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L’INFORM ATORE AGRARIO
S P E C IA L E

Il metodo
Simonit&Sirch -
Preparatori d’uva
per la potatura
secca della vite:
osservazioni
teoriche
e guida pratica
per Guyot
e cordone
speronato

«Potatura soffice»
in allevamento e in produzione
R
ecentemente una ricerca svizzera ha accertato la dieci anni fa, mi chiamarono in Friuli per farmi vedere i vi-
qualità migliore nei vini prodotti da viti di 40-50 gneti sui quali stavano applicando la loro intuizione. Iniziai
anni rispetto a piante di 7-8 anni, soprattutto in subito le mie osservazioni e in breve mi convinsi che poteva
vitigni a bacca rossa, in virtù del maggior equilibrio essere molto interessante per il futuro della nostra viticol-
che manifestano, che consente loro di tollerare meglio gli ef- tura. Così iniziai a far conoscere ai vignaioli italiani il loro
fetti del cambiamento climatico e in particolare la mancanza metodo innovativo, che si ispirava all’alberello.
prolungata di acqua. Quindi porsi l’obiettivo – come se lo so- Prendendo due esempi, apparentemente molto distanti, gli
no posti i due agronomi friulani Marco Simonit e Pierpaolo alberelli del Sulcis e le alberate di Taurasi, si nota che in am-
Sirch – di aiutare la vite a invecchiare bene è quanto mai me- bedue i casi la potatura esclude tagli sul fusto o comunque
ritorio, oltre che necessario. Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, sul legno di più anni ed è invece realizzata solo su tralci di
infatti, hanno messo a punto un metodo di potatura proprio due anni. Nell’alberello questo taglio è fatto sullo sperone,
con questo scopo: gestire la vite con potature sempre su le- nell’alberata avellinese su un tralcio a ricadere, di più anni,
gno giovane per portarla a una felice vecchiaia. Sono stato portato da un cordone alto permanente. Con queste moda-
testimone dell’evoluzione di questo lavoro in quanto, ancora lità di potatura, che possono essere applicate a qualsiasi for-

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Potatura invernale della vite

tante riserva di geni da utilizzare nella


creazione di nuovi cloni, probabilmen-
te più tolleranti alle malattie e alle viro-
si di altri. È verosimile che queste pian-
te abbiano nella loro memoria geneti-
ca, correlati alla trasmissione del codice
epigenetico – cioè del codice che rego-
la i geni attraverso processi biochimici,
senza modificare le sequenze del DNA
nel corso delle generazioni, consenten-
do così l’espressione dei geni in modo
regolare, senza mutazioni che di norma
alterano i comportamenti delle piante,
sia in senso positivo che negativo – ele-
menti interessanti. Senza dimenticare
che i vigneti dove sono presenti questi
patriarchi della viticoltura contengono
ma d’allevamento, si ottengono alcuni rispettivamente di Tintore, Aglianico o un’elevata variabilità non solo intrava-
risultati importanti per la vitalità della Sirica, di età superiore ai 250 anni. rietale, ma rappresentata anche da altri
pianta. Poiché la vite non ha la possibi- Viene spontaneo chiedersi da dove de- vitigni, spesso vere rarità, in quanto nel
lità di produrre un callo cicatriziale sul- riva questa longevità e siamo istintiva- passato la consuetudine era di creare vi-
le grandi ferite, mentre può farlo su ta- mente portati a fare un paragone con gneti plurivarietali.
gli con tessuti più giovani, queste lesio- gli uomini che vivono 90-100 anni e li Come è facile comprendere, queste vi-
ni non solo sono una via d’accesso per portano bene. Non è possibile dare una ti sono un materiale biologico dalla vita
i funghi responsabili del mal dell’esca risposta univoca: per gli uomini dipen- effimera, che improvvisamente possono
e dell’eutipiosi, ma provocano la morte de dal patrimonio genetico, dal regime morire. Per evitare di perdere il loro valore
progressiva di parti importanti di fusto, dietetico, dallo stile di vita, dalla vita af- genetico sarebbe opportuno censire tut-
riducendone l’efficienza nel trasporto dei fettiva, dal modo con il quale affrontano ti questi patriarchi, redigendo una sche-
soluti e metaboliti. Spesso la presenza di le difficoltà psicologiche. Per la vite, oltre da descrittiva e allegando un profilo del
questi tratti di tessuto morto non è av- alle condizioni parti- DNA. Con la colla-
vertita dall’esterno e la morte improvvisa colari dello sviluppo borazione dei viticol-
di qualche pianta durante il periodo più radicale, che deve es- La longevità della vite migliora tori, che divengono i
siccitoso dell’estate è interpretata come sere molto esteso, la se in potatura secca si escludono custodi di queste viti,
un fatto normale e imprevedibile. mancanza dell’inne- tagli al fusto e si interviene si interviene con tec-
sto ha un ruolo cer- solo su tralci di due anni niche di potatura ap-
Le ragioni della longevità tamente significativo propriata alla conser-
assieme all’equilibrio vazione della pianta e
Un fatto è certo: di fronte a una vite vegeto-produttivo che quella pianta ha si provvede a raccogliere in una collezio-
di 80-100 anni si rimane sempre un po’ avuto nel corso della sua vita e che le ha ne ex situ le viti derivate per valutarne sia
sorpresi e pieni di ammirazione. È un consentito di reagire senza conseguenze gli aspetti genetici che produttivi. Questo
incontro peraltro sempre più raro nella agli stati di stress come periodi di siccità, progetto è stato avviato da qualche anno,
viticoltura europea, mentre è più facile di asfissia radicale, di carenze alimentari. con la collaborazione di alcune importanti
avere la fortuna di trovare viti molto vec- Come per l’uomo questa longevità non è aziende vitivinicole italiane, dal Diparti-
chie, talvolta di oltre 150 anni, nel vici- frutto del caso, ma è il risultato di pre- mento di produzioni vegetali dell’Univer-
no Oriente o nelle zone della viticoltura cise scelte operate dal viticoltore. Da un sità di Milano. In particolare nell’ambito
più antica dell’Australia. Nella viticoltu- sommario censimento dei luoghi dove in di un progetto finanziato dalla Feudi di
ra prefi llosserica si ricordano numerosi Italia si possono incontrare queste viti, si S. Gregorio di Sorbo Serpico (AV) sono
esempi di piante che avevano anche 300- rileva che il comune denominatore che stati identificati e descritti numerosi cep-
400 anni (445 anni per una vite presen- lega le diverse espressioni di quelle viti- pi di Aglianico e di altri vitigni campani
te nel Novarese, citata attorno agli anni colture è rappresentato dalle modalità di età superiore ai 200 anni.
Venti, o la parte alta del vigneto di Clos della potatura secca. In Sardegna, grazie a un progetto de-
de Vougeot in Borgogna dove le viti ai nominato AKeA («a kent’annos», a cen-
tempi della Rivoluzione francese aveva- Un aiuto alla viticoltura t’anni in sardo), si sta valutando negli
no 400-500 anni). Ancora oggi si ricorda uomini ultracentenari il rapporto tra i
una vite presente nel Collegio dei Gesui- del futuro geni e l’espressione di alcune proteine che
ti a Reims (F) che ha più di 300 anni e sono presenti solo nelle persone molto
produce 30 kg di uva da cui si ricava un Perché è importante salvaguardare anziane. Ancora una volta vite e uomo
vino per la Messa, o la vite di Versoaln, l’integrità e la vitalità dei vigneti anti- sono segnati da un comune destino. •
un vitigno ormai scomparso, presente in chi? Non solo per la qualità dei vini che Attilio Scienza
Alto Adige a Prissiano, di oltre 350 anni. producono o per il fascino paesaggisti- Dipartimento di produzioni vegetali
In Campania sulla Costiera amalfitana e co-culturale che emanano attorno a sé, Università di Milano
in Irpinia non è difficile incontrare ceppi, ma perché rappresentano una impor- attilio.scienza@unimi.it

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U N A T E C N I C A B A S ATA S U C O N S U E T U D I N I A N T I C H E
Potatura invernale della vite

«Potatura soffice»
contro il deperimento dei vigneti

Osservando i principi di potatura dei vecchi viticoltori in vigneti
stanza tra i ceppi era di almeno 1,0-1,2
m; i nuovi Guyot invece hanno distan-
longevi, è stato messo a punto il metodo Simonit&Sirch - Preparatori ze tra i ceppi che variano mediamente
d’uva. La salvaguardia della struttura fisica della vite garantisce da 0,7 a 0,9 m e difficilmente supera-
no il metro. Un unico modello vitico-
una continuità vascolare che ne influenza positivamente lo dunque si è consolidato in tutto il
l’equilibrio e, quindi, la qualità della produzione territorio nazionale.

di Marco Simonit,
• Questo sistema a «geometrie fisse» ha
amplificato i problemi legati all’acrotonia
fosco, che tradizionalmente sono stati della vite. Se le tradizionali forme espan-
Pierpaolo Sirch allevati a doppio capovolto sono passati se permettevano lo sviluppo di branche

N
alla potatura a Guyot; lo stesso passag- che si allontanavano dal fusto poiché la
egli ultimi trent’anni in vi- gio ha subito il Sangiovese in Toscana, singola pianta aveva un certo spazio di-
ticoltura si è verificato un che da capovolto è passato a cordone sponibile per il suo sviluppo, passando a
cambiamento fondamentale speronato. In Trentino la tradizionale sesti d’impianto molto fitti questa libertà
per quanto riguarda le forme pergola trentina è stata in parte sosti- di fatto si è molto ridotta (figura 2).
di allevamento. In tutta Italia, seppur tuita con il Guyot. Lo stesso passaggio A distanza di 30 anni dall’introdu-
con dinamiche diverse, si è passati dalle è avvenuto in Campania per le tennec- zione di queste forme appaiono eviden-
forme tradizionali, più o meno espan- chie (foto 3), in Sicilia e in Puglia, dove ti ormai in tutto il territorio nazionale
se, alle forme a controspalliera. Sempre i tendoni e gli alberelli sono stati sosti- i problemi legati al contenimento del-
più frequentemente i vigneti sono sta- tuiti con le due forme di allevamento a l’acrotonia della vite.
ti convertiti a Guyot o a cordone spe- controspalliera. Anche in Veneto per-
ronato. Queste due forme permettono gole, Sylvoz e Casarsa spesso sono stati La vite è una liana
l’infittimento dei vigneti ricercato per convertiti in Guyot o cordoni sperona-
ridurre la produzione media per pianta ti (figura 1). In natura, la vite si può sviluppare an-
e ottenere miglioramenti qualitativi. In Nelle tradizionali forme a contro- che per diversi metri proprio per la sua ca-
alcuni casi l’omologazione dei sistemi spalliera, ad esempio i capovolti, la di- ratteristica di essere una pianta acrotona,
viticoli ha portato an-
che a sensibili modifi-
che del paesaggio sem-
plificandolo e riducen-
do quella diversità che
dovrebbe caratterizzare
un particolare territorio
(foto 1 e 2).
In Friuli, ad esempio,
il Tocai friulano e il Re-

1
Foto 1 e 2 -
Confrontando
un sistema viticolo
«complesso» (1)
con uno
«semplificato» (2) si
ha la misura
del cambiamento Foto 3 - Tra le forme di allevamento
che l’omologazione tradizionali sostituite
dei sistemi viticoli dalle controspalliere le tennecchie
2 ha sul paesaggio in Campania

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Potatura invernale della vite


a b c
Punto
Gemme Gemme vegetativo 2a gemma
Testa di salice franca
Sperone
Capo
a frutto 1a gemma

Internodo
Sperone Branca Tralcio franca
Fusto o Tronco a
Fusto orizzontale Bourillon
Fusto verticale Gemme
Radici di corona
Radici

FIGURA 1 - Schema dei sistemi di allevamento a spalliera più diffusi.


Guyot (a); cordone speronato (b) e sperone a due gemme franche (c)

b
Foto 5 - Evidenti piaghe da taglio.
Queste ferite sono il risultato
di una potatura troppo severa

to tecnico più mutilante che subisce la


vite. Da pianta perenne con comporta-
mento di liana la vite diventa un arbu-
1,20 m 1,20 m sto dal volume limitato e prederminato
nelle forme e nello spazio dalla distan-
za d’impianto, dal modo di conduzione
e dal tipo di potatura. Questo vincolo
geometrico obbliga il viticoltore a sop-
primere ogni anno la maggior parte del
legno prodotto. Quale arboricoltore og-
0,80 m 0,80 m 0,80 m gi taglierebbe più dell’80-90% del legno
dell’annata su un melo o un pero per
FIGURA 2 - Sistemi tradizionali «elastico» e «a geometrie fisse» a confronto contenerne lo sviluppo senza provocare
di riflesso un ritorno di vigore vegetati-
In alto, sistema tradizionale «elastico»: la distanza tra i ceppi rende possibile lo sviluppo
di branche alla fine del fusto senza perdere gemme fruttifere. In basso, sistema rigido
vo? Gli alberi – lo sanno bene i potatori
a «geometrie fisse»: la ridotta distanza tra i ceppi limita molto la possibilità di sviluppo di piante da frutto e forestali – hanno
di branche e quindi fa perdere gemme fruttifere. sempre la tendenza a riformare ciò che
è stato loro tolto con interventi esterni.
Questo principio è spesso utilizzato per
ridare vigore ad alberi indeboliti prati-
cando la capitozzatura.
Nel caso della vite, la potatura inver-
nale – atto tecnico mutilante – si ripete
ogni anno (foto 5, e b). I tagli frequenti
e sistematici dei rami in prossimità del
tronco e dei punti vegetativi costringono
la vite ad adattarsi continuamente con
una nuova organizzazione della circo-
lazione della linfa: i tragitti sono modi-
Foto 4 - Sinistra: la vite non coltivata ha colonizzato, come una liana, un albero vicino. ficati e sollecitati differentemente da un
Destra: la vite abbandonata e non potata presenta la vegetazione – che prevale sulla anno all’altro.
fruttificazione – lontana dal fusto
Fisiologia e salute della vite
che predilige cioè il germogliamento delle mente dalla base del tronco (foto 4).
gemme distali (cioè più lontane rispetto al- Il vigneto è attualmente molto antro- La vite come tutti gli esseri viventi in-
l’inserzione del tralcio sul tronco) rispet- pizzato, cioè condizionato fortemente vecchia. Questo invecchiamento può es-
to a quelle prossimali. Senza la potatura, nella crescita dai numerosi interventi sere normale, fisiologico e quindi detta-
quindi, la vegetazione si allontana rapida- dell’uomo. La potatura invernale è l’at- to dal trascorrere del tempo o accelerato

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Potatura invernale della vite

7
7
Foto 6 a, b - Tre viti provenienti dallo stesso vigneto potato a Guyot,
della stessa varietà e coetanee risultano esternamente sane.
Osservando la sezione longitudinale dei tre fusti si rileva, invece,
il danneggiamento del legno nei ceppi b e c.
Foto 7 - A sinistra: tre fusti di viti asintomatiche potate a cordone speronato.
6b Sulla destra: sezione longitudinale dei tre fusti di viti asintomatiche

Piaghe di potatura
Taglio grosso Legno morto Legno morto
Taglio piccolo (più di 3 anni di età)
(1 o 2 anni di età)

c e h
b
a f i
g
Legno morto d 8
FIGURA 3 - L’entità del disseccamento interno per un taglio è direttamente proporzionale alla sua dimensione

In evidenza i danni da taglio piccolo ( figure a, b, c) e più profondi ed estesi causati da una grossa ferita ( figure d, e, f). Quando diverse piaghe
da taglio si concentrano sulla testa della vite ( figura g e foto 8) si ha una riduzione della porzione di legno sano ( figura h) con la convergenza
dei coni di disseccamento e la conseguente riorganizzazione del tragitto della linfa nelle porzioni di legno sano ( figura i).

qualora, oltre al tempo, intervengano an- diverse per forma ma simili per aspetto,
che delle cause esterne, per citarne alcu- non mostrando alcun sintomo partico-
ne: attacchi patogeni irreversibili, virosi lare di malattia. Una volta eseguita la
particolarmente gravi, periodi di stress sezione longitudinale dei fusti è apparso
più o meno prolungati, inefficienze a li- evidente il diverso «stato di salute» tra
vello fisiologico, potature indiscriminate le tre viti. In due di queste piante (b e c)
o altro ancora. la porzione di legno sano interessato dal
Spesso, osservando dall’esterno una sistema di trasporto è ridotta in maniera
vite che non mostra sintomi particolari, considerevole (foto 6b).
si dice che «è sana». In realtà le osserva- La stessa osservazione si può fare sul-
zioni circa lo stato esterno della pianta le piante di diversa età allevate a cordone
ci danno un’idea parziale della sua «sa- speronato (foto 7): esteriormente tutte e
lute» generale. Attraverso un’osserva- FIGURA 4 - Accrescimento tre sembrano «sane», mentre all’interno
dell’alberello
zione dello stato esterno del legno, per due di esse (b e c) presentano necrosi in
esempio, non possiamo fare una valuta- La forma ad alberello ha un corrispondenza degli speroni e una dra-
zione sull’integrità del sistema vascolare accrescimento lineare e continuo delle stica riduzione del sistema vascolare.
di trasporto. branche, quindi un percorso lineare Queste osservazioni confermano
Le tre piante nella foto 6a, per esempio, della linfa all’interno delle quattro quanto riportato ampiamente in lette-
branche (a sinistra; frecce nere).
sono coetanee, della stessa varietà e dello Particolare dell’accrescimento di una ratura circa le cause principali di que-
stesso vigneto potato a Guyot. In vigneto branca grazie ai tagli su legno di uno sto deperimento interno, che sono da
risultavano produttive ed esternamente e di due anni di età (a destra, tratteggio). ascrivere alle piaghe da taglio che com-

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Potatura invernale della vite


a
a
b b

9 10
FIGURA 5 - Esempio di disomogeneità generale FIGURA 6 - Esempio di omogeneità generale

Germogliamento disforme lungo il capo a frutto, produzione Germogliamento uniforme lungo il capo a frutto, produzione
disomogenea, differente morfologia dei grappoli, maturazione omogenea, omogenea morfologia dei grappoli, omogenea
scalare dei grappoli sulla stessa pianta, differente vigore maturazione dei grappoli sulla stessa pianta, equilibrato
dei tralci lungo il capo a frutto. Probabilmente questa vite vigore dei tralci lungo il capo a frutto. Probabilmente
ha una sezione trasversale del fusto (b) con una ridotta questa vite ha una sezione trasversale del fusto (b) con legno
porzione di legno sano. integro e sano.

promettono l’efficienza del sistema con- trasporto integro è più uniforme di quel- Genesi del metodo
duttore. Dopo l’eliminazione di un tral- la di una pianta che ha una conduzione
cio, i vasi che lo alimentano diventano compromessa. Questa omogeneità è rico- Compreso quanto sia fondamentale ese-
inutilizzabili e si seccano formando un noscibile su germogliamento, fertilità, fasi guire correttamente la potatura invernale,
cono di disseccamento che si estende fenologiche, maturazione, lignificazione il passo successivo è stato quello di cercare
nel legno vivo. Tanto più i tagli sono di (figure 5 e 6 e foto 9 e 10). Si tratta di quel- i vigneti più longevi e osservare i principi
grossa dimensione ed eseguiti su legno l’equilibrio della pianta, e più in generale di potatura che si adottavano. In questo
vecchio, tanto più i disseccamenti si del vigneto, da sempre ricercato come ga- percorso abbiamo visitato un’infinità di
espandono rapidamente e si approfon- ranzia per una produzione di qualità. vigneti europei e ci siamo confrontati con
discono nel legno (figura 3a-f ). Alla luce di queste osservazioni, la po- i potatori più anziani, analizzando accu-
L’entità del disseccamento interno in tatura – operazione agronomica fonda- ratamente il loro modo di potare e lo stato
corrispondenza di un taglio e il cono di mentale – si configura come una prati- di salute delle loro piante. Abbiamo così
disseccamento risultano direttamente ca «delicata» vista l’entità dei danni che potuto constatare che le vigne più longe-
proporzionali alla dimensione del taglio può provocare alla pianta se eseguita in ve erano quelle allevate ad alberello nella
stesso. Se nel corso degli anni vengono modo errato. sua forma più classica. Il sistema di col-
eseguiti numerosi tagli di potatura, la
vite risponde con l’abbandono naturale
di una buona parte di fusto. Le piaghe
si concentrano sulla testa del tronco e il
tragitto della linfa si modifica rapida-
mente a causa della convergenza dei coni
di disseccamento. L’efficienza del sistema
di trasporto, in queste condizioni, risulta
compromessa (figura 3g-i e foto 8).
Per avere un sistema conduttore effi-
ciente bisogna costruire una canalizza- 12a
zione interna senza interruzioni dovute
ai coni di disseccamento. È importante
non fare tagli di grossa dimensione ope-
rando con tagli piccoli su legno giovane
di 1 o 2 anni di età. Questo accrescimen-
to lineare è proprio dell’alberello in cui si 11
pota sempre sulla sommità delle branche Foto 11 e 12 a, b - L’alberello
che portano gli speroni (figura 4). è longevo perché si pota
Un sistema di trasporto efficiente si ma- su legno giovane (11)
nifesta esteriormente in termini di equi- e si sviluppa creando
diramazioni del fusto
librio della pianta. L’espressione vegeto- principale (12 a, b) 12b
produttiva di una pianta con il sistema di

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Potatura invernale della vite

Un aiuto nella lotta al mal dell’esca?


È noto che quasi tutte le malattie del le- malattia. Ma non basta: per la prevenzio- ma vascolare, non interrotto dalle grandi
gno della vite, inclusa l’esca, sono cau- ne dell’esca – la lotta contro la malattia ferite e dalle continue deviazioni a cui il
sate da funghi che trovano la loro prin- in atto è al momento impraticabile – ser- succedersi dei tagli lo costringe, potreb-
cipale via di ingresso nelle ferite, in par- vono anche altri e più decisi interven- bero inoltre coincidere con un miglior
ticolare in quelle di potatura. Nel caso ti. Uno di questi potrebbe essere quello funzionamento, una migliore difesa dal-
dell’eutipiosi sono stati valutati i tempi in della «potatura soffice» che, grazie alle le infezioni, una migliore protezione in-
cui le ferite restano suscettibili alle infe- piccola dimensione delle ferite – che pu- terna del tralcio. Quelle qui commentate
zioni; in quello dell’esca si è indagato sul- re possono rimanere pervie all’infezione sono ipotesi plausibili, ma soltanto ipote-
lo stesso argomento e anche sui momen- anche per diversi mesi – riduce la proba- si, sulle quali merita indagare, nella con-
ti in cui le probabilità di infezione so- bilità di ingresso dei funghi dell’esca. Se vinzione che solo un insieme combinato
no più elevate per la maggiore presenza poi se si evitano i tagli di ritorno – quelli di interventi, quelli qui accennati e altri,
(sulla pianta, nell’aria) dei propaguli degli più aggressivi per il sistema vascolare – riuscirà ad avere ragione dell’esca. •
agenti fungini. Con queste informazioni, si riducono ulteriormente le possibilità di Laura Mugnai
gestite sapientemente, è possibile tentare infezione. Il rispetto e il mantenimento Dipartimento di biotecnologie agrarie
una qualche forma di contenimento della di una «fluidità» nello sviluppo del siste- Sez. di Patologia vegetale - Università di Firenze

7° International Workshop on Grapevine Trunk Diseases Santa Cruz, Chile 17-21 January 2010
Dal 17 al 21 gennaio 2010 si svolgerà a Santa Cruz, in Cile, il 7° International Workshop on Grapevine Trunk Diseases, organizzato dall’International Council
on Grapevine Trunk Diseases (www.icgtd.org), un gruppo di ricerca internazionale che vede la partecipazione di ricercatori, provenienti da tutte le zone viticole
del mondo, che si occupano di malattie del legno della vite e in particolare del mal dell’esca. Il precedente workshop si era svolto a Firenze nel 2008 e i lavori
presentati a Firenze e ai precedenti convegni sono raccolti in volumi speciali della rivista Phytopathologia Mediterranea (www.fupress.com/pm).
Per informazioni: www.icgtd.org

tivazione ad alberello è particolarmente – in particolare dai più intensivi sistemi delle ferite di potatura. In secondo luogo,
longevo perché si pota sempre su legno di coltivazione a spalliera, come il Guyot evitando di eseguire tagli grossi e potando
giovane, fino ai 2 anni di età (foto 11) e si e il cordone speronato. solo i tralci giovani, si raggiungeranno gli
sviluppa creando diramazioni del fusto Questo percorso – durato oltre vent’an- obiettivi di riduzione delle superfici di ta-
principale (foto 12 a e b), non venendo ni spesi a osservare, provare e lavorare glio e di costruzione della canalizzazione
mai eliminate porzioni vecchie e vitali confrontandoci con i vecchi potatori – ci continua dei vasi di trasporto.
della pianta. Tale sistema non ha costri- ha portato a scoprire che il loro approc- Le ferite di piccole dimensioni, in par-
zioni di spazio e può crescere liberamente cio era sostanzialmente diverso da quello ticolare quelle a carico del legno di uno
nelle tre dimensioni. adottato e divulgato in Italia. o due anni, possono essere assorbite dal-
La maggiore difficoltà delle nostre ri- L’approccio corretto in potatura inver- l’accrescimento del legno. Ciò si ottiene
cerche è stata quella di trasferire le tecni- nale mette al centro la salvaguardia della più facilmente eseguendo un taglio «pu-
che di taglio dell’alberello nella moderna struttura fisica della vite. In primo luogo lito», che non asporti le gemme della co-
viticoltura, rappresentata – come detto si dovrà cercare di diminuire il numero rona localizzate alla base del legno di uno
e di due anni di età (foto 13).
a Foto 13 - È importante posizionare Si tratta, inoltre, di attenzioni e di pra-
in maniera corretta le forbici per tiche che potrebbero limitare l’ingresso
non asportare le gemme della corona di funghi patogeni nelle ferite e quindi
con il taglio (a, b). Un taglio eseguito
correttamente senza asportazione favorire il mantenimento dell’integrità
delle gemme della corona (c) fisica del legno all’interno del fusto.
La rara presenza di vigneti vecchi in
c Italia è – a nostro parere – imputabile an-
che alla scarsa conoscenza attuale delle
tecniche di potatura che, peraltro, non
vengono più insegnate.
b Alla fi ne siamo arrivati alla conclu-
sione che si dovesse ricercare una nuo-
va maniera di gestire la pianta, che per-
metta di mantenerne integra la strut-
tura permanente. È nato così il metodo
Simonit&Sirch - Preparatori d’uva di
«potatura soffice», che viene illustrato
nell’articolo successivo. •
Marco Simonit, Pierpaolo Sirch
Preparatori d’uva srl
Corno di Rosazzo (Udine)
preparatoriuva@preparatoriuva.it

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Potatura invernale della vite

Potatura secca della vite,


tagliare solo legno giovane

Il metodo Simonit&Sirch - Preparatori d’uva consiste
in una serie di procedimenti modulari che, se messi in atto
con continuità negli anni, assecondano un accrescimento
controllato delle singole piante, effettuando tagli
solo su legno di uno o due anni di età

di Marco Simonit,
Pierpaolo Sirch

L
a struttura permanente della vi- b
te è costituita dal tronco o fusto
e dall’apparato radicale. L’effi-
cienza e la salute di questi or-
gani sta alla base di un corretto funzio-
namento della pianta.

Consuetudini di potatura a
Le forme di allevamento a controspal- Foto 1 - Guyot.
liera maggiormente utilizzate negli ultimi Testa di salice.
anni sono due: il Guyot e il cordone spero- L’ingrossamento che si
forma alla fi ne del fusto dopo
nato. Esamineremo di seguito gli interven- qualche anno di potatura
ti di potatura consueti e quelli del metodo tradizionale sul Guyot (a).
Simonit&Sirch - Preparatori d’uva. Progressivo innalzamento
della testa di salice (b).
Evidenti piaghe da taglio
Guyot sulla testa di salice (c) c
La potatura invernale del Guyot consiste
nel mantenere un tralcio per la produzione, prodotto l’anno precedente, e il «taglio del sto un ingrossamento spesso denomina-
detto anche capo a frutto, e uno sperone presente», con il quale si scelgono tra i due to «testa di salice» che dovrebbe generare
più in basso per il rinnovo (figura 1a). tralci che si sono sviluppati dallo sperone, continuamente germogli (foto 1a).
Nella pratica si eseguono i seguenti ta- il nuovo capo a frutto e il nuovo sperone L’obiettivo del potatore è quello di man-
gli: il cosiddetto «taglio del passato», con (figura 1b). Operando in questo modo, an- tenere la «testa» 15-20 cm sotto il filo, cioè
il quale si asporta il capo a frutto che ha no dopo anno, si formerà alla fine del fu- a una distanza utile per agevolare la piega-
tura del capo a frutto, operando un con-
tinuo rinnovo in questa zona senza dover
eseguire grossi tagli di ritorno. Tuttavia
nel corso degli anni si assiste allo sviluppo
di branche a partire dalla testa e al pro-
gressivo innalzamento del fusto, con la
conseguente difficoltà di piegatura e per-
dita di gemme fruttifere (foto 1b). A segui-
to di ferite e piaghe che annualmente ven-
a b gono prodotte sulla testa di salice si verifi-
ca una chiusura progressiva e costante dei
flussi linfatici che servono ad alimentare
FIGURA 1 - Guyot classico (a) e schema di potatura (b)
il capo a frutto e lo sperone. Ne consegue

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Potatura invernale della vite


a b a b
Foto 2 - Guyot. A sinistra posizionamento dello sperone sotto la Foto 3 - Guyot. A sinistra grosse piaghe da taglio.
testa. A destra il taglio di ritorno l’anno successivo A destra le conseguenze all’interno del fusto

Foto 4 - Cordone speronato.


Sistema di potatura
classico. Tralcio alla base
della branca (a). Taglio
di ritorno (b). Perdita
di punti vegetativi
in seguito a tagli ripetuti
negli anni (c)

FIGURA 2 - Cordone speronato


classico a b

una riduzione di germogliamento sulla


testa e quindi la difficoltà per il futuro di
avere tralci utili per il rinnovo.
Per evitare l’invecchiamento e favorire
il ringiovanimento della pianta la soluzio-
ne – insegnata in scuole e università e in-
dicata in letteratura – è quella del «taglio
di ritorno» o della «capitozzatura». Questa
tecnica consiglia di lasciare uno sperone
più in basso della testa, proveniente dal
fusto, sul quale ritornare con l’obiettivo
di riposizionare più in basso la nuova te- te rinnovati per la produzione. Il numero Ciò determina soventi espianti di vigneti
sta di salice (foto 2a, b). dei punti vegetativi varia in funzione del non più sufficientemente produttivi, ma
Così facendo, le frequenti capitozzature sesto d’impianto e degli obiettivi enologi- ancora in giovane età.
provocano al fusto delle piaghe di note- ci, aziendali, ambientali e genetici.
voli dimensioni, con la perdita di impor- La potatura tradizionale insegna a man- Metodo Simonit&Sirch
tanti parti di legno e con la compromis- tenere gli speroni il più possibile vicini al
sione del sistema di trasporto linfatico cordone, evitando lo sviluppo di branche. Preparatori d’uva
(foto 3a e b). Nel caso in cui questo accada, si terrà un
germoglio alla base della branca che l’an- Il metodo Simonit&Sirch - Preparatori
Cordone speronato no successivo verrà speronato con l’eli- d’uva è costituito da una serie di procedi-
minazione della branca stessa. Si eseguo- menti modulari che, se applicati con con-
La forma di allevamento a cordone spe- no, in pratica, i «tagli di ritorno» come tinuità negli anni, assecondano un accre-
ronato è costituita da un fusto verticale sul Guyot (foto 4a, b). Queste operazioni, scimento controllato delle singole piante,
che si prolunga orizzontalmente, sul quale compiute ripetutamente negli anni, deter- effettuando tagli solo su legno giovane di
sono inseriti alla distanza di 15-30 cm, i minano sul cordone orizzontale numerose uno o due anni di età.
«punti vegetativi» (figura 2). piaghe, che disseccandosi rendono diffi- Questo nuovo approccio, ispirato dalla
I punti vegetativi sono i centri produttivi coltosa l’emissione di germogli e favori- potatura dell’alberello, permette alla pian-
dove sono posizionati gli speroni, a 1 o 2 scono la perdita di punti vegetativi, con ta di generare una struttura crescente che
gemme franche, che vengono annualmen- conseguente calo di produttività (foto 4c). caratterizzerà la forma di allevamento. In

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Potatura invernale della vite

ostacolino un efficiente flusso linfatico.


È quindi fondamentale partire con un
approccio metodico fin dalla prima po-
tatura. Durante il primo anno di vegeta-
zione dalla barbatella partiranno diversi
germogli. Con la potatura verde si scel-
a b gono i due germogli più verticali. Con la
potatura invernale solitamente si sceglie
il tralcio più verticale che verrà speronato
FIGURA 3 - Sviluppo controllato e continuità dei vasi linfatici. Su cordone a una gemma franca (figura 4a, b).
speronato (a) e su Guyot (b) Nel secondo anno di vegetazione dalla
barbatella e dallo sperone partiranno di-
particolare su cordone speronato si svi- tempestiva e mirata potatura verde. In versi germogli. Con la potatura verde si
luppa un fusto permanente (canale prin- questa fase è fondamentale lasciare solo i terranno solamente i due germogli pro-
cipale) con varie diramazioni in funzione germogli in posizione utile allo sviluppo venienti dallo sperone, garantendo così
del numero dei punti vegetativi (collettori sopra citato. Così facendo si riduce anche la continuità nei vasi di trasporto. In in-
secondari). Questi collettori si accrescono il numero dei tagli in potatura secca. verno, dopo la caduta delle foglie, avremo
verso l’alto in maniera controllata come le quindi due tralci. Tra questi due si sceglie-
branche di un alberello (figura 3a). Potatura del Guyot rà il tralcio più verticale, che verrà tagliato
Su Guyot, avendo come limite superio- al filo di piegatura (figura 4c, d).
re il filo di piegatura, si dovrà sviluppare Nella costruzione della pianta, una del- Al germogliamento del terzo anno di
una struttura parallela al filo di piegatura le parti fondamentali è costituita dalla vegetazione si imposterà la potatura verde
stesso, che assumerà una forma caratteri- formazione del fusto. Il fusto rende pos- lasciando quattro germogli che partono
stica simile a una «T» dovuta alla ramifi- sibile la continuità dei vasi tra le radici e dal fusto appena costruito. Il più impor-
cazione del fusto in due direzioni oppo- la parte aerea e viceversa. In questa fase è tante è quello posizionato a 20-25 cm sotto
ste (figura 3b). importante la ricerca della linearità per il filo di piegatura (figura 4e).
Il metodo non può prescindere da una evitare strozzature o impedimenti che In potatura secca si decide l’altezza de-
finitiva del fusto, tagliando in corrispon-
denza del tralcio più importante (20-25 cm
sotto il filo) che diventerà capo a frutto.
Questo tralcio verrà piegato avendo l’ac-
cortezza di effettuare una piegatura «a
chiudere», cioè piegandolo dalla parte op-
posta al lato di crescita (figura 4f).
Volutamente, in questa fase, si imposta
il Guyot senza sperone sotto il capo a frut-
to, evitando così nella prossima potatura il
taglio su legno di 3 anni. Come vedremo,
d’ora in poi, si eseguiranno solamente ta-
gli su legno di 1 o 2 anni di età.
Apertura dei canali orizzontali.
Al germogliamento del quarto anno di
vegetazione, grazie all’effetto della piega-
tura a chiudere, si riduce l’acrotonia (cioè
il germogliamento delle gemme più lon-
Foto 5 - Buon germogliamento delle gemme basali del capo a frutto tane rispetto all’inserzione del tralcio sul

20-25 cm
20-25 cm

a b c d e f
FIGURA 4 - Metodo Simonit&Sirch - Preparatori d’uva. Potatura di allevamento per Guyot

La barbatella dopo la potatura verde (a). Alla fine del primo anno di vegetazione (b). Lo sperone con due germogli (c). Il tralcio potato
al fi lo di piegatura (d). Vite dopo la scelta dei germogli (e). Piegatura a chiudere del tralcio ( f ).

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tronco) della pianta aumentando la pro-
babilità di emissione di germogli dalle
gemme basali (foto 5).
Questi germogli sono necessari per
iniziare lo sviluppo dei due canali oriz- 20-25 cm
zontali.
Solamente quando avremo la presenza
di due tralci opposti inseriti sullo stesso
livello alla base del capo a frutto (figura
5a; foto 6), il Guyot verrà impostato con lo
sperone a una gemma franca da un lato e 5a 6
il capo a frutto dall’altro (figura 5b).
Diversamente si continuerà la piegatu-
ra a chiudere il primo tralcio utile senza 20-25 cm
impostare lo sperone.
All’inizio del quinto anno di vegetazio-
ne si scelgono i germogli per continuare lo
sviluppo dei due canali orizzontali. Nella

20-25 cm
pratica si terranno i due dello sperone e
i primi due alla base del capo a frutto. Il
numero dei germogli da lasciare sul capo
a frutto varierà in funzione degli obiet-
tivi aziendali, ambientali, genetici, ecc. 5b 5c 5d
(figura 5c).
Questa operazione, ripetuta anno do-
po anno, consentirà il consolidamento e
lo sviluppo controllato dei due canali (fi-
gura 5e; foto 8).
L’accrescimento dei canali orizzonta-
li, nel tempo, darà la possibilità di pas-
sare anche al Guyot bilaterale (figura 5f;
foto 9a, b).

Potatura 5e
7 8
del cordone speronato
Nella costruzione della pianta valgo-
no esattamente le stesse premesse sotto-
lineate per la potatura del Guyot, come
pure in questo caso è fondamentale par-
tire con un approccio metodico fin dalla
prima potatura.
Durante il primo anno di vegetazione
dalla barbatella partiranno diversi ger-
mogli. Con la potatura verde si scelgono 5f
i due germogli più verticali. Con la po- 9a 9b
tatura invernale solitamente si sceglie il FIGURA 5 - Metodo Simonit&Sirch – Preparatori d’uva per Guyot - Apertura
tralcio più verticale che verrà speronato dei canali orizzontali in Guyot.
ad una gemma franca (figura 6a, b).
Nel secondo anno di vegetazione dal- Tralci alla base del capo a frutto inseriti sullo stesso livello ( figura 5a, foto 6).
la barbatella e dallo sperone partiranno Inizio apertura dei due canali orizzontali ( figura 5b). Scelta germogli al quinto anno
di vegetazione ( figura 5c). Consolidamento e sviluppo controllato dei due canali
diversi germogli. Con la potatura verde orizzontali ( figura 5d e foto 7). Consolidamento e sviluppo controllato dei due canali
si tengono solamente i due germogli pro- orizzontali ( figura 5e e foto 8). Risultato dopo 20 anni di applicazione del metodo
venienti dallo sperone, garantendo così ( figura 5f, foto 9a, b). La sanità del ceppo si apprezza dalla sezione longitudinale.
la continuità nei vasi di trasporto. In in-
verno, dopo la caduta delle foglie, avremo dal fusto appena costruito. Il più impor- cioè piegandolo dalla parte opposta al la-
quindi due tralci. Tra questi due si sceglie tante è quello posizionato attorno ai 25 cm to di crescita. Come già ricordato la pie-
il tralcio più verticale che verrà tagliato sotto il fi lo di piegatura (figura 6e). gatura a chiudere ha l’effetto di ridurre
al fi lo di piegatura (figura 6c, d). In potatura secca si sceglie il tralcio in l’acrotonia e ottenere un germogliamen-
Al germogliamento del terzo anno di posizione utile (circa 25 cm sotto il fi lo), to più uniforme. Durante la piegatura si
vegetazione si imposta la potatura verde che verrà piegato avendo l’accortezza di cercherà di posizionare la prima gemma
lasciando quattro germogli che partono effettuare una piegatura «a chiudere», rivolta verso l’alto vicino al tutore per

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25 cm

25 cm

a b c d e f
FIGURA 6 - Metodo Simonit&Sirch - Preparatori d’uva. Potatura di allevamento per cordone speronato.

Barbatella dopo la potatura verde (a). Alla fine del primo anno di vegetazione (b). Lo sperone con due germogli (c). Il tralcio potato al filo
di piegatura (d). Vite dopo la scelta dei germogli (e). Impostazione del cordone ( f ).

a b 10
b c d e

f
11a 11b
FIGURA 7 - Metodo Simonit&Sirch - Preparatori d’uva per Guyot.

Impostazione dei collettori secondari in cordone speronato. Vite dopo la potatura verde ( figura a). Impostazione degli speroni (figura b).
Vite con i due germogli provenienti dagli speroni ( figura c). Vite potata ( figura d). Consolidamento e sviluppo controllato dei collettori
secondari ( figura e, foto 10). Risultato dopo 20 anni di applicazione del metodo ( figura f, foto 11a, b). La sanità del ceppo si apprezza
dalla sezione longitudinale.

non perdere spazio nell’impostazione


dei futuri speroni (figura 6f ).
Impostazione dei collettori se-
condari. All’inizio del quarto anno
di vegetazione sul cordone orizzontale
si tengono i germogli che partono dalle
gemme rivolte verso l’alto, più una ri-
serva sul fusto.
Con la potatura invernale i tralci ver-
ticali verranno speronati a una gemma
franca, fissando la posizione dei futuri
collettori secondari (figura 7a, b).
Come vedremo, d’ora in poi si ese-
guiranno solamente tagli su legno di
1 o 2 anni.
Durante il quinto anno di vegetazione,
con la potatura verde si scelgono i ger-
mogli da lasciare per continuare lo svi-
luppo dei collettori secondari, eliminan-
do i germogli che provengono dal legno
vecchio.
Foto 12 - Guyot. Sviluppo dei tralci utili per l’impostazione dei due canali orizzontali Nella pratica si terranno solamente i

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Rivitalizzare
la «testa di salice» del Guyot
In gran parte delle situazioni da recu-
perare è possibile individuare la posizio-
ne ideale «di testa» dove costruire i due
canali orizzontali. Tuttavia spesso è dif-
ficile realizzare subito il recupero, perché
in questa posizione non ci sono germogli
utili o, nei casi più fortunati, c’è un solo
germoglio da poter utilizzare come capo
a frutto. È quindi necessario ripristinare
la vitalità di queste zone.
Fondamentale è il ruolo della piegatu-
ra a chiudere del capo a frutto per mi-
gliorare il germogliamento delle gemme
in questo punto. L’obiettivo è di stimolare
lo sviluppo di tralci in posizione corretta,
a b c
da poter scegliere come sperone e capo a
Foto 13 - Guyot. Sequenza di ricostituzione del fusto. frutto per iniziare la formazione dei due
canali (foto 12). Nel caso in cui si decida
due germogli provenienti dagli speroni. Si eseguirà dunque un controllo del- di ricostituire il fusto, si deve allevare un
Con la potatura invernale si rinnova lo la «vitalità» dei fusti per cercare di pre- pollone alla base del fusto appena sopra
sperone potando sul tralcio inserito in vedere la risposta vegetativa nelle posi- il punto d’innesto. Dopodiché il pollone
posizione più verticale (figura 7c, d). zioni «cruciali» per le diverse forme di sarà impostato secondo il metodo come
Questa operazione, ripetuta anno dopo allevamento. se fosse una nuova pianta, mantenendo
anno, consentirà il consolidamento e lo Per i vigneti a Guyot si parte con l’in- nel contempo la produzione della pianta
sviluppo controllato dei collettori secon- dividuazione della posizione della «testa» da sostituire (foto 13a, b).
dari (figura 7e; foto 10). sul fusto. Se sulla testa non ci sono impor-
I risultati ottenuti dopo vent’anni di ap- tanti segni di necrosi che rendono impos- Rivitalizzare
plicazione del nostro metodo sono visibili sibile lo sviluppo di nuovi germogli, allora i punti vegetativi
nelle foto 11a, b. si imposterà lo sviluppo di 2 canali.
Per i vigneti a cordone speronato si par- del cordone speronato
Recupero dei vecchi vigneti te con l’individuazione delle migliori po- Il principale problema dei cordoni spe-
sizioni per il recupero dei punti vegetativi. ronati potati in modo «tradizionale» è la
Il metodo può essere introdotto nei Se in corrispondenza di tali punti non ci perdita di punti vegetativi.
vigneti di qualsiasi età allevati a Guyot sono importanti necrosi, si imposterà lo La causa principale, come abbiamo vi-
e a cordone speronato potati in maniera sviluppo dei «collettori secondari». sto, sta nei ripetuti tagli, e relative piaghe,
«tradizionale». Nel caso in cui le «teste» su Guyot e i presenti sui punti stessi e operati per non
Preventivamente è necessario verifi- punti vegetativi sui cordoni speronati sia- consentire l’allontanamento degli spero-
care lo stato in cui versano mediamente no irrimediabilmente compromessi, senza ni dal cordone principale. Recuperare un
le piante del vigneto per decidere come possibilità di recupero, si dovrà effettuare cordone speronato significa dover recu-
operare. la ricostituzione ex novo del fusto. perare i punti vegetativi persi (foto 14).
Foto 14 - Cordone speronato con punti vegetativi persi 15
Foto 15 - Recupero di due punti vegetativi sul cordone speronato

14

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Potatura invernale della vite

Le Scuole di potatura
Nascono dalla necessità di insegnare – o sperimentale, che si sono tenute
meglio reinsegnare – a potare la vite. Ci alla Facoltà di scienze gastrono-
siamo trovati di fronte al problema di miche di Pollenzo (Bra, Cuneo) in
formare le maestranze addette alla pota- Piemonte e alla Fondazione Enzo
tura in tutte le aziende che seguivamo. Morganti presso l’Agricola San
Esperienza che ci ha portato, in breve, Felice a Castelnuovo Berar-den-
a varare – nel 2008 – il progetto no pro- ga in Chianti Classico (Siena). I
fit delle Scuole di potatura della vite te- risultati sono an-dati oltre ogni
so a valorizzare la figura del potatore per rosea previ-sione e, quindi, ab-
ridare dignità a un’arte antica, a un me- biamo impostato altre Scuole di
stiere che negli ultimi 30 anni era stato potatura in altre regioni.
completamente dimenticato. L’idea delle Scuole ha anche una
Complice la meccanizzazione, le tecni- notevole valenza ambientale: il
che di potatura si sono fatte molto invasi- paesaggio viticolo viene infat-
ve, infliggendo alle piante ferite a cui non ti rispettato e curato nella sua
sono in grado di reagire. Non esistono più Foto A - Lezione pratica in vigneto specificità, lontano dall’omolo-
potatori che si soffermano davanti a ogni gazione delle potature meccani-
vite per intervenire secondo le sue esigenze specifiche. Noi ab- che, che rendono tutti uguali i vigneti italiani, non rispettan-
biamo lavorato e sperimentato per trasferire la loro tradizione do le tipologie di coltivazione tradizionali, diverse da regione
all’oggi, cambiando l’approccio alla vite. a regione.
Da qui la necessità di scuole di formazione territoriali perma- In più la Scuola, oltre a rivalutare un mestiere, potrebbe crea-
nenti ( foto A). re uno sbocco lavorativo per i giovani nel campo dei lavori
Abbiamo ideato le prime Scuole di potatura della vite, in via eco-verdi. •

Il recupero dei «collettori secondari» o mazione di un cordone speronato come ro ed efficacia di esecuzione siano neces-
punti vegetativi avviene attraverso una se fosse una pianta giovane. sari almeno tre anni di applicazione del
potatura invernale che elimini tutti i tral- metodo.
ci superflui e un tempestivo intervento Formazione L’iter di formazione prevede un corso
di scacchiatura. L’eliminazione dei tral- teorico e pratico sull’applicazione del me-
ci superflui, cioè quelli che stanno al di del personale aziendale todo all’inizio di ogni annata agraria a
fuori di un’ordinata distribuzione nello tutto il personale aziendale.
spazio del cordone orizzontale, consente Riteniamo che per ottenere un buon Durante le potature viene effettuato un
la ripartizione più equilibrata degli sforzi risultato in termini di qualità del lavo- tutoraggio continuo ai potatori per cor-
della pianta, che si concentrano sugli reggere gli errori commessi.
speroni lasciati dal potatore. I responsabili aziendali vengono
Importante è l’eliminazione degli coinvolti attivamente nella fase di
speroni rivolti verso il basso. Questo tutoraggio, con l’obiettivo di diven-
lavoro determina un migliore e uni- tare il futuro riferimento aziendale
forme germogliamento delle posizio- nella gestione della potatura secon-
ni dei punti vegetativi prescelti. do il metodo.
Un altro importante aiuto al con- Benché possa sembrare complica-
solidamento dei punti vegetativi è to, la realizzazione di un taglio ra-
fornito da una tempestiva scacchia- gionato e rispettoso è alla portata di
tura, che concentri l’energia data tutte le persone che hanno una suf-
dalle sostanze di riserva nella pro- ficiente sensibilità pratica.
duzione di germogli solo nei punti La formazione del personale e le
definiti durante la potatura inverna- ore dedicate al lavoro in vigneto
le. Ripetuti e consecutivi interventi per raggiungere una buona cono-
di questo genere consentono nella scenza sono un importante inve-
maggior parte dei casi recuperi in- stimento per ridurre la mortalità
sperati (foto 15). dei ceppi e allungare la vita delle
Nel caso in cui si decida di effet- piante. •
tuare la ricostituzione del fusto, co- Marco Simonit
me nel caso del Guyot, si deve alle- Pierpaolo Sirch
vare un pollone alla base del fusto Preparatori D’Uva srl
appena sopra il punto d’innesto (fo- Foto 16 - Ricostituzione del fusto su cordone Corno di Rosazzo (Udine)
to 16) e poi seguire il percorso di for- speronato preparatoriuva@preparatoriuva.it

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