessar-
iamente essere conformi alle prescrizioni di cui sopra.
6.3 Le custodie devono essere capaci di soddisfare le prescrizioni relative alla prova
d’urto, specificate nelle norme in uso nell’industria.
Qualora non esistano norme relative ad apparecchiature particolari, o non esis-
tono prescrizioni di prova d’urto, si applicano le seguenti prescrizioni:
n una massa di 1 kg o di 0,25 kg, a seconda della necessità, deve essere lasciata
cadere verticalmente da un’altezza h tale che l’energia di impatto E corrispon-
da al valore della tab. 2 (h = E/10; con h in metri ed E in joule). La massa
deve essere provvista di una testa di forma emisferica di 25 mm di diametro:
n in poliammide (nailon 6,6), durezza Rockwell R100 (alla temperatura di
23 °C ± 2 °C e 50% ± 5% di umidità relativa) per la prova di parti tra-
sparenti delle custodie;
(*) Norme CEI 70-1 e altre Norme specifiche quali, ad es., IEC 144 (1963) e IEC 34-5 (1981).
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n in acciaio temperato per la prova delle altre parti delle custodie.
Nota Prima di ogni prova è necessario controllare che la superficie della testa d’urto sia in buone
condizioni; essa deve essere cambiata il più spesso possibile, e nel caso della testa in poliam-
mide, almeno ogni 100 urti.
La Tab. 2 specifica i casi nei quali deve essere effettuata al prova.
Elevato Basso
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Quando la costruzione elettrica è marchiata con un intervallo di temperatura, le
prove d’urto devono essere eseguite a 10 °C al di sopra del più elevato limite
dell’intervallo e a 5 °C al di sotto del più basso limite dell’intervallo.
Le prove da eseguire ad una temperatura diversa da quella ambiente, devono es-
sere effettuate ponendo il campione in una cella climatica, ad una temperatura al
di sopra di quella prescritta per le prove al limite superiore di temperatura, e al di
sotto della temperatura prescritta per le prove al limite inferiore di temperatura.
Dopo che la temperatura del campione si è stabilizzata, esso viene ritirato dalla
cella climatica, messo sul banco di prova e sottoposto alla prova d’urto al mo-
mento in cui la temperatura (verificata a mezzo di termocoppia) raggiunge il va-
lore prescritto.
Esaminata dopo la prova, la custodia non deve presentare danni significativi. In
particolare le parti nude in tensione non devono essere divenute accessibili.
Qualunque deformazione causata dalle prove non deve impedire il sicuro fun-
zionamento della costruzione elettrica, né ridurre le distanze in aria e superficiali
specificate e il grado di protezione della custodia.
È accettato che danni superficiali, come graffiature di parti verniciate, rotture di
alette di raffreddamento e di altre parti analoghe della costruzione elettrica e pic-
cole ammaccature siano trascurate.
Inoltre, cappe di ventilazione esterne e griglie di protezione devono resistere alle
prove senza spostamenti o deformazioni che possano causare interferenze con le
parti in movimento.
Le custodie a respirazione limitata devono essere ancora in grado di superare le
prove di tipo prescritte all’art. 21.2.
7 ELEMENTI DI CONNESSIONE
7.1.1 Le costruzioni elettriche previste per essere collegate a circuiti esterni devono es-
sere dotate di elementi di connessione, ad eccezione di quelle munite di un cavo
non separabile.
I morsetti previsti per le connessioni esterne devono essere costruiti in modo che
i conduttori possano essere efficacemente collegati ad essi e possano essere ser-
rati senza ridurre la loro sezione, così da garantire un fissaggio bloccato e sicuro
contro l’allentamento e la torsione ed una pressione di contatto affidabile nel
tempo. Queste prescrizioni non sono intese ad escludere l’uso di morsetti che af-
fidano la loro integrità contro l’allentamento al solo attrito.
In alternativa i morsetti possono essere idonei per capicorda, a condizione che i
capicorda stessi siano assicurati contro l’allentamento e che il serraggio sia tale
che la pressione di contatto venga mantenuta permanentemente. Quando si usa
questo tipo di morsetto devono essere previsti mezzi che impediscano riduzioni
accidentali delle distanze in aria. Ciò può essere conseguito con l’uso delle bar-
riere di separazione (separatori isolanti) di altezza almeno uguale a quella dei
morsetti.
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7.1.2 I morsetti per i collegamenti esterni devono poter ricevere almeno un conduttore
di grandezza appropriata alla corrente nominale della costruzione elettrica.
Nota Le caratteristiche dell’impianto (caduta di tensione, correnti di guasto, ecc.) possono rendere
necessario l’uso di morsetti adatti per conduttori di sezione maggiore di quella richiesta da
considerazioni di carattere termico.
7.1.3 Le entrate di cavo e di tubo devono essere realizzate in maniera da non compro-
mettere il modo di protezione della costruzione elettrica. Ciò si deve applicare
all’intera gamma di diametri di cavo specificati dal costruttore delle entrate di
cavo come adatti per uso con le entrate stesse.
Le entrate di cavo devono prevedere:
a) il passaggio del cavo attraverso la parete della custodia senza danneggiamen-
to del cavo stesso; e
b) se necessario, il serraggio del cavo e il collegamento a massa di schermo,
guaina o armatura metallici.
Le entrate per cavi flessibili non devono avere angoli taglienti capaci di danneg-
giare il cavo quando esso viene mosso in ogni direzione con un angolo di 90°
rispetto all’asse del cavo. Il punto di entrata deve essere arrotondato in modo tale
che il raggio di curvatura del cavo non sia inferiore ad un quarto del diametro del
più grosso cavo ammesso per l’entrata stessa.
7.1.4 Le entrate con tubo possono essere avvitate in fori filettati oppure bloccate in fori
lisci:
a) nella parete della custodia, oppure
b) in una piastra progettata per essere fissata nelle (o sulle) pareti della custodia,
oppure
c) in un idoneo giunto di bloccaggio, solidale con la parete della custodia o col-
legato ad essa.
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Le connessioni che possono venire a contatto con parti metalliche taglienti de-
vono essere protette meccanicamente oppure fissate in modo da impedire sfrega-
menti.
La tensione nominale delle costruzioni elettriche può superare il valore dato in Tab. 3 del 10%.
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9 DISTANZE IN ARIA, SUPERFICIALI E ATTRAVERSO L’ISOLAMENTO
9.1 Nel caso in cui un guasto possa risultare potenzialmente pericoloso e non esi-
stano le relative prescrizioni nelle Norme specifiche, le distanze in aria, superfi-
ciali e attraverso l’isolamento fra parti nude in tensione devono essere conformi a
quanto specificato nella Tab. 3, se la costruzione elettrica non è sottoposta alle
prove individuali di tensione di 1500 + 2 Un V efficaci.
9.2 Le distanze in aria e superficiali devono essere misurate con tutte le parti mobili
disposte in modo da determinare i valori minimi possibili.
9.3 Valori inferiori a quelli specificati nella Tab. 3 possono essere ammessi se la cos-
truzione elettrica viene controllata o provata sottoponendola a guasti simulati,
come ad esempio collegando direttamente tra loro le parti non conformi alla
Tab. 3 e considerando gli effetti risultanti.
9.4 I valori delle distanze attraverso l’isolamento della colonna intestata fra parti in-
capsulate si applicano alle parti completamente immerse in resina termoin-
durente di spessore minimo 0,4 mm.
9.5 I valori delle distanze attraverso l’isolamento della colonna intestata fra parti
rivestite si applicano alle parti protette con un mezzo di riempimento soffice, op-
pure con due strati almeno di sigillante tipo lacca o vernice.
Nota Ciascuno strato di lacca o vernice deve essere lasciato essiccare prima di applicare lo strato
successivo. Se per soddisfare le prescrizioni della Tab. 3 è richiesto il rivestimento soltanto di
una piccola area della costruzione elettrica questa può essere trattata localmente, per esempio
con una applicazione a pennello.
10 CONTRASSEGNI
10.1 La costruzione elettrica rispondente alle presenti Norme deve essere marchiata
con i seguenti dati:
1) nome del costruttore o marchio di fabbrica;
2) designazione del tipo, data dal costruttore, che consenta di individuare di
quale costruzione si tratta;
3) contrassegno del CEI;
4) simbolo Ex n a cui si aggiunge:
A per costruzioni elettriche non scintillanti;
C per costruzioni elettriche aventi contatti scintillanti adeguatamente pro-
tetti, diverse dalle costruzioni a respirazione limitata;
R per costruzioni elettriche in custodie a respirazione limitata;
5) simbolo del gruppo II, oppure IIA, IIB o IIC, quando ciò sia necessario per il
modo di protezione specifico indicato in questa Norma. Le costruzioni
elettriche destinate all’utilizzo in presenza di un particolare gas o vapore de-
vono essere marchiate con il simbolo II seguito dal nome o dalla formula
chimica di questo gas o vapore;
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6) simbolo della classe di temperatura, o massima temperatura superficiale, o
entrambi; nell’ultimo caso la classe di temperatura deve essere riportata tra
parentesi.
Esempio: Ti oppure 350 °C oppure 350 °C (T1).
Le costruzioni elettriche con temperatura superficiale maggiore di 450 °C devono
essere contrassegnate con la sola temperatura;
7) campo di temperature ambiente, se diverso da quello compreso tra –20 °C e
40 °C.
8) simbolo X, (dopo il numero di certificato se la costruzione elettrica è stata
certificata come all’art. 11 o dopo la sigla d’identificazione del modo di pro-
tezione, per es. Ex n AX) se vi sono condizioni particolari di installazione e di
utilizzo relative alla sicurezza della costruzione elettrica. Queste condizioni
devono essere specificate nei documenti che accompagnano la costruzione
elettrica;
9) nome o simbolo del laboratorio di prova riconosciuto e estremi del certificato
di prova se la costruzione elettrica è stata certificata come conforme alle pre-
scrizioni della presente Norma;
10) numero di serie, in generale, ad eccezione che per:
n accessori di collegamento (entrate di cavo e di tubo, piastre rimovibili per
fori, riduzioni, testacanne, ecc.);
n costruzioni elettriche molto piccole con spazio disponibile limitato;
11) ogni altro dato prescritto dalla presente Norma o da altre specifiche Norme
CEI.
I punti 4), 5) e 6) devono essere marchiati nella stessa sequenza nella quale sono
stati dati sopra, cioè:
Ex n R II T4
10.2 Sulle costruzioni elettriche piccolissime, con spazio disponibile limitato, i contras-
segni possono essere ridotti, ma devono includere almeno:
a) il simbolo Ex n, insieme ad A, C o R;
b) se la costruzione elettrica è stata certificata in conformità alle prescrizioni del-
la presente Norma, il nome o il marchio del laboratorio di prova ed il numero
del certificato;
c) il simbolo x, se necessario;
d) il nome e il marchio del costruttore.
11 DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ
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e) affermazione del costruttore che la costruzione elettrica è conforme alla pre-
sente norma;
f) condizioni supplementari (se esistono) per una sicura installazione ed un si-
curo servizio della costruzione elettrica.
Le costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive devono essere
costruite in modo da non influenzare sfavorevolmente la sicurezza delle persone,
degli animali domestici e dei beni, quando esse siano opportunamente installate,
mantenute e utilizzate nelle applicazioni per le quali sono state progettate e co-
struite. Il costruttore deve, sotto la sua esclusiva responsabilità, indicare che esse
sono conformi a quanto sopra, in una dichiarazione preparata secondo il model-
lo indicato nell’Allegato E alla Norma CEI 31-8; V2 (1984).
In aggiunta alle prescrizioni generali delle sezioni precedenti, nel caso di costruz-
ioni elettriche che non producono archi o scintille in servizio normale valgono le
seguenti prescrizioni supplementari.
12.1 Le macchine rotanti devono essere conformi alle Norme CEI 2-3 e 2-4 per quanto
esse interessino il modo di protezione «n».
12.2 La classe di temperatura delle macchine deve essere riferita alle condizioni di
servizio escluse le condizioni di avviamento, se la macchina non è prevista per
funzionare nelle condizioni di servizio ciclico con avviamento incluso nel ciclo.
In quest’ultimo caso la classe di temperatura deve tener conto della temperatura
per l’intera durata del ciclo incluso l’avviamento.
Nota I calcoli oppure le prove del costruttore possono essere considerati come evidenza di confor-
mità.
12.3 Le barre dei rotori a gabbia devono essere fissate saldamente nelle cave per limi-
tare il rischio di scintillamento durante l’avviamento e la marcia.
Nota La limitazione può essere ottenuta, ad esempio, con fusione di alluminio sotto pressione, con
riempimento supplementare delle cave contenenti barre singole, con zeppe di arresto o con
spinatura.
Inoltre per le costruzioni che prevedono l’uso di vernici impregnanti per garantire il necessario
grado di compattezza, il costruttore deve adottare un metodo che consenta la completa pene-
trazione della vernice e deve assicurare che la classe di isolamento della vernice sia adatta per
la temperatura prevista dal progetto e dalle condizioni di servizio.
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Durante il servizio normale, la distanza della ventola rotante dalla cappa di protez-
ione, dalla griglia di ventilazione e dai loro dispositivi di fissaggio deve essere al-
meno uguale a 1/100 del diametro massimo della ventola, con un minimo di 1 mm.
La distanza non deve, durante la rotazione, superare comunque i 5 mm e può es-
sere ridotta ad 1 mm se le parti contrapposte sono state ottenute per lavorazione
su macchine utensili.
12.6 Qualora venga prevista, la scatola di connessione deve essere costruita per garan-
tire un grado di protezione non inferiore a IP 54. Essa può essere aperta verso l’in-
terno della macchina se questa ha un grado di protezione almeno uguale a IP 44.
13.1 I fusibili sono considerati componenti non scintillanti se rientrano in uno dei seg-
uenti casi:
a) fusibili non ricaricabili con riempimento di sabbia e cartuccia senza indicatore
che siano capaci di interrompere una corrente presunta di almeno 4000 A;
b) fusibili a cartuccia singola con caratteristiche nominali non superiori a 6 A
250 V verso terra e installati in portafusibili con grado di protezione IP 64;
c) fusibili non ricaricabili con caratteristiche nominali non superiori a 6 A 250 V
capaci di interrompere una corrente presunta di almeno 4000 A alla tensione
di rete e installati in costruzioni elettriche, come, per es., contatori, strumenti
di misura e relé.
13.2 La classe di temperatura della costruzione elettrica deve tener conto della tem-
peratura di ciascun fusibile montato nella costruzione elettrica stessa alla sua cor-
rente nominale (vedi anche 7.1.3).
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14 PRESE A SPINA
14.1 Prese a spina e simili connettori per i collegamenti interni non vanno considerati
normalmente scintillanti se sono disposti in modo da non allentarsi o separarsi a
causa di vibrazioni o se richiedono una forza di separazione non inferiore a 15 N.
14.2 I morsetti per i collegamenti interni devono essere disposti o identificati in modo
che non sia possibile un collegamento errato.
14.3 Prese a spina e connettori simili per collegamenti esterni, come ad esempio
quelli disposti all’esterno della custodia, devono essere fissati meccanicamente
per prevenire separazioni accidentali.
14.4 Prese a spina per usi di carattere generale e prese a spina per costruzioni
elettriche portatili o mobili sono considerate come scintillanti se non sono con-
formi a 14.3 e non sono provviste di un interblocco meccanico od elettrico cosic-
ché non possano essere separate quando i contatti sono in tensione e non si pos-
sa dar tensione ai contatti mentre la presa e la spina sono separate.
In alternativa le prese a spina che non sono interbloccate come sopra indicato
devono essere assicurate con mezzi di unione speciali come definiti in 8.2 delle
Norme CEI 31-8 Regole Generali (EN 50014) e devono portare una targhetta con
la scritta «non separare o inserire sotto tensione».
15 APPARECCHI D’ILLUMINAZIONE
15.1 Gli apparecchi d’illuminazione devono essere idonei per l’impiego di lampade a
incandescenza, fluorescenti tubolari o altri tipi a scarica, con l’eccezione delle
lampade al sodio del tipo a bassa pressione.
15.2 Gli apparecchi d’illuminazione devono essere marchiati con i dati nominali della
lampada e con altre informazioni relative alla classe di temperatura.
15.4 I portalampade non devono provocare scintille in servizio normale e devono es-
sere collegati in modo che sia ridotto al minimo il rischio di archi, scintille o ele-
vate temperature locali durante l’utilizzo normale, che non contempla la disin-
serzione e l’inserzione della lampada quando il relativo circuito è sotto tensione.
La costruzione ed il montaggio del portalampade nell’armatura devono essere tali
che i conduttori ed il loro isolamento non siano danneggiati quando si inserisce
o si toglie il portalampade dall’armatura o quando la lampada (a bulbo o fluore-
scente tubolare) viene sostituita.
15.4.1 I portalampade a baionetta devono essere progettati in modo che i contatti elasti-
ci non siano i soli mezzi adibiti alla conduzione della corrente di alimentazione.
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15.4.2 Quando sono montati nell’apparecchio d’illuminazione, i portalampade a vite de-
vono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza ed intercambiabilità di cui alle
Norme CEI 34-11.
Essi devono inoltre essere progettati in modo da impedire che la lampada possa
allentarsi nel portalampade per esempio a causa di sbalzi di temperatura o vi-
brazioni, e devono essere in grado di soddisfare le prescrizioni di prova seguenti:
n un attacco di prova conforme alle dimensioni specificate nelle Norme CEI
34-11 deve essere inserito completamente in un portalampada campione con
la seguente coppia di serraggio:
. E14: 1,0 Nm ± 0,1 Nm;
. E27: 1,5 Nm ± 0,1 Nm;
. E40: 3,0 Nm ± 0,1 Nm;
n l’attacco di prova deve poi essere parzialmente svitato di 15° e la minima
coppia necessaria poi a svitarlo completamente non deve essere inferiore ai
seguenti valori:
. E14: 0,3 Nm;
. E27: 0,5 Nm;
. E40: 1,0 Nm.
Le prove sopradescritte non sono necessarie per i portalampade E10.
Nota Qualora le vibrazioni siano elevate, può essere necessario provvedere l’apparecchio d’illumina-
zione di accessori di montaggio speciali.
15.6 I dispositivi ausiliari devono soddisfare le prescrizioni delle Norme CEI 34-7 o
34-21.
Qualora non esistano riferimenti a Norme specifiche, gli elementi ausiliari de-
vono essere conformi alla Tab. 7 della Norma CEI 34-21.
15.7 Gli starter devono essere del tipo a contatti racchiusi in custodia a chiusura er-
metica, come per es., un’ampolla di vetro racchiusa in un contenitore di metallo
o di materiale plastico conforme alle Norme CEI 34-5, oppure una protezione di
equivalente efficacia.
Il contenitore non deve essere necessariamente a chiusura ermetica.
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16 STRUMENTI E COSTRUZIONI ELETTRICHE DI BASSA POTENZA
17.1.1 Le guarnizioni elastiche di tenuta devono essere montate in modo da non poter
essere meccanicamente danneggiate durante il servizio normale e da conservare
le loro proprietà di tenuta per l’intera vita prevista del dispositivo o del compo-
nente.
Le resine sigillanti ed i materiali di incapsulamento devono avere un punto di
rammollimento o di fusione superiore di almeno 20 °C alla temperatura massima
prevista in servizio normale per il dispositivo o componente.
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17.1.2 Le custodie devono essere in grado di sopportare le normali operazioni di
trasporto, assemblaggio e manutenzione senza subire danni alle tenute, se tali
danni sono evidenti.
17.3.2 Per i dispositivi di interruzione in cella chiusa la miscela gassosa contenuta nel
dispositivo deve essere innescata manovrando i contatti ivi racchiusi, collegati
alla massima sorgente nominale di energia, potenza e carico, in termini di ten-
sione, corrente, frequenza e fattore di potenza.
La prova di apertura e chiusura deve essere ripetuta tre volte rinnovando ogni
volta la miscela esplosiva all’interno del dispositivo.
17.3.3 Per componenti non innescanti i contatti devono essere precondizionati con 6000
manovre, alla frequenza approssimativa di 6 volte al minuto ed al carico elettrico
specificato. I contatti devono poi effettuare 50 manovre allo stesso carico elettri-
co, con il componente riempito e circondato dalla miscela infiammabile specifi-
cata in 17.3.1. Queste 50 manovre di apertura e chiusura devono essere ripetute
3 volte rinnovando ogni volta la miscela esplosiva di prova.
Nota Specificato significa che la corrente e la tensione del circuito nel quale il componente viene
usato, e per il quale la sicurezza è stata verificata, sono quelle relative alle condizioni di serviz-
io normale.
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18 DISPOSITIVI A CHIUSURA ERMETICA
19 DISPOSITIVI A TENUTA
19.1 I dispositivi a tenuta devono essere costruiti in modo da non poter essere aperti
in servizio normale, avere un volume libero interno non superiore a 100 cm 3 ed
essere provvisti di connessioni esterne, come per es. conduttori volanti o morsetti
esterni.
19.2 Le guarnizioni elastiche di tenuta devono essere disposte in modo da non poter
subire danni meccanici durante le normali condizioni di servizio e devono man-
tenere le loro caratteristiche di tenuta per l’intera vita prevista del dispositivo.
19.5 Le seguenti prove devono essere eseguite su cinque campioni di ciascun compo-
nente a tenuta, scelti a caso, nell’ordine che segue.
19.5.2 I campioni in prova devono quindi essere sottoposti ad una qualsiasi delle seg-
uenti prove di tenuta:
partendo dalla temperatura iniziale di 25 °C ± 2 °C, i campioni in prova devono
essere rapidamente immersi in acqua alla temperatura di 50 °C ± 2 °C, alla pro-
fondità di 25 mm ± 1 mm per un minuto. Se durante la prova non fuoriesce dai
campioni alcuna bolla d’aria, essi sono considerati a tenuta ai fini della presente
Norma, oppure:
i campioni vengono immersi alla profondità di 75 mm ± 3 mm d’acqua in un con-
tenitore che può essere messo in depressione. La pressione (assoluta) d’aria
all’interno del contenitore può essere ridotta a 16 kPa ± 5% kPa oppure:
i dispositivi possono presentare una perdita non superiore a 10 –5 cm3 d’aria al
secondo, alla pressione differenziale di 100 kPa.
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20 LIMITAZIONE DI ENERGIA
20.1 Per determinare se l’arco o scintilla prodotti in servizio hanno insufficiente ener-
gia per provocare una accensione, l’apparecchiatura elettrica o il circuito deve es-
sere o controllata analiticamente o sottoposta alle prove di tipo, alle condizioni di
funzionamento prescritte nella presente Norma, usando l’apparecchio scintilla-
tore descritto nella Norma CEI 31-9.
L’apparecchiatura elettrica o il circuito deve essere verificata nella sua condizione
di servizio normale. Lo scintillatore utilizzato deve essere del tipo provvisto di
disco di cadmio. Un disco di lega di rame può essere usato nello scintillatore se
la presenza di cadmio, zinco, magnesio o alluminio nell’apparecchiatura elettrica
sottoposta alle prove può essere sicuramente esclusa.
20.3 La sensibilità dello scintillatore deve essere controllata prima e dopo ciascuna
serie di prove effettuate in accordo con 20.4. A questo proposito lo scintillatore
deve essere utilizzato in uno dei due seguenti circuiti di taratura: un circuito a
24 V corrente continua contenente una bobina avvolta in aria da 0,095 H oppure
un circuito resistivo a 24 V corrente continua (con induttanza £ 10 mH). Le cor-
renti di questi circuiti devono essere fissate al valore dato in Tab. 4 per il gruppo
di appartenenza.
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Il circuito di taratura scelto deve essere quello più appropriato all’apparecchiatu-
ra elettrica da sottoporre alle prove di tipo.
Lo scintillatore deve far effettuare 400 giri al portaelettrodi di tungsteno, con il
portaelettrodi collegato alla polarità positiva della sorgente di alimentazione; la
sensibilità è considerata soddisfacente se si verifica almeno una accensione del
gas di prova.
20.5 I circuiti contenenti componenti variabili devono essere verificati o provati con i
componenti nelle condizioni che creano le scintille più innescanti.
20.6 Se la loro interruzione non risulta evidente nelle condizioni di servizio dell’appa-
recchiatura elettrica, i componenti di sicurezza in parallelo, come diodi o resi-
stenze di limitazione di tensione montati su componenti induttivi, devono essere
collegati a ridosso del componente protetto in modo da non poter essere scolle-
gati.
20.9 I circuiti conformi a 20.10 devono essere classificati ad energia limitata. I circuiti
non conformi a 20.10 devono dimostrare di essere ad energia limitata per mezzo
di prove.
Note: 1 Circuiti resistivi. - Le curve A1 ed A2 si applicano soltanto ai circuiti resistivi e rappresen-
tano combinazioni di tensione e corrente che sono in grado di provocare l’accensione del
gas o vapore in aria relativi alle costruzioni elettriche del gruppo IIA, IIB e IIC. Queste
curve si applicano soltanto ai circuiti le cui caratteristiche tensione/corrente di uscita sono
linee rette tracciate tra la tensione a circuito aperto e la corrente di corto circuito, cioè sen-
za regolatori di tensione o di corrente.
2 Circuiti resistivo-capacitivi. - Le curve A3 e A4 si applicano a circuiti resistivo-capacitivi e
rappresentano combinazioni di capacità, tensione e resistenza che sono in grado di ac-
cendere gas o vapori in aria relativi alle costruzioni elettriche; la curva A3 per le miscele di
metano e la curva A4 per le miscele relative al gruppo IIC.
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3 Circuiti resistivo-induttivi. - Le curve A5 ed A6 si applicano ai circuiti resistivo-induttivi e
rappresentano combinazioni di induttanza e corrente a 24 V che sono in grado di accen-
dere i gas o vapori in aria di apparecchiature elettriche dei gruppi IIA, IIB e IIC.
Le curve A7, A8, A9 e A10 si applicano ai circuiti resistivi-induttivi. Le prime due devono
essere usate a scopo di riferimento per i circuiti che funzionano sopra i 24 V; le altre due
per i circuiti che funzionano sotto i 24 V.
20.10.1 Un circuito che non contiene parti considerate scintillanti e che si estende al di
fuori della custodia si può considerare ad energia limitata se la tensione e la cor-
rente sono inferiori o uguali a quelle determinate tramite confronto con le curve
di riferimento per lo specifico gruppo dell’apparecchiatura elettrica e per i
parametri elettrici conosciuti del circuito.
20.10.2 Un circuito che contiene parti considerate scintillanti si può considerare ad ener-
gia limitata senza prove se la tensione e corrente sono inferiori o uguali a 2/3 di
quelle determinate con le curve di riferimento per lo specifico gruppo dell’appa-
recchiatura elettrica e per i parametri elettrici conosciuti del circuito.
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21.1.4 Le custodie devono essere equipaggiate di una connessione di prova che con-
senta di controllare che le proprietà della respirazione limitata sono mantenute in
servizio.
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21.2.3 Prova di flusso d’aria
La custodia deve essere pressurizzata con aria e mantenuta ad una sovrapres-
sione di 400 Pa.
Deve quindi essere misurata la portata d’aria in dm3/h necessaria a mantenere
questa sovrapressione.
Il valore ottenuto diviso per il volume libero (espresso in dm 3) della custodia non
deve essere superiore a 0,125.
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APPENDICE
A CURVE LIMITE DI ACCENSIONE
Fig. A1 Circuiti praticamente non induttivi. Applicabile a tutti i circuiti contenenti cadmio, zin-
co, magnesio o alluminio
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Fig. A2 Circuiti praticamente non induttivi. Applicabile a circuiti non contenenti cadmio, zin-
co, magnesio o alluminio
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Fig. A3 Circuiti capacitivi. Le curve corrispondono a valori di resistenze limitatrici di corrente
come indicato. La curva segnata Sn è applicabile solo a circuiti non contenenti cad-
mio, zinco, magnesio o alluminio
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Fig. A4 Circuiti capacitivi. Le curve corrispondono a valori di resistenze limitatrici di corrente
come indicato. La curva Sn è applicabile solo a circuiti non contenenti cadmio, zinco,
magnesio o alluminio
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Fig. A5 Circuiti induttivi. Applicabile a tutti i circuiti contenenti cadmio, zinco, magnesio o al-
luminio
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Fig. A6 Circuiti induttivi. Applicabile a circuiti non contenenti cadmio, zinco, magnesio o allu-
minio
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Fig. A7 Relazione tra minima corrente di accensione Icc e tensione a vuoto Vo
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Fig. A8 Relazione tra minima corrente di accensione Icc e tensione a vuoto Vo
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Fig. A9 Relazione tra minima corrente di accensione Icc e induttanza L
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Fig. A10 Relazione tra minima corrente di accensione Icc e induttanza L
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APPENDICE
B CUSTODIE A RESPIRAZIONE LIMITATA
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In alternativa, se il gas o il vapore è inizialmente esterno alla custodia, è il peri-
odo di tempo richiesto perché, a temperatura e pressione costanti, la concentra-
zione del gas o vapore raggiunga, all’interno della custodia, la metà della con-
centrazione esterna.
Nell’ipotesi che una custodia possa essere circondata dal 100% di gas infiamma-
bile o da una miscela satura di vapore infiammabile in aria per un periodo di
tempo non superiore, per es. a 30 min, si stima che il minimo tempo critico (Tcrit)
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accettabile sia 2 h. Considerando per esempio S = 8 e Tcrit = 2 h per il cloruro di
etilene, il valore minimo misurato del tempo di diffusione (ThCO2) ottenuto usan-
do l’anidride carbonica non deve, in questo caso, essere inferiore alle 32 h per-
ché la custodia sia considerata accettabile.
La maggioranza dei composti infiammabili ha valori del fattore di respirazione
limitata (S) inferiori a 20. È pertanto conveniente adottare questo valore, così che
le custodie con tempi di dimezzamento della diffusione ottenuti con l’uso
dell’anidride carbonica non inferiori ad 80 h sono idonei per la maggior parte de-
gli impieghi.
Alcune sostanze, come l’idrogeno, l’acetilene e l’isoprene hanno una elevata cos-
tante di diffusione ed un basso limite inferiore di esplosività, così che il relativo
fattore di respirazione limitata è maggiore di 20. Se la tecnica della respirazione
limitata deve essere applicata in presenza di queste sostanze, occorre modificare
nel rapporto S/20 le prescrizioni della prova di diffusione, oppure adottare meto-
di alternativi per assicurare un adeguato livello di sicurezza; tali metodi possono
includere la revisione delle premesse di base concernenti la concentrazione e la
persistenza dell’atmosfera esplosiva esterna.
Poiché la prova di diffusione è di lunga durata, può essere conveniente sfruttare
la relazione che esiste tra ThCO2 ed il tempo necessario affinché una leggera
sovrapressione all’interno della custodia scenda alla metà del suo valore iniziale a
causa di perdite, vale a dire il tempo di dimezzamento della pressione (Thp). Il
metodo usuale di misura consiste nel pressurizzare la custodia sino a 400 Pa e
nel misurare il tempo necessario affinché la sovrapressione scenda alla metà del
valore iniziale dopo che la pressurizzazione è stata interrotta ed il condotto di im-
missione è stato chiuso. In alternativa la prova può essere effettuata in depres-
sione. La relazione è allora:
3 10 10
L ( dm ¤ h ) = -------------------------------------- = ------------------------------
T hp ( sec ondi ) T hCO2 ( ore )
B.5 Calcolo
In Fig. B.2 sono indicate le curve che permettono di calcolare le quantità Thp,
ThCO2 ed L a partire dai valori di Tcrit ed S di ciascun gas o vapore.
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Tab.B 1 Proprietà di alcune sostanze infiammabili correlate al fattore di respirazione limitata (s)
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(seguito Tab. B.1)
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(seguito Tab. B.1)
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(seguito Tab. B.1)
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Fig. B1 Fattore di respirazione limitata S. Nell’uso del nomogramma se ts è minore di 40 °C si
utilizza il valore di 40 °C
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Custodie a respirazione limitata - Metodo di prova
Fig. B2
Fine Documento
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