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per Fare

UN ORTO
Tecniche, rifessioni e spunti educativi
sul metodo Ortobioattivo ed i suoi legami
con l’agricoltura organico-rigenerativa,
la nutraceutica e la sostenibilità

Volume a cura di
ANDREA BATTIATA, MARINA CLAUSER E GIULIA TORTA
per Fare
UN ORTO
Tecniche, rifessioni e spunti educativi
sul metodo Ortobioattivo ed i suoi legami
con l’agricoltura organico-rigenerativa,
la nutraceutica e la sostenibilità

Volume a cura di
ANDREA BATTIATA, MARINA CLAUSER E GIULIA TORTA
Per fare un orto
Tecniche, rifessioni e spunti educativi sul metodo Ortobioattivo
ed i suoi legami con l’agricoltura organico-rigenerativa, la nutraceutica e la sostenibilità
a cura di Andrea Battiata | Marina Clauser | Giulia Torta

ISBN 978-88-32096-60-6 Immagine di copertina


Prima edizione 04.2022 Uno scatto dall’allestimento invernale delle aiuole
dedicate al metodo Ortobioattivo nell’orto botanico
AGC Edizioni di Firenze. Il metodo Ortobioattivo si adatta molto
via della Ferriera 26 bene all’agricoltura urbana, rendendo estremamente
52015 Pratovecchio Stia (AR) produttive anche piccole superfci (foto: Giulia Torta)
www.agcedizioni.it
Consentita la riproduzione degli articoli indicando la
Progetto Grafco fonte come da specifco riferimento bibliografco
David Proietti
Arti Grafche Cianferoni Riferimento bibliografco
www.cianferoni.com Battiata A., Clauser M., Torta G., (2022), Per fare un
orto. Tecniche, rifessioni e spunti educativi sul metodo
Questo volume è stato realizzato nell’ambito del Ortobioattivo ed i suoi legami con l’agricoltura organico-
progetto PS GO “OBA.NUTRA FOOD Ortobioattivo: rigenerativa, la nutraceutica e la sostenibilitàà, AGC
agroecologia per la produzione sostenibile di ortaggi Edizioni, Pratovecchio Stia (AR)
nutraceutici”. Il progetto è fnanziato dal Partenariato
Europeo per l’Innovazione in materia di produttività e
sostenibilità dell’agricoltura – Piano di Sviluppo Rurale
2014/2020 della Regione Toscana – sottomisura 1.2
“produzione di materiale informativo”.
3

Presentazione

Oggi in Italia la fgura di Girolamo Azzi è agroalimentare globale e che fonde in


quasi completamente dimenticata. sé scienza, pratica e visione. Favorisce le
Eppure Girolamo Azzi è stato il primo e piccole e medie aziende agricole e i con-
vero pioniere dell’agroecologia, la disci- testi di sviluppo rurale locale, dimostra
plina che studia il rapporto tra agricol- una produttività maggiore dei sistemi
tura e ambiente utilizzando principi e convenzionali e fornisce maggiore ric-
concetti dell’ecologia e che oggi, in pie- chezza qualitativa e differenziazione
na crisi climatica e ambientale, ci risuona delle produzioni.
come il frutto di un grande visionario e Perché le parole d’ordine sono qualità e
illuminato anticipatore. sostenibilità, cui contadini urbani e agri-
In questa pubblicazione comprendiamo coltori, consumatori e attivisti, ma anche
quale sia il ruolo cardine di quell’agricol- imprenditori illuminati possono ispirarsi
tura, che per tutti i millenni della sua per provare a cambiare davvero il siste-
storia si è fondata sulla rigenerazione ma alimentare urbano e ricercare una
continua della vitalità del suolo e che nuova economia del cibo.
invece, nell’operato convenzionale, oggi A Firenze l’esperienza di Andrea Battia-
sembra una nemica di questa fertilità ta va in questa direzione e sperimenta
naturale. quell’agricoltura che l’Europa e il mon-
Negli orti bioattivi, naturale derivazio- do ci chiedono di perseguire perché va
ne dell’agroecologia, non c’è aratura, né nell’interesse dell’ambiente, della salute
zappatura perché il suolo è naturalmen- delle persone ed è anche strumento di
te ricchissimo di organismi. Non servo- inclusione sociale. È un’esperienza che si
no nemmeno le concimazioni, poiché la ritrova anche in altre parti della Toscana,
fertilizzazione è un processo che avvie- forse ancora poco conosciuta, ma desti-
ne tramite la copertura organica per- nata a crescere e ad afermarsi sempre di
manente. È così che si coltivano cibi più più anche grazie a politiche che dovran-
nutrienti, i prodotti migliori per il nostro no incentivare in futuro questo modo di
organismo, che contengono tutte le mo- produrre. L’obiettivo “fame zero” e quello
lecole nutraceutiche di cui il nostro corpo della lotta al cambiamento climatico po-
ha bisogno per mantenersi sano il più a tranno comporsi in una visione di svilup-
lungo possibile. po nella quale esperienze come quelle di
Una soluzione completa insomma, direi Andrea e dei suoi collaboratori avranno
quasi radicale, ai problemi del sistema pieno titolo di cittadinanza.

Stefania Saccardi
Vicepresidente e Assessora all’agroalimentare della Regione Toscana
3 Stefania Saccardi
Presentazione
6 Marina Clauser
L’Orto botanico partner del progetto OBA.NUTRA FOOD per le azioni informative
9 Giulia Torta
Il progetto OBA.NUTRA FOOD: obiettivi, attività e partner
Capitolo I - Ortobioattivo e agronomia
16 Andrea Battiata
I principi agroecologici alla base del metodo Ortobioattivo
23 Ada Baldi, Anna Lenzi, Marco Napoli, Simone Orlandini
Ortobioattivo: protocollo di coltivazione
28 Alessio Capezzuoli
Rotazioni e consociazioni: pratiche agronomiche inderogabili per un’agricoltura
sostenibile
42 David Chiaramonti, David Casini, Tommaso Barsali, Francesca Tozzi, Damiano Stefanucci
BIOCHAR e COMBI, le loro proprietà ed i possibili utilizzi in ambito agricolo
46 Gianluca Giovannetti, Giulia Torta
Fare agricoltura partendo dalla vocazionalità del territorio: esperienze in orto e in
vigneto
52 Tania Van Dyck
Il potenziale dell’agroecologia per costruire un sistema alimentare resiliente
e rispettoso dell’ambiente, riducendo l’impatto negativo dell’agricoltura sui
cambiamenti climatici
56 Dario Cortese
L’orticoltura rigenerativa: dall’Orto Biointensivo all’Orto No-Dig
62 Marco Medici, Alessandra Castellini, Maurizio Canavari
Le Comunità a Supporto dell’Agricoltura (CSA) italiane tra peculiarità e sviluppo
Capitolo II - Ortobioattivo e microbiologia
68 Luciano Avio, Alessandra Turrini, Manuela Giovannetti
Inoculanti microbici: ruolo e qualità
71 Manuela Giovannetti, Luciano Avio, Alessandra Turrini
Cibo funzionale e microrganismi benefci del suolo
74 Domenico Prisa
Uso di Efective Microorganisms EM per migliorare la qualità e la foritura di
bulbose ornamentali
78 Domenico Prisa
Possibile utilizzo di Biostimolanti a base di humus di lombrico liquido per il
miglioramento della qualità e della protezione di piante di basilico
Capitolo III – Ortobioattivo e nutrizione umana
84 Giuditta Pagliai, Francesco Sof
Ortaggi coltivati con il metodo Ortobioattivo: microbiota intestinale e salute
umana
87 Armando Sarti
L’alimentazione. Dalla salute individuale alla salute del pianeta
91 Nicolò Gallo Curcio
Il valore nutrizionale ed ecologico dei prodotti orticoli
Capitolo IV - Ortobioattivo e agrobiodiversità
98 Marco Del Pistoia
Coltivare conservando: l’esperienza Fagioli della Lucchesia
102 Carlo Murer et al.
Un BioOrto sul tetto della FAO a Roma
107 Gabriele Rinaldi
Bergamo, la Valle della Biodiversità e la biodiversità in agricoltura
Capitolo V - Ortobioattivo e valore sociale
114 Andrea Battiata
Kit ortobioattivo didattico: il luogo in cui coltivare saperi e sapori
120 Ania Balducci
Professione Ortoterapeuta: competenze e conoscenze per praticare l’orticoltura
come intervento terapeutico e modalità riabilitativa
124 Marco Berretti
Bioflia e outdoor education a scuola e in fattoria
128 Margherita Volpini
“Orto è sentirsi bene”. Esperienze di Orticoltura Terapeutica per imparare ad avere
cura di sé
132 Emilio Bertoncini
L’orto scolastico – un contesto pedagogico
Capitolo VI - Nuove prospettive
138 Ugo Bardi
Perché esistono gli alberi? La storia dell’olobionte planetario
142 Pierluigi Adami
Innovazione e tradizione, la sfda del comparto agroalimentare per la sostenibilità
146 Paolo Lucchesi
Ecologia integrale e responsabilità
149 Maurizio Sentieri
Consumatori, disastri dietetici e il richiamo di un nutrimento nomade
153 Giulia Torta
Una rifessione sul ruolo dell’Orto botanico di Firenze, punto di contatto tra
accademia e società
Note biografche sugli autori
6 PER FARE UN ORTO

L’Orto botanico partner del progetto OBA.NUTRA FOOD


per le azioni informative
Marina Clauser

Partiamo da alcuni numeri: secondo le presente), ma molto persistenti. E, pur


previsioni della FAO nel 2050 il 75% della con sistemi accurati di rilevamento,
popolazione vivrà in aree urbane. Questa non tutte le conseguenze del rilascio di
enorme concentrazione di popolazione agrochimici nell’ambiente sono note: in
(e di rifuti, parallelamente a scarsità di molti casi mancano per esempio gli studi
suolo e di acqua) dovrà sfamarsi quoti- sull’interazione fra le diverse molecole.
dianamente. Una parte della soluzione è Riguardo alla fertilità dei suoli, questo
puntare sull’agricoltura urbana gestita è il fattore principale per la produttività
dai singoli abitanti o da piccole comunità; aziendale. Ma i suoli contribuiscono an-
fondamentale è però il ruolo educativo che a contrastare i cambiamenti clima-
nel formare le persone coinvolte sulle tici sequestrando il carbonio e anche per
modalità produttive sostenibili più ido- questo devono essere favoriti e difusi
nee ai diversi contesti. tutti i metodi che ne aumentino la fer-
Il perché ci viene da altri dati: conside- tilità senza ricorrere alla chimica. D’altra
riamone solo alcuni, ma signifcativi. L’a- parte, non è solo una questione econo-
gricoltura è responsabile del 25% delle mica relativa alle spese sostenute: non
emissioni di gas climalteranti e consuma dobbiamo dimenticare i costi ambientali
il 70% dell’acqua dolce disponibile; il 20% nascosti che derivano dall’uso di agro-
dei terreni ha consumato la fertilità; in chimici. Infatti, oltre a un esborso im-
campo agricolo, inoltre, si assiste a una mediato – i costi di pesticidi e concimi
perdita costante di perdita di biodiver- di sintesi sono sempre più elevati – oc-
sità e vengono utilizzate massivamente corre considerare anche i costi aggiuntivi
sostanze chimiche inquinanti. riversati alla collettività: il monitoraggio
Per chiarire meglio l’impatto dell’agri- delle acque e dei terreni, la depurazione,
coltura sull’ambiente, consideriamo i costi sanitari per curare le persone con
che l’Italia si pone al secondo posto in patologie legate agli inquinanti.
Europa per utilizzo di agrochimici. È im- A proposito di malattie da inquinan-
pressionante leggere i rapporti ISPRA ti, proviamo a dare senso alle parole.
sul monitoraggio delle acque superfi- Quando si parla di pesticidi si parla con-
ciali e profonde che rilevano la presenza cretamente di sostanze che avviano
di numerose sostanze chimiche, alcune processi patologici nella popolazione
delle quali non usate da anni (come l’a- come malattie degenerative, tumori,
trazina vietata nel 1992 eppure ancora infertilità, defcit cognitivi nei bambini e
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altro. Quindi si parla di salute e dei co- che partono dal basso ed è incessan-
sti che la collettività si deve assumere. te l’attività di ricercatori e associazioni
Convertire il convenzionale verso forme per studiare il problema e diffondere
produttive sostenibili ed è una necessità informazioni.
assoluta e urgente ed economicamente È anche per questo che le azioni infor-
vantaggiosa. mative che ha intrapreso l’Orto botani-
È urgente e indispensabile ripensare ai co nell’ambito del progetto OBA.NUTRA
metodi produttivi perché l’agricoltura FOOD si sono rivolte non solo alle azien-
non gravi ulteriormente sul bilancio del- de, principali destinatari delle azioni,
le emissioni. In questo contesto sono di ma anche a ortisti, insegnanti, appas-
fondamentale importanza i progetti che sionati, semplici cittadini sensibili alle
puntano all’innovazione in agricoltura in tematiche legate al cibo, in tutte le sue
chiave di sostenibilità. La ricerca è crucia- sfaccettature.
le per mettere a punto modalità produt- Come Orto botanico siamo infatti fer-
tive sostenibili. Ma accanto alla ricerca mamente convinti che la parte educati-
occorre garantire il passaggio successi- va del nostro lavoro sia di fondamentale
vo dell’applicabilità e la replicabilità delle importanza. Prima di tutto restituendo
metodologie in contesti diversi coinvol- dignità e signifcato a parole che altri-
gendo direttamente gli agricoltori. menti ne sarebbero prive per il troppo
Parallelamente ci vuole una maggiore uso e per l’uso non appropriato, come
connessione fra i vari ambiti professio- “ambiente”, “natura”, “sostenibilità”,
nali: una delle funzioni degli Orti botanici “biologico”, ecc. Se ne può restituire il si-
è proprio quella di costruire reti informa- gnifcato prima di tutto se si mettono in
tive e di disseminare le conoscenze che pratica azioni concrete, come il controllo
partono dal mondo della ricerca per arri- biologico delle ftopatologie che da anni
vare a risultati applicativi nelle aziende l’Orto botanico persegue con ottimi ri-
e nel tessuto sociale. Il progetto OBA. sultati. A queste azioni ne seguono altre,
NUTRA FOOD si allinea a questa neces- fondamentali: quelle volte a informare la
sità con la collaborazione fattiva di tre cittadinanza e a orientarla verso stili di
dipartimenti di due università toscane e vita più sostenibili.
tre aziende. Il progetto infatti ha avuto Situati fra società e natura, gli Orti bo-
l’obiettivo di validare protocolli agrono- tanici entrano in contatto ogni anno con
mici, microbiologici, clinici, mettendo in più di 250 milioni di visitatori in tutto il
connessione aspetti fondamentali per mondo e sono quindi nella posizione ide-
la vita delle persone: sistemi produttivi ale per comunicare, educare, divulgare e
rispettosi dell’ambiente, valore nutra- favorire la connessione delle persone con
ceutico degli ortaggi prodotti, ricaduta l’ambiente, oltre a sviluppare il pensie-
dell’alimentazione sulla salute. ro critico nei cittadini-consumatori e il
Fortunatamente c’è una maggiore sen- pensiero sistemico e complesso. Prati-
sibilità nella cittadinanza, sono sempre camente gli Orti botanici, che si pongo-
più numerose le campagne informative no fra i primi interpreti dell’agenda 2030
8 PER FARE UN ORTO

sullo sviluppo sostenibile, contribuiscono considerazioni sul valore sociale e tera-


ad alfabetizzare la popolazione sulla so- peutico dell’orticoltura, su esperienze di
stenibilità. Con questo spirito, l’Orto bo- aggregazione e supporto all’agricoltura a
tanico di Firenze ha aderito al progetto livello locale e con uno sguardo all’estero,
OBA.NUTRA FOOD per curarne le azioni sulla necessità di un’osservazione atten-
informative. ta del territorio e di uno scambio di infor-
Fra le varie azioni informative c’è anche mazioni per un’integrazione armoniosa
la pubblicazione di questo libro. Invitia- e interdisciplinare delle conoscenze, sul
mo a leggerlo non solo come un manuale valore della tradizione come supporto
per costruire un orto sostenibile che pro- all’innovazione, sul valore degli alberi e
duca ortaggi nutraceutici – e sono molti dei corridoi ecologici negli ecosistemi,
gli approfondimenti, dal biochar alle con- su come un orto può essere occasione
sociazioni, dalla necessità di tutelare l’a- per insegnare diverse discipline. E tanto
grobiodiversità all’utilizzo di Microrgani- altro ancora che ci auguriamo stimoli a
smi Efettivi, dai metodi che favoriscono una seria rifessione su come l’orticoltu-
il valore nutraceutico al lombricompost, ra abbia un ruolo fondamentale verso la
all’immunità adattativa che si ottiene sostenibilità; del resto è proprio vero che
grazie all’agricoltura rigenerativa – ma accudire un orto è difendere un pezzetto
anche come rifessione più generale sul- del pianeta, come sottolinea Luca Mer-
la sostenibilità e il ruolo che ognuno di calli nel suo libro “Il mio orto tra cielo e
noi ricopre. Di seguito troverete quindi terra”.

Sitografa
FAO https://www.fao.org/news/story/it/item/1308487/icode/
FEDERBIO https://feder.bio
ISDE Medici per l’ambiente https://www.isde.it
ISPRA https://sinacloud.isprambiente.it/portal/apps/sites/#/portalepesticidi
CAMPAGNA AMICA https://www.campagnamica.it
CAMBIA LA TERRA https://www.cambialaterra.it/ipesticididentrodinoi/
NAVDANYA INTERNATIONAL https://navdanyainternational.org/it/

Bibliografa
Mercalli L. (2016). Il mio orto tra cielo e terra. Appunti di meteorologia ed ecologia agraria per salvare clima e cavoli.
Aboca, Sansepolcro (AR)
9

Il progetto “OBA.NUTRA FOOD”:


obiettivi, attività e partner
Giulia Torta

“OBA.NUTRA FOOD Ortobioattivo: agro- produzione e trasferimento di ricerca,


ecologia per la produzione sostenibile sviluppo e innovazione tecnologica e le
di ortaggi nutraceutici” è un progetto imprese agricole partner.
fnanziato dal bando relativo al Soste- Il bando PS GO è difatti fnalizzato all’at-
gno per l’attuazione dei Piani Strategici tuazione del Partenariato europeo per
e la costituzione e gestione dei Gruppi l’innovazione “Produttività e sostenibili-
Operativi PEI-AGRI nell’ambito del Par- tà dell’agricoltura”, lanciato nel 2012 dal-
tenariato Europeo per l’Innovazione in la Commissione Europea per colmare il
materia di produttività e sostenibilità divario tra le soluzioni innovative formu-
dell’agricoltura - Piano di Sviluppo Rurale late dai ricercatori e l’adozione di nuove
2014/2020 della Regione Toscana. tecnologie da parte di coloro che vivono e
Obiettivo del progetto è stato quello di lavorano nelle zone rurali. Con la creazio-
mettere a punto un modello produttivo ne di partenariati tra coloro che in ultima
replicabile per la produzione sostenibile istanza utilizzeranno nuove tecnologie e
di ortaggi ad elevato valore nutraceu- quelli che le creano, il PEI-AGRI punta ad
tico, sviluppato a partire dal metodo di accelerare il cambiamento e a contribuire
coltivazione “Ortobioattivo”, già in uso alla Strategia dell’Unione “Europa 2020”
presso l’Azienda Agricola Ortobioatti- per una crescita intelligente, sostenibile
vo, capofla del progetto. Ortobioattivo e inclusiva. Questa strategia identifca
rappresenta un sistema di coltivazione nel potenziamento della ricerca e dell’in-
non convenzionale che bandisce l’utilizzo novazione uno dei suoi cinque obiettivi
di input chimici basandosi sul manteni- principali e favorisce un nuovo approccio
mento della sostanza organica e della interattivo all’innovazione.
biodiversità microbica del suolo. Nel cor- Per quanto riguarda le azioni di proget-
so del progetto il metodo è stato carat- to, queste sono articolate in diferenti
terizzato dal punto di vista agronomico e sottomisure, riguardanti sia le attività
valutato attraverso l’analisi della compo- di ricerca (sottomisura 16.2) che quelle
nente organica e microbica del terreno e di formazione e comunicazione dei ri-
della componente antiossidante e nutri- sultati al maggior numero possibile di
tiva della produzione. La standardizza- aziende agricole operanti sul territorio
zione e difusione del metodo sono state regionale (sottomisure 1.1, 1.2, 1.3). Nel-
possibili grazie alla stretta collaborazio- lo specifco, la sottomisura 16.2 sostie-
ne tra i soggetti operanti nel campo della ne, attraverso la cooperazione tra più
10 PER FARE UN ORTO

partner, la realizzazione dei progetti salutistici nei prodotti orticoli coltivati


pilota per lo sviluppo di nuovi prodotti, con metodo Ortobioattivo. In particolare
pratiche, processi e tecnologie finaliz- è stata considerata la presenza di mo-
zate ad accrescere la competitività e la lecole antiossidanti quali antiocianine e
sostenibilità nel settore agroalimentare polifenoli totali, che vengono natural-
e in quello forestale. Le azioni relative a mente prodotte dalla pianta per un’a-
questa sottomisura si sono articolate zione di tipo difensivo nei confronti di
dunque in vari ambiti e hanno previsto il patogeni e parassiti e che sono in grado
coinvolgimento di più soggetti partner, di attenuare lo stress ossidativo e dimi-
che hanno lavorato in collaborazione tra nuire il rischio dell’insorgenza di svariate
loro. patologie umane.
Un primo ambito di attività ha riguarda- Il terzo ambito di sperimentazione del-
to la ricerca in campo agronomico, con- la sottomisura 16.2 ha riguardato la
dotta dal personale del Dipartimento di nutrizione umana ed ha coinvolto il Di-
Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari partimento di Medicina Sperimentale e
Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Uni- Clinica (DMSC) dell’Università di Firenze,
versità di Firenze. Questa è stata fna- che ha condotto un’indagine sperimen-
lizzata alla validazione di un protocollo tale per la valutazione del possibile ef-
agronomico standard, a partire da quello fetto bioattivo salutistico degli ortaggi
già in uso presso l’Azienda Agricola Or- ottenuti con il metodo Ortobioattivo su
tobioattivo, alla valutazione degli efet- persone sane, nell’ottica di valorizzare il
ti del metodo bioattivo sul contenuto di contenuto nutrizionale di tali prodotti.
sostanza organica del suolo e sulla resa L’applicazione del metodo prevede in-
delle produzioni. Il metodo, che è risulta- fatti la conservazione di materia orga-
to essere facilmente replicabile ed eco- nica (e il conseguente sequestro di CO2)
nomicamente sostenibile, porta ad una nei terreni agricoli in modo da facilitare i
rivalutazione quali-quantitativa delle processi biochimici naturali che sono alla
produzioni orticole, all’aumento di valore base del funzionamento metabolico del-
aggiunto delle stesse, ad una riduzione le piante, da cui si ottengono coltivazioni
dei costi di gestione e della produzione sane e nutrienti.
agricola. La diffusione delle conoscenze speri-
Altro settore di studio ha interessato mentali acquisite durante il progetto e
la microbiologia agraria e ha coinvolto del metodo Ortobioattivo è invece stata
il Dipartimento di Scienze Agrarie, Ali- possibile grazie alla misura 1, relativa alle
mentari e Agro-ambientali (DISAAA-a) azioni di formazione e informazione in
dell’Università di Pisa, che si è occupa- agricoltura. Questa si è articolata di tre
to della defnizione di una metodologia differenti sottomisure che, in sinergia
strutturata per l’utilizzo di inoculi micor- tra loro, hanno permesso di intercetta-
rizici, della verifca della presenza di bat- re un buon numero di aziende agricole
teri benefci nel substrato e delle analisi interessate alla replicazione del metodo
biochimiche del contenuto di composti Ortobioattivo.
11

Nello specifco, la sottomisura 1.1 ha pre- agenzia formativa di Coldiretti Toscana,


visto l’erogazione di 3 corsi di formazione opera a stretto contatto con le aziende
professionale sulla replicabilità del me- agricole toscane e ben conosce le carat-
todo Ortobioattivo da 10 ore ciascuno e teristiche produttive ed imprenditoriali
destinati ad imprenditori agricoli toscani. locali.
Partner per questa sottomisura è stato La sottomisura 1.2 ha invece riguardato
il CAICT srl (Centro Assistenza Impre- le azioni di informazione. Queste si sono
se Coldiretti Toscana) che, in quanto svolte nel periodo compreso tra aprile

Figura 1 - Un collage con alcuni momenti delle attività di informazione e comunicazione organizzate dall’Orto botanico di Firenze
nell’ambito del progetto OBA.NUTRA FOOD nelle varie aziende (foto: Giulia Torta)
[1] visita aziendale presso l’Osteria di Passignano, dicembre 2021; [2] visita guidata all’Orto botanico di Lucca, ottobre 2021; [3]
focus group durante l’incontro tematico presso l’Orto botanico di Lucca, ottobre 2021; [4-5] visite aziendali presso le aziende Paolo
Colzi ed Enrico Villani, partner del progetto

PROGETTO PS GO “OBA.NATURA FOOD”


ATTIVITÀ INFORMATIVE E VISIVE AZIENDALI 2021 | SOTTOMISURE 1.2 E 1.3

1 2

3 4 5
12 PER FARE UN ORTO
13

2021 e aprile 2022 e hanno riguardato Badia a Passignano, realtà imprendito-


una serie di eventi pubblici, sia in presen- riale dell’alta ristorazione che ospita da
za che online, destinati prioritariamente anni un Ortobioattivo a pieno regime,
agli imprenditori agricoli ma aperti an- e l’azienda agricola Ortobioattivo di Fi-
che a professionisti agronomi e forestali, renze, capofla del progetto e in attivi-
docenti e cittadini, in considerazione del tà dal 2013. I momenti di confronto e di
forte interesse legato all’orticoltura nelle condivisione venutisi a creare durante gli
aree urbane e periurbane. La sottomisu- incontri con gli agricoltori si sono rivelati
ra ha portato dunque all’organizzazione fondamentali per un efficace trasferi-
di due seminari online, tre incontri tema- mento delle conoscenze che, in ambito
tici in presenza (Orto botanico di Lucca, agricolo, passa necessariamente dall’e-
Orto botanico di Firenze, Aziende agrico- sperienza diretta e dalla prova tangibile
le Peperita e Poggio ai Santi) e un con- sul campo dei risultati.
vegno conclusivo e alla realizzazione di Responsabile di entrambe le sottomi-
materiali informativi dedicato al metodo sure 1.2 e 1.3 è stato l’Orto botanico del
Ortobioattivo, sia cartacei (due depliant Sistema Museale dell’Ateneo di Firenze,
e un libro) che digitali (clip video e allesti- che ha organizzato le azioni informative
mento del sito internet dedicato). e le visite aziendali e prodotto i materiali
Le visite aziendali hanno invece riguar- divulgativi, al fne di creare un bagaglio
dato la sottomisura 1.3, che ha previsto di conoscenza difuso sul territorio che
l’organizzazione di quattro incontri tra permanga nel tempo e resti a benefcio
novembre 2021 e gennaio 2022. Le visi- della collettività agricola e non solo. L’e-
te hanno interessato l’azienda agricola ducazione, che nell’accezione più ampia
Colzi Paolo a Prato, l’azienda agricola del termine comprende anche il trasferi-
Villani Enrico a Lastra a Signa, entrambe mento di tecnologie e saperi dagli istitu-
partner del progetto e in cui sono state ti di ricerca alle realtà imprenditoriali del
allestite le prove sperimentali allestite territorio, rientra a pieno titolo in quelle
dalle Università di Firenze e di Pisa per che sono le missioni istituzionali di un
la validazione del protocollo agronomico Orto botanico, che si fa così amplifca-
e la conduzione delle prove sperimen- tore di conoscenze e luogo di dialogo tra
tali. Altre due visite hanno coinvolto ri- mondo tra mondo accademico e società.
spettivamente l’Osteria di Passignano a

a fanco
Insalate rigogliose nell’Ortobioattivo (foto: Giulia Torta)
Ortobioattivo
e agronomia
I principi agroecologici alla base del
metodo Ortobioattivo

Ortobioattivo: protocollo di coltivazione

Rotazioni e consociazioni: pratiche


agronomiche inderogabili per
un’agricoltura sostenibile

BIOCHAR e COMBI, le loro proprietà ed i


possibili utilizzi in ambito agricolo

Fare agricoltura partendo dalla


vocazionalità del territorio: esperienze in
orto e in vigneto

Il potenziale dell’agroecologia per


costruire un sistema alimentare
resiliente e rispettoso dell’ambiente,
riducendo l’impatto negativo
dell’agricoltura sui cambiamenti
climatici

L’orticoltura rigenerativa: dall’ Orto


Biointensivo all’Orto No-Dig

Le Comunità a Supporto dell’Agricoltura


(CSA) italiane tra peculiarità e sviluppo

a fanco
Nel metodo Ortobioattivo la semina diretta si preferisce in
colture da taglio a densità elevata, come nel caso dello spinacio
(foto: Giulia Torta)
16 PER FARE UN ORTO

I principi agroecologici alla base del metodo


Ortobioattivo
Andrea Battiata

Salute del suolo | Cibo salutare | le basi biologiche (Agroecologia) dell’ef-


Salute delle persone fcienza nell’uso di risorse fnite salva-
Nonostante gli esseri umani abbiano guardando la produttività futura dell’a-
prosperato per millenni senza piantare gricoltura e la salute dei consumatori.
alberi o seminare ibridi o allevare animali, Il progetto Ortobioattivo e la relativa
il successo straordinario dell’Agricoltura ricerca scientifica OBA.NUTRA FOOD
degli ultimi 15.000 anni è sbalorditivo (Agroecologia per la produzione sosteni-
su scala planetaria e rappresenta una bile di ortaggi nutraceutici), che si basa
costruzione di sistemi alimentari com- sui principi dell’Agricoltura Organico-Ri-
plessi e altamente produttivi di cui tutti generativa che includono la sostanziale
noi oggi benefciamo. I contadini che ge- non-lavorazione del terreno e, principal-
stiscono i campi, i frutteti, i vigneti e gli mente, la gestione attiva della Sostanza
animali, contribuiscono notevolmente al Organica per migliorare la biologia attiva
bene comune fornendo cibo abbondante del suolo e catturare la massima ener-
da una sorprendente varietà di colture. gia (sequestro CO2), sta senza dubbio
Tuttavia, e dico tuttavia, le sfde attuali, avendo un chiaro impatto agronomico e
incredibilmente veloci, relative ai cam- salutistico per pratiche di conservazione
biamenti climatici, all’uso fnito delle ri- relative alla salute del suolo, alla bontà
sorse come l’approvvigionamento idrico nutrizionale del cibo e principalmente
ed energetico, alla qualità dell’aria e alla alla salute delle persone.
fertilità e sostenibilità a lungo termine Il Green Deal europeo, contenente pro-
dei terreni agricoli, minacciano le pro- poste della Commissione per rimuove-
duzioni e la loro qualità nutrizionale. A re, riciclare e immagazzinare in modo
tutto ciò dobbiamo aggiungere le attuali sostenibile il carbonio, è progettato per
pandemie mondiali che, oltre a causare generare impatti e benefici nel medio
malattie e decessi, limitano il movimento periodo. In effetti la Commissione UE
di persone e merci e ciò, in un mondo glo- sta programmando incentivi per l’ado-
balizzato, è un problema davvero serio. zione di queste pratiche fondamentali
Tali sfde costringono gli agricoltori, i ri- di gestione della salute del suolo e nello
cercatori e i decisori politici a perseguire stesso tempo con il programma Farm
innovazioni “ecologiche” nella gestione to Fork Strategy (piano decennale 2020-
del suolo e ad incoraggiare i sistemi ali- 2030) vuole guidare la transizione ver-
mentari locali, che si armonizzano con so un sistema alimentare equo, sano e
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 17

rispettoso dell’ambiente. certamente investimenti in ricerca e in-


Gli obiettivi principali della strategia novazione, ma non solo. C’è bisogno di
Farm to Fork sono: migliorare i servizi di consulenza, occorre
• Garantire una produzione alimentare saper gestire ed elaborare dati, servono
sostenibile; nuove competenze ed è fondamentale
• Garantire la sicurezza alimentare; saper condividere la conoscenza e questa
• Favorire una fliera alimentare soste- è stata la visione del progetto Ortobio-
nibile dall’inizio alla fne: dalla lavora- attivo già da un decennio.
zione alla vendita (sia all’ingrosso sia Dal punto di vista dei consumatori si
al dettaglio) e anche i servizi accessori, stanno incentivando etichette più espli-
come l’ospitalità e la ristorazione; cative come il modello francese di eti-
• Promuovere il consumo di cibi sosteni- chetta a semaforo, nota con il nome di
bili e favorire la transizione verso abi- Nutri-Score e adottata da cinque Paesi
tudini alimentari sane; Europei, e come alternativa il NutrInform
• Ridurre gli sprechi alimentari; Battery promosso dal nostro paese.
• Combattere le frodi alimentari lungo Osservando i terreni coltivati nel nostro
la fliera. paesaggio italiano, si nota nel periodo
Per centrare questi obiettivi occorrono autunnale-invernale, come questi siano

Figura 1 - La stratifcazione del substrato di coltivazione adottata dal metodo Ortobioattivo (elaborazione: Andrea Battiata)
18 PER FARE UN ORTO

arati, magari seminati ma spogli di vege- state impiegate per oltre un secolo nel-
tazione ed in balia dei fenomeni atmo- la maggior parte dei campi coltivati con
sferici con perdita netta di fertilità. La l’agricoltura detta del “petrolio” sono in
perdita della materia organica dai suoli uso ancora oggi.
mondiali priva anche i corpi idrici di un I programmi pubblici incentivanti negli
fondamentale fltro che li tutela da agro- scorsi anni hanno, di norma, adottano
farmaci, idrocarburi, farmaci, micropla- un approccio frammentario. Laddove le
stiche e molti altri contaminanti poten- colture di copertura, note anche come
zialmente tossici veicolati dall’attività cover crops, sono incoraggiate, in genere
umana. Vediamo purtroppo ancora po- fniscono per essere interrate nel terreno
chi esempi dell’integrazione riuscita dei da una lavorazione distruttiva, invece di
principi agroecologici di base sulla salute essere lasciate a coprire la superfcie del
del suolo. In generale, le stesse pratiche terreno come pacciamatura. In natura i
di gestione del suolo ad alta intensità di suoli fertili non sono arati o rigirati ma si
lavorazione e ad alto disturbo che sono formano per stratifcazioni superfciali e

Figura 2 – Una veduta dell’Azienda Agricola Ortobioattivo, sulle colline di Bellosguardo a Firenze. In primo piano i cassoni allestiti
con il metodo Ortobioattivo e sullo sfondo le serre tunnel per le colture protette (foto: Giulia Torta)
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 19

continue. Le lavorazioni inoltre, portano dei macro e microrganismi. Nella mia vita
ad un costo monetario e vanno contro professionale ho avuto modo di lavorare
gli obiettivi dichiarati dei sistemi globali anche sui campi da golf nei quali veniva
per la gestione della salute del suolo che usata la sabbia vulcanica (materiale mi-
sono promossi dalla FAO. nerale) per aumentare la presenza degli
Incentivi pubblici frammentari, come gli elementi nutritivi nel terreno e renderne
aiuti all’agricoltura integrata, contribui- la struttura più efciente e, non volendo
scono a un movimento molto graduale nell’Ortobioattivo usare elementi ester-
dei sistemi di produzione alimentare ver- ni al nostro ecosistema come la torba
so l’Agroecologia e al cibo sano e rappre- (materiale organico proveniente dalle
sentano, nel migliore dei casi, progressi aree baltiche in esaurimento ma usato
incrementali di “sostituzione pratica”. nella maggioranza dei terricci), ho deci-
Questi sforzi mancano di una logica di so di ricorrere alle sabbie vulcaniche della
sistema più ampia per il cambiamento! Maremma. Perché la sostenibilità di un
Ho individuato il percorso per arrivare sistema consiste anche nell’utilizzare
all’Ortobioattivo in un sistema che ri- sostanze che abbiamo sottomano, locali.
sponde ad una agricoltura organico-ri- La stratifcazione è semplice: si aggiun-
generativa che si rifà al biotopo delle ge al terreno esistente e non disturba-
foreste equatoriali che ho avuto la for- to del compost vegetale, come avviene
tuna di osservare personalmente. Nelle nelle foreste, per uno spessore minimo
foreste pluviali la temperatura è abba- di 25-30cm. Sopra il compost si distribu-
stanza costante tutto l’anno e le preci- iscono funghi e batteri attivi del terreno,
pitazioni sono molto frequenti. Ciò che tra cui ad esempio gli EM (Microrganismi
mi ha colpito maggiormente è stato Efettivi), e possibilmente se disponibili
però il terreno, molto scuro e caldo, ricco anche compost di lombrichi e biochar. In-
di fermentazioni. Ho studiato a fondo fne si aggiunge lo strato di sabbia vulca-
quel modello e alla fne è venuto fuori nica di pochi centimetri ed un attivatore
l’Ortobioattivo. minerale (concime organo-minerale bio-
L’Ortobioattivo è una versione delle fo- logico) e ancora attivatori microbiologici
reste tropicali (in genere foreste prima- e biostimolanti durante il ciclo colturale
rie, ossia foreste intatte che sussistono (Fig. 1). Proprio su quest’ultimo aspetto
allo stato originario senza che vi siano è in corso presso l’Azienda Agricola Or-
stati interventi umani) attualizzata al tobioattivo una tesi di laurea condotta
nostro clima. La sostanza organica è il dall’Università di Firenze.
motore che spinge il sistema, fermenta È però importante sottolineare come
e si disgrega grazie all’azione dei micror- quella sopra elencata non sia una ricetta
ganismi che a loro volta trasformano il immodifcabile ma anzi, essendo Orto-
tutto in sostanze nutritive che vengono bioattivo un modello che imita l’intelli-
poi assorbite dagli apparati radicali del- genza della Natura, fessibile e resiliente.
le piante. È una simbiosi perfetta quella Gli Ortibioattivi sono rialzati da terra
che c’è fra mondo vegetale e il mondo come hanno fatto per secoli i monaci
20 PER FARE UN ORTO

cistercensi nelle loro abbazie. organismo che sono essenziali per gode-
Tra i risultati più evidenti di questo me- re di una buona salute.
todo, all’assaggio, emerge l’incredibile Un altro risultato signifcativo è relati-
sapore degli ortaggi prodotti. Questo vo alla resa dell’Ortobioattivo. Si sente
perché il cibo bioattivo vuole esaltare sempre dire che la coltivazione biologica
le proprietà nutraceutiche dei vegetali. ha una produzione più bassa e per que-
Nello studio OBA.NUTRA FOOD citato in sto i prodotti hanno un costo maggiore.
precedenza è infatti presente il Diparti- L’Ortobioattivo invece ha una resa 4 o 5
mento di Medicina Clinica e Sperimentale volte più alta rispetto ad una produzione
dell’Università di Firenze con cui sono in normale. Si riesce a lavorare tutto l’anno
fase di sviluppo studi volti ad evidenzia- continuativamente (grazie alla struttu-
re il maggiore contenuto di antiossidanti ra sabbiosa-organica del substrato di
e minerali dei prodotti orticoli biologici e coltivazione) e le piantine sono messe
bioattivi rispetto a quelli coltivati secon- a dimora molto più ravvicinate dal mo-
do il regime di agricoltura convenzionale. mento che non si efettua alcun tipo di
Non ne parla mai nessuno ma la compo- lavorazione, niente aratura né zappatu-
nente minerale nel nostro cibo non deve ra, e quindi non si hanno superfci da de-
essere sottovalutata perché attiva una stinare al passaggio dei macchinari. Il la-
serie di reazioni biochimiche nel nostro voro che viene svolto nell’Ortobioattivo

Figura 3 – Le aiuole dell’Ortobioattivo allestito presso l’Osteria di Passignano in veste invernale (foto: Giulia Torta)
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 21

è completamente manuale e ciò ha un Il suolo di un Ortobioattivo è molto ric-


impatto positivo non solo sulle compo- co di Sostanza Organica, che si deposita
nenti ambientali ma su quelle sociali ed anche negli strati più profondi e arriva
economico-fnanziarie. Allo stato attuale fno a 50 cm sotto il livello del terreno
infatti, una macchina agricola può arri- formando il long-lived carbon (sequestro
vare a costare anche 100-150 mila euro di CO2 a lungo termine). Normalmente i
e molti agricoltori rimangono impigliati terreni hanno dall’1% al 2% di sostanza
in un sistema in cui devono lavorare per organica ed un suolo che raggiunge un
ripagare il mutuo contratto con la banca. tenore del 3% di Sostanza Organica può
La produzione dell’Ortobioattivo remu- già essere considerato fertile. L’Ortobio-
nera invece principalmente le persone attivo arriva ad avere fno al 30% di So-
che vi lavorano, non i macchinari. stanza Organica, e questo permette alle
Il primo Ortobioattivo è stato realizzato piante di mantenere dei livelli di nutrizio-
a Bellosguardo, una collina alle porte di ne ottimale e, conseguentemente, anche
Firenze. Un ettaro coltivato che serve delle ottime difese rispetto agli attac-
più di 100 famiglie organizzate come chi parassitari, mettendo in atto quella
CSA, acronimo che sta per comunità che viene defnita immunità adattativa.
che supporta l’agricoltura o Community Nell’Ortobioattivo infne hanno grande
Supported Agriculture. La CSA è un mo- importanza le strisce di terreno lasciate
dello che consente a un certo numero di libere dalle colture e dove si sviluppano
famiglie di ricevere prodotti agricoli bio- le siepi spontanee, fondamentali infra-
logici ottenuti localmente attraverso un strutture agroecologiche che fungono
rapporto diretto con il produttore. Ogni da corridoi ecologici per il passaggio e la
famiglia può accedere ad un piano per 1 presenza di biodiversità selvatica vege-
cassetta a settimana o per 1 cassetta tale e animale.
ogni 2 settimane. Non si paga quindi a Progetti futuri:
peso e il quantitativo della cassetta va- ■ Costruzione di un misuratore di CO
2
ria con la stagionalità. Chi usufruisce di del terreno a raggi infrarossi (indicato-
questi prodotti è non solo un consuma- re comprovato dello stato di fertilità);
tore ma anche un fnanziatore del lavoro ■ Costruzione di un compostatore con-
dell’agricoltore e partecipa ad un’espe- tinuo ad alta temperatura e minimo
rienza di alimentazione sostenibile. tempo di compostaggio;
Tra le tecniche utilizzate per la coltivazio- ■ Costruzione di una rete di sensori di
ne si possono annoverare l’allestimento umidità del terreno collegati in rete
di un cumulo vegetale per la creazione per diminuire l’impatto dell’irrigazione
del compost, la pacciamatura, le rotazio- e valutare puntualmente lo stato della
ni e le consociazioni per massimizzare le fertilità (internet of things);
potenzialità dello sviluppo spaziale. Una ■ Costruzione di un bioreattore per
forca a 5 denti viene utilizzata per per- produzioni di ceppi specifici di
mettere all’ossigeno di areare il terreno. microrganismi.
22 PER FARE UN ORTO

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ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 23

Ortobioattivo: protocollo di coltivazione


Ada Baldi | Anna Lenzi | Marco Napoli | Simone Orlandini

Introduzione attraverso tecniche di coltivazione so-


Il presente protocollo, adottabile sia stenibili in grado di contrastare i cam-
da professionisti del settore che da biamenti climatici. Realizzabile sia in
hobbisti, rappresenta una guida per pien’aria che sotto tunnel, l’Ortobioat-
l’allestimento e la coltivazione di un tivo è un sistema nel quale gli ortaggi
“Ortobioattivo”. vengono coltivati in banquettes (aiuole
L’Ortobioattivo è un esempio di orticol- delimitate con tavole di legno, reti me-
tura biologico-rigenerativa, che mira a talliche, ecc.), riempite con substrato
preservare e arricchire le risorse naturali drenante e ricco di sostanza organica e

Figura 1 –Ortobioattivo in pien’aria (foto: Andrea Battiata)


24 PER FARE UN ORTO

sole dalle prime ore del mattino fno al


tramonto. In questo modo sarà possibi-
le coltivare anche specie molto esigenti
come il pomodoro, la melanzana e il pe-
perone. Inoltre durante l’estate, quan-
do la radiazione solare è molto forte,
la coltivazione in direzione est-ovest di
specie con forte accrescimento vertica-
le, come pomodori e fagiolini rampicanti,
potrà essere sfruttata per ombreggiare
le specie meno esigenti in termini di
insolazione.
Si deve evitare di allestire l’Ortobioattivo
Figura 2 –Ortobioattivo sotto tunnel (foto: Giulia Torta) in zone ombreggiate da ostacoli naturali
(alberi e siepi alte) o artifciali (edifci) per
evitare che le piante crescano flate e de-
microrganismi. Questo soffice letto di boli. In zone ventose, la presenza di siepi
coltivazione crea le condizioni ideali per basse (max 1,5m) in prossimità dell’orto
l’accrescimento dell’apparato radicale e può risultare utile come frangivento.
l’assorbimento dei nutrienti e risulta ide-
ale per la coltivazione di tutte le specie
orticole, particolarmente degli ortaggi da Allestimento delle banquettes
radice e da cespo, che cresceranno senza Le banquettes vengono realizzate su ter-
stress e risulteranno più vigorosi e resi- reno non lavorato, dopo aver trinciato le
stenti all’attacco di parassiti e patogeni. infestanti.
Inoltre, l’adozione di idonee rotazioni e Si inizia delimitando il perimetro (max
delle consociazioni e la non lavorazione 2m x 12m) con tondini di ferro di 40cm
del terreno, caratteristiche intrinseche di lunghezza, interrati a 10cm di pro-
di questo sistema di coltivazione, favo- fondità ad una distanza di circa 1m l’uno
riranno la conservazione della sostanza dall’altro. La parte interna del perimetro
organica. deve essere recintata con una rete me-
tallica, plastifcata o zincata, a maglie di
5 x 5cm, fermata ai tondini di ferro. In
Scelta dell’ambiente di coltivazione seguito si deve stendere un telo antialga
Per crescere e produrre bene gli ortaggi sulla rete metallica, procedendo dall’in-
necessitano di molta acqua e di illumina- terno verso l’esterno, facendo attenzio-
zione solare diretta per gran parte della ne a non coprire il terreno interno alle
giornata. È quindi consigliabile costruire banquettes. Il telo antialga, oltre ad im-
il nostro Ortobioattivo in prossimità di pedire la dispersione del substrato di col-
una fonte d’acqua e prediligere l’esposi- tivazione attraverso le maglie della rete,
zione a sud che consente di sfruttare il può essere utilizzato anche per coprire i
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 25

passaggi tra una banquette e l’altra per di sabbia vulcanica. Successivamente,


facilitare il passaggio degli operatori, ri- si deve aggiungere uno strato di 1-2cm
durre la difusione di malattie, ed evitare formato da humus di lombrico (1L/mq) e
l’accrescimento delle infestanti. zeolite, miscelati ad un concime organo
L’operazione seguente consiste nel minerale (1kg/mq) con titolo minimo di
riempire le banquettes con il substrato 6N-5P2O5-5K 2O. Per concludere, è prati-
di coltivazione. Per iniziare, si deve di- ca raccomandata quella di aggiungere al
stribuire sul fondo, direttamente a con- substrato di coltivazione degli attivatori
tatto con il terreno, uno strato di 20cm micorrizici, liquidi o pellettati, nella quan-
di compost vegetale povero di resine, tità raccomandata dal produttore.
e ricoprirlo con uno strato di circa 8cm Su ampie superfici, in alternativa alle
banquettes, il substrato sopra descritto
può essere sistemato in aiuole a cumu-
lo di 70-80cm di larghezza e 25cm di
altezza.

Allestimento del sistema di irrigazione


In un’ottica di sostenibilità ambientale è
auspicabile l’adozione di sistemi di distri-
buzione dell’acqua efcienti, in grado di
fornire alle piante l’acqua necessaria per
il loro accrescimento (e quindi garantire

Figura 3/4 –Ortobioattivo dall’allestimento alla raccolta (foto:


Ada Baldi)
26 PER FARE UN ORTO

la massima produzione all’orticoltore) ri- quest’ultimo caso, l’irrigazione a pioggia


ducendone, al contempo, lo spreco. deve essere efettuata nelle prime ore
L’irrigazione a goccia è sicuramente il del mattino facendo attenzione a non
metodo più efficiente perché impiega eccedere e favorire così lo sviluppo di
piccoli volumi e consente di localizzare malattie fungine.
l’adacquamento nell’immediata vicinan-
za delle singole piante. Semina e trapianto
Per l’allestimento dell’impianto d’irriga- La scelta di realizzare un impianto tra-
zione avremo bisogno di una semplice mite semina diretta o trapianto è guida-
pompa da collegare ad un tubo principa- ta da ragioni economiche e tecniche in
le in polietilene nero (diametro di 32mm relazione alla specie. La semina diretta
con spessore da PN6 a PN10) che dovrà è meno costosa e consente di ottenere
essere posizionato sulla testata della piante con radici ben sviluppate e ftto-
banquette. Dal tubo principale parti- nanti e meno sensibili agli stress idrici,
ranno le diverse linee di irrigazione che d’altro canto determina un allungamen-
dovranno essere adagiate sul substrato to del ciclo colturale e presenta sempre
e posizionate ad una distanza di circa una certa incertezza legata alle fallanze.
20cm l’una dall’altra. Le linee di irriga- Il trapianto consente di anticipare i cicli
zione possono essere realizzate con ali produttivi ed elimina i problemi di com-
gocciolanti autocompensate, già dotate petizione con le piante infestanti nelle
di irrigatori, oppure con le più economi- prima fasi di sviluppo della coltura. Nella
che layfat, conosciute anche con il nome pratica il trapianto è solitamente prefe-
di manichette forate. Le ali gocciolanti rito alla semina diretta. Solo nel caso di
sono più resistenti ma sono sconsiglia- specie da radice (es. carota e ravanello),
te nel caso in cui le acque di irrigazione specie che si coltivano ad elevata den-
siano ricche di calcare che potrebbe ve- sità (es. rucola e altri ortaggi da foglia
locemente otturare i fori. Le manichette da taglio) e specie con basso costo della
forate sono meno resistenti ma possono semente e che germinano facilmente
essere spostate con facilità. Indipenden- (fava, fagiolo, fagiolino, pisello) si ricorre
temente dalla tipologia di linee di irriga- alla semina diretta.
zione adottate, per la coltivazione degli
ortaggi è indicata una distanza media Pacciamatura e gestione delle
tra i fori di 20-30cm. infestanti
Al sistema di irrigazione a goccia può es- La pacciamatura consiste nel coprire il
sere afancato un sistema di irrigazione terreno coltivato con materiali diversi, e
a pioggia da utilizzare nei primi 3-4 gior- consente di ridurre le perdite di acqua per
ni dopo il trapianto, per favorire l’attec- evaporazione, di sopprimere lo sviluppo
chimento delle giovani piantine, oppure delle infestanti e di innalzare la tempera-
durante i mesi più caldi, per rafresca- tura del substrato di coltivazione.
re la parte aerea delle piante ed evita- Per pacciamare un Ortobioattivo si
re una evapotraspirazione eccessiva. In possono usare materiali organici o flm
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 27

plastici biodegradabili. trifogli, formando un denso tappeto che


I materiali organici raccomandati sono copre completamente il terreno, rallen-
feno e cippato fresco che devono essere tano anche lo sviluppo delle infestanti e
distribuiti sul substrato dopo la semina, diminuiscono l’evaporazione dell’acqua
quando le giovani piantine risultano già dal substrato.
ben sviluppate.
Tra i film plastici biodegradabili sono Difesa ftosanitaria
consigliabili quelli a base di amido di Nei dieci anni di esperienza di coltivazio-
mais, di cellulosa o di altre sostanze di ne degli Ortibioattivi non sono emerse
origine vegetale. In questo caso si deve signifcative problematiche legate allo
stendere il flm sulle banquettes subito sviluppo di malattie fungine o attac-
dopo la messa in posa dell’impianto di chi parassitari rispetto alla coltivazione
irrigazione. biologica. Tra le tecniche raccomandate
L’adozione delle rotazioni e delle conso- nella gestione di un Ortobioattivo è da
ciazioni può contribuire a controllare le citare l’uso di biostimolanti fogliari a
specie infestanti ma, nel caso in cui si base di estratti umici, di alghe e di mi-
decida di non pacciamare il substrato crorganismi efettivi da distribuire ogni
di coltivazione, la loro estirpazione può 15-20 giorni da fine primavera-inizio
richiedere un discreto impegno di mano- estate fno all’autunno, tra i cui efetti si
dopera. È comunque da considerare che riscontra anche una maggiore tolleranza
la composizione organica e sabbiosa del delle piante a patogeni e parassiti.
substrato rendono facile l’estirpazione
manuale delle infestanti anche quando
il terreno è asciutto.

Concimazione
L’adozione di un corretto piano di rota-
zione e delle consociazioni può favorire il
mantenimento e l’incremento della ferti-
lità del substrato negli anni. Per maggio-
ri approfondimenti su questo argomento
si rimanda al contributo curato dal dott.
Agronomo Alessio Capezzuoli.
In ogni caso, l’Ortobioattivo non richiede
interventi di concimazione frequenti. Al
bisogno, ogni 2-3 anni, si può apporta-
re del concime organo minerale all’inizio
della primavera.
Interessante, ai fni della concimazione
azotata, risulta la consociazione delle
solanacee con trifogli nani e nanissimi. I
28 PER FARE UN ORTO

Rotazioni e consociazioni: pratiche agronomiche


inderogabili per un’agricoltura sostenibile
Alessio Capezzuoli

Premessa di informazioni, di scambio di pareri, di


In questi anni ho avuto la fortuna di vi- strategie, di fare rete, di creare mercati
sitare per lavoro oppure per puro inte- contadini e punti vendita fsici e, trami-
resse tantissime aziende ortofrutticole te il web, adeguati a questa sfda. È su
biologiche certifcate e non certifcate. questo livello che ormai dobbiamo muo-
Lo studio sui libri e manuali, le visite verci e in questa ottica sono entrato in
aziendali, lo scambio di informazioni fra contatto con Andrea Battiata e con il suo
tecnici, agronomi, imprenditori agricoli e Ortobioattivo. Mi ha stupito fn da su-
contadini sono un elemento fondamen- bito la sua intraprendenza e la voglia di
tale per l’evoluzione delle nostre aziende comunicare. Non sono in grado di dire se
sostenibili che devono garantire un red- questo modo di impostare l’orto sia la ri-
dito adeguato a chi le gestisce e contrat- sposta ai problemi delle aziende orticole
ti dignitosi a chi ci lavora. Credo sia ormai sostenibili ma sicuramente è un model-
doveroso oltrepassare il vecchio ideale in lo da sperimentare, conoscere, studiare,
cui le altre aziende limitrofe ci “copiano” difondere e valutare fra qualche anno
le idee e ci fanno concorrenza. Viviamo le sue efettive potenzialità ascoltando
ormai in un mondo globale in cui prodotti in primis gli orticoltori. In agricoltura,
provenienti da tutto il pianeta – di bas- non ce lo scordiamo mai, non esistono
sissima qualità organolettica e ottenuti modelli produttivi rivoluzionari capaci di
con un notevole impatto ambientale ol- dare reddito senza un tornaconto.
tre a contratti di lavoro molto discutibili Sull’idea della condivisione delle cono-
– raggiungono gli scafali di tutto il pia- scenze e del contributo allo sviluppo di
neta a prezzi estremamente bassi man- un’agricoltura più naturale che preservi
dando in crisi le aziende di questo terri- l’ambiente invece di consumarlo ho dato
torio e non solo. A chi cerca di produrre in anch’io il mio contributo scrivendo e svi-
maniera agroecologica rimangono essen- luppato un sito web professionale senza
zialmente due strade, la prima è quella pubblicità che possa essere d’aiuto sia a
molto intrapresa negli ultimi 15 anni di chi già produce sia a chi vuole avvicinarsi
chiudere perché ormai non più concor- a questo mondo: www.orticolturabiolo-
renziali. La seconda è quella di puntare gica.it.
tutto sulla qualità e sulla sostenibilità. Per la mia esperienza da agronomo il
Per intraprendere questa strada abbia- tema delle rotazioni e delle consocia-
mo un bisogno estremo di conoscenza, zioni sono un argomento che manda in
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 29

crisi tantissimi agricoltori. Do il mio con- Esigenze nutritive delle singole specie
tributo tecnico su questi due temi co- coltivate
sciente che non sia la verità assoluta ma Come è facilmente comprensibile un po-
sia quello a cui sono arrivato dopo tanti modoro messo per due anni su tre su uno
anni di sperimentazioni sperando di tro- stesso appezzamento ha un consumo di
vare qualcuno/a che non lo condivida con nutrienti maggiore di 6 cicli di insalata in
cui poter aprire un dibattito e accrescersi tre anni sullo stesso appezzamento. In
reciprocamente. linea generale possiamo dire che piante
della stessa specie (solanacee, cucurbita-
cee, leguminose) hanno consumi di ma-
Rotazioni e consociazioni cro e microelementi simili oltre ad avere
Il piano agricolo delle colture e l’imposta- avversità simili. Conoscere le potenzialità
zione delle rotazioni sono sia per l’agri- dei nostri terreni attraverso delle analisi
coltore che per l’agronomo uno dei temi chimiche e predisporre un accurato piano
più difficili da affrontare. Dalla scelta letamazione, compostaggio e sovescio, è
delle rotazioni dipenderà buona parte del un ottimo punto da cui partire per capire
successo dell’attività agricola negli anni. anche con quale intensità possiamo pra-
Se è relativamente facile massimizzare ticare nostre colture principali da reddito.
il guadagno sul singolo anno scegliendo
le colture più redditizie, più difcile è im- Principali patogeni della parte epigea
postare un piano di coltivazione plurien- e ipogea
nale che scongiuri l’insorgere di carenze Uno dei primi problemi quando ripetiamo
nutrizionali ed il dilagare dei patogeni una coltivazione sullo stesso terreno è
terricoli. la suscettibilità delle piante a malattie
Un buon piano agricolo deve prevedere causate principalmente da marciumi a
un incremento della fertilità negli anni livello radicale e del colletto causati da
e un incremento delle produzioni fno a Fusarium, Rhizoctonia, Pythium, Sclero-
raggiungere un massimo sui cui ci sta- tinia, Phytopthora. Oltre a questi temibili
bilizzeremo. Se l’agricoltore poi vorrà funghi dobbiamo considerare anche da
incrementare ulteriormente le sue pro- quali insetti terricoli possono essere at-
duzioni, sempre rimanendo nell’ambito taccate le nostre colture sia a livello radi-
dell’agricoltura naturale, non dovrà spre- cale che fogliare. Se ad esempio notiamo
mere i suoi terreni, ma piuttosto dovrà la presenza di nematodi o più semplice-
aumentare la superfcie da coltivare. mente un attacco iniziale di elateridi (più
Per impostare correttamente le rota- comunemente conosciuti come ferretti)
zioni dobbiamo tener conto di molteplici su patata sarà opportuno non trapianta-
fattori sia oggettivi che soggettivi qui di re negli anni successivi ortaggi come ad
seguito elencati. esempio le cipolle o i porri.
30 PER FARE UN ORTO

Controllo delle infestanti favorendo l’ombreggiamento sia per le


Le rotazioni hanno anche l’importante piante principali che per le vicine. An-
ruolo di interrompere i cicli delle infe- che l’impostazione delle fle in direzione
stanti. Impostando gli avvicendamenti NORD-SUD o EST-OVEST può aiutarci
colturali in maniera corretta, o se ab- nel favorire l’ombreggiamento.
biamo bisogno di controllare tempesti-
vamente il proliferare di una particolare Consociazioni
essenza infestante, dovremo riuscire a Per consociazione si intende la capacità
lavorare il terreno prima che l’infestan- che hanno alcune piante di condividere
te vada a seme. L’utilizzo di sovesci con la stessa area di produzione nello stes-
piante che sofocano altre infestanti o so momento. Se questa relazione è ben
l’utilizzo di false semine possono dare impostata porta vantaggi ad entrambe
ottimi risultati. le colture o almeno ad una di esse sen-
za compromettere il corretto sviluppo
Variazioni della tipologia del terreno dell’altra. Due consociazioni che mi hanno
Anche su superfci relativamente limita- sempre dato grandi soddisfazioni sono
te notiamo spesso il variare della tessi- pomodoro-basilico e pomodoro–insalata.
tura del terreno. Una sua conoscenza ap-
profondita ci aiuta ad identifcare quali Periodo di riposo
aree hanno una tessitura più leggera e È una tecnica utilizzata da migliaia di
quindi più adatta a colture da tubero e anni conosciuta anche con il termine
quali a colture da frutto o foglia. All’in- “Maggese”. Consiste nel lasciare incol-
terno degli appezzamenti esistono sem- te determinate particelle di terreno per
pre aree più produttive, o aree soggette uno o più anni in modo da ripristinare un
a ristagni idrici; la conoscenza esatta di tappeto erboso autoctono e un equili-
questi punti ci aiuta nella scelta del pia- brio microbiologico. Personalmente sono
no colturale. molto scettico su questa pratica perché
nel momento in cui decidiamo di colti-
Esposizione vare un terreno, anche nella maniera più
Questo tema spesso viene sottovaluta- sostenibile possibile, andiamo ad alterar-
to. Ritengo che i valori di temperatura ne l’equilibrio. Considero una perdita di
che ormai si raggiungono nei mesi di lu- potenzialità lasciare i campi senza coper-
glio e agosto stiano diventando sempre tura aspettando che si riformi il cotico
più critici per il corretto sviluppo delle erboso, se poi andremo nuovamente a
piante coltivate, soprattutto in fase lavorare il terreno nel ciclo successivo.
di allegagione. La scelta di creare delle Consiglio vivamente di inserire colture
barriere con fagiolini, cetrioli o pomodori, da sovescio che oltre a coprire il suo-
l’incremento di densità di pomodori sulla lo possono incrementare la fertilità e
fla e la scelta di incrementare la super- l’attività microbiologica in tempi molto
fcie fogliare sono tecniche che consen- più rapidi. Esistono sovesci mirati che
tono di evitare pericolose scottature, possono portare ad un incremento della
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 31

fertilità, ad un suo mantenimento o alla processi di azoto-fssazione, le insalate


risoluzione di problemi come nel caso dei che sono piccole consumatrici della ferti-
nematodi o di altre avversità. Nel caso lità e che possiamo mettere un po’ ovun-
in cui una parcella di terreno sia vuota que, oppure i daikon che lavorano il terre-
per alcuni mesi ed abbia già raggiunto no in profondità in maniera simile ad una
un livello sufciente di sostanza organi- rippatura. Quello che produciamo oltre
ca, la cosa migliore che possiamo fare è all’autoconsumo ovviamente lo facciamo
seminare un misto di essenze mellifere con l’obiettivo di vendere e portare avan-
(anche se non produciamo miele) che in ti le nostre aziende agricole anche da un
poco tempo coloreranno il nostro terre- punto di vista di sostenibilità economica.
no, fornendo un’importante fonte di cibo Ho imparato negli anni a far apprezzare
a tantissimi insetti utili (i pronubi come molti prodotti inusuali; penso di essere
api e bombi sono fondamentali per l’im- stato uno dei primi a vendere nel mio
pollinazione di molte specie orticole). mercato di paese basilico viola, pomodori
zebrati, pomodorini gialli a pera, zucche
Richieste del mercato Red Kury, arachidi prodotte in provincia
Esistono decine e decine di pianifcazioni, di Siena, patate viola e tanto altro, su-
di schemi e di consociazioni che possia- scitando la curiosità di tantissimi clienti
mo studiare seguendo tutti i manuali del che però hanno impiegato molto tempo
mondo sulle rotazioni, ma in fondo resta prima di consumarli abitualmente e dar-
inevitabile seguire ciò che il mercato ci mi la possibilità di inserirle stabilmente
richiede. Sono ormai patrimonio difuso nelle rotazioni.
alcuni concetti basilari come le legumi- Non esiste un piano di rotazioni ugua-
nose che migliorano il terreno attraverso le per ogni azienda: esistono delle linee

Figura 1 - La distribuzione degli appezzamenti nell’azienda Biortaggi Valdelsa (elaborazione: Alessio Capezzuoli)
32 PER FARE UN ORTO

guida che ci possono aiutare, ma poi sarà importante la capacità dell’orticoltore di


l’esperienza e la capacità di osservazio- riadattare a stagione in corso qualcosa di
ne a stabilirne il successo. Dico subito pianifcato mesi prima.
che per quanto possiamo sforzarci nel Le regole ferree su cui non dobbia-
pianificare al meglio ogni coltura sarà mo sbagliare sono la classificazione
impossibile rispettare il piano agricolo delle piante fra grandi, medio-picco-
minuziosamente, perché le variabili in le consumatrici di elementi nutritivi e
gioco sono molte: cicli colturali sballati miglioratrici:
a causa di andamenti stagionali anomali grandi consumatrici: Solanaceae (po-
o terreno troppo bagnato per efettuare modoro, melanzana, peperone, patate),
il trapianto sono solo alcuni dei fattori Cucurbitaceae (zucchine, cetrioli, zucche,
che spesso ci costringeranno a modif- angurie, meloni), Brassicaceae (un po’
care le nostre scelte. In questi casi sarà tutti i cavoli).

Tabella 1 - Schema delle rotazioni dell’Azienda Biortaggi Valdelsa per l’anno 2019

2019
area 1º Ciclo 2ªCiclo 3 Ciclo
1 Vivaio + Radicchi + Ravanelli + Rucola
2 Vivaio + Radicchi + Ravanelli + Rucola
3 Asparageta + Frutteto
4 Cetrioli Porri
5 Noccioleto
6 Fagiolini Rape
7 Fagiolini Bietola
8 Zucche Sovescio
9 Zucche Sovescio
10 Lombricompost + Zucche Lombricompost
11 Agli Radicchi
12 Cipolle Radicchi
13 serra Bietola Insalate + Radicchi
14 Zucche Baccelli
15 serra Bietola Insalate
16 Carciofaia + Frutteto
17 serra Vivaio + Radicchi + Ravanelli + Rucola
18 serra Baccelli Zucchine
19 serra Zucchine Insalate Baccelli
20 serra Pomodori + Basilico + Insalata Bietola
21 Cipolle Insalate Baccelli
22 Carciofaia + Frutteto
23 Asparageta + Frutteto
24 Pomodori Insalate Aglio
25 Zucchine Fagiolini
27 Cetrioli Insalate Cipolle + Porri
29 Lombricompost + Melanzane +
Lombricompost
Peperoni
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 33

medie e piccole consumatrici: Liliaceae classifcate fra le grandi consumatrici di


(aglio, porri, cipolle), Apiaceae (carote, f- sostanze nutritive e in particolar modo:
nocchi, e alcune aromatiche), Asteraceae pomodori, zucchine, cetrioli, melanzane,
(insalate e carciof), Brassicaceae (ruco- peperoni. Queste piante sono molto ge-
la e ravanelli), Chenopodiaceae (spinaci, nerose da un punto di vista produttivo e
barbabietole) la raccolta dura diversi mesi.
miglioratrici o consumatrici minime: Oltre ad essere entrambe grandi consu-
Fabaceae (fagiolino, fagiolo, cece, fave, matrici, le famiglie delle Solanaceae e
piselli) delle Cucurbitaceae hanno anche molte
Chi gestisce un’azienda mista o un picco- malattie e insetti dannosi in comune, sia
lo orto sa benissimo che i maggiori introi- a livello ipogeo che epigeo. Per fare alcu-
ti a fne anno derivano sempre da piante ni esempi penso ai vari marciumi radicali

Tabella 2 - Schema delle rotazioni dell’Azienda Biortaggi Valdelsa per l’anno 2020

2020
area 1º Ciclo 2ªCiclo 3 Ciclo
1 Vivaio + Radicchi + Ravanelli + Rucola
2 Vivaio + Radicchi + Ravanelli + Rucola
3 Asparageta + Frutteto
4 Lombricompost + Melanzane +
Lombricompost
Peperoni
5 Noccioleto
6 Lombricompost + Melanzane +
Lombricompost
Peperoni
7 Zucche Baccelli
8 Insalate Porri
9 Insalate Porri
10 Cipolle Finocchi
11 Cetrioli Fagioini
12 Zucchine Fagioini
13 serra Zucchine Insalate + Radicchi
14 Baccelli Insalate Rape
15 serra Pomodori + Basilico - Insalata Baccelli
16 Carciofaia + Frutteto
17 serra Vivaio + Radicchi - Ravanelli + Rucola
18 serra Insalate Bietola
19 serra Baccelli Insalate + Radicchi
20 serra Insalate Zucchine
21 Baccelli Insalate Aglio
22 Carciofaia + Frutteto
23 Asparageta + Frutteto
24 Aglio Cavoli
25 Cipolle Cavoli
27 Cipolle Cavoli
29 Bietole Fagioini
34 PER FARE UN ORTO

e del colletto che colpiscono le giovani di 1 ettaro (Tabella 1, 2 e 3).


piantine, gli afdi, le cimici, gli aleuroidi Per iniziare consiglio di utilizzare un
in serra e tanti altri. Essendo le colture semplice foglio EXCEL in cui mettere
più importanti in generale, lo sono anche sulla colonna verticale il numero della
nella progettazione delle rotazioni: non particella e su quella orizzontale i cicli.
ci possiamo permettere scelte errate Ovviamente il numero delle particelle
quando si decide dove posizionare i po- equivale ad ogni settore con un proprio
modori. Prima di efettuare il trapianto impianto di irrigazione (Fig. 1). Questa
in primavera delle giovani piantine in ser- impostazione semplice e alla portata di
ra e fuori serra di solanacee e cucurbita- tutti ci permette di avere una memoria
cee efettuo sempre una concimazione storica facilmente consultabile. Nella
con letame o lombricompost ben maturo sede aziendale la mappa e il foglio delle
pronto a liberare tutte le sue potenzia- rotazioni dell’anno in corso deve essere
lità. Di seguito lo schema delle rotazioni attaccato alla parete perché ci capiterà

Tabella 3 - Schema delle rotazioni dell’Azienda Biortaggi Valdelsa per l’anno 2021

2021
area 1º Ciclo 2ªCiclo 3 Ciclo
1 Vivaio + Radicchi + Ravanelli + Rucola
2 Vivaio + Radicchi + Ravanelli + Rucola
3 Asparageta + Frutteto
4 Insalate Bietole + Rape
5 Noccioleto
6 Zucchine Porri
7 Lombricompost + Zucche Lombricompost
8 Fagiolini Insalate Cavoli
9 Fagiolini Insalate Cavoli
10 Insalate Insalate Cavoli
11 Lombricompost + Zucche Lombricompost
12 Insalate Finocchi
13 serra Insalate Baccelli
14 Cetrioli Insalate + Radicchi
15 serra Baccelli Zucchine
16 Carciofaia + Frutteto
17 serra Vivaio + Radicchi + Ravanelli + Rucola
18 serra Cetrioli + Zucchine Insalate + Radicchi
19 serra Pomodori + Insalata + Basilico Piselli + Fagiolini
20 serra Piselli + Fagiolini Insalate + Radicchi
21 Aglio + Cipolle Cavoli
22 Carciofaia + Frutteto
23 Asparageta + Frutteto
24 Pisellini Zucchine
25 Peperoni
27 Melanzane
29 Pomodori Radicchi
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 35

A B A B A B A B

Fabaceae Colture Colture Fabaceae Colture poco Colture Colture Colture poco
colture esigenti mediamente colture esigenti mediamente esigenti esigenti
miglioratrici esigenti miglioratrici esigenti

C D C D C D C D

Colture Colture poco Colture poco Colture Colture Fabaceae Fabaceae Colture
mediamente esigenti esigenti esigenti esigenti colture colture mediamente
esigenti miglioratrici miglioratrici esigenti

Coltivazione Coltivazione Coltivazione Coltivazione


1º anno 2º anno 3º anno 4º anno

Figura 2 - Schema esemplifcativo didattico di una rotazione quadriennale (elaborazione: Giulia Torta)

di guardarlo molte volte. un ciclo separato. Con il termine insalate


Consiglio di appuntare con una penna intendo tutti gli ortaggi a foglia esclusi
l’andamento del ciclo attraverso i sim- i radicchi.
boli + e – accanto alla specie coltivata Come è possibile notare da queste ta-
ed eventualmente annotare se abbiamo belle, nella mia azienda non utilizziamo,
notato presenza di nematodi, marciumi, per vari motivi, gli schemi di rotazione
insetti dannosi o carenze di vario gene- didattici. Prima di tutto non abbiamo
re. In pochi anni avremo una mappatura quasi mai particelle regolari della stessa
molto accurata delle principali avversità superficie; inoltre le varietà di ortaggi
e sapremo quali sono le aree più produt- che coltiviamo sono troppo numerose
tive per le singole specie. per essere così semplifcate.
A prima vista può sembrare una perdita
di tempo ma vi assicuro che negli anni Nel modello proposto precedentemente
ogni singolo minuto speso per mettere concentriamoci, a livello esemplifcativo,
nero su bianco le nostre impressioni sarà sulla particella numero 24. Si inizia nel
ben ricompensato. 2019 con pomodori da aprile ad agosto,
poi da inizio settembre a fine ottobre
Di seguito alcune informazioni per com- facciamo uno o più cicli di insalate per
prendere meglio queste tabelle. Il lom- arrivare a seminare l’aglio a novembre
bricompost rimane sul terreno general- e raccoglierlo l’anno successivo a luglio.
mente da dicembre a dicembre dell’anno Dopo l’aglio inseriremo un ciclo di cavoli
successivo e ottimizziamo lo spazio col- che si esaurirà da inizio novembre a fne
tivando anche su di esso. Quando abbia- gennaio lasciandoci la possibilità di se-
mo aglio o altre colture nel terzo ciclo di minare i piselli nelle fle esaurite di cavo-
un anno e nel primo ciclo dell’anno suc- li o di trapiantare le piantine a febbraio.
cessivo le piante sono le stesse, non è A inizio maggio, passato il rischio delle
36 PER FARE UN ORTO
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 37

gelate notturne, sostituiremo i piselli Consociazioni


con gli zucchini. Quando tornerà nuova- La consociazione consiste nel mettere
mente il momento delle solanacee (come nello stesso appezzamento due o più
il pomodoro che ha aperto il ciclo) mette- specie di famiglie diverse vicine tra loro
remo melanzane e peperoni rimandando evitando di abbinare le forti consuma-
il ritorno del pomodoro a 7-8 anni dalla trici. Prima di iniziare la pianificazione
prima volta. dobbiamo pensare a piante con diverso
Durante gli anni ho evidenziato quali sviluppo sia della parte aerea che a livello
sono le macro-aree in cui riesco a colti- radicale. Un altro vantaggio è la capacità
vare meglio le singole specie, e tarato le che ha una pianta di allontanare inset-
rotazioni su queste basi e ovviamente ti dannosi di un’altra specie. Un buon
sulle quantità che presumo riuscirò a esempio è la consociazione pomodo-
vendere in maniera diretta. ro-insalata o pomodoro-basilico. Anche
È importante far presente che da dicem- se trapiantiamo nello stesso momento,
bre a gennaio su tutte le superfci libere dopo 2-3 settimane il pomodoro avrà già
e in particolar modo nelle serre vengono approfondito le sue radici ad una profon-
distribuiti quintali di lombricompost ben dità maggiore dell’insalata e l’apice sarà
maturo e diversi preparati di microrgani- più alto dell’apice dell’insalata che oltre
smi che ci garantiranno un ottimo sub- a non risentire del futuro ombreggia-
strato su cui coltivare. mento ne trarrà vantaggio nelle ore più
calde della giornata. Altre associazioni
interessanti del pomodoro sono con spi-
Ultime sperimentazioni sulle naci, rape, porri, aglio, fagiolini e menta.
rotazioni Esistono molte tabelle di consociazioni
Dal 2015 ho inserito in rotazione nelle orticole disponibili su internet, che pos-
serre le galline in inverno fno a una set- sono guidare in queste scelte.
timana prima del trapianto delle nuove
piantine. Prima di inserirle a dicembre o Consociazioni, nella pratica
gennaio quando le serre sono vuote di- Ci tengo a fare una premessa, lo spirito
stribuisco il compost o il letame maturo con cui afronto le consociazioni non è
in maniera non accurata. Le galline rom- quello di rendere un orto da reddito più
pono le zolle di letame e lo rimescolano bello alla vista ma di renderlo più fun-
continuamente con la terra efettuando zionale e più produttivo mantenendo un
una distribuzione quasi perfetta e a co- prezzo fnale di vendita il più accessibile
sto zero. Oltre a questa operazione, ef- possibile, senza svendere il mio lavoro.
fettuano una pulizia della serra da qual- Il sinergico e molte consociazioni, pur in
siasi infestante, dalla maggior parte di molti casi incrementando la produzione
uova di insetti dannosi e anche dai semi a mq trovano il loro limite nell’impossibi-
delle infestanti caduti al suolo, oltre a lità di utilizzare macchinari (come il mo-
fertilizzare con le deiezioni. tocoltivatore) che ci permettono di ab-
battere i costi di gestione in orticoltura
38 PER FARE UN ORTO

da reddito. ridurremo il rischio di malattie fungine


Essendo un convinto sostenitore dell’a- in questa fase iniziale. Così facendo riu-
gricoltura naturale e avendo avuto la sciamo ad avere una produzione antici-
fortuna di viaggiare, negli anni ho visto pata di insalate e basilico senza utilizzare
e sperimentato tantissime consociazioni un’altra serra. Nel caso in cui ci siano dei
consigliate da contadini di mezzo mon- ritorni di freddo utilizzo del tessuto non
do. Ne ho provate molte, qui di seguito tessuto steso sui pomodori in modo da
ho riportato quelle che ormai utilizzo da proteggere anche le altre specie.
molti anni.
Pomodoro-basilico campo aperto
Pomodoro-basilico–insalata in serra Le distanze utilizzate fuori serra vengo
tunnel non riscaldata ripetute anche in pieno campo. Si inizia
Il ciclo inizia i primi di marzo andando a con il trapianto a fne aprile-inizio mag-
trapiantare inizialmente pomodori a fla gio. In questo caso non metto l’insalata
singola a 30-35cm di distanza sulla fla perché preferisco trapiantarla su un’area
e a 1,2 metri fra le fle. Una volta com- pacciamata facilmente gestibile. Se in
pletato il trapianto dei pomodori inizio serra utilizzo questa relazione principal-
con l’insalata dalle file esterne, gene- mente per avere un anticipo di produzio-
ralmente la canasta perché mi da mag- ne, fuori campo la utilizzo perché ho no-
giori garanzie nel caso ci sia un ritorno tato una drastica diminuzione di attacchi
di freddo, posizionandola sulla fila fra fungini e di insetti. Ironia della sorte que-
pomodoro e pomodoro. Nelle due file sta consociazione mi ha dato buoni risul-
centrali trapianto sempre fra pianta e tati in tre aziende ma non nella nostra.
pianta basilico verde e rosso. Dalle mie Il motivo potrebbe essere la presenza
osservazioni sembra che il basilico verde di un fume che circonda i nostri terreni,
si ammali meno rispetto alla coltivazio- creando un’eccessiva umidità durante le
ne non consociata, mentre il rosso (che è prime ore della mattina vanificando le
più resistente) non presenta alcun dan- potenzialità di questa relazione positiva.
no. Dopo poche settimane il pomodoro
avrà superato in altezza sia il basilico che Pomodoro-calendula-tagete in serra
l’insalata e i diversi apparati radicali non contro i nematodi
competeranno. Lo sviluppo delle insala- Da diversi anni sto sperimentando
te contribuisce a controllare le infestanti queste combinazioni in blocchi pomo-
che saranno facilmente eliminate con l’u- doro-calendula-microrganismi, po-
so di una zappa. modoro-tagete-microrganismi e po-
A maggio inizieremo a raccogliere le modoro-microrganismi da solo come
insalate e le prime cime di basilico, li- testimone per il controllo. Ho notato
berando i pomodori da tutta la massa una diminuzione degli attacchi da ne-
vegetale che si sta sviluppando vicino ai matodi maggiore nella consociazione
primi frutti già visibili; così facendo in- con la calendula rispetto al tagete (nano
crementeremo la ventilazione basale e e eretto). Tutte e due le sperimentazioni
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 39

mostravano un calo rispetto al testimo- cui si raccoglie ogni mattina.


ne ma non così rilevante da consigliarlo. Anche se in Italia non è sviluppata la
coltivazione dei fori edibili, in un’azien-
Zucchino-tagete-nasturzio in serra da negli Stati Uniti in cui ho lavorato ho
Iniziamo i primi di marzo trapiantando passato intere giornate a raccogliere fori
gli zucchini ad alberello in serra a 80cm di nasturzio e tagete, che venivano ven-
di distanza su telo pacciamato biode- duti a ristoranti stellati per aggiungerli
gradabile incrementando la distanza a alle insalate miste e insaporire molte
1,2 metri ogni 10 piante per inserirci una portate.
pianta di nasturzio o di tagete. Nella fla
successiva inizieremo trapiantando la Zucchino-tagete-nasturzio in pieno
pianta utile a partire dalla quinta pianta campo
di zucchino per poi ricominciare contando Valgono le stesse regole descritte in am-
fno a 10. In questa maniera le piante uti- biente protetto. La diferenza principale,
li saranno disposte a scacchiera. In base che ho notato in quasi tutte le aziende in
agli attacchi dell’anno precedente decido cui è stato sperimentato, è stata una mi-
se rinforzare il perimetro della coltivazio- nore efcacia probabilmente dovuta alla
ne scendendo ad una ogni sette, oltre a maggiore mobilità degli insetti dannosi.
riempire tutte le testate. Se nello svilup-
po alcune foglie di zucchino sommergo-
no le consociazioni provvederemo ad eli- Trifoglio-pomodoro, trifoglio-
minarle per garantire un buono sviluppo. melanzana, trifoglio-peperone,
Sia il tagete che il nasturzio emettono trifoglio-cetriolo
sostanze che infastidiscono afdi, aleu- Dopo aver letto “La rivoluzione del flo di
rodidi e altri insetti dannosi, ma non le paglia” di Fukuoka ho sperimentato per
api. Se le concimazioni non eccedono in molti anni questa consociazione, met-
azoto riusciamo tranquillamente a com- tendo a rischio il rapporto con mio padre
pletare l’intero ciclo fno a tutto luglio che continua a vedere nel trifoglio una
senza effettuare nessun trattamento banale infestante. Prima di tutto dob-
insetticida (anche se biologico). Anche biamo capire qual è la varietà di trifoglio
se il risparmio in denaro sembra minimo bianco nanissimo che si addice alla nostra
fra l’acquisto o la produzione delle piante area. Il trifoglio oltre ad avere uno svi-
utili e il trattamento insetticida, bisogna luppo radicale superfciale ed essere una
sempre pensare alla salubrità dei nostri leguminosa capace di apportare azoto
prodotti e alla salute dell’operatore che ha la capacità di creare un manto erboso
efettua il trattamento. Un altro punto perenne che sofoca tutte le altre specie.
di forza è il tempo di carenza: se utilizzia- Ho iniziato dividendo un appezzamento
mo insetticidi biologici avremo un tempo da 500mq in strisce in cui ho seminato
di carenza di tre giorni in cui dovremmo le 8 varietà di trifoglio reperite. La semi-
distruggere il raccolto con ovvie conclu- na si fa settembre prima di una pioggia
sioni in una serra in piena produzione in dopo aver creato un buon letto di semina
40 PER FARE UN ORTO

rippando e fresando superfcialmente il trifoglio riprenderà forza velocemente. A


suolo. Dopo il primo anno è possibile va- fne ciclo taglieremo alla base le piante
lutare quale varietà ha accestito meglio coltivate e le inseriremo nella compo-
coprendo tutta la superfcie. Durante il stiera senza levare le radici dal suolo.
primo anno ho efettuato 4 tagli con un Non ho notato uno sviluppo migliore nel-
trattorino tagliaerba all’altezza massima le piante coltivate rispetto al testimone
che il trifoglio raggiungeva nei momenti senza trifoglio; l’unico vantaggio consi-
in cui le infestanti sviluppate iniziavano ste nel risparmio di tempo e carburante
far maturare i propri semi. Una volta evi- nel controllo delle infestanti e nell’appor-
denziata la varietà o le varietà che hanno to di biomassa in seguito ai tagli di trifo-
mi hanno dato i risultati migliori in ter- glio. Utilizzo questa tecnica in aree dove
mini di copertura ho riseminato queste ho un buon livello di fertilità e alterno in
varietà su 1000mq. Ad aprile dell’anno questo prato stabile:
successivo alla semina si procede con il ■ 1º anno pomodoro;
tagliaerba ad un’altezza pari alla metà ■ 2º anno cetrioli in primo ciclo e cavoli
dello sviluppo del trifoglio. Successiva- in secondo;
mente si distendono le manichette per ■ 3º anno melanzane o peperoni.
l’irrigazione sulle fle utilizzate, e si pro-
cede con un’irrigazione per ammorbidire Come è facilmente intuibile è una forza-
il terreno. Con un trapiantatore manuale tura delle rotazioni ma la buona situa-
procediamo al trapianto di una o più di zione di partenza e il continuo apporto di
queste specie: pomodoro, cetriolo, me- sfalci supportati anche dalla distribuzio-
lanzana e peperone. Il taglio a metà al- ne di organismi EM e concimi di copertu-
tezza del trifoglio servirà a porlo in una ra mi permettono di chiudere il triennio
condizione di stress, dando la possibilità senza notare cali di produzione. Negli
in poche settimane alle colture da red- anni successivi ovviamente quest’area
dito di portarsi al di sopra dell’altezza non sarà dedicata alla coltivazione di
del cotico del trifoglio e approfondendo solanacee e cucurbitacee.
le radici oltre la profondità esplorata dal Questa consociazione molto interessan-
trifoglio. Nel caso si sviluppino infestanti te presenta dei problemi oggettivi che
fra le fle procederemo ad un passaggio ne limitano la difusione su grande scala:
con il trattorino tagliaerba rasentando ■ il trifoglio in estate ha un notevole
il fusto delle piante. Le poche infestan- bisogno di acqua per non seccare, la-
ti che rimarranno sulla fila fra pianta sciando che altre infestanti meno esi-
e piante dovranno essere eliminate a genti prolifchino; non tutte le azien-
mano con la radice. Tutto l’appezzamen- de dispongono di elevate quantità
to risulterà inerbito quasi esclusivamen- d’acqua;
te da trifoglio, solo in estate noteremo ■ uno dei limiti, almeno nella mia colti-
degli ingiallimenti fra le fle (dove cam- vazione, è stata la competizione con
miniamo) ma non sulla fla dove irrighia- il vilucchio (Convolvulus arvensis), dif-
mo. Con l’inizio delle piogge autunnali il fusa infestante rampicante che non
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 41

viene sofocata dal trifoglio, ma anzi disdegnando i carciof non gradendone il


lo sommerge a propria volta fno ad sapore. Il carciofo oltre ad essere diser-
ucciderlo; bato senza il minimo sforzo gode anche
■ da un punto di vista economico, se- della rottura della crosta superfciale che
condo i miei calcoli, il costo di gestione generalmente si forma dalla fne della
dei tre anni con il seme del trifoglio e primavera. Anche se non molto rilevanti
la percentuale di concimi risparmiata perché non ben compostate, le deiezioni
è poco più conveniente della gestio- delle galline forniscono elementi nutrien-
ne con teli pacciamanti e diserbatura ti contribuendo allo sviluppo della pianta.
manuale o con zappa. Interessante
potrebbe essere una sua applicazione Rucola–?
nel sinergico pluriannuale ma non ho Non ho trovato niente in letteratura, ma
trovato nessuna pubblicazione o dati chiunque coltiva questo ortaggio si sarà
attendibili. accorto che con una densità di semina
La sperimentazione con il trifoglio è in elevata in aiuole o a fle non si svilup-
continua evoluzione, sarebbe interessan- pano erbe infestanti. Questo fenomeno
te provarla ad un’altezza intorno ai 600 potrebbe essere dovuto ad alcune so-
metri s.l.m. o addirittura più in alto, in stanze antigerminelle che emana que-
zone in cui la temperatura estiva sia più sta Brassicacea. Durante la stesura di
mite, le precipitazioni più abbondanti e questo testo stiamo sperimentando una
magari non ci sia la presenza di questa consociazione con agli, cipolle, peperoni
infestante. Se qualcuno volesse fare una e melanzane. La sperimentazione, molto
sperimentazione su questo tema o aves- semplice, consiste nel distribuire elevate
se dei dati la/lo invito a scrivermi. quantità di seme sulla fla delle giovani
piantine subito dopo aver efettuato il
Galline-carciofaia trapianto e prima di irrigarle. Il seme di
Anche gli animali possono essere un ot- rucola ha un costo contenuto ed è facile
timo esempio di consociazione. Le galli- auto-produrlo su una piccola superfcie e
ne amano “raspare” vicino alla base dei con semplici operazioni colturali.
carciof in cerca di insetti di cui nutrirsi,
42 PER FARE UN ORTO

BIOCHAR e COMBI, le loro proprietà ed i possibili utilizzi


in ambito agricolo
David Chiaramonti | David Casini | Tommaso Barsali
Francesca Tozzi | Damiano Stefanucci

Biochar, char, pyrochar, hydrochar, bioco- un materiale carbonioso che si può otte-
al, carbone vegetale: esistono molteplici nere tramite vari processi termochimici
termini per denominare la stessa cate- quali pirolisi, gassifcazione e carboniz-
goria di prodotto. Tutti questi termini zazione idroterma. Moltissimi fattori
provocano spesso confusione e la stes- concorrono a determinare le caratteri-
sa defnizione di biochar non è pertanto stiche del biochar, primi fra tutti il pro-
univoca. cesso produttivo, ma anche la tipologia
Il biochar, secondo la defnizione dell’In- di biomassa utilizzata. Questo fa sì che
ternational Biochar Institute (IBI), è “un esistano tipi di char notevolmente dife-
materiale solido ottenuto dalla conversio- renti tra loro per composizione chimica e
ne termochimica di biomassa in un am- per struttura morfologica.
biente con limitata presenza di ossigeno”. La produzione di biochar permette l’im-
In generale si può considerare il termine piego ed il riutilizzo di residui e sottopro-
biochar come un neologismo per il ben dotti provenienti da processi agro-indu-
noto carbone vegetale; la carbonizza- striali, quali residui agro-forestali (Fig.
zione infatti è un processo antico tanto 1) e zootecnici, fanghi di depurazione
quanto la scoperta del fuoco. Questo è et cetera; dunque, nell’attuale contesto
che mira all’economia circolare, il biochar
Figura 1 - Esempio di biochar prodotto da biomassa legnosa rappresenta un’opportunità di recupero
(cippato di pioppo) (foto: Consorzio RE-CORD)
della biomassa di scarto e possibilità di
riutilizzo in altri settori produttivi.

Il ruolo del biochar


In generale, le peculiarità del biochar
sono da ricercare nella sua composizione
chimica, defnita da un’elevata presen-
za di carbonio stabile, recalcitrante, non
soggetto a mineralizzazione biologica, e
dal basso contenuto di idrogeno e ossi-
geno, in relazione alla biomassa di par-
tenza. Accanto a tale stabilità chimica e
biologica, il biochar si contraddistingue
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 43

per le sue proprietà fsiche, quali l’ele- quale sono defniti i limiti relativi al con-
vata superficie specifica correlata ad tenuto di eventuali inquinanti organici e
un’elevata porosità (Fig. 2). Queste sue metalli pesanti. In particolare, l’IBI (asso-
caratteristiche permettono al biochar di ciazione statunitense no proft) e l’Eu-
essere impiegato in numerosi settori dif- ropean Biochar Certifcate (EBC) hanno
ferenti quale quello della mangimistica defnito standard di qualità per l’uso del
(come additivo zootecnico), quello ali- biochar in ambito agronomico e non. La
mentare (come colorante), quello farma/ Commissione Europea ha rivisto recente-
nutraceutico (come coadiuvante), quello mente il regolamento UE sui fertilizzanti,
dell’industria metallurgica (come agente ampliando l’elenco dei prodotti a base di
riducente), quello energetico (come com- materie prime secondarie includendo an-
bustibile) e molti altri ancora. che il biochar (STRUBIAS). Ad oggi, però,
Negli ultimi anni, il biochar è ampiamen- mancano ancora delle linee guida per una
te utilizzato in agricoltura come ammen- appropriata applicazione in campo: infat-
dante del suolo, particolarmente indica- ti, la corretta quantità e l’adeguata tipo-
to per incrementare fertilità e resilienza logia di biochar da applicare al suolo sono
di terreni poveri e marginali. I principali strettamente collegate alle condizioni
vantaggi agronomici, infatti, riguardano pedoclimatiche del luogo, alla tipologia
il potenziamento delle sue proprietà fsi- di terreno e alla coltura prevista.
che, chimiche e biologiche, quali: L’utilizzo del biochar in agricoltura,
■ struttura meccanica, densità e inoltre ofre la possibilità di sviluppare
tessitura; un’economia circolare non solo a zero
■ porosità ed areazione; emissioni, ma anche carbon negative.
■ capacità di ritenzione idrica; La letteratura scientifca (comprese le
■ aumento del pH nei suoli acidi; indagini C-14) ha dimostrato che un bio-
■ capacità di scambio ionica; char di alta qualità (misurato secondo
■ apporto e disponibilità di nutrienti; le norme e gli standard applicabili) è un
■ maggior efcienza del ciclo
dell’azoto;
■ apporto di carbonio di matrice orga- Figura 2 - Dettaglio della struttura porosa interna di un
biochar prodotto da pino nero (foto: Consorzio RE-CORD)
nica, recalcitrante;
■ habitat ideale per i microrganismi.
Proprio grazie a tali proprietà, negli ul-
timi anni, molti Paesi in tutto il mondo
hanno posto le basi legislative per la cer-
tifcazione e la defnizione delle caratte-
ristiche idonee al suo impiego nel settore
agricolo. Per esempio, in Italia, dal 2015, il
biochar è stato incluso nella lista di ma-
teriali ammessi come ammendante dei
suoli (D.lgs. N.75/2010, allegato 2), nella
44 PER FARE UN ORTO

prodotto molto stabile e può anche au- contesto il biochar può mitigare queste
mentare l’umificazione della sostanza emissioni, e apportare un impatto signi-
organica del suolo, con un decadimen- ficativo sul sequestro e sulla stabiliz-
to C limitato: per questo il sequestro di zazione di carbonio inorganico. Inoltre,
carbonio con il biochar è contabilizzato l’incorporazione di biochar nel suolo aiuta
ben oltre i 100 anni, che sono considerati a contrastare la perdita di carbonio or-
un riferimento per lo stoccaggio di lunga ganico nei suoli agrari, rappresentando
durata. Questi risultati sono incorporati una strategia per la simultanea riduzione
nelle nuove linee guida dell’IPCC (2019), delle emissioni CO2 e per il mantenimento
che forniscono una formula per la conta- di livelli apprezzabili di fertilità chimica e
bilità del sequestro C. fsica del suolo.
L’agricoltura è un settore che contribui-
sce all’immissione nell’atmosfera di ele-
vati livelli di  gas climalteranti. In questo Biochar e co-compostaggio: Il COMBI
Tra le principali applicazioni in campo del
biochar, oltre a essere utilizzato tal qua-
Figura 3 - Esempio di co-compostaggio di letame, paglia e
biochar da pioppo per la produzione di COMBI (foto: Consorzio le come ammendante, comprendono la
RE-CORD)
possibilità di mescolarlo al compost op-
pure di essere co-compostato con altro
materiale organico (ad esempio con rifu-
ti e scarti vegetali e animali, Fig. 3). La
matrice che si ottiene in seguito a que-
sto processo prende il nome di COMBI.
Il semplice mescolamento di biochar con
compost maturo prima dell’applicazione
in campo o la produzione di COMBI (dove
il biochar è utilizzato come additivo du-
rante il processo di compostaggio) com-
binano sinergicamente i vantaggi legati
alle applicazioni al suolo del compost con
quelli del biochar.
Il processo di compostaggio dei rifiuti
organici comporta numerosi benefici,
tra i quali la diminuzione del volume dei
rifiuti, la stabilizzazione dei loro com-
posti con conseguente produzione di
humus, macro e micro-nutrienti, e allo
stesso tempo, l’eliminazione di patoge-
ni, sanitizzando il prodotto risultante. La
sinergia tra il materiale organico da com-
postare ed il biochar stimola dei processi
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 45

di “caricamento” di nutrienti e micror- riducendone le tempistiche e abbattendo


ganismi grazie alla struttura porosa del le emissioni dei gas serra, di ammoniaca
biochar e alla sua capacità di assorbire e di odori, ottenendo infne un prodotto
l’acqua e gli elementi disciolti in essa. di qualità superiore rispetto a quello non
Tale sinergia migliora la qualità e l’ef- co-compostato in presenza di biochar.
fcienza del processo di compostaggio,

Bibliografa
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Decreto legislativo del 29 aprile 2010, n.75 - Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma
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46 PER FARE UN ORTO

Fare agricoltura
partendo dalla vocazionalità del territorio:
esperienze in orto e in vigneto
Gianluca Giovannetti | Giulia Torta

Il presente contributo è frutto di una se- microclimatico. Altrettanto importante


rie di sperimentazioni in ambito agricolo è però anche la conoscenza della storia
e mira a fornire spunti e idee da poter agricola dell’intera area, per valutare cor-
applicare nei diversi contesti aziendali. rettamente quelle che possono essere le
Come premessa si deve afermare che sue potenzialità agricole. Questo studio
la base di una buona conduzione azien- preliminare consente un’analisi preci-
dale risiede nell’individuare la vocazione sa che permette di diminuire i rischi di
dell’areale per la tipologia di produzio- impresa e di conseguenza gli insuccessi
ne agricola. Bisogna dunque conoscere dell’intero progetto aziendale.
quella che è defnita come vocazionalità Per supportare quanto fn qui illustrato
del territorio, ossia le potenzialità, ma può essere utile a questo punto descri-
anche dei limiti che il contesto pedocli- vere un’esperienza condotta su superf-
matico può esprimere nei confronti delle ci vitate situate nella provincia di Gros-
diverse colture. seto, condotte in regime di agricoltura
Momento essenziale nella conduzione convenzionale e sottoposte a lavorazioni
agricola è quindi l’osservazione diret- del suolo a cadenza almeno semestrale
ta dei caratteri ambientali espressi dal con erpice a dischi e coltivatori. Questa
territorio, in particolare dalla componen- gestione comportava la perdita di suolo
te suolo, e l’individuazione delle specie a causa dell’erosione e di conseguenza
vegetali e animali che in quel contesto una perdita di sostanza organica, come
agricolo vivono. Il concetto alla base di testimoniato anche dalle analisi del ter-
questa pratica è quello di assecondare le reno efettuate sulle superfci aziendali
potenzialità dell’agroecosistema in cui si a cadenza triennale. Cinque anni fa la
colloca l’azienda agricola, anziché di ope- decisione di sospendere le lavorazioni
rare forzature su di esso. e di non intervenire con nessun tipo di
Tale pratica può essere definita come attrezzatura.
un’attività di “interpretazione agrico- Una volta ripristinato il cotico erboso
lo-ambientale” e consiste nello stu- spontaneo, sono state determinate le
dio delle componenti biotiche e abio- specie vegetali presenti, tra cui ben cin-
tiche dell’agroecosistema quali le que diferenti specie di Trifolium, una di
specie vegetali spontanee erbacee e ar- Lupinus sp. e una popolazione di grami-
bustive, le risorse idriche, la giacitura e gna [Cynodon dactylon (L.) Pers.]. In par-
la natura dei suoli aziendali, l’andamento ticolare, le specie di Trifolium individuate
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 47

sono state lasciate forire e fruttifcare, il suolo di humus, acidi organici e altri
facendo in modo che gli esemplari potes- nutrienti.
sero disperdere il seme e autoriseminarsi L’aspetto da tenere in massima conside-
nei mesi di giugno e luglio, arrivando a razione nel praticare questo tipo di agri-
chiudere il ciclo della pianta. coltura, se vogliamo arcaico ma al tempo
Il seme ricaduto nel terreno nell’arco di stesso innovativo, è quello di prestare
circa tre anni ha completamente coloniz- grandissima attenzione nell’evitare di
zato il suolo del vigneto, che un tempo calpestare e compattare i suoli agricoli
veniva invece lasciato nudo e lavorato. quando sono plastici e bagnati. In tutte
L’inerbimento in oggetto, costituito da le superfci agricole, siano esse frutteti,
circa il 70% di leguminose, ha portato seminativi, pascoli, oliveti, vigneti o orti
ad aumento della sostanza organica che, bisogna accedere esclusivamente quan-
tra gli altri efetti, ha migliorato la strut- do i terreni sono in tempra o addirittura
tura del terreno rendendolo più sofce. aridi.
La radice fttonante dei trifogli ha inol- Lasciato il suolo e le lavorazioni, è ora il
tre avuto un effetto di trattenimento momento di considerare un altro aspetto
del terreno, con conseguente interru- fondamentale dell’agroecosistema, ossia
zione della perdita di sostanze nutritive il grado di biodiversità degli incolti ed i
per erosione. L’azione meccanica di pe- molteplici servizi ecosistemici che sono
netrazione del fttone radicale ha anche in grado di fornire all’agricoltura.
permesso di migliorare l’aerazione del Per parlarne continueremo a riferirci alle
terreno. Non si può poi non menzionare superfici vitate già descritte in prece-
l’aumento di azoto disponibile per la col- denza. Lì, parallelamente alla sospen-
tura grazie all’azotofssazione di azoto sione delle lavorazioni e all’inerbimento
atmosferico (N2) ad opera dei simbionti spontaneo, sono state anche lasciate
radicali Rhiziobium spp. che colonizzano forire alcune piante di inula viscosa [Dit-
le radici delle leguminose. trichia viscosa (L.) Greuter], specie pe-
L’esempio appena riportato è la concre- renne appartenente alla famiglia delle
tizzazione di un cambiamento di para- Asteraceae. Oltre ad essere largamente
digma: dalla lavorazione dei suoli agricoli bottinata dalle api, soprattutto per l’ab-
efettuata con mezzi meccanici, alla la- bondante produzione di polline e per la
vorazione biologica efettuata dalle radi- lunga foritura, l’inula viscosa è attaccata
ci delle piante spontanee. Stesso discor- da Myopites stylatus, un Dittero Tefriti-
so applicabile anche per le concimazioni de galligeno. Questo insetto rappresenta
che, invece di venire distribuite tramite l’ospite svernante di Eupelmus urozonus,
preparati di sintesi, sono apportate na- un Imenottero parassitoide polifago
turalmente dalla vegetazione grazie noto per essere il più attivo antagonista
all’azotofissazione delle leguminose e naturale della mosca dell’olivo (Bactro-
alla decomposizione dei residui organici cera oleae). La difusione dell’inula negli
(sia vegetali che animali) che concorrono incolti è dunque fondamentale in quanto
alla nutrizione delle piante arricchendo contribuisce al controllo del ftofago nei
48 PER FARE UN ORTO

programmi di lotta integrata. vegetazione costituisce una componen-


Nell’agricoltura naturale quindi le aree te strutturale e funzionale molto impor-
incolte e limitrofe alle coltivazioni rive- tante per l’intero ecosistema. Gli ecologi
stono un’importanza identica a quelle considerano la presenza o l’assenza di
coltivate e contribuiscono a preservare determinate specie vegetali come bioin-
l’equilibrio all’interno dell’intero sistema dicatore direttamente correlato alle con-
agricolo. È inoltre sulle aree incolte che dizioni ambientali, quali fattori ecologici,
deve concentrarsi l’analisi delle compo- biotici ed abiotici propri del sito in studio.
nenti spontanee vegetali dell’agroecosi- Quantifcare e identifcare le specie ve-
stema che, alla stregua di libri da legge- getali presenti in un ecosistema fornisce
re, può rappresentare una fonte da cui una valutazione del grado di naturalità e
trarre soluzioni ai problemi della pratica qualità del territorio (Biondi, 1996), oltre
agricola. a defnire i modelli gestionali più idonei
È nelle tare, nelle capezzagne, negli in- al mantenimento e alla conservazione
colti che la natura insegna all’agricoltore della diversità vegetale. Ciò perché ogni
come coltivare i suoi campi e lo fa at- specie vegetale ha il suo specifco inter-
traverso le specie vegetali spontanee, vallo di tollerabilità alle diverse situazio-
siano esse erbacee, arboree o arbustive, ni ambientali, entro il quale esiste il suo
la cui presenza è testimone di caratteri- optimum ecologico e fsiologico. Ne con-
stiche pedo-climatiche ben precise che segue che per ogni ambiente si possono
devono guidare la scelta delle colture e defnire le specie caratteristiche, consen-
la loro gestione. Come noto, infatti, la tendo una defnizione della qualità di una

Figura 1 - Baulature nell’orto appena ripristinato (foto: Gianluca Giovannetti)


ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 49

data area semplicemente osservandone delle baulature (Fig. 3), larghe circa 1m e
la vegetazione. alte 35-40cm. La forma delle baulature
L’esperienza di agricoltura naturale ef- e le sue dimensioni sono state dettate
fettuata in vigneto è stata anche appli- dalla struttura del terreno, con l’obietti-
cata alla progettazione e gestione di un vo di aumentare la superfcie coltivabile
orto, situato in un terreno prevalente- durante l’anno grazie al trapianto degli
mente sabbioso al confne con la laguna ortaggi nella zona depressa delle baula-
di Orbetello. ture nel periodo estivo e nella zona rial-
Trovandosi in uno stato di completo zata nel periodo invernale. Le baulature
abbandono, il terreno è stato per pri- sono state poi accuratamente rastrellate
ma cosa lavorato superfcialmente, per ed è stato installato un impianto di irri-
procedere poi all’interramento dei resi- gazione di tipo sprinkler, che consente di
dui vegetali. Questa pratica ha mimato distribuire acqua in forma nebulizzata.
quella del sovescio e ha comportato un Al termine dei lavori di sistemazione
notevole apporto di sostanza organica del terreno, è stato seminato su tut-
nel terreno. ta la superfcie delle baulature seme di
Dopo la prima lavorazione, con l’ausilio di trifoglio nanissimo (Trifolium repens L.),
un mini escavatore sono state impostate ricoprendo poi le aree seminate con una

Figura 2 - Le fasce di vegetazione spontanea ospitano numerose specie di insetti impollinatori, ma anche predatori e
parassitoidi che contribuiscono al contenimento dei ftofagi. In questa immagine un impollinatore (Dittero Sirfde) si è posato su
un’inforescenza di crisantemo campestre [Glebionis segetum (L.) Fourr.] (foto: Giulia Torta)
50 PER FARE UN ORTO

ftta rete metallica. La semina è stata (L.) Pers.], gramigna [Cynodon dactylon
efettuata nel mese di luglio ed è quindi (L.) Pers.], e altre. Queste infestanti
stato indispensabile provvedere ad una sono state contenute con interventi
immediata irrigazione dell’orto durante meccanici di decespugliamento, per fa-
le giornate estive. Seguendo con scru- vorire l’afermazione della copertura di
polo le operazioni di irrigazioni giornalie- trifoglio.
re, il seme è germinato uniformemente A distanza di alcuni mesi dalla semina, la
e, nell’arco di 10-15 giorni, le baulature popolazione di trifoglio nanissimo, che si
sono state interamente coperte dalla propaga sia per seme che per stolone, ha
vegetazione a trifoglio. Va segnalato preso il sopravvento sulle altre infestan-
che in questa fase si è avuta anche una ti e ha costituito una copertura omoge-
considerevole germinazione di specie in- nea e monospecifca dell’intera area bau-
festanti quali farinello (Chenopodium al- lata dell’orto. Su questo cotico erboso
bum L.), sorghetta [Sorghum halepense nel periodo estivo sono stati efettuati i
vari trapianti delle specie orticole tra cui,
oltre a pomodoro, peperone, melanzana
Figura 3 – Le aiuole dell’Ortobioattivo allestito presso l’Osteria
di Passignano in veste invernale (foto: Giulia Torta) e lattughe, sono stati inseriti anche or-
taggi autunnali come fnocchio, cavoli e
indivie. Importante in fase di trapianto
è stato porre attenzione alle dimensioni
della coltura in pieno sviluppo, valutan-
do le distanze più congeniali tra le varie
specie vegetali.
Per elencare i vantaggi di questa tipolo-
gia di orto si può iniziare citando il com-
pleto abbandono di qualsiasi forma di
concimazione e di lavorazione del suolo,
che si traducono anche in un notevole
abbattimento dei costi di produzione.
Anche in questo caso, gli attrezzi mec-
canici vengono sostituiti dall’azione delle
radici del trifoglio, che continuamente si
creano spazio nel terreno portando in
profondità acqua, nutrienti e aria.
Anche la concimazione minerale di sin-
tesi viene sostituita dall’aumento dei
batteri e delle forme di vita terricole che
trasformano i residui organici in humus
e acidi umici, componenti fondamen-
tali della fertilità del suolo. In questo
tipo di orto, il lavoro manuale è quasi
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 51

esclusivamente dedicato ai trapianti ed La speranza è che le esperienze riporta-


alla raccolta dei frutti, che può essere per te possano rappresentare una fonte di
certi versi assimilata a quella dei frutti ispirazione e di rifessione su un modo di
selvatici in bosco. fare agricoltura sempre più attento alla
Relativamente all’esperienza di questo biodiversità, ai cicli naturali e alla risco-
orto, un’ultima considerazione riguarda perta di antiche pratiche e saperi della
il transito di animali selvatici quali cin- tradizione contadina, arcaica ma al tem-
ghiali ed istrici. Tale problema è stato ri- po stesso attuale.
solto progettando una recinzione verde Lavoro, rispetto, conoscenza, storia e
di marruca (Paliurus spina-christi Mill.), tradizione sono parole che, intreccian-
arbusto perenne deciduo i cui rami sono dosi e caricandosi di signifcati, possono
provvisti di spine pungenti. Tale infra- dare impulso alla valorizzazione di un’a-
struttura vegetale ha permesso di ar- gricoltura come quella italiana, praticata
ginare gli accessi indesiderati nell’orto, in modo continuativo da migliaia di anni
come d’altronde veniva fatto in passato in un territorio fragile e complesso.
nelle divisioni poderali.

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Manuale tecnico-scientifco. ANPA.
52 PER FARE UN ORTO

Il potenziale dell’agroecologia per costruire un sistema


alimentare resiliente e rispettoso dell’ambiente,
riducendo al contempo l’impatto negativo dell’agricoltura
sui cambiamenti climatici
Tania Van Dyck

La Commissione Europea ha avviato il e rispettoso dell’ambiente, garantendo


Green Deal europeo, che rappresenta la una produzione alimentare sostenibi-
tabella di marcia che l’Unione Europea le, assicurando la sicurezza alimentare,
(UE) si è data al fne di diventare clima- promuovendo un consumo alimentare
ticamente neutrale entro il 2050 (Claeys sostenibile, riducendo la perdita di cibo
et al., 2019). Attualmente l’agricoltura e combattendo le frodi alimentari (EC.,
in Europa contribuisce all’emissione del 2020).
10,3% di tutti i gas serra (GHG) dell’UE Secondo Duncan et al. (2020) l’agroe-
(EC., 2020). Tra tutte le molecole che co- cologia dovrebbe essere centrale nella
stituiscono i gas serra, il ruolo principale nuova strategia Farm to Fork. L’agroe-
di inquinante è svolto da anidride carbo- cologia è defnita come “l’applicazione
nica (CO2), legata alla produzione di ener- delle scienze ecologiche allo studio, alla
gia elettrica, metano (CH 4), derivante progettazione e alla gestione di agroe-
dalla digestione del bestiame e dalla ma- cosistemi sostenibili” (Altieri, 1995). Un
nipolazione del letame, e protossido di vantaggio dell’agroecologia è che può
azoto (N2O) proveniente dai fertilizzanti essere facilmente adattata alle condi-
e dalle applicazioni di letame al suolo. zioni locali (Duncan et al., 2020). Inoltre
Inoltre, l’imballaggio, la lavorazione e il l’agroecologia riduce la dipendenza dagli
trasporto degli alimenti, nonché la de- input esterni e può tradursi in prezzi equi
forestazione derivante dall’espansione per i produttori e cibo sano per i consu-
dell’agricoltura, producono emissioni di matori (Duncan et al., 2020). Ma forse
gas serra (Lichtfouse, 2012). Il cambia- l’elemento più importante, guardando
mento climatico, a cui come abbiamo alle sfde attuali che dobbiamo afron-
visto contribuisce anche l’agricoltura, tare, è l’impatto che l’agroecologia ha
minaccia con le sue conseguenze an- sui cambiamenti climatici, stimolando
che la sicurezza alimentare (Shafril et una forma più sostenibile e più resilien-
al., 2018). Queste premesse chiariscono te di agricoltura (Altieri et al., 2015, Van
il perché l’agricoltura sia uno dei punti der Ploeg et al., 2019). Ciò avviene ridu-
focali del Green Deal, nella forma del- cendo al minimo le emissioni di gas serra
la strategia Farm to Fork. L’obiettivo di dall’agricoltura e aumentando la capacità
questa strategia è infatti quello di co- dei sistemi agricoli di stoccare gas serra
struire un sistema alimentare equo, sano (Lipper et al., 2018; Van der Ploeg et al.,
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 53

2019), grazie al miglioramento della qua- et al., 2016). Si può poi menzionare l’u-
lità del suolo. Un suolo sano ha un po- tilizzo di colture di copertura, che ha un
tenziale maggiore nei confronti dell’as- impatto positivo sul contenuto di carbo-
sorbimento del carbonio, organicandolo nio organico nel suolo (SOC), ma anche
in forma di sostanza organica (SOC), ri- sulla ritenzione idrica, sulla crescita degli
spetto a un suolo degradato (Brahma et alberi e sulla resa dei frutti (Montanaro
al., 2018). Diversi sono i meccanismi at- et al., 2017; Nieto et al., 2013; Sánchez
traverso i quali l’agroecologia aumenta la et al., 2007). In terzo luogo, la rotazione
qualità del suolo, a partire dalle tecniche delle colture infuisce positivamente sul-
di lavorazione del terreno, che prevedo- la qualità del suolo (Wezel, 2017) e ridu-
no profondità di lavorazione ridotte e ce parassiti e malattie. Da ultimo si può
assenza di inversione delle zolle. In que- menzionare anche l’azione favorevole sul
sto modo non solo vengono aumentate SOC che comporta l’apporto di diverse
le rese, ma anche gli stock di carbonio tipologie di compost quali ad esempio
risultano maggiori nei suoli sottoposti a vermicompost, compost tea, bokashi e
minima lavorazione rispetto a quelli la- compost normale (Luna et al., 2016).
vorati in maniera convenzionale (Cooper Diverse sono dunque le pratiche

Figura 1 - Il metodo No Dig, oltre che essere estremamente produttivo, contribuisce anche ad arricchire il suolo di sostanza
organica, aumentando così la sua capacità di stoccare carbonio (foto: Dario Cortese)
54 PER FARE UN ORTO

agronomiche con cui l’agroecologia con- aumenterà, i modelli delle precipitazioni


tribuisce a ridurre le emissioni di gas ser- diventeranno meno prevedibili e il veri-
ra. Bisogna poi considerare che quando la fcarsi di forti stress idrici sarà più fre-
maggior parte dei prodotti viene vendu- quente (Fraga et al., 2016). In questo
ta direttamente ai consumatori locali, si contesto, principi agroecologici come il
riducono le emissioni dei trasporti. Inol- miglioramento dell’agrobiodiversità, la
tre, poiché con l’agroecologia si riduce gestione del suolo, la conservazione e la
al minimo l’uso di fertilizzanti sintetici, raccolta dell’acqua possono contribuire a
si riducono le emissioni di protossido di rendere il sistema agricolo più resiliente
azoto (Lichtfouse, 2012) correlate alla alle condizioni climatiche future (Altieri
loro produzione e distribuzione. Stessa et al., 2015). La diversità delle colture e
cosa può dirsi per i ftofarmaci di sintesi, dell’ecosistema in cui sono inserite le su-
anch’essi responsabili delle emissioni di perfci agricole, infatti non solo proteg-
gas climalteranti, oltre che di altri pro- ge dai cambiamenti delle temperature e
blemi ambientali e di sicurezza alimen- dei modelli delle precipitazioni, ma può
tare (Zhang et al., 2016). In alternativa a anche invertire la tendenza alla dimi-
questi prodotti di sintesi, l’agroecologia nuzione dei raccolti, dal momento che
fa ricorso alla lotta biologica con anta- varietà diverse rispondono in modo di-
gonisti naturali (parassitoidi e predato- verso agli shock climatici (Wezel, 2017).
ri) dei ftofagi dannosi. Ciò può avvenire In un sistema agricolo biodiverso inoltre,
contemplando all’interno degli appezza- le fonti di reddito sono più diversifcate,
menti coltivati la presenza di infrastrut- esponendo gli agricoltori ad un minore
ture ecologiche quali siepi e aree mar- rischio in presenza di danni dovuti a fe-
ginali destinate a specie vegetali dalla nomeni estremi come siccità, uragani,
foritura abbondante e prolungata, che gelate tardive, anch’essi conseguenza
possano quindi fornire ospitalità, nutri- dei cambiamenti climatici.
mento e rifugio all’entomofauna utile In conclusione, oltre all’impatto positi-
(Long et al., 1998). Molto efcace per il vo che l’agroecologia ha sulla qualità e
controllo dei parassiti delle piante risulta sulla salute degli alimenti, questa può
anche l’inserimento di animali da cortile, anche esercitare un impatto positivo
come ad esempio le galline (Krebs and signifcativo sui cambiamenti climatici,
Bach, 2018). dal momento che la riduzione dei gas
È stato inoltre dimostrato che l’agroe- serra e l’aumento dello stoccaggio di
cologia contribuisce a rendere il settore carbonio organico nel suolo accrescono la
agricolo più resiliente alle future con- resilienza del sistema agricolo contro le
dizioni climatiche. Secondo le proiezio- conseguenze negative del cambiamento
ni climatiche, la temperatura in Italia climatico.
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 55

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56 PER FARE UN ORTO

L’orticoltura rigenerativa:
dall’ Orto Biointensivo all’Orto No-Dig
Dario Cortese

L’Ortobioattivo è un sistema agroeco- (fresatura o vangatura);


logico di piccola scala che si propone di ■ l’utilizzo esclusivo di fonti di fertilità di
ricreare le condizioni di sostenibilità degli origine organica (non di sintesi);
ecosistemi naturali e una densità nutri- ■ l’adozione del metodo biointensivo, ti-
zionale ottimale negli ortaggi prodotti. pico del Market Gardening.
Storicamente, un tale modello si avvicina
alle tecniche tradizionali di coltivazione
adottate da popolazioni rurali ed attin- Il metodo biointensivo e il No-Till
ge anche alle culture indigene d’orien- Market Gardening
te ed occidente (King, 2014; Brookfeld Il Market gardening defnisce una serie
and Padoch, 1994), le cui interazioni con di sistemi ispirati al lavoro dei canade-
i sistemi naturali sono improntate sul- si Fortier (Fortier and Bilodeau, 2014) e
la capacità di mantenere e rigenerare la Coleman (Coleman, 2018) e adottati da
fertilità e biodiversità degli stessi. piccole aziende agricole che producono
Anche oggi, nel panorama agricolo in- orticole per la vendita diretta, e che sono
ternazionale, non mancano i paralleli con un fenomeno in grande crescita anche
l’Ortobioattivo, in particolare con quello tra i giovani agricoltori Italiani. I Market
che viene defnito “Organic No-Dig Gar- Gardens moderni affondano le proprie
dening” (in seguito abbreviato in “No- radici nelle piccole Fermes osservate da
Dig”) che può essere visto come una del- Coleman, in Francia negli anni ’60. Que-
le branche dell’Agricoltura Rigenerativa. ste erano caratterizzate da un’esten-
Nel nome di questa pratica, l’aggettivo sione molto minore di quelle americane
“organic” si riferisce all’apporto di ma- (tra 0.2 e 2 ettari), dall’utilizzo di attrezzi
teriali di origine biologica, non di sintesi; manuali, di tecniche di prolungamento
la locuzione “No-Dig” (negli Stati Uni- della stagione (cloches, serre), dall’as-
ti si preferisce talvolta “no-till”) indica senza di fertilizzazione sintetica e dal
l’assenza di vangatura (“dig”) e fresatu- frequente apporto di materia organica,
ra (“till”), meccanica o manuale. Infne, colture rapide, in consociazioni e spazi
“gardening” si riferisce al mantenimento ristretti e destinate alla vendita diretta.
di un orto (“garden”) con una superfcie Questo metodo venne ribattezzato bio-
massima di 2 ha. intensivo negli Stati Uniti, e fu adotta-
Il No-Dig si basa su tre principi: to anche dall’orticoltura hobbistica o a
■ l’assenza di lavorazione del terreno scopo di sostentamento, non soltanto
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 57

commerciale (Jeavons, 2017). come i combustibili fossili, i fertilizzanti


In questo sistema, gli ortaggi sono colti- di sintesi, i pesticidi e gli erbicidi, è im-
vati su letti permanenti larghi 75-80cm portante puntualizzare che il dissesto
e lunghi 10-50m, la fresatura è ridotta al ecologico risultante dalle pratiche agrico-
minimo ed è svolta con motocoltivatori a le veniva già ravvisato da Platone 2500
due ruote invece che da trattori. anni fa.
Dal 2010 ad oggi le pubblicazioni tecni- L’agricoltura convenzionale moderna è
che sul Market Gardening si sono susse- caratterizzata da un approccio estratti-
guite (Dawling, 2013; Stone, 2015; Mays, vo, nel quale la fertilità viene esportata
2020; Frost, 2021) ed il metodo biointen- sotto forma di prodotti e solo parzial-
sivo è diventato un punto di riferimento mente reintrodotta sotto forma di fer-
per l’agricoltura di piccola scala in tutto tilizzanti o concimi; questo ha un impat-
il mondo. to degenerativo sul contenuto minerale
Nella sua incarnazione commerciale, ci si e biologico del suolo (Daniels and Lee
riferisce alla pratica No-Dig con l’espres- Daniels, 2016), oltre che sulle proprietà
sione “Organic No-Till Market Gardening”
(Mefferd, 2019). In questa versione,
come vedremo, la fresatura è completa- Figura 1 - Living Soil Garden, Regenerative No-Dig Market
Garden di 2500 metri quadrati a Exeter, Regno Unito (foto:
mente eliminata in favore di una paccia- Dario Cortese)
matura organica.

L’Agricoltura Rigenerativa  
Sia l’orticoltura classica che quella com-
merciale nella sua moderna declinazione
di Market Gardening si sono arricchite, in
tempi recenti, di una nuova prospetti-
va agroecologica, mutuando cifra etica,
conoscenza e tecniche da paradigmi a
forte matrice ecologica come la Perma-
coltura (Mollison and Holmgren, 1990) e
l’Agricoltura Rigenerativa (Mollison and
Holmgren, 1990; Rhodes, 2017). Queste
ultime afondano le proprie radici nella
consapevolezza della costante ed in-
cessante perdita di fertilità e biodiver-
sità che ha caratterizzato l’agricoltura
occidentale.
Nonostante le rivoluzioni industriale e
“verde” abbiano dotato l’agricoltura di
strumenti potenzialmente distruttivi
58 PER FARE UN ORTO

Figura 2 - Alcuni scatti dall’azienda Living Soli Garden che


Dario Cortese conduce a Exeter, in Inghilterra (foto: Dario
nutraceutiche degli ortaggi prodotti
Cortese) (Real Food Campaign, 2018). Inoltre, le
lavorazioni del terreno caratterizzate da
arature e fresature costanti e profonde,
e i trattamenti ftosanitari indiscrimina-
ti con prodotti di sintesi contribuiscono
all’impoverimento e alla disfunzionalità
dell’ecosistema suolo-atmosfera e del-
la sua fauna, fora e microbioma, oltre
a contribuire al cambiamento climatico
(Daniels and Lee Daniels, 2016).
L’agricoltura rigenerativa nasce come
risposta a questa degenerazione, pro-
ponendosi di ribaltare il paradigma
estrattivo e di fondare i propri princi-
pi sull’imitazione dei sistemi naturali.
Questo avviene grazie a sistemi agro-sil-
vo-pastorali integrati, in cui la produzio-
ne di orticole avviene accanto a frutta,
noci, legumi e pascolo rotazionale (Wor-
stell and Voisin, 2015). Tali sistemi hanno
mostrato in anni recenti un potenziale
molto incoraggiante in termini di au-
mento di materia organica recalcitrante
in suoli precedentemente degradati, in
tempi molto brevi. I raccolti che risulta-
no da questi sistemi hanno il potenziale
di essere più densi per quanto riguarda
la componente nutrizionale, e i metodi
adottati si prefgurano come strumenti
importanti nello stoccaggio di carbonio
atmosferico nel suolo e nel ripristino
dei cicli idrologici e di fertilità naturali
(Brown, 2018).
All’interno di questo contesto, la produ-
zione di orticole è un’impresa integrata
o parallela alle altre. Il modello di market
gardening si presta molto favorevolmen-
te a questo ruolo, in quanto capace di
adattarsi a piccoli spazi e di valorizzare
input materiali e umani diversifcati.
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 59

Come funziona il No-Dig l’utilizzo di compost, un materiale de-


Il metodo No-Dig, che si distingue per composto aerobicamente, setacciato e
l’assenza di lavorazione del terreno, altro con un rapporto C/N (carbonio/azoto) di
non è che una pratica più volte apparsa compreso tra circa 20 e 30 (Guo et al.,
nella storia dell’agricoltura moderna di 2012). In climi più asciutti come quello
piccola scala. Già adottata in Inghilterra francese e italiano è comune l’utilizzo di
negli anni ’40 (King, 1946), poi negli Stati pacciamature non decomposte come fe-
Uniti negli anni ’60 da Ruth Stout (Stout no, paglia, lana e altri materiali organici
and Clemence, 2021), in Giappone da Ma- che schermano il terreno dall’efetto del-
sanobu Fukuoka (Fukuoka, 2010), è tor- la radiazione solare, oltre che dalle preci-
nata in voga più recentemente nel lavo- pitazioni più intense. In tutti questi casi
ro di Charles Dowding (Dowding, 2010), l’apporto iniziale di pacciamatura nei let-
Richard Perkins (Perkins, 2020) ed altri. ti permanenti è consistente (uno strato
In Italia, tale metodo è stato incorporato di 10-15 cm sulla superfcie) e viene ripe-
dall’Agricoltura Sinergica (Hazelip, 2014). tuto annualmente in quantità ridotte (2-
Veniamo allora a descrivere in cosa con- 10 cm). Alcuni sistemi defniti deep-mul-
siste il No-Dig e quali sono i suoi van- ch (pacciamatura profonda) mantengono
taggi. In un orto No-Dig (Fig. 2), il ter- costantemente uno strato superfciale
reno non viene lavorato con fresature di materia organica molto spesso, a dif-
meccaniche né con vangature manuali. ferenza di sistemi shallow-mulch, in cui
In alcune sue versioni è contemplata questo strato è più sottile. I cammina-
l’aerazione per mezzo di una forca (un menti tra letti permanenti sono spesso
attrezzo comunemente usato è la gre- pacciamati con cippato di legno. 
linette o broadfork ideata dai jardiniers Un’altra pratica tipica di questo metodo
marachaiers francesi), ma nel tempo è quella di lasciare nel terreno l’apparato
anche questa pratica è resa superflua radicale degli ortaggi raccolti. Questo va
dal miglioramento in struttura terreno. a decomporsi in situ, lasciando intatta la
Per ottenere una consistenza di aggre- rete microbiologica e andandola a nutri-
gati favorevole alla coltivazione di or- re con composti organici che alleviano
taggi, la lavorazione del terreno viene l’impatto dell’interruzione di input di es-
sostituita da una pacciamatura organica, sudati da parte della pianta (Guo et al.,
a imitare i sistemi naturali nei quali l’ap- 2012; Schikora, 2018).
porto di carbonio organico che innesca L’efetto che l’assenza di lavorazione ha
l’umificazione avviene dall’alto e sulla sull’ecosistema del suolo e la sua funzio-
superfcie. nalità è estremamente rilevante ed ha
Le pacciamature usate nel No-Dig ca- conseguenze dirette ed indirette sulla
ratterizzano le diverse declinazioni che produttività dell’orto. In primis, in assen-
questo metodo ha preso in vari conte- za di disturbo fsico/chimico e in presen-
sti. In climi umidi come l’Inghilterra, che za di grandi quantità di materia organica
favoriscono il proliferare di ftopatologie (che fungono da habitat e cibo al con-
fungine e molluschi erbivori, si predilige tempo), si nota un aumento consistente
60 PER FARE UN ORTO

delle attività della rete biologica del sono caratterizzate da un rapporto F/B
suolo o soil food web (Scheu, 2002), co- molto basso. Limitando il disturbo e
stituita da un diversificato insieme di favorendo la crescita di reti miceliari, il
microorganismi. Questa maggiore atti- rapporto F/B si alza notevolmente, si-
vità biologica si ripercuote sull’apporto mulando un ecosistema più maturo e
minerale negli ortaggi coltivati, nelle cui quindi disinnescando le condizioni che
rizosfere i minerali in forma organica ed stimolano l’avvento delle erbe sponta-
inorganica sono costantemente riciclati nee (Seiter et al., 1999).
con meccanismi di controllo e feedback A conseguenza dei sopra menzionati
che la pianta esercita sulle varie popo- vantaggi del metodo No-Dig, l’ortolano
lazioni microbiche (Berendsen, Pieterse o il market gardener si ritrovano un ter-
and Bakker, 2012). In particolare l’as- reno la cui fertilità è rinnovata dall’inter-
senza di disturbo consente lo sviluppo no, che necessita di un minor apporto di
di reti di micorrize ftte ed estese, che acqua e input esterni, e che le cui condi-
non sarebbe possibile in presenza anche zioni sono più favorevoli agli ortaggi che
di minima fresatura; ne consegue una alle erbe spontanee, con la conseguenza
maggiore disponibilità di fosforo e riten- che il tempo passato a sarchiare o diser-
zione di acqua nella rizosfera (Smith and bare manualmente sono molto ridotti. A
Read, 2010). ciò si deve la grande popolarità di questo
Un altro effetto del metodo No-Dig è metodo tra hobbisti e agricoltori profes-
quello di cambiare il rapporto di funghi sionali nel Regno Unito e in molti paesi
e batteri (F/B) presenti nel terreno, in del mondo.
particolare nella rizosfera delle piante
presenti. Questo ha un impatto sulla
vegetazione spontanea che si presenta Conclusioni
nell’orto. Infatti, le erbe spontanee tipi- I paralleli tra il metodo No-Dig e l’ortobio-
che dei sistemi orticoli con fresatura o attivo sono numerosi e le due pratiche
vangatura sono specie caratteristiche si inseriscono con continuità nel quadro
di fasi iniziali della successione ecologi- agroecologico più ampio dell’agricoltura
ca: la loro funzione ecologica è quella di rigenerativa. Si auspica perciò che il mu-
accumulare minerali e creare uno strato tuo scambio di ispirazioni e conoscenze,
di materia organica che permetta a spe- tecniche e informazioni possa trascende-
cie più persistenti d’introdurvisi. Le fasi re le barriere culturali, nazionali e lingui-
iniziali di una successione ecologica, che stiche nell’interesse di un’integrazione
sono stimolate dal disturbo (naturale armoniosa della nutrizione umana nella
o artifciale) degli orizzonti del terreno, funzione ecosistemica.
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 61

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62 PER FARE UN ORTO

Le Comunità a Supporto dell’Agricoltura (CSA) italiane


tra peculiarità e sviluppo
Marco Medici | Alessandra Castellini | Maurizio Canavari

La dimensione locale del cibo, espres- Le CSA italiane sono relativamente gio-
sione della connessione tra comunità vani (la maggior parte ha meno di cinque
ed economia territoriale, può assumere anni) ed hanno un ampio potenziale di
forme diverse, come i mercati contadini, crescita, sia perché il numero di utenti
gli orti urbani e le comunità a suppor- coinvolti è ancora mediamente mode-
to dell’agricoltura (CSA). Le CSA sono sto, sia perché le aree urbane e peri-ur-
iniziative caratterizzate da un elevato bane possono virtualmente ospitare una
coinvolgimento tra agricoltori e consu- maggiore produzione di cibo. Almeno
matori, che cooperano nelle varie attività concettualmente, esse rappresentano
connesse alla produzione agricola condi- un’evoluzione dei gruppi di acquisto so-
videndo risorse, idee, rischio imprendito- lidale (GAS) apparsi in Italia negli anni
riale e lavoro. Fondato sul supporto dei ‘90, costituiti da una massa critica di
membri che anticipano le spese previste consumatori che concordano con i pro-
durante la stagione ed aiutano gli agri- duttori l’acquisto collettivo di beni a un
coltori nelle operazioni agricole, negli prezzo considerato equo da entrambe le
ultimi anni il modello CSA è stato adat- parti. Una recente ricerca (Medici et al.,
tato con diversità e innovazione in molti 2021) ha evidenziato le peculiarità del-
paesi. Gli agricoltori delle CSA utilizzano le CSA italiane, nonché alcune rilevanti
metodi perlopiù ecologici che soddisfano problematiche che ne rallentano lo svi-
o superano i requisiti dello standard bio- luppo. Lo studio ha riguardato 19 CSA1
logico e favoriscono la biodiversità. Ol- con interviste agli agricoltori. I risultati
tre alle questioni ambientali, la mission dell’indagine sono descritti di seguito.
della CSA può comprendere questioni A livello socio-organizzativo, nonostante
sociali, inerenti l’inclusione sociale e la nella maggior parte delle CSA le condi-
sovranità alimentare, in antitesi con i zioni lavorative siano defnite accettabili,
modelli di consumo convenzionali. Tutto con salari equi, in alcune realtà il sala-
ciò raforza la creazione di una cultura rio è giudicato insufficiente e talvolta
del cibo condivisa, basata su tradizioni e deve essere integrato da ammortizza-
abitudini locali. tori sociali o da occupazioni stagionali;

1 Adotta un’Arnia - Piano B, ARVAIA, Az. Agr. Iside, Az. Agr. Piccapane, CasciNet, COLTIVIAMOCI, CSA Orobica, CSA Veneto,
Fattoria sociale delle ragazze e dei ragazzi di Montepacini, il biricoccolo, Maso Zepp, Ortobioattivo, OrtoMangione, Piccola
Terra Bio, Prati al Sole, Progetto Agricolo Entroterra, Semi di comunità, Terra Viva, Valsugana.
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 63

il lavoro degli agricoltori merita sicura- alle aspettative resta un problema. Al di


mente maggiori tutele. Il volontariato da là delle facilitazioni messe a disposizio-
parte dei soci, sia in campo che in attività ne dagli agricoltori, in molti preferiscono
varie come la comunicazione e la gestio- sostenere la comunità solo monetaria-
ne degli ordini, non è una pratica molto mente, cosa che, almeno a livello concet-
difusa, specialmente al centro-sud. Per tuale, ‘declassa’ la CSA a GAS. Sebbene
migliorare la partecipazione attiva dei il desiderio difuso sia quello di liberarsi
soci e per attrarne di nuovi, molte comu- dalla logica del gruppo d’acquisto a fa-
nità promuovono eventi ludico-ricreativi vore della partecipazione attiva nella
e formativi, con l’obiettivo di condividere comunità, nella realtà il concetto di CSA
conoscenze sul cibo e sull’agricoltura. È in Italia è ancora molto legato ai GAS,
stato osservato come lo standard For- anche alla luce delle frequenti richieste
tier, metodo biologicamente intensivo di personalizzazione della ‘cassetta’, che
basato sull’uso di utensili manuali e at- richiedono uno sforzo aggiuntivo nella
trezzature di piccola taglia, adottato in gestione delle consegne.
circa metà delle CSA, rappresenti un in- A livello economico, la quota associa-
centivo per la partecipazione dei soci alle tiva costituisce il principale supporto
attività produttive, in sicurezza. Ad ogni economico delle CSA. Oltre a questo,
modo, il coinvolgimento dei soci inferiore più della metà delle CSA genera ricavi

Figura 1 - L’Azienda Agricola Ortobioattivo ha preso parte allo studio sulle CSA italiane (foto: Andrea Battiata)
64 PER FARE UN ORTO

dalla vendita del surplus produttivo 2, e manutenzioni); solo raramente le quo-


realizzati in larga parte nei mercati con- te fnanziano spese maggiori (impianti di
tadini. La via italiana della CSA mostra irrigazione, serre, bonifche).
un legame molto stretto con i mercati Generalmente le CSA raggiungono un bi-
contadini, che fungono da palcoscenico e lancio in pareggio tra il terzo e il quarto
centro di ricavo allo stesso tempo. Altre anno di attività, grazie ad una massa cri-
entrate monetarie derivano da attività tica minima superiore alle 30 quote, ma
di consulenza o di formazione svolte da- tale stima rimane altamente variabile e
gli agricoltori; a volte infne si registra scarsamente supportata dalla bibliogra-
il supporto da parte di enti locali (sotto fa. Senza dubbio, un alto numero di soci,
forma di concessione dei terreni in uso e quindi di quote, non solo porrebbe la
o altri contributi in denaro) o dall’even- comunità in acque meno agitate, ma le
tuale azienda madre. Spesso, infatti, le consentirebbe di benefciare di maggiori
CSA ‘derivano’ da una realtà aziendale economie di scala. Ciò permetterebbe di
esistente orientata al proftto (azienda abbassare il costo delle quote e attrar-
agricola, agriturismo, ristorante), la cui re nuovi soci. Il problema di coinvolgere
convivenza, rilevata in almeno la metà e mantenere una massa critica di quo-
delle comunità, rappresenta un volano te è forse il problema principale che le
per la produzione agricola e un sostegno giovani CSA italiane si trovano a dover
agli investimenti, specialmente quando fronteggiare.
la situazione economica della CSA è in- In riferimento all’attenzione per l’am-
certa a causa della scarsità di fondi de- biente e per l’ecologia, la produzione
rivanti dalle quote. Il collegamento con i agricola delle CSA punta ad essere in li-
mercati degli agricoltori e con le aziende nea con le regole dello standard biologi-
madri esistenti costituisce una peculia- co, anche se alcune hanno abbandonato
rità delle CSA italiane. In assenza di que- il programma di certifcazione ufciale (o
sti tipi di supporto, possono evidenziar- sono in procinto di farlo). In efetti, l’ot-
si forme di fnanziamento una tantum, tenimento della certifcazione ufciale,
specialmente nelle prime fasi di vita onerosa in termini di tempo e risorse,
della comunità, sotto forma di donazioni non costituisce un fattore di diferen-
private o prestiti contratti con familiari, ziazione agli occhi dei soci, i quali come
amici o altri soci. In ogni caso, le quote co-produttori che auto-consumano i pro-
costituiscono la principale forma di so- dotti della CSA hanno piena cognizione
stentamento. Esse coprono, nella mag- che nella propria comunità/azienda si
gior parte dei casi, i costi di produzione e, rispettino i tali requisiti. La certifica-
talvolta, anche piccole spese aggiuntive zione biologica viene mantenuta dalle
(acquisto di attrezzature di piccola taglia CSA supportate da un’azienda madre, la

2 Il surplus produttivo riguarda le eccedenze di produzione della CSA. Se presente, l’eccedenza viene generalmente venduta
nei mercati contadini oppure fornita a ristoranti o agriturismi. Il prodotto destinato alla vendita non ha un marchio, mentre
in genere gli alimenti trasformati hanno il marchio della CSA o quello dell’azienda madre, se presente. In molti casi il surplus
non supera il 30% della produzione totale.
ORTOBIOATTIVO E AGRONOMIA 65

quale magari ha ottenuto la certifcazio- limitando l’irrigazione o investendo in


ne per fnalità di mercato. maggiore efcienza di impianto. In al-
Se, da un lato, l’approccio al biologico è cuni casi l’agricoltura è focalizzata sulla
di per sé molto indicativo per compren- salvaguardia della biodiversità, ricercata
dere il modus operandi delle CSA, dall’al- attraverso la coltivazione di varietà an-
tro è con la cosiddetta agricoltura inte- tiche e, all’esterno dei campi, con inter-
grata che viene meglio defnita la loro venti di rinaturazione, permacultura e
idea di produzione. Non disciplinata da rimboschimenti.
regolamentazioni specifiche, l’agricol- In conclusione, anche se presenti da al-
tura integrata punta a ridurre sia i co- cuni anni, le giovani CSA italiane devono
sti di gestione che l’impatto ambientale ancora raggiungere piena maturità. Al
nel lungo termine, combinando diverse fne di favorirne lo sviluppo, data la loro
pratiche, proprie sia dell’agricoltura con- capacità di andare oltre la mera produ-
venzionale che del biologico. Ad esem- zione di alimenti e di fornire servizi im-
pio, l’utilizzo di compost vegetale viene portanti alla comunità in cui si insediano,
preferito alle concimazioni di sintesi, la è opportuno un pieno riconoscimento da
lotta integrata sostituisce l’uso di fto- parte delle autorità pubbliche, così da
farmaci e le malerbe sono rimosse ma- tutelare maggiormente il lavoro degli
nualmente o controllate coprendo i suoli agricoltori e riconoscerne l’utilità sociale
e diversifcando le colture. Oltre a questa e l’impegno civico (oltre alle fattorie di-
base ricorrente, gli agricoltori delle CSA dattiche), e gli sforzi per la salvaguardia
interpretano la sostenibilità ambienta- dell’ambiente. Afrontare le varie que-
le in modo diverso. Lo standard Fortier stioni ambientali, sociali ed economiche
contribuisce ad attenuare la dipenden- che caratterizzano le CSA italiane signi-
za dai combustibili fossili. Spesso le co- fca muovere un passo in avanti verso la
munità puntano sull’efcienza irrigua, sostenibilità della nostra agricoltura.

Bibliografa
Fortier J.-M., Bilodeau, The Market Gardener: A Successful Grower’s Handbook for Small-scale Organic Farming. New
Society Publishers, 2014.
Medici M., Canavari M., Castellini A. (2021). Exploring the economic, social, and environmental dimensions of commu-
nity-supported agriculture in Italy, In: Journal of Cleaner Production, 316, 128233. DOI: https://doi.org/10.1016/j.
jclepro.2021.128233
Ortobioattivo e
microbiologia
Inoculanti microbici: ruolo e qualità

Cibo funzionale e microrganismi benefci


del suolo

Uso di Efective Microorganisms (EM)


per migliorare la qualità e la foritura di
bulbose ornamentali

Possibile utilizzo di Biostimolanti a


base di humus di lombrico liquido per
il miglioramento della qualità e della
protezione di piante di basilico

a fanco
Il suolo scuro che si forma in un bosco di latifoglie è ricco di
humus: è questo modello che il metodo Ortobioattivo intende
ricreare. Suoli sani e fertili sono importanti serbatoi di CO2. Il
carbonio presente nel suolo sotto forma di humus è inoltre
importante per lo stoccaggio dell’acqua ed il suo rilascio in
periodi di siccità.
(foto: Giulia Torta)
68 PER FARE UN ORTO

Inoculanti microbici: ruolo e qualità


Luciano Avio | Alessandra Turrini | Manuela Giovannetti

La dieta umana non può fare a meno delle modalità più interessanti a disposi-
di frutta e verdura, indispensabili per zione del produttore attento alla qualità
una corretta alimentazione, costituen- e alla tutela dell’ambiente, si basa sulla
do la principale fonte di fbre, minerali, gestione del microbiota del suolo che è
vitamine e di numerose altre molecole essenziale per i processi che regolano la
bioattive, denominate ftochimici o nu- fertilità del suolo e la produzione delle
traceutici (come i favonoidi o i carote- piante e, come mostrano i dati speri-
noidi), alle quali sono attribuite funzioni mentali degli ultimi anni, anche la qua-
protettive della salute e di prevenzione lità dei prodotti fnali, compreso il con-
di importanti patologie. In particolare, tenuto di metaboliti bioattivi (Avio et
molte di queste molecole hanno attivi- al., 2018, Basile et al., 2020). L’attività di
tà antiossidante, utile per contrastare specifci gruppi microbici autoctoni, pro-
l’azione nociva dei radicali liberi. La ne- motori della crescita delle piante (PGPM:
cessità di garantire un adeguato livello di plant growth promoting microbes), può
assunzione di queste molecole, attraver- essere mantenuta e migliorata con op-
so il consumo di frutta e verdura è am- portune pratiche agronomiche, ma an-
piamente condivisa, come dimostrano le che integrata con l’impiego di inoculanti
raccomandazioni di enti e organizzazioni microbici.
nazionali e internazionali. Le recenti norme europee (Reg.UE
Dal punto di vista del produttore, l’ot- 2019/1009) regolano questi prodotti de-
tenimento di alimenti con un elevato fnendo biostimolanti microbici quelli in
contenuto di queste sostanze è un valo- grado di migliorare, indipendentemente
re aggiunto, che può essere perseguito dal tenore in sostanze nutritive, la di-
con varie strategie, poiché la loro con- sponibilità e l’efcienza di utilizzazione
centrazione è fortemente influenzata degli elementi nutritivi, la tolleranza
dal genotipo della pianta, dalle condizio- agli stress abiotici e le caratteristiche
ni climatiche, dalla qualità del suolo, e qualitative dei prodotti. Attualmente i
dalle pratiche agronomiche. Nell’ambito microrganismi riconosciuti nel regola-
di una gestione agronomica sostenibile mento sono Azotobacter, Azospirillum,
e a basso impatto ambientale, la scelta Rhizobium e i funghi micorrizici, ma altri
della varietà o del periodo di coltivazio- potranno essere aggiunti in seguito.
ne, possono aiutare a ottenere prodotti Azotobacter, Azospirillum e Rhizobium
di elevata qualità nutrizionale, ma una sono batteri azotofssatori molto diversi
ORTOBIOATTIVO E MICROBIOLOGIA 69

per esigenze e caratteristiche. Mentre i se ne conoscano circa 300 specie, de-


ceppi di Azotobacter raramente si svi- scritte in base alle caratteristiche delle
luppano nelle radici delle piante, Azo- spore che si formano nel terreno o nelle
spirillum e Rhizobium sono considerati radici, si ritiene, in base agli studi di di-
endofti, cioè capaci di penetrare i tes- versità molecolare, che possano essere
suti radicali. Inoltre i ceppi di Rhizobium, alcune migliaia (Perez-Lamarque et al.,
diversamente da quelli di Azospirillum, 2020).
che hanno una elevata gamma di ospiti, Ancora maggiore è la variabilità gene-
sono molto specifci, e possono essere tica e funzionale tra ceppi anche della
usati ciascuno su una o poche specie di stessa specie, che infuisce sui risultati
Fabaceae dove producono i caratteristici dell’interazione con le piante ospiti, e la
noduli azotofssatori. Oltre a aumenta- cui conoscenza è fondamentale per se-
re la disponibilità di azoto per le piante lezionare i microrganismi più idonei per
questi batteri sono spesso in grado, a ciascuna coltura agraria, come dimostra-
seconda dei ceppi considerati, di favorire no numerosi studi (Avio et al., 2018). La
la solubilizzazione del P fssato nel suolo, maggior parte dei formulati commerciali
o di infuire sul bilancio ormonale delle riconosciuti dalla legislazione nazionale
piante, con benefci efetti sulla qualità (D.Lgs. 75/2010) come prodotti ad azio-
dei prodotti. ne specifca su pianta o su suolo, con-
I funghi micorrizici arbuscolari sono con- tengono uno o anche più ceppi di questi
siderati gli attori fondamentali della organismi fungini, che però non sempre
produzione agricola sostenibile, sia per si dimostrano adatti in tutte le condizio-
la loro diffusione, interessando quasi ni. Due altri aspetti che devono essere
tutte le piante orticole, con esclusione considerati quando si intende usare que-
di Brassicaceae (rucola, cavolfori, broc- sti prodotti sono la quantità di funghi
coli) e Amaranthaceae (bietole e spinaci), micorrizici presenti e la presenza di altri
sia per le molteplici azioni benefche che microrganismi, spesso associati alle ife
svolgono, fornendo protezione alle pian- o alle spore fungine, o al loro substrato
te da stress di varia natura, favorendo la di crescita.
disponibilità e l’utilizzo di elementi mi- Per il primo punto bisogna considerare
nerali poco mobili come fosforo, rame e che solo gli inoculanti micorrizici regi-
zinco, e infne contribuendo alla qualità strati come prodotti ad azione su pianta
nutrizionale dei prodotti vegetali, me- (o biostimolanti, DL 75/2010 allegato
diante la modulazione del metabolismo 6.4.1.6) devono riportare un valore mi-
secondario della pianta. Questi funghi, nimo di capacità di colonizzazione della
caratterizzati dalla capacità di colonizza- pianta, mentre per i prodotti definiti
re le radici (Fig. 1) e il suolo circostante, ad azione su suolo (DL 75/2010 allega-
appartengono a un phylum molto anti- to 6.3.6) è obbligatorio quantifcarne la
co, Glomeromycota, che probabilmente presenza (% in peso), ma non è stabilito
ha favorito la colonizzazione delle terre nessun limite inferiore di contenuto, che
emerse da parte delle piante. Sebbene spesso risulta inferiore all’1%.
70 PER FARE UN ORTO

Per quanto riguarda il secondo aspet-


Figura 1 - Radice di lattuga colonizzata da un fungo micorrizico
arbuscolare: si distinguono arbuscoli, ife intercellulari e spore
to, recenti studi hanno mostrato che
intraradicali (foto: Luciano Avio) esiste un microbiota associato alle mi-
corrize, localizzato nella micorrizosfera,
capace di numerose attività benefche
per le piante (Giovannini et al. 2020),
che può sommarsi all’attività benefca
dell’inoculante fungino. In un prodotto
commerciale recentemente analizzato,
sono stati isolati 14 diversi ceppi batte-
rici capaci di produrre auxine e siderofori,
e altri 6 in grado anche di solubilizzare
il fosforo, tutte proprietà presenti nei
PGPM (Agnolucci et al. 2018). In previsio-
ne dell’entrata in vigore delle nuove nor-
mative a livello europeo, l’acquisizione
di queste conoscenze non sarà solo utile
ma probabilmente necessaria per valida-
re gli efetti dei futuri biostimolanti.

Bibliografa
Agnolucci M., Avio L., Pepe A., Turrini A., Cristani C., Bonini P., Cirino V., Colosimo F., Ruzzi M., Giovannetti M. (2018).
Bacteria associated with a commercial mycorrhizal inoculum: community composition and multifunctional activity
as assessed by Illumina sequencing and culture-dependent tools. In: Front Plant Sci 9:1956
Avio L., Turrini A., Giovannetti M., Sbrana C. (2018). Designing the ideotype mycorrhizal symbionts for the production
of healthy food. In: Front Plant Sci 9:1089
Basile B., Rouphael Y., Colla G., Soppelsa S., Andreotti C. (2020). Appraisal of emerging crop management opportunities
in fruit trees, grapevines and berry crops facilitated by the application of biostimulants. In: Sci. Hortic. 267:109330
Giovannini L., Palla M., Agnolucci M., Avio L., Sbrana C., Turrini A., Giovannetti M. (2020). Arbuscular mycorrhizal
fungi and associated microbiota as plant biostimulants: research strategies for the selection of the best performing
inocula. In: Agronomy 10:106
Perez-Lamarque B., Öpik M., Maliet O., Afonso Silva A.C., Selosse M.A., Martos F., Morlon H. (2020). Global drivers of
obligate mycorrhizal symbionts diversifcation. bioRxiv DOI: 10.1101/2020.07.28.224790
ORTOBIOATTIVO E MICROBIOLOGIA 71

Cibo funzionale e microrganismi benefci del suolo


Manuela Giovannetti | Luciano Avio | Alessandra Turrini

Il ruolo positivo svolto dai composti ve- arance, mirtilli, mele, frutti rossi, da glu-
getali, chiamati fitochimici, nella pre- cosinolati contenuti nei cavoli, cavolfori
venzione di alcune malattie e il loro va- e broccoli, e da carotenoidi contenuti in
lore fondamentale per la nostra salute carote, mais e pomodori (Giovannetti,
è risultato sempre più evidente in anni 2009).
recenti. Già nell’antica Grecia il medico Gli studi svolti negli ultimi anni hanno di-
Ippocrate dichiarava “lascia che il cibo mostrato che diversi fattori agronomici
sia la tua medicina e la medicina il tuo sono capaci di modulare la produzione
cibo”. Nel corso dei secoli, fno ad arrivare dei fitochimici benefici da parte delle
ai giorni nostri, gli scienziati hanno inda- piante: genotipo della pianta, irrigazio-
gato il valore nutrizionale del cibo, stu- ne, qualità della luce, tipo di gestione
diandone i vari componenti: i macronu- agronomica, uso di fertilizzanti chimici
trienti come carboidrati, grassi, proteine, e biocidi, qualità del suolo e presenza di
e i micronutrienti come vitamine e so- microrganismi biofertilizzanti e biosti-
stanze minerali. Solo negli ultimi 50 anni molanti nel suolo e nelle radici.
sono stati studiati approfonditamente i Per quanto riguarda il genotipo della
ftochimici, rappresentati da centinaia di pianta, è interessante notare che le con-
sostanze appartenenti a diverse classi centrazioni di un metabolita importante
chimiche e variabili a seconda delle spe- quale l’acido ascorbico variano nelle di-
cie di piante da cui provengono. Queste verse specie, passando da 20-300mg/Kg
sostanze possono prevenire diverse pa- nelle mele fino a 290-800mg/Kg nei
tologie, tra cui malattie cardiovascolari kiwi, anche in dipendenza della varietà.
e metaboliche, patologie infammatorie Per quanto riguarda la gestione agrono-
e cancro, mostrando azioni le più diver- mica, molti studi hanno dimostrato che
se nel nostro organismo, come attività il contenuto in polifenoli dei prodotti
antiossidanti o antimicrobiche, attività vegetali è più elevato quando derivano
contro radicali liberi e su enzimi detossi- da coltivazioni biologiche rispetto alle
fcanti e sistema ormonale, incremento convenzionali. Una recente meta-analisi
della comunicazione cellulare, detossi- basata su 343 pubblicazioni scientifche
fcazione di sostanze cancerogene. Ma ha mostrato che i prodotti ottenuti da
quali sono queste sostanze fitochimi- agricoltura biologica contengono il 26%
che? Sono rappresentate da polifenoli in più di favoni, il 50% in più di favonoli
come favoni e antocianine presenti in e il 51% in più di antocianine.
72 PER FARE UN ORTO

Solo molto recentemente hanno trovato famiglie, generi e specie diverse (Fig. 1)
ampie conferme gli studi sul ruolo posi- (Giovannetti et al., 2008).
tivo svolto dai microrganismi simbionti La simbiosi micorrizica induce nelle pian-
nella promozione del valore nutrizionale te ospiti cambiamenti a livello cellulare
e nutraceutico dei prodotti vegetali. Qua- e metabolico che aumentano il valore
li sono questi microrganismi? Sono fun- nutraceutico del cibo da esse derivato. È
ghi flamentosi che stabiliscono simbiosi interessante in questa sede citare alcuni
mutualistiche con le radici della maggior casi studio, derivati da ricerche efettua-
parte delle piante terrestri e che prendo- te nei nostri laboratori. Il primo caso ri-
no il nome di simbiosi micorriziche. Tra i guarda il carciofo: nei nostri lavori abbia-
vari tipi di micorrize conosciute, il più im- mo dimostrato che le foglie dei carciof
portante è rappresentato dalle micorrize prodotti da piante micorrizate contene-
arbuscolari (MA), presenti nell’80% delle vano più alti livelli di polifenoli e mostra-
specie coltivate, tra cui cereali, legumi, vano un signifcativo aumento dell’atti-
alberi da frutta, ortaggi, girasole, tabac- vità antiossidante (Avio et al., 2020).
co, cotone, canna da zucchero. I funghi Nel caso del pomodoro, i frutti originati
micorrizici ricevono zuccheri dalla pianta da piante micorrizate contenevano non
ospite, in cambio di nutrienti minerali solo il 59% in più di fosforo, ma anche
che assorbono dal suolo e traslocano alla il 18,5% in più di licopene (Giovannetti
pianta, attraverso una ftta rete di ife et al., 2012). Anche nella lattuga a foglia
extraradicali che dalla radice colonizza- rossa micorrizata si riscontravano livelli
ta si estende nell’ambiente circostante. più elevati di antocianine e un signifca-
Questa rete di ife rappresenta la strut- tivo aumento dell’attività antiossidante.
tura chiave per la crescita e la nutrizione Quest’ultimo studio ha evidenziato un
delle piante. È stata defnita dalla rivista aspetto molto interessante relativo alla
scientifca Nature “wood wide web”, mi- diversità funzionale dei funghi simbion-
sura da 3 a 10 metri per grammo di suolo ti: il fungo Rhizoglomus irregulare era
e può connettere piante appartenenti a più efciente di Funneliformis mosseae
nell’aumentare il contenuto di sostan-
Figura 1 - La ftta rete di ife fungine che dalla radice ze salutistiche (Avio et al., 2017). Sulla
micorrizata si estende nel suolo, assorbe i nutrienti minerali e
li trasferisce alla pianta ospite. (foto: Manuela Giovannetti)
base di tali risultati, le ricerche future
si concentreranno sulla selezione delle
specie e dei ceppi di funghi micorrizici
più efcienti nell’aumentare il contenu-
to di metaboliti secondari della pianta
con attività salutistica, da utilizzare per
la produzione di cibo sano e sostenibile
(Avio et al., 2018). È importante sottoli-
neare che l’azione dei funghi MA è sem-
pre complementare a quella dei batteri
ad essi associati, che svolgono funzioni
ORTOBIOATTIVO E MICROBIOLOGIA 73

fondamentali di Plant Growth Promo- rappresentano fattori fondamentali per


ting (PGP) e anche di protezione della la fertilità biologica del suolo, la salute
pianta dai patogeni (Agnolucci et al., delle piante e il valore nutraceutico dei
2020). In conclusione possiamo aferma- prodotti vegetali.
re che i funghi MA e i batteri associati

Bibliografa
Agnolucci M., Avio L., Palla M., Sbrana C., Turrini, A., Giovannetti M. (2020). Health-promoting properties of plant
products: The role of mycorrhizal fungi and associated bacteria. In: Agronomy, 10 (12), 1864
Avio L., Maggini R., Ujvári G., Incrocci L., Giovannetti M., Turrini A. (2020). Phenolics content and antioxidant activity
in the leaves of two artichoke cultivars are diferentially afected by six mycorrhizal symbionts. In: Scientia Horti-
colturae, 264, 109153
Avio L., Sbrana C., Giovannetti M., Frassinetti S. (2017). Arbuscular mycorrhizal fungi afect total phenolics content and
antioxidant activity in leaves of oak leaf lettuce varieties. In: Scientia Horticolturae 224:265–271
Avio L., Turrini A., Giovannetti M., Sbrana C. (2018). Designing the ideotype mycorrhizal symbionts for the production
of healthy food. In: Frontiers in Plant Science, 9: 1089
Giovannetti M. (2008). Structure, extent and functional signifcance of belowground arbuscular mycorrhizal networks.
In: Mycorrhiza, (Ed. Varma A.), Springer-Verlag, Berlin, Heidelberg, pp. 59-72
Giovannetti M. (a cura di) (2009). L’orto della salute. Il valore nutraceutico di frutta o ortaggi. ETS, Pisa
Giovannetti M., Avio L., Barale R., Ceccarelli N., Cristofani R., Iezzi A. et al. (2012). Nutraceutical value and safety of
tomato fruits produced by mycorrhizal plants. In: British Journal of Nutrition, 107, 242-251
74 PER FARE UN ORTO

Uso di Efective Microorganisms EM per migliorare la


qualità e la foritura di bulbose ornamentali
Domenico Prisa

Le Interazioni tra le piante e i cruciali per la biologia delle piante produ-


microrganismi cendo sostanze con un’azione simile agli
Le piante hanno la capacità di infuenza- ormoni delle piante che inducono la dif-
re le comunità batteriche del suolo pro- ferenziazione cellulare, lo sviluppo delle
ducendo essudati radicali specifci per la radici e i cambiamenti nella crescita dei
specie di pianta coltivata. I microrganismi peli radicali. I microrganismi della rizosfe-
sono in grado di utilizzare queste so- ra sono decisivi per la crescita e la difesa
stanze per la loro moltiplicazione e sono delle piante. I rizobatteri possono essere

Figura 1 - Efetto dei Microrganismi EM sulla crescita delle radici di narciso (foto: Domenico Prisa)

CTRL EM
ORTOBIOATTIVO E MICROBIOLOGIA 75

classifcati in organismi extracellulari (eP- colture microbiche di specie miste che co-
GPR) che vivono principalmente nella ri- esistono in un ambiente acido (pH infe-
zosfera e organismi intracellulari (iPGPR) riore a 3,5). Questa selezione microbica
che colonizzano le strutture interne della quando utilizzata è in grado di migliorare
radice. Appartengono a questa tipologia la salute e la resa delle colture aumentan-
di microrganismi gli Efective microorga- do la fotosintesi, producendo sostanze
nisms (EM) caratterizzati da microrgani- bioattive come ormoni ed enzimi, accele-
smi come: batteri lattici - Lactobacillus rando la decomposizione dei materiali or-
plantarum, L. casei, Streptoccus lactis; ganici e controllando le malattie del suolo.
batteri fotosintetici - Rhodopseudomonas I microrganismi EM possono essere inoltre
palustrus, Rhodobacter spaeroides; lieviti utilizzati come agenti di biocontrollo di in-
- Saccharomyces cereviasiae, Candida uti- setti e microrganismi patogeni e svolgono
lis; attinomiceti - Streptomyces albus, S. la funzione di induttori della crescita delle
griseus; funghi fermentanti - Aspergillus piante. Lo scopo di questo lavoro è stato
oryzae, Mucor hiemalis. Gli EM sono quindi quello di utilizzare i rizobatteri promotori
della crescita delle piante (PGPR) per il mi-
Figura 2 - Efetto dei Microrganismi EM sulla crescita delle
glioramento delle caratteristiche colturali,
radici del tulipano (foto: Domenico Prisa) agronomiche e di protezione dai patogeni
delle bulbose ornamentali come il tulipa-
no, fam. Liliacee (Fig. 1) e il narciso, fam.
Amaryllidaceae (Fig. 2).

Esperimento in serra del CREA


Orticoltura e forovivaismo di Pescia
su bulbose ornamentali e condizioni
di coltivazione
Gli esperimenti condotti nelle serre del
CREA-OF di Pescia (PT) sono stati ef-
fettuati utilizzando gli Effective mi-
croorganisms (EM) su bulbi di Narciso
e Tulipano. Le piante sono state poste
in plateau con 54 fori; 162 bulbi per tesi,
divisi in 3 repliche da 54 piante ciascu-
na. Tutte le piante sono state concimate
con un fertilizzante a rilascio controllato
(3kg/m3 Osmocote Pro®, 9-12 mesi con
190g/kg N, 39 g/kg P, 83g/kg K) me-
scolato al terreno di coltura prima del
EM CTRL trapianto. I gruppi sperimentali erano: I)
gruppo di controllo, irrigato con acqua e
76 PER FARE UN ORTO

substrato precedentemente fertilizza- fori. Inoltre, è stata valutata la morta-


to; II) gruppo con Microrganismi Efet- lità dei bulbi causata da Botrytis cinerea.
tivi (EM) irrigato con acqua e substrato
precedentemente fertilizzato, diluizione
1:100 (1L di inoculo EM diluizione 1:100 è Risultati ottenuti sulle bulbose
stato utilizzato per ogni 10L di torba); III) ornamentali con l’uso di Efective
gruppo con batteri benefci (BAC1) irri- microorganisms (EM)
gato con acqua e substrato precedente- La prova ha dimostrato un miglioramen-
mente fertilizzato; IV) gruppo con batte- to signifcativo dei parametri agronomici
ri benefci (BAC2) con acqua e substrato analizzati sulle piante ottenute da bulbi
precedentemente fertilizzato. Durante di Narciso, Iris, Tulipano e Fresia trat-
e alla fne del ciclo di coltivazione sono tati con microrganismi. In particolare,
stati analizzati l’altezza delle piante, il c’è stato un aumento dell’altezza della
peso vegetativo, il peso delle radici, il pianta, del peso vegetativo e delle ra-
peso e il diametro dei bulbi, la durata dei dici, del peso e del diametro del bulbo

Tabella 1 - Valutazione di EM su caratteri agronomici e protezione da patogeni su Narciso

Gruppi Altezza Peso Peso delle Peso della Lampadina Fiori Piante colpite
della vegetativo radici lampadina diametro durata da Botrytis cinerea
pianta
(cm) (g) (g) (g) (cm) (giorni) (n°)
CTRL 32,10 c 25,37 b 21,53 c 13,77 c 4,20 b 5,22 c 2,80 a
EM 35,78 a 30,51 a 25,11 a 17,12 a 5,60 a 8,00 a 0,00 b
BAC1 34,04 b 25,95 b 24,64 ab 14,99 b 4,40 b 6,20 b 0,41 b
BAC2 35,00 ab 26,07 b 24,03 b 14,84 b 4,40 b 5,41 c 0,23 b
ANOVA *** *** *** *** ** *** ***
ANOVA a una via; n.s. - non signifcativo; *,**,*** - signifcativo a P ≤ 0,05, 0,01 e 0,001, rispettivamente; lettere diverse
per lo stesso elemento indicano diferenze signifcative secondo il test di Tukey (HSD) a range multiplo (P = 0,05).
Legenda: (CTRL): controllo; (EM): Microrganismi efettivi; (BAC1): TNC Bactorr s13; (BAC2): Polvere di tarantola Nutrienti
avanzati

Tabella 2 - Valutazione di EM su caratteri agronomici e protezione da patogeni su Tulipano

Gruppi Altezza Peso Peso delle Peso della Lampadina Fiori Piante colpite
della vegetativo radici lampadina diametro durata da Botrytis cinerea
pianta
(cm) (g) (g) (g) (cm) (giorni) (n°)
CTRL 25,94 c 31,13 c 27,62 b 32,93 c 5,66 b 6,83 c 2,00 a
EM 28,78 a 36,58 a 33,02 a 38,25 a 7,21 a 10,81 a 0,20 b
BAC1 27,31 b 32,10 c 32,51 a 35,71 b 5,83 b 7,62 c 0,42 b
BAC2 26,52 c 33,96 b 31,82 a 35,27 b 6,04 b 8,64 b 0,44 b
ANOVA *** *** *** *** *** *** ***
ANOVA a una via; n.s. - non signifcativo; *,**,*** - signifcativo a P ≤ 0,05, 0,01 e 0,001, rispettivamente; lettere diverse
per lo stesso elemento indicano diferenze signifcative secondo il test di Tukey (HSD) a range multiplo (P = 0,05).
Legenda: (CTRL): controllo; (EM): Microrganismi efettivi; (BAC1): TNC Bactorr s13; (BAC2): Polvere di tarantola Nutrienti
avanzati
ORTOBIOATTIVO E MICROBIOLOGIA 77

e della durata del fore. Inoltre, l’uso di biofertilizzanti utilizzati è essenziale per
microrganismi nel terreno di coltura sfruttare l’azione sinergica di vari micro-
ha mostrato un aumento signifcativo bi. Spesso i microrganismi sono specifci,
del biocontrollo della Botrytis cinerea. Il quindi è necessario valutare se sono ef-
trattamento con Microrganismi Efettivi fettivamente funzionali sulla pianta che
(EM) ha mostrato i risultati più signifca- si vuole coltivare. Lo sviluppo di tecniche
tivi per tutti i parametri agronomici ana- di agricoltura sostenibile è guidato dalla
lizzati. È evidente come i microrganismi crescente domanda di prodotti a base
possano migliorare la fertilità del suolo e microbica. La conoscenza delle caratteri-
la produzione delle colture solubilizzan- stiche del suolo e della specifcità dell’o-
do i nutrienti del suolo e rendendoli più spite dei microrganismi è la base per una
disponibili alle radici. Un altro aspetto produzione e applicazione di successo dei
interessante è che normalmente l’uso di prodotti microbici. I biofertilizzanti pos-
inoculanti microbici può essere ridotto sono mantenere la produttività delle col-
nel corso degli anni, perché essi coloniz- ture con un basso impatto ambientale e
zano lentamente le superfci e sono in possono essere un efcace sostituto dei
grado di moltiplicarsi autonomamente. fertilizzanti, in particolare migliorando la
La conoscenza della composizione dei qualità delle specie ornamentali da fore.

Bibliografa
Prisa D., (2019). Microrganismi efcaci per la germinazione e la crescita delle radici in Kalanchoe daigremontiana. In:
World Journal of Advanced Research and Reviews, 3(3):47-53
Prisa D., (2021). Myrtillocactus geometrizans pianta da frutto stimolata con microrganismi efcaci. In: Open Access
Research Journal of Biology and Pharmacy, 1(1):25-32
Thomas L., Singh I., (2019). Biofertilizzanti microbici: Tipi e applicazioni. In: Biofertilizzanti per l’agricoltura sostenibile
e l’ambiente; Springer: Berlin/Heidelberg, Germania, 1-19
78 PER FARE UN ORTO

Possibile utilizzo di Biostimolanti a base di humus di


lombrico liquido per il miglioramento della qualità e della
protezione di piante di basilico
Domenico Prisa

Uso e proprietà dell’humus di sostanza organica ed è composto princi-


lombrico palmente da residui fecali dei lombrichi.
L’humus di lombrico è un materiale Gruppi microbici specifci rispondono in
ammendante di dimensioni fni, simile modo diverso all’ambiente del tratto di-
alla torba, microbiologicamente stabi- gestivo e ci sono efetti selettivi sulla
le e attivo, con un basso rapporto C/N, presenza e/o abbondanza di microrga-
un’alta porosità e un’elevata capacità di nismi durante l’intero passaggio della
ritenzione dell’acqua, contenente molti sostanza organica attraverso il sistema
nutrienti per le piante, le cui forme sono digestivo delle specie di lombrico osser-
facilmente disponibili per la loro nutrizio- vate (E. andrei, E. fetida, E. eugeniae). Ad
ne. Questo materiale risulta dalle intera- esempio, diversi batteri vengono attivati
zioni tra lombrichi e microrganismi che durante il passaggio attraverso l’inte-
avvengono durante la degradazione della stino mentre altri rimangono inattivi o,

Figura 1 - Efetto del biostimolante a base di humus di lombrico liquido sul vigore vegetativo delle piante di basilico.
Legenda: (ON2) humus 2%; (CTRL) controllo (foto: Domenico Prisa)

CTRL ON2 CTRL ON2


ORTOBIOATTIVO E MICROBIOLOGIA 79

altri ancora, vengono digeriti dal lombri-


co (diminuendo così la sua densità di po-
polazione). Questi cambiamenti possono
alterare la fase di decomposizione della Figura 2 - Efetto del biostimolante a base di humus di
lombrico liquido sulla produzione di inforescenze (A) e sulla
sostanza organica poiché la biomas- crescita delle radici (B). Legenda: (ON2) humus 2%; (CTRL)
sa microbica è fortemente influenza- controllo (foto: Domenico Prisa)

ta dall’attività del lombrico. I lombrichi A


influenzano la struttura del compost
formando macropori, che permettono
all’ossigeno di entrare, e aumentano
anche la stabilità dell’humus e la sua
capacità di trattenere l’acqua. In questo
studio, è stata valutata la possibilità di
utilizzare un biostimolante a base di hu-
mus di lombrico liquido per migliorare la
crescita e la qualità delle piante di basili-
co (Ocimum basilicum L.).

Esperimento in serra del CREA


Orticoltura e forovivaismo di
Pescia su basilico e condizioni di
coltivazione
Gli esperimenti condotti nelle serre del
CREA-OF di Pescia (PT), sono stati ef-
fettuati su piante di basilico genovese
(Ocimum basilicum L.). Le piante sono
state poste in vasi ø 12cm; 90 piante per
la tesi sperimentale, divise in 3 repliche ON2 CTRL
di 30 piante ciascuna. Tutte le piante
sono state concimate con un fertilizzan- B
te a rilascio controllato (3kg/m3 Osmoco-
te Pro® 6 mesi con 190g/kg N, 39g/kg P,
83g/kg K) mescolato al terreno di coltura
prima del trapianto. I 3 gruppi sperimen-
tali in coltivazione erano: I) gruppo di
controllo irrigato con acqua e substrato
precedentemente fertilizzato; II) grup-
po con 1% di humus liquido di lombrico
(ON1) e substrato fertilizzato; III) grup- ON2 CTRL
po con 2% di humus liquido di lombrico
80 PER FARE UN ORTO

Tabella 1 - valutazione dell’efetto del biostimolante a base di humus di lombrico liquido sulle piante di basilico

Gruppi Altezza Peso Peso delle Peso della Lampadina Fiori Piante colpite
della vegetativo radici lampadina diametro durata da Botrytis cinerea
pianta
(cm) (g) (g) (g) (cm) (giorni) (n°)
CTRL 56.33 a 44.91 a 45.72 a 35.73 a 2.88 a 1.56 a 2,80 a
ON1 68.44 b 57.83 b 54.23 b 44.19 b 3.66 b 3.11 b 0,00 b
ON2 74.51 c 64.67 c 57.96 c 52.89 c 3.79 b 3.18 b 0,23 b
ANOVA *** *** *** *** *** *** ***
ANOVA a una via; n.s. - non signifcativo; *,**,*** - signifcativo a P ≤ 0,05, 0,01 e 0,001, rispettivamente; lettere diverse
per lo stesso elemento indicano diferenze signifcative secondo il test multiplo di Tukey (HSD) (P = 0,05)

Tabella 2 - valutazione dell’efetto del biostimolante a base di humus di lombrico liquido sulla percentuale di costituenti principali
delle piante di basilico

Gruppi α-pinene β-pinene limonene linalolo borneol


CTRL 0.30 1.88 7.33 46.78 13.44
ON1 0.42 1.94 8.56 49.45 13.90
ON2 0.43 1.93 8.48 49.33 13.67
ANOVA – – – – –
ANOVA a una via; n.s. - non signifcativo; *,**,*** - signifcativo a P ≤ 0,05, 0,01 e 0,001, rispettivamente; lettere diverse
per lo stesso elemento indicano diferenze signifcative secondo il test di Tukey (HSD) a intervalli multipli (P = 0,05).

(ON2) e substrato fertilizzato. Durante Risultati ottenuti sulla crescita e


e alla fne del ciclo di coltivazione sono produzione dei metaboliti delle
stati registrati l’altezza delle piante, il piante
numero di foglie, il peso vegetativo e Il test ha mostrato un aumento signifca-
radicale, il numero di rami e il peso delle tivo dei parametri agronomici analizzati
inforescenze. I campioni dell’olio essen- nelle piante trattate con biostimolante a
ziale ottenuto sono stati analizzati me- base di humus di lombrico liquido (Figg.
diante gascromatografa liquida HPLC-10 1 e 2).
(RECIRC CHILLER 115VAC 1700W). Il cro- Infatti, tutte le piante trattate con hu-
matogramma ottenuto e il rapporto di mus di lombrico liquido hanno mostrato
analisi GC per ogni campione sono stati un aumento significativo dell’altezza
analizzati per calcolare la percentuale dei della pianta, del numero di foglie, del
componenti principali degli oli essenziali peso vegetativo e delle radici, del nume-
(α-pinene, β-pinene, limonene, linalolo, ro di rami e del peso delle inforescenze
borneolo). (Tabella 1). Il test ha anche mostrato un
aumento percentuale dei principali costi-
tuenti delle piante di basilico, nelle tesi
sperimentali trattate con lo stimolante
a base di humus di lombrico (Tabella 2).
ORTOBIOATTIVO E MICROBIOLOGIA 81

Applicazioni dell’humus di lombrico nei substrati, attraverso la loro stimo-


come stimolante sulle piante lazione e promozione della loro attività
L’uso dell’humus di lombrico liquido nella materia organica. L’humus di lom-
può stimolare la fioritura, aumentare brico liquido può inoltre avere efetti di
la biomassa delle piante e delle radici e biocontrollo sugli organismi fungini, in
la produzione e la crescita delle piante. particolare gli estratti di humus di lom-
Può anche aumentare la qualità nutri- brico hanno ridotto la sporulazione di
zionale di alcune colture come è stato il Phytopthora cryptogea, Botrytis cinerea,
caso in questo test sul basilico, dove si è Sclerotinia sclerotium, Corticium rolfsii,
evidenziato un miglioramento signifca- Rhizoctonia solani e Fusarium oxyspo-
tivo nello sviluppo delle piante trattate rum. L’aggiunta di humus di lombrico
e l’aumento della produzione di metabo- nei substrati di germinazione dei semi
liti medicinali. La variabilità degli efetti di pomodoro riduce l’infezione causata
dell’humus di lombrico può dipendere dal da Fusarium lycopersici e Phytopthora
sistema di coltura in cui viene incorpora- nicotianae. L’humus di lombrico quindi
to, che dipende fortemente dalla matrice ha diverse proprietà utilizzabili nella col-
organica di base, dalle specie di lombri- tivazione delle piante, in grado di miglio-
co utilizzate, dai processi produttivi e rare e velocizzare il ciclo di crescita, in-
dall’età del lombrico. Diversi studi dimo- crementare la produttività e le proprietà
strano che i lombrichi possono essere nutraceutiche di foglie, fori e frutti, ga-
agenti importanti in grado di infuenzare rantire una riduzione dei ftofarmaci di
la moltiplicazione di microrganismi utili sintesi per la difesa delle piante.

Bibliografa:
Dominguez J. (2004). Stato dell’arte e nuove prospettive di ricerca sul vermicomposting. In: C.A. Edwards (Ed.). Ear-
thworm Ecology (2nd edition). CRC Press LLC. Pp. 401-424
Lazcano C., Dominguez J. (2010). Efetti del vermicompost come un emendamento di vaso di due specie di piante orna-
mentali coltivate commercialmente. In: Spanish Journal of Agricultural Research 8 (4), 1260-1270
Reynolds J.W. (1994). I lombrichi del mondo, In: Global Diversity, 4: 11-16
Prisa D. (2019). Humus di lombrico per la crescita delle piante vegetali. In: International Journal of Current Multidiscipli-
nary Studies. Vol. 5, Issue,02(A), pp. 968-971
Prabha M.L., Jayraay I.A., Jayraay R., Rao D.S. (2007). Efetto del vermicompost sui parametri di crescita di piante
vegetali e medicinali selezionate. In: Asian Journal of microbiology, Biotechnology and Environmental Sciences,
9(2), 321-326
Ortobioattivo e
nutrizione umana
Ortaggi coltivati con il metodo
“Ortobioattivo”, microbiota intestinale e
salute umana

L’alimentazione. Dalla salute individuale


alla salute del pianeta

Il valore nutrizionale ed ecologico dei


prodotti orticoli

a fanco
Il nasturzio (Tropaeolum majus L.) è una specie apprezzata sia
per il suo valore ornamentale sia per l’uso culinario. Le foglie e
i fori vengono consumati in insalata oppure saltati in padella,
mentre il frutto può essere impiegato come surrogato del
cappero.
(foto: Giulia Torta)
84 PER FARE UN ORTO

Ortaggi coltivati con il metodo Ortobioattivo:


microbiota intestinale e salute umana
Giuditta Pagliai | Francesco Sof

Negli ultimi anni la ricerca in ambito nu- un’entità statica che si mantiene immu-
trizionale sta coinvolgendo sempre più lo tata nel tempo. Numerosi studi hanno
studio del microbiota intestinale, ossia permesso di rivelare diversi fattori in
l’insieme dei microrganismi – batteri, vi- grado di infuenzarne la composizione,
rus e funghi – che colonizzano il nostro tra cui la modalità del parto e di allat-
intestino. Si stima che in totale i microbi tamento, la provenienza geografica,
intestinali siano addirittura 100 trilioni, l’utilizzo di farmaci, l’attività fsica, l’e-
un numero 10 volte superiore a quello ventuale presenza di patologie e soprat-
delle cellule umane, rappresentati da ol- tutto la dieta. Le abitudini alimentari,
tre 5000 specie diferenti, per un totale infatti, infuenzano fortemente il pool
di circa 2kg di peso. I batteri sono i mi- microbico intestinale sia nel breve che
crorganismi dominanti e i principali sono nel lungo periodo. Numerose evidenze
rappresentati da Firmicutes, Bacteroide- hanno dimostrato che una dieta ricca
tes e Actinobacteria. Il microbiota inte- in grassi saturi, con un elevato consu-
stinale svolge numerose ed importanti mo di carboidrati rafnati, carne rossa
funzioni per l’organismo umano: coope- e processata, povera di pesce e alimenti
ra con il sistema immunitario dell’ospi- di origine vegetale, è in grado di modi-
te; funge da barriera contro i patogeni; è fcare profondamente la struttura e le
utile nella conservazione della funziona- funzioni del microbiota intestinale, pro-
lità intestinale; svolge diverse funzioni a vocando uno stato di disbiosi, ossia un’al-
livello metabolico, tra cui l’assorbimento terazione nell’equilibrio tra le varie specie
di nutrienti e la biosintesi di vitamine. microbiche presenti. Questo fenomeno
Considerate tutte queste importanti at- innesca meccanismi pro-infammatori,
tività che i microrganismi svolgono per che possono avere un efetto diretto sul
l’uomo, non sorprende come questi siano sistema immunitario. La disbiosi sembra
un focus di ricerca in un’ampia gamma essere una caratteristica comune di nu-
di patologie croniche, tra cui malattie merose condizioni patologiche tra cui
cardiovascolari, obesità, diabete, ma- obesità, malattie cardiovascolari e can-
lattie infammatorie dell’intestino, ste- cro. Al contrario, la dieta mediterranea
atosi epatica non alcolica e alcuni tipi di o diete vegetariane, caratterizzate da
cancro, in cui sembrano efettivamente un elevato introito di alimenti di origine
avere un ruolo. vegetale, sono tra i modelli dietetici che
Il microbiota intestinale non rappresenta più favoriscono la salute del microbiota
ORTOBIOATTIVO E NUTRIZIONE UMANA 85

intestinale. Ciò che sembra essere deter- L’obiettivo dello studio è stato quello di
minante in questo tipo di regimi dietetici valutare l’efetto potenzialmente bene-
è l’elevata presenza di fbra alimentare, fco dell’assunzione di tali ortaggi sulla
che si ritrova principalmente negli ali- sintomatologia gastrointestinale ed il
menti di origine vegetale come frutta, benessere generale attraverso la modu-
verdura, cereali e legumi. L’organismo lazione del microbiota intestinale. Oltre
umano non possiede gli enzimi necessari a raccomandare ai soggetti in studio di
a degradare la fbra introdotta attraver- mantenere inalterate le proprie abitudi-
so l’alimentazione, pertanto questa so- ni alimentari e lo stile di vita, all’inizio e
stanza raggiunge intatta l’ultimo tratto alla fne dell’intervento sono stati som-
dell’apparato digerente – il colon – dove ministrati dei questionari sulla sinto-
viene degradata dal microbiota intesti- matologia gastrointestinale, al fine di
nale, producendo dei composti benefci rilevare eventuali variazioni in seguito al
per le cellule del colon e per l’intero or- consumo di tali prodotti ed è stato loro
ganismo: gli acidi grassi a catena corta
(butirrato, propionato e acetato). L’azio- Figura 1 - un’insalata di stagione con i prodotti dell’Azienda
Agricola Ortobioattivo: verze e cavolo nero (foto: Monica
ne degli acidi grassi a catena corta è al Marchant)
centro degli efetti metabolici del micro-
biota intestinale sull’organismo. Questi
composti determinano una riduzione del
pH intestinale, condizione che produce
un efetto selettivo nei confronti della
popolazione microbica, ostacolando la
crescita di microrganismi potenzialmen-
te patogeni. Inoltre, gli acidi grassi a
catena corta hanno dimostrato di avere
un ruolo nella riduzione delle citochine
pro-infammatorie, esercitando efetti
immunomodulatori. Per questo motivo,
la composizione del microbiota di chi se-
gue una dieta ricca di cereali – special-
mente se di natura integrale – legumi,
frutta e verdura sembra essere più favo-
revole alla prevenzione di patologie car-
dio-metaboliche e alcuni tipi di cancro.
In questo contesto si inserisce il pro-
getto OBA.NUTRA FOOD che ha visto
la partecipazione di 20 soggetti clini-
camente sani, a cui sono stati sommi-
nistrati ortaggi coltivati con il sistema
Ortobioattivo per un periodo di 2 mesi.
86 PER FARE UN ORTO

richiesto un campione di feci per poter consumo adeguato di alimenti di origi-


efettuare l’analisi del microbiota inte- ne vegetale sia importante per la salute
stinale e degli acidi grassi a catena corta. umana è ormai un concetto universal-
I soggetti sono inoltre stati sottoposti a mente riconosciuto; quello che però an-
misurazione di peso e composizione cor- cora non sappiamo è come – e in che mi-
porea ed è stato loro richiesto un diario sura – le diverse modalità di coltivazione
alimentare di tre giorni, all’inizio e alla possano impattare sul potenziale nutra-
fne dello studio, per poter verifcare che ceutico del prodotto e di conseguenza
i partecipanti avessero efettivamente sullo stato di salute attraverso la modi-
mantenuto inalterate le proprie abitudini fca del microbiota intestinale. L’analisi di
alimentari in termini di introduzione di quest’ultimo e degli acidi grassi a catena
energia, macro-e micronutrienti. Questo corta in soggetti a cui sono stati som-
aspetto è di fondamentale importanza ministrati ortaggi derivanti dal sistema
per poter mantenere come unica variabi- di coltivazione Ortobioattivo consentirà
le il tipo di ortaggi consumati ed evitare di stabilire se, efettivamente, l’assenza
l’infuenza di altri fattori sulla composi- di input chimici ed il mantenimento del-
zione del microbiota intestinale. la sostanza organica e della biodiversità
I risultati derivanti da questo studio, al microbica del suolo possano essere utili
momento ancora in corso e da conclu- non solo da un punto di vista ambientale
dersi entro ottobre 2022, saranno utili a ma anche per la salute umana.
fornire nuovi spunti di rifessione: che un

Bibliografa
David L.A., Maurice C.F., Carmody R.N., Gootenberg D.B., Button J.E., Wolfe B.E., Ling A.V., Devlin A.S., Varma Y.,
Fischbach M.A., Biddinger S.B., Dutton R.J., Turnbaugh P.J. (2014) Diet rapidly and reproducibly alters the human
gut microbiome. In: Nature; 505(7484): 559-63
Makki K., Deehan E.C., Walter J., Backhed F. (2018) The Impact of Dietary Fiber on Gut Microbiota in Host Health and
Disease. In: Cell Host Microbe; 23(6): 705-715
Pagliai G., Russo E., Niccolai E., Dinu M., Di Pilato V., Magrini A., Bartolucci G., Baldi S., Menicatti M., Giusti B., Marcucci
R., Rossolini G.M., Casini A., Sof F., Amedei A. (2020) Infuence of a 3-month low-calorie Mediterranean diet compa-
red to the vegetarian diet on human gut microbiota and SCFA: the CARDIVEG Study. In: Eur J Nutr.; 59(5): 2011-2024
ORTOBIOATTIVO E NUTRIZIONE UMANA 87

L’alimentazione.
Dalla salute individuale
alla salute del pianeta
Armando Sarti

“Il futuro dipende da ciò che noi facciamo e autorità nazionali e internazionali, ma
nel presente” nessuno può tirarsi fuori. Ognuno deve
Mahatma Gandhi fare la propria parte riconsiderando il
proprio stile di vita in ogni aspetto e le
Cosa mettiamo tutti i giorni in bocca è proprie abitudini con un atteggiamento
cruciale non solo per la salute individua- di consapevole sobrietà, evitando il con-
le, ma anche in modo assai rilevante, per sumismo inutile.
la salute e la sostenibilità del pianeta. Se In questo senso le scelte alimentari svol-
ci pensiamo è un potere enorme alla por- gono senza dubbio un ruolo cruciale per
tata di tutti. Il potere della bocca. se stessi e per tutti. Non possiamo adat-
Se in tanti, sempre di più, scegliamo con tarci al cibo spazzatura, responsabile in
attenzione e consapevolezza cosa met- buona parte dell’obesità e di un drastico
terci dentro tre volte al giorno è possibile peggioramento della salute generale,
riorientare la produzione, la distribuzione che impone costi umani, sociali ed eco-
e il consumo del cibo a livello globale, li- nomici non più sostenibili in termini di
mitando i viaggi intercontinentali delle spese mediche e riabilitative crescenti
derrate alimentari inquinanti e di scarsa dei servizi sanitari nazionali.
qualità e sostenendo allo stesso tempo Dobbiamo ribellarci, nel senso etimolo-
la produzione locale di cibo sano, nu- gico del termine, cioè “ritornare al bel-
triente e gustoso. lo” che poi diventa, per quanto riguarda
Se infatti non è facile intervenire perso- il cibo, anche pulito e giusto, per citare
nalmente sulla qualità dell’aria, del suolo Carlo Petrini.
e delle acque è sempre possibile mangia- La scienza ci mette a disposizione una
re e bere bene, ottenendo così vantaggi mole assai consistente di ricerche otte-
consistenti per il mantenimento o il ripri- nute da tutti i maggiori centri di ricer-
stino della salute individuale e per limi- ca del mondo, verifcate e ripetute, per
tare il riscaldamento globale, l’eccessivo chiarire qual è l’alimentazione saluta-
consumo della risorsa idrica e l’auspica- re per gli esseri umani, che è poi anche
bile ripresa del pianeta nel suo insieme. quella tipica delle popolazioni longeve del
È chiaro che sono indispensabili una re- mondo.
visione globale del sistema produttivo e È quella prevalentemente vegetale, si-
interventi consistenti di politica econo- mile a quella mediterranea dei nostri
mica e sociale da parte delle istituzioni nonni senza la monotonia e le eccessive
88 PER FARE UN ORTO

limitazioni imposte dalla povertà, basa- dei vegetali, riducono in modo evidente il
ta su un consumo quotidiano di verdure, rischio cardiovascolare, cioè l’incidenza di
ortaggi, frutta fresca e in guscio, cereali infarti e ictus, e sono attivi anche contro
integrali e legumi, olio extravergine d’oli- il sovrappeso e l’obesità, i tumori, il dia-
va, arricchita dal pesce azzurro e qualche bete, l’artrosi, le malattie degenerative
uovo. neurologiche e l’invecchiamento.
Il consumo di verdure e ortaggi dovrebbe Un ruolo rilevante per la salute umana
essere quotidiano e prevalente nei nostri fsica e psichica lo svolge il microbiota
piatti, variando il più possibile la scelta intestinale, cioè l’insieme delle popola-
dei vegetali di stagione. Ogni colore de- zioni batteriche che albergano nel siste-
gli alimenti vegetali rivela la presenza di ma digerente, che risente in modo favo-
tante sostanze benefche per la salute revole dell’apporto di verdure, ortaggi,
umana, ad attività protettiva. Questi frutta, legumi e cereali integrali. Non a
composti, insieme al contenuto di fbre caso attualmente si considera l’intestino
come un secondo cervello, per la presen-
Figura 1 - Anche il contesto del consumo di alimenti è za massiccia di tessuto nervoso e per le
importante e facilita il senso di sazietà, la digestione e il
benessere (foto: Armando Sarti) strette connessioni nervose e umorali
che ha con il cervello cranico, con forti
ripercussioni sul benessere generale, la
vita psichica e l’umore.
I concetti essenziali della sana alimenta-
zione sono la qualità, la limitazione delle
quantità di cibo, la varietà e la stagio-
nalità, valorizzando sempre più la produ-
zione locale e la fliera corta dei gruppi di
acquisto e dei tanti mercati rionali, a tut-
to vantaggio dei produttori locali che con
passione e impegno, senza il sovrapprez-
zo imposto dagli intermediari, propongo-
no cibo sano a un costo accettabile.
È preferibile cucinare personalmente i
propri piatti. Così siamo sicuri degli in-
gredienti utilizzati e della corretta cottu-
ra, senza eccedere con le quantità. Man-
giare bene cioè, ma di meno, evitando
così anche l’inaccettabile vergogna dello
spreco alimentare.
Sia per la salute individuale che per l’am-
biente bisogna ridurre drasticamente il
consumo di prodotti animali, soprattut-
to di carni rosse e conservate. In questo
ORTOBIOATTIVO E NUTRIZIONE UMANA 89

modo possiamo contribuire alla riduzione olio o cereali integrali in chicco o sofa-
consistente dei gas serra e del consumo ti in bevanda preferibilmente vegetale,
di acqua, riorientando allo stesso tempo con frutta fresca e secca rappresenta un
la produzione agricola per sfamare l’u- buon inizio di giornata.
manità. Attualmente infatti gran parte Il pranzo può essere quantitativamente
delle coltivazioni, soprattutto di mais e abbastanza consistente, mentre la cena
soia, sono utilizzate per gli allevamenti è preferibile che sia leggera, come so-
intensivi di bovini e suini. stiene anche la saggezza popolare: “co-
È altrettanto importante ridurre dra- lazione da re, pranzo da principe e cena
sticamente il consumo di zucchero e da povero”. Una cena ricca di calorie si
di dolci, rinunciando del tutto al cibo trasforma rapidamente in grasso data la
spazzatura (gran parte delle merendine, normale riduzione del metabolismo e dei
caramelle, dolciumi, snack) e a quello in- consumi energetici nelle ore notturne.
dustriale già pronto della grande distri- Il pranzo può essere rappresentato da
buzione, pieno di grassi nocivi, zucchero un piatto di pasta o riso integrale o da
e sale. La triade grassi, sale e zucchero, uno o due uova con verdure e una fetta
che dà in bocca una transitoria sensa- di pane, oppure da una porzione di legu-
zione di sapidità, è alla base di tutto il mi. Per l’adulto che non svolge attività
cibo spazzatura, crea dipendenza ed è fsica pesante la quantità di pasta secca
responsabile di tanti gravi problemi di è di 50-70 grammi. Per rendere il piatto
salute della popolazione. Anche il sale va meno scarno è preferibile associare alla
limitato, evitando di tenerlo a tavola ed pasta verdure di stagione o legumi, per
utilizzando dosi ridotte in cottura. fnire con un frutto di stagione.
La scelta biologica del cibo non riguarda La cena leggera, preferibilmente a base
soltanto la drastica riduzione della chi- di verdure e ortaggi, con una piccola
mica nociva che inquina pesantemente porzione di legumi. In alternativa il pe-
la nostra alimentazione. È un approccio sce pescato sostenibile, preferibilmente
etico generale che favorisce la rigenera- quello azzurro, come sgombri, acciughe
zione del suolo, l’economia sostenibile, il e sardine, oppure una porzione scarsa di
benessere animale, il contenuto di nu- carne bianca biologica (pollo o tacchino).
trienti e il sapore degli alimenti, mentre Chi vuole perdere peso in salute può op-
contrasta l’agricoltura chimica e gli alle- tare anche per una cena di sole verdure,
vamenti intensivi. condite con limone e olio, con una sola
Un approccio sano all’alimentazione non fetta di pane integrale. Si tratta di abi-
si limita a cosa e quanto. Conta anche tuarsi per gradi, prima cena leggera, poi
quando e come. sole verdure. Il semi-digiuno vero e pro-
La colazione non dovrebbe essere salta- prio, ad esempio solo una tisana senza
ta, l’organismo al mattino è nella condi- zucchero alla sera, deve essere imposta-
zione migliore per digerire ed utilizzare to dal medico che tiene conto delle ca-
gli alimenti. La migliore colazione è quel- ratteristiche individuali e non è adatto
la salata, o almeno poco dolce. Pane e a tutti.
90 PER FARE UN ORTO

Anche il contesto del consumo di ali- buona compagnia, facilita il senso di sa-
menti è importante, un atteggiamento zietà, la digestione e il benessere (Fig. 1)
positivo di apprezzamento per quello Non c’ è più molto tempo per salvare il
che portiamo nel piatto, il mangiare con nostro pianeta dalla crisi attuale, am-
tranquillità, allontanando TV, tablet e bientale e morale. Il cibo è uno degli
cellulari, apprezzando e masticando len- aspetti principali ed è alla portata di
tamente ogni boccone, se possibile in tutti.

Bibliografa
GBD 2017 Diet Collaborators. Health Efects of Dietary Risks in 195 Countries, 1990-2017: A Systematic Analysis for
the Global Burden of Disease Study 2017. The Lancet 2019; 393(10184): 1958-1972. DOI: https://doi.org/10.1016/
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food systems. In: The Lancet Commissions, Vol. 393, Issue 10170: 447-492, DOI: https://doi.org/10.1016/
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Sitografa
European Commission (2020) Farm to Fork Strategy. For a fair, healthy and environmentally-friendly food system.
https://ec.europa.eu/food/horizontal-topics/farm-fork-strategy_it
ORTOBIOATTIVO E NUTRIZIONE UMANA 91

Il valore nutrizionale ed ecologico dei prodotti orticoli


Nicolò Gallo Curcio

Introduzione Verdure e ortaggi possiedono poche calo-


Una delle indicazioni dietetiche più di- rie per unità di peso e di volume; possono
sattese riguarda il consumo di vegetali, così sostituire altri alimenti più calorici e
pilastro fondamentale di una dieta sana contribuire a un precoce raggiungimento
e sostenibile. Poiché l’obiettivo è quello del senso di sazietà a breve termine (os-
di garantire la salute per tutti gli indi- sia all’interno del pasto) e lungo termine
vidui, occorre inserire il miglioramento (nell’intervallo tra i pasti), grazie all’ef-
delle abitudini alimentari in un contesto fetto della masticazione e al loro elevato
più ampio che abbraccia anche gli aspetti contenuto di fbra.
ambientali e socioeconomici. Nella dieta italiana i vegetali ricoprono
Data l’importanza delle scelte alimentari circa la metà dell’apporto giornaliero di
del singolo e delle ripercussioni socioeco- fibra alimentare. Alcuni dei composti
nomiche e ambientali di queste, si ritiene
che la sensibilizzazione dei consumatori Figura 1 - Radicchio rosso, tipico ortaggio invernale ricco di
verso una corretta alimentazione e la scel- antociani coltivato con il metodo Ortobioattivo (foto: Giulia
Torta)
ta di prodotti ottenuti in maniera sosteni-
bile possa costituire un importante stru-
mento di diffusione di comportamenti
virtuosi verso l’ambiente e la collettività.

I vegetali nell’alimentazione
Le linee guida internazionali concordano
nel defnire i 400g/die di vegetali come
l’obiettivo minimo di salute pubblica per
la prevenzione delle malattie croniche; nel
rispetto delle abitudini alimentari preva-
lenti nel nostro Paese, questi sono stati
suddivisi in due porzioni da 200g, abitual-
mente consumate a pranzo e a cena, seb-
bene nulla vieti di mangiarne di più, nel
rispetto però dell’equilibrio complessivo
della dieta.
92 PER FARE UN ORTO
ORTOBIOATTIVO E NUTRIZIONE UMANA 93

riconducibili a essa (cellulosa, emicellu- I principali metaboliti secondari di verdure e ortaggi


(fonte: Linee Guida per una Sana Alimentazione, 4
losa e lignina) sono insolubili in acqua e maggio 2020)
agiscono prevalentemente sul funzio- Carotenoidi
namento del tratto gastrointestinale, α- e β-carotene Verdure arancioni (carote,
zucche, ecc.) e verde scuro
facilitando il transito del bolo alimentare (bieta, lattuga, spinaci, ecc.)
e l’evacuazione delle feci. Altri (pectine, Licopene Pomodori
gomme e mucillagini) sono solubili in ac- Luteina Broccoli, cavoli, piselli,
spinaci e zucchine
qua, nella quale formano dei gel aumen-
Polifenoli
tando quindi il volume fecale, diminuen- Flavonoidi
done la consistenza; inoltre riducono e Flavonoli (quercetina, Broccoli, cavolo riccio, cipolla
rallentano in piccola parte l’assorbimento kaempferolo, miricetina, e porri
ecc.)
di zuccheri e grassi, contribuendo così al Antocianine Rape rosse
controllo della glicemia e della colestero- Non favonoidi
lemia. La fbra poi, essendo nutrimento Lignani Asparagi, broccoli e carote
della popolazione microbica intestinale, Glucosinolati e derivati Aglio, broccoli, cavoli,
(isotiocianati, ditioltioni, cavolfori, cavolini di
agisce come prebiotico. allilsolfuro, indoli) Bruxelles, cipolla, crescione,
I prodotti ortofrutticoli sono un’ottima rapanelli, rape, rafano e
rucola
fonte di vitamine idrosolubili (biotina,
folati, ribofavina, vitamina C) e liposo- Risultano però da chiarire molti aspetti
lubili (A, E, K). Il corredo di sali minera- legati alla biodisponibilità, al metaboli-
li (calcio, magnesio, potassio e ferro in smo, alla compartimentalizzazione, all’e-
primis) è anch’esso ricco. Oltre all’eleva- screzione, all’interazione con la matrice
ta concentrazione di micronutrienti, le alimentare, con i nutrienti e gli altri com-
proprietà benefche di verdure e ortaggi posti d’interesse nutrizionale; inoltre, la
sembrerebbero dovute alla presenza di risposta dei singoli individui all’assunzio-
importanti componenti minori, i meta- ne di ftochimici può essere infuenzata
boliti secondari delle piante – sostanze anche da fattori genetici. Per delineare
dalla composizione chimica eterogenea un possibile meccanismo d’azione si do-
che hanno in comune il fatto di non aver vrà attendere che la scienza ne individui
funzione né energetica né plastica per le principali forme circolanti e ne descriva
l’organismo, pur riconoscendo loro una le attività sulla fsiologia umana.
determinata azione biochimica.

Vegetali e ambiente
Nonostante lo stretto legame dell’ali-
mentazione con la salute dell’uomo e
dell’ecosistema, la mancanza di obiet-
tivi condivisi circa una dieta sana e una
produzione sostenibile ha fnora osta-
a fanco
Gocce di pioggia impreziosiscono una foglia di verza rossa
colato i tentativi di transizione ecologi-
(foto: Giulia Torta) ca del sistema alimentare globale. Per
94 PER FARE UN ORTO

rispondere a questa esigenza, la Com- Composti fenolici


missione EAT-Lancet ha elaborato delle I risultati suggeriscono che il passaggio
linee guida internazionali identifcando dal consumo verdure e ortaggi conven-
uno spazio operativo sicuro, i cui conf- zionali a quelli biologici comporterebbe
ni sono sanciti dal soddisfacimento dei un aumento, a parità di kilocalorie, del
fabbisogni nutrizionali e dalla produzione 20-40% dei livelli dietetici di composti
sostenibile. Operare al di fuori di questo fenolici, e ciò risulterebbe signifcativo
territorio signifca aumentare il rischio di in termini nutrizionali qualora, in ricer-
danni alla salute umana e alla stabilità che future, venissero confermati gli ef-
del pianeta. fetti positivi di tali molecole sulla salute
Dovrà verifcarsi la trasformazione dei umana.
modelli alimentari esistenti, e questo
comporterà il raddoppio del consumo
di frutta fresca, verdura, legumi, frut- Frazione azotata non proteica
ta secca a guscio e un conseguente di- I contenuti di azoto, nitrati e nitriti nel-
mezzamento dell’assunzione di zuccheri le colture biologiche risultano inferiori
aggiunti e carne rossa (principalmente (–10%, –30% e –87%), in maniera coe-
riducendone il consumo eccessivo nei rente con il divieto di utilizzo di fertiliz-
paesi più ricchi). zanti a base di azoto nelle aziende bio-
logiche. L’elevata presenza di nitrati e
nitriti negli alimenti è ritenuta nociva in
Verdure e ortaggi biologici quanto fattore di rischio per il cancro allo
Il metodo biologico è una pratica di ge- stomaco e l’aumento della metaemoglo-
stione agricola che mira a riequilibrare la binemia; il minor contenuto nei vegetali
convivenza tra uomo e ambiente, in linea ottenuti con il metodo biologico è perciò
con gli obiettivi defniti dalla Commissio- desiderabile.
ne EAT-Lancet. Un ampio confronto sulla
composizione chimica tra vegetali biolo-
gici e convenzionali ha mostrato poche Metalli tossici e pesticidi
differenze in termini di composizione Sono state testimoniate concentrazio-
della dieta per quanto riguarda macro- e ni inferiori di cadmio (–48%). Il cadmio
micronutrienti; tuttavia, è interessante è un metallo tossico (in particolare a li-
osservare come le peculiari strategie di vello renale) per il quale la Commissione
gestione agricola influenzino notevol- europea ha fssato dei livelli massimi di
mente la presenza di alcuni composti chi- residui negli alimenti. Le concentrazioni
mici, le cui concentrazioni possono avere inferiori riscontrate nelle colture biologi-
degli efetti sulla salute dell’uomo. che sono pertanto auspicabili.
La frequenza di riscontro dei residui di f-
tosanitari è del 46% nelle colture conven-
zionali e del 11% nelle colture biologiche.
Dal momento che diversi insetticidi ed
ORTOBIOATTIVO E NUTRIZIONE UMANA 95

erbicidi organofosforici sono stati riclas- più sostenibile.


sifcati dall’Agenzia internazionale per la Un’alimentazione a base di alimenti bio-
ricerca sul cancro (IARC) dell’OMS come logici - oltre a rispettare l’ambiente - po-
“probabilmente cancerogeni”, una ridotta trebbe costituire un vantaggio in termini
esposizione può giovare alla salute. di benessere se si considera la minore
esposizione ad alcuni agenti tossici, non-
ché la maggiore concentrazione di com-
Conclusioni posti bioattivi. Sul ruolo nutrizionale di
La peculiare composizione chimica di ver- questi ultimi, tuttavia, non c’è ancora
dure e ortaggi fa di questa categoria di sufciente chiarezza.
alimenti un pilastro fondamentale per il Gli alimenti non sono somme di molecole,
raggiungimento degli obiettivi nutrizio- quanto piuttosto una miscela eterogenea
nali per alcuni importanti micronutrien- di componenti di interesse nutrizionale, i
ti e per il mantenimento dello stato di cui efetti protettivi sono ascrivibili alla
salute. loro azione congiunta e sinergica.
La necessità di soddisfare i fabbisogni L’unico stratagemma dietetico efcace
energetici e nutrizionali di una popola- nel concorrere allo stato di salute rimane
zione mondiale in continua espansione un regime alimentare vario ed equilibra-
rappresenta la sfda principale del nostro to. In ogni caso, poiché le scelte alimen-
secolo. Il modello alimentare teorizzato tari devono tener conto dell’integrità
dalla commissione EAT-Lancet mira a dell’uomo, degli animali e dell’ambiente,
ridurre morbilità e mortalità, promuo- il consumo di alimenti biologici è auspi-
vendo al contempo la trasformazione cabile in virtù della sostenibilità di tale
radicale del sistema produttivo in ottica pratica di gestione agricola.

Bibliografa
Baranski, M., Srednicka-Tober, D., Volakakis, N., Seal, C., Sanderson, R., Stewart, G., Skwarło-Sonta, K. (2014). Higher
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Safety Authority: https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.2903/j.efsa.2020.6290
SINU. (2018). LARN - Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana. IV Revisione.
Milano: SICS Editore Srl
Ortobioattivo e
agrobiodiversità
Coltivare conservando: l’esperienza
Fagioli della Lucchesia

Un BioOrto sul tetto della FAO a Roma

Bergamo, la Valle della Biodiversità e la


biodiversità in agricoltura

a fanco
I caratteristici frutti eduli del Cucamelon (Melothria scabra
Naudin), una specie originaria del Messico e appartenente
alla famiglia delle Cucurbitaceae. Questa pianta era già nota
alle civiltà precolombiane, ma durante la conquista spagnola
rischiò di scomparire: se è giunta fno a noi è solo grazie
all’orto di qualche indios. Oggi viene coltivata e propagata
annualmente nelle aiuole dell’Orto botanico di Firenze
(foto: Giulia Torta)
98 PER FARE UN ORTO

Conservare coltivando:
l’esperienza Fagioli della Lucchesia
Marco Del Pistoia

Il territorio della Lucchesia è caratteriz- un’agricoltura da autoconsumo ad una


zato dalla presenza di aziende agricole rivolta al mercato. Questo fenomeno
di piccole dimensioni con i terreni distri- ha portato il territorio a ridurre la va-
buiti a macchia di leopardo collocate in rietà delle produzioni orticole. Al tempo
un ambiente fortemente antropizzato stesso le caratteristiche strutturali delle
con una consistente presenza di attività aziende hanno consentito la conserva-
industriali e del terziario. zione dei prodotti tradizionali, rivolti ad
Negli anni ’60 lo sviluppo industriale un mercato strettamente locale, prima
(che ha assorbito la manodopera agri- della loro estinzione.
cola) e la meccanizzazione dell’agricol- Negli anni ’80 sulla spinta di alcune as-
tura hanno determinato il passaggio da sociazioni come Slow Food, fra le prime

Figura 1 - La diversità del Fagiolo Rosso di Lucca (foto: Roberto Giomi)


ORTOBIOATTIVO E AGROBIODIVERSITÀ 99

a parlare di salvaguardia della biodiver- rendesse la coltura economicamente


sità, la pubblica amministrazione, nelle sostenibile. L’esperimento si è dimo-
sue articolazioni territoriali, ha iniziato strato interessante anche per la soddi-
un lavoro di mappatura e di recupero dei sfazione dei produttori di intraprendere
prodotti tradizionali favorito anche dalla un’iniziativa originale, per loro motivo di
riscoperta della cucina del territorio. orgoglio e, mossi da questa esperienza, i
Nel nostro caso la Regione Toscana con due produttori sono andati alla ricerca di
ARSIA, l’Agenzia per lo Sviluppo e l’Inno- altri ecotipi locali (Fagiolo Rosso e Fagio-
vazione in Agricoltura, ha intrapreso una lo Scritto di Lucca) riuscendo a reperirne
serie di iniziative per salvaguardare la piccole quantità da appassionati che li
biodiversità, sviluppando progetti assie- coltivavano nei loro orti familiari. Dopo
me alle realtà associative, ed in questo alcuni anni di sola riproduzione del seme
ambito sono nati i progetti di recupero i legumi sono stati riportati sul merca-
e valorizzazione delle varietà orticole to suscitando l’interesse del territorio
della Lucchesia. Nel triennio 2003-2005 ed indicando una strada anche agli altri
l’Associazione Coltivatori Custodi e Slow produttori.
Food hanno sviluppato un progetto per Il rinato interesse del territorio per i Fa-
il recupero, tutela e valorizzazione dei gioli della Lucchesia ha fatto emergere
Fagioli della Lucchesia e nel 2007 uno l’ottima reputazione ed il riconoscimento
per il recupero e valorizzazione del Po- tributato storicamente dai territori limi-
modoro Canestrino di Lucca. Entrambe trof a questi prodotti e, di qui, lo stimolo
finanziate da ARSIA, le attività sono a cercare di comprendere che ruolo aves-
partite da indagini sul territorio, ricerche sero avuto nell’economia del territorio,
bibliografche e di archivio e raccolta di nelle pratiche agricole ed in cucina con
testimonianze orali, per defnire carat- gli innumerevoli piatti della tradizione in
teristiche, raccogliere storie, indagare cui sono presenti.
aspetti tecnici di coltivazione e caratte- Per approfondire il tema il progetto svi-
ristiche organolettiche per ritornare poi luppato con ARSIA ha fornito l’opportu-
al territorio con una narrazione che met- nità per avviare un recupero culturale del
tesse in evidenza il carattere identitario loro valore identitario e tradizionale.
e di appartenenza alla comunità di questi Il progetto ha ottenuto i risultati attesi
prodotti. sia perché ha ulteriormente stimolato i
La significativa esperienza del pro- produttori ma anche perché ne ha mo-
getto sui Fagioli della Lucchesia indi- tivati altri inducendoli ad intraprendere
ca una strada per la salvaguardia della quella strada con l’orgoglio di essere pro-
biodiversità. tagonisti di un processo condiviso con la
Il percorso è partito dall’idea di due pro- comunità territoriale. Un cambio di para-
duttori, Renzo Del Prete e Giovanni Gio- digma: i produttori si sentono partner e
vannoni, decisi a recuperare la produzio- non in competizione fra di loro e clienti,
ne del Fagiolo Cannellino di San Ginese, ristoratori, commercianti e co-produttori
adottando una tecnica produttiva che non si sentono controparti ma “partner”!
100 PER FARE UN ORTO

Si sono create le condizioni per passare prodotti del territorio, le Istituzioni si


dalla logica della Competizione a quella sono sentite motivate ad intraprendere
della Solidarietà. iniziative di sostegno convinte di poter
La realizzazione del progetto ha visto il così sviluppare le economie locali e la
coinvolgimento di diversi soggetti: l’En- valorizzazione del territorio, gli stessi
te Pubblico, in particolare (ma non solo) co-produttori hanno potuto riappro-
la Regione Toscana; una struttura as- priarsi di cibi identitari e tradizionali del
sociativa locale (Cooperativa L’Unitaria) territorio.
che ha messo a disposizione competenze Sull’esempio del fagiolo Rosso di Lucca e
tecniche e strutture per la gestione as- degli altri Fagioli sono aumentate le pro-
sociata delle fasi post raccolta fno alla duzioni di Legumi e il numero di produt-
commercializzazione e ha sviluppato tori e nello stesso tempo si sono svilup-
iniziative di promozione e valorizzazio- pati altri progetti di recupero di ortaggi
ne; l’associazione Slow Food che, attra- tradizionali quali il Pomodoro Canestrino
verso i suoi progetti, Presìdi, Alleanza di Lucca, Presìdio Slow Food, Cardo Gob-
dei Cuochi, Mercati della Terra, Educa- bo Lucchese, Rapini, Cavolo Nero Riccio
zione, ha contribuito a mettere in rilievo Lucchese “Braschetta”, Cipolla Lucche-
il lavoro fatto; gli educatori attraverso se, Barbe di Prete ed ancora altri che,
i progetti legati alle comunità scolasti- presenti nel repertorio delle produzioni
che; infne i Ristoratori, i Commercianti tradizionali della Toscana, sono stati re-
e i Co-produttori. cuperati e riportati sul mercato.
Significativo il percorso riassumibile “Conservare coltivando” è un concetto
in queste tappe temporali: dal 2003 al fondamentale per la conservazione del
2005 si sviluppa il Progetto di Recupero germoplasma e per questo i recuperi
e Valorizzazione Fagioli della Lucchesia; vanno accompagnati da progetti di pro-
nel 2004 è nata la Comunità Slow Food mozione e valorizzazione con una parti-
dei Produttori di Fagioli della Lucchesia; colare attenzione al rispetto del territo-
nel 2006 nasce la Condotta di Slow Food rio: se è importante conservare l’identità
che ha portato sul territorio la proget- utilizzando le diverse potenzialità del
tualità associativa; nel 2012 con il con- territorio è fondamentale che i prodotti
tributo dei Cuochi dell’Alleanza Slow locali tradizionali “nutrano” il territorio e
Food nasce il Presìdio del Fagiolo Rosso non diventino cibi “testimonial” destina-
di Lucca e l’Associazione dei produttori ti a pochi. Va assolutamente evitato che
di Legumi della Lucchesia “Il Rosso e i uno solo o pochi prodotti monopolizzino
Suoi Fratelli”. i terreni agricoli e va invece favorita la di-
La nascita del Presìdio e tutto il percorso versità delle produzioni in armonia con il
che l’ha accompagnata è risultata aggre- territorio rispondendo al suo fabbisogno
gante per il territorio e così la Comunità nutritivo nel rispetto delle risorse natu-
è cresciuta: sono aumentati i produt- rali e del paesaggio.
tori; i ristoratori e commercianti hanno I risultati da conseguire durante il per-
colto l’importanza di poter presentare corso vanno dalla salvaguardia della
ORTOBIOATTIVO E AGROBIODIVERSITÀ 101

biodiversità allo sviluppo delle buone relazioni e dall’afetto e si basa sui prin-
pratiche agricole, dalla crescita del con- cìpi di salvaguardia della Biodiversità, di-
sumo locale allo sviluppo delle relazioni ritto al piacere per tutti, Etica, Sobrietà,
fra produttori, dalla crescita consapevole Responsabilità. Su questa base si svilup-
dei consumatori alla realizzazione della pano progettualità in modo spontaneo
Rete che diventa Comunità e che si in- legate alla divulgazione e promozione
contra con altre Comunità. del valore dei Legumi dal punto di vista
Non è certo un caso che l’evoluzione del nutrizionale, al rispetto per l’ambiente
progetto dei Legumi abbia dato il via alla e per la fertilità del terreno, per fornire
nascita della Rete Slow Beans, Comunità proteine a basso costo e per le notevoli
di produttori di Legumi tradizionali. Nata caratteristiche sensoriali.
nel 2010 come manifestazione monote- In sintesi i processi di conservazione del
matica si è poi sviluppata in Comunità. Germoplasma e salvaguardia della Bio-
Dal 2013 la manifestazione è diventata diversità si possono attuare se riuscia-
itinerante coinvolgendo altri soggetti mo ad attivare il territorio aggregando
e Comunità trasmettendo loro il mes- soggetti anche molto diversi fra di loro:
saggio che i partecipanti alla Comunità sono queste stesse diferenze e questi
Leguminosa propongono nel loro mani- diversi obiettivi che ci possono aiutare a
festo fondativo: la Rete Slow Beans si realizzare un percorso davvero condiviso
dichiara anarchica e acefala guidata dalle in tutta la Comunità.

Sitografa
ARSIA Regione Toscana (2008) I fagioli della Lucchesia. Manuale. http://germoplasma.arsia.toscana.it//Germo_
Img/8_3_1248951842.pdf
Rete Slow Beans: Slow Beans la rete dei legumi di Slow Food https://www.slowfood.it/slow-beans/
Fagiolo Rosso di Lucca Fagiolo rosso di Lucca - Presìdi Slow Food - Fondazione Slow Food https://www.fondazione-
slowfood.com/it/presidi-slow-food/fagiolo-rosso-di-lucca/
Pomodoro Canestrino di Lucca Pomodoro canestrino di Lucca - Presìdi Slow Food - Fondazione Slow Food https://
www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/pomodoro-canestrino-di-lucca/
102 PER FARE UN ORTO

Un BioOrto sul tetto della FAO a Roma


Carlo Murer | Fabio Attorre | Sandro Bonacquisti | Antonio Capriglia
Paolo di Croce | Federico Di Vincenzo | Alessandro Donati | Gianmarco Grippo
Nicola Nescatelli | Andrea Procaccini | Marco Stefanelli

Orticoltura urbana biologica in BioOrto alla coltivazione di antiche va-


centro a Roma, coltivando, con rietà della tradizione regionale italiana,
la tecnologia, antiche varietà con particolare attenzione alle varietà di
montane, presidi Slow Food montagna, quali ad esempio il Fagiolo di
e ortaggi montani a rischio di Lamon e della Vallata Bellunese IGP e la
estinzione patata Turchese presidio SlowFood.
La pluriennale collaborazione tra il Se-
gretariato FAO della Mountain Part-
nership, La Sapienza - Orto Botanico di I partner del progetto
Roma, NaturaSì ed Ecobubble, ha lancia- Il BioOrto è un’iniziativa ideata e pro-
to questa proposta: esplorare la possibi- mossa dal Segretariato FAO della Moun-
lità di replicare giardini pensili biologici in tain Partnership, con la collaborazione di
realtà urbane e montane, per alleviare la NaturaSì, Università La Sapienza - Orto
carenza di cibo lì dove la terra coltivabile botanico di Roma, la startup Ecobubble
è più scarsa, sostenendo la lotta contro e Slow Food, in qualità di membri della
il riscaldamento globale e sviluppando Mountain Partnership, alleanza volon-
semi, quindi varietà, resilienti al clima taria dell’ONU per il miglioramento della
che cambia e al progressivo inaridimento vita delle popolazioni di montagna, la
di intere aree coltivabili. Il BioOrto spe- salvaguardia delle specie agricole e degli
rimenta tecnologie innovative applicate ambienti di montagna e l’agricoltura di
alla nutrizione delle piante e all’irrigazio- alta quota.
ne per usare in modo efciente le risorse
di cui hanno bisogno: sarà quindi dotato
di sensori per misurare la produttività Le varietà coltivate
delle piante e i loro fattori di stress ancor Negli ultimi 100 anni è scomparso il 75%
prima che l’occhio umano le possa rileva- delle specie vegetali impiegate in agri-
re. Un orto biologico modulare all’avan- coltura. Troviamo l’uso di un numero
guardia, primo nel suo genere su un edi- sempre più ridotto di varietà vegetali
fcio delle Nazioni Unite, per avvicinare le coltivate in porzioni di territorio sempre
persone alla produzione agricola del cibo, più estese. A produrre la maggior parte
oggi spesso distante dalla quotidianità dei semi venduti in tutto il mondo sono
delle persone nelle aree urbane. La mo- solo poche grandi aziende e si tratta di
derna tecnologia si affianca in questo semi che non soddisfano le necessità del
ORTOBIOATTIVO E AGROBIODIVERSITÀ 103

biologico e dell’agricoltura di montagna, provengono dalle collezioni della Fon-


che hanno invece bisogno di varietà le- dazione Seminare il Futuro e in buona
gate alle caratteristiche delle aree di parte sono presidi Slow Food. La Fon-
produzione, oppure selezionate in modo dazione Seminare il Futuro è impegnata
specifco per una pratica agroecologica nella conservazione della biodiversità
in grado di svilupparsi pienamente con attraverso il recupero e la rigenerazione
una buona resa in campi dove la chimica di antiche varietà ma anche attraverso la
di sintesi non viene impiegata. creazione di nuove per l’agricoltura biolo-
Molte delle specie di piante selezio- gica e biodinamica allo scopo di rendere
nate per la coltivazione nel BioOrto fruibile questo patrimonio di biodiversità

Figura 1 - Cassoni modulati del BioOrto ottimizzano lo spazio a disposizione sulla terrazza della sede FAO di Viale Aventino a Roma
(foto: Viola Damiani)
104 PER FARE UN ORTO

per tutti gli agricoltori interessati, so- delle variabili ambientali, dello stato di
prattutto in relazione alla necessità di salute della pianta e che attraverso mo-
coltivare specie resistenti alla crisi cli- duli di intelligenza artifciale pilota le irri-
matica e che producano frutti di qualità gazioni e invia messaggi per identifcare
per una sana nutrizione umana. stress vegetativi (parassitari, climatici,
L’innovazione tecnologica idrici, ecc). Questa logica cambia radi-
Il BioOrto FAO è il primo esperimento di calmente il modo di conoscere e moni-
orto urbano in Italia con tecnologia eco- torare le superfci verdi: sono le piante
motica – cioè del tutto autosufciente stesse, tramite la loro luce rifessa, che
– attraverso un sistema data-driven che suggeriscono cosa fare per raggiungere
si basa sull’osservazione informatizzata e mantenere una rigogliosità ottimale.

Figura 2 - Cassoni modulati del BioOrto (foto: Viola Damiani)


ORTOBIOATTIVO E AGROBIODIVERSITÀ 105

Il BioOrto è strutturato come un siste- L’Ecomotica


ma modulare (tassellatura di Goldberg): Nella seconda fase verrà sviluppato il
terra e piante sono poste all’interno di sistema di automazione Ecomotica ide-
contenitori a forma triangolare dotati di ato da Ecobubble. Il sistema è costitui-
rotelle che ne permettono la mobilità e to da sensori multispettrali confgurati
quindi la possibilità di disporli in diverse per rilevare diversi parametri indicativi
confgurazioni, ottimizzando lo spazio a dello stato di salute della coltura, dei
disposizione. Il progetto dispositivi di controllo del sistema di
Il BioOrto è costituito di moduli trian- automazione e sensori di rilevazione di
golari rivestiti in Acciaio Cor-Ten (Fig. 1), variabili ambientali. Le informazioni rac-
dotati di meccanismi per il drenaggio e lo colte vengono inviate ad un server remo-
stoccaggio dell’acqua, con la duplice fna- to associato ad un gruppo di moduli di
lità di evitare danni arrecati da precipita- intelligenza artifciale che generano un
zioni troppo abbondanti e di conservare segnale di controllo con il quale viene
e riutilizzare l’acqua in eccesso. Questi modulata la quantità di acqua che viene
meccanismi sono accompagnati da fl- fornita alla coltura e un segnale di con-
tri creati con geotessili, senza collanti o trollo per la gestione di stress vegetati-
leganti chimici, per garantire il minimo vi. Gli stessi dati sono interpretati dagli
impatto ambientale. Nella fase iniziale, il esperti dell’Orto botanico e di NaturaSì
sistema di automazione messo a punto per agevolare il riconoscimento di stati
dall’Orto botanico di Roma include sen- di stress e rigogliosità. In aggiunta i dati
sori di rilevamento del contenuto idrico saranno disponibili per fini di ricerca e
del suolo e attuatori per l’erogazione di scaricabili da interfaccia web o importa-
acqua in entrata. Di conseguenza, tra- bili programmaticamente da altri siste-
mite sensori opportunamente calibrati mi informatici tramite API o Application
in funzione dei valori soglia del contenu- Programming Interface, un insieme di
to idrico, viene determinata la quantità procedure (in genere raggruppate per
di acqua da immettere nei singoli mo- strumenti specifci) per l’espletamento
duli in funzione delle colture introdotte. di un dato compito. In particolare, si uti-
Obiettivo di questa fase è la gestione lizzano moduli di machine learning per
automatizzata di due regimi irrigui per sfruttare sinergicamente dati prove-
ogni modulo e la raccolta dati del conte- nienti da laboratori, letteratura scienti-
nuto idrico del BioOrto. Il BioOrto è stato fca, sensori o validazioni sul campo. Tali
progettato dalla startup EcoBubble, che dati vengono poi elaborati tramite un
si sta occupando anche delle successive servizio in Cloud per ofrire modalità di
fasi di installazione di sensori e dello stu- gestione delle varietà orticole in coltiva-
dio dei dati che verranno raccolti. zione sempre più efcaci a ogni ciclo di
utilizzo. Obiettivo di questa sperimenta-
zione è di addestrare il sistema Ecomo-
tica per riconoscere stress vegetativi di
almeno 60 varietà a rischio di estinzione
106 PER FARE UN ORTO

fornite dalla “Fondazione Seminare il Fu- di Biologia Ambientale dell’Università La


turo” in cooperazione con NaturaSì. Sapienza di Roma, al fne di sperimen-
tare moderne tecnologie applicate alla
nutrizione delle piante e all’irrigazione
Conclusioni per un uso efciente delle risorse, tra cui
ll BioOrto realizzato sul tetto della FAO l’acqua. L’intento è quello di promuove-
a Roma persegue molteplici obiettivi e re forme di agricoltura biologica urbana
si presta a numerosi utilizzi: scientifci, capaci di sfruttare le moderne tecnolo-
educativi, divulgativi, di sensibilizzazione gie e studiare così le performance delle
e di ricerca sull’innovazione agricola bio- piante e la resistenza agli stress idrici
logica e l’agrobiodiversità, nonché bene- delle piante stesse. Quando la produzio-
fci ambientali per l’edifcio stesso della ne del BioOrto sarà a regime, gli ortaggi
FAO. Anche per questo i dati saranno prodotti saranno donati ad associazioni
monitorati e analizzati dal Dipartimento locali.
ORTOBIOATTIVO E AGROBIODIVERSITÀ 107

Bergamo, la Valle della Biodiversità


e la biodiversità in agricoltura
Gabriele Rinaldi

La Valle della Biodiversità è la sezione 2011 e da allora, in pochi anni, si è assi-


di Astino dell’Orto botanico di Bergamo stito alla trasformazione di un paesaggio
inaugurata nel 2015. L’idea ha potuto agricolo che era improntato dalla mono-
concretizzarsi in occasione di EXPO2015, coltura maidicola e che è ora biodiverso
il cui mantra Nutrire il Pianeta/Energia e in gran parte a conduzione biologica,
per la Vita ha trovato un’eredità mate- intersecato da siepi campestri e incolti
riale nella nostra Città proprio nella Valle lineari che fungono da corridoi ecologici.
di Astino. Come sappiamo il paesaggio è per def-
È collocata in una delle vallette meridio- nizione dinamico e per la valle d’Astino
nali dei colli di Bergamo, dove un latifon- possiamo ricordare alcune fasi esempli-
do millenario di origine monastica (Fig. fcative che fotografano il territorio:
1) è sopravvissuto miracolosamente alle ■ nella prima metà del ’900, come da
frammentazioni e alle trasformazioni testimonianze fotografiche, la valle
pressoché irreversibili che hanno subito di Astino era funzionalmente un si-
gli altri contesti monastici che costella- stema agricolo con vigneti, orti, cam-
vano le frange marginali della Città. pi di cereali e aree boscate, dotato di
un reticolato idrico molto minuzioso.
La sezione dell’Orto botanico allestita è Gli attori del paesaggio erano i molti
pari a poco meno di 2ha, cui si aggiun- contadini che vivevano nelle cascine
gono altri 1.5ha di corridoi ecologici nel del latifondo, con la mezzadria come
compendio agricolo (circa 23ha) del mo- tipologia di contratto.
nastero vallombrosano in connessione ■ Nella metà degli anni ’70 del secolo
con le aree forestali (circa 30ha). scorso l’abbandono delle famiglie con-
La proprietà del fondo è della Fondazio- tadine era già avvenuto. Un unico lo-
ne Misericordia Maggiore che ha conces- catario grazie alle tecniche agricole al-
so in comodato per 30 anni l’area, grazie tamente meccanizzate coltivava tutti
all’accordo con Enti pubblici partner del i campi e la monocoltura di gran lunga
progetto di rivitalizzazione, in particolare prevalente era il mais. Anche il siste-
il Comune di Bergamo con il proprio Orto ma idrico era stato molto semplifcato
botanico, il Parco Regionale dei Colli di rispetto all’origine. I flari di vigna re-
Bergamo e Regione Lombardia. sidui erano davvero pochi, le ortaglie
Il percorso progettuale e l’iter ammini- residue avevano ormai esclusivamen-
strativo sono iniziati formalmente nel te fni domestici e le aree boscate, un
108 PER FARE UN ORTO

tempo funzionali al sistema agricolo, aggiunte le tessere di un mosaico di


sottoposte a misure di tutela ulterior- giardini più o meno grandi connessi
mente raforzate dall’individuazione al riutilizzo delle cascine circostanti in
di un SIC della Rete Natura 2000. L’u- chiave residenziale, a conferma di un
nica azienda agricola coinvolta stipu- mutamento sociologico che ha avuto
lava contratti annuali e agiva con tec- rifessi importanti sul paesaggio. Se
niche agrarie convenzionali tipiche del non fosse stato per la morfologia ir-
comparto padano, con fertilizzazioni e regolare, il paesaggio agricolo sarebbe
diserbi chimici, pressoché assenti sia le risultato estremamente semplifcato
rotazioni e sia le colture di copertura. nelle sue componenti vegetali come in
Nell’intorno si sono progressivamente gran parte della Pianura Padana.

Figura 1 - Uno scorcio del Monastero di Astino dalla Valle della Biodiersità (foto: archivio foatografco Orto Botanico di Bergamo)
ORTOBIOATTIVO E AGROBIODIVERSITÀ 109

■ Le dinamiche complessive così de- della vocazione agricola, culturale e


scritte sono state valide fno al primo naturale. Ciò è avvenuto anche grazie
decennio del nostro secolo, poi mo- al ruolo attivo dell’Orto botanico sia
difche sostanziali sono subentrare a dal 2011 nel tavolo di concertazione,
seguito delle scelte che in concreto sia dal 2015 come interfaccia museale
dal 2015 hanno segnato una svolta nel efettiva.
compendio agricolo, dalla monocoltura La sezione di Astino dell’Orto botanico
alla policoltura, dal singolo conduttore infatti, denominata Valle della Biodi-
agricolo ad una pluralità di imprendito- versità, è diventata lo strumento per
ri agricoli interessati al progetto Asti- comunicare la biodiversità in generale e
no, da una rivalutazione del reticolato l’agrobiodiversità in particolare, calando
idrico anche in relazione alla necessità un concetto astratto nella sua realtà più
di prevenire allagamenti conseguenti immediata sotto gli occhi dei visitatori.
le bizzarrie climatiche (come quelle del Almeno un chilometro di aiuole lineari
2016 che hanno colpito il quartiere allo larghe un metro dal maggio 2015 mo-
sbocco della Valle) ad un’integrazione strano ogni anno agronomico, metro

Figura 2 - Attività di divulgazione rivolte agli adulti nella Valle della Biodiversità. Le visite guidate e i corsi di formazione sono
occasioni per conoscere la biodiversità coltivata nelle aiuole della sezione di Astino, ma anche momenti di convivialità e socialità
(foto: archivio fotografco Orto Botanico di Bergamo)
110 PER FARE UN ORTO

dopo metro, altrettante varietà coltu- si aggiungono 250 piante da frutta, 20


rali che complessivamente superano il tipologie coltivazione della vite, i muri a
migliaio, coltivate biologicamente, con- secco che sostengono i terrazzamenti,
sociate con piante dai fori commestibili tratti di siepe campestre, di bosco e di
utili per la lotta biologica. Le suddivisioni prato biodiverso.
di comodo sono per famiglie e per gene- L’obbiettivo è che i cittadini siano sem-
ri rappresentativi che fanno sì che i visi- pre più consapevoli dell’importanza della
tatori possano osservare 120 varietà di biodiversità, anche di quella che permea
pomodori, 200 di legumi (fagioli, piselli, la città grazie alle sue infrastrutture ver-
ceci…), decine e decine di frumenti, mais, di, e che si sentano consumatori respon-
peperoncini, melanzane, zucche, ama- sabili (Fig. 2).
ranti, ma anche basilici, cavoli, senapi A loro sono comunicati concetti come
ecc. I visitatori qui sono invitati a pen- il rapporto tra piramide alimentare e
sare in termini plurali, non il pomodoro piramide ambientale, le fliere del cibo,
ma i pomodori, non la quinoa ma le qui- la relazione trofca tra organismi, l’im-
noe, non i mais ma i mais. Alle orticole portanza degli impollinatori e dei servizi

Figura 3 - La Valle della Biodiversità di Astino è circondata dai boschi di Astino e dell’Allegrezza, ecosistemi forestali di grande
pregio e tutelati dall’Unione Europea ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE (foto: archivio fotografco Orto Botanico di
Bergamo)
ORTOBIOATTIVO E AGROBIODIVERSITÀ 111

ecosistemici, l’evoluzione delle piante biodiverse delle eccedenze prodotte nel-


e la loro domesticazione, l’intreccio tra la Valle della Biodiversità stessa. Senza
agricoltura e paesaggio, la migrazione dimenticare le scolaresche, dalla scuola
delle piante alimentari ecc. per l’infanzia agli studenti universitari.
Di questa lunga semina educativa stia- Siamo convinti che senza la Valle della
mo cogliendo frutti preziosi. Dati indica- Biodiversità e il lavoro svolto dall’Orto
tivi di consenso sono dal 2015 gli oltre botanico fn dalle origine del progetto di
145.000 visitatori in visita libera o come Astino, difcilmente nel 2021 sarebbero
partecipanti agli oltre 300 eventi orga- giunti sia il premio nazionale del paesag-
nizzati, l’arrivo di fgure pubbliche quali gio, sia quello europeo assegnati rispet-
i ministri dell’agricoltura del G7, di dele- tivamente dal MIBACT - Ministero per i
gazioni internazionali di agricoltori biolo- Beni Culturali e per le Attività Culturali e
gici e di realtà locali strutturate (come le Ambientali (oggi MIC) e dall’Unione euro-
associazioni focalizzate sulla riscoperta pea al progetto presentato dalla Fonda-
di varietà orticole, sulle sementi), di per- zione Misericordia Maggiore con il titolo
sonaggi noti come l’attivista Vandana non casuale di “La Biodiversità entra in
Shiva, di docenti scolastici che partecipa- Città”.
no agli open day d’inizio anno scolastico, La maggiore sfda ora è che i risultati mi-
ma anche di cuochi, di volontari, di soci gliori diventino contagiosi, vista la natu-
dell’associazione amici dell’Orto botanico ra dinamica sia sotto il proflo ambienta-
che sostengono le nostre azioni racco- le che sociale e culturale del progetto che
gliendo fondi, ad esempio, con le aste comprende la Valle della Biodiversità.
Ortobioattivo
e valore sociale
Kit ortobioattivo didattico: il luogo in cui
coltivare saperi e sapori

Professione Ortoterapeuta: competenze


e conoscenze per praticare l’orticoltura
come intervento terapeutico e modalità
riabilitativa

Bioflia e outdoor education a scuola e in


fattoria

“Orto è sentirsi bene”. Esperienze di


Orticoltura Terapeutica per imparare ad
avere cura di sé

L’orto scolastico – un contesto


pedagogico

a fanco
L’allestimento di un giardino scolastico può contribuire alla
salvaguardia della biodiversità. Ad esempio, scegliere specie
dalle foriture abbondanti e prolungate come quelle delle
specie aromatiche (quali ad esempio Rosmarino, Lavanda,
Timo, Origano, Elicriso, Salvia) può contribuire a sostenere ed
incrementare le popolazioni di insetti impollinatori
(foto: Giulia Torta)
114 PER FARE UN ORTO

Kit ortobioattivo didattico:


il luogo in cui coltivare saperi e sapori
Andrea Battiata

Coltivare è il gesto più antico, forse Quando abbiamo iniziato a pensare e a


il primo che ha consentito di parlare difondere nelle scuole di Firenze esempi
di civiltà. di ortobioattivi a scopo didattico ci sia-
Coltivare un orto a scuola è coltivare mo resi conto, nel tempo, che soltanto in
prima di tutto dei saperi. poche scuole se ne valorizzava il pieno si-
gnifcato che consiste nell’insegnamento
dell’ecologia profonda.
Certamente la visione meccanicistica che
va da Cartesio a Galilei e Newton ha inci-
so (e incide) sulla nostra cultura in modo
preminente.
Un determinismo che sorregge il pensie-
ro scientifco occidentale.
L’ecologia profonda sostiene, al con-
trario, che nemmeno noi esseri umani
siamo separati da tutti gli altri feno-
meni naturali che si susseguono sulla
terra e oltre la terra stessa. Tutto ciò è
defnito nella teoria di Gaia, dove Gaia
si estende alla biosfera, l’insieme degli
esseri viventi presenti sulla Terra e del-
le relazioni intercorrenti tra loro e con il
sistema-pianeta.
E infne si è capito che la Terra, “Gaia”,
è un grande organismo vivente capace
di autoregolarsi anche a scapito dei suoi
abitanti umani.
Come aferma Fritjof Capra:

Figura 1 - Prototipo di Kit didattico Ortobioattivo presso l’Orto


botanico di Firenze (foto: Andrea Battiata)
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 115

«Questa sintesi
complessiva vede in
defnitiva nella natura
e negli esseri viventi
non entità isolate, ma
sempre e comunque
“sistemi viventi” dove
il singolo è in uno
stretto rapporto di
interdipendenza e di
cooperazione con i suoi
simili e con il sistema
tutto.»

La somma di queste relazioni, che lega-


no gli universi della psiche, della biologia,
della società e della cultura è una rete: la
rete della vita.
Se l’umanità vorrà vincere le sfde che la Ma la cosa straordinaria, oltre a quan-
impegnano e che discendono dallo svi- to detto, è che Fritjof Capra ha scritto
luppo selvaggio, dalla distruzione della un libro incredibile: “Ecoalfabeto dei
natura, dalla nevrosi ormai strutturale bambini”.
del nostro vivere, il compito che l’atten- Come insegnare ai bambini nel modo più
de sarà proprio quello di studiare, capire diretto ed efcace i principi base dell’e-
e “amare” questa trama cologia e del pensiero sistemico? Facen-
invisibile, ma essenziale di relazioni che dogli creare e coltivare un orto all’interno
la circonda, in modo da lavorare in sin- della scuola.
tonia con essa e con le sue “connessioni La genialità dell’approccio sta nel ripor-
nascoste” e non contro di essa.” tare “i massimi sistemi” di nuovo, prag-
maticamente, sulla terra. Condensando
i concetti che stanno alla base della for-
mazione ecologica, ossia l’insegnamento
dei cicli e del linguaggio della natura, un
vero e proprio ecoalfabeto.
Una vera e propria pedagogia per l’inse-
gnamento dell’ecologia nelle scuole.
Ed è proprio partendo da queste idee
che si è sviluppato nel tempo l’idea di
mettere insieme un Kit Ortobioattivo
Tutti i collage sono stati realizzati da didattico.
Jessica Russo e Camilla Palmieri
116 PER FARE UN ORTO

Cos’è il kit didattico Ortobioattivo


per le scuole dalle elementari alle
superiori?
È un sistema interattivo che permette di
imparare in un modo nuovo, attraverso
l’esperienza diretta della coltivazione,
del compostaggio e l’interattività e co-
operazione digitale tra le scuole, alcune
tematiche di studio come i fenomeni le-
gati alla rete della vita, al fusso dell’e-
nergia e ai cicli della natura.
Dato che saranno gli stessi alunni a pro-
gettare e coltivare l’orto (con l’aiuto degli
insegnanti), ne avranno grande cura, così
da sviluppare un forte senso di parteci-
pazione attiva.
Infne mangeranno con entusiasmo gli
ortaggi che avranno coltivato e ne ap-
prezzeranno anche i modi e i tempi delle
coltivazioni ed i colori, i profumi ed i sa-
pori del cibo prodotto.
Questa comprensione
è estremamente
Si svolgono nella pratica i cicli stagio-
nali delle coltivazioni agricole e quindi
necessaria oggi, perché
la stagionalità degli alimenti e si prende mentre la natura è
coscienza del ruolo fondamentale delle
piante verdi (fotosintesi) nel flusso di ciclica, si ripete cioè
energia dei sistemi più grandi. in una condizione
Il ciclo dell’acqua, il ciclo delle stagioni,
il ciclo del carbonio e gli altri cicli sono circolare dove non c’è
tutti collegati alla rete planetaria della un inizio ed una fne,
vita.
Si diventa consapevoli che tutti noi uma- i sistemi industriali
ni facciamo completamente parte della
rete della vita, come tutti gli altri esse-
e commerciali sono
ri viventi di cui siamo una piccolissima lineari, hanno cioè un
porzione.
inizio ed una fne
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 117

Come è composto il kit

1 Ortobioattivo
e compostiera
È composto da un Ortobioattivo, dalle misure standard di un
pallett, con un sitema ciclico di utilizzo dell’acqua, che la ricicla
attraverso una pompa azionata dall’energia di un pannello
fotovoltaico; il compost consumato dalle piante all’interno
dell’ortobioattivo è recuperato attraverso una compostiera
originale che in un tempo relativamente breve (circa 60
giorni) trasforma tutti gli scarti organici, che i ragazzi
avranno recuperato, in compost; questo compost
andrà reimmesso nell’Ortobioattivo creando il ci-
clo completo della fertilità naturale.
La pedagogia del fare e della riuscita mette in
atto un apprendimento esperienziale che le ge-
nerazioni più giovani non sempre hanno modo
di sperimentare.

2 App
e sito
Un altro elemento del kit è un sito ipertestuale che partendo da
10 macroaree sviluppa delle schede di approfondimento e delle
schede per esperimenti pratici. Ogni macroarea sviluppa 4 livelli
di approfondimento per fare percorsi ipertestuali dalle scuole
elementari alle superiori.

3 Corso di formazione
per gli insegnanti
Terzo elemento del Kit Ortobioattivo è la formazione
degli insegnanti attraverso collegamenti online perché
possano conoscere bene le dinamiche, i concetti e il fun-
zionamento del Kit Ortobioattivo didattico.
Oltre all’Ortobioattivo didattico la scuola può trovare spa-
zi per costruire un orto più grande coinvolgendo i familia-
ri degli alunni nella consapevolezza che recuperare spazi
abbandonati e dismessi, rappresenta uno strumento di
educazione ecologica potente e multiforme capace di ri-
connettere gli alunni con le origini del cibo e della vita.
Coltivare l’orto a scuola è un’attività interdisciplinare
adattabile ad ogni età, un’occasione di crescita in cui si
supera la divisione fra insegnante e allievo e si impara
condividendo gesti, scelte e nozioni oltre che metodo.
118 PER FARE UN ORTO

Le macroaree

■ Terra e fertilità
■ Acqua e risparmio idrico
■ Ciclo energia - Ciclo del carbonio
■ Produzione cibo e consumo
■ Fotosintesi e produzione alimentare
■ Microrganismi
■ Cibo salute nutrizione e nutraceutica
■ Biodiversità
■ Economia circolare
■ Ecologia ed ecosistemi
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 119

La macroarea Terra e Fertilità


avrà delle schede di approfondimento:
■ Pedogenesi e fertilità della terra ■ Un sistema agricolo recente: colture
■ Diminuzione attuale fertilità con ero- idroponiche in serra
sione, salinizzazione e desertifcazione ■ Resilienz a: r isp os t a alle cr isi
■ Movimenti migratori nella storia e sistemiche
attuali ■ La Terra: risorsa economica e identità
■ Sistemi agricoli sociale per lo sviluppo umano
■ Agricoltura organico-rigenerativa ■ Foreste e sicurezza alimentare
■ Agricoltura Biologica ■ I prodotti forestali non legnosi
■ Agricoltura industriale ■ Lo stato delle foreste nel mondo
■ Agricoltura di montagna nell’Unione ■ I confitti per la terra
Europea ■ Le grandi acquisizioni di terra (Land
■ Un sistema agricolo antico: l’agricol- Grabbing)
tura itinerante ■ Monitorare le grandi acquisizioni di
■ Conservazione della Fertilità terra: i dati LAND MATRIX
■ Evoluzione della zootecnia e sistemi di ■ I regimi di proprietà della terra
allevamento ■ Le Linee Guida volontarie sulla gover-
■ Sistemi colturali basati sulla coltiva- nance responsabile della terra, risorse
zione del riso ittiche e foreste
■ La risorsa terra nell’Agenda UE per lo
Sviluppo Sostenibile

Alcune delle schede possono risultare


da compilare e questo sarà il compito
assegnato alle varie scuole che parte-
ciperanno al progetto Ortobioattivo in
modo da condividere con tutte le altre
scuole le proprie rifessioni. Ovviamen-
te si possono aggiungere altre schede.
Ogni scheda è ipertestuale e può con-
dividere pertanto testi, collegamenti
esterni, video e immagini. Infine, ad
ognuna di esse ne possono essere col-
legate altre per esperimenti pratici con
indicazioni sugli strumenti necessari,
sul tempo occorrente e sui risultati
attesi. Gli esperimenti possono essere
condivisi con collegamenti online tra le
varie scuole.
120 PER FARE UN ORTO

Professione Ortoterapeuta:
competenze e conoscenze per praticare l’orticoltura
come intervento terapeutico e modalità riabilitativa
Ania Balducci

L’Orticoltura terapeutica è una disciplina Horticultural Therapy Association (AHTA)


che utilizza le attività con le piante e la un’organizzazione il cui obiettivo è quello
connessione con il mondo vegetale, per di “far progredire la pratica dell’orticoltu-
migliorare il benessere psico-fsico delle ra come intervento terapeutico e moda-
persone. lità riabilitativa”. Il principale merito di
questa associazione è stato di istituire
Pur essendo molto antica la consapevo- delle norme professionali defnendo uno
lezza riguardo agli efetti positivi pro- standard di pratica e poi, con la pubbli-
dotti dal contatto con la natura, è solo cazione del documento “Defnitions and
a partire dalla fne del secolo scorso che Positions” di delineare la fgura dell’Or-
si è iniziata a studiare la molteplicità toterapeuta e stabilire le procedure di
delle risposte psico-fsiche determinate abilitazione.
dall’interazione con il mondo vegetale ed Negli Stati Uniti ormai sono numerose le
a produrre le prime importanti teorie e università che ofrono un corso di laurea
ricerche scientifche al riguardo. specifco per diventare Ortoterapeuta e
Queste prime indagini hanno offerto i in alternativa è possibile accedere alla
presupposti teorici dell’Orticoltura Te- professione tramite corsi di formazione
rapeutica e si sono dimostrate decisive post-laurea accreditati. Per la registra-
per la sua costituzione come disciplina zione all’albo professionale in entrambi i
autonoma; primi fra tutti gli studi di casi, il tutto deve essere completato da
Roger Ulrich pubblicati su Science (Ulrich un tirocinio con supervisione di 480 ore,
R.S., 1984), che si riferiscono ai tempi di essenziale per acquisire le competenze
recupero post operatori di pazienti ospi- pratiche necessarie. La ragione di una
tati in camere con o senza vista sul parco formazione così specifica è dovuta al
dell’ospedale e che per primi evidenziano fatto che questa disciplina sottintende
i benefci per la salute umana derivanti procedure molto precise che negli Stati
dall’esposizione al verde. Uniti come abbiamo visto, sono state
In quegli stessi anni negli Stati Uniti, i codifcate già da molti anni.
primi programmi di Orticoltura Terapeu- Nella formazione degli operatori italiani
tica hanno preso l’avvio nelle strutture fino ad oggi, sono sempre state mag-
di cura e riabilitazione dove già si svol- giormente privilegiate le componenti
gevano attività occupazionali in giardi- relazionali ed esperienziali a svantaggio
no e nel 1973 è stata fondata l’American degli aspetti procedurali più specifici
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 121

con il risultato che purtroppo le attività


orticolturali svolte in molti contesti so- Figura 1 - L’orticoltura terapeutica necessita di adeguate
competenze e professionalità per garantire interventi efcaci
cio-sanitari del nostro paese non si con- (foto: Ania Balducci)
formano pienamente alla prassi ufcia-
le e quindi non possono essere defnite
Orticoltura Terapeutica; infatti “il fatto
che una persona disabile sia coinvolta in
attività orticolturali, non significa che
partecipi ad un programma di orticoltura
terapeutica” (Dorn e Relf, 1995).
L’Orticoltura Terapeutica infatti deve
operare tramite un programma struttu-
rato e basato sulla valutazione dei biso-
gni dei partecipanti, ponendosi il compi-
to di generare dei risultati pianifcati. In
particolare questi risultati devono essere
espressi in forma registrabile e valuta-
bile, in modo da poter essere monito-
rati nel corso del programma, condivisi
con altri professionisti ed utilizzati per
fornire le prove dell’efcacia del nostro
lavoro.
Nell’ambito di un’attività come il giar-
dinaggio ad esempio, che pure ofre dei
giovamenti a chi lo pratica, i benefci che
ne risultano sono sempre difcilmente
valutabili in modo oggettivo, perché
non sono stati pianificati per essere
misurabili.
Appare evidente come anche da noi in
Italia per essere Ortoterapeuta registra-
to, debba diventare necessario frequen-
tare un corso di studi accreditato per
ottenere una preparazione che soddisf
gli adeguati requisiti formativi. In questa
prospettiva è nata la proposta di Master
in Orticoltura Terapeutica dell’Universi-
tà di Bologna, con l’intento di allineare il
modello statunitense alla realtà del no-
stro paese dove il sistema sanitario e i
paradigmi sociali sono per tanti aspetti
122 PER FARE UN ORTO

molto diversi. Il Master è pensato per dell’Ortoterapeuta sia quello di sceglie-


fornire ai futuri Ortoterapeuti gli stru- re le attività innanzitutto allo scopo di
menti per offrire un servizio profes- incoraggiare l’integrazione, intesa come
sionale ed efcace nella progettazione inserimento all’interno di un contesto,
ed esecuzione di percorsi terapeutici. Il tra l’individuo e le piante per potergli poi
programma del Master è molto ricco di consentire di entrare in connessione con
contributi relativi ad aspetti della pratica la natura. Connessione che pertanto, va
professionale quali le competenze agro- ben oltre la semplice permanenza in un
nomiche necessarie alla gestione dell’or- ambiente naturale ma è un vero e pro-
to-giardino e tutta la parte relativa alle prio legame che si sviluppa grazie alle
dinamiche dei processi di gruppo e dei attività di cura poiché è amplifcato dal
bisogni specifci delle popolazioni servi- contatto sensoriale e diventa l’elemento
te. Sono inoltre afrontati gli argomenti chiave per il benessere e la guarigione.
relativi ai piani di intervento terapeutico Nonostante la mia laurea in Scienze
ed i fondamenti teorici della disciplina Agrarie in fn dei conti delle piante non
indispensabili per comprendere il reale sapevo molto se si escludono gli argo-
meccanismo d’azione dell’Orticoltura menti relativi alla produzione. Come
Terapeutica. Questa, lontana dall’essere accade a molte persone le consideravo
incentrata unicamente sullo svolgimen- quasi esseri viventi di serie B, e potevo
to di attività colturali, è invece associata trascorrere un pomeriggio in giardino
al bisogno di connessione con la natura senza percepire nessun coinvolgimento,
che Edward O. Wilson nel 1984 (Wilson, nessuna interazione; per questo motivo
1984) ha denominato Bioflia spiegando- so bene quanto sia importante il ruolo di
la in termini di co-evoluzione genetica. un Ortoterapeuta, quanto tutti noi be-
La connessione con la natura agisce mo- nefciamo della presenza di qualcuno che
dulando le conseguenze di stress e fati- ci aiuti ad orientare la nostra relazione
ca e predisponendo al lavoro terapeuti- con la natura. Poiché è tramite questa
co secondo le teorie già formulate alla connessione, che il giardino e l’orto non
fne degli anni ‘80 da Rachel e Stephen sono più solo un luogo di cura e di rela-
Kaplan sulla rigenerazione dell’attenzio- zione con le piante ma anche una soglia
ne (ART) e sulla riduzione dello stress tra noi stessi e l’esterno, una porta che
(SRT). Queste teorie sono state nel si apre al resto del mondo nello stesso
tempo confermate da studi più recenti punto in cui la disabilità, la malattia e
secondo i quali il contatto con le piante l’emarginazione l’avevano chiusa.
promuove la sintonia con i cicli della na- Un luogo che ci dona la consapevolezza
tura (Kaplan e Kaplan, 1989; Neuberger, di appartenere ad una comunità biologi-
2008) e provoca reazioni psicofisiche ca e, mostrandoci come la biodiversità
positive (Parsons et al. 1994; Detweiler, sia una risorsa, ci insegna ad accettare
2012) come la riduzione della pressione le diferenze. La mia passione per questa
sanguigna e delle tensioni muscolari. disciplina mi ha portata in Inghilterra pri-
È quindi chiaro come il compito ma e negli Stati Uniti poi dove ho potuto
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 123

comprendere l’efcacia degli efetti che difcile da percorrere, perché dopo anni,
producono i programmi di Orticoltura Te- durante i quali l’allontanamento dalla
rapeutica in molti contesti di cura, ma natura è stato proposto come paradig-
quello che di rado viene detto e che io ho ma di civiltà e progresso, incoraggiare un
personalmente sperimentato è quanto cambiamento sociale che veda il legame
l’Ortoterapeuta condivida con i parteci- con le piante come parte integrante del
panti i benefci delle attività, specie per nostro benessere e come strumento di
quanto riguarda la regolazione emotiva, cura, richiede un profondo sforzo cultu-
e quanto sia signifcativa anche per noi rale, uno sforzo che oggi noi tutti siamo
questa esperienza. chiamati a condividere con grande impe-
Il cammino sul quale ci troviamo oggi è gno e senso di responsabilità.

Bibliografa
Detweiler M. B., et al. (2012). What Is the Evidence to Support the Use of Therapeutic Gardens for the Elderly? In:
Psychiatry Investigation 9(2): 100–110
Dorn S., and D. Relf. (1995). Horticulture: Meeting the Needs of Special Populations. In: HortTechnology, 5(2): 94–103.
Kaplan R., Kaplan S., (1989). The Experience of Nature: A Psychological Perspective, New York: Cambridge University
Press
Kaplan S. (1995). The Restorative Benefts of Nature: Toward an Integrative Framework. In: Journal of Environmental
Psychology, 15: 169–182
Kaplan R., (2001). The nature of the view from home. Psychological benefts. In: Environment and Behavior, 33(4):
507-542
Neuberger K. R. (2008). Some therapeutic aspects of gardening in psychiatry. In: Acta Horticuturae 790: 109–13
Parsons R., Ulrich R.S., Tassinary L.G. (1994) Experimental approaches to the study of people-plant re lationship, pp.
347-372. - In: FLAGLER J., and R.P. POINCELOT (eds.) People plant relationships - setting research priorities.
Binghamton, NY, The Haworth Press Inc
Ulrich R.S. (1984) View through a window may infuence recovery from surgery. In: Science, 224: 420-421
Wilson E. O. (1984). Biophilia. Cambridge, MA: Harvard University Press

Sitografa
AHTA (American Horticultural Therapy Association), Defnitions and Positions
https://www.ahta.org/ahta-defnitions-and-positions
Alma Mater Studiorum Università di Bologna, master in Orticoltura Terapeutica - https://master.unibo.it/ortoterapia/it
124 PER FARE UN ORTO

Bioflia e outdoor education


a scuola e in fattoria
Marco Berretti

Gli ultimi anni hanno fortemente debi- stimola adeguatamente la bioflia, ovve-
litato la nostra relazione con il mondo ro quell’ “innata tendenza a concentrare
naturale, sviluppando, soprattutto nei la nostra attenzione sulle forme di vita
bambini in età scolare, un rapporto sem- e su tutto ciò che le ricorda e, in alcune
pre più stretto con la tecnologia. Nelle circostanze, ad afliarvisi emotivamen-
scuole, in questo periodo storico di pan- te” (Wilson, 2002). Questa caratteristi-
demia, ma anche in relazione all’emer- ca innata che ci lega in modo profondo
genza climatica, si inizia a parlare sem- alla Natura, non è istintiva e per questo
pre più di outdoor education. Si tratta di va educata afnché possa sbocciare in
una pratica pedagogica e didattica che dà una relazione sana e gratifcante con il
ricchissimi spunti per il recupero dell’am- mondo naturale. Lo sviluppo di una re-
biente naturale come contesto didattico lazione in armonia con essa è alla base
ed educativo, ofrendo inoltre l’opportu- del nostro adattamento evoluzionistico
nità di un “ritorno alla natura” anche in primario che propone la logica del “con” e
termini ecologici, di educazione ambien- non “contro” la Natura e che, negli ultimi
tale e di educazione alla sostenibilità. La anni, ci ha indirizzati verso i concetti di
pedagogia all’aperto, infatti, pone al cen- ecologia e di economia circolare.
tro della didattica l’interazione tra adul- Le esperienze signifcative in Natura e i
to-bambino-ambiente, permettendo di compiti di realtà si riducono sensibilmen-
comprendere le connessioni e gli equilibri te e spesso diventano costruiti artifcial-
che legano gli esseri umani agli altri or- mente all’interno delle mura scolastiche
ganismi, ai processi e ai cicli che regolano o di quelle domestiche. Questo dà origine
la vita sulla Terra. a una visione della città come elemento
Il contatto con la natura, alla quale viene totalizzante in quanto contenitore di
restituito il ruolo di maestra, permette di servizi essenziali (quali supermercati e
trovare un luogo dove possiamo fermar- altri negozi) non considerando l’esterno,
ci, ascoltare, dialogare, porre domande e ovvero la fascia agricola periurbana, ma
trovare risposte, sperimentando all’aria solo i parchi cittadini, molto spesso trop-
aperta, giocando: azioni che risultano po artifciali e limitati.
centrali nello sviluppo dei bambini perché L’ambiente naturale non è solo una col-
solo osservando e applicando alla realtà lezione di oggetti, come potrebbe essere
le ipotesi, si può avere prova della vali- una biblioteca, ma ha un enorme potere
dità delle nostre idee, ma soprattutto si evocativo nella nostra mente. La Natura
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 125

afascina l’essere umano e lo rigenera, signifca porre attenzione a tanti piccoli


talvolta basta anche il solo colore verde, elementi che ne garantiscono la prospe-
ma un’immersione in un bosco può avere rità: assicurarsi che il terreno sia fertile,
efetti incredibili, grazie anche a sostan- toccandolo, annusandolo e ascoltando i
ze chimiche e biologiche: microbi, pollini, consigli del maestro contadino; curare le
spore e bioprodotti volatili si appoggiano piante secondo i loro bisogni, osservan-
sulla nostra pelle, entrano in bocca, nel dole e documentandosi sulla loro evolu-
naso, nelle orecchie, e raggiungono i no- zione; considerare che l’orto non è com-
stri organi interni interagendo con essi. posto solo da ortaggi, ma al suo interno
Nello stesso tempo, un’infinità di sti- convivono piante spontanee, erbe aro-
moli sensoriali sollecitano i nostri sensi, matiche e ofcinali, fori, insetti e anche
suscitando reazioni positive anche nelle altri piccoli animali.
nostre funzioni: nel sistema nervoso, im- A scuola i bambini e le bambine possono
munitario, metabolico e persino nell’ap- prendersi cura dell’orto, dalla preparazio-
parato cardiocircolatorio che risponde ne del terreno, passando per la semina,
rapidamente riequilibrandosi. il trapianto e la cura delle piante fno al
Nel giardino scolastico dove si può fare raccolto che riempie sempre di soddisfa-
sperimentazione delle pratiche di giar- zione e in caso contrario si impara cos’è
dinaggio e, soprattutto, in un orto di- che non ha funzionato. Apprezzando i
dattico progettato e realizzato apposi- risultati del proprio impegno si dà valore
tamente, si possono creare situazioni di alle pratiche di manutenzione di uno spa-
contatto con la natura che propongono zio che ci regala frutti e bellezza, ovvero
attività di bioflia. L’orto didattico rea- pratiche che permettono di consolidare
lizzato a scuola con il metodo Bioatti- l’abitudine alla cura e quindi al rispetto
vo crea una piccola oasi agricola in città dei beni comuni. L’orto infatti permette
dove ogni elemento contribuisce a creare di imparare non solo le tecniche di col-
l’ambiente di apprendimento nel quale i tivazione (didattica dell’orticoltura), ma
bambini e le bambine si trovano a speri- anche di appropriarsi e raforzare tante
mentarsi. Avere modo di stare all’aperto altre conoscenze e abilità che spaziano
insieme agli altri, a contatto con la natu- dalla poesia alla geometria, passando
ra, in un ambiente dove poter dare spazio dalla storia e dalla matematica (orticol-
all’immaginazione e poi, magari, mettere tura didattica). Infne, nell’orto collabo-
in pratica la propria creatività, favorisce rativo tutti si danno una mano per uno
la riflessione verso l’importanza di un scopo comune: non ci sono proprietà o di-
approccio rispettoso e comunitario che visioni e la responsabilità è di tutti, com-
porta a un arricchimento dell’esperienza partecipata, per un obiettivo comune che
di scoperta, che i bambini e le bambine magari è riportato attraverso racconti e
vivono quotidianamente. Prendersi cura disegni nel diario dell’orto.
di un orto, un piccolo ecosistema ricco In questo quadro di riferimento, un ruo-
di biodiversità da considerare come un lo importante viene rivestito dalle fat-
laboratorio permanente a cielo aperto, torie didattiche. La Fattoria Didattica
126 PER FARE UN ORTO

è un’azienda agricola, un luogo dove si multifunzionale permette di ofrire un’e-


pratica fattivamente l’agricoltura, situa- sperienza didattica e far rivivere ai visita-
to solitamente nella zona periferica del- tori un rapporto più sano con il tempo e
la città o in piena campagna, nel quale con i tempi. Questo luogo un po’ magico,
è possibile vivere un’esperienza diretta ci insegna una vita dettata dalle stagioni
della vita del contadino (Fig. 1). In fatto- e dal clima, dove alba e tramonto sono
ria si può camminare tra i campi coltivati, le sveglie quotidiane che scandiscono i
gli orti didattici e, se presenti, gli anima- tempi e le scadenze di tutti coloro che se
li: grandi o piccoli. È un luogo dove ci si ne prendono cura con passione ogni gior-
possono sporcare le mani e sedersi per no, non tralasciando mai i bisogni primari
terra, dove non si sente il rumore delle delle piante e degli animali.
auto, ma piuttosto il canto del gallo o il Le proposte didattiche della Fattoria
ragliare dell’asino, il cinguettio degli uc- vengono studiate per le scuole di ogni
cellini e il ronzare delle api. Un luogo ric- ordine e grado (dagli asili nido alle scuole
co di biodiversità, dove il fare agricoltura superiori) e permettono di ofrire espe-
rienze d’apprendimento sempre nuove
Figura 1 - Un momento delle attività nella fattoria Cuore Verde e interessanti, in linea con la crescita e
Firenze (foto: Marco Berretti)
lo sviluppo delle competenze dei parte-
cipanti, co-progettate insieme agli inse-
gnanti e con obiettivi didattici specifci.
È possibile scoprire e imparare i segreti
della natura, dell’orto e degli animali pre-
senti in fattoria, ma anche afrontare i
temi della biodiversità, della stagionali-
tà, della sostenibilità, della resilienza e
dell’economia eco-sistemica.
Le modalità didattiche – sia nell’orto
scolastico che in fattoria – sono ispira-
te all’osservazione, all’esplorazione, alla
scoperta, alla pratica e all’azione diretta
dell’alunno in un ambiente naturale; que-
ste sono pensate per essere coinvolgenti
ed efcaci, stimolando profondamente
sia l’attenzione diretta, ovvero quella
necessaria a seguire compiti e insegna-
menti specifci, ma anche quella involon-
taria o fascinazione (Kaplan, 1995), attiva
nelle situazioni di tranquillità e di inte-
resse personale. A differenza di quella
diretta, che si esaurisce facilmente a cau-
sa dell’accumulo di stanchezza e stress,
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 127

lo stato di fascinazione non si esaurisce che Gardner (1999) ha chiamato l’ottava


ma, viceversa, si attiva esclusivamente intelligenza, ovvero quella naturalistica,
con attività piacevoli quali ad esempio: che sviluppa una sensibilità particolare
il gioco, il racconto o l’ascolto di storie, verso la natura, l’ambiente e gli esseri vi-
la risoluzione di problemi o l’immersio- venti ed è capace di processare informa-
ne in ambienti naturali percepiti come zioni atte a distinguere tra oggetti natu-
rassicuranti e rilassanti. Le attività che rali e artifciali. È auspicabile che questa
stimolano la fascinazione permettono intelligenza ci possa aiutare in futuro a
all’attenzione diretta di riposarsi e di ri- ottimizzare e limitare l’uso delle tecnolo-
generarsi fno a tornare ai livelli normali gie per la didattica, favorendo l’interesse
di efcienza. verso l’implementazioni di attività all’a-
Per concludere, le attività all’aria aperta ria aperta e in contesti agricoli o naturali,
permettono ai bambini (e in modo mino- che possono stimolare al meglio creativi-
re anche agli adulti) di sviluppare quella tà, comunicazione e collaborazione.

Bibliografa
Gardner H. (1999), Intelligence reframed, New York, Basic Books
Kaplan S. (1995). The Restorative Benefts of Nature: Toward an Integrative Framework. In: Journal of Environmental
Psychology, 15: 169–182
Wilson E. O. (1984). Biophilia. Cambridge, MA, Harvard University Press
128 PER FARE UN ORTO

«Orto è sentirsi bene»


Esperienze di Orticoltura Terapeutica
per imparare ad avere cura di sé
Margherita Volpini

L’orticoltura terapeutica è una pratica uti- tempi, valori e messaggi non è sempre
lizzata per migliorare la qualità della vita così accessibile e comprensibile a tutti.
delle persone dal punto di vista fisico, L’orto, il giardino sono spazi per riappro-
psicologico, cognitivo e sociale attraver- priarsi della propria essenza, della propria
so il contatto e la relazione con la natura. autostima e fducia, ma per ottenere ri-
L’American Horticultural Therapy Asso- sultati rilevabili e persistenti, è necessario
ciation definisce l’Orticoltura terapeu- un mediatore che faciliti le interazioni tra
tica come “una pratica riabilitativa che persone e piante. Il potere benefco del
prevede il coinvolgimento del paziente o verde e l’efcacia educativa e riabilitativa
dell’utente in attività di orticoltura, faci- dell’orticoltura terapeutica si manifesta-
litate da un terapista formato, col fne di no grazie alla relazione, alla connessione e
raggiungere obiettivi terapeutici specifci all’afliazione che l’Ortoterapeuta riesce
e documentati, nel contesto di un piano a favorire e a instaurare tra la persona e
terapeutico.” le piante.
Il potere curativo della natura è noto sin Vengo dal mondo agricolo, con un grande
dai tempi antichi, ma è grazie alla ricerca amore per la natura, per le persone e una
scientifca dagli anni 40 agli anni 2000, a Laurea in Scienze dell’Educazione; dieci
scienziati come B. Rush, E.O Wilson, R. anni fa, quando da educatore ho iniziato il
Ulrich, R. e S. Kaplan, C. C. Marcus, che mio lavoro come Ortoterapeuta, ho capito
si è fnalmente dimostrato come anche subito che è un lavoro meraviglioso con
la sola visione di immagini ‘naturali’ con- grandi potenzialità riabilitative, perché le
tribuisca a rigenerare la capacità atten- attività con il verde risarciscono le per-
tiva, incrementi la creatività, aumenti sone di bellezza, di fducia, di esperienza
il livello di concentrazione. Il contatto, afettiva, fsica e creativa immergendole
l’esposizione al verde aiutano nel recu- nelle più svariate possibilità e opportu-
pero da situazioni di stress psicofsico e nità. Mi sono resa conto che è un lavoro
post-traumatico, concorrono nella ridu- molto complesso, che necessita di una
zione della percezione del dolore, nella ri- formazione specifica teorica e pratica
duzione del livello di stress, favoriscono la continua. È una professione che richiede
sensazione di tranquillità e la disponibilità competenze a livello socioeducativo, clini-
al coinvolgimento. Il verde incrementa il co, sanitario, agronomico, botanico, eco-
processo di cura, ma non è sufciente il logico, progettuale. Richiede grandi capa-
solo stare in natura. La natura con i suoi cità relazionali di afliazione, conoscenza
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 129

3
Le attività di Orticoltura terapeutica possono essere portate
avanti in diversi contesti di cura e assistenziali (foto:
Margherita Volpini)
1 Orto condiviso: trovare ruoli e autostima
2|3 Comunità sanitaria disabili: coltivare bellezza
4 Comunità terapeutica dipendenze: coltivare creatività e
talenti
5 Casa di riposo: accarezzare la vita e la bellezza

5
130 PER FARE UN ORTO

della natura e competenze da utilizzare a materiali, colori rimandi, trasmetta cura,


fni terapeutici. amore, bellezza, motivazione e dedizione.
Per concepire un progetto individualiz- Come Ortoterapeuta, lavoro con bambini,
zato, centrato sulla persona, struttu- adolescenti, anziani, persone con disabi-
rato e condiviso in equipe e avviare così lità mentale, fsica e sensoriale, autismo,
gli obiettivi terapeutici, l’Ortoterapeuta afette da demenza e dipendenze e/o in
deve possedere capacità di osservazio- alternativa al carcere, anche su percorsi
ne, ascolto, saper condurre i gruppi e di inserimento lavorativo, ma molteplici
conoscerne le dinamiche. È come cucire sono le possibilità negli ospedali, nei cen-
un abito su misura, conoscere in primis la tri di salute mentale, per i disturbi dell’a-
persona, le sue disabilità, fragilità, pato- limentazione e del neuro sviluppo.
logie, terapie, i facilitatori e i sostegni che Cosa rende l’orticoltura terapeutica così
possono aiutarla e motivarla. Un abito su efcace e adatta ad ogni età? Le piante
misura, ma sempre modifcabile, fessibi- permettono il passaggio “dall’essere cu-
le e dinamico, perché le persone crescono rati” al prendersi cura, al sentirsi respon-
e cambiano e la nostra proposta con loro. sabili, all’essere partecipi della relazione
Occorre documentare, monitorare, resti- recuperando, riattivando, riconoscendo
tuire l’efcacia o meno delle attività, il un’immagine positiva di sé, ricca di ri-
benessere conseguito, i progressi, i risul- sorse e bellezza. Le piante non giudica-
tati: un percorso che parte dalla persona, no e sono inofensive, ma sono vive, si
con lentezza, tessendo una relazione fat- trasformano, reagiscono, restituiscono,
ta di conoscenza, di competenza, di ascol- danno sempre la possibilità di riprovarci.
to, di fducia, di condivisione, di motiva- Le attività con il verde sono motivanti,
zione, di amore, di ascolto dei bisogni, dei fessibili, dinamiche e così varie che tutti
desideri, dei sogni, dei modi di percepire, possono trovare il proprio ruolo, scoprire
delle paure, delle fragilità, delle possibili- e coltivare il proprio talento per raggiun-
tà e potenzialità. Nasce dallo stare e fare gere un fne comune. In giardino e nell’or-
insieme. La progettazione e realizzazione to si raforza la connessione tra azione
dell’orto-giardino in cui si svolgeranno le e risultato, si impara facendo, portando
attività deve essere attentamente ela- immediatamente sul piano concreto le
borata. Piante, aiuole, spazi, cammina- conoscenze acquisite, si apprende dall’e-
menti, sedute vanno pensate, proget- sperienza. Essere immersi nella bellez-
tate e realizzate per essere accessibili e za, fare, distrae dall’ansia, dal dolore,
comprensibili ai futuri utenti, senza mai dalla solitudine. È importante sottoli-
rinunciare all’aspetto estetico. L’orto, il neare che spesso la presa in carico delle
giardino possono diventare spazi per im- persone fragili, la riabilitazione avviene
mergersi nella bellezza, scrigni che con- esclusivamente in luoghi sanitarizzati e
tengono e proteggono gioielli preziosi, per medicalizzati, mentre attraverso l’atti-
far sì che si sentano tali anche le persone vità di orticoltura terapeutica è possibile
che li frequentano. Uno spazio-contesto costruire un nuovo percorso di terapia,
che, attraverso la propria progettazione, inclusività e dignità sociale, nei luoghi
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 131

della “normalità”. La persona diventa così confronto, dialogo, autonomia, un ruolo,


protagonista del suo percorso, si crea un un futuro. Chiudo queste pagine con le
gruppo di appartenenza, si sente libera rifessioni delle persone con cui faccio at-
e capace di fare, acquisisce competenze, tività in una comunità per disabili: “Orto
si confronta costantemente con le sue uguale amore”, “Nell’orto mi sento utile”,
risorse più profonde, impara a prendere “Nell’orto c’è un bel venticello”, “Ho impa-
decisioni, ad amare gli altri esseri viven- rato ad amare le piante”, “Orto è sentirsi
ti e se stessa. A contatto con le piante bene”.
raccoglie felicità, benessere, autostima,

Bibliografa
Barbiero B., Berto R. Introduzione alla bioflia, la relazione con la Natura tra genetica e psicologia, Roma, Carocci Editore,
2019
Borghi C., Il giardino che cura. Il contatto con la natura per ritrovare la salute e migliorare la qualità della vita, Firenze,
Giunti Editore, 2007
Botta M, Healing Garden. Giardino terapeutico per anziani, disabili, bambini. Brindisi, E-Volution, 2012
Ferrini F. (2003). Horticultural therapy and its efect on people health. In: Advances in Horticultural Science, 17 (2):77-8.
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Psychology, Vol.16, pp. 169-182
Kaplan R., Kaplan S. (1989). The Experience of Nature: A Psychological Perspective, Cambridge: Cambridge University Press
Mabey.R., Natura come cura. Un viaggio fuori dalla depressione, Torino, Einaudi, 2010
Pera P., Giardino & orto terapia. Coltivando la terra si coltiva anche la felicità, Milano, Salani, 2010
Haller R. L., Capra C. L, Horticultural Therapy Methods: Connecting People and Plants in Health Care, Human Services and
Therapeutic Programs, Routledge 2016
Righetto C., Il giardino che accoglie, Venezia, Casa Ed. El Squero, 2019
Simson S., Straus M., Horticulture as Therapy. Principles and Practice, CRC press, 1998
Stuart-Smith S., Coltivare il giardino della mente, Segrate, Rizzoli, 2021
Ulrich R.S., Simon R., Losito B.D., Fiorito E., Miles M.A., Zelson M. (1991). Stress recovery during exposure to natural and
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Ulrich R. S. (1999). Efects of gardens on health outcomes: Theory and research. In: Healing gardens: Therapeutic benefts
and design recommendations, ed. Cooper Marcus C. and Barnes M., New York: John Wiley & Sons

Sitografa
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Alma Mater Studiorum Università di Bologna, www.unibo.it
American Horticultural Therapy Association, www.ahta.org
American Society for Horticultural Science, ASHS, https://ashs.org
Ass.I. Ort., www.facebook.com/assiort
Fondazione Villa Ghigi, www.fondazionevillaghigi.it
Jardin-thérapeutique, www.jardin-therapeutique.net
Podcast Life in the Garden, www.open.spotify.com
Scuola Agraria del Parco di Monza, www.monzafora.it
Therapeutic Landscape Design, www.polimi.it
Thrive, www.thrive.org.uk
132 PER FARE UN ORTO

L’orto scolastico - un contesto pedagogico


Emilio Bertoncini

Una storia antica, uno strumento l’importanza dell’adozione delle tecniche


moderno agricole è così marcata da rendere l’or-
“L’orticoltura urbana e periurbana sono to una vera e propria palestra per futuri
pratiche antiche quanto le città stesse” agricoltori. Si può, tuttavia, ritenere che
(Panzini, 2021) e da sempre ofrono oc- questo sia il primo tentativo istituzio-
casioni di apprendimento (Bertoncini, nale di favorire la diffusione degli orti
2004). È nell’orto e con l’orto che intere scolastici in Italia (Bertoncini, 2015). Nel
generazioni hanno potuto apprendere i 2004 il progetto di Slow Food denomina-
rudimenti del coltivare. È, però, presumi- to “Orto in condotta” ha proposto l’orto
bile che l’idea di orto scolastico in sen- scolastico in un’accezione più moderna
so moderno sia nata nel XIX secolo. Nel che lo rende strumento delle attività di
1837 l’istituto per l’educazione fondato educazione alimentare e ambientale. In
dal pedagogista tedesco Friedrich Fröb- questa iniziativa, come in altre della Fon-
el aveva un giardino coltivato dai bimbi. dazione Campagna Amica e di associa-
Nel 1869 una legge austriaca richiese la zioni ambientaliste come Legambiente
realizzazione di orti in ogni scuola rura- e WWF, l’orto mantiene, comunque, una
le. Nel 1879 il testo “Der Schulgarten” posizione centrale. La si può tradurre nel
scritto in Austria da Erasmus Schwab fare l’orto a scuola replicandolo in modo
venne tradotto e pubblicato negli Stati fedele al modello tradizionale. Da alcuni
Uniti e ebbe una grande infuenza sulla anni, tuttavia, prendono forma proget-
nascita del fenomeno degli orti scolastici tualità spontanee di orticoltura didattica
nel nuovo mondo. A inizio Novecento la a scuola nelle quali si mantiene la cen-
pedagogista inglese L. R. Latter scrisse tralità di quest’ultima e dei suoi bisogni
School gardening for little children de- (AAVV, 2017). L’orto è così declinato in
stando l’interesse dell’urbanista Geddes forme e fsionomie nuove e diverse da
che vedeva negli scolari educati alla con- quelle tradizionali e trasformato in un
suetudine con la natura “i futuri creatori vero e proprio laboratorio a cielo aperto
di una città trasformata dalla presenza in cui gli apprendimenti connessi ai vari
del verde” (Panzini, 2021). In questo cli- campi di esperienza e alle aree discipli-
ma si colloca “Il campicello scolastico”, nari individuate dalle Indicazioni Nazio-
una pubblicazione voluta nel 1903 dal nali per il Curricolo si intrecciano dando
Ministero della Istruzione Pubblica. Il te- luogo a nuovi modi di fare scuola. Alla
sto ha un orientamento produttivistico e fne del 2021 gli orti scolastici sono stati
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 133

individuati da un avviso PON del Mini- può cambiare fsionomia, tempi, modali-
stero dell’Istruzione come “ambienti e tà di lavoro e ogni altro aspetto che con-
laboratori per l’educazione e la forma- sente di perseguire gli obiettivi didattici
zione alla transizione ecologica”. Questa della scuola.
nuova veste testimonia l’estrema adat- La figura 2 esemplifica il concetto: la
tabilità e funzionalità didattica dell’orto parcelle ortive possono assumere forme
nel contesto scolastico. geometriche inconsuete, ma funzionali al
perseguimento dei traguardi previsti dal-
le Indicazioni Nazionali per la matemati-
L’orticoltura didattica a scuola e ca; la sistemazione generale dell’orto può
l’atelier naturalistico difuso simbolizzare l’accampamento romano
La fgura 1 aiuta a comprendere il con- per trasformare in compito di realtà un
cetto di orticoltura didattica a scuola. concetto altrimenti solo teorico; la colti-
Essa può essere definita come un’at- vazione in piena terra può essere afan-
tività di coltivazione di ortaggi e altre cata a quella in contenitore per mostrare
piante di interesse agrario svolta in con- la risposta dei viventi in condizioni am-
testo scolastico per perseguire specifci bientali diferenti; e così via.
obiettivi didattici. Tuttavia, è necessaria Intanto, l’orto rimane un contesto in
una completa sovrapposizione tra questi cui apprendere i rudimenti della tecnica
ultimi, intesi come ordinari obiettivi di- agricola, un luogo di manualità, di valo-
dattici della scuola, la scuola intesa come rizzazione dell’errore e di osservazione e
spazio e comunità di pratica e l’orto in- sperimentazione scientifca, nonché di
teso come strumento, luogo e tempo di esercizio nei campi di esperienza della
apprendimento. scuola dell’infanzia. In questa accezione,
L’orto, quindi, si pone a servizio della quindi, coltivare diviene una metodologia
scuola e, rispetto al modello tradizionale, didattica che si afanca ad altre (ricer-
ca bibliografca e nel web, incontro con
esperti, visite didattiche, ecc.) e l’orto
Figura 1 - L’orticoltura didattica a scuola si realizza
quando orto, scuola e obiettivi didattici si sovrappongono
non è il risultato del progetto, ma uno
(elaborazione: Emilio Bertoncini) strumento per perseguire i risultati attesi.
Il cambiamento richiesto è, quindi, quello
di passare dall’idea di progettare l’orto a
quella di inserire l’orto in un progetto di
più ampio respiro didattico. Anzi, nel me-
desimo plesso scolastico lo stesso orto
può essere un contesto di attuazione di
più progettualità laddove più classi si al-
ternino al lavoro in coerenza tanto con gli
obiettivi propri che di altri. Nell’esempio
della fgura 2, il tracciamento delle par-
celle potrebbe avvenire ad opera di chi
134 PER FARE UN ORTO

già padroneggia la geometria, la defni- difuso, cioè un insieme di materiali na-


zione dell’orientamento e della fsiono- turali animati e inanimati che possono
mia ispirata all’accampamento romano sostenere gli apprendimenti. Esso può,
da parte di chi ha già afrontato l’argo- quindi, integrare le raccolte conserva-
mento, la cartellinatura delle piante da te all’interno (erbari, insettari, raccolte
parte di chi sta imparando a scrivere o di pietre o minerali, ecc.) e l’insieme di
di chi studia la lingua straniera e così via. materiali, piante e animali presenti in
Un passaggio evolutivo ulteriore dell’idea giardino e negli spazi contermini. Può
di orto è quello di vederlo come elemen- farlo determinando la presenza di una
to integrato negli altri spazi scolastici e collezione di piante organizzate in modo
capace, in particolare, di arricchire ciò che formale oppure semplicemente introdu-
possiamo definire l’atelier naturalistico cendo delle isole ortive, cioè degli spazi

Figura 2 - sopra L’orto


scolastico come spazio delle
aree disciplinari della scuola
(foto ed elaborazione: Emilio
Bertoncini)
Figura 3 - sotto L’orto
coltivato su letti rialzati può
essere usato come biblioteca
oggettuale (foto: Emilio
Bertonicini)
ORTOBIOATTIVO E VALORE SOCIALE 135

coltivati di piccole o modeste dimensioni, L’orto, un luogo e tempo di


inclusi eventuali vasi o foriere, che pun- opportunità pedagogiche
teggiano il giardino o il cortile della scuo- L’orto si colloca tra gli ambienti genera-
la. In tal senso, costituisce una sorta di tori di apprendimento come ogni altro
biblioteca oggettuale da cui attingere per spazio scolastico. È, quindi, componente
osservazioni, per prelevare materiali per di un setting pedagogico che merita una
il gioco spontaneo o per l’osservazione progettazione mirata e coerente con la
strutturata, per alimentare insetti alle- mission della scuola. È una modalità e
vati in aula e così via. In tale accezione, un contesto di attuazione della program-
quanto si vede in fgura 3 non è destinato mazione didattica che, rispetto ad altri,
necessariamente al tradizionale raccolto ofre alcuni vantaggi. Per esempio, i cicli
a fini alimentari, ma potrebbe essere colturali brevi e sovrapponibili all’anno
prelevato spontaneamente dai bambini scolastico di alcuni ortaggi si prestano ad
della scuola dell’infanzia per il gioco sim- ofrire variabilità e riprogettazioni con-
bolico, essere destinato all’estrazione di tinue. Altrettanto, richiede di svolgere
colori o aromi in un laboratorio di scienze attività in esterno ofrendo la possibili-
o esser lasciato crescere oltre il consueto tà di sperimentare l’antropo-ecosistema
momento di raccolta per osservare il ciclo in cui si inserisce. È, poi, soggetto a im-
biologico completo delle piante. prevedibilità che possono essere accolte
come fattore pedagogico. Ancora, può
nascere e vivere attraverso progettua-
lità condivise o sovrapponibili capaci di
costruire una vera e propria comunità
di apprendimento coinvolgendo anche
fgure esterne alla scuola. Tutto questo
è reso possibile dal fatto che più di altre
aule richiede di tradurre gli intenti peda-
gogici in fatti concreti, in un agire che è
anche assunzione di una responsabilità
educativa condivisa tra persone con ruoli
diversi, inclusi gli studenti.

Bibliografa
Bertoncini E., Orticoltura (eroica) urbana, Pisa, MdS editore, 2014
Bertoncini E., L’orto delle meraviglie, Pisa, MdS editore, 2015
AA.VV., Evviva l’orto che ci fa sporcare, Ancona, Regione Marche e ASSAM, 2017
Panzini F., Coltivare la città, Roma, DeriveApprodi, 2021

Sitografa
Orti nelle scuole, www.ortinellescuole.it
Orti scolastici, https://ortiscolastici.blogspot.com
Oltre l’Ortobioattivo

Perché esistono gli alberi?


La storia dell’olobionte planetario

Innovazione e tradizione,
la sfda del comparto agroalimentare
per la sostenibilità

Ecologia integrale e responsabilità

Consumatori, disastri dietetici e il


richiamo di un nutrimento nomade

Una rifessione sul ruolo dell’Orto


botanico di Firenze, punto di contatto
tra accademia e società

a fanco
Una crepa nella pavimentazione della stazione Conca d’Oro
della Metro B di Roma costituisce un nuovo habitat per la
ricostituzione di un frammento di prato, a testimonianza della
plasticità della vita vegetale
(foto: Giulia Torta)
138 PER FARE UN ORTO

Perché esistono gli alberi?


La storia dell’olobionte planetario
Ugo Bardi

Gli alberi del Sequoia National Park in Ca- umani e gli alberi è che sono entrambi
lifornia sono i più grandi del mondo: una olobionti, entrambi parte del più grande
vista impressionante, persino umilian- olobionte planetario che chiamiamo eco-
te. È notevole il fatto che condividiamo sistema (e, talvolta, “Gaia”).
l’ecosistema con creature così diverse Quello di “olobionte” è un concetto non
da noi: gli alberi non hanno cervello, né nuovo in biologia, ma che si sta difon-
sangue, né muscoli, così come noi non dendo rapidamente perché descrive al-
abbiamo la capacità di fare la fotosintesi cune caratteristiche fondamentali dell’e-
o di raccogliere minerali dal suolo. Sono cosistema, in particolare il fatto che le
veramente delle creature aliene, eppu- creature che lo compongono collaborano
re sono fatti degli stessi mattoni di cui fra loro non soltanto per sopravvivere,
siamo fatti noi; le loro cellule contengo- ma per ottimizzare l’ambiente per la
no molecole di DNA e RNA, il loro me- sopravvivenza dell’intero sistema. È un
tabolismo si basa sulla riduzione di una concetto afascinante che si comprende
molecola chiamata adenosina trifosfato nel modo migliore con un esempio. Qui,
(ATP) creata dai mitocondri all’interno ne parleremo in relazione alle foreste.
delle loro cellule, e molto di più. Ma più Gli alberi sono creature incredibilmente
di questo, la somiglianza tra gli esseri complesse e adattabili, che hanno una

Figura 1 - Le foreste sono elementi di mitigazione del clima terrestre (foto cortesia di Chuck Pezeshky)
OLTRE L’ORTOBIOATTIVO 139

vita propria, non necessariamente facile dell’albero fosse distesa sul terreno, sen-
da capire o sfruttare. Per esempio, come za perdita di fotoni e con un enorme ri-
fanno gli alberi a pompare l’acqua dal sparmio di costi. Allora perché spendere
suolo fno alle foglie, dove viene utiliz- tutta quell’energia per spingere la corona
zata per la fotosintesi facendola reagire dell’albero verso il cielo?
con la CO2? Gli alberi non hanno muscoli, Dawkins sosteneva che gli alberi sono
niente che possano usare per pompare così alti perché competono fra di loro
un liquido, come fa il nostro cuore con per la luce solare. Un albero più alto, se-
il sangue. In questo caso, il trucco si condo Dawkins, mette gli altri in ombra
chiama “evapotraspirazione”: gli alberi ed elimina la concorrenza. Sbagliato.
pompano l’acqua verso l’alto utilizzando Dawkins pensa come un primate, ma gli
la caduta di pressione generata dall’eva- alberi non sono primati. I singoli alberi
porazione dell’acqua sulla superfcie delle non hanno alcun vantaggio nell’uccidere
loro foglie. Come facciano esattamente, i loro vicini facendo loro ombra. Potrebbe
non è completamente chiaro. forse permettere loro di crescere un po’
La teoria generalmente accettata è che di più, ma in cambio sarebbero più espo-
gli alberi pompano l’acqua ad altezze ele- sti alle rafche di vento che potrebbero
vate come risultato di una combinazione farli cadere. Nel mondo reale, gli alberi
di forze capillari e dell’abile sfruttamento si proteggono l’un l’altro rimanendo in-
dei legami che tengono insieme le mole- sieme ed evitando il pieno impatto delle
cole d’acqua sotto forma di liquido. Que- rafche di vento. Non sempre funziona
sto meccanismo è chiamato “teoria della e se il vento riesce a far cadere qualche
coesione-tensione”. La storia è compli- albero, allora può verifcarsi un efetto
cata e non tutto è completamente chia- domino e un’intera foresta può essere
ro. Ma il punto è che gli alberi riescono a abbattuta. Nel 2018, circa 14 milioni di
pompare acqua fno ad altezze di circa alberi sono stati distrutti nel Nord Italia
100 metri. da forti burrasche.
Ma perché fare un tale sforzo? Gli alberi Il disastro è stato probabilmente il risul-
non potrebbero semplicemente accon- tato del fatto che i boschi distrutti erano
tentarsi di essere un po’ meno alti? Se monocolture di abete rosso, piantagioni
l’idea è quella di raccogliere la luce solare, progettate per la produzione di legno.
ce n’è altrettanta a livello del suolo che Nel mondo naturale, le foreste non sono
a 100 metri di altezza. Richard Dawkins fatte di alberi identici, distanziati tra loro
era perplesso su questo punto nel suo come soldati in una parata. Sono un mix
libro “The Greatest Show on Earth” di specie diverse, alcune più alte, altre
(2009), dove diceva: meno. L’interazione tra le diverse specie
“Guardate un singolo albero alto che si di alberi dipende da una serie di fattori
erge fero nel mezzo di un’area aperta. diversi e ci sono prove di complemen-
Perché è così alto? Non per essere più tarità tra diverse specie di alberi in una
vicino al sole! Quel lungo tronco potreb- foresta mista.
be essere accorciato fno a che la corona È una storia che noi – mammiferi mobili
140 PER FARE UN ORTO

– abbiamo difcoltà a capire: con tutta usano le radici per comunicare con gli
la buona volontà, è difcile per noi pen- altri alberi. Non solo questo, ma scam-
sare come gli alberi. Ma, di sicuro, loro biano nutrienti e ricevono informazioni
sanno cosa è bene per loro. In ogni caso, su ciò che succede nelle vicinanze, come
un albero isolato è esposto non solo alle attacchi di parassiti e simili. Sì, gli alberi
rafche di vento, ma perde la connessio- “parlano” tra loro, come nelle storie di
ne «Wood Web», una teoria proposta da fantasia, anche se non usando le onde
Suzanne Simard, che dice che gli alberi sonore, come facciamo noi animali.

Figura 2 - La chioma di un faggio all’inizio dell’autunno. Le faggete costituiscono le principali formazioni forestali dell’Italia
peninsulare appenninica (foto: Giulia Torta)
OLTRE L’ORTOBIOATTIVO 141

Questo non signifca che gli alberi non dall’atmosfera sopra gli oceani fino a
siano in competizione tra loro. Lo fanno, migliaia di chilometri nell’entroterra. È il
assolutamente. È tipico di una foresta meccanismo che genera i “fumi atmo-
soprattutto dopo che una zona è sta- sferici” che riforniscono d’acqua terre
ta danneggiata, per esempio da un in- lontane dai mari.
cendio. In quell’area, si vedono crescere Il concetto di pompa biotica è un esem-
prima le piante che crescono più veloce- pio particolarmente chiaro di come ope-
mente, tipicamente le erbe. Poi vengono rano gli olobionti. I singoli alberi non
sostituite da arbusti e infne da alberi. fanno evaporare l’acqua nell’aria perché
È un processo chiamato ricolonizzazione in qualche modo “sanno” che questa
che può richiedere decenni, o addirittura evaporazione andrà a benefcio di altri
secoli, prima che la zona bruciata diventi alberi. Lo fanno perché hanno bisogno
indistinguibile dal resto della foresta. di generare la diferenza di pressione di
Alla fne, una foresta è un tipico olobion- cui hanno bisogno per estrarre acqua e
te. Gli olobionti non si evolvono con la nutrienti dalle loro radici. Ma il lavoro di
lotta per la sopravvivenza che alcune in- molti alberi genera l’attrazione di umi-
terpretazioni della teoria di Darwin ave- dità dal mare che benefcia l’intera fore-
vano immaginato essere la regola nell’e- sta. La selezione naturale ha lavorato a
cosistema. Gli olobionti possono essere livello di olobionti per favorire quelle fo-
spietati quando si tratta di eliminare gli reste che operavano più efcientemente
inadatti, ma mirano a una convivenza come pompe biotiche. Piante diverse da-
amichevole delle creature che sono ab- gli alberi e anche gli animali benefciano
bastanza adatte. La caratteristica “olo- dei fumi d’acqua generati dalla foresta,
biontica” delle foreste è meglio eviden- anche se non evotraspirano nulla. Sono
ziata dalla storia della “pompa biotica”, altri elementi dell’olobionte forestale.
un esempio di come gli organismi benef- Per noi, mammiferi mobili, può essere
ciano l’olobionte di cui fanno parte senza difcile capire tutto quello che succede
bisogno di gerarchie e pianifcazione. all’interno di una foresta. Così come, pro-
Il concetto di pompa biotica è stato pro- babilmente, il comportamento dei mam-
posto da Viktor Gorshkov, Anastassia miferi mobili è difcile da capire per la
Makarieva e altri, come parte del più rete cerebrale del sistema di radici degli
ampio concetto di regolazione biotica. È alberi della foresta. Non importa, siamo
una sintesi profonda del funzionamento tutti olobionti e facciamo parte dello
dell’ecosfera: sottolinea il suo potere di stesso olobionte planetario.
regolazione che impedisce all’ecosistema Alla fine, il grande olobionte terrestre
di allontanarsi dalle condizioni che rendo- che chiamiamo “foresta” si fonde nel più
no possibile l’esistenza della vita biologi- grande ecosistema planetario che com-
ca. Il concetto di pompa biotica aferma prende tutti i biomi, dal mare alla terra.
che le foreste agiscono come “sistemi di Sono il grande olobionte che chiamiamo
pompaggio planetario” portando l’acqua “Gaia.”
142 PER FARE UN ORTO

Innovazione e tradizione,
la sfda del comparto agroalimentare
per la sostenibilità
Pierluigi Adami

La terra, ecosistema vivo e fertile, con i siccità, sia dalla deforestazione operata
suoi servizi fornisce cibo, assorbimento dall’uomo. Il comparto agroalimentare
di CO2, stabilità dei suoli, equilibrio nel ci- ne è spesso responsabile: si disbosca
clo dell’acqua. E anche bellezza, se pen- anche per fare spazio a coltivazioni in-
siamo ai paesaggi rurali che ammiriamo tensive destinate a produrre mangimi
in molte zone d’Italia. per l’allevamento del bestiame.
L’inquinamento causato dall’uso di pro- La produzione agricola intensiva, che
dotti chimici di sintesi, lo sfruttamento usa prodotti chimici di sintesi, riducendo
agricolo intensivo e gli impatti del riscal- la componente organica del suolo più di
damento globale stanno minacciando la quanta ne accumuli, è responsabile del
terra, la sua fertilità e biodiversità e dun- degrado delle terre fertili. Per mantene-
que la qualità dei servizi ecosistemici che re alta la resa delle colture, gli agricol-
la terra è in grado di fornire. tori sono costretti a usare ancora più
Gli impatti del clima sono evidenti: in- fitofarmaci e fertilizzanti chimici, con
cremento di siccità e desertifcazione in conseguente dipendenza da tali prodot-
molte zone e di alluvioni, inondazioni e ti industriali. I cibi così prodotti perdono
cicloni in altre, fenomeni che riducono valore nutrizionale e proprietà organo-
la fertilità e la disponibilità di terreno lettiche, perché cresciuti “artifcialmen-
coltivabile. te” su terre inaridite. L’uso di sementi
La produzione agroalimentare è essa industriali e di tipicità di bestiame non
stessa responsabile del 29% delle emis- locali, ha ridotto la biodiversità vegetale
sioni di CO2 dovute all’attività dell’uomo e animale, con perdita dei sapori tipici di
e dunque degli impatti climatici che mi- cui l’Italia era ricca.
nacciano proprio i mezzi di sussistenza di C’è poi il problema dell’aumento della
molte comunità rurali nel mondo. popolazione mondiale, con conseguen-
La vegetazione assorbe circa il 20-25% te aumento del fabbisogno di cibo e di
delle emissioni antropiche: un bosco è acqua. L’aumento del benessere medio
una grande riserva di carbonio e se man- ha coinciso con l’aumento del consumo
tenuto in buono stato, assorbe più CO2 di di carne e delle calorie introdotte nell’a-
quanta ne emette. limentazione. Il risultato è l’aumento
Questo prezioso ecosistema è minac- dell’obesità e la difusione di malattie
ciato sia dagli incendi sempre più vasti, legate all’alimentazione anche in paesi
favoriti dall’aumento termico e dalla prima poveri, dove vigevano diete più
OLTRE L’ORTOBIOATTIVO 143

frugali, basate sul consumo di cereali. In prossimi decenni potrebbe colpire il 40%
pochi decenni il consumo annuo di carne della popolazione mondiale. A carico del-
è aumentato da 45 a 300 milioni di ton- la zootecnia ci sono inoltre le emissioni
nellate (in Cina è aumentato di 15 volte). di metano, dovute alla fermentazione
Con forti disparità: un americano consu- enterica soprattutto dei bovini, e la ge-
ma 120kg di carne all’anno, un africano stione del letame, responsabile di qua-
ne consuma 20kg (nel Sahel solo 6). si la metà delle emissioni di protossido
Le proiezioni indicano un raddoppio del di azoto. Va comunque rilevato che la
consumo di carne entro il 2050, con produzione di carne suina e da pollame
conseguenti problemi di sostenibilità. è meno impattante rispetto a quella
La FAO osserva che coltivare campi per bovina.
produrre mangimi per il bestiame è, sul Il comparto agroalimentare si trova dun-
piano nutrizionale, meno efcace dell’u- que di fronte a una sfda epocale: miglio-
so diretto di quei campi per l’alimenta- rare l’efcienza del sistema produttivo
zione umana. per sfamare una popolazione crescente e
Anche l’impatto della produzione di nel contempo consumare meno risorse e
carne sui consumi di acqua è rilevante, rendere sostenibile l’intera catena che va
considerando che la carenza idrica nei dal produttore al consumatore. Questa

Figura 1 - Lo status di conservazione delle foreste montane del Malawi meridionale è considerato scarso a causa della conversione
di molte superfci alle piantagioni di tè ed eucalipti. La deforestazione, oltre a causare perdita di specie animali e vegetali, acuisce
gli efetti del riscaldamento climatico in atto (foto: Giulia Torta)
144 PER FARE UN ORTO

sfda implica lo sviluppo di competenze però capacità di investimento in nuove


sulle nuove tecnologie e buone pratiche tecnologie, competenze e disponibilità
agronomiche e capacità di investimento di connessione a Internet a larga banda,
per implementare nuovi processi produt- ancora poco difusa nelle zone rurali.
tivi sostenibili. La sostenibilità del comparto agroali-
Molte aziende agricole hanno già investi- mentare va sostenuta anche con scel-
to sull’innovazione, puntando alla quali- te consapevoli dei consumatori: acqui-
tà dei prodotti e non allo sfruttamento stare solo verdure e frutta di stagione
intensivo, adottando buone pratiche da aziende del territorio, riduce sia le
agronomiche che consentono di nutrire necessità di trattamenti chimici, sia le
naturalmente il terreno, come la semina emissioni di gas serra dovuti al traspor-
di leguminose da interrare per dare ferti- to delle merci.
lità e vita a terreni prima inariditi dall’uso La riduzione del consumo di carne (so-
eccessivo di prodotti chimici. Buone pra- prattutto bovina) a vantaggio della “die-
tiche come pacciamatura, sarchiatura, ta mediterranea”, potrebbe ridurre sino
lavorazione minima del terreno (mini- al 20% le emissioni di gas serra, liberan-
mum tillage), uso di barriere frangivento, do milioni di chilometri quadri di terre
consentono di mantenere la fertilità dei da destinare alla produzione di cibo per
suoli riducendo anche il fabbisogno idrico l’uomo.
e l’erosione del suolo. Anche la zootecnia può diventare più
L’Italia, con il 15% dei terreni a coltivazio- sostenibile: gli allevamenti migliori uti-
ne biologica è il paese leader in Europa lizzano mangimi di qualità, favoriscono
(la media UE è inferiore al 10%) ed ha l’igiene e il benessere degli animali, con
la maggiore superfcie a biologico, con minore uso di medicinali; i più avanzati
circa 2 milioni di ettari. La difusione del dispongono di sistemi di stoccaggio dei
biologico è dovuta alla crescente doman- gas prodotti dalle emissioni enteriche
da dei consumatori, disposti a spendere degli animali e dalla fermentazione del
qualcosa in più, ricevendo in cambio un letame, gas che poi viene usato a fini
prodotto più sano e più ricco di sapore. energetici.
Anche la transizione digitale sta cam- Anche il consumo idrico può essere ri-
biando il mondo agricolo, grazie all’uso dotto: a seconda dell’azienda, il fabbi-
di software, algoritmi, sistemi esperti, sogno idrico netto (considerando l’acqua
sistemi di monitoraggio che usano son- restituita in natura) varia tra 790 e 5000
de, droni, robot e dati satellitari che con- litri di acqua per chilo di carne bovina
sentono di ottimizzare l’uso delle risorse, prodotta.
soprattutto dell’acqua per l’irrigazione. L’impatto della globalizzazione resta
È l’agricoltura di precisione, che aiuta però pesante. La grande distribuzione,
l’agricoltore a “fare la cosa giusta nel puntando sul basso prezzo e su prodotti
posto giusto e al momento giusto”, evi- standardizzati, ha generato un sistema
tando inutili sprechi e riducendo l’inqui- poco sostenibile in termini di emissioni di
namento. Questi strumenti richiedono gas serra e produzione di rifuti. Le aste
OLTRE L’ORTOBIOATTIVO 145

al ribasso favoriscono produzioni inten- dei consumatori, più attenti alla prove-
sive, a maggiore resa e minore qualità. Il nienza dei prodotti e alla loro composi-
mercato globale fa perdere colture locali zione. È in atto la tendenza a preferire i
e i sapori dei prodotti tipici. prodotti del proprio territorio, ritrovando
L’innovazione, le nuove tecnologie, sa- il gusto originario dei cibi. Innovazione e
ranno allora più efficaci se terranno tradizione, passato e futuro si devono
conto delle buone pratiche ricavate dai integrare. È questa la vera sfda da co-
saperi delle comunità locali. Su questo gliere per le aziende agro-zootecniche di
tema sta aumentando la consapevolezza oggi che guardano al domani.

Bibliografa
Atzori A. S., Canalis G., Pulina G., Francesconi A. H. D., (2016). A Preliminary Study on a New Approach to Estimate
Water Resource Allocation: The Net Water Footprint Applied to Animal Products. In: Agriculture and Agricultural
Science Procedia 8:50-57. DOI: https://10.1016/j.aaspro.2016.02.007
Birch E. L., (2014) A Review of “Climate Change 2014: Impacts, Adaptation, and Vulnerability” and “Climate Chan-
ge 2014: Mitigation of Climate Change”, In: Journal of the American Planning Association, 80:2, 184-185, DOI:
https://10.1080/01944363.2014.954464

Sitografa
Rasmussen C., NASA Earth Science News Team (2014). Amazon inhales more carbon than it emits, NASA fnds. https://
climate.nasa.gov/news/1053/amazon-inhales-more-carbon-than-it-emits-nasa-fnds/
IPCC (2019). Special Report on Climate Change and Land, https://www.ipcc.ch/srccl/
Slow Food International, How Much Meat Do We Eat?: https://www.slowfood.com/much-meat-eat/
146 PER FARE UN ORTO

Ecologia integrale e responsabilità


Paolo Lucchesi

Premessa dell’intervento umano e lo scriteriato


In questa fase, quando la comunicazione sfruttamento delle risorse non rinnova-
e l’attenzione delle persone è tutta dedi- bili, accentuatisi negli ultimi due secoli e
cata alla pandemia da Covid 19 e alle on- con un’accelerazione dalla metà del nove-
date epidemiche causate dal susseguirsi cento, hanno determinato conseguenze
delle varianti, diviene difcile afermare sempre più gravi, le quali ormai mettono
che esiste un’emergenza altrettanto im- in pericolo la sopravvivenza del pianeta
pellente e addirittura più grave. e in esso la stessa esistenza della vita.
Invece senza alcun dubbio la condizio- Non c’è più tempo per gli aggiustamenti.
ne del nostro pianeta è il problema più Oggi esiste una sola possibilità per evi-
acuto, urgente e fondamentale che sta tare un disastro già annunciato: assu-
di fronte all’umanità, come si può anche mere l’ecologia integrale come finalità
ricavare dalla lettura del documento IPCC e baricentro di ogni decisione, personale
(Intergovernmental Panel on Climate e collettiva, correggendo le distorsioni
Change) dell’agosto 2021. causate da un errato antropocentrismo
Siamo tutti chiamati in causa, l’intero e dalla sua organizzazione produttiva e
mondo istituzionale e ogni singolo citta- riproduttiva.
dino, ma in linea di principio la responsa- Senza alcun dubbio diferenti sono le re-
bilità ricade innanzitutto su chi ha mag- sponsabilità pratiche, storiche e perfno
giori disponibilità fnanziarie, conoscitive morali secondo l’importanza e l’incidenza
e strumentali, cioè su quella frazione dei vari ruoli, ma il mantra odierno non è
umana economicamente più ricca e più tanto la loro individuazione, quanto l’as-
sviluppata alla quale apparteniamo. sunzione di un protagonismo propositivo
e fattivo cui tutti siamo chiamati.
Tale afermazione coniuga il nostro vis-
Ecologia integrale e responsabilità suto nell’ambito della democrazia, non
Il problema ambientale non è mai stato quella formale e contraddittoria delle
settoriale, ha per se stesso dimensione odierne rappresentazioni del cosiddetto
globale perché tutto è relazione e in re- mondo liberaldemocratico, ma quella so-
lazione, però solo adesso la necessità di stanziale del potere reale difuso, della
una visione globale e integrata ha assun- radicalità critica unita alla partecipazione
to dimensioni di urgenza e radicalità. attiva.
Infat ti il carat tere predatorio For tunatamente esiste una realtà
OLTRE L’ORTOBIOATTIVO 147

popolare diffusa, intergenerazionale e riguarda il “rapporto col potere” e con


interclassista, composta di singole per- i suoi strumenti di consenso, a comin-
sone, gruppi informali, organizzazioni e ciare dalla pseudo informazione fonda-
associazioni, la quale si alimenta e respira ta sulla falsità degli annunci contrad-
lo stesso humus culturale di quel mondo detti dalle realizzazioni e sulla ripetuta
dei tecnici e degli esperti che, non essen- distorcente parzialità dei dati, presen-
do compromessi col potere, lanciano in- tati invece come inoppugnabili. Signi-
cessanti grida d’allarme. fca non rimanere in silenzio e svolgere
Sono fermamente convinto che la scel- una costante e radicale funzione cri-
ta non rinviabile dell’ecologia integrale tica di denuncia verso la pletora delle
debba partire da questa potenziale ag- istituzioni, nazionali e internazionali e
gregazione per due ragioni fondamenta- verso la realtà, molto meno numero-
li, distinte e interconnesse, anche perché sa ma più potente, delle grandi lobby
entrambe esigono una conversione. economiche multinazionali. Entrambe
■ La prima metanoia riguarda lo “stile infatti, salvo poche eccezioni, si pre-
di vita” di ognuno. Essa esige di non sentano all’attenzione di tutti con una
rimanere succubi di un modello con- conclamata, sapientemente studiata,
sumistico, negativo sul piano salutare adesione alla trasformazione ecologi-
e caratterizzato per l’essere dispen- ca, che viene però sistematicamente
dioso e strutturalmente egoistico, in contraddetta dai loro comportamenti
quanto retto sullo sfruttamento delle concreti.
risorse e delle persone. È una conver- Gli ambiti descritti di questa esistente e
sione di carattere personale che non difusa presenza virtuosa hanno il pre-
fa eccezioni, che responsabilizza tutti gio, ma pure il limite, di appartenere al
e ognuno, che quindi abbiamo il dovere mondo della testimonianza. Non è suf-
di praticare e di cui dobbiamo favorire fciente, è indispensabile essere fattivi
la difusione, per farla divenire il sale costruttori di un modello economico e
della terra, il seme vitale di un domani sociale nuovo che sancisca una rottura
rispettoso della natura e degli esseri di continuità.
viventi. Senza la presunzione di poter diretta-
■ La coerenza tra il dire e il fare, tra mente incidere sulla realtà macro, si può
ciò che affermiamo e il nostro ope- comunque svolgere un ruolo incisivo im-
rare quotidiano, non esaurisce però il portante se l’ambito territoriale scelto è
compito di chi fa parte del mondo più quello locale.
sensibile e preoccupato della chiusura Gli aspetti chiamati in gioco sono molte-
egoistica che ci circonda e ci governa. plici, tutti di grande positività e soprat-
Ognuno e tutti assieme siamo chia- tutto fanno emergere la ricchezza delle
mati ad una seconda conversione, per loro inter-relazioni.
certi versi più difcile perché esposta Infatti, solo la realtà locale consente di
all’incomprensione e quindi al rischio cogliere i fermenti esistenti, di aggregare
dell’isolamento. Questa metanoia e valorizzare la creatività e l’entusiasmo
148 PER FARE UN ORTO

dei giovani con l’esperienza dei più anzia- ambientale, si trovano le forme più ap-
ni, di dare fnalità condivise alla dispersio- propriate per costruire su di essi un dise-
ne associativa e al prezioso tessuto del gno strategico, una proiezione innovativa
volontariato, di consolidare la presenza di coinvolgente, in altre parole si rende viva
imprese virtuose, di afermare negli enti e concreta la formazione di una comune
locali logiche amministrative program- visione.
matiche di lungo respiro rivolte al benes- Così nasce fra l’altro, ricchezza relaziona-
sere del territorio e dei suoi abitanti. le non trascurabile, una Comunità locale.
La dimensione contenuta facilita la cre- Quanto delineato è la risposta vera alla
azione partecipata di progetti condivisi e imperitura domanda del “che fare?”
anche di realizzazioni concrete di co-de- Siamo però di fronte ad una obiettiva
terminazione pubblico-privato che, col difcoltà, poiché questa realtà descrit-
fermento ispiratore della sostenibilità ta esiste per lo più nell’ombra, in quanto
ambientale, rendono possibile e concilia- i decisori odierni non vogliono che essa
bile lo sviluppo economico del territorio abbia l’evidenza che merita e tanto meno
e il miglioramento delle condizioni sociali che possa esercitare il suo potenziale
dei cittadini. ruolo di cambiamento: allora dobbiamo
Non sottovalutiamo che esempi impor- uscire dal quasi anonimato e fare rete.
tanti già esistono e questa pubblicazione Collegarsi, informarsi sulla reciproca at-
ne propone uno: l’Ortobioattivo di An- tività, scambiarsi esperienze, valorizzare
drea Battiata, estremamente signifca- gli esempi virtuosi, fare controinforma-
tivo per la sua semplicità e il suo valore zione, crescere numericamente, darsi una
emblematico. modalità organizzativa agile ed efcien-
Sono altresì esempi riproducibili se te, questo è l’imperativo logico da perse-
e quando, partendo dalla sensibilità guire con forte determinazione.

Bibliografa
Legambiente (a cura di). Ecomafa 2019. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia. Milano, Edizioni Am-
biente, 2020
Munafò M. (a cura di). Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2019. Report SNPA 08/2019
Padoan D. (a cura di). Niente di questo mondo ci risulta indiferente. Ravenna, Edizioni Interno 4, 2020
Papa Francesco, Laudato Sì. Lettere Enciclica sulla cura della casa comune, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana,
2015

Sitografa
IPCC (2019). Special Report on Climate Change and Land, https://www.ipcc.ch/srccl/
ONU (2015). Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
https://asvis.it/l-agenda-2030-dell-onu-per-lo-sviluppo-sostenibile/
OXFAM Briefng paper (2017). Un’economia per il 99%. https://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2017/01/
Rapporto-Uneconomia-per-il-99-percento_gennaio-2017.pdf
OLTRE L’ORTOBIOATTIVO 149

Consumatori, disastri dietetici


e il richiamo di un nutrimento nomade
Maurizio Sentieri

La consapevolezza di vivere modelli eco- quadro, almeno fno agli anni Ottanta, da
nomici e sociali insostenibili sta diven- noi forse il vertice di consumi insostenibili
tando elemento culturale finalmente quanto ingenuamente irresponsabili.
comune, parte di una stessa sensibilità. Una citazione a suo modo rivelatrice:
Cresce la convinzione che gli stili di vita a «L’uomo» disse improvvisamente «non è
cui siamo abituati possano avere i giorni stato creato per stare fermo».
contati: è così in tutti i paesi ad alto red- Era una cosa che aveva imparato studian-
dito, così per la parte più fortunata dell’u- do le epidemie. La storia delle malattie
manità a cui apparteniamo. infettive era una storia di uomini che si
Sarà un processo lento perché niente è crogiolavano nella loro sporcizia. Osservò
scontato per le generazioni che hanno anche che il vaso di Pandora era un’urna
avuto tutto. di coccio del Neolitico.
Se ciò potrebbe essere una premessa «Dammi retta» disse «le epidemie faran-
minima per lo “stato dell’arte” di una rin- no sembrare le armi nucleari tanti giocat-
novata sensibilità ecologica, può ancora toli inutili».
sorprendere osservare come il panorama È un breve accenno di dialogo, estratto
socio-economico, perfino esistenziale dai taccuini di viaggio di Bruce Chatwin e
della nostra contemporaneità più quoti- riportato nel suo Le vie dei canti (1984).
diana, sia sostanzialmente riducibile alla Poche parole – folgoranti nel signifcato
combinazione materiale di pochi “defniti- che sarebbe stato – in grado di mostrarci
vi” elementi; pochi e scontati a tal punto come non tutte le verità con cui abbiamo
da essere invisibili ai più: industria città a che fare quotidianamente ci appaiano
supermercato sono questi gli elementi sempre riconoscibili.
del quotidiano panorama contemporaneo. Bruce Chatwin ha operato come scrit-
Una triade che plasma la vita materia- tore soprattutto negli anni Ottanta. Chi
le della maggior parte di noi; combina- ha vissuto e in qualche modo goduto di
zione persino brutale nella sintesi e che quegli anni oggi sa che sono stati uno
ha le sue origini nella seconda metà del spartiacque esistenziale per almeno due
secolo scorso con l’imporsi della società generazioni.
cosiddetta dei consumi. Difcile non ac- Quella dei ventenni, nati in pieno boom
cettare l’idea che quel cambiamento sia economico e quella per cui I “favolosi
stato tanto improvviso quanto radicale. anni Sessanta”, che venivano celebra-
I decenni successivi accentueranno tale ti allora dai quarantenni, erano anche
150 PER FARE UN ORTO

l’inconsapevole celebrazione della fne di in piccoli gruppi di cacciatori raccoglitori,


un’epoca fatta di sogno di ricchezza, leg- frugali sul territorio di cui utilizzavamo
gerezza dei costumi, irresponsabilità eco- tutte le risorse, indiferenti alle epidemie
logica, esibizione narcisistica, cieca fducia per la limitata grandezza delle comunità.
nello sviluppo economico perpetuo, nella Sono questi i connotati essenziali attra-
tecnologia. verso i quali i nostri geni hanno dialoga-
Quella stagione, iniziata con il “boom to lungo la stagione del Paleolitico (circa
economico” è stata una frattura rispetto 200.000/300.000 anni solo considerando
alla continuità del passato, ha “seminato” il Sapiens). Impossibile non riconoscere
un’unica cultura e ha lasciato il vuoto di all’interno di una visione evoluzionisti-
modelli alternativi. ca come le nostre cellule parlino ancora
Oggi, quarant’anni dopo gli anni 80, vivia- quel linguaggio, come l’alterazione del
mo un tempo in cui la maggior parte delle microbiota intestinale, l’eccesso di car-
generazioni viventi è nata nel dopoguerra boidrati semplici, di grassi saturi, di sale,
e ha avuto la società dei consumi come di colesterolo e per contro la carenza di
humus esistenziale prevalente. Così, tutti fbre, di carboidrati complessi, di grassi
noi “nati consumatori” solo lentamente polinsaturi, di nutrienti antiossidanti e
o sporadicamente riusciamo ad immagi- antinfammatori sia l’immagine polimor-
nare altri orizzonti esistenziali, ancor di fa dello stesso disastro dietetico, sia con-
più a costruirne di nuovi; probabilmente seguenza di vivere complessivamente un
saranno il tempo e le azioni delle nuove ambiente che non è il nostro originario e
generazioni che daranno la sintesi neces- al quale non eravamo adattati. Per centi-
saria tra consapevolezza, immaginazione naia di migliaia di anni siamo stati nomadi
e concretezza quotidiana. che vivevano come raccoglitori cacciatori
Resta la necessità di superare la con- e agricoltori sporadici. Improvvisamente
dizione di consumatori, esasperazione siamo diventati “coltivatori di un solo
contemporanea di un modello fglio del- campo” e abitanti di una sola casa.
la prima lontana conquista tecnologica, In questa lettura, resta allora la neces-
l’agricoltura, che per millenni ha retto le sità di recuperare qualcosa di un passa-
sorti di ogni civiltà. È questo l’orizzonte to che vada anche oltre l’orizzonte della
ultimo di ogni nostra più lontana tradizio- civiltà agraria che pur ci comprende. La
ne. Impossibile spingersi oltre, sebbene necessità di recuperare suggestioni cultu-
condizioni di vita largamente diferenti rali diferenti, saggezze evoluzionistiche
parlassero probabilmente una “lingua“ diverse provenienti da un tempo profon-
più conforme ai nostri geni. E questo do che almeno geneticamente ancora ci
solo in “ragione del tempo” di cui siamo appartiene.
impastati individualmente e come specie. Di queste suggestioni, il mondo medi-
Prima del Neolitico, prima dell’invenzio- terraneo “appeso ai monti“, quello della
ne e del difondersi dell’agricoltura, du- civiltà transumante che per millenni ha
rante la lunga stagione del Paleolitico e vissuto le due anime dell’ambiente me-
dell’esistenza nomade, vivevamo infatti diterraneo - montagne “invadenti come
OLTRE L’ORTOBIOATTIVO 151

il mare” secondo la lezione di Fernand È forse la descrizione letterariamente


Braudel - può essere un esempio su cui più densa – e insieme più vera – della
riflettere. Una civiltà transumante quella figura del pastore mediterraneo, ligure
dei contadini pastori mediterranei che in particolare. La dobbiamo a Francesco
rappresentano l’ultima eco di un tempo Biamonti, che nella sua gioventù ebbe
antichissimo idealmente a cavallo tra modo di vedere i pastori scendere molte
paleolitico e rivoluzione neolitica. Il volte verso la costa all’inizio dell’inverno
movimento continuo e periodico su un e risalire poi le vallate delle Alpi Liguri e
ambiente che cambiava continuamente delle Alpi Marittime in primavera. È sta-
così come le variabili risorse di cui vivere to quello un allevamento ovino – ma in
sono infatti l’ultimo “continuum” che ci qualche misura anche bovino – lungo rot-
collega ai nostri geni primordiali. La cul- te secolari, là dove, poco dietro la costa,
tura dei pastori coltivatori delle regioni la montagna s’impenna verso severi oriz-
mediterranee è stata l’ultimo anello di zonti e ben poco rimane del mare se non
un’eredità atavica. Quella cultura è stata il ricordo, se non la possibilità di una sua
defnitivamente cancellata – come gran prossima presenza.
parte dell’agricoltura tradizionale – dalla Oggi, a causa di una rapida rimozione –
traumatica “frattura” creata dall’imporsi tutto è avvenuto nello spazio di una ge-
del modello coincidente con il boom eco- nerazione – può apparire strano ma quel-
nomico e con la nascita del consumatore. la regione di confne tra mondo alpino e
Così, di quell’ultima cultura rimossa e can- mediterraneo era tenuta assieme dalla
cellata, valga almeno come suggestione civiltà pastorale, l’unica, lungo il corso
e rifessione il caso della “cucina bianca”, dell’anno in grado di tessere le fla della
antico sapere transumante di Alpi afac- sopravvivenza tra scarse risorse, la sola
ciate sul mare. a costituire un ponte di umanità in grado
“Aveva a tracolla bisaccia e bastone, e di legare quei confni.
di colpo sfilò il bastone per andarsene. Cucina bianca è stato il nome che tra gli
Andava lento ma sicuro come gli antichi anni 50 e gli anni 60 si darà al modello
portatori di sale, e forse per lo stesso loro alimentare di quelle genti su e giù per le
sentiero. Era seguito e preceduto da ca- Alpi afacciate sul mare.
pre e pecore a frotte. Andava lento, ma Un insieme di piatti dove il colore bianco è
andava, in mezzo a tutto quel sangue di solo la suggestione di un nome ad efetto
dio la cui vita si muove. Sparì fno alla cin- in tempi già di benessere ma dove ogni
tola oltre il crinale, poi fno alle spalle, poi ingrediente e ogni preparazione legava
tutto quanto. S’inforrava dall’altra parte, non tanto il territorio ma il “territorio
nei gerbidi rocciosi, nelle macchie di lenti- fattosi cammino”. L’allevamento transu-
schi. Andava inesorabile. Non compiva giri mante tra la costa, il piano e la monta-
a vuoto, né si lasciava, come un marina- gna, tra un sud e un nord, era una civiltà
io, assediare dal sogno. Nel nuvolo, nella di sopravvivenza che univa due estremi
neve o nell’azzurro… la vita di tutto quel geografici e due sole stagioni, diverse
sangue urge”. dalle quattro del contadino sedentario.
152 PER FARE UN ORTO

Perché nel modello della “cucina bianca”, dei piatti che scandiscono una cucina dal-
anche il contadino/allevatore ha sostan- le scelte originali e unica nel raccontare
zialmente due stagioni e il loro alternarsi l’antica civiltà pastorale del Mediterra-
come orizzonte utile alla sopravvivenza e neo, qui, tra mare e Alpi, forse meglio vi-
al benessere. In questo orizzonte le colti- sibile che in altri luoghi; qui, sotto forma
vazioni invernali diventano essenziali. di cibo, civiltà materiale di territori che si
Così gli ortaggi invernali erano insieme sono fatti cammini.
ai latticini i principali capisaldi materia- Sta in questa rarità e originalità il valore
li della cucina bianca, mentre la velocità culturale – anche economico in tempi di
delle preparazioni ne erano l’«ingrediente valorizzazione turistica – di una cucina
immateriale» necessario quando l’eco- che riassume l’essenza di un Mediterra-
nomia delle famiglie e il fusso dei giorni neo ormai scomparso. Verrebbe da dire
dipendevano da quel continuo seguire “la uno storytelling prezioso quanto auten-
vita [dove] tutto quel sangue urge” e il tico quello della cucina bianca in tempi
tempo del riposo, del cibo e della cucina in cui l’avere storie da raccontare, valori
era spesso quello delle malghe e di rico- immateriali da trasmettere intorno all’au-
veri di fortuna. tenticità del cibo spesso è operazione ar-
Così il brusso (ricotta conservata e fer- tifciale o parte di una retorica di territori
mentata) è condimento di paste – sugeli, dove di territorio ormai resta ben poco.
streppa e caccia là – veloci da preparare, Non può essere così per la cucina bianca e
insieme ai “condimenti e nutrimenti” dei per quell’antico modello alimentare, forse
cavoli, delle rape, delle cipolle, delle pata- più di altri in grado di legare la montagna
te, delle erbe aromatiche, dell’olio di oliva al mare, di raccontare un territorio che è
inestimabile. Così i turle (ravioli di patate tale perché oltre che di natura e geogra-
e menta conditi con aglio e nocciole to- fa era fatto di mobilità, di irrequietezza,
state), i bernardun (minestrone avanzato di viaggi, spostamenti, cammino come
cotto in involti di pasta di pane) o ancora altrettanti ingredienti, nutrienti come
le torte di porri e patate sono solo alcuni altrettanti panorami.

Bibliografa
Biamonti F., L’angelo di Avrigue, Torino, Einaudi, 1983
Braudel F., Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, Torino, Einaudi, 1976
Chatwin B., Le vie dei canti, Milano, Adelphi, 1988
Sentieri M., L’ultima transumanza, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2021
OLTRE L’ORTOBIOATTIVO 153

Una rifessione sul ruolo dell’Orto botanico di Firenze,


punto di contatto tra accademia e società
Giulia Torta

In base alla defnizione data dall’Unione effetti della vegetazione in ambiente


Internazionale per la Conservazione della urbano nella mitigazione degli effetti
Natura, un Orto botanico è un giardino del cambiamento climatico e nel miglio-
aperto al pubblico, contenente collezioni ramento dei parametri microclimatici
vegetali scientifcamente ordinate e do- delle città. Sono luoghi che, per la loro
cumentate e attivo a fni ricreativi, edu- inscrizione nel tessuto urbano, consen-
cativi e di ricerca. Gli orti botanici odierni tono ai cittadini di sperimentare il con-
sono luoghi in cui, a diferenza di aule tatto con la natura e gli spazi aperti in
o laboratori, possono convivere ricerca un contesto che è al contempo istruttivo
scientifica e divulgazione, godimento e dilettevole.
del bello e didattica, operando in siner- Gli orti botanici occupano una posizione
gia. Un unicum nel panorama culturale, assolutamente privilegiata, sia per le
in cui troppo spesso ciascuna forma del potenzialità di ricerca che per le relazio-
sapere è ben compartimentata e non co- ni con il pubblico: sono presenti in modo
municante con le altre. capillare sul territorio, sono un ponte
La strada, dall’hortus conclusus alle tra accademia e scuole di ogni ordine e
strutture odierne, ha previsto varie tap- grado, le persone vi entrano volentieri,
pe. In questo percorso l’orto botanico di con la preziosa opportunità di alleggerirsi
Firenze rappresenta una testimonian- dalle tensioni quotidiane e uno stato d’a-
za di eccellente valore, un’istituzione nimo propenso all’apprendimento. Sono,
modello che incardina su di sé tutte le o almeno dovrebbero essere, fortemen-
diferenti stagioni che gli orti botanici te connessi alle comunità e ai territori
hanno vissuto. Da Giardino dei Semplici di riferimento, come si richiede a ogni
a giardino di acclimatazione per specie istituzione culturale. In virtù della loro
esotiche prelevate in natura durante antica istituzione, la maggior parte degli
le esplorazioni di fine Ottocento. Nati orti botanici in Europa, ma ancora più in
spesso ai margini delle città, gli orti bo- Italia e il caso di Firenze ne è un esempio
tanici più antichi, il cui podio annovera in perfetto, si trovano al centro di grandi
terza posizione quello di Firenze, hanno città, all’interno delle quali si fanno te-
subìto processi di urbanizzazione che ne stimoni degli ecosistemi più disparati.
limitano l’espansione e ne complicano la La loro dimensione locale e la contigui-
gestione. In questo possono però rap- tà, anche fsica, con le abitanti e gli abi-
presentare laboratori per lo studio degli tanti della città permette di portare alle
154 PER FARE UN ORTO

persone testimonianze di fenomeni tal- e le piante. Per gli Orti botanici di mag-
volta percepiti come lontani, come quelli gior rilievo storico come quello forenti-
del cambiamento climatico, ma anche no, è fondamentale trovare una chiave
di sollecitare rifessioni su temi come la di interpretazione del proprio esistere
gestione sostenibile del verde urbano e nel mondo odierno, non solo come luogo
l’ottimizzazione dei servizi ecosistemici turistico, simbolo di una storia passa-
da esso forniti, ad esempio guidando la ta, ma come istituzione viva e attuale,
scelta delle alberature più opportune. permeabile alle esigenze della società,
Orti botanici come quello di Firenze pos- cui è in grado di rispondere più o meno
sono fungere da centri di formazione prontamente. Per rispondere a queste
anche per quanto attiene la pratica or- domande non esiste una ricetta che val-
ticola, sia hobbistica sia professionale, ga per tutti i contesti culturali e orga-
sempre più difusa nei contesti urbani nizzativi: a Firenze, dove non è possibile
e periurbani. In altre parole, possono per una serie di vincoli e stratifcazioni
rappresentare delle connessioni tra le culturali dotare l’Orto di nuove e moder-
distanze fsiche e culturali tra la società ne strutture come avvenuto ad esempio

Figura 1 - Un momento dell’incontro dedicato all’orticoltura sostenibile svolto nell’Orto botanico di Firenze in occasione
dell’iniziativa Urbane Nature 2021 (foto: Fabio Recanatesi)
OLTRE L’ORTOBIOATTIVO 155

per l’Orto botanico di Padova, il presente dei cambiamenti climatici, contrasto alla
(ma anche il futuro) dell’Orto può essere perdita di sostanza organica nei suoli,
rappresentato dal suo dialogo continuo salvaguardia della biodiversità selvati-
e costante con il pubblico. Il ruolo di me- ca e delle specie coltivate. Orti botanici
diatore tra mondi diversi (l’Università e il quindi come centri di dialogo col territo-
mondo agricolo in questo caso specifco) rio, da luoghi a presenze in cui fare cul-
che l’Orto botanico ha rivestito nell’am- tura, formazione e informazione a diver-
bito del progetto OBA.NUTRA FOOD è se tipologie di pubblico e con strumenti
dunque un esempio paradigmatico della diferenti. È dalla loro piattaforma che
sua attualità e rilevanza. queste istanze così rilevanti per la so-
Nel corso dell’ultimo anno, l’Orto bota- cietà odierna possono decollare, sempre
nico di Firenze è infatti divenuto il ful- ammesso però che vengano sostenute
cro delle attività di informazione del da risorse materiali e umane necessarie
progetto OBA.NUTRA FOOD, fnanziato per rendere vive e vitali queste istituzio-
nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale ni. Ciò implica una rinnovata presa di co-
della regione Toscana 2014/2020 e che scienza da parte dell’istituzione e del suo
mira a validare e difondere un modello personale che, prima di tutto, deve con-
produttivo replicabile per la produzione tinuare a chiedersi qual è il suo ruolo nel-
sostenibile di ortaggi ad elevato valore la società, la sua missione, quali obiettivi
nutraceutico a partire dal sistema di col- vuole perseguire, se e in che modo possa
tivazione “Ortobioattivo”. L’Orto, partner essere rilevante per il contesto scientif-
del progetto per le azioni di informazio- co-culturale di cui fa parte. Si tratta, in
ne e comunicazione, ha rappresentato altre parole, di essere consapevoli della
un elemento cardine per il trasferimen- propria missione e di renderne conto alla
to delle conoscenze acquisite grazie alle collettività attuando un processo, sem-
attività di ricerca e ha creato di momenti pre più necessario, che prende il nome di
di dialogo tra il mondo dell’agricoltura e accountability.
quello della ricerca scientifca, ponendo- La realtà che abbiamo davanti agli oc-
si come interfaccia tra due mondi solo chi è che spesso il potenziale dei grandi
in apparenza molto distanti. Le attivi- Orti botanici italiani risulta inespresso
tà promosse hanno consentito di porre e molti di essi, a causa delle pochissi-
l’accento con competenza scientifca su me risorse, languono nella sussistenza
temi attuali nel contesto della transizio- quando non nel declino. Ma esistono
ne ecologica che stiamo vivendo, come altre zavorre oltre al reperimento e alla
ad esempio il compostaggio, ma anche gestione delle risorse e una di esse è
la lotta biologica o l’utilizzo di Micror- che per molte istituzioni un Orto bota-
ganismi Effettivi o la non lavorazione nico resta una pura voce di costo e non
del terreno. L’Orto botanico è divenuto un investimento, cosa che impedisce lo
quindi il luogo (non solo fsico ma anche strutturarsi ottimale delle competen-
virtuale) in cui, attraverso l’agricoltura ze o l’acquisizione di personale forma-
è stato possibile parlare di mitigazione to a gestire le parti di comunicazione e
156 PER FARE UN ORTO

divulgazione al passo con le esigenze dei scienze connesse con le piante coltiva-
pubblici. Nel caso dell’Orto botanico di te, anche in ambiti come quelli dei wild
Firenze, il progetto OBA.NUTRA FOOD relatives in cui biodiversità ecosistemica
ha consentito di sviluppare il dialogo con e agrobiodiversità hanno forti punti di
la società, già nell’arco di 12 mesi, grazie contatto e su cui l’Orto botanico di Fi-
al fnanziamento di una borsa di ricerca renze lavora da anni con allestimenti e
dedicata. L’istituzione ha potuto così settori dedicati.
avvalersi di una collaborazione esterna
che ha garantito il corretto svolgimento Nell’ambito del progetto OBA.NUTRA
delle attività previste dal progetto, cre- FOOD, un grandissimo sforzo ha richie-
ando intorno al metodo Ortobioattivo sto l’attività di audience development,
interesse, curiosità e partecipazione. Ciò finalizzata a coinvolgere un pubblico
è stato possibile grazie al contatto co- che non fosse solo quello dei già appas-
stante e capillare con il mondo esterno sionati e a raggiungere gli imprenditori
e alla progettazione di attività divulga- agricoli, destinatari delle misure di infor-
tive quanto più interattive, coinvolgenti mazione. Il successo delle azioni è il ri-
e basate sulle esigenze dei destinatari. sultato di una programmazione capillare,
Il tutto nell’ottica di sedimentare quel difusa sul territorio regionale e costante
triangolo natura-scienza-società che durante tutto il corso dell’anno, che ha
rende unici gli Orti botanici, sollecitando privilegiato i piccoli numeri per eventi di
un dialogo interdisciplinare che ponga le qualità, dell’attenzione alle domande e
piante al centro delle narrazioni. Anche alle richieste di ognuno, la partecipazio-
in questo l’attività dell’Orto botanico di ne attiva con esperienze pratiche, dibat-
Firenze negli anni passati ha svolto un titi, giochi. Più che sul coinvolgimento
ruolo esemplare, in particolare con le nu- estetico ed emozionale, si è fatto leva
merose ricerche e pubblicazioni volte a sui contenuti scientifci rilevanti oferti
svelare il legame tra arte e scienza di cui ai partecipanti, esplorando soprattutto
è intriso il patrimonio storico-artistico ciò che riguarda il suolo e le sue funzioni
forentino e con le moltissime iniziative ecologiche, alla base di un’agricoltura so-
culturali rivolte a diversi tipi di pubblico, stenibile e salubre. In questo senso l’al-
dai bambini delle scuole agli appassio- lestimento realizzato secondo il metodo
nati di orticoltura urbana. E in tal senso, Ortobioattivo e le piante che esso ospita,
in un panorama in cui molti Orti bota- sono stati utilizzati come uno strumento
nici faticano ad aprire i loro cancelli ai e non come il fne ultimo della divulga-
legami con l’agricoltura o con l’ecologia zione. Parlare di Ortobioattivo per parla-
urbana, proprio il progetto OBA.NUTRA re di sostenibilità, di dinamiche sociali ed
FOOD si fa portatore di una avanguardia ecologia, di conservazione della biodiver-
e di un esempio virtuoso nelle attività sità, per attivare processi virtuosi di ri-
di disseminazione delle conoscenze sulla generazione urbana e sociale. Una gram-
sostenibilità delle fliere agricole e delle matica, dunque, che rende comprensibili
tecniche produttive e sullo sviluppo delle ai visitatori concetti e ragionamenti
OLTRE L’ORTOBIOATTIVO 157

legati al mondo contemporaneo vissuto in ordine temporale quella del progetto


dal pubblico, in maniera coinvolgente e OBA.NUTRA FOOD, lo testimoniano.
interattiva. Nel fare questo l’Orto bota- La complessità intrinseca della natura
nico e il suo personale, si sono uniti ai e dei suoi infniti e mutevoli equilibri, la
ricercatori e si sono posti come anello di fessibilità delle piante di fronte ai cam-
congiunzione tra l’università ed i pubblici, biamenti climatici, l’attività costante e
mediando linguaggi e contenuti in forme sotterranea delle radici, la connessione
accessibili e calibrate per le esigenze dei tra alimentazione e salute, il ruolo delle
gruppi di interesse identifcati. L’obiet- piante nell’equilibrio ecologico urbano e
tivo è stato quello di investire non sulla planetario, sono solo alcune delle tema-
semplice esposizione di dati e nozioni tiche che alcuni orti botanici iniziano a
teoriche, ma su narrazioni che permet- usare come pilastri delle loro attività in
tessero ai partecipanti di sentirsi inte- modo innovativo, anche avviando par-
grati nel percorso, condividendo le loro tenariati attivi con competenze extra
esperienze, conoscenze e critiche. accademiche provenienti dalla società
I temi della sostenibilità ambientale nella civile e dal mondo delle imprese. Oggi, a
loro interezza (dall’agroecologia fno alla conclusione delle attività di divulgazio-
biomimetica), dalla relazione tra bisogno ne che hanno visto l’Orto botanico farsi
di semplifcazione e complessità del re- portatore di conoscenze e ponte con l’e-
ale, possono trovare un eccellente luogo sterno, possiamo afermare con una cer-
di semina in un orto botanico e le attività ta sicurezza che tutto questo a Firenze
condotte da anni a Firenze, solo ultima sta avvenendo.
158 PER FARE UN ORTO

Note biografche sugli autori

Pierluigi Adami. Ingegnere e scrittore, è autore di “Ri- Marco Berretti. Titolare dell’azienda agricola biologica e
torno al pianeta – L’avventura ecologica dai Nean- fattoria didattica Cuore Verde di Firenze, progetta
derthal alla pandemia” (Bordeaux Edizioni, 2021). e realizza attività formative e di orticoltura didatti-
Contatti: pierluigi.adami@gmail.com ca nella propria sede, nonché presso scuole ed altri
Luciano Avio. È Professore Associato di Microbiologia enti locali. Responsabile Scuola e Formazione di Le-
Agraria presso l’Università di Pisa, dove insegna gambiente Firenze, promuove e realizza attività di
Microbiologia Agraria e Microbiologia Ambientale. educazione e sensibilizzazione ambientale. Contatti:
Svolge le sue ricerche nell’ambito della biologia e cuoreverdefrenze@gmail.com
della diversità dei funghi micorrizici e del loro ruolo in Emilio Bertoncini. Agronomo, guida ambientale, tecnico
ecosistemi naturali e agrari. Ha pubblicato 59 lavori dell’animazione socio-educativa, formatore e atelie-
indicizzati su Scopus, con H-index di 26 e oltre 2200 rista educativo. Dal 2008 si occupa di orti e giardini
citazioni. Contatti: luciano.avio@unipi.it educativi per conto di enti e istituzioni scolastiche e
Ada Baldi. Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze del sociale. Contatti: info@ortiscolastici.it
Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Uni- Maurizio Canavari. Professore Ordinario di Economia
versità degli Studi di Firenze, si occupa di rapporti ed Estimo rurale presso il Dipartimento di Scienze e
suolo-pianta-ambiente, qualità dei prodotti orticoli, Tecnologie Agro-alimentari, Alma Mater Studiorum
orticoltura urbana e coltivazione di ortaggi in fuori – Università di Bologna. Laureato in Scienze Agra-
suolo. In ambito foricolo si dedica all’introduzione in rie, ha conseguito il dottorato di ricerca in “Estimo
coltura di nuove specie ornamentali. Contatti: ada. ed Economia Territoriale”. Insegna Metodi di ricerca
baldi@unif.it nel mercato agro-alimentare, gestione delle catene
Ania Balducci. Laureata in Scienze Agrarie a Firenze, ha del valore, estimo nel settore vivaistico. Tra gli at-
conseguito il diploma di formazione in Social and tuali interessi di ricerca vi sono il comportamento
Therapeutic Horticulture della Society for Horticul- dei consumatori, l’innovazione nell’agro-alimentare,
tural Therapy (Thrive) e l’Horticultural Therapy Cer- il marketing e la gestione della qualità nelle fliere
tifcate presso l’Horticultural Therapy Institute della agro-alimentari. Coordina e partecipa a progetti f-
Colorado State University. Segretario del Consiglio nanziati con fondi europei, nazionali e regionali. Ha
Direttivo dell’Associazione Italiana di Ortoterapia e pubblicato articoli scientifci in riviste internazionali
Membro del Comitato Scientifco. Rappresentante e nazionali. Contatti: maurizio.canavari@unibo.it
per l’Italia al gruppo Europeo. Contatti: ania.balduc- Alessio Capezzuoli. Laureato in Scienze Agrarie all’Uni-
ci@gmail.com versità di Firenze, ha maturato la sua idea di orticol-
Ugo Bardi. Club di Roma – Winterthur, Svizzera. Profes- tura biologica anche grazie a esperienze in Spagna e
sore associato di chimica fsica presso il Dipartimen- Ohio (USA). È stato impegnato in numerosi corsi di
to di Chimica ‘Ugo Schif’ dell’Università di Firenze. orticoltura, sia in Università che in azienda e dal 2015
Contatti: prudentlobster@gmail.com partecipa alla gestione del progetto agroecologico
Tommaso Barsali. Agronomo e project manager di pro- “Mondeggi Bene Comune”. Docente di orticoltura,
getti e ricerche agronomiche e ambientali che coin- viticoltura, frutticoltura e biologia in un centro di
volgono il biochar. È un ricercatore esperto in mate- formazione professionale, dal 2020 ha messo online
ria di carburanti lignocellulosici e ha esperienza in il sito orticolturabio.it e un canale YouTube. Contatti:
progetti di cooperazione internazionale di sviluppo alessiocapezzuoli@gmail.com
rurale. Contatti: tommaso.barsali@re-cord.org David Casini. Ingegnere ambientale, ricercatore a capo
Andrea Battiata. Agronomo e titolare dell’Azienda della Business Unit AGRO-BIO-CLIMA di RE-CORD.
Agricola Ortobioattivo, capofla del progetto PS GO Ha lavorato come project manager per diversi pro-
“OBA. NUTRA FOOD. Ortobioattivo: agroecologia getti fnanziati dall’UE i cui temi principali sono il
per la produzione sostenibile di ortaggi nutraceuti- biochar, le biomasse microalgali e la digestione anae-
ci”. Contatti: abattiata@hotmail.it - www.ortobio- robica in un contesto di economia circolare e sosteni-
attivo.com bilità ambientale. Contatti: david.casini@re-cord.org
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Alessandra Castellini. È Professoressa Associata Manuela Giovannetti. È Professore Emerito di Microbio-


nel settore dell’Economia ed Estimo rurale (SSD logia Agraria presso l’Università di Pisa e Accade-
AGR/01) presso il Dipartimento di Scienze e Tec- mico Ordinario dei Georgofli. All’Università di Pisa
nologie Agro-alimentari, Alma Mater Studiorum è stata Direttore del Centro Interdipartimentale di
– Università di Bologna. Ha conseguito il dottorato Ricerca “Nutraceutica e Alimentazione per la Sa-
di ricerca in “Economia e politica agraria” e, tra gli lute” e Preside della Scuola di Agraria. Ha diretto il
altri, è responsabile degli insegnamenti di Direzione Centro Studio per la Microbiologia Suolo del C.N.R.
aziendale e Strategia d’Impresa ed Economia inter- Ha pubblicato oltre 400 lavori, di cui 160 su riviste
nazionale dei mercati agroindustriali. È autrice di scientifche internazionali. Contatti: manuela.gio-
oltre un centinaio di pubblicazioni con contributi su vannetti@unipi.it
riviste internazionali peer-reviewed. Contatti: ales- Paolo Lucchesi. Perito chimico tessile nel 1957 e laureato
sandra.castellini@unibo.it in Filosofa religiosa a Roma nel 1968, è operaio chi-
David Chiaramonti. Ingegnere Meccanico, PhD in Ener- mico e rappresentante sindacale per CGIL regionale e
getica, Professore Ordinario al Politecnico di Torino, nazionale. È professore a contratto nel Dipartimen-
Dipartimento Energia “Galileo Ferraris” (DENERG). to di Economia Aziendale Pubblica dell’Università di
È stato Professore a contratto presso l’Università Roma Tre dal 2004 al 2013. Assessore al Comune di
di Firenze per il corso di Energie Rinnovabili (Laurea Tavarnelle di Pesa tra il 2013 e il 2014, è stato pre-
in Ingegneria Meccanica e Ambiente e Territorio), e sidente e vicepresidente rispettivamente dell’asso-
il Master in Bioenergie e Ambiente (IMES). Contatti: ciazione “Amici dell’Osservatorio Polifunzionale del
david.chiaramonti@re-cord.org Chianti” e del “Giardino SottoVico”. Attualmente
Marina Clauser. Curatrice dell’Orto botanico, Sistema riveste la carica di presidente di Chianttech srl: pro-
Museale di Ateneo di Firenze. Contatti: marina. getti di sostenibilità ambientale. Contatti: lucchesi-
clauser@unif.it paolo06@gmail.com
Dario Cortese. PhD Ricercatore all’Università di Exeter, Marco Medici. Ingegnere, si occupa di un programma
dove studia la biofsica di microrganismi del suolo e di ricerca sulla sostenibilità agro-alimentare all’U-
modellizza la dinamica di vari sistemi microbiologi- niversità di Bologna, dove insegna “Value chain
ci. Nel 2020 ha co-fondato, con la compagna Flavia, management - Gestione della catena del valore”.
Living Soil Garden, un’azienda agricola rigenerativa a Ha conseguito la laurea in ingegneria gestionale e
Exeter (Regno Unito). Tra i suoi interessi vi è l’esplo- un dottorato in ingegneria industriale. I suoi attua-
razione di metodologie agroecologiche che adottano li interessi di ricerca includono la misurazione delle
un approccio sistemico di integrazione con i processi performance socio-ambientale delle fliere agro-ali-
naturali. Contatti: livingsoilgarden@gmail.com mentari, l’Internet of Food e i metodi di tracciabilità
Nicolò Gallo Curcio. Biologo Specialista iscritto all’Ordine dei dati da macchine agricole. Contatti: m.medici@
Nazionale dei Biologi sez. A (N. AA_084597); aman- unibo.it
te della natura, svolge la libera professione di nutri- Carlo Murer. Dottore in Scienze Agrarie e Forestali e Cor-
zionista sia in ambito privato che presso i centri Top porate Social Responsibility per EcorNaturaSì Spa
Physio Roma. Contatti: n.gallocurcio@gmail.com Contatti: carlo.murer@ecornaturasi.it
Marco Del Pistoia. Laureato in agraria nel 1983, dal 1987 Giuditta Pagliai. Biologa Nutrizionista, è assegnista di
lavora alla cooperativa L’Unitaria come tecnico per Ricerca presso l’Università degli Studi di Firenze.
la fornitura dei mezzi tecnici e la gestione post rac- Contatti: giuditta.pagliai@gmail.com
colta di cereali e prodotti ortofrutticoli per i Soci. Dal Domenico Prisa. PhD in Crop Science Production (S.An-
1991 socio di Slow Food e dal 2012 al 2018 Consigliere na-School of Advances Studies). Laurea Magistrale
Nazionale e responsabile dei Presìdi Slow Food To- in Biotecnologie Vegetali e Microbiche (Università
scana. Contatti: marcodelpt@gmail.com di Pisa). Membro Internazionale dello IUCN, sezione
Gianluca Giovannetti. Ha ereditato dal padre Benedet- Cactus e Succulente, editor e revisore di diverse rivi-
to e dalla madre Caterina l’amore per la terra, eser- ste scientifche internazionali. Ricercatore presso il
citando per anni la professione, antica e moderna Consiglio per la Ricerca e l’Economia Agraria (CREA)
insieme, del “fattore”, che con lui arriva alla quar- – Centro per l’Orticoltura e Florovivaismo di Pescia
ta generazione. Formatosi inizialmente seguendo (PT). Contatti: domenico.prisa@crea.gov.it; blog per-
una concezione di agricoltura meccanizzata, grazie sonale: www.domenicoprisa.com
all’esperienza tramandata dalla famiglia si avvicina Gabriele Rinaldi. Direttore dell’Orto Botanico di Berga-
sempre di più ad un’agricoltura arcaica legata alla mo. Contatti: gabriele.rinaldi@comune.bergamo.it
natura. Dal 2014 svolge la propria attività presso la
Coagri, una cooperativa agricola con sede a Grosseto.
Contatti: coagrigr@gmail.com
160 PER FARE UN ORTO

Armando Sarti. Medico. Corso di perfezionamento uni- Giulia Torta. Laureata in Scienze Agrarie e Forestali.
versitario in Scienza dell’Alimentazione. Dopo lunga Appassionata di botanica, educazione museale e
carriera ospedaliera svolge attualmente attività di divulgazione scientifica, ha collaborato con Orti
cardiologo. Consulente per aziende ed enti di ricerca botanici in Italia (Roma, Viterbo, Bergamo, Firenze,
per l’alimentazione, il mantenimento e ripristino del- Bormio, Massa) e all’estero (Royal Botanic Garden
la salute e i corretti stili di vita. Co-fondatore della of Edinburgh). Ha curato, come borsista di ricerca
Fondazione Est-Ovest e socio a vita Slow Food. Con- per il Sistema Museale dell’Università di Firenze, le
tatti: armandosarti.as@gmail.com azioni di comunicazione e disseminazione del pro-
Maurizio Sentieri. Nutrizionista di formazione, ha pub- getto OBA. NUTRA FOOD. Contatti: giuliatorta93@
blicato diversi libri di storia e antropologia dell’a- gmail.com
limentazione – I semi dell’Eldorado (Dedalo, Bari Francesca Tozzi. Agronoma ricercatrice con esperienza
1992), Cibo e ambrosia (Dedalo, Bari 1994), L’orto ri- nella coltivazione di piante in serra e in pieno cam-
trovato (Sagep, Genova 1993), Cibum nostrum, mito po. È specializzata nello sviluppo e gestione di pro-
e rovina della dieta mediterranea (DeriveApprodi, ve agronomiche, analisi statistica ed elaborazione di
Roma 2019), L’ultima transumanza (Rubbettino, dati. Contatti: francesca.tozzi@re-cord.org
Soveria Mannelli 2021) e un romanzo – L’odore del Alessandra Turrini. È Professore Associato di Microbio-
tempo (De Ferrari, Genova 2008). Contatti: sentie- logia Agraria presso l’Università di Pisa. Ha preso
rimaurizio@gmail.com parte a diversi progetti di ricerca nazionali e inter-
Francesco Sofi. È Professore Associato in Scienze nazionali. Ha pubblicato 120 lavori, di cui 45 su rivi-
dell’Alimentazione e presidente del Corso di Laurea ste scientifche internazionali. Si occupa di fertilità
Magistrale in Scienze dell’Alimentazione presso l’U- biologica dei suoli, di diversità molecolare dei funghi
niversità degli Studi di Firenze. Direttore del Cen- micorrizici arbuscolari e del loro ruolo nella produzio-
tro di Ricerca per la Valorizzazione degli Alimenti ne di alimenti ad alto valore nutraceutico. Contatti:
(Ce.R.A.), è inoltre direttore S.O.D. Nutrizione Clinica alessandra.turrini@unipi.it
dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi. È Tania Van Dyck. Consulente freelance per una ONG in-
segretario della Società Italiana di Nutrizione Umana ternazionale, ha conseguito due lauree magistrali
(S.I.N.U.). Contatti: francesco.sof@unif.it in Economia e un master in Cambiamenti climatici
Damiano Stefanucci. Biotecnologo ricercatore con co- con specializzazione in Agroecologia presso l’Uni-
noscenze in ambito agro-ambientale. Ha esperien- versità di Wageningen (Olanda). È coautrice di una
za nelle analisi microbiologiche e di bio-informatica pubblicazione sul potenziamento della rigenerazio-
riguardanti microrganismi in ambito vegetale. Con- ne naturale per il ripristino dei paesaggi. Contatti:
tatti: damiano.stefanucci@re-cord.org tanya_van_dijk@hotmail.com
Margherita Volpini. Ortoterapeuta con Laurea in Scien-
ze dell’Educazione e specializzazione in orticoltura
terapeutica, in orti e giardini del benessere e in The-
rapeutic Landscape Design. Lavora da venti anni in
ambiti educativi, riabilitativi e terapeutici. Conduce
attività di orticoltura terapeutica con disabilità, au-
tismo, anziani, dipendenze, bambini e adolescenti.
Contatti: mvolpini@hotmail.it
PER FARE UN ORTO è il frutto del
progetto OBA. NUTRA FOOD, fnanziato
dal Programma di Sviluppo Rurale
2014-2020 della Regione Toscana e
di cui è capofila l’azienda agricola
Ortobioattivo di Firenze.

Un volume corale costituito da 30


contributi dedicati alla conoscenza del
metodo Ortobioattivo, un modello per
la produzione sostenibile di ortaggi
ad elevato valore nutraceutico, che
bandisce l’utilizzo di input chimici e
mira al mantenimento della sostanza
organica e della biodiversità microbica
del suolo.

Ogni capitolo del libro prende in esame


una tematica diversa legata al metodo
Ortobioattivo e al progetto OBA.NUTRA
FOOD, dall’agronomia alla microbiologia
del suolo alla nutraceutica e permette
di contestualizzare il metodo in una
più ampia cornice scientifca che lega
la qualità della produzione in campo
al valore nutraceutico e sociale del
prodotto.

L’obiettivo è quello di diffondere il


metodo e renderne accessibile la
replicabilità, per consentire a tutti, sia
in ambito professionale sia hobbistico,
di sperimentare le ricadute positive
di Ortobioattivo in termini di fertilità
del suolo, produttività, resistenza a
patogeni e stress ambientali e qualità
nutraceutica degli ortaggi coltivati.

Volume fnanziato nell’ambito del progetto PS GO


“OBA. NUTRA FOOD. Ortobioattivo: agroecologia per
la produzione sostenibile di ortaggi nutraceutici” -
Sottomisura 1.2 “Produzione di materiale informativo”

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