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FEBBRAIO 2001
Explosive atmospheres
Explosion prevention and protection
Basic concepts and methodology
NORMA EUROPEA
DESCRITTORI Sicurezza della macchina, prevenzione degli infortuni, protezione contro
l’esplosione, protezione contro l’incendio, pericolo, zona pericolosa,
posto di lavoro, atmosfera esplosiva, misura di sicurezza, utilizzazione,
informazione
RELAZIONI NAZIONALI
RICONFERMA
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.
PREMESSA 2
0 INTRODUZIONE 3
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 5
3 DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI 7
APPENDICE D INDICE 41
(informativa)
AGOSTO 1997
Explosive atmospheres
EUROPEAN STANDARD Explosion prevention and protection
Basic concepts and methodology
Atmosphères explosives
NORME EUROPÉENNE Prévention de l’explosion et protection contre l’explosion
Notions fondamentales et méthodologie
Explosionsfähige Atmosphären
EUROPÄISCHE NORM Explosionsschutz
Grundlagen und Methodik
DESCRITTORI Sicurezza della macchina, prevenzione degli infortuni, protezione contro l’esplo-
sione, protezione contro l’incendio, pericolo, zona pericolosa, posto di lavoro,
atmosfera esplosiva, misura di sicurezza, utilizzazione, informazione
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
© 1997 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.
3 DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI
Ai fini della presente norma europea si applicano le definizioni seguenti.
3.1 sostanza infiammabile: Sostanza sotto forma di gas, vapore, liquido, solido o di una loro
miscela, capace di produrre una reazione esotermica con l’aria a seguito di accensione.
3.2 componente: "Componente" significa qualsiasi pezzo essenziale per il funzionamento si-
curo degli apparecchi e dei sistemi di protezione ma privo di funzione autonoma [Direttiva
94/9/CE, Capitolo I, Articolo 1].
3.3 deflagrazione: Esplosione che si propaga a velocità subsonica [ISO 8421-1, 1987-03-01, 1.11].
3.5 apparecchi: "Apparecchi" significa le macchine, i materiali, i dispositivi fissi o mobili, gli
organi di comando, la strumentazione e i sistemi di rilevazione e di prevenzione che, da
soli o combinati, sono destinati alla produzione, al trasporto, al deposito, alla misurazione,
alla regolazione e alla conversione di energia ed alla trasformazione di materiale e che,
per via delle potenziali sorgenti di innesco che sono loro proprie, rischiano di provocare
un’esplosione [Direttiva 94/9/CE, Capitolo I, Articolo 1].
3.6 esplosione: Reazione rapida di ossidazione o decomposizione che produce un aumento della
temperatura, della pressione o di entrambe simultaneamente [ISO 8421-1, 1987-03-01, 1.13].
3.8 limite inferiore di esplosione (LEL)*): Limite inferiore del campo di esplosione.
3.9 limite superiore di esplosione (UEL)**): Limite superiore del campo di esplosione.
3.12 punto superiore di esplosione: Temperatura di un liquido combustibile alla quale la con-
centrazione di vapore saturo nell’aria è uguale al limite superiore di esplosione.
3.14 resistente all'esplosione: Proprietà dei recipienti e degli apparecchi progettati per resi-
stere alla pressione di esplosione o all’urto di pressione dell’esplosione.
3.15 resistente alla pressione di esplosione: Proprietà dei recipienti e degli apparecchi proget-
tati per resistere alla pressione di esplosione prevista senza subire deformazioni permanenti.
3.16 resistente all'urto di pressione dell'esplosione: Proprietà dei recipienti e degli apparec-
chi progettati per resistere alla pressione di esplosione prevista senza rompersi, pur su-
bendo una deformazione permanente.
3.17 atmosfera esplosiva: Miscela con l’aria, in condizioni atmosferiche, di sostanze infiam-
mabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri, in cui, a seguito dell’accensione, la com-
bustione si propaga all’intera miscela incombusta (vedere anche Direttiva 94/9/CE, Capi-
tolo I, Articolo 1).
3.18 punto di infiammabilità: Temperatura minima alla quale, in condizioni di prova specifica-
te, un liquido rilascia una quantità sufficiente di gas o vapore combustibile in grado di ac-
cendersi momentaneamente all’applicazione di una sorgente di accensione efficace.
3.19 atmosfera esplosiva pericolosa: Atmosfera esplosiva che, se esplode, causa un danno.
3.20 miscela ibrida: Miscela con l’aria di sostanze infiammabili in stati fisici diversi.
Nota Esempi di miscele ibride sono le miscele di metano, polverino di carbone e aria o le miscele di vapore di benzina
e goccioline di benzina e aria.
3.22 uso previsto: Uso di apparecchi, sistemi di protezione e dispositivi in conformità al gruppo
e alla categoria degli apparecchi secondo quanto indicato nella Direttiva 94/9/CE, Allegato
I, e tenendo conto di tutte le informazioni fornite dal costruttore necessarie al funziona-
mento sicuro di apparecchi, sistemi di protezione e dispositivi (vedere anche Direttiva 94/
9/CEE, Capitolo I, Articolo 1).
3.24 macchinario: Insieme di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra di
loro, con appropriati azionatori, circuiti di comando e di potenza, ecc. della macchina con-
nessi solidalmente per un’applicazione ben determinata, in particolare per la trasforma-
zione, il trattamento, la movimentazione o il confezionamento di un materiale (materiale è
equivalente a sostanza o prodotto).
Il termine "macchinario" comprende inoltre un insieme di macchine che, per raggiungere
uno stesso risultato, sono disposte e comandate in modo da avere un funzionamento so-
lidale (89/392/CEE, articolo 1.2).
3.27 pressione massima di esplosione (pmax): Pressione massima ottenuta in un recipiente chiuso
durante l’esplosione di un’atmosfera esplosiva determinata in condizioni di prova specificate.
3.28 velocità massima di aumento della pressione di esplosione [(dp/dt )max]: Valore mas-
simo dell’aumento di pressione per unità di tempo durante le esplosioni di tutte le atmo-
sfere esplosive nel campo di esplosione di una sostanza combustibile in un recipiente
chiuso in condizioni di prova specificate.
3.29 energia minima di accensione (MIE)**): La più bassa energia elettrica immagazzinata in
un condensatore che, al momento della scarica, è sufficiente per provocare l’accensione
dell’atmosfera più infiammabile in condizioni di prova specificate.
3.32 temperatura minima di accensione di una nube di polveri: La temperatura più bassa di
una superficie calda su cui la miscela più infiammabile delle polveri con l’aria si accende
in condizioni di prova specificate.
3.33 temperatura minima di accensione di uno strato di polveri: La temperatura più bassa
di una superficie calda alla quale si verifica l’accensione in uno strato di polveri in condi-
zioni di prova specificate.
3.34 funzionamento normale: Situazione che esiste quando apparecchi, sistemi di protezione
e componenti svolgono la loro funzione prevista all’interno dei rispettivi parametri di pro-
gettazione (vedere anche 5.2.2.a della EN 292-1:1991).
Emissioni minime di materiale infiammabile possono far parte del funzionamento normale.
Si considerano emissioni minime, per esempio, il rilascio di sostanze da organi di tenuta
basati sull’azione umettante del fluido contenuto.
Guasti (quali la rottura dei giunti della pompa, delle guarnizioni a flangia o perdite di so-
stanze causate da incidenti) che richiedono la riparazione o l’arresto non sono considerati
parte del funzionamento normale.
3.38 autoaccensione delle polveri sfuse: Accensione delle polveri causata dalla velocità di
generazione del calore prodotto da reazioni di ossidazione e/o decomposizione delle pol-
veri maggiori della velocità di dispersione del calore verso l’esterno.
4.1 Generalità
Il pericolo di esplosione è correlato ai materiali e alle sostanze lavorate, utilizzate o rila-
sciate da apparecchi, sistemi di protezione e componenti e ai materiali utilizzati per co-
struire apparecchi, sistemi di protezione e componenti. Alcuni di questi materiali e sostan-
ze possono subire processi di combustione nell’aria. Questi processi sono spesso accom-
pagnati dal rilascio di quantità considerevoli di calore e possono essere accompagnati da
aumenti di pressione e al rilascio di materiali pericolosi. A differenza della combustione in
un incendio, un’esplosione è essenzialmente una propagazione autoalimentata della zo-
na di reazione (fiamma) nell’atmosfera esplosiva.
Si devono considerare sostanze infiammabili e/o combustibili i materiali in grado di forma-
re un’atmosfera esplosiva a meno che un’analisi delle loro proprietà non abbia dimostrato
che, in miscela con l’aria, non siano in grado di produrre una propagazione autoalimenta-
ta di un’esplosione.
Questo pericolo potenziale associato all’atmosfera esplosiva si concretizza quando una
sorgente di accensione attiva produce l’accensione.
I dati di sicurezza indicati in 4.2, 4.3 e 4.4 descrivono le proprietà significative di sicurezza
delle sostanze. Essi possono essere ottenuti da esperimenti di laboratorio e in alcuni casi
anche con metodi di calcolo1). I dati di sicurezza ottenuti sono utilizzati per l’identificazio-
ne del pericolo.
Occorre tenere presente che questi dati di sicurezza non sono costanti fisiche ma dipen-
dono, per esempio, dalle tecniche utilizzate per la loro misurazione. Quindi, per le polveri,
i dati di sicurezza riportati nei prospetti sono utilizzabili solo come linee guida in quanto i
valori dipendono dalla dimensione e dalla forma delle particelle, dal contenuto di umidità
e dalla presenza di additivi, anche se presenti solo in tracce. Per un’applicazione specifi-
ca, dovrebbero essere sottoposti a prova campioni della polvere presente negli apparec-
chi e i dati ottenuti dovrebbero essere utilizzati per l’identificazione del pericolo.
1) Norme specifiche sono state elaborate o sono in fase di elaborazione da parte del CEN e CENELEC.
5.1 Generalità
La valutazione del rischio deve essere sempre effettuata per ogni singola situazione in
conformità alla EN 1050. La valutazione del rischio comprende i seguenti elementi per i
quali la norma fornisce una guida:
a) identificazione del pericolo. I dati di sicurezza in conformità al punto 4 sono utili ai fini
dell’identificazione dei pericoli in quanto dimostrano se le sostanze sono infiammabili
e quale è la loro facilità di accensione;
b) determinare la probabilità che si determini un’atmosfera esplosiva e la quantità impli-
cata (in conformità a 5.2);
c) determinare la presenza e la probabilità di sorgenti di accensione in grado di accen-
dere l’atmosfera esplosiva (in conformità a 5.3);
d) determinare i possibili effetti di un’esplosione (in conformità a 5.4);
e) valutare il rischio;
f) considerare le misure di minimizzazione dei rischi (in conformità al punto 6).
5.3.1 Generalità
L’idoneità di accensione della sorgente di accensione deve essere confrontata con le ca-
ratteristiche di accensione della sostanza infiammabile (vedere 4.3).
Deve essere valutata la probabilità di esistenza di sorgenti di accensione efficaci, tenendo
conto di quelle che possono essere introdotte, per esempio per le operazioni di manuten-
zione e pulizia.
Nota Si possono utilizzare misure di protezione per rendere la sorgente di accensione non attiva o inefficace (ve-
dere 6.4).
Qualora non possa essere valutata la probabilità di esistenza di una sorgente di accensio-
ne efficace, si deve supporre che la sorgente di accensione sia sempre presente.
Si sottolinea esplicitamente che una tensione estremamente bassa (per esempio minore
di 50 V) è progettata per la protezione personale contro la scossa elettrica e non è una mi-
sura destinata alla protezione contro l’esplosione. Comunque le tensioni minori di 50 V
possono ancora produrre energia sufficiente per accendere un’atmosfera esplosiva.
Per le misure di protezione contro i pericoli di accensione dovuti al materiale elettrico
vedere 6.4.5.
5.3.8 Fulmine
Se un fulmine colpisce un’atmosfera esplosiva, si verifica sempre un’accensione. Inoltre
esiste anche la possibilità di accensione dovuta alla temperatura elevata raggiunta dai pa-
rafulmini.
Dal punto in cui ha colpito il fulmine partono correnti importanti che possono produrre
scintille in prossimità del punto di impatto.
Persino in assenza di fulmini, i temporali possono indurre alte tensioni in apparecchi, si-
stemi di protezione e componenti.
Per le misure di protezione contro i pericoli di accensione dovuti al fulmine, vedere 6.4.8.
5.3.12 Ultrasuoni
Quando si utilizzano onde ultrasoniche, una grande quantità dell’energia emessa dal tra-
sduttore elettroacustico è assorbita da sostanze solide o liquide. Di conseguenza, la so-
stanza esposta agli ultrasuoni si riscalda al punto da poter indurre l’accensione in casi
estremi.
Per le misure di protezione contro i pericoli di accensione dovuti agli ultrasuoni, vedere 6.4.12.
La lesione prevedibile a persone o i danni agli oggetti e l’estensione della zona danneg-
giata possono pertanto essere valutati soltanto caso per caso.
6.2.1 Generalità
Una misura di base della prevenzione dell’esplosione consiste nel sostituire le sostanze
infiammabili con materiali inerti o nel limitare le concentrazioni delle sostanze infiammabili
(evitare il campo di esplosione).
6.2.2.1 Sostituzione o riduzione della quantità di sostanze in grado di formare atmosfere esplosive
Quando possibile, le sostanze infiammabili devono essere sostituite da sostanze non in-
fiammabili o da sostanze non in grado di formare atmosfere esplosive, per esempio un
materiale polveroso fine con un materiale granulare meno polveroso.
La quantità di materiale combustibile deve essere ridotta al minimo, per esempio utilizzan-
do processi continui piuttosto che discontinui.
6.2.3.1 Generalità
Nella fase di progettazione di apparecchi, sistemi di protezione e componenti destinati a
contenere sostanze infiammabili, si deve fare il possibile affinché le sostanze siano sem-
pre contenute in sistemi chiusi.
Laddove possibile, dovrebbero essere utilizzati materiali di costruzione non combustibili.
In linea generale, sono preferibili tecniche di lavorazione continua a processi discontinui.
I processi di lavorazione negli impianti adiacenti devono essere effettuati in modo che non
possa determinarsi un’influenza pericolosa. Ciò si può ottenere, per esempio, per mezzo
della separazione spaziale oppure per mezzo di sistemi che isolino gli impianti tra di loro.
Dividere costantemente le sostanze infiammabili in quantità più piccole e, allo stesso tem-
po, conservare solo piccole quantità di sostanza in un determinato punto, anche nel caso
di grosse portate volumiche, può essere vantaggioso in termini di sicurezza. Gli impianti
esterni sono generalmente preferibili agli impianti all’interno di edifici, specialmente in
considerazione del movimento naturale dell’aria.
6.3.1 Generalità
Al fine di determinare le misure necessarie per evitare le sorgenti di accensione attive, i
luoghi pericolosi sono classificati in zone sulla base della frequenza e della durata di
un’atmosfera esplosiva pericolosa.
Nota Nel testo seguente, il termine "gas" o "gas/vapore" si riferisce implicitamente anche alle atmosfere contenenti
nebbie.
Zona 1
Luogo in cui è probabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da una miscela di aria e
sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia, si presenti occasionalmente
durante il funzionamento normale.
Nota Detta zona può comprendere, tra l’altro:
- luoghi nelle immediate vicinanze della zona 0;
- luoghi nelle immediate vicinanze delle aperture di alimentazione;
- luoghi nelle immediate vicinanze delle aperture di riempimento e svuotamento;
- luoghi nelle immediate vicinanze di apparecchi, sistemi di protezione e componenti fragili di vetro, cera-
mica e materiali analoghi;
- luoghi nelle immediate vicinanze di premistoppa non sufficientemente a tenuta, per esempio su pompe
e valvole con premistoppa.
Zona 2
Luogo in cui è improbabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da una miscela di aria e
sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia, si presenti durante il normale
funzionamento, ma che, se si presenta, persiste solo per un breve periodo.
Nota Detta zona può comprendere, tra gli altri, luoghi circostanti le zone 0 o 1.
Zona 20
Luogo in cui un’atmosfera esplosiva sotto forma di una nube di polveri combustibili
nell’aria è presente continuamente, o per lunghi periodi, o frequentemente.
Nota In generale, dette condizioni, quando si presentano, interessano l’interno di serbatoi, tubi e recipienti, ecc.
Zona 21
Luogo in cui è probabile che un’atmosfera esplosiva, sotto forma di una nube di polveri
combustibili nell’aria, si presenti occasionalmente durante il normale funzionamento.
Nota Detta zona può comprendere, per esempio, tra gli altri, luoghi nelle immediate vicinanze di punti di caricamen-
to e svuotamento di polveri e luoghi in cui si formano strati di polvere o che, durante il normale funzionamento,
potrebbero produrre una concentrazione esplosiva di polveri combustibili in miscela con l’aria.
6.4.1 Generalità
Quando apparecchi, sistemi di protezione e componenti sono utilizzati in luoghi pericolo-
si, si devono effettuare controlli per verificare se possono presentarsi pericoli di accensio-
ne, tenendo conto dei sistemi di accensione trattati in 5.3. Se sono possibili pericoli di ac-
censione, si deve tentare di eliminare le sorgenti di accensione dal luogo pericoloso. Se
ciò non è possibile, devono essere adottate le misure di protezione descritte da 6.4.1 a
6.4.14, facendo attenzione alle informazioni seguenti.
Le misure devono rendere le sorgenti di accensione innocue o devono ridurre la probabi-
lità di comparsa di sorgenti di accensione efficaci. Ciò può essere ottenuto per mezzo di
una progettazione e una costruzione appropriate di apparecchi, sistemi di protezione e
componenti, per mezzo di procedure operative e anche per mezzo di sistemi di misura e
di comando appropriati (vedere 6.7).
Il tipo delle misure di protezione da adottare dipende dalla probabilità di comparsa di
un’atmosfera esplosiva e dalle conseguenze di una possibile esplosione. Ciò si valuta fa-
cendo una distinzione tra le diverse categorie di apparecchi, come specificato nella Diret-
tiva 94/9/CE. Dette categorie riflettono i requisiti delle diverse zone.
I criteri che determinano la classificazione in categorie sono i seguenti:
6.4.8 Fulmini
Per l’identificazione dei pericoli dovuti ai fulmini, vedere 5.3.8.
Se sono stati identificati pericoli dovuti ai fulmini, devono essere rispettati i seguenti requi-
siti specifici per apparecchi, sistemi di protezione e componenti:
Tutte le categorie: Gli impianti devono essere protetti per mezzo di misure appropriate di
protezione contro i fulmini.
Si devono evitare gli effetti di fulmini che si verificano al di fuori delle zone 0 e 20 e che
possono danneggiare le zone 0 e 20, per esempio potrebbero essere installati sistemi di
protezione contro la sovratensione in luoghi adatti. Per i serbatoi interrati o i componenti di
sistemi conduttori isolati dal serbatoio, si deve procedere al collegamento a terra e preve-
dere un sistema di dispersori anulari di messa a terra. Questi requisiti devono essere in-
clusi nelle informazioni per l’utilizzazione (vedere punto 7).
Le misure di protezione contro i fulmini non devono compromettere le misure di protezio-
ne contro la corrosione catodica secondo 6.4.6.
6.4.12 Ultrasuoni
Per l’identificazione di pericoli dovuti ad ultrasuoni, vedere 5.3.12.
Se sono stati identificati pericoli dovuti ad ultrasuoni, in funzione della categoria, devono
essere rispettati i seguenti requisiti specifici per apparecchi, sistemi di protezione e com-
ponenti:
Tutte le categorie: Le onde ultrasoniche con una frequenza maggiore di 10 MHz non de-
vono essere permesse, salvo nei casi in cui è stata provata l’assenza di un rischio di ac-
censione per il caso in questione dimostrando che non vi è alcun assorbimento per riso-
nanza molecolare.
Le informazioni contenute nel presente punto si riferiscono soltanto ai pericoli di accen-
sione causati dalla potenza acustica. Per i sistemi elettrici associati occorre tenere conto
delle indicazioni di cui in 6.4.5.
Per le onde ultrasoniche con frequenza fino a 10 MHz, si applica quanto segue:
Tutte le categorie: L’uso di onde ultrasoniche deve essere permesso soltanto se è assicu-
rata la sicurezza della procedura di lavoro. La densità di potenza del campo acustico ge-
nerato non deve essere maggiore di 1 mW/mm2, salvo che non sia stato provato che, per
il caso in questione, non è possibile alcuna accensione.
Categorie 2 e 3: Nelle procedure di lavoro con dispositivi ad ultrasuoni di tipo tradizionale
(per esempio dispositivi di prova mediante eco ad ultrasuoni), sono necessarie misure di
protezione speciali contro i rischi di accensione derivanti dalle onde ultrasoniche soltanto se
la densità di potenza nel campo acustico generato è maggiore di 1 mW/mm2, a meno che
non sia stato dimostrato che, per il caso in questione, non è possibile alcuna accensione.
4) In ragione della grande varietà di reazioni chimiche possibili, non è possibile descrivere tutte le precauzioni necessarie
nella presente norma. È pertanto essenziale la consulenza di un esperto.
6.5.1 Generalità
Se le misure descritte in 6.2 o 6.4 non possono essere adottate o non sono pertinenti, gli
apparecchi, i sistemi di protezione e componenti devono essere progettati e costruiti in
modo da limitare gli effetti di un’esplosione ad un livello di sicurezza. Queste misure sono:
- progettazione resistente all’esplosione (vedere 6.5.2);
- scarico dell’esplosione (vedere 6.5.3);
- soppressione dell’esplosione (vedere 6.5.4);
- prevenzione della propagazione delle fiamme e dell’esplosione (vedere 6.5.5).
Queste misure si riferiscono generalmente all’attenuazione degli effetti pericolosi dovuti
ad esplosioni all’interno di apparecchi, sistemi di protezione e componenti.
Nota Possono essere misure supplementari necessarie per gli edifici e le aree circostanti apparecchi, sistemi di
protezione e componenti, che tuttavia non costituiscono l’oggetto della presente norma.
AVVERTENZA: In apparecchi, sistemi di protezione, componenti, tubazioni o serbatoi al-
lungati raccordati tra loro, è possibile che un’esplosione si propaghi attraverso l’intero si-
stema con un’accelerazione del fronte di fiamma. Anche gli elementi presenti all’interno
dell’apparecchio o gli ostacoli che aumentano la turbolenza (per esempio i deflettori di mi-
sura) possono anche accelerare il fronte di fiamma. In funzione della geometria del siste-
ma, questa accelerazione può determinare una transizione dalla deflagrazione alla deto-
nazione in presenza di impulsi di alta pressione.
6.5.2.1 Generalità
Gli apparecchi, i sistemi di protezione e i componenti devono essere costruiti in modo da
poter resistere all’esplosione interna senza rompersi.
Generalmente, è effettuata una distinzione tra le caratteristiche di costruzione seguenti:
- progettazione per la pressione massima di esplosione5);
- progettazione per la pressione di esplosione ridotta in associazione con lo scarico
dell’esplosione (6.5.3) o la soppressione dell’esplosione (6.5.4).
Gli apparecchi, i sistemi di protezione e i componenti possono essere resistenti alla pres-
sione di esplosione o resistenti all’urto di pressione dell’esplosione6) (vedere figura 1):
5) Se sono adottate misure adeguate (per esempio limitazione della concentrazione) per assicurare che la pressione di
esplosione effettiva non raggiunga la pressione massima di esplosione, gli apparecchi possono essere progettati per
questa pressione di esplosione effettiva più bassa.
6) Norma in preparazione.
Progettazione antideflagrante
6.5.5.1 Generalità
È possibile utilizzare dispositivi attivi e passivi per impedire la propagazione delle esplo-
sioni, per esempio nelle tubazioni, sfiati o linee di riempimento e svuotamento.
In caso di elevate velocità di propagazione della fiamma, o qualora si preveda una deto-
nazione, possono essere richieste misure speciali. In alcuni casi, può essere data la pre-
ferenza all’uso di sistemi passivi, per esempio filtri tagliafiamma, sifoni, deviatore di esplo-
sione, così come sistemi alternativi o in associazione con sistemi attivi.
I dispositivi seguenti possono essere utilizzati per diversi tipi di atmosfere esplosive, ossia
gas, vapore, nebbia, polveri e miscele ibride con l’aria. Si deve dimostrare la loro idoneità
per l’uso previsto.
7.1 Generalità
Il presente punto specifica le informazioni per l’uso, inclusa la manutenzione, che devono
essere fornite insieme ad apparecchi, sistemi di protezione e componenti o come parte
delle istruzioni per l’uso, per esempio il manuale di istruzioni.
Devono essere soddisfatti i requisiti della EN 292-2. Un’attenzione particolare deve esse-
re rivolta ai requisiti speciali per l’uso in atmosfere esplosive.
Tali informazioni devono indicare chiaramente il gruppo e la categoria di apparecchi, siste-
mi di protezione e componenti e comprendere le informazioni per l’uso [vedere la Direttiva
del Consiglio sull’armonizzazione delle leggi degli Stati Membri riguardanti gli apparecchi
e i sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosi-
ve (vale a dire la Direttiva 94/9/CE) e la EN 50014, EN 50015, EN 50016, EN 50017,
EN 50018, EN 50019, EN 50020, prEN 50021, EN 50028, EN 50039, EN 50050, EN 50053-1,
EN 50053-2, EN 50053-3, EN 50054, EN 50055, EN 50056, EN 50057, EN 50058 e
EN 50059].
Categoria Progettato per tipo Progettato per zona Applicabile anche nella zona
di atmosfera esplosiva
miscela gas/aria
1 miscela vapore/aria 0 1e2
miscela nebbia/aria
1 miscela polveri/aria 20 21 e 22
miscela gas/aria
2 miscela vapore/aria 1 2
miscela nebbia/aria
2 miscela polveri/aria 21 22
miscela gas/aria
3 miscela vapore/aria 2 -
miscela nebbia/aria
3 miscela polveri/aria 22 -
Dal punto di vista dell’utilizzatore, gli apparecchi delle diverse categorie possono essere
utilizzati come illustrato nel prospetto B.2.
prospetto B.2 Apparecchi utilizzabili nelle diverse zone
Luoghi a rischio di esplosione Gli apparecchi, sistemi di protezione e Sistema di misura e di comando
componenti esistenti soddisfano i supplementari necessari
requisiti seguenti
nessuno nessun requisito speciale no
zona 2 o non si prevedono sorgenti di accen-
no
zona 22 sione durante il normale funzionamento
non si prevedono sorgenti di accen- un singolo sistema per evitare sorgenti
zona 1 sione durante il normale funzionamento di accensione in caso di disfunzioni
o non si prevedono sorgenti di accen-
zona 21 sione durante il normale funziona- no
mento e in caso di disfunzioni
un sistema ridondante o di autoelimi-
non si prevedono sorgenti di accen- nazione guasti per evitare sorgenti di
sione durante il normale funzionamento accensione in caso di disfunzioni e di
disfunzioni rare
zona 0 non si prevedono sorgenti di accen-
un singolo sistema per evitare sorgenti
o sione durante il normale funziona-
di accensione in caso di disfunzioni rare
zona 20 mento e in caso di disfunzioni
non si prevedono sorgenti di accen-
sione durante il normale funziona-
no
mento e in caso di disfunzioni e di
disfunzioni rare
A
accensione ignition Zündung inflammation -
apparecchi equipment Geräte appareil 3.5
arresto di emergenza emergency shut-down Notabschaltung arrêt d’urgence 6.6, 7.2
atmosfera esplosiva explosive atmosphere explosionsfähige Atmosphäre atmosphère explosive 3.17
atmosfera esplosiva pericolosa hazardous explosive gefährliche atmosphère explosive 3.19
atmosphere explosionsfähige dangereuse
Atmosphäre
atmosfera potenzialmente potentially explosive explosionsgefährdeter atmosphère explosible 3.35
esplosiva atmosphere Bereich
autoaccensione delle polveri self ignition of dusts in bulk Selbstentzündung auto-inflammation des 3.38
sfuse abgelagerter Stäube poussières stockées en vrac
B
barriera estinguente extinguishing barrier Löschmittelsperre arrêt-barrage à agent extincteur 6.5.5.2.5, 6.5.5.3.1
C
campo di esplosione explosion range Explosionsbereich domaine d’explosivité da 3.7 a 3.9, 3.13, 3.28,
5.2, 6.1, 6.2.1, 6.2.2.2
categoria category Kategorie catégorie 3.22, da 6.4.1 a 6.4.14,
7.1, Appendice B,
Appendice E
componente component Komponente composant 3.2
concentrazione concentration Konzentration concentration da 3.11 a 3.13, 3.23,
3.26, 4.1, 4.2, 5.2,
5.2.2, 5.3.2, 5.3.13,
6.1, 6.2.1, 6.2.2.2,
6.2.2.3, 6.3.3
concentrazione limite di limiting oxygen concentration Sauerstoffgrenzkonzentration concentration limite en oxigène 3.23, 4.2, 6.1, 6.2.2.3
ossigeno
controllo della temperatura temperature monitoring Temperaturüberwachung contrôle de température 7.2
controllo della vibrazione vibration monitoring Schwingungsüberwachung sourveillance de vibration 7.2
D
deflagrazione deflagration Deflagration déflagration 3.3, 6.5.1, 6.5.5.2.1,
6.5.5.2.3
deposito di polveri dust deposit Staubablagerung dépôt de poussières (vedere strato di polveri)
detonazione detonation Detonation détonation 3.4, 6.5.1, 6.5.5.1,
6.5.5.2.3
detriti vaganti flying debris weggeschleuderte Teile débris projetés 5.4, 6.5.3
deviatore di esplosione explosion diverter Entlastungsschlot dispositif de détournement 6.5.5.1, 6.5.5.3.4
de l’explosion
E
effetto dell’esplosione explosion effect Explosionswirkung effet de l’explosion 6.5, 6.7
emergenza emergency Notfall urgence 6.2.2.2, 6.6, 7.2
energia di accensione ignition energy Zündenergie energie d’inflammation 3.29, 4.3, 5.3.7
energia minima di accensione minimum ignition energy Mindestzündenergie energie minimale 3.29, 4.3, 5.3.7
d’inflammation
esplosione explosion Explosion explosion 3.6
estinguere extinguish Löschen éteindre 6.5.4, 6.5.5.2.5, 7.2
F
fiamma flame Flamme flamme 3.36, 4.1, 5.3.2, 5.3.3,
5.4, 6.4.3, 6.5.1, 6.5.3,
6.5.4, 6.5.5.1, da
6.5.5.2.1 a 6.5.5.2.5,
6.5.5.3, da 6.5.5.3.2 a
6.5.5.3.4
fiamma fredda cool flame kalte Fiamme flamme froide 5.3.2
funzionamento normale normal operation Normalbetrieb fonctionnement normal 3.34, 5.3.1, 6.1,
6.2.3.3, 6.3.2, 6.3.3,
6.4.1, 6.4.2, 6.4.4,
6.4.10, 6.4.11, 6.4.13,
6.7, 7.3, Appendice C
G
grado di dispersione degree of dispersion Dispersionsgrad degré de dispersion 5.2, 5.2.1
gruppo di apparecchi equipment group Gerätegruppe groupe d’appareil 1, 3.22
I
inertizzazione inerting Inertisierung mise à l’état inerte 3.21, 6.2.1, 6.2.2.3,
6.4.3, 6.4.14, 7.2
interstizio sperimentale maximun experimental safe Normspaltweite interstice expérimental 3.26, 4.4
massimo di sicurezza gap maximal de sécurité
isolamento dell’esplosione explosion decoupling explosionstechnische isolement et interruption de 6.5.5, 7.2
Entkoppelung l’explosion
L
limite di esplosione explosion limit Explosionsgrenze limite d’explosivité da 3.7 a 3.9, 3.11,
3.12, 4.2, 5.2.2, 6.2.2.2
limite inferiore di esplosione lower explosion limit untere Explosionsgrenze limite inférieure d’explosivité 2, 3.8, 3.11, 5.2.2,
6.2.2.2
limite superiore di upper explosion limit obere Explosionsgrenze limite supérieure d’explosivité 3.9, 5.2.2, 6.2.2
esplosione
M
macchine machinery Maschine machine 0, 2, 3.24, Appendice
E
miscela ibrida hybrid mixture hybrides Gemisch mélange hybride 3.20, 6.2.2.3, 6.5.5.1,
6.5.5.4
N
nube di polveri dust cloud Staubwolke nuage de poussières 3.17, 3.20, 3.30, 3.32,
4.3, 5.2, 5.2.1, 5.2.2,
5.3.4, 5.3.7, 5.3.10,
6.2.2.2, 6.2.2.3,
6.2.3.3, 6.2.3.4,
6.3.4.1, 6.3.4.3, 6.4.1,
6.4.2, 6.4.4, 6.4.6,
6.5.5.1, 6.5.5.3,
Appendice B
P
pressione massima di maximum esplosion maximaler Explosionsdruck pression maximale d’explosion 3.27, 4.4, 6.5.2.1,
esplosione pressure 6.5.3, 6.5.4
pressione ridotta reduced explosion pressure reduzierter Explosionsdruck pression réduite d’explosion 3.37, 6.5.2.1, 6.5.4
di esplosione
prevenzione dell’esplosione explosion prevention vorbeugender prévention contre l’explosion -
Explosionsschutz
prevenzione dell’esplosione explosion prevention and Explosionsschutz prévention et protection 6.1
e protezione contro protection contre l’explosion
l’esplosione
protezione contro explosion protection abwehrender protection contre l’explosion -
l’esplosione Explosionsschutz
punto di esplosione explosion point Explosionspunkt point d’explosion da 3.10 a 3.12, 5.2.2,
6.2.2.2
punto di infiammabilità flash point Flammpunkt point d’éclair 3.18, 4.2, 6.2.2.2
punto inferiore di esplosione lower explosion point unterer Explosionspunkt point inférieur d’explosion 3.10, 3.11, 5.2.2
punto superiore di upper explosion point oberer Explosionspunkt point supérieur d’explosion 3.10, 3.12, 5.2.2,
esplosione 6.2.2.2
R
rara disfunzione rare malfunction seltene Störung dysfonctionnement rare 5.3.1, 6.4.1, 6.4.2,
6.4.4, 6.4.7, 6.4.10,
6.4.11, 6.4.13, 6.7,
Appendice C
resistente all’esplosione explosion resistant explosionsfest résistant à l’explosion 3.14
resistente alla pressione di explosion pressure resistant explosionsdruckfest résistant à la pression de 3.15
esplosione l’explosion
resistente all’urto di explosion pressure shock explosionsdruckstoßfest résistant au choc de 3.16
pressione dell’esplosione resistant pression de l’explosion
rilevamento della scintilla spark detection Funkenmelder détection d’étincelle 7.2
S
scarico venting Druckentlastung décharge 6.5.3, 6.5.5.2.1, 7.2
scarico dell’esplosione explosion relief Explosionsdruckentlastung décharge de l’explosion 3.37, 6.5.1, 6.5.2.1,
6.5.3, 7.2
scintilla spark Funken étincelle da 5.3.3 a 5.3.8, 6.4.3,
6.4.4, 6.4.6, 7.2,
Appendice A
T
tagliafiamma flame arrester Flammensperre arrête-flammes da 6.5.5.2.1 a 6.5.5.2.3
temperatura di accensione ignition temperature Zündtemperatur température d’inflammation 3.31
temperatura minima di minimum ignition temperature Mindestzündtemperatur température minimale 3.32
accensione di una nube di of a dust cloud einer Staubwolke d’inflammation d’un nuage
polveri de poussières
temperatura minima di minimum ignition temperature Mindestzündtemperatur température minimale 3.30
accensione di un’atmosfera of an explosive atmosphere einer explosionsfähigen d’inflammation d’une
esplosiva Atmosphäre atmosphère explosive
temperatura minima di minimum ignition temperature Mindestzündtemperatur température minimale 3.33
accensione di uno strato di of a dust layer einer Staubschicht d’inflammation d’une couche
polveri de poussières
U
uso previsto intended use bestimmungsgemäße utilisation conforme à sa 1, 3.5, 3.22, 6.4.1,
Verwendung destination 6.4.3, 6.4.4, 6.5.5.1,
7.1, Appendice E
V
valvola a cerniera a rapid-action flap Schnellschlußklappe volet a fermeture rapide 6.5.5.3.2
chiusura rapida
valvola a chiusura rapida rapid-action valve Schnellschlußventil vanne a fermeture rapide 6.5.5.3.2
valvola rotativa rotary valve Zellenradschleuse vanne rotative 6.5.5.3.3
velocità massima di maximum rate of explosion maximaler zeitlicher vitesse maximale de montée 3.28, 4.4, 6.5.3
aumento della pressione di pressure rise Explosionsdruckanstieg en pression
esplosione
ventilazione ventilation Lüftung ventilation 5.3.3, 6.2.3.2, 6.2.3.3,
6.3.4.1, 6.4.6
vibrazione vibration Schwingung vibration 3.25, 7.2
Z
zona zone Zone zone 0, da 6.3.1 a 6.3.3,
6.4.1, 6.4.3, 6.4.6,
6.4.8, 6.4.10, Appen-
dice A, Appendice B,
Appendice C
Requisito essenziale della Direttiva 89/392/CEE Trattato nella presente norma europea al punto
Allegato I, 1.5.7 Esplosione Da 4 a 7 e appendice A
Requisito essenziale della Direttiva 94/9/CE Trattato nella presente norma europea al punto
Allegato II, ad eccezione dei seguenti punti:
1.0.5 Marcatura
1.2.6 Funzionamento sicuro
1.2.7 Protezione contro altri pericoli
1.2.8 Sovraccarico degli apparecchi
Da 4 a 7 e appendice A
1.4 Pericoli derivanti da effetti esterni
1.5 Requisiti rispetto ai dispositivi di sicurezza
1.6 Integrazione dei requisiti di sicurezza relativi al
sistema
2.0 Requisiti applicabili agli apparecchi di categoria M
del gruppo I
La conformità alla presente norma costituisce un mezzo per soddisfare i requisiti essen-
ziali specifici della Direttiva in questione e dei regolamenti EFTA associati.
Milano (sede) Via Battistotti Sassi, 11B - 20133 Milano - Tel. 0270024200 - Fax 0270105992
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UNI
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di Unificazione dell’Industria e dei Ministeri.
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