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La produzione delle conserve vegetali

• Quaderno ARSIA 7/2004


• Quaderno ARSIA 7/2004
ARSIA - Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione nel settore Agricolo-forestale
Via Pietrapiana, 30 - 50121 Firenze
tel. 055 27551 - fax 055 2755216/2755231
www.arsia.toscana.it
email: posta@arsia.toscana.it

Coordinamento della pubblicazione:


• Guido Giampieri - ARSIA
• Emanuela Balocchini, Regione Toscana - D.G. Diritto
alla salute e politiche di solidarietà
• Alessandra Alberti - Confederazione Italiana Agricoltori
• Olivia Fossi - Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti
• Luigi Pratesi - Federazione Regionale delle Unioni
Agricoltori della Toscana

Ringraziamenti
L’autrice ringrazia per la collaborazione Anthony Cimatti,
Agronomo.
Si ringraziano le Case Editrici Il Sole 24 Ore - Edagricole,
CUSL e ANICAV per la concessione dell’uso delle immagini
e delle tabelle tratte da proprie pubblicazioni.

Cura redazionale, grafica e impaginazione:


LCD srl, Firenze

Stampa: Tipolito Duemila srl, Campi Bisenzio (FI)

ISBN 88-8295-062-X
Fuori commercio, vietata la vendita
© Copyright 2004 ARSIA Regione Toscana
La produzione delle conserve vegetali

Maria Grazia Migliorini

ARSIA • Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione


nel settore Agricolo-forestale, Firenze
Sommario

Presentazione 7
Maria Grazia Mammuccini

Premessa 9

1. Caratteristiche delle conserve vegetali 10


1.1 Classificazione di legge 11
1.2 Classificazione tecnologica 12

2. Principali rischi igienico-sanitari e contaminazioni 15


2.1 Alterazioni 15
2.2 Contaminazioni 15
2.2.1 Clostridium botulinum 15

3. Le materie prime 19
3.1 Ortaggi di superficie 19
3.2 Tuberi 19
3.3 Frutta 19

4. La tecnologia delle conserve vegetali 21


4.1 Processo produttivo e prodotti 21
4.2 Conserve e semiconserve 22
4.3 Trattamenti con mezzi fisici 23
4.3.1 Sterilizzazione 23
4.3.2 Pastorizzazione 28
4.3.3 Refrigerazione 28
4.3.4 Congelamento e surgelazione 29
4.3.5 Tecniche di concentrazione 29
4.3.6 Essiccamento 32
4.3.7 Liofilizzazione 32
4.4 Trattamenti con fermentazione/acidificazione 32
4.5 Trattamenti con mezzi chimici 34
4.5.1 Aggiunta di sale e zucchero 34
4.5.2 Aggiunta di sostanze conservanti 35
4.5.3 Atmosfera modificata 36
4.6 Il controllo del Clostridium botulinum 36
4.6.1 Parametri produttivi delle conserve a bassa acidità 36
4.6.2 Parametri produttivi delle conserve acidificate 37
4.6.3 Parametri produttivi delle conserve naturalmente acide 37
6 QUADERNO ARSIA 7/2004

4.6.4 Parametri produttivi delle conserve con attività dell’acqua


inferiore a 0,94 37
4.6.5 Parametri produttivi delle semiconserve vegetali 37

5. Produzione delle conserve vegetali 39


5.1 Preparazione degli ortaggi e della frutta al consumo e alla conservazione 39
5.1.1 Ortaggi 39
5.1.2 Frutta 39
5.2 Le metodologie di conservazione 39
5.2.1 Conservazione allo stato fresco 40
5.2.2 Congelamento/surgelazione 42
5.2.3 La conservazione mediante il calore. La sterilizzazione 45
5.2.4 La conservazione sottolio, sotto aceto, sotto sale, sotto alcool 50
5.2.5 L’essiccazione e la liofilizzazione 52
5.2.6 La fermentazione e la conservazione in agrodolce 53

6. Impianti e macchinari 55
6.1 Impianti per la concentrazione degli alimenti 55
6.1.1 Evaporatori 55
6.1.2 Sistemi di crio-concentrazione 56
6.2 Sterilizzatori 57
6.2.1 Apparecchi discontinui (autoclavi) 57
6.2.2 Apparecchi continui 58
6.2.3 Sterilizzatori per prodotti sfusi 60
6.3 Pastorizzatori 60
6.3.1 Pastorizzatori continui per prodotti condizionati 60
6.3.2 Pastorizzatori per prodotti sfusi 61
6.4 Essiccatori 61
6.4.1 Essiccatore discontinuo ad armadio 62
6.4.2 Essiccatore a tunnel 62
6.4.3 Essiccatore a schiuma 62
6.4.4 Spray-drying 63
6.5 Impianti di refrigerazione 63
6.6 Impianti di congelamento e surgelazione 64

7. Alterazioni e difetti delle conserve vegetali 65

Bibliografia 67
Presentazione

La dinamicità delle aziende agricole toscane ha successivamente, con la Guida pratica all’igiene
condotto allo sviluppo e all’ampliamento di attività dei prodotti agroalimentari, l’ARSIA ha inteso for-
complementari a quelle tradizionali. Se alcuni pro- nire degli strumenti atti a colmare un aspetto criti-
cessi di trasformazione sono da sempre stati al cen- co e impellente della formazione dei tecnici e degli
tro dell’attività aziendale rivolta al mercato, altri addetti delle trasformazioni alimentari in ambito
rispecchiavano, in origine, più le consuetudini fami- agricolo, al fine di garantire la salubrità dei pro-
liari rivolte all’autoconsumo. Ormai da diversi anni dotti e il rispetto delle normative igienico-sanitarie.
anche l’attività di produzione di conserve vegetali D’altra parte non si è certo esaurito l’argomen-
sta passando dall’ambito domestico a quello arti- to “qualità”, che è innanzitutto miglioramento
gianale anche grazie alle opportunità offerte da continuo e mantenimento di standard per qualifi-
alcuni canali brevi di commercializzazione, come care le produzioni, in un’ottica di mercato e di
l’attività agrituristica e la vendita diretta in azienda. concorrenza.
Questo lavoro intende avvicinare i produttori Con il presente manuale si intende offrire alcu-
artigianali di conserve vegetali a un approccio più ni elementi di tecnologia alimentare necessari alle
organico e tecnico nell’organizzazione produttiva, aziende per procedere sulla strada del raggiungi-
rispetto a quello che può essere finora derivato da mento di elevati standard qualitativi delle produ-
esperienze personali, da interventi prescrittivi delle zioni conserviere nel rispetto dei requisiti igienico-
Autorità sanitarie in funzione del rilascio del pare- sanitari di base.
re sanitario e da consulenze in occasione dell’im- Tali conoscenze, oltre a permettere un approc-
plementazione del sistema di autocontrollo igieni- cio più tecnico e una razionalizzazione dei proces-
co-sanitario. si produttivi, possono utilmente orientare le scelte
Infatti con la pubblicazione delle Linee-guida organizzative e produttive aziendali e accrescere
per l’applicazione del Decreto legislativo 155/97 e, quindi le opportunità commerciali.

Maria Grazia Mammuccini


Amministratore ARSIA
Premessa

Ortaggi e frutta costituiscono per l’uomo una Quelli più blandi consentono una stabilizzazione
ricca fonte di zuccheri prontamente assimilabili, nel tempo abbastanza ridotta ma permettono di
sali minerali, vitamine, microelementi e devono mantenere inalterate, o quasi, le caratteristiche del
pertanto rappresentare una quota importante della prodotto (per esempio, conservazione allo stato
dieta alimentare. Una delle maggiori problemati- fresco, congelazione). Altri trattamenti sono così
che legate a questa tipologia di alimenti è il man- energici che, contemporaneamente all’effetto sta-
tenimento nel tempo delle loro preziose caratteri- bilizzante, determinano una trasformazione del
stiche nutrizionali e organolettiche, essendo di per prodotto di partenza (materia prima), tanto che il
sé, nella maggior parte dei casi, prodotti che a tem- prodotto finale può avere caratteristiche del tutto
peratura ambiente, una volta acquistati, hanno una diverse (per esempio, confettura) e la sua stabilità
conservabilità relativamente ridotta. nel tempo accrescersi notevolmente rispetto all’ali-
Lo scopo principale di produrre una conserva mento originario.
vegetale è pertanto quello di allungare il tempo di Un alimento stabile subisce comunque, nell’ar-
conservazione di un alimento che allo stato natura- co di un tempo relativo, una serie di modificazioni
le (verdura o frutta fresca) è abbastanza relativo. Nel delle proprie caratteristiche provocate da processi
corso del tempo si è passati da metodi di conserva- chimico/enzimatici che avvengono in maniera più
zione empirici a metodi sempre più avvalorati da o meno lenta al suo interno e dallo sviluppo dei
tecniche scientifiche, man mano che la microbiolo- microrganismi presenti, poiché non tutti i tratta-
gia e la tecnologia alimentare prendevano sviluppo. menti stabilizzanti sono anche sterilizzanti1. Quin-
In sostanza l’uomo ha da sempre avuto la necessità di la stabilità dell’alimento non è infinita e dopo un
di ottenere alimenti stabili nel tempo, tanto che certo periodo di tempo le modificazioni di cui
oggi si parla di “stabilizzazione degli alimenti”. Un sopra tendono ad alterarlo e pertanto diviene ina-
alimento sottoposto a un trattamento stabilizzante datto all’alimentazione. Le tecniche di conserva-
mantiene inalterate per un determinato periodo di zione hanno quindi lo scopo di prevenire e/o ral-
tempo, e a determinate condizioni di conservazio- lentare i cambiamenti della struttura, delle caratte-
ne, le caratteristiche chimiche, fisiche, nutrizionali e ristiche sensoriali e del valore nutritivo dei cibi.
microbiologiche presenti nel prodotto appena otte- Nel settore degli alimenti vegetali tali tecniche
nuto. Il grado di stabilità che si può ottenere dipen- si possono ottenere con:
de ovviamente, oltre che dalle esigenze umane, dal 1) mezzi fisici: basati sull’azione del calore (per
tipo di materia prima, dalla metodologia di stabiliz- esempio, vegetali al naturale in scatola), sull’ap-
zazione che si può applicare e infine dal tipo di pro- plicazione delle basse temperature (per esempio,
dotto finito che si vuole ottenere. verdure surgelate), sulla riduzione controllata del
Tra i mezzi di stabilizzazione degli alimenti vi contenuto di acqua libera (per esempio, verdu-
sono trattamenti più o meno energici ed efficaci. re/frutta essiccate o liofilizzate);

1 La sterilizzazione ha per scopo la distruzione di tutti i microrganismi ed enzimi presenti nell’alimento, permettendone una sta-
bilizzazione per periodi di tempo anche estremamente lunghi (alcuni anni).
10 QUADERNO ARSIA 7/2004

2) per fermentazione/acidificazione: con la fer- porazione che con l’aggiunta di zucchero. Pur-
mentazione naturale, grazie allo sviluppo di troppo contemporaneamente all’effetto stabiliz-
vari tipi di microrganismi favorevoli, si ottiene zante, tutti i trattamenti determinano sull’alimen-
la formazione di acidi organici o di alcol etilico to anche una serie di effetti negativi che consisto-
(per esempio, crauti, olive fermentate). L’ab- no in modificazioni più o meno evidenti delle
bassamento del pH dell’alimento si ottiene caratteristiche fisiche, organolettiche e nutrizionali
anche mediante aggiunta diretta di sostanze (per esempio, perdita o distruzione di elementi
acide come l’acido acetico e citrico (per esem- nutrienti come le vitamine).
pio, sottaceti). In sostanza con queste tecniche Quindi non tutte le tecniche sono adatte alle
si riduce la possibilità di sviluppo di microrga- varie tipologie di vegetali che si vuole conservare e
nismi patogeni e produttori di tossine. Tale partendo da una stessa materia prima si possono
metodo determina anche una notevole trasfor- ottenere prodotti finiti estremamente diversi fra
mazione della materia prima, tanto che le carat- loro. La qualità dell’alimento conservato è pertan-
teristiche del prodotto finito possono essere to il risultato sia degli effetti del trattamento che ha
sostanzialmente diverse; subito, sia della successiva conservazione (a tempe-
3) con aggiunta di conservanti chimici: aggiunta di ratura ambiente o controllata). Gli effetti stabiliz-
molecole chimiche che prolungano il periodo zanti del trattamento conservativo possono infatti
di validità dei prodotti alimentari proteggendo- essere totalmente vanificati se la conservazione
li dal deterioramento provocato dai microrga- non avviene in maniera regolare (per esempio,
nismi. Oggi si tende sempre più a ridurre l’ap- capsule e tappi che perdono la tenuta). Pertanto
plicazione di tali tecniche per evitare l’impiego durante questo periodo svolge un ruolo di impor-
di molecole chimiche estranee all’alimento sulle tanza strategica il materiale di confezionamento
quali aleggia sempre il sospetto di tossicità. che deve essere, secondo i casi, impermeabile ai
Anche la conservazione sotto sale o salamoia vari fattori di alterazione quali l’ossigeno, la luce,
(per esempio, olive, capperi), zucchero e l’acqua e i microrganismi.
mediante affumicatura rientrano in questa clas- Chi produce conserve vegetali per il mercato,
se perché vengono sfruttati gli effetti antimi- sia a livello artigianale che industriale, deve essere
crobici prodotti dal sale e da alcuni componen- in grado di conciliare vari elementi:
ti chimici del fumo. • ottenere alimenti con elevate garanzie di sicu-
Successivamente vedremo nel dettaglio le sin- rezza igienica per il consumatore;
gole tecniche. Questa classificazione è comunque • ottimizzare l’effetto stabilizzante e degradativo
puramente didattica infatti, molto spesso, le tecni- dei trattamenti tecnologici;
che utilizzate sono ottenute con un impiego misto • ottenere alimenti gustosi, graditi al consumato-
dei vari mezzi a disposizione come, per esempio, la re e facili da manipolare;
produzione di sottoli che si basa sia sull’azione del • ottenere alimenti conservati che mantengano
calore che sull’acidificazione e quella delle confet- comunque un elevato potere nutritivo;
ture che prevede, oltre alle prime due, anche la • economizzare il trattamento scelto sia in termi-
riduzione dell’acqua libera ottenuta sia con l’eva- ni di tempi di lavoro che di costi.
1. Caratteristiche delle conserve vegetali

Le conserve vegetali possono essere classificate pomodoro sottoposto a processo di concentra-


in vari modi fra cui: zione il cui residuo secco, al netto di sale
• secondo la normativa vigente; aggiunto, non sia inferiore al 55%.
• secondo parametri tecnici.
Entrambe le classificazioni sono importanti per Decreto Legislativo 20 febbraio 2004 n. 50
il produttore; la prima perché la normativa deve • Confettura: mescolanza, portata alla consisten-
essere rispettata e fornisce delle regole ben definite za gelificata appropriata, di zuccheri, polpa e/o
sia dal punto di vista produttivo che di etichettatu- purea di una o più specie di frutta e acqua. Per
ra del prodotto finito; la seconda perché mette in gli agrumi, tuttavia, la confettura può essere
luce le necessità tecnologiche da rispettare per otte- ottenuta dal frutto intero tagliato e/o affettato.
nere dei prodotti igienicamente sicuri. Sono inoltre definite le quantità minime di
polpa e/o purea di frutta da utilizzare per la
produzione di 1000 g di prodotto finito;
1.1 Classificazione di legge • confettura extra: mescolanza, portata alla con-
sistenza gelificata appropriata, di zuccheri e di
Alcune tipologie di conserve sono definite da polpa non concentrata di una o più specie di
normative vigenti. frutta e acqua. Sono inoltre definite le quantità
minime di polpa di frutta da utilizzare per la
D.P.R. 11 aprile 1975 n. 428 produzione di 1000 g di prodotto finito;
• Pomodori pelati: pomodori di tipo lungo priva- • gelatina: mescolanza, sufficientemente gelifica-
ti della buccia con le eventuali aggiunte defini- ta, di zuccheri e del succo e/o estratto acquoso
te nell’art. 2; di una o più specie di frutta. Sono inoltre defi-
• semi-concentrato di pomodoro: succo di pomo- nite le quantità minime di succo e/o estratto
doro sottoposto a processo di concentrazione il acquoso di frutta da utilizzare per la produzio-
cui residuo secco, al netto di sale aggiunto, non ne di 1000 g di prodotto finito;
sia inferiore al 12%; • gelatina extra: mescolanza, sufficientemente
• concentrato di pomodoro: succo di pomodoro gelificata, di zuccheri e del succo e/o estratto
sottoposto a processo di concentrazione il cui acquoso di una o più specie di frutta. Sono
residuo secco, al netto di sale aggiunto, non sia inoltre definite le quantità minime di succo e/o
inferiore al 18%; estratto acquoso di frutta da utilizzare per la
• doppio concentrato di pomodoro: succo di pomo- produzione di 1000 g di prodotto finito che
doro sottoposto a processo di concentrazione il non devono essere inferiori a quelle stabilite per
cui residuo secco, al netto di sale aggiunto, non la confettura extra;
sia inferiore al 28%; • marmellata: mescolanza, portata alla consi-
• triplo concentrato di pomodoro: succo di pomo- stenza gelificata appropriata, di acqua, zuccheri
doro sottoposto a processo di concentrazione il e di uno o più dei seguenti prodotti, ottenuti a
cui residuo secco, al netto di sale aggiunto, non partire da agrumi: polpa, purea, succo, estratti
sia inferiore al 36%; acquosi e scorze. Sono inoltre definite le quan-
• sestuplo concentrato di pomodoro: succo di tità minime di polpa e/o purea di frutta da uti-
12 QUADERNO ARSIA 7/2004

lizzare per la produzione di 1000 g di prodot- stiche organolettiche e analitiche per lo meno
to finito; equivalenti a quelle di un succo di tipo medio
• marmellata-gelatina: prodotto esente totalmen- ottenuto a partire da frutta della stessa specie;
te da sostanze insolubili, salvo eventualmente • succo di frutta concentrato: prodotto ottenuto
esigue quantità di scorza finemente tagliata; dal succo di frutta di una o più specie, median-
• crema di marroni: mescolanza, portata alla con- te l’eliminazione fisica di una determinata parte
sistenza appropriata, di acqua, zuccheri e non di acqua. Se il prodotto è destinato al consumo
meno di 380 g di purea di marroni (di Castanea diretto, questa eliminazione deve essere almeno
sativa) per 1000 g di prodotto finito. pari al 50%;
• succo di frutta disidratato in polvere: prodotto
Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 151 ottenuto dal succo di frutta di una o più specie,
• Succo di frutta: prodotto fermentescibile ma mediante eliminazione fisica della quasi totalità
non fermentato, ottenuto da frutta sana e dell’acqua;
matura, fresca o conservata al freddo, apparte- • nettare di frutta: prodotto fermentescibile ma
nente a una o più specie e avente il colore, l’a- non fermentato, ottenuto con l’aggiunta di acqua
roma e il gusto caratteristici dei succhi di frutta e di zuccheri e/o miele ai prodotti definiti prece-
da cui proviene. L’aroma, la polpa e le cellule dentemente, alla purea di frutta o a un miscuglio
del succo che sono separati durante la lavora- di questi prodotti. Seguono ulteriori indicazioni.
zione possono essere restituiti allo stesso succo.
Nel caso degli agrumi il succo di frutta provie-
ne dall’endocarpo. Il succo di limetta può esse- 1.2 Classificazione tecnologica
re ottenuto dal frutto intero, secondo le buone
prassi di fabbricazione, in modo da ridurre al La classificazione delle conserve più importan-
massimo la presenza, nel succo, di costituenti te dal punto di vista puramente produttivo è quel-
delle parti esterne del frutto; la effettuata sulla base delle loro caratteristiche fisi-
• succo di frutta ottenuto da succo concentrato: pro- che più importanti ossia il pH e l’acqua libera
dotto ottenuto reinserendo nel succo di frutta (activity water - aw). Tale distinzione in sei classi
concentrato l’acqua estratta dal succo nel mo- non è però da considerarsi rigida in quanto sono
mento della concentrazione e ripristinando gli possibili delle sovrapposizioni.
aromi e, se opportuno, la polpa e le cellule per- Ogni classe è contraddistinta da:
dute dal succo ma recuperati al momento del • una diversa possibilità di sviluppo di microrga-
processo produttivo del succo di frutta in que- nismi nella conserva;
stione o di succhi di frutta della stessa specie. • un conseguente possibile grado di alterazione
L’acqua aggiunta deve presentare caratteristiche del prodotto e di rischio di patogenicità;
appropriate, in particolare dal punto di vista chi- • i relativi trattamenti termici da effettuare per
mico, microbiologico e organolettico, in modo ottenere la stabilizzazione del prodotto.
da garantire le qualità essenziali del succo. Il pro- In particolare:
dotto così ottenuto deve presentare le caratteri- • classi a), d) ed e): possibile sviluppo di lievi-

Tab. 1 - Classificazione sulla base di caratteristiche fisiche (pH e aw)

Conserve acide Conserve a bassa acidità


pH < 4,3 4,3 < pH < 4,6 pH > 4,6
aw > 0,98 a) succhi e polpe di agrumi, b) succhi e polpe di frutta, succhi c) conserve di ortaggi al naturale,
conserve di ortaggi all’aceto e passati di pomodoro, pomodori conserve sott’olio non
pelati, polpe e cubettati fermentate e/o acidificate
di pomodoro, conserve di frutta
all’acqua e/o allo sciroppo
aw < 0,98 d) concentrati di pomodoro, e)concentrati di pomodoro, f) ortaggi in salamoia
concentrati di frutta, concentrati di frutta, marmellate, non fermentati
marmellate, confetture e confetture e gelatine,
gelatine, ortaggi in ortaggi in salamoia fermentati
salamoia fermentati

Fonte: Manuale di corretta prassi igienica per la produzione di conserve vegetali stabilizzate mediante trattamenti termici (Conserve
vegetali appertizzate) predisposta dalla Stazione Sperimentale per l’industria delle conserve alimentari per conto di ANICAV - luglio 1996).
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 13

ti, funghi e bacilli lattici = alterazioni del cità sul consumatore. Sono le conserve natural-
prodotto ma con nessun problema di patoge- mente acide;
nicità sul consumatore. Sono le conserve • classe c) e f): possibile sviluppo di qualsiasi tipo
naturalmente acide od ottenute mediante di microrganismo = alterazioni del prodotto e
acidificazione (aggiunta di sostanze acide o possibili risvolti di patogenicità. Sono le con-
fermentazioni); serve poco acide.
• classe b): possibile sviluppo di lieviti, funghi, Vedremo successivamente quali sono le impli-
bacilli e clostridi non patogeni = alterazioni del cazioni tecnologiche delle varie classi di conserve
prodotto ma con nessun problema di patogeni- vegetali (v. paragrafo 4.6).
2. Principali rischi igienico-sanitari e contaminazioni

I prodotti ortofrutticoli sono estremamente (per esempio, scarichi fognari che possono appor-
eterogenei e quindi possono presentare differenti tare ingenti contaminazioni fecali). Anche l’aspet-
problemi igienico-sanitari. to esterno del vegetale contribuisce a facilitare o
ridurre le possibilità di contaminazione; un vegeta-
le con superficie rugosa può presentare un nume-
2.1 Alterazioni ro di germi più alto rispetto a uno con superficie
liscia; gli ortaggi a foglia arricciata (per esempio,
Molti prodotti vegetali devono essere consuma- gli spinaci) possono presentare difficoltà di lavag-
ti freschi e pertanto mantenere le caratteristiche gio. Nel complesso i vegetali rappresentano un
organolettiche e al contempo la sicurezza igienico- buon terreno di coltura per muffe, lieviti e batteri.
sanitaria senza subire alcun trattamento. Questi I batteri che maggiormente si ritrovano sui
prodotti possono essere facilmente alterati a causa vegetali appartengono ai generi: Achromobacter,
della loro esposizione a vari agenti quali: Aerobacter, Alcaligenes, Bacillus, Chromobacte-
• parassiti che vivono a spese del vegetale (tra rium, Flavobacterium, Lactobacillus, Streptobacte-
questi batteri, funghi, virus, animali inferiori e rium, Leuconostoc, Xantomonas, Staphylococcus,
superiori); Micrococcus, Sarcinia, Serratia.
• fattori ambientali (condizioni climatiche e Tra le muffe, che fra l’altro possono provocare
metereologiche anomale o dannose, mancanza marciumi sia in campo che durante la conservazio-
o eccesso di acqua ecc.), sfavorevoli condizioni ne, ritroviamo i generi: Botrytis, Phytospora, Rhizo-
del terreno (tra cui deficienze o eccessi di ele- pus, Fusarium, Cladosporium, Alternaria.
menti chimici), traumi, azioni dannose svolte da Tra i contaminanti chimici dobbiamo ricordare:
antiparassitari, competizione con altre piante. • residui di antiparassitari, per cui è fondamenta-
Queste alterazioni di solito si manifestano con le che vengano rispettati i tempi di carenza
anomalie a livello esteriore della pianta e/o del suo prima di effettuare la raccolta;
frutto. • residui di concimi (nitrati);
• residui di prodotti fitosanitari in genere;
• metalli pesanti provenienti da fonti inquinanti
2.2 Contaminazioni (per esempio, industrie, strade a grande percor-
renza).
La microflora che si ritrova sui vegetali proviene Tra i contaminanti fisici ricordiamo:
dall’ambiente, dall’aria, dal terreno e dall’acqua. La • frammenti o corpi di insetti;
microflora contaminante può variare come quantità • vegetali estranei;
e qualità secondo le caratteristiche del prodotto • terra, sassi, residui di concimi organici;
(composizione, aw, pH) e secondo come è coltiva- • frammenti di legno, metallici o di vetro.
to (se è un vegetale di superficie o cresce sotto
terra; se il prodotto è vicino al terreno o sollevato). 2.2.1 Clostridium botulinum
Fondamentale è l’acqua di irrigazione o se l’ap- In considerazione del fatto che la tossina pro-
pezzamento di terreno è vicino a fonti inquinanti dotta dal batterio Clostridium botulinum rappre-
16 QUADERNO ARSIA 7/2004

senta il rischio microbiologico più grave per le di tossina) come sulla tossina. Le temperature di
conserve vegetali, è necessario soffermarsi su tale cottura (sopra i 50/60°C) hanno la capacità di
problematica. distruggere le forma vegetative ma non le spore
Questo batterio gram-positivo, anaerobio e che, secondo il tipo di Clostridium botulinum,
sporigeno vive normalmente in forma vegetativa sopravvivono anche a temperature di ebollizione
nel terreno (strati non superficiali) e talvolta nelle (100°C). Si è visto sperimentalmente che il tratta-
acque e quindi può ritrovarsi facilmente sui vege- mento termico in grado di distruggere le spore
tali, soprattutto quelli coltivati a terra. Esistono botuliniche più resistenti è di 121°C per 2 minuti
vari tipi di Clostridium botulinum, alcuni di essi e 30 secondi. La tossina, invece, essendo di strut-
sono proteolitici (scindono le sostanze proteiche) tura proteica, se sottoposta temperature sopra gli
e altri no, così come possono produrre gas oppure 80°C viene degradata; per cui la bollitura, per 15’,
no. Quando il Clostridium botulinum si trova in di cibi in cui è sospetta la presenza di tossina, rie-
condizioni di aerobiosi (a contatto con l’aria) o in sce a renderli innocui;
altre condizioni non ottimali, per sopravvivere ha b) pH o acidità del mezzo: lo sviluppo del Clostri-
la capacità di produrre una spora (forma di soprav- dium botulinum è favorito da un pH intorno a 7
vivenza), ossia il germe si racchiude in una specie (neutro) ma l’effetto dell’acidità è condizionato
di guscio molto resistente in grado di proteggerlo oltre che dal tipo di botulino dalla natura del
dalle condizioni avverse e perde la capacità di mol- substrato. La massima produzione di tossina si
tiplicarsi. La spora botulinica è molto resistente ha tra pH 5,0 e 8,0, mentre i limiti minimi che
alle alte temperature e consente al germe di supe- consentono la germinazione della spora e la pro-
rare indenne condizioni ambientali non ottimali. duzione di tossina sono 4,6 per i tipi proteolitici
Se le condizioni vitali ritornano normali (per esem- e 5,0 per i non proteolitici. L’ambiente acido
pio, dentro un barattolo sottovuoto) la spora ger- favorisce l’effetto delle alte temperature, per cui
mina e il batterio torna alla forma vegetativa capa- è possibile ridurre le temperature dei trattamen-
ce di moltiplicarsi. È proprio a seguito della ger- ti termici di sterilizzazione sia nelle conserve che
minazione della spora che viene prodotta la neuro- nelle semiconserve acide (pH inferiore a 4,6);
tossina (tossina che attacca il sistema nervoso), che c) aw o acqua libera: i valori di acqua libera minima
è la più attiva fra le tossine conosciute in natura. che permettono la germinazione della spora, lo
Tutte le condizioni che quindi influenzano lo svi- sviluppo del germe e la produzione di tossina
luppo del batterio influenzano positivamente anche sono 0,94 (per i ceppi proteolitici) e 0,97 (per i
la produzione di tossina. La tossina è di natura pro- ceppi non proteolitici). A valori di aw inferiori
teica e quindi se sottoposta all’azione del calore solo una parte delle spore viene distrutta e non
viene distrutta facilmente (termolabile). si ha la completa scomparsa. Questo fattore
Il Clostridium botulinum è in grado di svilup- preso a sé stante non garantisce quindi il con-
parsi su molti substrati (carni, pesci, molluschi e trollo totale dello sviluppo di tossina botulinica e
vegetali poco o mediamente acidi) sui quali, deve essere associato comunque agli altri fattori;
durante lo sviluppo, produce la tossina. Tra i fatto- d) presenza di ossigeno: questo germe anaerobio
ri che limitano lo sviluppo di Clostridium botulinum può sopravvivere anche in presenza di modeste
sugli alimenti e quindi tengono sotto controllo la concentrazioni di O2. Il confezionamento sotto-
produzione di tossina vi sono: vuoto quindi non è una condizione indispensa-
a) temperatura: i vari tipi di Clostridium botu- bile perché si possa verificare la produzione di
linum presentano esigenze di temperatura ottima- tossina, anche se comunque risulta sempre il più
le di sviluppo variabili. In genere la produzione di pericoloso, perché in condizioni di assenza di
tossina può avvenire anche alle temperature mini- ossigeno viene inibito lo sviluppo di altri germi
me di crescita. Le temperature inferiori a quelle antagonisti allo sviluppo del Clostridium botuli-
minime di crescita, impedendo lo sviluppo del num che quindi si trova in condizioni di vantag-
germe, prevengono la produzione della tossina e gio. È stato dimostrato sperimentalmente che in
quindi rivestono un’importanza fondamentale per confezioni con una atmosfera interna costituita
quei prodotti (in particolare le semiconserve) in dal 100% di anidride carbonica (CO2) è stato
cui il controllo dello sviluppo del germe non è rallentato lo sviluppo del batterio e che tale
attuabile con gli altri fattori. Le basse temperature effetto può essere potenziato dalla conservazio-
però non hanno alcun effetto sulle spore (le quali, ne dell’alimento a temperature di refrigerazione;
quando si ritroveranno a condizioni favorevoli, e) presenza di conservanti aggiunti: il sale ha un
germineranno e daranno origine alla produzione effetto inibente sullo sviluppo del Clostridium
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 17

Tab. 2 - Requisiti necessari allo sviluppo del Clostridium botulinum

Requisito Ceppi proteolitici Ceppi non proteolitici


Tipo tossina A,B,F E,B,F
Habitat suolo suolo e fondi marini,
fluviale, lacustre
pH minimo inibente 4,6 5,0
aw minima inibente 0,94 0,97
Temperatura (ambito di crescita) 10-48°C 3,3-45°C
D100 delle spore 25’ < 0,1’
Concentrazione di sale (NaCl) inibente 10% 5%
Concentrazione di glucosio inibente 36,4% 22,5%
Concentrazione di saccarosio inibente 48% 38%
Trattamento termico denaturante 85°C x 5’ 85°C x 2’
per le tossine negli alimenti 79°C x 20’ 79°C x 5’

botulinum con concentrazioni che vanno dal sono i batteri lattici che, producendo acido lat-
10 al 5% secondo il tipo di germe. L’effetto del tico, tendono a far scendere il pH del prodot-
sale è esaltato sia dalle basse temperature che to e quindi a creare un ambiente poco adatto
dall’acidità dell’ambiente e dal valore di acqua allo sviluppo del Clostridium botulinum. Alcu-
libera. Questo è quindi il tipico fattore iniben- ni di questi batteri producono anche un anti-
te che deve essere utilizzato in associazione biotico, la nisina, che ha un ulteriore effetto
con gli altri, per avere garanzia di stabilità. Tra inibente sul botulino. Muffe e lieviti sono inve-
gli additivi che possono essere utilizzati in ce microrganismi che tendono a favorire lo svi-
ambito alimentare, sicuramente i nitriti si luppo del botulino perché rendono il substrato
dimostrano i più attivi soprattutto se associati più adatto alla produzione di tossina (manten-
ad ambiente acido, concentrazione salina e gono un pH elevato utilizzando parte degli
presenza di ascorbato o isoascorbato di sodio acidi presenti).
(antiossidanti); Nella tab. 2 sono riepilogati i requisiti necessa-
f) flora competitiva: la presenza di altri germi ri allo sviluppo del Clostridium botulinum e quin-
contaminanti, normalmente presenti sull’ali- di alla produzione di tossina. Tenere sotto con-
mento, può influenzare lo sviluppo del botuli- trollo tali fattori permette di gestire il rischio
no. I germi che più svolgono effetto inibente botulinico.
3. Le materie prime

I vegetali che costituiscono le materie prime 3.2 Tuberi


delle conserve sono rappresentati sostanzialmente
da ortaggi di superficie, tuberi e frutta. I tuberi acquisiscono la flora microbica tipica
Le varie tipologie presentano caratteristiche di del terreno dove vivono. Difficilmente i germi pos-
natura chimica e fisica molto variabili; ciò natural- sono penetrate all’interno del vegetale perché il
mente incide sullo sviluppo microbico e di conse- loro epitelio è molto resistente e funge da barriera,
guenza sulle proprietà igienico-sanitarie della a meno che non sia stato danneggiato. Una delle
materia prima. caratteristiche a loro favore è che quasi sempre
vengono consumati previa cottura, che svolge un
effetto sanificante.
3.1 Ortaggi di superficie Tra i patogeni che possono ritrovarsi sui tuberi
vi sono il Bacillus cereus e il Clostridium botuli-
Gli ortaggi possono essere distinti in: num, tipici abitanti del suolo, anche se il pericolo
• non acidi: con un pH superiore a 5,1 (per di contaminazione è limitato.
esempio, insalate), sono più facilmente attacca- Questi vegetali possono essere inoltre soggetti
bili dai microrganismi; ad alterazioni dovute all’attacco di germi sviluppa-
• acidi: con pH da 4,5 a 5,1 (per esempio, tisi anche durante le fasi successive di lavorazione
pomodori), sono più difficilmente attaccabili. come Erwinia, Pseudomonas, Clostridium spp. e
Tra gli ortaggi di superficie, quelli in foglia da muffe che possono avere effetti putrefattivi
sono facilmente contaminabili per varie ragioni: il come Alternaria solani e Phytophthora infestans.
prodotto è vicino al terreno, i tessuti sono molto Fusarium e Rhizoctonia spp. sono muffe che pos-
delicati, hanno un elevato rapporto super- sono provocare rispettivamente annerimento e
ficie/volume. Questi devono essere perciò mani- rammollimento.
polati con attenzione sia in raccolta che in lavora-
zione e in conservazione. La rottura dei tessuti
infatti determina la fuoriuscita di succo cellulare 3.3 Frutta
che favorisce la diffusione e la moltiplicazione
microbica. La frutta presenta un pH generalmente acido e
In particolare sulle insalate esiste il pericolo di una percentuale di zuccheri piuttosto elevata (circa
contaminazione da batteri patogeni come Salmo- il 13%) che possono variare secondo il tipo di frut-
nella, Shigella, Listeria monocytogenes e Vibrio cho- to e il grado di maturazione. La maggior parte dei
lerae. Frequente anche la presenza di germi alte- frutti ha un pH acido compreso fra 4 e 5 e poi vi
ranti come la Erwinia e Pseudomonas (causa di sono frutti molto più acidi con un pH inferiore a
marciumi). Altre alterazioni possono essere provo- 3,6 tra cui ananas, uva, lamponi, mirtilli, pompel-
cate da invasioni di muffe quali Botrytis cinerea, mi e limoni. I batteri patogeni non trovano una
Bremia lactucae e Sclerotinia spp. condizione ideale di vita su prodotti con pH infe-
riore a 4,5; invece muffe e lieviti trovano condi-
zioni ideali di sviluppo grazie anche alla concentra-
zione zuccherina.
20 QUADERNO ARSIA 7/2004

Ovviamente più un frutto cresce vicino a terra Tra le muffe che più facilmente si ritrovano sulla
(per esempio la fragola) e più facilmente può esse- frutta vi sono la Botrytis cinerea e la Phytophthora
re contaminato attraverso il terreno e le acque. cactorum.
4. La tecnologia delle conserve vegetali

In questo capitolo analizzeremo i mezzi che la • processi di trasformazione, a loro volta distin-
tecnologia alimentare mette a disposizione del guibili in:
produttore per ottenere le conserve vegetali. – prima trasformazione che operano sulle mate-
rie prime provenienti dal campo;
– seconda trasformazione che operano sugli
4.1 Processo produttivo e prodotti ingredienti ottenuti a loro volta da una trasfor-
mazione industriale.
Il processo produttivo alimentare va dal Anche questa suddivisione dei processi in due
momento in cui la frutta o l’ortaggio (materie categorie è puramente didattica in quanto nella
prime) entrano nel laboratorio di trasformazione e realtà avviene una continua compenetrazione tra le
termina con la commercializzazione del prodotto due tipologie. Per esempio, alcuni processi di con-
finito (confettura, marmellata, frutta secca, sotto- servazione comportano delle trasformazioni anche
lio, passata ecc.). sostanziali delle caratteristiche materie prime, tanto
Gli obiettivi del processo produttivo sono: che si potrebbe affermare che alcune conserve sono
a) aumentare la conservabilità delle materie prime prodotti trasformati. Nello stesso tempo alcuni pro-
per estenderne la disponibilità nel tempo (per cessi di trasformazione hanno come scopo una
esempio, verdure e frutta tal quali); migliore conservabilità dell’alimento e alcuni pro-
b) produrre ingredienti alimentari (per esempio, dotti trasformati necessitano di essere sottoposti a
olio, zucchero, farine ecc.) da utilizzare per la successivi trattamenti di conservazione.
produzione di alimenti complessi;
c) produrre alimenti dalla combinazione delle La classificazione di cui sopra è schematizzata
materie prime con gli altri ingredienti ed even- nel diagramma di flusso (fig. 1).
tualmente con aggiunta di additivi alimentari Dai suddetti processi hanno origine teorica-
(per esempio, acido ascorbico, sorbato di sodio, mente cinque categorie di prodotti:
nitriti e nitrati). 1) prodotti freschi (frutta e verdura tal quali);
Si distinguono pertanto due tipologie di pro- 2) conserve e semiconserve (surgelati, sottoli,
cesso alimentare: sottaceti, sotto sale o salamoia, verdure o frut-
• processi di conservazione, a loro volta divisibili in: ta al naturale sterilizzate, prodotti essiccati e
– conservazione dei prodotti “freschi” che tra- liofilizzati);
sferiscono al consumo i prodotti vegetali così 3) prodotti di prima trasformazione (succhi);
come ottenuti dalla raccolta e che permettono 4) ingredienti (zuccheri, olio, aceto);
la conservazione delle materie prime delle con- 5) prodotti di seconda trasformazione (confettu-
serve vegetali; re, prodotti dolciari, gelati, liquori).
– produzione delle “conserve” che hanno per Pure in questo caso le categorie tendono a
obiettivo quello di prolungare nel tempo la con- compenetrarsi e per esempio è difficile inquadrare
servazione e che si ottengono con interventi tec- una confettura o un sottolio nella categoria 2) o
nologici molto più drastici del primo caso, tanto nella 5), quando sappiamo che per la loro produ-
da modificare, nella maggior parte dei casi, le zione viene utilizzato sia un processo di conserva-
caratteristiche delle materie prime di origine. zione che di trasformazione.
22 QUADERNO ARSIA 7/2004

Fig. 1 - Diagramma di flusso dei processi di trasformazione delle conserve (fonte: PERI C., ZANONI B., Manuale di tecno-
logie alimentari - Parte prima: modelli e teoria delle operazioni unitarie)

4.2 Conserve e semiconserve Si definisce semiconserva un prodotto che per la


sua natura non può essere trattato a temperature di
Una precisazione importante da fare è intro- sterilizzazione, ma comunque a temperature che
durre la distinzione fra conserve e semiconserve, per lo meno distruggono forme microbiche vege-
che differiscono fra loro sia per il trattamento tative (fra cui le patogene) ed enzimi. Questi pro-
termico che subiscono, sia per la modalità di suc- dotti non sono sterili e contengono un numero
cessiva conservazione, sia per la durata di vita variabile di microrganismi (forme microbiche ter-
conservativa. moresistenti, spore) che sono però tenuti sotto
Si definisce conserva un prodotto trattato a controllo, ossia ne viene impedito il moltiplicarsi,
temperature di sterilizzazione dopo essere stato mediante l’applicazione di ulteriori tecnologie.
rinchiuso in un recipiente a chiusura ermetica. Il Queste sono basate su:
trattamento termico utilizzato determina l’uccisio- • altri fattori fisici quali le basse temperature che
ne di tutte le forme vegetative o di spore microbi- devono essere mantenute costantemente durante
che (patogeni e non) e degli enzimi, purché la con- la conservazione;
fezione rimanga ermeticamente chiusa al fine di • e/o fattori chimici come l’uso di additivi con
evitare il reinquinamento. Questi prodotti hanno proprietà batteriostatiche;
una durata di conservazione molto lunga, dal • e/o tecniche che hanno come scopo la creazio-
punto di vista microbiologico quasi illimitata. Len- ne di ambienti inadatti allo sviluppo microbico
tissimamente comunque alcuni fenomeni alterativi (abbassamento dell’acqua libera con concentra-
persistono e quindi la conservabilità è certamente zione del prodotto per evaporazione dell’acqua
molto lunga ma non realisticamente illimitata. o aggiunta di zucchero o sale).
Questi prodotti altamente stabili possono essere Le semiconserve hanno una conservabilità limi-
conservati a temperatura ambiente (conserve vege- tata nel tempo e spesso devono essere conservate a
tali appertizzate). temperatura controllata.
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 23

4.3 Trattamenti con mezzi fisici ottenere una sterilità completa o almeno “com-
merciale” dipendono da vari fattori:
Nella tab. 3 sono riepilogati i trattamenti con a) la modalità di trasmissione e somministrazione
mezzi fisici che possono essere utilizzati per la pro- del calore all’alimento;
duzione delle conserve vegetali e che andremo a b) il numero di germi presenti inizialmente nell’a-
esaminare in questo paragrafo. limento. Maggiore è la carica microbica e mag-
giore sarà la T° necessaria per ottenere la morte
4.3.1 Sterilizzazione dei microrganismi;
II principale obiettivo della sterilizzazione è la c) la resistenza dei microrganismi al calore, resi-
distruzione di tutti i microrganismi patogeni e stenza che varia a seconda della natura e dello
alteranti (batteri, lieviti, muffe) e l’inattivazione stadio di sviluppo dei microrganismi stessi. In
degli enzimi, responsabili delle più gravi alterazio- genere i batteri psicrofili (le cui temperature
ni degli alimenti. Il calore, se somministrato in ottimali di sviluppo sono intorno ai 18-20°C
modo da provocare un notevole innalzamento con gli estremi a -18/+30°C) sono meno resi-
della temperatura dell’alimento, ha un’azione leta- stenti dei mesofili (temperature ottimali 30-
le per tutte le forme viventi. Le condizioni per 37°C; estremi 10-45°C) e questi dei termofili

Tab. 3 - Trattamenti con mezzi fisici per la preparazione di conserve vegetali

DISTRUZIONE DI MICRORGANISMI ED ENZIMI

Operazione Principio ed effetti dell’operazione Fattori critici


Pastorizzazione Trattamento termico blando Conservabilità limitata
per distruggere le forme microbiche nel tempo. Necessità
vegetative banali o patogene di refrigerazione
Sterilizzazione Trattamento termico drastico per Totale asetticità e perfetta
(o appertizzazione) distruggere le forme microbiche tenuta dei contenitori
termoresistenti (spore)
e per inattivare gli enzimi

INIBIZIONE DELLO SVILUPPO MICROBICO E DELLE ATTIVITÀ ENZIMATICHE

Operazione Principio ed effetti dell’operazione Fattori critici


Refrigerazione Rallentamento delle attività microbiche Esigenza di mantenere
ed enzimatiche, del metabolismo ininterrotta la catena del freddo.
post-raccolta e riduzione della temperatura Più efficace se associata
a valori compresi fra lo zero e + 12 ˚C ad atmosfere modificate
Surgelazione Inibizione delle attività microbiche Esigenza di mantenere
ed enzimatiche per la riduzione ininterrotta la catena del freddo.
della temperatura a valori compresi Tanto migliore quanto più
tra -15 ˚C e -25 ˚C rapido è il raffreddamento
Evaporazione Moderato effetto di inibizione Conservabilità limitata se non
dello sviluppo microbico per aumento associata ad altri trattamenti
della pressione osmotica del mezzo; (aggiunta di conservanti,
evaporazione dell’acqua per ebollizione, zucchero, surgelazione ecc.)
generalmente sotto vuoto preliminari a trattamenti
di essiccamento
Essiccamento Inibizione delle attività microbiche Evitare la reidratazione
per ebollizione ed enzimatiche nonché delle reazioni durante la conservazione
chimiche per riduzione dell’attività con opportuni sistemi
dell’acqua a valori sufficientemente bassi; di imballaggio
evaporazione dell’acqua per ebollizione,
anche sotto vuoto
Essiccamento Come sopra. Evaporazione dell’acqua Come sopra
in corrente d’aria per scambio di materia con aria caldo-secca
Liofilizzazione Come sopra. Sublimazione dell’acqua Come sopra

Fonte: Manuale di tecnologie alimentari I - Parte prima: modelli e teoria delle operazioni unitarie (C. Peri e B. Zanoni), 2003.
24 QUADERNO ARSIA 7/2004

(ottimali 50-55°C; estremi 45-90°C). I batteri necessario per ottenere il risultato finale come la ste-
gram-negativi sono meno resistenti dei gram- rilità del prodotto. Il valore D di norma è scritto con
positivi. Uno stesso batterio allo stato di spora la T° corrispondente, per esempio:
ha una resistenza molto maggiore che non
durante lo sviluppo attivo, così come è maggio- D121°C = 2 minuti
re la resistenza del germe quando si trova nella
fase stazionaria di crescita o di quiescenza piut- significa che per ottenere una riduzione decimale
tosto che durante lo sviluppo attivo. I lieviti e le di quel germe è necessario sottoporlo a 121°C per
muffe sono molto più sensibili al calore dei bat- 2 minuti. Ovviamente si tratta di un valore speri-
teri e anche le loro spore sono meno resistenti mentale perché significherebbe portare istantanea-
(non sopportano T° superiori ai 100°C); mente il prodotto a 121°C, mantenere tale tempe-
d) la natura dell’alimento, che esercita un’influen- ratura costante per due minuti e poi raffreddare
za determinante sul processo di inattivazione. immediatamente. Nella realtà sappiamo che il calo-
In particolare: re penetra nell’alimento in un certo tempo prima
• la sensibilità al calore aumenta se il pH dell’ali- di raggiungere una determinata temperatura e che
mento è maggiore di 8 o minore di 6; anche il raffreddamento avviene gradualmente.
• se l’alimento contiene grasso (naturale o Quindi occorre mettere in relazione i due fattori
aggiunto come l’olio) la resistenza aumenta; tempo e temperatura.
• un basso tenore di acqua libera (quindi, come Il valore z indica i gradi di calore necessari per
vedremo, anche quando vi sono alte concen- indurre una riduzione decimale di una popolazio-
trazioni di sale o zucchero) tende ad aumenta- ne microbica, ossia i gradi di temperatura necessa-
re la resistenza dei microrganismi. Pertanto ali- ri a provocare la morte del 90% dei germi presenti
menti grassi o dolci richiedono trattamenti ter- in una sospensione quando trattata a varie tempe-
mici più decisi. rature. Conoscendo z per ogni microrganismo si
Per determinare i parametri di un trattamento otterranno gli stessi effetti in tempi diversi aggiun-
termico è necessario individuare il microrganismo gendo o togliendo questo valore dalla T° di tratta-
“bersaglio” o “determinante” ossia la forma che si mento. Quindi, quando diciamo che per un certo
vuole colpire per ottenere un alimento sicuro igieni- microrganismo z = 10°C vuol dire che se D100°C =
camente e lungamente conservabile. 2 minuti, posso ottenere lo stesso effetto aumen-
In particolare, in conserve ad acidità superiore a tando o riducendo di 10°C il trattamento con i
4,5-4,6 il microrganismo bersaglio sarà necessaria- seguenti tempi D110°C = 0,2 minuti D90°C =
mente il Clostridium botulinum (o meglio la sua 20 minuti.
spora); in conserve acide (pH inferiore 4,6) il ber- Il suddetto esempio è stato fatto per facilitare la
saglio non sarà più il botulino, già controllato dal- comprensione del concetto di trattamento termi-
l’acidificazione, ma germi alteranti che di norma co equivalente, ma il calcolo non sarebbe così
sono più resistenti alle alte T°. immediato per valori di z diversi da 10 o variazio-
Sulla base della resistenza termica del microrga- ni di T° diversi da 10°C.
nismo bersaglio verranno effettuati i calcoli e le Per calcolare un trattamento equivalente si
registrazioni necessarie a stabilire il trattamento deve applicare una specifica formula:
termico.
A livello sperimentale è stata determinata la resi- t(T) = t (Tr) x 10(Tr -T) / z
stenza dei microrganismi alla alte temperature. La
resistenza termica o “termoresistenza” viene per- Se è noto il tempo di trattamento t a una certa
tanto espressa da due valori D e z. temperatura Tr [cioè t(Tr)] è possibile calcolare l’e-
Il valore D indica il tempo necessario a provoca- quivalente tempo di trattamento a una diversa
re la morte del 90% dei microrganismi presenti in temperatura (T). Se per esempio, un trattamento
una sospensione a una certa T° di trattamento fissa termico a 71,7°C per 15 secondi è in grado di
e costante; espresso in forma logaritmica è il tempo pastorizzare un certo prodotto si può calcolare il
necessario per ottenere una riduzione decimale del trattamento termico equivalente a 70,5°C o 78°C,
numero dei germi (per esempio, per passare da 104 occorre però sapere il valore z, per esempio:
a 103 – ovvero da 10.000 a 1000 – in pratica per
uccidere 9000 germi, quindi ottenere una riduzione 70,5°C = 15 x 10(71,7-70,5) / 10 = 15’’ x 100,12 = 19,8“
del 90%). Conoscendo il valore D del germe “ber-
saglio” a una certa T° è possibile calcolare il tempo 78°C = 15 x 10(71,7-78)/ 10 = 15’’ x 10 - 0,63 = 3,5“
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 25

Ricordiamo che questi calcoli sono sempre teo- immediato a 121°C, il mantenimento di tale T° per
rici perché anche in questo caso è praticamente 4 minuti e un raffreddamento immediato.
impossibile portare istantaneamente l’alimento alla Per convenzione per le spore con z=10°C e F 121°C
T° prefissata, mantenerla costante per il tempo desi- l’effetto letale ossia l’F10 121°C è indicato con F0
derato e raffreddare istantaneamente. detto anche effetto sterilizzante quando la T° di
Nella tab. 4 sono indicati vari valori D e z per i riferimento è 121°C, mentre abbiamo l’effetto
principali microrganismi patogeni, in forma vege- pastorizzante quando la T° di riferimento è 60°C
tativa e spora, e per le tossine, alle varie T° neces- e si indica come:
sarie per ottenere una riduzione decimale. Come si
può notare, generalizzando, il valore z è intorno a P60°C = D60°C (logN0-logN)
10°C per le spore batteriche, 5°C per le forme
vegetative. Per determinare il valore F0 di un certo tratta-
Abbiamo detto che i trattamenti termici non mento è necessario conoscere il valore D121°C del
sono né uniformi né istantanei; quindi per poter microrganismo bersaglio e il numero di riduzioni
valutare l’effetto di un qualsiasi trattamento occor- decimali (logN0-logN) necessarie a rendere l’ali-
re definire un’unità di misura. A tale scopo dob- mento a un corretto grado di sterilità.
biamo introdurre un altro concetto, ossia quello di Quando il microrganismo bersaglio è il Clostri-
“effetto letale” che viene indicato con il valore F dium botulinum (tipico delle conserve non acide)
corrispondente a: è comunemente accettato che il numero di ridu-
zioni decimali da ottenere è pari a 12, ammetten-
F = D121°C (logN0-logN) do sperimentalmente che in 1 grammo di alimen-
to possa essere presente 1 spora di botulino. Il trat-
dove (logN0-logN) è il numero di riduzioni decima- tamento termico dovrà essere in grado di ridurre la
li che si vuole ottenere. Il valore F esprime pertanto probabilità di sopravvivenza del germe in 1 confe-
l’effetto letale in minuti a una determinata tempera- zione su 1000 miliardi (=1012) di confezioni oppu-
tura. Per esempio: F10 121°C = 4 corrisponde a un trat- re, espresso diversamente, la sopravvivenza di una
tamento sterilizzante ottenuto con un riscaldamento spora su 1000 miliardi (=1012) di confezioni. Que-

Tab. 4 - Valori D e z per i principali microrganismi patogeni

Microrganismo D z
Yersinia enterocolitica a 62,8°C = 0,24 - 0,96’ 5,1 - 5,8
Listeria monocitogenes a 60,0°C = 2,85’ 5,8 - 6,3
Salmonella spp. a 70,0 = 0,027 - 0,017 ‘ 4,4 - 5,6
Clostrudium botulinum:
• tipo E e altri non proteolitici
Forma vegetativa a 82,2°C = 0,49 - 0,74’ 7,4 - 10,7
Forma sporulata a 85,0°C = 5’ 5,6 - 10,7
Inattivazione tossina 4,0 - 6,2
• tipo A e altri tipi proteolitici
Forma vegetativa
Forma sporulata a 121°C = 0,3 - 0,23’ 10
Inattivazione tossina a 85,0°C = 5’ 4,0 - 6,2
Staphylococcus aureus: a 60,0°C = 5,2 - 7,8’ 5,4 - 4,8
inattivazione tossina a 98,9°C = 2 ore circa 27,8
Clostridium perfringens:
Forma vegetativa a 59,0°C = 7,2’ 3,8
Forma sporulata a 98,9°C = 26 - 31’ 7,2
Bacillus cereus:
Forma vegetativa a 60,0°C = 1’ 6,9
Forma sporulata a 100°C = 2,7 - 3,1’ 6,1
Inattivazione tossina:
diarroica a 56,1°C = 5’
emetica a 121°C = stabile

Fonte: G. Tiecco, Igiene e Tecnologia alimentare, 2001.


26 QUADERNO ARSIA 7/2004

sti valori di sopravvivenza sono considerati accetta- necessario arrivare solo fino a 3’) e anche stabile.
bili (valore consigliato anche dalla Food and Drug Ovviamente trattamenti termici con una coppia di
Administration). Facciamo un esempio: tempo e temperatura diversi possono raggiungere
• sappiamo che per la spora di Clostridium botu- un effetto sterilizzante equivalente = Fzt
linum il valore D121°C = 0,2 minuti e che il valo- Se l’F0 (quindi con z=10°C a 121°C) di un trat-
re z = 10°C; tamento è pari a 8’:
• dobbiamo trattare un prodotto confezionato in • per un trattamento a 111°C il valore F10 111°C
un contenitore di 1 kg; sarà pari a 80’;
• di conseguenza si ammette che in 1 g = 1 spora • per un trattamento a 131°C il valore F10 131°C
in 1 kg = 103 spore (1000 spore); sarà pari a 0,8’;
• e vogliamo ottenere una riduzione di 10-12 • per un trattamento a 141°C il valore F10 141°C
ossia passare da 103 a 10-12; sarà pari a 0,08’.
• applichiamo la formula (logN0-logN) = (103 - Questi quattro trattamenti termici sono equiva-
10-12) = 15 riduzioni lenti perché seppure con tempo/temperature
diverse hanno lo stesso effetto sterilizzante.
F10 121°C = F0 = D121°C (logN0-logN) Si può applicare quindi la formula t(T) = t (Tr) x
10 (Tr -T) / z per calcolare i trattamenti equivalenti.
ossia Secondo la tipologia di conserva vi sono delle
indicazioni generiche di effetti sterilizzanti da rag-
F = 0,2’ x (103 -10-12) = 0,2’ x 15 = 3’ giungere per avere sia la sicurezza sanitaria che
commerciale.
Per ottenere l’effetto sterilizzante F0, ossia Conserve acide (con pH fra 4,6 e 4,2 o 3,9 per
ottenere una riduzione accettabile di botulino, la frutta): il germe determinante è il Clostridium
dobbiamo trattare termicamente il prodotto in pasteurianum le cui spore hanno un D100°C = 1,3’
modo da applicare la temperatura di 121°C per 3 e z = 10°C. Non essendo un germe patogeno, è
minuti. In tal modo si ottiene un prodotto sicuro necessario ottenere un abbattimento di 10-5; però
sotto l’aspetto sanitario, ma occorre tenere in sperimentalmente è stato dimostrato che la sua
considerazione anche gli aspetti commerciali, concentrazione nel substrato è maggiore che per il
perché oltre al requisito della sicurezza l’industria botulino, ossia 104 spore/grammo. Sempre sup-
vuole anche ottenere un prodotto che abbia una ponendo di avere contenitori da 1 kg, si avranno
lunga durata di conservazione; l’obiettivo è quin- 107 spore/kg e quindi si deve ottenere una ridu-
di quello di arrivare a una “sterilizzazione com- zione di 12 = (107 - 10-5) = (logN0-logN)
merciale”. In questo caso bisogna cambiare
microrganismo determinante. Il microrganismo F10 100°C = 12 x 1,3 = 15 minuti
da prendere in considerazione, sempre nel caso di
conserve non acide, è il Clostridium sporogenes Se il pH si avvicina a 4,2 non tutte le spore
che ha un valore D più alto del botulino, infatti sono in grado di germinare e quindi il valore F può
D 121°C = 1 minuto. scendere a 10/6 minuti.
Il numero di riduzioni decimali che si ritiene Per le conserve acide in letteratura è indicato
ottimale raggiungere in questo caso è pari a 10-5, un F10 100°C = 12/6 minuti.
visto che non si tratta di un germe patogeno. Quin- Conserve molto acide (con pH inferiori a 4,2): a
di se ammettiamo sperimentalmente, anche in que- questi valori di pH le spore non germinano e pos-
sto caso, che in 1 kg di prodotto vi siano 103 spore sono sopravvivere solo forme vegetative che però
e dobbiamo passare a 10-5, si applica la formula: già a 70°C sono distrutte, oppure lieviti e muffe. I
germi bersaglio sono poco definiti e in genere si
(logN0-logN) = (103 - 10-5) = 8 riduzioni considerano forme vegetative con D71°C = 2/3
minuti e z=10 °C, oppure muffe (sono più termo-
da cui resistenti) con D92°C = 2/3 minuti e z = 7 °C.
Per le conserve molto acide in letteratura è
F0 = D121°C (logN0-logN) ossia F = 1’ x 8 = 8’ indicato un F10 71°C = 50 minuti. Se però il pro-
dotto è molto concentrato – aw bassa – e quindi
L’effetto sterilizzante deve pertanto salire da 3’a aumenta la resistenza al trattamento, si deve salire
8’ per ottenere il controllo del Clostridium sporoge- a F10 100°C = 12/6 minuti.
nes e avere una conserva sicura (il margine di sicu- Conserve non acide (con pH superiori a 4,6): il
rezza è elevato visto che per il botulino sarebbe trattamento è quello descritto precedentemente
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 27

cesso termico reale è equivalente ai valori sopra


ambiente
indicati e quindi a un processo teorico di riferi-
83,4
mento. È evidente che, essendo notevoli i fattori
76,5 superficie variabili che possono influire sul risultato del pro-
69,6 prodotto
cesso termico, ogni operatore deve validare il pro-
62,7
55,8 prio processo e non ci possono essere delle “ricet-
48,9 prodotto
a cuore
te” valide per tutti. La validazione di un processo
42,1
35,2
termico si ottiene mediante le seguenti fasi di stu-
28,3 dio e sperimentali:
21,4
• stabilire quali microrganismi possono essere
10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 presenti e tra questi quali possono accrescersi,
in modo da richiedere la distruzione mediante
il trattamento termico;
Fig. 2 - Curva di riscaldamento e raffreddamento di • stabilire quali microrganismi possono essere
carne di pollo (fonte: TIECCO G., Igiene e tecnologia
alimentare, 2001) considerati determinanti (bersaglio) per giudi-
care l’efficacia del trattamento termico;
• stabilire la probabilità di sopravvivenza dei
quindi si consigliano F10121°C = F0= da 3 a 7/8 germi che può essere ritenuta accettabile ai fini
minuti. di sicurezza e commerciali;
Abbiamo detto che questi calcoli sono teorici, • calcolo dell’effetto sterilizzante teorico suffi-
infatti nella realtà in ogni istante del trattamento ciente per ottenere la sterilità commerciale (a
termico la T° varia (sale, rimane costante o scende) questo punto ogni trattamento termico equiva-
in relazione al tempo. Il calore penetra nell’ali- lente per letalità a quello teorico può essere
mento secondo una “curva di penetrazione” che considerato sufficiente);
dipende da innumerevoli fattori tra cui: • analisi della curva di penetrazione del calore;
• caratteristiche chimiche e fisiche dell’alimento; • individuazione dei parametri di processo opera-
• caratteristiche del contenitore; tivi necessari per il trattamento termico e calco-
• dimensioni del contenitore; lo dell’effetto sterilizzante ottenuto;
• metodo di trasmissione del calore. • campionatura per verificare l’abbattimento
Si ricorda che è di fondamentale importanza microbico, le caratteristiche organolettiche e
misurare la T° di un prodotto trattato termica- nutrizionali del prodotto finito, la shelf life, i
mente al suo “cuore” ossia nella parte più interna, costi economici del trattamento;
quella in cui il calore penetrerà con più difficoltà e • considerazione di alcuni margini di sicurezza da
necessariamente in più tempo. Il calcolo dell’effet- applicare al trattamento calcolato e verificato
to sterilizzante è quindi dato dalla sommatoria o come sufficiente. Tali margini devono essere
dall’integrale di tanti F letali parziali che variano stabiliti considerando l’affidabilità della produ-
continuamente lungo la curva di penetrazione del zione in linea rispetto al controllo di tutte quel-
calore nell’alimento. le variabili (materia prima, confezione, prodotto
Escludendo la possibilità di effettuare un calco- finito, attrezzature disponibili ecc.) che possono
lo manuale, occorre affidarsi a degli strumenti in influire sulla letalità del trattamento termico;
grado di calcolare automaticamente l’effetto steri- • elaborazione del programma di sterilizzazio-
lizzante ottenuto dal trattamento termico da ana- ne/pastorizzazione definitivo.
lizzare, mediante sonde che vengono disposte sia Gli strumenti che vengono utilizzati per la
nel cuore del prodotto che nell’ambiente di tratta- misurazione del valore F nei processi termici sia di
mento (autoclave, forno). sterilizzazione che di pastorizzazione sono svaria-
Tenendo i valori di F precedentemente indica- ti, hanno diversa applicazione, esattezza di misu-
ti come “riferimenti di un processo teorico”, razione e costi (termocoppie, termoresistenze,
secondo il tipo di conserva che deve essere tratta- data logger). Per la scelta dello strumento di
ta, il produttore deve validare il proprio processo misurazione è necessario valutare il tipo di tratta-
di trattamento termico. Ossia, una volta stabiliti i mento eseguito e il macchinario a disposizione, la
parametri di processo (tempi di trattamento e confezione del prodotto, il posizionamento dello
temperatura T° che deve essere raggiunta al cuore strumento, la sua sensibilità e affidabilità. Il con-
del prodotto, tipo e dimensione delle confezioni trollo delle T° di trattamento deve essere accurato
ecc.), verificare, mediante il calcolo dell’effetto almeno a 1-2 °C. Infatti, trattandosi di valori
sterilizzante, se il valore di F raggiunto dal pro- esponenziali, per variazioni di soli 0,5°C si hanno
28 QUADERNO ARSIA 7/2004

errori potenziali sull’effetto sterilizzante applicato mantenuta la cosiddetta “catena del freddo”.
dell’ordine di +/- 10% (quando z=10°C). Questi Nella tab. 5 sono riportate alcune temperature
strumenti, che a tutti gli effetti servono per il di inibizione dei germi patogeni.
monitoraggio di CCP di processo, devono essere I cibi refrigerati hanno una conservazione limi-
affidabili e quindi controllati e tarati con cadenze tata nel tempo con una durata influenzata da vari
prestabilite. fattori come:
• specie dei germi presenti sul prodotto: se l’ali-
4.3.2 Pastorizzazione mento è contaminato da germi resistenti alle
Il trattamento di pastorizzazione avviene a basse temperature (per esempio, Listeria), la
temperature inferiori rispetto alla sterilizzazione proliferazione non viene rallentata e quindi l’a-
(di norma tra i 60 e gli 80°C, mai comunque sopra limento può essere comunque degradato e non
i 100°C) e ha quindi un’azione più blanda. Infatti sicuro sotto l’aspetto igienico;
lo scopo è quello di distruggere le forme vegetati- • carica microbica: la velocità di crescita dei germi
ve banali e patogene, mentre non ha effetto sulle è direttamente proporzionale al numero degli
spore né dei germi alteranti né dei patogeni e i stessi per cui quanto maggiore è la carica micro-
germi termofili possono anche sopravvivere in bica dell’alimento tanto minore è il periodo di
forma vegetativa. conservazione in ambiente refrigerato;
Le considerazioni effettuate nel precedente • temperatura e mantenimento della stessa:
paragrafo sono valide anche per la pastorizzazione. quanto più si avvicina allo zero tanto più lungo
In particolare, si ricorda che per tale processo si sarà il tempo di conservazione dell’alimento.
parla di effetto pastorizzante quando la T° di rife- La temperatura deve essere mantenuta durante
rimento è 60°C e si indica come: tutto il periodo di conservazione perché i germi
possono sempre riprendere lo sviluppo non
P 60°C = D60°C (logN0-logN) appena dovesse avvenire un innalzamento;
• velocità di penetrazione del freddo al cuore del-
I prodotti ottenuti dalla pastorizzazione non l’alimento: per avere un’efficace refrigerazione
hanno una durabilità così lunga come quella degli questa deve essere la più rapida possibile;
sterili e devono essere conservati a temperatura • umidità del prodotto, dell’ambiente e qualità
controllata, mantenendo la catena del freddo dalla dell’aria: se le superfici esterne dell’alimento
produzione alla commercializzazione. Solo in que- sono molto umide lo sviluppo microbico è faci-
sto modo è possibile controllare lo sviluppo micro- litato per cui è meglio evitare la condensazione
bico dei microrganismi che hanno resistito al trat- del vapor acqueo sulle superfici dell’alimento. È
tamento e potrebbero inficiare la conservabilità e importante che anche la qualità microbiologica
la sicurezza sanitaria del prodotto finito. dell’aria interna ai refrigeratori sia buona per evi-
tare contaminazioni interne;
4.3.3 Refrigerazione • controllo delle contaminazioni crociate: sia
Con l’abbassarsi della temperatura si ottiene il dovute alle superfici delle celle frigorifere che
duplice effetto di ritardare e/o bloccare lo sviluppo agli altri alimenti contenuti.
microbico e di ridurre le attività enzimatiche, per- Il controllo e la misurazione della temperatura
mettendo un allungamento nel tempo della conser- nel caso di conservazione con il freddo diviene un
vabilità dell’alimento e una buona prevenzione fattore critico di successo e quindi deve essere affi-
delle tossinfezioni alimentari. Quando l’abbassa- dato a strumenti che debbono essere controllati e
mento della temperatura non scende sotto gli 0°C tarati. Si va da strumenti semplicissimi, quali i tra-
siamo in regime di refrigerazione. dizionali termometri manuali, a sonde termometri-
I requisiti fondamentali che un processo di
refrigerazione deve avere affinché abbia successo
sono: Tab. 5 - Alcune temperature di inibizione
• partire da un alimento in cui la carica microbi- dei germi patogeni
ca sia già a livelli accettabili (ricordiamo che le
basse temperature non permettono di sanifica- Microrganismo Temperature di inibizione
re il prodotto); Staphylococcus spp. 6,7°C
• essere applicato precocemente; Clostridium perfringens 6,5°C
• essere mantenuto durante tutto il periodo di Salmonella spp. 5,2°C
conservazione dell’alimento ossia deve essere Clostridium botulinum tipo E 3,3°C
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 29

che, a termografi, a data logger. Soprattutto per i velocemente e comunque i prodotti, soprattutto se
surgelati vengono utilizzati anche indicatori non utilizzati immediatamente, devono essere sem-
tempo/temperatura (ITT) che si basano sulla varia- pre mantenuti a temperature di refrigerazione.
zione di colore di speciali sostanze a seguito di Le spore e le tossine (botuliniche o stafilococci-
modifiche della temperatura o a prolungata con- che) non sono influenzate dal congelamento per
servazione anche a T° ottimali (di solito si presen- cui gli alimenti contaminati possono, anche se sur-
tano come etichette o linguette applicate sulle con- gelati/congelati, provocare malattie alimentari.
fezioni dei prodotti). Inutile dire che per questi alimenti è fondamentale
il mantenimento della catena del freddo durante
4.3.4 Congelamento e surgelazione tutto il periodo di conservazione sia in fase com-
Quando le temperature di conservazione sono merciale che casalinga.
portate al di sotto dello zero si entra nelle tecniche Nel corso del congelamento e della conserva-
di congelamento e surgelazione. I due prodotti che zione a bassa temperatura, possono comparire delle
ne derivano si diversificano sia dal punto di vista modificazioni nel prodotto, che se accentuate
normativo che tecnologico. Entrambe le tecniche divengono difetti:
hanno per scopo quello di provocare il congela- • disidratazione superficiale;
mento dell’acqua contenuta sia nell’alimento che • modifiche organolettiche come cambiamenti di
all’interno degli eventuali microrganismi presenti colore e riduzione dell’aroma;
sullo stesso. • modifiche chimiche come una parziale denatu-
Il passaggio dell’acqua dallo stato liquido a quel- razione delle proteine, l’idrolisi degli zuccheri e
lo solido determina una riduzione dell’aw, perché l’ossidazione dei grassi.
l’acqua si viene a trovare in una forma non più
disponibile per le cellule microbiche. Inoltre, duran- 4.3.5 Tecniche di concentrazione
te la formazione dei cristalli di ghiaccio, le strutture Per concentrazione di un alimento liquido o di
cellulari possono subire dei danni irreparabili e quin- una materia prima si intende la rimozione selettiva di
di il congelamento, oltre a rendere inospitale l’am- una certa quantità di acqua dagli altri costituenti.
biente per la riduzione dell’acqua libera, provoca Nell’industria alimentare sono molteplici i casi nei
anche una certa mortalità dei microrganismi. Pur- quali questa operazione risulta utile:
troppo i cristalli di ghiaccio provocano anche la rot- a) confezionamento, trasporto e stoccaggio di pro-
tura delle pareti cellulari dell’alimento e quindi allo dotti finiti o destinati all’industria di trasformazio-
scongelamento si noterà un certa perdita di liquidi e ne. La riduzione del contenuto in acqua consente
anche di sostanze nutritive (essudati). un notevole risparmio in termini di volume e di
Un processo di congelamento è efficiente peso (per esempio, succhi di frutta concentrati);
quando il danno tecnologico dovuto alla formazio- b) stabilizzazione di prodotti alimentari, ottenuta
ne di grossi cristalli di acqua viene ridotto al mini- mediante riduzione dell’umidità relativa di
mo e questo si ottiene mediante un congelamento equilibrio e di aw a valori tali da inibire le rea-
rapido tipico della surgelazione. Nel congelamento zioni degradative di tipo microbico;
lento i primi cristalli di ghiaccio che si formano e) pretrattamento di prodotti destinati a successi-
sono all’esterno delle cellule e tendono a ingran- ve trasformazioni, quali per esempio l’essicca-
dirsi con l’abbassarsi della temperatura; successiva- mento o la cristallizzazione;
mente si formano i cristalli interni. Sono i grossi d) recupero di nutrienti dalle acque di lavaggio e
cristalli esterni che, in un processo lento, danneg- dagli effluenti in genere.
giano le cellule. Nel congelamento rapido, o sur- Le soluzioni offerte dalla moderna tecnologia
gelazione, si formano microcristalli di ghiaccio sia sono numerose e anche i criteri di scelta che pos-
all’esterno che all’interno delle cellule e quindi il sono essere seguiti. In particolare al di là del pro-
danno è molto ridotto. blema economico per i costi di gestione e installa-
Si deve ricordare che le cellule microbiche zione, deve essere comunque garantito il rispetto
sopravvissute smettono di moltiplicarsi ed entrano delle caratteristiche organolettiche e qualitative del
in una fase di latenza. Quando la temperatura risale prodotto che si vuol ottenere. Qualunque sia il
i microrganismi lentamente riprendono a sviluppar- processo di concentrazione prescelto, la rimozione
si e quindi, trovandosi in presenza di essudati com- dell’acqua dall’alimento deve avvenire riducendo al
posti da acqua e sostanze nutritive, possono provo- minimo gli effetti collaterali quali:
care danni sia igienici che qualitativi ai prodotti • degradazione delle qualità nutritive e funziona-
scongelati. Anche lo scongelamento deve avvenire li del prodotto;
30 QUADERNO ARSIA 7/2004

• distruzione dei componenti termolabili (per


M P
esempio, alcune vitamine e proteine);
• perdita consistente di componenti volatili che liquido
può compromettere l’aroma del prodotto fini-
to e la comparsa di odori e sapori estranei.
Oggi la concentrazione di un prodotto alimen- A A’
tare può essere ottenuta impiegando varie tecniche
basate su principi fisici e modalità operative diffe-

Pressione
solido
renti. Almeno in linea di principio è possibile per
ogni alimento individuare la tecnica di concentra-
zione più idonea a preservarne le caratteristiche 0 vapore
qualitative originarie. B B’
Le principali tecniche di concentrazione impie-
gate nell’industria alimentare, sono:
1) evaporazione;
2) crio-concentrazione; S
3) filtrazione per membrana (osmosi, ultrafiltra-
Temperatura
zione e osmosi inversa).
Fig. 3 - Schema di evaporazione
Evaporazione
Il processo di evaporazione si basa essenzial-
mente sul passaggio dell’acqua dallo stato liquido e nel caso dell’acqua corrisponde a 0,098°C e 4,8
a quello aereo mediante somministrazione di calo- mm Hg. Se, mantenendo per esempio la pressione
re. Le due fasi vengono quindi separate sfruttando costante, il sistema viene riscaldato, si avrà sposta-
le diverse caratteristiche fisiche. L’andamento del mento delle condizioni lungo una retta orizzonta-
processo è condizionato essenzialmente dalle le. Questo potrà comportare l’attraversamento da
modalità di trasmissione del calore dal fluido riscal- una regione all’altra, con conseguente passaggio di
dante alla soluzione da evaporare. Lo sviluppo tec- stato. L’ebollizione, vale a dire l’evaporazione vio-
nologico di questa tecnica è stato improntato su lenta, si ha quando la tensione di vapore dell’acqua
una serie di soluzioni tali da incrementare l’effi- eguaglia la pressione esterna (a pressione atmosfe-
cienza degli scambi termici. rica il p.eb. dell’acqua è 100°C).
Per comprendere meglio i principi fisici che I principali fattori che condizionano la velocità di
regolano il processo di evaporazione, è utile fare evaporazione possono essere così riassunti:
riferimento al diagramma di stato dell’acqua. • modalità con le quali viene fornito il calore al
Come è noto, lo stato (solido, liquido, aeriforme) sistema;
in cui l’acqua si trova in un dato istante dipende • quantità di calore richiesto per evaporare l’unità
dalle condizioni di temperatura e pressione del di peso di acqua, alle date condizioni operative;
sistema. Osservando la fig. 3, dove è riportato il • temperatura massima che il sistema può rag-
diagramma “temperatura-tensione di vapore” nel giungere senza subire denaturazioni;
caso dell’acqua, è possibile conoscere per ogni • pressione alla quale si effettua l’evaporazione;
temperatura e pressione lo stato in cui si trova l’ac- • qualsiasi alterazione nelle caratteristiche chimi-
qua. Per esempio, nei punti A e B le condizioni che e fisiche che possa prodursi nel sistema nel
sono tali per cui l’acqua, se presente, è solida. Ana- corso dell’evaporazione.
logamente in A’ e B’ l’unico stato possibile è quel- Un’evaporazione teoricamente “perfetta” do-
lo di vapore. Sotto certe particolari condizioni di vrebbe portare a un prodotto concentrato che, una
temperatura e pressione, l’acqua può esistere con- volta diluito con la quantità identica di acqua per-
temporaneamente in due stati. Queste condizioni duta, ritornasse alle condizioni iniziali. In partico-
sono quelle rappresentate in figura dalle linee che lare, per un prodotto alimentare, non dovrebbero
separano le diverse regioni. Lungo OM avremo prodursi alterazioni irreversibili di nessun genere.
quindi la coppia solido-liquido; lungo OP, liquido- Colore, aroma, componenti essenziali (quali ad per
vapore; lungo SO, solido-vapore. Esiste poi un esempio, vitamine) dovrebbero cioè mantenersi
solo punto in cui le tre linee, incontrandosi, ren- inalterati. Si dovrebbe inoltre impedire che com-
dono possibile la coesistenza di tre stati. Il punto ponenti poco solubili, in seguito alla concentrazio-
in questione (O, nella figura) è detto punto triplo ne, dessero luogo a precipitazione, date le diffi-
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 31

coltà che in genere si incontrano nel risolubilizza-


re i precipitati. In pratica, ovviamente, è impossibi-
le evitare completamente queste trasformazioni. Ghiaccio
Da un punto di vista tecnico una particolare atten-
zione deve essere rivolta ai seguenti parametri:
Prodotto Cristallizzazione Separazione
• temperatura massima che può raggiungere il
sistema senza subire dannose alterazioni irre-
versibili (per esempio, reazione di Maillard); Concentrato
• circolazione del liquido lungo le superfici di
scambio termico: deve essere impedito che, in
seguito a soste troppo prolungate, la tempera- Fig. 4 - Schematizzazione di un processo
tura del liquido superi il valore massimo con- di crio-concentrazione
sentito, anche solo localmente, perchè ciò pro-
vocherebbe alterazioni del prodotto;
• viscosità del fluido: deve essere tenuto presente Processi di concentrazione
che generalmente questa aumenta con il con- per membrana
centrarsi della soluzione; L’utilizzazione per fini pratici delle membrane
• tendenza a schiumare: occorre inibirla in quan- semipermeabili per la separazione – e quindi la con-
to la formazione di schiuma rallenta la separa- centrazione – di componenti a diverso peso mole-
zione del vapore dal liquido. colare può essere considerata una tecnologia relati-
vamente recente. Ciò è dovuto essenzialmente al
Crio-concentrazione notevole sviluppo che si è avuto in questi ultimi
Molti degli inconvenienti che si hanno nella anni nelle tecnologie di fabbricazione delle mem-
concentrazione per via evaporativa di alimenti brane che senza dubbio rappresentano ancora l’ele-
liquidi quali latte, succhi di frutta, vino, caffè, tè mento più delicato delle apparecchiature progetta-
ecc. possono essere evitati ricorrendo alla crio- te e realizzate nel campo della filtrazione per mem-
concentrazione. In questo processo, infatti, la brana. Le prime osservazioni relative al fenomeno
concentrazione della soluzione avviene “a fred- dell’osmosi risalgono a oltre due secoli fa.
do”. In tal modo l’acqua presente può solidificare Per osmosi si deve intendere il fenomeno per il
e separarsi dalla soluzione sotto forma di cristalli quale l’acqua fluisce spontaneamente da una solu-
di ghiaccio. zione più diluita a una più concentrata, separate
A differenza dei processi di tipo evaporativi una dall’altra da un’adatta membrana. La proprietà
(vedi liofilizzazione), nella crio-concentrazione essenziale della membrana è quella di essere per-
non viene somministrato calore al materiale ma, al meabile alle molecole d’acqua, mentre non lascia
contrario, ne viene sottratto e non è necessario passare le molecole del/dei soluti. Il fenomeno del-
portare il sistema a basse pressioni. È così possibi- l’osmosi può essere sfruttato per rimuovere acqua
le evitare tutti gli inconvenienti che derivano dal- da una soluzione diluita impiegando una soluzione
l’impiego delle alte temperature, mentre nel con- altamente concentrata. Il mezzo di separazione
tempo le perdite in sostanze volatili (aromi) posso- delle due soluzioni consiste in una membrana per-
no essere sensibilmente minimizzate. meabile: l’acqua fluisce dalla soluzione più diluita a
Schematicamente un processo di crio-concen- quella più concentrata fino allo stabilirsi di un equi-
trazione consiste delle seguenti fasi: librio. La disidratazione per osmosi può essere
• cristallizzazione: il sistema viene raffreddato al effettuata convenientemente anche con alimenti
fine di provocare la nucleazione dei cristalli di solidi, quali la frutta. Il procedimento in questo
ghiaccio; caso prevede la riduzione della frutta in fette o spic-
• accrescimento dei cristalli di ghiaccio; chi e quindi l’immersione dei pezzi nella soluzione
• separazione dei cristalli dalla soluzione concen- concentrata disidratante. La struttura cellulare
trata; superficiale dei pezzi di frutta agisce come una vera
• lavaggio dei cristalli di ghiaccio e recupero dei e propria membrana semi-permeabile. Impiegando
soluti; una soluzione a concentrazione zuccherina, l’acqua
• riciclo delle acque di lavaggio. rimossa può raggiungere anche il 50% della quan-
Un processo di crio-concentrazione convenzio- tità contenuta inizialmente. La disidratazione per
nale può essere schematizzato come in fig. 4. via osmotica presenta una serie di vantaggi:
• la frutta disidratata per osmosi non è sottopo-
32 QUADERNO ARSIA 7/2004

sta ad alte temperature per lunghi tempi. I derare non soltanto i costi di confezionamento, tra-
danni prodotti dal calore sulle proprietà nutri- sporto, magazzinaggio e distribuzione, ma anche i
tive e organolettiche sono quindi molto ridotti. costi di produzione e le eventuali variazioni nel
In particolare il colore e l’aroma non subiscono potere nutritivo e nelle qualità in genere.
alterazioni profonde; Per ottenere un prodotto essiccato che man-
• l’elevata concentrazione zuccherina della pelli- tenga la sua integrità per tutta la durata della vita
cola residua in superficie stabilizza il colore commerciale, rimane comunque fondamentale il
rispetto a fenomeni di imbrunimento enzimati- confezionamento. I materiali devono essere imper-
co. È cosi possibile ottenere frutta in pezzi disi- meabili all’aria che può trasportare umidità e
dratata che conserva in larga misura il colore ovviamente le tecniche di chiusura devono essere
originario senza bisogno di impiegare additivi tali da garantire l’ermeticità delle confezioni.
chimici come l’anidride solforosa;
• l’allontanamento dell’acqua per osmosi produ- 4.3.7 Liofilizzazione
ce una parziale rimozione degli acidi organici, La liofilizzazione è il trattamento di essiccazio-
fatto che, unito all’incremento nel contenuto di ne più moderno. Il principio è quello della subli-
zuccheri, rende il prodotto più gradito se mazione sotto vuoto spinto dei cristalli di ghiaccio
impiegato nel settore dolciario. che si formano negli alimenti dopo la congelazione.
Infine, dal punto di vista economico, la disidra- Si ottiene in tal modo la quasi totale asportazione
tazione per via osmotica è un processo particolar- dell’acqua e contemporaneamente il prodotto man-
mente interessante se visto come pretrattamento di tiene una struttura porosa facilmente reidratabile. Il
tecniche di essiccamento ad aria calda. prodotto è portato a T° bassissime (-30/-50°C) e
successivamente trasferito in una camera stagna
4.3.6 Essiccamento dove viene creato il vuoto spinto e somministrato
Per essiccamento si intende la rimozione di un contemporaneamente calore per far partire la subli-
liquido da un solido mediante evaporazione. Nel mazione. Al termine si riscalda la camera sottovuo-
settore delle tecnologie alimentari il caso indubbia- to fino a circa +30°C per eliminare le ultime tracce
mente più importante è quello dell’acqua: a diffe- di acqua.
renza dei sistemi di concentrazione, i vari processi di Per prodotti come la frutta è necessario che
essiccamento hanno come fine la rimozione pratica- questa venga privata della buccia e tagliata in fette
mente totale dell’acqua, in modo da isolare i costi- sottili in modo da favorire la sublimazione.
tuenti solubili e insolubili. Con questa tecnica si ottiene una notevole
Nel campo della conservazione dei vegetali, l’es- riduzione della flora microbica, perché i microrga-
siccamento riveste una particolare importanza. L’ac- nismi vengono uccisi dalle alte temperature nel-
qua è infatti il mezzo fondamentale in cui si svolgo- l’ordine del 75-80%. Ovviamente una parte di loro
no tutte le più importanti reazioni chimiche, enzi- può sopravvivere ma rimarrà in stato latente fino a
matiche e microbiologiche responsabili delle altera- quando l’alimento non verrà reidratato. Anche l’a-
zioni caratteristiche che colpiscono gli alimenti. limento liofilizzato non è quindi sterile e deve esse-
L’eliminazione dell’acqua per inibire i processi re adeguatamente conservato per impedire che le
di degradazione degli alimenti è una pratica anti- cellule microbiche una volta reidratate riprendano
chissima. Oggi le tecniche di essiccamento presen- il loro sviluppo.
tano un elevato livello di perfezionamento. Alla
luce delle conoscenze delle trasformazioni indotte
dai processi di disidratazione, i moderni impianti di 4.4 Trattamenti con
essiccamento permettono di ottenere prodotti fina- fermentazione/acidificazione
li di alta qualità e di lunghissima conservazione.
Rispetto agli altri mezzi di conservazione (sur- Il pH esprime l’acidità di una sostanza e rappre-
gelazione, irradiazione, sterilizzazione termica senta uno dei principali fattori di crescita dei micror-
ecc.), senza entrare in tema di qualità, gli alimenti ganismi. I batteri si sviluppano entro un intervallo
essiccati presentano il non trascurabile pregio di di pH abbastanza ampio anche se prediligono
avere un peso e un volume estremamente ridotto ambienti vicino alla neutralità (6,5-7,5). Muffe e lie-
rispetto al prodotto di partenza. Sono evidenti le viti sono più tolleranti dei batteri agli ambienti acidi.
conseguenze che questo comporta nei costi di tra- La gestione del pH di un alimento rappresenta
sporto e magazzinaggio. Un confronto completo pertanto un mezzo per selezionare la flora microbi-
fra i vari metodi di conservazione dovrebbe consi- ca e per controllare la conservazione degli alimenti.
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 33

Tab. 6 - Limiti di pH inibenti e letali dell’alimento che perde le caratteristiche della


per alcuni germi patogeni materia prima per assumerne di proprie (per esem-
pio, salami e formaggi).
Microrganismo pH inibente pH letale Con lo sviluppo della tecnologia e della micro-
Staphilococcus aureus 5,0 4,9 biologia è stato possibile produrre ceppi di mi-
Bacillus cereus 4,9 4,9 crorganismi che, inoculati appositamente nella
Escherichia coli O157:H7 5,4 < 3,0 materia prima e posti in condizioni ambientali otti-
Yersinia enterocolitica 5,0-5,08 4,75 mali (temperatura, umidità, contenuto di sostanze
Listeria monocytogenes 4,59 4,37 nutrienti ecc.), producono una “fermentazione
guidata”, con migliori garanzie nell’ottenere sia
Fonte: G. Tiecco, Igiene e Tecnologia alimentare, 2001. una corretta acidificazione del prodotto finito che
una maggiore sicurezza dell’inibizione dello svi-
Alimenti che, naturalmente o perchè addizionati di luppo dei germi alteranti e patogeni. L’uso di tali
sostante acide, hanno un pH verso l’acidità sono ceppi, detti “starter”, consente inoltre all’industria
meno facilmente attaccati dai microrganismi (i alimentare di ottenere prodotti più standardizzati
germi alteranti preferiscono pH neutro o alcalino) e di ridurre notevolmente gli scarti di produzione
e si conservano con maggiore facilità. In particola- dovuti allo sviluppo di fermentazioni anomale. Le
re i germi patogeni non sono in grado di sviluppar- principali fermentazioni utili all’uomo sono la fer-
si a pH inferiori a 4,6, anche se vi possono essere mentazione lattica (formaggi, salami, crauti), l’ace-
delle eccezioni e comunque l’inibizione è dovuta a tica (aceto) e l’alcolica (vino, birra).
un concerto di fattori come la T° e la presenza di L’acidificazione dell’alimento può infine avve-
ossigeno durante la fase di conservazione. nire grazie all’aggiunta di sostanze acide normal-
Nella tab. 6 sono indicati i limiti di pH iniben- mente estranee alla materia prima. È il tipico caso
ti e letali per alcuni germi patogeni. dei prodotti “marinati”. Questa tecnica sfrutta il
Nella frutta e nei succhi di frutta con pH acido principio che, quando il pH di un alimento è por-
le alterazioni sono conseguenti allo sviluppo di tato a valori inferiori a 4,3-4,0, viene inibito lo svi-
muffe, lieviti e batteri acidofili mentre gli altri bat- luppo sia dei germi patogeni che alteranti. La
teri sono inibiti. Inoltre lo sviluppo di muffe e lie- sostanza acida più utilizzata è un acido organico,
viti (che utilizzano gli acidi organici) tende, con il l’acetico. Ovviamente non è possibile scendere a
tempo, ad abbassare il contenuto di acidi presenti valori di pH troppo bassi perché altrimenti si com-
nell’alimento e a riportarlo verso la neutralità e promette il gusto del prodotto che, in questo caso,
quindi a renderlo più facilmente attaccabile dagli a differenza dei prodotti fermentati, non cambia la
altri microrganismi sia alteranti che patogeni. sua natura. L’acido acetico, per svolgere un’ade-
Anche se l’uso dell’acidità da sola non è in grado guata azione letale sui microrganismi, deve risulta-
di determinare prodotti stabili, è comunque uno dei re in concentrazione del 4-6%. Siccome le spore
principali metodi di conservazione degli alimenti. sono più resistenti all’acidità, oltre all’acido acetico
L’acidificazione dell’alimento può svilupparsi natu- vengono aggiunte sostanze in grado di potenziar-
ralmente mediante il fenomeno della fermentazione ne l’effetto quali acido lattico, zucchero, sale (clo-
oppure può essere indotta artificialmente mediante ruro di sodio). La marinatura può essere fatta a
l’aggiunta di sostanze acide. caldo (immersione della materia prima in soluzio-
La fermentazione è dovuta allo sviluppo nell’a- ne acida per 10-20’ a 80-90°C) o a freddo (immer-
limento di microrganismi in grado di utilizzare gli sione della materia prima in soluzione acida per 3-
zuccheri presenti e trasformarli in acidi organici. 5 giorni a 10-15°C). Al momento della commer-
Tipico è lo sviluppo di lattobacilli che producono cializzazione il prodotto finito marinato a freddo
l’acido lattico a carico degli zuccheri e creano un dovrebbe contenere 1,5-3% di acido acetico e 3-4%
ambiente inadatto allo sviluppo dei patogeni e di sale (in estate) e 0,8-2% di acido acetico e 2-3%
degli alternati. Durante la fermentazione inoltre i di sale (in inverno). Il prodotto marinato a caldo
lattobacilli entrano in un vero e proprio stato di invece dovrebbe contenere 3-5% di acido acetico e
competizione e antagonismo con gli altri germi e 4% di sale.
determinano un’inibizione allo sviluppo della flora Sebbene nel settore della conservazione degli
alterante e dei patogeni. Questi microrganismi alimenti il pH sia ampiamente utilizzato come fat-
sono utili all’uomo perché, oltre ad acidificare il tore di controllo dello sviluppo microbiologico,
prodotto, conferiscono aromi e odori caratteristici occorre sottolineare che questo fattore da solo non
fino ad arrivare a una vera e propria trasformazione garantisce l’asetticità del prodotto e deve essere
34 QUADERNO ARSIA 7/2004

associato ad altri parametri di controllo, quali per 2.5 Trattamenti con mezzi chimici
esempio la temperatura e l’acqua libera. I prodotti
soltanto acidificati quindi non sono stabili (vi si Questa tecnologia prevede l’uso di sostanze
possono sviluppare muffe e lieviti) e pertanto devo- chimiche per facilitare la conservazione degli ali-
no essere conservati in fase di commercializzazione menti. In particolare possiamo avere:
a temperatura refrigerata mai superiore agli 8°C. • conservazione mediante aggiunta di sale e
Quando il pH diviene un parametro di con- zucchero;
trollo dello sviluppo microbico e quindi un fatto- • uso di sostanze conservanti;
re di conservazione dell’alimento è opportuno • atmosfera modificata.
gestirlo correttamente. Per alcuni prodotti (fra cui
anche i vegetali) la fase di acidificazione o fermen- 4.5.1 Aggiunta di sale e zucchero
tazione dovrebbe essere gestita come un CCP. In L’aggiunta nell’alimento di queste due sostanze
tal caso, ma comunque quando è necessario con- che si disciolgono nell’acqua presente nel prodotto
trollare il livello di pH raggiunto, l’industria ali- ha lo scopo di abbassare il livello di acqua libera
mentare si deve dotare di strumenti di misura per oltre che ovviamente rendere più gradevole il gusto
questo parametro. dell’alimento. L’acqua libera è uno dei fattori di
Un metodo semplice e poco costoso per misu- crescita, e di conseguenza anche “limitante”, più
rare il pH è l’uso della cosiddetta “cartina di tor- importante per i microrganismi. L’acqua è un ele-
nasole”. Si tratta di piccole strisce di carta oppor- mento indispensabile per ogni forma di vita; però i
tunamente trattata che possono essere immerse nel microrganismi non sono capaci di utilizzare tutta
prodotto o messe a suo contatto. Secondo il valo- l’acqua presente in un alimento, ma solo la frazio-
re di pH la cartina assume dopo pochi secondi un ne libera che viene espressa da rapporto fra pres-
colore caratteristico. Basta confrontare tale colore sione di vapore del solvente e quella del soluto:
con la scala di colori riportata sulla confezione della
cartina di tornasole e leggere il valore di pH corri- aw = p/p°.
spondente. Questo sistema non è però molto pre-
ciso perché si basa sulla sensibilità dell’osservatore Ogni aumento del soluto determina un abbas-
e si ottiene una valutazione di massima. samento dell’aw dell’alimento e quindi una riduzio-
Gli strumenti più efficaci sono i pHmetri ne dell’acqua libera disponibile per i germi.
(manuali o da laboratorio) che, grazie ad apposite Nella tab. 6 sono indicati alcuni valori di aw
sonde che vanno immerse o infisse nel prodotto, limitanti per i principali microrganismi.
misurano il pH con un alto grado di precisione. Quando l’acqua libera diviene un mezzo di con-
Esistono molti tipi di pHmetri in commercio e con trollo dello sviluppo microbico e un mezzo di con-
vari tipi di sonde, ognuna delle quali adatta a un servazione, è indispensabile poterne misurare i valo-
tipo di alimento piuttosto che a un altro. Vi sono ri per avere la conferma di avere raggiunto i livelli di
anche dei tipi che contemporaneamente permetto- inibizione delle specie microbiche bersaglio. Questo
no di misurare pH e temperatura. Di solito il costo è possibile mediante l’uso di appositi strumenti da
di un pHmetro manuale è abbastanza contenuto.
Anche questi strumenti dovranno essere controlla-
ti e tarati con gli appositi liquidi tampone di solito Tab. 6 - Alcuni valori di aw limitanti
in dotazione allo strumento. La procedura di tara- per i principali microrganismi
tura è di norma molto semplice e può essere ese-
Valore aw Genere microrganismo
guita facilmente seguendo le istruzioni allegate.
Quando è possibile sarebbe opportuno che il 0,95 Yersinia
produttore validasse il proprio processo di acidifi- 0,943 Enterobacter
cazione o fermentazione stabilendo i parametri da 0,94 Listeria
applicare per essere sicuro di ottenere il grado di 0,93 Clostridium, Escherichia, Salmonella
pH ottimale alla conservazione e al controllo dello 0,928 Lactobacillus, Streptococcus
sviluppo microbico. Tra questi parametri la dose di 0,90 Bacillus
starter, la T° e l’umidità ambientale, l’aggiunta di 0,86 Vibrio
zuccheri e/o sale. Una volta validato il processo 0,85 Staphylococcus
anche con riscontri analitici, il produttore avrà la 0,70 Aspergillus
possibilità di continuare a gestire la misurazione 0,62 Penicillium, Saccharomyces
del pH come CCP o come semplice misura di veri- Fonte: G. Tiecco, Igiene e Tecnologia alimentare, 2001.
fica del processo stesso.
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 35

laboratorio, di norma abbastanza costosi. In tal caso vivenza microbica. Occorre comunque ricordare
l’acquisto si rende conveniente solo se il numero di che esistono sia dei germi che sopravvivono a ele-
analisi è tale da ammortizzarne sufficientemente il vate concentrazioni di zucchero (osmofili) sia dei
costo. Se quindi non è possibile dotarsi di tale stru- germi che le sopportano ma non vi si moltiplicano
mento si può sempre ricorrere a laboratori di anali- (osmodurici). Fra di essi vi sono germi che tendo-
si specializzati che eseguono di routine tale ricerca. no ad acidificare il prodotto e quindi a renderlo
In alternativa il produttore può validare il proprio non più gradevole e adatto all’alimentazione. In
processo di riduzione dell’acqua libera, così come particolare le muffe riescono a svilupparsi anche su
per i processi termici, stabilendo e standardizzando prodotti con alte concentrazioni di zuccheri, come
i parametri da applicare per ottenere il giusto livello le confetture.
di aw che può garantire la conservazione dell’ali- Grazie all’aggiunta di zucchero, oltre che alla
mento e il controllo dello sviluppo microbico (per concentrazione dell’alimento mediante l’evaporazio-
esempio, dose degli additivi/peso di alimento, tem- ne dell’acqua, marmellate, confetture, succhi di frut-
peratura di trattamento ecc.). ta, gelatine divengono prodotti con un buon grado
di conservazione, anche a temperatura ambiente.
Salagione
L’uso del sale per la conservazione degli alimenti 4.5.2 Aggiunta di sostanze conservanti
è una pratica antichissima. Si basa sull’effetto di disi- Nella Direttiva 95/2/CE del 20.02.1995 rela-
dratazione che il sale provoca sia sulle cellule dell’ali- tiva agli additivi alimentari diversi dai coloranti e
mento che su quelle dei microrganismi e sulla pro- dagli edulcoranti si ritrova la seguente definizione:
duzione di ioni cloruro che sono nocivi per i batteri. “…. i conservati sono sostanze che prolungano il
Ad alte concentrazioni saline si ottengono periodo di validità dei prodotti alimentari proteg-
quindi valori di acqua libera bassi che impediscono gendoli dal deterioramento provocato dai micror-
lo sviluppo della maggior parte dei microrganismi, ganismi”. Tali sostanze chimiche non vengono
anche se alcuni sono comunque capaci di svilup- consumate abitualmente ma vengono incorporate
parsi in tali ambienti (germi alofili) e altri di sop- negli alimenti con lo scopo di prolungarne la vita
portarli ma non moltiplicarvisi (germi alodurici). conservativa rendendoli innocui mediante l’inibizio-
La salagione può essere a secco o umida, secon- ne dello sviluppo dei patogeni e stabili organoletti-
do che venga usato sale tal quale (frizionato sul camente inibendo lo sviluppo dei microrganismi
prodotto o sovrapposto a strati di alimento) o una alteranti. Contemporaneamente non devono essere
soluzione di sale, acqua e aromi che viene detta dannosi per la salute del consumatore e quindi
“salamoia” in cui si immerge il prodotto. devono essere impiegati in quantità precise, tanto
Le salamoie possono avere diverse concentra- che per alcuni è la legge a stabilirne la dose, il campo
zioni tanto che si dividono in: di impiego e il grado di purezza.
• salamoie deboli, con un contenuto di sale del Quando si intende utilizzare un conservante è
10%; necessario sempre consultare la normativa vigente
• salamoie medie, con un contenuto di sale del in materia perché per ogni sostanza sono indicati,
18%; oltre alle dosi, anche gli alimenti in cui può essere
• salamoie forti, con un contenuto di sale del 25- utilizzata. In Italia le disposizioni comunitarie in
30%. materia di additivi sono state recepite nel Decreto
È opportuno ricordare che nelle salamoie posso- Ministeriale 27.02.1996 n. 209 e successive modi-
no svilupparsi i microrganismi alofili (sia batteri che fiche e integrazioni. Quando si fa ricorso a tali
muffe e lieviti) provocando alterazioni della soluzio- sostanze è importante calcolare la giusta dose
ne. Quindi è necessario che la salamoia venga con- rispetto al quantitativo di materia prima utilizzata
servata a T controllata e venga rinnovata per impe- e avere a disposizione strumenti di misura (bilan-
dire che odori e sapori poco gradevoli siano confe- ce, dosatori) con il giusto grado di precisione e
riti all’alimento trattato. adeguatamente controllati e tarati almeno annual-
mente. Sarebbe pertanto opportuno che l’uso di
Aggiunta di zucchero tali sostanze venisse considerato nell’analisi del
Gli zuccheri svolgono un’azione inibente sullo rischio aziendale come un potenziale rischio di
sviluppo microbico simile a quella svolta dal sale, contaminazione chimica e quindi venissero adot-
anche se un poco più blanda. Anche nel caso di tate azioni atte ad annullarlo o controllarlo. Se
aggiunta di zucchero il principio è quello di abbas- ritenuto necessario, nella fase di pesatura dell’ad-
sare l’acqua libera presente nell’alimento e creare ditivo, può essere identificato un CCP e quindi
un ambiente sfavorevole allo sviluppo e alla soprav- dovranno essere eseguite opportune registrazioni
36 QUADERNO ARSIA 7/2004

delle pesate e una gestione proceduralizzata degli delle variazioni, questo non tende a influenzare
strumenti di misura. la stabilità del prodotto;
L’azione dei conservanti sui microrganismi può c) conservazione in atmosfera controllata: viene
essere sostanzialmente di due tipi: utilizzata per grossi quantitativi di prodotto e
• batteriostatica: provoca l’inibizione dello svi- consiste nell’adottare una tecnologia che per-
luppo dei batteri; mette di mantenere l’ambiente gassoso stabile
• battericida: provoca la morte dei batteri. per tutta la durata della conservazione.
Oltre a essere aggiunte direttamente agli ali- Quando si utilizzano tali tecniche di conserva-
menti, alcune sostanze conservanti possono essere zione è necessario gestirle correttamente soprat-
adottate nelle tecniche di confezionamento, addi- tutto se ci si affida solo a queste per il controllo
zionandole all’atmosfera che circonda l’alimento della conservazione dell’alimento. In tal caso,
(come la CO2 nel confezionamento in atmosfera sarebbe opportuno che l’azienda si dotasse di un
protettiva). “analizzatore di atmosfera” uno strumento in
grado di analizzare, mediante una sonda ad ago
4.5.3 Atmosfera modificata che viene inserita nella confezione chiusa, la com-
Una delle tecniche conservative più utilizzata posizione dell’atmosfera presente. In tal modo si
attualmente, soprattutto per i prodotti freschi e ha il controllo che i gas inseriti nelle confezioni
altamente deperibili, è basata sulla modificazione siano nelle giuste proporzioni e che la presenza di
dell’atmosfera che circonda il prodotto dentro la ossigeno sia adeguatamente controllata.
confezione chiusa ermeticamente. Fondamentale è
l’impiego di materiali di confezionamento che
siano impermeabili all’ossigeno e contemporanea- 4.6 Il controllo del Clostridium
mente mantengano l’umidità dell’alimento. Inoltre botulinum
per il successo della tecnica è indispensabile che per
tutta la vita commerciale del prodotto sia mantenu- Conoscere i fattori che inibiscono lo sviluppo
ta l’integrità della confezione. delle spore del Clostridium botulinum, e di conse-
L’influenza maggiore è a carico dei batteri guenza impedire la produzione di tossina, è fonda-
aerobi che hanno bisogno di ossigeno per soprav- mentale per la scelta del trattamento termico da
vivere. L’effetto sui batteri anaerobi e sugli aerobi utilizzare per produrre una conserva vegetale sta-
facoltativi è meno evidente. Le metodiche adotta- bile e quindi conservabile a temperatura ambiente
te per modificare l’atmosfera sono di tre tipi: (v. paragrafo 2.2.1).
a) confezionamento sottovuoto: si ottiene estraendo A tale proposito è funzionale utilizzare un’ul-
l’aria dalla confezione solitamente in materiale teriore classificazione delle conserve tradizionali
plastico. Sottratta l’aria, la confezione collassa e (simile a quella che abbiamo già visto nel paragrafo
aderisce all’alimento, assumendo il caratteristi- 1.2):
co aspetto. L’ossigeno residuo viene eliminato • conserve a bassa acidità;
grazie alle reazioni chimiche del prodotto e • conserve acidificate;
all’attività dei microrganismi che permangono • conserve naturalmente acide;
nella confezione. Con questo sistema, associato • conserve ad attività dell’acqua < 0,94.
alla refrigerazione, si può ottenere una durata Considerazioni specifiche verranno poi fatte
del prodotto superiore a cinque volte rispetto per le semiconserve.
alla conservazione in atmosfera normale. Pur-
troppo questo sistema non offre buone garan- 4.6.1 Parametri produttivi
zie per il controllo dello sviluppo dei germi psi- delle conserve a bassa acidità
crofili (quelli che crescono bene a basse tempe- Sono quelle conserve che hanno un pH supe-
rature, per esempio, Listeria) e del Clostridium riore a 4,6 e una aw superiore a 0,94, parametri
botulinum, a meno che non vengano associati che di per sè non permettono il controllo dello
altri metodi conservativi; sviluppo botulinico. Per questi prodotti è necessa-
b) confezionamento in atmosfera protettiva: in que- ria l’applicazione di un trattamento termico di ste-
sto caso durante il confezionamento viene con- rilizzazione tale da ridurre a valori molto bassi la
temporaneamente estratta l’aria e insufflata una probabilità di sopravvivenza delle spore botulini-
miscela di gas (di norma anidride carbonica, che. Tecnologicamente si considera che un valore
azoto e ossigeno). La composizione della misce- di effetto sterilizzante pari a F0=3 sia sufficiente a
la dipende dall’alimento che si vuole preservare garantire una buona sicurezza sanitaria nei con-
e, se durante la conservazione la miscela subisce fronti delle spore più resistenti (ceppi proteoliti-
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 37

ci). Nella pratica è ottimale giungere a un F0=7, rizzazione e durante il periodo di conservazione.
questo perché un trattamento termico con tale Numerosi casi di botulismo, sia da conserve dome-
effetto sterilizzante garantisce anche la riduzione a stiche che industriali, sono stati causati da erronea o
livelli accettabili di spore di batteri non patogeni mancata acidificazione.
ma alteranti come il Clostridium sporogenes che,
essendo più termoresistenti della spora botulina, 4.6.3 Parametri produttivi
possono sopravvivere a un trattamento pari a F0=3 delle conserve naturalmente acide
e provocare l’alterazione del prodotto finito. La Fanno parte di questa categoria tutti i prodotti
riduzione anche di queste spore permette pertan- con pH naturalmente inferiore o uguale a 4,6 e
to di ottenere: un prodotto sicuro perché a tali quindi sicuri per il controllo dello sviluppo botuli-
livelli la probabilità di sopravvivenza delle spore nico. Queste conserve vengono solo pastorizzate
botuliniche è praticamente nulla; un prodotto sta- come le precedenti. In questo caso il punto critico
bile e conservabile a temperatura ambiente anche di controllo è la misurazione del pH prima della
per molto tempo. pastorizzazione soprattutto se, prima di tale fase,
Il controllo del processo di sterilizzazione vengono utilizzate sostanze alcalinizzanti, nelle fasi
diventa pertanto un CCP e il trattamento termico preliminari preparative del prodotto (per esempio,
deve essere validato da persone competenti e veri- soda nelle olive), che potrebbero provocare l’in-
ficato con analisi microbiologiche. Nel corso della nalzamento del pH naturale a livelli non sicuri.
validazione dovranno essere stabiliti i limiti critici Sono stati rilevati anche casi sporadici di botulismo
di processo (tempo e temperatura) e presi in con- in tali tipi di conserve. Questo è stato provocato
siderazione tutti quei fattori che possono influen- dallo sviluppo nel prodotto finito di muffe o di
zare la velocità di penetrazione del calore dentro le Bacillus che hanno permesso l’innalzamento del
confezioni come il peso netto e sgocciolato, la pH a valori tali da non impedire più la germina-
viscosità, lo spazio di testa minimo, il tipo di con- zione delle spore botuliniche.
tenitore (materiale, dimensioni, grado di trasmis-
sione del calore ecc.) e il tipo di impianto da uti- 4.6.4 Parametri produttivi delle conserve
lizzare (dalla pentola a pressione all’autoclave). con attività dell’acqua inferiore a 0,94
Insomma, per essere sicuri di produrre una conser- In queste conserve il Clostridium botulinum non
va a bassa acidità con le necessarie garanzie sanita- è in grado di svilupparsi per la bassa aw (per esempio,
rie, non bisogna lasciare niente al caso. pesto alla genovese). Eventualmente vengono effet-
tuati dei trattamenti termici in funzione delle forme
4.6.2 Parametri produttivi microbiche alteranti che potrebbero svilupparsi in
nelle conserve acidificate tali condizioni di aw. Per esempio, per prodotti con
Vengono così classificate quelle conserve pro- aw tra 0,89 e 0,93 occorre un trattamento termico
dotte con materie prime a bassa acidità a cui ven- in grado di inattivare i Bacillus, mentre per valori
gono aggiunti acidi o altri ingredienti acidi in inferiori a 0,89 occorre un trattamento capace di
modo da ottenere un pH finale di equilibrio pari o inattivare le cellule vegetative batteriche e le muffe.
inferiore a 4,6. Questi prodotti vengono normal- Per queste conserve il punto critico di processo è
mente sottoposti a trattamenti di pastorizzazione pertanto la misurazione dell’acqua libera finale.
per uccidere le forme microbiche vegetative, quin-
di le spore non possono germinare solo grazie al 4.6.5 Parametri produttivi
pH inferiore a 4,6. delle semiconserve vegetali
Per queste conserve, essendo solo il valore del In questi prodotti la sicurezza del controllo
pH inferiore a 4,6 a garantire la sicurezza del pro- dello sviluppo botulinico è garantito dalla combi-
dotto e il controllo dello sviluppo botulinico, il pro- nazione dei diversi fattori di controllo (aw, pH,
duttore dovrà validare il proprio processo per avere additivi, temperatura di conservazione, blandi trat-
la garanzia che durante tutta la shelf life del prodot- tamenti termici). La conservabilità del prodotto
to tale limite sia mantenuto. Un innalzamento del finale è sempre limitata nel tempo.
pH dovuto a una diluizione provocata dal rilascio Tipiche semiconserve vegetali sono alcune pre-
dei succhi vegetali o allo sviluppo di altre forme parazioni gastronomiche generalmente confezio-
microbiche (muffe) sopravvissute al trattamento ter- nate sottovuoto o in atmosfera modificata, precot-
mico porterebbe infatti a una perdita delle condi- te, conservate a temperature di refrigerazione e da
zioni di sicurezza. La misurazione del pH finale di consumare previo riscaldamento ma anche fredde
equilibrio è pertanto un CCP da monitorare a cam- (secondi piatti o antipasti a base di verdure, vege-
pione subito dopo il trattamento termico di pasto- tali cotti). Il processo produttivo di tali prodotti
38 QUADERNO ARSIA 7/2004

deve essere pertanto sottoposto a validazione, per • magazzinaggio a temperatura di refrigerazione


avere la certezza di ottenere un’integrazione dei combinata con trattamento termico di 90°C x
vari fattori di controllo capace di contenere lo svi- 10’ o equivalenti;
luppo botulinico e impedire la produzione di tos- • magazzinaggio a temperatura di refrigerazione
sina e anche per stabilire il giusto tempo di conser- combinata con un pH </=5 dell’alimento;
vazione del prodotto finito. • magazzinaggio a temperatura di refrigerazione
La Commissione consultiva per la Sicurezza combinata con una concentrazione salina
microbiologica degli alimenti inglese (ACMSF) for- >/=3,5% nell’alimento;
nisce questa serie di raccomandazioni: • magazzinaggio a temperatura di refrigerazione
• magazzinaggio a < 3°C; combinata con aw </=0,97 dell’alimento;
• magazzinaggio a </=5°C e vita massima del • magazzinaggio a temperatura di refrigerazione
prodotto </=10 giorni; combinata con trattamenti termici combinati
• magazzinaggio a 5-10°C e vita massima di 5 ad altri fattori che prevengono lo sviluppo di
giorni; Clostridium botulinum.
5. Produzione delle conserve vegetali

5.1 Preparazione degli ortaggi e della dimensioni, fanno riferimento all’aspetto dei semi
frutta al consumo e alla conservazione o all’apprezzamento del gusto o si riferiscono alla
data secondo il calendario. Naturalmente quanto
5.1.1 Ortaggi indicato vale per i frutti da consumarsi immediata-
La preparazione degli ortaggi da conservare è mente o quasi: quanto più ritardato sarà il momen-
un accorgimento indispensabile per salvaguardarne to di portarli sulla tavola o prolungata dovrà esse-
la sanità e la conservabilità. Andranno eliminate le re la conservazione, tanto più arretrato dovrà esse-
foglie lesionate, quelle già colpite da parassiti re lo stadio di maturazione di raccolta. Non si
(come si trovano facilmente nelle insalate e nei dovrà tuttavia eccedere nell’anticipare la raccolta
cavoli), effettuando cosi una pulizia che non deve altrimenti si consumerà un frutto con scadenti
però essere eccessiva (come se l’ortaggio dovesse caratteristiche organolettiche.
giungere sulla tavola), perché l’ulteriore pulizia La frutta, specialmente se viene colta matura, è
all’atto del consumo implicherebbe, di conseguen- sicuramente più profumata e dolce, ma intenerisce
za, un incremento notevole degli scarti. Questi molto velocemente ed è soggetta a contaminazio-
ultimi sono comunque sempre considerevoli. A ni fungine in misura maggiore tanto da diventare
eccezione di alcune verdure come i fagioli stringa, rapidamente non commestibile. In particolare la
la zucca benincasa, la zucchina, dove praticamente conservazione dei frutti delle drupacee (albicocca,
non viene scartato nulla, nelle altre la percentuale amarena, ciliegia, pesca, susina ecc.) è quanto mai
di scarto medio varia da un minimo del 5% fino a problematica, dato che nel volgere di pochi gior-
raggiungere il 70% del peso iniziale. ni sovrammaturano e possono divenire preda di
repentine invasioni di marciumi.
5.1.2 Frutta
Il momento della raccolta e il conseguente
grado di maturazione della materia prima rappre- 5.2 Le metodologie di conservazione
senta un fattore molto importante per la buona
riuscita di una conserva a base di frutta. Il frutti- La possibilità di effettuare un tipo di conserva-
coltore sa che esistono molti tipi di maturazione e zione piuttosto di un’altra deve essere innanzitut-
l’individuazione del momento ottimale di raccolta to valutata in base all’idoneità di ogni vegetale a
è variabile in funzione delle diverse utilizzazioni. essere sottoposto a uno specifico metodo di con-
L’aspetto difficile della questione è rappresentato servazione o di trasformazione. Vi è poi anche da
da come individuare la maturazione per le proprie considerare la quantità di lavoro da svolgere per
esigenze. Esistono strumenti e metodi analitici realizzare la trasformazione, dato che ogni sistema
abbastanza esatti e utili allo scopo, usati soprattut- esige un impegno diverso di tempo e di applica-
to a livello industriale. zione manuale.
I metodi soggettivi, come la parola stessa indi- Per i prodotti dell’orto e del frutteto è possibi-
ca, non sempre sono atti a una precisa determina- le ricorrere a uno dei seguenti metodi di conserva-
zione; essi si basano sulla facilità di distacco dal zione: conservazione allo stato fresco; congelazio-
ramo, puntano alla valutazione del colore o delle ne/surgelazione; sterilizzazione; conservazione
40 QUADERNO ARSIA 7/2004

per mezzo dell’aceto e del sale; conservazione per servano meglio quando sono stati parzialmente
essiccamento/liofilizzazione; fermentazione; con- disidratati prima della conservazione.
servazione in agrodolce. Da notare inoltre come la conservazione dei
prodotti freschi causi una notevole perdita di vita-
5.2.1 Conservazione allo stato fresco mine, specialmente se le modalità di confeziona-
La conservazione allo stato fresco del vegetale, mento o il deposito a bassa temperatura non ven-
a temperatura ambiente, in ambiente esterno o in gono effettuati tenendo conto delle esigenze del
frigorifero (refrigerazione), costituisce il mezzo prodotto. In genere il lungo intervallo tra la raccol-
principe di conservazione e sicuramente di gran ta e il consumo, in particolare per gli ortaggi lascia-
lunga il più semplice. Tuttavia richiede notevoli ti a temperatura ambiente, causa innanzitutto una
conoscenze delle prerogative intrinseche dei vege- perdita elevatissima di vitamine, in particolare della
tali per individuare i metodi di stoccaggio o di con- C (acido ascorbico), e in digeribilità, in quanto
fezionamento più idonei, nonché le temperature aumenta anche la consistenza e la fibrosità. Solo i
più indicate. Bisogna inoltre prestare attente e cavoli perdono poca vitamina C. Questo fatto
continue cure ai vegetali depositati a temperatura determina il maggiore tempo di cottura necessario
controllata, dato che possono facilmente alterarsi per i cavolfiori, gli zucchini, i fagioli, i piselli “vec-
nel corso della conservazione per il sopraggiunge- chi” rispetto a quelli appena raccolti. Gli ortaggi da
re di marciumi o essere invasi da insetti che porta- foglia, in modo particolare, vanno rapidamente rac-
no alla distruzione o alla non commestibilità. chiusi in contenitori adottando la temperatura di
Numerosi ortaggi e frutti si prestano alla conser- conservazione più bassa possibile, evitando però
vazione per periodi prolungati, mentre altri esauri- che gelino. Non conviene neppure lavarli, prima
scono nel breve spazio di qualche giorno la possibi- della conservazione, perché l’eccesso di umidità
lità di mantenere intatte le prerogative qualitative. può provocare marciumi, soprattutto se vengono
Le cause possono essere: la sensibilità all’appassi- racchiusi in sacchetti di polietilene. Quando un
mento, la suscettibilità alla senescenza o la facilità a ortaggio o un frutto appare contaminato da un
soggiacere al marciume. Un elemento che non favo- marciume, qualunqe esso sia, ma specialmente se si
risce la conservazione della frutta o degli ortaggi fre- tratta di marciume nero, del Penicillium, detto
schi è la loro ricchezza in acqua. anche marciume verde-azzurro, oppure del marciu-
Un vegetale depositato in frigorifero o lasciato a me lenticellare delle pomacee, è bene scartare tutto
temperatura ambiente perde acqua in seguito all’in- il frutto danneggiato o una porzione più che
staurarsi dei fenomeni di traspirazione, dato che in abbondante. La ragione dell’eliminazione di una
genere l’epidermide non possiede particolari sostan- grande porzione non è solo da ricercarsi nel cattivo
ze atte a evitarli, ma addirittura è costituita in modo sapore dovuto alla presenza del marciume che ha
da consentire lo scambio dei gas e del vapore invaso i tessuti del vegetale, ma nel fatto che nelle
acqueo. In seguito alla traspirazione si nota un presunte parti sane, dove non è ancora avvenuta la
appassimento che può risultare più o meno appari- disorganizzazione dei tessuti, possono essersi già
scente a seconda del vegetale. Quanto più i prodot- inseriti dei miceli fungini anche se al momento non
ti hanno perso acqua tanto meno sono gustosi e visibili.
profumati; inoltre diventano fibrosi, di consistenza In sostanza quindi, per poter procedere razio-
innaturale. Il limite massimo di perdita d’acqua che nalmente alla conservazione, occorre conoscere
si traduce in un vistoso appassimento può essere innanzitutto le caratteristiche del prodotto e rico-
diverso nei singoli frutti e/o ortaggi (5-6% per albi- noscere lo stadio di maturazione a cui deve essere
cocche, frutti di bosco, limoni, mele e prugne; 7- raccolto, ma anche le modalità di trattamento e
10% per arance e pere). manipolazione. A queste nozioni vanno abbinate
Solo frutta la secca (noci, nocciole, mandorle le conoscenze tecniche relative alle modalità di
ecc.) perde acqua e peso senza problemi, anzi si stoccaggio; sono infatti offerte diverse possibilità:
conserva meglio quando è parzialmente disidratata. nel caso più semplice i prodotti possono essere
Nel caso degli ortaggi solo pochi di essi, che per conservati direttamente in pieno campo o raccolti
natura hanno un’epidermide più consistente o una e depositati in appositi locali, così come possono
struttura dei tessuti particolare come asparago, bar- essere sistemati nelle celle frigorifere. Per ognuno
babietole, cavoli, cavolfiore, cipolla fresca, patata, di questi metodi vi sono poi degli accorgimenti
porro, pomodoro, sedano sopportano perdite di particolari da mettere in atto, relativi alla prepara-
peso fino al 7-10%, mentre solo le cipolle e l’aglio zione e al confezionamento, al fine di realizzare le
perdono acqua e peso senza problemi, anzi si con- condizioni ideali per raggiungere così la massima
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 41

durata, mantenendo nello stesso tempo integra la I locali destinati alla conservazione degli ortag-
qualità ed evitando per quanto possibile gli scarti. gi devono essere innanzitutto freschi: la temperatu-
ra deve cioè risultare la più bassa possibile; devono
Refrigerazione essere costruiti in modo che sia facile attuare la ven-
Diversi vegetali risultano irrimediabilmente tilazione per poter ricambiare in breve tempo l’aria
danneggiati da temperature prossime a 0°C. Non del locale. Un aspiratore può risultare assai utile. Il
devono, per esempio, essere depositati a tempera- locale dovrebbe anche essere provvisto di finestrel-
ture inferiori ai 10-12°C le zucche, i pomodori le dotate di battenti che permettano sia di oscurare
verdi, i cetrioli, le melanzane, i peperoni, le patate l’ambiente sia di regolarizzare, mediante l’apertura
dolci. Tra i frutti i pompelmi e i frutti tropicali. A e la chiusura, l’aerazione che assicura tanto l’elimi-
loro volta non devono essere posti a temperature nazione dei metaboliti e l’introduzione di aria puli-
inferiori ai 7-8°C le zucchine, i fagiolini, i pomo- ta, quanto il raffreddamento del locale.
dori rosati o frutti come le angurie, le arance, i Nei locali adibiti a magazzino i ricambi d’aria
mandarini e i meloni. Non devono essere posti a danno modo di regolarizzare anche l’umidità rela-
temperature inferiori ai 4-5°C asparagi, barbabieto- tiva. Gli indispensabili ricambi d’aria per allontana-
le, patate. Tra i frutti: certe varietà di mele o di pere re i metaboliti e i prodotti odorosi dovranno esse-
come la Passa Crassana. re effettuati nelle giornate umide e piovose, o di
Un altro importante fattore da considerare per notte quando si vuole elevare l’umidità relativa. Il
ben conservare i prodotti freschi è l’umidità relativa ricambio dell’aria, messo in atto nelle giornate lim-
dell’ambiente nel quale sono stati stoccati. Le esi- pide e nelle ore pomeridiane, permette di ridurre
genze sono assai diverse: per alcuni di essi è indi- l’umidità qualora fosse eccessiva. Bisogna perciò
spensabile un’umidità molto bassa, per altri elevatis- evitare che nel locale entri aria troppo fredda o
sima. Devono essere depositati a bassa umidità, cioè calda quando invece si vuole assicurare uno stabile
in ambiente secco, l’aglio, la cipolla, la zucca, lo sca- livello di umidità relativa. In questo caso l’opera-
logno, il peperone piccante, nonché i semi secchi zione andrà perciò fatta o di notte o di giorno in
delle leguminose (fava, cece, lenticchia, pisello, relazione alla temperatura.
fagiolo). Richiedono invece un ambiente a elevatis- Per incrementare l’umidità relativa bisogna
sima umidità (possibilmente al limite della saturazio- anche disporre nel locale di materiali che facilmen-
ne), altrimenti appassiscono rapidamente, gli ortag- te si impregnino d’acqua, che verrà poi ceduta
gi da foglia e quelli con epidermide sottile e molto all’ambiente. All’occorrenza possono venire impie-
permeabile: prezzemolo, insalate, spinacio, cavolo gati il muschio, la segatura o la sabbia. Questi mate-
cinese, sedano, carota, ravanello, melanzana. Per riali vanno di tanto in tanto bagnati. Anche il pavi-
questi ortaggi più soggetti all’appassimento è con- mento dovrebbe essere costituito da materiale che
veniente la sistemazione in sacchetti di polietilene in sia facile da bagnare e impregnare con acqua nel
modo che, una volta richiusi, l’ambiente che si viene caso che sia necessario innalzare l’umidità nell’am-
a creare intorno all’ortaggio sia particolarmente biente. I locali devono essere attrezzati con scaffali,
umido. Qualora si notasse la formazione di goccio- supporti per distribuire i prodotti, contenitori, in
line di acqua, che favorirebbero lo sviluppo dei mar- modo che sia reso facile il passaggio dell’aria nel-
ciumi e/o muffe, converrà predisporre qualche foro l’intento di assicurare il raffreddamento e l’elimina-
di diametro pari alle dimensioni di una matita per zione dei metaboliti gassosi. Numerose specie di
arieggiare il prodotto e limitare l’eccesso di umidità. frutta emettono dei prodotti odorosi volatili (es.
Devono essere posti in un ambiente a elevata etilene prodotto dalle mele) capaci di stimolare in
umidità, ma non eccessiva, le barbabietole, le pata- misura sensibile la maturazione e il decadimento,
te dolci, le rape, le patate, i cavolfiori, i cavoli rapa, non solo di se stesse, ma anche di altri vegetali, con
i sedani rapa, i pomodori, i peperoni. esaltazione dei fenomeni di ingiallimento e di sovra-
maturazione. Sarà bene pertanto disporre di alme-
Conservazione a temperatura ambiente no due locali in modo da depositare in uno la frut-
È possibile una buona conservazione dei pro- ta caratterizzata dall’emissione di etilene e profumi,
dotti freschi predisponendo dei locali appositamen- nell’altro quegli ortaggi sensibili alla precoce matu-
te attrezzati, cercando di ottenere le condizioni di razione. In genere sono preferibili i locali piuttosto
temperatura e di umidità idonee per avere risultati piccoli in modo che sia possibile collocare separata-
soddisfacenti. Schematicamente possono essere mente le diverse specie tra loro non compatibili.
riportate le seguenti caratteristiche dei locali dove Molti ortaggi, e in particolare quelli da foglia,
dovrà essere attuata la conservazione dei prodotti. dovrebbero essere parzialmente interrati in casset-
42 QUADERNO ARSIA 7/2004

te, riempite con sabbia, ricoprendo parte della Si possono così realizzare diversi sistemi di pro-
pianta con un foglio di polietilene per mantenere il tezione, per esempio le radici possono essere inter-
più idratata possibile la parte aerea che altrimenti rate in trincee che vengono coperte con paglia e un
appassirebbe rapidamente. film di polietilene fissato ai lati del solco. È possi-
Va anche precisato che non solo occorrono bile anche scavare una fossa, sistemare ai lati delle
locali idonei e imballaggi appropriati, ma che assi e in questo scavo ripiantare cardi, sedani, cavo-
entrambi andrebbero disinfettati almeno una volta li che andranno poi protetti con tavole, foglie sec-
all’anno. Gli imballaggi, le mensole e i supporti che, paglia e infine un film di polietilene per impe-
possono essere immersi in vasche contenenti dire alla pioggia di bagnare il tutto. Si possono
un’abbondante quantità di acqua opportunamente costruire anche dei tunnel, in questo caso è indi-
arricchita con ipoclorito, in soluzione al 5%; vanno spensabile che il film non sia posto a contatto con
poi esposti al sole in modo che asciughino com- l’ortaggio da conservare, ma ci sia un ampio volu-
pletamente. Le pareti e il pavimento vanno invece me d’aria: l’aria infatti esercita un’ottima azione
lavati, sempre con acqua e cloro e successivamente isolante. Questo tipo di protezione è però efficace
le pareti vanno imbiancate con latte di calce. e valido solo nel caso che non si verifichino tem-
Infine bisogna evitare che tutti gli ortaggi da perature eccessivamente basse.
radice (per esempio, carote) così come i tuberi (per
esempio, patata), nel corso della conservazione 5.2.2 Congelazione/surgelazione
siano esposti alla luce in quanto ne verrebbe favo- Quando invece la temperatura adottata scende
rito il germogliamento; questo fenomeno non solo a livelli decisamente inferiori a 0°C, fatto che com-
provoca uno scadimento della qualità, ma è causa porta la pressoché completa estinzione della vita
di notevoli perdite di valore nutritivo. Nel caso dei prodotti e la trasformazione in ghiaccio dei
specifico delle patate esposte alla luce viene favori- succhi cellulari, si parla di congelazione.
to rinverdimento e la contemporanea formazione Il metodo prende il nome di surgelazione,
di un composto tossico, la “solanina”, che rimane quando il completamento del processo avviene
nel tubero anche dopo che è stata provocata la entro le quattro ore e il mantenimento dei prodot-
scomparsa del colore verde in seguito alla nuova ti, preparati in piccole unità e confezionati, avvie-
sistemazione in ambiente buio. ne a una temperatura sempre inferiore a - 18°C. Il
congelamento, o meglio la surgelazione realizzata
Conservazione in ambiente esterno entro tempi brevissimi dalla raccolta, è il metodo
Nelle località con un clima alquanto freddo, dove che mantiene inalterata la qualità e provoca le
cioè la temperatura risulta sufficientemente bassa sin minori perdite rispetto al prodotto fresco appena
dall’inizio del periodo di conservazione, molti raccolto. La scelta della varietà più idonea è un
ortaggi, e in particolare quelli da radice, da tubero e aspetto assai importante da valutare con estrema
alcuni da foglia, possono essere stoccati con ottimo attenzione quando si ricorre a questo metodo di
successo all’aperto, direttamente in campo o in rifu- conservazione. Occorre anche preoccuparsi di
gi appositamente costruiti. Bisogna evitare che i pro- adottare, per certe specie orticole, opportuni pre-
dotti siano colpiti da punte di temperatura eccessiva- trattamenti (scottatura in acqua bollente), così
mente basse, tali che possano provocare danni o che come è necessario preoccuparsi di confezionare per
la massa si surriscaldi con le evidenti perdite che ne la fase di conservazione il prodotto in modo ido-
conseguirebbero. Occorre perciò predisporre ade- neo o attuare uno scongelamento secondo tecni-
guati materiali isolanti (paglia, foglie) che assicurino che opportune affinché le prerogative organoletti-
una costante uniformità della temperatura. che non vengano meno.
Un altro elemento di successo o insuccesso, Si discute molto sulla differenza tra i termini
nel caso di conservazione realizzata all’aperto, è “congelazione” e “surgelazione”. In realtà si trat-
rappresentato dalle condizioni di umidità. In ta di una divisione quasi artificiosa, in quanto i sur-
genere deve essere evitata l’umidità eccessiva, pre- gelati, come già accennato nell’elencazione dei
disponendo razionali drenaggi e mettendo in atto metodi di conservazione, sono dei prodotti conge-
protezioni che evitino la bagnatura causata dalla lati secondo particolari modalità. La legge infatti
pioggia dei prodotti conservati. Nel contempo i definisce surgelati quei prodotti che sono stati con-
ripari devono essere approntati in modo che con- gelati rapidamente, in un tempo inferiore alle
sentano un’adeguata ventilazione che elimini il quattro ore, mantenuti sempre a una temperatura
calore prodotto dai vegetali in essi conservati. inferiore a -18°C, venduti in confezioni, pertanto
Tutto ciò permette di mantenerli nelle condizioni dove il produttore è identificabile con il nome, il
ideali. marchio, la località di fabbricazione ecc. Nella pre-
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 43

parazione casalinga possiamo ritenere che tutti i Pretrattamenti per la congelazione


prodotti siano congelati. Il processo di congelazione, come è stato detto,
Naturalmente per assicurare la qualità di un deve essere preceduto in molti casi da una serie di
prodotto congelato ed essere sicuri che questa operazioni per rendere idoneo il prodotto, mante-
venga mantenuta nel tempo dovranno essere nere intatte le sue qualità e in definitiva migliorare la
rispettate certe norme prima, durante e dopo il sua conservabilità. La congelazione deve così essere
congelamento, oltre a mettere in atto taluni accor- preceduta per molti ortaggi dal trattamento di scot-
gimenti, in verità assai semplici, in fase di prepara- tatura o bollitura, detta in termine tecnico “blan-
zione del prodotto. ching”, che ha lo scopo di inattivare gli enzimi e di
Le regole per una buona preparazione dei con- provocare un aumento della consistenza in seguito
gelati possono essere riassunte nei seguenti punti: all’eliminazione dell’aria contenuta all’interno dei
• utilizzare materie prime di ottima qualità; tessuti che è uno dei fattori di alterazione del pro-
• lavorare prodotti freschissimi; dotto. L’eliminazione dell’aria dai tessuti consente
• preparare rapidamente i prodotti lavandoli, anche una riduzione di volume del prodotto e con-
pulendoli e scartando le parti superflue; seguentemente un maggiore riempimento degli
• effettuare i pretrattamenti (scottatura, cottura), imballaggi. La scottatura serve anche a ridurre la
quando necessari; popolazione microbica presente e pertanto è un
• confezionare correttamente; mezzo per assicurare una maggiore serbevolezza.
• congelare velocemente a temperatura bassissima; Non tutte le specie di ortaggi necessitano di
• conservare a temperatura inferiore a -18°C; questi trattamenti; l’operazione, infatti, in qualche
• scongelare e cuocere in modo appropriato. caso è effettuata solo per facilitare la sbucciatura
È consigliabile pertanto congelare il più rapida- mentre in altri è indispensabile per evitare le modi-
mente possibile gli ortaggi dopo la raccolta, utiliz- fiche di colore e di consistenza attraverso la inatti-
zando solo i prodotti prelevati allo stadio ottimale vazione degli enzimi che causano l’inscurimento
di maturazione o addirittura, nel caso di alcuni, a dei tessuti e la loro degradazione.
uno stadio leggermente arretrato di sviluppo per- Per scottare bisogna preparare una capace pen-
ché solo così saranno teneri e di eccellenti caratte- tola con 4-5 litri di acqua bollente; questa deve
ristiche organolettiche al momento del consumo. essere mantenuta in ebollizione attiva. Conviene
I prodotti soggetti maggiormente alla perdita aggiungere all’acqua 10 g di sale per litro, prima
di colore o di consistenza nel corso della conserva- che vengano immersi gli ortaggi; il sale infatti ridu-
zione (perdite qualitative), vanno sottoposti a dei ce la possibilità di indesiderati scolorimenti. Si
trattamenti preliminari. Questi trattamenti vanno potrà allora immergere il prodotto nella quantità
effettuati immediatamente dopo avere lavato e di 250-300 g per volta, racchiuso in una retina o in
pulito il prodotto e dopo averlo tagliato, se neces- cestello di acciaio. L’acqua in pratica non deve mai
sario, nelle dimensioni opportune. Per esempio, gli cessare di bollire. Se l’acqua smette di bollire signi-
ortaggi possono cambiare facilmente di colore, più fica o che è stata immessa una quantità di prodot-
raramente di consistenza, pertanto prima della to eccessivo o che la fiamma è insufficiente. La
congelazione è necessario per molti di essi sotto- stessa acqua può servire per effettuare diverse scot-
porli al pretrattamento di scottatura, altrimenti si tature, dopo di che va ripristinato il livello qualora
evidenzieranno questi aspetti negativi. Gli ortaggi si intenda continuare nell’operazione di scottatura.
alterati da marciumi o invasi da insetti o a uno sta- Gli ortaggi, dopo la scottatura, vanno immersi
dio non ideale di maturazione vanno assolutamen- in acqua ghiacciata, oppure posti in acqua corren-
te eliminati. te per una durata uguale a quella dell’ebollizione.
La congelazione dei vegetali offre il grande In genere vanno asciugati su canovacci operando
vantaggio di mantenere inalterato il contenuto di con la maggiore velocità possibile; in qualche caso
vitamine, specialmente se l’operazione è fatta entro si schiacciano per facilitare la fuoriuscita dell’acqua
brevissimo tempo dalla raccolta; non solo, racco- assorbita. Nel caso di qualche ortaggio che facil-
gliere gli ortaggi allo stadio di maturazione più mente imbrunisce, è opportuno mettere in ogni
idoneo permette di avere un prodotto dalle carat- litro d’acqua 20 o 30 g di acido ascorbico (vitami-
teristiche qualitative eccellenti per sapidità e profu- na C) o aggiungere 50 g di succo di limone, nel-
mo. Per una buona riuscita della congelazione, l’intento di mantenere inalterato il colore.
cioè per mantenere buone le caratteristiche quali-
tative del prodotto, è opportuno scegliere varietà Congelamento
appropriate e raccoglierle a stadi di maturazione A temperature inferiori a 0°C l’acqua passa dallo
confacenti. stato liquido a quello solido e in seguito a questa
44 QUADERNO ARSIA 7/2004

modifica dello stato si ha un aumento di volume. 0°C perché, se i microrganismi sono completa-
Questo stesso fenomeno avviene anche per i succhi mente inattivi, gli enzimi continuano, anche a bas-
cellulari composti da acqua, zuccheri e altre sostan- sissime temperature, a provocare il deterioramen-
ze organiche, ma a temperature decisamente inferio- to del sapore, del colore e della consistenza. Que-
ri a 0°C. Se il processo di congelamento è lento, ste denaturazioni vengono constatate anche se
oppure se la temperatura dopo la cristallizzazione sono stati messi in atto i pretrattamenti di scotta-
rimane vicina a 0°C, prima congela l’acqua separan- tura o è stato aggiunto zucchero. Esiste infatti una
dosi dalle altre sostanze in cristalli di dimensioni legge fisica indicata convenzionalmente come
piuttosto grossi, in seguito, man mano che la tem- “effetto tempo/temperatura” sulla qualità: quan-
peratura si abbassa, congelano gli altri composti e i to più è bassa la temperatura, tanto più prolunga-
succhi. Tutto ciò provoca la rottura delle cellule, il ta è la durata alla quale il prodotto mantiene inal-
laceramento dei tessuti, con conseguenze negative terate le proprie prerogative qualitative. Qualora
all’atto dello scongelamento, in quanto l’ortaggio la temperatura si avvicini a 0°C, ma è sufficiente
perde i succhi. All’opposto, se il congelamento è l’intervallo tra i -12 e i -2°C, avviene una netta
avvenuto rapidamente, raggiungendo in breve bas- modificazione dello stato cristallino dei succhi cel-
sissime temperature, si verifica il contemporaneo lulari congelati; questi si aggregano diventando
cambiamento di stato sia dell’acqua sia dei composti voluminosi e di conseguenza provocano la rottura
contenuti nei succhi cellulari, cosicché si ha la for- delle pareti cellulari. Ne deriva che allo scongela-
mazione di piccolissimi cristalli che non danneggia- mento il prodotto perde succo e non ha più la pri-
no i tessuti. Al momento del consumo la struttura mitiva consistenza. Questa constatazione suggeri-
del vegetale si mantiene intatta e presenta un’ottima sce di evitare oscillazioni di temperatura durante la
consistenza. Il congelamento deve pertanto avvenire conservazione perché i grossi cristalli non si disag-
il più rapidamente possibile. Conviene quindi porta- gregano più. Nel caso che si verifichino degli
re la gradazione del congelatore al massimo livello e scongelamenti per mancanza di energia elettrica
preparare dei contenitori che abbiano uno spessore evitate di ricongelare, ma consumate immediata-
non superiore a 4-5 cm, nell’intento appunto di ren- mente o preparate piatti pronti o confetture o
dere più veloce il congelamento. Se il congelamento gelati. Solo la carne può essere ricongelata senza
è avvenuto lentamente, la qualità del prodotto, al troppi inconvenienti.
momento del consumo, è molto scadente. Nel con-
gelatore le confezioni vanno sistemate prima sul Scongelamento
fondo, poi lungo le pareti e infine andrà occupato lo È questa una fase delicata dell’utilizzazione che
spazio centrale in modo che la temperatura sia la più condiziona in molti casi la qualità del prodotto
uniforme possibile. Da notare che un congelatore all’atto del consumo. In linea generale la frutta
della capienza di 100 litri contiene al massimo 70 kg deve essere scongelata immediatamente prima di
di prodotto. portarla in tavola, in modo che sia leggermente
fredda quando viene consumata. L’operazione
Contenitori dello scongelamento deve essere fatta a temperatu-
I contenitori che possono essere utilizzati per la ra moderata. Per la frutta l’ideale è depositare i
congelazione dei prodotti possono essere di vari prodotti nel frigorifero, dopo averli tolti dal conte-
materiali: cartoni impermeabilizzati, film plastici, nitore e averli messi in una ciotola. La durata dello
plastica dura ecc. scongelamento in frigorifero si protrae per oltre sei
È bene ricordare che tali materiali devono sem- ore e anche più se i frutti sono grossi. Molte spe-
pre essere garantiti dal fornitore come adatti a cie “collassano” e diventano eccessivamente molli
venire in contatto con alimenti, a norma di legge, quando vengono scongelate rapidamente oppure
ed è bene anche sapere se sono garantiti per essere hanno raggiunto la temperatura ambiente.
sottoposti a basse temperature. Gli ortaggi in genere, e specialmente quelli di
piccole dimensioni, vanno cotti buttandoli diretta-
Durata della conservazione mente nell’acqua bollente ancora congelati. Non
Tutta la frutta come la verdura si conserva per usate troppa acqua: il prodotto di un sacchetto da
6-12 mesi e frequentemente anche di più, salvo 1/2 kg dovrebbe cuocere in 300 g di acqua salata
eccezioni, mantenendo ottime caratteristiche qua- o poco più. Si può anche mettere il sacchetto nel-
litative a patto che la temperatura rimanga sempre l’acqua bollente; quando l’acqua riprende a bolli-
sotto i -18°C. Durante la conservazione è pertan- re, toglietelo, aprite il sacchetto e mettete il pro-
to bene che la temperatura non si innalzi verso dotto nel recipiente di cottura con il condimento.
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 45

Possono essere congelati anche molti piatti pronti, zioni più interne del recipiente, cioè nei punti in
cioè già cotti. cui il calore penetra con più difficoltà e lentezza.
Lo scongelamento e il riscaldamento dei cibi
può essere effettuato nel forno a microonde fissan- Preparazione
do la potenza di erogazione dell’apparato radiante al I prodotti da conservare devono essere innan-
livello appositamente indicato. I tempi variano con zitutto freschissimi e vanno manipolati con molta
lo spessore e la ricchezza di acqua dei cibi, pertanto attenzione se si vogliono mantenere integre le loro
solo l’esperienza può suggerire la durata, che in ogni qualità alimentari. Difatti dopo diversi giorni dalla
caso è brevissima e molto inferiore a quella che si raccolta i vegetali sottoposti alle manipolazioni e al
constaterebbe utilizzando un forno tradizionale. trasporto tendono ad appassire e intervengono tra-
sformazioni più o meno nocive che alterano il loro
5.2.3 La conservazione mediante valore alimentare. Un’altra avvertenza per mante-
il calore. La sterilizzazione nere intatte le prerogative dei prodotti da steriliz-
La conservazione per tempi molto lunghi dei zare consiste nel pulire, lavare, tagliare solo la
prodotti vegetali implica necessariamente la distru- quantità di cui è possibile provvedere immediata-
zione dei microrganismi dannosi (muffe, lieviti, bat- mente alla sistemazione, quel tanto che si può met-
teri) che ne provocano l’alterazione e quella dei bat- tere contemporaneamente in un vaso, evitando di
teri patogeni (sia in forma vegetativa che sporulata). lasciare i prodotti, preparati a pezzi, all’aria.
Tali organismi sono sempre presenti nell’aria, nel- Per ottenere buoni prodotti conservati devono
l’acqua e nel terreno e perciò inquinano facilmente essere rispettate alcune regole che sono sintetizza-
tutti i prodotti. Il mezzo più sicuro per ottenere la te nei seguenti punti;
distruzione dei microrganismi dannosi consiste nel • raccogliere i prodotti al giusto grado di
sottoporre alla sterilizzazione i prodotti, ossia nel maturazione;
ricorrere all’impiego dell’alta temperatura (uguale o • prepararli per la conservazione quando sono
superiore ai 100°C) capace di uccidere ogni organi- freschissimi;
smo vivente. È indispensabile inoltre ricorrere alle • eliminare le parti non commestibili o lesionate;
alte temperature per inattivare tutti i “fattori di • lavarli accuratamente in acqua corrente, evitan-
denaturazione” provocati dagli enzimi che sono do di tenerli immersi anche per breve tempo
causa di indesiderabili modificazioni del prodotto nell’acqua a meno che ciò non sia indispensabi-
nel corso del tempo, come cambiamenti del colore, le per accelerare l’eliminazione della terra;
del sapore e della consistenza. Con questa metodo- • togliere la buccia e le radici solo immediatamente
logia si ottiene la vera “conserva”. prima della cottura o della sistemazione nei vasi;
• procedere rapidamente al taglio in pezzi o alla
Idoneità dei prodotti macinazione o all’estrazione del succo;
I vegetali da destinare alla conservazione • i prodotti orticoli, in attesa di essere sistemati nei
mediante il calore si possono dividere in due gran- recipienti, dopo essere stati puliti e tagliati, per
di categorie: quelli molto acidi e quelli poco acidi. impedire che cambino colore o scuriscano posso-
Questi ultimi si alterano molto più facilmente se no essere immersi in acqua acidulata con aceto.
non sono stati sottoposti all’azione di temperatu- I procedimenti di conservazione devono esser
re molto elevate per tempi sufficientemente lun- perciò iniziati nel più breve tempo possibile dopo
ghi. Quanto più è bassa l’acidità del vegetale, la raccolta scegliendo ortaggi giovani, teneri e sani.
tanto minore, a parità di temperatura, è la durata È bene inoltre dividere gli ortaggi in base alla
della sterilizzazione e la possibilità che subentrino dimensione e al grado di maturazione, in modo
alterazioni. che il prodotto finale risulti più uniforme per con-
La sterilizzazione riesce facilmente a operare la sistenza e qualità.
distruzione degli enzimi e dei batteri nei prodotti
più acidi, infatti può essere fatta anche mediante I recipienti
semplice bollitura ricordando che ogni prodotto Se il contenitore rimane integro le conserve
richiede che la coppia tempo/temperatura dell’o- vegetali possono essere conservate a temperatura
perazione sia diversa in relazione alle caratteristi- ambiente anche per lunghissimo tempo (anni). Da
che costitutive. Naturalmente anche le dimensioni qui l’importanza fondamentale di scegliere il conte-
del contenitore hanno molta importanza perché la nitore più adatto al prodotto finito che si vuole
temperatura minima necessaria deve essere rag- ottenere al fine di impedire la comparsa di difetti e
giunta e mantenuta per i tempi prefissati nelle posi- alterazioni. In commercio ne esistono di innumere-
46 QUADERNO ARSIA 7/2004

voli tipi e di vari materiali (vetro, banda stagnata, Riempimento dei vasi con prodotto scottato
materie plastiche). Il produttore deve valutare Quando si adotta la precottura o scottatura si
almeno tre elementi fondamentali: procede in questo modo: l’ortaggio va pulito, fatto
• che siano prodotti con materiali idonei al con- a pezzi secondo le dimensioni volute e fatto bolli-
tatto con gli alimenti; re in acqua addizionata di aceto, nella quantità
• che siano adatti a sopportare le temperature indicativa di 300 g per litro; la quantità di sale che
dei trattamenti termici a cui possono essere verrà aggiunta sarà diversa in relazione alle caratte-
sottoposti; ristiche dell’ortaggio.
• il grado di permeabilità all’aria. Il colore delle verdure rimane più intenso e
Questi parametri devono pertanto essere richie- brillante quando la cottura viene effettuata immer-
sti al fornitore del materiale da confezionamento. gendole in acqua bollente e mantenendole coperte
con l’acqua durante tutta l’operazione. È bene che
Riempimento dei recipienti la pentola non venga chiusa con il coperchio. Ogni
I prodotti non vanno eccessivamente compres- verdura va cotta separatamente in piccole quantità
si nei vasi; taluni infatti, come i piselli, i fagioli il per essere sicuri che l’acqua rimanga in ebollizione
mais o le fave, aumentano addirittura di volume attiva per tutto il tempo e che la durata dell’opera-
durante la sterilizzazione. I vasi vanno perciò riem- zione rispetti i tempi previsti. Quando i prodotti
piti fino a 1 o 2 centimetri dall’orlo. Il prodotto va sono ancora caldi vanno sistemati nel vaso senza
coperto con un “liquido di governo” che può esse- comprimerli eccessivamente; si versa poi nel vaso
re dell’acqua salata o dell’aceto; i prodotti scoper- una parte del liquido in cui erano stati fatti bollire
ti cambiano di colore e si alterano più facilmente. in modo da coprirli. Il liquido deve coprire intera-
In qualche caso conviene sistemare una reticella in mente il prodotto altrimenti la parte che rimane
plastica per impedire che il prodotto affiori. Il esposta cambia di colore.
liquido di governo deve rimanere sempre a mezzo
centimetro dall’orlo in modo che l’aumento di Sterilizzazione
volume conseguente al riscaldamento non provo- Vi sono tre modalità per realizzare la sterilizza-
chi una sovrappressione nel vaso stesso. zione: in pentola aperta, in pentola a pressione e in
I vasi che si utilizzano sono in genere da 1/2 autoclave. In tutti i casi tempi e temperature varia-
litro o da 1 litro. Il liquido di governo, cioè l’acqua no a seconda del metodo adottato e delle dimen-
salata o l’aceto, necessario per riempire un vaso da sioni del vaso, oltre che, come è già stato detto,
1 litro varia da 150 a 350 g. Le oscillazioni di pro- dell’acidità dei prodotti. Ricordiamo pertanto che
dotto e di liquido dipendono dalle dimensioni del ogni trattamento di sterilizzazione per essere con-
vegetale e dei pezzi preparati, dal grado di maturità siderato sicuro e quindi garantire un prodotto fini-
che influisce sul peso, ma anche dalle modalità di to non pericoloso per la salute del consumatore,
preparazione; si può infatti fare ricorso alla conser- deve essere validato.
vazione di prodotto fresco o di prodotto in prece- Nel capitolo 4 “La tecnologia delle conserve
denza bollito. Si parlerà allora di “riempimento dei vegetali” abbiamo visto come validare il processo
vasi con prodotto crudo” e “riempimento dei vasi termico ossia come verificare, in modo oggettivo,
con prodotto scottato o preriscaldato”. che l’effetto sterilizzante sia stato raggiunto con gli
adeguati margini di sicurezza. Troppe sono le varia-
Riempimento dei vasi con prodotto crudo bili (tipo e composizione della materia prima, pre-
Adottando il sistema di preparazione che ricor- trattamenti, tipo di contenitore e quantitativo di
re direttamente al prodotto fresco si procede nel prodotto inserito, impianto utilizzato ecc.) per affi-
modo seguente: l’ortaggio viene pulito, fatto a darsi alla “ricetta della nonna”.
pezzi delle dimensioni volute e sistemato nel vaso
comprimendolo alquanto. Si aggiunge acqua bol- Sterilizzazione in pentola aperta
lente o acqua acidulata fino a coprire il prodotto e Il fondo della pentola dovrebbe essere di rame
a completare il riempimento del vaso. Il sistema è in modo da avere una temperatura uniforme in
sbrigativo e rapido, ma nel prodotto rimane dell’a- ogni suo punto. Per garantire una buona steriliz-
ria per cui è difficile sistemare gli ortaggi in modo zazione è necessario mettere in atto alcuni accor-
appropriato e si perde una notevole parte del volu- gimenti: disporre nella pentola una reticella,
me. Inoltre qualità, colore e consistenza del pro- meglio se tenuta sollevata da bastoncini di legno o
dotto conservato sono inferiori a quelle del pro- da un supporto tipo quelli che servono a sostene-
dotto sottoposto a preventiva cottura o scottatura. re i ferri da stiro, oppure sistemare sul fondo uno
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 47

straccio sul quale si appoggeranno i vasi e le bot- mata in un luogo fresco e buio sino al momento
tiglie. I recipienti possono essere inseriti in un del consumo.
cestello in modo che non siano a contatto del La sterilizzazione, ricordiamo, provoca la
fondo e si possano poi estrarre rapidamente tutti distruzione dei batteri ma, se non è stata realizza-
insieme. I contenitori devono essere interamente ta per tempi sufficientemente lunghi, le muffe, i
ricoperti con acqua, che andrà portata il più rapi- lieviti e i batteri, e in special modo il temutissimo
damente possibile all’ebollizione. Il bordo della batterio Clostridium botutinum, possono inquina-
pentola dovrà superare di almeno 2-3 cm il pelo re i prodotti e causare gravissime intossicazioni al
dell’acqua. Se durante l’ebollizione l’acqua doves- consumatore fino a provocarne la morte. Prima di
se calare e non coprire più interamente i vasi, aprire i vasi è perciò opportuno osservare se si sono
aggiungere nuova acqua bollente per evitare l’in- verificate delle fermentazioni. L’inconveniente si
terruzione dell’ebollizione. Con questo metodo i evidenzia con l’intorpidimento del liquido, la for-
tempi della sterilizzazione sono lunghi e la certez- mazione di bollicine di gas, il rigonfiamento del
za della riuscita non è assoluta, specialmente per i coperchio di metallo. Mentre si apre il vaso è indi-
vegetali a pH alto. spensabile osservare che non si avvertano sibili o si
sprigionino odori anormali, nel quale caso i vasi
Sterilizzazione in pentola a pressione vanno inesorabilmente scartati con tutto il loro
Dopo aver sistemato i vasi sul fondo della pen- prodotto. Vi sono però dei tipi di Clostridium
tola, si versa tanta acqua da coprirli; quindi si chiu- botulinum che non determinano alterazioni visibi-
de il coperchio, mantenendo però aperta la valvo- li od organolettiche del prodotto.
la. Acceso il fuoco si devono attendere diversi Quando si hanno dei dubbi sull’integrità delle
minuti, fino a quando inizia a uscire il vapore. A conserve vegetali, anche se queste sono state fatte
questo punto si chiude la valvola e i tempi di steri- con ortaggi del tipo molto acido, far bollire per
lizzazione vanno calcolati da tale momento. Tolta almeno quindici minuti il prodotto prima di con-
la pentola dal fuoco occorre lasciare raffreddare sumarlo perché questo trattamento permette di
per almeno trenta minuti se i vasi sono da 500 g e distruggere le tossine emesse dai microrganismi
per quarantacinque minuti se sono da 1 kg prima inquinanti eventualmente presenti.
di aprire la pentola. Se all’interno vi fosse ancora
della pressione è facile provocare la rottura dei vasi. Sterilizzazione in autoclave
Per evitare che nel corso della bollitura i recipienti L’uso di un autoclave è certamente la tecnica più
si tocchino, possono essere sistemati degli spessori sicura per condurre correttamente una sterilizzazio-
in legno o, al limite, basta fare un paio di giri con ne. I metodi descritti precedentemente sono piutto-
una corda intorno a ogni vaso. sto empirici; la sterilizzazione condotta con un’au-
La temperatura sopra i 100°C deve penetrare toclave, al contrario, permette di sfruttare a pieno i
fino al centro del recipiente, perciò i tempi di steri- vantaggi di un impianto tecnologico che fornisce
lizzazione previsti sono diversi per i vasi da 1/2 maggiori condizioni di sicurezza igienico-sanitaria
litro e da 1 litro. I tempi variano anche in funzione del trattamento termico con esso condotto.
di altri fattori come: il tipo di prodotto, le dimen- Sul mercato sono presenti autoclavi delle più
sioni dei pezzi, la loro consistenza, l’avere o meno svariate tipologie, dimensioni e, ovviamente, costi.
attuato la scottatura. Anche l’altitudine della loca- È possibile quindi trovare l’impianto più adatto
lità ove si opera influenza i tempi di sterilizzazione. alle esigenze aziendali. Si va dalle autoclavi indu-
Dopo la bollitura i vasi vanno asciugati, verifi- striali, che possono processare centinaia di confe-
cando che il coperchio sia ben chiuso. Se il coper- zioni per ciclo di lavoro, a quelle che possono con-
chio dovesse aprirsi con molta facilità vuol dire che tenere 20-30 barattoli e quindi adatte anche a
la chiusura non è stata effettuata in modo corretto. lavorazioni artigianali se non addirittura familiari.
In questo caso, se si teme di non aver realizzato L’autoclave è comunque dotata di un sistema più
una perfetta sterilizzazione, si potrà, senza paura di o meno complesso per l’impostazione dei parame-
eccessivi danni alla qualità del prodotto, effettuare tri di processo che, ricordiamo, devono essere stati
una seconda bollitura, adottando tempi uguali a validati.
quelli precedentemente indicati e operando secon- Per quanto riguarda i sistemi di controllo anche
do tutte le buone norme prima elencate. qui possono essere diversi (da registratori automa-
I vasi si depositano tenendoli separati uno dal- tici informatizzati, a registratori su supporto carta-
l’altro in modo che non si tocchino, eventualmen- ceo o magnetico). Le autoclavi più semplici posso-
te usando dei fogli di carta. La confezione va siste- no non avere sistemi di registrazione del processo
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ma sono comunque dotate di sistemi di allarme che luppo microbico deve essere inferiore a 0,98. In
avvertono se per qualche ragione il trattamento ter- media confetture e marmellate hanno una acidità
mico non dovesse essere stato condotto corretta- che è inferiore a 4,6 per l’acidità stessa della frutta
mente. L’uso di un autoclave per il processo di ste- utilizzata o per l’aggiunta di sostanze acide (per
rilizzazione conferisce pertanto maggiori sicurezze esempio, succo di limone). A questi livelli di acidità
e un livello di professionalità più alto al produttore. e aw questi prodotti, una volta versati nei vasetti,
Da non dimenticare poi che, impostando diversa- possono essere sottoposti a una semplice pastorizza-
mente i parametri del trattamento, con lo stesso zione, purché si abbia sempre la sicurezza che i livel-
impianto è possibile effettuare anche semplici li di sicurezza di pH e aw siano raggiunti.
pastorizzazioni, quando il prodotto lo permetta. Quando si vuol preparare confetture meno ric-
che di zucchero, cotte per breve tempo, è consi-
Frutta sciroppata gliabile aggiungere della pectina per rendere più
Possono essere destinate a questa utilizzazione consistente la confettura ottenuta. La pectina è un
le albicocche, le amarene, le ciliegie, le mele, le prodotto largamente presente in natura in molti
nettarine, le pere, le pesche, le prugne. frutti. Per esempio la buccia delle arance ne è par-
La preparazione della frutta sciroppata prevede ticolarmente ricca, così come è abbondante nelle
la sistemazione dei frutti completamente maturi, mele e nella cotogna. Chimicamente la pectina
ma ancora sodi, nei vasi dove vanno accuratamen- appartiene al medesimo gruppo degli zuccheri, ma
te disposti fino a mezzo centimetro dall’orlo. Alcu- manca totalmente di potere dolcificante. Indu-
ni preferiscono sbucciare i frutti, altri dividerli a strialmente si provvede a estrarla proprio dalla frut-
metà o in pezzi di uguali dimensioni, nel qual caso ta e dopo la purificazione e l’essiccazione essa si
vengono anche snocciolati. Per sbucciare facilmen- presenta come una polvere bianca, che si può
te la frutta conviene buttarla in acqua bollente per acquistare in farmacia o in drogheria. Quando
pochi minuti. Nei vasi si versa lo sciroppo caldo viene a contatto con l’acqua o con un liquido
che deve non solo coprire la frutta ma arrivare a forma una massa molle capace di conferire una par-
pochi millimetri dall’orlo del recipiente. In genere ticolare consistenza ai prodotti. Viene quindi fre-
viene utilizzato uno sciroppo leggero, ma nel caso quentemente addizionata alle confetture e alle
di frutta poco zuccherina o non completamente gelatine per conferire una maggiore consistenza al
matura si può ricorrere alla preparazione di scirop- prodotto senza dover procedere a lunghe cotture.
pi di media densità. Questi prodotti possono esse- Quando si intende usare la pectina bisogna
re non sottoposti a sterilizzazione ma a semplice portare la frutta a ebollizione, dopo aver aggiun-
pastorizzazione solo se si è sicuri che il loro pH sia to lo zucchero, mescolando vivacemente per rom-
e si mantenga a valori inferiori a 4,6. perla. Raggiunto un minimo di consistenza si
versa la pectina, in genere 50 g per 1 kg di frutta,
Confetture e marmellate e si lascia cuocere ancora per un paio di minuti,
Mediante la cottura della frutta con lo zucche- poi si mette la confettura nei vasi. Se l’ebollizione
ro, aggiunto in proporzioni molto diverse, si ottie- prosegue per troppo tempo, la confettura diventa
ne la condensazione della massa e la possibilità di dura e perde qualsiasi profumo e sapore. Se la cot-
conservare a lungo il prodotto ottenuto. tura avviene in pentola è bene che questa sia di
Diversa frutta si presta molto bene alla prepara- forma larga e bassa, con fondo pesante perché è
zione delle confetture (si ricorda che le marmellate meno facile che la confettura si attacchi. La cottu-
a norma di legge, sono solo quelle a base di agru- ra, nella prima fase, prevede l’evaporazione del-
mi), ottenendo un prodotto di ottima qualità. Le l’acqua, pertanto il fuoco deve essere vivace e
modalità di preparazione possono essere assai diffe- basta mescolare di tanto in tanto; nella seconda
renti in quanto la frutta può essere a pezzi oppure fase, quando la massa diviene densa, bisogna
macinata e passata al setaccio o triturata. ridurre il fuoco e mescolare molto più frequente-
Le quantità di zucchero che si aggiungono sono mente. La durata della cottura in genere si aggira
quanto mai diverse sia in relazione al tipo di frutta, su una o due ore, ma può prolungarsi abbondan-
sia al gusto personale. La preparazione infatti preve- temente nel caso di frutti particolarmente acquo-
de la semplice cottura con l’aggiunta di una notevo- si. Eventualmente la cottura può essere divisa in
le quantità di zucchero cosicché l’elevata concentra- due tempi: in un primo tempo si cuoce la frutta
zione impedisce lo sviluppo dei microrganismi e la per facilitare la rottura e rendere più facile la maci-
denaturazione del prodotto (il valore di acqua libe- nazione o il passaggio al setaccio, in un secondo
ra che deve essere raggiunto per controllare lo svi- tempo la si cuoce con lo zucchero.
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Per individuare se la confettura è sufficiente- Succhi, passate, puree o cremogenati


mente consistente e abbastanza cotta si procede di verdura e frutta
nel seguente modo: un primo metodo prevede di I succhi freschi di verdura e frutta possono esse-
lasciare cadere la confettura da un cucchiaino: se re preparati rapidamente con i prodotti dell’orto e
scende come un filo continuo la composta non ha del frutteto. Numerose ditte di elettrodomestici
raggiunto la necessaria consistenza; se invece cado- hanno posto sul mercato centrifughe e frullatori
no gocce separate la cottura è sufficiente. Un altro che permettono di ottenere succhi e puree. Con il
modo di valutazione dell’idonea durata della cot- primo elettrodomestico si prepara un succo limpi-
tura è quello di raccogliere una goccia dalla pento- do da consumare tal quale, da diluire con il latte o
la e di lasciarla cadere su un piattino tenuto incli- da concentrare per preparare gli sciroppi. Con i
nato; se si coagula rapidamente, senza scivolare, frullatori, così come con i passaverdure, si ottiene
allora la confettura è pronta e va versata nei vasi. una spessa purea con la quale si preparano delle
Anche per questi prodotti è fondamentale la passate che possono essere consumate direttamen-
tenuta delle capsule; l’ingresso di aria nel vasetto te o utilizzate diluite con acqua.
potrebbe provocare lo sviluppo di muffe con la La verdura o la frutta va sempre pulita elimi-
conseguente degradazione del prodotto. Special- nando le parti lesionate e non commestibili, lavata
mente le confetture preparate con poco zucchero senza però lasciarla a lungo a bagno nell’acqua per-
debbono essere mantenute in frigorifero dopo l’a- ché alcuni sali minerali molto solubili potrebbero
pertura del recipiente e l’inizio del consumo, per perdersi in larga misura.
evitare la formazione di muffa. Quando sulla Il succo o la passata vanno versati in bottigliet-
superficie di una confettura si forma della muffa te di vetro che si possono chiudere ermeticamen-
non basta asportarla, ma bisogna eliminare anche te, mai in recipienti di metallo. Quando si prepa-
uno strato sufficientemente alto di prodotto, in rano le passate o le puree la quantità ottenuta è
quanto le muffe si spingono in profondità forman- praticamente uguale al peso del vegetale; mentre
do frequentemente delle tossine alquanto dannose quando si estrae il succo le quantità ottenibili pos-
per il consumatore. sono essere molto diverse in funzione della succo-
Le confetture possono presentare dei difetti: sità e dello stato di maturazione: nel caso della
quando si presentano troppo dure i tempi di cot- verdura, data la maggiore presenza di fibre, il
tura sono stati troppo prolungati oppure la quan- succo ottenibile da 1 kg varia da 400 a 600 cc. Per
tità di zucchero aggiunta è stata eccessiva. Quan- rendere più gradevole il succo e la purea si può
do sul fondo della pentola il prodotto si è attacca- aggiungere dello zucchero in misura variabile
to e carbonizzato, la confettura assume un sapore secondo i propri gusti. Per impedire che il pro-
sgradevole. dotto cambi di colore nell’attesa di versarlo nelle
bottiglie conviene aggiungere da 15 a 40 g di
Le gelatine succo di limone per ogni litro.
La preparazione della gelatina è leggermente Le bottiglie andranno riempite fin quasi
più complessa di quella della confettura. La gelati- all’orlo e chiuse con un tappo a corona, median-
na è un prodotto preparato con il succo di frutta te apposite macchinette. Occorre ora iniziare la
piuttosto acida, addizionato di pectina, di zucche- sterilizzazione disponendo le bottiglie in una
ro e reso solido mediante cottura. Si presenta come grossa pentola dove devono risultare completa-
un composto trasparente e che mantiene la forma mente coperte con l’acqua. Il tempo di bollitura
del contenitore quando viene da esso estratto. è variabile a seconda delle dimensioni delle botti-
Si possono preparare diversi tipi di gelatine: glie, indicativamente si va da 15 a 20 minuti.
quelle che in inglese sono dette marmalade sono Conviene lasciar raffreddare le bottiglie nell’ac-
gelatine tendenzialmente molli contenenti piccoli qua stessa, dopodiché, una volta asciugate, su cia-
pezzi di frutta e di buccia (tipica è quella di aran- scuna di esse si incolla un’etichetta con le indica-
ce); quelle denominate preserves sono invece for- zioni di legge.
mate da un succo gelatinoso con grossi pezzi di Se questi prodotti non vengono sterilizzati ma
frutta. In realtà sono preparazioni simili tra loro. semplicemente pastorizzati si ottiene una “semi-
In ogni caso bisogna prestare sempre molta atten- conserva” che ha minori garanzie igieniche e
zione nella preparazione, specialmente delle pre- minor tempo di durata che è necessario conserva-
serves, per raggiungere risultati soddisfacenti. re a temperature controllate.
50 QUADERNO ARSIA 7/2004

5.2.4 La conservazione sottolio, di aceto a 100 g di ortaggi se questi sono poco


sotto aceto, sotto sale, sotto alcol acquosi, mentre sono necessari 140-150 g di aceto
Come più volte ricordato i prodotti orticoli nel nel caso di ortaggi molto ricchi di acqua (questi
corso della conservazione risultano inattaccabili da quantitativi sono puramente indicativi). Se questo
parte delle muffe quando viene loro fornito un è l’unico mezzo che viene adottato per impedire lo
ambiente sfavorevole ai microrganismi. Tale risulta- sviluppo batterico è fondamentale ricordare che
to viene in un certo senso garantito dalla sterilizza- l’acidità del prodotto deve essere inferiore a pH
zione, ma per taluni ortaggi lo si può raggiungere 4,5 per essere sicuri di bloccare lo sviluppo del Clo-
anche con la sola aggiunta di una soluzione di aceto stridium botulinum. Tale valore diviene un punto
o di sale; entrambi, alle giuste concentrazioni, sono critico di controllo per questi tipi di produzioni e
in grado di rendere inospitale l’ambiente per la vita ciò rende necessario effettuare con certezza la
dei microrganismi che possono recare grave danno misurazione del pH del prodotto (la misurazione
alla commestibilità. Qualora invece non si proceda deve essere effettuata sul prodotto). La misurazio-
razionalmente in modo tale che le dosi di detti com- ne, oltre che al momento della preparazione, deve
posti siano sufficienti a inibire lo sviluppo dei essere fatta anche dopo un certo periodo di tempo
microrganismi dannosi sono possibili alterazioni per essere sicuri che non vi sia stata diluizione da
come l’ammuffimento e la fermentazione. La prima parte dei succhi vegetali e che il pH non si sia
si manifesta in superficie con una patina di muffa, innalzato a livelli non sicuri.
mentre la fermentazione si evidenzia con bollicine di Quando si è sicuri sopra ogni dubbio di aver
gas ed è quasi sempre accompagnata dalla comparsa ottenuto tali valori di pH e di mantenerli nel
di sapori e odori sgradevoli o dalla modificazione del tempo, è possibile non sottoporre a sterilizzazione
colore. il prodotto.
I vegetali in genere sono ricchissimi di acqua in
La conservazione sottolio quanto questo elemento raggiunge e supera il 90%
La sistemazione sottolio non è altro che un del peso cosicché, quando sono immersi nell’ace-
mezzo per rendere più gradevole il sapore dell’or- to, una parte dell’acqua di cui sono costituiti per
taggio all’atto del consumo, ma non deve intender- un processo di osmosi fuoriesce dal prodotto e
si anche come mezzo di conservazione. La diretta diluisce la concentrazione dell’aceto che può dimi-
preparazione nell’olio di molti prodotti orticoli nuire il livello di acidità, in modo tale da risultare
(pomodori, melanzane, peperoni, cavolfiori, cipolle insufficiente per una buona conservazione, come
ecc.) non assicura affatto la conservazione nel detto sopra. Ecco spiegata la ragione per cui biso-
tempo. La sistemazione degli ortaggi sottolio deve gna utilizzare una quantità di aceto superiore al
essere pertanto preceduta da trattamenti in grado peso del prodotto da conservare e in dose tanto
di inibire lo sviluppo batterico (scottatura in aceto, più alta quanto più acquoso è l’ortaggio. L’elevata
essiccazione) e seguita dalla sterilizzazione, per assi- quantità di aceto può rendere eccessivamente pun-
curarsi l’eliminazione delle forme sporigene (Clo- gente il sapore del prodotto. Per ridurre il gusto
stridium botulinum in particolare) e degli enzimi, acido si può unire qualche grammo di zucchero o
secondo la coppia tempo/temperatura dettata dalle di succo di limone, oppure di sale da cucina, con lo
singole ricette di conservazione. Oltretutto un scopo anche di rendere più efficace l’azione con-
energico trattamento termico permette anche di servante dell’aceto. La durata dei sottaceti supera
garantire la lunga conservabilità del prodotto (si abbondantemente l’anno, dopo di che si nota una
rimanda pertanto al paragrafo della sterilizzazione). lenta progressiva degradazione delle qualità orga-
Questo metodo di conservazione determina per- nolettiche. Dopo l’apertura del vaso è consigliabi-
tanto anche una trasformazione del prodotto. le consumare il prodotto entro breve tempo per
evitare alterazioni o tenere i barattoli in frigorifero
La conservazione sotto aceto in modo che la bassa temperatura concorra a evita-
Numerosi ortaggi si prestano alla conservazio- re l’attacco dei microrganismi.
ne in aceto in quanto il sapore acidulo li rende gra- Per la preparazione degli ortaggi si devono uti-
devoli come gusto e idonei ad accompagnare molti lizzare prodotti freschi, raccolti a idonea matura-
cibi. La concentrazione dell’acido acetico, perché zione. Bisogna innanzitutto lavare ed esaminare
agisca come inibente dei microrganismi, deve attentamente i prodotti scartando quelli guasti,
superare il 3,5% nel prodotto conservato, perciò, quelli eccessivamente acerbi, quelli troppo maturi e
utilizzando dell’aceto di sei gradi o, come si suole dando la preferenza a quelli sodi, turgidi e freschi.
anche dire, con il 6% di acidità, basta unire 120 g Conviene anche suddividere gli ortaggi in gruppi di
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uguali dimensioni in modo che i tempi di cottura e zione dei microrganismi. Si fanno così bollire i pro-
di macerazione siano uguali; non vanno lasciati dotti per alcuni minuti nell’aceto stesso. Non biso-
immersi nell’acqua, a meno che della terra non gna utilizzare il medesimo aceto in cui è stata effet-
incrosti la superficie, ma vanno lavati rapidamente tuata la scottatura degli ortaggi per la successiva
in acqua corrente per allontanare sudiciume, terra, conservazione in quanto con la bollitura l’acido
antiparassitari. I frutti vanno poi preparati in modo acetico evapora e inoltre la soluzione acidulata
da eliminare le parti non commestibili quali i viene diluita dai succhi vegetali che vengono per-
peduncoli, le foglie superflue, le radici ecc. duti duranti la bollitura.
Particolare attenzione deve essere prestata ai I vasi possono essere riempiti sia con aceto fred-
recipienti e agli attrezzi da utilizzare per la prepara- do che con aceto bollente. Nel primo caso può
zione e per la conservazione. Le pentole devono essere conveniente sostituire l’aceto dopo un certo
essere in acciaio inossidabile; vanno evitati i reci- periodo affinché il prodotto si impregni di una
pienti smaltati in quanto frequentemente la loro quantità di acido acetico sufficiente a impedire la
superficie non è integra, cosi come quelli in ferro, o putrefazione. Più sicura è la conservazione realiz-
alluminio, o rame perché l’acidità dell’aceto porta in zata versando l’aceto caldo sul prodotto perché
soluzione tali sostanze che risultano dannose al provoca una certa distruzione dei microrganismi
sapore e al colore. Gli attrezzi devono essere in presenti. Quando si usa aceto caldo conviene limi-
acciaio o in plastica. Quanto ai vasi in vetro per le tare il tempo dell’ebollizione al minimo indispen-
conserve devono essere pulitissimi, intatti e avere un sabile perché si volatilizzano sia l’acido acetico, sia
tappo a vite o delle guarnizioni in gomma che assi- gli aromi; in genere basta scaldarlo a 50-60°C.
curino un’eccellente chiusura. È preferibile utilizza- Quando si riempiono i vasi con ortaggi caldi è
re i vasi con doppio coperchio, rammentando che opportuno che anche i recipienti siano stati fatti
quello piatto interno deve essere sempre nuovo. I precedentemente scaldare in acqua, meglio se ste-
vasi con il fermaglio in ferro e guarnizione in rilizzati. In questo caso i vasi vanno riempiti com-
gomma non sempre chiudono a dovere la bocca del pletamente in quanto durante il raffreddamento
vaso; la gomma deve essere morbida, nuova, inoltre avviene una certa diminuzione di volume del liqui-
conviene immergerla in acqua bollente per alcuni do e del prodotto. Per una buona conservazione la
minuti prima di sistemarla sui vasi. quantità d’aria nel recipiente deve essere ridotta al
È sempre bene utilizzare un buon aceto di sei minimo.
gradi preferibilmente bianco in quanto il colore dei
sottaceti ottenuti rimane più naturale e non si La conservazione sotto sale
avvertono imbrunimenti come quando si usa l’ace- La caratteristica principale delle verdure prepa-
to rosso. Può essere utilizzato anche l’aceto di rate con questo metodo è quella di risultare al
mele che è molto aromatico. momento del consumo eccessivamente salate,
I vegetali possono essere utilizzati direttamente tanto da non poter essere utilizzate direttamente.
per preparare i sottaceti; più frequentemente con- Possono comunque servire per preparare mine-
viene far precedere una breve scottatura. Essa ridu- stroni o, come nel caso del prezzemolo e dei cap-
ce la consistenza, distrugge una parte della flora peri, per condire altri cibi; in questo caso la carat-
microbica e inattiva gli enzimi, così durante la con- teristica del salato non appare controproducente.
servazione si evitano il rammollimento e le modifi- Tuttavia se si ritiene che la quantità di sale sia in
cazioni del colore. I tempi di scottatura in acqua ogni caso eccessiva si potrà all’atto dell’utilizzazio-
salata (20 g di sale per litro) o in acqua acidulata ne tenere l’ortaggio qualche ora in acqua.
con limone o aceto (50 g per litro) sono limitati a Questo metodo di conservazione si basa sulla
pochi minuti. L’acqua è bene che sia poco dura, riduzione dell’acqua libera presente nel prodotto e
cioè caratterizzata da basse quantità di minerali. I quindi sulla creazione di un ambiente inadatto allo
vegetali vanno immersi nell’acqua che deve rimane- sviluppo microbico. Per avere la sicurezza di inibi-
re in forte ebollizione per tutto il tempo dell’ope- re lo sviluppo di Clostridium botulinum occorre
razione; avvenuta la scottatura, si asciugano su un arrivare a valori inferiori a 0,94.
canovaccio e infine si sistemano nei vasi. Quando Le verdure vanno pulite, lavate e asciugate su
nella preparazione si ricorre a un aceto di bassa con- canovacci; in seguito, se il tipo di ortaggio lo richie-
centrazione per non avere prodotti pungenti, allo de (per esempio sedano, sedano rapa, carote, rapa),
scopo di evitare successive alterazioni è indispensa- si taglia in pezzi grossolani oppure si tritura, meglio
bile procedere a un trattamento termico più o se non molto finemente (basilico, prezzemolo).
meno prolungato, in modo da assicurare la distru- Solo i capperi si lasciano intatti.
52 QUADERNO ARSIA 7/2004

La verdura va pesata; poi vi si aggiunge una Entrambi i metodi però non riescono a sanifi-
quantità di sale grosso in proporzione variabile; si care l’alimento perché i germi presenti sul prodot-
rimescola accuratamente, dopodiché si versa nei to finito non si moltiplicano più ma il loro nume-
vasetti comprimendo leggermente. I vasi vanno ro rimane sostanzialmente inalterato rispetto a
chiusi ermeticamente. I capperi e i funghi chiodini quello della materia prima. Se il prodotto inoltre si
si possono sistemare anche a strati alterni con il sale. reidrata (in corso di conservazione per cattiva
tenuta dei materiali da confezionamento) o perché
La conservazione sotto alcol entra a far parte di altri prodotti, i germi presenti
Per evitare che batteri e muffe provochino l’al- riprendono lo sviluppo. Se pertanto non è possibi-
terazione dei frutti è necessario che il grado alcoli- le ridurre ai livelli indicati l’umidità o mantenerla
co del liquido di governo che accompagna i frutti occorre garantire la conservazione di questi pro-
sia superiore a 45°: questo in genere è il grado alco- dotti con la combinazione di più fattori come la
lico della grappa e del brandy che vengono utiliz- riduzione del pH, la refrigerazione, la conservazio-
zati nella preparazione della frutta sotto spirito. ne sottovuoto.
L’alcol infatti esercita un’efficacissima azione anta- Da queste considerazioni appare come sia fon-
gonista nei riguardi dei microrganismi e pertanto damentale l’importanza di partire da una materia
assicura la conservazione. prima con bassi livelli di contaminazione microbi-
Perché ciò avvenga è necessario che il grado ca e il più integra possibile. La preparazione della
alcolico non scenda sotto determinati limiti. Si può verdura destinata all’essiccazione è nel complesso
partire anche dall’alcol buon gusto o alcol puro, un’operazione assai semplice e facile. È importan-
diluendolo opportunamente con acqua zucchera- te innanzitutto che gli ortaggi siano freschi; vanno
ta, per raggiungere una gradazione di circa 45-50°. scartate le parti non commestibili e naturalmente
In pratica si raddoppia, in tal caso, il volume del- gli ortaggi andranno lavati, asciugati, tagliati o
l’alcol puro di partenza. Depositando i frutti in affettati nelle misure più convenienti. Le cipolle, le
alcol a maggiore gradazione, a parte lo spiccato carote, le melanzane, i peperoni, gli zucchini, i
bruciore che si avverte al momento del consumo, funghi vanno preparati a fette o a rondelle, mentre
è facile constatare un raggrinzimento poco grade- conviene tagliare a pezzetti il sedano e i fagiolini.
vole, dal momento che parte del succo del frutto Il prezzemolo e gli spinaci devono essere depiccio-
esce per bilanciare la scarsità di acqua del liquido in lati e i pomodori aperti in due valve, dopo aver
cui è depositato. tolto la zona rugginosa della cicatrice del pedun-
In genere i migliori risultati nella preparazione colo ed eliminati i semi. La frutta è bene sia molto
dei frutti sotto spirito si ottengono con prodotti di matura perché così, oltre a essere più saporita, è
piccole dimensioni che si impregnano rapidamente più zuccherina e riesce a seccare più rapidamente.
di alcol, mentre le specie con esemplari alquanto Le albicocche, le pesche, i kaki devono essere
grossi, come le pesche o le prugne, possono subi- ancora sodi anche se ben maturi, mentre le prugne
re rammollimenti, cambiamenti di colore e addirit- possono essere già tenere. Le albicocche e le pru-
tura fermentazioni prima che l’alcol esplichi la sua gne vanno aperte, divise in due parti mentre le
azione batteriostatica e conservante. Inoltre quan- pere, le mele, le pesche, i kaki è bene vengano
do si mette sotto spirito della frutta poco zucche- affettati in modo da ottenere sezioni di 5-7 mm di
rina si può aggiungere dello zucchero prima di ver- spessore. Fatta eccezione per le albicocche e per le
sare l’alcol diluito con acqua zuccherata o grappa. prugne, conviene sbucciare tutti i frutti e nel caso
specifico delle mele e delle pere, mediante l’appo-
5.2.5 L’essiccazione e la liofilizzazione sito attrezzo, eliminare anche il torsolo.
Questi due metodi, il primo possibile anche a
livello artigianale, il secondo solo a livello indu- Pretrattamenti
striale, si basano sull’abbassamento del valore di Sono pochi gli ortaggi che mantengono inalte-
acqua libera del prodotto a livelli tali da inibire lo rate le loro caratteristiche nel corso dell’essiccazio-
sviluppo microbico. ne senza richiedere alcun trattamento; tra questi
Ricordiamo che i valori di aw che riescono a ini- ricordiamo pomodori, cipolle, prezzemolo, pepe-
bire totalmente lo sviluppo microbico sono al roni. Conviene scottare gli altri ortaggi, perché
disotto di 0,60. La maggior parte dei microrgani- questa operazione assicura la distruzione degli enzi-
smi patogeni e tossigeni sono generalmente molto mi e la conseguente possibilità che si verifichino
sensibili alla disidratazione e non si moltiplicano cambiamenti del colore o modifiche dell’aroma nel
più a umidità relative inferiori a 85-90%. corso della conservazione. La maggior parte degli
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 53

ortaggi richiede una scottatura in acqua in forte sti graticci di plastica sono da preferire a quelli di
ebollizione per un tempo da uno a tre minuti. metallo perché più facili da pulire. I graticci sono
Anche fra i frutti sono pochi quelli che manten- più razionali dei vassoi di metallo, abitualmente
gono inalterate le proprie caratteristiche nel corso usati nei forni, in quanto facilitano il passaggio del-
del processo di essiccazione e della successiva con- l’aria calda e pertanto l’essiccamento risulta più
servazione e perciò non richiedono alcun tratta- rapido e uniforme.
mento: tra questi fichi, kaki, prugne, uva. Gli altri è Effettuato l’essiccamento, che deve essere spin-
meglio scottarli o fumigarli con anidride solforosa o to a fondo per evitare reazioni dovute all’insedia-
trattarli con una soluzione di metabisolfito. mento di muffa durante la conservazione, bisogna
Queste operazioni assicurano la distruzione di procedere al confezionamento. Da 1 kg di ortaggi
enzimi e la conseguente possibilità che si verifichi- si ottiene una quantità di prodotto essiccato molto
no cambiamenti del colore oppure modifiche del- bassa: dai 50 ai 100 g, ma in alcuni casi può essere
l’aroma nel corso della conservazione. anche inferiore.

Essiccamento Essiccatoi
L’essiccamento può essere effettuato all’aperto, Per un processo di essiccamento a livello più
oppure in forni ed essiccatoi. industriale è necessario utilizzare essiccatoi che
garantiscono una perdita di acqua, anche su gran-
Essiccamento all’aperto di masse, in tempi più brevi e condizioni più con-
Si realizza stendendo i prodotti su graticci di trollate rispetto ai metodi precedenti.
legno o telai con reti in plastica, che vanno esposti Nel caso di essiccazione di vegetali i tipi di
al sole. Specialmente quando l’essiccamento è in essiccatoi più utilizzati sono quelli ad armadio, a
fase avanzata i vegetali vanno sistemati ordinata- tunnel o a nastro.
mente su graticci, evitando che i pezzi si sovrap- Anche se i modelli sono diversi, il principio di
pongano. Per evitare che gli insetti vadano a visita- funzionamento è simile e si basa sull’immissione
re i prodotti conviene stendere una garza diretta- sulla massa di prodotto di aria calda e dall’estrazio-
mente sopra il telaio. È opportuno anche provve- ne dei vapori.
dere, nei giorni successivi, a rivoltare i pezzi per
facilitare l’essiccamento. Confezionamento del prodotto
Quando tra il giorno e la notte vi fosse una dif- essiccato o liofilizzato
ferenza di temperatura superiore ai 10°C, o l’umi- La confezione deve essere fatta in modo da evi-
dità fosse elevata, conviene ritirare al coperto i telai tare che il prodotto possa essere infestato da insetti
nelle ore notturne, specialmente dopo alcuni gior- o che possa assorbire l’umidità dell’ambiente. Assai
ni di esposizione al sole, quando il prodotto è già convenienti le scatole di plastica o di metallo, oppu-
parzialmente secco, per evitare che si reidrati. Se il re i sacchetti in laminato, dove alla carta è accoppia-
sole fosse debole converrà deporre sopra il gratic- to l’alluminio o la plastica; questi tipi di sacchetti
cio un telaio per concentrare il calore e accelerare sono impermeabili all’aria e difficilmente attraversa-
il processo di essiccamento. Si tratta di costruire un ti dagli insetti. Inoltre viene meglio preservato l’a-
telaio di legno, delle medesime dimensioni del gra- roma del prodotto. Può essere convenientemente
ticcio, dotato di supporti che lo tengano sopraele- usato anche il sottovuoto. Il tutto va tenuto in un
vato di 20-25 cm. Sul telaio si pone una lastra di luogo fresco e asciutto.
vetro o di plexiglas o un foglio di polietilene.
5.2.6 La fermentazione e la conservazione
Essiccamento in forno in agrodolce
Quando il clima non è favorevole per assicurare il Sono entrambi metodi lunghi e abbastanza
completo essiccamento del prodotto già parzialmen- laboriosi che si applicano, almeno nel nostro paese,
te disidratato al calore del sole, potrà essere utilizza- a pochi ortaggi. Tuttavia il prodotto “trasformato”
to il forno di cucina per completare l’operazione. che si ottiene alla fine, se ben curato nei procedi-
Bisogna però tenere bassissima la temperatura del menti, si presenta gustoso e di buona qualità. Sia la
forno, altrimenti i prodotti cuociono o induriscono; fermentazione che l’agrodolce richiedono, alla fine
la temperatura dovrà oscillare tra i 35 e i 40°C. del procedimento, la sterilizzazione per ottenere
Nel forno vanno posti dei graticci preparati con adeguate garanzie igieniche altrimenti si ottiene
un telaio di metallo e legno dove è fissato un tes- una “semiconserva” che ha una durabilità inferiore
suto di plastica a fitta trama, tipo zanzariera. Que- e deve essere conservata a temperatura controllata.
54 QUADERNO ARSIA 7/2004

Fermentazione li, che vengono in precedenza preparati in sottili


Il sale o la salamoia concentrata arrestano lo striscioline, risultano sodi e croccanti, di colore
sviluppo dei microrganismi presenti nei vegetali; bianco e cremoso; il prodotto finito prende il
quando invece la concentrazione salina è modesta, nome tradizionale di crauti.
inferiore al 15%, viene favorita la crescita di speci-
fici microrganismi, i batteri lattici, che producono Pronto consumo
l’acido lattico (fermentazione lattica). In seguito Il tipo da pronto consumo è così detto perché
alla fermentazione, che si protrae per diverse setti- va utilizzato entro pochi giorni dalla preparazione;
mane, vengono modificate sia la consistenza, sia le si tratta quindi di una semiconserva da trattare con
caratteristiche organolettiche del prodotto. Inoltre adeguato riguardo (conservazione in frigorifero).
la nuova acidità creata dall’azione dei batteri latti- Gli ortaggi affettati o preparati a piccoli cubetti
ci rende impossibile la crescita di altri microrgani- vengono immersi in acqua salata per una notte, poi
smi responsabili della putrefazione o di altre alte- scottati in aceto bollente aromatizzato con spezie,
razioni del gusto. La fermentazione è un metodo messi nei vasi, coperti con sciroppo, dopodiché
utilizzato solo per pochissimi ortaggi: in Italia sono pronti per il consumo: rimangono caratteriz-
solo per i cavoli nella produzione dei crauti. zati da una relativa croccantezza e consistenza.

Agrodolce Contorno
Basandosi sulle tecniche di preparazione e sugli Il tipo contorno prevede la preparazione di
ingredienti utilizzati vengono individuati tre tipi di ortaggi a pezzetti e la cottura fino a raggiungere la
prodotti in agrodolce: l’ortaggio sottaceto fermen- consistenza desiderata, dopodiché vengono prepa-
tato, il tipo di pronto consumo e il tipo contorno. rati in agrodolce, a seconda del tipo di ortaggio, e
utilizzati quindi come contorno. La conservazione
Sottaceto fermentato è di pochissimi giorni e da effettuare in frigorifero.
Nel tipo sottaceto fermentato si impiegano i Qualora durante il periodo che intercorre tra la
cetriolini e i cavoli. La preparazione richiede tre preparazione e il consumo si evidenziassero muffe,
settimane. I cetrioli, al termine della trasformazio- opalescenze, bollicine di gas o cambiamenti di
ne diventano gialli, di consistenza relativa. I cavo- colore, è opportuno non consumare il prodotto.
6. Impianti e macchinari

6.1 Impianti per la concentrazione Può lavorare sotto vuoto ed è quindi collegato con
degli alimenti un apposito apparato per creare la depressione.
Nella parte inferiore della bolla vi è una doppia
6.1.1 Evaporatori camicia per il vapore di riscaldamento. L’agitatore
Un evaporatore è essenzialmente uno scambiato- provvede a evitare surriscaldamenti localizzati.
re di calore nel quale un liquido viene portato all’e- Complessivamente l’efficienza termica è piuttosto
bollizione, in modo che parte di esso si trasformi in modesta anche per i bassi coefficienti globali di tra-
vapore. L’evaporazione presenta una gamma di tec- smissione. Per l’elevata versatilità e semplicità d’im-
nologie di processo molto ricca, adatta al vasto piego il concentratore a bolla viene impiegato nelle
campo dei prodotti da concentrare. piccole aziende (per esempio, per produrre con-
La soluzione da concentrare può essere riscal- centrato di pomodoro, marmellata, confetture).
data con vari mezzi:
• mediante vapore proveniente da apposita caldaia; Evaporatori a tubi
• mediante resistenze elettriche; Gli evaporatori a fascio tubiero sono molto
• mediante gas caldi provenienti da una combu- diversificati. Il fascio tubiero può essere disposto
stione; orizzontalmente o verticalmente. Il vapore può
• utilizzando fluidi che devono essere raffreddati; circolare internamente o esternamente. Gli appa-
• sfruttando il calore prodotto da alcune reazioni recchi a circolazione interna sono adatti per i liqui-
esotermiche che avvengono durante il ciclo di che non danno luogo a incrostazioni e depositi
produttivo. Il sistema più diffuso è quello che sul fascio tubiero.
sfrutta il vapore acqueo.
Di seguito alcuni esempi della vasta gamma di Evaporatori a tubi orizzontali
apparecchiature a disposizione per realizzare ope- L’evaporazione avviene all’interno dei tubi, il
razioni di concentrazione del prodotto. vapore prodotto trascina il liquido verso l’alto e la
circolazione naturale del prodotto concentrato
avviene per mezzo di un canale discendente cen-
Evaporatori discontinui trale di grande diametro. Questo tipo di evapora-
tore è utilizzato particolarmente nell’industria sac-
Concentratore a capsula carifera, è poco costoso e ha pochi problemi di
II concentratore a capsula è un apparecchio funzionamento, ma è caratterizzato da una limita-
aperto all’atmosfera ed è il tipo più semplice. Il ta efficienza di scambio termico.
riscaldamento si effettua facendo circolare vapore
nell’apposita camicia. La capsula è costituita da Evaporatori verticali
ghisa o ferro smaltato. In questi apparecchi lo scambiatore a fascio
tubiero è disposto verticalmente. In questo caso il
Concentratore a bolla vapore condensa sulla superficie esterna dei tubi,
Il concentratore a bolla è un concentratore mentre all’interno di questi circola il liquido da con-
discontinuo impiegato per limitate produzioni. centrare. L’evaporazione favorisce un moto ascen-
56 QUADERNO ARSIA 7/2004

Vapore prodotto

Vapore
di riscaldamento

Livello liquido

Condensa
Concentrato Alimentato

Fig. 5 - Evaporatore a tubi lunghi a film ascendente (fonte: PERI C., ZANONI B., Manuale di tecnologie alimentari. Parte
III - Macchine e impianti)

sionale del fluido attraverso il fascio tubiero, men- 6.1.2 Sistemi di crio-concentrazione
tre nel condotto centrale il moto è discendente. In molti sistemi di crio-concentrazione la sezio-
Adatto per soluzioni che producono incrosta- ne di cristallizzazione è costituita da uno scambia-
zioni, l’apparecchio presenta nella parte centrale tore di calore a superficie raschiata. Su questa
del fascio tubiero un grosso condotto per la circo- zona, detta anche zona di nucleazione, il ghiaccio
lazione della miscela da concentrare. si forma alle pareti e pertanto deve essere “raschia-
to” con opportuni sistemi meccanici. Al centro
Evaporatore Kestner o a “pellicola ascendente” della massa i cristalli possono accrescersi, ma in
La soluzione entra dal basso e circola nell’appa- genere si preferisce che l’accrescimento dei cristal-
recchio (circolazione naturale a “termosifone”) li di ghiaccio avvenga in una zona diversa (cristal-
fino a raggiungere la concentrazione voluta. Per lizzatore). I tempi di permanenza nello scambiato-
effetto del battente idrostatico nella parte inferiore re sono quindi molto brevi, in modo da favorire la
dei tubi non avviene ebollizione del liquido, che nucleazione e inibire l’accrescimento.
invece inizia a svilupparsi nella regione centrale Poiché il campo di temperature impiegate nella
anche per il maggior riscaldamento cui è stata sot- crio-concentrazione oscilla tra -3°C e -7°C, le alte-
toposta la soluzione. Nella zona superiore il vapo- razioni dovute ai danneggiamenti termici dei com-
re generato dalla ebollizione occupa la parte cen- ponenti termosensibili sono in questo caso comple-
trale del tubo, mentre il liquido viene proiettato tamente assenti. Modeste perdite di soluto possono
contro la parete ove forma una pellicola sottile. verificarsi per inglobamento nei cristalli di ghiaccio.
Questo evaporatore è detto per questo a “pellico- Se nel corso del congelamento non si verificano
la ascendente”. surraffreddamenti locali, i cristalli di ghiaccio risul-
tano di elevata purezza e le perdite di soluti posso-
Evaporatore a “pellicola discendente” no essere anche dell’ordine dell’1%, mentre i solidi
Contrariamente all’apparecchio a pellicola nella soluzione concentrata possono raggiungere
ascendente, nei tubi di questo evaporatore non si livelli del 40-50%. Raggiunta la concentrazione
formano colonne di liquido e quindi non si hanno desiderata la sospensione passa dal cristallizzatore al
gli effetti dovuti al battente idrostatico. L’alimen- sistema di separazione dei cristalli di ghiaccio dalla
tazione della soluzione avviene dall’alto, mentre i soluzione concentrata. Questa fase può essere rea-
prodotti della concentrazione (vapore e concentra- lizzata mediante l’impiego di presse, di separatori
to) escono dal basso. centrifughi, di colonne di lavaggio, oppure utiliz-
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 57

Aria compressa Sfiato

Troppo
pieno

Regolatore
automatico

Vapore

Acqua
di raffreddamento Scarico

Fig. 6 - Autoclave discontinua (fonte: PERI C., ZANONI B., Manuale di tecnologie alimentari. Parte III - Macchine
e impianti)

zando sistemi che sfruttino una opportuna combi- dell’aria, mentre lo scarico dell’acqua viene ovvia-
nazione delle tecnologie suddette. mente mantenuto chiuso. Il vapore immesso nel-
Oggi il sistema più diffuso è l’impiego di filtri l’autoclave favorisce la fuoriuscita dell’aria presen-
centrifughi, sebbene le perdite siano anche in que- te. Anche se è molto difficile valutare il momento
sto caso piuttosto elevate (anche più del 10%). Il in cui tutta l’aria è stata allontanata, l’esperienza
ghiaccio, dopo la centrifugazione, può essere lava- unita all’osservazione dei dati di temperatura e
to con acqua ottenuta da cristalli fusi ma, se da un pressione permette di giudicare il momento più
lato questa operazione riduce le perdite, dall’altro opportuno per chiudere il rubinetto per lo scarico
è inevitabile una diluizione del concentrato. dell’acqua. L’eliminazione dell’aria dall’autoclave si
rende necessaria in quanto un miscuglio aria-vapore
produce all’interno una distribuzione irregolare della
6.2 Sterilizzatori temperatura e inoltre la presenza dell’aria è un osta-
colo alla trasmissione del calore.
Gli sterilizzatori utilizzati nell’industria alimen- La durata del trattamento termico, misurata dal
tare si distinguono in discontinui (autoclavi) e momento in cui la temperatura e la pressione
continui. hanno raggiunto valori corrispondenti, varia a
seconda del tipo di prodotto. La velocità con cui si
6.2.1 Apparecchi discontinui (autoclavi) raggiungono le condizioni operative dipende dalla
Le scatole, sistemate in apposite ceste realizza- natura dei contenitori in quanto un aumento trop-
te in filo di ferro o in lamiera forata, vengono tra- po rapido di pressione, non bilanciato da un ana-
sportate con mezzi meccanici all’interno dell’auto- logo aumento della pressione interna alle scatole,
clave. Una volta chiuso il portello superiore, prima potrebbe provocare una deformazione degli invo-
di immettere il vapore nell’autoclave vengono lucri. Per i prodotti confezionati sottovuoto que-
aperte le valvole di scarico dei gas incondensabili e sto problema è evidentemente più grave.
58 QUADERNO ARSIA 7/2004

cuscino d’acqua
il vapore vapore
sostituisce
carico il cuscino acqua calda
carico completato d’acqua sterilizzazione scarico acqua fredda

serbatoio
di trasferimento scarico
dei contenitori

nastro trasportatore
di raffreddamento

Fig. 7 - Sistemi di autoclavi a funzionamento automatico senza panieri (fonte: PERI C., ZANONI B., Manuale
di tecnologie alimentari. Parte III - Macchine e impianti)

Terminato il periodo di sterilizzazione l’immis- diretto, che opera per batch successivi in una cate-
sione di vapore viene arrestata; lentamente viene na continua.
aperta la valvola dello scarico dell’aria e, quando la L’inconveniente principale dell’autoclave classi-
pressione interna si è abbassata fino a eguagliare ca è che i contenitori rimangono fermi durante il
quella esterna, viene aperto il portello superiore. Le processo e l’andamento dello scambio termico è
scatole, sia all’interno dell’autoclave che all’esterno, molto lento. Per ovviare a questa limitazione, tutte
vengono raffreddate con acqua fino a una tempera- le più moderne autoclavi sono dotate di meccani-
tura di 35-40°C. Solo allora sono pronte per essere smi che consentono l’agitazione dei contenitori.
inviate ai reparti di etichettatura e imballaggio.
Il successo dell’autoclave nella tecnologia di 6.2.2 Apparecchi continui
sterilizzazione da oltre cento anni è dovuto a Particolari dispositivi permettono di ruotare le
molte ragioni che si possono così enumerare: scatole intorno al proprio asse, il che permette una
1) basso costo d’investimento che rende l’autocla- migliore e più omogenea trasmissione del calore
ve insostituibile nelle installazioni di piccola all’interno della confezione. Di conseguenza si ha
capacità; una riduzione dei tempi di sterilizzazione e in
2) possibilità di trattare i prodotti più diversi e di generale un miglioramento delle qualità organolet-
realizzare, insieme alla sterilizzazione, la cottura; tiche e nutrizionali del prodotto.
3) possibilità di operare sia con recipienti in vetro La rotazione influenza positivamente la tra-
che in banda stagnata e con le più diverse smissione del calore, in quanto all’interno delle
dimensioni e forme del contenitore; scatole si ha un rimescolamento del contenuto.
4) possibilità di variare a volontà il ciclo termico; Nel caso di prodotti liquidi o aventi una frazione
5) facilità di manutenzione e conduzione anche liquida, si creano correnti che facilitano una più
con personale non specializzato. uniforme distribuzione della temperatura. Anche il
Per semplificare il sistema di carico delle scato- film fluido che si forma all’interno e all’esterno
le e automatizzarlo è stato anche messo a punto un delle pareti del contenitore, in seguito alla rotazio-
sistema di autoclavi senza paniere, a caricamento ne, subisce una sensibile riduzione dello spessore.
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 59

Fig. 8 - Schema funzionale dello sterilizzatore hydrolock (fonte: PERI C., ZANONI B., Manuale di tecnologie alimentari.
Parte III - Macchine e impianti)

La velocità di rotazione delle scatole deve esse- L’hydroflow è uno sterilizzatore continuo carat-
re scelta a seconda della natura del prodotto: il terizzato dal fatto che i contenitori sono trasporta-
massimo di turbolenza interna si produce quando ti e mantenuti in agitazione da una corrente d’ac-
la forza centrifuga eguaglia la forza peso del con- qua in un tubo di forma appropriata. L’acqua che
tenuto. In questo caso lo spazio di testa libero va a nelle diverse sezioni dell’apparecchio è portata a
occupare il centro delle scatole. Una velocità ecces- diverse temperature per iniezione di vapore, costi-
siva, o una troppo lenta, farebbero sì che lo spazio tuisce anche il mezzo di riscaldamento. Possono
di testa andrebbe a occupare rispettivamente la essere variate sia la temperatura e la portata del-
posizione in basso o in alto della scatola. l’acqua, sia la lunghezza del percorso mediante
opportuni by-pass, variando di conseguenza il rap-
Altri tipi di sterilizzatori continui porto tempo-temperatura a seconda della necessità
Negli ultimi anni sono comparsi diversi tipi di del processo e delle caratteristiche del prodotto.
sterilizzatori continui, nei quali la rotazione assiale Gli sterilizzatori idrostatici realizzati inizial-
delle scatole è ottenuta per rotolamento su nastri e mente per la sterilizzazione del latte in bottiglia,
condotte che, attraverso un percorso tortuoso, si sono oggi largamente diffusi per ogni tipo di con-
portano in sezioni a diversa temperatura per la ste- serva e di contenitore.
rilizzazione e il raffreddamento.
L’hydrolock è una macchina a sviluppo orizzon- Sterilizzatori a fiamma
tale; questo tipo di sterilizzatore è largamente utiliz- Negli sterilizzatori a fiamma i contenitori sono
zato per la sterilizzazione di prodotti confezionati in sterilizzati per passaggio su bruciatori a gas.
busta flessibile retort pouch; in questo caso è indi- Durante il passaggio i contenitori rotolano rapida-
spensabile che la pressione all’esterno del contenito- mente provocando un’efficace agitazione del pro-
re sia sempre un po’ più alta di quella interna e ciò dotto. Durante il trascinamento attraverso le varie
si ottiene utilizzando per il riscaldamento non sezioni i contenitori vengono mantenuti in oscilla-
vapore condensante ma una miscela di aria e vapore zione dal moto di va e vieni della barra di suppor-
(circa 80% in peso di vapore). to e ciò contribuisce a migliorare il trasporto di
60 QUADERNO ARSIA 7/2004

vapore
zona di preriscaldamento

ingresso zona di raffreddamento


contenitori

uscita
contenitori

Fig. 9 - Sterilizzatore idrostatico; i punti rappresentano Fig. 10 - Schema di confezionatrice asettica


i contenitori (fonte: PERI C., ZANONI B., Manuale di tec- per Tetrapack (fonte: PERI C., ZANONI B., Manuale di tec-
nologie alimentari. Parte III - Macchine e impianti) nologie alimentari. Parte III - Macchine e impianti)

calore e a rendere omogenee le temperature inter- to asettico ha costituito un vero salto di qualità
ne. Le temperature di sterilizzazione sono limitate delle tecnologie di sterilizzazione. È divenuto pos-
soltanto dalla tenuta dei coperchi del contenitore sibile attuare con notevole rigore il concetto del-
alla pressione interna che non è più bilanciata, l’HTST, con un netto miglioramento delle qualità
come nelle autoclavi a vapore, dalla pressione ester- sensoriali e nutritive dei prodotti. Per quanto con-
na. Occorre in ogni caso operare con spazi vuoti cerne il trasporto di calore, la sterilizzazione dei
relativamente importanti nel contenitore e, per i prodotti sfusi può essere attuata in due modi:
formati di maggiori dimensioni, con scatole e fon- • con apparecchi a scambio indiretto a piastre,
delli rinforzati. Un’importante variante del proces- tubolari e, per i prodotti più viscosi, con
so consiste nell’eliminare l’aria dal contenitore “votator”;
prima dell’aggraffatura per riscaldamento a 100°C; • con apparecchi a iniezione diretta di vapore. In
il vapore che si produce elimina completamente l’a- questo caso il raffreddamento è attuato con
ria sicché, dopo l’aggraffatura e nel normale ciclo di un’evaporazione flash.
sterilizzazione, non si generano pressioni eccessive. È evidente che questi metodi di sterilizzazione
Dalla sosta si passa alla zona di raffreddamento con possono essere applicati soltanto a prodotti fluidi e
nebulizzatori ad acqua, nella quale la temperatura questa ne è la principale limitazione. L’esempio più
scende fino a circa 40°C. Maggiore resistenza al tra- classico di queste tecniche è quello della sterilizza-
sporto di calore è rappresentata dalla conduzione zione del latte, che consiste in un trattamento di
all’interno del prodotto. pochi secondi a 140-145°C e nel successivo confe-
Il vantaggio principale di questi sterilizzatori è zionamento asettico.
di consentire trattamenti molto brevi che realizza-
no il concetto dell’HTST; ciò permette un’ottima
conservazione dei caratteri sensoriali e la minimiz- 6.3 Pastorizzatori
zazione degli effetti di imbrunimento.
6.3.1 Pastorizzatori continui
6.2.3 Sterilizzatori per prodotti sfusi per prodotti condizionati
La sterilizzazione di prodotti sfusi in scambia- Per i trattamenti termici a più bassa temperatu-
tori di calore continui seguita dal confezionamen- ra e a pressione atmosferica (pastorizzazione), ven-
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 61

1° 2°
carico preriscaldam. preriscaldamento pastorizzazione preraffredd. raffreddamento scarico

serbatoio pre- serbatoio 2° serbatoio pre- serbatoio


raffreddamento preriscaldamento serbatoio pastorizzazione riscaldamento raffreddamento

Fig. 11 - Pastorizzatore continuo a tunnel per prodotti in bottiglia (fonte: PERI C., ZANONI B., Manuale di tecnologie
alimentari. Parte III - Macchine e impianti)

gono utilizzati apparecchi continui a tunnel, nei interesse stanno attualmente suscitando le tecniche
quali i contenitori, generalmente bottiglie, vengo- di concentrazione a freddo quali la crioconcentra-
no trasportati da un nastro e investiti da una piog- zione e i processi per membrana.
gia d’acqua a opportuna temperatura. Per gli alimenti che si presentano sotto forma di
particelle più o meno grandi disperse in un mezzo
6.3.2 Pastorizzatori per prodotto sfusi acquoso, l’essiccamento viene preceduto da opera-
La pastorizzazione continua dei prodotti liqui- zioni di separazione meccanica quali filtrazione,
di sfusi avviene con sistemi del tutto analoghi a sedimentazione, centrifugazione.
quelli descritti per la sterilizzazione. I prodotti L’essiccamento di un prodotto umido presup-
vengono riscaldati in scambiatori a scambio indi- pone due operazioni fondamentali:
retto, a piastre o tubolari o “votator”, e successi- • somministrazione di calore;
vamente confezionati con sistemi di confeziona- • rimozione del vapore generato.
mento asettico. Il calore può essere fornito al materiale facendo
lambire la superficie della sostanza umida da una
corrente d’aria calda; in questo caso è la stessa aria
6.4 Essiccatori che provvede a rimuovere il vapor d’acqua che sì
libera dal prodotto. L’evaporazione dell’acqua pre-
Di norma l’essiccamento viene preceduto da sente nel solido viene condotta normalmente a una
operazioni di preconcentrazione, in modo da temperatura inferiore al punto di ebollizione del-
ridurre il contenuto in acqua, per unità di sostanza l’acqua, specialmente se il prodotto può subire
secca, che deve essere allontanata. Motivazioni alterazioni.
principalmente di carattere economico suggerisco- Le principali grandezze che regolano l’opera-
no, infatti, di ricorrere all’essiccamento solo dopo zione sono;
che una larga porzione dell’acqua libera presente • superficie lambita, che deve essere la più eleva-
nel materiale sia stata rimossa con altri sistemi. ta possibile;
Nel caso di prodotti liquidi come latte, caffé, • temperatura dell’aria: con l’aumentare della tem-
succhi di frutta ecc., la preconcentrazione viene peratura aumenta la quantità di calore fornita dal
effettuata mediante evaporazione. Un particolare prodotto e quindi la velocità di essiccamento;
62 QUADERNO ARSIA 7/2004

scarico aria prodotto alimentazione

ingresso aria

ingresso aria

ingresso aria

prodotto essiccato

Fig. 12 - Essiccatore a nastri sovrapposti, ad alimentazione tangente d’aria (fonte: PERI C., ZANONI B., Manuale
di tecnologie alimentari. Parte III - Macchine e impianti)

• velocità dell’aria: con l’aumentare della velocità 6.4.2 Essiccatore a tunnel


aumenta lo scambio termico e l’evaporazione; In questi essiccatori una serie di carrelli si
• pressione di esercizio: operando a bassa pressio- muove in modo continuo all’interno di un tunnel
ne aumenta l’evaporazione; nel quale circola aria calda. Materiale e aria posso-
• umidità dell’aria: deve essere chiaramente infe- no muoversi in controcorrente o in equicorrente
riore a quella del solido. oppure l’aria può essere inviata in direzione orto-
Il controllo dell’umidità dell’aria in entrata e in gonale alla direzione del movimento dei carrelli.
uscita permette di eseguire il processo e di evitare L’apparecchio risulta quindi particolarmente versa-
possibili sprechi o addirittura gravi danni nel prodot- tile e trova largo impiego nell’industria alimentare,
to, come conseguenza di un riscaldamento eccessivo. proprio nel settore dei prodotti vegetali.
In altri apparecchi il calore viene fornito per
mezzo di una parete di scambio. In questi casi l’ap- 6.4.3 Essiccatore a schiuma
parato deve essere provvisto di un sistema per la Sistema relativamente recente, l’essiccamento a
rimozione del vapore. Esistono numerosissimi tipi schiuma permette di ottenere polveri ben disidra-
di essiccatori che vengono classificati in base ai più tate e ad alto grado di reidratabilità anche nel caso
diversi criteri riguardanti i materiali essiccati, i modi di prodotti ad alto tenore zuccherino quali i suc-
di funzionamento degli impianti, le loro caratteri- chi di frutta. L’apparecchio consiste in una serie di
stiche meccaniche ecc. Di seguito verranno somma- unità disposte in tunnel. Il materiale, addizionato
riamente descritti alcuni esempi di essiccatori. di emulsionanti, viene disposto – sotto forma di
schiuma – su un nastro trasportatore forato. Un
64.1 Essiccatore discontinuo ad armadio leggero flusso d’aria, attraversando il nastro pro-
È il tipo più semplice. Consiste in una camera a voca la “craterizzazione” della schiuma. Nel tun-
pareti adiabatiche, nell’interno delle quali sono nel il materiale, investito da correnti d’aria pro-
disposte varie intelaiature in grado di accogliere gli dotte da ventilatori, attraversa zone a temperature
appositi vassoi contenenti il materiale da essiccare. decrescenti, fino a uscire completamente disidrata-
I vassoi sono a larga superficie e piccolo spessore. to. Al terminale il prodotto viene scaricato sotto
L’aria circola mediante un ventilatore e appositi forma di scaglie. Le scaglie possono essere ulte-
scambiatori provvedono al suo riscaldamento. I riormente ridotte per macinazione o compressio-
vassoi possono essere forati, così da permettere il ne tra rulli.
passaggio dell’aria.
L A P R O D U Z I O N E D E L L E C O N S E RV E V E G E TA L I 63

atomizzazione
prodotto

aria recupero del


prodotto e
scarico dell’aria
essiccam.

ciclone scrubber

prodotto

Fig. 13 - Essiccatore spray a ciclo aperto (fonte: PERI C., ZANONI B., Manuale di tecnologie alimentari. Parte III -
Macchine e impianti)

6.4.4 Spray-Drying tutto ai fenomeni di saturazione nell’intorno del


Questo apparecchio fa parte di un secondo granello, per concentrazione. La caratteristica mer-
gruppo avente in comune una caratteristica: il ceologica più importante di un prodotto in polve-
materiale, ridotto in gocce o granuli, viene essic- re è la sua reidratabilità, cioè la rapidità e comple-
cato per contatto con una corrente di fluido tezza con cui può essere disciolto in acqua. Si è
riscaldato. Le particelle, cioè, sono disidratate osservato innanzitutto che le polveri più fini si rei-
mentre si trovano “sospese” nella corrente del dratano con maggior fatica di quelle grosse e quel-
fluido essiccante. le più leggere più difficilmente di quelle a maggio-
II sistema spray, detto anche atomizzazione, è re densità. Per questo motivo i fini che si ottengo-
forse il più diffuso nell’essiccamento industriale dei no nell’essiccamento spray non sono riuniti al resto
prodotti liquidi. Anche nell’industria alimentare delle polveri ma vengono riciclati per favorirne
l’atomizzazione riveste un ruolo di primaria l’agglomerazione con le polveri che si vanno for-
importanza. Fra i prodotti ottenuti con il sistema mando nell’essiccatore. Ciò avviene generalmente
spray si possono ricordare il latte, i latti artificiali a livello dell’atomizzatore.
(latte magro addizionato di grassi animali), siero di Le polveri “instant” consistono pertanto in
latte, ma anche succhi di frutta ecc. agglomerati che hanno qualche millimetro di dia-
L’apparecchio atomizzatore permette di realiz- metro; questi si reidratano facilmente poiché assor-
zare cicli di essiccamento continui, impiegando le bono avidamente, per capillarità, l’acqua nel loro
condizioni operative più idonee. La sua versatilità interno e una grande superficie viene così bagnata.
in questo senso è infatti molto elevata. Si evita così il fenomeno di formazione di grumi che
Le caratteristiche del prodotto essiccato per si verifica per aggregazione superficiale quando una
atomizzazione sono quelle di un materiale il cui polvere costituita da tante piccole particelle singole
contenuto in acqua (con un massimo iniziale di viene messa in acqua.
circa il 50%) è stato ridotto gradualmente e per
effetto evaporativo: in queste condizioni i soluti
sono migrati verso la superficie con l’acqua e rima- 6.5 Impianti di refrigerazione
nendo su di essa, hanno formato una crosta super-
ficiale. Questa zona ricca di soluti in superficie crea Vi possono essere varie tipologie a disposizio-
problemi di dissoluzione in condizioni poco dina- ne, più o meno efficienti e funzionali.
miche quali quelle di una sospensione statica della La cella frigorifera è ovviamente l’impianto più
polvere in mezzo liquido, problemi dovuti soprat- classico di refrigerazione, di cui possiamo trovare in
64 QUADERNO ARSIA 7/2004

commercio varie tipologie e dimensioni. Questo 6.6 Impianti di congelamento


impianto è pertanto flessibile alle esigenze dell’in- e surgelazione
dustria, di semplice funzionamento e manutenzio-
ne. Lo svantaggio è dovuto al fatto che il raffredda- Gli impianti di congelamento possono essere ad
mento è molto lento, quindi il sistema è più adatto aria ferma oppure a piastre, dove l’alimento passa
allo stoccaggio del prodotto già refrigerato. Per raf- attraverso due piastre refrigeranti. La corrente d’a-
freddare più rapidamente l’alimento vengono usati ria può anche essere forzata, in questo caso di parla
i refrigeranti ad aria forzata costituiti da tunnel, nei di air blast e vengono utilizzati per prodotti confe-
quali passano nastri trasportatori su cui è posato l’a- zionati (air blast carton per i gelati) o sfusi (per
limento, in cui è immessa aria fredda a velocità ele- esempio, pizze). Tale tecnologia è utilizzata anche
vata. In questo modo viene accelerato soprattutto il per la surgelazione.
raffreddamento superficiale del prodotto. Gli impianti di surgelazione IQF (Individual
Un’altra soluzione è data dagli idrorefrigerato- Queek Freezer) sono fra i più moderni ed efficien-
ri, impianti nei quali il prodotto è spruzzato o ti. Consistono in grossi tunnel ruotanti in cui pic-
immerso in vasche di acqua fredda e dove la tra- coli pezzi di prodotto sono lambiti da aria fredda
smissione del freddo anche all’interno del prodot- (-30/40°C) immessa ad alta velocità. La surgela-
to è velocizzata. In alternativa si può effettuare la zione avviene rapidamente e permette di mantene-
refrigerazione in regime di sottovuoto, in tal caso re separati i singoli pezzetti (per esempio, piatti
l’assenza di aria provoca un fenomeno superficiale pronti).
di evaporazione flash che determina una maggiore Infine la tecnica criogenica in cui viene utilizza-
velocità di raffreddamento ma, nello stesso tempo, ta l’immersione in azoto liquido (-200°C) o ani-
una piccola disidratazione del prodotto e un certo dride carbonica (-70°C) per ottenere una surgela-
calo di peso. zione velocissima.
7. Alterazioni e difetti delle conserve vegetali

Nelle conserve acide e non acide possono svilup- Appare fondamentale l’importanza di impedire
parsi varie specie microbiche, anche se i maggiori assolutamente l’ingresso di ossigeno nelle confezio-
responsabili delle alterazioni sono i batteri sporige- ni che potrebbe permettere lo sviluppo di muffe,
ni. Questi infatti, grazie alle loro forme di resisten- l’innalzamento dell’acidità e la possibilità di sviluppo
za, le spore, possono sopravvivere ai trattamenti ter- di tossina botulinica anche nelle conserve natural-
mici di sterilizzazione commerciale e, con il passare mente acide sottoposte a semplice pastorizzazione.
del tempo, provocare alterazioni al prodotto finito. Uno dei fenomeni alterativi a cui possono
Tra i germi alteranti più frequenti vi sono dei andare incontro le conserve vegetali sottolio è l’ir-
bacilli (Bacillus coagulans e polymyxa) e clostridi rancidimento degli acidi grassi insaturi che com-
(Clostridium thermosaccharolyticum, pasteurianum pongono l’olio, con alterazione del gusto e dell’o-
e butyricum) responsabili della fermentazione dore del prodotto finito. Anche questo fenomeno
butirrica. Questi germi riescono a svilupparsi in è provocato dalla presenza di aria nella confezione.
condizione di assenza di ossigeno (tipica delle con- Nelle conserve vegetali sottoposte a trattamen-
serve) e a valori di acidità bassi e medi. Il difetto ti termici particolarmente intensi e non controllati
alterativo è dato dalla produzione di gas che ten- possono avere luogo le seguenti alterazioni che
dono a far gonfiare il contenitore (bombaggio), determinano una riduzione del potere nutritivo e
alla comparsa di cattivi odori e talvolta anche da la modifica delle caratteristiche organolettiche del
alterazioni della consistenza del prodotto. prodotto finale:
In altri casi si ha come effetto solo l’inacidimento • perdita di vitamine ed enzimi;
del prodotto (flat sour) senza la comparsa del bom- • degradazione delle proteine;
baggio; in questo caso i maggiori responsabili sono • reazioni di imbrunimento non enzimatico (rea-
batteri sporigeni termofili che possono sopravvivere zioni di Maillard) che provocano la produzione
alle temperature in cui la spora del Clostridium botu- di composti chimici di colore bruno a carico di
linum viene normalmente distrutta (Bacillus stea- zuccheri e proteine, rendendo pertanto il pro-
rothermophilus e thermoacidurans). dotto di colore scuro e riducendone il valore
Un altro difetto è l’annerimento del prodotto nutritivo.
provocato dalla reazione con il ferro del conteni- Appare pertanto fondamentale trovare sempre
tore con un prodotto a base di zolfo prodotto dal il giusto equilibrio fra l’energia del trattamento
germe alterante Desulfotomaculum nigrificans. termico e il mantenimento delle caratteristiche
Un’altra alterazione a cui possono andare incon- organolettiche del prodotto finito.
tro polpa, succhi di pomodoro e frutta è una deaci- Le semiconserve (non acide), per loro natura,
dificazione provocata da muffe (in presenza di ossi- non sono ottenute con trattamenti sterilizzanti, per
geno) e lieviti o batteri (in assenza di ossigeno) che cui lo sviluppo dei microrganismi sopravvissuti deve
utilizzano gli acidi organici presenti nel prodotto e essere controllato mediante altri fattori, in partico-
determinano l’innalzamento del pH in prodotti nor- lare la temperatura di conservazione a livello di
malmente acidi. Questo può essere molto pericolo- refrigerazione o surgelazione e l’uso di additivi con
so quando viene usato il fattore pH come solo ele- proprietà batteriostatiche. La loro conservazione è
mento di controllo del Clostridium botulinum. comunque limitata nel tempo.
Bibliografia

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manuali di vita in campagna, Edizioni L’Informato- TIECCO G. (2001) – Igiene e tecnologia alimentare, Cal-
re Agrario. derini Edagricole.
ARSIA, la comunicazione istituzionale
al servizio dell’agricoltura

L’attività editoriale
L’ARSIA svolge la propria attività editoriale attraverso una all’esterno, con l’intento di fornire attraverso la stampa (o
specifica linea, articolata in varie collane (monografie, qua- utilizzando gli strumenti telematici) il materiale tecnico per
derni tecnici, atti di convegni e seminari, manuali tecnici) e la divulgazione e l’aggiornamento.
provvede direttamente alla loro diffusione. L’Agenzia L’elenco aggiornato di tutte le pubblicazioni edite dal-
regionale, infatti, pubblica i risultati di studi, ricerche e spe- l’ARSIA è consultabile in internet all’indirizzo:
rimentazioni, realizzati dai propri tecnici o commissionati www.arsia.toscana.it/vstore

Collana Quaderni ARSIA

1/97. Supporti conoscitivi per l’attività di consulenza gestionale alle imprese agricole
a cura di G. Franchini, G. Lorenzini
2/97. Progetto di meccanizzazione di vigneti su pendici terrazzate a forte declività
a cura di M. Vieri, M. Giovannetti, P.P. Lorieri, S. Tarducci, M. Zoli, M. Beltrami
3/97. Indagine sugli aspetti ecologici ed economici dei vaccinieti nell’Appennino Tosco-emiliano
a cura di I. Ronchieri, T. Mazzei
4/97. L’analisi del processo decisionale in agricoltura secondo il modello EPAAV nell’applicazione
a un caso concreto. I. Malevolti
5/97. Vitigni extraregionali: osservazioni comparative sul comportamento agronomico e tecnologico
di 17 cultivar a uva bianca in ambiente collinare toscano. G. Di Collalto, S. Mancuso, R. Bandinelli
6/97. Alcuni vitigni regionali minori tradizionalmente coltivati in Toscana: principali caratteristiche descrittive
G. Di Collalto, R. Bandinelli
7/97. Osservazioni comparative su alcune forme di allevamento della vite in Toscana
G. Di Collalto, R. Bandinelli, P. Petroni
8/97. Osservazioni comparative sulla produttività delle viti e la maturazione dell’uva in alcuni cloni di vitigni toscani
G. Di Collalto, M. Giovannetti
9/97. Ricerche sul germoplasma viticolo della Toscana: 1. Vitigni a uva da colore
P.L. Pisani, R. Bandinelli, A. Camussi

1/98. Il bacino idrografico del torrente Sova in Casentino. Studio preliminare per la pianificazione degli interventi
di sistemazione idraulico-forestale in un bacino montano. R. Chiarini, C. Fani, M. Miozzo, G. Nocentini
2/98. Introduzione alla “Qualità” nel settore agroalimentare. P. De Risi, R. Moruzzo
3/98. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nelle aziende agricole toscane. Settore vinicolo
4/98. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nelle aziende agricole toscane. Settore oleicolo
5/98. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nelle aziende agricole toscane. Settore miele
6/98. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nelle aziende agricole toscane. Settore ortofrutticolo
7/98. L’innovazione nell’agricoltura toscana. Analisi del fabbisogno e criteri per la definizione delle priorità di azione
G. Brunori
8/98. Il Vin Santo in Toscana. Composizione e caratteri sensoriali. P. Buccelli, F. Giannetti, V. Faviere

1/99. Linee guida per l’allevamento di galliformi destinati al ripopolamento e alla reintroduzione
F. Dessì Fulgheri, A. Papeschi, M. Bagliacca, P. Mani, P. Mussa
2/99. Il latte ovino in Toscana. Indagine sulle aziende di produzione e studio dell’influenza dei fattori alimentari
sulla qualità del latte
3/99. Rapporto sull’economia agricola della Toscana, a cura di R. Pagni
4/99. Strategie delle imprese agricole familiari e sviluppo rurale integrato, a cura di I. Malevolti
5/99. I danni causati dal cinghiale e dagli altri ungulati alle colture agricole. Stima e prevenzione
6/99. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nelle aziende agricole toscane. Settore cerealicolo
7/99. Il formaggio pecorino toscano, a cura di R. Bizzarro
8/99. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nella produzione delle conserve vegetali
9/99. Il legno di castagno e di douglasia della Toscana. Qualità del legno e selvicoltura.
Classificazione e valori caratteristici del legname strutturale

1/2000. Le tecniche di immissione della piccola selvaggina. R. Mazzoni della Stella


2/2000. Risultati delle prove funzionali su linee gocciolanti integrali (Parte I). M. Bertolacci
3/2000. La coltivazione del fungo pioppino in Toscana. Valutazione della fattibilità tecnica ed economica
di un sistema produttivo. G. Nocentini, M. Coluccia, G. Gaggio, S. Salvadorini

1/2001. L’oidio della vite in Toscana. P. Cortesi, M. Ricciolini


2/2001. Linee guida per la ricerca europea nel settore agricolo-forestale e della pesca. G. Torta
3/2001. L’igiene dei prodotti agroalimentari. Guida pratica
4/2001. Metodologie alternative di lotta alle parassitosi gastrointestinali degli ovini

1/2002. Il miele in Toscana. Miglioramento della qualità e valorizzazione


2/2002. Il monitoraggio fitosanitario delle foreste, a cura di A. Guidotti
3/2002. Risultati delle prove funzionali su linee gocciolanti integrali e irrigatori a pioggia. Parte II. M. Bertolacci

1/2003. Anagrafe bovina - Istruzioni per l’uso


2/2003. Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: i fabbisogni energetici (+ CD). M. Vieri, M. Ceccatelli
3/2003. Come produrre energia dal legno. G. Mezzalira, M. Brocchi Colonna, M. Veronese
4/2003. Interventi di ingegneria naturalistica in Toscana. Prime esperienze di monitoraggio
A.L. Freschi, G. Nocentini, F. Dinardo
5/2003. Macchine irroratrici agricole: controlli e tarature per una maggiore efficienza e sicurezza di impiego
R. Russu, M. Vieri

1/2004. Miglioramento qualitativo delle produzioni vitivinicole e del materiale di propagazione


a cura di A. Gemmiti
2/2004. Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: i fertilizzanti
a cura di P. Baroncelli, S. Landi, P. Marzialetti, N. Scavo
3/2004. Trasformare la comunicazione rurale. Scenari ed esperienze in alcuni paesi europei
G. Brunori, P. Proietti, A. Rossi
4/2004. Un nuovo metodo ecologico per la prevenzione dei danni da uccelli alle colture agricole
F. Santilli, S. Azara, L. Galardi, L. Gorreri, A. Perfetti
5/2004. Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l’acqua (+ CD)
a cura di A. Pardossi, L. Incrocci, P. Marzialetti
6/2004. Le colture dedicate ad uso energetico: il progetto Bioenergy Farm
7/2004. La produzione delle conserve vegetali
M.G. Migliorini
Annotazioni
Finito di stampare
nel dicembre 2004
da Tipolito Duemila srl
a Firenze
per conto di
ARSIA • Regione Toscana
Quaderno ARSIA 7/2004

La produzione delle conserve vegetali

La produzione di conserve vegetali è una delle trasformazioni alimentari L’ARSIA,


più critiche dal punto di vista igienico-sanitario e qualitativo. Agenzia
Regionale per lo
Nel contempo permette di realizzare prodotti ben apprezzati Sviluppo e
dai consumatori sia per i loro aspetti organolettici, sia per il contenuto l’Innovazione
di servizio. nel settore
L’obiettivo di ottenere una conserva stabile e allo stesso tempo gustosa Agricolo-
forestale,
e nutriente deve essere raggiunto tenendo conto della particolarità istituita con la
delle materie prime, tanto ricche di sostanze nutritive quanto delicate Legge
nella loro conservazione, delle innumerevoli metodologie Regionale
di trasformazione che la tecnologia alimentare mette a disposizione, 37/93, è
l’organismo
dei controlli che devono essere necessariamente adottati per garantire tecnico
l’integrità microbiologica e chimica del prodotto. operativo della
Questa pubblicazione vuole fornire alle aziende agricole, ai tecnici Regione
e ai consulenti aziendali uno strumento per affrontare con le adeguate Toscana per le
competenze nel
basi tecnico-scientifiche l’attività di trasformazione delle conserve campo agricolo-
vegetali, agevolando la conoscenza dei requisiti per l’ottenimento forestale,
di prodotti standardizzabili, sicuri igienicamente e di eccellenza acquacoltura-
organolettica. pesca e
faunistico-
venatorio.

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