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Attrezzature a pressione

SPECIFICA Messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature e UNI!TS 11325·2


TECNICA degli insiemi a pressione
Parte 2: Procedura di valutazione dell'idoneità all'ulteriore
esercizio delle attrezzature e degli Insiemi a pressione soggetti
a scorrimento viscoso APRILE 2013

Pressure equipment .
Putting into service and use of pressure equipment and assembli es
Part 2: Assessment procedure of fitness for servi ce of pressure equipment working
under creep conditions

La specifica tecnica definisce la procedura da seguire per valutare


la frazione di vita consumata dei componenti di attrezzature o
insiemi a pressione soggetti a scorrimento viscoso e l'idoneità
all'ulteriore esercizio delle attrezzature e degli insiemi a pressione
di cui i componenti soggetti a scorrimento viscoso fanno parte.

TESTO ITALIA ,Q

ICS 23.020.30; 27.060.30

UNI @UNI
Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Sannio, 2 il consenso scritto dell'UNI.
20137 Milano, Italia www.uni.com

UNIITS 11325-2:2013 Pagina!


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PREMESSA
La specifica tecnica viene riesaminata ogni 3 anni.
Eventuali osservazioni sulla UNI/TS 11325-2 devono pervenire
all'UNI entro aprile 2015.

La presente specifica tecnica è stata elaborata sotto la competenza


dell'ente federato all'UNI
CTI - Comitato Termotecnico Italiano

La Commissione Centrale Tecnica dell'UNI ha dato la sua


approvazione il 29 marzo 2013.

La presente specifica tecnica è stata ratificata dal Presidente


dell'UNI ed è entrata a far parte del corpo normativa nazionale il
18 aprile 2013.

le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell'arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell'applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell'arte
in evoluzione è pregato di Inviare i propri contributi all'UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l'eventuale revisione della norma stessa.

le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatorl delle stesse si accertino di essere in possesso
dell'ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si Invitano inoltre gli utìlizzatori a verificare l'esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.

UNI!TS 11325-2:2013 ©UNI Pagina Il


INDICE

INTRODUZIONE

SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

2 RIFERIMENTI NORMATIVI

3 TERMINI E DEFINIZIONI 2

4 PERSONALE 2

5 PROCEDIMENTO 2
5.1 Generalità..................................................................................................................................................... 2
5.2 Analisi e valutazioni preliminari ......................................................................................................... 3
5.3 Calcolo preliminare della frazione di vita consumata ............................................................ 3
5.4 Controlli .......................................................................................................................................................... 6
5.5 Calcolo finale della frazione di vita consumata......................................................................... 8
5.6 Valutazioni finali ......................................................................................................................................... 8

6 SCADENZE TEMPORALI 10
6.1 Prima valutazione .................................................................................................................................. 10
6.2 Successive valutazioni ....................................................................................................................... 10

7 DOCUMENTAZIONE 10
7.1 Generalità................................................................................................................................................... 10
7.2 Attrezzature o insiemi a pressione eserciti in regime di scorrimento viscoso ....... 1o
7.3 Attrezzature o insiemi a pressione mai esercite in regime eli scorrimento viscoso .......... 11

APPENDICE A ESTRATTO DEL DECRETO DEL MINISTERO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE


(informativa) 1 DICEMBRE 2004, N• 329 "REGOLAMENTO RECANTE NORME PER LA
MESSA INSERVIZIO ED UTILIZZAZIONE DELLE ATTREZZATURE A
PRESSIONE E DEGLI INSIEMI DI CUI ALL'ARTICOLO 19 DEL DECRETO
LEGISLATIVO 25 FEBBRAIO 2000, N" 93" 12

APPENDICE Z PUNTI DELLA PRESENTE SPECIFICA TECNICA RIGUARDANTI l REQUISITI


(informativa) DEL D.M. N• 329/2004 13
prospetto z.1 Confrontofra il D.M. N" 329/2004 e la presente specifica tecnica ........................................... 13

BIBLIOGRAFIA 14

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INTRODUZIONE
La presente specifica tecnica è stata elaborata in conformità alle Indicazioni dell'art. 3 del
Decreto del Ministero delle Attività Produttive 1 dicembre 2004, W 329 "Regolamento
recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e
degli insiemi di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, No 93" (di
seguito indicato con D.M. No 329/2004) con il contributo deii'ISPESL1l, del Forum degli
Organismi Notificati, del Coordinamento Tecnico lnterregionale e delle associazioni di
categoria interessate nell'ambito di un incarico conferito all'UNI dal Ministero delle attività
produttive al fine di supportare le disposizioni del D.M. N° 329/2004.
Per la corrispondenza con il predetto Decreto, vedere l'appendice informativa Z, che è
parte integrante della presente specifica tecnica.

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE


La presente specifica tecnica definisce la procedura da seguire per valutare:
la frazione di vita consumata dei componenti di attrezzature o insiemi a pressione (di
seguito detti componenti) soggetti a scorrimento viscoso;
l'idoneità all'ulteriore esercizio, in condizioni di sicurezza, delle attrezzature e degli
Insiemi a pressione di cui i componenti soggetti a scorrimento viscoso fanno parte.
La presente specifica tecnica si applica ai seguenti componenti:
componenti soggetti a riqualificazione periodica che lavorano in condizioni di regime
tali per cui possono essere significativi fenomeni di scorrimento viscoso, In
conformità alla UNI/TS 11325~4;
componenti progettati per essere soggetti a scorrimento viscoso, anche se non
eserciti in tale regime di funzionamento;
nel caso di tubi di scambio termico contenuti all'interno di un fasciame o di una
camera di combustione di resistenza adeguata, limitatamente al componenti
soggetti a scorrimento viscoso rilevanti ai fini della sicurezza Individuati a seguito di
una dettagliata analisi, che tenga in debita considerazione il rischio connesso sia
con la temperatura sia con la natura del fluido.
La presente specifica tecnica non si applica ai componenti delle attrezzature o insiemi a
pressione che, pur essendo progettate per essere soggette a scorrimento viscoso, hanno
subito una ridefinizione dei parametri di progetto ( T5 , P5 ) o dei dati di targa che comporti
una loro riallocazione In un campo di valori al di sotto del regime di scorrimento viscoso
(operazione comunemente definita "declassamento"). Un'attrezzatura o insieme
declassato non può più essere esercito in regime di scorrimento viscoso.

2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente specifica tecnica rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente specifica tecnica come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non
datati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli
aggiornamenti).
UNI1 1096 Prove non distruttive~ Controlli sullo stato di integrità strutturale di
attrezzature a pressione soggette a scorrimento viscoso a caldo ~
Pianificazione ed esecuzione dei controlli, valutazione dei risultati
e documentazione

1) Con l'art. 7 c. 1 del Decreto legislativo N" 71/2010 dei 31/05/2010 convertito con modifiche nella legge 12m010 del
30/0712010 le funzioni deii'ISPESL sono state tmsferite aii'INAIL.

UNIITS 11325-2:2013 ©UNI Pagina 1


UNI 11373 Prove non distruttive - Qualificazione e certificazione del
personale addetto alle prove non distruttive - Applicazione della
UNI EN 473 al personale addetto alle repliche metallografiche su
attrezzature a pressione soggette a scorrimento viscoso
UNI 11374 Prove non distruttive - Esame metallografico per replica su
a
attrezzature pressione soggette a scorrimento viscoso a caldo
UNifTS 11325-4 Attrezzature a pressione - Messa in servizio ed utilizzazione delle
attrezzature e degli insiemi a pressione - Parte 4: Metodi di
valutazione di integrità di attrezzature a pressione esercite in
regime tale per cui possono essere significativi fenomeni di
scorrimento viscoso
UNI EN 14127 Prove non distruttive - Misurazione dello spessore mediante
ultrasuoni
UNI EN ISO 9712 Prove non distruttive - Qualificazione e certificazione del
personale addetto alle prove non distruttive

3 TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini della presente specifica tecnica si applicano i termini e le definizioni seguenti.

3.1 frazione di vita consumata per scorrimento viscoso (zJ: Valore espresso in termini
percentuali esprimente il consumo di vita del componente dovuto agli effetti dello
scorrimento viscoso.

3.2 punto critico: Zona delle membratura soggette a scorrimento viscoso che, per la
temperatura e le sollecitazioni a cui è soggetta, lascia presumere le cinetiche di danno più
elevate.

3.3 vita di progetto in regime di scorrimento viscoso (VP1): Ore di esercizio del componente
previste in condizioni di progetto.

3.4 vita residua (VR): Ore di esercizio rimanenti per il componente, in via teorica, per esercizio
futuro analogo a quello passato.

3.5 vita teorica di esercizio in regime di scorrimento viscoso (VT1): Ore di esercizio totali
sopportabili dal componente, in via teorica, in determinate condizioni di esercizio in
regime di scorrimento viscoso.

4 PERSONALE
Il personale addetto alle prove non distruttive deve essere qualificato in conformità alla
UNI EN ISO 9712.
Il personale addetto alle repliche metallografiche deve essere qualificato in conformità alla
UNI11373

5 PROCEDIMENTO

5.1 Generalità
La procedura di valutazione prevede l'esecuzione delle seguenti azioni, da eseguire
nell'ordine:
a) analisi e valutazioni preliminari (vedere punto 5.2) che tengano conto del progetto,
della storia di esercizio del componente, dei risultati di ispezioni precedenti (tra cui
controlli, valutazioni, ecc.) e di eventuali incidenti, modifiche, sostituzioni e
riparazioni al fine di individuare eventuali situazioni di criticità;

UNifrS 11325-2:2013 ©UNI Pagina2


b) calcolo preliminare della frazione di vita consumata dei componenti soggetti al
degrado da scorrimento viscoso {vedere punto 5.3);
c) definizione del piano dei controlli da effettuare sui componenti soggetti a scorrimento
viscoso (vedere punto 5.4.2), tenendo conto del calcolo preliminare;
d) esecuzione dei controlli, per fa valutazione dell'integrità strutturale (vedere punto
5.4.3), in accordo al piano del controlli;
e) esecuzione di indagini supplementari, ritenute necessarie, al fine dì valutare lo stato
dì degrado del materiale del componente (vedere punto 5.4.4);
f) calcolo finale della frazione di vita consumata nelle reali condizioni evidenziate dai
controlli eseguiti (vedere punto 5.5);
g) valutazioni finali (vedere punto 5.6}, al fine di definire un intervallo di ulteriore
esercizio dell'attrezzatura.

5.2 Analisi e valutazioni preliminari


Le analisi e le valutazioni preliminari comprendono le attività di verifica e documentazione
indicate di seguito:
a) definizione dell'elenco dei componenti che rientrano nel campo di applicazione della
presente specifica tecnica;
b) analisi dei dati di progetto dei componenti (materiali, condizioni di progetto, norme di
calcolo, specifiche di linea, ecc.):
c) valutazione dei criteri di verifica della stabilità adottati in sede progettuale (se
disponibili):
d) raccolta o predisposizlone dei disegni schematici dell'attrezzatura e dei componenti
interessati al fenomeno di scorrimento viscoso, riportanti tutte le informazioni
necessarie alle valutazioni da effettuare;
e) determinazione dei valori di pressione e di temperatura corrispondenti alle
condizioni nominali di esercizio. Per componenti soggetti a scambio termico, ove non
specificato, la temperatura massima di parete, in assenza di misure strumentali, può
essere determinata sulla base della temperatura del fluido;
Nota Per resecuzione dei calcoli può essere utilizzata la UNI EN ISO ~3704.
f) determinazione, attraverso misurazioni o valutazioni basate su evidenze documentali,
del dati relativi alle effettive condizioni di esercizio (pressione, temperatura, tempo,
numero di awiamenti e spegnimenti, fluidi, ecc: vedere punto 7.2.3.2);
g) raccolta ed esame dei risultati di eventuali specifici controlli eseguiti in fase di
costruzione (rilievi di spessori, diametri, prove non distruttive, ecc.);
h) valutazione dell'esito di precedenti ispezioni effettuate durante l'esercizio;
l) riepilogo delle eventuali azioni correttive effettuate (riparazioni, modifiche e
sostituzioni) e degli eventuali incidenti awenuti, corredato dalla relativa
documentazione:
j) esame dell'esito delle precedenti valutazioni di VR dell'attrezzatura.
Nota La verifica di VA oggetto della presente specifica tecnica si basa sul presupposto che siano disponibili o
reperibili i dati necessari alla valutazione.
In mancanza dei dati principali relativi al progetto delle attrezzature e dei componenti
(materiali, calcoli, disegni, ecc.) e all'esercizio degli stessi, la presente specifica tecnica non è
applicabile e non è garantito l'ulteriore esercizio in sicurezza delle attrezzature stesse.

5.3 Calcolo preliminare della frazione di vita consumata

5.3.1 Generalità
Il calcolo preliminare della frazione di vita consumata deve essere effettuato sulla base
dei fattori di danno dipendenti dal tempo {scorrimento viscoso, fatica, corrosione, ecc.),
presenti sui componenti, individu~do, ai fini del calcolo, tutti i fattori di degrado legati
all'esercizio delle attrezzature, incluse le tubazioni.

UNI!TS 11325-2:2013 C UNI Pagina3


Per eseguire il calcolo del consumo di vita teorico si deve:
a) calcolare la frazione di vita consumata per scorrimento viscoso (zs) (vedere punto 5.3.2);
b) valutare il contributo della fatica oligociclica e, se significativo, calcolare la frazione di
vita consumata per danno combinato scorrimento viscoso·fatica (vedere punto 5.3.3);
c) tenere in considerazione gli effetti dei fenomeni di erosione e corrosione sulla
riduzione di spessore (vedere punto 5.3.4);
d) valutare il contributo al consumo di vita dato dalla presenza dei giunti saldati (vedere
punto 5.3.5};
e) tenere in debita considerazione le sollecitazioni indotte dal resto dell'impianto e le
eventuali sollecitazioni di tipo secondario, qualora ritenute non trascurabili.

5.3.2 Calcolo della frazione di vita consumata per scorrimento viscoso (Zs)

5.3.2.1 Comportamento dei materiali a scorrimento viscoso


1 valori medi dei carichi di rottura per scorrimento viscoso dei materiali devono far
riferimento ai dati forniti dal fabbricante e, ave applicabile, alle pertinenti norme tecniche.
In caso dì mancanza, parziale o totale, di dati affidabili si può ricorrere a prove significative
di scorrimento viscoso o alla equivalenza tra materiali simili comparando caratteristiche
meccaniche e composizione chimica ed accertandosi che tale comparazione risulti
conservativa, in conformità alla UNI/TS 11325-4. Si deve dare evidenza delle scelte
effettuate.

5.3.2.2 Impiego di parametri di interpolazione e/o estrapolazione


Eventuali interpolazioni sulle temperature ed estrapolazioni sui tempi possono essere
effettuati con l'impiego di parametri di impiego corrente. Si deve dare evidenza delle
scelte effettuate.

5.3.2.3 Calcolo della frazione di vita consumata

5.3.2.3.1 Generalità
Il calcolo della frazione di vita consumata deve essere effettuato in prima o in seconda
approssimazione secondo quanto indicato nel punti che seguono.
Metodi di calcolo alternativi e/o sperimentali possono essere utilizzati limitatamente a casi
specifici qualora essi consentano di ottenere un valore di vita consumata più
rappresentativo del reale stato del componente.

5.3.2.3.2 Calcolo in prima approssimazione


In prima approssimazione, la stima della frazione di vita consumata per scorrimento
viscoso è data da:
h (1)
Zs =H
dove:
h è il tempo di esercizio effettivo trascorso alla temperatura di esercizio considerata;
H è la VT5 alla stessa temperatura, determinata sulla base del diagramma
bilogaritmico definito al punto 5.3.2.3.4.
Qualora si utilizzi il calcolo in prima approssimazione, si deve far riferimento, in via
cautelativa, per l'intero periodo di esercizio, alla coppia pressione/temperatura più
conservativa.

UNifTS 11325·2:2013 ©UNI Pagina4


5.3.2.3.3 Calcolo in seconda approssimazione
In seconda approssimazione, la stima della frazione di vita consumata per scorrimento
viscoso è effettuata sulla base di dati storici di pressione, temperatura e periodi di
esercizio forniti dall'utente e sulla base della regola lineare del danneggiamento:
n h
Zs = L H, (2)
i 1

dove:
è l'indice delle coppie di pressione e temperatura (opportunamente discretizzate in
funzione del grado di affinamento dell'analisi) alle quali il componente ha
effettivamente lavorato;
n è Il numero delle.predette coppie:
h1 è il tempo di esercizio effettivo trascorso alla i-esima coppia di
pressione-temperatura;
H1 è la VT5 alla i-esima coppia di ,pressione-temperatura, determinata sulla base del
diagramma bilogaritmico definito al punto 5.3.2.3.4.

5.3.2.3.4 Calcolo della vita teorica


Ai fini della determinazione di H, la vita teorica del componente deve essere definita, sulla
base delle sollecitazioni significative presenti, mediante la costruzione, in un diagramma
bilogaritmico tempo-sollecitazione, della curva minima dei carichi di rottura per
scorrimento viscoso alla temperatura desiderata {deducibile riducendo del 20% i valori
della curva media), in conformità alla UNiffS 11325-4.
Metodi di calcolo alternativi e/o sperimentali che non contemplano l'impiego del
diagramma bilogaritmico tempo-sollecitazione, possono essere utilizzati limitatamente a
casi specifici qualora essi consentano di ottenere un valore di vita consumata più
rappresentativo del reale stato del componente.

5.3.3 Calcolo della frazione di vita consumata per azione combinata scorrimento viscoso - fatica

5.3.3. t Il calcolo della frazione di vita consumata per azione combinata scorrimento viscoso-fatica
deve essere eseguito solo quando sono presenti entrambi i meccanismi di danno.
Il calcolo deve essere effettuato quando ritenuto significativo In relazione alle condizioni di
esercizio del componente e comunque al raggiungimento del numero di cicli di progetto. In
ogni caso, si deve valutare l'influenza della fatica in componenti di impianti funzionanti In
regimi flessibili variabili in funzione del carico (load follo'IÌ) o a due livelli di carico (two shiff).
Per il calcolo della trazione di vita consumata per azione combinata scorrimento viscoso
-fatica, deve essere utilizzata la UNirrs 11325-4.

5.3.3.2 t.:utilizzatore deve dichiarare il numero di cicli effettuati dal componente Indicando l
parametri necessari per il calcolo.

5.3.4 Valutazione degli effetti dei fenomeni di erosione e corrosione sulla riduzione di spessore
Gli effetti dei fenomeni di erosione e corrosione sulla riduzione dello spessore delle
membratura dei componenti possono essere definiti utilizzando la velocità di riduzione
dello spessore (mm/anno) rilevata durante l'esercizio. Il calcolo può essere eseguito sia
sulla base dello spessore finale stimato sia in modo lterativo.
Gli effetti di tali fenomeni nel calcolo della frazione di vita consumata di vita devono essere
considerati quando, per particolari condizioni di esercizio, gli effetti sulla riduzione di
spessore siano rilevanti.

UNI/TS 11325·2:2013 ©UNI Pagina5


5.3.5 Valutazione relativa ai giunti saldati

5.3.5.1 La frazione di vita consumata delle zone interessate dalle saldature deve essere valutata
utilizzando curve di rottura per scorrimento viscoso e per fatica oligociclica relative alla
specifica tipologia di giunto saldato.
Esse possono essere ricavate da norme tecniche o da risultati di specifiche prove di
laboratorio.
In alternativa, si possono utilizzare i dati relativi al materiale base corrispondente,
modificati come segue:
a} per il calcolo della frazione di vita consumata per fatica oligociclica, il numero di cicli
teorico (N} deve essere pari alla metà di quello considerato per il materiale base;
b) per il calcolo della frazione di vita consumata per scorrimento viscoso, il tempo di
rottura teorico (H) deve essere determinato dividendo il valore della sollecitazione
effettiva per un fattore di riduzione della resistenza a scorrimento viscoso Cr di cui
alla UNI/TS 11325-4, che è un valore minore dell'unità, funzione delle caratteristiche
del giunto saldato e del materiale impiegato;
c) nella documentazione tecnica prodotta si devono esplicitare sia i fattori di riduzione
per la resistenza allo scorrimento viscoso sia i coefficienti di efficienza delle
saldature per i componenti presi in considerazione.

5.3.5.2 Per giunti saldati eterogenei si deve far riferimento, nei calcoli della frazione di vita
consumata, alle caratteristiche meccaniche del materiale meno resistente allo
scorrimento viscoso.
t.:analisi del sistema tensioni/deformazioni e dell'interazione scorrimento viscoso/fatica,
deve essere condotta tenendo conto dei fattori di concentrazione massimi presenti nella
zona interessata dalla saldatura.

5.4 Controlli

5.4.1 Generalità
l controlli costituiscono parte integrante del processo di valutazione dello stato
dell'attrezzatura.
Essi comprendono:
controlli sul componente (prove non distruttive}, al fine di valutarne l'integrità
strutturale (vedere punto 5.4.3};
indagini supplementari sul materiale (prove distruttive), al fine di valutarne lo stato di
degrado (vedere punto 5.4.4}.
Prima di eseguire i controlli, si deve redigere un piano dei controlli in conformità al punto 5.4.2.

5.4.2 Piano dei controlli

5.4.2.1 Generalità
Il piano dei controlli deve essere redatto secondo quanto indicato nella UNI 11096.

5.4.2.2 Componenti multipli


Alcuni componenti, in genere di limitate dimensioni, per numero e slmilitudine, possono
essere denominati "multipli". Questi sono caratterizzati da identiche funzioni, medesima
denominazione, uguali caratteristiche geometriche {diametri e spessori) e stesse
caratteristiche tecniche di progetto, di esercizio e di costruzione, essendosi adottate
identiche modalità di fabbricazione. Per tali componenti il controllo può essere eseguito a
campione secondo quanto indicato nella UNI11096.

UNI!TS 11325-2:2013 ©UNI Pagina6


5.4.3 Controlli per la valutazione dell'integrità strutturale

5.4.3.1 Tipologia dei controlli


Devono essere effettuati i controlli più idonei per ciascuna zona del componente in
relazione a tutte le tipologie di danno prevedibili.
Nota La UNI11096 fornisce indicazioni sulle tipologie di controlli applicabili in base al tipo di componente.

5.4.3.2 Localizzazione ed estensione dei controlli


La localizzazione e l'estensione dei controlli devono essere conformi alla UNI 11096, e
devono inoltre tenere conto di quanto segue:
a integrazione di quanto specificato nella UNI11096 i controlli non distruttivi devono
essere condotti nei punti critici individuati con l'analisi ed Il calcolo preliminare e In
· altre zone scelte secondo criteri statistici;
in assenza di determinazione di punti critici definiti, deve essere effettuato un
controllo di tipo statistico di tutte le membratura progettate in regime di scorrimento
viscoso che tenga conto anche dell'esperienza acquisita su componenti analoghi:
l'estensione dei controlli su ciascun giunto saldato deve comunque rispettare dei
criteri specifici, volti ad assicurare un sufficiente livello di attendibilità dell'esame. l
controlli devono essere adeguatamente intensificati nei casi in cui siano rilevati
difetti, prediligendo i controlli più efficaci in relazione alla specificità dei difetti stessi.

5.4.3.3 Procedure tecniche dei controlli

5.4.3.3.1 Generalità
Per ogni tipologia di controllo deve essere predisposta la relativa procedura.
l controlli devono essere eseguiti secondo quanto indicato nella UNI 11 096 e quanto
riportato nei punti seguenti relativamente al controllo spessimetrico, al controllo
diametrale e all'esame metallografico per replica.

5.4.3.3.2 Controllo spessimetrico


Il controllo spessimetrico mediante ultrasuoni deve essere eseguito in conformità a
quanto riportato nella UNI EN 14127 e nella UNI 11 096.
In aggiunta:
il reticolo di misura deve essere tale da individuare, con sufficiente attendibilità,
l'esistenza di eventuali sottospessori:
qualora, nei calcoli della frazione di vita consumata, si Intenda utilizzare uno
spessore reale maggiore di quello nominale, nelle misure di spessore si deve
predisporre un reticolo maggiormente fitto.
Nel caso in cui i controlli spessimetrici evidenzino dei sottospessori, si deve verificare Il
permanere delle condizioni di stabilità in condizioni di progetto.

5.4.3.3.3 Controllo diametrale


Qualora si intenda adottare, negli stessi calcoli, un diametro reale diverso da quello di progetto,
è necessario predisporre un numero di sezioni di misura adeguato rispetto alla lunghezza del
componente, per rilevare con sufficiente attendibilità il valore reale del diametro stesso.
Rilievi diametrali di precisione su sezioni significative dei componenti possono essere
impiegati per tenere sotto controllo l'andamento delle deformazioni dovute allo
scorrimento viscoso del materiale.

5.4.3.3.4 Esame metallografico per replica


L:esame metallografico per replica deve essere eseguito in conformità alla UNI 11374.
Inoltre le repliche metallografiche devono essere prelevate nei punti individuati come
indicato al punto 5.4.3.2.

UNIITS 11325-2:2013 @UNI Pagina7


Le repliche prelevate, oltre a rilevare eventuali fenomeni di scorrimento viscoso, possono
caratterizzare l'evoluzione microstrutturale del materiale esercito. Tale evoluzione può
essere utile per valutare lo stato di invecchiamento e di decadimento delle proprietà
meccaniche dovuto alla esposizione prolungata alle alte temperature a cui il componente
è stato sottoposto durante l'esercizio.
L:esame metallografico per replica estrattiva, finalizzato a valutare l'evoluzione delle
seconde fasi, rivestendo un'importanza particolare solo in casi specifici, deve essere
considerato un controllo aggiuntivo.

5.4.4 Indagini supplementari per la valutazione dello stato di degrado


Al fine di valutare la possibilità di un ulteriore periodo di esercizio, indagini supplementari
sui materiali dei componenti eserciti possono essere effettuate nei seguenti casi:
a) quando si abbia evidenza di avanzato stato di degrado del materiale base. In tal caso si
può ricorrere al prelievo di microcampioni di materiale da destinare a prove distruttive
(prove accelerate di scorrimento viscoso, prove meccaniche, esami micrografici, ecc.);
b) quando si rendano necessarie valutazioni di stabilità meccanica in presenza di difetti
evidenziati dai controlli per la valutazione dell'integrità strutturale. In questi casi, al
fine di valutare la criticità dei difetti mediante i criteri della meccanica della frattura, si
possono determinare le caratteristiche di tenacità del materiale sulla base dei
risultati di prove su microcampioni prelevati dal materiale del componente (per
esempio prove di small punch);
c) quando si rendano necessarie valutazioni più approfondite per la determinazione
della vita consumata.

5.5 Calcolo finale della frazione di vita consumata


Sulla base dei risultati dei controlli eseguiti, deve essere effettuato il calcolo finale della
frazione di vita consumata. Il calcolo finale deve essere eseguito con le stesse modalità
del calcolo preliminare, tenendo conto di quanto segue:
a) i valori di spessore da impiegare devono rispettare le seguenti prescrizioni:
se lo spessore minimo misurato è minore di quello nominale, si deve utilizzare lo
spessore minimo misurato;
se lo spessore minimo misurato è maggiore di quello nominale, si deve utilizzare:
1} lo spessore nominale, oppure
2) lo spessore minimo misurato a condizione che la misurazione relativa sia
effettuata con un reticolo di misura a maglia sufficientemente stretta {vedere
punto 5.4.3.3.2);
b) i valori di diametro da impiegare devono essere quelli di progetto o, in caso di
evidenza di meccanismi di danno che ne possano causare la variazione nel tempo,
quelli misurati {vedere punto 5.4.3.3.3).
Nel calcolo finale devono essere tenuti in considerazione gli effetti dei fenomeni di
corrosione ed erosione sulla riduzione di spessore (vedere punto 5.3.5);

5.6 Valutazioni finali

5.6.1 Analisi di congruenza tra i .risultati


Lo stato di degrado dei componenti e la loro frazione di vita consumata devono essere
valutati alla luce dei risultati di tutte le analisi richieste per ogni singola situazione in quanto
nessuna delle stesse, presa individualmente, può considerarsi esaustiva o probante.
Deve essere effettuata un'analisi di congruenza tra risultati dei calcoli e dei controlli.
Eventuali discordanze tra risultati di calcoli e controlli, quali:
bassa frazione di vita consumata (z) dedotta dal calcolo e alto degrado dovuto ai
meccanismi di danno (scorrimento viscoso, fatica, ecc.);
alta frazione di vita consumata (z) dedotta dal calcolo e basso degrado dovuto ai
meccanismi di danno (scorrimento viscoso, fatica, ecc.),

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devono essere evidenziate, valutate e opportunamente giustificate, riesaminando, se del
caso, i calcoli di vita consumata ed i relativi modelli matematici Impiegati.
Allo scopo, qualora necessario, potrebbero essere utilizzati metodi alternativi o sperimentali.
Qualora dal calcolo finale della frazione di vita consumata si rilevi un valore non
congruente con quello ottenuto in occasione di una precedente valutazione di vita
residua, si deve dare evidenza di quanto segue:
a) il metodo di calcolo utilizzato; ,
l;l) i parametri storici di esercizio;
c} i valori effettivi di spessore misurati su un reticolo a maglia stretta;
d} che i controlli eseguiti abbiano avuto esito congruente con la nuova valutazione.

5.6.2 Considerazioni conclusive

5.6.2.1 Generalità
Nelle valutazioni finali, devono essere definite:
le azioni correttive da intraprendere (sostituzioni, riparazioni, ecc.);
le specifiche prescrizioni a cui l'esercizio · è subordinato (monitoraggio,
manutenzione, variazioni delle condizioni di processo, ecc.);
l'intervallo di ulteriore esercizio dell'attrezzatura ed il conseguente regime di
esercizio a cui deve essere subordinato il componente.

5.6.2.2 Azioni correttive


Devono essere definite e indicate nella relazione conclusiva (vedere punto 7.2.2), le
azioni correttive in presenza di difetti a cui l'ulteriore esercizio è subordinato, quali per
esempio riparazioni o sostituzioni dei componenti oggetto della verifica.

5.6.2.3 Specifiche prescrizioni di esercizio in presenza di difetti


Devono essere indicate le specifiche prescrizioni di esercizio in presenza di difetti (quali
per esempio le valutazioni di idoneità all'esercizio di tipo Fitness Far Servìce) in grado dì
garantire che ì componenti oggetto della verifica sono stabili, che la riparazione può
essere posticipata e che l'attrezzatura può continuare ad essere esercita (a determinate
condizioni di temperatura e pressione) per un ulteriore intervallo temporale con la
presenza dei difetti stessi.
Nota In bibliografia sono riportati i riferimenti ai principali standard in materia di Fitness For Service.
!.:applicazione di procedure di valutazione di tipo Fitness Far Service è condizionata alla
valutazione delle proprietà meccaniche dei materiali. Allo scopo si devono effettuare
stime basate su Informazioni reperibili dalla documentazione di fabbricazione, o dalla
letteratura tecnica o da prove meccaniche di caratterizzazione del materiale esercito,
mediante prelievo di campioni.

5.6.2.4 Intervallo di ulteriore esercizio


!.:intervallo di ulteriore esercizio dell'attrezzatura deve essere definito tenendo conto dello
stato generale dell'attrezzatura e ipotizzando un regime di utilizzo futuro analogo a quello
passato oppure un regime in condizioni più conservative risultanti dalla valutazione.
Qualora tale regime dovesse variare rispetto a quello previsto, l'utilizzatore deve
procedere immediatamente all'aggiornamento dell'intervallo di ulteriore esercizio.
Alla scadenza dell'intervallo di ulteriore esercizio deve essere effettuata una nuova
valutazione di VR. Le scadenze temporali delle valutazioni devono essere individuate
secondo quanto indicato al punto 6.
Tuttavia, per i componenti più critici, l'utillzzatore può predisporre un piano che prevede
controlli a intervalli più brevi.

UNI/TS 11325-2:2013 ©UNI Pagìna9


6 SCADENZE TEMPORALI

6.1 Prima valutazione

6.1.1 La prima valutazione di VR del componenti soggetti a scorrimento viscoso deve essere
eseguita dopo un numero di ore éu esercizio pari a VP8 . In assenza di tale informazione,
la prima valutazione deve essere eseguita dopo 100 000 h di esercizio effettivo.

6.1.2 l controlli possono essere effettuati in occasione di una fermata programmata


dell'impianto, purché essa abbia luogo entro una tolleranza del 10% rispetto alle
tempistiche di cui al punto 6.1.1.

6.1.3 Per tutti i componenti progettati per avere VP9 > 100 000 h, alla scadenza delle prime
100 000 h di esercizio devono essere effettuati i controlli di cui al punto 5.4.
Il calcolo finale della frazione di vita consumata deve essere effettuato qualora ritenuto
necessario da parte dell'utillzzatore e in ogni caso quando i controlli evidenzino anomalie
o sottospessori.

6.1.4 Per i componenti progettati ma non eserciti in regime di scorrimento viscoso, la prima
valutazione deve essere effettuata in accordo al punto 7.3.

6.2 Successive valutazioni


Le tempistiche relative alle successive valutazioni si differenziano in funzione della
percentuale di vita in cui l'attrezzatura a pressione è stata esercita in regime di
scorrimento viscoso.
Per la determinazione dell'Intervallo di tempo da applicare si deve fare riferimento alla
UNI!rS 11325-4.

7 DOCUMENTAZIONE

7.1 Generalità
La documentazione relativa alla valutazione varia a seconda che l'attrezzatura o insieme
a pressione sia stata esercita anche temporaneamente oppure non sia mai stata esercita
In regime di scorrimento viscoso.

7.2 Attrezzature o insiemi a pressione eserciti in regime di scorrimento viscoso

7.2.1 Generalità
Per ogni valutazione di VR deve essere predisposta una relazione conclusiva completa
dei relativi documenti di accompagnamento.

7.2.2 Relazione conclusiva

7.2.2.1 La relazione conclusiva consiste in:


a) un giudizio sullo stato di Integrità dei singoli componenti e dell'attrezzatura o Insieme
nel suo complesso, basato sugli esiti delle seguenti azioni:
analisi e valutazioni preliminari (punto 5.2);
calcolo preliminare della frazione di vita consumata {punto 5.3);
controlli per la valutazione dell'Integrità strutturale (punto 5.4.3);
indagini supplementari per la valutazione dello stato di degrado (punto 5.4.4);
b) una dichiarazione dell'intervallo temporale di ulteriore esercibilità dell'attrezzatura e
le relative condizioni di pressione e temperatura future.

UNI!TS 11325-2:2013 C UNI Pagina 10


7.2.2.2 Al variare delle condizioni (pressione e temperatura) di esercizio, la relazione conclusiva
dell'ultima valutazione deve essere integrata o sostituita con una nuova valutazione che
modifichi, se del caso, l'intervallo temporale di ulteriore esercibllità dell'attrezzatura.

7.2.3 Documenti di accompagnamento

7.2.3.1 La documentazione di accompagnamento all'attrezzatura o insieme consiste in:


a) se esistente, documentazione inerente la vita dell'attrezzatura e gli eventuali periodi
di inattività (quali, per esempio, libretto matricolare dell'attrezzatura, verbali di
verifiche di costruzione, di primo impianto e di esercizio, verbali di inattività);
b) disegni costruttivi disponibili e dati di progetto e non, utilizzati nella valutazione
preliminare;
c) elenco dei componenti sottoposti a scorrimento viscoso e, per ciascuno di essi:
la relativa VPs•
l'indicazione dettagliata dei parametri storici di esercizio (numero di ore,
temperature, pressioni, numero di cicli effettuati dal componente indicando i
parametri necessari per il calcolo), redatta sotto forma di dichiarazione a firma
dell'utilizzato re,
l'indicazione degli eventuali interventi di riparazione, sostituzione e modifica,
l'indicazione degli eventuali incidenti,
l'indicazione delle verifiche di legge;
d) calcoli della frazione di vita consumata riportanti anche la metodologia seguita, le
assunzioni fatte e i riferimenti tecnico/legislativi relativi;
e) calcoli di stabilità in corrispondenza dei sottospessori rilevati;
f) piano dei controlli;
g) verbali dei controlli per la valutazione dell'integrità strutturale effettuati, comprensivi
delle valutazioni di merito;
h} copia della documentazione relativa agli esami metallografici corredata dai relativi
rapporti del personale qualificato, debitamente firmata, contenente immagini
originali delle repliche effettuate con adeguata risoluzione e sufficiente contrasto;
l} procedure dei controlli per la valutazione dell'integrità strutturale effettuati;
J} documentazione attestante la qualifica dei laboratori che hanno eseguito gli esami
metallografici e i controlli distruttivi;
k) relazione sintetica, redatta secondo quanto riportato nella UNI!TS 11325-4, che
riassume le informazioni principali sullo stato dell'attrezzatura.

7.2.3.2 Qualora le condizioni di esercizio e i relativi parametri (pressione e temperatura) di cui al


punto 7 .2.3.1, lettera c, secondo trattino, sono dichiarati minori dei valori massimi
ammissibili definiti in sede di progetto, tale dichiarazione deve essere basata su evidenze
quali:
a) una registrazione del dati di esercizio effettuata da un sistema automatico, che sia in
grado di garantire l'integrità dei dati; oppure
b) una relazione tecnica nella quale si descrive il processo e i dispositivi di regolazione
adottati per evitare il superamento dei valori di esercizio dichiarati; oppure
c) una correlazione tra le prestazioni dell'impianto e l corrispondenti valori di pressione
e temperatura.

7.3 Attrezzature o insiemi a pressione mai esercite in regime di scorrimento viscoso


Per ogni valutazione di VA , l'utilizzatore deve predisporre una dichiarazione che attesti
che l'attrezzatura non è mai stata esercita in regime di scorrimento viscoso,
documentandola con:
i verbali relativi ai periodi di inattività dell'attrezzatura;
le evidenze indicate al punto 7.2.3.2.

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APPENDICE A ESTRATTO DEL DECRETO DEL MINISTERO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
(informativa) 1 DICEMBRE 2004, No 329 "REGOLAMENTO RECANTE NORME PER LA MESSA IN
SERVIZIO ED UTILIZZAZIONE DELLE ATTREZZATURE A PRESSIONE E DEGLI
INSIEMI DI CUI AU:ARTICOLO 19 DEL DECRElO LEGISLATIVO 25 FEBBRAIO 2000, No 93"
A titolo informativo si fornisce un estratto del D.M. W 329/2004. Il testo di seguito riportato
non ha alcun valore legale, in quanto solo la pubblicazione della Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana ha valore legale.
Il D.M. N° 329/2004 è pubblicato nel Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale No 22
del 28 gennaio 2005 - Serie Generale.
Art.12 Verifiche di integrità In occasione delle verifiche periodiche
1) La verifica di integrità consiste nell'ispezione delle varie membratura mediante
esame visivo eseguito dall'esterno e dall'interno, ave possibile, in controlli
spessimetrici ed eventuali altri controlli che si rendano necessari a fronte di
situazioni evidenti di danno.
2} Ove nella rilevazione visiva e strumentale o solamente strumentale si riscontrano
difetti che possono in qualche modo pregiudicare l'ulteriore esercibilità
dell'attrezzatura, vengono intraprese, per l'eventuale autorizzazione da parte del
soggetto preposto, le opportune Indagini supplementari atte a stabilire non solo
l'entità del difetto ma anche la sua possibile origine. Ciò al fine di intraprendere le
azioni più opportune di ripristino della integrità strutturale del componente, oppure a
valutarne il grado di sicurezza commisurato al tempo di ulteriore esercibilità con la
permanenza dei difetti riscontrati.
3) Per le attrezzature di cui all'articolo 1 che lavorano in condizioni di regime tali per cui
possono essere significativi fenomeni di scorrimento viscoso, oltre ai controlli di cui
ai commi precedenti, si osservano le prescrizioni tecniche vigenti in materia.
4) Quando l'attrezzatura ha caratteristiche tali da non consentire adeguate condizioni
di accessibilità all'interno o risulta comunque non ispezionabile esaustivamente,
l'ispezione è integrata, limitatamente alle camere non ispezionabili, con una prova di
pressione a 1.125 volte la pressione PS che può essere effettuata utilizzando un
fluido allo stato liquido.
5) La non completa ispezionabilità può essere conseguente alla presenza, su parti
rappresentative del recipiente, di masse interne o rivestimenti interni o esterni
inamovibili, anche parzialmente, o la cui rimozione risulti pregiudizievole per
l'integrità delle membratura o dei rivestimenti o delle masse stesse.
6) La prova di pressione idraulica può essere sostituita, in caso di necessità e previa
predisposizione da parte dell'utente di opportuni provvedimenti di cautela, con una
prova di pressione con gas (aria o gas inerte) ad un valore di 1,1 volte la pressione
PS. In tale caso dovranno essere prese tutte le misure previste dal decreto del
Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, No 547, per tale tipo di collaudo e la
prova deve avere una durata minima di due ore durante le quali deve essere
verificata l'assenza della caduta di pressione.
7) La verifica di integrità per le tubazioni non comporta obbligatoriamente ne' la prova
idraulica ne' la ispezione visiva interna, ma opportuni controlli non distruttivi per
l'accertamento della integrità della struttura.

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APPENDICE Z PUNTI DELLA PRESENTE SPECIFICA TECNICA RIGUARDANTI l REQUISITI DEL D.M.
(informativa) w 329/2004
La presente specifica tecnica è stata elaborata nell'ambito di un incarico conferito all'UNI
dal Ministero delle attività produttive ed è di supporto ai requisiti del Decreto del Ministero
delle attività produttive 1 dicembre 2004, No 329 "Regolamento recante norme per la
messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui
all'articolo 19 del decreto legislativo 25 febbraio 2000. N° 93".
AWERTENZA: Altre disposizioni legislative possono essere applicabili ai prodotti che
rientrano nello scopo e campo di applicazione della presente specifica tecnica.
Qualora la presente specifica tecnica sia approvata dalle autorità competenti, la
conformità ai punti indicati nel prospetto Z.1 conferisce, entro i limiti del suo scopo e
campo di applicazione (punto 1), una presunzione di conformità ai requisiti specifici del
D.M. W 329/2004.
prospetto Z.1 Confronto 'fra Il D.M. N• 329/2004 e la presente specifica tecnica
Pur4i della p195ente norma Contenuto Articoli del D.M. N" 32912004
Thtli Attrezzature che lavorano in condizioni di regime tali per cui Art. 12, comma 3
possono essere significativi fenomeni di scorrimento viscoso.

UNI/TS 11325-2:2013 C) UNI Pagina13


BIBLIOGRAFIA
[1] UNI EN ISO 13704 Industrie del petrolio, petrolchimiche e del gas naturale -
Calcolo dello spessore dei tubi dei riscaldatori nelle raffinerie di
petrolio
[2] BS 7910:2005 Guide to methods tor assessing the acceptability of flaws in
metallic structures, luglio 2005
[3] Decreto del Ministero delle attività produttive 1 dicembre 2004, W 329
"Regolamento recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle
attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all'articolo 19 del decreto legislativo
25 febbraio 2000, N° 93"
[4] Direttiva 97/23/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del29 maggio 1997 per
il rawicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di attrezzature a
pressione (abbr PED Pressure Equipment Directive)
[5] Decreto legislativo 25 febbraio 2000, Na 93, recante "Attuazione della Direttiva
97/23/CE in materia di attrezzature a pressione"
[6] PED Guidelines (disponibili sul sito web della Commissione Europea):
http://ec.europa.eu/enterprise/pressure_equipmentlped/guidelines/index_en.html)
[7] API 579-1/ASME FFS-1 Fitness For Service
[8] FITNET FFS MK8 FITNET FFS Procedure - Revision MK8 - European
Fitness For Service Thematic Network (FITNET TN) -
CEN Workshop Agreement 22 (CWA22)

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