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per le
microimprese alimentari
Progetto di semplificazione dell’autocontrollo
manuale
di BUONE PRATICHE di iGIENE
per le
microimprese alimentari
Progetto di semplificazione dell’autocontrollo
a cura di
michela Favretti
SCS8 Valorizzazione delle produzioni alimentari, IZSVe
Laboratorio di Tecnologie Alimentari, San Donà di Piave (Ve)
foto
Copertina: ChiccoDodiFC/Shutterstock
Interno: Archivio IZSVe
Nonostante l’attenzione dedicata alla stesura della pubblicazione e i controlli effettuati sulle immagini e sui contenuti, qualche errore
potrebbe essere sfuggito alle nostre verifiche. Ce ne scusiamo con i lettori e li invitiamo a trasmetterci eventuali osservazioni
Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n° 633)
Pubblicazione non in vendita
PREFAZIONE
Questo progetto, proposto dall’Azienda ULSS 2 della Marca Trevigiana, dimostra concretamente che
la tutela della salute dei Veneti quando si siedono a tavola può e deve passare anche attraverso la
salvaguardia di quel patrimonio sociale ed economico rappresentato dalla miriade delle nostre micro-
medie imprese alimentari.
Appare, dunque, possibile sostenere l’economia dell’alimentazione, che s’interseca profondamente
con l’aspettativa di sicurezza del cittadino, se viene data piena e concreta realizzazione a quel percorso
di responsabilizzazione degli operatori del settore alimentare, voluto negli ultimi decenni dalle leggi in
materia, europee, italiane e regionali, attraverso l’autocontrollo sul proprio operato.
Perché questo divenga reale e non rimanga solo un cumulo di carte e di buoni propositi, è necessario
che cambi l’ottica dei rapporti tra mondo produttivo e organizzazione dei controlli pubblici, là dove due
parole chiave, “semplificazione” e “formazione”, s’incontrano in un progetto concreto.
La semplificazione della burocrazia, anche in termini di gestione dell’autocontrollo aziendale,
rappresenta una boccata d’ossigeno per coloro che ogni giorno alzano coraggiosamente le saracinesche
di quei piccoli esercizi che ancora tengono vivo il tessuto economico e sociale della nostra Comunità.
I professionisti del mondo pubblico diventano “formatori”, e la formazione è una colonna portante della
prevenzione. Forniscono supporti efficaci e semplici, come questo manuale “parlante”, e coinvolgono le
associazioni di categoria, instaurando quella fiducia che spesso manca nei rapporti tra pubblico e privato,
al fine di creare all’unisono una filiera efficiente di sicurezza alimentare per la salvaguardia del benessere
della micro occupazione locale.
Auguro il miglior successo a questo progetto, nella certezza che, a fronte del risultato raggiunto, divenga
punto di riferimento per tutta la realtà della micro impresa alimentare veneta.
IL DIRETTORE GENERALE
AZIENDA ULSS 2 MARCA TREVIGIANA
Dr. Francesco Benazzi
La sicurezza alimentare rappresenta uno dei prerequisiti indispensabili per le imprese alimentari e per
tutelare la salute pubblica dei consumatori. La salubrità dei prodotti alimentari dipende soprattutto
dall’applicazione di buone pratiche igienico-sanitarie durante le fasi di preparazione, lavorazione, cottura
e somministrazione degli alimenti.
Il metodo HACCP, scelto dal legislatore come strumento per l’individuazione e la gestione dei pericoli,
risulta difficilmente utilizzabile per realtà alimentari piccole e semplici, come sono le attività che si
occupano di dettaglio (macellerie, supermercati, pescherie, gelaterie…) e somministrazione (ristoranti,
bar, pizzerie, agriturismi…) di prodotti alimentari.
Nel rispetto del principio di proporzionalità, l’Unione Europea ha indicato la possibilità che ogni
Paese individui, per le imprese alimentari di piccole e piccolissime dimensioni, criteri di semplificazione
dell’autocontrollo fatto salvo, comunque, il risultato finale da raggiungere, vale a dire la sicurezza degli
alimenti venduti e/o somministrati.
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, sin dal 2008 si è occupato di progetti e
sperimentazioni che favorissero la semplificazione dell’autocontrollo nelle microimprese:
- RC IZS 27/07 “Semplificazione autocontrollo nelle microimprese alimentari (Messa a punto di modelli
e procedure per una corretta gestione del sistema di autocontrollo igienico-sanitario nelle imprese
di medio piccole dimensioni che si occupano di preparazione, somministrazione e/o vendita al
dettaglio di alimenti)’’ durata 2008-2011
- Progetto sperimentale di “Semplificazione dell’autocontrollo nelle microimprese del settore
alimentare Decreto n. 127/VETAL dd. 22.02.2012 in Regione FVG durata 2013-2017
Con questi lavori si è inteso definire un modello di autocontrollo “a misura di microimpresa alimentare”,
basato soprattutto sulle norme di corretta prassi igienica: queste ultime, se conosciute e applicate dagli
operatori, possono prevenire o eliminare la quasi totalità dei pericoli alimentari. Il percorso intrapreso è
risultato molto apprezzato dalle imprese coinvolte ed ha permesso loro di migliorare la gestione della
sicurezza alimentare in azienda.
Recentemente le linee guida per il controllo ufficiale ai sensi dei Regolamenti (CE) 882/2004 e 854/2004
hanno ribadito la possibilità di applicare un modello semplificato nelle microimprese, ipotesi evidenziata
anche in una recente opinione scientifica dell’EFSA che ha proposto un sistema semplificato per la
gestione della sicurezza alimentare basato sulle buone prassi per imprese di vendita al dettaglio quali
gelaterie, pescherie, panifici ecc.
“Semplificare” non significa “banalizzare” quanto, piuttosto, individuare prassi e modalità di gestione del
pericolo compatibili con la quotidianità delle microimprese. Ci auguriamo che questo sforzo possa servire
ad aumentare la cultura della sicurezza tra gli operatori e, di conseguenza, la sicurezza dei prodotti stessi.
IL DIRETTORE GENERALE
ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE
Prof. Daniele Bernardini
INDICE
apertura dell’attività >>>
Capitolo 1 > ATTIVITà di INIZIO GIORNATA 1
Ricevimento materie
9 9 F e B: verifica integrità
l l confezioni Capitolo 2
prime
9 9 B: rispetto catena del freddo
Conservazione materie
prime l 9 9 B: rispetto catena del freddo Capitolo 2
Conservazione
semilavorati e prodotti l 9 9 B: rispetto catena del freddo Capitolo 7
finiti
Presentazione e
9 9 F e B: verifica integrità
l confezioni Capitolo 8
esposizione dei prodotti
9 9 B: rispetto catena del freddo
9 9 F: verifica integrità superfici
e attrezzature
Somministrazione l l
9 9 B: prevenzione Capitolo 9
contaminazione crociata
NO!
NO!
Sì!
Sì!
7. V ERIFICA DEGLI UTEN-
SILI: controllare che
gli strumenti utilizza-
ti per le preparazioni
siano puliti ed integri,
senza parti rotte.
Sì!
attività da eseguire:
Sì!
Sì!
Sì!
(Salmonella)
Leggi l’etichetta ,
ti risolve ogni dubbio.
Esempio: “scongelare
in frigo per 12 ore circa...”
Sì! NO!
crudo!
cotto!
NO al
“rabbocco”!
Sì olio
fresco!
è importante
la freschezza
delle materie prime
è necessario segna-
lare, per esempio
sul menù di un ri-
storante, gli alimen-
ti che hanno subito
un processo di con-
gelamento.
121°c - STERILIZZAZIONE
70°c - PASTORIZZAZIONE
60°c - CONSERVAZIONE A CALDO
50°c > 10°c - ZONA DI
TEMPERATURA DI MASSIMO
RISCHIO, MASSIMA
MOLTIPLICAZIONE MICROBICA
4°c > 0 - REFRIGERAZIONE
-18°c - CONGELATO / SURGELATO
NO!
Sì!
Sì!
Conserva
i cibi in frigo
NO!
Attenzione!
I rischi maggiori si possono verificare nei self service con accesso di-
retto ai piatti pronti da parte dei clienti, con eventuali contamina-
zioni dovute alla manipolazione degli utilizzatori.
Sì!
NO!
NO!
Sì!
Mantieni
sempre
la giusta
temperatura
Capitolo 10 > TRASPORTO dei PRODOTTI ALIMENTARI 47
Temperatura massima Rialzo termico
Sostanze alimentari
al momento del carico tollerabile per periodi
congelate/surgelate
e durante il trasporto di breve durata
Gelati alla frutta e succhi di
-10°C
frutta congelati
Altri gelati -15°C
Prodotti della pesca congelati
-18°C
o surgelati
Altre sostanze alimentari
-18°C
surgelate
+3°C
Frattaglie, uova sgusciate,
-10°C
pollame e selvaggina congelata
Burro o altre sostanze grasse
-10°C
congelate
Carni congelate -10°C
Tutte le altre sostanze
-10°C
alimentari congelate
Valori massimi di
Sostanze alimentari Temperature durante
temperatura tollerati
refrigerate il trasporto
durante il trasporto
Latte pastorizzato in confezioni da 0 a +4°C +9°C
Prodotti lattiero caseari (latti
fermentati, panna o crema di da 0 a +4°C da + 9°C a +14°C
latte, formaggi freschi, ricotta)
Burro da 0 a +4°C +14°C
Prodotti della pesca freschi da
da 0 a +4°C ---
trasportare sempre in ghiaccio
Carni da -1°C a +7°C +10°C
Allegato C al D.P.R. del 26/03/1980, n° 327 - Regolamento di esecuzione della L. 30 aprile 1962,
n.283, e successive modificazioni, in materia di disciplina igienica della produzione e della ven-
dita delle sostanze alimentari e delle bevande. (Pubblicato sulla G.U. del 16/07/1980, n° 193 )
Sì!
NO!
...Durante il trasporto
separa i “cotti” dai “crudi”
2°
1°
NO! Sì!
(Pedale)
Sì!
(NC)
glossario 59
• Pericolo: agente biologico, chimico o fisico contenuto in un alimento o mangi-
me, o condizione in cui un alimento o un mangime si trova, in grado di provocare
un effetto nocivo sulla salute.
• Prodotti non trasformati: prodotti alimentari non sottoposti a trattamen-
to compresi prodotti che siano stati divisi, separati, sezionati, affettati, disossati,
tritati, scuoiati, frantumati, tagliati, puliti, rifilati, decorticati, macinati, refrigerati,
congelati, surgelati o scongelati.
• Prodotti trasformati: prodotti alimentari ottenuti dalla trasformazione di
prodotti non trasformati. Tali prodotti possono contenere ingredienti necessari alla
loro lavorazione o per conferire loro caratteristiche specifiche.
• pulizia: la rimozione dello sporco visibile (terra, residui di cibo, sporcizia, grasso o
altro materiale indesiderabile).
• punto di fumo: la temperatura a cui un grasso alimentare riscaldato comincia a de-
comporsi (idrolizzarsi) alterando la propria struttura molecolare e formando acroleina,
una sostanza tossica e cancerogena. È così detto in quanto il grasso inizia a sviluppare
fumo, fastidioso per inalazione e per gli occhi, proprio a causa del contenuto in acro-
leina.
• sanificazione: combinazione delle attività di detersione e disinfezione.
MANUALE di BUONE PRATICHE di iGIENE
per le microimprese alimentari
Il problema si previene:
• conoscendo quali sono
• evitando le contaminazioni tra alimenti che li contengono e ali-
menti nei quali non dovrebbero essere presenti
• dichiarando, per esempio nel menù o nel cartello unico degli in-
gredienti, i piatti o i cibi in cui sono presenti
Temperature di conser-
vazione non corrette
Controllare i frigoriferi,
possono permettere la
i congelatori e i display
proliferazione batterica
per il monitoraggio del-
e incidere anche sulle ca-
le temperature
ratteristiche organoletti-
che dei prodotti
I prodotti da congelare
devono essere posti in
sacchetti chiusi e cor- Etichette non complete
possono portare al con-
rettamente etichettati.
sumo dell’alimento oltre
L’etichetta deve ripor-
la data di scadenza op-
tare nome del prodotto,
pure causare una non
data di preparazione,
corretta conservazione
data di scadenza, tem- del prodotto
peratura di conserva-
zione
Il congelamento deve
essere effettuato nel più Modalità di congelamen-
to non adeguate possono
breve tempo possibile
compromettere la salu-
mediante abbattitori di
brità dei cibi e permettere
temperatura o suddivi-
la sopravvivenza micro-
dendo l’alimento in pic-
bica
cole porzioni
Controllare regolarmen-
te gli ambienti di lavo-
razione per valutare la
presenza di segni di in-
festanti (tracce di rodi-
Gli infestanti possono es-
tori, escrementi, parti
sere veicolo di batteri pe-
rosicchiate, mucchiet-
ricolosi per l’uomo e per
ti di sabbia, ragnatele,
gli alimenti
presenza di mosche o
insetti…). Controllare
le superfici di lavoro, gli
angoli dei locali, i pavi-
menti
Controllare sempre le
merci in arrivo, soprat-
tutto quelle che stanno Gli imballi possono es-
a temperatura ambien- sere veicolo di infestanti
te, segnalando la pre- (topi, scarafaggi e altri
senza di insetti negli im- insetti…)
balli, parti rosicchiate,
segni di escrementi
Eseguire regolarmente
il monitoraggio degli in- Il monitoraggio regolare
festanti o direttamente consente di tenere la si-
o mediante una ditta di tuazione sotto controllo
disinfestazione
DITTA DISINFESTAZIONI_____________________________________________
Tel______________________________________________________________
insetti
STRISCIANTI
Piccoli mucchietti di sabbia o
formiche
terriccio, gli insetti stessi, formi-
che volanti nei giorni caldi
Lo scongelamento può
essere fatto in modo Se lo scongelamento è ra-
pido (inferiore a due ore)
molto rapido per pic-
i microrganismi non han-
cole pezzature con for-
no il tempo di moltiplicar-
no a microonde o con
si
immersione in acqua di
alimenti confezionati
Durante lo scongelamen-
to la temperatura degli
Lo scongelamento può
alimenti non supera co-
essere fatto in modo
munque i 4°C e i micror-
lento utilizzando il fri-
ganismi patogeni non
gorifero
sono in grado di svilup-
parsi
Lavarsi frequentemen-
te le mani, soprattutto Le contaminazioni cro-
dopo una pausa, dopo ciate da alimenti crudi
aver toccato carni crude a preparazioni pronte al
o uova e prima di toc- consumo sono uno dei
care alimenti pronti al pericoli maggiori
consumo
NORME DI COMPORTAMENTO
PER UNA PREPARAZIONE/MANIPOLAZIONE SICURA DEGLI ALIMENTI
Per prevenire le malattie trasmesse dagli alimenti e per garantire qualità e sicurezza dei prodotti,
è necessario che l’operatore nella manipolazione degli alimenti segua precise NORME DI COM-
PORTAMENTO, che l’Organizzazione Mondiale della sanità ha riassunto nel seguente DECALOGO,
adatto alle locali esigenze:
• I prodotti deperibili con coperture o farciti a base di crema a base di uova, panna, yogurt, e
prodotti di gastronomia con copertura di gelatina alimentare devono essere conservati ad
una temperatura non superiore ai +4°c.
• Gli alimenti deperibili cotti da consumarsi caldi (quali piatti pronti, snacks, polli allo spiedo,
ecc.) devono essere conservati a temperatura tra i +60° c. e i + 65° c., in speciali banchi con
termostato.
• Gli alimenti deperibili da consumarsi freddi (quali arrosto, roast-beef, porchetta, ecc.) e le
paste alimentari fresche con ripieno devono essere conservati ad una temperatura non su-
periore a + 10° c.
DATA
TIMBRO DITTA
Le informazioni contenu-
Non eliminare l’etichet-
te possono essere molto
ta dei prodotti confe-
importanti (temperatura
zionati fino a quando
di conservazione, lotto
l’alimento è utilizzabile
ecc)
A. DOCUMENTI DESCRITTIVI
Prodotti utilizzati
L’operatore identifica i prodotti utilizzati e aggiorna l’elenco ogni qualvolta vengono sostituiti. Di seguito si fornisce un esempio
di tabella per elencare i prodotti e le modalità di utilizzo. in funzione delle rispettive schede tecniche
La temperatura dei
La mattina prodotti era inferiore a
abbiamo trovato 2°C. I prodotti sono stati
23 aprile 2010 Mario
il congelatore trasferiti in frigorifero
spento e utilizzati nel giro di
due giorni
All’apertura
del cartone
Il prodotto è stato
2 confezioni
5 maggio identificato con cartello
di baccalà in Mario
2010 e accantonato per essere
vaschetta su 3
restituito al fornitore
si presentavano
rigonfie
Controllato tutta la
merce: non abbiamo
trovato tracce di
alterazione
Tracce di
26 maggio escrementi di Chiamato ditta di
Angela
2010 piccolo roditore disinfestazione per
in magazzino posizionamento
trappole
Catturato il topolino.
Pulizia del locale
Acquistare un
termometro a
Mario
Controllo delle merci sonda per valutare
23.02.2010 Giovanni
a ricevimento le condizioni di
Angela
temperatura della
merce all’arrivo
Si decide che il
ragù deve essere
Esito delle analisi di raffreddato
Mario
autocontrollo (ragù in contenitori
05.04.2010 Giovanni
con valori elevati di più piccoli e
Angela
carica microbica) consumato entro
3 giorni dalla
produzione
Temperature di conser-
Conservare le materie
vazione non idonee pos-
prime secondo quanto
sono compromettere la
riportato in etichetta
salubrità degli alimenti
Confezioni danneggiate
Conservare le materie possono permettere l’in-
gresso di microrganismi
prime refrigerate/con-
patogeni. Merci non cor-
gelate nelle confezioni
rettamente etichettate
originali integre o in
possono essere mante-
contenitori chiusi com-
nute ad una temperatura
prensivi di etichetta non corretta e non con-
sentire la rintracciabilità
Controllare periodica-
Per evitare di utilizzare o
mente la scadenza dei
scartare prodotti scaduti
prodotti conservati
Un controllo periodico
permette di segnalare
Controllare regolarmen-
tempestivamente la pre-
te i locali di stoccaggio
senza di infestanti, spor-
cizia, alimenti deteriorati
Rispettare il corretto
immagazzinamento: le è importante disporre i
prodotti in modo da uti-
merci vanno conservate
lizzare prima quelli con
alla temperatura previ-
scadenza più ravvicinata
sta e utilizzate dando
così da non avere giacen-
priorità a quelle con sca-
ze inutilizzate e scadute
denza più ravvicinata
è importante formare il
A volte prassi non corret-
personale e effettuare
te possono causare alte-
regolari supervisioni su
razioni degli alimenti
chi manipola gli alimenti
Conservare la sche-
La scheda descrive per
da tecnica relativa alla
quali alimenti l’imballla-
composizione degli im-
gio è idoneo
ballaggi utilizzati
Utilizzare strumenti di
colore diverso per le di- La separazione per colori
verse stanze (es. rosso ha visibilità immediata e
per sporco, blu per pu- riduce errori o sbagli
lito)
Se la temperatura previ-
sta non viene raggiunta
Misurare la temperatura a cuore del prodotto è
a cuore del prodotto possibile che non tutta la
flora microbica sia stata
inattivata
I termometri utilizzati
devono essere adegua- Possono essere veicolo di
tamente puliti e sanifi- microrganismi patogeni
cati dopo l’uso
Il rifornimento di acqua
potabile deve essere
L’acqua può rappresenta-
adeguato alle necessità
re una fonte di contami-
e deve garantire che gli
nazione degli alimenti
alimenti non vengano
contaminati
Il ghiaccio eventual-
mente prodotto non
deve essere veicolo di
Il ghiaccio può rappre-
patogeni e deve essere
sentare una fonte di con-
conservato in modo da
taminazione degli ali-
evitare possibili conta-
menti
minazioni. I contenitori
utilizzati devono essere
puliti.
è necessario riportare la
Alcuni ristoranti ed
dicitura “acqua potabile
esercizi pubblici sommi-
microfiltrata” naturale
nistrano acqua potabile
o gasata come richiesto
non preconfezionata
dal D. Lgs. 181/2003
I prodotti agiscono
efficacemente se
utilizzati alla giusta
Assicurarsi di utilizza- concentrazione e
re i prodotti secondo
temperatura. Vanno
le istruzioni della casa
produttrice conservati in ambienti
chiusi, protetti da fonti
di calore e lontani dagli
alimenti.
La rintracciabilità degli
alimenti deve rientrare
nella programmazione
dell’autocontrollo. La
rintracciabilità interna
non è obbligatoria salvo Nei casi previsti è respon-
i casi previsti dalla leg- sabilità dell’OSA garanti-
ge (carni bovine, pesce, re la rintracciabilità
partenza!
OGM)
La rintracciabilità ri-
guarda anche i materiali
a contatto con gli ali-
menti
sCHEDA TEMATICA > verifica degli ingressi del personale interno e esterno e degli spogliatoi
manuale di BUONE PRATICHE di IGIENE per le microimprese alimentari
Cosa e come fare Perché?
sCHEDA TEMATICA > verifica degli ingressi del personale interno e esterno e degli spogliatoi
manuale di BUONE PRATICHE di IGIENE per le microimprese alimentari
SCELTA DEI FORNITORI
La scelta dei fornitori rappresenta un punto critico
perché le materie prime fornite possono influire sulla
sicurezza igienico sanitaria degli alimenti.
Il susseguirsi di Non
è inutile rischiare di com-
Conformità relative ad
promettere la produzione
un fornitore può com-
per cause non imputabili
portare la sostituzione
all’azienda stessa
di quel fornitore
Va stipulato un contrat-
to con una ditta autoriz-
zata allo smaltimento; il È importante dare evi-
contratto deve essere a denza che lo smaltimen-
disposizione per essere to avviene a cura di un
presentato su richiesta raccoglitore autorizzato
dell’autorità competen-
te (ASL, NAS, ecc.)
E’ possibile comunicare
informazioni facoltati-
ve (età, sesso, categoria
manzo, scottona..., re-
gione di allevamento,
periodo di allevamento
in Italia, ecc) se ricavabi-
li dal passaporto del bo-
vino o dalla Banca Dati
Nazionale.
L’obbligo di etichettatu-
ra non è esteso alle frat- Deve essere sempre pos-
taglie (fegato, trippe…) sibile la correlazione tra
delle quali deve comun- le informazioni e gli ali-
que esserne garantita la menti in vendita
provenienza
La documentazione re-
lativa alle carni vendute
deve essere conservata
per almeno 2 anni pres- Periodo di conservazione
so l’esercizio commer- fissato dalla legge
ciale o presso l’ufficio
che conserva la docu-
mentazione fiscale
I prodotti in esposizione
per la vendita al detta-
glio devono essere cor- Etichette non corret-
rettamente etichettati e te possono comportare
riportare:
sanzioni per errata de-
• il nome commerciale
nominazione di specie o
• il metodo e la zona di
pesca per frode in commercio
• l’eventuale presenza di (D.Lgs 109/1992 e DM
ingredienti o additivi 27/03/2002)
• l’indicazione di prodot-
to fresco o congelato
Lo stato di freschezza
dei prodotti esposti e/o Tra le sostanze che de-
conservati in cella deve rivano dall’alterazione
essere valutato anche dei prodotti ittici, alcune
più volte nel corso del-
la giornata per evitare hanno un effetto nocivo
la vendita e/o sommi- sulla salute (a esempio
nistrazione di prodotti l’istamina)
alterati
L’eviscerazione del
pesce, la “sbissatura”
(asportazione del pelo
o “bisso”) dei mitili e le
altre preparazioni (da
effettuarsi solo se è pre- L’eviscerazione e le altre
sente un laboratorio o lavorazioni sono attività
una cucina) sono con- con alta probabilità di
sentite solo dopo essere contaminazione di altri
stati venduti. prodotti
È possibile eviscerare
durante la vendita solo
in caso di rischio sanita-
rio (sospetta presenza di
parassiti)
È importante essere in
Il personale addetto alla
vendita deve conoscere grado di riconoscere i pe-
i principali rischi con- sci pericolosi e quelli che
nessi al consumo di pe- presentano frequente-
sce partecipando a spe- mente parassiti (a esem-
cifici corsi di formazione
pio Anisakis)
È importante prevedere,
sulla base delle esigen-
ze e del volume di atti-
vità, un programma di
analisi microbiologiche, Le analisi possono fornire
tossicologiche su pro- informazioni sull’affida-
dotti (a esempio metalli bilità dei fornitori, sulle
pesanti, istamina, ecc.),
ghiaccio e ambienti ed caratteristiche dei pro-
un piano di osservazio- dotti e/o degli ambienti
ne diretta. di lavorazione
Si consiglia di prevedere
anche alcune analisi per
la corretta identificazio-
ne di specie
La SOMMINISTRAZIO-
NE di pesce crudo o ma- Per la possibile presenza
rinato comporta sempre di specie tossiche, di pa-
un certo rischio per i rassiti, di microrganismi
consumatori: controlla-
patogeni o di sostanze
re sempre, prima di ser-
vire, l’identificazione di chimiche (per esempio
specie, i caratteri di fre- l’istamina), specie in pro-
schezza, la presenza di dotti non freschi
parassiti visibili
sanificazione
IMPIANTI PRODUTTIVI
SANIficazione
MONTAPANNA Diverse parti interne pos-
sono essere fonte di in-
Periodicamente è ne- quinamento batterico di
cessario attuare una tipo secondario. A secon-
da del tipo di macchina-
sanificazione dell’appa- rio sono da tenere in par-
recchiatura. Seguire al ticolare considerazione
riguardo le istruzioni del giunti, raccordi e guarni-
produttore zioni
Siringhe dosatrici
Possono essere fonti di
per crema
contaminazione batte-
rica. Preferire i dosatori
Usare solo attrezzi accu-
“monouso”
ratamente sanificati
Spugne, spugnette
Sottoporre a frequenti
Possono favorire la diffu-
sanificazioni ponendole
sione di batteri
in lavatrice o lavastovi-
glie con programma ad
alta temperatura
Residui di gelato
Impianti /
attrezzature
Ammostatura e
filtrazione
Temperature troppo bas-
se non permettono la
Questa fase deve essere
corretta produzione del
sorvegliata (la tempera-
mosto
tura deve oscillare attor-
no ai 75°C - 77°C)
Fermentazione pri-
maria / aggiunta
del lievito
Temperature troppo bas-
Nella fermentazione è se o troppo alte possono
importante che il lievito portare ad una non cor-
sia innestato alla corret- retta fermentazione
ta temperatura (vedere
la ricetta della birra, soli-
tamente intorno a 20°C)
Maturazione e
stagionatura
La birra ha bisogno di un
Prima di porre in com-
determinato tempo per
mercio il prodotto, at-
maturarsi
tendere che la fermen-
tazione e la maturazione
siano terminate
Confezionamento/
imbottigliamento
Impianti e contenitori
non perfettamente sani-
Attenzione alla massi-
ficati compromettono il
ma pulizia e sanifica-
prodotto finale.
zione degli impianti
La presenza di residui di
e delle bottiglie e dei
vetro nelle bottiglie può
contenitori. Attenzione
creare gravi danni all’or-
ad eventuali residui di
ganismo
vetro all’interno delle
bottiglie
Trasporto, pigiatu-
ra e diraspatura
In queste fasi mezzi con-
Usare mezzi e attrezza- taminati, polvere, agenti
ture igienicamente ido- atmosferici (in partico-
nei e adatti allo scopo. lare pioggia), e residui di
L’area di scarico e spre- attività animale possono
mitura delle uve deve incidere sfavorevolmente
essere protetta dalle sul prodotto finito
polveri, dagli agenti at-
mosferici e dagli animali.
Fermentazione e
Lo sviluppo di anidride
vinificazione
carbonica è fonte di peri-
colo per l’uomo.
Tale fase non deve avve-
Gli additivi permessi han-
nire in ambienti chiusi.
no un dosaggio massimo
Usare trattamenti eno-
consentito nel prodotto
logici consentiti ed ai
finito che è stabilito dalle
dosaggi indicati. Avva-
normative vigenti.
lersi di un esperto del
L’uso di materiale non
settore.
adatto al contatto con gli
Serbatoi, tubazioni,
alimenti può creare mi-
pompe, ecc. devono es-
grazione nel prodotto di
sere tenute in buono
contaminanti tossici per
stato di pulizia e costru-
l’uomo (ad esempio, van-
ite con materiale idoneo
no eliminate le valvole in
al contatto con gli ali-
ottone perché possono
menti. Usare acqua ido-
cedere rame)
nea all’uso.
Imbottigliamento /
confezionamento
Contenitori non perfet-
Usare bottiglie e conte-
tamente puliti possono
nitori puliti.
degradare il prodotto fi-
Porre attenzione all’e-
nito. I residui di vetro, se
ventuale presenza di re-
ingeriti, possono arreca-
sidui di vetro.
re gravi danni al consu-
Usare contenitori co-
matore
struiti con materiale
idoneo al contatto con
gli alimenti
STOCCAGGIO FARINE
AERAZIONE
LABORATORIO La notevole presenza di
umidità crea condensa
L’attività di panificazio- interna agli ambienti,
ne è fonte di notevole situazione che favorisce
umidità: pertanto anche lo sviluppo di muffe (le
il locale laboratorio e i evidenze si possono no-
locali adiacenti devono tare con la comparsa di
macchie scure su pareti e
essere adeguatamente soffitti)
arieggiati.
PULIZIA AMBIENTI
Se la pulizia viene tra-
Durante le fasi di produ- scurata, nel tempo si cre-
zione del pane avviene ano accumuli di farina
una inevitabile disper- (e polvere) che possono
sione di farine nell’am- creare incrostazioni dif-
biente e pertanto è ne- ficili da togliere. Tali ac-
cessario attuare una cumuli sono anche fonte
quotidiana pulizia dei lo- di attrazione per diversi
cali, ponendo attenzione animali infestanti (topi,
anche al retro dei mac- blatte, formiche, ecc.)
chinari e degli impianti
PRODOTTI DESTINATI
A GRUPPI SPECIFICI DI
POPOLAZIONE
La contaminazione acci-
dentale con ingredienti
Porre attenzione alle fasi
allergizzanti può creare
di produzione di alimen-
danni alla salute a con-
ti privi di glutine e, in ge-
sumatori allergici e/o in-
nerale, con ingredienti
tolleranti
allergizzanti (le produ-
zioni devono essere ri-
gorosamente separate)
ESPOSIZIONE
Prodotti esposti senza
protezione possono es-
Il pane, come tutti gli
sere fonte di rischio igie-
altri prodotti sfusi, va
nico per il consumatore.
esposto adeguatamente
L’etichettatura ha la fun-
protetto rispetto al pub-
zione di informare corret-
blico e adeguatamente
tamente il consumatore
etichettato