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MEDICINA DEL LAVORO

lezione introduttiva: definizioni di base, classificazione dei rischi lavorativi e Dlgs 81/08

Sbobina rivista e aggiornata da Vincenzo Napolano (lezione del 07/10/2020, professoressa Miraglia)

La medicina del lavoro è quella branca che studia i rischi per la salute presenti negli ambienti di lavoro ai fini della
tutela della salute dei lavoratori attraverso:

1. Studio e valutazione dei rischi presenti negli ambienti di lavoro e dei loro effetti sulla salute dei lavoratori
(attività di prevenzione primaria)

2. Diagnosi e cura precoce delle malattie da lavoro (attività di prevenzione secondaria)

3. Sorveglianza sanitaria dei lavoratori con visite che determineranno o meno un giudizio di idoneità alla
mansione lavorativa (ipersuscettibilità, effetti pre-clinici, giudizi di idoneità)

4. Partecipazione alla programmazione delle misure preventive.

I soggetti esposti a tali FR occupazionali sono soprattutto:

1. I lavoratori e gli equiparati

2. Gli ex lavoratori

3. I familiari (contaminazione ambiente domestico o contiguità con l’area lavorativa, vicinanza dell’abitazione
alla fabbrica, impianto etc.).

4. La popolazione generale che vive nelle immediate vicinanze di luoghi di lavori presso i quali possono
sussistere determinati fattori di rischio (esposizione a sostanze e fumi che si liberano dagli impianti).

Agente di rischio: è sufficiente da solo a determinare la patologia.

Fattore di rischio: non è in sufficiente da solo a determinare la patologia, agisce come concausa (genesi
multifattoriale)

Possiamo distinguere i rischi negli ambienti di lavoro in:

1. Rischi per la SICUREZZA (di natura infortunistica), dovuti a:

a) Strutture (pavimenti bagnati, sconnessi, scale non in sicurezza etc.)

b) Macchine

c) Impianti elettrici

d) Sostanze pericolose (sono agenti chimici)

e) Incendi o esplosioni

2. Rischi per la SALUTE (di natura igienico-ambientale), dovuti a:

a) Agenti chimici (gas anestetici, farmaci antiblastici)

b) Agenti fisici (radiazioni ionizzanti, campi elettromagnetici, microclima)

c) Agenti biologici (epatiti, AIDS, TBC)


3. Rischi per la SICUREZZA E SALUTE (di tipo trasversale), dovuti a:

a) Organizzazione del lavoro (straordinari): turnazione particolare (lavoro notturno con inversione
ciclo sonno veglia e possibili colpi di sonno o episodi di disattenzione).

b) Fattori psicologici (stress).

c) Fattori ergonomici: l’ergonomia del lavoro è quella branca della medicina del lavoro che studia
l’esatta organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro per poter poi sviluppare ambienti e
supporti adattati alle esigenze del lavoratore, con il fine ultimo di salvaguardane la salute e
aumentarne la produttività. Tra questi abbiamo:

♦ Movimentazione manuale dei carichi (mmc) e movimenti ripetitivi: determinano


patologie soprattutto a carico di rachide, polso e spalla.

♦ Videoterminalisti (sedia ergonomica, scrivania con oggetti vicini a portata di mano


etc.)

d) Condizioni di lavoro difficili (es. la vivisezione può determinare problemi psicologici, lavoro
subacqueo etc.)

Inoltre, possiamo distinguere i rischi a cui va incontro ogni lavoratore in:

1. Rischi specifici della mansione (agenti fisici, chimici, biologici, microclima, posture incongrue)

2. Rischi elettivi e generici della strada (inquinamento, clima, traffico, microcriminalità)

3. Rischi psicosociali (inappropriato carico di responsabilità, limitate relazioni sul luogo di lavoro, scarso senso
di appartenenza al team, mobbing)

4. Rischi collegati allo stile di vita (alimentazione, tabagismo, turni notturni e straordinari)

Ancora, possiamo classificare i FR in:

1. PRIMO GRUPPO: fattori caratterizzanti gli ambienti in cui l’uomo lavora, non necessariamente chiusi, ma
dai quali è difficile uscire, non legati alla particolare attività svolta, come AGENTI NATURALI (clima, luce,
rumore ambientale).

2. SECONDO GRUPPO: fattori strettamente derivanti dall’attività svolta. Tra questi:

a) AGENTI FISICI: rumore, pressione atmosferica, radiazioni, illuminazione.

b) AGENTI CHIMICI: tossico-occupazionali (esposizione ai prodotti derivati dalla propria attività


lavorativa) o presenti nell’ambiente di lavoro (esposizione ai prodotti presenti sul luogo di
lavoro, ad esempio sostanze che si liberano accidentalmente) come polveri, gas, fumi, vapori.

c) AGENTI BIOLOGICI: virus e batteri.

d) SITUAZIONI CHE CAUSANO INFORTUNI: accidentalità, mancanza di mezzi individuali di protezione.

3. TERZO GRUPPO: fattori derivanti dall’organizzazione del lavoro svolto sotto l’aspetto del carico fisico e
psicofisico. Tra questi rientrano:

a) FATICA FISICA: come spostamento di pesi, movimenti incongrui, mantenimento prolungato di


posture fisse.
b) ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: straordinari, mancata gratificazione, monotonia, autoritarismo.

CONTINUO DEGLI EVENTI: l’insieme dei processi che interessano l’organismo dall’esposizione ad un agente
chimico particolare fino allo sviluppo di una patologia. Essi sono:

a) Assorbimento: in ambito occupazionale può avvenire principalmente per via inalatoria, meno
frequentemente per via gastrointestinale (questa via è più comune nella popolazione generale
per contaminazione delle acque o del suolo), e può essere valutato andando a misurare il livello
della sostanza o dei suoi metaboliti nel sangue e/o nell’urine.

b) Distribuzione.

c) Metabolismo: alcuni polimorfismi dei geni codificanti per gli enzimi preposti al metabolismo di
una data sostanza possono influenzare la suscettibilità dell’individuo al danno che la sostanza è
in grado di determinare.

d) Danno: il metabolita attivo può legarsi ad uno specifico organo o tessuto bersaglio,
danneggiando i costituenti cellulari (proteine e DNA). Il metabolita attivo può causare degli
effetti precoci reversibili e degli effetti tardivi irreversibili, ossia il danno vero e proprio.

e) Escrezione.

La legge che regola la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro è il DECRETO LEGISLATIVO 81/08 “Testo unico in
materia di tutela e sicurezza dei lavoratori” conosciuta come “Bibbia della medicina del lavoro” (insieme al
106/2009 hanno sostituito il 626 del ‘94), il quale si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e a tutte
le tipologie di rischio.

Dlgs 227 del '91: inizia a definire di chi sia la responsabilità della tutela della salute del lavoratore e l'iter da
seguire, con particolare riferimento agli agenti chimico-fisici come i Fluoruri, il Piombo e l’Amianto.

Dlgs 626 del '94: disposizioni generali, la prevenzione, responsabile della prevenzione sui luoghi di lavoro,
descrizioni luoghi di lavoro, vie di emergenze in corso d’incendio e terremoti, attrezzature di lavoro, DPI, MMC,
videoterminali, agenti cancerogeni, mutageni, chimici, biologici, atmosfera, esplosione.

Il Dlgs 81/08 nasce con l‘obiettivo di riordinare e coordinare tutte le norme, sia regionali che nazionali, in materia
di tutela e sicurezza dei lavoratori in un unico testo con valenza nazionale.

Novità del Dlgs 81/08 rispetto ai decreti che è andato a sostituire: istituzione della “cartella sanitaria e di rischio”
che deve essere curata dal medico competente, l’obbligo di dover eseguire anche l’anamnesi lavorativa, la
valutazione dei rischi personalizzata in base al genere, all’età, alle condizioni dei lavoratori e lavoratrici, allo stato
di immigrato.

La cartella sanitaria e di rischio deve riportare in aggiunta rispetto ad una classica cartella clinica:

• il tipo di attività lavorativa svolta (reparto di appartenenza, mansione, FR ai quali è esposto, livelli di
esposizione e il timing di esposizione)

• l’anamnesi lavorativa

• il protocollo sanitario

• gli organi bersaglio dei FR occupazionali

• gli accertamenti richiesti dal medico competente

• i provvedimenti del medico competente

• il giudizio di idoneità

• il nome del MMG del lavoratore, così da collaborare a tutela della salute del lavoratore.
Protocollo sanitario: insieme di visite di controllo ed esami di approfondimento al quale il lavoratore è
sottoposto con cadenza periodica, deciso sulla base dei FR ai quali è esposto durante la mansione lavorativa.
L’obiettivo è quello di salvaguardare la salute del lavoratore attraverso il riconoscimento precoce del danno e
della malattia derivanti da un’esposizioni eccessiva ai FR occupazionali, nonché di fornire un giudizio di idoneità
al proseguo dell’attività lavorativa senza che essa possa continuare ad arrecare danno al lavoratore.

L’anamnesi lavorativa richiede la conoscenza di: qualifica lavorativa, descrizione accurata del compito svolto, le
ore di lavoro settimanali e la turnazione, i DPI (dispositivi di protezione individuale), l’anzianità lavorativa, le
esposizioni pregresse e le attività lavorative svolte in passato.

Il DECRETO LEGISLATIVO 81/08 si compone sommariamente di:

Titolo I - principi e definizioni generali, finalità, campo di applicazione, datore di lavoro, sistema istituzionale;

Titolo II – luoghi di lavoro, requisiti di sicurezza degli stessi;

Titolo III – uso di attrezzature e DPI;

Titolo IV – cantieri temporanei e mobili;

Titolo V – segnaletica;

Diversi titoli – agenti di rischio specifici, mmc, videoterminali.

Titolo I

PRINICIPI SU CUI SI BASA:

1. SALUTE: stato di benessere fisico, mentale e sociale, non solo assenza di malattia; è quello stato che
permette agli individui di svolgere il proprio ruolo sociale.

2. SICUREZZA: è una situazione certa e costante di non pericolo, tale da garantire lo svolgimento di qualsiasi
attività senza pregiudizio alla propria integrità fisica e psichica.

3. PREVENZIONE: il complesso delle disposizioni o misure adottate o previste in tutte le fasi dell’attività
lavorativa, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi
professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno. L’attività di
prevenzione deve essere svolta secondo la particolarità del lavoro, ovvero le misure di sicurezza non
devono bloccare l’attività produttiva; e secondo l’esperienza e la tecnica, ovvero la sicurezza deve essere
garantita sulla base dell’implementazione tecnologica e delle più recenti conoscenze maturate per
ridurre nel miglior modo possibile il rischio di un’esposizione lavorativa.

Può essere distinta in:

a) PRIMARIA: individuare i rischi ed eliminarli/ridurli; individuare i soggetti a rischio.

b) SECONDARIA: diagnosi precoce delle malattie.

c) TERZIARIA: cura, riabilitazione e contenimento di lesioni permanenti.

DEFINIZIONI:

1. RISCHIO: probabilità che un evento dannoso si verifichi. (oppure probabilità che si raggiunga il limite
potenziale di danno nelle condizioni di esposizione a un determinato fattore).
2. PERICOLO: proprietà intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni (FR).
3. ESPOSIZIONE: possibilità reale e misurabile di contatto del lavoratore con un agente di rischio
(quantificabile in tempo, frequenza e livello, ossia quantità dell’agente di rischio al quale è stato
esposto).

4. DANNO: lesione determinata da un agente di rischio a carico di tessuti o organi, è misurabile.

R=P x E (x S) dove P corrisponde al pericolo, E all’esposizione ed S alla suscettibilità.

R=D x E (x S) dove D sta per danno.

5. INFORTUNIO SUL LAVORO: danno che si verifica per causa violenta (cioè concentrata in un turno
lavorativo) e in occasione di lavoro (es. caduta di un peso sul piede).

6. MALATTIA PROFESSIONALE: danno che si verifica per esposizione, in genere diluita nel tempo, a uno o più
FR che assumono un ruolo causale nel determinare malattia. A differenza della precedente, l’esposizione
non è istantanea, ma diluita, la causa non è violenta e la sua comparsa avviene al di fuori del turno
lavorativo

• Tabellate: incluse in tabelle periodicamente aggiornate sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica,
possono essere oggetto di immediato rimborso assicurativo se la patologia compare entro il periodo
massimo indennizzo dalla cessazione della lavorazione, ossia se la malattia compare entro il massimo
lasso di tempo dalla fine della prestazione lavorativa ritenuto valido per associare, da un punto di
vista eziopatogenetico, la malattia all’esposizione lavorativa. Le tabelle sono così costituite:

MALATTIA PROFESSIONALE Lavorazione che comporta Periodo di massimo indennizzo


l’esposizione agli agenti di dalla cessazione della
rischio causanti la malattia lavorazione

• Non tabellate

7. MALATTIA CORRELATA AL LAVORO: malattia in cui l’attività lavorativa svolge un ruolo favorente
nell’insorgenza del fenomeno morboso. I FR presenti nell’ambiente di lavoro possono agire come
concause o fattori di aggravamento della malattia. Es. discopatia lombare da postura incongrua.

Sistema tabellare chiuso: il sistema per il quale sono riconoscibili di indennizzo da parte dell’INAIL (Istituto
Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) solo le malattie tabellate accorse entro il periodo di
massimo indennizzo, è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale.

Sistema misto: sistema attualmente vigente, il quale riconosce indennizzo alle malattie professionali
tabellate (anche se accorse oltre il periodo di massimo indennizzo), alle non tabellate e alle malattie
correlate al lavoro. L’INAIL può rivendicare il diritto di non risarcire il lavoratore qualora non ritenesse la
patologia correlata all’esposizione. Per dimostrare la sua tesi, l’organo statale è tenuto ad eseguire una
prova. Per le malattie tabellate l’onere della prova, la quale deve essere in grado di correlare patologia
ed esposizione lavorativa, non è a carico del lavoratore, perché le patologie incluse nelle tabelle sono
state già riconosciute come possibilmente determinabili dall’esposizione lavorativa; per le malattie non
tabellate e quelle correlate al lavoro invece l’onere della prova rimane a carico del lavoratore.

CAMPO DI APPLICAZIONE: qualsiasi attività lavorativa, sia nel settore pubblico che nel settore privato, ci sono
delle eccezioni riguardanti particolari attività lavorative (es. forze armate, università) le quali possono entrare in
contrasto con le normative del Dlgs 81/08 in materia di sicurezza; qualsiasi lavoratore, i subordinati, gli
autonomi, nonché gli equiparati.

VALUTAZIONE DEI RISCHI: valutazione documentata di tutti i rischi per la salute e per la sicurezza presenti sul
luogo di lavoro, con lo scopo di individuare qual è il rischio ed elaborare quindi il migliore piano di prevenzione
(concetto di qualità).
I SOGGETTI DEFINITIVI E COINVOLTI nel garantire la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro sono:

1. DATORE DI LAVORO: è il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, colui che
ha la responsabilità dell’organizzazione o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di
spesa. Secondo il DL 81/08, gli obblighi del datore di lavoro verso i lavoratori sono:

a) OBBLIGO DI CORRISPONDERE IL TRATTAMENTO ECONOMICO E NORMATIVO DOVUTO: cioè la


retribuzione e i relativi accessori.

b) OBBLIGO DI SICUREZZA: attraverso:

♦ Valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto


dall’articolo 28.

♦ Designazione del RSPP.

♦ Designare i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta


antincendio, evacuazione, primo soccorso e, in generale, della gestione dell’emergenza.

♦ Fornire ai lavoratori i necessari e idonei Dispositivi di Protezione Individuale.

♦ Inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste.

c) OBBLIGO DI TUTELARE LA RISERVATEZZA DEL LAVORATORE

d) OBBLIGO DI INFORMAZIONE: nei confronti del lavoratore e del sindacato.

e) OBBLIGO DI NOMINARE IL MEDICO COMPETENTE: nei casi in cui la legge preveda sorveglianza
sanitaria obbligatoria per i lavoratori a rischio.

2. DIRIGENTE PREPOSTO: è quella persona che a seguito delle comprovate competenze professionali rende
operative le direttive del datore di lavoro, organizzando l’attività lavorativa ed effettuando gli adeguati
controlli. Gli OBBLIGHI del preposto consistono in:

a) Vigilare sull’osservanza da parte dei singoli lavorator dei loro obblighi di legge.

b) Verificare che solo i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone con
rischio grave e specifico.

c) Informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato.

d) Segnalare l’eventuale deficienza dei messi o dei dispositivi di protezione.

e) Frequentare appositi corsi di formazione.

3. RSPP- RESPONSABILE SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE: nominato dal datore di lavoro, deve
possedere la capacità e i requisiti adatti alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro per poter poi
organizzare e gestire il sistema di prevenzione e protezione dai rischi. Gli OBBLIGHI sono:

a) Rilevare i FR ed elaborare un piano contenente le misure di sicurezza da applicare per la tutela


dei lavoratori.

b) Presentare i piani formativi e informativi per i lavoratori.

c) Collaborare col datore di lavoro per elaborare date sulla descrizione degli impianti, i rischi
nell’ambiente di lavoro.
4. AGE- ADDETTI GESTIONE EMERGENZE E ANTIINCENDIO: lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di
prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo, di
salvataggio, di primo soccorso e, in generale, di gestione dell’emergenza. Sono nominati dal datore di
lavoro.

5. LAVORATORE: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa
nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche
al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione. Anche egli è responsabile della
sicurezza sul lavoro, nello specifico della propria, verificando l’integrità, l’appropriatezza, usando e non
manomettendo o danneggiando il DPI fornitigli, e di quella dei suoi colleghi, mantenendo l’attenzione ed
attenendosi alle norme specifiche per la propria mansione.

6. IL RAPPRESENTANTE DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI: è anch’egli responsabile della sicurezza.

7. MEDICO DEL LAVORO/COMPETENTE: è un riferimento per:

a) VALUTAZIONE E GESTIONE DEI RISCHI: cioè la valutazione globale e documentata di tutti i rischi
per la salute e la sicurezza dei lavoratori, al fine di individuare adeguate misure di prevenzione e
protezione.

b) FORMAZIONE E INFORMAZIONE

Egli è un consulente del datore di lavoro e dei lavoratori, addetto alla valutazione della compatibilità
lavoro-uomo e uomo-lavoro. Nel DL 81/08 ci sono 3 articoli che regolamentano il ruolo del medico
competente:

a) ARTICOLO 38 (TITOLI E REQUISITI): il medico competente deve avere:

♦ Specializzazione in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori.

♦ Docenza in medicina del lavoro o in medicina preventiva o in tossicologia industriale o in


igiene industriale o in fisiologia e igiene del lavoro o in clinica del lavoro.

♦ Autorizzazione di cui all’articolo 55 del DL 15/08/91 n 277, per le figure che prima del testo
unico svolgevano la pratica del medico del lavoro senza una delle qualifiche necessarie
riportate nella nuova normativa.

♦ Specializzazione in igiene e medicina preventiva o in medicina legale, previo ottenimento di


un master abilitante.

I medici in possesso dei titoli sono tenuti a frequentare appositi percorsi formativi universitari.

b) ARTICOLO 39 (SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITA’ DI MEDICO COMPETENTE):

♦ L’attività di medico competente è svolta secondo i principi della medicina del lavoro e del
codice etico della Commissione internazionale di salute occupazionale.

♦ Il medico competente svolge la propria attività in qualità di:

➢ Dipendente o collaboratore di una struttura esterna pubblica o privata.

➢ Libero professionista.

➢ Dipendente del datore di lavoro.


c) ARTICOLO 25 (OBBLIGHI):

♦ Collabora col datore di lavoro e col servizio di prevenzione e protezione dai rischi
(prevenzione dei danni causati alla salute da condizioni legate al lavoro, Individuazione delle
noxae patogene responsabili di danno9

♦ Collabora all’attuazione di programmi volontari di promozione della salute.

♦Effettua sopralluoghi dei luoghi di lavoro (1-2 volte/die).

♦ Programma o effettua la Sorveglianza Sanitaria.

♦ Fornisce i risultati anonimi collettivi, una statistica generale sulla correttezza della
valutazione dei rischi, per quei rischi che non erano stati individuati in precedenza o erano
stati sottovalutati, e che sono poi emersi successivamente sulla base della comparsa di
disturbi nei lavoratori; e sull’andamento delle misure preventive messe in atto, la quale egli
condivide con gli altri responsabili della sicurezza.

♦ Diagnosi di malattia professionale e infortunio: è importante una diagnosi eziologica precoce


al fine di allontanare la fonte di rischio e consentire una remissione totale o parziale del
quadro clinico. Bisogna tuttavia tener conto che molti quadri clinici possono sovrapporsi e
che spesso non vi è terapia specifica per le malattie occupazionali. Oltre all’anamnesi
classica, è importante anche l’anamnesi occupazionale

♦ Denuncia di malattia professionale ed infortunio.

♦ Formazione ed informazione dei lavoratori.

♦ Istituisce, aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilità, la cartella sanitaria e di


rischio per ogni lavoratore sottoposta a sorveglianza.

♦ Consegna al datore di lavoro la documentazione in suo possesso al termine dell’incarico

♦ Consegna al lavoratore la copia della CARTELLA SANITARIA E DI RISCHIO (allegato 3A); i


contenuti minimi che bisogna inserire sono:

Medico DL e MMG hanno molto interessi in comune, in quanto entrambi si occupano di prevenzione, della
diagnosi eziologica e dell’individuazione delle noxae patogene responsabili del danno; essi collaborano
soprattutto in caso di dubbi di origine professionale. Bisogna tuttavia tenere conto del concetto di
SUSCETTIBILITA’ INDIVIDUALE, per cui soggetti che lavorano in identiche condizioni di esposizione a un tossico
possono manifestare risposta di variabile intensità o frequenza degli effetti correlati a un dato livello di
esposizione. Coloro che presentano effetti avversi già a bassi livelli di esposizione sono definiti IPERSUSCETTIBILI
rispetto alla popolazione indagata. Vi sono due fattori che contribuiscono alla variabilità:

1. FATTORI DI SUSCETTIBILITA’ GENETICA: come polimorfismi genetici e mutazioni rare.

2. FATTORI DI SUSCETTIBILITA’ ACQUISITA: come dieta, stato di salute, igiene, stato socio-economico e età.

➢ ANAGRAFICA DEL LAVORATORE.

➢ DATI RELATIVI ALL’AZIENDA (differenza rispetto a una cartella normale).

➢ VISITA PREVENTIVA: per controllare eventuali stati pregressi di malattia.

▪ Programma di Sorveglianza Sanitaria.

▪ EO e accertamenti integrativi: per valutare eventuale ipersuscettibilità


▪ Eventuali provvedimenti del medico competente

▪ GIUDIZIO DI IDONEITA’ ALLA MANSIONE SPECIFICA

▪ Scadenza visita medica successiva

➢ VISITE SUCCESSIVE PERIODICHE: valutando:

▪ Reparto e mansione specifica

▪ Variazioni del programma di sorveglianza sanitaria

▪ FR, EO e accertamenti integrativi

▪ GIUDIZIO DI IDONEITA’ ALLA MANSIONE SPECIFICA

▪ Scadenza visita medica successiva

♦ Fornisce info ai lavoratori sul significato della sorveglianza sanitaria cui sono sottoposti.

♦ Informa ogni lavoratore interessato sul risultato della sorveglianza.

♦ Comunica per iscritto i risultati ANONIMI collettivi della sorveglianza effettuata, al fine di
attuare misure per la tutela della salute e dell’integrità psico-fisica del lavoratore.

♦ Visita gli ambienti di lavoro almeno una volta all’anno.

♦ Partecipa alla programmazione del controllo dell’esposizione dei lavoratori.

La SORVEGLIANZA SANITARIA, secondo l’articolo 2, è definita come l’insieme degli atti medici, finalizzati
alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di
rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa. Ha quindi una duplice finalità:
a) Monitorare lo stato di salute di ogni lavoratore al fine di tutelarlo in relazione ai rischi ai quali è
esposto e verificare l’assenza di controindicazioni allo svolgimento del lavoro.
b) Fornire dati collettivi inerenti l’andamento della salute nell’azienda e nei diversi reparti e
mansioni, al fine di poter leggere l’evoluzione dei rischi e della prevenzione in maniera oggettiva,
cioè senza le variabili riferite al singolo individuo e senza considerare la suscettibilità individuale.

Essa consiste in ANAMNESI (anche lavorativa). ESAME OBIETTIVO e ACCERTAMENTI SPECIALISTICI.

La VISITA eseguita dal medico competente (secondo l’art.41 comma 2) può essere:
a) PREVENTIVA: per constatare l’assenza di controindicazioni allo svolgimento di una specifica
mansione lavorativa, è generalmente precedente all’assunzione (pre-assuntiva)
b) PERIODICA: per controllare nel tempo lo stato di salute del lavoratore, generale e in relazione alla
mansione svolta, la periodicità dipende dall’attività svolta e dal relativo articolo.
c) SU RICHIESTA DEL LAVORATORE: generalmente se il lavoratore presenta una patologia lavorativa.

d) IN OCCASIONE DEL CAMBIO DI MANSIONE: per cambio di FR ai quali il lavoratore è esposto.

e) ALLA CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO: per valutare lo stato di salute alla fine della
mansione lavorativa, a scopi sia assicurativi che statistici, nonché per redigere un’anamnesi
lavorativa remota/pregressa.

f) PREVENTIVA PRE-ASSUNTIVA
Con un infortunio sul lavoro con allontanamento dalla mansione superiore ai 60 giorni, prima della
ripresa il lavoratore deve essere sottoposto ad una visita sanitaria preventiva, per verificare che
possa ritornare a svolgere la sua attività.

Sulla base di ciò il medico potrà poi dare un GIUDIZIO DI IDONEITA’ ALLA MANSIONE; avremo:
1. IDONEITA’
2. IDONEITA’ PARZIALE, TEMPORANEA O PERMANENTE:

♦ Con prescrizioni: ad es. lavorare usando vari DPI o terapia medica.

♦ Con limitazioni: il lavoratore riprende la mansione evitando di svolgere particolari compiti.

3. INIDONEITA’ (NON IDONEO), TEMPORANEA O PERMANENTE:

Art. 42 “provvedimenti in caso di inidoneità”: in questo caso il datore di lavoro, se possibile, può adibire
il lavoratore a mansioni equivalenti come qualifica o, se non possibile, inferiori, garantendo però il
trattamento corrispondente alle mansioni di provenienza.

Il lavoratore potrà fare ricorso del giudizio del medico entro 30gg dalla data di comunicazione del giudizio stesso;
esiste una sezione dell’ASL definita organo di vigilanza territorialmente competente costituita da MDL e tecnici
non medici che vanno a valutare la cartella clinica, i protocolli, il giudizio espresso dal medico e infine esprimono
un giudizio inderogabile che il lavoratore deve rispettare.

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