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Corso di Formazione
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
FORMAZIONE SPECIFICA – RISCHIO MEDIO

MODULO 4.1 - RISCHI BIOLOGICI:


valutazione e gestione

Novembre 2020 – www.univpm.it


Normativa di riferimento 2
TU e rischio biologico

Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n. 81 - “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3


agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro” e s.m.i (d.Lgs. 106/2009)

Titolo X “ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI” Allegati del D. Lgs. 81/08

CAPO I – Disposizioni Generali ALLEGATO XLIV


• Campo di applicazione (art. 266) • Elenco esemplificativo di attività
• Definizioni (art. 267) lavorative che possono comportare la
• Classificazione (art. 268) presenza di agenti biologici
• Comunicazione (art. 269) e Autorizzazione (art. 270) ALLEGATO XLV
• Segnale di rischio biologico
CAPO II – Obblighi del Datore di Lavoro ALLEGATO XLVI
• Valutazione del rischio (art. 271)
• Elenco degli agenti biologici classificati
• Misure tecniche, organizzative, procedurali (art. 272)
• Misure igieniche (art. 273) ALLEGATO XLVII
• Misure specifiche per strutture sanitarie e veterinarie (art.274) • Specifiche sulle misure di contenimento e
• Misure specifiche per i laboratori e gli stabulari (art.275) sui livelli di contenimento
• Misure specifiche per i processi industriali (art.276) ALLEGATO XLVIII
• Misure di emergenza (art.277) • Specifiche per processi industriali
• Informazione e formazione (art.278)

CAPO III – Sorveglianza sanitaria


CAPO IV – Sanzioni

Titolo X –bis “PROTEZIONE DALLE FERITE DA TAGLIO E DA PUNTA NEL SETTORE OSPEDALIERO E SANITARIO”

Dott.ssa Rita Fraboni – Servizio Salute e Sicurezza Ver. 1.0 del 01.11.2020
Campo di applicazione 3
Art. 266-D.Lgs. 81/2008

➢ «le norme del presente Titolo si applicano a tutte le attività lavorative nelle
quali vi è rischio di esposizione ad agenti biologici»

➢ «restano ferme le disposizioni particolari di recepimento delle norme


comunitarie sull’impiego confinato dei microrganismi geneticamente
modificati…..».

L’impiego confinato di microrganismi geneticamente


modificati è regolamentato dal Decreto Legislativo 12 aprile
2001 n. 206 e s.m.i. (DM. 25/09/2001 per la Valutazione dei rischi)

➢ Per microrganismo geneticamente modificato (MOGM) si intende un


microrganismo il cui materiale genetico è stato modificato in un
modo che non avviene in natura per incrocio e/o ricombinazione
naturale;
➢ Per impiego confinato si intende ogni attività nella quale i microrganismi vengono
modificati geneticamente o nella quale tali MOGM vengono messi in coltura, conservati,
utilizzati, trasportati, distrutti, smaltiti o altrimenti utilizzati e per la quale vengono usate
misure specifiche di contenimento, al fine di limitare il contatto degli stessi con la
popolazione o con l’ambiente.

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Definizioni 4
art. 267 D.lgs.81/08

Agente Biologico: Qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente


modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe
provocare infezioni, allergie o intossicazioni

Microrganismo: Qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di


riprodursi o trasferire materiale genetico
Coltura cellulare: Il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da
organismi pluricellulari

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Agenti biologici 5
presenti in natura

BATTERI
SAPROFITI: Vivono nell’ambiente e non comportano rischi
per l’uomo
COMMENSALI: Vivono sulla cute e mucose e sono utili per
l’uomo
OPPORTUNISTI: Vivono nel uomo senza provocare malattia
ma possono diventare patogeni
PATOGENI: Generano malattia nell’uomo

Oltre ai batteri vi sono altri agenti biologici in grado di causare malattie nell’uomo:
VIRUS FUNGHI PARASSITI … .. ed altro
– prodotti dei microrganismi
– prioni (agenti causali del morbo
della “mucca pazza”)
– prodotti cellulari di origine vegetale
o animale (peli, forfore animali,
fibre tessili)
– artropodi (insetti, zecche, acari
della polvere, ecc.)
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PERICOLOSITÀ DEGLI AGENTI BIOLOGICI 6

La pericolosità degli agenti biologici è determinata da:


infettività patogenicità trasmissibilità neutralizzabilità
capacità di penetrare e capacità di produrre capacità di essere disponibilità di efficaci
moltiplicarsi nell’ospite malattia a seguito di trasmesso da un ospite misure profilattiche
infezione ad un ricevente per prevenire la malattia
o terapeutiche per la
sua cura
NON ESISTE UNA SOGLIA DI
INFETTIVITA’ DEFINITA. Ai fini attraverso:
della prevenzione del rischio espressa dal grado di • La via respiratoria
infettivo viene adottato l’assunto VIRULENZA • La via orale
conservativo secondo il quale per la quale dipende da:
molte specie di microrganismi • La via cutanea
(DMI) = 1 INVASIVITA’ • La via parenterale
dose minima infettante capacità di moltiplicarsi • Tramite artropodi vettori
in vivo del microrganismo
quindi: TOSSIGENICITA’
entità della produzione di
EVITARE OGNI sostanze tossiche
ESPOSIZIONE (esotossine)
POTENZIALMENTE A RISCHIO da parte del microrganismo
indipendentemente da ogni
considerazione
qualitativa e quantitativa

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Trasmissione e malattia 7

Gli agenti biologici, per causare malattia, devono essere trasmessi vitali al soggetto
recettivo, conservando intatto il potere di replicazione.

La trasmissione è il risultato di una complessa interazione fra diversi fattori che dipendono da tre
elementi fondamentali:
➢ Le caratteristiche biologiche dell’agente infettante (la sua pericolosità)
➢ La modalità di trasmissione ovvero la via di diffusione (aerea, per contatto, tramite sangue etc)
➢ La suscettibilità o meno del soggetto esposto (condizioni di salute, immunizzazione del soggetto)

sotto forma di:


➢ Infezione
➢ Intossicazione
➢ Allergia

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CLASSIFICAZIONE 8
Art. 268; allegato XLVI-D.Lgs. 81/2008

In base alla loro pericolosità per l’uomo (rischio di infezione) il d.lgs. 81/08 ripartisce gli
agenti biologici in 4 gruppi:
GRUPPO 1 un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in
nessuno o basso rischio soggetti umani.
individuale e collettivo

GRUPPO 2 può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i


moderato rischio individuale, lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità; sono di
limitato rischio collettivo norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

GRUPPO 3 può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio


elevato rischio individuale, rischio per i lavoratori; l'agente biologico può propagarsi nella
basso rischio collettivo comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche
o terapeutiche.

GRUPPO 4 può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio


elevato rischio individuale rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di
e collettivo propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma,
efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

L’allegato XLVI del D.Lgs 81/08 reperibile in pdf in allegato a nella sezione strumenti di supporto dell’
apprendimento/materiali didattici di questa lezione riporta l'elenco degli agenti biologici classificati nei
gruppi 2, 3 e 4.
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Definizione e tipologie di rischio 9

Definizione di rischio biologico


➢ Probabilità che un individuo entri in contatto con un agente patogeno,
si infetti e contragga una malattia.
➢ probabilità che un individuo entri in contatto con materiale biologico
potenzialmente contaminato si infetti e contragga una malattia.

RISCHIO Comune a tutti gli ambienti di lavoro ed


GENERICO all’ambiente di vita

Tipologie di
Peculiare di specifici settori lavorativi
rischio
ed in questo caso è necessario
biologico distinguere il rischio derivante da:

RISCHIO ➢ USO DELIBERATO


SPECIFICO
➢ ESPOSIZIONE POTENZIALE

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Rischio biologico generico 10

In ambienti INDOOR possibili sorgenti di agenti biologici possono essere:


➢UOMO E ANIMALI: La tabella mostra gli agenti biologici potenzialmente presenti nelle
Desquamazione epidermide, attività di ufficio
trasmissione microrganismi per
contatto diretto o indiretto o per via
aerea (influenza, polmoniti,
tubercolosi, varicella, ecc.)

➢IMPIANTI CONDIZIONAMENTO
ARIA
Acqua di condensa, umidificatori,
torri di raffreddamento (batteri
termofili, endotossine batteriche,
legionelle, batteri G-)

➢ACQUA
Rete distribuzione acqua, serbatoi
(Legionelle, batteri G-, protozoi)

➢ARREDI
Tappezzeria, tappeti, poltrone,
piante, ecc. (la polvere è una
miscela contenente microrganismi,
terriccio, acari, muffe, ecc.)

Da «Ambiente & Sicurezza sul lavoro» (novembre 2012)

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Rischio biologico specifico 11

Il rischio biologico specifico è strettamente connesso con il tipo di attività che


viene svolto poiché la differenza tra esposizione potenziale ed utilizzo
deliberato condiziona la frequenza e l’entità dell’esposizione e
conseguentemente l’entità del rischio

USO DELIBERATO
(utilizzo)

ESPOSIZIONE
POTENZIALE
(possibile presenza)

Le Linee Guida del Coordinamento Tecnico per la Prevenzione degli Assessorati alla
Sanità delle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano (1998), “Protezione da
agenti biologici» illustrano in maniera esauriente le diverse tipologie di attività

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Uso deliberato… 12

Si configura uso deliberato quando gli agenti biologici vengono


deliberatamente introdotti nel ciclo lavorativo, per esservi trattati,
manipolati, o trasformati, ovvero per sfruttarne le proprietà biologiche a
qualsiasi titolo.
Tali condizioni si verificano ogni volta che i microrganismi si configurino come:
✓ reagente o prodotto in un processo lavorativo
✓ materia prima
✓ substrato
Nelle università, le principali attività lavorative
✓ catalizzatore
comportanti uso deliberato di agenti biologici, sono:
➢ ricerca e sperimentazione di nuovi materiali e
processi utilizzanti agenti biologici (compresi i
procedimenti biotecnologici);
➢ ricerca e sperimentazione di nuovi metodi
diagnostici;
➢ uso e sperimentazione di farmaci contenenti agenti
biologici;
➢ laboratori di microbiologia (saggio e diagnostica);
➢ prove biologiche su animali o cellule.
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Esposizione potenziale 13

Si configura una esposizione potenziale ad agenti biologici quando l’attività NON


PREVEDE la manipolazione diretta dei microorganismi ma si viene a contatto
con essi indirettamente mediante materiali biologici, persone o animali infetti.
In questi casi la presenza di agenti biologici ha un carattere di epifenomeno
indesiderato, ma inevitabile.
Attività lavorative che possono comportare la presenza di A.B. (allegato XLIV - D.Lgs. 81/08)

1. Attività in industrie alimentari.


2. Attività nell’agricoltura.
3. Attività nelle quali vi è contatto con gli animali e/o
con prodotti di origine animale.
4. Attività nei servizi sanitari, comprese le unità di
isolamento e post mortem.
5. Attività nei laboratori clinici, veterinari e diagnostici, esclusi i laboratori di diagnosi
microbiologica.

6. Attività impianti di smaltimento rifiuti e di raccolta di rifiuti speciali


potenzialmente infetti.
7. Attività negli impianti per la depurazione delle acque di scarico.
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Valutazione del rischio biologico 14

La valutazione dei rischi per rischio biologico è un OBBLIGO PRELIMINARE


del Datore di Lavoro da effettuarsi sia in caso di uso deliberato che di
esposizione potenziale a microrganismi

La valutazione tiene conto di tutte le informazioni disponibili


relative alle caratteristiche dell’agente biologico e delle modalità
lavorative, ed in particolare:
➢ la classificazione degli agenti biologici che presentano o
possono presentare un pericolo per la salute umana …;
➢ l’informazione sulle malattie che possono essere contratte;
➢ i potenziali effetti allergici e tossici;
➢ le fasi del procedimento lavorativo che comportano il rischio
di esposizione ad agenti biologici ed i lavoratori coinvolti
➢ i metodi e le procedure lavorative adottate,
➢ le misure preventive e protettive applicate;

Deve essere ripetuta in occasione di modifiche dell’attività lavorativa significative


ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro e, in ogni caso, trascorsi tre anni
dall’ultima valutazione effettuata.
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LIVELLI DI BIOSICUREZZA 15
dei laboratori

I laboratori ove si svolge attività a rischio biologico vengono distinti in laboratori


di base (Livello di Biosicurezza 1 e 2), di contenimento (Livello di Biosicurezza
3) e di massimo contenimento (livello di Biosicurezza 4).

laboratorio di base con


LIVELLO DI BIOSICUREZZA 1 E 2
LABORATORI
BIOLOGICI laboratorio di contenimento con
LIVELLO DI BIOSICUREZZA 3

laboratori di massimo contenimento con


LIVELLO DI BIOSICUREZZA 4

L’ Allegato XLVII D.Lgs.81/08 definisce le misure di contenimento ed i corrispondenti


livelli di contenimento.
Le misure ivi contenute debbono essere applicate in base alla natura delle attività, alla
valutazione del rischio per i lavoratori e la natura dell'agente biologico di cui trattasi. In via
generale i livelli di biosicurezza necessari corrispondono al gruppo di rischio di
appartenenza dell’ agente biologico.
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LABORATORIO BL2 16

Nei laboratori di base (BL2) possono essere manipolati o può esserci un


esposizione potenziale di agenti biologici classificati nel gruppo 2.

Il cartello “rischio
biologico” deve essere
esposto sulla porta di
accesso ai locali

I locali con destinazione d’uso “Laboratorio” (se non specificatamente indicato)


dislocati nelle strutture dell’ Ateneo devono essere considerati, dal punto di vista
strutturale, a contenimento 1 e/o 2.

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LABORATORIO BL3 17

Per l’utilizzo o la potenziale esposizione ad agenti del gruppo 3 è necessario


un laboratorio di contenimento con livello di biosicurezza 3 (BL3) il quale
oltre a quanto previsto per BL2:

➢ deve essere in edificio separato con


doppia porta di entrata (l’accesso
avviene attraverso un laboratorio di
base BL2 oppure una camera di
compensazione)
➢ Avere Impianto di ricambio d’aria
esclusivo e filtrato HEPA in uscita
➢ Contenere all’interno tutta
l’attrezzatura necessaria compresa
un’autoclave per la
decontaminazione dei rifiuti prima
dello smaltimento.
➢ Avere un lavandino con rubinetto
azionabile senza l’uso delle mani.

Ogni lavoro che comporta l’uso di materiali infetti viene all’interno di cappe di
sicurezza biologica di calle II o III.
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LABORATORIO BL4 18

Il laboratorio BL4 oltre a quanto previsto per BL3:


➢Doppia porta di entrata con interblocco
➢Attrezzatura esclusiva del laboratorio
➢Decontaminazione dei reflui e dei rifiuti
prima dello scarico
➢Autoclave passante a doppia apertura
➢Filtrazione dell’aria in entrata ed in uscita
➢Sistema di comunicazione fra interno ed esterno del lab
➢Generatore di emergenza
➢Cappe biohazard di classe IIB e III
➢Tute ventilate a pressione positiva
➢Docce chimiche di decontaminazione in uscita
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