Sei sulla pagina 1di 38

N O R M A I T A L I A N A CEI

Norma Italiana

CEI 23-48
Data Pubblicazione Edizione
1998-02 Prima
Classificazione Fascicolo
23-48 3541 R
Titolo
Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse
per usi domestici e similari
Parte 1: Prescrizioni generali

Title
General requirements for enclosures for accessories for household
and similar fixed electrical installations

CAVI E APPARECCHIATURE PER DISTRIBUZIONE

NORMA TECNICA

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Norma si applica agli involucri o a parti di involucri dei dispositivi con tensione nominale non
superiore a 440 V, destinati ad installati elettriche fisse per usi domestici e similari, per interni o per ester-
ni. Gli involucri conformi sono adatti ad essere utilizzati, dopo l’installazione, a temperatura ambiente
normalmente non superiore a 25 °C, ma che occasionalmente può raggiungere 35 °C. Ai fini della pre-
sente Norma il termine involucri comprende le scatole sporgenti, da incasso e da semi-incasso previste
per i componenti elettrici che rientrano nell’oggetto del CT 23, dove la custodia o la placca di copertura
può fare parte o meno del componente. Prescrizioni aggiuntive possono essere necessarie per involucri
previsti per particolari applicazioni, come ad esempio quelli previsti per ospitare dispositivi di protezione
contro le sovracorrenti, morsettiere ecc. Si applica inoltre alle scatole per il montaggio o la sospensione
degli apparecchi di illuminazione. Un involucro che è parte integrante di un apparecchio elettrico a cui
fornisce protezione contro le influenze esterne (per esempio urti, ingresso di oggetti solidi o di acqua
ecc.), è coperto dalla Norma relativa a tale apparecchio.
La Norma contiene alcune modifiche rispetto alla Pubblicazione IEC di riferimento relative all’impiego di
calotte, placche e coperchi il cui fissaggio non necessita l’uso di viti e fornisce inoltre prescrizioni su pro-
ve adottate nella prassi italiana. Molte delle modifiche sono contenute nel Pr EN 60670 e non ancora ap-
provate dal CENELEC.
La presente Norma costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale,
della Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 2711).

DESCRITTORI
involucri; per apparecchi per installazioni elettriche fisse; usi domestici e similari; prescrizioni generali;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI


Nazionali

Europei

Internazionali (IDT) IEC 670:1989-11; IEC 670 A1:1994-07;


Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 23-48 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc.

Stato Edizione In vigore Data validità 1996-2-1 Ambito validità Nazionale


Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. Nessuna

Comitato Tecnico 23-Apparecchiatura a bassa tensione


Approvata dal Presidente del CEI in Data 1995-12-4
in Data

Sottoposta a inchiesta pubblica come Progetto C. 615 Chiusa in data 1995-5-31

Gruppo Abb. 4 Sezioni Abb. A


ICS

CDU

LEGENDA
(IDT) La Norma in oggetto è identica alle Norme indicate dopo il riferimento (IDT)

© CEI - Milano 1997. Riproduzione vietata.


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.
INDICE GENERALE
Rif. Argomento Pag.

1 CAMPO DI APPLICAZIONE 1

2 DEFINIZIONI 1

3 PRESCRIZIONI GENERALI 2

4 GENERALITÀ SULLE PROVE 2

5 CLASSIFICAZIONE 3
5.1 La natura del loro materiale: ........................................................................................................................................... 3
5.2 Il metodo di installazione: ................................................................................................................................................ 3
5.3 La natura dell’installazione: .............................................................................................................................................. 3
5.4 Gamma di temperatura durante l’installazione: ................................................................................................ 3
5.5 Temperatura massima durante la costruzione edile prefabbricata: .................................................... 4
5.6 Grado di protezione contro il contatto diretto
e contro la penetrazione dannosa di oggetti solidi e di acqua: ............................................................ 4
5.7 Esistenza dei mezzi di sospensione: .......................................................................................................................... 4

6 SOVRASCRITTE E CONTRASSEGNI 4

7 VERIFICA DELLE DIMENSIONI 5

8 PROTEZIONE CONTRO LE SCOSSE ELETTRICHE 5

9 PRESCRIZIONI PER LA MESSA A TERRA 6

10 PRESCRIZIONI COSTRUTTIVE 7
Tab. 1 A .............................................................................................................................................................................................................. 8

Tabella ............................................................................................................................................................................................................ 11

11 RESISTENZA ALL’INVECCHIAMENTO, ALL’UMIDITÀ,


ALLA PENETRAZIONE DEI CORPI SOLIDI E A QUELLA DANNOSA DELL’ACQUA 11
11.1 Resistenza all’invecchiamento ed alle condizioni climatiche
di involucri isolanti e compositi ................................................................................................................................. 11
11.2 Resistenza all’umidità .......................................................................................................................................................... 13
11.3 Resistenza all’ingresso dei corpi solidi ................................................................................................................... 14
11.4 Resistenza all’ingresso dannoso dell’acqua ........................................................................................................ 15

12 RESISTENZA MECCANICA 15
12.1 Per gli involucri destinati ad essere annegati nel calcestruzzo
(costruzione edile prefabbricata) ............................................................................................................................... 15
12.2 Per gli involucri non destinati ad essere annegati nel calcestruzzo
(costruzione edile non prefabbricata) .................................................................................................................... 16
12.3 Per gli involucri destinati alla sospensione dei carichi .............................................................................. 18

13 RESISTENZA AL CALORE 19

14 RESISTENZA DEL MATERIALE ISOLANTE AL CALORE ANORMALE ED AL FUOCO 20

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina iii
15 PROTEZIONE CONTRO LA RUGGINE 21

16 RESISTENZA ALLE CORRENTI SUPERFICIALI 21


Fig. 1 Apparecchio per la prova d’urto ................................................................................................................................ 22
Fig. 2 Dettagli del martello ............................................................................................................................................................ 22
Fig. 3a Supporto di montaggio per l’esemplare ............................................................................................................... 23
Fig. 3b Blocco di montaggio per apparecchi da incasso ........................................................................................... 23
Fig. 4 Apparecchio per la prova d’urto a bassa temperatura ............................................................................... 24
Fig. 5 Apparecchio per la prova di durezza con la sfera ........................................................................................ 24
Fig. 6 Filo incandescente con termocoppia ...................................................................................................................... 25
Fig. 7 Disposizione e dimensioni degli elettrodi per la prova di resistenza
alle correnti superficiali ..................................................................................................................................................... 26
Fig. 8 Disposizione per la prova delle calotte o piastre di copertura ............................................................ 26
Fig. 9 Calibro (spessore: circa 2 mm) per la verifica del contorno delle calotte
o placche di copertura ....................................................................................................................................................... 27
Fig. 10 Esempi di applicazione del calibro della Fig. 9 sulle calotte fissate senza viti
su una superficie di montaggio o di appoggio ............................................................................................... 28
Fig. 11 Esempi per l’applicazione del calibro della Fig. 9 secondo le prescrizioni di 10.2.7 .......... 29
Fig. 12 Calibro per la verifica di scanalature, fori e rastremazioni inverse ................................................... 30
Fig. 13 Schema che indica la direzione di applicazione del calibro di Fig. 12 .......................................... 30

APP ENDIC E
A ESEMPI DI INVOLUCRI E LORO PARTI 31

A L L E G AT O
ZA normativo Altre Pubblicazioni Internazionali menzionate nella presente Norma
con riferimento alle corrispondenti Pubblicazioni Europee 32

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina iv
1 CAMPO DI APPLICAZIONE

La presente Norma si applica agli involucri o a parti di involucri dei dispositivi


con tensione nominale non superiore a 440 V, destinati ad installazioni elettriche
fisse per usi domestici e similari, per interni o per esterni.
Nota La presente Norma può essere usata come guida per involucri con tensione nominale fino a 1000 V.

Gli involucri conformi alla presente Norma sono adatti ad essere utilizzati, dopo
l’installazione, a temperatura ambiente normalmente non superiore a 25 °C, ma
che occasionalmente può raggiungere 35 °C. Ai fini della presente Norma il ter-
mine involucri comprende le scatole sporgenti, da incasso e da semi-incasso pre-
viste per i componenti elettrici che rientrano nell’oggetto del CT 23, dove la cu-
stodia o la placca di copertura può fare parte o meno del componente.
Prescrizioni aggiuntive possono essere necessarie per involucri previsti per parti-
colari applicazioni, come ad esempio quelli previsti per ospitare dispositivi di
protezione contro le sovracorrenti, morsettiere ecc.
La presente Norma si applica inoltre alle scatole per il montaggio o la sospensio-
ne degli apparecchi di illuminazione.
La presente Norma è destinata ad essere applicata agli involucri per i componenti
elettrici compresi nell’oggetto del CT 23, ma serve anche come documento di ri-
ferimento per altri Comitati o Sottocomitati tecnici.
Un involucro che è parte integrante di un apparecchio elettrico a cui fornisce
protezione contro le influenze esterne (per esempio urti, ingresso di oggetti soli-
di o di acqua ecc.), è coperto dalla Norma relativa a tale apparecchio.

2 DEFINIZIONI

Per la presente Norma si applicano le definizioni che seguono.

2.1 Involucri
Gli involucri sono una combinazione di parti, come scatole da incasso, semi-in-
casso o sporgenti, calotte, placche di copertura, interruttori, prese ecc. che forni-
scono, dopo l’assemblaggio, un grado adeguato di protezione delle apparecchia-
ture, dei cavi e/o dei conduttori contro le influenze esterne, ed un grado definito
di protezione in ogni direzione, contro il contatto con le parti in tensione rac-
chiuse.
Nota (Vedere Appendice A).

2.2 Involucro per montaggio sporgente


Parte di involucro destinata ad essere montata su una superficie.

2.3 Involucro per montaggio ad incasso


Parte di un involucro destinata ad essere incassata in una parete e la cui faccia
anteriore affiora da questa parete.

2.4 Involucro per montaggio a semi-incasso


Parte di un involucro destinata ad essere incassata in una parete e che viene fatta
sporgere parzialmente dalla superficie di questa parete.

CEI 23-48:1998-02 NORMA TECNICA


38 CEI 23-48:1998-02
Pagina 1 di 34
2.5 Collare prolungatore di un involucro
Parte di involucro destinata a prolungare la scatola di montaggio.

2.6 Calotta o placca di copertura


Parte di involucro che può sia mantenere in posto un componente sia racchiu-
derlo.

3 PRESCRIZIONI GENERALI

Gli involucri devono essere progettati e costruiti in modo che, nell’uso ordinario,
assicurino una adeguata protezione elettrica e meccanica alle parti da essi rac-
chiuse ed evitino pericolo all’utilizzatore e all’ambiente circostante.
La conformità si verifica mediante l’esecuzione di tutte le rispettive prove pre-
scritte.

4 GENERALITÀ SULLE PROVE

4.1 Le prove considerate nella presente Norma sono prove di tipo.


Le prove sugli involucri di materiale isolante devono essere eseguite dopo un pe-
riodo di precondizionamento minimo di 10 giorni a temperatura ambiente e ad
una umidità relativa dell’aria compresa tra 45% e 85%.

4.2 Se non diversamente specificato, le prove si devono eseguire nell’ordine degli ar-
ticoli ad una temperatura ambiente di (20 ± 5) °C su un lotto di tre nuovi esem-
plari.

4.3 Gli involucri vengono considerati non conformi alla presente Norma se si ha più
di un esito negativo, nel complesso delle prove.
Se un esemplare non supera una prova a causa di un difetto di assemblaggio o di
montaggio, quest’ultima prova, assieme a ogni precedente prova che può averne
influenzato il risultato, deve essere ripetuta ed anche le prove che seguono devo-
no essere effettuate su un altro lotto di esemplari che devono tutti superare le
prescrizioni richieste.
Nota Il richiedente, quando presenta il primo campione, può anche consegnare un campione sup-
plementare, che può risultare necessario nel caso che un esemplare non superi la prova. Il la-
boratorio proverà allora, senza altra richiesta, il campione supplementare e lo dichiarerà non
conforme soltanto in caso di un ulteriore difetto.
Nel caso non venisse presentato inizialmente il campione supplementare, un esito negativo su
un esemplare motiverà la non rispondenza alle prescrizioni.
Quando l’involucro in prova è previsto per il montaggio di componenti, gli accessori possono
essere sostituiti da una placca di copertura avente le stesse caratteristiche dimensionali e mec-
caniche e mezzi di fissaggio come per gli accessori.
La corrispondenza delle prove degli esemplari fatte con le prescrizioni della presente Norma si-
gnifica riconoscere l’involucro in accordo con la presente Norma.

4.4 Gli involucri che sono usati esclusivamente con determinati componenti e che
sono provati in accordo con la loro norma non necessitano di essere provati se-
condo la presente Norma.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 2 di 34
5 CLASSIFICAZIONE

Gli involucri sono classificati secondo:

5.1 La natura del loro materiale:

5.1.1 Materiale isolante.

5.1.2 Metallico.

5.1.3 Composto.

5.2 Il metodo di installazione:

5.2.1 Da incasso.

5.2.2 Da semi-incasso.

5.2.3 Sporgenti.

5.3 La natura dell’installazione:

5.3.1 Involucri incassati in:

5.3.1.1 Pareti e soffitti pieni non combustibili.

5.3.1.1.1 Destinati ad essere messi in posto prima della costruzione edile (per es. destinati
per costruzione edile prefabbricata).

5.3.1.1.2 Destinati ad essere messi in posto dopo la costruzione edile (per es. non destinati
per costruzione edile prefabbricata).

5.3.1.2 Pareti e soffitti pieni combustibili.

5.3.1.3 Pareti e soffitti vuoti, mobili, architravi.

5.3.1.4 Canalette e condotti.

5.3.2 Involucri sporgenti montati su:

5.3.2.1 Pareti e soffitti non combustibili.

5.3.2.2 Pareti e/o soffitti e/o mobili combustibili.

5.4 Gamma di temperatura durante l’installazione:

5.4.1 Da –5 a +60 °C.

5.4.2 Da –15 a +60 °C.

5.4.3 Da –25 a +60 °C. (1)

(1) Questo tipo è previsto per involucri utilizzati all’esterno in condizione di clima freddo.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 3 di 34
5.5 Temperatura massima durante la costruzione edile prefabbricata:

5.5.1 +60°C.

5.5.2 +90 °C.(1)

5.6 Grado di protezione contro il contatto diretto


e contro la penetrazione dannosa di oggetti solidi e di acqua:
Secondo i gradi IP della Pubblicazione IEC 529.

5.7 Esistenza dei mezzi di sospensione:

5.7.1 Senza mezzi di sospensione.

5.7.2 Con mezzi di sospensione.

6 SOVRASCRITTE E CONTRASSEGNI

Gli involucri devono portare le indicazioni seguenti:


n nome del costruttore o del venditore responsabile o loro marchio di fabbrica
o loro marchio di identificazione;
n riferimento di tipo, che può essere un numero di catalogo;
n simbolo per il grado di protezione contro la penetrazione dei corpi solidi, se
è superiore a IP2X;
n simbolo per il grado di protezione contro l’ingresso dannoso di acqua se su-
periore a IPX0 e l’involucro è fornito con calotta o placca di copertura;
n quando il grado di protezione IPXX si riduce durante l’uso ordinario (ad
esempio per l’inserzione della spina nella presa), deve essere riportato in ag-
giunta il rispettivo simbolo IP;
n –15 °C o –25 °C, se applicabile.

Il simbolo per il grado di protezione contro la penetrazione dannosa di acqua, se


applicabile, deve essere riportato sull’esterno della custodia in modo da essere
facilmente distinguibile quando l’involucro è montato e collegato come nell’uso
ordinario.
Le altre sovrascritte devono essere visibili dopo l’installazione, che può compor-
tare la rimozione del coperchio, della placca di copertura dei dispositivi ecc.; il ri-
ferimento di tipo può essere riportato soltanto sull’imballaggio.
Le sovrascritte devono essere indelebili e facilmente leggibili.
Nota I dettagli della classificazione applicabili secondo 5.3, 5.4 e 5.5 devono essere dati nel catalogo
del costruttore o nelle istruzioni di montaggio.

La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante la prova manuale che


segue.
La sovrascritta viene strofinata a mano approssimativamente per 15 s con uno
straccio di stoffa imbevuto d’acqua e quindi ancora approssimativamente per 15 s
con uno straccio imbevuto di benzina.

(1) Questi tipi sono destinati alla prefabbricazione in cemento e devono temporaneamente sopportare temperature fino a 90 °C.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 4 di 34
Sulle sovrascritte realizzate mediante fusione, stampaggio o incisione non si ese-
gue la prova.
A meno che sia evidente sul catalogo e sui fogli di istruzione del costruttore, de-
vono essere date istruzioni complementari per l’uso corretto dell’involucro.
Nota Si considera benzina un esano solvente con contenuto aromatico non superiore allo 0,1% in
volume; un valore di kauributanolo approssimativamente di 29, un punto di ebollizione ini-
ziale di circa 65 °C e una densità di circa 0,68 g/cm3.

7 VERIFICA DELLE DIMENSIONI

Gli involucri devono essere conformi alle relative Norme dimensionali, se esistono.

8 PROTEZIONE CONTRO LE SCOSSE ELETTRICHE

8.1 Gli involucri devono essere realizzati in modo che, una volta montati come
nell’uso ordinario, non risultino accessibili le parti attive dei componenti installati
correttamente o tutte le parti di quei componenti che possono diventare attive
per difetto.
Questa prescrizione non si applica alle piccole viti o simili, isolate dalle parti atti-
ve, che servono per il fissaggio dei coperchi o delle placche di copertura alla sca-
tola di montaggio.
Tutti gli involucri con coperchio o componente incorporato devono avere un
grado di protezione di almeno IP20, usando soltanto il dito di prova.
Quando gli involucri vengono forniti senza coperchio, placca di copertura o
componente, essi sono provati equipaggiati con le parti appropriate, secondo le
informazioni riportate nel catalogo del costruttore.
La conformità si verifica mediante esame a vista ed applicando in ogni posizione
possibile sulle parti che risultano accessibili, dopo una installazione corretta:
n per gli involucri IP 20, il dito di prova rigido (secondo la Pubblicazione
IEC 529) con una forza di 10 N ± 1 N;
n per gli involucri IP 30, il filo di acciaio con diametro 2,5 mm ± 0,1 mm con
una forza di 3 N ± 0,3 N;
n per gli involucri IP 40, il filo di acciaio di 1 mm ± 0,1 mm con una forza di
1 N ± 0,2 N.

In caso di dubbio, per rilevare il contatto con le parti esaminate si usa un indica-
tore elettrico con tensione compresa tra 40 V e 50 V.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 5 di 34
9 PRESCRIZIONI PER LA MESSA A TERRA

9.1 Gli involucri metallici, che possono diventare attivi nel caso di un difetto di isola-
mento, devono essere forniti con una connessione permanente ed affidabile ad
un dispositivo di messa a terra.

9.2 La connessione tra il morsetto di terra e le parti metalliche da connettere ad esso


deve essere di bassa resistenza.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.
Si fa passare, tra il morsetto di terra e ciascuna parte metallica accessibile a turno,
una corrente di 25 A ± 1 A fornita da una sorgente in c.a. con una tensione a
vuoto non superiore a 12 V.
Si misura la caduta di tensione tra il morsetto di terra e la parte metallica accessi-
bile e si calcola la resistenza in base alla corrente ed alla caduta di tensione.
In nessun caso la resistenza deve superare 0,05 W.
Nota Si deve aver cura di evitare che la resistenza di contatto tra l’estremità del puntale di misura e
la parte metallica in prova influisca sui risultati della prova stessa.
Negli involucri isolanti, con IP > X0, si devono prendere provvedimenti per l’aggiunta di un
mezzo che assicuri la continuità effettiva del conduttore di terra, quando è prevista più di una
entrata del cavo.

9.3 Gli involucri specificatamente destinati a ricevere un dispositivo metallico acces-


sibile, per es. un gancio per sospendere un carico, devono essere realizzati in
modo che sia impedito ogni contatto tra il dispositivo accessibile e le parti attive
o le parti che possono diventare attive nel caso di un difetto dell’isolamento, a
meno che il dispositivo metallico accessibile possieda un mezzo per essere con-
nesso in modo affidabile al circuito di terra.
La conformità si verifica mediante esame a vista.

9.4 I coperchi o le placche di copertura metalliche, che possono diventare attive nel
caso di un difetto di isolamento, devono essere connesse in modo affidabile, tra-
mite una connessione di bassa resistenza, al circuito di terra durante il fissaggio
del coperchio e della placca di copertura stessi.
Nota È ammesso l’uso di viti di fissaggio o di altri mezzi.

La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante la prova di cui in 9.2.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 6 di 34
10 PRESCRIZIONI COSTRUTTIVE

10.1 Gli involucri devono avere resistenza meccanica adeguata.


La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante le prove di cui all’art. 12.

10.2 Le calotte e le placche di copertura o parti di esse destinate ad assicurare la pro-


tezione contro la scossa elettrica, devono essere tenute in posizione in due o più
punti con mezzi efficaci.
Le calotte o le placche di copertura o parti di esse possono essere fissate per
mezzo di un fissaggio singolo, per esempio a mezzo di vite, purché esse siano te-
nute in posizione da altri mezzi (per esempio riscontri).
Nota Si raccomanda che i fissaggi delle calotte o delle placche di copertura siano imperdibili. L’uso
di rondelle in cartone o materiale analogo fissate sulle viti è considerato come mezzo adatto a
mantenere in posto le viti che devono risultare imperdibili.

La conformità si verifica secondo 10.2.1, 10.2.2 o 10.2.3.

10.2.1 Per le calotte o placche di copertura i cui fissaggi sono del tipo a vite, la confor-
mità è verificata solo mediante esame a vista.

10.2.2 Per le calotte o le placche di copertura il cui fissaggio non è dipendente da viti e
la cui rimozione è ottenuta applicando una forza in una direzione approssimati-
vamente perpendicolare alla superficie di montaggio/supporto (Tab. 1A), la con-
formità è verificata:
n quando la loro rimozione può dare accesso, con il dito di prova normalizzato,
alle parti attive:
con la prova di 10.2.4;
n quando la loro rimozione può dare accesso, con il dito di prova normalizza-
to, alle parti metalliche non messe a terra separate dalle parti attive da un iso-
lamento principale:
con la prova di cui in 10.2.5;
n quando la loro rimozione può dare accesso, con il dito di prova normalizza-
to, soltanto a:
n parti isolanti, o
n parti metalliche messe a terra, o
n parti metalliche separate dalle parti attive da un isolamento doppio o rin-
forzato, o
n parti attive di circuiti SELV non superiori a 25 V c.a. o 60 V c.c.:
con la prova di 10.2.6.

10.2.3 Le calotte o placche di copertura il cui fissaggio non è dipendente da viti e la cui
rimozione è ottenuta usando un utensile, secondo le istruzioni del costruttore
date in un foglio di istruzioni o in un catalogo:
con le stesse prove di 10.2.2 con l’eccezione che le custodie e le placche di co-
pertura o parti di esse non devono necessariamente staccarsi quando si applica
una forza non superiore a 120 N, in direzione perpendicolare alla superficie di
montaggio/supporto.

10.2.4 Quando si provano le forze necessarie per staccare o non staccare le calotte o
placche di copertura, gli involucri vanno montati come nell’uso ordinario. Gli in-
volucri ad incasso devono essere installati in modo che i bordi delle scatole sia-
no a filo con le pareti e che le calotte o placche di copertura siano montate. Se le
calotte o placche di copertura sono fornite di mezzi di bloccaggio che possono

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 7 di 34
funzionare senza l’uso di un utensile, tali mezzi sono sbloccati. Le verifiche sono
effettuate secondo 10.2.4.1 e 10.2.4.2.

10.2.4.1 Verifica della non removibilità di calotte e placche di copertura


Si devono applicare gradualmente delle forze perpendicolari alle superfici di
montaggio, in maniera tale che la forza risultante che agisce al centro delle calot-
te o le placche di copertura, o parti di esse sia rispettivamente:
n 40 N, per calotte o placche di copertura, o parti di esse conformi alle prove
di 10.2.7 e 10.2.8, oppure
n 80 N, per le altre calotte o placche di copertura, o parti di esse.

La forza deve essere applicata per 1 min. Le calotte e le placche di copertura non
devono staccarsi.
La prova viene poi ripetuta su nuovi campioni, la calotta o la placca di copertura
deve essere fissata alla parete interponendo un foglio di materiale solido dello
spessore di 1 mm ± 0,1 mm, che è fissato alla superficie, come nella Fig. 8.
Nota Il foglio di materiale solido è utilizzato per simulare la carta da parati e può consistere di vari
strati.

Dopo la prova i campioni non devono mostrare alcun danno in accordo con la
presente Norma.

10.2.4.2 Verifica della removibilità delle calotte e placche di copertura


Una forza non superiore a 120 N deve essere gradualmente applicata, in direzioni
perpendicolari alle superfici di montaggio/supporto, alle calotte, placche di co-
pertura, o parti di esse, mediante un gancio che viene inserito a turno in ciascu-
na delle scanalature, fori, spazi o altri agganci forniti per rimuoverle.
Le calotte o le placche di copertura devono staccarsi.
La prova viene effettuata per dieci volte, su ciascuna parte separabile il cui fissag-
gio non dipende da viti (cercando di distribuire per quanto possibile ugualmente i
punti di applicazione), e la forza è applicata ogni volta a scanalature diverse, fori o
altri agganci forniti per staccare la parte separabile.
La prova viene poi ripetuta su nuovi campioni, la calotta o placca di copertura
deve essere montata sulla parete interponendo un foglio di materiale solido, dello
spessore di 1 mm ± 0,1 mm, che viene fissato alla superficie, come nella Fig. 8.
Dopo la prova, i campioni non devono mostrare alcun danno secondo la presen-
te Norma.

Tab. 1 A

Accessibilità con il dito di prova dopo la Prove Forza da applicare


rimozione delle calotte, placche di secondo i N
copertura o parti di esse paragrafi Involucri conformi a Involucri non conformi
10.2.7 e 10.2.8 a 10.2.7 e 10.2.8
non deve deve non deve deve
staccarsi staccarsi staccarsi staccarsi
alle parti attive 10.2.4 40 120 80 120
alle parti metalliche non messe a terra
separate dalle parti attive dall’isola- 10.2.5 10 120 20 120
mento principale
alle parti isolanti, alle parti metalliche
messe a terra, alle parti attive di SELV
£ 25 V c.a. o parti metalliche separate 10.2.6 10 120 10 120
dalle parti attive con isolamento dop-
pio o rinforzato

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 8 di 34
10.2.5 La prova viene effettuata come descritto in 10.2.4, applicando, per quanto de-
scritto in 10.2.4.1, le forze che seguono:
n 10 N, per calotte o per placche di copertura che sono conformi alla prova di
10.2.7 e 10.2.8;
n 20 N, per le altre calotte o placche di copertura.

10.2.6 La prova viene effettuata come descritto in 10.2.4, ma applicando, per quanto de-
scritto in 10.2.4.1, la forza di 10 N per tutti i tipi di calotte o placche di copertura.

10.2.7 Il calibro mostrato in Fig. 9 viene premuto contro ciascun lato di ogni calotta o
placca di copertura che viene fissata con viti su una superficie di montaggio/sup-
porto, come in Fig. 10.
Il calibro deve essere applicato ad angolo retto a ogni lato in prova, con la faccia
B appoggiata alla superficie di montaggio/supporto e con la faccia A perpendico-
lare ad essa.
Nel caso di una calotta o placca di copertura fissata senza viti ad un’altra calotta
o placca di copertura o a una scatola di montaggio, con le stesse dimensioni, la
faccia B del calibro deve essere posizionata allo stesso livello della giunzione; il
profilo della calotta o placca di copertura non deve superare il profilo della su-
perficie di supporto.
Le distanze fra la faccia C del calibro e il profilo della parte in prova, misurate paral-
lelamente alla faccia B, non devono diminuire (fatta eccezione per scanalature, fori,
rastremazioni reversibili o simili, piazzati ad una distanza inferiore a 7 mm dal piano
che includa la faccia B ed in conformità alla prova di 10.2.8) quando le misure ven-
gono ripetute partendo da un punto X in direzione della freccia Y (vedi Fig. 11).

10.2.8 Un calibro secondo la Fig. 12, applicato con una forza di 1 N ± 0,2 N, non deve
entrare più di 1,0 mm dalla parte superiore di ogni scanalatura, foro o rastrema-
zione rovesciata o simili quando si applica un calibro parallelamente alla superfi-
cie di montaggio/supporto e ad angolo retto alla parte in prova, come da Fig. 13.
Nota La verifica, se il calibro di Fig. 12 è entrato più di 1 mm, viene eseguita facendo riferimento ad
una superficie perpendicolare alla faccia B ed includendo la parte superiore del profilo dei fo-
ri, delle rastremazioni reversibili o simili.

10.3 Gli involucri con IP > X0, quando sono equipaggiati con pressacavi, o membra-
ne, se esistenti, devono fornire il grado di protezione richiesto contro la penetra-
zione dell’acqua, quando sono raccordati a un tubo o a un cavo con guaina.
La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante la prova di cui in 11.4.

10.4 Gli involucri per montaggio sporgente e da semi-incasso con IP da X1 a X6 devo-


no essere previsti per l’apertura di un foro di drenaggio con almeno 5 mm di dia-
metro o 20 mm2 di sezione con larghezza o lunghezza minima di 3 mm.
I fori di drenaggio devono essere posizionati e realizzati in numero tale che sem-
pre almeno uno sia efficace in una qualsiasi posizione dell’involucro.
La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante misurazioni.

10.5 Le superfici degli involucri adatti per montaggio su pareti vuote devono avere al-
meno il grado di protezione IP 20.
Gli involucri devono essere forniti di mezzi idonei per fissare i componenti, i co-
perchi e le placche di copertura.
La conformità si verifica mediante esame a vista.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 9 di 34
10.6 Gli involucri devono essere predisposti per consentirne il corretto fissaggio in, o
su, un muro o su un soffitto.
Gli involucri in materiale isolante devono essere realizzati in modo tale che,
quando vengono montati ed utilizzati i mezzi di fissaggio previsti, tutte le parti
metalliche dei mezzi di fissaggio interni siano circondate da un isolante che su-
pera l’estremità del mezzo di fissaggio di un valore di almeno il 10% della lar-
ghezza massima della cavità nella quale si trova il mezzo di fissaggio.
La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante misurazione.

10.7 Le eventuali entrate devono permettere sia l’introduzione dei tubi sia l’adatta-
mento di un dispositivo appropriato che raccorda il tubo sull’involucro, la guaina
di protezione del cavo in modo da assicurare una protezione meccanica.
Le aperture di entrata per i tubi o almeno due di esse, se ce ne sono più di una,
devono poter ricevere tubi di una dimensione o di una combinazione qualsiasi di
queste dimensioni secondo le prescrizioni della Pubblicazione IEC 423.
La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante prove che fanno uso
di cavi o tubi appropriati.
Nota Le aperture di entrata, di grandezza adeguata, possono essere ottenute con pareti sfondabili,
pezzi di inserzione appropriati o utilizzando un idoneo utensile da taglio.

10.8 I mezzi di fissaggio a vite per i coperchi e i dispositivi devono essere realizzati in
modo da resistere agli sforzi meccanici che si manifestano durante l’installazione
e l’applicazione usuale.
La conformità si verifica mediante esame a vista, mediante la prova che segue e,
se applicabile, mediante la prova di cui in 12.3.
I mezzi di fissaggio a vite sono serrati e allentati:
n 10 volte per le viti che si impegnano in una filettatura in materiale isolante, e
per le viti in materiale isolante;
n 5 volte in tutti gli altri casi.

Le viti e i dadi che si impegnano in una filettatura in materiale isolante e le viti in


materiale isolante sono completamente tolti e reinseriti ogni volta.
Le viti autofilettanti e le viti automaschianti previste solo per l’assemblaggio mec-
canico possono essere usate a condizione che esse siano fornite con la parte in
cui esse sono inserite.
La prova si esegue usando un idoneo cacciavite, applicando la coppia di torsione
come segue.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 10 di 34
Tabella

Diametro nominale della filettatura (mm) Coppia di torsione


(Nm)
I II
Fino a 2,8 incluso 0,2 0,4
oltre 2,8 fino a 3,0 incluso 0,25 0,5
oltre 3,0 fino a 3,2 incluso 0,3 0,6
oltre 3,2 fino a 3,6 incluso 0,4 0,8
oltre 3,6 fino a 4,1 incluso 0,7 1,2
oltre 4,1 fino a 4,7 incluso 0,8 1,8
oltre 4,7 fino a 5,3 incluso 0,8 2,0
oltre 5,3 fino a 6,0 incluso 1,2 2,5
oltre 6,0 fino a 8,0 incluso 2,5 3,5
oltre 8,0 fino a 10,0 incluso 2,5(*) 4,0
oltre 10,0 2,5(*) 4,0(*)
La colonna I si applica alle viti che non possono essere serrate a mezzo di un cacciavite con una lama più larga del
diametro della vite.
La colonna II si applica alle altre viti che si serrano a mezzo di un cacciavite.
Durante la prova non si deve constatare alcun danno, come rottura della vite o deterioramento al taglio della testa
(che rende impossibile l’uso di un cacciavite appropriato), alla filettatura o agli involucri, compromettendo l’ulte-
riore uso dei mezzi di fissaggio. Le viti devono essere serrate senza strappi.
(*) Valori applicabili in Italia, in via sperimentale.

11 RESISTENZA ALL’INVECCHIAMENTO, ALL’UMIDITÀ, ALLA


PENETRAZIONE DEI CORPI SOLIDI E A QUELLA DANNOSA DELL’ACQUA

11.1 Resistenza all’invecchiamento ed alle condizioni climatiche


di involucri isolanti e compositi

11.1.1 Gli involucri isolanti e compositi devono resistere all’invecchiamento. Le parti de-
stinate soltanto a scopi decorativi, come alcuni coperchi, vengono rimosse prima
delle prove.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.
Gli involucri, montati come nell’uso ordinario, sono sottoposti ad una prova in
un forno con atmosfera di composizione e pressione come l’aria ambiente e con
ventilazione a circolazione naturale.
La temperatura nel forno è (70 ± 2) °C.
Gli esemplari vengono mantenuti nel forno approssimativamente per 7 giorni
(168 h).
Si raccomanda l’uso di un forno scaldato elettricamente.
La circolazione naturale può essere fornita per mezzo di fori ricavati nelle pareti
del forno.
Dopo il trattamento, gli esemplari devono essere rimossi dal forno e mantenuti a
temperatura ambiente e ad una umidità relativa, compresa tra 45% e 55%, per al-
meno 4 giorni (96 h).
Gli esemplari non devono mostrare fessure visibili ad occhio nudo o con visione
corretta senza ingrandimenti; il materiale non deve essere diventato appiccicoso
o untuoso. Ciò viene giudicato premendo l’esemplare con una forza di 5 N con
l’indice avvolto in un pezzo asciutto di tessuto ruvido.
Sull’esemplare non devono rimanere tracce di tessuto ed il materiale dell’esem-
plare non deve appiccicarsi al tessuto.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 11 di 34
Dopo la prova gli esemplari non devono presentare danni che portano alla non
conformità con la presente Norma.
Nota La forza di 5 N può essere ottenuta nel modo che segue.
Si pone l’esemplare su uno dei piatti della bilancia e si carica l’altro piatto con un peso uguale
al peso dell’esemplare più 500 g. Si ristabilisce l’equilibrio premendo l’esemplare con l’indice
avvolto in un pezzo asciutto di tessuto ruvido.

11.1.2 Gli anelli di tenuta (con membrane) nelle aperture di entrata devono essere fissa-
ti in modo affidabile e non devono spostarsi per effetto degli sforzi meccanici e
termici che si manifestano nell’uso ordinario.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.
Gli anelli di tenuta si provano quando fissati agli involucri.
Dapprima l’involucro è equipaggiato con gli anelli di tenuta che sono stati sotto-
posti al trattamento specificato in 11.1.1.
Di seguito gli involucri sono posti per un minimo di 2 h in un forno, come de-
scritto in 11.1.1, mantenendo la temperatura a (40 ± 2) °C.
Dopo questo periodo si applica una forza di 30 N ± 2 N approssimativamente per
5 s alle varie parti degli anelli di tenuta per mezzo della punta di un dito di prova
rigido con le stesse dimensioni del dito di prova normalizzato della Fig. 1 della
Pubblicazione IEC 529.
Durante queste prove, gli anelli di tenuta non devono deformarsi a tal punto che
le parti attive di ogni dispositivo racchiuso diventino accessibili.
Per gli anelli di tenuta suscettibili di subire una trazione assiale nell’impiego
usuale, si applica assialmente una trazione di 30 N ± 2 N approssimativamente
per 5 s.
Durante questa prova gli anelli di tenuta non devono staccarsi.
La prova, poi, viene ripetuta sugli anelli di tenuta che non sono stati sottoposti ad
alcun trattamento.

11.1.3 Per involucri marcati –15 °C oppure –25 °C si raccomanda che gli anelli di tenuta
(con membrane) nelle aperture di entrata siano progettate e realizzate in maniera
tale che l’introduzione dei cavi nel dispositivo sia possibile quando la temperatu-
ra ambiente è bassa.
Nota In alcuni paesi è richiesta la conformità a questa raccomandazione per la pratica di installa-
zione in condizioni fredde.

La conformità si verifica mediante la prova che segue.


L’involucro viene equipaggiato con gli anelli di tenuta che non sono stati sotto-
posti ad alcun trattamento di invecchiamento; quelli senza aperture vengono fo-
rati convenientemente.
L’involucro viene poi posto approssimativamente per 2 h in un frigorifero a una
temperatura di (–15 ± 2) °C, o ad una temperatura di (–25 ± 2) °C per gli involu-
cri destinati ad essere installati a –25 °C.
Immediatamente dopo questo periodo, mentre l’involucro è ancora freddo, deve
essere possibile introdurre cavi del diametro massimo o tubi previsti attraverso le
membrane degli anelli di tenuta.
Dopo le prove di cui in 11.1.2 e 11.1.3, gli anelli di tenuta non devono presentare
deformazioni nocive, fessure o danni simili che implicano la non conformità alla
presente Norma.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 12 di 34
11.2 Resistenza all’umidità

11.2.1 Gli involucri di materiale isolante devono essere resistenti all’umidità che si può
presentare nell’uso ordinario.
La conformità si verifica come segue.
Gli involucri sono sottoposti ad un trattamento in atmosfera umida in una camera
contenente aria con umidità relativa mantenuta tra 91% e 95%.
La temperatura dell’aria dove sono posti gli esemplari è mantenuta, con la tolle-
ranza di ±1 °C, ad un valore t conveniente, compreso tra 20 °C e 30 °C.
Prima che siano posti nella camera umida, gli esemplari vengono mantenuti ad
una temperatura compresa tra t e (t + 4) °C.
Gli esemplari sono mantenuti nella camera per:
n approssimativamente 2 giorni (48 h) per gli involucri con IPX0;
n approssimativamente 7 giorni (168 h) per gli altri involucri.
Nota Nella maggior parte dei casi gli esemplari possono essere portati alla temperatura specificata,
mantenendoli a questa temperatura per almeno 4 h prima di iniziare il trattamento di umidi-
tà. Si può ottenere umidità relativa tra il 91% e il 95% introducendo nella camera una soluzio-
ne satura di solfato di sodio (Na2SO4) oppure di nitrato di potassio (KNO3) in acqua, avente
una superficie di contatto con l’aria sufficientemente estesa.
Allo scopo di raggiungere nella camera le condizioni specificate è necessario assicurare una
costante circolazione dell’aria nell’interno e, in generale, usare una camera isolata termica-
mente.

Dopo questo trattamento gli esemplari non devono mostrare alcun danno che
comprometta il loro uso, e inoltre gli involucri isolanti devono superare le prove
che seguono.

11.2.2 Misura della resistenza di isolamento applicando una tensione continua di circa
500 V, mantenuta 1 min dopo l’applicazione della tensione.
Il valore della resistenza di isolamento non deve essere inferiore a 5 MW.

11.2.3 Applicazione di una tensione sostanzialmente di forma sinusoidale, con valore


efficace di 2000 V e una frequenza di 50 Hz o 60 Hz, approssimativamente per
1 min tra le superfici interne ed esterne.
All’inizio si applica non più della metà della tensione prescritta. Successivamente
essa viene elevata rapidamente al pieno valore.
Non devono manifestarsi archi o scariche.
Nota Il trasformatore ad alta tensione utilizzato per la prova deve essere costruito in modo che
quando i morsetti del secondario sono cortocircuitati, dopo che la tensione del secondario è
stata regolata al valore di tensione richiesto, la corrente erogata sia almeno 200 mA. Il relè di
sovracorrente non deve scattare per correnti al secondario inferiori a 100 mA.
Si deve aver cura che il valore efficace della tensione di prova applicata sia misurata con una
precisione di ±3%.
Effluvi senza cadute di tensione non sono presi in considerazione.

Durante le prove di cui in 11.2.2 e 11.2.3, un foglio metallico viene posto in con-
tatto con le superfici interne, mentre un altro foglio metallico, di dimensioni non
superiori a 200 mm ´ 100 mm, viene posto in contatto con le superfici esterne e,
se occorre, viene spostato per provare tutte le parti.
Bisogna aver cura che, durante la prova, la distanza tra il foglio metallico interno
e quello esterno sia almeno 4 mm, ad eccezione di quando questa distanza è mi-
surata attraverso il materiale isolante.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 13 di 34
11.3 Resistenza all’ingresso dei corpi solidi
Gli involucri devono fornire un grado di protezione contro l’ingresso dei corpi
solidi secondo la loro classificazione IP.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.

11.3.1 Gli involucri vengono montati, come nell’uso ordinario, secondo le istruzioni del
costruttore. Gli involucri di tipo sporgente sono montati su una parete verticale
con i fori di drenaggio posti nella posizione più bassa.
Gli involucri da incasso o da semi-incasso vengono fissati in un incavo appro-
priato come nell’uso ordinario.
Gli involucri con premistoppa a vite o con anelli di tenuta (con membrane) sono
equipaggiati e connessi con cavi adeguati ai valori nominali del dispositivo montato.
Le viti di fissaggio degli involucri sono serrate con una coppia uguale a due terzi
dei valori dati in Tab. 1 di 10.8.
Le entrate dei cavi e/o dei tubi devono essere realizzate secondo le istruzioni del
costruttore.
Le parti che possono essere smontate senza l’aiuto di un utensile vengono tolte.
I pressacavi non vengono riempiti con materiale di riempimento o simili.

11.3.2 Gli involucri protetti contro i corpi solidi di diametro superiore a 12 mm vengono
sottoposti alla prova per il grado di protezione IP2X secondo le rispettive prove
della Pubblicazione IEC 529.
Durante la prova la sfera non deve passare attraverso alcuna apertura dell’involucro.

11.3.3 Gli involucri protetti contro i corpi solidi di diametro superiore a 2,5 mm vengo-
no sottoposti alla prova per il grado di protezione IP3X secondo le rispettive pro-
ve della Pubblicazione IEC 529.

11.3.4 Gli involucri protetti contro i corpi solidi di diametro superiore a 1 mm sono sot-
toposti alla prova per il grado di protezione IP4X secondo le rispettive prove del-
la Pubblicazione IEC 529.
Durante le prove di cui in 11.3.3 e 11.3.4, le sonde non devono penetrare nell’in-
volucro se non attraverso i fori di drenaggio.

11.3.5 Gli involucri protetti contro la polvere devono essere sottoposti alla prova per il
grado di protezione IP5X secondo le rispettive prove della Pubblicazione IEC 529
per gli involucri senza riduzione della pressione rispetto a quella ambientale.
Durante le prove di cui in 11.3.5, le eventuali aperture di drenaggio non devono
essere aperte.

11.3.6 Gli involucri stagni alla polvere sono sottoposti alla prova per il grado di prote-
zione IP6X secondo le rispettive prove della Pubblicazione IEC 529 per gli invo-
lucri senza riduzione della pressione rispetto a quella atmosferica.
Durante le prove di cui in 11.3.6 le eventuali aperture di drenaggio non devono
essere aperte.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 14 di 34
11.4 Resistenza all’ingresso dannoso dell’acqua
Gli involucri con IP > X0 devono fornire un grado di protezione contro l’ingresso
dannoso dell’acqua secondo la loro classificazione IP.
La conformità si verifica eseguendo le prove specificate nella Pubblicazione
IEC 529 per il grado di protezione IPX1, IPX2, IPX3, IPX4, IPX5, IPX6, IPX7 e
IPX8, con gli esemplari montati come in 11.3.1.
Immediatamente dopo la prova, si deve dimostrare che nell’esemplare non sia
entrata acqua in maniera apprezzabile e che non abbia raggiunto le parti attive.
Di seguito gli esemplari devono resistere alla prova di tensione applicata specifi-
cata in 11.2.3.
Se l’involucro ha fori di drenaggio, si deve provare con esame a vista che l’acqua
entrata non si è accumulata e che essa è uscita senza causare alcun danno a tutto
il dispositivo.
Durante le prove degli involucri con grado di protezione superiore a IPX4, gli
eventuali fori di drenaggio non devono essere aperti.
Nota Se l’involucro non è provvisto di fori di drenaggio, ci si deve assicurare della dispersione di tutti
gli accumuli d’acqua che possono presentarsi.

Le prove di 11.4 sono eseguite prima delle prove di cui in 11.2 e in 11.3.

12 RESISTENZA MECCANICA

Gli involucri devono avere resistenza meccanica adeguata a sopportare gli sforzi
meccanici che si manifestano durante l’installazione e l’utilizzazione.
La conformità si verifica mediante le prove di cui in 12.1 e in 12.2.
Quando un involucro è troppo grande per essere posto negli apparecchi di pro-
va delle Fig. 3 o 4, le prove si eseguono nelle stesse condizioni di quelle specifi-
cate rispettivamente in 12.1.1 o in 12.1.2, ma usando il martello a molla secondo
la Pubblicazione IEC 817: “Spring-operated impact-test apparatus and its calibra-
tion”, calibrato sull’energia d’urto corrispondente a quella richiesta rispettivamen-
te in 12.1.1 o 12.1.2.

12.1 Per gli involucri destinati ad essere annegati nel calcestruzzo


(costruzione edile prefabbricata)

12.1.1 Prova d’urto


L’esemplare deve essere sottoposto ad una prova d’urto con l’apparecchio di pro-
va col martello verticale (Fig. 4), posto su un supporto di gomma spugnosa a cel-
le chiuse, avente 40 mm di spessore, quando non è compresso, e una massa vo-
lumica di 538 kg/m3.
L’intero dispositivo assieme agli esemplari deve essere posto in un frigorifero, la
cui temperatura è mantenuta approssimativamente per 2 h a:
n (–5 ± 1) °C per i tipi secondo 5.4.1;
n (–15 ± 1) °C per i tipi secondo 5.4.2;
n (–25 ± 1) °C per i tipi secondo 5.4.3.

Alla fine di questo periodo, ciascun esemplare è sottoposto ad un urto per mezzo
di una massa di 1 kg che cade verticalmente da un’altezza di 10 cm.
Si applica un colpo sul fondo e quattro, egualmente spaziati, sulle pareti laterali.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 15 di 34
Dopo la prova, gli esemplari non devono mostrare danni in accordo con la pre-
sente Norma.
Nota Non si tiene conto di danni alle finiture, di piccoli intagli che non riducono le distanze in aria
e quelle superficiali al di sotto di quelle specificate nelle Pubblicazioni IEC relative ai compo-
nenti da montare, e delle piccole scheggiature che non influenzano negativamente la protezio-
ne contro le scosse elettriche o la penetrazione dannosa dell’acqua.

Inoltre non si tengono in considerazione fessure non visibili ad occhio nudo o


con visione corretta senza ingrandimenti, fessure superficiali in pezzi fusi rinfor-
zati con fibre e piccole intaccature.

12.1.2 Prova di compressione per involucri secondo 5.5.2


Gli involucri devono essere idonei ad essere montati in stampi riscaldati o in cal-
cestruzzo riscaldato e devono sopportare gli sforzi meccanici durante la gettata.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.
n L’involucro è posto approssimativamente per 1 h alla temperatura di
(90 ± 5) °C.
Dopo la prova, l’involucro non deve presentare deformazione o danno che
comporti la non conformità con la presente Norma.
n In seguito l’involucro viene posto tra 2 piastre di legno duro ed è caricato con
una forza di 550 N approssimativamente per 1 min.
Bisogna porre attenzione che la pressione prodotta a mezzo delle piastre di
legno duro usato in questa prova sia distribuita uniformemente sulle superfici
esterne e che in nessun caso rafforzi l’involucro.
Successivamente l’involucro è fatto raffreddare alla temperatura ambiente.
Dopo la prova l’involucro non deve mostrare deformazione o danno che
comporti la non conformità con la presente Norma o che comprometta l’uti-
lizzazione prevista.
Nota Durante queste due prove gli involucri sono equipaggiati secondo le istruzioni del costruttore,
con eventuali pezzi speciali destinati a migliorare il comportamento meccanico dell’involucro
durante la loro messa in opera. Per questa prova assieme all’involucro si consegna questo pez-
zo speciale.

12.2 Per gli involucri non destinati ad essere annegati nel calcestruzzo
(costruzione edile non prefabbricata)
Gli esemplari sono sottoposti a colpi per mezzo di un apparecchio di prova
all’urto come mostrato nelle Fig. 1, 2, 3a e 3b.
L’elemento battente ha una faccia emisferica di 10 mm di raggio, fatta di poliam-
mide con durezza Rockwell di HR 100, ed una massa di (150 ± 1) g.
Esso è fissato rigidamente all’estremità inferiore di un tubo di acciaio con diame-
tro esterno di 9 mm ed uno spessore di 0,5 mm, che è imperniato alla sua estre-
mità superiore in modo che possa oscillare soltanto in un piano verticale.
L’asse del perno va posto (1000 ± 1) mm al di sopra dell’asse dell’elemento d’urto.
La durezza Rockwell dell’elemento d’urto in poliammide è determinata usando una
sfera di (12,700 ± 0,0025) mm di diametro, con un carico iniziale di (100 ± 2) N ed
un carico addizionale di (500 ± 2,5) N.
Nota Altre informazioni relative alla determinazione della durezza Rockwell per i materiali plastici
sono date nella Norma ISO 2039-2.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 16 di 34
La costruzione dell’apparecchio è tale che si deve applicare una forza compresa
tra 1,9 N e 2,0 N alla superficie dell’elemento d’urto per mantenere il tubo in po-
sizione orizzontale.
Gli esemplari sono montati su una basetta di legno compensato quadrato di
175 mm di lato e 8 mm di spessore, assicurata alle sue estremità superiore ed in-
feriore ad un sostegno rigido.
Il supporto di montaggio deve avere una massa di (10 ± 1) kg e deve essere
montato su un telaio rigido.
La costruzione del supporto di montaggio deve essere tale che:
n l’esemplare possa essere posto in modo che il punto d’urto si trovi nel piano
verticale passante per l’asse del perno;
n l’esemplare possa essere spostato orizzontalmente e ruotato attorno ad un
asse perpendicolare alla superficie della basetta di legno compensato;
n la basetta di legno compensato possa essere ruotata attorno ad un asse verti-
cale.

Le aperture d’entrata che non sono munite di pareti sfondabili sono lasciate aper-
te; se sono munite di pareti sfondabili, una di esse viene lasciata aperta.
Gli esemplari sono montati in modo che il punto dell’urto giaccia nel piano verti-
cale passante per l’asse del perno.
L’elemento battente è fatto cadere da un’altezza che è specificata nella seguente
Tabella:

Parti degli involucri da sottoporre all’urto


Altezza di caduta (cm) Dispositivi ordinari Altri dispositivi
IPX0 >IPX0
10 AeB —
15 C AeB
20 D C
25 — D

Dove:
A = parti sulla superficie frontale, incluse le parti in rientranza;
B = parti che non sporgono più di 15 mm dalla superficie di montaggio (di-
stanza dalla parete), dopo il montaggio come nell’uso ordinario con l’ec-
cezione della parte A sopra menzionata;
C = parti che sporgono più di 15 mm e non più di 25 mm dalla superficie di
montaggio (distanza dalla parete), dopo il montaggio come nell’uso ordi-
nario, con l’eccezione della parte A sopra menzionata;
D = parti che sporgono più di 25 mm dalla superficie di montaggio (distanza
dalla parete), dopo il montaggio come nell’uso ordinario, con l’eccezione
della parte A sopra menzionata.
Nota L’energia d’urto determinata dalla parte dell’esemplare che sporge maggiormente dalla superficie
di montaggio viene applicata su tutte le parti dell’esemplare con l’eccezione della sua parte A.

L’altezza di caduta è la distanza verticale tra la posizione del punto di controllo,


quando il pendolo è sganciato, e la posizione di quel punto al momento dell’ur-
to. Il punto di controllo è marcato sulla superficie dell’elemento battente, dove la
retta passante per il punto di intersezione degli assi del tubo di acciaio del pen-
dolo e dell’elemento d’urto, e perpendicolare al piano che contiene entrambi gli
assi, incontra la superficie.
Nota In teoria il punto di controllo dovrebbe essere il baricentro dell’elemento battente. Poiché in prati-
ca il baricentro è difficile da determinare, il punto di controllo si sceglie come descritto sopra.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 17 di 34
Gli esemplari devono essere prima posti in un frigorifero, la cui temperatura è
mantenuta per 2 h a:
n (–5 ± 1) °C per i tipi secondo 5.4.1;
n (–15 ± 1) °C per i tipi secondo 5.4.2;
n (–25 ± 1) °C per i tipi secondo 5.4.3.

Al termine di questo periodo gli esemplari sono sottoposti a colpi che sono uni-
formemente distribuiti sull’esemplare stesso.
I colpi non devono essere applicati nelle zone delle pareti sfondabili per le entra-
te dei cavi, alle portelle che non servono per garantire il grado di protezione IP
dichirato per l’involucro e ai componenti interni conformi ad altre Norme.
Si applicano i seguenti colpi:
n per le parti A, 5 colpi: un colpo al centro, dopo che l’esemplare è stato spo-
stato orizzontalmente, uno su ciascuno dei punti più sfavorevoli tra il centro
ed i bordi e, quindi, dopo che l’esemplare è stato fatto ruotare di 90° attorno
al suo asse perpendicolare alla base del legno compensato, uno su ciascuno
dei punti similari;
n per le parti B (per quanto applicabile), C e D, quattro colpi:
n un colpo su un lato dell’esemplare dopo che la base di legno compensato
è stata fatta ruotare di 60° e un colpo su un altro lato dell’esemplare dopo
che è stato fatto ruotare di 90° attorno al suo asse perpendicolare alla
base di legno compensato, mantenendo la posizione di questa inalterata;
n un colpo su ciascuno degli altri due lati dell’esemplare, con la base di le-
gno compensato ruotata di 60° nella direzione opposta;
n sulla parte esterna della superficie di fondo dell’involucro destinata a essere
incassata in una parete, si applica un colpo.

Se sono previsti fori di entrata, l’esemplare è montato in modo che le due linee
dei colpi siano disposte per quanto possibile ad uguale distanza da questi fori.
Dopo la prova, gli esemplari non devono presentare danni ai fini della presente
Norma.
Nota Non si tiene conto di danni alle finiture, di piccoli intagli che non riducono le distanze in aria
e quelle superficiali al di sotto di quelle specificate nelle Pubblicazioni IEC relative ai dispositivi
da montare, e delle piccole scheggiature che non influenzano negativamente la protezione
contro le scosse elettriche e la penetrazione dannosa dell’acqua.

Non si tengono in considerazione fessure non visibili ad occhio normale o con


visione corretta senza ingrandimenti, fessure superficiali in pezzi fusi rinforzati
con fibre e piccole intaccature.
Dopo la prova su lenti (segnali luminosi), queste possono risultare fessurate o di-
staccate, ma non deve essere possibile toccare parti attive col dito di prova sno-
dato e con quello rigido, nelle condizioni specificate in 8.1.

12.3 Per gli involucri destinati alla sospensione dei carichi

12.3.1 Gli involucri destinati alla sospensione dei carichi dal soffitto devono essere co-
struiti in modo che l’involucro ed il dispositivo di sospensione resista alla forza di
250 N o alla forza stabilita dal costruttore, scegliendo la maggiore delle due.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.
L’esemplare viene equipaggiato col dispositivo di sospensione ed installato, come
nell’uso ordinario, secondo le istruzioni del costruttore; di seguito viene posto in
un forno, avendo serrato ogni vite con i due terzi della coppia data in Tab. 1.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 18 di 34
Successivamente si carica il dispositivo di sospensione con un peso di 250 N o
con il peso stabilito dal costruttore, scegliendo il maggiore dei due per 24 h a
(90 ± 2) °C.
Durante le prove, l’involucro e il dispositivo di sospensione non devono fuoriu-
scire dai loro dispositivi di sospensione e l’esemplare non deve presentare danni
che comportino la non conformità con la presente Norma.

12.3.2 Gli involucri che sono destinati ad essere usati in, o su, un muro e che sono de-
stinati anche alla sospensione di un carico devono essere provvisti di mezzi che
possono essere usati per fissare il carico.
Nota Questi mezzi possono essere le viti diverse da quelle destinate a fissare i componenti (presa, in-
terruttore ecc.) all’involucro.

Gli involucri con mezzi di fissaggio devono resistere alle sollecitazioni termiche e
meccaniche che si manifestano nell’uso ordinario.
La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante la prova che segue.
L’involucro con eventuali coperchi e placche di copertura viene installato come
nell’uso ordinario secondo le istruzioni del costruttore ed è posto in un forno,
avendo serrato ogni vite con i due terzi della coppia data in Tab. 1.
Viene quindi applicata una forza di 100 N, egualmente distribuita tra ciascun mezzo
di fissaggio se più di uno, per 24 h a (40 ± 2) °C, perpendicolarmente al muro.
Durante la prova, l’involucro ed i mezzi di fissaggio non devono fuoriuscire dai
loro dispositivi di fissaggio e l’esemplare non deve mostrare alcun danno che
comporti la non conformità con la presente Norma.

13 RESISTENZA AL CALORE

13.1 Le parti di materiale isolante necessarie a mantenere in posizione le parti che


portano corrente e le parti del circuito di terra sono sottoposte alla prova di pres-
sione con la sfera a mezzo dell’apparecchio di prova mostrato in Fig. 5, ad ecce-
zione delle parti isolanti necessarie a mantenere in posizione i morsetti di terra,
devono essere provate secondo 13.2.
Quando non è possibile eseguire la prova sull’esemplare in prova, quest’ultima
deve essere effettuata su un provino di materiale di spessore di almeno 2 mm.
La superficie della parte da provare è posta in posizione orizzontale ed una sfera
di acciaio di 5 mm di diametro viene premuta contro la superficie con una forza
di 20 N.
La prova è eseguita in un forno a temperatura di (125 ± 2) °C.
Dopo 1 h, la sfera viene rimossa dall’esemplare che è fatto raffreddare in 10 s a
circa la temperatura ambiente, immergendolo in acqua fredda.
Si misura il diametro dell’impronta lasciata dalla sfera; esso non deve superare 2 mm.

13.2 Le parti di materiale isolante non necessarie a mantenere in posizione le parti che
portano corrente e le parti del circuito di terra anche se in contatto con esse,
sono sottoposte alla prova di pressione con la sfera secondo 13.1, ma la prova
viene eseguita alla temperatura di (70 ± 2) °C.
Nota Parti di materiale elastomerico non sono sottoposte a questa prova.

13.3 Le parti di materiale isolante degli involucri per montaggio ad incasso secondo 5.5.2
sono sottoposte alla prova descritta in 13.2 ma con temperatura di (90 ± 2) °C.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 19 di 34
14 RESISTENZA DEL MATERIALE ISOLANTE AL CALORE ANORMALE
ED AL FUOCO

Le parti di materiale isolante soggette a sollecitazioni termiche dovute ad effetti


elettrici, ed il cui deterioramento può compromettere la sicurezza, non devono
essere eccessivamente danneggiate dal calore anormale e dal fuoco.
La conformità si verifica mediante la prova del filo incandescente eseguita se-
condo gli art. da 4 a 10 della Pubblicazione IEC 695-2-1, mediante le condizioni
seguenti:
n per le parti di materiale isolante necessarie a mantenere in posizione le parti
che portano corrente e per le parti di materiale isolante degli involucri classi-
ficati secondo 5.3.1.3, mediante la prova eseguita alla temperatura di 850 °C;
n per le parti di materiale isolante non necessarie a mantenere in posizione le
parti che portano corrente, anche se sono in contatto con esse, per le parti di
materiali isolanti che tengono in posto i morsetti di terra e per le parti di ma-
teriale isolante degli involucri diversi da quelli classificati in 5.3.1.3, la prova
viene eseguita alla temperatura di 650 °C.
Nota Parti di materiale elastomerico non sono sottoposte a questa prova.

Se le prove specificate devono essere eseguite in più di un posto sullo stesso


esemplare, bisogna porre cura di assicurare che ogni deterioramento provocato
dalle prove precedenti non influenzi il risultato della prova da effettuare.
Le parti di piccole dimensioni, come rondelle, non sono sottoposte alla prova qui
riportata.
Le prove non sono eseguite sulle parti di materiale ceramico.
Nota La prova, eseguita col filo incandescente, viene eseguita per assicurare che un filo di prova ri-
scaldato elettricamente, in condizioni di prova definite, non provochi l’accensione di parti iso-
lanti o per assicurare che una parte di materiale isolante che può essere incendiata dal filo di
prova incandescente, in condizioni definite, bruci per un tempo limitato senza propagare il
fuoco per mezzo della fiamma, delle parti incandescenti o delle gocce che cadono dalla parte
in prova sulla tavola di legno di abete coperto da un foglio di carta velina.

Se possibile, l’esemplare deve essere un involucro completo.


Se non si può eseguire la prova su un involucro completo, da esso si può tagliare
una parte conveniente ai fini della prova.
La prova si esegue su un solo esemplare.
In caso di dubbio, si ripete la prova su due altri esemplari.
La prova si esegue applicando una volta il filo incandescente.
Durante la prova l’esemplare deve essere sistemato nella posizione più sfavore-
vole dell’uso per il quale è previsto (con la superficie da provare in posizione
verticale).
La punta del filo incandescente deve essere applicata sulla superficie specificata
tenendo in conto le condizioni dell’uso previsto, nelle quali un elemento riscal-
dato o incandescente può venire in contatto con l’esemplare.
Si considera che l’esemplare abbia superato la prova del filo incandescente:
n se non c’è alcuna fiamma visibile e incandescenza prolungata; oppure
n se le fiamme o l’incandescenza dell’esemplare si estinguono entro 30 s dopo
la rimozione del filo incandescente.

La carta non deve infiammarsi, né la tavola bruciacchiarsi.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 20 di 34
15 PROTEZIONE CONTRO LA RUGGINE

Gli involucri di metallo o composti devono essere protetti adeguatamente contro


la ruggine.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.
Si sgrassano le parti da provare immergendole per almeno 10 min in tetracloruro
di carbonio, tricloroetano o altro agente sgrassante equivalente.
Si immergono poi per almeno 10 min in una soluzione al 10% di cloruro di am-
monio in acqua tenuta ad una temperatura di (20 ± 5) °C.
Senza asciugare, ma semplicemente eliminando le gocce per scuotimento, si so-
spendono poi le parti in esame per 10 min in una camera contenente aria satura
di umidità alla temperatura di (20 ± 5) °C.
Dopo che le parti sono state asciugate per 10 min in un forno alla temperatura di
(100 ± 5) °C, esse non devono presentare alcuna traccia di ruggine sulla loro su-
perficie.
Nota Non si prendono in considerazione le tracce di ruggine sugli spigoli vivi ed il velo giallastro che
scompare per semplice sfregamento.

16 RESISTENZA ALLE CORRENTI SUPERFICIALI

Per gli involucri con IP > X0, le parti di materiale isolante che mantengono in posi-
zione le parti attive devono essere in materiale resistente alle correnti superficiali.
La conformità si verifica mediante la prova che segue, secondo la Pubblicazione
IEC 112.
Una superficie piana della parte da provare, se possibile di almeno 15 mm ´ 15 mm,
è disposta orizzontalmente.
Due elettrodi in platino, aventi le dimensioni indicate nella Fig. 7, sono posti sul-
la superficie dell’esemplare nel modo indicato in figura, cosicché gli angoli arro-
tondati vadano in contatto con la superficie in prova su tutta la loro lunghezza.
La forza esercitata sulla superficie da ogni elettrodo è di circa 1 N.
Gli elettrodi sono collegati ad una sorgente di alimentazione di 50 Hz o 60 Hz,
avente una tensione di 175 V, di forma praticamente sinusoidale. L’impedenza to-
tale del circuito, quando gli elettrodi sono cortocircuitati, è regolata per mezzo di
una resistenza variabile in modo tale che la corrente sia (1,0 ± 0,1) A con cos j
da 0,9 a 1. Il circuito comprende un dispositivo di sovracorrente avente un tempo
di intervento di almeno 0,5 s.
La superficie dell’esemplare è inumidita per mezzo di gocce di una soluzione di
cloruro d’ammonio in acqua distillata che cadono centralmente tra gli elettrodi.
La soluzione ha una resistività volumica di 400 W×cm a 25 °C, corrispondente a
una concentrazione di circa 0,1%.
Le gocce hanno un volume di 20+5 3
0 mm e cadono da un’altezza compresa fra
30 mm e 40 mm.
L’intervallo di tempo tra una goccia e l’altra è di (30 ± 5) s.
Non si devono produrre archi o scariche tra gli elettrodi prima che siano cadute
50 gocce.
Nota Si deve avere cura di verificare prima di ogni prova che gli elettrodi siano di forma corretta e
correttamente posizionati e puliti.
In caso di dubbio la prova è ripetuta, se necessario, su un nuovo esemplare.

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 21 di 34
Fig. 1 Apparecchio per la prova d’urto

Dimensioni in millimetri

Fig. 2 Dettagli del martello


Materiale delle parti
1: Poliammide
2,3,4,5: Acciaio Fe 360

Dimensioni in millimetri
7,5
1 2 3 4 27 14
M4
4 1
Æ10
Æ10
Æ20

R=10

7
3

Æ11,5
5
57,5

14
48
5 5
Æ1 10 5 13 3
5 M4 2
Æ11,5
Æ11,5

Æ15
M4
Æ8

5
M4
7

5 R=5 120¡

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 22 di 34
Fig. 3a Supporto di montaggio per l’esemplare

Dimensioni in millimetri

Perno Base di legno compensato


A-A
A
45¡

7
A 2

+10
0

155 ±1
+10
0

175
175

7
45¡
175±1 Perno
200 min. 35±2

Fig. 3b Blocco di montaggio per apparecchi da incasso


Le dimensioni sono date solo come esempio; le dimensioni del blocco di mon-
taggio devono adattarsi all’involucro in prova.

Dimensioni in millimetri

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 23 di 34
Fig. 4 Apparecchio per la prova d’urto a bassa temperatura

Dimensioni in millimetri

Fig. 5 Apparecchio per la prova di durezza con la sfera

Dimensioni in millimetri

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 24 di 34
Fig. 6 Filo incandescente con termocoppia
1. Filo incandescente, brasato sul 3
2. Termocoppia
3. Perno di ottone (37% di rame)

Dimensioni in millimetri

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 25 di 34
Fig. 7 Disposizione e dimensioni degli elettrodi per la prova di resistenza alle correnti su-
perficiali

Dimensioni in millimetri

60¡

4 ± 0,1 Elettrodo

Esemplare

2 ± 0,1
da 20 a_to 25

30¡

Bordi leggermente arrotondati


0,15 ± 0,05
5 ± 0,1

Fig. 8 Disposizione per la prova delle calotte o piastre di copertura

Dimensioni in millimetri

15 min.
Placca di copertura
1 ± 0,1

Foglio in materiale duro


Telaio di supporto

Parete
Scatola di installazione

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 26 di 34
Fig. 9 Calibro (spessore: circa 2 mm) per la verifica del contorno delle calotte o placche di
copertura

Dimensioni in millimetri

6 ± 0,01
Faccia A

45¡
±5
10¡ ±5 ¡ ¡ 30 min.

30 ± 0,01
7 ± 0,01
Faccia C

10 ±1 Faccia B

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 27 di 34
Fig. 10 Esempi di applicazione del calibro della Fig. 9 sulle calotte fissate senza viti su una
superficie di montaggio o di appoggio
(*) Pezzo distanziatore con lo stesso spessore della parte di appoggio

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 28 di 34
Fig. 11 Esempi per l’applicazione del calibro della Fig. 9 secondo le prescrizioni di 10.2.7
Casi a) e b): non conformi.
Casi c), d), e) ed f): conformi (si deve tuttavia verificare anche la conformità
alle prescrizioni di cui in 10.2.8 utilizzando il calibro indica-
to in Fig. 12).

Dimensioni in millimetri

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 29 di 34
Fig. 12 Calibro per la verifica di scanalature, fori e rastremazioni inverse

Dimensioni in millimetri

Fig. 13 Schema che indica la direzione di applicazione del calibro di Fig. 12

Dimensioni in millimetri

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 30 di 34
APPENDICE
A ESEMPI DI INVOLUCRI E LORO PARTI

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 31 di 34
ALLEGATO
ZA normativo Altre Pubblicazioni Internazionali
menzionate nella presente Norma
con riferimento alle corrispondenti Pubblicazioni Europee
La presente Norma include, tramite riferimenti datati e non datati, disposizioni
provenienti da altre Pubblicazioni. Questi riferimenti normativi sono citati, dove
appropriato, nel testo e qui di seguito sono elencate le relative Pubblicazioni. In
caso di riferimenti datati, le loro successive modifiche o revisioni si applicano alla
presente Norma solo quando incluse in essa da una modifica o revisione. In caso
di riferimenti non datati, si applica l’ultima edizione della Pubblicazione indicata.
Nota Quando la Pubblicazione Internazionale è stata modificata da modifiche comuni CENELEC,
indicate con (mod), si applica la corrispondente EN/HD.

Pubbl. IEC Data Titolo EN/HD Data Norma


CEI
112 1979 Materiali isolanti solidi – Metodo per la determina- HD 214 S2 1980 15-18
zione degli indici di resistenza e di tenuta alla trac-
cia in condizioni umide
423 1973 Diametri esterni dei tubi per installazioni elettriche HD 393 S1 1979 23-26
e filettature per tubi e accessori
529 1989 Gradi di protezione degli involucri (Codice IP) EN 60529 1991 70-1
(1)
695-2-1 1991 Prove relative ai rischi di incendio — — 50-11
Parte 2: Metodi di prova
2.1 – Prova del filo incandescente e relativa guida
(1) La Pubblicazione IEC 695-2-1 (1980) è stata armonizzata come HD 444.2.1 S1 (1983).

Fine Documento

NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 32 di 34
NORMA TECNICA
CEI 23-48:1998-02
Pagina 33 di 34
La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. E. Camagni

Lire 71.000
NORMA TECNICA Sede del Punto di Vendita e di Consultazione
CEI 23-48:1998-02 20126 Milano - Viale Monza, 261
Totale Pagine 38 tel. 02/25773.1 • fax 02/25773.222 • E-MAIL cei@ceiuni.it

Potrebbero piacerti anche