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Regione Siciliana

Assessorato Agricoltura e Foreste


Dipartimento interventi Strutturali
Settore Igiene e Sanità' Pubblica
Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro
U.O. Assistenza-Informazione-Formazione-Educazione
alla Sicurezza sul Lavoro

Regione Siciliana
Assessorato Agricoltura e Foreste
Dipartimento interventi Strutturali
A CURA DI:

SETTORE IGIENE E SANITA’ PUBBLICA


U.O. ASSISTENZA-INFORMAZIONE-FORMAZIONE-EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA SUL LAVORO-A.USL3CT

Ing. Antonio Leonardi: Resp. U. O. Assistenza-Informazione-Formazione-Educazione


alla Sicurezza sul Lavoro - A.USL3CT

Dott.ssa Maria Pia La Mela: Dirig. medico U.O. Assistenza-Informazione-Formazione-


Educazione alla Sicurezza sul Lavoro - A.USL3CT

Dott. Roberto Cacchi: Medico U.O. Assistenza-Informazione-Formazione-Educazione


alla Sicurezza sul Lavoro - A.USL3CT

Dott. Andrea Miceli: Medico competente

Dott.ssa Daniela Nicolosi: Medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva

Direttore del Settore Igiene e Sanità Pubblica A.USL3CT: Dott. Domenico Barbagallo
Resp. del Progetto “Prevenzione dei rischi da prodotti fitosanitari”: Dott.ssa Elena Alonzo
Resp. SIAN-A.USL3CT

Si ringraziano per la collaborazione prestata:

• La Dott.ssa Anna Dinatale - Osservatorio per le Malattie delle Piante Acireale (Ct)

• Il Prof. Guido Romano - Dipartimento “G. F. Ingrassia” - Medicina Legale Università degli Studi di CT

• Il Prof. Giacomo Blandini - DIA - Dipartimento di Ingegneria Agraria Università di Catania

• L’Ing. Emanuele Cerruto - DIA - Dipartimento di Ingegneria Agraria Università di Catania

• Il Dott. Elio Romano - DIA - Dipartimento di Ingegneria Agraria - Università di Catania

• Il Dott. Francesco Platania - SIAN - A.USL3CT - Agronomo Convenzionato

• Il Dott. Claudio Raciti - SIAN - A.USL3CT - Agronomo Convenzionato

• Il Dott. Antonio Maugeri - SIAN - A.USL3CT

• Il Dott. Giovanni Duplicato - SIAN - A.USL3CT

Stampato con il contributo dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste


I
La prevenzione dei rischi per la salute derivanti dall’uso di prodotti fitosanitari in agricoltura
rappresenta uno degli obiettivi prioritari della Regione Siciliana nel contesto più ampio di tutela della
salute del cittadino.
A tale scopo l’Assessorato alla Sanità della Regione Siciliana ha emanato, con il decreto del 29 luglio
2003, le Norme d’attuazione del D.P.R. 290/01, predisponendo una serie di interventi finalizzati alla
“corretta vendita, acquisto, uso e conservazione dei prodotti fitosanitari”. In questa ottica è stato
realizzato il progetto coordinato dall’Azienda USL3 di Catania con il coinvolgimento di diversi Enti
pubblici, finalizzato alla prevenzione dei rischi derivanti dall’uso di prodotti fitosanitari in agricoltura.
Il progetto si pone come obiettivi: indagine conoscitiva e mappatura del territorio, campionamento
per il monitoraggio dei residui di sostanze attive negli alimenti, nell’acqua e nel suolo, controlli di
filiera, informazione e formazione degli operatori.
Tra i suddetti obiettivi svolge un ruolo fondamentale la formazione e l’informazione in materia di
sicurezza e salute dei lavoratori del settore agricolo, nella consapevolezza che il “benessere lavorativo”
è un valore sociale fondamentale di qualunque civiltà organizzata, come evidenziato anche dalla
rinnovata normativa comunitaria e nazionale.
L’Assessorato alla Sanità della Regione Siciliana, con questo manuale “scientifico” dal titolo
“MANUALE PER LA PREVENZIONE DEI RISCHI DA PRODOTTI FITOSANITARI NEI
LAVORATORI DEL COMPARTO AGRICOLO”, intende proseguire l’opera di divulgazione,
informazione e formazione finalizzata a rispondere, con coerenza e chiarezza, alle domande di coloro
che, a qualsiasi titolo, hanno il compito di provvedere alla tutela della salute degli operatori agricoli
addetti all’uso di prodotti fitosanitari ed a offrir loro gli strumenti e le metodologie necessarie per
svolgere al meglio la propria attività.
Un ringraziamento particolare va rivolto a coloro che hanno curato la redazione di questo manuale
ed hanno coordinato tutte le fasi che ne hanno reso possibile la pubblicazione.

Giovanni Pistorio
Assessore alla Sanita’ della Regione Siciliana

II
La voglia di sicurezza e di qualità è diventata una richiesta corale dei consumatori e costituisce
il principale obiettivo di imprese e istituzioni che operano nel sistema agricolo ed agroalimentare.
Dopo 40 anni di politica comunitaria finalizzata agli ammassi, distillazioni e stoccaggi decennali
dei prodotti agricoli, ad una conseguente esasperazione produttiva sostenuta dalla chimica e dalla
tecnologia dannosa per l’ambiente e l’uomo (prodotti fitosanitari mortali, farine di carne veicolo di
BSE, diossina nei mangimi), l’agroalimentare risorge dalle sue ceneri e punta all’identità di gusti e
sapori, troppo a lungo standardizzati e omologati e privati della più elementare sicurezza alimentare.
L’agricoltura siciliana e mediterranea, con le sue specificità e le sue potenzialità è quella che meglio
interpreta il modello europeo multifunzionale dell’agricoltura - qualità delle produzioni, sostenibilità
ambientale e sicurezza alimentare, turismo rurale e compatibile - secondo quanto sancito dalle
Dichiarazioni di Salisburgo sullo sviluppo rurale, ed è in grado di proporre un modello di sviluppo
equilibrato, sostenibile e adatto per tutti i gusti e le tasche dei consumatori.
Oggi gli operatori agricoli sono chiamati a confrontarsi con i repentini cambiamenti del contesto
sociale, economico e produttivo, e la gestione dell’azienda agricola richiede un rapido adeguamento:
in questo contesto, la difesa fitosanitaria è una delle principali scelte strategiche, sia per l’influenza
sulla quantità, qualità dei prodotti e sui costi di produzione, ma anche per gli effetti dell’uso dei
prodotti chimici sull’ambiente, sulla salute dei consumatori e degli operatori agricoli.
In considerazione dell’elevato impatto ambientale dell’uso di tali mezzi di produzione, le norme
nazionali stabiliscono con precisione condizioni e modalità dell’impiego dei prodotti fitosanitari e
prevedono, altresì, l’obbligo, per gli operatori, di possedere una specifica autorizzazione all’acquisto
dei prodotti fitosanitari.
A livello regionale, in applicazione del DPR n. 290 del 23 aprile 2001, l’Assessorato Agricoltura
e Foreste ha puntato sulla formazione degli operatori agricoli, finalizzata all’autorizzazione all’uso
dei prodotti fitosanitari.
La collaborazione con il Settore di Igiene e Sanità Pubblica dell’AUSL 3 di Catania, impegnato
nella prevenzione dei rischi sanitari ambientali e professionali, è un ulteriore impegno che l’Assessorato
Agricoltura si assume, ritenendo che l’azione sinergica tra diversi soggetti pubblici possa incidere
fortemente nel determinare gli indispensabili cambiamenti richiesti al mondo produttivo.

Innocenzo Leontini
Assessore Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana

III
Uno dei campi in cui il Settore di Igiene e Sanità Pubblica è impegnato nell’ambito di una più
approfondita strategia di prevenzione dei rischi sanitari, ambientali e professionali è rappresentato da
quello dell’agricoltura, sia per quanto concerne la salute del cittadino, sia per la salvaguardia della
salute degli operatori, sia per il controllo dell’ambiente.
In particolare, a causa del sempre maggiore incauto uso di prodotti chimici in agricoltura, la Regione
Siciliana ha individuato nei prodotti fitosanitari una priorità di intervento per l’esercizio dell’attività
preventiva connessa sia al controllo degli alimenti sia agli interventi informativi e formativi rivolti
ai lavoratori addetti e al cittadino in senso generale.
L’Assessorato alla Sanità della Regione Siciliana, con il Decreto del 29 luglio 2003, ha emanato le
Norme d’attuazione del D.P.R. 290/01 predisponendo una serie di interventi finalizzati alla educazione
sanitaria in materia di agricoltura.
In questo ambito l’AUSL 3, nel 2002, grazie alla brillante iniziativa del mio predecessore Direttore
Generale Dott. Giorgio Ragona, ha dato vita ad un progetto di intervento finalizzato alla prevenzione
dei rischi connessi all’uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura.
Nello specifico, il progetto in corso nella provincia di Catania risponde ad alcune caratteristiche che
fanno riferimento alla adozione di un modello multidisciplinare che vede coinvolti i servizi di Igiene
Pubblica dell’AUSL3 di Catania SIAN e SPRESAL, U.O. Assistenza, Informazione, Formazione,
Educazione alla Sicurezza sul lavoro e Laboratorio di Chimica Tossicologica, ARPA-DAP Catania,
ICRF Laboratorio di Catania, Assessorato Agricoltura Regione Sicilia (ESA di Catania, SOAT,
U.O. 21 e U.O. 54 Acireale, IPA di Catania, SOPAT), Ufficio Sanità Marittima ed Aerea di Catania,
Facoltà di Farmacia, Facoltà di Agraria.
Obiettivi specifici del progetto sono: indagine conoscitiva e mappatura del territorio, campionamento
per il monitoraggio dei residui di sostanze attive nelle tre matrici alimenti, acqua e suolo, controlli
di filiera, formazione e informazione degli operatori del settore con conseguente definizione di
procedure volte alla tutela della salute e sicurezza degli stessi.
Nell’ambito dell’obiettivo volto alla attività di informazione e formazione degli operatori c’è quello
relativo alla realizzazione di un manuale che possa rappresentare un utile strumento per quanti siano
interessati, anche per motivi professionali, ad approfondire tematiche sui rischi da esposizione a
prodotti fitosanitari e sugli effetti dannosi per la salute degli operatori, sulle misure di prevenzione e
protezione dei lavoratori, sulle corrette procedure per l’utilizzo in agricoltura dei prodotti fitosanitari,
sulla sorveglianza sanitaria degli operatori agricoli, sulla manutenzione e taratura delle macchine
irroratrici.
Lo strumento che presentiamo si affianca all’operato dell’Assessorato alla Sanità che ha introdotto,
col citato decreto del 29/7/2003, specifici corsi di formazione per operatori agricoli e rivenditori di
prodotti fitosanitari.
Un particolare ringraziamento per il lavoro svolto va espresso alle Amministrazioni coinvolte nel
progetto che con la loro competenza ed esperienza hanno reso possibile la realizzazione di questo
importante manuale che, senza ombra di dubbio, contribuisce ad accrescere gli strumenti a disposizione
di coloro che operano nel settore agricolo.

Antonio Scavone
Direttore Generale AUSL3 CT

IV
Nell’ultimo decennio, l’attività agricola è uscita dagli spazi di ristretta visibiltà in cui era stata
relegata prima dalla rivoluzione industriale e poi dalla crescita del settore terziario; la crescente
consapevolezza dei consumatori e la maggiore sensibilità verso l’ambiente hanno determinato uno
spostamento dell’attività agricola verso l’agroalimentare e l’agroambientale, trasformandola da
problema di pochi agricoltori in interesse di tutti i cittadini, contribuenti e consumatori.
La globalizzazione e la progressiva liberalizzazione dei mercati hanno portato l’agricoltura ad
affrontare sfide concorrenziali sempre più forti ed agguerrite, soprattutto a causa della minore
competitività che da sempre contraddistingue i prodotti agricoli comunitari rispetto a quelli provenienti
da paesi terzi.
Il nuovo scenario determinato dalla riforma della PAC ha reso necessario un notevole cambiamento
nel settore dell’agricoltura: infatti, la politica del disaccoppiamento ha lo scopo di garantire il reddito
agli agricoltori, mantenendoli a presidiare le zone rurali e introduce nuovi strumenti di raffronto tra
i produttori e i consumatori.
Intorno ai concetti di qualità e sicurezza alimentare si svilupperanno tutte le linee di intervento
pubblico intese a sostenere da un lato la produzione di alimenti sicuri per il consumatore e dall’altro
la salvaguardia dell’ambiente.
L’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste ha perseguito da tempo, nei programmi di lavoro,
l’obiettivo prioritario della sicurezza e qualità alimentare, mettendo al centro dell’attività gli operatori
che a qualsiasi titolo intervengono nelle filiere agroalimentari e responsabilizzando gli agricoltori sui
rischi reali derivanti dall’uso dei prodotti fitosanitari.
In questo contesto, ha ritenuto fortemente incisiva l’azione sinergica con altri Enti impegnati nel
raggiungimento degli stessi obiettivi. Da questi presupposti nasce la collaborazione con l’AUSL 3
di Catania che si è concretizzata con la pubblicazione di questo manuale.
Si è riconosciuta, infatti, l’utilità di tale lavoro come strumento d’informazione per tutti i soggetti
interessati alla conoscenza delle norme che garantiscono la sicurezza nell’uso dei prodotti fitosanitari,
in considerazione dell’elevato impatto che tale uso ha sull’ambiente, sulla salute dei consumatori e
degli operatori agricoli.

Dario Cartabellotta
Dirigente Coordinatore Servizio IX “Servizi allo Sviluppo”
dell’Assessorato Agricoltura e Foreste

V
INTRODUZIONE

La cultura della sicurezza rappresenta uno degli indicatori più importanti di una civiltà. Essa
trova una realizzazione pratica su due piani diversi, ma profondamente in rapporto fra di loro. Il primo
è il quadro normativo, costituito da un sistema legislativo che abbia la funzione di garantire le migliori
condizioni di vita e di lavoro. Il secondo, forse più importante, è la crescita, nel profondo della propria
coscienza, della convinzione che la sicurezza costituisca un aspetto essenziale della vita di ogni giorno,
della salvaguardia della propria salute e di quella degli altri.
Questo manuale intende offrire un contributo alla realizzazione di questo secondo piano.
Le iniziative di informazione e formazione hanno sempre rappresentato, in tutte le attività lavorative,
la base operativa indispensabile per costituire professionalità e perizia nel lavoratore, a generare o
rafforzare comportamenti corretti, a modificare usi e modalità lavorative errati o poco produttivi.
Nell’ambito della prevenzione dei rischi derivanti dall’uso di prodotti fitosanitari, queste iniziative
devono esprimere in modo più forte la loro capacità di imprimere negli operatori agricoli abitudini
lavorative corrette e sicure per la loro salute. Questi ultimi dovranno essere capaci di utilizzare in
sicurezza macchine ed attrezzature, di munirsi dei dispositivi di protezione individuale previsti per
legge, e di attuare tutte le misure di prevenzione e protezione idonee a salvaguardare la loro salute.
Così anche i datori di lavoro, i consulenti, gli addetti alla sicurezza nelle aziende devono far sì che
la sicurezza degli operatori diventi parte integrante della pianificazione e della programmazione
aziendale, per consentire che i cambiamenti prospettati dal D. Lgs. 626/94 e dal D. Lgs. 25/02
(“Protezione da agenti chimici”) possano divenire reali piuttosto che rimanere sulla carta e per risolvere
il conflitto tra ciò che la legge prescrive e ciò che dovrebbe essere un bisogno naturale di salute e
sicurezza.
Obiettivo del manuale è anche promuovere l’azione divulgativa finalizzata a rispondere, in maniera
chiara ed esaustiva, alle domande di coloro che hanno il compito di provvedere direttamente o
indirettamente alla tutela della salute e sicurezza degli operatori che utilizzano prodotti fitosanitari,
affinché questi ultimi mettano in atto comportamenti idonei a prevenire danni sia nei confronti
dell’ambiente, che della salute propria e delle altre persone.
Questo manuale vuole rappresentare uno strumento di informazione e consultazione per tutti i soggetti
che, a vario titolo, sono coinvolti nell’uso dei prodotti fitosanitari (Enti pubblici operanti nel settore,
Aziende agricole, Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione, addetti alla sicurezza,
rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, Consulenti del lavoro, Medici Competenti, Agronomi,
etc.) che, in qualche modo, dovrebbero informare e formare direttamente i soggetti che utilizzano i
prodotti fitosanitari. Inoltre, scopo del manuale è quello di fornire al lettore non solo dei contenuti,
peraltro soggetti a continui aggiornamenti, ma soprattutto delle linee di indirizzo che possano suggerire
gli argomenti e le nozioni basilari su cui tenersi continuamente aggiornato.
Auspichiamo, inoltre, che questo lavoro possa dare un seppur piccolo contributo alla crescita della
consapevolezza degli operatori e rendere più semplice il cambiamento verso forme organizzative
aziendali che non considerino il semplice rispetto delle norme fine a se stesso, ma prevedano un
continuo, sostanziale miglioramento delle condizioni di sicurezza lavorative nell’utilizzo dei prodotti
fitosanitari.

GLI AUTORI

VI
INDICE
CAP. 1 - I PRODOTTI FITOSANITARI 1
• Definizioni 1
• Riferimenti normativi 2
CAP. 2 - PROPRIETÀ CHIMICO-FISICHE 4
• Composizione 5
• Classificazione in base al campo d’impiego 5
• Classificazione in base al tempo di persistenza 6
• Classificazione tossicologica 7
• Tipi di formulazione 8
CAP. 3 - NORME PER LA CORRETTA VENDITA, ACQUISTO, USO E CONSERVAZIONE DEI
PRODOTTI FITOSANITARI 10
D.A. Sanità Regione Sicilia 29/07/03 (Norme procedurali e direttive
in materia di prodotti fitosanitari di attuazione del D.P.R. n° 290/2001) 11
CAP. 4 - TOSSICOLOGIA UMANA 24
1. Tossicità acuta: 25
a) da insetticidi organofosforici 25
b) da insetticidi carbammati 30
c) da ditiocarbammati 30
d) da erbicidi 31
e) da insetticidi organoclorurati 31
f) da insetticidi piretroidi 31
g da insetticidi di origine vegetale 32
h) da derivati cumarinici 32
i) da composti organostannici 32
• Norme di primo soccorso 33
2. Tossicità cronica 33
CAP. 5 - VALUTAZIONE DEI RISCHI E SORVEGLIANZA SANITARIA 36
CAP. 6 - PROCEDURE DI SICUREZZA 42
Misure da attuare: 47
1. Durante la scelta e l’acquisto 47
2. Durante il trasporto 48
3. Per la conservazione in azienda 49
4. Per lo smaltimento 50
CAP. 7 - USO CORRETTO DEI PRODOTTI FITOSANITARI 52
a. Durante la preparazione 53
b. Durante il trattamento 55
c. Dopo il trattamento 56
La corretta tenuta del registro dei trattamenti 58
Dispositivi di protezione individuale 59
Occhiali di protezione a tenuta 59
Respiratori isolanti e filtri 59
D.P.I. per la protezione della cute 63
CAP. 8 - MACCHINE E ATTREZZATURE PER I TRATTAMENTI CON PRODOTTI FITOSANITARI 64
• Irroratrici 65
• Impolveratrici 69
• Fumigatrici 69
• Microdosatrici 69
Controllo e taratura delle macchine irroratrici 69
CAP. 9 - OBBLIGHI DELL’AGRICOLTORE E DEI SUOI LAVORATORI 70
• Lavori vietati in gravidanza e fino a sette mesi dopo il parto 71
• Lavori vietati solo in gravidanza 71
• Tutela del lavoro dei minori 72
• Contratti d’appalto e contratti d’opera con i contoterzisti 72
APPENDICE: etichetta e scheda di sicurezza 74
Elenco delle frasi di rischio R, dei consigli di prudenza S e delle loro relative
combinazioni (XXVIII ATP) 77
BIBLIOGRAFIA 82

VII
CAPITOLO 1
I PRODOTTI FITOSANITARI
1
MANUALE PER LA PREVENZIONE DEI RISCHI DA PRODOTTI
FITOSANITARI NEI LAVORATORI DEL COMPARTO AGRICOLO

CAPITOLO 1

I PRODOTTI FITOSANITARI

DEFINIZIONI dell'impiego di un prodotto fitosanitario.


ai sensi del D.P.R. n. 290 del 23/04/2001
(“regolamento di semplificazione dei pro- Per sostanze si intendono gli elementi
cedimenti di autorizzazione alla produ- chimici ed i loro composti, allo stato naturale
zione, alla immissione in commercio e o sotto forma di prodotti industriali, incluse le
alla vendita di prodotti fitosanitari e rela- impurezze derivanti dal procedimento di fab-
tivi coadiuvanti”) bricazione.

prodotti fitosanitari sono le sostanze Per sostanze attive si intendono le so-


attive e i preparati contenenti una o più stanze o i microrganismi, compresi i virus,
sostanze attive, presentati nella forma aventi un'azione generale o specifica sugli
in cui sono forniti all’utilizzatore, e de- organismi nocivi o sui vegetali, su parti di
stinati a: vegetali o su prodotti vegetali.

• proteggere i vegetali o i prodotti vegetali Per preparati si intendono le miscele o le


da tutti gli organismi nocivi o prevenirne soluzioni composte da due o più sostanze,
gli effetti; delle quali almeno una sostanza attiva, de-
• favorire o regolare i processi vitali dei stinate ad essere utilizzate come prodotti
vegetali, con esclusione dei fertilizzanti; fitosanitari.
• conservare i prodotti vegetali, con
esclusione dei conservanti, disciplinati Per vegetali si intendono le piante vive o
da particolari disposizioni; le parti vive di piante, compresi frutti freschi e
• eliminare le piante indesiderate; sementi.
• eliminare parti di vegetali, frenare ed
evitare un loro indesiderato accresci- Per organismi nocivi si intendono i pa-
mento. rassiti dei vegetali o dei prodotti vegetali,
appartenenti ai regni animale o vegetale, non-
Per preparato (o formulato) commerciale ché i virus, i batteri, i funghi o altri agenti
si intende il prodotto, così come si acquista, patogeni.
composto da sostanza attiva, coadiuvanti e
coformulanti. Per immissione in commercio si intende
qualsiasi consegna a terzi, sia a titolo oneroso
Per “residui” di prodotti fitosanitari si sia a titolo gratuito, esclusa la consegna per
intendono una o più sostanze, inclusi i loro il magazzinaggio e la successiva spedizione
metaboliti e i prodotti derivanti dalla degra- fuori dal territorio della Comunità.
dazione o dalla reazione, presenti nei vegetali
o prodotti di origine vegetale o prodotti ani- Per autorizzazione di un prodotto fito-
mali destinati al consumo, o presenti altrove sanitario si intende l'atto amministrativo me-
nell'ambiente, e costituenti residui diante il quale il Ministero della sanità, a seguito

Cap. 1 - I Prodotti Fitosanitari


2
di una domanda inoltrata da un richiedente, gicida, insetticida, molluschicida, vermici-
autorizza l'immissione in commercio e l'uso da, repellente, viricida, fitoregolatrice od
di un prodotto fitosanitario nel territorio ita- altra;
liano o in una parte di esso. 2. i coadiuvanti di prodotti fitosanitari destinati
ad essere impiegati come bagnanti, ade-
Per ambiente si intende l'acqua, l'aria, il sivanti ed emulsionanti, messi in com-
suolo, le specie selvatiche della flora e della mercio allo scopo di favorire l’azione dei
fauna e relative interrelazioni, nonché le rela- prodotti fitosanitari;
zioni tra tali elementi e gli organismi viventi. 3. i prodotti destinati a determinare o a
coadiuvare l’azione di protezione delle
Per lotta integrata si intende l'applicazione piante e dei loro prodotti;
razionale di un complesso di misure biologiche, 4. i prodotti di difesa delle derrate alimentari
biotecnologiche, chimiche, colturali o di sele- immagazzinate.
zione vegetale, con le quali si limita al minimo
indispensabile l'impiego di prodotti fitosanitari Da quanto detto sopra si evince che
contenenti sostanze chimiche per mantenere anche un coadiuvante di prodotti fitosani-
i parassiti a livelli inferiori a quelli che provocano tari, qualora sia stato classificato come
danni o perdite economicamente inaccettabili. “Molto Tossico”, “Tossico” o “Nocivo”,
è vincolato alle leggi che regolamentano
l’utilizzo dei prodotti fitosanitari molto
tossici, tossici o nocivi.

Riferimenti normativi
La normativa di riferimento dei prodotti fitosa-
nitari è stabilita dal D. Lgs. 194/95, dal D.P.R.
290/01, dalla Circolare 30/10/02, applicativa
dell’art. 42 del D.P.R. 290/01, dal Decreto
dell’Assessorato Regionale alla Sanità Sici-
liana del 29/07/03.
Nello specifico, relativamente al rischio chi-
mico per i prodotti fitosanitari si rinvia al D.
Lgs. 65/03.
A causa delle loro proprietà fisico-chimiche e
tossicologiche e a causa delle peculiari
modalità di impiego (irrorazione), gran parte
dei prodotti fitosanitari sono classificati come
pericolosi ai sensi degli artt. 3-4 del D. Lgs.
65/03; inoltre, gran parte dei prodotti fitosa-
nitari, essendo agenti chimici, rientrano
nell’ambito applicativo del D. Lgs. 25/02, che
ha modificato il D. Lgs. 626/94 (titolo VII bis
Fanno, inoltre, parte dei prodotti fito- “protezione da agenti chimici”).
sanitari: Il D. Lgs. n. 25/02 recepisce una norma
comunitaria europea, che stabilisce i requisiti
1. le sostanze e i prodotti volti a proteggere minimi per la protezione dei lavoratori dai rischi
le piante ornamentali, i fiori da balcone, da chimici presenti sul luogo di lavoro. Le nuove
appartamento e da giardino domestico, che norme si applicano a tutti i luoghi di lavoro
hanno attività acaricida, battericida, fun- dove sono presenti agenti chimici pericolosi,
3
come definiti dai D. Lgs. n. 52/97 (sostanze) sul luogo di lavoro, compresi gli agenti
e D. Lgs. n. 285/98 (preparati). chimici cui è stato assegnato un
In particolare, sono compresi negli agenti valore limite di esposizione.
chimici pericolosi:
• quelli classificati come sostanze perico- Le attività rientranti nel decreto sono tutte
lose (D. Lgs. 03/02/1997 n. 52), escluse quelle in cui gli agenti chimici sono utilizzati
le sostanze pericolose solo per (o in cui se ne prevede l’utilizzo). A riguardo
l’ambiente; il decreto impone di prendere in esame ogni
• quelli classificati come preparati peri- tipo di procedimento, compresi la produzione,
colosi (D. Lgs. 16/07/1998 n. 285); la manipolazione, l’immagazzinamento, il
• tutti gli agenti chimici che, pur non trasporto o l’eliminazione ed il trattamento
essendo classificati come pericolosi, dei rifiuti.
possono comportare un rischio per la
sicurezza e la salute dei lavoratori a
causa delle loro proprietà chimiche,
chimico-fisiche o tossicologiche e del
modo in cui sono utilizzati o presenti

Fig. 2

Cap. 1 - I Prodotti Fitosanitari


CAPITOLO 2
Proprietà chimico fisiche
5
CAPITOLO 2

PROPRIETÀ CHIMICO FISICHE

COMPOSIZIONE

l Prodotto Fitosanitario, formulato o 8. Diluenti inerti: facilitano la distribuzione


preparato, è una miscela o una soluzione del prodotto soprattutto quando la per-
costituita da due o più sostanze, delle centuale di principio attivo in un formu-
quali almeno una è la sostanza attiva, lato in polvere è molto bassa (es.
le altre sono i coadiuvanti e i coformulanti: bentonite, talco, caolino, silicati sin-
tetici, etc.).
• SOSTANZE ATTIVE: Sono le sostanze
tossiche che a seconda delle caratteristiche • COFORMULANTI: sono costituiti di
chimico-fisiche e della loro concentrazione solventi e diluenti che servono a solu-
presente nel prodotto fitosanitario, concorrono bilizzare la sostanza attiva o a ridurne
a determinarne il livello di tossicità. la concentrazione, completando, così,
l’azione del prodotto fitosanitario.
• COADIUVANTI: sono le sostanze che
CLASSIFICAZIONE IN BASE AL CAMPO DI
completano o rafforzano l’azione del prodotto
IMPIEGO
fitosanitario: vi appartengono tutte quelle
sostanze che migliorano l’azione del principio
I prodotti fitosanitari vengono distinti in:
attivo, favorendone la regolare distribuzione
e la persistenza. Si suddividono in: • ANTIPARASSITARI:
1. Tensioattivi: riducono la tensione su- 1. INSETTICIDI: combattono gli insetti
perficiale delle miscele. dannosi per le piante quali gli afidi, le
2. Emulsionanti: migliorano la dispersio- tignole, le cocciniglie, etc:
ne di un liquido in un altro.
3. Bagnanti: migliorano l’uniformità di ◊ composti organici del fosforo;
distribuzione sugli organi trattati. ◊ composti carbammici;
4. Adesivanti: migliorano il contatto tra ◊ composti organoclorurati;
la soluzione irrorata e la superficie ◊ composti piretroidi;
vegetale e quindi aumentano la persi- ◊ composti di origine vegetale.
stenza del prodotto fitosanitario.
5. Umettanti: rallentano l’evaporazione 2. BATTERICIDI: agiscono contro i batteri
della soluzione antiparassitaria, au- che causano malattie, quali le batteriosi
mentando anch’essi la persistenza del pomodoro, della vite, dei fruttiferi.
del prodotto fitosanitario.
6. Sinergizzanti: esaltano l’azione del 3. FUNGICIDI O ANTICRITTOGAMICI:
principio attivo. combattono malattie causate da funghi,
7. Propellenti: sono vettori di prodotti come la ticchiolatura, la peronospera,
aerosol e ne facilitano l’uscita dal l’oidiobotrite, etc…
contenitore.

Cap. 2 - Proprietà
6
Tra questi i più usati sono: • FISIOFARMACI: sono quei prodotti in gra-
1. Dinitrofenoli; do di prevenire o curare le alterazioni delle
2. Derivati dell’acido tio-carbammico; piante dovute a carenze o ad eccessi di
3. Composti del rame; elementi nutritivi, a ristagni idrici, a problemi
4. Zolfo ed anidride solforosa. nella fase di conservazione in frigorifero
delle derrate, a ferite provocate con mezzi
4. ACARICIDI: combattono gli acari e gli meccanici, ad effetti determinati da sostanze
eriofidi come il ragnetto rosso, il ragnetto chimiche presenti nell’ambiente, a varia-
giallo, l’eriofide etc…. zioni climatiche impreviste.

5. NEMATOCIDI: combattono i nematodi. • REPELLENTI: sono dei prodotti che, per il


loro particolare odore, colore, sapore, sono
6. LIMACIDI o MOLLUSCHICIDI: agisco- in grado di respingere determinati animali
no contro le lumache con guscio (chioc- nocivi (uccelli, topi, talpe ecc.).
ciole) e senza guscio (limacce). • MODIFICATORI DEL COMPORTAMEN-
TO: sono quei prodotti atti a modificare il
7. RODENTICIDI: agiscono contro i rodi- comportamento degli insetti (es. trappole
tori (topi, talpe…). sessuali, alimentari e colorate).
• PRODOTTI NATURALI: i prodotti naturali
• DISERBANTI: controllano o limitano la sono sostanze di origine naturale (minerale,
crescita di erbe infestanti; si suddividono vegetale o animale) con proprietà fito-
in: iatriche impiegabili nella difesa delle pian-
te.
1. Erbicidi di contatto o disseccanti.
2. Erbicidi sistemici o per traslocazione
che, penetrando nei tessuti vegetali, CLASSIFICAZIONE IN BASE AL TEMPO DI
inibiscono le funzioni naturali delle PERSISTENZA
piante.
3. Erbicidi ad effetto prolungato (antiger- Un importante parametro che differen-
minello) che, permanendo nel terreno, zia i vari prodotti fitosanitari esistenti è il tempo
impediscono la nascita di nuove erbe di persistenza, ovvero il tempo che il prodotto
infestanti. fitosanitario impiega, una volta che è stato
applicato sul vegetale, per degradarsi e
• DEFOGLIANTI quindi per non essere più rintracciabile nei
vari substrati. I prodotti fitosanitari non
persistenti, infatti, sono composti rapidamente
• REGOLATORI DELLO SVILUPPO biodegradabili, mentre i prodotti fitosanitari
VEGETALE (fitoregolatori): persistenti sono composti che è possibile
si suddividono in: ritrovare nell’ambiente per periodi di tempo
relativamente lunghi. È facile intuire come
1. Nanizzanti: ostacolano la crescita la determinazione del tempo di persistenza
delle piante. di un prodotto fitosanitario sia importante
2. Alleganti: favoriscono l’allegagione per stabilire l’intervallo di sicurezza, ossia
di frutti. il tempo che deve intercorrere tra l’ultimo
3. Cascolanti: facilitano la raccolta dei trattamento e la raccolta. Detta persistenza
frutti. dipende da molti fattori: il tipo di suolo,
4. Diradanti: favoriscono il diradamento l’umidità, il pH e l’estensione delle colture,
di frutti.
7
ed in base ad essa i prodotti fitosanitari tossicologiche (I-II-III-IV classe).
vengono distinti nelle categorie elencate La normativa attuale, che ha recepito
nella tabella 1: direttive europee, valuta il problema in
un’ottica più globale,
prendendo in conside-
razione anche la tossicità
Composti non Composti Composti Composti cronica, l’impatto
CATEGORIA persistenti moderatamente persistenti permanenti sull’ambiente, la persi-
persistenti
stenza, l’eventuale pre-
senza di residui nei
degradano a prodotti vegetali destinati
da 1 a 12 da 1 a 18 mesi da 2 a 5 anni residuo
DURATA ATTIVITÀ settimane permanente
al consumo; prende
anche in considerazione
l’eventuale tossicità di
contengono
mercurio, eventuali prodotti coa-
TIPO DI COMPOSTI organofosforici carbammati organoclorurati diuvanti e coformulanti
arsenico,
piombo che possono concorrere
ad aumentare il rischio
di tossicità, nonché il tipo
Classi di Pericolosità dei Prodotti Fitosanitari
di formulazione con cui
il prodotto viene im-
messo in commercio.
Nuova Simbolo Vecchia Per questo motivo i
Classificazione classificazione prodotti che contengono
la stessa sostanza attiva
Molto
possono essere classi-
Tossico (T+) I Classe ficati in maniera diffe-
Tossico (T)
rente. La classificazione
dei prodotti fitosanitari è
Nocivo (Xn) II Classe stata stabilita dall’ormai
abrogato D.P.R. 24
maggio 1988, n° 223,
III Classe oggi sostituito dal D. Lgs.
Irritante (Xi)
IV Classe 65/03 (vedi Tab. 2).
Non “Attenzione III Classe
manipolare Nelle etichette si
classificato con prudenza” IV Classe possono trovare anche i
simboli relativi a rischi di
Tab. 2 tipo fisico-chimico, relativi
all’infiammabilità (F ed
F+), alla corrosività (C), alla possibilità di
CLASSIFICAZIONE TOSSICOLOGICA deflagrazione (E), etc. E’ importante cono-
scere queste caratteristiche per il corretto
Fino a pochi anni fa la classificazione, immagazzinamento, in quanto alcuni prodotti
prevista dal D.P.R. 1255/68, era basata prin- possono autoincendiarsi e molti possono
cipalmente sulla valutazione della tossicità bruciare se innescati. Comunque i parametri
acuta della sola sostanza attiva nei confronti principali di classificazione della sostanza
dell’uomo e suddivideva i prodotti in 4 classi rimangono la “dose letale 50” (DL50) per i

Cap. 2 - Proprietà
8
prodotti fitosanitari sotto forma di polvere che a. Polvere bagnabile: formulazione polve-
possono essere assorbiti attraverso la pelle o rulenta che viene applicata dopo essere
ingeriti e la “concentrazione letale 50” (CL50) stata dispersa in acqua fino a formare
per i prodotti fitosanitari sotto forma di aerosol, una sospensione. Essa, può essere
vapori, liquidi e polveri con diametro inferiore costituita sia da un principio attivo
a 50 micron, che possono essere assorbiti per solido insolubile in acqua, finemente
inalazione. macinato, con l'aggiunta di ausiliari
DL50 e CL50 indicano la dose suffi- di formulazione, in genere idroso-
ciente ad uccidere il 50% degli animali trattati spensibili, sia da un principio attivo
e si esprimono in milligrammi di principio liquido, fatto assorbire da ausiliari di
attivo per ogni chilogrammo di peso corporeo formulazione macinati finemente. In
della specie di animale trattato (ratto, topo, ambedue i casi viene poi aggiunta
coniglio, cane). una quota di sostanze tensioattive.

TIPI DI FORMULAZIONE b. Polvere solubile: formulazione polve-


rulenta che viene applicata, dopo dis-
I prodotti fitosanitari si possono tro- soluzione in acqua, sotto forma di so-
vare in varie formulazioni: luzione diluita stabile. È formata da un
principio attivo solubile in acqua, ad-
1. FORMULATI PER TRATTAMENTO A dizionato, eventualmente, a covettori
SECCO (prodotti fitosanitari che non idrosolubili.
hanno bisogno di acqua per la loro
distribuzione): c. Emulsione in acqua: formulazione per
trattamenti liquidi, in genere oleosa,
a. Polvere secca: formulazione per tratta- costituita da un principio attivo, liquido
menti a secco costituita, in genere, da o solido, insolubile in acqua, solubiliz-
una miscela della sostanza attiva con zato in un covettore oleoso e con
polveri minerali insolubili in acqua. A l'addizione di una sostanza tensioattiva
seconda delle dimensioni (diametro) e di piccole quantità d'acqua.
delle particelle, si possono avere polveri
grosse (150-250 micron), polveri fini d. Flowable: sono sospensioni stabili co-
(50-150 micron), polveri finissime (< 50 stituite da un principio attivo finemente
micron). suddiviso e disperso in un veicolo ac-
quoso. Vengono indicati anche con i
b. Granuli: formulazione solida scorrevole termini di pasta fluida, pasta liquida,
pronta per l'uso, che si presenta sotto sospensione concentrata, pasta colloi-
forma di particelle di dimensioni finite. dale (nel caso le particelle costituenti
A seconda delle dimensioni (diametro) abbiano dimensioni inferiori al micron).
delle particelle, si possono avere ma- Rispetto alle polveri bagnabili eviden-
crogranuli (1180-2360 micron), granuli ziano parecchie caratteristiche differen-
fini (600-1180 micron) e microgranuli ziali, quali: facilità di dispersione in
(250-600 micron). acqua (non necessitano di prepara-
zione preliminare) per la presenza di
2. FORMULATI PER TRATTAMENTI LI- particelle molto fini; migliore sospen-
QUIDI (prodotti fitosanitari diluiti in sività, uniformità e stabilità della pol-
acqua al momento dell’applicazione tiglia; più uniformità di copertura della
in campo): vegetazione e del terreno; maggiore
persistenza e resistenza al dilava-
9
mento; non danno luogo alla forma- 3. FORMULATI PER TRATTAMENTI FU-
zione di polvere; si prestano meglio MIGANTI: La sostanza attiva esercita
ad essere impiegate con attrezzature l’azione tossica sotto forma di vapore
a bassissimo e ultrabasso volume. o gas, e non ha bisogno di vettore in
quanto le caratteristiche fisiche ne ga-
e. Microincapsulato: è una tecnica for- rantiscono una distribuzione uniforme;
mulativa sofisticata con la quale un per lo più questi interventi sono effettuati
prodotto fitosanitario viene racchiuso in ambienti chiusi e controllati quali:
in microsfere (capsule) disperse in magazzini, serre, etc….
acqua e senza solventi; tali capsule Le ditte che eseguono gli interventi
hanno un diametro medio inferiore a fumiganti devono essere preventiva-
10 micron. Le microsfere, quando la mente autorizzate dalla questura terri-
fase acquosa che le circonda evapo- torialmente competente.
ra, diffondono il principio attivo attra-
verso la parete della capsula ricopren- 4. ESCHE ALIMENTARI AVVELENATE:
do la superficie esterna con piccole Sono costituite da sostanze attrattive,
quantità di prodotto fitosanitario; ap- quali crusca, risina, granelle varie, unite
pena questo si dissipa, altra sostanza a sostanze attive, e distribuite nel terreno
attiva si diffonde dalla parete per per contrastare l’azione dannosa di rodi-
sostituirlo, sino ad esaurimento. I tori, lumache, limacce, insetti terricoli,
vantaggi del microincapsulato posso- etc…
no essere così riassunti: maggiore
efficacia e persistenza; riduzione della 5. ESCHE PROTEICHE: Sono costituite da
tossicità; riduzione della volatilità e una sostanza attrattiva a base di proteine
della migrazione nel suolo; maggiore idrolizzate con aggiunta di un insetticida
(esca proteica avvelenata); il loro impiego
selettività (non contenendo emulsio-
diventa vantaggioso poiché consentono
nanti) per le colture; perfetta adesio-
di attrarre alcuni ditteri (mosche dell’ulivo
ne, per manifestazione di attività elet-
e della frutta), e di trattare solamente
trostatica, alle superfici trattate.
una parte delle piante di un’azienda o
solo parte di una pianta, con notevole
f. Sacchetti idrosolubili: formulazioni non
risparmio di prodotto e minore incidenza
preparate dall’operatore, ma utilizzate
sull’impatto ambientale. Comunque per
con tutto il loro contenitore che poi si
essere efficaci le esche proteiche avve-
discioglierà nell’acqua; quindi sono
lenate devono essere utilizzate su vaste
senz’altro più sicure per gli operatori. superfici, oppure in aziende isolate e/o
non confinanti con altre colture simili.
g. Aerosol: sono costituiti da particelle
microscopiche sospese in gas. 6. ENDOTERAPIA: Alcuni prodotti fitosani-
tari possono essere appositamente pre-
h. Concentrati emulsionabili: La formula- parati in modo da distribuirsi facilmente
zione è costituita da una sostanza nella linfa all’interno dei vasi.
attiva sciolta in una miscela di solventi Distinguiamo:
organici, insieme ad uno o più tensio- -Iniezioni a pressione: Il prodotto fito-
attivi. Prima della sua distribuzione, sanitario viene introdotto forzatamente
il preparato deve essere diluito in nell’albero.
acqua per formare così un’emul- -Iniezioni ad assorbimento naturale:Il
sione stabile. prodotto fitosanitario viene assorbito
attivamente dalla pianta.

Cap. 2 - Proprietà
CAPITOLO 3
Norme per la corretta vendita, acquisto,
uso e conservazione dei prodotti fitosanitari
11
CAPITOLO 3

NORME PER LA CORRETTA VENDITA, ACQUISTO,


USO E CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI

D.A. Sanità Regione Sicilia 29/07/03 sanitari addetti alla vigilanza;


(Norme procedurali e direttive in materia - all’art. 42, l’individuazione dell’autorità
di prodotti fitosanitari di attuazione del regionale per i flussi informativi;
D.P.R. n. 290/2001) TRATTO DALLA
G.U.R.S. PARTE PRIMA N. 38 DEL Ravvisata la necessità di individuare gli uffici
29/08/2003 e/o organi competenti a:

- il rilascio delle autorizzazioni al commercio


L’ISPETTORE GENERALE e alla vendita nonché all’istituzione e alla
DELL’ISPETTORATO REGIONALE gestione di locali per la vendita di prodotti
SANITARIO fitosanitari e di coadiuvanti di prodotti
fitosanitari;
isto lo Statuto della Regione; - il rilascio del certificato di abilitazione alla
Visto il D.P.R. 23 aprile 2001, n. 290 vendita;
e successive modifiche; - il rilascio dell’autorizzazione all’acquisto
per l’uso di prodotti fitosanitari e loro
Considerato che il precitato D.P.R. n. 290/01 coadiuvanti;
demanda alle Regioni: - l’organizzazione dei corsi di aggiornamen-
to;
- agli artt. 21 e 22, l’individuazione degli - la vigilanza per l’applicazione del D.P.R.
uffici preposti al rilascio dell’autorizzazione n. 290/01;
alla commercializzazione e alla vendita - la gestione dei flussi informativi;
di prodotti fitosanitari e di coadiuvanti di Ravvisata, altresì, la necessità di definire le
prodotti fitosanitari e l’emanazione delle relative procedure e gli altri adempimenti di
relative norme procedurali; competenza regionale in materia;
- all’art. 23, l’individuazione degli uffici Viste le indicazioni emerse in seno al tavolo
preposti al rilascio del certificato di abilita- tecnico istituito dalla direzione generale
zione alla vendita; dell’Ispettorato regionale sanitario;
- agli artt. 25 e 26, l’individuazione degli Vista la legge 30 aprile 1962, n. 283;
uffici preposti al rilascio dell’autorizzazione Vista la legge 23 dicembre 1978, n. 833;
all’acquisto per l’uso di prodotti fitosanitari Visto il decreto legislativo 31 marzo 1998,
e di coadiuvanti di prodotti fitosanitari e n. 114;
delle relative norme procedurali; Vista la legge regionale 22 dicembre 1999,
- all’art. 27, l’organizzazione dei corsi di n. 28;
aggiornamento ai fini del conseguimento Vista la circolare del 30 ottobre 2002 del
del certificato di abilitazione alla vendita Ministero delle politiche agricole e forestali;
e dell’autorizzazione all’acquisto per l’uso Vista la circolare n. 318 del 10 dicembre
dei prodotti fitosanitari; 2002 dell’Assessorato regionale
- all’art. 29, l’individuazione degli organi dell’agricoltura e delle foreste;

Cap. 3 - Norme
12
Decreta: f) ricevuta di versamento all’azienda unità
sanitaria locale della somma prevista
Art.1 dal tariffario regionale;
Autorizzazione al commercio e alla vendita g) marca da bollo da apporre sulla
nonché all’istituzione e alla gestione di locali autorizzazione richiesta;
di commercio e vendita di prodotti fitosanitari h) autocertificazione sul possesso dei
e di coadiuvanti di prodotti fitosanitari – requisiti di cui al D. Lgs. 31 marzo 1998
Rilascio autorizzazione (ex art. 21 e 22 n. 114.
D.P.R. n. 290/01)
3) Il richiedente prepone a ciascun deposito o
1) La persona titolare di un’impresa commer- locale di vendita un institore o un procuratore
ciale o la società che intende commercia- o una persona maggiorenne, per la gestione
lizzare prodotti fitosanitari o coadiuvanti dello stesso, salva la facoltà del titolare
di prodotti fitosanitari presenta domanda dell’impresa, se si tratta di persona fisica,
al SINDACO del comune ove è ubicata di assumere personalmente la gestione
la struttura. della struttura. In ogni caso, tali soggetti
devono essere in possesso del certificato
2) La richiesta va presentata in carta legale e di abilitazione alla vendita di cui all’art.
conforme al modello riportato nell’allegato 23 del D.P.R. n. 290/01. Il sindaco, definita
1 alle presenti procedure, allegando in l’istruttoria amministrativa, trasmette copia
triplice copia: dell’istanza e di tutta la documentazione
a) copia dell’istanza in carta semplice; di cui al punto 2 del presente articolo al
b) pianta in scala non inferiore a 1:100 SIAN (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizio-
del locale adibito al commercio, alla ne) dell’AUSL competente per territorio.
vendita e al deposito dei prodotti fito-
sanitari e dei coadiuvanti dei prodotti 4) Il SIAN, entro 30 giorni dal ricevimento della
fitosanitari, datata e firmata da tecnico pratica, effettua il sopralluogo, verificando
abilitato e dal richiedente; le caratteristiche igienico-sanitarie dei locali
c) relazione tecnica descrittiva, datata e e trasmettendo il relativo certificato di ido-
firmata da tecnico abilitato, circa la neità sanitaria.
disposizione dei locali, con riferimento
alle caratteristiche igienico-sanitarie 5) Il sindaco, entro 30 giorni dal ricevimento
relative al sistema di aerazione, alle del suddetto certificato di idoneità sanitaria,
misure di contenimento in caso di fuo- provvederà al rilascio della relativa auto-
riuscita accidentale dei prodotti, allo rizzazione.
stoccaggio, all’impermeabilità di pavi-
menti e pareti, ai servizi igienici e alle 6) L’autorizzazione deve contenere:
misure di protezione individuale a cor- a) nome e cognome del titolare dell’impresa,
redo del locale; se si tratta di persona fisica; sede
d) dichiarazione, con firma autenticata ai dell’impresa o ragione o denominazio-
sensi di legge, di assunzione ne sociale e sede legale, se si tratta di
dell’incarico di institore o di procuratore società;
o di persona preposta alla gestione del b) indicazione dell’ubicazione del deposito
locale; o locale destinato alla vendita per il
e) copia autenticata del certificato di abi- quale viene rilasciata l’autorizzazione;
litazione alla vendita del titolare o c) nome, cognome e indirizzo dell’institore
dell’institore o del procuratore o della o del procuratore o di chi è preposto
persona preposta alla vendita; dal titolare alla vendita;
13
d) classificazione dei prodotti fitosanitari inserisce la struttura autorizzata in un ap-
e dei coadiuvanti di prodotti fitosanitari posito elenco, che al SIAN e all'Agenzia
di cui viene esercitato il commercio; regionale protezione ambientale (ARPA)
e) eventuali condizioni particolari per la per gli aspetti di competenza in tema di
detenzione e la vendita alle quali possa vigilanza.
essere vincolata l’autorizzazione, in
relazione alla specifica situazione dei 9) Qualsiasi variazione di titolarità e/o prepo-
locali e delle rispettive attrezzature. sizione alla gestione della vendita e del
Potrà essere consentita l'eventuale commercio o variazione della sede legale
vendita negli stessi locali di additivi dovrà essere preventivamente comunica-
alimentari, a condizione che vengano ta al sindaco che ha rilasciato
individuate e utilizzate aree delimitate, l'autorizzazione, il quale procederà con
con armadi o vetrine a tenuta, netta- atto formale a tali variazioni, dandone
mente separate dai prodotti fitosanitari comunicazione agli organi di cui al prece-
ed espressamente indicate in planime- dente punto 8.
tria e descritte nella relazione tecnica.
10) Le richieste di modifiche ai locali, corredate
7) Le autorizzazioni rilasciate non sostituiscono dalla precedente autorizzazione e da pla-
i provvedimenti previsti dal decreto legisla- nimetria in scala 1:100 e relazione tecnica
tivo 31 marzo 1998 n. 114, recepito con descrittiva, datate e firmate da tecnico
legge regionale 22 dicembre 1999 n. 28. abilitato, dovranno essere preventivamente
trasmesse al sindaco, il quale, definita
8) Il sindaco trasmette copia dell'autorizzazione l'istruttoria amministrativa, provvederà ad
rilasciata sia al dipartimento Ispettorato inviarle al SIAN competente per
regionale sanitario (IRS) - servizio 1, il quale l'acquisizione di un nuovo certificato di
idoneità sanitaria del locale, seguendo
le modalità procedurali già previste per
l'autorizzazione sanitaria e per le comu-
nicazioni agli organi di cui al precedente
punto 8.

11) Per quanto attiene i depositi di smistamento


delle aziende autorizzate a produrre prodotti
fitosanitari e loro coadiuvanti, ove non si
effettuano vendite, le stesse aziende auto-
rizzate notificano al sindaco, al SIAN e
all'ARPA territorialmente competenti, per
gli aspetti relativi alle proprie attribuzioni,
l'esistenza e l'ubicazione del deposito, con
la precisazione che in esso non si effettuano
vendite dirette agli utilizzatori di prodotti
fitosanitari e di coadiuvanti di prodotti fito-
sanitari ed hanno l'obbligo di tenere a di-
sposizione presso il deposito stesso la
documentazione inerente al carico ed allo
scarico dei prodotti ivi depositati.

Fig. 3 12) I registri o schedari di cui al comma 3

Cap. 3 - Norme
14
dell'art. 24 del D.P.R. n. 290/01 debbono unità sanitaria locale della somma pre-
essere vistati in ogni pagina dal SIAN vista dal tariffario regionale;
dell'Azienda unità sanitaria locale compe- - marca da bollo;
tente per territorio. - due foto formato tessera.

Art. 2 Il SIAN rilascia il certificato di abilitazione,


Certificato di abilitazione alla vendita che deve contenere il nome e cognome, la
(ex art. 23 del D.P.R. n. 290/01) data e il luogo di nascita, la residenza e la
fotografia del richiedente.
Il certificato di abilitazione alla vendita Nelle more dell'emanazione, ai sensi
viene rilasciato dal dipartimento di prevenzione dell'art. 23, comma 6, del D.P.R. n. 290/01,
delle Aziende unità sanitarie locali - servizio del decreto ministeriale di approvazione del
igiene alimenti e nutrizione (SIAN) - alle modello tipo di certificato di abilitazione alla
persone che abbiano compiuto il diciottesimo vendita, le Aziende unità sanitarie locali
anno di età ed abbiano ottenuto una valuta- rilasceranno un certificato conforme al mo-
zione positiva ad un colloquio, sostenuto di dello provvisorio di cui all'allegato 3 alle
fronte alla commissione di cui al successivo presenti procedure.
art. 3, teso ad accertare le conoscenze Il certificato ha validità di cinque anni
dell'interessato sui seguenti argomenti: e alla scadenza viene rinnovato, a richiesta
del titolare, con le stesse modalità previste
a) elementi fondamentali sull'impiego in agri- per il rilascio.
coltura dei prodotti fitosanitari e dei coadiu- Il certificato di abilitazione alla vendita
vanti di prodotti fitosanitari; non sostituisce i provvedimenti previsti dal
decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114.
b) elementi sulla tossicità dei prodotti fitosa- Sono esentati dalla valutazione sopra
nitari e dei coadiuvanti di prodotti fitosa- citata i laureati in scienze agrarie e scienze
nitari e sul loro corretto impiego dal punto forestali (o titolo equipollente), i periti agrari
di vista sanitario; ed agrotecnici, i laureati in chimica, medicina
e chirurgia, medicina veterinaria, scienze
c) nozioni sulle modalità utili e necessarie a biologiche, farmacia, i diplomati in farmacia
prevenire le intossicazioni acute e croni- e i periti chimici.
che derivanti dall'impiego di prodotti fito- Il SIAN comunica al servizio 1 del di-
sanitari e coadiuvanti di prodotti fitosani- partimento Ispettorato regionale sanitario,
tari; entro il 31 gennaio di ogni anno, l'elenco
aggiornato dei titolari di certificato di abilita-
d) nozioni sulla legislazione relativa ai prodotti zione alla vendita.
fitosanitari e ai coadiuvanti di prodotti fito- I rivenditori di commercio e vendita di
sanitari; prodotti fitosanitari e coadiuvanti, già auto-
e) nozioni in materia di tutela dell'ambiente rizzati in base alla precedente normativa, in
dagli inquinamenti. L'interessato presenta attività alla data di entrata in vigore del
domanda al SIAN competente per territo- D.P.R. n. 290/01, entro la data di scadenza
rio in carta legale e conforme al modello del certificato di abilitazione, dovranno par-
riportato nell'allegato 2 alle presenti pro- tecipare ai corsi di aggiornamento obbligatori
cedure, allegando: e sostenere il colloquio di cui al successivo
- attestato di partecipazione ad un corso articolo 3 per l'ottenimento del suddetto
di formazione di cui all'art. 27 del D.P.R. certificato. Nelle more dell'attivazione dei corsi,
n. 290/01; la data di scadenza del certificato di abilitazione
- ricevuta del versamento all'Azienda alla vendita può essere prorogata dall'azienda
15
unità sanitaria locale, su richiesta ambito territoriale si è svolto il corso
dell'interessato, fino allo svolgimento della che l'interessato ha frequentato, entro
prima sessione utile dei colloqui di cui al un anno dalla conclusione del corso
successivo art. 3 e comunque non oltre un stesso.
anno dall'entrata in vigore del presente de-
creto. Art. 4
Corsi di aggiornamento per il rilascio del
Art. 3 certificato di abilitazione alla vendita di
Svolgimento dei colloqui prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti

Ai fini del rilascio dei certificati di abili- La partecipazione ai corsi di aggior-


tazione alla vendita il direttore del diparti- namento di cui all'art. 27 del D.P.R. n. 290/01,
mento di prevenzione dell'azienda sanitaria è obbligatoria ai fini dell'ottenimento del
locale nomina una commissione composta certificato di abilitazione alla vendita di cui
da: all'art. 23 del sopraccitato D.P.R..
- il responsabile del SIAN o un suo dele- I corsi possono essere organizzati
gato, con funzioni di presidente; dai seguenti enti:
- un rappresentante designato dal servizio - dipartimenti di prevenzione delle aziende
fitosanitario regionale (S.F.R.). unità sanitarie locali - SIAN;
- servizio fitosanitario regionale (SFR);
La commissione è integrata da un rap- - servizio regionale assistenza tecnica
presentante del dipartimento ARPA o dell'Assessorato agricoltura;
suo delegato. - ispettorato provinciale agricoltura;
Sulla base del numero di richieste per- - ARPA;
venute al dipartimento di prevenzione - enti di formazione professionale legal-
per il tramite del SIAN, il presidente mente riconosciuti;
convoca la commissione ed organizza - organizzazioni di categoria;
la sessione di colloqui per il rilascio dei anche in associazione tra di loro e comunque
certificati di abilitazione alla vendita, d'intesa con il dipartimento di prevenzione
con cadenza almeno semestrale. dell'Azienda unità sanitaria locale territorial-
Il colloquio va sostenuto, presso la mente competente.
azienda unità sanitaria locale nel cui I corsi dovranno avere una durata
minima di 20 ore. Il pro-
gramma dovrà vertere sulle
materie di cui al precedente
art. 2.
I docenti devono esse-
re laureati in discipline atti-
nenti gli argomenti trattati o
esperti qualificati delle
strutture pubbliche sopra
individuate e non possono
far parte, relativamente al
corso svolto, delle commis-
sioni di cui all'art. 3.
L'ente che organizza il
corso informa il SIAN
Fig. 4 dell'Azienda unità sanitaria

Cap. 3 - Norme
16
locale competente per territorio almeno 30 Art. 5
giorni prima dell'inizio, comunicando: Autorizzazione all'acquisto per l'uso di
- la sede di svolgimento, che deve disporre prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti,
di locali ed attrezzature idonee; classificati molto tossici, tossici o nocivi
- il programma e la durata; (ex artt. 25-26 del D.P.R. n. 290/01)
- l'elenco dei docenti e la relativa qualifica;
- il numero di partecipanti previsto. L'autorizzazione all'acquisto per l' uso
di prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti,
A conclusione del corso, l'ente organiz- classificati molto tossici, tossici o nocivi,
zatore rilascia l'attestato di partecipazione viene rilasciata dall'Ispettorato provinciale
conformemente al modello allegato 4. per l'agricoltura (IPA) competente per terri-
Entro trenta giorni dalla conclusione del torio alle persone che abbiano compiuto il
diciottesimo anno di età
ed abbiano ottenuto una
valutazione positiva ad un
colloquio, sostenuto di
fronte alla commissione di
cui al successivo art. 6,
teso ad accertare le co-
noscenze dell'interessato
sui seguenti argomenti:
a) i pericoli connessi alla
detenzione, conservazione,
manipolazione ed utilizza-
zione dei prodotti fitosanitari
e dei loro coadiuvanti;
b) le modalità per un
corretto uso degli stessi;
c) le misure precauzionali
da adottare e gli elementi
fondamentali per un corretto
impiego di tali prodotti da
un punto di vista sanitario,
agricolo ed ambientale.

Per lo svolgimento del


Fig. 5 colloquio, ai fini del rilascio
della suddetta autorizza-
corso, l'ente organizzatore comunica allo zione (patentino fitosanitario), l'interessato
stesso SIAN l'avvenuto svolgimento e la presenta domanda al competente IPA in
conclusione del corso, trasmettendo altresì carta legale, allegando:
l'elenco dei soggetti che hanno partecipato - attestato di partecipazione ad un corso
al corso, completo dei dati anagrafici. di formazione di cui all' art. 27 del D.P.R.
n. 290/01;
- copia della precedente autorizzazione
(patentino fitosanitario) ove trattasi di
rinnovo;
- due foto formato tessera.
17
L'IPA rilascia l'autorizzazione Art. 7
all'acquisto e all'uso su modello conforme Corsi di aggiornamento per il rilascio
all'allegato 5. L'autorizzazione ha validità di della autorizzazione all' acquisto per l'uso
cinque anni e alla scadenza viene rinnovata, dei prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti
a richiesta dell’interessato, con le stesse
modalità previste per il rilascio. Il programma del corso per il rilascio
Sono esentati dalla valutazione sopra del patentino fitosanitario verrà articolato in
citata i laureati in scienze agrarie o titoli quattro incontri della durata minima com-
equipollenti, i periti agrari, gli agrotecnici. plessiva di 20 ore, vertenti sulle seguenti
I titolari di autorizzazioni all'acquisto, materie:
in attività alla data di entrata in vigore del
D.P.R. n. 290/01, entro la data di scadenza 1) Normative che regolano il rilascio del paten-
dell'autorizzazione dovranno partecipare ai tino fitosanitario (soggetti abilitati al rilascio,
corsi di aggiornamento obbligatori e soste- durata).
nere il colloquio di cui al successivo art. 6 Principali parassiti delle piante (insetti, acari,
per il rinnovo dell'autorizzazione. Nelle more nematodi, batteri, funghi, virus).
dell'attivazione dei corsi la data di scadenza Metodi di difesa (guidata, integrata, biologica
può essere comunque prorogata dall'IPA, e chimica).
su richiesta dell'interessato, fino allo svolgi- Presidi sanitari (antiparassitari, diserbanti,
mento della prima sessione utile di colloqui fumiganti, coadiuvanti, regolatori di cre-
e, comunque, entro e non oltre un anno scita).
dalla data di emanazione del presente de- Meccanismi di azione dei presidi sanitari
creto. (citotropici, traslaminari, sistemici).

Art. 6 2) Tossicità dei presidi sanitari (acuta, cronica).


Svolgimento colloqui per il rilascio Classi tossicologiche (molto tossico, tossico,
dell'autorizzazione all'acquisto per l'uso nocivo).
dei prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti Definizione della dose letale (DL50) e
modalità di calcolo.
Ai fini del rilascio dell'autorizzazione Tempo di carenza o intervallo di sicurezza.
all'acquisto per l'uso dei prodotti fitosanitari Tempo di rientro.
e loro coadiuvanti (patentino fitosanitario), Esatta conoscenza dei prodotti fitosanitari
la commissione istituita presso ogni Ispetto- attraverso le loro etichette (nome com-
rato provinciale all'agricoltura (IPA) è così merciale, principio attivo, classe tossico-
composta: logica, settore di impiego, fitotossicità,
tempo di carenza, ecc.).
- l'ispettore provinciale dell'agricoltura o
suo delegato con qualifica non inferiore 3) Informazioni mediche.
a funzionario nella qualità di presidente; Vie di intossicazione (ingestione, inalazione,
- il direttore del SIAN o suo delegato; contatto).
- il direttore del servizio di prevenzione e Sintomi di intossicazione (perdita di co-
sicurezza negli ambienti di lavoro (SPRE- noscenza, nausea, vomito, diarrea, ecc.).
SAL) o suo delegato; Cenni di pronto soccorso.
- un rappresentante designato dal servizio Prevenzione (mezzi di protezione individua-
regionale dell'assistenza tecnica compe- li) e sicurezza degli operatori.
tente per territorio.
4) Tutela ambientale.
Cenni sul decreto Ronchi.

Cap. 3 - Norme
18
Corretto smaltimento dei rifiuti. Art. 8
Registro dei trattamenti. Flussi informativi: dati di produzione,
Manutenzione delle attrezzature. vendita e utilizzazione
Tarature delle attrezzature. (ex art. 42 del D.P.R. n. 290/01)

I corsi possono essere organizzati I titolari delle autorizzazioni e degli


dai seguenti enti: esercizi di vendita di prodotti fitosanitari e di
coadiuvanti di prodotti fitosanitari trasmetto-
- servizio regionale assistenza tecnica no,entro il 28 febbraio di ogni anno, al dipar-
dell'Assessorato all'agricoltura; timento regionale sanità, per il tramite del
- Ente sviluppo agricolo (ESA); servizio igiene alimenti e nutrizione (SIAN)
- enti di formazione professionale legal- delle singole aziende unità sanitarie locali,
mente riconosciuti; le schede informative sui dati di vendita
- organizzazioni di categoria. recanti le informazioni di cui al comma 2
dell'art. 42 del D.P.R. n. 290/01 ed in con-
L'ente che organizza il corso informa formità alla circolare 30 ottobre 2002, pub-
l'IPA competente per territorio almeno 30 blicata in Gazzetta Ufficiale Repubblica
giorni prima dell'inizio, comunicando: italiana n. 29 del 5 febbraio 2003.

- la sede di svolgimento, che deve disporre I SIAN delle singole aziende unità
di locali ed attrezzature idonee; sanitarie locali dovranno trasmettere i sud-
- il programma e la durata; detti dati, aggregati per tipologia (vendita ed
- l'elenco dei docenti e la relativa qualifica; esportazione), entro trenta giorni all'autorità
- il numero di partecipanti previsto. sanitaria regionale individuata nel diparti-
mento IRS - via M. Vaccaro n. 5 - Palermo,
I docenti devono essere laureati in con le modalità di cui alla precitata circolare
discipline attinenti gli argomenti trattati o 30 ottobre 2002.
esperti qualificati delle strutture pubbliche I dati di vendita relativi all'anno 2002,
sopra individuate, compreso il dipartimento la cui scadenza era prevista per il 28 febbraio
di prevenzione dell'azienda unità sanitaria 2003, qualora giacenti presso diversi uffici
locale. delle aziende unità sanitarie locali e/o presso
I docenti non possono far parte, rela- altri uffici dell'Amministrazione regionale,
tivamente al corso svolto, delle commissioni dovranno afferire entro trenta giorni dalla
di cui all'art. 6. pubblicazione del presente decreto ai rispet-
A conclusione del corso l'ente orga- tivi SIAN, che a loro volta, dopo aggregazione
nizzatore rilascia l'attestato di partecipazione dei dati su supporto magnetico o cartaceo
conforme all'allegato modello 6. dovranno inviarli al dipartimento I.R.S. che
L'ente organizzatore comunica all'IPA provvederà al successivo inoltro al Ministero
l'avvenuto svolgimento e la conclusione del della salute e al Ministero delle politiche
corso, trasmettendo altresì l'elenco dei sog- agricole.
getti che hanno partecipato al corso, com- I SIAN sono altresì incaricati della
pleto dei dati anagrafici. verifica dei registri dei trattamenti previsti
dal comma 3 dell'art. 42 del D.P.R. n. 290/01,
in correlazione ai dati sui flussi di vendita e
nell'ambito dei piani di monitoraggio e di
controllo ufficiale realizzati nel territorio
regionale e per le finalità preventive di com-
petenza in materia di tutela e sicurezza
19
alimentare, segnalando eventuali difformità
all'Assessorato regionale dell'agricoltura
(servizio fitosanitario e servizio agro-
ambientale).

Art. 9
Vigilanza

Per quanto di competenza della Re-


gione, la vigilanza per l'applicazione del
D.P.R. n. 290/01 è affidata ai dipartimenti
di prevenzione delle aziende unità sanitarie
locali, al servizio fitosanitario regionale e
all'ARPA.

Art. 10
Istituzione conferenza di servizio

È istituita presso il dipartimento IRS


una conferenza annuale di servizio tra SIAN,
SFR ed ARPA presieduta dall’ispettore sa-
nitario regionale e/o dal dirigente responsa-
bile del servizio 1, ai fini dell’attività di moni-
toraggio sulla vigilanza in materia di prodotti
fitosanitari nel territorio regionale e di pro-
grammazione e pianificazione della stessa.

Art. 11

Per quanto non espressamente previsto


nel presente decreto si rimanda al D.P.R. del
23 aprile 2001, n. 290.

Art. 12

Il presente decreto verrà inviato alla


Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana
per la pubblicazione in parte I.
Palermo, 29 luglio 2003.

Vedi
Allegati al cap. 3°, nn. 1, 2, 3, 4, 5, 6.

Cap. 3 - Norme
20

ALLEGATO 1

Al Sindaco del Comune di


.................................................................
e, per conoscenza,
al Dipartimento di prevenzione
Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione
Azienda unità sanitaria locale n. .............
..................................................

OGGETTO: D.P.R. 23 aprile 2001, n. 290. art. 21 - Commercio e vendita di prodotti fitosanitari e
coadiuvanti di prodotti fitosanitari e istituzione e gestione di locali per il loro commercio e vendita.
Domanda di autorizzazione.

Il sottoscritto ......................................... nato a..................................... provincia ............ il....................


codice fiscale ....................................................... , in qualità di legale rappresentante della Ditta:
ragione sociale ...............................................
codice fiscale ..................................................
partita I.V.A. ...................................................
con sede legale e/o amministrativa sita in:
comune ............................................... c.a.p. ...........
prov. ...............
indirizzo ...............................................
telefono ............................................... fax ......................................
e sede commerciale sita in (indicare solo se diversa dalla sede legale):
comune ............................................... c.a.p................. prov. ........................
indirizzo ...............................................
telefono ............................................... fax ...................................... ,
chiede
alla S.V., ai sensi della normativa in oggetto, il rilascio dell'autorizzazione per il commercio e la vendita
di prodotti fitosanitari e coadiuvanti di prodotti fitosanitari e l'istituzione e la gestione dei locali per il
commercio e la vendita sopra individuati.
A tal fine allega alla presente la seguente documentazione:
• copia istanza in carta semplice;
• planimetria, in scala non inferiore a 1:100, dei locali per i quali si richiede l'autorizzazione;
• relazione tecnica descrittiva;
• dichiarazione di assunzione dell'incarico, con firma autenticata ai sensi di legge, dell'institore
o del procuratore o della persona preposta alla gestione del locale;
• copia autenticata del certificato di abilitazione alla vendita;
• ricevuta del versamento all'Azienda unità sanitaria locale per i diritti sanitari;
• marca da bollo di valore corrente;
• autocertificazione sul possesso dei requisiti di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114.

...................................... , li .........................
In fede ...............................................
21

ALLEGATO 2

Al Dipartimento di prevenzione
Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione
Azienda unità sanitaria locale n°. ..........
..................................................

OGGETTO: D.P.R. 23 aprile 2001, n. 290. art. 23 - Certificato di abilitazione alla vendita di prodotti
fitosanitari e coadiuvati di prodotti fitosanitari. Domanda di rilascio/rinnovo.

Il sottoscritto ......................................... nato a..................................... provincia ............ il....................


codice fiscale ....................................................... , residente in:
comune ............................................... c.a.p. ............... prov. ........................
indirizzo ...............................................
telefono ............................................... fax ......................................
chiede
ai sensi della normativa in oggetto (barrare la casella che interessa):
[_] Il rilascio; [_] Il rinnovo
del certificato di abilitazione alla vendita di prodotti fitosanitari e coadiuvanti di prodotti fitosanitari.
Si allega alla presente la seguente documentazione:
• attestato di partecipazione ad un corso di formazione di cui all'art. 27 del D.P.R. n. 290/01;
• precedente certificato di abilitazione alla vendita (in caso di rinnovo);
• ricevuta di versamento all'Azienda unità sanitaria locale per i diritti sanitari;
• marca da bollo di valore corrente;
• due foto formato tessera.

...................................... , li .........................
In fede ...............................................

Cap. 3 - Norme
22

ALLEGATO 3

Regione Sicilia
Azienda unità sanitaria locale n. ..........
Dipartimento di prevenzione
Servizio igiene alimenti e nutrizione

ABILITAZIONE ALLA VENDITA DI PRODOTTI FITOSANITARI E COADIUVANTI A PRODOTTI


FITOSANITARI (art. 23 D.P.R. n. 290 del 23 aprile 2001)

Visto l'esito positivo della valutazione, conseguito a conclusione dell'apposito corso previsto
dall'art. 27 del D.P.R. n. 290/2001;
Tenuto conto del requisito posseduto ex art. 23, comma 5, del D.P.R. n. 290;
(barrare una sola casella)
titolo di studio ............................................... (allegare copia autenticata del titolo);
il/la Sig./Sig.ra......................................... nato a..................................... provincia ............ il....................
e residente in via/piazza ....................................................................................................... n. ........
É abilitato/a
alla vendita di prodotti fitosanitari e coadiuvati di prodotti fitosanitari, ai sensi dell'art. 23 del D.P.R. n.
290 del 23 aprile 2001.

Il responsabile del S.I.A.N.

...............................................

...................................... , li .........................

ALLEGATO 4

Ente organizzatore
..............................................................................
(indicare denominazione)

Corso di aggiornamento per il rilascio del certificato di abilitazione alla vendita di prodotti
fitosanitari e loro coadiuvanti (art. 27, D.P.R. n. 290 del 23 aprile 2001).

Si attesta che
il/la sig./sig.ra......................................... nato/a............................................... il .......................
ha frequentato il corso di aggiornamento ai fini del rilascio del certificato di abilitazione alla vendita di
prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti, svolto da questo ente dal ............................. al ……….........................
Il responsabile dell'ente ...............................................

...................................... , li .........................
23
ALLEGATO 5
Ispettorato per l'agricoltura
provincia di
................................................................

Autorizzazione all'acquisto e all'impiego di prodotti fitosanitari classificati molto tossici, tossici


e nocivi e coadiuvanti di prodotti fitosanitari (art. 25 e 26 D.P.R. n. 290 del 23 aprile 2001).

Visto l'esito del colloquio valutativo al termine dell'apposito corso previsto dal D.P.R. n. 290 del
23 aprile 2001, art. 27;
Tenuto conto dei requisiti posseduti in ordine all'esecuzione di cui al comma 6 dell'art. 26 D.P.R.
n. 290 del 23 aprile 2001;
(barrare una sola casella)
titolo di studio ............................................... (allegare copia autenticata del titolo);
si autorizza
il/la sig./sig.ra.................................................. nato/a a ..................................... il .....................
e residente a............................................... in via/piazza........................................... n. .......
all'acquisto e all'impiego di prodotti fitosanitari classificati molto tossici, tossici e nocivi e relativi coadiuvanti,
ai sensi degli artt. 25 e 26 del D.P.R. n. 290/2001.

Il responsabile dell'ispettorato provinciale per l'agricoltura

.............................................

...................................... , li .........................

ALLEGATO 6

Ente organizzatore
..............................................................................
(indicare denominazione)

Corso di aggiornamento per il rilascio dell'autorizzazione all'acquisto per l'uso dei prodotti
fitosanitari e loro coadiuvanti (art. 27, D.P.R. n. 290 del 23 aprile 2001).

Si attesta che
il/la sig./sig.ra................................... nato/a a ................................. il .......................................
ha frequentato il corso di aggiornamento ai fini del rilascio dell'autorizzazione all'acquisto per l'uso dei
prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti, svolto da questo ente dal ......................... al .......................................
Il responsabile dell'ente .............................................

...................................... , li .................................

Cap. 3 - Norme
CAPITOLO 4
Tossicologia umana
25
CAPITOLO 4

TOSSICOLOGIA UMANA

prodotti fitosanitari (molto tossici, tossici, 3. Via digestiva: è una via inusuale; la con-
nocivi) direttamente, o tramite i propri taminazione avviene quando si ingerisce
prodotti di degradazione (metaboliti), accidentalmente il prodotto, o si inghiotte
possono provocare gravi
conseguenze per la salute
dell’uomo o addirittura pro-
vocare la morte
dell’individuo colpito.
Il contatto e/o l’assorbimento
del prodotto può avvenire
tramite tre vie (Fig. 6):

1. Via cutanea: è la più fre-


quente. Ovviamente si
verifica quando non si
indossano, o si indossano
in maniera non corretta,
gli idonei dispositivi di
protezione individuale
(D.P.I.). Il contatto con la Fig. 6
pelle può dare effetti locali
(allergie o arrossamenti cutanei) o effetti la parte (piccola) di prodotto fitosanitario
generali dovuti ad un assorbimento siste- rimasta adesa alle prime vie respiratorie
mico del prodotto. Il caldo e la sudorazio- in seguito ad inalazione.
ne, provocando lo scioglimento dei pro-
dotti polverulenti e la vasodilatazione, L’intossicazione può essere
facilitano il passaggio in circolo della acuta o cronica
sostanza.
1. TOSSICITA’ ACUTA
2. Via respiratoria: spesso le sostanze sono
inodori e quindi non è facile rendersi conto a) DA INSETTICIDI ORGANOFOSFORICI
dell’avvenuta intossicazione; questa si
verifica più facilmente in luoghi chiusi o • Fisiopatologia e meccanismo d’azione:
in presenza di alte concentrazioni di tos-
sico (sostanze molto volatili, nube di irro- L’intossicazione si verifica entro 24
razione…). Per evitare tutto ciò è neces- ore dal contatto con il tossico. Dà sintomi
sario adottare specifiche misure di evidenti e può anche portare alla morte del
prevenzione, utilizzare sempre gli idonei soggetto colpito. Sono maggiormente esposti
D.P.I. e verificare l’efficienza dei filtri. al pericolo i lavoratori addetti alla produzione

Cap. 4 - Tossicologia
26
durante la preparazione del prodotto che Nell’organismo esistono due tipi di
durante la distribuzione. La miscelazione di enzimi colinesterasici:
più prodotti può provocare un potenziamento 1. colinesterasi vera (ad alta specificità); si
dell’azione tossica di ogni singola sostanza trova :
attiva. • nei globuli rossi;
Sull’etichetta sono riportate le patolo- • nel sistema nervoso centrale;
gie causate dal prodotto utilizzato e gli even-
• nei muscoli striati;
tuali antidoti; per questo motivo è fondamen-
tale mostrare l’etichetta al medico in caso • nei surreni;
di incidente. 2. pseudocolinesterasi (a bassa specificità);
Gli insetticidi organofosforici inibisco- si trova :
no l’enzima acetilcolinesterasi (ACHE), pro- • nel plasma;
vocando il blocco della scissione del neuro- • nel miocardio;
trasmettitore acetilcolina a livello del sistema • nel muscolo liscio;
nervoso centrale (SNC) e periferico (SNP), • nella mucosa intestinale;
prolungando la sua azione (vedi Tab. 3):
• nella cute.

MECCANISMO D’AZIONE DELL’INTOSSICAZIONE ACUTA DETERMINATA


DA INSETTICIDI ORGANOFOSFORICI

ACETILCOLINA
(mediatore della trasmissione dell’impulso nervoso
a livello delle sinapsi colinergiche)

(Inibizione dell’enzima ACETILCOLINESTERASI


da parte degli organofosforici) (Degradazione fisiologica
ACETICOLINESTERASI)

Accumulo di ACETILCOLINA
COLINA + AC. ACETICO
a livello delle:

fibre pre-gangliari simpatiche


fibre pre- e post-gangliari parasimpatiche
Tab. 3 placche neuromuscolari
sistema nervoso centrale
27
• Sintomatologia: ganofosforici dipendano in massima parte
dalla inibizione dell’acetilcolinesterasi (enzi-
Gli esteri organofosforici sono dotati di ma deputato alla scissione dell’acetilcolina
elevata tossicità acuta . Una loro suddivisione dal suo recettore) o, per alcuni composti,
in tre gruppi è stata proposta in relazione al anche da una attività colinomimetica diretta,
grado di tossicità, valutato in base ai relativi che ha il medesimo risultato finale di indurre
valori di DL50. una abnorme stimolazione dei recettori co-
Il grado di tossicità di un prodotto fitosa- linergici.
nitario viene espresso con il simbolo DL50 Gli effetti di una intossicazione acuta da
(dose letale 50). Tale simbolo sta ad indicare organofosforici sono quindi determinati
la dose minima di principio attivo che nelle dall’accumulo di acetilcolina a livello delle
prove di laboratorio riesce ad uccidere il terminazioni colinergiche manifestandosi
50% degli animali da esperimento sottoposti attraverso segni e sintomi riferibili ai vari
all’azione del prodotto fitosanitario. La DL50 organi ed apparati. I segni e i sintomi
si esprime in mg del principio attivo in prova dell’intossicazione acuta compaiono da 2 a
per kg di peso corporeo dell’animale soggetto 24 ore dopo l’esposizione, in rapporto alla
alla prova. dose assunta, alla via di assorbimento e alle
Si ritiene che i segni e i sintomi che caratteristiche tossicocinetiche del composto
caratterizzano l’intossicazione acuta da or- (Moretto, 1998) (vedi Tab. 4):

INTOSSICAZIONE ACUTA DA INSETTICIDI ORGANOFOSFORICI

LATENZA COMPARSA SINTOMI


via di assorbimento
(minuti/ore)
variano con:
DURATA SINTOMATOLOGIA
dose assorbita
(1-5 giorni)

GRAVITÀ INTOSSICAZIONE tipo di composto:


affinità per l’acetilcolinesterasi

Tab. 4

Cap. 4 - Tossicologia
28
I primi sintomi a comparire sono quelli principale causa di morte (Namba et al., 1971;
dovuti agli effetti muscarinici. Gli effetti di Lotti, 1991; Cornell University, 2000) (vedi
seconda comparsa sono quelli nicotinici. L’in- Tab. 5):
sufficienza respiratoria acuta rappresenta la

I SEGNI ED I SINTOMI DELL’AVVELENAMENTO


DA INSETTICIDI ANTICOLINESTERASICI
TESSUTO NERVOSO
E RECETTORI INTERESSATI SITI INTERESSATI SEGNI E SINTOMI

Fibre nervose Ghiandole esocrine Aumento salivazione,


autonome parasimpatiche lacrimazione, perspirazione.
post-gangliari Occhi Miosi, ptosi, obnubilamento
(recettori muscarinici) del visus, infezione della
congiuntiva.
Tratto gastrointestin. Nausea, vomito, tensione,
gonfiori e dolori addominali,
diarrea, tenesmo, incontin. fecale.
Apparato respiratorio Eccessive secrezioni bronchiali,
rinorrea, dispnea, edema,
tensione al torace, broncospasmi,
broncocostriz., tosse, bradipnea,
dispnea.
Sist. cardiovascolare Bradicardia, ipotensione.
Vescica Poliuria, incontinenza.

Fibre autonome Sist. cardiovascolare Tachicardia, pallore, ipertensione.


parasimpat. pre-gangliari e
simpat. (recettori nicotinici)

Fibre motorie somatiche Muscoli scheletrici Fascicolazioni muscolari, crampi,


(recettori nicotinici) iporeflessia tendinea, debolezza
muscolare generalizzata nei
muscoli periferici e respiratori,
paralisi e tono flaccido o rigido.
Irrequietezza, tremori, reazioni a
stimoli acustici, labilità emotiva,
atassia.

Cervello Sist. nervoso centr. Sonnolenza, letargia, stanchezza,


(recettori muscarinici e confusione mentale, difficoltà di
nicotinici) concentrazione, emicrania, astenia.
Coma con assenza di riflessi,
tremori.
Respirazione di Cheyne-Stokes,
dispnea, convulsioni, depressione
dei centri respiratori, cianosi.
Tab. 5
29
• Conseguenze a lungo termine so in una forma spastica con contemporanea
dell’intossicazione acuta: accentuazione dei riflessi. Il recupero da
questa condizione può richiedere anni e può
Vari studi hanno indagato le conse- anche non essere completo.
guenze a lungo termine della intossicazione Attualmente si ritiene che il meccanismo
acuta da organofosforici (Savane et al., 1988; molecolare implicato nella neuropatia ritar-
Rosenstock et al., 1991; Steenland et al., 1994; data da organofosforici, si basi sulla intera-
Eyer, 1995; Russo et al., 2000), evidenziando, zione degli organofosforici con una proteina
nei soggetti colpiti, alterazioni neurocomporta- di membrana detta Neuropathy target este-
mentali di lunga durata quali: rase (NTE), presente nell’encefalo, nel
midollo spinale e negli assoni lunghi dei
1. difficoltà di concentrazione; neuroni periferici. Pare che la suddetta inte-
2. diminuzione dell’attenzione; razione sia responsabile dell’invecchiamento
3. riduzione della velocità di acquisizione precoce della proteina di membrana (Glynn
e gestione delle informazioni e della et al., 1999; Atkins e Glynn, 2000).
efficienza psicomotoria;
4. deficit di memoria; • La sindrome intermedia:
5. depressione;
6. ansia; In alcuni casi, da 24 a 96 ore dopo
7. irritabilità. l’intossicazione acuta, possono manifestarsi
paralisi dei muscoli craniali, respiratori e
Questi effetti potrebbero essere la con- prossimali degli arti. Tale sindrome, detta
seguenza dell’ischemia cerebrale causata intermedia, può persistere anche per molti
dalle convulsioni, dalla insufficienza respira- giorni e non risponde alla terapia con atropina
toria e dalle aritmie cardiache sofferte du- e ossime.
rante la fase acuta dell’intossicazione (Blain, E’ spesso necessario procedere alla
1992). ventilazione assistita per scongiurare il rischio
Alcuni organofosforici sono in grado di morte legato alla depressione respiratoria
di causare effetti neurotossici di tipo ritardato (Senanayakee Karalliedde, 1987; Qin et al.,
(OPIDN, OrganoPhosphate induced delayed 1997). E’ stato ipotizzato che tale sindrome
neuropathy) (Lotti 1992), sotto forma di una sia legata ad una inibizione prolungata
grave polineuropatia periferica non sempre dell’acetilcolinesterasi conseguente sia
reversibile che si manifesta 2 o 3 settimane all’assunzione di alte dosi di organofosforici,
dopo una esposizione acuta agli organofo- sia alla lenta cinetica dei composti che hanno
sforici. causato l’episodio di intossicazione; l’esatto
Il quadro clinico esordisce con: meccanismo molecolare implicato nella pa-
togenesi della sindrome resta, comunque,
1. parestesie; sconosciuto (Moretto, 1998).
2. atassia;
3. astenia degli arti inferiori accompa- • Trattamento:
gnata da riduzione dei riflessi tendinei;
4. contrazioni muscolari involontarie; Lo schema di trattamento dell’intossicazione
5. fascicolazioni muscolari e flaccidità da insetticidi organofosforici, basato sul
alla palpazione dei muscoli. dosaggio della pseudocolinesterasi plasma-
tica, è descritto nella tabella 6:
In casi gravi si ha l’evoluzione verso
una vera e propria paralisi flaccida che nel
corso di settimane o mesi si trasforma spes-

Cap. 4 - Tossicologia
30

CLASSIFICAZIONE E TRATTAMENTO DELL’INTOSSICAZIONE DA


INSETTICIDI ORGANOFOSFORICI SULLA BASE DELLA MISURAZIONE
DEI VALORI DELL’ATTIVITÀ PSEUDOCOLINESTERASICA PLASMATICA
CLASSIFICAZIONE
dell’INTOSSICAZIONE Debole Moderata Severa

ATTIVITÀ dell’ENZIMA 20-50


(% valore normale) 10-20 10

1,0 mg ogni 20’-30’ 5 mg iv(2) ogni 20’-30’


fino alla scomparsa di fino alla scomparsa di
1,0 mg sc(1) sudorazione e sudorazione e
TRATTAMENTO ATROPINA
salivazione e alla salivazione e alla
comparsa di un comparsa di un
leggero rossore e leggero rossore e
midriasi. midriasi.

1,0 g iv come sopra.


1,0 g iv Se non si osserva alcun
per 20-30’ miglioramento, iniziare
l’infusione iv di 0,5 PRALIDOSSIMA (*)
g/ora.
(*) = riattivatore dell’Ache, agisce solo se il legame Ache–organofosforico non è invecchiato
(1) = sottocutanea
(2) = endovena Tab. 6
b) DA INSETTICIDI CARBAMMATI: come anticrittogamici, sono derivati della Di-
tiourea o Ditiocarbammide, nella cui molecola
Per un processo di carbamilazione è presente un -SH legato al radicale Tiocarba-
viene anche in questo caso inibito l’enzima mico. L’idrogeno del solfidrile può essere so-
acetilcolinesterasi; ciò provoca un accumulo stituito da un radicale alchilico, oppure da un
di acetilcolina a livello delle terminazioni metallo come il manganese (Maneb), il sodio
colinergiche. La sintomatologia è sovrappo- (Metam) o lo zinco (Ziram, Propineb). Tutti
nibile a quella dell’intossicazione da organo- questi composti hanno tossicità acuta molto
fosforici, ma l’inibizione dell’enzima Ache è bassa, i loro effetti sono per lo più di tipo
rapidamente reversibile, pertanto si ha: irritativo per la cute e le mucose.
1. comparsa immediata degli effetti (dopo I ditiocarbammati svolgono la loro azione irri-
pochi minuti); tativa a carico delle mucose e della cute e
2. breve durata della sintomatologia; possono provocare disturbi gastroenterici, con
3. la gravità della sintomatologia è inferiore nausea, vomito e diarrea. A seguito di intossi-
a quella provocata dagli organofosforici. cazione sistemica può comparire
Il trattamento degli avvelenamenti da un’insufficienza respiratoria anche grave, tale
insetticidi carbammati si basa sulla sommi- da richiedere un supporto ventilatorio. Casi di
nistrazione di atropina. insufficienza renale sono stati descritti a seguito
di esposizione a Maneb. È importante ricordare
c) DA DITIOCARBAMMATI: che i ditiocarbammati non hanno un’attività
anticolinesterasica come i carbammati.
I Ditiocarbammati, utilizzati in agricoltura
31
d) DA ERBICIDI: dell’uomo di un’ampia varietà di insetti nocivi.
Le stesse proprietà (scarsa volatilità, stabilità
La maggior parte degli erbicidi in chimica, lenta biotrasformazione e degrada-
commercio (glifosati, diserbanti triazinici, zione) che resero questi composti chimici
acetamidi) presentano una bassa tossicità così efficaci come insetticidi, ne determina-
verso i mammiferi (dermatiti da contatto e rono anche la messa al bando a causa della
reazioni allergiche in genere, ben controllate loro persistenza nell’ambiente e della loro
con gli antistaminici), anche se non è stato proprietà di concentrarsi e di bioaccumularsi
ancora stabilito se tali reazioni siano dovute nelle catene alimentari. Nonostante in Nord
all’erbicida stesso o ai solventi, agli emulsio- America ed in Europa sia stato proibito l’uso
nanti o agli altri composti cosiddetti inerti degli insetticidi organoclorurati, questi com-
presenti nelle formulazioni. posti sono molto usati nelle nazioni in via di
Ci sono invece diversi erbicidi, che sviluppo del Terzo Mondo, perché poco
molte nazioni hanno messo al bando o ne costosi e, pertanto, questi insetticidi presen-
hanno severamente ristretto l’uso a causa tano notevole interesse tossicologico.
dell’estremo pericolo dovuto ad esposizione L’organo bersaglio degli insetticidi
professionale e per via dei numerosi decessi organoclorurati è principalmente il SNC, nei
dovuti ad incidenti o suicidi (Campbell, 1968; confronti del quale questi composti esplicano
Davies et al., 1977; Haley, 1979; Tinoco et la loro azione mediante il blocco dell’attività
al., 1993): tra questi una classe di composti del neurotrasmettitore inibitorio acido Y-
che merita particolare attenzione è appunto aminobutirrico o GABA (Eldefrawi et al.,
quella dei derivati bipiridilici, quali il paraquat 1985; Matsumura, 1985), determinando uno
ed il diquat. stato di eccitazione incontrollata. Inoltre,
Questi ultimi possono provocare, l’alta liposolubilità degli organoclorurati fa sì
nell’operatore agricolo, in prevalenza effetti che questi composti si accumulino in tessuti
tossici locali; sopratutto nella forma concen- (fegato, rene, tessuto nervoso e adiposo)
trata, il paraquat causa, quando la barriera ricchi in lipidi, dove possono esercitare effetti
cutanea è intatta, secchezza e fissurazioni tossici o, come nel caso del tessuto adiposo,
delle mani, avvallamento orizzontale delle accumularsi senza recare alcun danno (Dale
unghia, con perdita delle stesse. Il contatto e Quinby, 1963; Davies et al., 1972).I segni
prolungato con la pelle crea ulcerazioni ed e i sintomi d’intossicazione sono tipicamente
abrasioni sufficienti a causare assorbimento quelli di una stimolazione del SNC.
sistemico. L’inalazione prolungata può pro- Il trattamento dell’intossicazione acuta
vocare epistassi. In caso di assorbimento da insetticidi organoclorurati si basa sull’uso
sistemico, il paraquat si concentra prevalen- del diazepam e del fenobarbital, per la loro
temente nel tessuto polmonare (danni che azione anticonvulsivante, e della colestira-
possono portare alla fibrosi), mentre il diquat mina, una resina che si lega con tali composti
dà segni clinici di tossicità al sistema nervoso e ne facilita l’escrezione, avvalendosi della
centrale. loro proprietà di ricircolo enteroepatico.

e) DA INSETTICIDI ORGANOCLORURATI: f) DA INSETTICIDI PIRETROIDI:

Gli insetticidi organoclorurati sono un Nonostante questi insetticidi siano


gruppo eterogeneo di composti che, dalla poco tossici per i mammiferi, il loro uso
metà degli anni sessanta, furono abbondan- all’interno di spazi chiusi e poco ventilati può
temente utilizzati in campo agricolo, nelle essere causa di tossicità per l’uomo. È noto
foreste, nella protezione dagli insetti in am- che l’esposizione al piretro e alle piretrine
biente domestico e nel controllo da parte naturali può causare dermatiti da contatto

Cap. 4 - Tossicologia
32
(McCord et al., 1921), attacchi simili all’asma g) DA INSETTICIDI DI ORIGINE VEGETALE:
e reazioni anafilattiche. I piretroidi sintetici,
invece, presentano una maggiore tossicità. Numerosi agenti di origine vegetale
Un’importante effetto causato dai sono stati impiegati per controllare gli insetti
piretroidi sintetici è rappresentato dalla com- nocivi. Questi composti chimici comprendono
parsa di parestesie cutanee in lavoratori agenti altamente tossici (sia per le specie
agricoli esposti. Le parestesie, probabilmente bersaglio che per quelle non bersaglio), quali
dovute al blocco dei canali del sodio, si la nicotina, e altre sostanze relativamente
sviluppano diverse ore dopo l’esposizione innocue, come la radice di derride.
e si manifestano come una sensazione di La nicotina è estremamente tossica
bruciore alla pelle con comparsa, in alcuni nel ratto (DL50 di circa 50-60 mg/kg). È
casi, di formicolio ed intorpidimento, di durata prontamente assorbita attraverso la cute e
fino a 12-18 ore (Le-Quesne et al., 1980; nel caso di un contatto cutaneo è necessario
Tucker e Flamingan, 1983). lavare immediatamente la parte esposta.
Recenti osservazioni sugli effetti Essa infatti mima l’azione dell’acetilcolina a
nell’uomo sono giunte dalla Repubblica livello di tutte le sinapsi gangliari e delle
Popolare Cinese, dove i piretroidi sono usati giunzioni neuromuscolari, causando fasci-
in larga scala nella coltivazione del cotone colazioni muscolari, convulsioni ed infine la
(Stuart-Harle, 1988; He et al., 1988; 1989). morte per paralisi dei muscoli respiratori.
L’esposizione occupazionale ha causato Il trattamento degli avvelenamenti
vertigini e bruciore, prurito o formicolio alla ricalca quello delle intossicazioni acute da
pelle, esacerbato dal sudore o dal lavaggio anticolinesterasici.
con acqua calda. I segni ed i sintomi sono
scomparsi 24 ore dopo l’esposizione. h) DA DERIVATI CUMARINICI:
La contaminazione degli occhi da
parte di questi composti ha causato dolore, Sono dei composti utilizzati prevalen-
lacrimazione, fotofobia, congestione ed ede- temente come rodenticidi e raramente pro-
ma della congiuntiva e delle palpebre. vocano intossicazione da esposizione pro-
L’ingestione di piretroidi sintetici ha fessionale nell’agricoltore, in quanto l’unica
causato dolori epigastrici, nausea, vomito, modalità di assunzione in grado di provocare
cefalea, vertigini, anoressia, astenia, dispnea, effetti nocivi è quella dell’ingestione acciden-
obnubilamento del visus, parestesie, palpi- tale. I sintomi variano a secondo della dose
tazioni, fascicolazioni nei muscoli degli arti ingerita e sono rappresentati principalmente
e disturbi di coscienza. da emorragie anche gravi che si verificano
In caso di avvelenamento grave, at- in seguito a traumatismi di lieve entità.
tacchi convulsivi della durata di 30-120 se-
condi erano accompagnati da flessione degli i) DA COMPOSTI ORGANOSTANNICI:
arti superiori ed estensione degli arti inferiori
con opistotono e perdita di coscienza. Sono delle sostanze chimiche a base
I segni ed i sintomi da intossicazione di stagno, che in agricoltura vengono utiliz-
acuta sembrano essere reversibili . zate come acaricidi, ratticidi, fungicidi, inset-
Studi in vivo nei mammiferi non hanno ticidi. Esse esercitano la loro tossicità in
fornito importanti informazioni sul meccani- prevalenza sui seguenti organi bersaglio:
smo d’azione di questi composti, motivo per cervello, fegato, sistema immunitario, cute,
cui non esistono protocolli specifici per il occhi, vie respiratorie.
trattamento degli avvelenamenti, che ven- I sintomi principali sono: irritazione cutanea,
gono affrontati con terapie sintomatiche e oculare e delle vie respiratorie, diarrea, dolori
di supporto. addominali; sintomi conseguenti alla neuro-
33
tossicità: mal di testa, nausea, vomito, ver- consigliare i rimedi più appropriati a neu-
tigini e a volte convulsioni e perdita di co- tralizzare o ridurre gli effetti della sostanza
scienza. responsabile dell’avvelenamento.
Al momento del contatto telefonico è ne-
NORME DI PRIMO SOCCORSO cessario essere in possesso della confe-
zione del tossico o, nel caso non sia pos-
Alla comparsa dei primi sintomi di sibile, saper comunicare almeno il suo
intossicazione da prodotti fitosanitari occorre nome commerciale, la quantità approssi-
interrompere immediatamente qualunque mativa di tossico introdotta, il tempo tra-
attività e recarsi o farsi trasportare al più scorso dall’assunzione del veleno, peso ed
vicino Pronto Soccorso, mostrando sempre età del soggetto intossicato, i sintomi ac-
l’etichetta del prodotto che si stava usando. cusati dallo stesso.

Nell’attesa dell’arrivo di un soccorso 2. TOSSICITA’ CRONICA


è importante che chi assiste l’intossicato:
Insorge in seguito all’assorbimento
• lo allontani dal luogo dove si stava effet- ripetuto in piccole dosi e per lunghi periodi
tuando il trattamento, specie se al chiuso, di tempo di sostanze tossiche, che si accu-
sistemandolo in un posto all’ombra e mulano in particolari organi del corpo umano
leggermente ventilato; causando spesso danni irreversibili.
• tolga, con le mani protette, gli indumenti Esiste una soglia di concentrazione
eventualmente contaminati dalla so- che esprime la quantità massima di prodotto
stanza tossica; che, somministrata per un periodo di tempo
che può durare anche tutta la vita, non
• effettui, se il prodotto è venuto a contatto
determina effetti negativi. Viene espressa
con la pelle o con gli occhi, abbondanti
in parti per milione (ppm) e viene chiamata
lavaggi con acqua fresca e pulita;
“no effect level” (NOEL) o dose a nessun
• non somministri rimedi empirici, quali effetto. Al di sopra di questa quantità iniziano
latte o alcolici, che possano favorire a verificarsi delle alterazioni organiche di
l’assorbimento generale del tossico; modesta entità che a lungo andare possono
• se il vomito è spontaneo, posizioni causare danni anche irreversibili
lateralmente l’intossicato (sdraiato su nell’organismo, ovvero la sostanza può ac-
un fianco), per evitare il pericolo di cumularsi in taluni distretti corporei fino a
soffocamento (“posizione laterale di raggiungere la soglia tossica.
sicurezza”); Dividendo il valore del NOEL per un
• pratichi il massaggio cardiaco e/o la fattore di sicurezza, che, a seconda del
respirazione artificiale in caso di arresto profilo tossicologico della sostanza, può
cardiocircolatorio. andare da un minimo di 100 a valori molto
più elevati, si calcola la Dose Giornaliera
È sempre opportuno, dove possibile, Accettabile (DGA o, in inglese, ADI, cioè
riferirsi ad uno dei tanti centri antiveleni Acceptable Daily Intake) espressa in mg/kg
presenti in Italia, elencati nella tabella 7. di peso corporeo dell’operatore.
I centri antiveleni forniscono dei servizi al Per quanto riguarda gli organofosfo-
cittadino ventiquattro ore su ventiquattro rici, un problema ancora dibattuto è se espo-
solo per via telefonica, da consultare al sizioni croniche a basse dosi possano de-
minimo sospetto di avvelenamento. Degli terminare effetti patologici sul sistema
esperti tossicologi risponderanno al telefo- nervoso centrale. Sebbene alcuni studi non
no ed in breve tempo, saranno in grado di abbiano evidenziato alcun danno (Brenner

Cap. 4 - Tossicologia
34
CENTRI ANTIVELENI ACCREDITATI DAL
MINISTERO DELLA SALUTE
per avere accesso all’archivio “Preparati pericolosi” dell’Istituto Superiore di Sanità

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Tab. 7

et al., 1989; Engel et al., 1997), altri hanno ratorio, dell’apparato visivo; tali alterazioni,
messo in evidenza che pazienti esposti a volte irreversibili, possono determinare
possano presentare lievi alterazioni neuro- “malattie professionali”.
logiche, quali allungamento dei tempi di L’I.N.A.I.L. riconosce, per il settore
reazione, tremori, depressione e spossatez- agricolo, ben 27 “Malattie professionali”
za (Beach et al., 1996; Bazylewicz-Walczak (D.P.R. 336/94); 20 di esse sono causate
et al., 1999). I dati disponibili non sono da composti e derivati chimici.
comunque ritenuti sufficienti a trarre conclu- Studi epidemiologici dimostrano,
sioni definitive sul problema (Mearns et al., sulla salute, effetti ben documentati ed effetti
1994; Eyer, 1995; Pesticide News, 1996; da confermare per diversi composti (vedi
Moretto, 1998). tabella 8).

Alterazioni organiche possono manife-


starsi anche a carico del fegato, del cuore,
della tiroide, del sangue, dell’apparato respi-
35

EFFETTI SULLA SALUTE UMANA


DOPO ESPOSIZIONE PROTRATTA A PRODOTTI FITOSANITARI

Composti o classi Effetti documentati Effetti da confermare

Carbammati:
Carbaryl - Aberraz. cromosomiche
- Alteraz. spermatogenesi

Piretroidi sintetici: - Parestesie reversibili


(Cipermetrina, Deltametrina)
Esteri Organofosforici: - Aberrazioni cromosomiche
- Neuropatia ritardata (*)
- Alterazioni del sistema nervoso
centrale
- Linfoma non-Hodgkin

Solfato di rame - Epatopatia

(*) = Documentata solo dopo esposizioni sub-acute od acute.

Tab. 8

Cap. 4 - Tossicologia
CAPITOLO 5
Valutazione dei rischi e sorveglianza sanitaria
37
CAPITOLO 5

VALUTAZIONE DEI RISCHI E SORVEGLIANZA SANITARIA

ra gli obblighi cui è soggetto il datore e la salute dei lavoratori e che le suddette
di lavoro, secondo quanto previsto misure sono sufficienti a ridurre il rischio, non
dall’art. 4 del D. Lgs n. 626/94 e è fatto obbligo al datore di lavoro di applicare
successive modifiche (titolo VII-bis, art. 72- quanto previsto dagli artt. 72-sexies (misure
quater del D. Lgs. n. 626/94, come modificato specifiche di prevenzione e protezione), 72-
dal D. Lgs. n. 25/2002), vige quello di effet- septies (disposizioni in caso di incidenti o di
tuare una corretta valutazione dei rischi per emergenze), 72-decies (sorveglianza sani-
la sicurezza e la salute dei lavoratori, in taria) e 72-undecies (cartelle sanitarie e di
relazione alla propria attività lavorativa e alla rischio).
eventuale presenza di agenti chimici perico- Di qualsiasi entità sia il rischio (mo-
losi sul luogo di lavoro. A tal fine, il datore derato o “non moderato”), rimane comunque
di lavoro è tenuto a prendere in considera- l’obbligo di informare e formare i lavoratori
zione: con modalità proporzionate alla natura e
pericolosità dell’agente chimico utilizzato
a) le proprietà pericolose degli eventuali (art. 72-octies del D. Lgs n. 626/94) e riman-
agenti chimici presenti; gono, altresì, validi i divieti di cui all’art. 72-
b) le informazioni su salute e sicurezza con- novies del medesimo decreto e l’obbligo
tenute nella scheda di sicurezza fornita della consultazione e partecipazione dei
dal produttore o dal fornitore; lavoratori (art. 72-duodecies).
c) il livello, il tipo e la durata dell’esposizione; Per quanto sopra, il datore di lavoro
d) le circostanze di lavoro; dell’azienda agricola ha l’obbligo di effettuare
e) i valori limite di esposizione professionali una dettagliata “valutazione dei rischi” (ai
o biologici (che, a tutt’oggi, per quanto sensi del D. Lgs n. 626/94 così modificato
riguarda i prodotti fitosanitari, non sono dal D. Lgs n. 25/2002), a seguito della quale
stati determinati); le aziende agricole dovranno adoperarsi per
f) gli effetti delle misure preventive e protettive ridurre al minimo l’esposizione a prodotti
adottate o da adottare; fitosanitari. In particolare, nello specifico del
g) le conclusioni tratte da eventuali azioni di comparto agricolo, le misure di prevenzione
sorveglianza sanitaria già intraprese. e protezione generali e specifiche previste
dagli artt. 72-quinquies e 72-sexies del D.
La valutazione dei rischi deve, altresì, Lgs n. 626/94, possono tradursi nel seguente
contenere indicazioni relative alle misure modo:
generali di prevenzione e protezione da
adottare (titolo VII-bis, art. 72-quinquies del • uso di prodotti fitosanitari meno pericolosi;
D. Lgs. n. 626/94). • uso di materiali e attrezzature idonei
Se i risultati della valutazione dei rischi per la miscelazione e per i trattamenti;
dimostrano che, in relazione al tipo e alla
• adozione di procedure di manutenzione
quantità di un agente chimico pericoloso e
scrupolose e ben definite;
alle modalità e frequenza di esposizione a
tale agente presente sul luogo di lavoro, vi • adozione di metodi di lavoro organizzati
è solo un rischio “moderato” per la sicurezza al fine di garantire la sicurezza nella

Cap. 5 - Valutazione rischi


38
manipolazione (miscelazione e irrora- 1) prima di adibire il lavoratore alla mansione
zione), nel deposito e nel trasporto dei specifica (visita preventiva);
prodotti fitosanitari, nonché dei rifiuti 2) periodicamente (con periodicità indicata
provenienti dal loro impiego; dal medico competente), in genere una
• adozione di misure igieniche; volta l’anno;
• adozione di adeguate misure specifiche 3) all’atto della cessazione del rapporto
di protezione collettiva ed individuale; di lavoro.
• sorveglianza sanitaria prescritta dal
Strumento della sorveglianza sanitaria è il
Medico Competente.
monitoraggio biologico, ovvero la valutazione
Il medico competente dell’azienda
dell’esposizione attraverso la misura di una
provvederà ad effettuare le visite preventive
sostanza (xenobiotico) o dei suoi prodotti di
e quelle periodiche a tutti i lavoratori esposti
trasformazione metabolica in compartimenti
a rischio non moderato.
biologici eticamente raggiungubili o attraver-
Le visite preventive hanno lo scopo
so la misura di effetti biologici riferiti alla
di controllare lo stato di salute del lavoratore
sostanza stessa (vedi allegati al cap. 5°, nn.
e verificare la presenza di patologie conge-
1, 2).
nite o di fattori predisponenti che potrebbero
Il monitoraggio biologico, ai sensi dell’art.
accrescere il rischio derivante dall’uso dei
72-decies del D. Lgs n. 626/94, è sempre
prodotti fitosanitari. Inoltre il medico deve
obbligatorio in caso di esposizione ad agenti
essere informato dell’eventuale assunzione,
per i quali è stato fissato un valore limite
sia temporanea che abituale, di farmaci, per
biologico.
evitare sinergie negative con i formulati.
Il datore di lavoro, in base ai risultati di
I requisiti minimi per la protezione dei lavoratori
tale monitoraggio (allegati in forma anonima
contro i rischi per la salute e la sicurezza che
al documento di valutazione dei rischi e comu-
derivano, o possono derivare, dalla presenza
nicati ai rappresentanti per la sicurezza dei
di agenti chimici in ogni attività lavorativa.
lavoratori) e su parere del medico competente,
sono contenuti nel D. Lgs 2 febbraio 2002,
è tenuto ad adottare tutte le misure preven-
n. 25, che ha modificato il titolo VII del D.
tive e protettive necessarie.
Lgs n. 626/94: “Titolo VII – bis PROTEZIO-
A titolo di esempio, il monitoraggio biologico
NE DA AGENTI CHIMICI”.
rivolto agli utilizzatori di prodotti fitosanitari
Fatto salvo l’obbligo, per il datore di
appartenenti alla classe degli organofosforici
lavoro, di effettuare la valutazione dei rischi
e carbammici può essere realizzato tramite
presenti nella propria attività lavorativa e di
il dosaggio:
individuare tutte le misure idonee ad elimi-
nare o a ridurre al minimo i suddetti rischi, • di enzimi con i quali interferiscono gli
le disposizioni relative alla sorveglianza insetticidi organofosforici e carbammici dopo
sanitaria (art. 72-decies) verranno applicate l’assorbimento: ad esempio, l’esposizione
solo nei casi in cui il rischio valutato per la può essere valutata mediante analisi
sicurezza e la salute dei lavoratori risulti dell’attività colinesterasica sia plasmatica
essere “non moderato”. Ciò è quanto ac- che eritrocitaria. La prima è più adatta a
cade in corso di valutazione dei rischi deri- valutare una intossicazione acuta, la se-
vanti da esposizione lavorativa a gran parte conda è più utile per il monitoraggio di
dei prodotti fitosanitari (in particolare esteri esposizioni croniche. Poiché i livelli basali
organofosforici). dell’attività enzimatica variano molto in
La sorveglianza sanitaria (vedi esempi uno stesso individuo e fra individui diversi,
di protocolli in tab. 9), in questo caso viene sarebbe opportuno stabilire tali valori nei
effettuata: soggetti a rischio prima di qualsiasi espo-
sizione professionale agli insetticidi orga-
39
PROTOCOLLI DI SORVEGLIANZA SANITARIA PER LAVORATORI ESPOSTI AI PRODOTTI FITOSANITARI
COMPOSTI ORGANI MONITORAGGIO ESAME: ESAMI: *ESAMI
BERSAGLIO BIOLOGICO PREIMPIEGO CONTROLLI INTEGRATIVI
PERIODICI
Composti cute ACHE(a)/PCHE(b) emocromo emocromo *esami
organofosforici SNC p-nitrofenolo urine funzion. epat. funzion. ep. neurofisiologici e
SNP Alchilfosfati urine funzion. ren. funzion. ren. neurocomporta
ACHE/PCHE m.
Composti cute ACHE/PCHE emocromo emocromo
carbammati SNC 1-naftolo urine funzion. epat. funzion. ep. *esami
SNP 2-isopropoxifenolo funzion. ren. funzion. ren. neurofisiologici
urine ACHE/PCHE
Composti cute CS2 (solfuro di carbonio) patch test° emocromo
ditiocarbammati tiroide nelle urine emocromo funzion. ep.
ETU(etilenttiourea) funzion. epat. funzion. ren.
nelle urine funzion. ren. T3, T4, TSH
T3, T4, TSH
Composti tal quali
Composti cute Metaboliti ciclopropa- emocromo
piretroidi SNC nici funzion. ep. *esami
SNP Metaboliti fenossicar- funzion. ren. neurofisiologici
bossilici
Composti cute emocromo emocromo
triazinici acido cianurico funzion. epat. funzion. ep.
atrazina urine funzion. ren. funzion. ren.
n-dealchilatrazina
Composti coagulazione TP (Tempo di protrombina) emocromo emocromo
derivati
cumarinici fegato protrombina funzion. epat. funzion. epat.
piastrine piastrine
TP TP
protrombina protrombina

Composti cute stagno urine emocromo emocromo


organostannici mucose e sangue funzion. epat. funzion. ep.
app. resp. funzion. ren. funzion. ren.
SNC stagno urine e *spirometria
sangue
spirometria

Composti cute paraquat urine e emocromo emocromo


quaternari mucose sangue funzion. epat. funzion. ep.
dell’ammonio app. resp. diquat urine e sangue funzion. ren. funzion. ren.
spirometria *spirometria
*Rx torace *Rx torace

(*) Accertamenti integrativi utilizzabili in caso di sospetto diagnostico di alterazioni causate dall’esposizione in corso.
(°) In caso di anamnesi positiva per allergie.
(a) Acetilcolinesterasi (b) Pseudocolinesterasi
Tab. 9

Cap. 5 - Valutazione rischi


40
nofosforici o carbammici. In tal modo
un’eventuale intossicazione può essere
rilevata comparando l’attività colinestera-
sica pre-esposizione con i valori riscontrati
nelle successive analisi di controllo. Una
depressione della colinesterasi compresa
tra il 15 e il 25% indica una intossicazione
lieve, dal 25 al 35% una intossicazione mo-
derata, dal 35 al 50% una intossicazione
severa. Nel caso di una diminuizione del
30% al di sotto del valore basale della coli-
nesterasi plasmatica o eritrocitaria, il soggetto
dovrebbe essere allontanato da qualsiasi
tipo di esposizione ai suddetti prodotti fitosa-
nitari fino a quando i valori ematici non si
siano normalizzati (Extonet, 1993; Cornell
University, 2000). Recentemente è stato
proposto un nuovo indicatore biologico di
intossicazione da insetticidi organofosforici
e carbammici: l’attività plasmatica della
beta-glucuronidasi (Beta-G), la quale, poi-
ché aumenta rapidamente in seguito ad
esposizione agli esteri organofosforici, è
ritenuta un indicatore di intossicazione più
sensibile rispetto al test della colinesterasi
ematica (Satoh e Hosokawa, 2000);

• di esteri organofosforici e carbammici


e loro cataboliti nelle urine e nel sangue:
ad esempio, recentemente è stato svilup-
pato un metodo rapido e sensibile per la
determinazione dei livelli ematici degli
esteri organofosforici e degli esteri car-
bammici, mediante gas-cromatografia as-
sociata alla spettrometria di massa (GC-
MS) (Frenzel et al., 2000).
41

Allegato 1
CRITERI PER IL MONITORAGGIO BIOLOGICO
DELL’ESPOSIZIONE PROFESSIONALE A PRODOTTI FITOSANITARI
(Workshop on Pesticides, Amsterdam, 1972)

1° LIVELLO (non effetto) Valori al di sotto dei quali Non necessario alcun intervento
non sono attesi effetti fi-
siologici o biochimici

2° LIVELLO (sorveglianza) Valori ai quali sono pos- Necessario controllo sanitario stretto
sibili effetti minori, non dei lavoratori; necessario esame del
necessariamente specifici luogo e delle condizioni di lavoro per
(es. induzione enzimati- evitare il superamento di questo livello
ca)

3° LIVELLO (intervento) Valori ai quali si osservano Necessario allontanamento


danni minori. Possibili sin- temporaneo dall’esposizione;
tomi lievi di intossicazione necessario esame della situazione
o alterazioni lievi degli lavorativa
esami clinici più sensibili

4° LIVELLO (intervento) Valori che indicano uno Necessario allontanamento


stato di intossicazione in temporaneo dall’esposizione;
atto necessario esame della situazione
lavorativa

Allegato 2

MONITORAGGIO BIOLOGICO DELL’ESPOSIZIONE PROFESSIONALE AI PRODOTTI FITOSANITARI


LIMITI
COMPOSTI TEST ALTRI TESTS
D’ELEZIONE Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4

Anticolinest. Colinesterasi - inibiz. inibiz. ? - pseudocolinest.


vera o del 30% (1) >30%(1)
globulo rosso 50% (2) >50%(1) - elettromiografia
- concentrazione sangue e urine
di metabolici specifici
- altre esterasi

(1) Valori riferiti a quello determinato nello stesso soggetto prima dell’esposizione.
(2) Valori riferiti alla media di soggetti normali non esposti ad anticolinesterasici.

Cap. 5 - Valutazione rischi


CAPITOLO 6
Procedure di sicurezza
43
CAPITOLO 6

PROCEDURE DI SICUREZZA

e aziende agricole che rientrano nel EUREPGAP la struttura minima di buona pra-
campo di applicazione del D. Lgs. tica agricola accettata dalle più grandi catene
626/94, per la presenza di lavoratori di distribuzione europee, basandosi sulla
subordinati, dovranno adoperarsi per Produzione Integrata (ICM – Integrated Crop
ridurre al minimo l’esposizione a prodotti Management). La Produzione Integrata è
fitosanitari, principalmente mediante: un metodo di coltivazione che si basa sulla
necessità della produzione di essere econo-
• L’uso di prodotti meno pericolosi. micamente ed ambientalmente sostenibile.
• L’uso di attrezzature e materiali idonei
nella miscelazione e nei trattamenti. In che modo si può ottenere la certifica-
zione EUREPGAP?
• L’adozione di procedure di manuten-
zione scrupolose e ben definite.
Esistono 3 modalità di certificazione
• L’adozione di metodi di lavoro organiz- di conformità al protocollo EUREPGAP, che
zati al fine di garantire la sicurezza coprono tutte le tipologie di organizzazioni,
nella manipolazione, nel deposito, nel dal singolo coltivatore alle più complesse
trasporto e nello smaltimento dei rifiuti. Associazioni di produttori o PMO (Produce
• L’adozione di misure igieniche. Marketing Organizations - Organizzazione
• L’adozione di adeguate misure specifi- Commerciale) e tutte le esigenze specifiche:
che di prevenzione collettiva e di pro-
tezione individuale (cabina pressuriz- • Opzione 1: Certificazione del singolo
zata, dispositivi di protezione coltivatore/azienda agricola.
individuale).
• La sorveglianza sanitaria prescritta dal • Opzione 2: Certificazione dei PMO e
medico competente. associazioni/cooperative di produttori.

Valida indicazione di buona qualità a livello • Opzione 3: Benchmarking e certificazione


europeo nelle pratiche agricole è senz’altro di schemi di assicurazione nazionali o di
la certificazione “EUREPGAP”. protocolli redatti da singole organizzazio-
ni.
Cos’è “EUREP”?
Quali sono i vantaggi di EUREP?
Il Gruppo di lavoro dei Distributori Eu-
ropei “EUREP” (Euro - Retailer Produce
• Sviluppa una Linea Guida per le Buone
Working Group) si è posto l’obiettivo di defi-
Pratiche Agricole, finalizzata ad uno stan-
nire una direttiva per l’applicazione e
dard comune per tutti i prodotti freschi,
l’estensione delle Buone Pratiche Agricole
favorendone la commercializzazione glo-
(GAP - Good Agricolture Practice) per i
bale.
prodotti freschi (es. frutta, ortaggi, patate,
quarta gamma, fiori recisi e carni). • Integra la regola della Produzione
EUREP ha definito con il protocollo Integrata all’interno della struttura ge-
stionale per la produzione e commer-

Cap. 6 - Procedure di Sicurezza


44
cializzazione di ortofrutta e di prodotti lo standard stabilito dal piano cui
freschi in genere. l’organizzazione deve attenersi.
• Tiene in considerazione ogni standard di
produzione collettivo presente in tutta 2. EUREPGAP General Regulations Fresh
Europa. Fruits and Vegetables: stabiliscono le
• Definisce lo standard minimo accettabile regole per il conseguimento della certifica-
per i maggiori gruppi della distribuzione zione.
europei, che verrà utilizzato come ter-
mine di paragone al fine di valutare le 3. EUREP control points and compliance
regole attuali e di fornire indicazioni criteria: forniscono dettagli specifici riguardo
per gli ulteriori sviluppi. al modo in cui l’organizzazione deve sod-
disfare ciascun requisito stabilito dal pro-
La documentazione di EUREP tocollo.
(prelevabile dal sito www.eurep.org):
4. Check list EUREPGAP: costituisce la base
1. Protocollo EUREPGAP: (versione 2.1 degli audit interni ed esterni
Ottobre/2004) documento normativo, ossia all’organizzazione.

FASI DELLA CERTIFICAZIONE

1STANDARD “ E U R E P G A P ”

◊ Protocollo “EUREPGAP – standard”


2 Tre opzioni/ modelli per accogliere i
per le Buone Pratiche Agricole requisiti dei Distributori nei diversi
Paesi.
◊ Check-list e criteri “EUREPGAP”
◊ Certificazione della Azienda Agri-
per la verifica dei produttori cola

Regolamento Generale “EUREPGAP”” ◊ Certificazione di PMO o Associa-


zioni / Cooperative di produttori

3 ◊ Benchmarking e Certificazione su
standard nazionali o aziendali

VALUTAZIONE

◊ Verifica annuale delle aziende agricole


4
CERTIFICAZIONE
◊ Ispettori competenti in ogni paese
parlanti la lingua locale e con espe- ◊ Organismo di certificazione
rienza specifica in campo agricolo accreditato – EN 45011 (ISO 65)

◊ Audit effettuati tramite organismi


di ispezione operanti nei singoli
Paesi, in Europa ed in Sud America

◊ Assicurazione al cliente sotto gli


aspetti di integrità, sicurezza, etica,
rispetto ambientale dei prodotti
freschi.

Tab. 10
45
I livelli di conformità EUREPGAP conformità di tipo maggiore (critiche per
quanto attiene agli aspetti di salubrità degli
Il Gruppo di lavoro EUREP ha messo alimenti), il cui rispetto pieno è fondamentale
a punto la check-list EUREPGAP, divisa in per il raggiungimento del livello base
Requisiti obbligatori (must) e Raccomandazioni (foundation level) e in conformità di tipo
(should). minore.
A loro volta i requisiti sono stati suddivisi in

TIPOLOGIA E NUMERO
DI REQUISITI COLORE CONFORMITÀ RICHIESTA

Requisito maggiore - 49 100% (1)

Requisito minore - 99 95% (2)

La % di conformità viene
Raccomandazione – 66 rilevata ma non ha rilievo
sulla certificazione (3)
Tab. 11
La Pre-Valutazione è una fase opzionale a discrezione dell’Organismo di Certificazione/Ispezione. Essa include
il benchmarking, l’interpretazione del protocollo, la formazione e addestramento ecc.

Legenda:
1) Il Livello base (Foundation level) è raggiunto con la conformità al 100% delle conformità maggiori (n° 49) ai
requisiti obbligatori.
2) La Certificazione EUREPGAP è raggiunta quando l’organizzazione ha dimostrato di possedere il Livello Base
più la conformità ad almeno il 95% dei requisiti classificati come conformità minori (n° 99).
3) Le Raccomandazioni vengono valutate nel corso di ogni Verifica.

I contenuti di EUREP

Tab. 12

Cap. 6 - Procedure di Sicurezza


46
Gli impegni degli agricoltori che • minimizzare l’impatto della propria attività
aderiscono ad EUREP sull’ambiente;
• migliorare l’efficienza nell’uso dell’energia
Tutti i produttori devono dimostrare il e di risorse naturali come suolo, acqua e
proprio impegno nel: aria;
• assicurare un approccio responsabile alla
• mantenere la fiducia dei consumatori sulla salute e alla sicurezza dei lavoratori, al loro
qualità e salubrità dei cibi; benessere e alla loro formazione.
• ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari attra-
verso l’adozione di sistemi di Produzione
Integrata;

La strategia di difesa delle colture

PREVENZIONE OSSERVAZIONE INTERVENTO

• Scelta di colture/varietà • Ispezione periodica delle • Controlli colturali e fisici


adatte al sito colture e monitoraggio de- (per es. sarchiatura mec-
• Rotazione delle colture gli insetti nocivi canica)
• Impiego di varietà resi- • Impiego di sistemi dia- • Controlli biologici (insetti
stenti a malattie e insetti gnostici e previsionali utili, acari, nematodi, Bt,
nocivi (trappole, test) virus, salvaguardia dei
• Metodi meccanici e fisici • Impiego di sistemi agevo- nemici naturali).
di gestione della difesa lanti il processo decisio- • Controlli chimici (insettici-
• Buona pratica di fertilizza- nale (p.es. sistemi infor- di, fungicidi, erbicidi).
zione e irrigazione matici, letteratura, radio,
• Buona pratica di igiene televisione)
• Creazione di habitat o in- • Ricorso a consulenti, qua-
setti utili lora necessario
• Controlli climatici (tempe-
ratura, umidità, luce ecc.)

Tab. 13

Le tre opzioni di certificazione EUREPGAP utilizzando personale con adeguata espe-


rienza sulla tipologia di coltivazione e
1. EUREPGAP OPZIONE 1: PRODUTTORI sull’area di produzione.
SINGOLI O ORGANIZZAZIONI CON UN Verifica: annualmente viene verificata
RIDOTTO NUMERO DI AZIENDE AGRI- la conformità di ogni Azienda Agricola regi-
COLE strata ai 214 Punti di Controllo EUREPGAP.
Livello di conformità EUREPGAP:
Si realizza la certificazione dei prodotti con il 100% delle conformità maggiori e il 95%
ottenuti dalle aziende agricole che hanno delle conformità minori si raggiunge lo status
seguito il protocollo EUREPGAP. di Azienda Agricola EUREPGAP Approved.
Le Verifiche ispettive sono realizzate
47
2 EUREPGAP OPZIONE 2: ORGANIZZAZIO- aziendale ed EUREPGAP.
NI CON ELEVATO NUMERO DI AZIENDE • Procedure documentate-manuale.
AGRICOLE O ORGANIZZAZIONI DEI • Tutte le aziende agricole registrate se-
PRODUTTORI guono le regole dello schema di certifica-
zione.
Si realizza la certificazione • Lo schema di certificazione deve essere
dell’Organizzazione (PMO/GO) come Siste- controllato da un Organismo di certifica-
ma di Gestione della Qualità, con la lista zione approvato EUREP ed accreditato
delle aziende agricole registrate ed il loro EN 45011.
stato di approvazione (EUREPGAP Appro-
ved). MISURE DA ATTUARE
Per questa Opzione è necessario
pianificare una Pre-Valutazione, al fine di 1. DURANTE LA SCELTA E L’ACQUISTO
specificare con dettaglio lo scopo della cer-
tificazione. • L’impiego di agenti chimici potenzialmente
Verifica annuale presso l’Orga- nocivi deve essere, per quanto possibile,
nizzazione: Verifica e riesame del sistema limitato; ciò significa che, in ogni caso,
qualità della Organizzazione; valutazione devono essere privilegiati quelli meno tossici.
del sistema di relazione con i produttori al Per questo motivo la scelta e l’impiego dei
fine di verificare l’efficacia della gestione prodotti fitosanitari deve essere effettuata
centralizzata per assicurare la conformità valutandone attentamente l’efficacia in
delle aziende al protocollo; validazione del relazione alla tossicità, al tempo di persi-
sistema di verifiche ispettive interne; affian- stenza e di degradazione, alle concentra-
camento nelle attività di verifica interna alle zioni utili; inoltre la loro utilizzazione deve
aziende agricole; validazione delle procedure essere strettamente limitata ai momenti
di magazzino. necessari e più opportuni. Maggiore im-
Verifica a rotazione annuale presso pulso deve essere dato alla applicazione
il 33% delle aziende agricole: viene verificata di metodiche alternative alla lotta chimica,
la conformità di ogni Azienda Agricola visitata quali: 1) la rotazione delle colture; 2) la
ai 210 Punti di Controllo EUREPGAP. concimazione chimica razionale; 3) la
Livello di conformità EUREPGAP concimazione a base di composti organici,
Organizzazione: Verifica e Validazione del animali e vegetali, opportunamente arric-
sistema qualità. chiti; 4) le pacciamature effettuate con
Aziende Agricole Approvate: 100% teli plastici (Fig. 7); 5) l’innesto delle varietà
delle conformità maggiori e 95% delle con- da coltivare su apparati radicali di varietà
formità minori. resistenti all’aggressione dei parassiti; 6)
la lotta biologica che poggia
3. EUREPGAP OPZIONE 3: SCHEMI NAZIO- sull’utilizzazione dei parassiti dei parassiti.
NALI O AZIENDALI DI CERTIFICAZIONE • Stabilire con precisione la quantità di pro-
dotto necessaria per il trattamento ed
Requisito fondamentale di questa Op- acquistare il quantitativo strettamente
zione è che le Organizzazioni richiedenti indispensabile.
abbiano un proprio schema di certificazione • Scegliere, a parità di efficacia, sempre i
verificato da un Organismo di certificazione prodotti fitosanitari meno pericolosi.
accreditato EN 45011. • Acquistare i prodotti in confezioni integre
ed etichettate.
Le fasi sono le seguenti: • Chiedere sempre le schede tecnico-
• Benchmarking tra lo schema nazionale o tossicologiche del prodotto.

Cap. 6 - Procedure di Sicurezza


48
2. DURANTE IL TRASPORTO d. Nel caso di versamenti ingenti avvisare
il Servizio di Igiene Pubblica dell’AUSL
• Assicurarsi che le confezioni non siano o i Vigili del Fuoco.
danneggiate, corrose o manomesse e che e. Pulire accuratamente tutti i materiali
siano adeguatamente marcate ed etichet- contaminati.
tate. f. Non utilizzare le derrate alimentari
• Durante il trasporto
il carico non deve
essere esposto a
pioggia o a vento.
• La zona di carico
deve essere
asciutta e mante-
nuta pulita, ed in
particolare priva di
chiodi, viti od altre
sporgenze che
potrebbero dan-
neggiare i conte-
nitori.
• Non utilizzare
mezzi normal-
mente impiegati
per il trasporto di
Fig. 7 - Stesura di teli plastici in pieno campo (pacciamatura).
passeggeri, di
derrate alimentari o di sostanze destinate eventualmente venute a contatto con
ad uso umano o animale. il prodotto fitosanitario, ma smaltirle
• Effettuare il carico in modo da scongiurare negli appositi centri di raccolta.
rotture, rovesciamenti e cadute delle con-
fezioni (Fig. 8). • Durante lo scarico controllare l’integrità dei
• Caricare con cura i colli, disponendo quelli contenitori. In caso di fuoriuscita di pro-
più pesanti, i liquidi e i più pericolosi sotto dotto rimuoverlo immediatamente utiliz-
e quelli più leggeri, i solidi, i polverulenti zando i dispositivi di protezione individuale
e i meno pericolosi sopra. e se necessario raccogliere i prodotti
• Non collocare le confezioni acquistate vicino dispersi utilizzando segatura, farina fos-
al guidatore. sile, bentonite. Tali rifiuti saranno consi-
• In caso di spandimenti durante il traspor- derati rifiuti speciali e pertanto dovranno
to: essere smaltiti come tali.
• Dopo lo scarico pulire accuratamente il
a. Recuperare i colli danneggiati e smaltirli veicolo.
secondo le normative vigenti (conferi-
mento in apposite discariche autorizzate L’acquirente ha la diretta responsabi-
per prodotti fitosanitari). lità del prodotto fitosanitario,
b. Assorbire gli eventuali liquidi con segatura dall’acquisto fino all’utilizzo, compresa
e smaltire successivamente nelle appo- la fase di trasporto.
site discariche.
c. Eseguire tutte le manovre usando gli
opportuni D.P.I..
49

Fig. 8 - Nel corso di trasferimenti, evitare perdite di soluzioni per


tracimazione o falli dei contenitori.

3. PER LA CONSERVAZIONE IN AZIENDA e scarico dei materiali.


• È obbligatorio tenere un registro dei trat-
• Conservare i prodotti fitosanitari in appositi tamenti con prodotti fitosanitari.
luoghi, inaccessibili ai bambini, agli estranei, • Gli armadi o casse devono essere aerati e
agli animali, in modo da evitare una qualun- in materiale lavabile.
que possibilità di danno. • Nei locali adibiti alla conservazione di
• Non conservare insieme a derrate alimen- prodotti fitosanitari è vietato stoccare
tari o ad alimenti destinati agli animali. alimenti e mangimi, fumare, bere e man-
• Tenere chiusi a chiave i magazzini o gli giare.
armadi che contengono i prodotti fitosa- • È sconsigliato destinare a deposito di pro-
nitari, fino al momento dell’uso. dotti fitosanitari i locali interrati e seminterrati;
• All’esterno dei luoghi di stoccaggio appor- occorre utilizzare locali con pavimenti e
re una scritta che avverta della pericolosità pareti lavabili fino all’altezza di stoccaggio
dei prodotti immagazzinati e con impianto elettrico protetto (grado
(es.” VELENO”). di protezione minimo IP44).
• I locali devono essere asciutti, ben aerati, • È importante che i locali destinati allo stoc-
riparati dal caldo e dal freddo. caggio siano accessibili direttamente
• Non fumare né accendere fuochi nei ma- dall’esterno, per garantire un’immediata
gazzini. evacuazione del personale presente in
• È buona norma tenere un registro di carico caso di emergenza.

Cap. 6 - Procedure di Sicurezza


50
4. PER LO SMALTIMENTO

I rifiuti derivanti dall’esercizio


dell’impresa agricola sono re-
golamentati dal D. Lgs. n. 22/97
(Decreto Ronchi) .
Tutti i rifiuti provenienti da
un’impresa agricola sono da
considerarsi “rifiuti speciali”,
compresi contenitori, imballaggi
e residui di prodotti fitosanitari
(Fig. 9). Questi poi vengono di-
stinti in “speciali pericolosi” e
“speciali non pericolosi”.
I recipienti che contengano o
abbiano contenuto al loro interno
prodotti fitosanitari (definiti
“imballaggi primari” ai sensi del
D. Lgs. 22/97), possono essere
classificati come rifiuti speciali
“pericolosi” o “non pericolosi”;
a riguardo la normativa vigente
(Direttiva 09/04/2002 del Mi-
nistero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio), fissa dei
Fig. 9 - Non abbandonare o disperdere i contenitori vuoti di prodotti valori di concentrazione limite
fitosanitari. Possono essere fonte di inquinamento o causa di di sostanze pericolose, al di
avvelenamento accidentale di persone o animali.
sopra dei quali il rifiuto è clas-
• Relativamente ai presidi antincendio è con- sificato “pericoloso”. Questi valori limite sono
sigliabile che all’interno del locale sia diversificati in funzione delle caratteristiche
presente almeno un estintore portatile da di pericolosità (es. nocivo, tossico, irritante)
kg 6, a polvere polivalente ABC, collocato proprie della sostanza o del formulato origi-
in zona accessibile e adeguatamente nariamente contenuto nell’imballaggio.
segnalato. Chiaramente questa differenziazione non può
• Non portare a casa i prodotti fitosanitari. essere effettuata dal singolo produttore del
• Conservare i prodotti fitosanitari nei loro rifiuto, ma necessita obbligatoriamente della
contenitori originali: mai in contenitori azione di soggetti forniti di specifica autoriz-
utilizzati per alimenti e bevande. zazione (“gestori di rifiuti”) ai sensi del D.
• Non travasare i prodotti da un contenitore Lgs. 22/97, i quali si devono far carico anche
all’altro. della raccolta, recupero e/o riciclaggio di
• Utilizzare un magazzino situato lontano detti materiali.
da eventuali sorgenti d’acqua, dalle abi- Questi soggetti, ai sensi della disciplina della
tazioni, dalle stalle. gestione degli imballaggi (titolo II D. Lgs.
• Sistemare i prodotti liquidi in strutture di 22/97), sono individuati nei produttori e negli
contenimento (ad esempio vasche imper- utilizzatori degli imballaggi, questi ultimi come
meabili) che possano impedire la contami- definiti dall’art. 35, comma I, lettera r del D.
nazione dell’ambiente in caso di versa- Lgs. 22/97.
mento. Per i rifiuti speciali non pericolosi la
51
durata massima del deposito è di un anno. L’azienda può effettuare il trasporto di rifiuti
Se si producono più di 20 metri cubi l’anno speciali per conto proprio fino ad un massimo
tale durata massima è di 3 mesi. di 30 Kg o 30 litri al giorno senza obbligo di
Per i rifiuti speciali pericolosi la durata massima compilare il Formulario di identificazione
del deposito è di un anno. Se si producono dei rifiuti, a condizione che vengano conferiti
più di 10 metri cubi l’anno, la durata massima in appositi “Centri di raccolta”, operativi sul
è di 2 mesi. territorio.
I trasporti di rifiuti superiori ai 30 Kg o 30 lt.
I rifiuti speciali non possono essere elimi- devono essere effettuati da soggetti autoriz-
nati in azienda (bruciati, interrati, immessi zati, con l’obbligo da parte di chi produce
nei cassonetti per i rifiuti urbani) ma devono e/o detiene o trasporta rifiuti di tenere il
essere conferiti: Registro di carico e scarico dei rifiuti (vidi-
mato dall’Ufficio del Registro).
• al Servizio Pubblico, se esiste una partico-
lare convenzione;
• a ditte specializzate nel recupero e/o nello
smaltimento.

Cap. 6 - Procedure di Sicurezza


CAPITOLO 7
Uso corretto dei prodotti fitosanitari
53
CAP. 7

USO CORRETTO DEI PRODOTTI FITOSANITARI

’operatore agricolo durante l’utilizzo 2. Indossare gli appropriati dispositivi di pro-


dei prodotti fitosanitari deve mettere tezione individuale (Fig. 10).
in atto tutte le precauzioni necessarie
a scongiurare i pericoli di danni per la salute 3. Preparare la miscela all’aperto in assenza
dell’uomo e per l’ambiente, innanzitutto di vento o pioggia e nel luogo più prossimo
effettuando i trattamenti chimici solo quando alla coltura, comunque sempre lontano
sono indispensabili, e poi osservando sempre, da abitazioni, pozzi e corsi d’acqua su-
scrupolosamente, tutte le norme per il corretto perficiali.
impiego dei prodotti fitosanitari.
I Datori di Lavoro hanno l’obbligo di 4. Calcolare esattamente la quantità di pro-
provvedere affinché ciascun lavoratore riceva dotto necessaria al trattamento da ese-
un’adeguata informazione sui rischi generali guire affinché non rimanga del formulato
e specifici dell’attività, sui pericoli connessi inutilizzato, servendosi di una bilancia od
all’uso di sostanze pericolose, sulle misure un recipiente graduato adibiti esclusiva-
e sulle attività di protezione e prevenzione mente a questo scopo.
e devono, altresì, assicurarsi che ciascun
lavoratore riceva un’adeguata formazione 5. Non adoperare le mani, anche se protette
in materia di sicurezza e di salute, con parti- da guanti, per mescolare i prodotti con
colare riferimento alla propria postazione di l’acqua, ma servirsi di un idoneo agitatore.
lavoro, alle proprie mansioni (es. manipolazione
di sostanze e preparati pericolosi), all’uso delle
attrezzature di lavoro e all’uso corretto dei
dispositivi di protezione individuale.
Prima di preparare le miscele dei
prodotti fitosanitari, è necessario LEGGERE
ATTENTAMENTE LE ETICHETTE E LE
SCHEDE TECNICHE DEI PRODOTTI E SE-
GUIRE TUTTE LE ISTRUZIONI RIPORTATE
(Vedi Appendice al Manuale – Etichetta e
Scheda di sicurezza). Occorre, altresì, pre-
stare la massima attenzione alle frasi di
rischio e ai consigli di prudenza, in tutte le fasi
di utilizzo dei prodotti fitosanitari:

a. durante la preparazione

1. Per l’apertura delle confezioni utilizzare


Fig. 10 - Esempio di uso corretto di D.P.I. durante
un coltello o una forbice riservata solo a la fase di riempimento dei serbatoi delle macchine.
questo scopo.

Cap. 7 - Uso Corretto


54
6. Verificare l’efficienza delle macchine; nel
caso di otturazione degli ugelli, usare spilli
o altri mezzi adeguati; evitare assoluta-
mente di soffiare dentro gli ugelli o di
avvicinarli alla bocca.

7. Evitare dispersioni del prodotto.

8. Nel caso di trattamento contemporaneo


con più tipi di prodotti, prima di miscelare
i diversi preparati, RISPETTARE LA COM-
PATIBILITÀ con altre sostanze attive.

9. Terminata la preparazione della miscela, i


contenitori vuoti devono essere sottoposti
ad un ACCURATO LAVAGGIO se plastifi-
cati internamente e ad un ACCURATO
SCUOTIMENTO se non plastificati interna-
mente. Tutti i contenitori, in quanto rifiuti
speciali, devono essere CONSEGNATI, IN
APPOSITI SACCHI, AI SOGGETTI AUTO-
RIZZATI ALLO SMALTIMENTO.
Fig. 11 - Fase di miscelazione - azione totalmente
scorretta: l’operatore non indossa alcun D.P.I.
10. È assolutamente vietato disperdere In questa fase egli può venire a contatto con il
prodotto fitosanitario a più elevata concentrazione.
nell’ambiente le acque di lavaggio delle
macchine e delle attrezzature e i residui 11. NON RIEMPIRE TROPPO I SERBATOI
di miscela; è consigliabile riutilizzare le dei mezzi utilizzati per la distribuzione del
acque ed i residui per il successivo trat- prodotto e controllare la tenuta delle chiu-
tamento, altrimenti bisogna trattarli come sure.
rifiuti speciali pericolosi.
12. PROCEDERE RAPIDAMENTE ALLA
DISTRIBUZIONE del prodotto senza lascia-
re trascorrere troppo tempo tra preparazione
e distribuzione.

Fig. 12 - Fase di miscelazione - azioni non del tutto


corrette: l’operatore indossa alcuni D.P.I.
previsti, ma non indossa il casco; Inoltre adopera le Fig. 13 - Fase di riempimento del serbatoio - azioni
mani, anche se protette da guanri, per prelevare il non del tutto corrette; l’operatore indossa alcuni
prodotto fitosanitario. D.P.I. previsti ma non indossa il casco.
55
b. durante il trattamento gli ugelli di distribuzione antideriva oppure
le idonee schermature. In particolare, di
1. Prima di utilizzare un prodotto, leggere norma, nella fascia di terreno della larghezza
sempre le istruzioni riportate in etichetta e di almeno 10 metri confinante con case ed
seguire scrupolosamente le indicazioni per orti di altrui proprietà, l’irrorazione dovrà
una corretta applicazione. essere attuata con mezzi manuali.

2. Non lavorare mai in presenza di vento e 6. Non trattare nelle aree di rispetto di acque
pioggia; nel caso in cui la nube irrorante destinate al consumo.
colpisca l’operatore (o altre persone pre-
senti), è necessario sospendere i tratta- 7. Utilizzare i dispositivi di protezione
menti, lavarsi accuratamente e cambiare individuale.
gli indumenti.
8. Effettuare i trattamenti nelle ore più
fresche della giornata.

9. In caso di guasto meccanico durante


il trattamento, fermare immediata-
mente la macchina e scaricare la
pressione formatasi nelle pompe e
nelle tubature.

10. Se durante il trattamento compaiono


chiazze e arrossamenti cutanei, so-
spendere immediatamente il lavoro
e lavare abbondantemente la pelle
con acqua e sapone neutro.

11. Durante i trattamenti non bere, non


Fig. 14 - Azione scorretta: l’operatore non indossa fumare, non mangiare, non compie-
tuta, mascherina, casco o altri D.P.I. previsti. re atti fisiologici; alcuni prodotti fito-
sanitari sono veicolati dai grassi, es.
il latte, oppure possono interagire
3. Intervallare con soste il lavoro pro-
lungato, per non esporsi troppo a lungo
ai prodotti tossici.

4. Evitare di sudare abbondantemente


o di giungere ad avere il respiro af-
fannoso, perché in questo stato
l’organismo assorbe maggiormente
la sostanza attiva.

5. Evitare i trattamenti nelle vicinanze


delle abitazioni. Distribuire il prodotto
omogeneamente, evitando la conta-
Fig. 15 - L’operatore non indossa D.P.I.; la mascherina
minazione delle zone adiacenti che utilizzata non è idonea perché assorbe e non filtra.
non devono essere trattate, utilizzando

Cap. 7 - Uso Corretto


56
con l’alcool etilico degli alcolici, pertanto sentire all’operatore agricolo di ritornare
è consigliabile non ingerire questi alimenti con tranquillità ad effettuare sullo stesso
durante o in prossimità dei trattamenti, campo altre operazioni colturali senza
soprattutto in caso di presunta intossica- indossare i d.p.i. previsti dalla legge.
zione.
• PRECAUZIONI:
12. Le persone che utilizzano prodotti fitosa-
nitari suscettibili di provocare reazioni 1. Non utilizzare contenitori non specifici
violente all’alcool, quale la cianamide (es. bottiglie di acqua minerale, di aran-
calcica, devono astenersi completamen- ciata o di altri tipi di bibite) per conser-
te dal bere alcolici 10 ore prima e 12 ore vare i prodotti fitosanitari. Questo com-
dopo ogni lavoro svolto con queste so- portamento potrebbe provocare
stanze. gravissimi incidenti (anche mortali) cau-
sati dall’ingestione accidentale del pro-
13. Durante le pause (che devono essere dotto.
piuttosto frequenti) allontanarsi dalla zona
trattata e lavarsi accuratamente le mani e 2. Occorre lavare le attrezzature indossando
il viso. i dispositivi di protezione individuale.

14. Prima di togliere i guanti bisogna lavarli 3. Dopo il trattamento l’operatore deve spo-
accuratamente, poi sfilarli contemporane- gliarsi e lavarsi accuratamente con saponi
amente, a poco a poco, aiutandosi ogni detergenti specifici non abrasivi, utilizzan-
volta con la mano più protetta. do acqua tiepida/fredda (l’acqua calda
provocherebbe vasodilatazione e favori-
c. dopo il trattamento rebbe l’assorbimento cutaneo del prodotto
fitosanitario) e deve cambiare gli indu-
Diamo, in primo luogo, alcune defini- menti di lavoro.
zioni fondamentali:
4. Prima di conservarli, lavare bene gli indu-
◊ TEMPO DI CARENZA O INTERVALLO DI menti da lavoro separatamente da altri
SICUREZZA: È il numero di giorni che indumenti e prestare particolare cura nella
deve trascorrere tra l’ultimo trattamento pulizia della maschera e del filtro, il quale
con prodotti fitosanitari e la raccolta dei non va bagnato ma sostituito se esausto.
prodotti; questo intervallo (indicato in
etichetta) deve essere rispettato con la 5. Non versare l’eventuale residuo di prodotto
massima scrupolosità, in quanto impor- in fossi o canali.
tantissimo a tutelare la salute del consu-
matore. 6. Non entrare nei campi trattati recentemente
ma attendere il tempo di rientro. Se per
◊ LIMITE DI TOLLERANZA: È la quantità assoluta necessità occorre inoltrarsi prima
massima di residuo di prodotto fitosanita- in appezzamenti trattati, utilizzare i dispo-
rio che per legge può essere presente sitivi di protezione individuale. Infatti i
sui prodotti agricoli destinati prodotti vaporizzati o in sospensione per-
all’alimentazione in qualsiasi momento mangono per un certo periodo di tempo
successivo alla raccolta. nell’aria, pertanto c’è il rischio di intossi-
cazione. Quando non specificamente indi-
◊ TEMPO DI RIENTRO: È il tempo che deve cato, è buona norma far passare almeno
trascorrere dopo il trattamento, per con- 48 ore prima di ritornare nella zona trat-
57
9. Il D.P.R. n. 290 del 23/04/2001 dispone
l’adozione del registro dei trattamenti
per le imprese agricole che utilizzano
prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti
individuati come molto tossici, tossici,
nocivi, irritanti e non classificati. Gli
acquirenti e gli utilizzatori di prodotti
fitosanitari e loro coadiuvanti devono:

• conservare in modo idoneo, per


il periodo di un anno, le fatture
di acquisto, nonché la copia dei
moduli di acquisto dei prodotti;
• conservare presso l’azienda, a
Fig. 16 cura dell’utilizzatore, che lo
tata; questo tempo deve essere aumentato deve sottoscrivere, un registro
se si prevede di
effettuare attività
che comportino
la manipolazio-
ne delle piante
(es. potatura,
diradamento,
etc.).

7. È buona norma
segnalare, nei
bordi degli ap-
pezzamenti
trattati, che sono
stati usati pro-
dotti tossici,
esponendo car-
telli con caratteri
ben visibili con-
tenenti frasi tipo
”coltura trattata
con prodotti
fitosanitari”, Fig. 17
“pericolo di morte” o simili (Figg. 16 dei trattamenti effettuati, anno-
e 17). I cartelli vanno tolti una volta tando, entro 30 giorni
esaurito il tempo di carenza. dall’utilizzo del prodotto fitosa-
nitario, tutte le informazioni
8. Rispettare scrupolosamente i tempi di ca- relative ai trattamenti effettuati
renza prima di raccogliere i prodotti. Se si durante l’anno.
somministrano più prodotti fitosanitari con-
temporaneamente occorre adeguarsi al
tempo di carenza più lungo.

Cap. 7 - Uso Corretto


58
La corretta tenuta del In fase di compilazione è obbligatorio anno-
registro dei trattamenti tare tutti i trattamenti eseguiti sia con prodotti
fitosanitari che con coadiuvanti di tutte le
Qualsiasi operatore agricolo che utilizzi classi (T+, T, Xn, Xi, Nc) ivi compresi i non
prodotti fitosanitari ha l’obbligo di tenere e classificati.
compilare correttamente il registro dei tratta- Il registro può essere liberamente
menti fitosanitari. compilato sia dal titolare (proprietario o con-
In Sicilia tale obbligo è entrato in duttore) che dall’acquirente o utilizzatore o da
vigore con la pubblicazione del Decreto persona diversa su specifica delega scritta.
Regionale dell’Assessorato alla Sanità del L’esistenza della delega scritta è importan-
29 luglio 2003 (pubblicato sulla Gazzetta tissima, in quanto le sanzioni per una non
Ufficiale della Regione Sicilia n. 38 del 29 corretta compilazione ricadono sul compilatore.
agosto 2003) di attuazione del D.P.R. In caso di trattamenti effettuati da contoterzisti,
290/01. la compilazione può avvenire o da parte del
In base all’art. 8 del predetto Decreto titolare, sulla base delle informazioni riportate
Regionale, i Servizi Igiene Alimenti e Nutri- sul modulo rilasciato dal contoterzista o diret-
zione (SIAN) delle AA.SS.LL. sono “incaricati tamente dal contoterzista (che in questo caso
della verifica dei registri dei trattamenti pre- firma direttamente il registro in corrispondenza
visti dal comma 3 dell’art. 42 del D.P.R. del trattamento effettuato). Infine nel caso di
290/01 in correlazione ai dati sui flussi di cooperative di produttori, il registro può essere
vendita… e per le finalità preventive di com- unico per tutti i soci, conservato presso la
petenza in materia di tutela e sicurezza sede sociale, compilato e sottoscritto dal
alimentare”. legale rappresentante con delega dei soci.
Ogni operatore agricolo ha l’obbligo Il registro, quindi, può essere conser-
di conservare in modo idoneo per il periodo vato sia presso la sede legale sia presso
di un anno sia le fatture di acquisto e la ciascun corpo aziendale (in tal caso con i
copia dei moduli di acquisto dei prodotti dati relativi solo al singolo corpo aziendale).
Molto Tossici, Tossici e Nocivi (T+, T e Xn) È fondamentale ricordare che l’obbligo del
che il registro dei trattamenti debitamente registro vige anche per chi effettua tratta-
compilato e sottoscritto. mento post-raccolta sulle derrate immagaz-
Cosa sia il registro dei trattamenti è zinate.
chiaramente spiegato dalla Circolare del 30 La chiara individuazione della respon-
ottobre 2002 (applicativa dell’art. 42 del sabilità del compilatore è sostanziale, in
D.P.R. 290/01). Il registro è un modulo azien- quanto le sanzioni per l’errata compilazione
dale nel quale occorre riportare cronologica- sono elevate e colpiscono esclusivamente
mente l’elenco dei trattamenti eseguiti sulle il compilatore che ha controfirmato il registro
diverse colture nel corso delle stagioni di in corrispondenza del singolo trattamento
coltivazione. L’utilizzatore di prodotti fitosa- eventualmente contestato dal personale del
nitari ha l’obbligo di annotare, entro trenta SIAN. L’importanza del registro dei tratta-
giorni dal trattamento, i dati anagrafici menti è tale che la Circolare esplicativa
dell’azienda agricola, la denominazione della dell’art. 42 del D.P.R. 290/01 ha chiaramente
coltura trattata con relativa estensione e riportato che “L’adozione dei registri dei
data di semina, trapianto, inizio fioritura e trattamenti potrà contribuire, inoltre, alla
raccolta, la data del trattamento, la dose e attuazione del Regolamento CE n. 178 del
il prodotto impiegato, l’avversità combattuta. 28 gennaio 2002, relativo alla sicurezza
Il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione alimentare”.
ha predisposto un fac-simile di registro dei Pertanto, anche al fine di rendere più
trattamenti conforme alla normativa. agevole l’adozione del sistema di tracciabilità-
59
rintracciabilità previsto dal Reg. 178/01, che essere sottoposti a controllo periodico affin-
come tutti sanno è divenuto operativo dal ché siano mantenuti in perfetta efficienza.
primo gennaio 2005, il Servizio Igiene Ali- I D.P.I. devono possedere sempre: la dichia-
menti e Nutrizione è disponibile a svolgere razione di conformità CE; la marcatura CE; la
attività informativa e formativa su richiesta nota informativa.
degli interessati o diretta o tramite i compe-
tenti uffici dell’Assessorato Regionale Agri-
coltura e Foresta (con i quali il SIAN collabora
in ambito progettuale).
Contestualmente, fermo restando la specifica
competenza del SIAN in campo sanzionato-
rio, si raccomanda a tutti gli utilizzatori di
porre particolare attenzione nell’utilizzare i
prodotti fitosanitari autorizzati, sulla specifica
Fig. 18 - Particolare di un apparecchio di
coltura, al fine, sia di tutelare sempre più la protezione delle vie respiratorie.
qualità del prodotto e conseguentemente la
salute dei consumatori, che di non incorrere Modalità d’uso e caratteristiche
in sanzioni che potrebbero facilmente essere dei principali D.P.I.
evitate semplicemente attenendosi all’utilizzo
dei prodotti fitosanitari registrati ed autorizzati I principali Dispositivi di Protezione
per le specifiche colture. Individuale per la riduzione dei rischi derivanti
dall’uso di prodotti fitosanitari sono:

Dispositivi di Protezione Individuale 1. Occhiali di protezione a tenuta

Il D. Lgs. 626/94 dedica un intero Titolo, il IV, Vanno usati in abbinamento alla semimasche-
all’uso dei D.P.I.. ra. Devono essere a tenuta e corredati di
L’art. 43, nucleo essenziale del Titolo coperture laterali. È preferibile che siano
IV, elenca gli obblighi del datore di lavoro, dotati di valvole che evitino l’appannamento
il quale ha la responsabilità giuridica conseguente alla sudorazione. In mancanza
sull’adozione, la scelta ed il mantenimento di tali valvole, si può evitare l’appannamento
in efficienza dei D.P.I.. Innanzitutto il datore stendendo un leggero strato di glicerina sulla
di lavoro ha l’obbligo di effettuare la valuta- faccia interna della lente. Vanno lavati con
zione del rischio residuo, cioè dei rischi che acqua e sapone.
non possono essere ridotti se non tramite
l’impiego dei D.P.I.; una volta decisa la 2. Respiratori isolanti e filtri
necessità della loro adozione, egli deve
stabilire quali D.P.I. fornire ai lavoratori I moderni filtri utilizzati per la prote-
durante la preparazione ed il trattamento e zione delle vie respiratorie dall’inalazione di
dopo il trattamento con prodotti fitosanitari. prodotti fitosanitari (Fig. 18), i quali vanno
applicati al casco, alla maschera od alla semi-
La vasta gamma di modelli di D.P.I. maschera, sono costituiti da tre elementi es-
in commercio permette di scegliere il modello senziali (posti così in ordine di contatto con
che più si adatta alle esigenze dell’operatore. l’aria):
I D.P.I. utilizzati devono rispondere ai requisiti
essenziali di salute e sicurezza stabiliti dal • prefiltro: trattiene il pulviscolo e le particelle
D. Lgs. del 4 dicembre 1992, n. 475 nonché in sospensione;
ai criteri previsti dal Decreto 02/05/2001 ed • filtro: ha potere deumidificante e di arresto

Cap. 7 - Uso Corretto


60
di particelle solide nebulizzate; Per i normali trattamenti con prodotti
• filtro principale: trattiene gas aerosol. fitosanitari, i filtri da usare sono generalmente
costituiti da un filtro antipolvere (P – colore
I filtri sono contrassegnati da una sigla che bianco) combinato con un filtro antigas per
indica il tipo di protezione ed ha un significato vapori organici (A - colore marrone).
qualitativo (tipo di sostanza per cui sono adatti), In termini di sopportabilità del D.P.I.,
es. A – antigas e vapori organici, P – anti- a volte vengono preferiti i cappucci o gli
polvere. Ogni sigla è accompagnata da un elmetti con elettrorespiratore a filtro. In questi
numero che va da 1 a 3 e definisce, per i filtri apparecchi infatti l’immissione di un volume
antipolvere, progressivamente il grado di pro- di aria sensibilmente superiore al normale
tezione del filtro: più alto è il numero, più fabbisogno (che è di 120 l/min), aumenta il
piccole sono le particelle di prodotto fitosa- comfort dell’operatore, sia dal punto di vista
nitario che il filtro è in grado di fermare. Per microclimatico che di una minore resistenza
i filtri antigas, al numero non è associato il respiratoria.
concetto di efficienza filtrante, ma di durata I filtri, dopo l’uso, devono essere tolti
del filtro: più alto è il numero, maggiore è la dai rispettivi dispositivi, ispezionati visiva-
durata del filtro. mente e sostituiti se danneggiati; se non
All’atto dell’acquisto bisogna control- esausti, devono essere riposti in un conteni-
lare la data di scadenza e verificare che la tore a tenuta, protetti dall’umidità.
confezione sia sigillata. Per la manutenzione dei filtri è obbliga-
I filtri, chiaramente, non possono ma- torio attenersi alle istruzioni fornite dal fab-
terialmente essere utilizzati da soli, ma bricante. Essi non devono essere puliti in
vanno applicati alle maschere, al casco e alcun modo, né con acqua né con aria com-
alla cabina pressurizzata a seconda delle pressa, mentre la maschera, dopo ogni trat-
varie esigenze, sono intercambiabili e si tamento, va accuratamente lavata con acqua
eliminano una volta esausti; di conseguenza e sapone, dopo aver smontato il filtro per
devono essere adatti ai diversi tipi di formu- evitare di bagnarlo.
lazione dei prodotti fitosanitari, che essen- In genere le cartucce filtranti devono essere
zialmente sono riconducibili a quattro: sostituite:

1. Polveri bagnabili. • alla scadenza indicata;


2. Polveri asciutte. • per la classe A, qualora si avverta un
3. Liquidi a base acquosa. primo sapore/odore di prodotto fitosanita-
4. Liquidi a base organica. rio;
• per la classe P antipolvere quando si avverte
Generalmente, l’inquinamento prodotto un aumento della resistenza respiratoria.
(sia durante la preparazione della miscela
che in fase di applicazione) è di tipo aeroso- Per quanto riguarda la classificazione
lico, accompagnato, nei liquidi a base orga- dei respiratori e dei filtri si vedano le tavole
nica, da un modesto inquinamento di tipo 1, 2 e 3 e la tabella 14.
aeriforme, dovuto ai vapori di solventi orga-
nici.
Le particelle contenute negli aerosol
sono di diversa granulometria: nelle polveri
asciutte la granulometria è maggiore di 40
micron, nelle formulazioni liquide essa è
compresa fra 1 e 5 micron mentre nelle
polveri bagnabili fra 4 e 40 micron.
61

Apparecchi di protezione
delle vie respiratorie
(respiratori)

dipendenti dall’atmosfera indipendenti


circostante dall’atmosfera circostante
(respiratori a filtro) (respiratori isolanti)

TAV. 1 - Classificazione degli Apparecchi di Protezione delle Vie Respiratorie (APVR)

Respiratori a filtro

contro particelle contro gas e vapori contro particelle gas e vapori

filtro facciale filtro facciale filtro facciale


antipolvere + filtrante antigas + filtrante combinato + filtrante
facciale antipolvere facciale antigas facciale combinato

TAV. 2 - Classificazione dei respiratori a filtro

Cap. 7 - Uso Corretto


62

Respiratori isolanti

Respiratori non autonomi Respiratori autonomi


(autorespiratori)

a presa d’aria ad adduzione di a circuito aperto a circuito chiuso


esterna aria compressa (aria compressa) (ossigeno)

TAV. 3 - Classificazione dei respiratori isolanti

FILTRI ANTIGAS: TIPI E COLORAZIONI


TIPO COLORAZIONE INQUINANTE CAPACITÀ
(durata)

A marrone gas e vapori organici


(p. ebollizione > 65°C)

B grigio gas e vapori inorganici


(escl. CO)
piccola
E giallo SO2 (+ altri gas e vapori
classe 1
acidi)

K verde NH3 (+ derivati ammonia-


cali)

AX marrone gas e vapori organici


(p. ebollizione. < 65°C)
media
SX violetto sostanze specificamente classe 2
indicate

NO-P3 blu-bianco ossidi di azoto (NOX)


grande
classe 3
Hg-P3 rosso-bianco mercurio

Tab. 14
63
3. D.P.I. per la protezione della cute: tenzione,
conserva-
a. Guanti zione e
Devono essere a cinque dita, imper- smaltimen-
meabili (di neoprene o gomma di nitrile, to). Se la
con sottoguanti di cotone) (Fig. 19). nota infor-
Quando mativa con-
contami- sente il suo
nati dal lavaggio ed
prodotto il suo riuti-
devono lizzo, la tuta
essere la- non deve
vati, an- essere la-
cora cal- vata con-
zati, con temporane-
acqua pu- amente con
Fig. 19 - I guanti devono essere lita. Chia- altri indu- Fig. 20 - La tuta deve
resistenti, elastici, confortevoli ed essere impermeabile,
impermeabili. ramente, menti che traspirante, comoda ed
quelli che altrimenti economica.
hanno tagli, abrasioni o sono logorati, potrebbero contaminarsi.
devono essere subito sostituiti.
I guanti vanno calzati al di sotto delle
maniche.

b. Stivali
Devono essere in gomma, con fondo
antisdrucciolo, di un certo spessore e
modellati in modo da essere calzati al
di sotto della tuta.
Anche gli stivali alla fine del trattamento
devono essere lavati con acqua e sa-
pone e riposti in un armadietto metal-
lico.
Ovviamente se sono logorati, rotti o
abrasi, devono essere sostituiti.

c. Tuta
Può essere di diversa fattura e fabbri-
cata con qualsiasi materiale, purché
possieda la marcatura CE, la dichiara-
zione di conformità CE e la nota infor-
mativa (Fig. 20). La nota informativa
deve specificare che la tuta è in grado
di fornire protezione in caso di contatti
con prodotti fitosanitari e deve inoltre
fornire indicazioni per la sua gestione
(utilizzo, riutilizzo, decontaminazione,
pulizia ed eventuale lavaggio, manu-

Cap. 7 - Uso Corretto


CAPITOLO 8
Macchine ed Attrezzature
per Trattamenti con Prodotti Fitosanitari
65
CAPITOLO 8

MACCHINE ED ATTREZZATURE PER TRATTAMENTI


CON PRODOTTI FITOSANITARI

l presupposto tecnico per il buon esito del fitosanitari e provvedono a distribuirle sulle
trattamento fitosanitario consiste colture oggetto del trattamento.
nell’impiego di idonee attrezzature per Esse agiscono al meglio quando vi è
la distribuzione, a condizione che queste un’uniformità di distribuzione e di copertura;
vengano utilizzate razionalmente e siano in questa è tanto più elevata quanto è più
uno stato ottimale di funzionalità. spinta la micronizzazione del getto, perché
Quali sono gli elementi che influen- minore è la dimensione delle gocce, mag-
zano la scelta di una macchina? giore è la superficie coperta e, quindi, a
parità di volume di liquido distribuito, è mag-
1. In relazione allo stato fisico del prodotto giore la probabilità di colpire il bersaglio. La
da distribuire, si possono utilizzare: condizione ideale per la distribuzione sareb-
be la formazione da parte dell’eiettore di
• impolveratrici; gocce di diametro omogeneo: abbastanza
• irroratrici; grandi per non andare soggette a deriva e
• fumigatrici; sufficientemente piccole per coprire la su-
• microdosatrici. perficie trattata in maniera uniforme, senza
scorrere, confluire e sgocciolare o evaporare.
2. In relazione al vettore che produce il
movimento della macchina si possono
utilizzare:

• attrezzature a spalla;
• macchine portate dalla trattrice;
• macchine trainate dalla trattrice;
• macchine semoventi.

3. In relazione alla quantità di miscela


distribuita si possono eseguire tratta-
menti a:
Fig.21 - Macchina irroratrice.
• alto volume;
• medio volume; Le irroratrici sono fondamentalmente costi-
• basso volume; tuite da:
• ultrabasso volume.
1. Un telaio che supporta il serbatoio, la pom-
Irroratrici pa, il sistema di erogazione ed altri acces-
sori. Esso è munito di ruote se la macchina
Le irroratrici suddividono in gocce il è trainata o semiportata, ne è privo se
liquido che contiene la miscela con i prodotti questa è portata.

Cap. 8 - Macchine ed Attrezzature


66
2. Un serbatoio principale, destinato a conte- 6. Dispositivi di controllo e regolazione.
nere il prodotto da distribuire. In esso si Nelle irroratrici ad aeroconvezione più mo-
trova il sistema di agitazione, di tipo idraulico derne è possibile riscontrare inoltre:
o meccanico, che ha il compito di assicurare 7. Un serbatoio supplementare per il lavaggio
il mantenimento nel tempo dell’omogeneità e la pulizia di tutto l’impianto di distribuzio-
della miscela. ne.
3. Una pompa che deve assicurare la pol- 8. Un serbatoio di acqua pulita per le neces-
verizzazione del prodotto, il riempimento sità dell’operatore.
del serbatoio e quasi sempre l’agitazione 9. Un dispositivo per il risciacquo automatico
della miscela. dei contenitori vuoti, con il recupero
4. Il circuito idraulico costituito da tubi, rubi- dell’acqua nel serbatoio dell’irroratrice.
netti e filtri. I tubi trasportano la miscela
dal serbatoio alla pompa e da qui Le varie irroratrici si distinguono in base alle
all’organo erogatore. La circolazione del tecniche di formazione e trasporto delle
liquido nel circuito è regolata da rubinetti gocce in:
che permettono l’apertura e la chiusura a. Irroratrici a polverizzazione pneumatica
generale del circuito e delle singole sezioni (dette anche nebulizzatori pneumatici), in
dell’apparato erogatore, il riempimento cui il liquido giunge a uno o più dispositivi
del serbatoio per aspirazione e la messa erogatori disposti in un condotto a sezione
in funzione dell’agitatore idraulico. I filtri variabile (tubo di Venturi) nel quale passa
hanno il compito di intercettare i corpi una corrente d’aria a forte velocità, gene-
estranei contenuti nel liquido da polveriz- rata da un ventilatore. La corrente prov-
zare i quali potrebbero causare il cattivo vede alla polverizzazione del liquido,
funzionamento delle valvole, l’ostruzione creando una popolazione di goccioline
dei tubi e abrasioni delle parti in movimen- che vengono, quindi, trasportate dall’aria
to. stessa (getto portato) sino alla pianta da
5. Organi di distribuzione (ugelli) che prov- trattare.
vedono alla suddivisione in piccole gocce b. Irroratrici ad aeroconvezione (dette anche
(polverizzazione) della miscela e contri- atomizzatori), caratterizzate da polverizza-
buiscono alla sua distribuzione sulle col- zione meccanica, in cui il liquido, messo in
ture (Fig. 22). pressione da una pompa, è costretto a
passare attraverso ugelli che hanno la
funzione di polverizzarlo erogandolo in
goccioline. Il trasporto della miscela av-
viene a mezzo di corrente d’aria.
c. Irroratrici ad aeroconvezione rotative, carat-
terizzate da polverizzazione meccanica per
forza centrifuga generata dalla veloce rota-
zione di un elemento, che si identifica con
il corpo dell’ugello, a forma di cono prov-
visto di un bordo dentellato. Il trasporto
della miscela avviene a mezzo di corrente
d’aria.
Esistono infine alcune irroratrici che
adottano un sistema che fornisce alle gocce
Fig.22 - Particolare di un ugello di una macchina una carica elettrica positiva per facilitarne
irroratrice in funzione.
l’attrazione da parte della vegetazione, la
quale presenta una carica di segno opposto.
67
Affinché un’irroratrice possa effettuare di detti corsi d’acqua;
un trattamento fitoiatrico efficace, sono ne- • l’irroratrice deve essere equipaggiata
cessari una corretta scelta dell’attrezzatura con dispositivi per il travaso. Nel caso
ed una giusta regolazione dei seguenti pa- ciò non sia possibile, l’apertura di riem-
rametri operativi: pimento deve essere posizionata ad
• tipo, numero e posizione degli ugelli una altezza, rispetto al terreno o alla
impiegati per la distribuzione; piattaforma dell’operatore, non inferiore
• portata del ventilatore e direzione del a 1500 mm. La distanza orizzontale
flusso d’aria; tra il bordo del serbatoio e l’apertura
• pressione d’esercizio; non dovrà essere superiore a 300 mm
• velocità d’avanzamento; (UNI EN 907:1998, ISO 5681:1992,
• volume distribuito; punto 3.9.5).;
• modalità di passaggio nella coltura. • il livello del liquido, all’interno del ser-
batoio, deve essere visibile da parte
La corretta regolazione di dell’operatore durante il riem-
questi parametri nasce da una pimento e lo svuotamento (UNI
serie di conoscenze di carattere EN 907:1998, ISO 5681:1992,
meccanico, agronomico, chimico punto 3.9.5) - (Fig. 23);
e fitopatologico, proprie della • ogni serbatoio che non sia po-
realtà nella quale si deve ope- sto sotto pressione deve avere
rare. Essa è legata principal- un dispositivo compensatore
mente a: della pressione per le opera-
• tipologia della macchina zioni di riempimento e svuota-
distributrice impiegata; mento (UNI EN 907:1998, ISO
• epoca d’intervento; 5681:1992, punto 3.9.5);
• tipologia della coltura • l’operatore deve essere sem-
(erbacea o arborea); pre protetto da tutti i contatti
• forma di allevamento e con la miscela di irrrorazione.
sesto d’impianto; Ad esempio, l’uscita di dre-
• parassita bersaglio del Fig. 23 - La quantità di formulato naggio deve essere aperta
trattamento; da immettere nel serbatoio deve senza l’ausilio di attrezzi (ad
essere determinata in funzione
• tipo di prodotto fitosani- della dose da applicare, del esempio per mezzo di un ru-
tario utilizzato. volume di distribuzione e della binetto) ed il flusso deve essere
superfice da trattare.
diretto lontano dall’operatore
Effettuate le giuste scelte di regola- (UNI EN 907:1998, ISO 5681:1992, punto
zione dei suddetti parametri, è altresì oppor- 3.9.5);
tuno, per tutelare l’ambiente e la salute • le irroratrici devono essere dotate di un
dell’operatore, osservare alcune precauzioni serbatoio per acqua pulita ad uso
d’uso. Ad esempio: dell’operatore con una capacità minima
• non riempire troppo i serbatoi dei mezzi di 15 lt., completamente isolato da altre
utilizzati per la distribuzione del prodotto; parti della macchina e munito di rubi-
• controllare la tenuta delle chiusure; netto (UNI EN 907:1998, ISO 5681:1992,
• i sistemi di riempimento dei serbatoi punto 3.9.5).
che consentono di attingere acqua É, altresì, necessario, onde evitare
direttamente dai corsi d’acqua, non i rischi connessi a questa fase, adottare,
devono consentire il ritorno dell’acqua relativamente alle macchine, le seguenti
dal serbatoio, allo scopo di impedire soluzioni:
così contaminazioni ed inquinamenti

Cap. 8 - Macchine ed Attrezzature


68
• I tubi e i loro raccordi devono essere La misura deve iniziare 8 secondi dopo
protetti contro gli urti, mediante schermi che è stato arrestato il flusso di irrora-
di idonee dimensioni, in modo da evitare zione (UNI EN 907: 1998, ISO
che eventuali perdite danneggino 11684:1995).
l’operatore (UNI EN 907:1998, ISO • Il volume totale reale del serbatoio
11684:1995). deve essere superiore al volume no-
• I tubi in pressione devono essere mar- minale di almeno il 5%. I coperchi de-
cati in modo duraturo con il valore di vono essere: solidali al serbatoio, dotati
pressione ammissibile (UNI EN di un sistema per il mantenimento in
907:1998, ISO 11684:1995). posizione chiusa ad azione meccanica
• La pressione ammissibile dei tubi e dei positiva (ad es. coperchi a vite), a
raccordi deve essere almeno uguale a tenuta stagna nei confronti della misce-
quella massima del circuito indicata dal
costruttore (UNI EN 907:1998, ISO
11684:1995).
• La macchina deve essere dotata di
pittogrammi di sicurezza per eviden-
ziare i pericoli di ferimento da fluidi di
pressione o da contatto con la miscela
di irrorazione (UNI EN 907:1998, ISO
11684:1995).
• Allo scopo di proteggere l’operatore
dal getto di irrorazione, le macchine
semoventi con barre montate frontal- Fig.24 - Macchina irroratrice.
mente devono essere equipaggiate di
cabina, oppure avere il punto di riferi- la di irrorazione (UNI EN 907:1998).
mento del sedile del conducente (come • L’irroratrice deve essere provvista di
definito al paragrafo 3 della norma EN un dispositivo (valvola di sicurezza)
25353:1988), posizionato almeno a protetto contro manipolazioni non au-
1000 mm al di sopra della massima torizzate, che impedisca il superamento
altezza di lavoro della barra frontale. di più del 20% della pressione massima
Deve essere possibile, per l’operatore, del circuito, indicata dal costruttore
azionare i comandi manuali di irrora- (UNI EN 907:1998).
zione, durante il lavoro, dal posto di • L’irroratrice deve essere dotata di ma-
guida (UNI EN 907: 1998, ISO nometro. La o le pressioni di lavoro
11684:1995). devono essere chiaramente leggibili
• I dispositivi irroratori comandati a mano dalla posizione di guida ammettendo
(lance irroratrici) devono essere pro- la rotazione della testa e della parte
gettati in modo tale da evitare inavvertiti alta del corpo del conducente. Per
rilasci. Deve essere possibile il blocco manometri analogici il diametro minimo
nella posizione chiusa e non quello deve essere di 63 mm; 100 mm, in tutti
nella posizione aperta (UNI EN 907: gli altri casi. La pressione ammissibile
1998, ISO 11684:1995). deve essere indicata sul manometro
• Nel momento in cui viene disattivato il da una linea rossa. Il manometro deve
comando della irrorazione, il volume essere realizzato e collocato in modo
di gocciolamento da ogni ugello non da non creare pericolo per l’operatore
deve essere superiore ai 2 ml per ugel- in caso di perdita o di scoppio (UNI EN
lo, misurato per un periodo di 5 minuti. 907:1998).
69
Impolveratrici su diverse parti della macchina, mira a mo-
nitorare i punti critici nel processo di forma-
Le impolveratrici sono macchine per la zione e trasporto delle gocce.
distribuzione di prodotti in polvere (es. zolfo). Alcuni controlli, ad esempio, riguar-
Esse sono costituite essenzialmente dano le verifiche dell’usura degli ugelli (Fig.
da un telaio portante, una trasmissione dalla 25), che possono nel tempo perdere la loro
presa di potenza del trattore, una tramoggia efficienza, e della corretta indicazione del
con eventuale agitatore, un dispositivo do- manometro.
satore ed un ventilatore centrifugo, che Le suddette operazioni, come si è
produce una corrente d’aria per convogliare già' detto, possono favorire, sia la sicurezza
le particelle verso il bersaglio attraverso un dell’operatore che il rispetto dell’ambiente,
apparato di erogazione costituito in genere riducendo la possibilità di deriva, di goccio-
da una o più coppie di diffusori. lamento o di disomogenea distribuzione del
prodotto.
Fumigatrici In Italia opera uno dei parchi macchine
più consistenti dell’Unione Europea, tuttavia
Le fumigatici servono a distribuire pro- ogni anno vengono sostituite solo il 2-2,5%
dotti liquidi che a contatto con il terreno gassi- delle macchine esistenti. Ciò indica che il
ficano. I “fumiganti” vengono iniettati nel parco macchine del nostro Paese è vetusto
terreno per mezzo di due tipi di distribuzione: e arretrato tecnologicamente.
per iniezione e per distribuzione continua
(forzata o per gravità).

Microdosatrici

Le microdosatrici sono costituite da una


tramoggia e da piccoli contenitori di precisione
che ricevono il prodotto e lo distribuiscono sul
terreno nel punto voluto, insieme alla semente
se combinate con una seminatrice. I prodotti
utilizzati spesso sono in forma granulare o
polverulenta e servono per disinfestare un
terreno in pieno campo.

CONTROLLO E TARATURA
DELLE MACCHINE IRRORATRICI
Le macchine irroratrici devono essere
impiegate correttamente e devono funzionare
in maniera ottimale per ottenere un’adeguata
efficacia del trattamento (adeguata distribu-
zione del prodotto sull’effettivo bersaglio) e Fig.25 - Il metodo più semplice per controllare l’usura
ridurne la pericolosità (dispersione degli ugelli è la verifica della loro portata, determinata
per mezzo di contenitori graduati da applicare ad
nell’ambiente di prodotti chimici e tutela della ogni singolo ugello.
salute degli operatori). Quindi è essenziale
che le macchine siano periodicamente sot-
toposte a controlli e tarature.
L’operazione di taratura, consistente
in una serie di verifiche e controlli periodici

Cap. 8 - Macchine ed Attrezzature


CAPITOLO 9
Obblighi dell’Agricoltore
e dei suoi Lavoratori
71
CAPITOLO 9

OBBLIGHI DELL’AGRICOLTORE E DEI SUOI LAVORATORI

ome già detto al cap. 5 (valutazione cioè è tenuto ad utilizzare i D.P.I. forniti dal
dei rischi e sorveglianza sanitaria), datore di lavoro e ad utilizzarli in maniera
l’impiego di prodotti fitosanitari com- corretta.
porta una valutazione del rischio pre- I lavoratori, formati ed addestrati, sono
liminare ed eventualmente una successiva inoltre responsabili dell’uso non corretto, per
valutazione più dettagliata, ai sensi del Titolo esempio, di un’attrezzatura irrorante che
VII-bis del D. Lgs. 626/94, come modificato può avere provocato intossicazioni o danni
dal D. Lgs. 25/2002. a terzi.
L’agricoltore è tenuto a raccogliere Nel caso che tra i lavoratori vi sia per-
tutte le informazioni connesse alla pericolo- sonale femminile, il datore di lavoro deve
sità dei prodotti impiegati, chiedendole al attenersi alle specifiche norme che ne regola-
proprio fornitore al momento dell’acquisto. mentano la condizione di lavoro per la gravi-
Il fornitore dove dare tutte le informazioni danza e fino a sette mesi dopo il parto (vedi
che riguardano la composizione degli ingre- D. Lgs 151/01):
dienti pericolosi per la salute dell’uomo e
ciò avviene tramite la consegna della a. Lavori vietati in gravidanza e fino a sette
“scheda di sicurezza” del prodotto (vedi mesi dopo il parto:
Appendice). • Lavori soggetti all’obbligo di visite me-
Il nuovo quadro normativo in materia diche preventive e periodiche a cura
di immissione sul mercato dei prodotti fitosa- del datore di lavoro.
nitari, impone che dal 30/07/2004 (termine • Lavori che espongono al rischio di ma-
posticipato dal Ministero della Salute al lattia professionale.
30/06/2005) questi siano venduti in conformità • Uso di sostanze tossiche o nocive nella
a nuove disposizioni in materia di classifica- concimazione del terreno e nella cura
zione, imballaggio ed etichettatura dei pre- del bestiame.
parati pericolosi, dettate dalla normativa • Lavoro notturno.
europea vigente (direttiva 1999/45/Ce rece-
pita dal D. Lgs. 65/2003). b. Lavori vietati solo in gravidanza:
Come sancito dal D.Lgs. 25/02, • Sollevamento e spostamento di pesi.
l’agricoltore deve garantire ai propri dipen- • Lavori su scale o impalcature mobili o
denti (anche gli avventizi e gli stagionali) fisse.
l’informazione e la formazione sui rischi • Lavori di manovalanza pesante.
derivanti dall’uso dei prodotti fitosanitari • Stazione in piedi per più di metà
e l’addestramento nell’uso delle attrezza- dell’orario di lavoro.
ture e dei D.P.I., nel rispetto degli artt. 21 e • Uso di macchine mosse o comandate a
22 del D. Lgs. 626/94. pedale, uso di macchine scuotenti o
Ma anche il lavoratore ha delle utensili vibranti.
responsabilità, quali l’obbligo di rispettare • Lavori che espongono a sostanze e/o
gli artt. 5, comma 2, 44 del D. Lgs. 626/94, preparati classificati come molto tossici,

Cap. 9 - Obblighi
72

Fig.26

tossici o nocivi, per cui è necessario il rizzazione della Direzione Provinciale del
“patentino” (*). Lavoro, che la emana dopo aver sentito il
• Condotta di veicoli da trasporto e di parere favorevole dell’AUSL competente.
macchine operatrici semoventi a propul-
sione meccanica (*). Contratti d’appalto e contratti
• Monda e trapianto del riso, legaggio e d’opera con i contoterzisti
abbattimento degli alberi (*).
• Condotta e governo di tori e stalloni (*). Gli agricoltori che affidano, all’interno
della propria azienda, lavori di qualsiasi tipo
I lavori contrassegnati con (*) sono vietati (ad es. irrorazione con prodotti fitosanitari)
anche ai minori di 18 anni. ad imprese appaltatrici o a lavoratori auto-
nomi (contoterzisti) devono adempiere a
Tutela del lavoro dei minori precisi obblighi contenuti nell’art.7 del D.
Lgs. 626/94. Il contoterzista dovrà fornire
Recenti normative prevedono forme di all’agricoltore committente le informazioni
tutela molto severe per il lavoro dei minori sui rischi che la sua attività può arrecare ai
(legge 977/67, modificata dai decreti legislativi lavoratori del committente.
345/99 e 262/00). Il datore di lavoro dovrà fornire, per
Per quanto riguarda l’esposizione a parte sua, al contoterzista dettagliate infor-
sostanze chimiche, una deroga al divieto di mazioni sui rischi specifici esistenti nei luoghi
adibire minori è prevista solo per indispen- della propria azienda (es. la presenza di
sabili motivi didattici o di formazione profes- impiantistica irrigua e di ogni tipo, di canali,
sionale e soltanto per il periodo strettamente fossi, buche non segnalate…), dove questi
necessario per la formazione stessa, sotto è destinato ad operare, e sulle misure di
la sorveglianza di formatori competenti anche prevenzione e di emergenza da adottare in
in materia di prevenzione e protezione e nel caso di incidenti e di guasti. Nel caso speci-
rispetto di tutte le condizioni di sicurezza e fico il datore di lavoro deve richiedere al
salute previste dalla legislazione vigente. In contoterzista di esibire il “patentino”.
ogni caso è necessaria una specifica auto- L’agricoltore appaltante è il promotore
73
del coordinamento degli interventi di prote- sciogliere qualsiasi contratto riguardante
zione e prevenzione. Se l’agricoltore valuta l’affidamento di lavorazioni agricole all’interno
che il contoterzista non osserva le sue di- della propria azienda.
sposizioni, le misure di prevenzione e pro-
tezione e le norme in materia di sicurezza
e salute sul luogo di lavoro, ha l’autorità di

Fig.27

Cap. 9 - Obblighi
APPENDICE
Etichetta e Scheda di Sicurezza
75
APPENDICE

ETICHETTA E SCHEDA DI SICUREZZA

• Smaltimento.
ulla confezione di ogni prodotto fito- • Tempo di rientro.
sanitario è riprodotta od applicata • Numero e codice della partita per la
l’etichetta, che costituisce la sua carta rintracciabilità.
d’identità. Su di essa sono riportate le prin- • Modalità d’azione.
cipali informazioni ed avvertenze che riguar- • Un prodotto fitosanitario può essere
dano il prodotto ed il suo corretto utilizzo impiegato sulle colture esclusiva-
(Fig. 28). L’operatore agricolo ha l’obbligo mente per le avversità e alle dosi
di seguirne tutte le indicazioni. L’etichetta riportate in etichetta. Ogni altro im-
dei prodotti fitosanitari deve contenere i piego diverso da quelli riportati in
seguenti dati: etichettta, è illegale.
• Nome commerciale.
• Tipo di prodotto (es. erbicida, fungi-
cida etc…).
• Tipo di formulazione.
• Simbologia di pericolo.
• Composizione e quantità delle so-
stanze attive.
• Frasi di rischio.
• Consigli di prudenza.
• Fabbricante responsabile
dell’immissione in mercato.
• Massa o volume contenuto.
• Numero e data di registrazione al Mi-
nistero della Sanità.
• Possibili effetti secondari conseguenti
all’uso improprio.
• Caratteristiche.
• Settore d’impiego.
• Dose d’impiego.
• Epoca d’impiego.
• Fitotossicità.
• Compatibilità con altri prodotti fito-
Fig. 28 - Etichetta di un anticrittogamico, con le
sanitari e indicazioni di avvertenza. informazioni previste.
• Tempo di carenza.
• Norme precauzionali per la conser- La scheda di sicurezza (che dal 30 Luglio
vazione, preparazione, distribuzione 2004 deve, obbligatoriamente, accompagnare
e smaltimento. i prodotti fitosanitari immessi sul mercato -
• Informazioni sanitarie per il medico. direttiva 1999/45/Ce recepita dal D. Lgs.

Appendice
76
65/2003) è il documento che contiene tutte 6. MISURE IN CASO DI FUORIUSCITA
le informazioni inerenti la tutela della salute ACCIDENTALE
e sicurezza dell’utilizzatore. Il datore di lavoro Fornisce le indicazioni per la raccolta delle
deve conservare queste schede, soprattutto sostanze fuoriuscite (in caso di polvere,
alla luce di quanto prescritto dalle norme liquidi, sostanze infiammabili, etc.).
sulla sicurezza (D. Lgs. 626/94).
La scheda di sicurezza contiene, gene- 7. MANIPOLAZIONE E STOCCAGGIO
ralmente, le seguenti informazioni: Il prodotto, se infiammabile, non può
essere utilizzato in zone in cui vi siano
1. IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E sorgenti di fiamma o scintilla.
DELL'IMPRESA Occorre, altresì, tenere i recipienti ben
E' indicato, fra l'altro, il numero telefonico chiusi. Nella zona di utilizzo del prodotto
di chiamata urgente della società, da non bisogna bere, mangiare o fumare.
utilizzare in caso di emergenza.
8. PROTEZIONE INDIVIDUALE
2. COMPOSIZIONE DEL PREPARATO Descrive i mezzi di protezione individuale
La presenza, nella formulazione del (DPI) e indica i Limiti di Esposizione
prodotto, di sostanze pericolose per la Professionale (esposizione al di sotto della
salute o per le quali esistono limiti di quale non vi sono rischi per la salute).
esposizione riconosciuti, viene segnalata,
per le sostanze T o T + , qualora la 9. CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE
concentrazione del preparato sia maggiore Descrive:
o uguale allo 0.1%; per le sostanze C, Xn - Stato fisico.
o X i , viene segnalata qualora la - Viscosità.
concentrazione sia maggiore o uguale - Solubilità in acqua.
all’1%. - Punto di infiammabilità.

3. IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI DEL 10. STABILITA' E REATTIVITA'


PREPARATO Indica le reazioni di decomposizione
Contiene le informazioni sui rischi per la pericolose e la resistenza al calore.
salute.
11. INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE
4. MISURE DI PRIMO SOCCORSO Descrive i vari effetti tossici che possono
Misure da attuare in caso di: insorgere in seguito ad esposizione ad
- Inalazione. agenti chimici.
- Contatto con la pelle.
- Ingestione. 12. INFORMAZIONI ECOLOGICHE
- Contatto con gli occhi. Fornisce le informazioni legate alla
pericolosità del preparato.
5. MISURE ANTINCENDIO
Descrive i mezzi estinguenti e, poiché la 13. CONSIDERAZIONI SULLO
combustione può sviluppare fumi SMALTIMENTO
dannosi per la salute, fornisce le
raccomandazioni a riguardo. Può essere 14. INFORMAZIONI SUL TRASPORTO
consigliato l’uso di maschere di Contiene le informazioni in merito a norme
respirazione adeguate. o accordi internazionali concernenti
l'imballaggio ed il trasporto di merci
pericolose (accordo ADR, IMDGC, ecc...)
77
15. INFORMAZIONI SULLA contenuto di sostanze particolarmente
REGOLAMENTAZIONE pericolose) e la normativa di riferimento.

Fornisce i dati completi di etichettatura 16.ALTRE INFORMAZIONI


del prodotto (i simboli, le frasi R, le frasi
S - entrambe riportate per esteso - ed il
Riteniamo opportuno inserire di seguito l’elenco completo delle frasi di rischio, dei consigli di
prudenza e delle loro relative combinazioni, in quanto alcune di queste voci si ritrovano nelle
etichette dei prodotti fitosanitari.
ELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO R, DEI CONSIGLI DI PRUDENZA S
E DELLE LORO RELATIVE COMBINAZIONI
(Riguarda le sostanze e i preparati pericolosi)
XXVIII Adeguamento al Progresso Tecnico (ATP) - Dirett. 2001/59/CE recepita con D.M. 14/06/2002
(Il XXIX Adeguamento al Progresso Tecnico (ATP), che è in fase di recepimento, non ha apportato
modifiche all’elenco seguente).
R1 Esplosivo allo stato secco.
R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.
R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.
R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria.
R7 Può provocare un incendio.
R8 Può provocare l'accensione di materie combustibili.
R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.
R10 Infiammabile.
R11 Facilmente infiammabile.
R12 Estremamente infiammabile.
R14 Reagisce violentemente con l'acqua.
R15 A contatto con l'acqua libera gas estremamente infiammabili.
R16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti.
R17 Spontaneamente infiammabile all'aria.
R18 Durante l'uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili.
R19 Può formare perossidi esplosivi.
R20 Nocivo per inalazione.
FRASI DI RISCHIO R

R21 Nocivo a contatto con la pelle.


R22 Nocivo per ingestione.
R23 Tossico per inalazione.
R24 Tossico a contatto con la pelle.
R25 Tossico per ingestione.
R26 Molto tossico per inalazione.
R27 Molto tossico a contatto con la pelle.
R28 Molto tossico per ingestione.
R29 A contatto con l'acqua libera gas tossici.
R30 Può divenire facilmente infiammabile durante l'uso.
R31 A contatto con acidi libera gas tossico.
R32 A contatto con acidi libera gas molto tossico.
R33 Pericolo di effetti cumulativi.
R34 Provoca ustioni.
R35 Provoca gravi ustioni.
R36 Irritante per gli occhi.
R37 Irritante per le vie respiratorie.
R38 Irritante per la pelle.
R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi.
R40 Possibilità di effetti cancerogeni - Prove insufficienti.
R41 Rischio di gravi lesioni oculari.
R42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione.
R43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle.
R44 Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato.
R45 Può provocare il cancro.
R46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie.
R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.

Appendice
78

R49 Può provocare il cancro per inalazione.


R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici.
R51 Tossico per gli organismi acquatici.
R52 Nocivo per gli organismi acquatici.
R53 Può provocare a lungo termine effettivi negativi per l'ambiente acquatico.
R54 Tossico per la flora.
R55 Tossico per la fauna.
R56 Tossico per gli organismi del terreno.
R57 Tossico per le api.
R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente.
R59 Pericoloso per lo strato di ozono.
R60 Può ridurre la fertilità.
R61 Può danneggiare i bambini non ancora nati.
R62 Possibile rischio di ridotta fertilità.
R63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati.
R64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno.
R65 Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione.
R66 L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolatura della pelle.
R67 L’inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini.
R68 Possibilità di effetti irreversibili.

R14/15 Reagisce violentemente con l'acqua liberando gas estremamente infiammabili.


R15/29 A contatto con l'acqua libera gas tossici e estremamente infiammabili.
R20/21 Nocivo per inalazione e contatto con la pelle.
R20/22 Nocivo per inalazione e ingestione.
R20/21/22 Nocivo per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.
COMBINAZIONI DELLE FRASI DI RISCHIO R

R21/22 Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione.


R23/24 Tossico per inalazione e contatto con la pelle.
R23/25 Tossico per inalazione e ingestione.
R23/24/25 Tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.
R24/25 Tossico a contatto con la pelle e per ingestione.
R26/27 Molto tossico per inalazione e contatto con la pelle.
R26/28 Molto tossico per inalazione e per ingestione.
R26/27/28 Molto tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.
R27/28 Molto tossico a contatto con la pelle e per ingestione.
R36/37 Irritante per gli occhi e le vie respiratorie.
R36/38 Irritante per gli occhi e la pelle.
R36/37/38 Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle.
R37/38 Irritante per le vie respiratorie e la pelle.
R39/23 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione.
R39/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle.
R39/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione.
R39/23/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con
la pelle.
R39/23/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed ingestione.
R39/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per
ingestione.
R39/23/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con
la pelle e per ingestione.
R39/26 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione.
R39/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle.
R39/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione.
R39/26/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto
con la pelle.
R39/26/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed ingestione.
R39/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e
per ingestione.
R39/26/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto
con la pelle e per ingestione.
R40/20 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione.
79
R40/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle.
R40/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione.
R40/20/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle.
R40/20/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione ed ingestione.
R40/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione.
R40/20/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle e
per ingestione.
R42/43 Può provocare sensibilizzazione per inalazione e contatto con la pelle.
R48/20 Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione.
R48/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle.
R48/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
ingestione.
R48/20/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione e a contatto con la pelle.
R48/20/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione e ingestione.
R48/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle e per ingestione.
R48/20/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.
R48/23 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione.
R48/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle.
R48/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
ingestione.
R48/23/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione e a contatto con la pelle.
R48/23/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione ed ingestione.
R48/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle e per ingestione.
R48/23/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.
R50/53 Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti
negativi per l'ambiente acquatico.
R51/53 Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi
per l'ambiente acquatico.
R52/53 Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi
per l'ambiente acquatico.
R68/20 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione
R68/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle.
R68/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione.
R68/20/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle.
R68/20/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e ingestione.
R68/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione.
R68/20/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle e per
ingestione.

Appendice
80
S1 Conservare sotto chiave.
S2 Conservare fuori della portata dei bambini.
S3 Conservare in luogo fresco.
S4 Conservare lontano da locali di abitazione.
S5 Conservare sotto (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante).
S6 Conservare sotto (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante).
S7 Conservare il recipiente ben chiuso.
S8 Conservare al riparo dall'umidità.
S9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato.
S12 Non chiudere ermeticamente il recipiente.
S13 Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande.
S14 Conservare lontano da (sostanze incompatibili da precisare da parte del produttore).
S15 Conservare lontano dal calore.
S16 Conservare lontano da fiamme e scintille - Non fumare.
S17 Tenere lontano da sostanze combustibili.
S18 Manipolare ed aprire il recipiente con cautela.
S20 Non mangiare né bere durante l'impiego.
S21 Non fumare durante l'impiego.
S22 Non respirare le polveri.
S23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosol [termine(i) appropriato(i) da precisare da parte del
produttore].
S24 Evitare il contatto con la pelle.
S25 Evitare il contatto con gli occhi.
ELENCO DEI CONSIGLI DI PRUDENZA S

S26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e
consultare il medico.
S27 Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati.
S28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente ed abbondantemente con prodotti
idonei (da indicarsi da parte del fabbricante).
S29 Non gettare i residui nelle fognature.
S30 Non versare acqua sul prodotto.
S33 Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche.
S35 Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni.
S36 Usare indumenti protettivi adatti.
S37 Usare guanti adatti.
S38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto.
S39 Proteggersi gli occhi/la faccia.
S40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto, usare... (da precisare
da parte del produttore).
S41 In caso di incendio e/o esplosione non respirare i fumi.
S42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto [termine(i)
appropriato(i) da precisare da parte del produttore].
S43 In caso di incendio usare... (mezzi estinguenti idonei da indicarsi da parte del fabbricante.
Se l'acqua aumenta il rischio precisare "Non usare acqua").
S45 In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile,
mostrargli l'etichetta).
S46 In caso d'ingestione consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o
l'etichetta.
S47 Conservare a temperatura non superiore a... °C (da precisare da parte del fabbricante).
S48 Mantenere umido con... (mezzo appropriato da precisare da parte del fabbricante).
S49 Conservare soltanto nel recipiente originale.
S50 Non mescolare con... (da specificare da parte del fabbricante).
S51 Usare soltanto in luogo ben ventilato.
S52 Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati.
S53 Evitare l'esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell'uso.
S56 Smaltire questo materiale e relativi contenitori in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali.
S57 Usare contenitori adeguati per evitare l'inquinamento ambientale.
S59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio.
S60 Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi.
S61 Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in materia
di sicurezza.
S62 In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare immediatamente il medico e
mostrargli il contenitore o l'etichetta.
S63 In caso di incidente per inalazione, allontanare l’infortunato dalla zona contaminata e
mantenerlo a riposo.
S64 In caso di ingestione sciacquare la bocca con acqua (solamente se l’infortunato è cosciente).
81

S1/2 Conservare sotto chiave e fuori della portata dei bambini.


S3/7 Tenere il recipiente ben chiuso in luogo fresco.
COMBINAZIONI DEI CONSIGLI DI PRUDENZA S

S3/9/14 Conservare in luogo fresco e ben ventilato lontano da... (materiali incompatibili
da precisare da parte del fabbricante).
S3/9/14/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato
lontano da... (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante).
S3/9/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato.
S3/14 Conservare in luogo fresco lontano da... (materiali incompatibili da precisare da
parte del fabbricante).
S7/8 Conservare il recipiente ben chiuso e al riparo dall'umidità.
S7/9 Tenere il recipiente ben chiuso e in luogo ben ventilato.
S7/47 Tenere il recipiente ben chiuso e a temperatura non superiore a... °C (da precisare
da parte del fabbricante).
S20/21 Non mangiare, né bere, né fumare durante l'impiego.
S24/25 Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle.
S27/28 In caso di contatto con la pelle, togliersi di dosso immediatamente gli indumenti
contaminati e lavarli immediatamente e abbondantemente con... (prodotti idonei
da indicarsi da parte del fabbricante).
S29/35 Non gettare i residui nelle fognature; non disfarsi del prodotto e del recipiente
se non con le dovute precauzioni.
S29/56 Non gettare i residui nelle fognature; smaltire questo materiale e i relativi
contenitori in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali.
S36/37 Usare indumenti protettivi e guanti adatti.
S36/37/39 Usare indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.
S36/39 Usare indumenti protettivi adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.
S37/39 Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.
S47/49 Conservare soltanto nel contenitore originale a temperatura non superiore a...°C
(da precisare da parte del fabbricante).
S47/49 Conservare soltanto nel contenitore originale a temperatura non superiore a...°C
(da precisare da parte del fabbricante).

Appendice
BIBLIOGRAFIA
83
BIBLIOGRAFIA
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Settembre - 2005 - File on line.

Bibliografia
86

Finito di stampare
nel mese di Gennaio 2006

Si ringraziano, per la gentile concessione del materiale fotografico:

• La Dott.ssa Daniela Nicolosi - Medico Chirurgo (figg. 1, 2, 3, 4, 5, 8, 9, 27, 28);


• L’Osservatorio per le Malattie delle Piante - Acireale (Ct) (figg. 6, 11, 12, 13, 15, 18, 19, 20);
• La “SAVE SPA” Importatore ufficiale per l’Italia del marchio “Amazone” (figg. 10, 23, 25);
• Il Prof. Girolamo Cartia - Docente di “Strategie Fitoiatriche” presso il Dipartimento di Agrochimica
e Agrobiologia - Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria (figg. 7, 16, 17);
• Il DIA - Dipartimento di Ingegneria Agraria - Università di Catania (figg.14, 15, 21, 22, 24, 25);
• La CSC - Agenzia di Pubblicità e Marketing - (Copertina e fig. 26).
Settore Igiene e Sanità Pubblica
Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro
U.O. Assistenza-Informazione-Formazione-Educazione
alla Sicurezza sul Lavoro

Via Tevere, 39 - Fraz. Cerza - S.Gregorio di Catania (CT)


e-mail SPSAL.AFI2@ausl3.ct.it

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