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Norma Italiana
CEI 23-48
Data Pubblicazione Edizione
1998-02 Prima
Classificazione Fascicolo
23-48 3541 R
Titolo
Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse
per usi domestici e similari
Parte 1: Prescrizioni generali
Title
General requirements for enclosures for accessories for household
and similar fixed electrical installations
NORMA TECNICA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Norma si applica agli involucri o a parti di involucri dei dispositivi con tensione nominale non
superiore a 440 V, destinati ad installati elettriche fisse per usi domestici e similari, per interni o per ester-
ni. Gli involucri conformi sono adatti ad essere utilizzati, dopo l’installazione, a temperatura ambiente
normalmente non superiore a 25 °C, ma che occasionalmente può raggiungere 35 °C. Ai fini della pre-
sente Norma il termine involucri comprende le scatole sporgenti, da incasso e da semi-incasso previste
per i componenti elettrici che rientrano nell’oggetto del CT 23, dove la custodia o la placca di copertura
può fare parte o meno del componente. Prescrizioni aggiuntive possono essere necessarie per involucri
previsti per particolari applicazioni, come ad esempio quelli previsti per ospitare dispositivi di protezione
contro le sovracorrenti, morsettiere ecc. Si applica inoltre alle scatole per il montaggio o la sospensione
degli apparecchi di illuminazione. Un involucro che è parte integrante di un apparecchio elettrico a cui
fornisce protezione contro le influenze esterne (per esempio urti, ingresso di oggetti solidi o di acqua
ecc.), è coperto dalla Norma relativa a tale apparecchio.
La Norma contiene alcune modifiche rispetto alla Pubblicazione IEC di riferimento relative all’impiego di
calotte, placche e coperchi il cui fissaggio non necessita l’uso di viti e fornisce inoltre prescrizioni su pro-
ve adottate nella prassi italiana. Molte delle modifiche sono contenute nel Pr EN 60670 e non ancora ap-
provate dal CENELEC.
La presente Norma costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale,
della Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 2711).
DESCRITTORI
involucri; per apparecchi per installazioni elettriche fisse; usi domestici e similari; prescrizioni generali;
Europei
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 23-48 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc.
CDU
LEGENDA
(IDT) La Norma in oggetto è identica alle Norme indicate dopo il riferimento (IDT)
1 CAMPO DI APPLICAZIONE 1
2 DEFINIZIONI 1
3 PRESCRIZIONI GENERALI 2
5 CLASSIFICAZIONE 3
5.1 La natura del loro materiale: ........................................................................................................................................... 3
5.2 Il metodo di installazione: ................................................................................................................................................ 3
5.3 La natura dell’installazione: .............................................................................................................................................. 3
5.4 Gamma di temperatura durante l’installazione: ................................................................................................ 3
5.5 Temperatura massima durante la costruzione edile prefabbricata: .................................................... 4
5.6 Grado di protezione contro il contatto diretto
e contro la penetrazione dannosa di oggetti solidi e di acqua: ............................................................ 4
5.7 Esistenza dei mezzi di sospensione: .......................................................................................................................... 4
6 SOVRASCRITTE E CONTRASSEGNI 4
10 PRESCRIZIONI COSTRUTTIVE 7
Tab. 1 A .............................................................................................................................................................................................................. 8
Tabella ............................................................................................................................................................................................................ 11
12 RESISTENZA MECCANICA 15
12.1 Per gli involucri destinati ad essere annegati nel calcestruzzo
(costruzione edile prefabbricata) ............................................................................................................................... 15
12.2 Per gli involucri non destinati ad essere annegati nel calcestruzzo
(costruzione edile non prefabbricata) .................................................................................................................... 16
12.3 Per gli involucri destinati alla sospensione dei carichi .............................................................................. 18
13 RESISTENZA AL CALORE 19
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15 PROTEZIONE CONTRO LA RUGGINE 21
APP ENDIC E
A ESEMPI DI INVOLUCRI E LORO PARTI 31
A L L E G AT O
ZA normativo Altre Pubblicazioni Internazionali menzionate nella presente Norma
con riferimento alle corrispondenti Pubblicazioni Europee 32
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1 CAMPO DI APPLICAZIONE
Gli involucri conformi alla presente Norma sono adatti ad essere utilizzati, dopo
l’installazione, a temperatura ambiente normalmente non superiore a 25 °C, ma
che occasionalmente può raggiungere 35 °C. Ai fini della presente Norma il ter-
mine involucri comprende le scatole sporgenti, da incasso e da semi-incasso pre-
viste per i componenti elettrici che rientrano nell’oggetto del CT 23, dove la cu-
stodia o la placca di copertura può fare parte o meno del componente.
Prescrizioni aggiuntive possono essere necessarie per involucri previsti per parti-
colari applicazioni, come ad esempio quelli previsti per ospitare dispositivi di
protezione contro le sovracorrenti, morsettiere ecc.
La presente Norma si applica inoltre alle scatole per il montaggio o la sospensio-
ne degli apparecchi di illuminazione.
La presente Norma è destinata ad essere applicata agli involucri per i componenti
elettrici compresi nell’oggetto del CT 23, ma serve anche come documento di ri-
ferimento per altri Comitati o Sottocomitati tecnici.
Un involucro che è parte integrante di un apparecchio elettrico a cui fornisce
protezione contro le influenze esterne (per esempio urti, ingresso di oggetti soli-
di o di acqua ecc.), è coperto dalla Norma relativa a tale apparecchio.
2 DEFINIZIONI
2.1 Involucri
Gli involucri sono una combinazione di parti, come scatole da incasso, semi-in-
casso o sporgenti, calotte, placche di copertura, interruttori, prese ecc. che forni-
scono, dopo l’assemblaggio, un grado adeguato di protezione delle apparecchia-
ture, dei cavi e/o dei conduttori contro le influenze esterne, ed un grado definito
di protezione in ogni direzione, contro il contatto con le parti in tensione rac-
chiuse.
Nota (Vedere Appendice A).
3 PRESCRIZIONI GENERALI
Gli involucri devono essere progettati e costruiti in modo che, nell’uso ordinario,
assicurino una adeguata protezione elettrica e meccanica alle parti da essi rac-
chiuse ed evitino pericolo all’utilizzatore e all’ambiente circostante.
La conformità si verifica mediante l’esecuzione di tutte le rispettive prove pre-
scritte.
4.2 Se non diversamente specificato, le prove si devono eseguire nell’ordine degli ar-
ticoli ad una temperatura ambiente di (20 ± 5) °C su un lotto di tre nuovi esem-
plari.
4.3 Gli involucri vengono considerati non conformi alla presente Norma se si ha più
di un esito negativo, nel complesso delle prove.
Se un esemplare non supera una prova a causa di un difetto di assemblaggio o di
montaggio, quest’ultima prova, assieme a ogni precedente prova che può averne
influenzato il risultato, deve essere ripetuta ed anche le prove che seguono devo-
no essere effettuate su un altro lotto di esemplari che devono tutti superare le
prescrizioni richieste.
Nota Il richiedente, quando presenta il primo campione, può anche consegnare un campione sup-
plementare, che può risultare necessario nel caso che un esemplare non superi la prova. Il la-
boratorio proverà allora, senza altra richiesta, il campione supplementare e lo dichiarerà non
conforme soltanto in caso di un ulteriore difetto.
Nel caso non venisse presentato inizialmente il campione supplementare, un esito negativo su
un esemplare motiverà la non rispondenza alle prescrizioni.
Quando l’involucro in prova è previsto per il montaggio di componenti, gli accessori possono
essere sostituiti da una placca di copertura avente le stesse caratteristiche dimensionali e mec-
caniche e mezzi di fissaggio come per gli accessori.
La corrispondenza delle prove degli esemplari fatte con le prescrizioni della presente Norma si-
gnifica riconoscere l’involucro in accordo con la presente Norma.
4.4 Gli involucri che sono usati esclusivamente con determinati componenti e che
sono provati in accordo con la loro norma non necessitano di essere provati se-
condo la presente Norma.
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5 CLASSIFICAZIONE
5.1.2 Metallico.
5.1.3 Composto.
5.2.1 Da incasso.
5.2.2 Da semi-incasso.
5.2.3 Sporgenti.
5.3.1.1.1 Destinati ad essere messi in posto prima della costruzione edile (per es. destinati
per costruzione edile prefabbricata).
5.3.1.1.2 Destinati ad essere messi in posto dopo la costruzione edile (per es. non destinati
per costruzione edile prefabbricata).
(1) Questo tipo è previsto per involucri utilizzati all’esterno in condizione di clima freddo.
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5.5 Temperatura massima durante la costruzione edile prefabbricata:
5.5.1 +60°C.
6 SOVRASCRITTE E CONTRASSEGNI
(1) Questi tipi sono destinati alla prefabbricazione in cemento e devono temporaneamente sopportare temperature fino a 90 °C.
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Sulle sovrascritte realizzate mediante fusione, stampaggio o incisione non si ese-
gue la prova.
A meno che sia evidente sul catalogo e sui fogli di istruzione del costruttore, de-
vono essere date istruzioni complementari per l’uso corretto dell’involucro.
Nota Si considera benzina un esano solvente con contenuto aromatico non superiore allo 0,1% in
volume; un valore di kauributanolo approssimativamente di 29, un punto di ebollizione ini-
ziale di circa 65 °C e una densità di circa 0,68 g/cm3.
Gli involucri devono essere conformi alle relative Norme dimensionali, se esistono.
8.1 Gli involucri devono essere realizzati in modo che, una volta montati come
nell’uso ordinario, non risultino accessibili le parti attive dei componenti installati
correttamente o tutte le parti di quei componenti che possono diventare attive
per difetto.
Questa prescrizione non si applica alle piccole viti o simili, isolate dalle parti atti-
ve, che servono per il fissaggio dei coperchi o delle placche di copertura alla sca-
tola di montaggio.
Tutti gli involucri con coperchio o componente incorporato devono avere un
grado di protezione di almeno IP20, usando soltanto il dito di prova.
Quando gli involucri vengono forniti senza coperchio, placca di copertura o
componente, essi sono provati equipaggiati con le parti appropriate, secondo le
informazioni riportate nel catalogo del costruttore.
La conformità si verifica mediante esame a vista ed applicando in ogni posizione
possibile sulle parti che risultano accessibili, dopo una installazione corretta:
n per gli involucri IP 20, il dito di prova rigido (secondo la Pubblicazione
IEC 529) con una forza di 10 N ± 1 N;
n per gli involucri IP 30, il filo di acciaio con diametro 2,5 mm ± 0,1 mm con
una forza di 3 N ± 0,3 N;
n per gli involucri IP 40, il filo di acciaio di 1 mm ± 0,1 mm con una forza di
1 N ± 0,2 N.
In caso di dubbio, per rilevare il contatto con le parti esaminate si usa un indica-
tore elettrico con tensione compresa tra 40 V e 50 V.
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9 PRESCRIZIONI PER LA MESSA A TERRA
9.1 Gli involucri metallici, che possono diventare attivi nel caso di un difetto di isola-
mento, devono essere forniti con una connessione permanente ed affidabile ad
un dispositivo di messa a terra.
9.4 I coperchi o le placche di copertura metalliche, che possono diventare attive nel
caso di un difetto di isolamento, devono essere connesse in modo affidabile, tra-
mite una connessione di bassa resistenza, al circuito di terra durante il fissaggio
del coperchio e della placca di copertura stessi.
Nota È ammesso l’uso di viti di fissaggio o di altri mezzi.
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10 PRESCRIZIONI COSTRUTTIVE
10.2.1 Per le calotte o placche di copertura i cui fissaggi sono del tipo a vite, la confor-
mità è verificata solo mediante esame a vista.
10.2.2 Per le calotte o le placche di copertura il cui fissaggio non è dipendente da viti e
la cui rimozione è ottenuta applicando una forza in una direzione approssimati-
vamente perpendicolare alla superficie di montaggio/supporto (Tab. 1A), la con-
formità è verificata:
n quando la loro rimozione può dare accesso, con il dito di prova normalizzato,
alle parti attive:
con la prova di 10.2.4;
n quando la loro rimozione può dare accesso, con il dito di prova normalizza-
to, alle parti metalliche non messe a terra separate dalle parti attive da un iso-
lamento principale:
con la prova di cui in 10.2.5;
n quando la loro rimozione può dare accesso, con il dito di prova normalizza-
to, soltanto a:
n parti isolanti, o
n parti metalliche messe a terra, o
n parti metalliche separate dalle parti attive da un isolamento doppio o rin-
forzato, o
n parti attive di circuiti SELV non superiori a 25 V c.a. o 60 V c.c.:
con la prova di 10.2.6.
10.2.3 Le calotte o placche di copertura il cui fissaggio non è dipendente da viti e la cui
rimozione è ottenuta usando un utensile, secondo le istruzioni del costruttore
date in un foglio di istruzioni o in un catalogo:
con le stesse prove di 10.2.2 con l’eccezione che le custodie e le placche di co-
pertura o parti di esse non devono necessariamente staccarsi quando si applica
una forza non superiore a 120 N, in direzione perpendicolare alla superficie di
montaggio/supporto.
10.2.4 Quando si provano le forze necessarie per staccare o non staccare le calotte o
placche di copertura, gli involucri vanno montati come nell’uso ordinario. Gli in-
volucri ad incasso devono essere installati in modo che i bordi delle scatole sia-
no a filo con le pareti e che le calotte o placche di copertura siano montate. Se le
calotte o placche di copertura sono fornite di mezzi di bloccaggio che possono
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funzionare senza l’uso di un utensile, tali mezzi sono sbloccati. Le verifiche sono
effettuate secondo 10.2.4.1 e 10.2.4.2.
La forza deve essere applicata per 1 min. Le calotte e le placche di copertura non
devono staccarsi.
La prova viene poi ripetuta su nuovi campioni, la calotta o la placca di copertura
deve essere fissata alla parete interponendo un foglio di materiale solido dello
spessore di 1 mm ± 0,1 mm, che è fissato alla superficie, come nella Fig. 8.
Nota Il foglio di materiale solido è utilizzato per simulare la carta da parati e può consistere di vari
strati.
Dopo la prova i campioni non devono mostrare alcun danno in accordo con la
presente Norma.
Tab. 1 A
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10.2.5 La prova viene effettuata come descritto in 10.2.4, applicando, per quanto de-
scritto in 10.2.4.1, le forze che seguono:
n 10 N, per calotte o per placche di copertura che sono conformi alla prova di
10.2.7 e 10.2.8;
n 20 N, per le altre calotte o placche di copertura.
10.2.6 La prova viene effettuata come descritto in 10.2.4, ma applicando, per quanto de-
scritto in 10.2.4.1, la forza di 10 N per tutti i tipi di calotte o placche di copertura.
10.2.7 Il calibro mostrato in Fig. 9 viene premuto contro ciascun lato di ogni calotta o
placca di copertura che viene fissata con viti su una superficie di montaggio/sup-
porto, come in Fig. 10.
Il calibro deve essere applicato ad angolo retto a ogni lato in prova, con la faccia
B appoggiata alla superficie di montaggio/supporto e con la faccia A perpendico-
lare ad essa.
Nel caso di una calotta o placca di copertura fissata senza viti ad un’altra calotta
o placca di copertura o a una scatola di montaggio, con le stesse dimensioni, la
faccia B del calibro deve essere posizionata allo stesso livello della giunzione; il
profilo della calotta o placca di copertura non deve superare il profilo della su-
perficie di supporto.
Le distanze fra la faccia C del calibro e il profilo della parte in prova, misurate paral-
lelamente alla faccia B, non devono diminuire (fatta eccezione per scanalature, fori,
rastremazioni reversibili o simili, piazzati ad una distanza inferiore a 7 mm dal piano
che includa la faccia B ed in conformità alla prova di 10.2.8) quando le misure ven-
gono ripetute partendo da un punto X in direzione della freccia Y (vedi Fig. 11).
10.2.8 Un calibro secondo la Fig. 12, applicato con una forza di 1 N ± 0,2 N, non deve
entrare più di 1,0 mm dalla parte superiore di ogni scanalatura, foro o rastrema-
zione rovesciata o simili quando si applica un calibro parallelamente alla superfi-
cie di montaggio/supporto e ad angolo retto alla parte in prova, come da Fig. 13.
Nota La verifica, se il calibro di Fig. 12 è entrato più di 1 mm, viene eseguita facendo riferimento ad
una superficie perpendicolare alla faccia B ed includendo la parte superiore del profilo dei fo-
ri, delle rastremazioni reversibili o simili.
10.3 Gli involucri con IP > X0, quando sono equipaggiati con pressacavi, o membra-
ne, se esistenti, devono fornire il grado di protezione richiesto contro la penetra-
zione dell’acqua, quando sono raccordati a un tubo o a un cavo con guaina.
La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante la prova di cui in 11.4.
10.5 Le superfici degli involucri adatti per montaggio su pareti vuote devono avere al-
meno il grado di protezione IP 20.
Gli involucri devono essere forniti di mezzi idonei per fissare i componenti, i co-
perchi e le placche di copertura.
La conformità si verifica mediante esame a vista.
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10.6 Gli involucri devono essere predisposti per consentirne il corretto fissaggio in, o
su, un muro o su un soffitto.
Gli involucri in materiale isolante devono essere realizzati in modo tale che,
quando vengono montati ed utilizzati i mezzi di fissaggio previsti, tutte le parti
metalliche dei mezzi di fissaggio interni siano circondate da un isolante che su-
pera l’estremità del mezzo di fissaggio di un valore di almeno il 10% della lar-
ghezza massima della cavità nella quale si trova il mezzo di fissaggio.
La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante misurazione.
10.7 Le eventuali entrate devono permettere sia l’introduzione dei tubi sia l’adatta-
mento di un dispositivo appropriato che raccorda il tubo sull’involucro, la guaina
di protezione del cavo in modo da assicurare una protezione meccanica.
Le aperture di entrata per i tubi o almeno due di esse, se ce ne sono più di una,
devono poter ricevere tubi di una dimensione o di una combinazione qualsiasi di
queste dimensioni secondo le prescrizioni della Pubblicazione IEC 423.
La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante prove che fanno uso
di cavi o tubi appropriati.
Nota Le aperture di entrata, di grandezza adeguata, possono essere ottenute con pareti sfondabili,
pezzi di inserzione appropriati o utilizzando un idoneo utensile da taglio.
10.8 I mezzi di fissaggio a vite per i coperchi e i dispositivi devono essere realizzati in
modo da resistere agli sforzi meccanici che si manifestano durante l’installazione
e l’applicazione usuale.
La conformità si verifica mediante esame a vista, mediante la prova che segue e,
se applicabile, mediante la prova di cui in 12.3.
I mezzi di fissaggio a vite sono serrati e allentati:
n 10 volte per le viti che si impegnano in una filettatura in materiale isolante, e
per le viti in materiale isolante;
n 5 volte in tutti gli altri casi.
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Tabella
11.1.1 Gli involucri isolanti e compositi devono resistere all’invecchiamento. Le parti de-
stinate soltanto a scopi decorativi, come alcuni coperchi, vengono rimosse prima
delle prove.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.
Gli involucri, montati come nell’uso ordinario, sono sottoposti ad una prova in
un forno con atmosfera di composizione e pressione come l’aria ambiente e con
ventilazione a circolazione naturale.
La temperatura nel forno è (70 ± 2) °C.
Gli esemplari vengono mantenuti nel forno approssimativamente per 7 giorni
(168 h).
Si raccomanda l’uso di un forno scaldato elettricamente.
La circolazione naturale può essere fornita per mezzo di fori ricavati nelle pareti
del forno.
Dopo il trattamento, gli esemplari devono essere rimossi dal forno e mantenuti a
temperatura ambiente e ad una umidità relativa, compresa tra 45% e 55%, per al-
meno 4 giorni (96 h).
Gli esemplari non devono mostrare fessure visibili ad occhio nudo o con visione
corretta senza ingrandimenti; il materiale non deve essere diventato appiccicoso
o untuoso. Ciò viene giudicato premendo l’esemplare con una forza di 5 N con
l’indice avvolto in un pezzo asciutto di tessuto ruvido.
Sull’esemplare non devono rimanere tracce di tessuto ed il materiale dell’esem-
plare non deve appiccicarsi al tessuto.
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Dopo la prova gli esemplari non devono presentare danni che portano alla non
conformità con la presente Norma.
Nota La forza di 5 N può essere ottenuta nel modo che segue.
Si pone l’esemplare su uno dei piatti della bilancia e si carica l’altro piatto con un peso uguale
al peso dell’esemplare più 500 g. Si ristabilisce l’equilibrio premendo l’esemplare con l’indice
avvolto in un pezzo asciutto di tessuto ruvido.
11.1.2 Gli anelli di tenuta (con membrane) nelle aperture di entrata devono essere fissa-
ti in modo affidabile e non devono spostarsi per effetto degli sforzi meccanici e
termici che si manifestano nell’uso ordinario.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.
Gli anelli di tenuta si provano quando fissati agli involucri.
Dapprima l’involucro è equipaggiato con gli anelli di tenuta che sono stati sotto-
posti al trattamento specificato in 11.1.1.
Di seguito gli involucri sono posti per un minimo di 2 h in un forno, come de-
scritto in 11.1.1, mantenendo la temperatura a (40 ± 2) °C.
Dopo questo periodo si applica una forza di 30 N ± 2 N approssimativamente per
5 s alle varie parti degli anelli di tenuta per mezzo della punta di un dito di prova
rigido con le stesse dimensioni del dito di prova normalizzato della Fig. 1 della
Pubblicazione IEC 529.
Durante queste prove, gli anelli di tenuta non devono deformarsi a tal punto che
le parti attive di ogni dispositivo racchiuso diventino accessibili.
Per gli anelli di tenuta suscettibili di subire una trazione assiale nell’impiego
usuale, si applica assialmente una trazione di 30 N ± 2 N approssimativamente
per 5 s.
Durante questa prova gli anelli di tenuta non devono staccarsi.
La prova, poi, viene ripetuta sugli anelli di tenuta che non sono stati sottoposti ad
alcun trattamento.
11.1.3 Per involucri marcati –15 °C oppure –25 °C si raccomanda che gli anelli di tenuta
(con membrane) nelle aperture di entrata siano progettate e realizzate in maniera
tale che l’introduzione dei cavi nel dispositivo sia possibile quando la temperatu-
ra ambiente è bassa.
Nota In alcuni paesi è richiesta la conformità a questa raccomandazione per la pratica di installa-
zione in condizioni fredde.
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11.2 Resistenza all’umidità
11.2.1 Gli involucri di materiale isolante devono essere resistenti all’umidità che si può
presentare nell’uso ordinario.
La conformità si verifica come segue.
Gli involucri sono sottoposti ad un trattamento in atmosfera umida in una camera
contenente aria con umidità relativa mantenuta tra 91% e 95%.
La temperatura dell’aria dove sono posti gli esemplari è mantenuta, con la tolle-
ranza di ±1 °C, ad un valore t conveniente, compreso tra 20 °C e 30 °C.
Prima che siano posti nella camera umida, gli esemplari vengono mantenuti ad
una temperatura compresa tra t e (t + 4) °C.
Gli esemplari sono mantenuti nella camera per:
n approssimativamente 2 giorni (48 h) per gli involucri con IPX0;
n approssimativamente 7 giorni (168 h) per gli altri involucri.
Nota Nella maggior parte dei casi gli esemplari possono essere portati alla temperatura specificata,
mantenendoli a questa temperatura per almeno 4 h prima di iniziare il trattamento di umidi-
tà. Si può ottenere umidità relativa tra il 91% e il 95% introducendo nella camera una soluzio-
ne satura di solfato di sodio (Na2SO4) oppure di nitrato di potassio (KNO3) in acqua, avente
una superficie di contatto con l’aria sufficientemente estesa.
Allo scopo di raggiungere nella camera le condizioni specificate è necessario assicurare una
costante circolazione dell’aria nell’interno e, in generale, usare una camera isolata termica-
mente.
Dopo questo trattamento gli esemplari non devono mostrare alcun danno che
comprometta il loro uso, e inoltre gli involucri isolanti devono superare le prove
che seguono.
11.2.2 Misura della resistenza di isolamento applicando una tensione continua di circa
500 V, mantenuta 1 min dopo l’applicazione della tensione.
Il valore della resistenza di isolamento non deve essere inferiore a 5 MW.
Durante le prove di cui in 11.2.2 e 11.2.3, un foglio metallico viene posto in con-
tatto con le superfici interne, mentre un altro foglio metallico, di dimensioni non
superiori a 200 mm ´ 100 mm, viene posto in contatto con le superfici esterne e,
se occorre, viene spostato per provare tutte le parti.
Bisogna aver cura che, durante la prova, la distanza tra il foglio metallico interno
e quello esterno sia almeno 4 mm, ad eccezione di quando questa distanza è mi-
surata attraverso il materiale isolante.
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11.3 Resistenza all’ingresso dei corpi solidi
Gli involucri devono fornire un grado di protezione contro l’ingresso dei corpi
solidi secondo la loro classificazione IP.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.
11.3.1 Gli involucri vengono montati, come nell’uso ordinario, secondo le istruzioni del
costruttore. Gli involucri di tipo sporgente sono montati su una parete verticale
con i fori di drenaggio posti nella posizione più bassa.
Gli involucri da incasso o da semi-incasso vengono fissati in un incavo appro-
priato come nell’uso ordinario.
Gli involucri con premistoppa a vite o con anelli di tenuta (con membrane) sono
equipaggiati e connessi con cavi adeguati ai valori nominali del dispositivo montato.
Le viti di fissaggio degli involucri sono serrate con una coppia uguale a due terzi
dei valori dati in Tab. 1 di 10.8.
Le entrate dei cavi e/o dei tubi devono essere realizzate secondo le istruzioni del
costruttore.
Le parti che possono essere smontate senza l’aiuto di un utensile vengono tolte.
I pressacavi non vengono riempiti con materiale di riempimento o simili.
11.3.2 Gli involucri protetti contro i corpi solidi di diametro superiore a 12 mm vengono
sottoposti alla prova per il grado di protezione IP2X secondo le rispettive prove
della Pubblicazione IEC 529.
Durante la prova la sfera non deve passare attraverso alcuna apertura dell’involucro.
11.3.3 Gli involucri protetti contro i corpi solidi di diametro superiore a 2,5 mm vengo-
no sottoposti alla prova per il grado di protezione IP3X secondo le rispettive pro-
ve della Pubblicazione IEC 529.
11.3.4 Gli involucri protetti contro i corpi solidi di diametro superiore a 1 mm sono sot-
toposti alla prova per il grado di protezione IP4X secondo le rispettive prove del-
la Pubblicazione IEC 529.
Durante le prove di cui in 11.3.3 e 11.3.4, le sonde non devono penetrare nell’in-
volucro se non attraverso i fori di drenaggio.
11.3.5 Gli involucri protetti contro la polvere devono essere sottoposti alla prova per il
grado di protezione IP5X secondo le rispettive prove della Pubblicazione IEC 529
per gli involucri senza riduzione della pressione rispetto a quella ambientale.
Durante le prove di cui in 11.3.5, le eventuali aperture di drenaggio non devono
essere aperte.
11.3.6 Gli involucri stagni alla polvere sono sottoposti alla prova per il grado di prote-
zione IP6X secondo le rispettive prove della Pubblicazione IEC 529 per gli invo-
lucri senza riduzione della pressione rispetto a quella atmosferica.
Durante le prove di cui in 11.3.6 le eventuali aperture di drenaggio non devono
essere aperte.
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11.4 Resistenza all’ingresso dannoso dell’acqua
Gli involucri con IP > X0 devono fornire un grado di protezione contro l’ingresso
dannoso dell’acqua secondo la loro classificazione IP.
La conformità si verifica eseguendo le prove specificate nella Pubblicazione
IEC 529 per il grado di protezione IPX1, IPX2, IPX3, IPX4, IPX5, IPX6, IPX7 e
IPX8, con gli esemplari montati come in 11.3.1.
Immediatamente dopo la prova, si deve dimostrare che nell’esemplare non sia
entrata acqua in maniera apprezzabile e che non abbia raggiunto le parti attive.
Di seguito gli esemplari devono resistere alla prova di tensione applicata specifi-
cata in 11.2.3.
Se l’involucro ha fori di drenaggio, si deve provare con esame a vista che l’acqua
entrata non si è accumulata e che essa è uscita senza causare alcun danno a tutto
il dispositivo.
Durante le prove degli involucri con grado di protezione superiore a IPX4, gli
eventuali fori di drenaggio non devono essere aperti.
Nota Se l’involucro non è provvisto di fori di drenaggio, ci si deve assicurare della dispersione di tutti
gli accumuli d’acqua che possono presentarsi.
Le prove di 11.4 sono eseguite prima delle prove di cui in 11.2 e in 11.3.
12 RESISTENZA MECCANICA
Gli involucri devono avere resistenza meccanica adeguata a sopportare gli sforzi
meccanici che si manifestano durante l’installazione e l’utilizzazione.
La conformità si verifica mediante le prove di cui in 12.1 e in 12.2.
Quando un involucro è troppo grande per essere posto negli apparecchi di pro-
va delle Fig. 3 o 4, le prove si eseguono nelle stesse condizioni di quelle specifi-
cate rispettivamente in 12.1.1 o in 12.1.2, ma usando il martello a molla secondo
la Pubblicazione IEC 817: “Spring-operated impact-test apparatus and its calibra-
tion”, calibrato sull’energia d’urto corrispondente a quella richiesta rispettivamen-
te in 12.1.1 o 12.1.2.
Alla fine di questo periodo, ciascun esemplare è sottoposto ad un urto per mezzo
di una massa di 1 kg che cade verticalmente da un’altezza di 10 cm.
Si applica un colpo sul fondo e quattro, egualmente spaziati, sulle pareti laterali.
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Dopo la prova, gli esemplari non devono mostrare danni in accordo con la pre-
sente Norma.
Nota Non si tiene conto di danni alle finiture, di piccoli intagli che non riducono le distanze in aria
e quelle superficiali al di sotto di quelle specificate nelle Pubblicazioni IEC relative ai compo-
nenti da montare, e delle piccole scheggiature che non influenzano negativamente la protezio-
ne contro le scosse elettriche o la penetrazione dannosa dell’acqua.
12.2 Per gli involucri non destinati ad essere annegati nel calcestruzzo
(costruzione edile non prefabbricata)
Gli esemplari sono sottoposti a colpi per mezzo di un apparecchio di prova
all’urto come mostrato nelle Fig. 1, 2, 3a e 3b.
L’elemento battente ha una faccia emisferica di 10 mm di raggio, fatta di poliam-
mide con durezza Rockwell di HR 100, ed una massa di (150 ± 1) g.
Esso è fissato rigidamente all’estremità inferiore di un tubo di acciaio con diame-
tro esterno di 9 mm ed uno spessore di 0,5 mm, che è imperniato alla sua estre-
mità superiore in modo che possa oscillare soltanto in un piano verticale.
L’asse del perno va posto (1000 ± 1) mm al di sopra dell’asse dell’elemento d’urto.
La durezza Rockwell dell’elemento d’urto in poliammide è determinata usando una
sfera di (12,700 ± 0,0025) mm di diametro, con un carico iniziale di (100 ± 2) N ed
un carico addizionale di (500 ± 2,5) N.
Nota Altre informazioni relative alla determinazione della durezza Rockwell per i materiali plastici
sono date nella Norma ISO 2039-2.
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La costruzione dell’apparecchio è tale che si deve applicare una forza compresa
tra 1,9 N e 2,0 N alla superficie dell’elemento d’urto per mantenere il tubo in po-
sizione orizzontale.
Gli esemplari sono montati su una basetta di legno compensato quadrato di
175 mm di lato e 8 mm di spessore, assicurata alle sue estremità superiore ed in-
feriore ad un sostegno rigido.
Il supporto di montaggio deve avere una massa di (10 ± 1) kg e deve essere
montato su un telaio rigido.
La costruzione del supporto di montaggio deve essere tale che:
n l’esemplare possa essere posto in modo che il punto d’urto si trovi nel piano
verticale passante per l’asse del perno;
n l’esemplare possa essere spostato orizzontalmente e ruotato attorno ad un
asse perpendicolare alla superficie della basetta di legno compensato;
n la basetta di legno compensato possa essere ruotata attorno ad un asse verti-
cale.
Le aperture d’entrata che non sono munite di pareti sfondabili sono lasciate aper-
te; se sono munite di pareti sfondabili, una di esse viene lasciata aperta.
Gli esemplari sono montati in modo che il punto dell’urto giaccia nel piano verti-
cale passante per l’asse del perno.
L’elemento battente è fatto cadere da un’altezza che è specificata nella seguente
Tabella:
Dove:
A = parti sulla superficie frontale, incluse le parti in rientranza;
B = parti che non sporgono più di 15 mm dalla superficie di montaggio (di-
stanza dalla parete), dopo il montaggio come nell’uso ordinario con l’ec-
cezione della parte A sopra menzionata;
C = parti che sporgono più di 15 mm e non più di 25 mm dalla superficie di
montaggio (distanza dalla parete), dopo il montaggio come nell’uso ordi-
nario, con l’eccezione della parte A sopra menzionata;
D = parti che sporgono più di 25 mm dalla superficie di montaggio (distanza
dalla parete), dopo il montaggio come nell’uso ordinario, con l’eccezione
della parte A sopra menzionata.
Nota L’energia d’urto determinata dalla parte dell’esemplare che sporge maggiormente dalla superficie
di montaggio viene applicata su tutte le parti dell’esemplare con l’eccezione della sua parte A.
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Gli esemplari devono essere prima posti in un frigorifero, la cui temperatura è
mantenuta per 2 h a:
n (–5 ± 1) °C per i tipi secondo 5.4.1;
n (–15 ± 1) °C per i tipi secondo 5.4.2;
n (–25 ± 1) °C per i tipi secondo 5.4.3.
Al termine di questo periodo gli esemplari sono sottoposti a colpi che sono uni-
formemente distribuiti sull’esemplare stesso.
I colpi non devono essere applicati nelle zone delle pareti sfondabili per le entra-
te dei cavi, alle portelle che non servono per garantire il grado di protezione IP
dichirato per l’involucro e ai componenti interni conformi ad altre Norme.
Si applicano i seguenti colpi:
n per le parti A, 5 colpi: un colpo al centro, dopo che l’esemplare è stato spo-
stato orizzontalmente, uno su ciascuno dei punti più sfavorevoli tra il centro
ed i bordi e, quindi, dopo che l’esemplare è stato fatto ruotare di 90° attorno
al suo asse perpendicolare alla base del legno compensato, uno su ciascuno
dei punti similari;
n per le parti B (per quanto applicabile), C e D, quattro colpi:
n un colpo su un lato dell’esemplare dopo che la base di legno compensato
è stata fatta ruotare di 60° e un colpo su un altro lato dell’esemplare dopo
che è stato fatto ruotare di 90° attorno al suo asse perpendicolare alla
base di legno compensato, mantenendo la posizione di questa inalterata;
n un colpo su ciascuno degli altri due lati dell’esemplare, con la base di le-
gno compensato ruotata di 60° nella direzione opposta;
n sulla parte esterna della superficie di fondo dell’involucro destinata a essere
incassata in una parete, si applica un colpo.
Se sono previsti fori di entrata, l’esemplare è montato in modo che le due linee
dei colpi siano disposte per quanto possibile ad uguale distanza da questi fori.
Dopo la prova, gli esemplari non devono presentare danni ai fini della presente
Norma.
Nota Non si tiene conto di danni alle finiture, di piccoli intagli che non riducono le distanze in aria
e quelle superficiali al di sotto di quelle specificate nelle Pubblicazioni IEC relative ai dispositivi
da montare, e delle piccole scheggiature che non influenzano negativamente la protezione
contro le scosse elettriche e la penetrazione dannosa dell’acqua.
12.3.1 Gli involucri destinati alla sospensione dei carichi dal soffitto devono essere co-
struiti in modo che l’involucro ed il dispositivo di sospensione resista alla forza di
250 N o alla forza stabilita dal costruttore, scegliendo la maggiore delle due.
La conformità si verifica mediante la prova che segue.
L’esemplare viene equipaggiato col dispositivo di sospensione ed installato, come
nell’uso ordinario, secondo le istruzioni del costruttore; di seguito viene posto in
un forno, avendo serrato ogni vite con i due terzi della coppia data in Tab. 1.
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Successivamente si carica il dispositivo di sospensione con un peso di 250 N o
con il peso stabilito dal costruttore, scegliendo il maggiore dei due per 24 h a
(90 ± 2) °C.
Durante le prove, l’involucro e il dispositivo di sospensione non devono fuoriu-
scire dai loro dispositivi di sospensione e l’esemplare non deve presentare danni
che comportino la non conformità con la presente Norma.
12.3.2 Gli involucri che sono destinati ad essere usati in, o su, un muro e che sono de-
stinati anche alla sospensione di un carico devono essere provvisti di mezzi che
possono essere usati per fissare il carico.
Nota Questi mezzi possono essere le viti diverse da quelle destinate a fissare i componenti (presa, in-
terruttore ecc.) all’involucro.
Gli involucri con mezzi di fissaggio devono resistere alle sollecitazioni termiche e
meccaniche che si manifestano nell’uso ordinario.
La conformità si verifica mediante esame a vista e mediante la prova che segue.
L’involucro con eventuali coperchi e placche di copertura viene installato come
nell’uso ordinario secondo le istruzioni del costruttore ed è posto in un forno,
avendo serrato ogni vite con i due terzi della coppia data in Tab. 1.
Viene quindi applicata una forza di 100 N, egualmente distribuita tra ciascun mezzo
di fissaggio se più di uno, per 24 h a (40 ± 2) °C, perpendicolarmente al muro.
Durante la prova, l’involucro ed i mezzi di fissaggio non devono fuoriuscire dai
loro dispositivi di fissaggio e l’esemplare non deve mostrare alcun danno che
comporti la non conformità con la presente Norma.
13 RESISTENZA AL CALORE
13.2 Le parti di materiale isolante non necessarie a mantenere in posizione le parti che
portano corrente e le parti del circuito di terra anche se in contatto con esse,
sono sottoposte alla prova di pressione con la sfera secondo 13.1, ma la prova
viene eseguita alla temperatura di (70 ± 2) °C.
Nota Parti di materiale elastomerico non sono sottoposte a questa prova.
13.3 Le parti di materiale isolante degli involucri per montaggio ad incasso secondo 5.5.2
sono sottoposte alla prova descritta in 13.2 ma con temperatura di (90 ± 2) °C.
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14 RESISTENZA DEL MATERIALE ISOLANTE AL CALORE ANORMALE
ED AL FUOCO
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15 PROTEZIONE CONTRO LA RUGGINE
Per gli involucri con IP > X0, le parti di materiale isolante che mantengono in posi-
zione le parti attive devono essere in materiale resistente alle correnti superficiali.
La conformità si verifica mediante la prova che segue, secondo la Pubblicazione
IEC 112.
Una superficie piana della parte da provare, se possibile di almeno 15 mm ´ 15 mm,
è disposta orizzontalmente.
Due elettrodi in platino, aventi le dimensioni indicate nella Fig. 7, sono posti sul-
la superficie dell’esemplare nel modo indicato in figura, cosicché gli angoli arro-
tondati vadano in contatto con la superficie in prova su tutta la loro lunghezza.
La forza esercitata sulla superficie da ogni elettrodo è di circa 1 N.
Gli elettrodi sono collegati ad una sorgente di alimentazione di 50 Hz o 60 Hz,
avente una tensione di 175 V, di forma praticamente sinusoidale. L’impedenza to-
tale del circuito, quando gli elettrodi sono cortocircuitati, è regolata per mezzo di
una resistenza variabile in modo tale che la corrente sia (1,0 ± 0,1) A con cos j
da 0,9 a 1. Il circuito comprende un dispositivo di sovracorrente avente un tempo
di intervento di almeno 0,5 s.
La superficie dell’esemplare è inumidita per mezzo di gocce di una soluzione di
cloruro d’ammonio in acqua distillata che cadono centralmente tra gli elettrodi.
La soluzione ha una resistività volumica di 400 W×cm a 25 °C, corrispondente a
una concentrazione di circa 0,1%.
Le gocce hanno un volume di 20+5 3
0 mm e cadono da un’altezza compresa fra
30 mm e 40 mm.
L’intervallo di tempo tra una goccia e l’altra è di (30 ± 5) s.
Non si devono produrre archi o scariche tra gli elettrodi prima che siano cadute
50 gocce.
Nota Si deve avere cura di verificare prima di ogni prova che gli elettrodi siano di forma corretta e
correttamente posizionati e puliti.
In caso di dubbio la prova è ripetuta, se necessario, su un nuovo esemplare.
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Fig. 1 Apparecchio per la prova d’urto
Dimensioni in millimetri
Dimensioni in millimetri
7,5
1 2 3 4 27 14
M4
4 1
Æ10
Æ10
Æ20
R=10
7
3
Æ11,5
5
57,5
14
48
5 5
Æ1 10 5 13 3
5 M4 2
Æ11,5
Æ11,5
Æ15
M4
Æ8
5
M4
7
5 R=5 120¡
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Fig. 3a Supporto di montaggio per l’esemplare
Dimensioni in millimetri
7
A 2
+10
0
155 ±1
+10
0
175
175
7
45¡
175±1 Perno
200 min. 35±2
Dimensioni in millimetri
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Fig. 4 Apparecchio per la prova d’urto a bassa temperatura
Dimensioni in millimetri
Dimensioni in millimetri
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Fig. 6 Filo incandescente con termocoppia
1. Filo incandescente, brasato sul 3
2. Termocoppia
3. Perno di ottone (37% di rame)
Dimensioni in millimetri
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Fig. 7 Disposizione e dimensioni degli elettrodi per la prova di resistenza alle correnti su-
perficiali
Dimensioni in millimetri
60¡
4 ± 0,1 Elettrodo
Esemplare
2 ± 0,1
da 20 a_to 25
30¡
Dimensioni in millimetri
15 min.
Placca di copertura
1 ± 0,1
Parete
Scatola di installazione
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Fig. 9 Calibro (spessore: circa 2 mm) per la verifica del contorno delle calotte o placche di
copertura
Dimensioni in millimetri
6 ± 0,01
Faccia A
45¡
±5
10¡ ±5 ¡ ¡ 30 min.
30 ± 0,01
7 ± 0,01
Faccia C
10 ±1 Faccia B
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Fig. 10 Esempi di applicazione del calibro della Fig. 9 sulle calotte fissate senza viti su una
superficie di montaggio o di appoggio
(*) Pezzo distanziatore con lo stesso spessore della parte di appoggio
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Fig. 11 Esempi per l’applicazione del calibro della Fig. 9 secondo le prescrizioni di 10.2.7
Casi a) e b): non conformi.
Casi c), d), e) ed f): conformi (si deve tuttavia verificare anche la conformità
alle prescrizioni di cui in 10.2.8 utilizzando il calibro indica-
to in Fig. 12).
Dimensioni in millimetri
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Fig. 12 Calibro per la verifica di scanalature, fori e rastremazioni inverse
Dimensioni in millimetri
Dimensioni in millimetri
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APPENDICE
A ESEMPI DI INVOLUCRI E LORO PARTI
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ALLEGATO
ZA normativo Altre Pubblicazioni Internazionali
menzionate nella presente Norma
con riferimento alle corrispondenti Pubblicazioni Europee
La presente Norma include, tramite riferimenti datati e non datati, disposizioni
provenienti da altre Pubblicazioni. Questi riferimenti normativi sono citati, dove
appropriato, nel testo e qui di seguito sono elencate le relative Pubblicazioni. In
caso di riferimenti datati, le loro successive modifiche o revisioni si applicano alla
presente Norma solo quando incluse in essa da una modifica o revisione. In caso
di riferimenti non datati, si applica l’ultima edizione della Pubblicazione indicata.
Nota Quando la Pubblicazione Internazionale è stata modificata da modifiche comuni CENELEC,
indicate con (mod), si applica la corrispondente EN/HD.
Fine Documento
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e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
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