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Apparecchi di sollevamento

NORMA Criteri generali per il progetto UNI EN 13001-1


EUROPEA Parte 1: Principi e requisiti generali

MAGGIO 2015

Versione italiana
Gran es dell'ottobre 2015
General design
Part 1: General prineip les and requiremenls

La norma specifica i principi generali e i requisiti da utilizzare


insieme alle norme EN 13001-2 ed EN 13001-3 che specificano le
condizioni e i requisiti di progetto per prevenire i pericoli di natura
meccanica degli apparecchi di sollevamento e un metodo di
verifica di quei requisiti.

TESTO ITALIANO

La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della


norma europea EN 13001-1 (edizione aprile 2015).

La presente norma sostituisce la UNI EN 13001-1:2009

ICS 53.020.20

kti LINI
Riproduzione vietata. Legge 22 aprile 1941 N" 633 e successivi aggiorrvArnérti.
ENTE ITALIANO Tutti i diritti sono riservali. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta ci drffusa
Dl NOPMAZIONE con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm °altro, senza il consenso scritto de.11'4JNI.

UNI EN 13031-1:2015 Pagné I


PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepirnento, in lingua italiana,
della norma europea EN 13001-1 (edizione aprile 2015), che
assume cosi la status di norma nazionale italiana.

La presente norma è stata elaborata sotto la competenza della


Commissione Tecnica UNI
Apparecchi di sollevamento e relativi accessori

La presente norma è stata ratificata dal Presidente dell'UNI ed è


entrata a far parte del corpo normativa nazionale il 21 maggio 2015.

Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell'arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seglitci dell'applicazione d questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell'arte
in evoluzione é pregato di inviare i propri contributi all'UNI, Ente Nazionale Italiano d
Unificazione, che li terrà in considerazione per l'eventuale revisione della norma stessa.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggbrramenti.
É importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell'ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano indtre gli utilizzatori a verificare l'esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o 130 ove citate nei riferimenti normativi.

IP1 UNI EN 13301-1:2015 ©UNI Pagina II


EUROPEAN STANDARD EN 13001-1
NORME EUROPLENNE
EUROPAISCHE NORM Aprii 2015

ICS 51021120 Supersedes


EN 131101-1:2034+A1:2009

EngUsh version

Cranes - General design - Part 1: General principles and requirements

Appar&s de Icvage à charge suspendue Conception Krane • Konstruktion allgemeln Teìi 1: isfigernú-te
generale • Partie 1: Phncipes généraux et prescriptions Prinzipien und Anfarderungen

This European Standard was approved by CEN bn 16 February 2015

CEN members are bound to comply with the CENICENELEC Internai Regulalions which stipulate the conditions for giving
this European Standard the status of a national standard without any alteration. Up-to-clate lists and bibliographical referendes
concerning such national standards may be obtained on application to the CEN-CENELEC Management Centre or to any GEN
member.

This European Standard exists in ihree official versions (E nglish, French, Gerrnari). A version in any other language rnade by
translation Under the responsibility of a CEN member into its own language and notified to the CEN-CENELEC Management
Centre has the serre status as the ceda] versbns.

CEN members are the natf-drial standards badies m' Austria. Belgium, Bulgaria. Croatia, Cyprus. Czeoh Republio. Denmark,
Estonia Finland. Former YugosLay Flepublic of Macedonia, France. úerrriany, Greece, Hungary. Iceland, Ireland. Italy, Latvia,
Uthuania Luxembourg, Malta, Netherlands. Noruay, Poland, Portugal. Romania. Slovakia. Slovenia, Spaín, Sweden,
Svvitzerland. Turkey and United Kingdom.

EUROPEAN COMMITTEE FOR STANDARDIZATION


COMITE EUROPÉEN DE NORMALISATION
EUROPAISCHES KQMITEE FOR NORMUNG

CEN-CENELEC Management Centre; Avenue IVIarnix 17, B-1000 Brussels

0 2015 CEN All rights of exploitation in any farm and by any means reserYed worldwide R. No, EN 139D1- 1;2915; E
for CEN national Members.

UNI EN 130:i1-1;2015 © UNI Pagina III


INDICE

PREMESSA

INTRODUZIONE 2

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 2

2 RIF ER VENTI NORMATIVI 2

3 TERMINI, DEFINIZIONI, SIMBOLI E ABBREVIAZIONI 3


al Termini e definizioni. 3
3.2
prospetto i

4 REQUISITI Ef0 MISURE DI SICUREZZA 5


4.1
4.2 Verifica di oaldob 5
4.2.1
figura 1 Schema del calcola nl verifica 9.114.114.114.11.1.1111, 16

422 Moli:bili di gru e carichi 7


4.2.3 Simulazione delle azioni cle# carico 7
4.2.4 Combinazioni dei carichi ed effetti del ,,,,,,,,,,,,,, .„ ,,,,,, .„.„.„.„.„.„ 7
4.2.5 Stati limite. 6
42.6 Verifica di Idonei% 8
42.7 Metod perla veritca di idoneità 9
figura 2 Diagramma dl flusso del metodo dello stato
rgura 3 Diagrammo dl flusso del metodo delle sollecitazioni 10
4 ,3 ClasSif icazi ori e •• • •-1-4-1.111.111.111.111.11.1•11.1,•Ir • • ••11•111.111.111.111.111.111.111.111.111.111.111.111.11•11,11,11,11,11,11,11,11,11,11,11,11,11,11.1.11.1.1,-

4.3.1
4.3.2 Numero totale del ctil di lavoro . 11
prospe tto 2 U dei numeri totali da d lavoro 11
4.3.3
figura 4 Frequenze di servizio nri e durante il compito i negli spazi di lavoro 1 e 2, spostamento
lineare naia direzione dei movimento del comando attivo .12
prospetto 3 gMbinill per le dessi b Odio spostamento medio 5(
4.3.4
prospetto 4 Classi O del coefficienti dello spettro dl carico k0„„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„.„..„.„.„.„.,,,„.„.„.„.,,,,. 14
4.3.5 PosizIonamento dei carichi 14
prospetto 5 ClaSSI P dei numero rnedo delle accelerazioni p, 14
hgura 5
4,4 Stor'2 delle 15
4.4.1 Gen eralitA 15
4.42 Frequenze dei dcfl cif soliedtazloni 16
figura 6 Rappresentazione a due coefficienti del cicli di sokledtazione 16
4,43 Trasformazione del cicli di sollecitazione identificali in cicli con sollecitazione media
costante o rapporto di sdlecitazion e costante 17
tgura 7 Plano 0-a dell'edemento in considerazione per la verifica della resistenza a fatica
(Diagramma di Haigh semplificato)
figura 8 Trasformazione del cicli di sollecitazione a) per un rapporto di sollecitazione costante,
b) per una sollecitazione media costante 18
figura 9 Rappresentazione ad un coefficiente delle storie di solledtazlone (frequenze dl ampiezza
d sofecitazIcne riferite ad un rapporti d sollecitazione 120Sb:trite° ad una sollecitazione

4.4.4 Classificazione di storie della sollecitazIone„„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„,„„, 19

tpi UNI EN 13001-1:2015 MI Fagfis IV


prospetto 8 Classi S dei coefficientis della storia della sollecitazione
figga 10 Illustrazione della classificazione chi eccedente s della storia della sollecitazione
per m= 3 20

APPENDICE A SELEZIONE DI UN GRUPPO DI NORME PER GRU ADATTO


(informativa) PER UN'APPLICAZIONE ASSEGNATA 21

APPENDICE El DISTRIBUZIONI DISCRETA E CONTINUA 22


(informativa)
t gira B.1

tgira B.2 Distribuzioni continue 23


prospetto B1 Esempi di k in dalle funzioni di densita e densità curriulativa......„,„,,,„,„,„„„„„„„„,„„„„,„,„„ 24

APPENDICE ZA RAPPORTO FRA LA PRESENTE NORMA EUROPEA E I REQUISITI


(informativa) ESSENZIALI DELLA DIRETTIVA UE 2006/42CE 26

BIBLIOGRAFIA 27

UNI EN 13301-1:2015 ©UNI Pagina V


PREMESSA
Il presente documento (EN 13001-1:2015) è stato elaborato dal Comitato Tecnico
CENTIt 147 "Cranes - Safety", la cui segreteria è affidata al BSI.
Alla presente norma europea deve essere attribuito lo statua di norma nazionale, o
mediante pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, al più tardi
entro ottobre 2015, e le norme nazionali in contrasto devono essere ritirate al più tardi
entro ottobre 2015_
Si richiama l'attenzione alla possibilità che alcuni degli elementi del presente documento
possano essere oggetto di brevetti. Il CEN (e/o il CENELEC) non deve(devono) essere
ritenuto(i) responsabile(i) di avere citato tali brevetti.
I l presente documento sostituisce la EN 13001-1:2004+A1:2009.
Il presente documento è stato elaborato nell'ambito di un mandato conferito al CEN dalla
Commissione Europea e dall'Associazione Europea di Libero Scambio ed e di supporto ai
requisiti essenziali della(e) Direttiva(e)
Per quanto riguarda il rapporto con la(e) Direttiva(e) UE, si rimanda all'appendice
informativa ZA che costituisce parte integrante del presente documento.
Le modifiche principali della presente revisione sono nei punti 4212, 4.3.3 e 4.4A.
stata aggiunta l'appendice B.
La presente norma europea è una delle parti della EN 13001. Le parti sono le seguenti:
Part 1: General principles and requirernents
Part 2: Loael actions
Part 3-1: Lini t states and proof of competence col steel structures
Part 3-2: Limît states and piaci al competence al wire ropes in reeving systems
Part 3-3: Limit states and proof of competence of wheelirail contacts
Pad 3-4: Urna states and proof of competence of machinery (attualmente in
inchiesta)
Part 3-5: Lima states and proof of competence of forged hooks (Specifica
tecnica)
Per quanto riguarda la relazione con le altre norme europee relative agli apparecchi di
sollevamento, vedere appendice A.
In conformità alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei
seguenti Paesi sono tenuti a recepire la presente norma europea: Austria, Belgio, Bulgaria,
Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda,
Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo,
Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Ex Jugoslava di Macedonia, Romania,
Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia e Ungheria.

UNI EN -13C01-1:2015 UNI Pagina


INTRODUZIONE
La presente norma europea è stata elaborata per essere una norma armonizzata alla scopo
di fornire un metodo per il progetto meccanico e per la verifica teorica degli apparecchi di
sollevamento per renderli conformi ai requisiti essenziali di salute e sicurezza della Direttiva
Macchine, con i relativi aggiornamenti. La presente norma definisce inoltre le interfacce tra
l'utilizzatore (acquirente) dell'apparecchio dì sollevamento e il progettista, così come tra il
progettista e il fabbricante del componente, allo scopo di formare una base per scegliere gli
apparecchi di sollevamento e i componenti.
La presente norma europea é una norma di tipo C, come indicato nella EN ISA? 12100.
Le parti dell'apparecchio di sollevamento, i componenti o il macchinario interessato e l'entità
dei pericoli trattati sono indicati nello scopo e campo dì applicazione della presente norma
Quando le disposizioni della presente norma di tipo C sono differenti da quelle che sono
definite in norme di tipo A o B, le disposizioni della presente norma di tipo C, per le
macchine che sono state progettate e costruite secondo le disposizioni della presente
norma di tipo C, hanno la precedenza sulle disposizioni delle altre norme,

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE


La presente norma europea specifica i principi generali e i requisiti da utilizzare assieme
alla serie di norme EN 13001-2 e EN 13001-3, e come tali specificano le condizioni e i
requisiti di progettazione per prevenire i pericoli di natura meccanica delle gru, e un
metodo di verifica di tali requisiti.
Non Specifici requisiti per particolari tipi di gru sono indicati nella norrnaeuropea appropriata per quel particolare
tipo di gru.
Segue una lista dì situazioni ed eventi pericolosi significativi che potrebbero diventare
rischi per le persone durante l'utilizzo normale e l'utilizzo improprio prevedibile. Il punto 4
della presente norma europea è necessario per ridurre o eliminare i rischi associati coi
seguenti pericoli:
a) instabilità della gru o delle sue parti (ribaltamento);
b) superamento dei limiti di resistenza (snervamento, rottura, fatica);
o) instabilità elastica della gru o delle sue partì (cedimento per carico dì punta,
imbozzamento);
d) superamento dei limiti dì temperatura del materiale o dei componenti;
e) superamento dei limiti di deformazione.
La presente norma europea si applica agli apparecchi dl sollevamento che sono stati
costruiti dopo la data di approvazione da parte del OEN della presente norma e serve
come riferimento di base per le norme europee per particolari tipi di apparecchi di
sollevamento.

2 RIFERIMENTI NORMATIVI
I seguenti documenti, in tutto o in parte, sono richiamati con carattere normativo nel
presente documento e sono indispensabili per la sua applicazione. Per quanto riguarda
riferimenti datati, si applica esclusivamente l'edizione citata_ Per i riferimenti non datati si
applica l'ultima edizione del documento cui si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).
EN 13001-2 Orane safety - General design - Pari 2: Laad adii:1ns
EN 180 12100:2010 Safety of machinery - General principles for design - Risk assessment
and risk reduction (ISO 12100:2010)
150 2394 General principles on reliability for structures
180 4306-1:2007 Cranes - Vocabulary Part 1: General

IN UNI EN 130:1-1:2015 C-) UNI Pagina 2


3 TERMINI, DEFINIZIONI, SIMBOLI E ABBREVIAZIONI

3.1 Termini e definizioni

Ai fini del presente documento si applicano i termini e le definizioni dì cui alla


EN 180 12100:2010 e, per la definizione dei carichi, al punto 6 della 180 4306-1:2007, e
i termini e definizioni seguenti.

3,2 Simboli ed abbreviazioni


i simboli e le abbreviazioni utilizzati nella presente parte della EN 13001 sono indicati nel
prospetto 1.

prospetta i Simboli e abbreviazioni

Simboli, abbreviazioni Descrizione


atirtNY S3 I ie eaR7i0119 permessa (ammissibile)
C Numero Vele di cicli di hvoro
C, Numero di cidi di lavoro quando viene movimentato un carico i
Cr Numero di cicli di lavoro di un compito r
Da Ilrel a Dh9 Classi degli spostamenti medi lineari 5G per il sollevamento
Da Dmi a a9 Class) degli spostamenti medi lineari ;vi', per iatraslazione (del carrello)
Da DeO a Deg Classi degh spostamisril medi lineari Xin pe r la traslaterie (della gru)
Da DaO a Da5 Classi degli spostamenti medi angolari 2,- 9
I, Carichi caratteristici compresi i coefficienti dirmici
F Carichi combinati dalla combinazione di carico i (metodo dello stato limite)
.P, Carichi combinati dallacornigirezhnefficedeoRrnatodp della sollecirazbne ammissibile)
km Coefficiente cielo spettro di sollecitaziene, basato su m dei dettagio considerato

102 Coefficiente deib spettro dei carichi


kOt Coefficiente Odio spettro di carico perii compito r
lim n Umile nel calcolo del danno
Hm Cr Sollecitazione limite di progetto

rn Inverso della pendenza della curva log crellog iv


rara Numero totale del cbll dl sollecitazhne
ni Numero del indi d sollecitazione dl classe q
, I:0
r r il Numero del ctll dl sollecitazione &classe eche avvengono ogni lotta che il compilo r é
conato a termine

nr i, nri Frequenza di servizio della posizione io]


n (190 0-0 ) Numero chi cicli d sollecitazione con ampiezza di sollecitazione Ok (No cim )
n; (dio (Tm ) Numero del cicli dl sollecitazione con ampiezza ili (R o cirà
N Numero dei cicli dl sollecitazione con cedimento aletta
N0 •r%kurnero d dell al punto di riferimento

P Numero medio delle accelerazioni


R da P,-, a P3 Classi del numeri med bele accelerazioni p

Da O ci aGls Classi dei coefficienti dello spettro di carico kQ


O Massime) valore d Qr per luth i compiti r
u, Grandezza del carico i
O, isifiassimo care per Il compito r
Reàstenza caratteristica del materiale, collegamento o componente
r7 Rapporto delle sollecitazioni

UNI EN 13001-1:3015 @ UNI Pagina3


prospetto i Simboli e abbreviazioni (Continua)

Simboli, abbreviazioni Descrizione


s Coefficiente della storia delle sollecitazioni
DaS,:e aSg Classi dei coefficienti della storia delle sollecitazioni s
Sk Effetto chi carico nella sezione k di un elemento (metodo dello stato limite)
3,‹ Effetto dei carico nella sezione k di un elemento (metodo della sollecitazione ammissibile)
U, da UÙ a itig Glassj del numero totale del cicli di lavoro C

Xr1 t Xr1 Spintanie rei dei comandoin analisi alla posiAono di servizio i ei j
Mr Spostamento more durante il compito r
IIn r a-p Spostamento medio lineare o angolare

(z a1 a2 Angoli fra le lineaorizziontale e le Thee della costante N nel plano 0-2 — 0,


ar Numero relative dei cicli d lavoro per il empito .1-

ri aafficientedi sburezzacomplesskto

rin Coefficiente dl resistenza

rri Coefficiente di rischio


vCoefficiente
P di sicurezza parzki le

ÌP Coefficiente dl sicurezza parziale ridotto


v Numero relative totale dei cicli di sollecitazione
aa Ampezza della sdledtazione

NM, &E, (P) Ampiezza della sollecitazione, massima amidi era della sollecibzbne per i tkeporto
ccetante d sollecitazione !

4784 0-i-ri) . íTa ( n- rri Ampiezza della sollecitazione, massima ampiezza dona sollocilaziono por la sollecitazione
media costante o-,
i'T .
à,i
Ampiezza delle sollecitazione dell'intervallo i
0-1, Valore Inferiore estremo dei ciclo di S011editatilOrie

71 SO ied tazl one d progetto nell'elemento I (metodo dello stato limite)

oi Sollecitazione dl progetto nell'elemento I (metodo della so ilecttazione arnmissidile

ali Sd lecitazicni nell'elemento I risultati da S h ( metodo dello stato limite)

oii Sollecitazioni nell'elemento "risultanti da 3k (metodo della sollecitazione ammissibile)

<72I Sd lecitazlen i nell'elemento i musate dogi effetti lomil trietotin dello stato limite)
0-2, Solle-oltazloni nell'elemento I causate dagli effetti loca.11(nistodo della sollecitazione
ammissibile)
crn, Sollecitazione media
o-,.1 Sollecitazione rnedni dell'intervallo j
ai, Valore superiore estremo del Odo di sollecitazione
Goefficientidirarnici

ita UNI EN 130E11.1:2015 LINI Pagina4


4 REQUISITI DO MISURE DI SICUREZZA

4.1 Generalità
Gli apparecchi dì sollevamento devono essere conformi ai requisiti e/o alle misure dì
sicurezza del presente punto. I pericoli non trattati dalla EN 13001 (tutte le parti) possono
essere trattati da altri requisiti generali per tutti i tipi di gru eio da requisiti specifici per
particolari tipi di gru, come indicato nelle norme elencate nell'appendice k In aggiunta la
macchina deve essere progettata secondo i principi della EN ISO 12100 per i pericoli
pertinenti ma non significativi che non siano stati trattati dalle norme sopra menzionate.

4.2 Verifica di calcolo

4.2.1 Principi generali


L'obiettivo dì questo calcolo è provare teoricamente che una gru, tenendo in
considerazione le condizioni di servizio concordate tra utilizzatore, progettista eio
fabbricante, così come le condizioni durante il montaggio, smontaggio e trasporto, è stata
progettata in conformità ai requisiti di sicurezza per prevenire pericoli meccanici.
La verifica di idoneità secondo la serie EN 13001 deve essere eseguita utilizzando i
principi e i metodi generali appropriati a questo scopo e corrispondenti allo stato dell'arte
riconosciuto nel progetto delle gru_
In alternativa possono essere utilizzati, in generale, metodi teorici o sperimentali avanzati
e riconosciuti a condizione che questi siano conformi ai principi della presente norma
Possono verificarsi dei pericoli se i valori estremi degli effetti dei carichi o le loro storie
superano i corrispondenti stati limite. Per prevenire questi pericoli con un margine dì
sicurezza, deve essere dimostrato che i valori estremi degli effetti dei carichi calcolati da
tutti i carichi agenti simultaneamente su una gru e moltiplicati per un adeguato coefficiente
parziale di sicurezza, così come le storie degli effetti dei carichi calcolate, non superano i
corrispondenti stati limite in ogni punto critico della gru_ Per questo scopo viene utilizzato
il metodo dello stato limite e, dove applicabile, il metodo della sollecitazione ammissibile in
accordo con le raccolte dì norme Internazionali ed Europee.
L'analisi delle azioni del carico da eventi individuali o dall'utilizzo rappresentativo della gru
(storie rappresentative del carico) è richiesta per rappresentare le condizioni operative
realistiche sfavorevoli e le sequenze dì azioni della gru.
La figura 1 illustra lo schema del calcolo di verifica per una gru_

UNI EN -130211-1:2015 © UNI Pagina5


5
iNn

eg!ibleA!P oicialeaI ap ewaips


d) e)
21,03:1,-1,1:MI,

Classffrcazione Forza dovuta Modello Egurvalenti Limiti di


Penate delle
delle condizioni ai comandi ci rcernetice del al calore
torte interne temperature
di servizio corpo rigido
dell'apparecchio o SCI
di sollevamento
9-
Movimenti StablIkà del
corpo rigido
F n
Apparecchio
di
sollevamento Modello
Coefficlenil Valori estremi dei velari
Combinazioni elegto-stitico
di sir ureiz ••••-r
dell'apparecchia estremi statici
carichi A
dei carichi di sollevarnerrto al> era. as Limitilim a
t
Sollecitazioni di R.esisnza
fatica clàtsfficate < fatica classificata
er(vk limo rve

_.1 &orla delle


sollecitazioni Calcolo Materiali, Prove dei carichi
dal danno co collegamenti, Storia delle
di progetto costante
a itt) D. lira D componenti prove del carkhl

5
4.2.2 Modelli di gru e carichi
Per ii calcolo dei movimenti, delle forze interne (momenti torcenti negli ingranaggi, forze
sulle funi, ecc.) e delle perdite della gru o delle sue parti, sono utilizzati i modelli cinematici
del corpo rigido.
I carichi agenti su questo modello sono le coppie del motore e/o del freno, che devono
bilanciare ciascuno dei carichi agenti sugli elementi mossi così come le perdite, le forze di
massa causate dalla gravità, i movimenti della gru o di partì di questa, e le forze del vento.
Da questo modello cinematico del corpo rigido della gru e dai modelli del carico, può
essere derivata ogni variazione di spostamento, velocità, accelerazione e/o forze interne
così come i corrispondenti valori istantanei dell'accelerazione e/o delle forze interne.
Queste variazioni, se calcolate in conformità con le condizioni di servizio concordate,
sono la base per stimare le storie degli effetti del carico (per esempio equivalenti del
calore) e le storie della sollecitazione. Poiché le variazioni e i valori istantanei delle
accelerazioni e delle forze interne calcolate utilizzando un modello cinematico di corpo
rigido rappresentano solamente i valori medi del processo reale, i carichi causati da
improvvise variazioni di questi valori medi devono essere amplificati da coefficienti
dinamici #j per valutare i loro valori reali (vedere EN 13001-2).
Per le gru o per le configurazioni dì gru dove tutti i carichi causati da comandi diversi agendo
simultaneamente non s'influenzano tra loro perché agiscono ad angolo retto Ira loro (cioè
ortogonali), le azioni del carico dovute ai comandi possono essere considerate
indipendentemente. Nei casi in cui i carichi da azioni simultanee di comandi diversi s'influenzano
tra di loro (dipendente, non-ortogonale), bisogna tenere conto di questa influenza
Il calcolo delle sollecitazioni nominali in ogni elemento meccanico e/o strutturale di una
gru a dei suoi elementi può comunemente essere basato su appropriati modelli
elasto-statici, costruiti con travi o elementi più complicati, come sezioni spesse, lastre o
elementi a guscio.
Una sollecitazione nominale è una sollecitazione calcolata in conformità con la semplice
teoria dell'elasticità dei materiali, escludendo gli effetti locali di concentrazione delle
sollecitazioni_

4.2.3 Simulazione delle azioni del carico


Per la simulazione del processo variante col tempo delle azioni del carico su una gru o sui
suoi elementi, devono essere applicati ai modelli elasto-statici i carichi equivalenti statici,
da eventi indipendenti occorsi durante l'utilizzo previsto di una gru, che corrispondano alla
configurazione e alle condizioni di vincolo della gru in analisi o dei suoi componenti_
Nota In questa situazione il termine "carico" o "azione del carico" vuol dire ogni azione o circostanza,. checausa gli
effetti di un carico nella gru o nei suoi elementi, per esempio: forze, spostamenti elo movimenti voluti e non
voluti, temperatura, pressione del vinto.
I carichi statici equivalenti sono indicati nella EN 13001-2, Questi carichi statici equivalenti
sono considerati come azioni deterministiche, che sono state composte in modo che
rappresentino le azioni del carico causate dalle azioni o circostanze in analisi durante
l'utilizzo della gru.
Il metodo degli stati limite (vedere punto 42_7,1) tiene conto della natura probabilistica dei
carichi, mentre il metodo delle sollecitazioni ammissibili (vedere punto 42.7.2) non lo fa_
Sì può concordare e applicare un coefficiente di rischio 7, se, in qualche occasione, è
richiesto un maggiore livello di sicurezza (vedere EN 13001-2).

4.2.4 Combinazioni dei carichi ed effetti dei carichi


l carichi devono essere sovrapposti in modo che gli effetti risultanti dei carichi abbiano
loro valori estremi istantanei corrispondenti alla situazione di utilizzo considerata.
Tali sovrapposizioni sono chiamate combinazioni dei carichi. Le combinazioni di base dei
carichi sono indicate nella EN 13001-2.
Nello stabilire le combinazioni dei carichi, si deve considerare l'utilizzo della gru, tenendo
conto dei suoi sistemi di comando, delle sue istruzioni per l'uso obbligatorie, e dì ogni altra
condizione inerente, ove questa sia in relazione allo specifico scopo della verifica di
idoneità.

UNI EN 13031.1:2015 UNI Pagina 7


La grandezza, la posizione e direzione di lutti i carichi che agiscono simultaneamente nel
senso di una combinazione di carichi, devono essere scelte in maniera tale che gli effetti
estremi dei carichi si abbiano nell'elemento o dettaglio di progetto in fase di valutazione.
Di conseguenza, allo scopo di stabilire le sollecitazioni estreme in lutti i punti critici di
progettai devano essere studiati diversi casi di carico o configurazioni della gru, per
esempio le differenti posizioni di una forca in una gru e ponte o a cavalletto.
I valori estremi superiori e inferiori degli effetti dei carichi, in termini di forze interne o
sollecitazioni nominali, devono essere utilizzati per una verifica statica di calcolo per
evitare i pericoli descritti nello scopo e campo d'applicazione_ Questi valori limitano le
storie delle forze interne o delle sollecitazioni nominali per la verifica della resistenza a
fatica, in combinazione con le condizioni di servizio concordate e con le proprietà
cinernatiche della gru o dei suoi elementi.
Per la verifica della resistenza a fatica, si devono specificare il numero e la grandezza dei
cicli significativi di sollecitazione_

4.2.5 Stati limite


Per gli scopi della presente norma, gli stati limite sono gli stati della gru, dei suoi elementi
o dei materiali che, se oltrepassati, possano risultare in una perdita di caratteristiche
operazionali della gru. Di seguito é riportata una distinzione fra stati limite ultimi e stati
limite di servizio:
a) Stati limite ultimi, dati da:
1) deformazioni plastiche da sollecitazioni nominali o slittam-ento di collegamenti ad
attrito;
2) cedimento di elementi o collegamenti (per esempio cedimento statico,
cedimento per fatica o formazione di cricche critiche);
3) instabilità elastica della gru o delle sue parti (per esempio cedimento per carico
di punta, imbozzarriento);
4) instabilità da corpo rigido della gru o dei suoi elementi (per esempio
ribaltamento, spostamento).
b) Stati limite di servizio, per esempio:
1) deformazioni che riducono l'utilizzo previsto della gru (per esempio funzioni degli
elementi da muovere, distanza delle parti);
2) vibrazioni che causano danni ai comandi della gru o causano danni alla struttura
della gru o restringono la capacità di operare;
3) superamento dei limiti di temperatura (per esempio surriscaldamento dei motori
e dei freni).

4.2.6 Verifica di idoneità


Gli stati limite applicabili alla combinazione della selezione dei materiali, delle tecniche di
fabbricazione e delle condizioni di servizio specificate devono essere definiti nella verifica
di idoneità
Per la verifica che gli stati limite ultimi non siano stati oltrepassati, devono essere eseguite
le seguenti verifiche:
a) verifica di resistenza delle parti, dei collegamenti e dei componenti:
1) sotto carico statico e quasi-statico,
2) sotto carico ciclico (fatica);
b) verifica della stabilità elastica della gru e dei suoi componenti;
c) verifica della stabilità della gru.
Per la verifica che gli stati limite di servizio non siano oltrepassati, deve essere eseguita
una verifica quando appropriata, e si devono considerare i seguenti aspetti:
d) verifica di deformazione;
e) vibrazione;
f) prestazioni termiche,

vi UNI EN 13011-1:2015 © UNI Pagi na 8


4.2.7 Metodi per la verifica di idoneità

4.2.7.1 Metodo dello stato limite


Per una descrizione generale del metodo dello stato limite, vedere ISO 2394_ Per tutti i tipi
di gru, il metodo degli stati limite è applicabile senza nessuna restrizione.
I carichi individuali caratteristici I, devono essere calcolati e amplificati quando necessario
utilizzando i coefficienti 0,, moltiplicati per gli appropriati coefficienti di sicurezza parziali rp
o per i coefficienti di sicurezza parziali ridotti rp e sommati in secondo il gruppo di
carichi in analisi. Quando concordato Fj deve essere inoltre moltiplicato per un
appropriato coefficiente di rischio 4. Il risultato ro Fi deve essere utilizzato per
determinare gli effetti risultanti del carico Sk, per esempio le forze interne negli elementi
strutturali o meccanici o le forze nelle articolazioni e nei vincoli.
Per la verifica che non si produca lo snervamento e la instabilità elastica, le sollecitazioni
di progetto nominali ai i dovute all'azione dei carichi su un particolare elemento sono
calcolate e sommate con ogni sollecitazione (721 risultante dagli effetti locali, calcolate
utilizzando gli appropriati coefficienti di sicurezza parziali e, quando concordate, ii
coefficiente di rischio
La sollecitazione di progetto risultante ai deve essere confrontata con la sollecitazione
limite di progetto lim a. Questa viene derivata dalla forza specifica o dalla resistenza
caratteristica del materiale Ad del collegamento o dell'elemento con almeno il 95% della
probabilità di sopravvivenza, divisa per il coefficiente di resistenza r,r, = 1,10.
Per la verifica della stabilità della gru deve essere dimostrato che, sotto l'azione
combinata dei carichi moltiplicati per i loro coefficienti parziali di sicurezza, non avvenga
nessun movimento del corpo rigido. Non si deve tener conto dei vincoli quando sono
oltrepassati i limiti indicati, per esempio. ruota/rotaia sotto trazione o fune sotto
compressione. Questo significa che, nel senso del modello elasto-statico, la
corrispondente limitazione deve essere posta come "inattiva". Le rimanenti reazioni di
vincolo positive eio di attrito devono essere sufficienti per assicurare la stabilità della gru_
Nella figura 2 viene mostrato un diagramma dì flusso che illustra il metodo dello stato
limite per il calcolo dì verifica basato sulle sollecitazioni. Per la verifica basata sulle forze,
momenti, deformazioni il metodo allo stato limite deve essere applicato per analogia
figura 2 lIagramma di 111.15,90 del metodo dello stato limite
Legenda
1 Vedere EN 13001-2
Carico caratteristico r sull'elemento componente inclusi i coefkienti dinamici
• Carico combinato dal gruppo di carichi
$1, Effetti del carico nella sezione k dei componenti o parti di vincolo, come forze interne e
momenti. risultanti dal gruppo di carichi F1
, Sollecitazioni nell'elemento particolare come risultato degli effetti del carico Si,
0-21 SollocitaZioni nell'elemento particolare J derivante dagri effetti locali
• Sollecilazione risultante di progetto nel parlicolare elemento
Ad Forza specifica o resistenza caratteristica del materiale. dell'elemento o del collegamento
particolare, come la sollecitazione corrispondente al valore di snervamento, al limite della
stabilità elastica o alla resistenza a fatica (stati limite)
lim o Sollecitazione limite di progetto
rp Coefficienti parziali di sicurezza applicati ai carichi individuali secondo il gruppo di carichi in
analisi
rn Coefficiente di rischio, dove applicabile
• Coefficiente di resistenza

1721

Rd
lie= ..„
f m
7p.fi Yr~ Fi Sk • G-1

UNI EN 131201-1:2015 UNI Paginag


42.7.2 Metodo delle sollecitazioni ammissibili
Per gru o parti di gru dove tutte le masse agiscono solo in modo sfavorevole
(vedere EN 13001-2) e con una relazione lineare tra azioni ed effetti dai carichi, è
applicabile il metodo delle sollecitazioni ammissibili per il calcolo della verifica dì idoneità.
Il metodo della sollecitazioni ammissibili è un caso particolare del metodo allo stato limite,
dove ai coefficienti parziali di sicurezza viene dato lo stesso valore, che combinato con il
coefficiente di resistenza, forma un coefficiente di sicurezza complessivo 7r. Per questa
sua speciale caratteristica, il metodo delle sollecitazioni ammissibili è affidabile solo in
casi specifici.
I carichi specifici individuali f, devono essere calcolati e, dove necessario, amplificati
utilizzando i coefficienti o, e devono essere combinati secondo i gruppi dei carichi in
analisi. Il carico combinato F i deve essere utilizzato per determinare gli effetti del carico
risultante k , e cioè le forze interne nei componenti strutturali e meccanici o le forze nelle
articolazioni e nei vincoli_
Per la verifica che non avvengano lo snervamento e la instabilità elastica, la sollecitazione
nominale ai i dovuta alla azione degli effetti dei carichi su un particolare elemento o
componente deve essere calcolata e combinata con ogni sollecitazione (72 risultante
dagli effetti locali. La sollecitazione risultante (71 deve essere confrontata con la
sollecitazione ammissibile adm c Questa é derivata dalla forza specifica o dalla
resistenza caratteristica Rei del materiale del collegamento o del componente con almeno
il 95% della probabilità di sopravvivenza diviso per il coefficiente di sicurezza globale )te
dove applicabile per il coefficiente di rischio yo.
Nella figura 3 viene mostrato un diagramma di flusso che illustra il metodo delle
sollecitazioni ammissibili_
FOB 3 Diagramma di flusso del metodo delle sollecitazioni ammissibili
Legenda
1 Vedere EN 130191-2
Carico caratteristico i sull'elemento o componente inclusi i coefficienti dinamici
F, Carico combinato dal gruppo di carictli
Effetti del carico nella sezîone k dei componenti o parti di vincolo, come forze interne e
momenti, risultanti dal gruppo di carichi gl
Sollecitazioni nell'elemento particolare Icome risultato degli effetti del carico 3k
Sollecitazioni nell'elemento particolare i derivante dagli effetti locali
Sollecitazione risultante nel particolare elemento i
Forza specifica o resistenza caratteristica del materiale, dell'elemento ci del collegamento
particolare, come la sollecitazione corrispondente al valore di snervamento, al limite della
stabilità elastica o alla resistenza a fatica (stati limite)
adm Sollecitazione permessa (ammissibile)
Coefficienti di sicurezza globali applicati alla forza specifica in accordo al gruppo di carico
in analisi
Coefficiente di rischio. dare applicabile

a2I
R
adrn ,
I f In
fi a11 (7:

UI UNI EN 13CCI-1-1 :2015 UNI Pagine 10


4,3 Classificazione

4.3.1 Generalità
La classificazione viene utilizzata per determinare e concordare le condizioni di servizio di
gru eio attrezzature di presa del carico che sono progettate e costruite individualmente.
Questa viene inoltre utilizzata per specificare le condizioni di servizio di gru eio
attrezzature dì presa del carico che sono progettate e costruite in serie, e permette dì
selezionare questi oggetti in accordo con il loro utilizzo previsto. La classificazione è
indipendente dal tipo di gru e dalla maniera in cui essa viene comandata
Le condizioni dì servizio sono determinate dai seguenti parametri:
a) il numero totale di cicli di lavoro durante la vita utile specificata;
b) le distanze medie;
c) le frequenze relative dei carichi da movimentare (spettro dei carichi);
d) il numero medio delle accelerazioni per movimento.
Quando si utilizzano gli intervalli classificati dei parametri, il progetto deve basarsi sui
valori massimi dei parametri all'interno delle classi specificate_ É permesso l'utilizzo di
valori intermedi per un parametro, ma in questo caso questo valore dì progetto deve
essere determinato e marcato al posto della classe.
Nota Nella serie EN 13001-3 O/edere bibliografia) e nelle norme europee per il tipo specifico di gru d sono esempi
per l'applicazione o per l' utikzo semplificato dei parametri (classificazione).

4.3.2 Numero totale dei cicli di lavoro


Per quanto riguarda la classificazione, un ciclo dì lavoro è una sequenza di movimenti che
comincia quando la gru è pronta a sollevare il carico utile, e finisce quando la gru è pronta
a sollevare il prossimo carico utile.
L'intervallo dei numeri totali di cicli di lavoro C è classificato nel prospetto 2.
prospetto 2 Classi tidei numeri totali dei cicli di lavoro C
,,r
-C-esse Numero totaledeicielidi h vorio
Uui C s: 1,60 x 104

Lii 1,60\ 10'<C L- 3,15 x 101


U2 3,15 x 104 < C S 6,30 x 104
Ua 6,30 x 104 < C 1,25 x 1CP

U4 1,25 x 105 < C S 2,50 x 105


Us 2,50 :x 105 < C s: 5,00 / 105
li° 5,00 x 10s < C 1,00 .5( 10')
b r7 1,00 .x 1CP < C S 2,00>c 106
Ua 2,00 x 106 < C S4,00:10°
Li, 4,03 x 1CP < CS 8,00 ..... 10

Ci sono delle operazioni che capitano meno frequentemente dei cicli di lavoro ma delle
quali bisogna tenere conto nella verifica della resistenza a fatica, come:
a) aLzareiabbassare il braccio di una gru per scaricare navi;
b) montaggioismontaggio di una gru mobile o di una gru a torre;
c) spostamento di una gru da porta da una posizione di lavoro ad un'altra.
Deve essere specificato il numero totale di tali operazioni durante la vita utile.
Il numero totale dei cicli di lavoro di una gru durante la sua vita utile può essere diviso in
gruppi di cicli di lavoro, ognuno dei quali corrisponde a uno dei compiti tipici svolti dalla
gru. Un compito può essere caratterizzato da una combinazione specifica della
configurazione della gru e di una sequenza di movimenti voluti.

IN LINI EN 13031-1:2015 © UNI Pagina 11


Il numero di cicli di lavoro a, per un compito re dato dall'espressione:
r =C /C (1)
dove:
C è il numero totale di cicli di lavoro durante la vita utile della gru;
Cr è il numero di cicli di lavoro del compito r.

4.3.3 Spostamenti medi lineari o angolari


Lo spostamento medio 2 può essere stimato dall'esperienza o calcolato dallo
spostamento medio lineare o angolare (per esempio rotazione) k come segue:

= (ar X Xr (2)

dove:
r èil numero relativo dei cicli dì lavoro per il compito r.
Lo spostamento medio Ycr risultante in ogni comando attivo fra Io spazio di lavoro 1 e 2
durante il compito r può essere stimato dall'esperienza o calcolato da:
n m
ri ri X Xr1 fl ri XX ri

1 1
r (3)
n m
r
j- 1
nr j E nri
r-1

dove;
nri la frequenza di servizio delle posizioni i= 1 m nello spazio di lavoro 1;
n1è la frequenza di servizio delle posizioni j= 1 ... n nello spazio dì lavoro 2;
xr, à la coordinata del comando in analisi che opera nella posizione
xri è la coordinata del comando in analisi che opera nella posizione j.
l parametri suddetti sono illustrati nella figura 4.
figura 4 Frequenze di servizio e durante il compito r negli spazi di lavoro 1 e 2, spostamento lineare nella
direzione del movimento del coniando attivo
Legenda
a Spazio di lavoro
b Spazio di lavoro 2

no,
nri(i 1„..m ) ri ( = 1„..n )

a D

1•
xri 21 r

xi

UI UNI EN 13001-1:2015 UNI Paig i Fu 12


I movimenti di lavoro all'interno di uno spazio di lavoro devono essere considerati come un
compito separata
Lo spostamento media.,Tk' dovrebbe essere stimata dagli spostamenti medi kr per tutti i
compiti re per il numero relativo corrispondente dei cicli di lavoro aer come segue:

r([SCT X Xr ) (4)
r

L'equazione (4) può essere utilizzata come lo spostamento medio del comando per la
stima del numero di giri o cicli di ogni elemento, dove gli spostamenti sono
approssimativamente gli stessi a tutti i livelli del carico_ Se ci sono differenze significative
negli spostamenti con diversi livelli di carico, per esempio piccoli spostamenti sotto alti
carichi e lunghi spostamenti sotto piccoli carichi, questo dovrebbe essere preso in
considerazione nella stima del fattore dì spettro delle sollecitazioni degli elementi relativi.
Lo spostamento medio lineare (pedice lin) o angolare (pedice ang) 3C è classificato nel
prospetto 3.
prospetto 3 Simboli per le classi D dello spostamento medio X

Spostamento lineare Spostamento angolare


Classi Intervalla Classe Intervalla
d spostamento medio di spostamento medio
XIn Xan q

Sone...unenti) TrabLizioi le Trashabne [rTi] [rad]


(carrollu) (gru)

— TE
in,i:o P,F0 ii 4 ‹'- 0,63 Da° X,„
16

II— 71
:1 L:'; 1 0,63 < Xiin K 1,25 Dal )(a
7 ri' g

, .._, 7C
Dh2 17'.' 2 Dc2 1,25 < Xki 2,5 Dal à < A aii 9 4

7C — it
Dh3 L3:.. Dc3 2,5‹ Xin 5 Dai < X„-,9 5
4

7-r
C!!,1 :- I Dc4 5 < Xlin 10 Da4 < —xr, n
5

..... Od Da5
10 < Xin 20 n < X2r,g S 2rr

36 Dee 20 < Xlin 5 40

L3..: : 37 Dc7 40 < Xin 80

Cr) Dr8 Da $o < Xlin 5: 160

Dh9 a9 Da 160 < Xin •-- 320

4.3.4 Frequenze dei carichi


Il coefficiente dello spettro dei carichi kQ è uno dei coefficienti che specificano le
condizioni di servizio della gru descrivendo i diversi carichi netti da manovrare durante i
movimenti dì lavoro; questo inoltre descrive i carichi variabili del cori anclo dì sollevamento
durante i movimenti dì lavoro e dì questo si deve tenere conto nel calcolo dì verifica.
Il coefficiente dello spettro dei carichi kO r per ogni compito r (con la distribuzione distinta
dei carichi) è determinato da

( O )3
k = , x (5)
r

UNI EN 1 3C01-1 :201 5 i UNI Paginal3


dove;
è il numero di cicli dì lavoro nei quali viene manovrata un carico netto idi grandezza
Oi per il compito r;
Cr è il numero di cicli di lavoro del compito r;
Q, e la grandezza del carico i;
O r è il massimo carico netto per il compito r.
Il valore Ci/ Cr definisce il numero relativo di cicli di lavoro. Il carico relativo è dato da 0,/or.
Per il calcolo di k0 r con la distribuzione continua dei carichi vedere appendice B.
Dove c'è più di un compito, si ottiene un valore k0 per tutti i compiti da:

kO - x kiQ x ( QT (6)

dove:
O èil massimo valore di Or per tutti i compiti.
Dove non sono noti i dettagli riguardanti i numeri dei cicli di lavoro e le masse dei
particolari carichi netti da manovrare, si deve concordare fra l'utilizzatore, il fabbricante e
il progettista una frequenza relativa appropriata per ogni compito r.
Il prospetto 4 mostra le classi O dei coefficienti dello spettro di carico kO,
prospetto 4 Classi O dei coefficienti dello spettro di carico kQ

Classe Coefficiente dello spettro dl carico


kGS 0,0313
0,0313 <IDO 5 0,0825
0,0625 < k05 0,1250
0,1250 < .R0 s 0,2900
0,2500 < 0,5000
a, 0,5000 < AO 1,0000

Dove, nel processo di classificazione, viene utilizzato per descrivere i carichi da


manovrare solo un singolo coefficiente di spettro di carico, è necessario dedurre le
relative frequenze che producono il massimo danno a fatica nella posizione in analisi.
Questo perché per lo stesso coefficiente di spettro dì carico, diverse frequenze dì carichi
netti possono produrre diversi effetti dì fatica per una particolare posizione.

4.3.5 Posizionamento dei carichi


Il numero delle accelerazioni volute ed aggiuntive di ogni coniando, per raggiungere la
posizione prefissata del carico, deve essere preso in considerazione nella verifica
dell'idoneità. A tal fine sì può utilizzare il numero medio delle accelerazioni p classificate
nel prospetto 5 e illustrate nella figura 5.
prospetto 5 Classi P del numero medio delle accelerazioni p

Classe Numero mediodelle acceleraiibni

PO P =2

Pi 2<.P<=4
PR 4<iP8
FP3 8 <p

LiN[ EN 13031-1:2015 ©LAI Paghi


ryura 5 Esempio per la classe P
Legenda
VekocRà
y Tempo
Accelerazione

z
p 7

P2

4.4 Storia delle sollecitazioni

4.4.1 Generalità
Per la verifica della resistenza a fatica di elementi meccanici o strutturali dì una gru
selezionata per il calcolo di verifica, devono essere definite le storie delle sollecitazioni
conseguenti alle specifiche condizioni di servizio.
La stona delle sollecitazioni è una presentazione numerica di tutte le variazioni di
sollecitazione che sono significative per la fatica. Utilizzando le regole stabilite per la fatica dei
metalli il gran numero dei cicli di ampiP77a variabile è condensato in una o due coefficienti.
Le storie delle sollecitazioni possono essere ottenute da prove o stimate tramite
simulazioni cinernatiche dì un corpo elastico o rigido.
Per la verifica della resistenza a fatica, i carichi occasionali ed eccezionali sono
generalmente trascurati. In alcune applicazioni l'effetto dei carichi occasionali può
avvenire regolarmente. Le storie delle sollecitazioni dì questi carichi occasionali possono
essere stimate nella stessa maniera dei carichi regolari e dì queste sì deve tenere conto
nella valutazione della fatica.
Per la verifica della resistenza a fatica, i carichi sono moltiplicati per il coefficiente
dinamico Oi in accordo con la EN 13001-2, mentre tutti i coefficienti dì sicurezza parziali 4,
sono posti uguali a 1
Possono essere calcolate indipendentemente le storie delle sollecitazioni che non sono
proporzionali (come per la parte superiore di una trave dalla teoria delle travi e per gli
effetti locali dai carichi di una ruota o per le sollecitazioni di flessione, torsione e taglio in
un albero a ingranaggi). La valutazione della fatica dell'effetto combinato di tali storie -
interazione - è basata sull'azione indipendente di ciascuna storia.
Le storie delle sollecitazioni devono essere rappresentate in termini di massime ampiezze
della sollecitazione e di:
a) frequenze delle ampiezze di sollecitazione e sollecitazioni medie;
a
b) densità delle ampiezze dì sollecitazione e sollecitazioni medie e il numero totale di
cicli dì sollecitazione.
Nei paragrafi seguenti si tratta solo del caso a).

UNI EN 131E01-1:2015 UNI Pagina 15


4.4.2 Frequenze dei cicli di sollecitazioni
Per la verifica della resistenza a fatica ogni storia delle sollecitazioni deve essere descritta
da frequenze a due coefficienti correlate ai cicli delle sollecitazioni e alle sollecitazioni
medie con metodi quali il metodo dì conteggio delle isteresi ("conteggio a pioggia").
Ogni ciclo di sollecitazione è sufficientemente definito dai valori dei suoi estremi superiore
e inferiore dai quali si può calcolare l'ampiezza della sollecitazione e la sollecitazione
media come segue:
a -= ( o-t, - csh)/2 (7)
arn (o-L, + ch)12 (8)
dove:
a, é il valore estremo superiore di un ciclo di sollecitazione;
• è il valore estremo inferiore di un ciclo di sollecitazione;
a, è l'ampiezza della sollecitazione;
o-„, è la sollecitazione media_
Tutti i cicli dì sollecitazione identificati vengono clas-sificati per una rappresentazione
statistica. Per questo scopo ogni ciclo di sollecitazione la cui ampiezza è nell'intervallo /e
la cui sollecitazione media à nell'intervallo j cade all'interno della classe di cicli di
sollecitazione i/. Il numero di cicli di sollecitazione di classe il (frequenza) è riw
Le frequenze delle ampiezze delle sollecitazioni normali devono essere calcolate per
sollecitazioni medie positive e negative; le frequenze delle ampiezze delle sollecitazioni dì
taglio é necessario che siano calcolate solo per sollecitazioni medie positive. La suddetta
presentazione a due coefficienti delle storie di sollecitazione viene mostrata nella figura 6.
hgura 6 Rappresentazione a due coefficienti dei cicli di sollecitazione

(5,

orli

Il numero dei cicli dl sollecitazione di classe 5 e il numero totale dei cicli di sollecitazione
avvenuti durante il ciclo della vita utile della gru possono essere calcolati con le seguenti
espressioni:

n__ = va x C x n jr) (9)

n = E XV
‘,.., (10)
il i
dove:
n è il numero dei cicli di sollecitazione di classe e
n 4 (0 il numero dei cicli di sollecitazione dì classe iiche avvengono ogni volta che viene
portato a termine il compito r;
af è il numero relativo dei cicli di lavoro per ogni compito r;
C è il numero totale del cicli dl lavoro;
n à il numero totale dei cicli di sollecitazione.

IN UNI EN 13001-1:2015 © UNI Pagina 18


4.4.3 Trasformazione dei cicli di sollecitazione identificati in vidi con sollecitazione media
costante o rapporto di sollecitazione costante
Le resistenze a fatica sono generalmente presentate con sollecitazioni medie costanti
(generalmente c-Tfrì = O) o rapporto di sollecitazioni costante R = oi/o-t, (generalmente
= -1 o 0)_
perciò necessaria trasformare le frequenze a due coefficienti dei cicli di sollecitazione in
frequenze ed un coefficiente per una sollecitazione media costante o per un rapporto di
sollecitazione costante_
Le ampiezze di sollecitazione trasformate vengano calcolate come segue (vedere figura 8):
ry,Li tgax ama
rFa (R)
1+R
1— Or-ix - -
1 Fi
(7:1( c-Yin) = (Fa. , tg x (ama (12)
dove:
cia (R = —1 i
grcz. 1 per o-rr ,.1 2 O e rr,„ 2 O (13)
oi(Fl= O)

Cra09 = -1
tga = t ga2 = 1 01(R _ Per (Ifr,,1 <.0 e (7,„ < 0 (14)

dove:
(Fa,; é l'ampiezza di sollecitazione dell'intervallo i risultante dal ''conteggio a pioggia"
(vedere figura 6);
(7,nd è la sollecitazione media dell'intervallo j risultante dal "conteggio a pioggia"
(vedere figura 6);
(7(R) è l'ampiezza della sollecitazione trasformata per un rapporto di sollecitazione
costante;
(Fa( (Fin) è l'ampiezza dì sollecitazione trasformata per una sollecitazione media
costante;
è il rapporto dì sollecitazione costante selezionato per la classificazione a un
coefficiente dei cicli di sollecitazione;
è la sollecitazione media costante selezionata per la classificazione a un
coefficiente dei cicli di sollecitazione;
ce sano gli angoli fra la linea orizzontale e le linee per N costante nel piano 0-a
(vedere figure 7 e 8);
Nota Se la sollecitazione media t7rr, non viene assunta come significativa (per esempio per i collegamenti saldati
senza distensione), viene posto a1 = r L = O.
sono gli angoli fra la linea orizzontale e le linee per N costante nel piano
cern (vedere figura 8), conteggio positivo in senso antiorario;
è il numero di cicli di sollecitazione alla rottura per fatica per il ciclo dì
sollecitazione descritto da c i e (7(rm;
(R = -1),
(R = O),
e-Fa (R = sono le ampiezze di sollecitazione, in funzione del rapporto di sollecitazione
specificato R e del numero di cicli N, peri quali avviene il cedimento per
fatica,
Nella figura 7 viene mostrata la relazione fra le ampiezze di sollecitazione al cedimento
per fatica e la sollecitazione media o il rapporto di sollecitazione per l'elemento in analisi
per la valutazione della fatica,

UNI EN -130:11-1 :2015 © UNI Pagina17


figura 7 Piano am dell'elemento in considerazione per la verifica della resistenza a fatica (Diagramma di
Haigh semplificato)

La trasformazione dei cieli di sollecitazione, definita dalle formule suddette viene illustrata
nella figura 8.
figura 8 Trasformazione dei cicli di sollecitazione a) per un rapporto di sollecitazione costante, e b) per una
sollecitazione media costante

La trasformazione produce frequenze ad un coefficiente delle ampiezze di sollecitazione,


riferiti ad un rapporto di sollecitazione costante o ad una sollecitazione media costante,
La figura 9 mostra un esempio per la rappresentazione a un coefficiente delle storie dì
sollecitazione della distribuzione separata, L'appendice B mostra le formule matematiche
per le distribuzioni continue.
figura 9 Rappreseriazione ad In coefficiente delle storie di sollecitazione (frequenze di ampiezza di
sollecitazione riferite ad un rapporto di sollecitazione costante o ad una sollecitazione media costante)
Legenda
Ampiezza della massima sollecitazione
r, Ampiezza di sollecitazione dell'intervallo i risultante dal "conteggio a pkiggia"
n, Numero dei cicli di sollecitazione con ampiezza di sollecitazione di classe

nI
a0,1

11

UNI EN 13031-1;2015 © UNI Pagirra 18


4.4.4 Classificazione di storie della sollecitazione
Per la classificazione di storie della sollecitazione il coefficiente s della storia delle
sollecitazioni può essere calcolato come segue, basandosi sulla presentazione a un
coefficiente delle storie della sollecitazione durante la vita utile della gru:
5= 11,1 X kni (15)
dove:

kern [-- x (16)


a n

v = n/Na (17)

dove:
v è il numero totale relativo dei cicli di sollecitazione;
è il coefficiente di spettro delle sollecitazioni basato su rndel dettaglio in
considerazione;
a ; e la ampiezza della sollecitazione per l'intervallo i per un rapporto
costante R della sollecitazione o per una sollecitazione media costante
am (vedere figura 9);
í)1 é l'ampie.77a della sollecitazione massima per un rapporto costante di
sollecitazione R della sollecitazione o per una sollecitazione media
costante ria, (vedere figura 9);
n, èil numero dei cicli dì sollecitazione con ampiezza dì sollecitazione
dell'intervallo i (vedere figura 9);

= En, è il numero totale dei cicli di sollecitazione durante la vita utile della gru;

ND = 2 x 106 e il numero dei cicli al punto di riferimento;


m è l'inverso della pendenza della curia log rfallog N dell'elemento in analisi.
Il coefficiente di spettro delle sollecitazioni k n, secondo la formula (16) presuppone una
distribuzione discreta degli intervalli di ampiezza della sollecitazione. L'utilizzo di
distribuzioni continue per il calcolo di kr, è illustrato nel punto B.2.
La classificazione delle storie della sollecitazione tramite le classi dei coefficienti s della
storia della sollecitazione, con valori di m = 3, è indicata nel prospetto 6 e illustrata nella
figura 10.
prospetto 6 Classi Sdei coefficienti s della storia della sollecitazione

Classe Coefficiente della storiadelle 9311-edazioni


Scr2 s 0,002

Sol 0,002 < s5 0,004


So 0,004 C s S 0,008
0,008 < 0,016

S2 0,016 < s5 0,032

S3 0,032 < 35 0,063

$4 0,063 < s5 0,125

SE 0,125 < s 0,250


$6 0,250 < s5 0,500
7 0,5021‹ s S 1,000
8 1,000 <s2,000
Sgi 2,000 < 55 4,003

UNI EN 13001.1:2015 UNI Pagina 19


figura 10 Illustrazione della classificazione del coefficiente s della storia della sollecitazione per M 3
Legenda
Valutazione della fatica non richiesta

k3
1

0,5

0,25

0,125

0,063

0,032

0,016

0,008

0,004
0,001 0,004 l 0,016 0,063 0,25 0,5 1
0,002 0,008 0,032 0,125 v

Una storia della sollecitazione assegnata cade in una classe specifica S, indipendente
dalla pendenza m della curva relativa log o-ailog N. A causa della scala logaritmica dì
k e v, le linee diagonali (limiti dì classe) rappresentano linee per s costante.
Per la verifica della resistenza a fatica degli elementi le storie della sollecitazione agenti su
questi possono anche essere specificate direttamente, in funzione delle condizioni di
servizio, selezionando una classe secondo il prospetto 6.
Le storie delle sollecitazioni caratterizzate dallo stesso valore di s possono essere
assunte come equivalenti rispetto al danno in materiali, dettagli o elementi simili.

1.14 UNI EN 13001-1:2015 © UNI Pagirra 20


APPENDICE A SELEZIONE DI UN GRUPPO DI NORME PER GRU ADATTO PER UN'APPLICAZIONE
(informativa) ASSEGNATA

à presente nella lista seguente una nonna di prodotto che é adatta all'applicazione?
EN 13000 C ranes - Mobile cranes
EN 14439 Cranes -Tozer cranes
EN 14985 C ranes - Slewingild cranes
EN 15011 Cranes - Bridge and gantry cranes
EN 13352-1 Cranes - Crffshore cranes - Part i: General purpose offshore cranes
EN 13352-2 Cranes - Offsbore cranes - Part 2: Floating cranes
EN 14492-1 Cranes - PolNer drImen wIrche,s and hoists - Pa- t 1: Power drtven winches
EN 14492.2 Cranes - Power drii,en Wnches and hcists - Part 2: Power driven heists
EN 12999 Cranes - Liader cranes
EN 13157 Cranes - afeti - Hand powered orefice
EN 13155 Cranes • Safety - Non-fIxed load leling attaOhiments
EN 14233 Cranes - Manually controlled load rnanlpulating devbes
EN 15056 Cranes • Requirements for container handling Treaders

Ullizzaria direttamente, più le


norme a cui sita riferimento

Utilizzare le seguenti:
EN 13001-1 Cranes - General design - part 1: General principles and requiremerile
EN 13001-2 Grane safety - General design - Part 2: Load actIons
EN 13001.3-1 Cranes - General design- Part 3-1: Lime states and pro:dor oompeterre of stesi structure
EN 13001.3-2 Cranes -General design - Part 3.2 Limit siates and proof of corripeterFce of ivire ropes In
reervIng systems
EN 13001-3-3 C ranee - General design - Pad 3-3: LIrrit states and proof of competente of Med/i-ali
ccintacts
CENTS 13)01-3-5 C rari es - General design - Pad 3-5: Urrit states and orrof of competente of forged hcoks
EN 13135 Cranes - Safety - Design - FiequIrements for equipment
EN 1 3557 Cranes - Controls and control stations
EN 12077-2 Cranes safety - Requirern ents for hoalth and safety -Part 2 Limeing and Indicating devides
EN 13586 D'ari 88 - Access
EN 14502-1 Cranes - Equipment for the lifting of persona - Pad 1: Suspended
EN 14502-2 Cranes - Equipment for the lifting of persons - Part 2: Elevating control statIons
EN 12544-1 Cranes - Intrrnalcn for use and testing - Part t Instructions
EN 12644.2 Cranes - Information for use and testing - Part 2 Marking

vi UNI EN 130:31-1:2015 @ UNI Pagna21


APPENDICE B DISTRIBUZIONI DISCRETA E CONTINUA
(informativa)

B.1 Generalità
La presentazione delle distribuzioni con valori discreti (cicli e ampiezza) può essere
indicata come spettro o come spettro cumulativo. La figura B.1 illustra entrambe le
presentazioni per le distribuzioni discrete_
figura. B.i Distribuzioni separate
Le-penda
a) Spettro, dove il è il numero relatl dl cicli con ampiezza q: In =
b) Spettro cumulativo

a)

1
+4 n i. lori N

b)

La presentazione delle distribuzioni date da funzioni continue può essere indicata come
funzione dì densità o come funzione di densità cumulativa. La figura B. illustra entrambe
le presentazioni per distribuzioni indicate da funzioni continue.

vi UNI EN 13031-1:2015 ti LINI Pagina 22


figura B.2 Distribuzioni continue

Nata Mentre .r1(q) indica il numero relativo di cicli cori ampiezza q, il valore cumulativo di N(q) indica il numero di
cieli con ampiezza maggiori di q.

B.2 Applicazione delle distribuzioni continue


Il coefficiente di spettro delle sollecitazioni kni può essere calcolato dalla funzione di
densità o dalla densità cumulativa da:

km = fcrxnxdq= frxdN
clo o

UNI EN 13031-1:2015 © UNI Pagina23


proTe1io B.1 Esempi di km dalle funzioni di densità e densità cumulativa

Funzione di densità Funzione di densità cumulativa

n q

go
40 I i
N
= o qrso
n=4x /1}3, = 1 — (1 — q:,) xtfiil
1,1 —

4 cC i - i — cr 2 1—cC " 1—r


T., ) = x 1— -3x rr+ 2 + 3 X
(1 — co4 L m + i irn+ 3 m+4 j
Per rn = 3 e go = 0,02255 segJe k m = 0,0313 rispettiva. desse Q3 ,
Per rn= 3 e go = 0,18293 segue k p= 0,0625 rispettiva classe 0 1.
Funzione dl densità Funzione di densità cumulativa

Per m= 3 e go = 0,27655 segie kni = 0,125 rispettiva desse Q

Ir

o
q N
1—q
n=2x 1— (1 — ci) x
i — gi,3 )2

2 — i1 — dir i
rri) = m+1 m+2
(1
Per m= 3 e go = 0,39426 segue k p= 0,25 r is p eitva chss e Q 3.

vi UNI EN 13031-1:2015 © UNI Pagir2 24


prospetto B.1 Esempi di km Olio funzioni di densità e densiC curnuletiva (Conto ua)

Funzione di densità Funzione di densità cumulativa

go 1
CI N
1
n=
1

1 1 — ce 4 1
k = x
1—c im i
Per m= 3 e tQ = 0,54370 segie 0,5 rispetta classe

UNI EN 13001.1:2015 UNI Pagina.25


APPENDICE ZA RAPPORTO FRA LA PRESENTE NORMA EUROPEA E 1 REQUISITI ESSENZIALI
(informativa) DELLA DIRETTIVA UE 2006142/CE

La presente norma europea e stata elaborata nell'ambito di un mandato conferito al GEN


dalla Commissione Europea e dall'Associazione Europea di Libero Scambio per fornire
un mezzo per soddisfarei requisiti essenziali della Direttiva del Nuovo Approccio
2006/42/CE relativa ai macchinari.
Una volta che la presente norma è stata citata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione
Europea come rientrante in quella Direttiva e che è stata adottata come norma nazionale
in almeno uno Stato membro, la conformità ai punti della presente norma conferisce,
entro i limiti dello scopa e campo di applicazione della presente norma, una presunzione
di conformità con i corrispondenti requisiti essenziali di quella Direttiva e regolamenti
EFTA associati.
AVVERTENZA - Altri requisiti e altre Direttive UE possono essere applicabili al(ai)
prodotto(i) che rientra(rientrano) nello scopo e campo di applicazione della presente norma.

vi UNI EN 13031.1:2015 © UNI Ragir2 26


BIBLIOGRAFIA
[1] EN 12077-2 Cranes safety - Requirements for health and safety Pari 2:
Limiting and indicating devices
[2] EN 12644-1 Granes - Information for use and testing - Part 1: Instructions
[3] EN 12644-2 Granes - Information for use and testing - Pari 2: Marking
[4] EN 12999 Granes - Loader cranes
[5] EN 13000 Granes - Mobile cranes
[6] EN 13001-3-1 Granes - General Design - Pari 3-1: Linìit States and proof
competence al steel strutture
[7] EN 13001-3-2 Granes - General design - Part 3-2: Linìit states and proof of
competence al wire repos in reeving systems
[8] EN 13001-3-3 Cranes - Generai design - Part 3-3: Limit states and proof of
competence al wheeVrail contacts
[9] prEN 13001-3-4 Cranes - Generai Design - Part 3-4: Limit states and proof of
competence al machinery
[10] cENtrs 1 300 1-3-5 Granes - General design - Pari 3-5: Limit states and proof of
competence al forged hooks
[11] EN 13135 Granes - Safety -Design - Requirements for equipment
[12] EN 13155 Cranes - Safety - Non-fixed load lifting attachments
[13] EN 13157 Cranes Safety Hand powered cranes
[14] EN 13557 Cranes - Controls and control stations
[15] EN 13586 Cranes - Access
[16] EN 13852-1 Granes - Offshore cranes - Pari 1: General purpose offshore
cranes
[17] EN 13852-2 Granes - Offshore cranes - Pari 2: Floating cranes
[18] EN 14238 Granes - Manually controllecl load manipulating devices
[19] EN 14439 Granes Temer cranes
[20] EN 14492-1 Granes Power driven winches and hoists Part 1: Power
driven winches
[21] EN 14492-2 Granes - Power driven winches and hoists - Pari 2: Power
driven hoists
[22] EN 14502.1 Granes - Equipment for the lifting of persons Part 1: Suspended
baskets
[23] EN 14502-2 Granes - Equipment for the lifting of persons - Part 2: Elevating
control stations
[24] EN 14985 Cranes - Slewing jib cranes
[25] EN 15011 Cranes - Bridge and gantry cranes
[26] EN 15056 Granes - Requirements for container handling spreaders

vi UNI EN -130211-1 :2015 Ci LINI Pagina27

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