Officinali
nella
Tradizione
Siciliana
PREFAZIONE
Prof. Giacomo Dugo
Carrubba, Alessandra
Le erbe officinali nella tradizione siciliana: impariamo a riconoscerle,
coltivarle, apprezzarle / (Alessandra Carrubba, Antonino Sutera).
Palermo: Regione Siciliana, Assessorato dell'Agricoltura e delle
Foreste, 2001.
1. Piante medicinali - Sicilia.
I. Sutera, Antonino.
581.63 CDD-20
SBN Pal0188780
Cip - Biblioteca centrale della Regione siciliana
La presente pubblicazione non in vendita ed stata licenziata nel novembre 2001 per conto della
SOAT n. 77, Via Roma 181 Menfi AG, con fondi POM 94-99 Misura 2 Progetto A34.
PRESENTAZIONE
Dr.
Felice
Crosta
On. Giuseppe Castiglione
Dir.
Gen.
Dip.
Interventi
Strutturali
Assessore Reg. Agricoltura e Foreste
IL PROGRAMMA OPERATIVO M U LT I R E G I O N A L E
ED IL RUOLO DELLA D I V U L G A Z I O N E AGRICOLA
Dr.
Dr.
Nicol
Filippo
Cacioppo
Salvo
Funzionario
Dirigente
Resp.
Coord.
Soat
n.
Gruppo
77,
XIII
Menfi
SaS
La ricerca applicata rappresenta per il settore agricolo un fattore strategico di successo, per permettere alle aziende di conquistare o difendere adeguati livelli di
competitivit ed efficienza sui mercati. Tuttavia, in passato, per il verificarsi di una
serie di concause, la trasferibilit di molte innovazioni non stata sempre efficace.
Con la programmazione dei fondi strutturali 1994/99, stato previsto il diretto
coinvolgimento dei Servizi allo Sviluppo nell'ambito del Programma Operativo
Multiregionale "Attivit di sostegno ai servizi di sviluppo per l'agricoltura" con
l'attivazione di una serie di azioni a carattere multiregionale che mirano a rafforzare i Servizi regionali per settori comuni di intervento
L'attuazione della Misura 2 del POM ha introdotto una forma nuova di collaborazione tra le istituzioni che si occupano di ricerca applicata in agricoltura, e i
Servizi allo Sviluppo che fanno assistenza tecnica e divulgazione delle innovazioni alle aziende agricole. Tale collaborazione ha comportato l'adozione di metodologie volte a sviluppare sinergie tra due mondi che non sempre riescono a colloquiare con continuit. Istituzioni di ricerca e Servizi allo Sviluppo si sono cos
trovati a cooperare ad un tavolo comune di lavoro e sono stati in grado di mettere
a punto strategie di ricerca e di divulgazione capaci di dare risposte concrete ad
esigenze reali degli operatori del settore agricolo.
In tale contesto i Servizi allo Sviluppo sono stati chiamati a svolgere un doppio
ruolo: da una parte farsi portavoce delle esigenze del mondo agricolo presso la
ricerca, indirizzandone gli obiettivi, dall'altro occuparsi del trasferimento dei
risultati ottenuti, rendendoli applicabili da una parte degli operatori interessati.
Il Mi.P.A.F. per tramite dell'INEA, ente attuatore della Misura 2 del POM, tra il
1997 e il 1998 ha finanziato circa ottanta progetti POM e i Servizi allo sviluppo
della Sicilia hanno aderito a quarantacinque di questi. Tali progetti interessano quasi
tutti i settori agricoli strategici per le Regioni dell'Obiettivo 1 e riguardano gli
aspetti pi interessanti delle diverse filiere produttive. L'adesione dei Servizi allo
Sviluppo della Sicilia al Progetto POM A34 "Valorizzazione dei prodotti di trasformazione da piante officinali dell'Italia meridionale ed insulare" in considerazione
delle grandi potenzialit del settore, non poteva che essere piena e convinta.
Sono state pertanto sposate appieno le motivazioni del progetto miranti al potenziamento del settore delle piante officinali, che al Sud presentano un'alta vocazionalit
attraverso la valorizzazione dei prodotti di trasformazione per l'ottenimento di prodotti di pregio e l'approfondimento delle conoscenze inerenti la flora spontanea.
LE
OFFICINALI
fanno uso (soggette a modificazioni assai lente ne) tempo) e le dimensioni di queste ultime. Al contrario di quanto gi visto per le specie da essenza, il cospicuo
flusso commerciale che ne deriva proviene principalmente da alcuni Paesi particolarmente poveri delle aree tropicali; la produzione delle spezie gioca in queste aree
un ruolo economico cruciale, in quanto rappresenta spesso la loro fondamentale
risorsa per le esportazioni. Ad esempio si cita l'India per pepe, cardamomo, cassia
e curcuma, l'Indonesia per pepe, noce moscata e vaniglia, il Madagascar per vaniglia, pepe e chiodi di garofano. Molti di questi Paesi, consapevoli dell'importanza
delle spezie per le loro traballanti economie, hanno cercato di promuoverne la produzione ed il commercio per lo pi attraverso organizzazioni governative, ottenendo buoni risultati. Di fatto, i Paesi in via di sviluppo, a differenza dei Paesi industrializzati, possono usufruire di ingenti quantit di manodopera a costi relativamente bassi, e di conseguenza si presentano fortemente competitivi sul piano del
prezzo. Va tuttavia rilevato che sul piano della qualit e dei controlli fitosanitari, le
loro produzioni lasciano sovente molto a desiderare. In una situazione commerciale che appare al momento cos consolidata, su questo punto sembra possibile
costruire e rafforzare la competitivit dei nostri prodotti. Molte industrie trasformatrici, soprattutto svizzere, tedesche e italiane, oggi si dichiarano disposte a pagare
prezzi pi elevati in cambio di maggiori garanzie sulla qualit del prodotto.
Le piante medicinali
In base alla definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanit, sono "tutte le
specie vegetali contenenti, in uno o pi dei loro organi, sostanze che possono
essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi, o che sono i precursori di sintesi
chemiofarmaceutiche". Le specie medicinali sono elettivamente destinate all'industria e quindi a potenziali acquirenti assai esigenti sotto il profilo qualitativo;
esse devono rispettare il triplice vincolo "qualit-sicurezza-efficacia" e, per questo motivo, molto spesso i laboratori farmaceutici interessati al loro acquisto curano e controllano l'intero processo produttivo della materia prima, compresi la
ricerca genetica ed il miglioramento delle tecniche di produzione. In molti casi, le
industrie danno vita a precisi accordi contrattuali con l'imprenditore agricolo, in
modo da assicurarsi cos l'approvvigionamento di una certa partita di prodotto
con caratteristiche qualitative prefissate; dal canto suo, l'imprenditore agricolo si
assicura il ritiro della produzione, avvantaggiandosi al tempo stesso dell'assistenza tecnica fornita dal laboratorio farmaceutico. La maggior parte delle specie
vegetali indirizzate verso questo segmento di mercato deriva da Paesi industrializzati, in cui esse vengono coltivate con agrotecniche intensive che presuppongono
largo dispendio di mezzi tecnici.
Un discorso a parte riguarda le specie per uso erboristico, utilizzate per la preparazione di infusi, tisane, decotti e preparazioni fitoterapiche per automedicazione.
Sebbene quest'ultima pratica non sia certamente da incoraggiare, essa alimenta un
settore di mercato che negli ultimi dieci anni ha avuto un incremento notevolissi-
mo e che ancora non sembra avere esaurito la sua ascesa. Di fatto, al contrario di
quanto visto in precedenza, la maggior parte dei prodotti presenti sul mercato e
appartenenti a questa categoria proviene da Paesi in via di sviluppo, in grado di
saturare i mercati europei con merce che, dato il basso costo della manodopera, si
presenta fortemente competitiva sul piano del prezzo al consumo.
Le piante per "altri usi"
La coltivazione delle piante officinali, che fino a qualche anno fa veniva indicata
unicamente come possibile realt per la valorizzazione delle aree marginali, oggi
si sempre pi trasformata in un settore altamente specializzato. Basti pensare
alla molteplicit di utilizzazioni che le vedono coinvolte: dall'alimentare alla
liquoristica, dai profumi ai cosmetici in senso generale, all'additivazione alimentare, alla preparazione di integratori dietetici. La tabella 1 riporta le pi importanti
utilizzazioni moderne delle piante officinali, oltre a quelle gi citate come aromatiche e medicinali. Una prima suddivisione le ripartisce, in base alla loro destinazione, tra specie a destinazione alimentare ("food") e non alimentare ("no-food").
Tab. 1 - utilizzazioni delle piante officinali
IL
M E R C A T O
Aspetti caratteristici
Il diagramma in fig. 1 schematizza l'andamento della filiera delle piante officinali in Italia. Come gi accennato, poich la concorrenza estera spesso in grado di
offrire merce a prezzi estremamente ridotti, i tre quarti della disponibilit nazionale interna provengono dall'estero.
Fig. 1 - La filiera delle piante officinali in Italia (da Bruni, 1999)
PROSPETTIVE, VANTAGGI
VINCOLI
La coltivazione
Se la raccolta e l'utilizzazione delle erbe officinali costituiscono pratica antichissima, non altrettanto si pu dire per la loro coltivazione in pieno campo. Le ricerche
svolte in questo senso sono relativamente recenti, e i tentativi di fornire agli agricoltori un corpo di informazioni concrete ed applicabili sono ancora piuttosto limitati e frammentari. Al momento, la coltivazione delle piante officinali non interessa
grandi aziende, se non per poche specie la cui produzione sia completamente meccanizzabile. Essa pu invece interessare le piccole aziende e le forme cooperativistiche, purch sia risolto il problema del reperimento di manodopera a basso costo.
Di fatto, nel settore delle piante officinali, in cui ci che interessa non tanto la
resa in biomassa o seme, quanto le caratteristiche qualitative e la resa in principio
attivo, il problema della scelta dell'agrotecnica pi opportuna diventa abbastanza
delicato. Numerosi fattori giocano un ruolo fondamentale nella resa e nella composizione dei principi attivi. Essi vengono ripartiti in fattori intrinseci (genotipo,
condizioni di maturit della pianta, parte della pianta raccolta) ed estrinseci (condizioni nutrizionali, termiche, di illuminazione, di umidit). Insieme, essi concorrono a determinare quella particolare fase fenologica in cui le rese in principio
attivo sono massime, definita "tempo balsamico".
La pratica agricola viene attuata tramite una serie di tecniche che, in vario modo,
concorrono a modificare l'ambiente di crescita delle piante allo scopo di ottimizzare l'uso delle risorse a loro disposizione. In questo senso, essa pu determinare
importanti modificazioni nella qualit e nella quantit dei principi attivi rispetto a
quelli prodotti dalle piante allo stato spontaneo. La letteratura disponibile sull'argomento abbonda di riferimenti sugli effetti delle principali pratiche colturali sulla
qualit e quantit dell'essenza in numerose specie vegetali. Sono stati dettagliatamente studiati gli effetti legati alle variazioni dell'ambiente di coltivazione, della
modalit d'impianto (epoca e densit di semina), di fertilizzazione (soprattutto
azotata), nonch gli effetti dell'irrigazione (negli ambienti in cui essa possibile),
della competizione con le infestanti, delle tecniche di raccolta e conservazione del
prodotto. I dati disponibili convergono tutti nell' individuare le piante officinali
come specie coltivabili con ampi margini di successo negli ambienti pi diversificati, a patto che si scelga con cura il materiale genetico da utilizzare e che si presti
molta attenzione alla coltivazione soprattutto nei primi mesi dall'impianto.
Alla produzione delle piante officinali, purch coltivate con rigore e seguendo i
metodi dell'agricoltura biologica, sembrano cos aprirsi nuovi e promettenti spazi.
La coltivazione delle piante officinali si configura come una delle possibilit pi
concrete e realisticamente percorribili offerte agli agricoltori per il rilancio produttivo di numerose aree interne. La loro coltivazione porterebbe infatti al territorio diverse ricadute positive, schematizzabili come segue:
Vantaggi agronomici
1. possibilit di coltivazione in biologico;
nella maggior parte dei casi, le specie officinali possono essere coltivate con scarso o
nullo ricorso ai prodotti di sintesi chimica. Grazie alla loro ridotta richiesta di input
colturali ed energetici, esse si prestano molto bene ad essere coltivate con i metodi
dell'agricoltura biologica, da cui oggi sembra impossibile prescindere se si vuole
andare incontro alle richieste di un mercato sempre pi consapevole ed esigente.
2. possibilit di valorizzazione di aree marginali;
anche se oggi appare chiaro che non questa l'unica caratteristica positiva delle piante officinali, un fatto indiscutibile che esse rappresentano una validissima risorsa per
valorizzare aree marginali, anche di collina e di montagna, in cui risulterebbe problematico inserire le classiche specie "da reddito". La coltura delle specie officinali, specialmente se cespitose e perenni, potrebbe ad esempio contribuire a stabilizzare suoli a
rischio d'erosione; allo stesso modo, il loro apparato radicale fascicolato ed espanso
potrebbe contribuire alla difesa dei suoli minacciati da un eccessivo calpestio ad opera
degli animali al pascolo, dagli incendi e dallo sfruttamento irrazionale.
Vantaggi economici
1. Le piante officinali sono colture non eccedentarie, cio non fanno parte del
lungo elenco di specie, soprattutto a destinazione alimentare, che con i loro surplus produttivi hanno generato tanti problemi nell'ambito della Comunit
Europea. L'esistenza di forti correnti di importazione, soprattutto da Paesi extracomunitari, lascia anzi intravedere per esse ampi spazi di mercato.
2. Si tratta di specie economicamente flessibili, che cio possono andare facilmente e rapidamente incontro alle mutevoli esigenze del mercato, venendo proposte o sostituite in tempi piuttosto brevi.
3. Sono altamente innovative, costituiscono cio una risposta nuova dell'agricoltura alle richieste del mondo industriale; in quanto tali, si affacciano su porzioni
di mercato nuove e questo ne aumenta fortemente le possibilit commerciali.
4. Richiedono minime modificazioni dell'assetto aziendale, in quanto possono trovare collocazione all'interno degli ordinamenti produttivi presenti nella maggior
parte delle aziende agricole, senza la necessit di operare costosi investimenti in
macchinari o attrezzature e senza dover sconvolgere l'assetto aziendale corrente.
Vantaggi paesaggistico-ambientali
Numerose sono le possibilit offerte dalla coltivazione delle piante officinali
anche sul piano della salvaguardia, della valorizzazione e del recupero del patrimonio ambientale mediterraneo. Esse sono, in primo luogo, inseribili in itinerari
produttivi integrati, cio possono trovare collocazione all'interno di reali "filiere"
produttive, comprendenti tutte le diverse fasi che vanno dalla coltivazione fino
In questa situazione, una considerazione si impone: coltivare piante officinali possibile, gli spazi commerciali esistono, ma alcuni interventi sono di importanza prioritaria. E' necessario uno sforzo congiunto sia da parte dei produttori che da parte
delle autorit. La tab. 2 schematizza alcuni degli interventi necessari allo scopo.
A G E N D A
2 0 0 0
La misura ha anche lo scopo di favorire l'ampliamento delle dimensioni aziendali, consentendo l'abbattimento, almeno parziale dei costi di produzione e l'incremento della capacit d'innovazione di processo e di prodotto delle imprese.
Potranno essere ammesse al finanziamento le iniziative riguardanti interventi
nelle aziende agricole ubicate nell'intero territorio della Regione Siciliana.
Possono beneficiare degli interventi gli/le imprenditori/trici agricoli/e singoli/e e associati/e, anche aderenti a Organizzazioni di Produttori ( Reg. CEE n. 2200/96), sotto
qualsiasi forma costituiti ai sensi dell'art.2135 c.c, in possesso, al momento della presentazione dell'istanza, di una adeguata conoscenza e competenza professionale e la
cui azienda assicuri un sufficiente livello di redditivit ed il rispetto dei requisiti minimi
in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali. In deroga ai requisiti prima
citati, previa autorizzazione da parte della Commissione Europea, in applicazione al
Reg. CE 2075/2000, art. 1, comma 1, pu essere concesso un sostegno agli investimenti, fino ad un massimo di 25.000 euro per azienda al fine di consentire il raggiungimento dei requisiti minimi di accesso entro tre anni dalla data di concessione del sostegno.
In particolare, potr essere concesso un sostegno alle aziende per il raggiungimento dei suddetti requisiti minimi relativamente alla redditivit ed alle condizioni previste in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali.
Il possesso di "adeguate conoscenze e competenze professionali" riconosciuto
all'imprenditore agricolo:
in possesso di un titolo di studio di livello universitario nel campo agrario, forestale o veterinario;
in possesso di diploma di scuola media superiore ad indirizzo agrario;
in possesso di un attestato di superamento di esame finale di specifici corsi per il
conseguimento di qualifiche idonee alla conduzione aziendale, compresi gli
I.F.T.S. (istruzione formazione tecnica superiore);
che abbia esercitato, per almeno un biennio continuativo, riferito al quinquennio
immediatamente precedente alla data di ammissibilit della richiesta, l'attivit di
imprenditore agricolo o comunque l'attivit agricola.
Ai fini della valutazione della "redditivit", potranno essere considerate ammissibili
alla preselezione, tutte le istanze presentate da imprenditori/trici agricoli/e, singoli/e
o associati/e, le cui aziende sono riconducibili ad una delle seguenti categorie:
aziende agricole, ricadenti in zone svantaggiate (Dir. CE 268/75), aventi una
dimensione economica pari ad almeno 4 U.D.E. (Unit di Dimensione Economica);
aziende agricole, ricadenti in altre zone, aventi una dimensione economica pari
ad almeno 5 U.D.E.( 1UDE= 1200 euro);
aziende agricole di nuova costituzione che, con la realizzazione degli investimenti,
riescono a raggiungere una dimensione economica di almeno 4 U.D.E., se ricadenti
all'interno di zone svantaggiate, e di almeno 5 U.D.E se ricadenti in altre zone;
Giovane Imprenditore
Qualora l'istanza sia presentata da un giovane imprenditore, che alla data della
concessione del sostegno non possiede in tutto o in parte i requisiti previsti dalla
misura, il finanziamento della domanda subordinato alle seguenti condizioni:
che s'impegni a raggiungere al massimo entro tre anni dall'insediamento i requisiti non posseduti (capacit e competenza professionale e/o redditivit dell'azienda e/o possesso dei requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere
degli animali);
che alla data della concessione dell'aiuto non abbia compiuto 40 anni, si sia
insediato in una azienda agricola per la prima volta e realizzi l'investimento (con
la visita di accertamento finale da parte degli Uffici preposti) entro e non oltre
cinque anni dall'insediamento.
A G E N D A
2 0 0 0
Sono ammessi ad usufruire del regime di aiuti gli imprenditori agricoli singoli e
associati, persone fisiche o giuridiche, che sottoscrivono uno o pi degli impegni
previsti dal piano per la superficie minima nello stesso individuata.
Gli incentivi sotto forma di aiuti diretti sono finalizzati a favorire la qualit delle
produzioni, a introdurre metodi di gestione a minor impatto ambientale compensando gli agricoltori per la diminuzione delle rese unitarie e per l'aumento dei
costi di produzione.
Azione
F
1b
Tipologia d'impegno
Introduzione o mantenimento dei metodi dell'agricoltura
e della zootecnia biologica.
Ad esclusione delle deroghe contemplate dalla normativa vigente, sono obbligatori l'iscrizione al registro delle imprese nella sezione speciale delle aziende agricole, il possesso della partita IVA e il codice INPS.
Condizione indispensabile per l'ammissione al regime di che trattasi la disponibilit delle superfici oggetto di aiuto, per l'intera durata dell'impegno assunto.
Potranno usufruire del regime d'aiuto di cui alla misura F 1b le aziende sottoposte al sistema di controllo previsto dagli articoli 8 e 9 del Reg. CE 2092/91.
Fare agricoltura biologica vuol dire:
coltivare senza impiego di prodotti chimici di sintesi (cio artificiali, costruiti
nei laboratori chimici) e di OGM (organismi geneticamente modificati);
usare la rotazione delle colture e i metodi di lotta agronomica per la difesa e la
prevenzione da parassiti, malattie, erbe infestanti;
fertilizzare il terreno (e non le piante) soltanto con materie organiche e minerali
naturali.
L'azienda che svolge attivit di produzione, preparazione, commercializzazione e
importazione di prodotti agricoli biologici deve essere sottoposta al sistema di
controllo, secondo queste fasi:
compilazione della notifica di attivit con metodo biologico ed invio tramite
posta raccomandata a/r all'Organismo di controllo ed ai competenti Uffici regionali (nel caso di aziende importatrici, direttamente al Ministero delle Politiche
Agricole e Forestali);
successivamente l'Organismo di controllo esegue in azienda una visita ispettiva
"Fase di Avvio" durante la quale viene verificata la conformit dei siti produttivi a
SCHEDE TECNICHE
Coltura annuale
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Semina diretta, meccanica, a file, con
seminatrici per cereali o di precisione.
Profondit: 2 - 3 cm circa.
Epoca:
Autunnale nelle aree mediterranee,
primaverile negli ambienti temperati
(marzo-maggio, il pi anticipatamente
possibile).
Sesti:
Tra le file 35-40 cm, utilizzando 1012 kg di "seme'/ha. Densit finale: 3035 piante/m2.
Per ottenere una coltura uniforme di
aneto utile, subito prima della semina,
lavare il "seme" in acqua corrente ed
asciugarlo all'aria.
Raccolta:
modalit:
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto: 50-60 kg/ha di N
60-70 kg/ha di P2 O5
60-70 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
Irrigazione:
Necessaria nella fase vegetativa fino
alla fioritura.
Avversit e Parassiti:
Parassiti fungini, larve di lepidotteri
(in campo) e coleotteri (in magazzino).
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti "semi")
e ombrelle intere.
Usi:
Industria farmaceutica
(aromatizzante per cibi conservati)
Coltura annuale
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI (
Impianto
Modalit:
Semina diretta a file, su terreno ben
preparato.
Si consiglia di utilizzare per la semina i
semi pi grandi, provenienti dalle ombrelle
centrali della pianta, dato che la densit
iniziale di investimento e l'energia germinativa sembrano direttamente collegate
con le dimensioni del seme.
Epoca:
Primaverile (marzo-aprile)
Sesti:
Tra le file 50 - 70 cm, distribuendo
10-12 kg/ha di seme; densit: 10-12
piante/mq.
CURE COLTURALI
Raccolta:
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto: 50-60 kg/ha di N
60-70 kg/ha di P2 O5
60-70 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
modalit:
manuale
meccanica, adoperando le comuni
mietitrebbiatrici per cereali
semimeccanica (sfalcio, pre-essiccazione in campo o al chiuso e successiva trebbiatura meccanica).
epoca:
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti "semi").
Irrigazione:
Necessaria nella fase vegetativa fino
alla fioritura.
Usi:
Industria farmaceutica
(aromatizzante per cibi conservati)
Avversit e Parassiti:
Parassiti fungini, larve di lepidotteri
(in campo) e coleotteri (in magazzino).
Industria cosmetica
(saponi e profumi)
Industria alimentare
(liquori, dolciumi, caramelle).
Poich il seme perde rapidamente l'aroma, sia nelle preparazioni domestiche che
nelle utilizzazioni industriali deve venire
utilizzato rapidamente e macinato immediatamente prima del consumo.
Coltura annuale
Pur essendo una pianta perenne, il ciclo
colturale dell'assenzio gentile annuale,
poich la grande quantit di biomassa
prodotta dalla pianta al primo anno ne
influenza negativamente lo sviluppo al
secondo anno.
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Impianto
Modalit:
Porzioni di rizoma, divisione dei
cespi (per divisione del cespo madre
che pu darne fino a 30 e successivo
trapianto in buchetta)
TECNICHE COLTURALI
Sesti:
Rizomi: vengono posti, in gruppi di 34, sul fondo di solchi distanti 40-50 cm e
profondi 10-15 cm e ricoperti poi con 57 cm di terreno; si adoperano circa 2-3
t/ha di rizomi..
Densit:
12-13 piante mq.
Seme:
Quasi mai, data la bassa fertilit
delle piante e l'insufficiente germinabilit che di norma non consentono l'ottenimento di colture uniformi e sufficientemente fitte.
Epoca:
Autunno o fine inverno (rizomi).
Aprile-maggio (piantine alte circa 10 cm).
Raccolta:
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto: 60-80 kg/ha di N
100-120 kg/ha di P2 O5
100-120 kg/ha di K 2 O
modalit:
manuale, falciando la pianta ad un'altezza tale da non asportare la porzione
basale del fusto che priva di foglie e
perci senza valore commerciale.
Una raccolta anticipata (inizio della fioritura) permette di ottenere olio essenziale
con basso contenuto di tujone.
epoca:
Estate (piena fioritura)
Resa:
Prodotto verde 15- 23 t/ha, prodotto
secco 3-5 t/ha (resa del 20-25%). Resa in
olio essenziale sul secco: 0,5-0,7%.
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Piante intere e sommit fiorite.
Se le sommit fiorite non sono destinate
alla distillazione, vengono riunite in mazzetti ed essiccate all'aria e all'ombra; questo trattamento viene ancora oggi seguito
per ottenere un prodotto adatto all'aromatizzazione del vermut.
Usi:
Industria farmaceutica
(correttivo del sapore di molti medicinali)
Industria alimentare
(preparazione di vermut e bibite analcoliche).
Coltura annuale
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Semina diretta, manuale o meccanica,
a prof. < 0.5 cm, a spaglio o a file continue (distribuendo I g di seme per un
metro di fila), o a postarelle distanti 2530 cm.
Epoca:
Autunnale nelle zone pi calde ed
aride, primaverile nelle aree pi temperate.
Sesti:
A file, 25-40 cm tra le file e 15-20
sulla fila. Investimento totale in campo:
20-30 piante/mq a file, di pi a spaglio.
CURE COLTURALI
Raccolta:
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Preparazione del letto di semina:
lavorazione a 30-35 cm dopo la raccolta della coltura precedente
Scerbature meccaniche (2-3) nell'interfila non appena la coltura raggiunge i
20-25 cm di altezza.
modalit:
manuale (taglio a circa 5-10 cm dal
terreno).
epoca:
Concimazione:
all'impianto: 5 kg/ha di N
100 kg/ha di P2 O5
50-100 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Usi:
domestico
(culinario; diversi piatti tradizionali)
Irrigazione:
Solo di soccorso.
Avversit e Parassiti:
Funghi (oidio), insetti.
industria farmaceutica
(fonte di acido linolenico)
Coltura annuale
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Semina diretta, anche meccanica trapianto di piantine gi radicate in vivaio..
Epoca:
Semina diretta in autunno o primavera (aprile).
Trapianto alla fine dell'inverno (climi
caldi) o in aprile-maggio (climi freddi).
Sesti:
70 cm tra le file, distribuendo 2-3
kg/ha di seme.
Densit:
5-7 piante/mq.
L'adozione di densit pi elevate inibisce
la formazione delle ramificazioni laterali, e
quindi determina una minore produzione
di fiori.
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalit: Generalmente manuale, recidendo il capolino appena sotto il ricettacolo.
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, sarchiatura meccanica tra le file e scerbature sulla fila.
Concimazione:
all'impianto:
50 kg/ha di N
100 kg/ha di P2 O5
50-100 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
all'impianto: 300-500 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata, pi 5-8 q/ha di guano oppure 6-7
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
La calendula piuttosto esigente in fosforo
e potassio, che stimolano la produzione di
capolini e ne incrementano le dimensioni; la
concimazione azotata deve invece essere
moderata, perch tende ad allungare il
ciclo vegetativo ed a far produrre una maggiore quantit di foglie invece che di fiori.
Irrigazione:
Solo di soccorso. Fasi di massimo fabbisogno: emergenza e formazione del
capolino. Da evitare con fioritura in atto.
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Capolini.
Usi:
industria alimentare
(coloranti naturali; preparazione di liquori)
industria cosmetica
(creme emollienti, lozioni e unguenti)
Avversit e Parassiti:
Funghi (oidio e ruggini), insetti (afidi).
industria farmaceutica
(antisettici, cicatrizzanti e antiinfiammatori locali)
Coltura annuale
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Semina diretta, meccanica, superficiale, a spaglio o a file con seminatrici
Le operazioni di semina dovrebbero venire di precisione.
Trapianto di piantine gi radicate in
effettuate tenendo conto dell'estrema piccolezza del seme; per incorporare unifor- semenzaio.
memente quest'ultimo al terreno pertanto necessario miscelarlo con materiale Epoca:
Primaverile (marzo) nelle aree pi
avente granulometria e peso specifico
simili (ad es. segatura di legno). settentrionali.
Autunnale in ambienti pi caldi.
L'operazione va eseguita su terreno ben
livellato e amminutato e preferibilmente
seguita da rullatura della superficie, in Sesti:
modo da facilitare l'adesione del seme al 30-50 cm tra le file, distribuendo 1-3
terreno e da evitare che questo venga kg/ha di seme, in modo da assicurare
disperso dal vento. La semina a file offre il un investimento di 20-25 piante/ mq.
vantaggio di determinare un notevole
risparmio di seme e consente l'uso delle
seminatrici a rullo, che evitano di dover
ricorrere alla rullatura post-semina.
Raccolta:
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Su terreni leggeri, rullatura post-semina. Con coltura in atto, una o pi lavorazioni superficiali a scopo diserbante.
Concimazione:
all'impianto:
40 kg/ha di N
100 kg/ha di P2 O5
100 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
all'impianto: 300-400 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata, pi 5-8 q/ha di guano oppure 6-7
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
L'elemento maggiormente determinante la
produzione di capolini l'azoto, che per
manifesta effetti ancora pi vistosi se somministrato insieme al fosforo e al potassio.
Parti utilizzate:
Capolini.
Usi:
domestico
(calmante, blando sedativo)
industria farmaceutica
industria cosmetica
(sedativo, antinfiammatorio)
(creme, detergenti, profumi, shampoo)
industria alimentare
(bevande, dolci, gelati, liquori e vermouth).
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Semina diretta a file
Epoca:
Primavera (aprile) o autunno.
La temperatura ottimale di germinazione
del seme intorno ai 22C, mentre il processo germinativo si arresta a temperature inferiori a 10C; per questo motivo, la
semina viene normalmente effettuata nel
periodo primaverile o, negli ambienti a
temperature pi miti, in quello autunnale.
Sesti:
70-80 cm tra le file, utilizzando 4-5
kg/ha di seme.
Densit: 5-7 piante/mq.
' opportuno non superare tali valori per
evitare che le piante producano capolini di
dimensioni ridotte.
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalit: Meccanica (con comuni mietitrebbiatrici).
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto:
50 kg/ha di N
50 kg/ha di P2 O5
50 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, pi 3-5
q/ha di guano oppure 3-5 q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
epoca: Estate.
L'operazione si effettua quando i frutti
hanno assunto un colore nero uniforme e le
piante sono sufficientemente disidratate,
affinch le macchine mietitrebbiatrici possano lavorare correttamente.
UTILIZZAZIONI
industria farmaceutica
(estrazione della silimarina)
industria c o s m e t i c a
(lozioni, pomate)
/ frutti del Cardo Mariano vengono utilizzati in fitoterapia per il trattamento delle
disfunzioni epatiche; il principio attivo
responsabile delle propriet epatoprotettive della pianta, presente in diversi formulati commerciali, costituito dalla silimarina, un complesso favonico contenuto nel
seme in percentuale variabile dall'1.5 al
3%, costituito da una miscela di tre flavoni
isomeri (silibina, silidianina, silicristina).
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Impianto
Modalit:
Semina diretta, manuale o meccanica, molto superficiale (circa 0.5-1 cm).
Epoca:
Marzo-aprile.
Una semina precoce consente alla coltura
di allungare il ciclo, mentre una semina
posticipata mette al riparo dalle gelate e
riduce il periodo della prefioritura.
Sesti:
45-50 cm tra le file
Densit:
Finale: 14-16 piante/m 2 .
CURE COLTURALI
Raccolta:
epoca: settembre
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm di profondit.
Concimazione:
all'impianto:
La cicoria non presenta, durante il periodo invernale, una interruzione fisiologica della crescita,
attivit che viene semplicemente rallentata.
Quindi possibile, almeno in teoria, ritardare la
raccolta delle radici fino a che le condizioni clima-
40-50 kg/ha di N
40-50 kg/ha di P2 O5
40-50 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, pi 6-8
q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Normalmente, la coltura non necessita di
apporti supplementari di elementi fertilizzanti: l'arricchimento del terreno in
sostanza organica ed in azoto, infatti, non
sempre garantisce rese quanti-qualitative
pi elevate, mentre, per altro verso, costituisce un rischio per lo stato sanitario di
tuberi e fittoni. Sempre per questo motivo
va considerata con cautela la precessione
con colture migliorataci (leguminose).
Irrigazione: Solo di soccorso.
Avversit e Parassiti:
Funghi (soprattutto marciumi radicali).
Raccolta:
modalit: Meccanica, adoperando le
medesime attrezzature adoperate per
la bietola, opportunamente regolate.
tiche lo consentono.
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Radice.
Usi:
Domestico
(preparazione di surrogato del caff)
Industria alimentare
(estrazione dell'inulina).
Coltura
annuale
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
* Semina diretta, meccanica, con
seminatrici per cereali o di precisione,
ad una profondit di 1,5 - 2,5 cm circa.
Trapianto di piantine gi radicate in
semenzaio.
La semina diretta consente un notevole
risparmio di tempo e manodopera, ma
deve venire effettuata con seme di buona
qualit ed altamente germinatile.
Epoca: Autunnale (spec. trapianto),
primaverile (marzo-aprile).
TECNICHE COLTURALI
Densit: 50 piante/mq
Una maggiore finezza conduce alla formazione di piante con semi piccoli, a
causa dell'elevata competizione intraspefica.A volte, per portare le piante alla densit voluta, pu essere opportuno effettuare un diradamento quando hanno raggiunto i 10-20 cm di altezza.
Sesti:
Per produrre seme: 50-60 cm tra le
file; 20 cm tra pianta e pianta, distribuendo 20-25 kg/ha di seme.
CURE COLTURALI
Raccolta:
epoca: Giugno-luglio.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti "semi").
Usi: Domestico
(aromatizzante per alimenti, prep. del curry)
Industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinali)
Industria cosmetica
(saponi e profumi)
Industria alimentare
(liquori, vermouth).
Industria chimica "fine"
(estrazione dell'acido petroselinico).
Coltura annuale
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Semina diretta a file.
Epoca:
Primavera (aprile) o autunno.
Sesti:
Tra le file 40-45 cm, distribuendo 810 kg/ha di seme.
Densit:
50 piante/mq, ma pu aumentare.
Raccolta:
modalit:
Generalmente manuale.
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto: 50 kg/ha di N
60-80 kg/ha di P2 O5
60-80 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Frutti.
Usi:
Alimentare
(preparazione di liquori, aromatizzante)
Avversit e Parassiti:
Funghi (soprattutto oidio), insetti.
Resa:
1,2-2 t/ha di frutti.
Raccolta:
epoca:
// frutto ("seme") del cumino l'ingrediente base di tutti i tipi di curry e chili. Esso
contiene circa il 10% di olio volatile e
un'essenza il cui principio attivo pi
importante l'aldeide cuminica. Ha propriet aperitive, digestive e carminative
(riduce i gas intestinoli).
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Impianto
Modalit: Semina diretta, meccanica,
con seminatrici per cereali o di precisione, ad una profondit di 2 cm circa.
Trapianto di piantine gi radicate in
semenzaio.
Bisogna prestare una certa attenzione alla
scelta del materiale di propagazione, preferibilmente acquistando semi (=frutti)
certificati: seme autoprodotto in azienda
pu infatti provocare difformit della coltura. Se il seme ancora immaturo, inoltre, si possono avere fenomeni di dormienza. ll seme dei tipi "dolci" pi grosso, di
colore verde chiaro-grigiastro, con costolature evidenti; il seme dei finocchi spontanei e dei tipi amari (per lo pi perenni)
pi piccolo e pi scuro..
CURE
COLTURALI
modalit:
manuale (2-3 interventi)
meccanica (mietitrebbia)
semimeccanica (sfalcio, essiccazione, trebbiatura).
Concimazione:
all'impianto: 100-150 kg/ha di P2 O5
100-120 kg/ha di K 2 O
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti "semi").
Usi: Domestico
(aromatizzante per alimenti)
Industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinali)
Industria cosmetica
(saponi e profumi)
Industria alimentare
(liquori, vermouth).
Secondo la Farmacopea Ufficiale, il conte Industria chimica "fine"
nuto in umidit dei semi non deve superare il 10%; se alla raccolta tale valore viene
(estrazione dell'anetolo).
superato, si procede all'essiccazione, naturale o artificiale; in quest'ultimo caso, la L'olio essenziale si trova per il 60 % nei
temperatura di essiccazione non deve frutti e per la restante parte nelle ombrelsuperare i 35-40%, perch con valori le e nelle parti verdi della pianta, da cui
superiori si alterano le caratteristiche viene estratto per distillazione in corrente
organolettiche dei semi.
di vapore.
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Epoca:
Semina diretta: fine estate-autunno
tardo-estiva o autunnale.
Trapianto: aprile/maggio, in dipendenza del clima, Nelle aree pi calde e
asciutte anche nel periodo autunnale.
La semina nel periodo estivo-autunnale
permette al seme una sorta di "stratificazione naturale", per mezzo della quale l'umidit e le basse temperature invernali
sbloccano la fase di dormienza. In questo
caso l'emergenza avverr nel periodo di
marzo-aprile.
Nel caso della semina diretta si consiglia
comunque di pretrattare il seme stratifcandolo in sabbia umida alla temperatura
di 0-5C per una settimana oppure prerefrigerandolo per 7 giorni a 4C.
Impianto
Modalit:
Semina diretta (solo in presenza di
terreni in situazione ottimale di tessitura
e giacitura) con macchine seminatrici
adatte, ricoprendo il seme di terra e quindi compattandolo mediante rullatura.
Trapianto.
// trapianto consente risultati pi sicuri e
produzioni pi elevate rispetto alla semina
diretta e assicura una buona produzione
di fiori gi al primo anno.
Sesti:
40-60 cm tra le file, distribuendo 3
kg/ha di semente (germinabilit 70%).
CURE COLTURALI
Raccolta:
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura autunnale a 30-35 cm di
profondit, seguita da un'erpicatura e,
in caso di semina diretta, una rullatura.
Concimazione:
all'impianto: 70-100 kg/ha di P2 O5
180-200 kg/ha di K 2 O
in copertura:
100-150 kg/ha di
N, preferibilmente in tre interventi: tre
settimane dopo l'emergenza o il trapianto; alla chiusura della fila; dopo il
primo taglio.
Alcuni autori sostengono che la concimazione azotata abbasserebbe il tasso di
ipericina nelle piante e favorirebbe le
malattie fungine.
Avversit e Parassiti:
Funghi, insetti.
Raccolta:
modalit:
Manuale o meccanica (su grandi
superfici si adottano le falciacaricatrici).
droga
droga
droga
droga
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Piante intere e sommit fiorite .
Usi:
industria alimentare
(preparazione di liquori)
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Divisione dei cespi
Talee erbacee
Seme (semenzaio a prof. < 1 cm e
successivo trapianto; 2 g di seme permettono di impiantare 1 mq di semenzaio).
Epoca:
Divisione dei cespi: marzo-aprile
talee: fine estate
seme: preparazione dei semenzai in
febbraio e trapianto in maggio; da I mq
di semenzaio si ottengono piante per
100 mq a dimora.
La messa a dimora delle talee o delle porzioni di cespo nel periodo tardo estivoautunnale preferibile in ambienti caratterizzati da estati calde e siccitose.
Sesti:
50-60 cm tra le file.
Densit:
4-6 piante/mq.
CURE COLTURALI
Raccolta:
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm di profondit.
Annualmente, 2-3 erpicature diserbanti
nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto: 70-90 kg/ha di P2 O5
70-90 kg/ha di K2 O
in copertura: 30-40 kg/ha di N, alla
ripresa vegetativa.
modalit:
Manuale (taglio della parte erbacea
evitando quella pi lignificata).
epoca:
Giugno- luglio (inizio fioritura)
Al primo anno d'impianto si effettua un
solo raccolto; negli anni successivi (particolarmente se si interviene con l'irrigazione)
possibile avere una seconda fioritura a
fine estate e pertanto saranno possibili
due raccolte (giugno e ottobre).
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, pi 6-8
q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Irrigazione:
Quasi mai necessaria.
Usi:
Alimentare
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Avversit e Parassiti:
Funghi (ruggine, oidio).
Resa:
3-4 t/ha di prodotto fresco al primo
anno, 8-10 t/ha (totale dei due sfalci) al
secondo anno e nei successivi.
industria farmaceutica
(principi attivi tossifughi e anticatarrali).
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Talea erbacea o legnosa
Seme (raram.).
L'uso del seme viene limitato, ovviamente,
alle variet di lavanda fertili; il cosiddetto
"lavandino", costituito dagli ibridi sterili di
Lavandula officinalis x Lavandula spica,
viene propagato esclusivamente per talea.
Per facilitare il radicamento delle talee
vengono talvolta adoperati dei prodotti
ormonici (IBA, NAA, 2,4-D, IAA).
Epoca:
Primavera (talee radicate),
autunno (se non ci sono gelate).
Sesti:
File distanti 1,5-2 m.
Densit:
I -2 piante/mq..
CURE COLTURALI
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto:
50-60 kg/ha di N
50-60 kg/ha di P 2 O 5
50-60 kg/ha di K 2 O
in copertura:
60-70 kg/ha di P 2 O 5
60-70 kg/ha di K 2 O
60-70 kg/ha di N
(in primavera di ogni anno)
' opportuno non eccedere nelle concimazioni azotate, perch quantitativi di azoto
troppo elevati possono provocare l'allettamento delle infiorescenze, con conseguenti
difficolt nella raccolta meccanica.
corrispondenti, in biologico, a:
300-600 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, pi 4-6
q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Irrigazione:
Necessaria solo in vivaio.
Avversit e Parassiti:
Funghi (marciumi radicali, oidio),
insetti.
Raccolta:
epoca:
Piena fioritura-inizio sfioritura (il
70% dei fiori aperto) .
modalit:
Manuale o meccanica, impiegando
falcia-legatrici o falcia-caricatrici.
' consigliabile recidere le infiorescenze e
una piccola parte del fusto erbaceo,
lasciando intatte le porzioni legnose della
pianta. Nel prodotto raccolto devono essere presenti pochissime foglie, che deprezzano la qualit dell'olio essenziale.
Resa:
Infiorescenze: fino a 5-7 t/ha nella
lavanda vera, 12-15 t/ha negli ibridi.
Fiori sgranati: 1-1.5 t/ha.
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Infiorescenze.
L'aroma della lavanda deriva dal suo olio
essenziale, concentrato soprattutto nei peli
ghiandolari posti nel calice dei fiori.
Usi:
Domestico
(profumante per biancheria)
Industria cosmetica
(profumi di vario tipo, deodoranti e saponi).
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Per porzioni di rizoma (prelevate in
autunno, da piante madri che abbiano
almeno 3 anni di et e conservate in
sabbia poco umida), deponendo circa
10-15 q/ha di rizomi a 20-30 cm di
profondit.
Epoca:
Autunno-primavera.
Sesti:
60-70 cm tra le file e 40-50 cm sulla
fila.
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 35-40 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Raccolta:
modalit:
rimozione della parte aerea
scavo e raccolta delle radici e degli
stoloni, estratti dal terreno mediante
aratura a 40-60 cm di profondit (aratro o ripuntatore).
epoca:
Concimazione:
all'impianto: 70-80 kg/ha di P2 O5
70-80 kg/ha di K2 O
40-60 kg/ha di N (starter).
in copertura: solo in caso di carenza,
apporto supplementare di P2 O5
corrispondenti, in biologico, a:
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Radici.
Usi:
Domestico
(bastoncini da masticare)
Industria farmaceutica
Irrigazione:
Indispensabile al primo anno; secondo la necessit, da ripetere per tutto il
periodo estivo.
Industria cosmetica
(saponi e profumi).
Avversit e Parassiti:
Funghi (soprattutto marciumi radicali e oidio), insetti.
Industria alimentare
(succo tal quale o glicirrizina per la produzione di caramelle, bibite, dolci, gelati e prodotti da forno; additivo della birra scura; rinfor-
Resa:
18-20 t ha-1 di radice fresca (50% di
umidit), (raccolta spontanea: I -3 t ha-1 ).
Impianto
Modalit:
Semina diretta, meccanica o manuale, distribuendo 10 kg/ha di seme.
Trapianto di piantine ottenute in
semenzaio.
Epoca:
Semina diretta a fine aprile, o in
autunno nelle aree mediterranee
Trapianto in aprile-maggio, dopo 6070 giorni dall'emergenza delle plantule.
/ semenzai vanno preparati alla fine dell'inverno ponendo a germinare 1 g di
semente per m2 (si ottengono circa 300
piantine utili).
Sesti:
50-70 cm tra le file, utilizzando 5-6
kg/ha di seme; trapianto a 30 cm sulla fila.
Densit:
10 piante/mq.
Se si preferisce ottenere un'abbondante
produzione di fiori anzich di foglie,
opportuno ridurre la densit di investimento del 20-25%.
CURE COLTURALI
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Sarchiature diserbanti tra le file (motocoltivatore o zappatrice) e manuali
sulla fila, una subito dopo l'impianto e
una o due con la coltura in atto.
Concimazione:
alla semina o al trapianto:
70-80 kg/ha di N
70-80 kg/ha di P2 O5
70-80 kg/ha di K2 O
in copertura:
50-60 kg/ha di N (primavera del secondo anno).
corrispondenti, in biologico, a:
600-800 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, pi 9-10
q/ha di guano oppure 7-8 q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Irrigazione:
Subito dopo la semina o il trapianto e
poi secondo necessit (una o pi irrigazioni di soccorso durante il periodo estivo).
Raccolta:
epoca:
Fiori: estate (giugno-luglio) del
secondo anno; in condizioni favorevoli
possibile effettuare una seconda raccolta 40-50 gg dopo la prima.
Foglie: estate (massimo rigoglio vegetativo) fin dal primo anno; si effettuano di
solito due raccolte.
modalit:
manuale o meccanica (solo per le
foglie).
Resa:
Fiori: 0,5-0,8 t/ha di fresco (0,1-0,2
t/ha di secco).
Foglie e cimette: da 3-4 t/ha (2 raccolti all'anno) a 4-6 t/ha (4 raccolti
all'anno).
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Foglie, fiori e occasionalmente radici.
Usi:
Industria farmaceutica
(emollienti, antinfammatori, antispasmodici)
Industria cosmetica
(saponi e profumi)
Industria alimentare
(liquori, vermouth).
Avversit e Parassiti:
Attacchi fungini (ruggine e oidio).
Coltura annuale
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Semina diretta, divisione delle radici.
Epoca:
All'inizio dell'autunno nelle aree
mediterranee
Divisione delle radici in primavera.
Sesti:
60 cm tra le file, lasciando circa 50
cm tra pianta e pianta.
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti "semi").
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto: 50-80 kg/ha di N
// Marrubio presenta esigenze in elementi
nutritivi piuttosto ridotte, per cui in genere
si avvantaggia delle concimazioni somministrate alle colture precedenti. Prima dell'impianto possono comunque essere utili
delle leggere concimazioni azotate, da
somministrare preferibilmente in forma
organica.
Raccolta:
modalit:
Manuale, recidendo la pianta una
decina di centimetri pi in basso dei
fiori inferiori ed evitando di raccogliere
le parti lignificate della base.
epoca:
Fiori: quando sono ancora in bocciolo.
Resa:
20-40 q.li/ha di sommit fiorite secche.
Usi:
Industria farmaceutica
(principi attivi espettoranti e tossifughi)
Industria cosmetica
(saponi e profumi)
Industria alimentare
(liquori, vermouth).
Sia il marrubio che i preparati medicinali
che da esso derivano possiedono un sapore estremamente sgradevole. ' questa
una delle cause della sua assenza in cucina, ma anche del suo limitato impiego nel
campo della medicina vegetale. Per queste
due ragioni spesso viene utilizzato in combinazioni alcoliche, in quanto l'alcool oltre
ad estrarre i principi terapeutici (altrimenti poco solubili in acqua), riesce ad ovviare,
in parte, al disgustoso sapore.
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Vanno evitati terreni con ristagni frequenti. Si adatta anche a suoli tendenzialmente argillosi e ricchi di calcare.
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Talea erbacea
Divisione dei cespi
Seme (raram.)
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Sesti:
(aree mediterranee): 100-140 cm
tra le file 30-60 cm sulla fila investimento totale in campo: 2 - 3 piante/mq
(aree temperate): 45-60 cm tra le
file 30-40 cm sulla fila investimento
totale in campo: 5 - 8 piante/mq.
Nelle aree temperate possibile infittire un
po' gli impianti perch in genere non si
hanno problemi di competizione per l'acqua.
Epoca:
Primavera e autunno
L'impianto primaverile preferito nelle
aree pi temperate (centro e nord Italia) e
al Sud se si opera in irriguo; nelle aree
mediterranee in genere si attua l'impianto
autunnale quando la coltivazione viene
fatta in asciutto, in modo da consentire
alla coltura di usufruire delle piogge
autunnali ed invernali.
CURE COLTURALI
Irrigazione:
Indispensabile solo al 1 anno; in
seguito, solo di soccorso.
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto: 100-120 kg/ha di P2 O5
100-120 kg/ha di K2 O
40-60 kg/ha di N (starter)
in copertura:40-60 kg/ha di N alla
ripresa vegetativa.
corrispondenti, in biologico, a:
all'impianto: 500-800 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata,
pi 15-20 q/ha di guano oppure 10-15
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
Resa:
I anno: 2 t/ha di biomassa fresca
2 anno e successivi: fino a 10 t/ha.
Avversit e Parassiti:
Funghi (soprattutto oidio), insetti.
Raccolta:
modalit:
manuale
meccanica (falciatrici)
epoca:
Fioritura (maggio-giugno).
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Sommit fiorite (foglie+infiorescenze).
Usi:
Domestico
(aromatizzante per alimenti)
Industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinale)
Industria cosmetica
(saponi e profumi)
Coltura annuale
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Semina diretta a file.
Epoca:
Primaverile (marzo-aprile).
Autunnale (novembre-dicembre).
Sesti:
30-35 cm tra le file; 20 cm sulla fila.
Densit:
20 piante/mq.
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti "semi").
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Usi:
Domestico
(aromatizzante per alimenti)
Industria farmaceutica
(formulati dietetici, principi attivi regolatori dell'intestino).
Concimazione:
all'impianto: 80-100 kg/ha di P2 O5
in copertura: 50-60 kg/ha di N
in primavera.
corrispondenti, in biologico, a:
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Impianto
Modalit:
Talea semilegnosa (radicata in
vivaio)
Divisione dei cespi
Seme (raram.)
Epoca:
Primavera, autunno.
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Sesti:
60-200 cm tra le file 50-80 cm sulla
fila.
Dato il notevole sviluppo raggiunto dalla
specie, consigliabile impiantare a sesti
piuttosto larghi. Una buona pratica
potrebbe essere quella di utilizzarla come
bordura o siepe, con notevoli vantaggi
anche estetici.
CURE COLTURALI
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto: 50-70 kg/ha di N
100-150 kg/ha di P O5
100-150 kg/ha di K O
annualmente: 50-70 kg/ha di N
(alla potatura)
corrispondenti, in biologico, a:
500-800 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, pi 1012 q/ha di guano oppure 10-12 q/ha di
fosfato naturale, scorie Thomas, sali di
K, borlande (se necessario).
Viene considerata una specie poco esigente, per cui la concimazione di mantenimento nella maggior parte dei casi non
viene, in realt, effettuata. Un eccesso di
fertilizzazione azotata, tra l'altro, pu
avere ripercussioni negative sulla sintesi
delle essenze aromatiche e pu predisporre la pianta ad attacchi parassitari. Se le
piante vengono sfruttate commercialmente, tuttavia, sono consigliabili leggere concimazioni azotate alla potatura primaverile.
Irrigazione:
Indispensabile solo al 1 anno; in
seguito, solo di soccorso.
Avversit e Parassiti:
Funghi (soprattutto oidio), insetti.
Potatura:
Annualmente, allontanamento dei rami
pi vecchi, fino a met della loro lunghezza.
Raccolta:
epoca: Per uso domestico, tutto l'anno
Per l'estrazione dell'olio essenziale, in primavera-estate.
modalit:
manuale (forbici)
meccanica, (falciatrice).
L'uso della falciatrice non permette alla
pianta di assumere il caratteristico notevole sviluppo, per cui spesso si preferisce
operare la raccolta manuale con forbici,
che lascia la pianta in buone condizioni di
integrit. In ogni caso bene rapportare
l'entit della raccolta allo sviluppo ed al
vigore della pianta: dopo una raccolta
abbondante bene ridurre i tagli per i
due anni successivi.
Resa: I anno: 2-4 t/ha di biomassa fresca. 2 anno e successivi: da 6 a 20 t/ha.
UTILIZZAZIONI
Industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinali)
Industria cosmetica
(saponi, profumi, deodoranti)
Industria alimentare
(aperitivi, amari, antiossid. e antimicrobico).
Industria chimica
(estrazione della canfora).
La distillazione dell'olio essenziale viene
eseguita da luglio a settembre, dopo la fioritura, togliendo le parti legnose dal materiale da distillare. Utilizzando le foglie
essiccate si ottiene l'essenza pi fine.
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Talea semilegnosa (radicata in
vivaio)
Divisione dei cespi
Seme (raram.)
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Sesti:
50-60 cm tra le file 25-40 cm sulla fila
Man mano che si aumenta la densit
d'impianto aumenta anche l'ombreggiamento delle foglie inferiori, che possono
ingiallire e cadere provocando una diminuzione della resa per pianta.
CURE COLTURALI
Irrigazione:
Indispensabile solo al 1 anno; in
seguito, solo di soccorso.
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto: 100-150 kg/ha di P2 O5
100-150 kg/ha di K2 O
50-70 kg/ha di N (starter)
annualmente: 80-100 kg/ha di P2 O5
80-100 kg/ha di K2 O
(in unica soluzione alla
ripresa vegetativa)
100 kg/ha di N
(50% alla ripresa vegetativa, 50% dopo il I sfalcio).
corrispondenti, in biologico, a:
all'impianto: 600-800 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata,
pi 10-12 q/ha di guano oppure 10-12
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
La concimazione azotata incrementa il
Sommit fiorite (foglie+infiorescenpeso dei cespi, determinando la produzio- ze), "cimette" (apici degli steli con
ne di un maggior numero di foglie, anche foglie).
se spesso di dimensioni inferiori. Nessun
effetto viene segnalato sulla percentuale e Usi:
le caratteristiche qualitative dell'olio essenDomestico
ziale. In conduzione irrigua, la concima(aromatizzante per alimenti)
zione azotata indispensabile per ottene Industria farmaceutica
re produzioni abbondanti.
(aromatizzante per medicinali)
Industria cosmetica
(saponi, profumi, dentifrici, deodoranti)
Resa:
Industria alimentare
I anno: 2-4 t/ha di biomassa fresca.
(aperitivi,
amari, antiossid. e antimicrobico).
2 anno e successivi: da 6 a 20 t/ha.
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Modalit:
Semina diretta a file.
Epoca:
Primavera (aprile-maggio) o inizio
dell'autunno.
Sesti:
50 cm tra le file, distribuendo 15
kg/ha di seme .
Densit:
10-12 piante/mq.
CURE COLTURALI
Raccolta:
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto:
100 kg/ha di N
100 kg/ha di P2 O5
100 kg/ha di K2 O
in copertura: 80-120 kg/ha di N in
primavera del secondo anno.
corrispondenti, in biologico, a:
all'impianto:600-800 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata,
pi 10-12 q/ha di guano oppure 10-12
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
Irrigazione:
Solo di soccorso; la pianta estremamente aridoresistente.
Avversit e Parassiti: Funghi (marciumi radicali, oidio), insetti.
epoca:
Infiorescenze: per distillazione in estate, 8-10 gg dopo la piena fioritura; per uso
erboristico prima che i fiori schiudano.
modalit:
Manuale o meccanica con barra falciante (pu determinare la presenza di
una quantit eccessiva di foglie, che
deprezzano l'olio essenziale).
L'olio essenziale diminuisce e si altera in
poco tempo, per cui opportuno distillare
il prodotto immediatamente dopo la raccolta. Se invece il prodotto viene destinato
all'erboristeria, le infiorescenze vengono
riunite in mazzetti e fatte essiccare all'aria e all'ombra, preferibilmente su telai.
Successivamente possono essere conservate in vasi di vetro al riparo dall'umidit.
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Fiori e foglie.
Usi:
Industria cosmetica
(fissativo per cosmetici)
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Impianto
TECNICHE COLTURALI
Epoca:
Divisione dei cespi in marzo-aprile,
con trapianto direttamente a dimora.
Talea in marzo-aprile, con trapianto
in cassoni freddi (torba e sabbia in
parti uguali); trapianto in campo nell'autunno successivo.
Seme in aprile-giugno (semenzaio);
trapianto dopo 60-90 gg (sett.-ott.).
L'impianto primaverile preferito nelle
aree pi temperate (centro e nord Italia) e
al Sud se si opera in irriguo; nelle aree
mediterranee in genere si attua l'impianto
autunnale quando la coltivazione viene
fatta in asciutto, in modo da consentire
alla coltura di usufruire delle piogge
autunnali ed invernali.
Sesti: 30-40 cm tra le file e 10-20 cm
sulla fila.
Dosi di seme (semenzai):
0.5-1 g/mq (I mq di semenzaio:
circa 100 mq a dimora).
Modalit:
divisione dei cespi
talea erbacea
seme (semenzaio, raramente semina
diretta).
La propagazione per seme, pur essendo
teoricamente possibile, poco diffusa per
le piccole dimensioni dei semi e per la loro
scarsa germinabilit, perch genera colture assai difformi e perch ritarda di almeno un anno l'entrata in produzione. Pu
invece venire ipotizzata la semina in
semenzaio, da effettuarsi nel periodo estivo disponendo il seme (0,5-1 g/mq) a
profondit non superiori a I cm, e trapiantando successivamente (settembreottobre) in campo le piantine ottenute.
Pi comunemente si ricorre all'impianto
per talee erbacee, ottenute prelevando dei
segmenti di vegetazione lunghi 5-8 cm,
munite di una porzione del ramo portante, a partire dai germogli laterali non fioriferi delle piante madri.
Densit:
15 - 20 piante/mq
CURE COLTURALI
Raccolta:
epoca:
Fioritura (giugno-luglio).
CURE COLTURALI
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell'interfila.
Concimazione:
all'impianto: 40-50 kg/ha di P2 O5
40-50 kg/ha di K2 O
40-50 kg/ha di N (starter)
in copertura: 40-50 kg/ha di N
(alla ripresa vegetativa).
corrispondenti, in biologico, a:
Irrigazione:
Indispensabile al 1 anno; secondo
la necessit, da ripetere per tutto il
periodo estivo .
Avversit e Parassiti:
E' soggetto ad attacchi fungini.
Resa: 5-6 t/ha di biomassa/anno, con
umidit 65%; massime rese: 3 anno. Dopo
3-4 anni necessario sostituire le piante.
modalit:
meccanica (falciatrici)
Adoperando la raccolta manuale, il taglio
viene effettuato recidendo la parte erbacea della pianta 5-10 cm sotto i fiori. Se si
utilizzano le falciatrici, si esegue lo sfalcio a
5-10 cm dal suolo. Per ottenere il prodotto
erboristico, la biomassa tagliata viene essiccata (in ambienti ombreggiati e ventilati),
battuta e successivamente vagliata.
UTILIZZAZIONI
Parti utilizzate:
Foglie e parte erbacea della pianta.
Usi:
domestico
(aromatizzante per alimenti)
industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinali e principi
attivi con propriet antisettiche e balsamiche)
industria cosmetica
(saponi e profumi)
industria alimentare
(antiossidante e antimicrobico).
L'olio essenziale si ottiene per distillazione
in corrente di vapore a partire da materiale vegetale sia fresco che secco ( presente in quantit maggiore nelle foglie,
seguite dai fiori e dagli steli), e secondo la
Farmacopea Ufficiale deve essere contenuto nel prodotto in percentuale non inferiore all'1,2%.
Il Timo inoltre una pianta spiccatamente
mellifera, e quindi ci sono buone possibilit
economiche per le due attivit consociate.
BIBLIOGRAFIA