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L. DAMIANI U. FERRARI V.TEDESCHINI G.

D’ARCO

PRODUZIONI
BASI AGRONOMICHE

VEGETALI
CONOSCENZE, TECNOLOGIE E TECNICHE

A ERBACEE
GUIDA DOCENTE
Direzione editoriale:
Domenico Ugulini
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Redazione:
Reda Edizioni, Elsa Marmiroli, Laura Scarcella,
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1a edizione: maggio 2019

Ristampa
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2023 2022 2021 2020 2019

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3

Presentazione
I contenuti di questa Guida Docente accompagnano il nuovo Volume, Basi Agronomiche -
Produzioni Vegetali Erbacee, che è stato completamente reimpostato e riproposto per favo-
rire un percorso lineare e una piena corrispondenza con l’evoluzione dei contenuti didattici
sviluppati contestualmente negli attuali Indirizzi scolastici in ambito agrario. Il testo è stato
opportunamente concepito e organizzato per accompagnare le linee guida disciplinari in
relazione sia all’aggiornamento tecnico-scientifico ed evolutivo delle Produzioni Vegetali,
sia al rinnovamento logico-organizzativo e didattico della totalità di argomenti, sviluppati
sul testo cartaceo e sull’apparato digitale.
L’Opera, fruibile su diversi livelli di approfondimento, è accompagnata in parallelo da
un adeguato apparato didattico coadiuvato anche dalle moderne tecnologie informatiche,
Libro digitale e Aula digitale. Tale struttura permette di concretizzare in modo compiuto
il consolidamento di una efficace metodologia d’indagine e studio, per una totale compren-
sione dei contenuti disciplinari.
Gli argomenti proposti, nel quadro generale degli Indirizzi Tecnici e Professionali agra-
ri e delle relative opzioni, permettono di affrontare e finalizzare esaurientemente quanto
richiesto dalla disciplina afferente alle basi tecnico-scientifiche delle Produzioni Vegetali
Erbacee.

Il testo prosegue online con il “Libro e l’Aula digitale”


A completamento di una didattica sempre più aggiornata e moderna il testo,
accompagnato da questa esauriente Guida Docente, è fruibile anche in modalità
multimediale (grazie alla registrazione online), con la possibilità di scaricare sul proprio
device il Libro digitale completo (digitale.capitello.it), che espande i contenuti con tutti
i materiali di riepilogo (audiomappe bilingue) approfondimento, esercitazione e verifica
sopra richiamati.
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inoltre, della funzionalità Audiolibro disponibile anche sull’Aula digitale, il supporto
online che accompagna e sostiene l’attività svolta in classe dal Docente.

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contenuti che compongono il Corso e propone, in sequenza, tutta una serie di materiali
(approfondimenti, verifiche interattive e audiomappe di riepilogo) che agevolano e
integrano compiutamente l’attività didattica del Docente in parallelo a quanto disponibile
sul Libro digitale.
4 INDICE

Indice

INTRODUZIONE CAPITOLO 4
Produzioni vegetali: Coltivazioni orticole 39
conoscenze e tecniche 5 Approfondimenti
Approfondimenti 1 Colture ombrellifere 39
1 L’azienda agraria 5 Verifiche 51
2 La filiera agroalimentare 12
3 Regioni pedologiche italiane 15
Verifiche 18 CAPITOLO 5
Coltivazioni protette:
tecnologie e tecniche 52
CAPITOLO 1 Approfondimenti
Colture cerealicole 19 1 La difesa delle colture in ambiente
Approfondimenti protetto 52
1 Geografia produttiva dei cereali 19 Verifiche 58
2 Caratteristiche qualitative
della varietà di frumento duro 22
3 Glutine e celiachia 23 CAPITOLO 6
Verifiche 24 Colture pratensi e foraggere 59
Approfondimenti
1 Geografia dei prati-pascoli in Italia 59
CAPITOLO 2 Verifiche 64
Leguminose da granella 25
Approfondimenti
1 Geografia produttiva CAPITOLO 7
delle leguminose da granella 25 Coltivazioni da biomassa 65
2 Le leguminose attive 29 Approfondimenti

Verifiche 33 1 Colture bioenergetiche:


schede tecniche 65
Verifiche 71
CAPITOLO 3 MAPPE DI RIEPILOGO 72
Piante e colture agroindustriali 34
Approfondimenti
GRIGLIE DI CORREZIONE 126
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE PRESENTI
1 Geografia produttiva delle principali NEL VOLUME 126
colture agroindustriali 34 SOLUZIONI DELLE VERIFICHE PRESENTI
Verifiche 38 NELLA GUIDA 129
Introduzione
Produzioni vegetali:
conoscenze e tecniche
APPROFONDIMENTI

1 L’azienda agraria
L’azienda agraria: perno della didattica In centinaia di anni, sul territorio italiano, l’attività
e obiettivo dei servizi di sviluppo rurale agricola si è evoluta in modo differenziato originando
L’agricoltura è l’arte di coltivare la terra per ricavarne forme aziendali tipiche quali la cascina lombarda, il
prodotti utili all’uomo. Tale attività avviene all’inter- maso trentino, la cascina emiliano-romagnola, la fat-
no dell’azienda agraria che, secondo Arrigo Serpieri, toria toscana, la masseria pugliese, siciliana, ecc.
“è la combinazione elementare dei mezzi di produ-
Elementi strutturali e territoriali
zione, combinazione, perché i mezzi non si uniscono
di una azienda agraria
in un modo qualsiasi, ma vi si coordinano, ai fini della
produzione, in determinate qualità e quantità; ele- La prima ricognizione presso un’azienda agraria ha
mentare, perché la risultante combinazione è un’uni- lo scopo di raccogliere alcuni dati relativi ad elementi
tà che non può scomporsi senza diminuire o distrug- strutturali e territoriali.
gerne l’efficienza produttiva”. Le principali caratteristiche da individuare sono:
Inoltre, sempre secondo Serpieri, “il funzionamento 1 - Denominazione dell’azienda; 2 - Titolare; 3 - Rap-
dell’azienda agraria esige la cooperazione di persone porto proprietà-impresa (imprenditore proprietario,
fisiche, a capo delle quali sta chi, con le sue scelte imprenditore affittuario); 4 - Ubicazione; 5 - Numero
economiche, attua la combinazione dei mezzi produt- di corpi fondiari; 6 - Zona altimetrica; 7 - Giacitura; 8 -
tivi e la fa funzionare al fine della produzione, cioè ne Riparto della superficie; 9 - Ordinamento produttivo;
ha la gestione”. 10 - Elenco delle colture; 11 - Elenco degli allevamen-
Tale figura è rappresentata dall’imprenditore agri- ti; 12 - Elenco dei fabbricati.
colo, figura economica che organizza i fattori pro- I dati raccolti possono essere inseriti in una apposita
duttivi (natura, capitale e lavoro), con lo scopo di scheda ed essere poi utilizzati per calcolare i princi-
ottenere una produzione (di beni o di servizi) e se ne pali parametri economici di gestione.
assume il rischio economico. Alcune rilevazioni sono intuitive e di facile compren-
Il suo compenso è rappresentato dal tornaconto o sione come denominazione, ubicazione, titolare, ecc.,
utile di gestione. altre, come le zone altimetriche, la giacitura, il riparto
L’azienda agraria è una realtà economica caratteriz- della superficie e l’ordinamento produttivo, richiedo-
zata da attività lavorative e direttive indirizzate alla no un maggiore approfondimento per essere corret-
coltivazione di piante e all’allevamento di animali a tamente intese.
scopo produttivo.
Per questa sua caratteristica, è stata la prima forma Importanza del settore primario
organizzata del lavoro ad essersi sviluppata (dopo in Italia
la caccia e il nomadismo) per soddisfare il crescen- Secondo i dati statistici italiani, l’importanza del
te bisogno di cibo, visto l’aumento della popolazio- settore primario sul reddito nazionale è andata ca-
ne in un contesto di risorse naturali quantitativa- lando costantemente dal secondo dopoguerra ad
mente invariabili (selvaggina e alimenti vegetali oggi; così come l’occupazione nello stesso settore
spontanei). primario rispetto al secondario e al terziario.
6 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Questo fenomeno è segno di un aumentato benesse- dipeso dalla necessità dell’agricoltura di evolversi e
re della popolazione, associato anche allo sviluppo specializzarsi per essere più competitiva e al passo
di settori un tempo sconosciuti (servizi); ma è anche con i tempi.
PRODUZIONI VEGETALI: CONOSCENZE E TECNICHE 7 Introduzione

Zone altimetriche e giacitura Montagna


La suddivisione del territorio in zone altimetriche di La montagna è costituita da un territorio caratteriz-
pianura, collina e montagna è diversa da quella nor- zato dalla presenza di notevoli masse rilevate aventi
malmente utilizzata in geografia: essa infatti si basa altitudini non inferiori a 600 metri nell’Italia setten-
su diversi fattori (economico, statistico, sociale, fisca- trionale e 700 metri nell’Italia centro-meridionale e
le, ecc.) e non solo sull’aspetto fisico del territorio. insulare.
Tali quote sono suscettibili di spostamento in rela-
Pianura
zione ai limiti inferiori delle zone fitogeografiche
La pianura è costituita da un territorio basso e pia-
neggiante caratterizzato dall’assenza di masse rile- dell’Alpinetum, del Picetum e del Fagetum, nonché
vate. Si considerano nella zona di pianura anche le in relazione ai limiti superiori delle aree di coltura in
propaggini di territorio che si elevano ad altitudine massa della vite nell’Italia settentrionale, e dell’olivo
non superiore ai 300 metri, purché presentino nell’in- nell’Italia centro-meridionale e insulare.
sieme e senza soluzione di continuità una inclinazio- Le aree intercluse fra le masse rilevate, costituite da
ne trascurabile rispetto al corpo della zona di pianu- valli, altipiani ed analoghe configurazioni del suolo, si
ra. Eventuali rilievi montagnosi o collinari, interclusi intendono comprese.
nella superficie pianeggiante, e di estensione trascu- Giacitura
rabile, si considerano compresi nella zona di pianura. La giacitura indica l’inclinazione del piano del suolo
Collina rispetto all’asse di riferimento dell’orizzonte. La gia-
La collina è costituita da un territorio caratterizzato citura può essere pianeggiante o declive: i terreni
dalla presenza di diffuse masse rilevate aventi alti- pianeggianti non presentano inclinazione o hanno
tudini inferiori a 600 metri nell’Italia settentrionale e pendenza inferiore al 5%, mentre nei terreni declivi
700 metri nell’Italia centro-meridionale ed insulare. la pendenza è superiore al 5-7%.
Eventuali aree di limitata estensione aventi differenti In caso si rilevi una giacitura declive è necessario
caratteristiche, e intercluse, si considerano comprese indicare l’esposizione rispetto ai punti cardinali.
nella zona di collina.
8 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Riparto della superficie aziendale Indirizzo frutticolo – la caratteristica di questa


La superficie aziendale può essere suddivisa in di- azienda è il forte investimento iniziale per l’impian-
verse superfici specifiche in base al differente tipo to del frutteto. Le aziende frutticole sono molto dif-
di utilizzo. fuse nel Trentino-Alto Adige, in Emilia-Romagna e
1. Superficie totale: rappresenta l’intera superficie in Campania. Per quanto riguarda gli agrumi, le re-
aziendale. gioni maggiormente interessate sono la Sicilia e la
2. Superficie improduttiva: rappresenta la superfi- Calabria.
cie sottratta alla coltivazione in quanto occupata da
fabbricati, strade, fossi drenanti o altri manufatti. Indirizzo orticolo – i prodotti sono rappresentati da
3. Superficie boschiva: superficie destinata alla sel- ortaggi e frutti coltivati a terra, come le fragole. Que-
vicoltura. ste aziende, di solito, sono fornite di particolari at-
trezzature di protezione (tunnel) e sono collegate a
Ordinamento o indirizzo produttivo industrie di commercializzazione e trasformazione,
delle aziende agrarie anche per i particolari criteri di confezionamento e
La tipologia dell’azienda agraria dipende stretta- conservazione richiesti da questi prodotti. Le azien-
mente dal suo indirizzo produttivo che, di riflesso, de orticole sono localizzate un po’ in tutta Italia, ma
deriva dalle caratteristiche e dalle possibilità di svi- specialmente in Emilia-Romagna, Lazio, Campania
luppo offerte dal territorio. e Sicilia.
L’ordinamento o indirizzo produttivo indica il tipo di
produzione attuata in un’azienda. Può essere spe- Indirizzo florovivaistico – le aziende di questo set-
cializzato o misto. tore si distinguono sia per la produzione di piante
L’indirizzo produttivo specializzato si ha quando vi ornamentali sia per la produzione di piante da frutto
è una produzione unica o prevalente sulle altre (ce- (associate al vivaismo) destinate alla costituzione
realicola, frutticola, zootecnica, vivaistica). di nuovi frutteti. La produzione di piante da inter-
Nell’ordinamento produttivo misto non vi è una no richiede particolari attrezzature (serre, tunnel,
produzione che prevale sulle altre; pertanto devono impianti automatizzati di irrigazione, riscaldamento
essere riportate in base alla loro importanza intesa e illuminazione) e la presenza di personale specia-
come SAU (Superficie Agricola Utilizzabile) loro de- lizzato. Le aziende vivaistiche sono particolarmente
stinata. concentrate in Liguria, Toscana ed Emilia-Romagna.
In Italia gli indirizzi produttivi più diffusi sono i se-
guenti. Indirizzo misto – è il tipo di azienda che, nel passa-
to, caratterizzava l’intero comparto agricolo. La spe-
Indirizzo cerealicolo – la produzione è rappresen- cializzazione dell’indirizzo produttivo è stata attuata
tata da prodotti vegetali erbacei destinati alle indu- solo recentemente (ma non in tutte le aziende) per
strie mangimistiche o alimentari (frumento, mais, razionalizzare il lavoro dell’uomo e l’uso delle attrez-
orzo, riso, soia, girasole, barbabietola, ecc.). Per il zature.
forte grado di meccanizzazione richiesto, questo in-
dirizzo è tipico delle aziende di pianura. Aziende atipiche – sono aziende che non hanno un
indirizzo produttivo ben preciso.
Indirizzo zootecnico – l’azienda alleva animali le cui
produzioni vengono destinate al mercato o, nelle re- Aziende agrituristiche – in continua espansione su
altà più piccole, possono essere (in toto o in parte) tutto il territorio italiano, sono particolarmente pre-
trasformate sul posto. Normalmente, l’allevamento è senti nelle zone collinari e montane con turismo a
connesso alla coltivazione dei foraggi necessari alla forte valenza ambientale.
nutrizione degli animali. Fanno eccezione le impre-
se agricole “senza terra” che acquistano all’esterno Aziende forestali – sono presenti in aree “margina-
tutti gli alimenti zootecnici. Le aziende zootecniche li”, a vocazione più boschiva e naturalistica, quali le
sono diffuse un po’ ovunque, ma le zone di maggior zone montane alpine e appenniniche.
concentrazione sono quelle in cui si producono fo-
raggi a basso costo (Lombardia e Veneto) oppure Parchi – più che aziende vere e proprie, sono zone
formaggi tipici quali Grana Padano e Parmigiano- protette, con forti limitazioni alla presenza dell’uo-
Reggiano. mo (dal divieto di edificazione fino al divieto di ac-
cesso). Il tutto per salvaguardare l’aspetto ecologico
Indirizzo vitivinicolo – in questo tipo di azienda e paesaggistico della zona considerata.
(presente in tutte le regioni italiane) si produce uva
da vino che può essere trasformata sul posto oppu- Aziende biologiche – la qualifica di “azienda bio-
re ceduta direttamente a cantine esterne. L’Italia si logica” non è determinata da un preciso indirizzo
distingue anche per la produzione di uva da tavola, produttivo, bensì da un metodo di coltivazione e di
concentrata principalmente in Puglia. allevamento conforme ad una specifica normativa.
PRODUZIONI VEGETALI: CONOSCENZE E TECNICHE 9 Introduzione

Le aziende biologiche in Italia (al 5° censimento sulle spese e sui ricavi, ottenendo un risultato che
ISTAT, aggiornato al 18 settembre 2002) ammontano può essere positivo (interessi attivi) o passivo (inte-
a 51.715, con una distribuzione pressoché omoge- ressi passivi). Nel primo caso andrà ad aumentare i
nea su tutto il territorio. ricavi, nel secondo le spese.
Nella pratica viene utilizzato un metodo più sempli-
I capitali di un’azienda agraria ce che ipotizza un periodo medio di anticipazione
I capitali investiti in un’azienda agraria sono rappre- tra il verificarsi delle spese e la vendita dei prodotti
sentati da: capitale fondiario e capitale agrario o di pari a:
esercizio. - 6 mesi nelle aziende con produzione totalmente
Capitale fondiario vegetale;
Il capitale fondiario è costituto dai terreni e dai mi- - 0 mesi nelle aziende con produzione totalmente
glioramenti fondiari. lattiera (allevamenti da latte);
Per “terreni” intendiamo una parte della superficie - intermedio tra 0 e 6 mesi nelle aziende con produ-
terrestre comprensiva degli elementi naturali che su zione mista tra le due precedenti.
di essa insistono come aria, luce, temperatura, ac- Gli interessi passivi vanno calcolati ad un tasso di
qua, elementi nutritivi, ecc; mentre i miglioramenti interesse pari a quello netto di un c/c o di un deposi-
fondiari sono costituiti dagli investimenti che innal- to bancario, se questa è la forma di conferimento alla
zano la produttività o il valore economico dei terreni. banca del denaro liquido dell’agricoltore, oppure del
Sono inscindibili dalla terra e sono rappresentati da tasso del fido bancario o del credito di conduzione se
fabbricati, strade, impianti arborei, opere di siste- l’agricoltore ricorre a questo strumento.
mazione idraulica, impianti di irrigazione, opere di Un ultimo costo relativo al capitale agrario è quel-
drenaggio, opere per prevenire dissesto idrogeolo- lo dell’interesse annuo che viene calcolato sull’am-
gico, ecc. montare del capitale scorte morte (macchine, attrez-
Il capitale fondiario comprende i capitali stabilmen- zi, scorte e prodotti di scorta normalmente giacenti
te investiti ed economicamente fissi, cioè i capitali in magazzino) e scorte vive (bestiame).
che non possono essere alienati senza danneggia- Anche in questo caso conviene usare l’interesse
re l’azienda; sono inoltre fisicamente immobili, cioè netto normalmente ricavabile dal denaro tenuto in
non possono essere spostati o trasferiti ad altro banca, come deposito o come c/c, oppure quello del
immobile. Appartengono al capitale fondiario tutti credito agrario di esercizio, se si ricorre a questo
i fabbricati aziendali, le piantagioni arboree, le col- tipo di finanziamento.
ture erbacee poliennali o che richiedono particolari Lavoro
sistemazioni di durata poliannuale del terreno (quo- Il lavoro è il terzo fattore della produzione sotto il
te di manutenzione e ammortamento), strade, canali controllo dell’imprenditore agricolo.
e impianti fissi; in generale sono beni che vengono Il lavoro rappresenta l’attività manuale e intellet-
usati più volte prima di esaurirsi. tuale necessaria per la conduzione dell’azienda e
I costi da sostenere per questi capitali sono general- viene quantificato come numero di ore o di giornate
mente fissi, cioè non variano al variare della produ- lavorative utilizzate o da utilizzare per realizzare la
zione e sono rappresentati dalle quote di ammorta- produzione. Le spese relative al lavoro sono il sala-
mento, manutenzione, assicurazione. rio, inteso come compenso del lavoro manuale, e lo
Capitale agrario stipendio inteso come compenso del lavoro intellet-
Il capitale agrario o di esercizio è costituito da tutti tuale.
i mezzi produttivi fisicamente mobili, necessari per La determinazione di queste due voci di spesa non
ottenere la produzione. Il capitale agrario compren- sempre è agevole nelle aziende condotte da coltiva-
de il capitale di scorta ed il capitale di anticipazione. tori diretti dove le attività manuali ed intellettuali
Il capitale di scorta è rappresentato dagli strumenti necessarie alla conduzione, espresse in ore o giorna-
e dai prodotti di scorta. te, sono difficili da individuare con esattezza.
Gli strumenti sono utilizzati per più cicli produttivi Nelle aziende dove si fa largo uso di operai la voce
(capitali a logorio parziale), come le macchine, gli at- “salario” è ricavabile dai libri contabili mentre la
trezzi e il bestiame, mentre i prodotti di scorta sono voce “stipendio” è generalmente determinata appli-
utilizzati in un unico ciclo produttivo (capitali a lo- cando una percentuale al valore della PLV (Produzio-
gorio totale), come i foraggi, i concimi, le sementi, il ne Lorda Vendibile).
carburante, ecc.
Il capitale di anticipazione è costituito dalla som- Il bilancio economico dell’azienda agraria
ma di denaro necessaria per sostenere le spese di Il bilancio è uno strumento contabile indispensabile
gestione dell’attività produttiva. Le spese si sosten- per una corretta analisi dell’attività e della gestione
gono durante tutto il processo produttivo, mentre i dell’azienda agraria. Il bilancio è parziale quando si
ricavi sono di norma concentrati alla fine del ciclo. applica a singoli settori produttivi, globale quando
Gli interessi sul capitale di anticipazione vengono prende in esame tutta l’azienda nel suo complesso.
calcolati sommando algebricamente gli interessi Il bilancio può essere:
10 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

• consuntivo quando utilizza dati reali verificatisi in Questa metodologia viene usata anche nelle valuta-
un ciclo produttivo già trascorso; zioni di convenienza per i miglioramenti fondiari.
• preventivo quando utilizza previsioni relative ad Il vantaggio dei bilanci consuntivi non si limita alla
un ciclo produttivo futuro; in quest’ultimo caso esso individuazione dell’utile di esercizio ma costituisce
è tanto più attendibile quanto più si è in grado di uti- anche una preziosa fonte di dati sulla “vita” dell’a-
lizzare dati realistici. zienda e sui risultati da essa raggiunti nei vari anni.
Il bilancio è una procedura con la quale si mettono a
confronto i vantaggi, ottenuti od ottenibili con una Cosa si individua col bilancio
certa attività o scelta produttiva, con i sacrifici o costi Per l’Economia agraria sono molti i parametri indi-
sostenuti o da sostenere per ottenerli. Va ricordato che viduabili, ma in pratica ciò che di solito si determi-
i costi non sono solo quelli che danno origine ad un na è il cosiddetto Reddito Netto Aziendale (RNA),
reale esborso di denaro (costi reali), ma anche quel- cioè la quantità di denaro che l’imprenditore agri-
li che, pur non corrispondendo a reali esborsi, vanno colo concreto riesce a guadagnare.
conteggiati per determinare l’effettivo guadagno netto Nel caso di un coltivatore diretto il RNA comprende:
(quote di ammortamento, interessi per denaro antici- - il salario relativo al lavoro manuale;
pato dall’agricoltore, interessi su macchine, bestiame, - lo stipendio relativo al lavoro intellettuale, cioè dire-
prodotti di scorta e scorte di magazzino). zione, amministrazione e sorveglianza dell’azienda;
Un altro modo di suddividere i costi è quello di distin- - l’interesse relativo al capitale liquido investito nel
guere tra costi fissi e variabili: i primi non variano al ciclo aziendale se fornito dal coltivatore e non trami-
variare della produzione, i secondi variano al variare te finanziamento;
della produzione. - il beneficio fondiario per aver conferito il capitale
Con il bilancio preventivo si cerca di individuare il fondiario.
massimo guadagno (reddito netto) possibile in base Il bilancio infine ci permette di estrapolare alcuni
ai costi certi, incassi presunti e tecniche di produzio- indici che, se analizzati, ci permettono di ottenere
ne adottate. un quadro preciso delle capacità produttive, del-
Tra le tante possibili, verrà scelta quella tecnica che le caratteristiche e degli investimenti presenti in
darà il massimo risultato con il minimo sforzo o sa- azienda:
crificio.

PLV
= produttività lorda per unità di superficie
Sup. ha

RNA
= reddito netto aziendale per unità di superficie
Sup. ha

Capitale macchine
= investimento in macchine agricole per unità di superficie
Sup. ha

Capitale fondiario
= valore medio ad ettaro del capitale fondiario
Sup. ha

L’analisi mediante indici, non essendo limitata alla Come si redige un bilancio economico
sola misura del reddito, consente di individuare i In ogni bilancio si ha un ATTIVO ed un PASSIVO:
settori aziendali di maggiorw o minore efficienza, nell’ATTIVO si inseriscono tutte le entrate sia reali
ponendo le premesse per una migliore utilizzazio- che calcolate ottenute o ottenibili in un dato ciclo
ne delle risorse disponibili. Il giudizio che emerge produttivo, nel PASSIVO si inseriscono tutti i costi
dall’osservazione degli indici di efficienza è di natura reali e calcolati che si sono affrontati o si devono af-
comparativa, si ottiene infatti ponendo a confronto frontare durante il ciclo produttivo e tutte le perdite
i dati dell’azienda in esame con quelli di una o più che si verificano durante lo stesso ciclo. Il bilancio
aziende assunte come termine di paragone. può essere preciso ed approfondito oppure più sin-
PRODUZIONI VEGETALI: CONOSCENZE E TECNICHE 11 Introduzione

tetico ed immediato: la maggiore o minore analitici- • SAU: costituita da tutte le superfici effettivamente
tà non inficia la correttezza che, al contrario, dipen- coltivate o che comunque forniscono un reddito rile-
de da: vabile (quindi anche quelle poste a set-aside o non
1. completezza dei dati da utilizzare: non è pensa- coltura dietro premio della Regione); la SAU è costi-
bile redigere un bilancio se vengono trascurate voci tuita da:
dell’attivo o del passivo, anche se la determinazione - superfici in rotazione: costituite da tutte le superfi-
può sembrare laboriosa; ci occupate da colture inseribili in una rotazione agra-
2. chiarezza dell’obiettivo che si vuole raggiungere:
ria (mais, frumento, prati da vicenda, erbai, ecc.),
un bilancio finalizzato alla pura determinazione di
- superfici fuori rotazione: costituite dalle colture
quanto si è guadagnato complessivamente nell’anna-
non inseribili in una rotazione agraria (piante da frut-
ta trascorsa non può essere utilizzato per un’analisi
gestionale approfondita e per una indagine puntuale to, risaie permanenti, prati stabili, ecc.).
sui singoli costi e ricavi. Bisogna decidere prima l’o- c. Determinazione dell’attivo aziendale formato da
biettivo che si vuole raggiungere: se interessa solo la tutte le entrate connesse alla attività aziendale; que-
determinazione complessiva dei guadagni sarà suffi- ste entrate possono verificarsi regolarmente o avere
ciente individuare costi e ricavi anche non disaggre- un carattere di eccezionalità.
gati per singole colture, mentre se si vuole controllare
ed analizzare l’attività produttiva, quella gestionale e d. Determinazione del passivo aziendale compren-
le redditività dei singoli comparti aziendali bisognerà dente tutte le uscite connesse all’attività aziendale;
essere molto precisi nella rilevazione dei dati suddivi- anche queste uscite possono verificarsi regolarmente
dendo spese e ricavi tra le singole colture. o avere carattere di eccezionalità.
Lo schema completo di un bilancio globale è il se-
guente. e. Determinazione del Reddito Netto Aziendale, che
corrisponde al saldo tra il totale dell’ATTIVO e il tota-
a. Descrizione generale dell’azienda comprendente le del PASSIVO.
il tipo di gestione, composizione e stato dei capitali Il saldo si ottiene seguendo il seguente schema:
agrario e fondiario, descrizione del lavoro impiegato,
dati catastali e, se ritenuto necessario, una breve de-
scrizione dell’andamento della annata agraria al fine TOTALE ATTIVO - TOTALE PASSIVO = RNA
di registrare i fatti più importanti sotto il profilo eco-
nomico e gestionale. La composizione del RNA varia a seconda del tipo di
b. Riparto della superficie aziendale: conduzione della azienda: ad esempio se l’imprendi-
• superficie totale: costituita da tare e da superficie tore è anche proprietario ma affida sia il lavoro intel-
agraria utilizzata (SAU); lettuale (amministrazione, direzione e sorveglianza)
• tare: costituite dalle superfici occupate da fabbri- che quello manuale a dipendenti, consulenti, salariati
cati, aie, strade, canali, incolti e superfici boscate che e contoterzisti, il suo Reddito Netto Aziendale, detto
non danno reddito; reddito fondiario sarà dato da Bf + T.
12 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

2 La filiera agroalimentare

Didattica agraria, servizi per lo sviluppo distribuzione delle materie prime e dei prodotti finiti
rurale e filiere agroalimentari ai consumatori finali.
Da sempre l’uomo si è nutrito dei prodotti della ter- Scenari nuovi delineati da complesse trasformazioni
ra ricavati nel rispetto delle condizioni climatiche e (produzioni su larga scala, aree di produzione sem-
ambientali tipiche del territorio. Con il progresso e pre più lontane dai luoghi di consumo del prodotto,
l’uso di tecnologie sempre più avanzate, l’uomo ha globalizzazione e ampliamento dei mercati, nuove
però superato i limiti imposti dall’ambiente e aumen- tecnologie incorporate nei prodotti, maggiori preoc-
tato le pressioni sull’ambiente stesso: ha modificato cupazioni per la salute del consumatore, maggiore
il paesaggio per renderlo più produttivo, trasforman- propensione del consumatore alla scelta consapevo-
do il suolo naturale in campi coltivati, convertendo le, esigenza di gestire il rischio aziendale) richiedono
le foreste in pascoli, terrazzando pendii, bonificando competenze e servizi sempre più efficienti.
zone umide. Le esigenze territoriali e l’agricoltura devono esse-
Progressivamente l’agricoltura, utilizzando le risorse re considerate non come comparti a sé stanti, ma
ambientali e adoperando sostanze che vengono im- come parti di un sistema composto da filiere. La fi-
messe nel suolo, nell’acqua e nell’atmosfera, rischia liera agroalimentare è il percorso che determina la
di alterare gli equilibri naturali e rendere fragile produzione di un alimento, quello che succede “dalla
l’ambiente che, dal canto suo, cerca di compensare terra alla tavola”, dalle materie prime a ciò che viene
gli effetti determinati dall’attività agricola allo stesso mangiato.
modo degli effetti prodotti da ogni attività antropica. È un processo che vede coinvolti agricoltori, produt-
I profondi cambiamenti che negli ultimi decenni si tori di mangimi e sementi, allevatori, industria di
vanno delineando per quanto riguarda la gestione trasformazione, trasportatori e distributori, commer-
dell’ambiente, del territorio e del mondo agricolo cianti all’ingrosso e al dettaglio, fino al consumatore.
in generale, comportano una crescente necessità L’obiettivo finale è salvaguardare la salute dei con-
di conoscenze sempre più approfondite e integrate
alla complessità delle problematiche ad essi con-
nesse: insomma tutto quello che è oggi racchiuso
nel concetto di territorialità.
Anche il modo con cui l’uomo produce e consuma il
cibo è un’attività antropica, che ha la sua responsa-
bilità sui mutamenti del pianeta perché, considerate
le dinamiche tra uomo e ambiente, il settore agroali-
mentare riveste un ruolo di primo piano interagendo
con il suolo, con l’acqua e con le risorse naturali, sia
direttamente attraverso la coltivazione, l’allevamen-
to di animali e la raccolta di vegetali, sia indiretta-
mente attraverso la trasformazione, il trasporto e la

Nel passaggio dagli


ambienti naturali
a quelli
fortemente antropizzati,
si avverte come
l’intervento dell’uomo
possa, in positivo
o in negativo, operare
profonde trasformazioni
del territorio
PRODUZIONI VEGETALI: CONOSCENZE E TECNICHE 13 Introduzione

sumatori offrendo loro un prodotto di qualità, diffe- buzione. Per il formaggio stagionato, la filiera com-
renziato, a prezzo soddisfacente e distribuito in modo prende l’allevamento, che a sua volta si rifornisce di
efficace e capillare. alimenti per il bestiame dai mangimifici, il caseificio
Il processo è scandito da più fasi: la prima è di pro- che raccoglie il latte e lo trasforma in formaggio, lo
duzione delle materie prime alimentari come frutta, stagionatore, che opera in un’azienda che si occupa
carne, pesce, latte. In questa fase sono impiegate ol- della stagionatura dei formaggi, il confezionatore,
tre alle aziende di produzione agricola, allevamento e che provvede al taglio, al confezionamento e alla spe-
pesca anche le imprese produttrici di beni strumenta- dizione, il distributore che ne rende possibile la pre-
li per il settore agricolo, zootecnico e ittico (macchine senza al banco del supermercato.
agricole, pescherecci, infrastrutture). Tutte le aziende che concorrono alla formazione, di-
La seconda fase, di trasformazione, è affidata alle in- stribuzione e commercializzazione di un prodotto
dustrie di trasformazione come quelle per la raccolta sono i soggetti della filiera e si comprende come le
dei prodotti ortofrutticoli, per la lavorazione dei po- interrelazioni tra i vari soggetti, produzioni primarie,
modori e delle verdure, per la produzione di marmel- agroindustria e distribuzione devono trovare una
late, yogurt e surgelati, per la macellazione di anima- sempre stretta correlazione e strutturazione.
li, per il trattamento del latte munto, ecc. Le principali filiere nell’agroalimentare sono la viti-
Nella terza fase sono coinvolte le imprese di confezio- vinicola, l’olivicola, la cerealicola, l’ortofrutticola e
namento, etichettatura e imballaggio mentre nell’ul- conserviera, la zootecnica e la lattiero-casearia che
tima fase, quella della distribuzione, sono impiegate si occupano rispettivamente di: vino, olio, cereali, or-
le società di trasporto e distribuzione. tofrutta fresca, ortofrutta trasformata, carne bovina,
Ad esempio, la filiera del vino comprende le seguenti carne suina e avicola, prodotti ittici, latte e latticini.
fasi: vivaismo viticolo, viticoltura, vinificazione, im- Le filiere possono essere definite corte o lunghe.
bottigliamento/confezionamento, distribuzione all’in- Quelle che prevedono un numero elevato di passag-
grosso/vendita al dettaglio. Mentre nel settore della gi e di soggetti di filiera, facendo subire alla materia
pasta secca, la filiera produttiva comprende la pro- prima processi articolati, sono considerate lunghe,
duzione di grano, la molitura, la produzione di pasta, mentre sono corte quelle che non richiedono parti-
il confezionamento, il magazzinaggio del prodotto colari lavorazioni come le filiere dei prodotti freschi,
finito, il trasporto fino alla vendita nei punti di distri- in quanto la produzione agricola delle aziende passa

Coltivazioni
e allevamenti si sono da
sempre evoluti
adattandosi alle
esigenze antropiche del
momento: oggi, la
necessità di rendere più
sostenibile l’attività umana
ha favorito la nascita
di una nuova sensibilità
ambientale
14 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

direttamente dalla produzione al confezionamento e a un’azienda il cui prodotto sia soggetto a rigorosi
alla distribuzione. standard igienico-sanitari definiti secondo i criteri
Questo genere di filiera infatti sostiene lo sviluppo dell’HACCP (Hazard Analysis and Critical Control
delle economie e tipicità locali, migliora le prestazioni Point) e assolutamente rintracciabile. L’identificazio-
ambientali di aziende e territorio, offre maggiore tra- ne di tutte le aziende dalla produzione primaria, alla
sparenza e garanzia al consumatore. trasformazione, alla commercializzazione permette
In questa ottica di territorialità si collocano gli agritu- al consumatore di conoscere la provenienza di tutte
rismi, aziende agricole che operano nel settore turisti- le materie prime che costituiscono i prodotti, i metodi
co offrendo ai propri clienti alloggio e vitto, costituito di produzione, i processi di lavorazione, le modalità
da prodotti prevalentemente coltivati nella azienda, e di trasporto adottate e di attribuire le rispettive re-
le fattorie didattiche dove è possibile ospitare scola- sponsabilità a tutti i soggetti coinvolti nel consegui-
resche pronte ad apprendere la vita in fattoria, dall’al- mento del prodotto finale.
levamento alla riproduzione di animali da cortile, dalla L’importanza della rintracciabilità è particolarmente
semina al raccolto e alla trasformazione in prodotti ti- evidente quando la sicurezza del consumatore può
pici, mentre gli alimenti a km zero sono prodotti locali essere messa in pericolo da un alimento perché per-
che vengono venduti o somministrati nelle vicinanze mette di ritirare dal commercio in modo mirato il pro-
del luogo di produzione. dotto incriminato, fornendo informazioni precise ai
Caratteristica importantissima delle filiere è la trac- consumatori e agli addetti ai controlli. Tutto questo
ciabilità di filiera che da diversi anni è regolamen- rappresenta le conoscenze e le competenze che do-
tata da standard normativi in tutta Europa: la storia vranno essere fatte proprie dal neo alunno, per pre-
di un determinato prodotto alimentare può essere sentarsi domani come futuro tecnico. Questo Corso
ricostruita attraverso l’identificazione delle aziende si propone pertanto come una solida base sulla quale
che hanno contribuito alla sua definizione. La cer- iniziare a costruire le future figure professionali di
tificazione di filiera controllata viene riconosciuta settore.

Ogni prodotto che


consumiamo o che trovia-
mo sulla nostra tavola
o semplicemente
notiamo sui banchi o
negli scaffali di un
supermercato, ha dietro
di se tutta una storia che
lo ha condotto sino a noi:
è la qualità di questo
percorso che deve essere
racchiusa nel concetto di
filiera agroalimentare
PRODUZIONI VEGETALI: CONOSCENZE E TECNICHE 15 Introduzione

3 Regioni pedologiche italiane


1. (37.1) 1 Alpi occidentali e centrali, su rocce ignee accumulo di sostanza organica superficiale o di argil-
e metamorfiche la e ossidi di ferro in profondità.
GEOLOGIA: rocce metamorfiche ed ignee, alluvioni 5. (18.8) Pianura Padana e colline moreniche del
dell’Olocene. Morfologia: versanti ripidi e valli inclu- Piemonte e Lombardia
se, da 1000 a 4000 m s.l.m. Suoli: a) suoli delle quote GEOLOGIA: depositi alluvionali e fluvioglaciali del
più elevate; b) suoli sottili; c) suoli erosi; d) suoli più Quaternario. Morfologia: pianeggiante, da 0 a 400 m
o meno acidi con accumulo di sostanza organica, di s.l.m. Suoli: a) suoli con struttura pedogenetica fino
ossidi di ferro e alluminio; e) suoli con accumulo su- in profondità e profilo poco differenziato; suoli allu-
perficiale di sostanza organica; f) torbe di alta quota; vionali recenti con riorganizzazione dei carbonati;
g) suoli alluvionali. b) suoli decarbonatati e ricchi in ossidi di ferro, con
2. (34.3) e 3. (16,5) Alpi centrali orientali su rocce accumulo di argilla nel profilo; c) suoli poco evoluti e
sedimentarie calcaree e Alpi carniche sabbiosi; d) suoli con proprietà vertiche più o meno
GEOLOGIA: calcari e dolomie del Mesozoico e del Terzia- accentuate e riorganizzazione dei carbonati; e) suoli
rio, alluvioni dell’Olocene. Morfologia: versanti ripidi, più o meno sottili su calcari con accumulo di materia
scarpate e valli incluse, da 400 a 2000 m s.l.m. Suoli: a) organica; suoli con falda idrica poco profonda; f) suoli
suoli sottili delle quote più elevate; b) suoli più o meno con accumulo di sostanza organica.
sottili con accumulo superficiale di sostanza organica; 7. (18.7) Langhe, Monferrato e colline del Po
L’Italia rurale
c) suoli con struttura pedogenetica fino in profondità e
profilo poco differenziato; d) suoli alluvionali.
GEOLOGIA: depositi marini del Terziario. Morfologia:
versanti, da 200 a 600 m s.l.m. Suoli: a) suoli più o
4. (35.4) Colline friulane su rocce sedimentarie calcaree meno erosi; b) suoli alluvionali; c) suoli con accumulo

Le regioni pedologiche “soil regions” italiane


GEOLOGIA: calcari, dolomie, flysch, marne e depositi
residuali. Morfologia: in prevalenza ondulato, da 200
di argilla.
8. (78.1) Colline emiliano-romagnole e marchigiane
a 1100 m s.l.m. Suoli: a) suoli più o meno sottili, con sul flysch miocenico e margine appenninico
GEOLOGIA : flysch
in prevalenza arenaceo-mar-
ondulato, da 200 a 1100
noso e deposito
m s.l.m. Suoli: a)alluvionale. Mor- sot-
suoli più o meno
16.5 35.4
fologia:
tili, conversanti,
accumulo dadi100 a 600organi-
sostanza m
37.1 s.l.m. Suoli: a) suoli
ca superficiale più o emeno
o di argilla ossidi di
34.3
erosi
ferro e in
con carbonati riorganizza-
profondità.
67.2 ti; 5.b)(18.8)
suoli ricchi
Pianurain Padana
ossidi eecon colline
accumulo di argilla.
moreniche del Piemonte e Lom-
18.7
18.8
9. (78.2)bardiaAppennino settentrio-
35.7
nale e centrale
Geologia: depositi alluvionali e fluvio-
37.3 35.6
GEOLOGIA
glaciali : delflysch marnoso-are-
Quaternario. Morfologia:
34.2
78.2
78.1 naceo del Terziario.
pianeggiante, Morfologia:
da 0 a 400 m s.l.m. Suo-
64.4
versanti più con
li: a) suoli o meno ripidi,
struttura da 150
pedogenetica
61.3
a 1500
fino inmprofondità
s.l.m. Suoli: a) suoli
e profilo poco piùdiffe-
60.4 61.3 o meno
renziato;sottili
suolio erosi; b) suoli
alluvionali con con
recenti
struttura pedogenetica
riorganizzazione fino b)
dei carbonati; insuo-
60.7
profondità e profieloricchi
li decarbonatati pocoindifferen-
ossidi di fer-
16.4
56.1 72.3 ziato;
ro, conc) suoli con accumulo
accumulo di argilla neldi ar-
profilo;
gilla; d) suoli
c) suoli poco acidi
evoluticon accumulo
e sabbiosi; d) suo-
61.1
62.1
di lisostanza organica;
con proprietà vertichee) suoli
più o di meno
59.2 56.1 terrazzamenti.
accentuate e riorganizzazione dei car-
61.3 10.bonati;
(35.7) Areepiùpiù
e) suoli o meno elevate
sottili su
59.8 59.7 72.2
dell’Appennino
calcari con accumulo settentrionale
di materia orga-
GEOLOGIA : arenarie
nica; suoli con efaldacalcari mar-poco
idrica
67.4
59.1 nosi del Terziario.
profonda; f) suoli conMorfologia:
accumulo di so-
76,1 66.5
62.3
versanti, da 700 a 2200 m s.l.m.
stanza organica.
59.2
Suoli: a) suoli
7. (18.7) più o Monferrato
Langhe, meno sottili; e colli-
b) suoli piùPo
ne del o meno acidi con ac-
cumulo
Geologia:di ossidi
depositidi marini
ferro edel allumi-
Terziario.
66.5
nio.Morfologia: versanti, da 200 a 600 m
62.3
66.4
12.s.l.m.
(34.2) e 6.a)(37.3)
Suoli: e 11.
suoli più (35.6)erosi;
o meno
62.2 Alpi occidentali
b) suoli suc)rocce
alluvionali; sedi-
suoli con accu-
59.9 mentarie calcaree, su rocce me-
mulo di argilla.
tamorfi
8. (78.1)che, Colline
Alpi marittime
emiliano-romagno-
le e marchigiane sul flysch mioce-
nico e margine appenninico
1. (37.1)  Alpi occidentali e centra- 2. (34.3) e 3. (16,5) Alpi centrali Geologia: flysch arenaceo-marnoso e
16 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

GEOLOGIA: rocce calcaree e metamorfiche del Meso- GEOLOGIA: rocce ignee effusive. Morfologia: versanti,
zoico e del Terziario, graniti e calcari dolomitici. Mor- ripiani, scarpate e valli incluse, da 0 a 1000 m s.l.m.
fologia: versanti ripidi e scarpate, da 200 a 2000 m Suoli: a) suoli con caratteri più o meno espressi deri-
s.l.m. Suoli: a) suoli sottili delle quote più elevate; b) vanti da materiali vulcanici; b) suoli con accumulo di
suoli più o meno sottili e acidi con accumulo superfi- argilla e ossidi di ferro; c) suoli alluvionali; d) suoli
ciale di sostanza organica; c) suoli più o meno acidi e dei terrazzamenti.
con accumulo di sostanza organica e di ossidi di ferro 20. (59.7) Aree collinari e montane, con formazio-
e alluminio; suoli di terrazzamenti. ni calcaree, coperture vulcaniche e pianure incluse
13. (64.4) Versilia e pianure interne di Toscana, Um- dell’Italia meridionale
bria, Lazio GEOLOGIA: rocce calcaree del Mesozoico e del Terzia-
GEOLOGIA: depositi alluvionali e lacustri del Quaterna- rio con coperture piroclastiche e incluse alluvioni del
rio. Morfologia: prevalentemente pianeggiante, da 0 Quaternario. Morfologia: versanti con valli incluse e
a 300 m s.l.m. Suoli: a) suoli alluvionali, con falda idri- pianure costiere, da 0 a 1200 m s.l.m. Suoli: a) suoli
ca poco profonda e poco accumulo di sostanza orga- sottili su calcare; b) suoli con proprietà vertiche e ri-
nica; b) suoli decarbonatati, ricchi di ossidi di ferro, organizzazione dei carbonati; c) suoli alluvionali; d)
con accumulo di argilla nel profilo. suoli con caratteri più o meno espressi derivati da
14. (61.3) Colline dell’Italia centrale e meridionale materiali vulcanici; e) suoli di terrazzamenti.
su sedimenti pliocenici e pleistocenici 21. (72.3) Gargano
GEOLOGIA: sedimenti marini pliocenici e pleistoce- GEOLOGIA: calcari, calcari marnosi del Mesozoico e
nici e alluvioni oloceniche. Morfologia: versanti e depositi residuali. Morfologia: versanti e ripiani con
valli incluse, da 50 a 600 m s.l.m. Suoli: a) suoli più depressioni, da 50 a 800 m s.l.m. Suoli: a) suoli ricchi
o meno erosi e con riorganizzazione di carbonati; b) in ossidi di ferro e accumulo di argilla in profondità.
suoli con accumulo di argilla; c) suoli con proprietà 22. (62.1) Tavoliere e piane di Metaponto, del taran-
vertiche; d) suoli alluvionali. tino e del brindisino
15. (60.4) Dorsali antiappenniniche toscane GEOLOGIA: depositi alluvionali e marini in prevalenza
GEOLOGIA: rocce metamorfiche (marmi, scisti, quarzi- argillosi e franchi del Quaternario, con travertini.
ti), calcari, marne e arenarie, rocce ignee del Quater- Morfologia: pianeggiante, da 0 a 200 m s.l.m. Suoli
nario. Morfologia: versanti e scarpate, da 150 a 1300 principali: a) suoli con proprietà vertiche e carbonati
m s.l.m. Suoli: a) suoli con struttura pedogenetica riorganizzati; b) suoli alluvionali.
fino in profondità e profilo poco differenziato; b) suoli 23. (72.2) Murge e Salento
ricchi in ossidi di ferro con accumulo di argilla; c) suo- GEOLOGIA: calcari e marne del Mesozoico e depositi
li erosi e sottili; d) suoli di terrazzamenti. residuali. Morfologia: ripiani e versanti a debole pen-
16. (60.7) Pianure costiere tirreniche dell’Italia cen- denza, da 0 a 450 m s.l.m. Suoli: a) suoli più o meno
trale e relative colline incluse sottili o erosi; b) suoli con accumulo di ossidi di ferro
GEOLOGIA: depositi alluvionali del Quaternario, con e di argilla e carbonati in profondità; c) suoli ricostru-
inclusioni di rocce metamorfiche del Terziario. Morfo- iti dall’uomo con riporto di terra e macinazione della
logia: pianeggiante, da 0 a 200 m s.l.m. Suoli: a) suoli roccia.
alluvionali, talvolta con falda idrica poco profonda; b) 24. (66.5) Rilievi appenninici calabresi e siciliani su
suoli con accumulo di argilla nel profilo; c) suoli con rocce ignee e metamorfiche
proprietà vertiche più o meno accentuate e carbonati GEOLOGIA: rocce ignee intrusive e metamorfiche. Mor-
riorganizzati. fologia: versanti, più o meno ripidi e ripiani, da 0 a
17. (61.1) Rilievi appenninici e antiappenninici 1500 m s.l.m. Suoli: a) suoli più o meno acidi con ac-
dell’Italia centrale e meridionale su rocce sedimen- cumulo superficiale di sostanza organica; b) suoli sot-
tarie tili ed erosi; c) suoli con accumulo di argilla.
GEOLOGIA: flysch arenaceo-marnoso del Terziario. 25. (62.3) Aree collinari e montane della Calabria e
Morfologia: versanti e valli incluse, da 150 a 1200 m Sicilia con pianure incluse
s.l.m. Suoli: a) suoli sottili e erosi; b) suoli con struttu- GEOLOGIA: rocce calcaree e dolomitiche del Terziario,
ra pedogenetica fino in profondità e profilo poco diffe- e alluvionali del Quaternario. Morfologia: versanti,
renziato; c) suoli con accumulo di argilla. ripiani, scarpate e valli incluse, da 0 a 1500 m s.l.m.
18. (16.4) Appennino centrale su rocce carbonatiche Suoli: a) suoli erosi; b) suoli con accumulo di carbo-
e conche intramontane nati e di sali solubili, suoli con proprietà vertiche; c)
GEOLOGIA: calcari, dolomie e marne del Mesozoico suoli ricchi di ossidi di ferro e con accumulo di argilla;
e del Terziario. Morfologia: versanti e scarpate con d) suoli alluvionali.
piane incluse, da 300 a 2000 m s.l.m. Suoli: a) suoli 26. (66.4) Monte Etna
sottili; b) suoli con struttura pedogenetica fino in pro- GEOLOGIA: rocce vulcaniche effusive del Mesozoico,
fondità e profilo poco differenziato; c) suoli ricchi in Terziario e Quaternario. Morfologia: versanti, da 0 a
ossidi di ferro con accumulo di argilla. 2500 m s.l.m. Suoli: a) suoli con struttura pedogene-
19. (56.1) Aree collinari vulcaniche dell’Italia cen- tica fino in profondità e profilo poco differenziato; b)
trale e meridionale suoli con caratteri derivanti da materiali vulcanici; c)
PRODUZIONI VEGETALI: CONOSCENZE E TECNICHE 17 Introduzione

suoli di terrazzamenti. poco differenziato; c) suoli alluvionali.


27. (67.2) Carso su rocce sedimentarie calcaree 31. (59.1) e 32. (59.8) Aree collinari della Sardegna
GEOLOGIA: calcari, dolomie, flysch, marne e depositi su rocce basiche e sulle effusioni basaltiche e tra-
residuali. Morfologia: in prevalenza ondulato, da 200 chitiche
a 1100 m s.l.m. Suoli: a) suoli più o meno sottili, con GEOLOGIA: differenti rocce sedimentarie dal Triassico
accumulo di sostanza organica superficiale o di argil- e dal Miocene, effusioni basaltiche e trachitiche e in
la e ossidi di ferro in profondità. parte rocce metamorfiche. Morfologia: versanti e ri-
28. (62.2) Aree collinari e pianure costiere siciliane piani, da 0 a 1000 m s.l.m. Suoli: a) suoli sottili; b)
GEOLOGIA: flysch argilloso del Terziario, calcari, arena- suoli con struttura pedogenetica fino in profondità e
rie, gessi. Morfologia: versanti e valli incluse, pianure profilo poco differenziato; c) suoli con proprietà ver-
costiere, da 0 a 650 m s.l.m. Suoli: a) suoli con accu- tiche; suoli con accumulo di argilla e ossidi di ferro, o
mulo di carbonati e di sali solubili, suoli con proprietà carbonati, o sostanza organica.
vertiche; b) suoli erosi; c) suoli con accumulo di argil-
33. (67.4) Rilievi montani e collinari della Sardegna
la e di carbonati; d) suoli alluvionali.
su rocce metamorfiche
29. (59.9) Aree collinari e montane con formazioni
GEOLOGIA: rocce metamorfiche del Paleozoico. Morfo-
calcaree e vulcaniti della Sicilia sud-orientale
logia: versanti e versanti ripidi, da 0 a 1000 m s.l.m.
GEOLOGIA: calcari e calcari dolomitici e rocce vul-
Suoli: a) suoli sottili; b) suoli con struttura pedoge-
caniche. Morfologia: versanti, da 0 a 650 m s.l.m.
Suoli: a) suoli più o meno sottili con accumulo di netica fino in profondità e profilo poco differenziato o
sostanza organica in superficie; b) suoli con strut- con accumulo di materia organica, più o meno acidi.
tura pedogenetica fino in profondità e profilo poco 34. (76.1) Campidano e altre piane del Sulcis e della
differenziato. Sardegna centrale
30. (59.2) Rilievi montani e collinari della Sardegna GEOLOGIA: depositi alluvionali del Quaternario. Mor-
su rocce in prevalenza cristalline acide fologia: pianeggiante, da 0 a 200 m s.l.m. Suoli: a)
GEOLOGIA: rocce ignee intrusive, in parte metamorfi- suoli con accumulo di argilla nel profilo e carbonati
che, calcari del Paleozoico e del Mesozoico, con depo- riorganizzati; b) suoli ricchi in ossidi di ferro; c) suoli
siti alluvionali del Quaternario. Morfologia: versanti, alluvionali; d) suoli con falda idrica poco profonda e
versanti ripidi, scarpate e ripiani, con valli incluse, da accumulo di sali; e) suoli con proprietà vertiche; f)
0 a 1700 m s.l.m. Suoli: a) suoli sottili; b) suoli con suoli sottili con accumulo di sostanza organica super-
struttura pedogenetica fino in profondità e profilo ficiale o di calcare indurito in profondità.
18 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Le Regioni Pedologiche (Soil Regions) presenti in Ita- 5. La quantità di acqua che rimane nel suolo dopo la perco-
lia sono: lazione dell’umidità in eccesso viene indicata come:
a. 32 a. acqua disponibile
b. 34 b. capacità di campo
c. 36 c. punto di avvizzimento

2. Quali proprietà di un suolo influiscono maggiormente 6. Per ottenere buone produzioni i fabbisogni di azoto (N)
sulle colture? per ettaro oscillano mediamente tra:
a. regime idrico e termico a. 50-90 kg/ha
b. limitazioni permanenti b. 90-110 kg/ha
c. pH e calcare c. 120-200 kg/ha

3. La tecnica di preparazione del terreno con tagli verticali 7. Nella classificazione di Hoshimo il clima locale (o topo-
senza rivoltamenti delle zolle si chiama: clima) ha estensione:
a. erpicatura a. orizzontale di alcune decine di km e verticale di 1 km
b. discissura b. orizzontale di 1.000-2.000 km e verticale di 3-4 km
c. aratura c. verticale di circa 12 km

4. I concimi per migliorare le condizioni nutritive e lo stato 8. Le piante che producono semi a partire da ovuli e polli-
fisico del suolo a base di letame, terricciati, deiezioni ne dello stesso soggetto si dicono:
sono detti: a. eterogame
a. organici b. autogame
b. minerali c. allogame
c. terziari

VERO O FALSO
1. I cereali da granella presentano un apparato 5. In Italia, gran parte delle precipitazioni si
1. Il contenuto percentuale di humus nel registrano nel periodo primaverile-estivo. V F
suolo normalmente non supera il 5-10%. V F
6. Il fosforo ha una scarsa mobilità nel terreno in
2. I suoli con moderate limitazioni agricole quanto è trattenuto dal potere assorbente. V F
hanno una ridotta scelta di colture praticabili 7. La quantità di precipitazioni annuali si misu-
o richiedono moderate pratiche di conserva- rano in cm (litri per cm2). V F
zione. V F
8. Nella PAC 2015-2020 è previsto un paga-
3. In Italia i terreni prevalentemente basici si mento ecologico vincolato al rispetto di pra-
trovano sulle alpi e sugli appennini. V F V F
tiche agricole favorevoli a clima e ambiente.
4. È definito titolo di un concime la quantità
(espressa in %) degli elementi fertilizzanti in
esso contenuti. V F

ABBINAMENTI LOGICI

1. Carte dei suoli A. Cambiamenti climatici


2. Terreni a pH basico B. Danno irreversibile
3. Lavorazioni ridotte C. Suoli dominanti
4. Punto di avvizzimento D. Clima caldo e siccitoso
5. Ecosistemi E. Riproduzione
6. Selezione genetica F. Minumum tillage

GRIGLIA 1 ......................... 2 ......................... 3 ......................... 4 ......................... 5 ......................... 6 .........................


Capitolo 1
Colture
cerealicole
APPROFONDIMENTI
1 Geografia produttiva dei cereali
Il settore cerealicolo ha una notevole valenza strategi- Nell’agricoltura italiana i cereali assumono un ruolo
ca considerata la sua primaria importanza nell’alimen- centrale sia in termini di consumo annuo sia per quan-
tazione, la complessa articolazione della filiera, il ruolo to riguarda la domanda dell’industria. Il 56% della su-
e il peso dell’industria e dell’artigianato a valle del si- perficie investita a cereali è concentrata nel Centro-
stema produttivo primario, nonché il carattere agrono- Nord, mentre il 44% è distribuita nel Sud e nelle Isole.
mico-paesaggistico derivante dal carattere estensivo Il frumento duro è diffuso principalmente nell’Italia
delle colture. centro-meridionale e ha un ruolo primario fornendo la
In Italia la cerealicoltura produce prevalentemente fru- materia prima all’industria delle paste alimentari. La
mento (tenero e duro), mais, orzo e riso. A differenza “filiera pane” e la “filiera pasta” rappresentano due
del grano tenero, che è coltivato ovunque nel mondo ambiti nei quali l’agricoltura italiana può valorizzare le
(a eccezione delle aree tropicali), il grano duro è col- proprie risorse produttive. Il frumento tenero è, dopo il
tivato principalmente in tre bacini: Mediterraneo, nei mais, il cereale più diffuso al mondo ed è presente in tutti
Northern Plains tra Stati Uniti d’America e Canada, e i continenti. Negli ultimi anni la produzione mondiale di
nelle aree deserte del Sud-Est degli Stati Uniti e del frumento tenero si è assestata tra 650 e 750 milioni di
Nord del Messico. Vi sono, inoltre, aree di minore im- tonnellate, pari al 35% circa della produzione cerealicola
portanza nelle quali è coltivato il grano duro: tra Russia mondiale. L’Unione Europea esporta complessivamente
e Kazakhstan e in Argentina, India e Australia. circa 26 milioni di tonnellate di grano tenero.

Superficie (ha) e produzione (q) italiana di frumento, segale, orzo, avena

Dati ISTAT: (a) dati 2018; (b) mese di rilevazione ottobre 2018; (c) mese di rilevazione dicembre 2018 (d) r = valore rilevato, s = valore
imputato, t = totale.
20 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Dettaglio regionale relativo a superficie (ha) e produzione (q) italiana di frumento, segale, orzo, avena

Dati ISTAT: (a) dati 2018; (b) mese di


rilevazione ottobre 2018; (c) mese di ri-
levazione dicembre 2018 (d) r = valore
rilevato, s = valore imputato, t = totale.

Superficie (ha) e produzione (q) italiana di riso, mais, sorgo e altri cereali

Dati ISTAT: (a) dati 2018 provvisori per riso; (b) Mese di rilevazione aprile 2018; (c) Mese di rilevazione novembre 2018; (d) Mese di rileva-
zione dicembre 2018; (e) r = valore rilevato, s = valore imputato, t = totale.
COLTURE CEREALICOLE 21 Capitolo 1

Dettaglio regionale relativo a superficie (ha) La produzione nazionale di frumen-


to tenero, che nei primi anni ‘70 era
e produzione (q) italiana di riso, mais, sorgo e altri cereali
compresa tra 7 e 9 milioni di tonnel-
late, ha registrato successivamente
una notevole flessione, dovuta alla
riduzione delle superfici coltivate che
sono passate dai 3 milioni di ettari de-
gli anni ‘60 a circa 0,6 milioni di ettari.
Anche la superficie nazionale dedica-
ta coltivazione dell’orzo si è contratta
nel corso degli anni. Il mais è il cereale
di maggiore interesse per l'agricoltura
italiana considerata l'elevata poten-
zialità produttiva della coltura e l'alto
valore nutritivo del foraggio La maidi-
coltura praticata prevalentemente ne-
gli areali a elevato potenziale irriguo
è concentrata per il 90% in 5 regioni
del Nord-Italia: Veneto, Lombardia,
Piemonte, Emilia Romagna e Friuli
Venezia Giulia. La filiera “maidicola/
zootecnica”, data la sua articolazio-
ne trasversale a più settori e la sua
ampiezza operativa, rappresenta un
elemento costitutivo essenziale della
nostra alimentazione.
L’Italia è il principale produttore di
riso dell’Unione Europea con il 50%
della superficie collocata prevalente-
mente in Piemonte e il 43,2% in Lom-
bardia. Caratteristica del territorio
piemontese è la coltura del riso, spe-
cie a Vercelli e Novara, grazie a un si-
stema di irrigazione ampio e capillare.
In Lombardia, la Lomellina è la zona
specializzata per il riso. I cereali mino-
ri raggruppano diverse specie, tra cui
le principali sono: orzo, avena, segale,
farro, triticale, sorgo, grano saraceno.
Nonostante a livello nazionale la su-
perficie complessiva occupata da que-
ste colture sia esigua, esse assumono
un notevole ruolo nelle aree marginali
e in sostituzione di altre specie nel-
le fasi di rotazione del terreno. Fra i
cereali minori solo l’avena, il sorgo e
la segale rivestono importanza per la
cerealicoltura italiana.
La coltura dell’avena negli ultimi de-
cenni ha subito una drastica ridu-
zione, soppiantata dalla coltivazione
dell’orzo, del mais e del frumento.
Negli ultimi anni si è manifestato un
certo interesse per il farro (Triticum
monococcum, T. dicoccum e T. Spelta)
Dati ISTAT: (a) dati 2018 provvisori per riso; (b) Mese di rilevazione aprile 2018; (c) considerato una specie tradizionale e
Mese di rilevazione novembre 2018; (d) Mese di rilevazione dicembre 2018; (e) r quindi con notevole valenza ecologica,
= valore rilevato, s = valore imputato, t = totale.
soprattutto per le aziende biologiche.
22 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

2 Caratteristiche qualitative delle varietà di frumento duro


Caratteristiche qualitative delle diverse varietà vate per regione (media varietale dei campioni
di frumento duro in coltivazione ordinaria rile- analizzati).
Varietà Proteine Peso Peso 1000 Varietà Proteine Peso Peso 1000
media per granella ettolitrico semi (g) media per granella ettolitrico semi (g)
regione (% s.s.) (kg/hL) regione (% s.s.) (kg/hL)
Toscana 13,0 81,4 48,7 Marche 13,7 77,4 47,6
Anco Marzio 12,5 81,1 43,4 Achille 1398 80,6 43,0
Claudio 13,8 78,8 48,5
Cirillo 13,2 83,8 49,5 Duilio 12,9 77,6 50,1
Claudio 13,7 81,2 49,3 Iride 13,6 76,3 45,2
Latinur 13,1 80,8 52,5
Colosseo 12,9 80,1 54,4
Levante 13,7 76,7 44
Creso 13,4 81,9 53,2 Orobel 13,1 77,5 51,3
Rusticano 13,8 78,5 46,5
Duilio 13,7 79,3 48,3
San Carlo 13,8 78,5 54,7
Dylan 12,8 81,2 50,7 Saragolla 13,2 74,4 43,7
Giemme 13,3 81,4 53,0 Svevo 15,1 76,9 - 46,4

Iride 12,0 80,5 45,4 Varietà Proteine Peso Peso 1000


media per granella ettolitrico semi (g)
Latinur 13,8 83,2 51,7 regione (% s.s.) (kg/hL)
Levante 13,2 81,8 45,314 Molise 12,3 80,7 42,9
Orobel 12,6 82,4 54,0 Claudio 12,8 82,3 42,5
Creso 12,4 81,4 2
San Carlo 14,3 82,2 53,5
Duilio 12,2 8099 42,8
Saragolla 12,4 79,1 46,91
Iride 11,7 79,8 40,7
Svevo 13,3 81,3 45,4 Saragolla 11,8 82,3 40,2
Simeto 12,5 81,0 44,5
Svevo 12,4 80,4 38,5

Varietà Proteine Peso Peso 1000 Varietà Proteine Peso Peso 1000
media per granella ettolitrico semi (g) media per granella ettolitrico semi (g)
regione (% s.s.) (kg/hL) regione (% s.s.) (kg/hL)
Sardegna 11,7 80,8 39,9 Puglia 11,9 812 42,6
Borello 12,1 78,0 37,1 Anco Marzio 11,9 83,3 36,8
Colosseo 11,4 82,3 40,8 Ciccio 11,4 81,5 43,0
Claudio 13,8 85,7 44,0
Iride 11,3 82,0 40,3
Duilio 14,6 79,9 38,9
Karalis 12,1 81,2 39,7 Grecele 13,0 81,5 39,1
Latinur 12,1 79,6 38,0 Iride 11,7 81,3 39,8
Rusticano 11,1 82,7 40,9 Quadrato 12,8 78,6 45,3
Saragolla 11,4 78,9 34,3 Simeto 11,0 80,4 44,3
Basilicata 12,4 19,6 40,4
Simeto 13,5 81,3 47,7
Anco Marzio 12,2 82,9 37,4
Sicilia 11,6 81,5 40,7
Cappelli 13,8 79,5 45,5
Appio 1134 82,4 39,8 Ciccio 11,8 80,6 41,4
Ciccio 10,5 81,7 38,2 Claudio 11,7 83,7 43,1
Creso 12,0 85,9 46,5 Duilio 12,5 72,8 38,1
Duilio 12,0 81,5 41,6 Iride 12,0 80,5 37;1
Latinur 11,5 83,1 38,5
Iride 11,8 81,8 35,5
Saragolla 10,8 81,7 42!1
Rusticano 11,8 81,2 37,8
Simeto 12,5 78,7 42,2
Simeto 11,7 80,9 42,9 i Vinci 13,0 75,8 38,7
COLTURE CEREALICOLE 23 Capitolo 1

3 Glutine e celiachia
Sempre più persone soffrono di disturbi legati al con- nera soprattutto disturbi intestinali: diarrea, vomito,
sumo di grano: difficoltà digestive, gonfiori e coliche. inappetenza, gonfiore addominale e può determinare
Responsabili di questo sono le gliadine e le glutenine carenze di ferro e vitamine.
che contengono la maggior parte delle proteine e sono Negli adulti la malattia può presentarsi con astenia
fonte di allergia o intolleranza alimentare al grano. Il o con sintomi apparentemente extraintestinali come
glutine risulta infatti difficile da digerire e comporta osteoporosi e anemia. L’innesco dell’intolleranza al
così l’insorgenza dei disturbi. glutine necessita di elementi sia esogeni (il glutine)
La celiachia, detta anche malattia di Herter, è una che endogeni (controllo genetico). Il glutine è presen-
affezione cronica dell’intestino tenue, caratterizza- te in numerosi cereali, tra cui il grano e comprende
ta da malassorbimento e dovuta a una intolleranza una famiglia di proteine vegetali, le prolammine, con-
al glutine la cui ingestione è assolutamente vietata. tenute nel frumento (gliadine), nell’orzo (ordeine), e
Gli alimenti con glutine causano infatti una reazio- nella segale (secaline). La tossicità delle prolammine
ne autoimmunitaria che danneggia gravemente la presenti nell’avena (avenine), non è stata provata in
mucosa dell’intestino tenue, provoca l’atrofia dei villi modo definitivo. Riso e mais, in quanto privi di glu-
intestinali e impedisce l’assorbimento delle sostanze tine, vengono utilizzati nelle diete dei pazienti con
nutritive. malattia celiaca.
La malattia colpisce più le donne che gli uomini, può Il controllo genetico di questa malattia, i cui sintomi
manifestarsi a qualsiasi età, anche se la maggio- clinici possono essere molto variabili, è indicato dal
re incidenza si ha durante la prima infanzia e nella fatto che l’8-10% dei familiari delle persone con ma-
donna attorno ai 35 anni, dopo la prima o la seconda lattia celiaca è affetto da questa patologia. Una dieta
gravidanza. Nei bambini l’intolleranza al glutine ge- alimentare senza glutine è l’unica terapia.

a c

1.1 a) Nei soggetti celiaci l’in-


tolleranza al glutine si manifesta
con un’ alterata risposta autoim-
munitaria che scatena un attacco
a livello della mucosa dell’intestino
tenue che provoca uno stato in-
fiammatorio persistente e che nel
tempo conduce all’atrofia, cioè
all’appiattimento dei villi intesti-
nali che compromette il completo
assorbimento delle sostanze nu-
tritive. (b) Dati sulla diffusione
della celiachia e tipologie di cibi
permessi e vietati. (c) Logo del cibo
senza glutine.
24 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. I cereali da granella più coltivati in Italia apparten- 5. La spighetta del frumento è costituita da un breve asse
gono alla famiglia delle: (sul quale sono inserite le glume e 3-8 fiori) chiamato:
a. ortive a. lemma
b. graminacee b. pannocchia
c. leguminose c. rachilla

2. L’endosperma dei cereali è avvolto da: 6. Il peso ettolitrico del frutto di 1.000 semi di avena oscil-
a. strato aleuronico la tra:
b. solco ventrale a. 5-20 g
c. glumelle b. 20-45 g
c. 45-60 g
3. Come si chiama la fase di fuoriuscita della spiga dall’ul-
tima guaina fogliare con estroflessione delle antere dal- 7. L’orzo caratterizzato da sei file di cariossidi (di cui quat-
le glumette? tro riunite in due coppie) appartiene alla specie:
a. erpicatura a. Hordeum tetrasticum
a. allegagione b. Hordeum vulgare
b. maturazione c. Hordeum disticum
c. fioritura
8. Il mais raggiunge la fase di maturazione cerosa quante
4. Il sottogruppo (macrotermico) dei cereali con coltivazio- settimane dopo la maturazione lattea?
ne in primavera-estate è formato dalle sottofamiglie: a. 1-2
a. Hordeae e Aveneae b. 3-4
b. Maydeae e Oryzeae c. 5-6
c. Graminaceae e Poaceae

VERO O FALSO
1. L’organo riproduttivo dei cereali è la carios- 6. L’infiorescenza di orzo dei tipi esastici ha fer-
side (frutto secco indeiscente). V F tile solo il fiore delle spighette centrali e la
2. La germinazione inizia con basso tenore di spiga matura è composta solto da quattro file
di cariossidi. V F
umidità della cariosside e con la fuoriuscita
prima della piumetta e, poi, della radichetta 7. L’ottimizzazione della resa in granella della
primaria. V F segale si attua con un investimento di 400-
450 semi germinabili/m2. V F
3. Alcune varietà di cereali producono cariossidi
nude nelle quali è assente l’endosperma. V F 8. Nel riso, quando l’infiorescenza comple-
4. I frumenti poliploidi derivano da incrocio tra tamente formata è racchiusa nella guaina
specie diverse di frumento, con successivo dell’ultima foglia, si ha la fase di accesti-
V F mento. V F
raddoppiamento cromosomico.
5. Per ottenere buone produzioni di avena è ne-
cessario realizzare un investimento pari a 150-
250 semi per m² e il seme necessita di concia. V F

ABBINAMENTI LOGICI
1. Cereali da granella A. Infiorescenza
2. Spighette B. Farro piccolo vestito
3. Cariosside C. Graminacee
4. Frumento diploide D. Frutto
5. Decorticatura E. Glume e glumelle
6. Pannocchia F. Pennacchio

GRIGLIA 1 ......................... 2 ......................... 3 ......................... 4 ......................... 5 ......................... 6 .........................


Capitolo 2
Leguminose
da granella
APPROFONDIMENTI
1 Le leguminose attive
Le coltivazioni di leguminose consentono di effet- sia per le specie coltivate e i modi di utilizzo del pro-
tuare un ordinamento agronomico e produttivo assai dotto (Fig. 2.1). Attualmente, nei paesi industrializzati
razionale e di notevole importanza dal punto di vista i legumi costituiscono il 20-25% della dieta, mentre in
della sostenibilità ambientale. La Riforma della PAC quelli in via di sviluppo il 75%. Nel periodo 2010-2015
2014-2020 ha incentivato la coltivazione delle legu- il consumo medio di legumi secchi per persona all’an-
minose grazie alla concessione di aiuti accoppiati e no è stato pari a circa 1,5/2,0 kg.
all’applicazione del greening per quanto riguarda le Per quanto riguarda la produzione mondiale di granel-
problematiche ecologiche. Negli ultimi decenni, l’im- la secca di legumi occorre precisare che è dal 2000 in
piego delle leguminose è cambiato notevolmente, sia costante aumento, raggiungendo, nel 2014, 76,8 milio-
per quanto riguarda l’aspetto produttivo-quantitativo ni di tonnellate (Fig. 2.2).
kg/anno

2.1 Consumi pro capite annui in Italia di


frumento, carne e legumi.
Milioni di tonnellate

2.2 Produzione mondiale di le-


gumi da granella.
26 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Circa il 40 % della produzione mondiale di legumi ONU, FAO e Unione Europea hanno incentivato la
proviene da: India, Canada, Myanmar, Brasile e Cina. produzione di legumi, poiché attuali livelli di crescita
L’India è il più grande produttore (16-17 milioni di ton- del settore, in rapporto all’incremento demografico,
nellate) (Fig. 2.3). Il Canada è il secondo produttore non sono adeguati per quanto riguarda le future ne-
(6 milioni t), inoltre risulta essere il primo esportatore cessità alimentari.
mondiale (Fig. 2.4). La produzione di Brasile e Cina Considerato l’aumento della popolazione mondiale, si
è destinata perlopiù al mercato interno. Seguono UE, assisterà in futuro a una elevata crescita della doman-
USA, Australia , Russia, Etiopia, Messico, Tanzania, da di sostanze proteiche da destinare all’alimentazio-
Turchia e Pakistan la cui produzione è compresa tra ne umana.
1,0 e 2,5 milioni t. Occorre sottolineare che USA, Au- Nei Paesi più avanzati le coltivazioni di legumi da gra-
stralia, Unione Europea e Myanmar sono forti espor- nella risulteranno quindi sempre più importanti dal
tatori (Fig. 2.5). punto di vista nutrizionale e agroecologico.

2.3 Ripartizione della MIT/I % Zone di produzione


produzione mondiale di
legumi da granella per Fagioli 31,0 40,4 Il 40% della produzione è realizzata in India, Brasile, Myanmar e USA
specie e zone di produ- Piselli 16,2 11,1 Il 50% della produzione è realizzata in Canada, Cina, Rissia, Australia e
zione. USA
Ceci 14,2 18,5 Il 70% della produzione è realizzata in India
Lenticchie 4,9 6,4 Il 77% della produzione è realizzata in Canada, India, Australia e
Turchia
Fave 4,3 5,5
Lupini 1,0 1,3
Altri legumi 5,2 6,8
Totale mondo 76,8 100

2.4 Paesi esportatori 2013 2014 %


di legumi da granella (va-
lori espressi in tonnellate). Canada 4.989.808 5.755.226 43.6
Australia 1.401.668 1.416.987 10,7
USA 1.199.029 1.432.822 10,8
Myanmar 977.228 1.076.741 8,2
UE a 28 1.014.667 1.035.289 7,8
Russia 528.149 632.949 4,8
Cina 841.814 546.714 4,1
Argentina 211.407 355.502 2,7
Messico 147.643 248.959 1,9
India 376.571 238.472 1,8
Turchia 233.003 238.108 1,8
Egitto 107.579 229.391 1,7
Totale (*) 12.028.566 13.207.160 100,0

* Il totale si riferisce ai Paesi elencati e non alle esportazioni mondiali complessive.


LEGUMINOSE DA GRANELLA 27 Capitolo 2

Fagioli Piselli secchi Lenticchie Ceci Altri legumi Totale Fave Lupini
secchi secchi Broad Totale
Beans dry Peas dry Lentils Chickpeas Pulses, nes beans, horse Lupins Mondo
beans, dry
t % t % t % t % t % t % t t t
India 4.110.000 13,3 600.000 3,7 1.100.000 22,5 9.880.000 69,4 1.000.000 19,4 16.690.000 23,4
Canada 273.200 0,9 3.444.800 21,3 1.987.000 40,7 123.000 0,9 - - 5.828.000 8,2
Myanmar 3.737.320 12,1 70.550 0,4 1.000 0,0 492.300 3,5 - - 4.301.170 6,0
Brasile 3.294.586 10,6 3.692 0,0 - - - - - - 3.298.278 4,6
Cina 1.035.000 3,3 1.575.000 9,7 153.000 3,1 10.500 0,1 121.000 2,3 2.894.500 4,1
UE a 28 230.584 0,7 1.379.792 8,5 73.905 1,5 45.407 0,3 728.659 14,1 2.458.347 3,4
USA 1.324.760 4,3 778.140 4,8 152.720 3,1 127.369 0,9 - - 2.382.989 3,3
Australia 52.630 0,2 292.790 1,8 348.080 7,1 817.200 5,7 650.000 12,6 2.160.700 3,0
Russia 7.078 0,0 1.502.845 9,3 20,204 0,4 120.000 0,8 453.653 8,8 2.103.780 2,9
Etiopia 513.725 1,7 342.637 2,1 137.354 2,8 458.682 3,2 71.350 1,4 1.523.748 2,1
Messico 1.273.957 4,1 2.962 0,0 8.556 0,2 171.665 1,2 260 0,0 1.457.400 2,0
Tanzania 1.025.930 3,3 - - 129.730 2,7 99.520 0,7 126.860 2,5 1.382.040 1,9
Turchia 215.000 0,7 2.987 0,0 345.000 7,1 450.000 3,2 3.515 0,1 1.016.502 1,4
Pakistan 107.600 0,3 30.100 0,2 8.600 0,2 750.000 5,3 136.000 2,6 1.032.300 1,4
Altri Paesi 13.768.986 44,5 6.164.580 38,1 420.122 8,6 693.367 4,9 1.860.263 36,1 22.907.318 32,1
Totale mondo 30.970.356 100 16.190.875 100 4.885.271 100 14.239.010 100 5.151.56 100 71.437.072 100 4.342.465 981.481 76.761.018

2.5 Produzione mondiale di legumi secchi da granella (valori espressi in t = tonnellate) (Dati FAO, 2014).

Fagioli secchi Piselli secchi Lenticchie Ceci Altri legumi Totale


Beans dry Peas dry Lentils Chickpeas Pulses, nes
t % t % t % t % t % t %
Austria - - 17.435 1,3 - - - - 7.643 1,0 25.078 1,0
Belgio 800 0,3 1.330 0,1 - - - - - - 2.130 0,1
Bulgaria 954 0,4 1.531 0,1 220 0,3 633 1,4 190 0,0 3.528 0,1
Croazia 1.329 0,6 579 0,0 83 0,1 - - - - 1.991 0,1
Cipro 194 0,1 133 0,0 11 0,0 93 0,2 - - 431 0,0
R. Ceca - - 42.748 3,1 - - - - 11.049 1,5 53.797 2,2
Danimarca - - 17.000 1,2 - - - - 16.200 2,2 33.200 1,4
Estonia 532 0,2 34.183 2,5 - - - - - - 34.715 1,4
Francia 7.500 3,3 512.094 37,1 23.000 31,1 - - 6.000 0,8 548.594 22,3
Germania - - 155.300 11,3 - - - - 8.050 1,1 163.350 6,6
Grecia 21.510 9,3 690 0,1 7.750 10,5 3.570 7,9 3.130 0,4 36.650 1,5
Ungheria 1.530 0,7 46.190 3,3 1 0,0 90 0,2 2.100 0,3 49.911 2,0
Irlanda 17.600 7,6 3.000 0,2 - - - - - - 20.600 0,8
Italia 11.049 4,8 23.044 1,7 1.873 2,5 13.072 28,8 4.610 0,6 53.648 2,2
Lettonia 23.600 10,2 8.900 0,6 - - - - 50 0,0 32.550 1,3
Lituania 62.500 27,1 101.100 7,3 - - - - 29.900 4,1 193.500 7,9
Luxemburg 300 0,1 750 0,1 - - - - 32 0,0 1.082 0,0
Malta 370 0,2 - - - - - - - - 370 0,0
Paesi Bassi 5.760 2,5 3.170 0,3 - - - - - - 9.470 0,4
Polonia 38.042 16,5 44.421 3,2 - - - - 309.086 42.4 391.549 15,9
Portogallo 2.350 1,0 - - - - 530 1,2 - - 2.880 0,1
Romania 19.748 8,6 50.838 3,7 - - 179 0,4 598 0,1 71.363 2,9
Slovacchia 115 0,0 12.074 0,9 57 0,1 240 0,5 1.278 0,2 13.764 0,6
Slovenia 761 0,3 542 0,0 - - - - 213 0,0 1.516 0,1
Spagna 13.100 5,7 113.500 8,2 41.000 55,4 27.000 59,5 41.000 5,6 235.600 9,6
Svezia 940 0,4 46.500 3,4 - - - - - - 47.440 1,9
Finlandia - - 14.200 1,0 - - - - - - 14.200 0,6
Regno Unito - - 128.000 9,3 - - - - 287.530 39,5 415.530 16,9
TOT UE a 28 230.584 100 1.379.792 100 73.995 100 45.407 100 728.659 100 2.458.347 100
2.6 Produzione di legumi secchi nell’Unione Europea (valori espressi in tonnellate) (Dati FAO, 2014).
28 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Anno Fagioli Piselli Lenticchie Ceci Fave da Altri Totale 2006 = 100
granella* legumi
2006 13.060 42.676 1189 6170 82.600 - 145.695 100,0
2007 11.378 41.750 1320 6290 92.970 - 153.707 105,5
2008 12.057 28.110 1320 6250 106.500 - 154.237 105,9
2009 11.844 28.656 1457 7707 85.900 - 135.654 93,1
2010 13.181 30.872 1695 9143 104.240 - 159.132 109,2
2011 11.837 27.295 1944 8446 82.460 - 131.982 90,6
2012 11.809 23.985 1842 11.219 95.990 - 144.845 99.4
2013 11.804 21.445 2040 12.076 77.940 - 125.305 86,0
2014 11.049 23.044 1873 13.072 74.730 - 123.767 84,9
2015 12.215 26.240 2484 16.761 89.280 - 146.981 100,9
* Circa il 93% della produzione delle fave da granella è destinato a usi zootecnici.
2.7 Produzione di legumi secchi in Italia (valori espressi in tonnellate).

Popolazione mondiale Produzione di legumi Produzione


Dati FAO da granella media pro capite
di granella
Milioni 2000 = 100 t 2000 = 100 kg/anno x 2000 = 100
abitante
2000 6.070 100 54.575.112 100 9,0 100
2001 6.204 102 54.824.588 100 8,8 98
2002 6.286 104 57.082.319 105 9,1 101
2003 6.361 105 58.155.348 107 9,1 102
2004 6.440 106 58.636.731 107 9,1 101
2005 6.520 107 60.262.563 110 9,2 103
2006 6.600 109 59.844.043 110 9,1 101
2007 6.682 110 60.852.249 112 9,1 181
2008 6.764 111 61.811.135 113 9,1 102
2009 6.846. 113 63..375.119 116 9,3 103
2010 6.930 114 69.892.502 128 10,1 112
2.8 I livelli di crescita del 2011 6.999 115 68.325.300 125 9.8 109
settore, in rapporto all’incre- 2012 7.069 116 74.159.319 136 10,5 117
mento demografico, dimo-
2013 7.140 118 76.370.948 140 10,7 119
strano la necessità di incre-
mentare la produzione di 2014 7.211 119 76.761.018 141 10,6 118
leguminose per adeguarsi Stima
alle necessità alimentari
2025 8.045 133 85.000.000 156 10,6 118
della popolazione mondiale
in costante aumento. 2050 10.317 170 110.000.000 202 10,7 119
LEGUMINOSE DA GRANELLA 29 Capitolo 2

2 Le leguminose attive per l’alimentazione umana


Nel mondo vegetale le leguminose quali, fagioli, ceci, In passato, i legumi hanno rappresentato, per alcune
lenticchie, piselli, fave, soia, ma anche cicerchie, lupini popolazioni, l’unica alternativa alla carne, ed è inte-
e arachidi, possiedono caratteristiche esclusive e prezio- ressante notare che tra questi popoli le patologie car-
se, tanto da svolgere oggi un ruolo attivo e molto impor- diovascolari e il cancro non avevano un’incidenza rile-
tante nella piramide alimentare mediterranea: vante come nei Paesi più ricchi e “carnivori”.
1. non affaticano il fegato, le proteine vegetali sono Le leguminose (i semi secchi) appartengono alla fami-
infatti più leggere da assimilare rispetto a quelle ani- glia delle Papilionacee e si distinguono in base al loro
mali; contenuto proteico: contengono circa il 20% di protei-
2. contribuiscono efficacemente a ridurre il colestero- ne di medio-buon valore biologico, ciò significa che
lo, le fibre e i sali presenti nei legumi liberano il san- forniscono all’uomo quasi tutti gli amminoacidi essen-
gue dall’eccesso di grassi; ziali; risultano invece un po’ carenti di metionina e di
3. evitano la stipsi grazie alla cellulosa che contengono cisteina, gli amminoacidi solforati che, invece, abbon-
e favoriscono l’espulsione delle scorie tramite le feci. dano nei cereali. Se si uniscono legumi e cereali nello
stesso pasto (ad esempio pasta e fagioli, pasta e ceci,
Apporti Lenticchie Carne manzo risi e bisi, ecc.), si ottiene un apporto di proteine vege-
nutrizionali (400 g) (100 g) tali il cui valore biologico è paragonabile a quello delle
Proteine 36 g 32 g proteine animali. Questo tipo di abbinamenti alimen-
tari fino al dopoguerra è stato caratteristico dei piatti
Calcio 74 mg 17 mg
tradizionali della cucina mediterranea, in particolare
Ferro 13 mg 2,7 mg dell’alimentazione contadina, tanto da far guadagnare
Magnesio 71 mg 21 mg ai legumi l’appellativo di “carne dei poveri”. E, forse,
Potassio 1460 mg 254 mg è stato proprio per questo appellativo dispregiativo,
Vitamina A 31 mg 0 che dagli anni ‘50 del secolo scorso in poi i consumi
Vitamina C 6 mg 0 di questi preziosi semi hanno subito un notevole calo,
soppiantati dalla fettina di carne (Fig. 2.9).
Fibre 31 g 0
Negli ultimi decenni, l’aumento delle malattie del
2.9 Schema del diverso apporto nutrizionale di lenticchie e benessere come l’obesità, il diabete, le malattie car-
carne. diovascolari, l’ipertensione, per citarne solo alcune,

LEGUMI: CONTENUTI NUTRIZIONALI

2.10 Caratteri-
stiche e proprietà
nutrizionali dei le-
gumi. Il contenuto
in proteine, grassi
e carboidrati dei le-
gumi secchi è circa
doppio rispetto a
quelli freschi (a
causa della minore
percentuale di ac-
qua contenuta) essi
sono però più ricchi
di vitamine e sali
minerali. Il peso
dei legumi secchi
aumenta di circa 3
volte con la cottura.
30 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

hanno portato i ricercatori a effettuare studi che han- da legumi, frutta e verdure si può ottenere la riduzio-
no permesso di restituire ai legumi un ruolo di primo ne della concentrazione di colesterolo LDL.
piano nella alimentazione umana, convalidando scien- Relativamente all’osteoporosi, uno studio recente ha
tificamente ciò che la saggezza contadina aveva da dimostrato che una dieta con un più elevato rapporto
tempo intuito. di proteine animali rispetto a quelle vegetali, determi-
I vantaggi dell’utilizzo di proteine vegetali al posto na un maggiore tasso di perdita dell’osso e un mag-
di quelle animali risiedono innanzitutto nel fatto che giore rischio di fratture. Di recente, i legumi sono stati
non contengono grassi saturi e colesterolo, presenti rivalutati anche nella dieta dei pazienti diabetico: per
invece nelle proteine animali come carne e latticini. il loro basso indice glicemico, insieme ai cereali inte-
Molte ricerche epidemiologiche che hanno inoltre di- grali e alle verdure assicurano un apporto adeguato
mostrato che un aumento del consumo di acidi gras- di micronutrienti, tengono sotto controllo l’aumento
si saturi si associa spesso a un aumento significativo della trigliceridemia, facilitano la perdita di peso e
della mortalità per problemi cardiovascolari; gli acidi permettono un controllo glicemico ottimale a lungo
grassi monoinsaturi presenti nell’olio di oliva e gli aci- termine.
di grassi polinsaturi omega-6 dei legumi esercitano al Tra gli altri nutritivi dei legumi ci sono anche acidi
contrario un effetto protettivo. grassi essenziali, vitamine (soprattutto del gruppo B,
L’elevato contenuto glucidico conferisce ai legumi un utili alla salute dei tessuti), sali minerali e oligoele-
buon potere energetico. Ad eccezione della soia (ricca menti, tra cui fosforo (prezioso per il sistema nervoso),
dei preziosi polinsaturi), i legumi sono poveri di grassi calcio (necessario alla salute delle ossa) e in percen-
e, quindi, particolarmente indicati nelle diete ipolipi- tuali minori ferro e rame, che rigenerano sangue e
diche (Fig. 2.10). L’elevato contenuto in fibre li rende, metabolismo cellulare. I legumi sono alimenti molto
inoltre, alimenti sazianti e contribuisce a prevenire energetici, soprattutto nella versione secca (300 calo-
patologie quali diverticolosi del colon, stitichezza, so- rie per 100 g di prodotto). Nella versione fresca hanno
vrappeso, malattie coronariche, aterosclerosi, diabete, meno calorie (perché contengono più acqua): tra quel-
obesità, tumori dell’intestino e calcolosi della cistifel- li meno calorici ci sono le fave (35 Kcal/hg) e i piselli
lea. (75 Kcal/hg); i ceci invece valgono 100 Kcal/hg l’etto
I legumi sono tra gli alimenti vegetali più ricchi di (Fig. 2.11).
calcio. Il contenuto in vitamina B1, ferro e potassio è
apprezzabile; tuttavia una certa quantità di minerali I ceci
viene neutralizzata dall’abbondante presenza di fitati, Tra i legumi i ceci sono quelli più calorici: contengono
sostanze “antinutrizionali” che ne riducono l’assorbi- il 6% di grassi (mentre fagioli, piselli e lenticchie solo
mento. il 2%) e carboidrati (55%). Oltre a essere ricchi di ami-
Al contrario delle proteine animali, quelle dei legu- do, vitamine e acidi grassi (acido linoleico), i ceci con-
mi contengono fibra, sia insolubile (nella buccia) che tengono anche le saponine, delle sostanze che aiuta-
solubile. Le fibre solubili sono attive nel trattamento no a eliminare trigliceridi e colesterolo dall’intestino.
delle iperlipidemie, poiché nell’intestino formano una Hanno una buona percentuale di cellulosa, ma devono
sorta di gel che rallenta il tempo di svuotamento ga- essere consumati con attenzione dalle persone che
strico e riduce l’assorbimento di colesterolo e di acidi soffrono di patologie gastrointestinali. Così come per
biliari. Dunque, con una dieta ad alto contenuto di fi- tutti gli altri legumi, i ceci sono più digeribili se privati
bre, circa 35-40 g al giorno, composta principalmente dell’involucro che li avvolge (Fig. 2.12).

2.11 Vari tipi di legumi. 2.12 Ceci decorticati.


LEGUMINOSE DA GRANELLA 31 Capitolo 2

I fagioli stata). La quantità consigliata giornaliera di soia per


Questi legumi hanno un contenuto più basso di pro- sfruttarne l’effetto antitumorale è di 50 g. Gli azuki
teine e per assimilarne al meglio i nutrienti vanno si trovano facilmente nei negozi di alimentazione na-
consumati insieme a riso o pasta integrali (Fig. 2.13). turale. Attenzione però: la maggioranza della soia in
Con questo abbinamento, infatti, si ottiene un apporto commercio è transgenica; bisogna accertarsi che non
proteico e di amminoacidi ottimale. Attenzione anche si tratti di soia modificata geneticamente.
alla qualità che si sceglie: i fagioli migliori sono quelli
toscani (zolfini, toscanelli e coco), quelli del Nord Ita- Le fave
lia (i più conosciuti sono i Lamon) e tra quelli esteri i Le fave si possono consumare secche, fresche oppure
migliori sono i Lima. Studi recenti hanno rivelato che arrostite tagliandole a metà. Se private del tegumento
il consumo abituale di questo legume migliora la pres- non necessitano di ammollo e se ne ricava una purea
sione e riduce il peso. dolciastra, da abbinare a verdure amare (Fig. 2.15). Se
le consumiamo secche bisogna lasciarle in ammollo
La soia come per i ceci e i fagioli. Le loro proteine sono un va-
È la leguminosa più versatile e dalla quale si ottiene lido sostituto di quelle animali e, in più, mantengono
la maggiore serie di prodotti alimentari e di derivati attivo l’intestino.
industriali: olio, latte, formaggio o tofu, hamburger,
granulati proteici o bistecche disidratate da ricostitui- Le lenticchie
re in acqua o brodo vegetale. Le lenticchie sono ricche di zucchero, proteine, ferro
Il consumo della soia nei Paesi occidentali è recente, e rame. Sono i legumi più digeribili e antiossidanti. Si
ma ha da subito risolto alcuni problemi legati soprat- possono acquistare secche (e allora vanno messe in
tutto alle allergie alle proteine del latte dei neonati e ammollo una notte) o in barattolo: prima di cucinarle
alle intolleranze al lattosio. bisogna lavarle sotto il getto dell’acqua.
La soia è inoltre uno dei cibi con la più alta concentra- Tra le qualità più pregiate si segnalano le lenticchie di
zione di isoflavoni e fitoestrogeni che regolano la pro- Castelluccio, piccole e saporite, la qualità rossa, detta
duzione ormonale corporea, e che potrebbero costitu- “egiziana”, molto diffusa in Oriente, dove viene ven-
ire un’alternativa agli ormoni di sintesi spesso usati duta senza la pellicina, quella verde di Altamura, più
per combattere i problemi legati alla menopausa. grande di quella comune, adatta per preparare con-
I fagioli di soia (azuki) (Fig. 2.14) contengono preziosi torni.
agenti antiossidanti chiamati isoflavoni, in percen- In conclusione, pur riconoscendo alle proteine animali
tuale maggiore rispetto ad altri legumi: si tratta di il merito di assicurare la copertura di tutti gli ammi-
molecole capaci di influenzare i processi legati alla noacidi essenziali, di apportare vitamine come la B12
crescita incontrollata di cellule tumorali, soprattutto (assente nei vegetali) e sali minerali come il ferro e
ormonodipendenti (come nei tumori al seno e alla pro- il calcio in forma facilmente assorbibile dall’organi-

2.14 Azuki, fagioli di soia.

2.13 La pasta e fagioli apporta alla dieta


un’ottima quantità di proteine e, di conseguenza,
di amminoacidi.
32 BRODUZIONI
P ASI AGRONOMICHE
VEGETALI ERBACEE
TERRITORIALI

smo umano e riconoscendo il loro valore nella fase di Per avere la garanzia di consumare legumi, legumi-
accrescimento del bambino o durante la gravidanza, nose e loro derivati senza tracce di sostanze chimiche
appare evidente che le proteine vegetali meritano (ad esempio i solventi usati per l’estrazione dell’olio) e
di occupare uno spazio maggiore nell’alimentazione di OGM è importante l’acquisto di alimenti provenien-
dell’adulto sano. ti da produzioni biologiche controllate.

2.16 Varie tipologie di lenticchie.

2.15 Purea di fave con cicoria.


LEGUMINOSE DA GRANELLA 33 Capitolo 2

Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Il fagiolo è una specie macroterma che per germinare 5. La semina della lenticchia in zone a clima mediterraneo
richiede una temperatura minima di: (quote inferiori a 800-900 m) è:
a. 5 °C a. primaverile
b. 7 °C b. estiva
c. 10 °C c. autunnale

2. Le leguminose sono caratterizzate dall’azotofissazione 6. Come coltura intercalare la semina del fagiolo viene
simbiotica in grado di: eseguita:
a. aumentare la dimensione delle radici a. inizi giugno-fine di luglio
b. migliorare la fertilità dei terreni b. fine luglio-inizi agosto
c. ridurre la capacità irrigua c. fine agosto-inizio settembre

3. La temperatura minima per la fioritura della fava è: 7. Nel fagiolino da mercato fresco l’apporto di azoto stan-
a. 4 °C dard in situazione normale e per una produzione di 9 t/
b. 6 °C ha è di:
c. 8 °C a. 40 kg/ha
b. 50 kg/ha
4. Nel cece la distribuzione dei concimi fosfatici e potassi- c. 60 kg/ha
ci deve essere effettuata:
a. prima della lavorazione principale 8. Le varietà di pisello multipod presentano per ogni nodo
b. prima della fioritura fertile fino a:
c. dopo la semina a. 5 fiori e 1-2 baccelli
b. 8 fiori e 3-4 baccelli
c. 10 fiori e 4-5 baccelli

VERO O FALSO
1. Il sistema radicale delle leguminose è carat- 5. Le cultivar di lenticchia più apprezzate dal
terizzato da strutture chiamate tubercoli. V F mercato sono quelle a semi grandi. V F

2. Nel pisello la germinazione è ipogea e in 6. Il pH del terreno ideale per il fagiolo è a rea-
seguito all’emergenza i cotiledoni escono zione sub-acida (pH 6-6,5) o neutra (pH 7). V F
dal terreno. V F
7. Le foglie del pisello sono pennate, composte
3. Nella fava con l’incremento del peso dei semi da due o più paia di foglioline, con altre me-
si ha un aumento della precocità di fioritura. V F tamorfosate in cirri. V F

4. In Italia, l’epoca di semina tradizionale del 8. La temperatura massima per la fioritura del
cece è autunno-vernina. V F pisello è 25 °C. V F

ABBINAMENTI LOGICI

1. Batteri azotofissatori A. Racemo


2. Baccello B. Sostanze di riserva
3. Capolino C. Frutto
4. Fecondazione allogama D. Rizobi
5. Cotiledoni E. Temperature minime di
germinazione
6. Specie macroterme
F. Vento o insetti

GRIGLIA 1 ......................... 2 ......................... 3 ......................... 4 ......................... 5 ......................... 6 .........................


Capitolo 3
Piante e colture
agroindustriali
APPROFONDIMENTI
1 Geografia produttiva delle principali
colture agroindustriali
Il girasole è una delle principali colture oleaginose, In Italia la superficie coltivata a soia è più che raddop-
sia in termini di superfici agricole che di impieghi in- piata passando dai 153mila ettari del 2012 ai 318mila
dustriali. Russia ed Ucraina producono oltre la metà del 2017. L’Italia è il primo produttore europeo di soia.
della produzione mondiale di olio di semi di girasole. La coltura del colza si è ampiamente diffusa a livello
Il mercato del girasole alto oleico è in rapida crescita mondiale, particolarmente in Europa, grazie alla pos-
specie in Francia (dove costituisce il 62% delle colti- sibilità di utilizzarne l’olio per la produzione di bio-
vazioni di girasole), in Italia (35%) e in Spagna (14%). diesel.
In Italia la coltura del girasole è concentrata soprattut- Il Canada è uno degli attuali maggiori produttori ed
to nelle regioni del Centro (Toscana, Umbria, Marche esportatori mondiali di colza, mentre in Europa i Paesi
e alto Lazio). La superficie coltivata a girasole è pas- più interessati alla coltivazione sono Germania, Fran-
sata dagli oltre 200mila ettari dei primi anni 2000 ai cia, Polonia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Dani-
110mila ettari del 2017. marca e Svezia.
I più importanti produttori di soia sono Stati Uniti, In tutto il mondo si stima una superficie coltivata a
Brasile, Argentina, Cina e India. L’Europa produce patate di circa 22.199.000 ha. Asia ed Europa sono i
solo il 5% del suo fabbisogno in soia. Il 69% della soia maggiori produttori di patata nel mondo.
che giunge in Europa proviene dagli Stati Uniti, la
quota restante deriva per il 25% dal Brasile, seguito
da Canada, Paraguay e Uruguay con quote comprese
fra l’1 e il 2%.
b

3.1(a) Coltura
estensiva di girasole;
(b) baccelli di soia.
PIANTE E COLTURE AGROINDUSTRIALI 35 Capitolo 3

Germania e Francia producono circa 1/3 della produ- La Sicilia è in testa con oltre 380.000 tonnellate (34% del-
zione totale di patate dell’Unione Europea. la produzione totale italiana), segue Lazio (14%), Cam-
La prima regione per produzione è la Campania, men- pania (12%) e Puglia (11%). Le regioni che si distinguo-
tre l’Emilia Romagna è la prima regione per produzio- no per la maggiore produzione di pomodoro da industria
ne unitaria per ettaro, inoltre la Sicilia è la regione con sono Puglia ed Emilia-Romagna, seguite da Lombardia,
la maggiore superficie coltivata. Campania e Veneto. La produzione di tabacco in foglie
Per quanto riguarda la produzione di pomodoro al pri- nell’Unione Europea si attesta attualmente intorno a
mo posto vi è la Cina, seguita da India e Stati Uniti. 180.000 t con prevalenza delle varietà flue-cured (67%),
L’Europa continentale produce il 13% dei quantitativi seguite dalle varietà Orientali (16%), ligh air-cured
mondiali. (16%), dark air-cured (2%) e fire-cured (1%).

Grado Stato Produzione, 2014 (milioni di Regione tonnellate ha t/ha


tonnellate) Campania 300397 9733 30,9
1 Canada 15,5 Emilia Romagna 227030 5964 38,1
2 Cina 14,8 Sicilia 223624 11110 20,1
3 India 7,9 Abruzzo 175112 4630 37,8
4 Germania 6,2 Veneto 117861 3743 31,5
5 Francia 5,5 Toscana 115891 5483 21,1
6 Australia 3,8 Puglia 78600 4175 18,8
7 Polonia 3,3 Lazio 71320 2474 28,8
8 Regno Unito 2,5 Calabria 66216 3674 18,0
9 Ucraina 2,2 Piemonte 47512 1820 26,1
10 Rep. Ceca 1,5 Sardegna 46917 2778 16,9
11 Russia 1,3 Lombardia 29033 949 30,6
12 Stati Uniti 1,1 Trentino Alto Adige 21990 730 30,1
13 Romania 1,1 Friuli Venezia Giulia 20546 604 34,0
14 Danimarca 0,7 Molise 13616 1454 9,4
15 Bielorussia 0,7 Marche 12532 599 20,9
16 Ungheria 0,7 Liguria 9482 1087 8,7
17 Lituania 0,5 Umbria 7740 520 14,9
3.2 Principali Paesi produttori di colza al mondo. Basilicata 6250 250 25,0
Valle d’Aosta 2200 125 17,6
Superficie Produzione Produzione
totale (ha) totale (t) unitaria (t/ha) Italia 1593875 61902 24,0
Asia 12.230.876 220.155.775 18
Europa 6.137.112 122.742.233 20
America 1.522.555 42.631.578 28
Africa 2.267.194 29.473.52 13
Oceania 41.283 1.610.039 39
Mondo 22.199.020 416.613.148 19 b

3.3 (a) Coltivazione di colza in fio-


ritura; (b) pomodori in pieno stadio di
maturazione.
36 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

La produzione mondiale di tabacco in foglie è pari a è il primo produttore di tabacco greggio dell’Unione
circa 4.900.000 t , di cui oltre il 45% è prodotto in Cina. europea, con una quota del 27% e volumi complessivi
il principale esportatore mondiale di tabacco è il Bra- intorno a 50.000 t . Il 97% del tabacco viene coltiva-
sile, seguito da USA, India, Zimbabwe e Malawi. Il to in Campania, Umbria, Veneto e Toscana. in Italia
tabacco greggio prodotto nella UE costituisce circa il sono coltivate tutte le varietà di tabacco, tranne i ta-
3,7% della produzione mondiale complessiva. L’Italia bacchi orientali, prodotti solo in Grecia e Bulgaria.

3.5 Foglie di tabacco su essiccatoi.


3.4 Coltivazione di tabacco.

Veneto-FCV

Centro Italia-FCV
Umbria-Toscana-Lazio-
Abruzzo
Toscana-Umbria-
Lazio
Kentucky
Campania-Lazio
(Bl e DAC)

3.6 Andamento della superficie a tabacco nazionale in ha (anni 2000-2017).


PIANTE E COLTURE AGROINDUSTRIALI 37 Capitolo 3

In Italia nell’arco di cinque anni la superficie coltivata L’Unione Europea è la terza area di produzione di
a canapa è passata dai 400 ettari del 2013 ai quasi canapa al mondo, con oltre 25.000 ettari coltivati nel
4.000 per il 2018. 2015, dopo Cina e Canada.

3.7 Andamento della superficie coltivata a canapa nell’Unione


Europea (ha) (1970-2015).

3.8 Fase di raccolta meccanizzata della canapa.


38 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Nella soia il tipo di fioritura che avviene dal basso 5. Il ricino appartiene alla famiglia:
verso l’alto senza un racemo terminale è detta: a. Euforbiacee
a. determinata b. Ombrellifere
b. indeterminata c. Pedaliacee
c. semideterminata
6. Il fabbisogno idrico stagionale del tabacco è di:
2. Nella soia l’azotofissazione avviene grazie alla simbiosi a. 100-200 mm
con quale rizobio specifico? b. 200-400 mm
a. Mesorhizobium c. 400-700 mm
b. Azorhizobium
c. Bradyrhizobium japonicum 7. Nella patata, la parte terminale dello stelo che al buio si
ingrossa e accumula amido è denominata:
3. L’infiorescenza del girasole si chiama: a. rizoma
a. calatide b. tubero
b. brattea c. radice
c. racemo
8. Nell’alimentazione zootecnica, i semi di cotone sgranati
4. Il contenuto in olio dei semi di colza si aggira intorno al: possono essere utilizzati solo da:
a. 28-35%; a. ruminanti
b. 40-47% b. suini
c. 49-52% c. equini

VERO O FALSO
1. La produzione delle colture da biomassa è to- 5. Le varietà di tabacco coltivate nel nostro Pa-
talmente destinata alla produzione di energia ese appartengono soprattutto ai Gruppi II e
(per combustione o digestione anaerobica) e III (varietà Havanna e Kentucky). V F
di biocarburanti. V F
6. I pomodori da industria sono stati selezionati
2. L’eliotropismo del girasole si attenua dopo la per raccolta meccanica, tipologia di accresci-
fase di accestimento. V F mento definito e maturazione disetanea. V F

3. I semi di colza e ravizzone sono contenuti in 7. L’estrazione dello zucchero di canna avviene
frutti allungati e sottili, chiamate silique. V F per spremitura. V F

4. Il cartamo è una coltura da rinnovo con ciclo 8. La Cannabis sativa ha un contenuto di THC
autunno-vernino. V F >1%, la Cannabis indica <0,2%. V F

ABBINAMENTI LOGICI

1. Colture saccarifere A. Acido erucico


2. Soia B. Eliotropismo
3. Girasole C. Zucchero
4. Senape bruna D. Coltura OGM
5. Sun cured E. Omega 3 e 6
6. Olio di lino F. Essiccazione al sole

GRIGLIA 1 ......................... 2 ......................... 3 ......................... 4 ......................... 5 ......................... 6 .........................


Capitolo 4
Coltivazioni
orticole
APPROFONDIMENTI
1 Colture ombrellifere
Carota produzione diminuisce del 14% per ogni dS/m. La ca-
La carota (Daucus carota var. sativus), famiglia Om- rota è caratterizzata da medie esigenze termiche con
brellifere, è il più importante ortaggio a radice diffuso temperature ottimali comprese tra 13 e 18 °C, nella
nelle regioni temperate. fase di ingrossamento della radice sono comprese tra
In Italia, le regioni in cui la coltivazione è più diffusa 16 e 20 °C.
sono: Sicilia, Abruzzo, Puglia, Lazio, Veneto e Lom-
bardia. SCELTA VARIETALE E DEL MATERIALE DI PROPA-
GAZIONE. La scelta varietale deve tener conto degli
SCELTA DELL’AMBIENTE DI COLTIVAZIONE E VO- aspetti produttivi e del comportamento della varietà
CAZIONALITÀ. La carota si sviluppa bene in terreni nei confronti di parassiti animali e vegetali.
profondi, ben drenati, privi di scheletro. Il pH deve Le cultivar sono classificate in base alle caratteristi-
essere compreso tra 6,5 e 7,5; il calcare attivo deve che della radice:
essere <10%; ed essere presente un buon contenuto 1. carote a radice corta (Tonda di Parigi, Rossa preco-
di sostanza organica. Sono da evitare terreni argillo- ce d’Olanda), adatte a colture precoci in serra;
si, mal drenati, compatti, ricchi di residui vegetali o 2. carote a radici mezze lunghe (Nantese, Chantenay,
di scheletro, che causano ostacoli alle radici durante Amsterdam, Sottomarina);
l’accrescimento e determinano la formazione di radici 3. carote a radice lunga (Albenga, Fiumicino, Fucino).
doppie. Oltre alle cultivar a riproduzione normale, sono oggi
La carota è sensibile alla salinità del terreno, presen- disponibili molti ibridi F1, che consentono produzioni
ta un valore soglia di 1 dS/m, al di sopra del quale la più uniformi.

a b

4.1 (a) Carota var.


Tonda di Parigi; (b) ca-
rota var. Nantese.
40 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

SISTEMAZIONE E PREPARAZIONE DEL SUOLO. Richie- soffice per garantire un buono sviluppo della radice. La
de un’accurata sistemazione del terreno per facilitare lo preparazione del letto di semina non deve sminuzzare
sgrondo delle acque ed evitare ristagni idrici cui la col- troppo il terreno per evitare la formazione di crosta su-
tura è sensibile. Il terreno deve essere sufficientemente perficiale, che ostacola l’emergenza della coltura.

Larghezza della Distanza fra le Densità Quantità di seme


banda (cm) bande (cm) (n. piante/ha) (kg/ha)
4.2 Sesti di impianto e densità di
6-7 25-35 1,4-1,8 milioni 2,0-2,5
investimento.

CAROTA - CONCIMAZIONE AZOTATA


INCREMENTI
DECREMENTI Quantitativo di azoto che può essere ag-
Quantitativo di azoto da sottrarre (-) alla Apporto standard di azoto in situazione giunto (+) alla dose standard in funzione
dose standard in funzione delle diverse normale per una produzione di 40-60 t/ha delle diverse condizioni. Il quantitativo
condizioni massimo che l’agricoltore potrà aggiunge-
re alla dose standard anche al verificarsi
di tutte le situazioni è di 5 kg/ha

❒ 20 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD: 120 kg/ha di N ❒ 20 kg se si prevedono produzioni


a 40 t/ha superiori a 60 t/ha
❒ 20 kg in caso di apporto di ammendante ❒ 20 kg in caso di scarsa dotazione di
alla precessione sostanza organica
❒ 20 kg in caso di elevata dotazione di ❒ 30 kg in caso disuccessione a un cerea-
sostanza organica le con paglia interrata
❒ 15 kg in caso di successione a leguminosa ❒ 15 kg in caso di forte lisciviazione
annuale dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a
300 mm nel periodo dal 1° ottobre al 28
febbraio)
❒ 20 kg in caso di forti escursioni termi-
che e precipitazioni anomale durante la
coltivazione (dati bollettino)

CAROTA - CONCIMAZIONE FOSFATICA

NOTE DECREMENTI INCREMENTI


Apporto standard di P2O5 in situazione nor-
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla Quantitativo di P2O5 che può essere
male per una produzione di 65-95 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose di standard

❒ 30 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 30 kg se si prevedono produzioni


a 40 t/ha ❒ 150 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 60 t/ha
❒ 10 kg in caso di apporto di ammendante normale ❒ 10 kg in caso di basso tenore di so-
alla precessione ❒ 220 kg/ha in caso di terreni con dotazione stanza organica nel suolo
scarsa
❒ 80 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata

CAROTA - CONCIMAZIONE POTASSICA

DECREMENTI INCREMENTI
Apporto standard di K2O in situazione nor-
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla Quantitativo di K2O che può essere
male per una produzione di 40-60 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose standard

❒ 40 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 40 kg se si prevedono produzioni


a 40 t/ha ❒ 200 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 60 t/ha
normale
❒ 300 kg/ha in caso di terreni con dotazione
scarsa
❒ 100 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata

4.3 Concimazioni consigliate per la carota.


COLTIVAZIONI ORTICOLE 41 Capitolo 4

SEMINA. La coltura della carota può essere ordina- sità. La concimazione minerale può essere suddivisa
ria (ciclo primaverile-estivo) o extrastagionale (ciclo in più interventi a seconda dell’areale di coltivazione.
estivo-autunnale o autunno-primaverile). La coltu- IRRIGAZIONE. Nella tabella riportata di seguito sono
ra extrastagionale permette di ottenere una pro- indicati i volumi irrigui massimi per intervento, vinco-
duzione fresca fuori stagione, dalle caratteristiche lanti solo per gli impianti irrigui per aspersione e per
organolettiche migliori rispetto alle carote ottenute le manichette ad alta portata e per le colture protette.
nell’autunno precedente. La semina in piena aria si Viceversa non ci sono limitazioni per gli impianti mi-
effettua quando la temperatura ambiente si stabi- croirrigui (goccia spruzzo, ali gocciolanti e manichette
lizza intorno ai +10/+15 °C (temperatura minima di di bassa portata) per i quali non è necessario effettua-
germinazione +6 °C). La semina di precisione evita re il bilancio idrico.
il diradamento in quanto con la semina a spaglio si
ottengono radici più piccole e con maggiori percen- RACCOLTA E PRODUZIONE. La raccolta inizia
tuali di scarto. quando le radici hanno raggiunto il completo svi-
La semina può essere manuale o meccanizzata; i semi luppo e un diametro di 2-4 cm. Produzione: 30-50 t/
vanno interrati, in funzione del tipo di terreno, a pro- ha. A seconda delle varietà e del periodo di coltiva-
fondità variabile da 0,5 a 1 cm. Per semine autunnali zione, il periodo semina-raccolta può durare 3 mesi
e invernali è consigliabile l’utilizzo di una copertura nelle cultivar precoci a radice corta; 4 mesi nelle
con teli in tessuto-non tessuto da rimuovere quando cultivar a radice mezzo lunga nel periodo primave-
le temperature si sono stabilizzate ai livelli ottimali. rile-estivo; 5-7 mesi nelle cultivar a radice lunga nel
In buone condizioni i semi germinano in 5-6 giorni du- periodo invernale.
rante l’estate, e in 2-3 settimane nel caso di semine La raccolta può essere eseguita a macchina, con rac-
precoci a metà febbraio. colta unica, oppure può essere manuale e scalare; in
quest’ultimo caso le piante sono riunite con le foglie
FERTILIZZAZIONE. Deve essere realizzata con l’o- in mazzi e poi lavate. Le carote destinate alla conser-
biettivo di garantire produzioni di elevata qualità e vazione sono private delle foglie, lavate e confeziona-
in quantità economicamente sostenibili, nel rispetto te in sacchetti di polietilene, quindi poste in frigo (0
delle esigenze di salvaguardia ambientale, del mante- °C e 90-95% di UR), dove possono essere conservate
nimento della fertilità e della prevenzione delle avver- fino a 4 mesi.

Tipo di terreno Vmax (m3/ha) Pari a millimetri


Argilloso 350 35
Franco 450 45
4.4 Volumi irrigui massimi per in-
Sabbioso 550 55
tervento.

Finocchio range da 5,5 a 7,5. Vanno evitati i terreni compatti in


Il finocchio (Foeniculum vulgare), famiglia delle Um- cui il grumolo si sviluppa con difficoltà, quelli predi-
bellifere o Apiacee, è originario del bacino Mediter- sposti alla formazione di ristagni idrici (cui la specie
raneo. risulta molto sensibile) e i terreni eccessivamente
L'Italia produce l'85% circa dei grumoli mondiali e sabbiosi in cui la parte epigea della pianta tende a
le regioni maggiormente interessate sono: la Puglia svilupparsi in modo esagerato a scapito delle dimen-
(30%), il Lazio (11%), la Sicilia, le Marche (9%), l'Abruz- sioni del grumolo (alterazione del rapporto massa ver-
zo (5%), la Calabria (4,5%) e l'Emilia-Romagna (4%). A de/grumolo).
livello mondiale la diffusione del finocchio interessa la Teme sia le temperature molto alte, perché la forma-
Turchia, la Siria, l'Egitto, il Marocco e l'Iran. zione del grumolo è rallentata o bloccata da uno svi-
Il finocchio sviluppa nel primo anno del ciclo vegeta- luppo fiorale anticipato, che quelle fredde, in quanto
tivo la parte edule, detta grumolo o falso bulbo, che con temperature intorno a 4 °C la pianta arresta del
è utilizzata dalla pianta per accumulare sostanze nu- tutto la sua crescita. L'optimum per lo sviluppo vege-
tritive ed è costituita dalle guaine basali delle foglie tativo coincide con temperature comprese tra 15-20
carnose, sovrapposte, avvolgenti e serrate. °C, anche se sono sopportate temperature di 6-8 °C.
In condizioni ottimali, la germinazione del seme av-
SCELTA DELL’AMBIENTE DI COLTIVAZIONE E VO- viene in 8-10 giorni e l'emergenza della plantula dopo
CAZIONALITÀ. I terreni devono essere profondi e 14-18 giorni dalla semina. Gli stadi giovanili sono
drenati, con struttura di medio impasto tendente allo meno sensibili al freddo rispetto a quelli prossimi alla
sciolto, è particolarmente importante che il suolo sia raccolta. In corrispondenza di questa fase gli abbas-
ad elevata fertilità con presenza di sostanza organica samenti repentini delle temperature possono causare
ed elementi minerali; il pH ideale è compreso in un lesioni e spaccatura del grumolo ed è questa una delle
42 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

ragioni per cui al Sud Italia sono più diffuse le coltiva- Il finocchio viene posto a dimora mediante semina
zioni autunno-primaverili, mentre al Nord prevalgono meccanica, ricorrendo al trapianto solo per le colti-
quelle estive-autunnali. vazioni a raccolta tardiva, infatti, mentre la semina
tende ad allungare il ciclo colturale, il trapianto lo
SCELTA VARIETALE E DEL MATERIALE DI PRO- riduce. Per le semine che decorrono da giugno ad
PAGAZIONE. La scelta della cultivar rappresenta un agosto (per le raccolte autunnali), da settembre a
aspetto cruciale per la buona riuscita della coltura ottobre (per le raccolte invernali) e da marzo-aprile
dovendo soddisfare le esigenze di coltivazione e di (per le raccolte estive), vengono utilizzate seminatri-
mercato. ci di precisione che, in funzione delle caratteristiche
Le principali varietà di finocchio sono: Leonardo, varietali, pongono i semi, generalmente confettati,
Mars, Marzio, Orbit, Orion, Rondo, Serpico, Solaris, alla profondità di 4-6 mm e a 6-15 cm oppure 20 cm
Teseo, Tiberio, Venus, Victorio. lungo la fila, mentre l’intervallo fra le file varia da 40
a 60 cm; in funzione dei diversi sesti d’impianto le
SISTEMAZIONE E PREPARAZIONE DEL SUOLO densità di investimento variano indicativamente da
ALL’IMPIANTO. La preparazione del terreno si effet- 80.000 a 120.000 piante/ha.
tua con un’accurata aratura principale, a 25-30 cm di Il trapianto esclude le cultivar precoci e prevede la se-
profondità, seguita da ripetute lavorazioni secondarie. mina a spaglio del seme miscelato a sabbia in vivaio
o localizzata in contenitori, a cui segue il diradamento
SEMINA, IMPIANTO, TRAPIANTO. Sono preferite le e la successiva messa a dimora manuale o meccanica
cultivar a pianta vigorosa, con fogliame compatto, me- in pieno campo quando le piantine, dopo 30-40 giorni
diamente espanso ed eretto, con buona produttività, dalla semina, sono alte 10-15 cm e sono presenti 4-5
resistenti al freddo e alla montata a seme e scarsa- foglie; facendo attenzione che il colletto della piantina
mente suscettibili alla crepatura dei grumoli. non venga interrato.

b
a

4.5 (a) Finocchio


var. Victorio; (b) Fi- c
nocchio var. Rondo;
(c) Finocchio varietà
Venus.

Densità (n. p/ha) Distanza sulla Distanza fra le Epoca


fila (cm) file (cm) ciclo ciclo
primaverile autunnale
90.000-100.000 20-25 40-70 marzo-aprile luglio-agosto
(con semina e (con semina2
pre-trapianto1) e pre-trapianto)
4.6 Sesti di im-
pianto e densità di
1
Si consiglia di effettuare il trapianto dalla seconda metà di marzo.
investimento. 2
Si consiglia di effettuare la semina non oltre il 30 luglio.
COLTIVAZIONI ORTICOLE 43 Capitolo 4

FERTILIZZAZIONE.

FINOCCHIO - CONCIMAZIONE AZOTATA


INCREMENTI
DECREMENTI Quantitativo di azoto che può essere ag-
Quantitativo di azoto da sottrarre (-) alla Apporto standard di azoto in situazione giunto (+) alla dose standard in funzione
dose standard in funzione delle diverse normale per una produzione di 24-36 t/ha delle diverse condizioni. Il quantitativo
condizioni massimo che l’agricoltore potrà aggiunge-
re alla dose standard anche al verificarsi
di tutte le situazioni è di 50 kg/ha

❒ 20 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD: 160 kg/ha di N ❒ 20 kg se si prevedono produzioni


a 24 t/ha superiori a 60 t/ha
❒ 20 kg in caso di apporto di ammendante ❒ 20 kg in caso di scarsa dotazione di
alla precessione sostanza organica
❒ 20 kg in caso di elevata dotazione di ❒ 30 kg in caso disuccessione a un cerea-
sostanza organica le con paglia interrata
❒ 15 kg in caso di successione a leguminosa ❒ 15 kg in caso di forte lisciviazione
annuale dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a
300 mm nel periodo dal 1° ottobre al 28
febbraio)
❒ 20 kg in caso di forti escursioni termi-
che e precipitazioni anomale durante la
coltivazione (dati bollettino)

FINOCCHIO - CONCIMAZIONE FOSFATICA

NOTE DECREMENTI INCREMENTI


Apporto standard di P2O5 in situazione nor-
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla Quantitativo di P2O5 che può essere
male per una produzione di 24-36 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose di standard

❒ 20 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 20 kg se si prevedono produzioni


a 40 t/ha ❒ 80 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 36 t/ha
❒ 10 kg in caso di apporto di ammendante normale ❒ 10 kg in caso di basso tenore di so-
alla precessione ❒ 120 kg/ha in caso di terreni con dotazione stanza organica nel suolo
scarsa
❒ 50 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata

FINOCCHIO - CONCIMAZIONE POTASSICA

DECREMENTI INCREMENTI
Apporto standard di K2O in situazione nor-
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla Quantitativo di K2O che può essere
male per una produzione di 24-36 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose standard

❒ 40 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 40 kg se si prevedono produzioni


a 40 t/ha ❒ 170 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 60 t/ha
❒ 10 kg in caso di apporto di ammendante normale
alla precessione ❒ 250 kg/ha in caso di terreni con dotazione
scarsa
❒ 100 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata

4.7 Concimazione consigliata per il finocchio.

IRRIGAZIONE. Ha l’obiettivo di soddisfare il fabbiso- impianti irrigui per aspersione e per le manichette ad
gno idrico della coltura evitando di superare la capaci- alta portata e per le colture protette. Viceversa non ci
tà di campo, allo scopo di contenere lo spreco di acqua, sono limitazioni per gli impianti microirrigui (goccia
la lisciviazione dei nutrienti e lo sviluppo di avversità. spruzzo, ali gocciolanti e manichette di bassa porta-
Nella tabella riportata di seguito sono indicati i volumi ta) per i quali non è necessario effettuare il bilancio
irrigui massimi per intervento, vincolanti solo per gli idrico.
44 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

4.8 Valori massimi di adacquamento Tipo di terreno Vmax (m3/ha)


in relazione al tipo di terreno e alla fase post-trapianto formazione ingrossamento
fenologica del finocchio. grumolo grumolo
Argilloso 198 297 541
Franco 170 252 402
Sabbioso 139 208 310

Il finocchio appartiene alle specie moderatamente do le guaine sono ancora ben serrate e compatte, e
sensibili alla salinità con una soglia massima intorno precede l’ingrossamento delle gemme interguainali,
ai 1,25 dS m-1 prima che si manifestino riduzioni di evitando la presenza di germogli che deprezzano qua-
resa. Valori intorno ai 3,90 dS m-1 dimezzano la produ- litativamente il prodotto sia direttamente con la loro
zione con effetti negativi sul peso medio dei grumoli, presenza, sia indirettamente deformando e spaccan-
sulla forma e sul contenuto percentuale di sostanza do i grumoli.
secca (tessuti più fibrosi). Le operazioni di raccolta vengono effettuate scalar-
mente a mano, oppure in unica soluzione a macchina.
RACCOLTA. La fase fisiologica per la raccolta del fi- La raccolta ha inizio quando pezzatura, forma, colore
nocchio corrisponde, in funzione delle cultivar, alla e consistenza sono quelli propri della varietà utilizza-
massima dimensione raggiunta dal grumolo, quan- ta. Produzione: 40-60 t/ha.

Prezzemolo aspetti produttivi e del comportamento della varietà


lI prezzemolo (Petroselinum sativum), famiglia Ombrel- nei confronti dei parassiti animali e vegetali.
lifere, è una pianta biennale fittonante, con fusti eretti, Le varietà più diffuse di prezzemolo sono: Comune
tubolari, alti fino a 50 cm circa. Le foglie sono triangolari, (Comune 2 e 3); Gigante d’Italia (sin. Gigante di Na-
dentate, arricciate e suddivise in 3 segmenti. La radice è poli); Nano ricciuto 2; Double rizado (Riccio doppio);
un fittone. Si distinguono due tipologie: Titan.
• liscia, che rappresenta quella più conosciuta in Ita-
lia, dove è molto nota la varietà Gigante d’Italia; SISTEMAZIONE E PREPARAZIONE DEL SUOLO. È
• riccia, coltivata principalmente per l’esportazione. buona norma un’accurata sistemazione del terreno
per facilitare lo sgrondo delle acque ed evitare rista-
SCELTA DELL’AMBIENTE DI COLTIVAZIONE E VO- gni idrici. In genere, si realizzano delle sistemazioni
CAZIONALITÀ. Il prezzemolo predilige terreni fran- a prode rialzate larghe 1-2 metri che favoriscono lo
chi ben drenati, con un buon contenuto di sostanza sgrondo delle acque. In presenza di terreni molto sof-
organica, pH da 5,7 a 7, salinità del terreno inferiore fici si consiglia una rullatura pre-semina.
a 2 dS/m. La temperatura ottimale di germinazione è
compresa tra i 20 e i 26 °C. SEMINA, TRAPIANTO. La tecnica più diffusa di im-
SCELTA VARIETALE E DEL MATERIALE DI PROPA- pianto del prezzemolo è la semina a file o a spaglio. Il
GAZIONE. La scelta varietale deve tener conto degli ciclo colturale può durare 5-6 mesi. Il primo sfalcio si

4.9 (a) Prezzemolo


var. Nano ricciuto 2;
(b) prezzemolo Gi-
gante d’Italia.
COLTIVAZIONI ORTICOLE 45 Capitolo 4

effettua dopo circa 80-90 giorni, i successivi a distan- • ciclo autunno-invernale: si attua con semine in set-
za di 25-30 giorni l’uno dall’altro. tembre-ottobre e raccolte primaverili e, in genere, si
Il prezzemolo può essere coltivato in pieno campo o in ricorre alla copertura con tunnel di film plastici;
coltura protetta: • coltura forzata: si attua in serra e le semine iniziano
• ciclo estivo-autunnale in pieno campo: le semine da gennaio-febbraio.
si iniziano in primavera (marzo-aprile) per produzioni La densità d’impianto ottimale può variare in funzione
estive e a maggio-giugno per produzioni autunnali; della varietà e dell’ambiente di coltivazione.

Epoca di semina Densità (piante/ Distanza tra le Distanza sulla fila Profondità di Quantità di seme
ha) file (cm) semina (cm) (kg/ha)
Da gennaio a feb- 250.000-600.000 20-40 4-10 1-2 5-20*
braio (serra)
da marzo a settem-
bre (pieno campo)
* La semina maggiore si riferisce alla semina a spaglio.

4.10 Densità e sesti d’impianto consigliati per la coltivazione del prezzemolo.

IRRIGAZIONE. Nella tabella 11 sono indicati i volumi sono limitazioni per gli impianti microirrigui (goccia
irrigui massimi per intervento, vincolanti solo per gli spruzzo, ali gocciolanti e manichette di bassa porta-
impianti irrigui per aspersione e per le manichette ad ta) per i quali non è necessario effettuare il bilancio
alta portata e per le colture protette. Viceversa non ci idrico.

Tipo di terreno Vmax (m3/ha) Pari a millimetri


Argilloso 350 35
Franco 450 45
4.11 Volumi irrigui massimi per in-
Sabbioso 550 55
tervento.

CONCIMAZIONE.

PREZZEMOLO MEDIA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE AZOTATA


INCREMENTI
DECREMENTI Quantitativo di azoto che può essere ag-
Quantitativo di azoto da sottrarre (-) alla Apporto standard di azoto in situazione giunto (+) alla dose standard in funzione
dose standard in funzione delle diverse normale per una produzione di 16-24 t/ha delle diverse condizioni. Il quantitativo
condizioni massimo che l’agricoltore potrà aggiunge-
re alla dose standard anche al verificarsi
di tutte le situazioni è di 30 kg/ha

❒ 15 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD: 80 kg/ha di N ❒ 15 kg se si prevedono produzioni


a 24 t/ha superiori a 24 t/ha
❒ 20 kg in caso di apporto di ammendante ❒ 20 kg in caso di scarsa dotazione di
alla precessione sostanza organica
❒ 20 kg in caso di elevata dotazione di ❒ 30 kg in caso disuccessione a un cerea-
sostanza organica le con paglia interrata
❒ 15 kg in caso di successione a leguminosa ❒ 15 kg in caso di forte lisciviazione
annuale dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a
300 mm nel periodo dal 1° ottobre al 28
febbraio)
❒ 20 kg in caso di forti escursioni termi-
che e precipitazioni anomale durante la
coltivazione (dati bollettino)
46 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

PREZZEMOLO MEDIA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE FOSFATICA


NOTE DECREMENTI INCREMENTI
Apporto standard di P2O5 in situazione nor-
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla Quantitativo di P2O5 che può essere
male per una produzione di 16-24 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose di standard

❒ 15 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 15 kg se si prevedono produzioni


a 16 t/ha ❒ 60 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 36 t/ha
❒ 10 kg in caso di apporto di ammendante normale ❒ 10 kg in caso di basso tenore di so-
alla precessione ❒ 120 kg/ha in caso di terreni con dotazione stanza organica nel suolo
scarsa
❒ 40 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata

PREZZEMOLO MEDIA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE POTASSICA


DECREMENTI INCREMENTI
Apporto standard di K2O in situazione nor-
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla Quantitativo di K2O che può essere
male per una produzione di 16-24 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose standard

❒ 20 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 20 kg se si prevedono produzioni


a 40 t/ha ❒ 100 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 24 t/ha
❒ 30 kg in caso di apporto di ammendante normale
alla precessione ❒ 150 kg/ha in caso di terreni con dotazione
scarsa
❒ 50 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata

PREZZEMOLO ALTA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE AZOTATA


INCREMENTI
DECREMENTI Quantitativo di azoto che può essere ag-
Quantitativo di azoto da sottrarre (-) alla Apporto standard di azoto in situazione giunto (+) alla dose standard in funzione
dose standard in funzione delle diverse normale per una produzione di 35-52 t/ha delle diverse condizioni. Il quantitativo
condizioni massimo che l’agricoltore potrà aggiunge-
re alla dose standard anche al verificarsi
di tutte le situazioni è di 30 kg/ha

❒ 20 kg in caso di apporto di ammendante DOSE STANDARD: 80 kg/ha di N ❒ 20 kg in caso di scarsa dotazione di


alla precessione sostanza organica
❒ 20 kg in caso di elevata dotazione di ❒ 30 kg in caso disuccessione a un cerea-
sostanza organica le con paglia interrata
❒ 15 kg in caso di successione a leguminosa ❒ 15 kg in caso di forte lisciviazione
annuale dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a
300 mm nel periodo dal 1° ottobre al 28
febbraio)
❒ 20 kg in caso di forti escursioni termi-
che e precipitazioni anomale durante la
coltivazione (dati bollettino)

PREZZEMOLO ALTA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE FOSFATICA

NOTE DECREMENTI INCREMENTI


Apporto standard di P2O5 in situazione nor-
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla Quantitativo di P2O5 che può essere
male per una produzione di 35-52 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose di standard

❒ 15 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 15 kg se si prevedono produzioni


a 35 t/ha ❒ 60 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 52 t/ha
❒ 10 kg in caso di apporto di ammendante normale ❒ 10 kg in caso di basso tenore di so-
alla precessione ❒ 120 kg/ha in caso di terreni con dotazione stanza organica nel suolo
scarsa
❒ 40 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata
COLTIVAZIONI ORTICOLE 47 Capitolo 4

PREZZEMOLO ALTA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE POTASSICA


DECREMENTI INCREMENTI
Apporto standard di K2O in situazione nor-
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla Quantitativo di K2O che può essere
male per una produzione di 35-52 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose standard

❒ 20 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 20 kg se si prevedono produzioni


a 35 t/ha ❒ 150 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 52 t/ha
❒ 30 kg in caso di apporto di ammendante normale
alla precessione ❒ 200 kg/ha in caso di terreni con dotazione
scarsa
❒ 100 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata

4.12 Concimazione consigliata per il prezzemolo.

RACCOLTA. Si effettua manualmente, asportando le vamente confezionato in piccole cassette. Le corrette


foglie più esterne delle piante, oppure con idonee fal- modalità di raccolta e di conferimento ai centri di stoc-
ciatrici. Se non si danneggia la rosetta di foglie cen- caggio e lavorazione consentono il mantenimento delle
trali è possibile effettuare anche 5-6 tagli all’anno, migliori caratteristiche qualitative dei prodotti. Dopo la
intervallati di circa un mese. Il prezzemolo riccio si raccolta è necessario il trasporto a basse temperature
raccoglie mediante un unico taglio. (0/+5 °C) per evitare l’ingiallimento e l’avvizzimento
Produzione (foglie fresche): 16 -24 t/ha. delle foglie. La conservazione dura circa 2 mesi a tem-
Il prezzemolo viene raccolto in mazzetti e successi- peratura di 0 °C ed umidità relativa del 90%.

Sedano
Il sedano (Apium graveolens var. dulce), famiglia Om- SCELTA VARIETALE E DEL MATERIALE DI PROPA-
brellifere, è un ortaggio da foglia del quale si utiliz- GAZIONE. La scelta varietale deve tener conto degli
zano i piccioli fogliari (coste), da cui deriva anche la aspetti produttivi e del comportamento della varietà
denominazione di sedano da coste. È diffuso in tutte nei confronti di parassiti animali e vegetali.
le Regioni, soprattutto in Puglia, Piemonte, Lazio, Ve- Le varietà sono distinte in base alle caratteristiche delle
neto e viene coltivato anche in serra. coste. Vi sono cultivar di sedano a costa verde (Elne, Flo-
rida, Verdon, Verde di Chioggia, Gigante di Romagna,
SCELTA DELL’AMBIENTE DI COLTIVAZIONE E VO- Tall Utah), a coste bianche (Lepage, Perla, Florida), a co-
CAZIONALITÀ. Il sedano predilige terreni franchi, ste dorate (Dorato d’Asti, Sedor, Dorato Barbier), a coste
profondi, ricchi di sostanza organica, con buona ca- rosate (Piemontese o Rosso di Torino). Altre varietà dif-
pacità di ritenzione idrica, ma senza ristagni; pH fise diffuse di sedano sono: Conga, Darklet, Monterey,
compreso tra 6 e 7 e salinità del terreno inferiore a Octavius, Rumba, Sigfrido, Utah 5270 R.
1,41 dS/m. La temperatura ottimale di germinazione è
compresa tra i 15 e i 20 °C.
c

4.13 (a) Sedano var.Tall Utah; (b) Se-


dano var. Rumba; (c) Sedano var. Conga.
48 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

SISTEMAZIONE E PREPARAZIONE DEL SUOLO. È ri- della disponibilità e applicazione del riscaldamento. Le
chiesta un’accurata sistemazione del terreno per faci- distanze di impianto sono in funzione delle dimensioni
litare lo sgrondo delle acque ed evitare ristagni idrici che le piantine raggiungono a maturità. In genere, sia
a cui la coltura è molto sensibile. Nei terreni franchi o per il ciclo a raccolta estiva (sedano da estate), sia per
tendenzialmente argillosi è necessario effettuare un’a- quello a raccolta invernale (sedano da inverno) si tra-
ratura ad una profondità di circa 40 cm. In alcuni casi, pianta in file singole distanti tra loro 70-90 cm, mentre
per ridurre i tempi di preparazione del terreno, si può le piante lungo la fila sono distanziate di 20-25 cm, con
sostituire l’aratura profonda con una lavorazione a due un numero di piante variabile da 44.000 a 70.000/ha. In
strati (discissura a 30-40 cm seguita da una aratura su- coltura protetta gli investimenti sono più elevati, fino a
perficiale a 20-30 cm). 8-17 piante/m2, con una distanza tra le file di 40-60 cm e
Nel caso in cui non si debbano interrare concimi organici 15-25 cm sulla fila.
e la precessione colturale preveda una coltura che lasci Il sedano può essere coltivato in pieno campo o in coltu-
pochi residui sul terreno, è possibile eseguire un’estir- ra protetta e si distinguono diversi cicli:
patura a circa 25-35 cm seguita da una o più erpicature. • ciclo a raccolta estiva: si attua con il trapianto tra la
fine di marzo e gli inizi di maggio e con raccolta da giu-
TRAPIANTO. La tecnica più diffusa di impianto del se- gno in poi;
dano è il trapianto. Le piantine, allevate in semenzaio, • ciclo a raccolta invernale: si attua con il trapianto a
sono pronte in circa 60-70 giorni, quando presentano luglio e la raccolta a fine gennaio;
4-5 foglie. Il trapianto può essere eseguito a mano o con • coltura forzata: si attua in serre o tunnel freddi o ri-
trapiantatrici a file. L’impianto in pieno campo si effet- scaldati. Il ciclo può essere autunno-invernale o inverno-
tua da aprile fino agli inizi di luglio per ottenere pro- primaverile, a seconda delle diverse epoche di pianta-
duzioni durante tutta l’estate e parte dell’autunno. In gione e raccolta.
coltura protetta il ciclo può essere autunno-invernale o La lunghezza del ciclo varia da 80 a 150 giorni dal tra-
fine inverno-primavera in funzione dei regimi termici e pianto.

Larghezza della Distanza fra le file Distanza sulla fila Densità


banda (cm) (cm) (cm) (n. piante/ha)
Colture in serra: 30-50 20-30 60.000-100.000
4.14 Epoca, sesti di impianto e gennaio-febbraio
densità di investimento consigliati nella Colture in campo:
coltura del sedano. 15 marzo-15 agosto

FERTILIZZAZIONE. Deve essere condotta con l’o- delle esigenze di salvaguardia ambientale, del man-
biettivo di garantire produzioni di elevata qualità e tenimento della fertilità e della prevenzione delle av-
in quantità economicamente sostenibili, nel rispetto versità.

SEDANO MEDIA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE AZOTATA


INCREMENTI
DECREMENTI Quantitativo di azoto che può essere ag-
Quantitativo di azoto da sottrarre (-) alla Apporto standard di azoto in situazione giunto (+) alla dose standard in funzione
dose standard in funzione delle diverse normale per una produzione di 40-60 t/ha delle diverse condizioni. Il quantitativo
condizioni massimo che l’agricoltore potrà aggiunge-
re alla dose standard anche al verificarsi
di tutte le situazioni è di 50 kg/ha

❒ 35 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD: 240 kg/ha di N ❒ 35 kg se si prevedono produzioni


a 40 t/ha superiori a 60 t/ha
❒ 20 kg in caso di apporto di ammendante ❒ 20 kg in caso di scarsa dotazione di
alla precessione sostanza organica
❒ 20 kg in caso di elevata dotazione di ❒ 30 kg in caso disuccessione a un cerea-
sostanza organica le con paglia interrata
❒ 15 kg in caso di successione a leguminosa ❒ 15 kg in caso di forte lisciviazione
annuale dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a
300 mm nel periodo dal 1° ottobre al 28
febbraio)
❒ 20 kg in caso di forti escursioni termi-
che e precipitazioni anomale durante la
coltivazione (dati bollettino)
COLTIVAZIONI ORTICOLE 49 Capitolo 4

SEDANO MEDIA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE FOSFATICA


NOTE DECREMENTI INCREMENTI
Apporto standard di P2O5 in situazione nor-
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla Quantitativo di P2O5 che può essere
male per una produzione di 40-60 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose di standard

❒ 35 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 35 kg se si prevedono produzioni


a 40 t/ha ❒ 120 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 60 t/ha
❒ 10 kg in caso di apporto di ammendante normale ❒ 10 kg in caso di basso tenore di so-
alla precessione ❒ 160 kg/ha in caso di terreni con dotazione stanza organica nel suolo
❒ 10 kg in caso di elevata dotazione di scarsa
sostanza organica ❒ 80 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata

SEDANO MEDIA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE POTASSICA


DECREMENTI INCREMENTI
Apporto standard di K2O in situazione nor-
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla Quantitativo di K2O che può essere
male per una produzione di 40-60 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose standard

❒ 20 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 20 kg se si prevedono produzioni


a 40 t/ha ❒ 150 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 60 t/ha
❒ 10 kg in caso di apporto di ammendante normale
alla precessione ❒ 250 kg/ha in caso di terreni con dotazione
scarsa
❒ 100 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata

SEDANO ALTA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE AZOTATA


INCREMENTI
DECREMENTI Quantitativo di azoto che può essere ag-
Quantitativo di azoto da sottrarre (-) alla Apporto standard di azoto in situazione giunto (+) alla dose standard in funzione
dose standard in funzione delle diverse normale per una produzione di 70-90 t/ha delle diverse condizioni. Il quantitativo
condizioni massimo che l’agricoltore potrà aggiunge-
re alla dose standard anche al verificarsi
di tutte le situazioni è di 50 kg/ha

❒ 35 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD: 270 kg/ha di N ❒ 35 kg se si prevedono produzioni


a 70 t/ha superiori a 90 t/ha
❒ 20 kg in caso di apporto di ammendante ❒ 20 kg in caso di scarsa dotazione di
alla precessione sostanza organica
❒ 20 kg in caso di elevata dotazione di ❒ 30 kg in caso disuccessione a un cerea-
sostanza organica le con paglia interrata
❒ 15 kg in caso di successione a leguminosa ❒ 15 kg in caso di forte lisciviazione
annuale dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a
300 mm nel periodo dal 1° ottobre al 28
febbraio)
❒ 20 kg in caso di forti escursioni termi-
che e precipitazioni anomale durante la
coltivazione (dati bollettino)

SEDANO ALTA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE FOSFATICA

NOTE DECREMENTI INCREMENTI


Apporto standard di P2O5 in situazione nor-
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla Quantitativo di P2O5 che può essere
male per una produzione di 70-90 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose di standard

❒ 35 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 35 kg se si prevedono produzioni


a 70 t/ha ❒ 120 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 90 t/ha
❒ 10 kg in caso di apporto di ammendante normale ❒ 10 kg in caso di basso tenore di so-
alla precessione ❒ 160 kg/ha in caso di terreni con dotazione stanza organica nel suolo
❒ 10 kg in caso di elevata dotazione di scarsa
sostanza organica ❒ 80 kg/ha in caso di terreni con dotazione
elevata
50 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

SEDANO ALTA PRODUZIONE - CONCIMAZIONE POTASSICA


DECREMENTI INCREMENTI
Apporto standard di K2O in situazione nor-
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla Quantitativo di K2O che può essere
male per una produzione di 70-90 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose standard

❒ 20 kg se si prevedono produzioni inferiori DOSE STANDARD ❒ 20 kg se si prevedono produzioni


a 70 t/ha ❒ 200 kg/ha in caso di terreni con dotazione superiori a 90 t/ha
❒ 10 kg in caso di apporto di ammendante normale
alla precessione ❒ 300 kg/ha in caso di terreni con dotazione Tale incremento può essere adottato fino
scarsa al raggiungimento del limite massimo di
❒ 150 kg/ha in caso di terreni con dotazione 300 kg/ha per anno
elevata

4.15 Concimazione consigliata per il sedano.

IRRIGAZIONE. I volumi irrigui massimi per interven- versa non ci sono limitazioni per gli impianti microir-
to, riportati nella tabella seguente, sono vincolanti rigui (goccia, spruzzo, ali gocciolanti e manichette di
solo per gli impianti irrigui per aspersione e per le ma- bassa portata) per i quali non è necessario effettuare
nichette ad alta portata e per le colture protette. Vice- il bilancio idrico.

Tipo di terreno Vmax (m3/ha) Pari a millimetri


Argilloso 350 35
Franco 450 45
4.16 Volumi irrigui massimi per in-
Sabbioso 550 55
tervento.

RACCOLTA E PRODUZIONE. La raccolta inizia quan- Produzione: 40-90 t/ha.


do le piante di sedano hanno raggiunto pesi minimi di Le piante vengono raccolte manualmente o con l’aiuto
500-800 g, a seconda della varietà, dopo circa 3-5 mesi di macchine agevolatrici, quindi sono ripulite, lavate
dal trapianto e dopo aver subito la fase di imbianchi- e confezionate.
mento, se necessaria.
COLTIVAZIONI
OLTIVAZIONI ORTICOLE
ORTICOLE 51 Capitolo 4

Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. La fragola appartiene alla famiglia botanica delle: 5. La fecondazione della lattuga è prevalentemente:
a. Crucifere a. autogama
b. Composite b. allogama
c. Rosacee c. eterotrofa

2. L’infiorescenza del cavolfiore si chiama: 6. La quantità di potassio per la concimazione del melone
a. corimbo è di:
b. spadice a. 100-160 kg/ha
c. bacca b. 160-240 kg/ha
c. 240-290 kg/ha
3. Per il peperone, gli asporti di azoto in kg, per 1000 kg di
bacche prodotte sono stimati in: 7. La densità di piantagione dello zucchino in pieno campo
a. 1,5 kg è di:
b. 3,9 kg a. 5-10.000 piante/ha
c. 5,3 kg b. 10-12.000 piante/ha
c. 12- 22.000 piante/ha
4. La corolla del fiore di melanzana è costituita da quanti 8. I composti organici polifenolici, non azotati, dotati di
petali di colore violaceo? attività astringente e sapore amaro, presenti in alcune
a. 2-4 petali piante officinali si chiamano:
b. 4-6 petali a. eterosidi
c. 6-8 petali b. tannini
c. mucillagini

VERO O FALSO
1. Le colture ortive caratterizzate da elevati li- 5. La semina dell’insalata può essere effettuata
velli di meccanizzazione e intensificazione manualmente a spaglio o con seminatrici
agronomica, hanno assunto carattere di col- meccaniche a distribuzione continua del
ture industriali. V F seme lungo la fila. V F

2. Il sesto d’impianto a fila singola del cavolfiore 6. Nell’anguria i fiori femminili compaiono
prevede piante a 50-70 cm sulla fila e file di- prima di quelli maschili e sono più numerosi. V F
stanti 60-70 cm. V F
7. I carducci del carciofo sono rami quiescenti
3. Durante la fase iniziale di sviluppo dei fiori, il provvisti di gemme (derivanti da ramifica-
peperone è molto sensibile alla alta intensità zioni del rizoma) che consentono impianti
luminosa e alle basse temperature. V F estivi nelle zone meridionali. V F

4. Lunghi periodi asciutti alternati ad ecces- 8. Dello zafferano si utilizzano esclusivamente


sive irrigazioni possono causare scottature e gli stigmi fiorali essiccati. V F
spaccature delle bacche di melanzana. V F

ABBINAMENTI LOGICI

1. Ortaggio da radice A. Sorosio


2. Fragola B. Siliqua
3. Cavolo C. Carota
4. Peperone D. Peponide
5. Lattughe da taglio E. Bacca
6. Zucchino F. Rosetta

GRIGLIA 1 ......................... 2 ......................... 3 ......................... 4 ......................... 5 ......................... 6 .........................


Capitolo 5
Coltivazioni protette:
tecnologie e tecniche
APPROFONDIMENTI

1 La difesa delle colture in ambiente protetto


L’agricoltura sostenibile è un sistema agricolo in gra- risorse antropiche), mentre l’output è rappresentato
do di mantenere la propria produttività per un tempo dal prodotto utile per unità di superficie.
indefinito. La sostenibilità richiede un uso più effi- Le colture protette dell’area mediterranea hanno
ciente delle tecnologie disponibili. avuto una veloce espansione raggiungendo in poco
La sostenibilità di un agroecosistema è la capacità di più di mezzo secolo una superficie di circa 200.000
mantenere un determinato livello di produttività nel ettari destinati a serre e serre-tunnel. L’agroecosiste-
tempo e un determinato livello quanti-qualitativo di ma coltura protetta è caratterizzato da alcune speci-
risorse ambientali. Le colture protette sono un agro- ficità in termini di quantità e distribuzione temporale
ecosistema in cui si può modificare l’ambiente per delle risorse naturali impiegabili, prime fra tutte ca-
massimizzare la produttività della coltura. lore e luce, che hanno reso evidenti alcuni aspetti cri-
Nelle colture protette le componenti dell’agroecosi- tici in termini di trasmissione della luce, ventilazione
stema sono costituite dagli input (risorse naturali e e controllo dell’umidità. La tendenza è quella di adat-

Risorse naturali Input

e n i b i li t à i n i n p u
S o st
Paesaggio Energia
Coltura
Radiazione luminosa
Aria t Substrato
Fertilizzanti
Suolo
Acqua Pesticidi
Organismi Plastica
Manodopera
PRODUZIONI
IN
COLTURA PROTETTA

ut
Rifiuti
Prodotto
Sost utp
enibilità in o Rifiuti solidi (plastica,
substrati, biomasse vegetali
Consumatore di scarto...)
Emissioni gassose
Run-off (acqua, fertilizzanti,
pesticidi...)

Modifiche delle risorse naturali (+/-)


Paesaggio - Aria - Suolo - Acqua - Organismi

5.1 Caratteristiche di sostenibilità delle produzioni in coltura protetta.


COLTIVAZIONI PROTETTE: TECNOLOGIE E TECNICHE 53 Capitolo 5

tare la coltura a un ambiente non ottimale. La coltu- piena aria. In particolare, è il tasso di umidità relati-
ra protetta è quindi un agroecosistema complesso, va a giocare un ruolo determinante, essendo molto
soprattutto per la diversificata e specifica tipologia spesso anche per lunghi periodi prossimo a quello di
climatico-strutturale. saturazione, provocando fenomeni di condensa, goc-
Per quanto riguarda le colture protette la sostenibili- ciolamenti e bagnatura delle foglie. L’insieme di tali
tà deve considerare cinque aspetti fondamentali: condizioni favoriscono lo sviluppo di funghi e batteri,
1. gestione della problematica a livello socio-econo- i quali per dare inizio all’infezione hanno bisogno di
mico e culturale; un’elevata umidità. In ambiente protetto il maggiore
2. input produttivi: risorse energetiche, fertilizzanti, uso di fitofarmaci è dovuto anche ad alcune caratte-
difesa fitosanitaria, mezzi biologici, ricerca e tecno- ristiche proprie del sistema di coltivazione:
logia; •
3. risorse genetiche; mitato numero di specie;
4. clima (impatto sulle produzioni); •
5. suolo e acqua (risorse disponibili e fabbisogni del- •
le colture). •
La difesa fitosanitaria deve essere eseguita utiliz- presenza di prodotti sani accanto a prodotti in via di
zando, nella minore quantità possibile, prodotti fi- decomposizione.
tosanitari a minor impatto verso l’uomo e l’ambien-
te, scelti fra quelli aventi caratteristiche di efficacia In questi ultimi anni, e in misura sempre crescente,
sufficienti alla difesa delle produzioni, a livelli eco- la coltivazione in serra è stata oggetto di un comples-
nomicamente accettabili e tenendo conto della loro so processo evolutivo che, attraverso l’ammoderna-
persistenza. mento tecnologico dei fattori di produzione, tende a
Quando sono possibili tecniche o strategie diverse, privilegiare la qualità della produzione e la commer-
occorre privilegiare quelle agronomiche e biologiche cializzazione di prodotti garantiti.
in grado di consentire il minor impatto ambientale, Questo modello produttivo, se da un lato trova nelle
all’insegna di una agricoltura sostenibile. aree mediterranee favorevoli condizioni climatiche,
Le colture protette sono caratterizzate da un massic- dall’altro deve risolvere problemi di ordine tecnico e
cio impiego di fattori tecnici e agronomici necessari tecnologico, ambientale, economico ed energetico.
per garantire il dinamismo degli avvicendamenti col- Nelle colture protette occorre innovazione, ricerca e
turali giustificati dalle esigenze commerciali, inoltre applicazione per gli aspetti che riguardano principal-
presentano un grado di intensivizzazione di gran mente la climatizzazione, l’impiego di acqua, fertiliz-
lunga superiore alle altre produzioni vegetali agra- zanti, agrofarmaci e il monitoraggio e controllo dei
rie. Le colture protette sono definite altamente sensi- parametri produttivi.
bili, per cui è necessario ridurre al massimo l’impatto La serra è un sistema agricolo molto complesso, non
ambientale di tali coltivazioni. solo per le notevoli interazioni che si creano tra i di-
Per garantire produzioni precoci ed elevata produt- versi fattori del ciclo produttivo, ma anche per la sva-
tività delle piante in ambiente protetto si è agito riata tipologia strutturale e climatica che essa pre-
su alcune tecniche agronomiche, principalmente senta. Altri fattori di variabilità sono rappresentati,
fertilizzazione e difesa, con notevoli effetti negativi inoltre, dal grado di preparazione tecnica degli ope-
sull’impatto ambientale. Infatti, a causa della mag- ratori del settore, dall’organizzazione dell’attività e
giore utilizzazione di elementi nutritivi e pesticidi dal mercato a cui è rivolto il prodotto. Sarebbe quindi
di sintesi e della coltivazione ripetuta della stessa auspicabile che, nell’affrontare le varie tematiche di
coltura sullo stesso terreno, l’orticoltura in ambien- questo agroecosistema, l’approccio perseguito sia
te protetto può arrecare alterazioni ambientali an- di tipo sistemico e multidisciplinare in cui l’impiego
che consistenti (salinizzazione, inquinamento falde, delle diverse tecnologie innovative disponibili possa
smaltimento dei materiali plastici di copertura, ecc.). risolvere la conflittualità che ancora esiste tra pro-
L’uso di fertilizzanti e fitofarmaci, nonostante abbia cesso produttivo da un lato ed esigenze di ordine
rivestito un ruolo fondamentale nello sviluppo della energetico, ambientale ed economico dall’altro. In
moderna agricoltura, è ritenuto oggi una delle princi- tale situazione, una strategia per ridurre l’impatto
pali cause di impatto ambientale anche in ambiente delle colture protette sull’ambiente è quella che ten-
protetto. L’accumulo di tali sostanze nei suoli ne al- de a trasformare la serra da sistema agricolo aperto
tera le proprietà chimiche e fisiche con meccanismi a uno di tipo chiuso, sostanzialmente basato sulla:
diversi da elemento ad elemento in funzione del tipo •
di suolo e di coltura. Queste sostanze generano an- sidui tossici;
che alterazioni sulla fauna terricola. •
Nelle coltivazioni in ambiente protetto, a causa della •
presenza di condizioni microambientali che favori- •
scono l’insorgere delle infezioni, si assiste a un mag- •
giore uso dei fitofarmaci rispetto alle coltivazioni in niche di coltivazione fuori suolo);
54 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

La scelta dei mezzi di forzatura o difesa delle piante energia. Tuttavia l’interazione dei fattori che condi-
dipende sia dalle esigenze delle stesse sia dall’enti- zionano la progettazione e l’utilizzazione della serra
tà dei fattori climatici che si vogliono contrastare. In (clima esterno locale, esposizione, pendenza del ter-
Italia, il condizionamento riguarda circa il 30% delle reno, altimetria, ventosità, tipo di serra e materiale
serre e considera come fattori principali da controlla- strutturale impiegato, specie vegetale coltivata, ecc)
re la temperatura, l’umidità, il contenuto di anidride influenzano enormemente il bilancio energetico. Ed
carbonica dell’aria, la temperatura del terreno, l’in- è per tale motivo che l’attenzione della ricerca e della
tensità e durata della luce. L’interazione di questi sperimentazione si rivolge necessariamente sia ver-
fattori regola il processo fotosintetico delle piante. so una tipologia di serra a climatizzazione passiva o
Negli impianti più moderni, l’attuazione delle opera-
zioni connesse con il condizionamento è affidata al di tipo industriale che si avvalgono di sistemi auto-
computer (Fig. 5.2), con notevoli vantaggi dal punto matici, in cui l’installazione di sistemi di rilevamento
di vista gestionale. In linea generale una serra con- e regolazione consentono l’ottimizzazione del clima
sente di aumentare di molte volte il valore della pro- interno.
duzione ottenibile per unità di superficie nel corso di Le principali caratteristiche delle serre più diffuse e
un anno. di tecnologia più recente sono:
Il problema delle serre è essenzialmente energetico •
in quanto, è questa la voce che incide maggiormente vetro;
nel costo di produzione delle colture in serra. Circa •
il 20-30% delle serre italiane sono dotate d’impian- •
ti di riscaldamento. Si calcola che per la sola clima- •
tizzazione, il consumo diretto di energia si aggiri tilazione sia sulle fiancate sia sul colmo della serra a
sull’ordine di 140.000 TEP (Tonnellate Equivalenti di controllo automatico;
Petrolio), pari a circa il 95% dell’energia globalmen- •
te necessaria alla produzione, con una incidenza sul to da generatori d’aria calda alimentati a gasolio o a
costo totale di produzione del 20-30%. gas, sospesi alla struttura portante della serra.
Per le colture protette in Italia, ogni anno, si consu- L’adozione di questo tipo di serra si è registrata so-
mano circa 80.000 tonnellate di plastica; pertanto prattutto tra i giovani imprenditori, più attenti ad
sono notevoli i problemi legati al materiale di scarto accogliere le innovazioni seguendo criteri che ri-
di questo tipo, anche in ragione del fatto che l’uso spondono alle esigenze: di avere una maggiore ven-
di materiali plastici a lunga durata è poco diffuso a tilazione o aerazione e un conseguente minore rista-
causa del loro costo elevato. gno di umidità; di migliorare le condizioni di lavoro,
Normalmente gli obiettivi perseguiti per una razio- avvalendosi di mezzi meccanici e automatismi vari;
nale gestione energetica della serra sono quelli le- di diminuire gli oneri di manutenzione; di attuare ri-
gati da un lato alla massimizzazione dell’apporto sparmi energetici e di utilizzare fonti alternative di
di energia e dall’altro alla limitazione di perdita di energia (pannelli solari) (Fig. 5.3).

5.3 Serra a moduli fotovoltaici utilizzati come


sportelli di colmo, mentre la rimanente superficie
delle falde del tetto è tamponata con lastre di vetro.
Ciò, oltre a garantire una completa impermeabilità,
permette anche una maggiore retroventilazione, au-
menta la capacità captante dell’energia solare dispo-
5.2 Sistema computerizzato di controllo climatico all’interno di una serra. nibile e la producibilità elettrica di circa il 25% in più
Esso è fondamentale per ottenere il massimo risultato in termini di quantità rispetto ad una serra fotovoltaica tradizionale con le
e qualità del prodotto coltivato. falde esposte in direzione Nord-Sud.
COLTIVAZIONI PROTETTE: TECNOLOGIE E TECNICHE 55 Capitolo 5

Tecniche di difesa per la lotta biologica in •


serra nismi viventi e vanno quindi considerati come tali:
In natura, le popolazioni di insetti e acari, compre- il loro impiego non può mai essere paragonato a un
si quelli nocivi alle piante, sono controllati da fattori trattamento con prodotti chimici, né ci si deve atten-
climatico-ambientali, nutrizionali e da antagonisti dere un immediato abbattimento degli insetti o degli
acari dannosi a seguito del lancio degli ausiliari;
(ausiliari) presenti nel sistema ecologico (costituiti in

larga prevalenza da altri insetti e acari).
vora, utilizzando strumenti per il controllo delle con-
In presenza di disequilibri è possibile sfruttare que-
dizioni climatiche all’interno della serra (termoigro-
sti meccanismi regolatori per mezzo di strategie ope-
grafo) e la continua osservazione di insetti e acari
rative di controllo biologico dei fitofagi:
presenti tramite una lente portatile e, possibilmente,

un microscopio binoculare, per la cattura degli orga-
di importazione, che consiste nell’introduzione di an-
nismi nocivi (sono generalmente sufficienti le trap-
tagonisti provenienti dall’area di origine dell’insetto
pole cromo attrattive) (Fig. 5.6); il monitoraggio va
dannoso;
esteso anche alle malerbe eventualmente presenti

in serra e attorno a essa, in quanto sulle erbe spon-
stenti nell’ambiente naturale;
tanee si sviluppano con una certa frequenza specie

dannose che poi infesteranno la coltura;
naturale: si tratta di una vera e propria tecnica fito- •
iatrica di controllo degli organismi dannosi attuata in rapporto alle tecniche di coltivazione, di condizio-
producendo in biofabbriche e lanciando poi in campo ni microclimatiche e complessive favorevoli allo svi-
gli ausiliari (Fig. 5.4). luppo degli antagonisti;
In ambiente protetto trova buona applicazione, con •
concrete possibilità di successo, l’immissione di an- ci si propone di ottenere un prodotto perfetto, ma di
tagonisti. Solitamente, l’esigenza è quella di conte- assicurare nel tempo una riduzione dei danni entro
nere rapidamente le popolazioni dei fitofagi; in pra- soglie economiche tollerabili (attualmente anche sot-
tica, la tecnica più ricorrente è il lancio in massa di to l’1-2% del valore commerciale della produzione);
ausiliari (metodo inondativo); si tratta di un’azione •
di controllo temporaneo di un determinato fitofago breve periodo (certamente sfavorevole rispetto
quando la densità di popolazione è tale da provocare all’impiego dei mezzi chimici), ma in un intervallo di
un danno economico alla coltura. tempo più ampio, tenendo in dovuta considerazione
La lotta biologica impone necessariamente all’ope- anche i costi indiretti, che diventano poi diretti nel
ratore anche un cambio di mentalità che, in sintesi, lungo periodo (ad esempio lo sviluppo di resistenza
comporta: che costringe a utilizzare nuovi agrofarmaci, gene-
• ralmente più costosi; l’incremento di valore o la mi-
la degli antagonisti: i loro rapporti reciproci si sono
adattati nel corso di lunghissimi tempi evolutivi;
dunque sono ben definiti e non mutano come av- gli operatori).
viene invece con i mezzi di lotta chimici che, non di La tecnica del lancio inondativo ha il vantaggio di
rado, selezionano popolazioni di organismi nocivi re- poter essere praticata contro la generalità dei fito-
sistenti (per operare al meglio, è necessario tuttavia fagi; tuttavia, per ottenere buoni risultati, il moni-
conoscere comportamenti e ciclo biologico di fitofagi toraggio deve essere molto attento e il lancio deve
e ausiliari e anche come i secondi agiscono sui primi) essere effettuato con tempestività. Questa tecnica
(Fig. 5.5); non è la sola a poter essere attuata in serra. È possi-

TECNICHE DI DIFESA

TECNICHE TECNICHE
CURATIVE PREVENTIVE

LANCI LANCI LANCI BANKER


INOCULATIVI INONDATIVI PREVENTIVI PLANTS

PEST
5.4 Schema delle diverse tecniche di IN
controllo biologico con immissione di an- FIRST
tagonisti.
56 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

5.5 Fasi della predazione di un


afide di rosa da parte di una larva
di sirfide.

bile infatti impostare programmi di controllo biologi- Tecnica pest in first


co con le tecniche del lancio inoculativo e del lancio Consiste nell’inserimento iniziale di organismi dan-
preventivo. nosi alla coltura e successivamente, quando questi
A questo proposito ricordiamo che esistono due tec- hanno raggiunto una soglia prestabilita, si inserisco-
niche interessanti, ma di non semplice realizzazione, no i loro antagonisti. Ciò ha un effetto di stabilizza-
chiamate pest in first zione dell’infestazione a basse densità ed evita di
banker plants sbagliare il momento del lanci. È usato in molti casi
per gestire la presenza di artropodi in serra, soprat-
tutto nel Nord Europa. È una tecnica poco usata e
richiede elevata professionalità.
La tecnica del pest in first si basa sull’idea che, af-
finché il livello di popolazione dell’antagonista sia
sufficientemente alto per controllare in modo effica-
ce quello del fitofago, occorre che il primo abbia di
che nutrirsi, ossia deve essere già presente in una
certa quantità anche il secondo. Ciò comporta un’in-
troduzione scientemente deliberata del fitofago, ma
in misura equilibrata tra le esigenze dell’ausiliare e
la necessità di avere un danno sulla coltura. Si tratta,
come è facile intuire, di un metodo piuttosto diffici-
le e impegnativo che richiede un’ottima conoscenza
della biologia dei fitofagi su cui si opera; ha però il
vantaggio di facilitare e stabilizzare lo sviluppo del-
le popolazioni dell’ausiliare e, quindi, di ottenere un
più duraturo controllo del fitofago (la tecnica del pest
in first è consigliata per controllare organismi dan-

individuare tempestivamente come il ragnetto rosso


o gli aleirodidi).

Tecnica banker plants


Un altro metodo di lotta disponibile è il cosiddetto
banker plants, un metodo efficace ed economico che,
tuttavia, ha il limite di essere applicabile solo a pochi
fitofagi.
Consiste nell’introduzione in serra di una pianta al-
levata in vaso, solitamente una graminacea, inospi-
tale per fitofagi e parassiti della coltura. Sulla pian-
ta vengono fatti sviluppare vari stadi di afidi (come
Rhopalosiphum padi), che non attaccano la coltura
da difendere (chiamati afidi di sostituzione), i qua-
li a loro volta vengono parassitizzati da entomofagi
(Aphidius colemani, Lysiphlebus testaceipes).
5.6 (a) I pannelli cromotropici blu servono a monitorare, in I parassitoidi si diffondono nella coltura e, in assen-
particolare, la presenza di tripidi. Il fondo è cosparso di colla; la
quadrettatura è utile per il conteggio degli esemplari catturati. (b) za di afidi, permangono sulla pianta inserita. L’inse-
Attualmente sono disponibili anche feromoni di aggregazione per rimento della banker plants deve essere precoce e,
il tripide Frankliniella occidentalis da abbinare a pannelli e rotoli ai fini del successo della lotta biologica, è evidente
cromoattrattivi collati (c) per la cattura di massa (tale forma di l’importanza di effettuare continui monitoraggi del-
lotta è detta anche attract&kill). le colture. Tale tecnica si è dimostrata più efficace
COLTIVAZIONI PROTETTE: TECNOLOGIE E TECNICHE 57 Capitolo 5

A B

A = pianta banca = ospite di sostituzione = insetto ausiliare


B = coltura da difendere = altri parassiti = fitofago

5.8 Schema del funzionamento della tecnica banker plants: a


sinistra è rappresentata la pianta “banca” su cui viene allevato
l’ausiliare (triangoli blu) sull’ospite di sostituzione (cerchi rossi), la
5.7 Banker plants per l’allevamento di parassitoidi di afidi, quale può essere infestata da altri parassiti, che però non devono
appese all’inizio delle interfile. essere fitofagi della coltura (quadrati neri); a destra è rappre-
sentata la pianta coltivata su cui il fitofago (poligoni viola) viene
parassitizzato dall’ausiliare proveniente dalla pianta “banca”.

ed economica rispetto ai lanci sistematici su colture fitofago da predare: perciò la tecnica è consigliabile
quali cetriolo e melone, anche in alcune esperienze se la coltura da proteggere ha un ciclo colturale piut-
condotte nel Nord Italia. tosto lungo (superiore ai 4 mesi) e se in serra si suc-
Il banker plants è un’associazione precoce tra pa- cedono colture soggette al medesimo fitofago oppure
rassitoide e ospite alternativo rispetto al bersaglio se, in assenza del bersaglio principale in serra, siano
principale, ospite fatto sviluppare su piante tenute presenti fitofagi minori, ma predabili dall’ausiliare,
in vaso (Fig. 5.7). In sostanza si alleva direttamen- che così incrementa il suo numero e nel contempo si
te l’ausiliare in modo da avere permanentemente in rende utile.
serra una certa aliquota di antagonisti. La tecnica del lancio inoculativo in certi casi può es-
Come è stato già anticipato, il lancio inondativo con- sere integrata da lanci inondativi quando i vari anta-
siste nell’introduzione in massa degli antagonisti, gonisti impiegati hanno come bersaglio principale o
non appena il fitofago supera determinate soglie secondario il fitofago da controllare.
di presenza. Generalmente i lanci vengono ripetuti Il lancio preventivo può essere considerato una va-
con dosaggi, tempistiche e modalità indicati nei pro- riante di quello inondativo: si adotta in particolare
grammi operativi. quando gli ausiliari sono parassitoidi, quindi con
Nel lancio inoculativo gli ausiliari sono introdotti modalità di azione più complessa e lunga rispetto
molto presto e in piccole quantità affinché si insedi ai predatori; di conseguenza vengono introdotti in
una popolazione di antagonisti sufficientemente nu- quantità inferiori, ma a più riprese, in linea di mas-
merosa e quindi in grado di contrastare fin dall’inizio sima fin dal momento del trapianto della coltura o
le possibili infestazioni dei fitofagi. quando si presume possa fare la comparsa il fitofago
Ciò comporta, ovviamente, che gli antagonisti deb- (allorché quest’ultimo viene rilevato i lanci prosegui-
bano avere la caratteristica di poter sopravvivere ranno con dosaggi maggiori).
anche in assenza del fitofago-preda (bersaglio prin- Complessivamente è una tecnica più costosa rispetto
al lancio inondativo, ma può risultare più convenien-
danneggiare le piante coltivate (in sostanza si tratta te in determinate situazioni (ad esempio in aziende
di insetti in grado di alimentarsi di polline e succhi storicamente soggette a forte rischio di attacco di un
vegetali della coltura senza causare alla stessa danni dato fitofago ad alto tasso di riproduzione e quindi
apprezzabili). Questo tipo di ausiliari, generalmente, in grado di provocare rapidamente danni considere-
ha un tasso di crescita molto inferiore a quello del voli).
58 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. La temperatura notturna delle serre temperate è man- 5. Il terreno a terra suddiviso da lastre di cemento alte 20-
tenuta a: 30 cm, che creano zone di coltivazione larghe circa 1 m
a. 5-10 °C si chiamano:
b. 10-14 °C a. banquette
c. 16-20 °C b. bancali
c. pallets
2. La temperatura notturna delle serre calde è mantenuta
a: 6. Il crisantemo è una pianta:
a. 5-10 °C a. annuale
b. 10-14 °C b. biennale
c. 16-20 °C c. perenne

3. La capacità del vetro di trasmettere le radiazioni nel vi- 7. In serra per ottenere fiori recisi di garofano, le talee ra-
sibile è pari a: dicate sono messe a dimora su banquettes con una den-
a. 55% sità di:
b. 72% 2

c. 91% 2

4. La concentrazione di CO2 dell’aria ottimale per le piante


è compresa tra: 8. Il pelargonio ha un ciclo colturale variabile:
a. 100-500 ppm a. da 4 a 6 mesi
b. 500-1.000 ppm b. da 6 a 8 mesi
c. 1.000-1.500 ppm c. da 8 a 12 mesi

VERO O FALSO
1. Le serre fredde sono usate per produzioni di 5. Negli impianti a termosifone delle serre il
pregio, in periodi in cui vi è minore domanda fluido riscaldante è di solito acqua a tempe-
del mercato. V F ratura di 80-90 °C. V F

2. Il polimetacrilato di metile (PMMA) presenta 6. L’idroponica è un metodo di coltivazione più


una trasparenza quasi nulla (1%) all’infra- avanzato rispetto all’aeroponica. V F
rosso lungo. V F
7. Per le colture ortive da frutto, con elevati
3. Il termine substrato indica un materiale di- tassi di crescita e ingenti produzioni, le so-
verso dal terreno agrario, di norma costituito luzioni nutritive hanno concentrazioni molto
da miscugli di materiali diversi. V F più alte di azoto e di potassio. V F

4. In una pianta brevidiurna l’induzione a fiore 8. In coltura idroponica le soluzioni nutritive


avviene quando la durata del giorno è supe- per richiedono un’acidificazione a causa dei
riore a quella della notte: mediamente 15 ore bicarbonati presenti nell’acqua irrigua. V F
di luce e 9 ore di buio. V F

ABBINAMENTI LOGICI

1. Colture protette A. Raffreddamento per eva-


porazione acqua
2. Radiazione solare
B. Condizionamento
3. Cooling System
C. Bancali
4. Coltivazioni su suolo
D. Serre e tunnel
5. Floating system
E. Coltivazione in acqua
6. Idroponica
F. Coltura galleggiante

GRIGLIA 1 ......................... 2 ......................... 3 ......................... 4 ......................... 5 ......................... 6 .........................


Capitolo 6
Colture pratensi
e foraggere
APPROFONDIMENTI

1 Geografia dei prati-pascoli in Italia


Le colture foraggere possono essere classificate in • erbai estivi, sono quelli a semina estiva dopo aver
base alla famiglia botanica di appartenenza, alla du- raccolto la coltura principale.
rata, al sistema di formazione della foraggera, al posto
che occupa nella rotazione, alla composizione floristi- Se la durata è superiore a un anno si tratta di prati. Sia
ca, alla tipologia di foraggio, al sistema di conserva- gli erbai che i prati possono essere avvicendati per
zione e utilizzazione del foraggio e agli apporti nutri- periodi inferiori a 10 anni. Per periodi superiori a 10
zionali. Le essenze più utilizzate appartengono alle anni si è di fronte a prati permanenti.
graminacee e alle leguminose. Il prato può essere composto da una sola essenza, in
In relazione alla durata, le colture foraggere possono tal caso si tratta di un prato monofita. Se è composto
essere annuali o temporanee (con ciclo colturale in- di 2-4 essenze, è un prato oligofita. Il prato polifita,
feriore a un anno), poliennali (in caso di un ciclo col- invece, è composto generalmente da 5 o più essenze.
turale di 3-5 anni) oppure perenni. In caso di durata Nel caso dei prati i foraggi sono prima falciati e poi
inferiore o uguale a un anno si parla di erbai. resi disponibili agli animali. Nel caso dei pascoli sono
A seconda della stagione in cui svolgono il proprio ci- resi disponibili direttamente. Quando si effettua il pri-
clo gli erbai si distinguono in: mo sfalcio destinato alla produzione di scorte azien-
• erbai autunno-vernini, detti anche autunno-pri- dali e poi sui prati vengono fatti pascolare gli animali,
maverili, sono quelli seminati in autunno e raccolti in sono prati-pascoli.
primavera (cereali foraggeri microtermi, loiessa, cru- Il mantenimento dei prati e pascoli permanenti è uno
cifere, favino, pisello proteico, trifogli annuali, ecc.); dei tre impegni del greening che l’agricoltore deve ri-
• erbai primaverili, seminati a fine inverno e raccolti spettare dal 1° gennaio 2015. L’impegno del mante-
a maggio giugno (ad esempio avena-veccia-pisello); nimento dei prati e pascoli permanenti è stato creato
• erbai primaverili-estivi, sono i classici erbai annua- per salvaguardare i prati e i pascoli permanenti, consi-
li (mais o sorgo trinciati); derati molto importanti dal punto di vista ambientale.

Terreno permanente Pascolo e incolto produttivo

Terreno destinato a prato (di durata inferiore ai 5 anni, il quale Terreno destinato alla produzione di erba utilizzabile come
entra regolarmente nell’avvicendamento colturale e non viene foraggio, la quale non si può economicamente falciare e si fa
pascolato); prato-pascolo (di durata inferiore ai 5 anni in parte pascolare direttamente dagli erbivori allevati in azienda.
sfalciato e in parte pascolato); prati e pascoli permanenti (prati I pascoli hanno una durata superiore ai 5 anni. Mentre il pascolo
sfalciati e/o pascolati con una durata superiore ai 5 anni). è un terreno in cui vengono effettuati periodicamente degli
interventi di miglioramento del cotico erboso, i pascoli incolti
sono quelli che pur producendo erba da pascolare non sono
oggetto di alcun intervento da parte dell’azienda agricola.
60 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

6.1 Superfici e impegni del greening. Impegni Superficie agricola Colture


Diversificazione Seminativi Colture avvicendate
Mantenimento dei prati Prati e pascoli Prati permanenti, pascoli
e pascoli permanenti permanenti permanenti, pascoli magri
Aree di interesse Seminativi Colture avvicendate
ecologico

Il pascolo magro è definito, ai sensi dell’art. 2, com- Durante la monticazione il trasferimento del bestia-
ma 1, lett. f), del Decreto Mipaaf n. 6513/2014, come me avviene per gradi, servendosi di diverse strutture
un pascolo permanente di bassa resa, di norma su (stalle, malghe, baite) site a vari livelli di quota: dalla
terreno di scarsa qualità, in genere non concimato, partenza si sale fino a 700-1000 m fino a raggiungere
coltivato, seminato o drenato, le cui superfici sono stalle con poco pascolo; da qui si prosegue fino a rag-
utilizzate solo per il pascolo estensivo e non vengono giungere malghe a bassa quota, queste sono strutture
falciate. Pascoli e prati permanenti generano un forte poste a 900-1.300 metri, dotate di una abitazione ru-
legame tra ambiente, allevamento e attività agricola. stica per i pastori e di un pascolo sufficiente a tutta la
mandria. Gli esemplari giovani e adulti, vengono poi
Alpeggi alpini fatti salire ancora fino alle malghe di alta quota (1.400-
In Italia l’alpeggio è un’attività agrozootecnica molto 1.900 m) e alle baite (in genere oltre i 1.900-2.000 me-
antica, che consiste nel trasferimento del bestiame, du- tri) (Fig. 6.2).
rante i mesi estivi, verso pascoli posti a un’altitudine mi- Questa attività agrozootecnica ha molteplici effetti
nima di 600 m e massima di 2.500-2.700 m s.l.m. Questa positivi. Durante il pascolo le deiezioni animali (leta-
attività inizia a fine maggio-metà giugno con la montica- me o liquami) forniscono molti macro e microelementi
zione, cioè la salita sull’alpe e termina con la demontica- (soprattutto azoto) utili per la coltivazione dei terreni
zione, cioè la ridiscesa in pianura a fine settembre. agricoli che attraversano. Determina anche notevoli

Superficie (ettari) e produzione (migliaia di quintali) di prati permanenti, pascoli poveri e altri pascoli
(dettaglio per ripartizione geografica anno 2018)
COLTURE PRATENSI E FORAGGERE 61 Capitolo 6

vantaggi per gli animali: da un punto di vista alimen-


tare il maggiore valore nutritivo si riflette sia sulla
loro salute che sulla qualità dei prodotti zootecnici;
l’attività fisica determina sviluppo della muscolatura,
aumento dell’attività circolatoria, respiratoria e della
capacità polmonare dovuta alla rarefazione dell’aria
e al maggiore sforzo fisico; i fattori ambientali quali
la migliore qualità dell’aria respirata e l’aumento del-
le radiazioni attive hanno inoltre benefici influssi su
cute, pelo, attività ghiandolare e metabolismo.
I pascoli alpini e prealpini sono sfruttati prevalen-
temente da bovini (85% nel primo caso e circa 95%
nel secondo), mentre quelli appenninici sono sfrutta-
ti esclusivamente dagli ovini. Per quel che riguarda
le necessità animali, per l’intera durata dell’alpeggio
occorrono 1,5-2 ettari per ogni bovino, 1 solo ettaro
invece è sufficiente per nutrire 4-6 ovini.
La pratica dell’alpeggio vive tuttora, in particolar 6.2 Mucche all’alpeggio in alta quota in Valle d’Aosta.
modo nelle aree del Trentino-Alto Adige e della Valle
d’Aosta.
L’attività dell’alpeggio non è onerosa, è infatti ormai prezzate. Tale consapevolezza ha fatto sì che, nell’am-
assodato che i sistemi basati sulla monticazione del bito delle politiche per lo sviluppo delle aree montane,
bestiame contribuiscono alla conservazione non solo siano state previste forme di incentivazione finanzia-
degli ecosistemi dove l’alpeggio viene praticato, ma ria per l’alpeggio (valorizzazione di formaggi e altri
anche degli ecosistemi di valle, essendo un valido prodotti ottenuti in alpeggio e la commercializzazione
supporto ad attività ricreative e didattiche molto ap- di servizi complementari all’ambiente).
62 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Transumanza e tratturi appenninici svolto direttamente negli allevamenti, questa attivi-


La transumanza consiste nella migrazione stagionale tà si è fortemente ridotta e, in molte zone è del tutto
di greggi, mandrie e pastori da pascoli situati in zone scomparsa
collinari o montane (nella stagione estiva) verso quelli L’appennino Tosco-emiliano:
delle pianure (nella stagione invernale) percorrendo
esempio di eccellenza agroalimentare
le vie naturali chiamate tratturi alla ricerca di nuovi
pascoli e di climi idonei alla pastorizia. Attualmente, in Italia, non esiste un’area che possa
In Italia, questa antica attività consisteva nel traspor- vantare una concentrazione così grande di produzioni
tare (“transumare”, appunto) gli animali dai monti agroalimentari d’eccellenza come l’appennino Tosco-
abruzzesi e molisani, ai ricchi pascoli del Tavoliere e emiliano. I prodotti che qui vengono realizzati sono
del Gargano in Puglia. conosciuti nel mondo: i più famosi sono il prosciutto
In Italia la transumanza ha caratterizzato fortemente di Parma e il Parmigiano Reggiano, a cui si affiancano
la storia e lo sviluppo delle civiltà di tutto l’arco appen- almeno 64 prodotti tradizionali identificati e classifi-
ninico centro-meridionale. In queste zone, infatti, ha cati dal Ministero delle Politiche agricole e che hanno
determinato la nascita di una complessa rete di “vie meritato i marchi DOP e IGP o l’istituzione in presidi
erbose” dette tratturi. Essi sono “strade d’erba” con Slow Food.
larghezza e lunghezza variabili. Tutto ciò è il risultato della lungimiranza delle comu-
Una ricognizione di tutti i suoli tratturali effettuata nità che vivono in queste zone, capaci di utilizzare in
dopo l’Unità d’Italia evidenziò l’esistenza di ben 83 modo differenziato e complesso il territorio, adattando
“vie d’erba”, distinte fra tratturi e tratturelli, per un’e- tecniche e consuetudini agronomiche, per farsi guar-
stensione di 2.978 km e una superficie di ben 21.000 diane della diversità biologica ben prima che il termi-
ettari. Nel 1908 infine, con la Legge n. 746, venne sta- ne biodiversità fosse coniato.
bilito di sopprimere tutti i tracciati non più necessa- La farina di castagne e il farro della Garfagnana, così
ri, conservandone solo quattro tracciati: il L’Aquila – come il miele, la caciotta e gli insaccati (biroldo, mon-
Foggia, il Celano – Foggia, il Castel di Sangro – Lucera diola) della Lunigiana, i pecorini di Succiso e di Luni-
e il Pescasseroli -Candela. giana, la cipolla di Treschietto, il pan di patate gar-
I tratturi costituivano un sistema viario comples- fagnino o della Valle del Serchio, sono oggi divenuti
so, arricchito anche dall’esistenza di arterie di col- prelibatezze.
legamento secondarie come i tratturelli e i bracci, Le tradizioni gastronomiche locali, che esaltano pro-
che servivano a collegare fra loro i diversi tratturi prietà e varietà dei prodotti, sono ormai sinonimo di
e questi con vari centri abitati. Il legame di queste buona tavola e generano attenzione e studio, oltre
vie d’erba con il territorio è stato forte tanto che la che nuovo e crescente turismo. Ma, prima ancora, le
transumanza ha influenzando cultura, letteratura, re- produzioni e la cucina sono stati elementi aggreganti
ligione, leggende, tradizioni dei territori attraversati, di collettività che, insieme al sostentamento, ne han-
lasciando in essi testimonianze millenarie indelebili no tratto aspetti distintivi della loro cultura (riti, ceri-
e caratteristiche. monie, sagre). Queste popolazioni hanno desiderio e
Nel XVII secolo i capi coinvolti nella transumanza era- necessità di continuare a riconoscersi e impegnarsi,
no circa cinque milioni e mezzo. Oggi, con l’avvento innovandole, nelle attività tradizionali e meritano di
della moderna zootecnia e l’allevamento intensivo vedere realizzata, anche attraverso queste produzio-

6.3 Esempio di trat-


turo ancora oggi attivo in
provincia de L’Aquila: è
il tratturo Magno, lungo
244 km che dalla Basi-
lica di Collemaggio (AQ)
arriva fino alle pianure
foggiane.
COLTURE PRATENSI E FORAGGERE 63 Capitolo 6

ni, una economia forte e durevole, di cui siano prota- tra uomo e ambiente, attraverso la tutela della biodi-
goniste le nuove generazioni. versità e delle buone pratiche dello Sviluppo Sosteni-
È quanto si propone di contribuire a realizzare la Ri- bile.
serva MaB UNESCO, innestando su una tradizione di Esso mira a migliorare le relazioni tra le persone e
successo l’innovazione delle forme di produzione agri- l’ambiente e a tale scopo utilizza le scienze naturali e
cola legate al richiamo di un turismo enogastronomico sociali, l’economia e l’educazione per garantire anche
e naturale (Fig. 6.4). l’equa distribuzione dei benefici e per proteggere gli
Il Programma “L’uomo e la biosfera” (Man and the ecosistemi naturali, promuovendo approcci innovativi
Biosphere – MAB), è un programma scientifico inter- allo sviluppo economico che siano adeguati dal punto
governativo avviato dall’UNESCO nel 1971 per pro- di vista sociale e culturale e sostenibili dal punto di
muovere su base scientifica un rapporto equilibrato vista ambientale.

6.4 Logo MAB per l’appennino Tosco-emiliano.


64 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Verifiche

ABBINAMENTI LOGICI

1. Prato A. Crescita invernale erba


2. Marcite B. Conservazione foraggio
3. Sfalcio C. Coltura foraggera
4. Insilamento D. Taglio del prato
5. Pascolo E. Migrazione stagionale
6. Transumanza F. Alpeggio

GRIGLIA 1 ......................... 2 ......................... 3 ......................... 4 ......................... 5 ......................... 6 .........................


Capitolo 7
Coltivazioni
da biomassa
APPROFONDIMENTI

1 Colture bioenergetiche: schede tecniche

Le colture energetiche da alcuni anni si stanno dif- caratteristica di avere cicli colturali poliennali in quan-
fondendo a livello mondiale in relazione al crescente to presentano rizomi (organi agamici sotterranei) che
fabbisogno di energia e al declino delle risorse mine- garantiscono un continuo ricaccio della pianta in se-
rali, come carbone e petrolio, da cui attualmente sia- guito allo sfalcio. Al contrario delle arboree o foresta-
mo dipendenti. Alcune delle colture prese in esame li (SRF), le erbacee hanno una più elevata velocità di
sono da tempo conosciute e coltivate, ma solo da poco crescita che permette di ottenere produzioni annuali.
sono state riadattate agli scopi energetici. Solo la canna comune può, in determinati casi, essere
Altre sono, a tutt’oggi, in fase sperimentale, ma sem- tagliata a cadenza biennale. Il sorgo invece dà gene-
brano molto promettenti e lasciano presumere una ralmente un solo taglio (come nel caso del mais).
loro diffusione nel prossimo futuro. Le specie riportate sono comunque molto rustiche
Queste colture si possono dividere in tre gruppi, ovve- e dotate, oltre che di un’elevata velocità di accresci-
ro specie arboree per produzione di biomassa ligno- mento, anche di una notevole adattabilità alle diverse
cellulosica, specie erbacee o semiarbustive per pro- tipologie di terreno e alle avversità. La canna, il mi-
duzione di biomassa verde o secca e specie erbacee scanto e il cardo si adattano meglio a terreni umidi e
destinate alla produzione di semi con alto tenore di pesanti, crescendo spontaneamente lungo corsi d’ac-
olio da utilizzare come combustibile.
Il gruppo di colture qui prese in esame comprende, un’ottima resistenza alla siccità che permette loro di
come si è detto in precedenza, alcune di quelle coltu- adattarsi
re erbacee o semilegnose destinate alla produzione di a zone calde e con basse precipitazioni.
biomassa per la combustione. In ogni caso non richiedono particolari interventi col-
Di questo gruppo sono richiamate le schede colturali turali proprio in virtù della loro rusticità e possono
(riepilogative delle rispettive esigenze) di alcune fra quindi essere molto interessanti per valorizzare aree
le più diffuse: del pianeta caratterizzate da climi difficili che rendono
• quasi impossibili le normali coltivazioni dedicate all’a-
• limentazione umana o animale.
• La biomassa erbacea risulta più economica e di mag-
• giore quantità per unità di superficie rispetto a quella
• legnosa.
• Per le colture riportate le varie operazioni del processo
• produttivo, in relazione alla tecnica colturale svilup-
A eccezione di sorgo e mais, le altre specie hanno la pata, sono dettagliate nella relativa scheda colturale.
66 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

1 Canna comune (Giant Cane, Wild Cane)


Fam. Poaceae - Arundo donax L.
Nomi comuni e dialettali: canna di Provenza, canna montana, cana
Epoca di impianto rizomi: marzo
Epoca di raccolta: novembre-febbraio
Durata del ciclo di coltivazione: poliennale, 10-12 anni
Densità di impianto: 0,7-1 rizomi a m2

IMPIANTO

ARATURA Tempi (h/ha) 1-2


Macchina operatrice Aratro Carburante (kg/ha) 4-8
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW CONCIMAZIONE CHIMICA DI FONDO
Profondità (cm) 30-40
Macchina operatrice Spandiconcime
Tempi (h/ha) 2-4
Macchina motrice Trattrice 37-74 kW
Carburante (kg/ha) 30-35
Azoto (Uf/ha) 50-100
AFFINAMENTO TERRENO Fosforo (Uf/ha) 50-100
Operazione Erpicatura Potassio (Uf/ha) 50-100
N° interventi 1 Tempi (h/ha) 1-2
Macchina operatrice Erpice a dischi Carburante (kg/ha) 5-10
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW IMPIANTO
Tempi (h/ha) 1-2 Macchina operatrice Piantatrice
Carburante (kg/ha) 3-5 Macchina motrice Trattrice 37-44,4 kW
AFFINAMENTO TERRENO Tempi (h/ha) 4-6
Operazione Erpicatura Carburante (kg/ha) 10-15
N° rizomi/m2 0,7-1
N° Interventi 1
Distanza interfila (cm) 100-150
Macchina operatrice Erpice rotante
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW LAVORO UMANO (ore/ha) 9-16

INTERVENTI COLTURALI ANNUALI

SARCHIATURA (SE NECESSARIA) Carburante (kg/ha) 25-30


Numero interventi 1 TRASPORTO, CARICO E SCARICO
Macchina operatrice Sarchiatrice Macchina operatrice Rimorchio
Macchina motrice Trattrice 44,4-59,2 kW Macchina motrice Trattrice 44,4-59,2 kW
Tempi (h/ha) 2-3 Tempi (h/ha) 1-2
Carburante (kg/ha) 10-15 Carburante (kg/ha) 10-15
CONCIMAZIONE CHIMICA PRODUZIONE
N° interventi annui 1
Sostanza verde (t/ha) 45-65
Macchina operatrice Con la sarchiatura
Umidità (%) 40
Macchina motrice Trattrice 37-74 kW
Sostanza secca (t/ha) 28-40
Azoto (Uf totali/ha) 50-100
Ceneri (%) 13-15
Tempi (h/ha) Con la sarchiatura
RACCOLTA LAVORO UMANO
Macchina operatrice Falciatrinciacaricatrice Totale (ore/ha) 5-10
Tempi (h/ha) 2-3
COLTIVAZIONI DA BIOMASSA 67 Capitolo 7

2 Cardo (Cardoon, Artichoke thistle)


Fam. Asteraceae – Cynara cardunculus L.
Nomi comuni e dialettali: cardone, caglio o carduccio
Epoca di impianto: da marzo ad aprile
Epoca di raccolta: fine estate-autunno
Durata del ciclo di coltivazione: poliennale
Densità di impianto: 2-3 piante a m2

IMPIANTO

ARATURA Tempi (h/ha) 1-2


Macchina operatrice Aratro Carburante (kg/ha) 4-8
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW CONCIMAZIONE CHIMICA DI FONDO
Profondità (cm) 30-40
Macchina operatrice Spandiconcime
Tempi (h/ha) 2-4
Macchina motrice Trattrice 37-74 kW
Carburante (kg/ha) 30-35
Azoto (Uf/ha) 50-100
AFFINAMENTO TERRENO Fosforo (Uf/ha) 50-100
Operazione Erpicatura Potassio (Uf/ha) 50-100
N° interventi 1 Tempi (h/ha) 1-2
Macchina operatrice Erpice a dischi Carburante (kg/ha) 5-10
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW IMPIANTO
Tempi (h/ha) 1-2
Macchina operatrice Trapiantatrice
Carburante (kg/ha) 3-5
Macchina motrice Trattrice 37-44,4 kW
AFFINAMENTO TERRENO Tempi (h/ha) 2-4
Operazione Erpicatura Carburante (kg/ha) 10-15
N° interventi 1 N° piante/m2 2-3
Macchina operatrice Erpice rotante Distanza interfila (cm) 90-100
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW LAVORO UMANO (ore/ha) 7-14

INTERVENTI COLTURALI ANNUALI

DISERBO CHIMICO RACCOLTA


N° interventi 1 Macchina operatrice Falciatrinciacaricatrice
Periodo di esecuzione Post-emergenza Tempi (h/ha) 2-3
Quantità prodotto (kg/ha) 1-2 Carburante (kg/ha) 25-30
Macchina operatrice Irroratrice
TRASPORTO, CARICO E SCARICO
Macchina motrice Trattrice 37-44,4 kW
Tempi (h/ha) 1-2 Macchina operatrice Rimorchio
Carburante (kg/ha) 5-10 Macchina motrice Trattrice 44,4-59,2 kW
Tempi (h/ha) 1-2
SARCHIATURA Carburante (kg/ha) 10-15
Numero interventi 1
PRODUZIONE
Macchina operatrice Sarchiatrice
Macchina motrice Trattrice 44,4-59,2 kW Sostanza verde (t/ha) 20-28
Tempi (h/ha) 2-3 Umidità (%) 45-55
Carburante (kg/ha) 10-15 Sostanza secca (t/ha) 10-14
Ceneri (%) 12-15
CONCIMAZIONE CHIMICA
LAVORO UMANO
N° interventi 1
Macchina operatrice Con la sarchiatura Totale (ore/ha) 6-10
Macchina motrice Trattrice 37-74 kW
Azoto (Uf totali/ha) 50-100
Fosforo (Uf/ha) 50-100
Potassio (Uf/ha) 50-100
Tempi (h/ha) Con sarchiatura
68 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

3 Kenaf (Deccan hemp, Java jute)


Fam. Malvaceae – Hibiscus cannabinus L.
Altri nomi: bimli, ambary, canapa ambari, canapa deccan
Epoca di semina: fine aprile-inizio maggio
Epoca di raccolta: settembre-novembre
Durata del ciclo di coltivazione: 5-6 mesi
Densità di semina: 40 piante/m2

IMPIANTO

ARATURA Tempi (h/ha/intervento) 1-2


Macchina operatrice Aratro Carburante (kg/ha/intervento) 4-8
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW CONCIMAZIONE CHIMICA DI FONDO
Profondità (cm) 30-40
Macchina operatrice Spandiconcime
Tempi (h/ha) 2-4
Macchina motrice Trattrice 37-74 kW
Carburante (kg/ha) 30-35
Azoto (Uf/ha) 50-100
AFFINAMENTO TERRENO Fosforo (Uf/ha) 0
Operazione Erpicatura Potassio (Uf/ha) 0
N° interventi 1 Tempi (h/ha) 1-2
Macchina operatrice Erpice a dischi Carburante (kg/ha) 5-10
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW SEMINA
Tempi (h/ha) 1-2
Macchina operatrice Seminatrice di precisone
Carburante (kg/ha) 3-5
Macchina motrice Trattrice 37-44,4 kW
AFFINAMENTO TERRENO Tempi (h/ha) 4-6
Operazione Erpicatura Carburante (kg/ha) 10-15
N° interventi 1-2 Quantità di seme (kg/ha) 15-20
Macchina operatrice Erpice rotante Distanza interfila (cm) 45
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW

INTERVENTI COLTURALI

IRRIGAZIONE TRASPORTO, CARICO E SCARICO


Modalità di esecuzione Aspersione Macchina operatrice Rimorchio
N° interventi 2-3 Macchina motrice Trattrice 44,4-59,2 kW
Quantità acqua (m3/ha/intervento) 250-300 Tempi (h/ha) 1-2
Tempi (h/ha/intervento) 3-4 Carburante (kg/ha) 10-15
SARCHIATURA PRODUZIONE
Numero interventi 1 Sostanza verde (t/ha) 50-60
Macchina operatrice Sarchiatrice Umidità (%) 60-70
Macchina motrice Trattrice 44,4-59,2 kW Sostanza secca (t/ha) 15-20
Tempi (h/ha) 2-3 Ceneri (%) 10-12
Carburante (kg/ha) 10-15
LAVORO UMANO
RACCOLTA Totale (ore/ha) 20-38
Macchina operatrice Falciatrinciacaricatrice
Tempi (h/ha) 2-3
Carburante (kg/ha) 25-30
COLTIVAZIONI DA BIOMASSA 69 Capitolo 7

4 Mais da trinciato (verde o secco) (Mais, Maize)


Fam. Poaceae – Zea mays L.
Nomi comuni o dialettali: granoturco, frumentone, melica
Epoca di semina: da aprile a maggio
Epoca di raccolta: a settembre per biogas o a novembre per termovalorizzazione
Durata del ciclo di coltivazione: 6-7 mesi
Densità di semina: 7-8 piante a m2

IMPIANTO

ARATURA Macchina motrice Trattrice 74-148 kW


Macchina operatrice Aratro Tempi (h/ha) 1-2
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW Carburante (kg/ha) 4-8
Profondità (cm) 30-40 CONCIMAZIONE CHIMICA DI FONDO
Tempi (h/ha) 2-4
Modalità di esecuzione Localizzata
Carburante (kg/ha) 30-35
Macchina operatrice Con la semina
AFFINAMENTO TERRENO Azoto (Uf/ha) 50-100
Operazione Erpicatura Fosforo (Uf/ha) 100-150
N° interventi 1 Potassio (Uf/ha) 50-100
Macchina operatrice Erpice a dischi SEMINA
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW
Macchina operatrice Seminatrice di precisione
Tempi (h/ha) 1-2
Macchina motrice Trattrice 37-44,4 kW
Carburante (kg/ha) 3-5
Tempi (h/ha) 1-2
AFFINAMENTO TERRENO Carburante (kg/ha) 6-10
Operazione Erpicatura Quantità di seme (unità/ha) 1,5
N° interventi 1 Distanza interfila (cm) 75
Macchina operatrice Erpice rotante

INTERVENTI COLTURALI

DISERBO CHIMICO RACCOLTA


N° interventi 1 Macchina operatrice Falciatrinciacaricatrice
Periodo di esecuzione Post-emergenza Tempi (h/ha) 2-3
Quantità prodotto (kg/ha) 1-2 Carburante (kg/ha) 25-30
Macchina operatrice Irroratrice
Macchina motrice Trattrice 37-44,4 kW
TRASPORTO, CARICO E SCARICO
Tempi (h/ha) 1-2 Macchina operatrice Rimorchio
Carburante (kg/ha) 5 -10 Macchina motrice Trattrice 44,4-59,2 kW
Tempi (h/ha) 1-2
SARCHIATURA (non sempre eseguita)
Carburante (kg/ha) 10-15
Numero interventi 1
Macchina operatrice Sarchiatrice PRODUZIONE
Macchina motrice Trattrice 44,4-59,2 kW Sostanza verde (t/ha) 50-60
Tempi (h/ha) 2-3 Umidità (%) 45-55
Carburante (kg/ha) 10-15 Sostanza secca (t/ha) 25-30
CONCIMAZIONE CHIMICA Ceneri (%) 5-6
Macchina operatrice Con la sarchiatura LAVORO UMANO
Macchina motrice Trattrice 37-74 kW Totale (ore/ha) 12-20
Azoto (Uf totali/ha) 100-150
N° interventi 1
70 BRODUZIONI
P ASI AGRONOMICHE
VEGETALI ERBACEE
TERRITORIALI

5 Sorgo da biomassa (Jowari, Sorghum)


Fam. Poaceae - Sorgum bicolor
Nomi comuni e dialettali: dhurra, durra, saggina
Epoca di semina: da metà marzo a fine aprile
Epoca di raccolta: un taglio unico a settembre o 1° taglio a luglio e 2° a ottobre
Durata del ciclo di coltivazione: 6-7 mesi
Densità di semina: 15 piante a m2

IMPIANTO

ARATURA Macchina motrice Trattrice 74-148 kW


Macchina operatrice Aratro Tempi (h/ha) 1-2
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW Carburante (kg/ha) 4-8
Profondità (cm) 30-40 CONCIMAZIONE CHIMICA DI FONDO
Tempi (h/ha) 2-4
Modalità di esecuzione Localizzata
Carburante (kg/ha) 30-35
Macchina operatrice Con la semina
AFFINAMENTO TERRENO Azoto (Uf/ha) 0-50
Operazione Erpicatura Fosforo (Uf/ha) 0
N° interventi 1 Potassio (Uf/ha) 0
Macchina operatrice Erpice a dischi SEMINA
Macchina motrice Trattrice 74-148 kW
Macchina operatrice Seminatrice di precisione
Tempi (h/ha) 1-2
Macchina motrice Trattrice 37-44,4 kW
Carburante (kg/ha) 3-5
Tempi (h/ha) 1-2
AFFINAMENTO TERRENO Carburante (kg/ha) 6-10
Operazione Erpicatura Quantità di seme (unità/ha) 1
N° interventi 1 Distanza interfila (cm) 45-50 oppure 75
Macchina operatrice Erpice rotante

INTERVENTI COLTURALI

DISERBO CHIMICO RACCOLTA


N° interventi 1 Macchina operatrice Falciatrinciacaricatrice
Periodo di esecuzione Pre- o post-emergenza Tempi (h/ha) 2-3
Quantità prodotto (kg/ha) 1-2 Carburante (kg/ha) 25-30
Macchina operatrice Irroratrice
TRASPORTO, CARICO E SCARICO
Macchina motrice Trattrice 37-44,4 kW
Tempi (h/ha) 1-2 Macchina operatrice Rimorchio
Carburante (kg/ha) 5-10 Macchina motrice Trattrice 44,4-59,2 kW
Tempi (h/ha) 1-2
SARCHIATURA (NON SEMPRE ESEGUITA) Carburante (kg/ha) 10-15
Numero interventi 1
PRODUZIONE
Macchina operatrice Sarchiatrice
Macchina motrice Trattrice 44,4-59,2 kW Sostanza verde (t/ha) 45-55
Tempi (h/ha) 2-3 Umidità (%) 45-55
Carburante (kg/ha) 10-15 Sostanza secca (t/ha) 23-28
Ceneri (%) 5-6
CONCIMAZIONE CHIMICA
LAVORO UMANO
Macchina operatrice Con la sarchiatura
Macchina motrice Trattrice 37-74 kW Totale (ore/ha) 11-20
Azoto (Uf totali/ha) 50-100
N° interventi 1
COLTIVAZIONI DA BIOMASSA 71 Capitolo 7

Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Il biodiesel si ricava da quali colture? 5. A livello mondiale, la produzione di bioetanolo deriva
a. oleaginose principalmente da:
b. alcoligene a. soia
c. ligno-cellulosiche b. mais
c. colza
2. La temperatura ottimale per lo sviluppo del sorgo da
fibra è: 6. Il ciclo produttivo del cardo può avere una durata fino
a. 20-25 °C a:
b. 25-27 °C a. 2 anni
c. 27-30 °C b. 5 anni
c. 10 anni
3. La resa ottenibile in biomassa secca dalla pianta inte-
ra di canapa è di circa: 7. Per un impianto sessennale di salice, l’investimento è
a. 10 t/ha di circa:
b. 20 t/ha a. 500-1.000 piante/ha
c. 30 t/ha b. 1.000-1.600 piante/ha
c. 1.600-2.000 piante/ha
4. L’unico aspetto negativo del biodiesel è la presenza di
valori leggermente elevati di: 8. La raccolta della robinia avviene dopo 2 anni dall’im-
a. NOx pianto quando il diametro del fusto raggiunge circa:
b. CO2 a. 5 cm
c. P2O5 b. 10 cm
c. 15 cm

VERO O FALSO
1. La biomassa prodotta dal comparto agri- 5. L’epoca di semina del panico va da inizio
colo ha un ruolo basilare nella produzione marzo-metà aprile, con densità di semina
di combustibili da fonti rinnovabili. V F di circa 100-300 semi germinabili/m2. V F

2. Le biomasse vegetali sono risorse non rin- 6. La raccolta del pioppo può essere biennale
novabili ed esauribili. V F o quadriennale. V F

3. I biocombustibili essendo di origine vege- 7. Per l’impianto del salice si impiegano talee
tale emettono nell’atmosfera meno CO2 di ricavate da astoni di due anni, lunghe circa
quella assorbita attraverso la fotosintesi. V F 20-30 cm. V F

4. Il cardo appartiene alla famiglia delle Poa- 8. Le biomasse erbacee vengono ridotte in
cee ed è una specie erbacea poliennale. V F chips oppure in pellets. V F

ABBINAMENTI LOGICI

1. Biomassa A. Carburante
2. Biodiesel B. Gas naturale
3. Biogas C. Prodotti, rifiuti e residui
agricoli
4. Set-aside rotazionale
D. Olio vegetale
5. Straight Vegetable Oil
E. Alcol
6. Bioetanolo
F. Terreno a riposo

GRIGLIA 1 ......................... 2 ......................... 3 ......................... 4 ......................... 5 ......................... 6 .........................


72 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


LIBRO
DIGITALE
Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DELL’INTRODUZIONE
INTRODUZIONE: PRODUZIONI VEGETALI, CONOSCENZE E TECNICHE
Mappa interattiva con sintesi bilingue (testo e audio MP3)
Italiano/English disponibile su Libro digitale

PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

1 2
IL SUOLO INTERVENTI TECNICI

A SISTEMA SUOLO A LAVORAZIONI

B CARTA DEI SUOLI B CONCIMAZIONI

C PROPRIETÀ DEI SUOLI C USO AGROFARMACI

D IRRIGAZIONE

3 4
CLIMA E AMBIENTE LA PIANTA E LA GENETICA

A ELEMENTI DEL CLIMA A BIOTECNOLOGIE VEGETALI

B FATTORI CLIMATICI B INGEGNERIA GENETICA

C MICROCLIMA C NORMATIVE UE

5
RICHIAMI DI BOTANICA

A IL FUSTO ERBACEO

B METODI DI PROPAGAZIONE

C TIPO DI FRUTTI

6
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA
73 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 73

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DELL’INTRODUZIONE
1 - Il suolo una serie di interventi tecnici (come le lavorazioni,
Il suolo è un formidabile laboratorio nel quale ele- l’irrigazione, ecc.) volti ad offrire alle piante “il me-
menti minerali ed organici, microflora e microfauna glio” in fatto di terreno, acqua, nutrienti, difesa con-
concorrono a creare l’ambiente ideale per la vita dei tro le erbe infestanti e i parassiti.
vegetali, primo anello della catena alimentare.
Alterare l’equilibrio tra tutti questi componenti si- 2a - Lavorazioni
gnifica mettere in serio pericolo l’intera umanità, ul- Vengono distinte in lavorazioni straordinarie, ordina-
timo anello della catena alimentare. rie e ridotte. Le prime raggruppano i dicioccamenti
(asportazione delle ceppaie di alberi) e gli scassi (per
1a - Sistema suolo uniformare il volume di terra a disposizione degli ap-
Il suolo, derivato dalla trasformazione della roccia parati radicali delle specie erbacee). Quelle ordinarie
madre originaria, si caratterizza per le sue proprietà vengono effettuate annualmente, periodicamente o
fisiche, chimiche e biologiche. L’armonizzazione tra stagionalmente per favorire lo sviluppo delle colture.
queste proprietà costituisce il fondamento della co- Tra esse ricordiamo le normali arature, erpicature,
siddetta “fertilità agronomica” del suolo. sarchiature e rincalzature. Le ultime (meno invasive)
Il pilastro della fertilità è comunque la sostanza or- consentono, in determinate situazioni, di conciliare i
ganica, elemento base per la formazione dell’HU- minori costi di produzione con un’accettabile resa pro-
MUS, preziosissimo soggetto capace di migliorare i duttiva finale. L’esempio più estremo di lavorazione
substrati che, singolarmente, sarebbero inadatti alla ridotta è la semina su terreno non lavorato.
coltivazione, come i terreni troppo sabbiosi o troppo
argillosi. 2b - Concimazioni
Le colture hanno bisogno di elementi nutritivi, so-
1b - Carta dei suoli prattutto azoto, fosforo e potassio, in quantità suffi-
Tra gli elementi caratterizzanti le proprietà di un cienti da fornire rese elevate e facilmente utilizzabili
suolo, quelli con maggiore influenza sulle colture dalle radici. I mezzi per nutrire le piante sono i con-
sono il pH e il calcare. Per questa loro preferenza cimi organici e i concimi minerali.
verso valori bassi o alti di pH, le piante vengono
suddivise in acidofile e basofile. I terreni a pH aci- 2c - Uso agrofarmaci
do sono più presenti nei climi freddi e piovosi (zone Le colture necessitano di trattamenti fitosanitari
montane delle Alpi e dell’alto Appennino); quelli a utili per la difesa da infestanti e parassiti di vario
pH basico sono tipici dei climi caldi e siccitosi. Per genere. Va precisato che una buona gestione agro-
quanto riguarda il calcare, un suo eccesso riduce la nomica del terreno e delle colture, supportata dalle
disponibilità di ferro per le piante, evidenziata da informazioni dei consorzi di difesa, facilita il man-
ingiallimento degli organi verdi. tenimento di elevati standard ambientali riducendo
sia il numero di interventi sia la quantità di prodotto
1c - Proprietà dei suoli utilizzata.
Relativamente alla capacità di essere messi a col-
tura, i terreni vengono suddivisi in otto classi. Si 2d - Irrigazione
parte dalla prima classe, con terreni che non richie- A qualsiasi latitudine, in qualsiasi stagione, in pieno
dono particolari pratiche conservative e consentono campo o in struttura protetta, se il terreno è privo di
un’ampia scelta colturale. Si passa per la quarta clas- acqua i semi non germinano o la fioritura non avvie-
se, con suoli non idonei per un’utilizzazione agricola ne o i frutti non si ingrossano e maturano. L’irriga-
intensiva. Si giunge all’ottava classe, con suoli ina- zione è quindi la pratica fondamentale che spiana
datti a qualsiasi sfruttamento agricolo o forestale. il cammino di qualsiasi pianta verso la produzione
finale. L’acqua irrigua viene fornita in modi assai
2 - Interventi tecnici diversificati: per sommersione, scorrimento, infiltra-
Negli ecosistemi naturali, le piante hanno un solo zione, aspersione, subirrigazione, microirrigazione
scopo: perpetuare la specie senza vincoli indotti localizzata.
dall’uomo.
Negli agroecosistemi, le piante coltivate devono 3 - Clima e ambiente
soddisfare, invece, gli obiettivi dell’uomo. Per rag- Le piante, ancorate al suolo, subiscono passivamen-
giungere i propri obiettivi, l’agricoltore deve attuare te gli effetti positivi e negativi del clima.
74 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DELL’INTRODUZIONE
Per il bene delle piante coltivate in pieno campo, 4b - Ingegneria genetica
l’agricoltore deve conoscere a fondo tutti gli aspetti L’ingegneria genetica ha reso possibile il supera-
del clima per riuscire ad esaltare quelli favorevoli e mento di barriere di incompatibilità, riuscendo così
annullare (o almeno) ridurre quelli sfavorevoli. a creare nuovi individui partendo da specie molto
diverse e sistematicamente lontane. È grazie al tra-
3a - Elementi del clima pianto di geni in grado di codificare specifiche pro-
La distribuzione della vegetazione su scala geografi- teine che un individuo vegetale OGM diventa resi-
ca è determinata dall’armonica combinazione di sei stente ai parassiti e agli erbicidi, oppure produce
elementi climatici: radiazione solare, temperatura frutti con migliori qualità nutrizionali, oppure sop-
dell’area, vento, umidità dell’aria, precipitazioni, porta la siccità, il caldo o il freddo.
evapotraspirazione.
4c - Normative UE
3b - Fattori climatici Il dubbio che gli organismi OGM possano, in futu-
Sono le otto cause che fanno variare, in termini ro, generare effetti dannosi sulla salute umana, ha
quantitativi, gli elementi del clima: cicli stagionali, causato una forte contrapposizione a livello mondia-
latitudine, altitudine, esposizione, pendenza del ter- le tra “favorevoli” e “contrari”. L’Unione Europea
reno, boschi e foreste, grandi bacini d’acqua, corren- (UE), anche per difendere moltissime produzioni
ti marine e venti continentali. di eccellenza o di nicchia o di antica tradizione, ha
deliberato di vietare la coltivazione di varietà OGM
3c - Microclima anche se, allo stato attuale, non esistono prove certe
Il microclima è il risultato di particolari combinazioni sulla dannosità dei prodotti OGM rispetto a quelli
ambientali, sia naturali che artificiali. convenzionali.
Certe specie vegetali, proprie del Meridione, sono
presenti anche nel Settentrione: è il caso dei limo- 5 - Richiami di botanica
ni coltivati presso i laghi del Nord Italia, capaci di Il fusto erbaceo
mitigare il freddo invernale. Il crisantemo, fiore bre- In base alla conformazione, si distinguono tre tipi di
vidiurno a raccolta autunnale, può fiorire anche d’e- fusto erbaceo: stelo, culmo, scapo.
state aumentando le ore di buio attraverso l’oscura- Lo stelo porta fiori e foglie e, al suo interno, è pieno
mento artificiale della serra. di midollo.
Il culmo è cavo all' interno per la mancanza di mi-
4 - La pianta e la genetica dollo; tuttavia, è resistente grazie alla presenza di
Per ottimizzare le rese e migliorare la qualità dei fibre e cellule mineralizzate. Sono pieni solo i nodi
prodotti occorre perfezionare sia le tecniche coltura- sui quali si inseriscono foglie e fiori.
li sia i soggetti da coltivare, cioè le piante. Lo scapo è un fusto erbaceo senza ramificazioni;
Relativamente alle piante, dotate di grande variabi- fiori e foglie si trovano inseriti sulle due estremità
lità genetica, l’azione miglioratrice consiste nell’i- opposte.
solare, prima, gli individui con le caratteristiche
desiderate e, poi, nel riprodurli in purezza oppure 5a - Metodi di propagazione
incrociarli con altri individui selezionati per caratteri Le piante si propagano per via vegetativa o per
positivi complementari. seme. Nel primo caso si parla di moltiplicazione aga-
Il metodo capace di fissare nel tempo i caratteri di mica, nel secondo, di riproduzione gamica.
un individuo “migliorato” è la propagazione agami- Gli individui derivanti da moltiplicazione agamica
ca, cioè per porzione vegetativa: talea, innesto, pro- sono tutti geneticamente identici tra loro (e con la
paggine, margotta, pollone, tubero, rizoma, bulbo, pianta madre di partenza) e vengono chiamati cloni.
apice vegetativo. Sono “cloni” tutti gli individui ottenuti per talea, in-
nesto, propagazione, margotta, pollone, tubero, ri-
4a - Biotecnologie vegetali zoma e bulbo.
Rispetto al miglioramento genetico classico, le bio- La riproduzione gamica o sessuata trova la sua sede
tecnologie vegetali consentono di ottenere individui nel fiore che può essere ermafrodita (con stami e pi-
“migliori” in minor tempo, grazie a procedimenti stilli portati sullo stesso fiore) oppure unisessuato
estremamente sofisticati e a un campo d’azione mol- (solo maschile o solo femminile). Relativamente alla
to allargato. loro posizione si parla di piante monoiche e di piante
75 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 75

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DELL’INTRODUZIONE
dioiche. Nelle piante monoiche i fiori maschili e fem- 6 - Politica agricola comunitaria
minili sono presenti entrambi ma in posizioni diverse. La PAC 2015-2020 si propone tre obiettivi strategici:
Nelle piante dioiche i fiori maschili e femminili sono 1. Produzione alimentare sostenibile.
portati da individui diversi. Quando i fiori non sono 2. Gestione sostenibile delle risorse.
“solitari” ma si presentano raggruppati su un unico 3. Sviluppo territoriale equilibrato.
supporto si parla di infiorescenza. Le fasi che portano
alla formazione del frutto a partire dal fiore sono l’im- La produzione alimentare sostenibile si basa sull’au-
pollinazione, la fecondazione e l’allegagione. mento della competitività del settore agricolo e sulla
redditività delle produzioni incentrate più sulla qua-
5b - Tipo di frutti lità che sulla quantità.
I frutti più semplici sono la cariosside e l’achenio. La gestione sostenibile delle risorse deve garantire
Nella cariosside, il seme (derivante dall’embrione) è la produzione di beni pubblici e il contrasto agli ef-
saldato al pericarpo (derivante dalla parete dell’ova- fetti del cambiamento climatico.
rio). Nell’achenio, il seme è separato dal pericarpo Lo sviluppo territoriale equilibrato ha lo scopo di va-
che può essere legnoso o cuoioso. Il pericarpo le- lorizzare la differenziazione sia dei metodi agricoli
gnoso è tipico della nocciola, quello cuoioso è carat- sia delle aree rurali tipiche.
teristico della castagna. I frutti più complessi sono La PAC oltre il 2020 si prefigge quattro obiettivi:
invece la drupa, la bacca e l’esperidio. Essi derivano 1. Un nuovo metodo di lavoro.
dalla parete dell’ovario formata da tre tessuti ben 2. Una politica più equa con un sostegno più mirato;
specializzati, sovrapposti. 3. Obiettivi più elevati in materia di ambienti e cli-
Quello esterno darà origine all’epicarpo, quello me- ma;
diano al mesocarpo, quello interno all’endocarpo. 4. Maggiore utilizzo di conoscenze e innovazioni.
La drupa (ciliegia, albicocca, oliva, ecc.) presenta un Il “nuovo metodo di lavoro” assicura condizioni di
epicarpo membranoso (buccia), un mesocarpo car- parità tra gli Stati membri che potranno gestire i fi-
noso e un endocarpo legnoso che racchiude il seme. nanziamenti con maggiore flessibilità.
La bacca (pomodoro, acino d’uva, ecc.) ha un epi- La “politica più equa” assicura agli agricoltori (at-
carpo membranoso, un mesocarpo carnoso e un en- traverso il pagamento diretto) maggiore stabilità e
docarpo membranoso che contiene direttamente i prevedibilità economica.
semi. L’esperidio (il classico frutto degli agrumi) si Il terzo obiettivo obbliga gli agricoltori ad attuare
caratterizza per l’epicarpo membranoso con ghian- pratiche rispettose dell’ambiente e del clima. L’ob-
dole oleifere, il mesocarpo sottile e spugnoso detto bligo è ovviamente correlato a più cospicui incentivi.
albedo, l’endocarpo membranoso suddiviso in spic- Le “maggiori conoscenze e innovazioni” forniran-
chi contenenti vescicole succose. Negli spicchi sono no un aiuto sul campo agli agricoltori e più larghi
immersi i semi che possono mancare in tante culti- orizzonti alle pubbliche amministrazioni per la sal-
var (frutti apireni). vaguardia dei territori.
76 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


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Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
CAPITOLO 1: COLTURE CEREALICOLE
Mappa interattiva con sintesi bilingue (testo e audio MP3)
Italiano/English disponibile su Libro digitale

1
A
CEREALI DA GRANELLA

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE

B FASI DEL CICLO BIOLOGICO

C CEREALI ESTIVI E VERNINI

2
FRUMENTO

A CARATTERI BOTANICI E MORFOLOGICI F FRUMENTO TENERO IBRIDO

B ESIGENZE AMBIENTALI G RACCOLTA E CONSERVAZIONE

H RESA IN GRANELLA, PAGLIA


C SCELTA VARIETALE
E CONSERVAZIONE

D TECNICA COLTURALE I QUALITÀ MERCEOLOGICA

E LOTTA CONTRO LE INFESTANTI L PRINCIPALI AVVERSITÀ

3
AVENA

A CARATTERI BOTANICI E MORFOLOGICI C SCELTA COLTURALE

B ESIGENZE AMBIENTALI D TECNICA COLTURALE

4
ORZO

A CARATTERI BOTANICI E MORFOLOGICI C SCELTA VARIETALE

B ESIGENZE AMBIENTALI D TECNICA COLTURALE E AVVERSITÀ

continua
77 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 77

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


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MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
CAPITOLO 1: COLTURE CEREALICOLE
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5
B
MAIS

A CARATTERI BOTANICI E MORFOLOGICI E SCELTA VARIETALE

B CICLO BIOLOGICO F TECNICA COLTURALE

C ESIGENZE AMBIENTALI G AVVERSITÀ

D MIGLIORAMENTO GENETICO H RACCOLTA E CONSERVAZIONE

6
SORGO

A ESIGENZE CLIMATICHE E PEDOLOGICHE D TECNICA COLTURALE

B CARATTERI BOTANICI, BIOLOGIA E IRRIGAZIONE


E GERMINAZIONE
F RACCOLTA ED ESSICCAZIONE

C SVILUPPO VEGETATIVO G AVVERSITÀ

7
RISO

A CARATTERI BOTANICI E MORFOLOGICI E TECNICA COLTURALE

B CICLO BIOLOGICO F RACCOLTA E CONSERVAZIONE


E LAVORAZIONE INDUSTRIALE
C ESIGENZE AMBIENTALI

D SCELTA VARIETALE G AVVERSITÀ

8
CEREALI ALTERNATIVI: SEGALE,TRITICALE, FARRO

A SEGALE

B TRITICALE

C FARRO
78 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
1 - Cereali da granella 1c - Cereali vernini ed estivi
Con il termine "cereali da granella" si intendono tutte La famiglia dei cereali è costituita da quattro sot-
quelle colture erbacee che producono frutti o semi ric- tofamiglie: le Ordaceae, le Avenaceae, le Maydeae
chi di amido, impiegabili come tali nell'alimentazione e le Orizeae. Le prime due costituiscono il sotto-
animale e umana oppure macinati per produrre farine gruppo dei cereali vernini (come frumento e orzo)
destinate alla trasformazione. in quanto la loro coltivazione inizia in autunno-in-
I cereali da granella più coltivati e conosciuti nei no- verno. Le altre due formano il sottogruppo dei ce-
stri ambienti appartengono alla famiglia delle Grami- reali estivi in quanto la loro coltivazione si attua in
nacee, classe Monocotiledoni. primavera-estate. L'elemento distintivo dei cereali
vernini rispetto agli estivi è la capacità dei semi di
1a - Caratteristiche morfologiche germinare a pochi gradi sopra lo zero e di sopporta-
I principali caratteri morfologici specifici di questa fa- re, in seguito, temperature rigide dai primi stadi di
miglia botanica sono i seguenti: sviluppo fino alla levata.

marie e secondarie);
• 2 - Frumento
ternodi; Famiglia Graminacee o Poacee
• Genere Triticum
lamina libera. Nella zona di separazione tra guaina e Specie grano duro Triticum turgidum ssp. durum
lamina, si trovano la ligula e le auricole (piccole forma- Specie grano tenero Triticum aestivum ssp. aestivum
zioni vegetali diversificate nelle varie specie);
• 2a - Caratteri botanici e morfologici
fondamentali dell'infiorescenza a spiga o a pannoc- Le varie specie, in base al numero dei cromosomi,
chia. vengono classificate in tre grandi gruppi:
1. frumenti diploidi (2 n = 14): Triticum monococcum,
I singoli fiori, e quindi i futuri frutti (cariossidi) sono detto farro piccolo vestito (Einkorn);
protetti da piccole brattee chiamate glume e glumet- 2. frumenti tetraploidi (2 n = 28): T. durum o frumento
te, a seconda della loro posizione. duro, il T. turgidum (Pollard wheat), T. polonicum (Po-
L'organo riproduttivo dei cereali è la cariosside (frutto lish wheat - Kamut), il T. persicum (Persian wheat), il
secco indeiscente), costituita esternamente da involu- T. dicoccum o farro vestito;
cri di rivestimento (pericarpo), dall'embrione (da cui si 3. frumenti esaploidi (2 n = 42): T. aestivum con le sei
originerà la nuova pianta) e da una massa di tessuto sottospecie:
parenchimatico (endosperma) che fornirà le sostanze - ssp. compactum (Club wheat);
nutritive nella fase di germinazione. - ssp. macha (Macha wheat);
- ssp. vavilovi (Vavilov wheat);
1b - Fasi del ciclo biologico - ssp. sphaerococcum (Short wheat);
Il ciclo biologico dei cereali è caratterizzato da cinque - ssp. spelta (Spelt) Spelta;
fasi: germinazione, accestimento, levata, fioritura, - ssp. aestivum (Common wheat) grano tenero tra cui
maturazione. T. vulgare o frumento tenero.
La germinazione inizia quando il tenore di umidità
è elevato e si manifesta con la fuoriuscita della radi- 2b - Esigenze ambientali
chetta primaria e della piumetta che darà origine alla Il frumento è una specie longidiurna e microterma.
parte epigea della pianta. Ha temperature cardinali minime piuttosto basse.
L'accestimento avviene quando dal culmo primario si Nella fase di accestimento è capace di sopportare
originano altri fusti secondari che conferiscono alla temperature fino a -20 °C. Il frumento tenero, nel
pianta un aspetto cespitoso. complesso, è più resistente al freddo rispetto al fru-
La levata è la fase di allungamento in altezza dei cul- mento duro.
mi e di formazione della spiga ancora non visibile.
La fioritura coincide con l'estroflessione delle antere 2c - Scelta varietale
dalle glumette. Sono numerosi i fattori da considerare per la scelta
La maturazione è la fase in cui le cariossidi accumula- della varietà più idonea alla coltivazione:
no le sostanze di riserva e poi essiccano. •
79 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 79

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
cazione le varietà di frumento tenero si distinguono in Nei terreni argillosi, normalmente ben dotati di fosfo-
cinque categorie: varietà di forza (FF), varietà panifi- ro e potassio, oppure nei casi in cui il frumento segua
cabili superiori (FPS), varietà panificabili (FP), varietà una coltura da rinnovo, la concimazione di fondo po-
per biscotti (FB), varietà per altri usi (FAU); trebbe non essere necessaria.

mente alla pastificazione, la scelta è fatta in base 2e - Lotta contro le infestanti
all’adattabilità alle condizioni pedoclimatiche del- Il diserbo post-emergenza è da preferire; tuttavia,
la zona di coltivazione e agli altri aspetti di seguito per ragioni economiche, si può ricorrere a quello
elencati: in pre-emergenza quando prevalgono le infestanti
• graminacee annuali, ad esclusione delle avene sel-
• vatiche.
• Nel caso di semina diretta (sod seeding), è consiglia-
• bile eseguire un diserbo pre-semina con erbicida to-
crittogamiche; tale, eseguendo successivamente un trattamento in
• post-emergenza.
trico, contenuto e qualità delle proteine, suscettibilità
alla bianconatura. 2f - Frumento tenero ibrido
Il frumento ibrido deriva dall’incrocio di due varietà o
2d - Tecnica colturale linee parentali: una funge da impollinatrice, l’altra da
Tradizionalmente il frumento è seminato sul terreno linea femminile o portaseme. Per ottenere la maschio-
lavorato mediante aratura e successivo affinamento sterilità di quest’ultima si utilizza un prodotto denomi-
superficiale con erpici, estirpatori e attrezzi simili di nato Croisor. Il risultato dell’incrocio è un ibrido F1 in
vario tipo. Di norma, questa lavorazione viene esegui- cui si manifesta il fenomeno dell’eterosi grazie al quale
ta a fine estate, in modo da consentire la semina tra le caratteristiche dei parentali vengono esaltate.
ottobre e novembre.
Tecniche di coltivazione più recenti prevedono la mi- 2g - Raccolta e conservazione
nima lavorazione (minimum tillage) a 10-15 cm di pro- Nel nostro Paese la raccolta del frumento ha inizio nel-
fondità mediante l’impiego di macchine combinate che la terza decade di maggio nelle zone più calde dell’I-
affinano il terreno in un unico passaggio, o addirittura talia meridionale e insulare; nella seconda metà di
la non lavorazione (no tillage). Si punta a ottenere, in giugno nell’Italia centrale; a fine giugno-inizio luglio
buone condizioni climatiche, 450-600 spighe per metro nell’Italia settentrionale.
quadrato: tale risultato si ottiene da 400-500 cariossi-
di. La semina alla profondità di 3-4 cm, viene eseguita 2h - Resa in granella, paglia e conservazione
a file (distanti 15-20 cm) con l’impiego di seminatrici In Italia, le rese unitarie più elevate si hanno nella
meccaniche o pneumatiche in linea. Pianura Padana, nella quale si ottengono anche 6-8
CONCIMAZIONE. La concimazione del frumento vie- t/ha. Per il frumento duro la resa varia da 3,5 t/ha a
ne normalmente eseguita in due differenti periodi: 5,5-6 t/ha.
1. concimazione di fondo, in occasione dell’aratura o pri- Non esiste una precisa relazione tra resa in paglia e
ma della semina, oppure localizzata alla semina, gene- resa in granella. Il rapporto tra le due rese varia tra
ralmente limitata all’apporto di fosforo e potassio; 1,5-2 (nelle varietà alte e poco produttive) e 0,9-1 (nel-
2. concimazione di copertura eseguita durante il pe- le varietà basse, con elevata produttività).
riodo di sviluppo della pianta, sostanzialmente finaliz- I cereali, per essere idonei allo stoccaggio, devono
zata all’apporto di azoto. possedere i seguenti requisiti:

Elemento Semina Accestimento Levata •
N - 50-70 70-80 •
P2O5 0-70* - - •
K2O 0** - -

sidi sanitari;
* Dose massima in terreni carenti (P2O5 Olsen, 10 ppm); nessuna •
concimazione in quelli ben dotati (P2O5 Olsen, 30 ppm).
** Concimazione potassica solo per terreni carenti: circa 60 kg per alle norme italiane e/o europee che fissano i limiti mas-
ettaro. simi tollerati.
80 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
2i - Qualità merceologica 3d - Tecnica colturale
È legata all’andamento del mercato e alle borse merci L’avena è dotata di ottima rusticità, non richiede parti-
ed è contraddistinta da indici semplici e di uso comu- colari cure nella preparazione del terreno e può essere
ne, i cui valori previsti dal mercato sono riportati nei seminata anche su suoli poveri o marginali.
contratti attualmente in uso negli scambi commerciali: Per ottenere buone produzioni è necessario realizzare
provenienza del prodotto; peso ettolitrico; bianconatura un investimento pari a 250-300 semi/m2 con semi che
(grano duro); volpatura; slavatura; striminzimento; pre- non necessitano di concia.
germinazione. L’epoca di semina consigliata varia a seconda delle con-
dizioni climatiche: in ambienti freddi (Nord Italia) le va-
2l - Principali avversità rietà invernali possono essere seminate tra ottobre e no-
Mal del piede, carie, carbone, ruggini, oidio o mal bian- vembre, mentre le cultivar primaverili si seminano dalla
co, septoriosi, cimici del frumento, afidi, punteruolo del fine di gennaio fino all’inizio di marzo.
frumento, struggigrano, tignola del frumento e falsa ti- La semina è eseguita con seminatrici a file o a spaglio.
gnola. Le dosi di azoto consigliate possono arrivare fino a 60-80

(a pieno campo) oppure localizzato alla semina è utile


3 - Avena un apporto di P2O5 fino a 50-60 kg/ha. Nella maggior par-
Famiglia Graminacee o Poacee te dei terreni agricoli italiani la concimazione potassica
Tribù Aveneae può essere tranquillamente omessa.
Genere Avena Le avversità fungine che attaccano l’avena sono
Specie Avena sativa e A. byzantina principalmente l’oidio (Erysiphe graminis f. sp. ave-
nae ) e la ruggine (Puccinia coronata). Molto meno
3a - Caratteri botanici e morfologici frequenti sono gli attacchi del carbone (Ustilago ave-
L’avena è una graminacea appartenente alla sotto- nae e U. kolleri).
famiglia Aveneae, genere Avena. Le avene coltivate, La raccolta è eseguita con modalità analoghe a quelle
quali A. byzantina e A. sativa, sono esaploidi. Tra le del frumento. Le produzioni variano da 2 a 3 t/ha di gra-
specie coltivate l’Avena sativa (o avena comune) è la nella.
più diffusa.

3b - Esigenze ambientali 4 - Orzo


Le avene sono adatte a zone con clima umido e modera- Famiglia Graminacee o Poacee
tamente freddo; sono sensibili al clima secco e alle alte Genere Hordeum
temperature, soprattutto nel periodo di inizio spigatura Specie Hordeum vulgare e Hordeum disticum
fino alla produzione del seme.
Sono meno resistenti alle basse temperature rispetto al 4a - Caratteri botanici e morfologici
frumento e all’orzo; pertanto il loro impiego in coltiva- L’orzo è una graminacea della sottofamiglia Hordeae,
zione autunno-vernina deve essere ristretto alle zone di appartenente al genere Hordeum.
bassa latitudine (Sud Italia). Nel Nord Italia la semina Tra le diverse classificazioni proposte nel tempo si ricor-
più idonea è quella eseguita tra la fine dell’inverno e l’i- da la seguente:
nizio della primavera. • Hordeum vulgare, a cui appartengono i tipi polistici
quali H. vulgare tetrasticum (a sei file di cariossidi, di
3c - Scelta varietale cui quattro riunite in due coppie nella spiga), e H. vul-
La scelta della varietà da coltivare deve essere fatta sul- gare exasticum (a sei file di cariossidi equidistanti sulla
la base dei seguenti parametri: spiga);
• • Hordeum disticum, a cui appartengono i tipi distici.
• A maturazione avvenuta, entrambe le glumette aderi-
• scono alla cariosside a esclusione delle varietà a seme
• nudo.
Tra le varietà moderne, idonee all’ambiente italiano e
altamente produttive, vi sono: Primula, Susa, Novella 4b - Esigenze ambientali
Antonia, Donata e Fulvia. L’orzo si adatta molto bene agli ambienti dove si pro-
81 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 81

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
ducono altri cereali vernini, rispetto ai quali manifesta terreno, è di tipo fascicolato-espanso ed è completato da
una resistenza alla siccità più elevata. Tollera anche le alcune radici avventizie epigee che, sviluppandosi dai
alte temperature, ma soffre le condizioni di clima caldo- primi 2-3 nodi fuori terra, hanno la funzione di evitare
umido. La temperatura ottimale per lo sviluppo vegeta- eventuali allettamenti della pianta.
tivo oscilla intorno ai 15 °C. Condizioni di caldo asciutto Lo stelo, detto culmo o stocco, è formato da nodi e inter-
favoriscono la maturazione della granella. nodi (da 8 a 21), robusto, di altezza variabile da 1 a 3 m
e pieno di materiale spugnoso. Le foglie sono alterne e
4c - Scelta varietale opposte, in numero variabile a seconda della precocità
La scelta della varietà deve tener conto di molteplici dell’ibrido.
fattori tra i quali l’epoca di semina, le condizioni pedo- La pianta di mais è monoica. L’infiorescenza maschi-
climatiche della zona, la maggiore o minore resistenza le, posta all’apice dello stelo, è una pannocchia (detta
a malattie e fisiopatie, il tipo di utilizzazione finale del pennacchio). L’infiorescenza femminile, posta in uno dei
prodotto. Le varietà di orzo si distinguono in varietà zo- nodi mediali dello stelo, è uno spadice o spiga (comune-
otecniche (per la produzione di mangimi) e varietà da mente, ma erroneamente, detta pannocchia); alla fiori-
malteria (per la produzione della birra). tura i primi stili (sete) emessi (uno per ogni ovario) sono
La valutazione della qualità della granella per le varietà quelli basali. Ogni pannocchia (spadice) può presentare
di orzo da birra si basa sui seguenti parametri: da 200 a 1.000 cariossidi.
• L’impollinazione è anemofila e la fecondazione incrocia-
• ta è la norma. Quando la cariosside ha raggiunto la ma-
• turità fisiologica, lo strato di cellule basali di conduzione,
• necrotizza dando luogo allo strato nero.
• Zea mays è una specie caratterizzata da notevole poli-
morfismo e si può distinguere nelle seguenti tipologie:
4d - Tecnica colturale e avversità • Z. mays indentata (Dent corn) o mais dentato;
Le tecniche di lavorazione del terreno e della semina • Z. mays indurata (Flint corn) o mais vitreo,
dell’orzo sono analoghe a quelle descritte per il frumen- • Z. mays saccharata (Sweet corn) o mais zuccherino,
to. Le dosi di semina sono mediamente di 130-160 kg/ • Z. mays amilacea (Soft corn) o mais farinoso,
ha per ottenere 300-350 piante/m2 e 550-600 spighe/m2 • Z. mays ceratina
alla raccolta. • Z. mays everta (Pop corn) o mais da scoppio.
Elemento Dosi e fase di concimazione
5b - Ciclo biologico
N 80-100 ad accrescimento/levata • Germinazione. Dura 2-3 settimane, in funzione della
P2O5 0-70* alla semina temperatura dell’aria e del terreno. Radicamento e diffe-
K2O 0** renziazione di nuove foglie.
• Levata. Corrisponde al progressivo allungamento de-
Concimazione consigliata per l’orzo (kg/ha). gli internodi; in circa 4-6 settimane la pianta raggiunge
* Dose massima in terreni carenti (P2O5 Olsen, 10 ppm); nessuna con- la sua altezza definitiva.
cimazione in quelli ben dotati (P2O5 Olsen, 30 ppm).
** Concimazione potassica solo per terreni carenti: circa 60 kg per
• Fioritura. La fioritura femminile precede di pochi gior-
ettaro. ni quella maschile, per questa ragione la pianta ha una
fecondazione prevalentemente allogama.
Le malattie fungine che interessano l’orzo sono la rin- • Maturazione. La maturazione del seme procede attra-
cosporiosi, le ruggini, l’oidio e il mal del piede. verso tre fasi:
1. maturazione lattea;
2. maturazione cerosa;
5 - Mais 3. maturazione fisiologica.
Famiglia Graminacee o Poacee
Genere Zea 5c - Esigenze ambientali
Specie Zea mays Le nuove cultivar sono indifferenti nei confronti del foto-
periodo. Ha elevate esigenze termiche: la temperatura
5a - Caratteri botanici e morfologici minima di crescita è di 10 °C, quella ottimale è com-
Il mais è una pianta a ciclo annuale primaverile-estivo. presa tra i 24 e i 30 °C, mentre la temperatura cardi-
L’apparato radicale, che assicura un solido ancoraggio al nale massima è di circa 32 °C. Negli ambienti dove
82 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
prevale la siccità estiva, il fattore limitante è l’acqua, L’epoca di semina ottimale del mais varia in funzio-
quindi la coltivazione del mais è resa possibile solo ne dell’ambiente di coltivazione, tenendo presente
se vi è disponibilità irrigua. Il mais è sensibile alla che, per ottenere una buona germinazione, è neces-
salinità. Un terreno adatto al mais deve essere par- sario che il terreno abbia una temperatura media su-
ticolarmente dotato di sostanza organica e azoto, di periore ai 12 °C.
cui è molto esigente, e di una buona riserva di fosfo- La profondità di semina deve essere uniforme: in
ro e potassio. media da 3 cm (con terreno freddo e umido) a 5 cm
(con terreno asciutto).
5d - Miglioramento genetico Si distinguono tre epoche di semina:
Il seme ibrido F1 viene ottenuto incrociando due li- 1. prima epoca (dal 15/03 al 10/05);
nee parentali, una con funzione portaseme e l’altra 2. seconda epoca (dal 15/05 al 10/06);
con funzione impollinante. 3. terza epoca (dal 15/06 al 10/07).
A seconda dei parentali utilizzati nell’incrocio, si Mediamente, la densità di investimento va da 6 a 9
possono avere i seguenti tipi di ibrido: piante al metro quadrato. La semina viene effettuata
• da seminatrici di precisione di tipo pneumatico, con
• distanza tra gli elementi distributori di 75 cm.
pura); CONCIMAZIONE. Indicativamente, per il mais da
• granella, possono essere consigliati circa 40 t/ha di
letame, come concimazione organica; 50 kg/ha di
5e - Scelta varietale azoto alla semina e 90-100 kg/ha di N in copertura
Un buon ibrido di mais si distingue per le seguenti (alla sarchiatura); 50 kg/ha di P2O5 in pieno campo e
caratteristiche: 25 kg/ha localizzati alla semina, mentre, solamente
1. resistenza all’allettamento; nei terreni carenti, 120-150 kg/ ha di K2O.
2. tolleranza a parassiti fungini e animali (la piralide
IRRIGAZIONE. Il momento in cui la pianta di mais
in particolare);
ha la massima esigenza idrica ha inizio 10-15 giorni
3. bassa inserzione della spiga per ridurre la sensi-
prima della fioritura e termina 30 giorni dopo la fiori-
bilità del fusto allo stroncamento e limitare così le
tura, allo stadio di maturazione lattea.
perdite di prodotto alla raccolta;
Per produrre circa 10 t/ha di granella, pari a 20 t/
4. foglie erette ed elevata capacità di mantenersi
ha di massa totale epigea (secca), la coltura richiede
“verde” anche successivamente alla maturazione
complessivamente 5.000 m3 di acqua.
fisiologica;
5. rapida perdita di umidità della granella; LOTTA CONTRO LE INFESTANTI. La programma-
6. alto tenore in amido. zione degli interventi erbicidi, nei suoi aspetti di
La classificazione ufficiale degli ibridi di mais li di- scelta del principio attivo, dose ed epoca d’impiego,
stingue in classi convenzionali di maturità crescen- è legata al tipo di rotazione aziendale, alle caratteri-
ti in base alla tardività dell’ibrido e variabili da 100 stiche pedologiche e strutturali del terreno e a una
(classe dei tipi più precoci) a 900 (classe dei tipi di buona conoscenza delle infestanti presenti e latenti.
massima tardività). I trattamenti possono essere eseguiti in pre-semina,
La scelta dell’ibrido deve essere eseguita anche in preemergenza e/o post-emergenza.
funzione della destinazione della coltura .
5g - Avversità
5f - Tecnica colturale Tra i più noti parassiti animali ipogei si ricordano:
Il mais è una pianta da rinnovo che necessita di lavo- gli elateridi, gli agrotidi, i miriapodi, la Delia platura
razioni profonde e di abbondanti concimazioni. e il grillotalpa.
SEMINA. La tecnica tradizionale di preparazione del I parassiti animali epigei più comuni sono: i tripidi,
terreno prevede un’aratura a 30-40 cm di profondità, la piralide (Ostrinia nubilalis), la diabrotica (Diabro-
seguita da altri interventi necessari per sminuzzare tica virgifera) e la sesamia (Sesamia cretica).
le zolle, rompere la crosta superficiale e interrare re- Tra i parassiti vegetali si ricordano: i carboni, l’el-
sidui organici e concimi. mintosporiosi e il marciume dello stocco.
Tecniche più recenti prevedono lavorazioni a due
strati, minima lavorazione o semina diretta su terre- 5h - Raccolta e conservazione
no non lavorato. Si può iniziare a raccogliere il mais da granella quan-
83 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 83

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
do la pianta ha raggiunto la maturità fisiologica, che ca del suolo, va prevista la lavorazione minima (mi-
si verifica circa 60-70 giorni dopo la fioritura, al ter- nimum tillage) e la non lavorazione (no tillage).
mine dei processi di accumulo delle sostanze di ri- CONCIMAZIONE. Si apportano 100-150 kg/ha di
serva. La raccolta viene effettuata con mietitrebbie azoto (N), frazionati in presemina e in copertura;
munite di testata da mais. 50-60 kg/ha di fosforo (P2O5), localizzati accanto al
Nell’utilizzo a foraggio, la maggiore importanza è ri- seme, e (solo nei terreni carenti) 80-100 kg/ha di po-
vestita dal silomais. Per silomais si deve intendere la tassio (K2O), da apportare in presemina.
pianta intera di mais trinciata e insilata. La raccolta SEMINA. La distanza tra le file può variare da 45 a
deve essere effettuata di preferenza quando l’intera 75 cm.
Per la semina (a 2-3 cm di profondità) si utilizzano le
campo viene effettuato con falcia-trincia-caricatrici, seminatrici di precisione di tipo pneumatico a dischi
provviste di punte da mais, regolate in modo che la verticali. La densità di investimento finale è variabi-
trinciatura sia dell’ordine di 0,6-1 cm. Produzione: le: 30-40 piante/m2 per sorgo precoce, 20-30 piante/
7,0-12,0 t/ha di granella; 50 t/ha di silomais. m2 per sorgo tardivo.
LOTTA ALLE INFESTANTI. In funzione della flora
esistente, è possibile eseguire un intervento contro
6 - Sorgo le graminacee in pre-emergenza o uno contro le gra-
Famiglia Graminacee o Poacee minacee e le dicotiledoni nella fase da 3 a 4 foglie.
Specie Sorghum vulgare, S. gentile
6e - Irrigazione
6a - Esigenze climatiche e pedologiche Per ottenere elevate produzioni è necessario fornire
La temperatura ottimale, durante l’intero ciclo biolo- alla coltura 100-150 mm di acqua suddivisi in due in-
gico del sorgo, è compresa tra 27 e 28 °C, con minimi terventi irrigui, prima e durante la fase di botticella.
di 16 °C; temperature superiori a 32-33 °C sono sem-
pre dannose, così come temperature notturne ele- 6f - Raccolta ed essiccazione
vate. Presenta notevole rusticità e si adatta anche a Si effettua di norma con le mietitrebbiatrici da fru-
climi mediamente aridi. mento. Produzione: granella da 6 a 9 t/ha; insilato:
fino a 30-40 t/ha.
6b - Caratteri botanici, biologia e germinazione Avviene tramite una riduzione uniforme dell’umidità
È una pianta annuale dotata di un numero elevato di
radici avventizie ipogee molto più espanse e profon- del prodotto.
de rispetto a quelle del mais.
Le condizioni ottimali per la germinazione del seme 6g - Avversità
sono una buona umidità del terreno e una tempera- Le principali malattie sono: Fusarium, Macrophomi-
tura superiore ai 10 °C. na, piralide e nottua (Sesamia cretica).

6c - Sviluppo vegetativo
La durata complessiva della fase vegetativa, che va 7 - Riso
dell’emergenza alla fioritura, varia da 45-50 giorni Famiglia Graminacee
nelle varietà precoci, a 75-80 giorni in quelle più tar- Genere Oryza
dive. Specie Oryza sativa subsp. indica, subsp. japonica e
La fioritura avviene da metà giugno a fine luglio. O. glaberrima
La maturazione viene distinta in tre fasi:
1. maturazione lattea; 7a - Caratteri botanici e morfologici
2. maturazione cerosa; È una pianta erbacea annuale, con culmi eretti di-
3. maturazione fisiologica. sposti a cespo e altezza compresa tra 70 e 160 cm (le
varietà attuali raggiungono altezze di circa 100 cm).
6d - Tecnica colturale L’infiorescenza è una pannocchia racemosa, inserita
Le lavorazioni per la preparazione del terreno de- sull’ultimo nodo posto all’apice di ciascun culmo. La
vono essere di buona profondità. L’affinamento del cariosside ha forma allungata. Alla raccolta, il riso
letto di semina va effettuato con cura. Per ridurre i
costi di produzione e mantenere la sostanza organi- la, costituita dalle glumelle saldate fra loro.
84 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
LAVORAZIONE DEL TERRENO. La lavorazione prin-
7b - Ciclo biologico cipale consiste generalmente nell’aratura, effettuata
Il riso richiede da 3 a 6 mesi per completare il proprio con aratri polivomere a modesta profondità.
ciclo produttivo. Il ciclo si può dividere in tre fasi: Il livellamento del terreno è un’operazione indispen-
1. crescita vegetativa (a partire dalla germinazione sabile per conservare l’idonea orizzontalità del pia-
fino all’inizio della differenziazione dei primordi del- no di coltivazione. Nei terreni più permeabili si deve
la pannocchia); provvedere a un intervento supplementare di inta-
2. sviluppo e differenziazione degli organi riprodut- samento.
tivi (dalla formazione dell’infiorescenza al momento SEMINA. Occorre sempre utilizzare sementi certifi-
della spigatura); cate, ad alta energia germinativa, con elevata purez-
3. maturazione (dalla fioritura alla formazione della za varietale. La semina del riso può essere realizzata
cariosside matura). secondo due tecniche differenti:

7c - Esigenze ambientali tecnica più diffusa;
TEMPERATURA. Il riso è originario di zone tropica- •
li e subtropicali, pertanto necessita di temperature do la coltura raggiunge la quarta foglia.
elevate e di ridotte escursioni termiche. Allontanan-
GOVERNO DELL’ACQUA. Il governo delle acque di
dosi dagli areali di origine, per ottenere il regime
irrigazione non segue norme fisse, ma si deve ade-
termico ottimale è necessario sommergere la coltura
guare alle condizioni climatiche, alla natura del suo-
con uno strato d’acqua variabile da 5 a 15 cm, in fun-
lo, allo sviluppo e alle necessità della coltura.
zione dello stadio di sviluppo delle piante.
LUCE. Il livello di saturazione luminosa viene rag- CONCIMAZIONE. L’azoto viene abitualmente di-

SUOLO. La pianta può essere coltivata in ogni tipo quota in copertura, in asciutta, a fine accestimento-
di terreno. Per quanto riguarda le caratteristiche inizio levata, con quantità totali comprese tra 100 e
chimico-fisiche, si adatta bene ai suoli acidi e in mi- 130 kg/ha.
sura minore a quelli basici. La concimazione fosfatica si effettua prima della se-
Richiede terreni pianeggianti e poco permeabili o mina, mediante interramento nello strato esplorato
poggianti su substrati impermeabili. dalle radici di dosi variabili tra 80-90 kg/ha.
Relativamente al potassio, l’apporto è richiesto solo
7d - Scelta varietale se il terreno ne è carente e se la paglia viene inter-
Le principali differenze tra le varietà coltivate in Ita- rata o meno. In queste situazioni sono richieste dosi
lia riguardano la qualità del prodotto e la durata del di K2O pari a 70 kg/ha (con paglia interrata) oppure
ciclo vegetativo. Per quanto riguarda la lunghezza a 140 kg/ha (con paglia asportata).
del ciclo, le varietà si distinguono in precoci, con DISALGO. Bisogna intervenire molto precocemente,
lunghezza del ciclo inferiore a 150 giorni, medie da alla prima comparsa delle alghe, perché l’efficacia
150 a 160 giorni e tardive con ciclo tra 160 e 170 degli alghicidi è alquanto ridotta.
giorni. Il mercato interno italiano preferisce risi ap-
partenenti alla subsp. japonica. 7f - Raccolta, conservazione e lavorazione indu-
striale
7e - Tecnica colturale La raccolta si esegue nel periodo compreso tra l’ini-
La coltivazione del riso richiede una grande specia- zio di settembre e la fine di ottobre, a seconda della
lizzazione aziendale e, spesso, anche a livello terri- varietà impiegata, dell’epoca di semina e dell’anda-
toriale. Per questa ragione, la coltivazione del riso mento climatico.
avviene, generalmente, in monosuccessione. Tut- L’umidità della granella alla raccolta deve essere
tavia, è buona norma interrompere la coltivazione
dopo 6-7 anni, avvicendandolo con altre colture. con mietitrebbiatrici semoventi, equipaggiate con
SISTEMAZIONE DEL TERRENO. Essendo necessa- appositi semicingoli. Immediatamente dopo la rac-
ria la sommersione con uno strato di acqua il più colta è necessario provvedere all’essiccazione del ri-
possibile uniforme, il riso richiede superfici siste- sone affinché raggiunga una soglia di conservabilità
mate perfettamente in piano e delimitate da argini.
Produzione: 7,0-8,0 t/ha.
85 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 85

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
Prima della commercializzazione, il risone deve subi- zioni intorno alle 5 t/ha. La produzione nazionale di
re una serie di operazioni meccaniche. Il complesso segale è destinata in gran parte alla preparazione
di tali operazioni è indicato con il termine sbiancatu- di pane. La restante quota è destinata all’industria
ra, eseguita con tecniche tradizionali o con processo dell’alcol e all’alimentazione del bestiame. La segale
parboiling. è impiegata anche come cover crop autunno-prima-
verile.
7g - Avversità
La più grave avversità del riso è una virosi: il giallu- 8b - Triticale (Triticum secalotriticum saratoviense)
me. Il brusone (Pyricularia oryzae) attacca tutte le parti
epigee della pianta. Le infezioni di mal dello sclerozio IMPORTANZA, DIFFUSIONE E CARATTERISTICHE
(Sclerotium oryzae) sono temibili. Altre due importanti BOTANICHE. Il triticale è stato ottenuto da ibrida-
patologie del riso sono l’elmintosporiosi (Helmintho- zione intergenerica tra i frumenti (Triticum spp.) e
sporium oryzae) e la fusariosi (Fusarium moniliformis). la segale (Secale spp.) e dal raddoppiamento del nu-
Tra i ditteri il chironomo rosso (Chironomus cavazzai) mero cromosomico dell’ibrido sterile.
e il leccariso (Cricotopus trifasciatus) impediscono la Una pianta di triticale ha un’altezza variabile tra 85
germinazione causando intorbidimenti dell’acqua e e 150 cm. L’infiorescenza è una spiga con cariossidi
sradicando le giovani plantule. ordinate su quattro file.
VARIETÀ E MIGLIORAMENTO GENETICO. Le va-
8 - Cereali alternativi: segale, triticale, rietà di triticale si distinguono in autunnali, prima-
farro verili e alternative ed è ampia la scelta per quanto
riguarda la lunghezza del ciclo vegetativo e l’altezza
8a - Segale (Secale cereale) della pianta.
Il miglioramento genetico è rivolto all’aumento del-
IMPORTANZA, DIFFUSIONE E CARATTERISTICHE la potenzialità produttiva di seme e biomassa, alla
BOTANICHE. È dislocata solo su poche migliaia di resistenza all’allettamento, allo sviluppo di varietà
ettari, in areali caratterizzati da terreni acidi e di precoci, alla maggiore resistenza al freddo, alla resi-
montagna. È una specie allogama a fiori ermafroditi. stenza alle malattie.
L’infiorescenza è una spiga distica. Il frutto è una
TECNICA COLTURALE. Il triticale è dotato di ottima
cariosside di forma cilindrica, appuntita alla base e
pelosa all’estremità distale. I valori termici sono di rusticità e si adatta bene a terreni subacidi e acidi.
1-2 °C per la germinazione e di 12-14 °C per le fasi L’ottimizzazione della resa è garantita da un investi-
successive di levata, fioritura e maturazione. mento di 300-350 semi germinabili/m2 e da una se-
mina eseguita tra metà di ottobre (Nord Italia) e fine
VARIETÀ E MIGLIORAMENTO GENETICO. Le va- di novembre (Sud). Per quanto riguarda le esigenze
rietà di segale si distinguono, sulla base della loro in elementi nutritivi, il controllo delle malerbe e le
risposta a fotoperiodo e termoperiodo, in autunna- avversità, il triticale è del tutto simile al frumento
li, primaverili e alternative. L’innovazione tecnica è tenero.
rappresentata dalle cultivar ibride F1.
PRODUZIONE, CARATTERISTICHE QUALITATIVE
TECNICA COLTURALE. La segale è dotata di un’e- E UTILIZZI. La granella si può impiegare nell’ali-
levata rusticità. L’ottimizzazione della resa in gra-
mentazione umana sotto forma di pane e prodotti da
nella si attua con un investimento di 400-450 semi
forno e per la produzione di birra.
germinabili/m2, con semina eseguita tra la metà di
Al momento prevale l’impiego nell’alimentazione
ottobre (Nord Italia) e fine novembre (Sud).
animale sotto forma di granella e di biomassa da in-
La segale ha esigenze in elementi nutritivi simili a
silare oppure da utilizzare a scopo energetico (bio-
quelle del frumento tenero, ma soffre l’allettamento
combustibili).
ed è meno produttiva. Richiede una minore quantità
di azoto.
8c - Farro (Triticum sp.)
AVVERSITÀ. Il patogeno tipico della segale, respon-
sabile di gravi intossicazioni alimentari, è la Clavi- IMPORTANZA, DIFFUSIONE E CARATTERISTICHE
ceps purpurea (Segale cornuta). BOTANICHE. Con il termine “farro” si intendono tre
PRODUZIONE, CARATTERISTICHE QUALITATIVE specie: il Triticum monococcum, il T. dicoccum e il
E UTILIZZI. Le attuali varietà raggiungono produ- T. spelta.
86 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1
Per ottenere la granella nuda è necessaria un’ulte- Il momento migliore per la semina è il periodo au-
riore lavorazione di svestitura, detta anche sbrama- tunnale ma, dove il clima è particolarmente freddo,
tura o sgusciatura. Si ricordano tre specie di farro: si può prolungare la semina fino a tutto il mese di
piccolo, medio (il più importante e diffuso in Italia) aprile.
e grande. La densità di semina è di 150-200 cariossidi/m2, da
TECNICA COLTURALE. Il farro ha elevata rusticità, cui si possono ottenere produzioni di 1,5-3 t/ha di
presenta un forte potere di accestimento e un ciclo granella.
di sviluppo tardivo. La coltivazione del farro è molto Prima della semina, se il terreno è povero, bisogna
simile a quella del grano. Non si adatta bene ai ter- distribuire 50 kg/ha di N, 50-80 kg/ha di P2O5 e 80-
reni di pianura. 100 kg/ha di K2O.
Il miglioramento genetico punta a ridurre la taglia della Si possono rendere necessari il diserbo chimico in
pianta. Le esigenze nutrizionali sono inferiori a quelle post-emergenza e una concimazione azotata (30-50
del frumento. Il farro non richiede lavorazioni profonde. kg/ha di N) qualora sulla pianta si manifestassero
La rapida crescita della pianta e l’accestimento vigoro- ingiallimenti delle foglie.
so esercitano un rigido controllo sulle infestanti.
87 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 87

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


LIBRO Volume A Erbacee
DIGITALE

MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 2


CAPITOLO 2: LEGUMINOSE DA GRANELLA
Mappa interattiva con sintesi bilingue (testo e audio MP3)
Italiano/English disponibile su Libro digitale
1
LEGUMINOSE DA GRANELLA

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE C ASPETTI AGRONOMICI

B FASI DEL CICLO BIOLOGICO D AZOTOFISSAZIONE SIMBIONTICA

2
FAVA, FAVINO E FAVETTA

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE C SCELTA VARIETALE

B ESIGENZE AMBIENTALI D TECNICA COLTURALE

3
CECE

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE C TECNICA COLTURALE

B SCELTA VARIETALE

4
LENTICCHIA

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE C SCELTA VARIETALE

B ESIGENZE AMBIENTALI D TECNICA COLTURALE

5
FAGIOLO

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE C SCELTA VARIETALE

B ESIGENZE AMBIENTALI D TECNICA COLTURALE

6
PISELLO

A CARATTERI BOTANICI D TECNICA COLTURALE

B ESIGENZE AMBIENTALI E PISELLO DA MERCATO FRESCO

C MIGLIORAMENTO GENETICO F ASPETTI COLTURALI


E SCELTA VARIETALE E DI PRODOTTO
88 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 2
1 Leguminose da granella Bradyrhizobium, Sinorhizobium, Mesorhizobium,
Le leguminose, o fabacee, sono colture erbacee che Azorhizobium e sono in grado di fissare l’azoto atmo-
producono frutti secchi ad alto contenuto proteico. sferico in forme combinate, utilizzabili dalle piante
Sono piante dicotiledoni coltivate per l’uso nell’ali- ospiti usando i metaboliti prodotti dalla pianta come
mentazione umana, ma anche per il consumo zootec- fonte energetica. A volte si rende necessaria l’inocula-
nico (foraggio affienato o insilato); alcune sono utiliz- zione, che può avvenire apportando il rizobio diretta-
zate come piante ornamentali. mente sul suolo oppure inoculando la semente.

1a - Caratteristiche morfologiche
I principali caratteri morfologici sono i seguenti: 2 - Fava, Favino e Favetta
• Famiglia Fabacee
po in profondità; presenta di tubercoli nei quali si svi- Genere Vicia
luppano colonie di batteri azotofissatori, o rizobi, in Specie Faba
grado di fissare l’azoto atmosferico e renderlo dispo- Varietà Vicia faba major, Vicia faba minor, Vicia faba
nibile per la pianta; equina

specie: ramificato o meno, eretto o prostrato, a cresci- La fava è distinta in tre forme coltivate: fava mag-
ta indeterminata o determinata; giore, fava minore (o favino) e fava equina (o favet-
• ta). La specie maggiormente coltivata oggi è la fava
da due o più paia di foglioline; maggiore.

o racemo; ermafroditi, pentameri e zigomorfi; 2a - Caratteristiche morfologiche
La fava è una pianta annuale, caratterizzata da radice

a fittone assai sviluppata, steli robusti, quadrangolari,
sioni variabili a seconda della specie, perlopiù allun-
vuoti, con uno o più rami basali.
gato e deiscente.
L’autogamia è prevalente, anche se l’allogamia è fre-
quente. Il baccello è allungato, di lunghezza variabile
1b - Fasi del ciclo biologico
e contiene, in genere, da 2 a 5 semi.
Il ciclo biologico delle leguminose è variabile in rela-
zione alla specie. Alcuni caratteri comuni riguardano:
2b - Esigenze ambientali

La temperatura ottimale di germinazione è 20 °C. La
pisello, lenticchia, cece, veccia) è ipogea (i cotiledoni
germinazione è ipogea. La temperatura minima per la
non emergono dal terreno); in altre (per esempio, fa-
germinazione è 5-6 °C, per la fioritura 8 °C, per la ma-
giolo e soia) è epigea (a seguito dell’emergenza i coti-
turazione 15 °C. La fava non tollera il freddo intenso e
ledoni vengono portati fuori dal terreno);
la siccità prolungata. Predilige suoli fertili, ma si adat-

to o insetti, o autogama. ta anche a quelli compatti. Non tollera ristagni idrici.

1c - Aspetti agronomici 2c - Scelta varietale


Le leguminose sono colture miglioratrici. Il raggrup- Tra le cultivar più apprezzate si ricordano le seguenti
pamento comprende specie dotate di esigenze pedo- varietà iscritte al Registro nazionale:
climatiche diversificate. Per quanto riguarda le esi- •
genze termiche sono suddivise in: Olter sciabola verde, Superaguadulce;
• •
con seme a germinazione per lo più ipogea, in grado Lama, Sicania, Sikelia, Vesuvio.
di germinare a temperature inferiori a 7-8 °C;
• 2d - Tecnica colturale
minazione generalmente epigea, che richiede tempe- La fava è una coltura miglioratrice, caratterizzata da
rature minime di 9 °C per germinare. un ciclo biologico precoce. È sconsigliato il ristoppio.
La preparazione del terreno non richiede particolari
1d - L’azotofissazione simbiontica accortezze. È necessaria un’aratura a media profon-
Fra i batteri che vivono in simbiosi, i più importan- dità, cui seguono frangizollatura ed erpicatura. Nelle
ti e specializzati appartengono al genere Rhizobium, regioni meridionali la semina è eseguita in autunno,
89 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 89

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 2
mentre negli ambienti settentrionali è primaverile. sia seminatrici di precisione. La distanza più conve-
Profondità di semina da 4 a 8 cm. Si impiegano dai niente tra le file è 45 cm. Profondità di semina 4-6 cm.
120 ai 200 kg/ha di seme. La semina può essere ese- È richiesta la somministrazione di una modesta con-
guita manualmente, a postarella, per la fava da orto, cimazione azotata (25-35 kg/ha) alla semina, prima
che inizi la simbiosi con il batterio azotofissatore. La
con seminatrice pneumatica e interfila variabile da 30 distribuzione dei concimi fosfatici e potassici deve es-
a 70 cm. sere effettuata prima della lavorazione principale.
La concimazione organica è indispensabile. Il potassio La raccolta meccanica del cece può avvenire in due
spesso non viene somministrato con le concimazioni modi:
in quanto è già presente nei terreni coltivati a fava. 1. falciando la coltura e lasciando completare l’essic-
Per quanto riguarda il fosforo, invece, può essere utile cazione delle piante in campo, allineate in andane,
impiegare fino a 160-200 kg/ha di perfosfato semplice eseguendo in seguito la raccolta/sgranatura con mie-
titrebbiatrici provviste di organi raccoglitori (pick-up);
La raccolta dei semi secchi avviene verso la fine di 2. mietendo e trebbiando in un unico passaggio la col-
giugno. La raccolta manuale dei baccelli per il consu- tura, utilizzando macchine mietitrebbiatrici.
mo fresco è attuata tra aprile e maggio. Si raccoglie da fine maggio a metà luglio. Produzione:
Produzione media: 4-5 t/ha per i baccelli da orto, 4-5 1,5-3,5 t/ha.
t/ha per i semi freschi destinati all’industria conser-

4 - Lenticchia
Famiglia Fabacee
3 - Cece Genere Ervum
Famiglia Fabacee Specie Ervum lens culinaris o esculenta
Genere Cicer
Specie Cicer arietinum Le specie domestiche sono distinte in due gruppi:
1. macrosperma, con semi grandi (6-9 mm);
3a - Caratteri morfologici 2. microsperma, con semi piccoli (2-6 mm).
La pianta è aridoresistente. Gli steli sono ramificati,
eretti o semiprostrati, di lunghezza variabile da 40 a 4a - Caratteri morfologici
60 cm. Fecondazione prevalentemente autogama. L’apparato radicale è fittonante, di modesto sviluppo
Il frutto è ovato, oblungo, contenente 1 o 2 semi. È nei tipi a seme piccolo, più sviluppato nei tipi a seme
intollerante ai ristagni idrici. Non sono adatti alla col- grande. La fecondazione è autogama. Il frutto è un
tura i terreni eccessivamente fertili e quelli ricchi di legume di forma romboidale, contenente 1-2 semi, di
calcare. rado 3.

3b - Scelta varietale 4b - Esigenze ambientali


Grazie al miglioramento genetico, sono state indivi- Teme la siccità, ma sopporta il freddo. Produce bene
duate cultivar caratterizzate da resistenza al freddo nei suoli sciolti, soprattutto in quelli vulcanici. Sono
invernale, impiegabili in semina autunnale negli am- poco adatti i terreni troppo fertili e/o troppo umidi e i
bienti a clima mediterraneo con inverni non partico- terreni salini.
larmente rigidi.
Le cultivar di cece sono classificate in tre gruppi: 4c - Scelta varietale
• Le varietà iscritte al Registro nazionale sono: Elsa,
za copertura nevosa; Gaia, Itaca e Mirta. Sono numerosi gli ecotipi che di-
• mostrano la massima adattabilità all’ambiente in cui
re al primo gruppo; si sono originati. Sono note le Lenticchie di Castelluc-
• cio di Norcia le Lenticchie verdi di Altamura, le Lentic-
chie di Villalba, le Lenticchie di Ustica.
3c - Tecnica colturale
L’epoca di semina tradizionale del cece è primaveri- 4d - Tecnica colturale
le (marzo). La semina è effettuata meccanicamente a L’epoca di semina è in funzione del clima della zona di
file, utilizzando sia seminatrici universali da frumento coltivazione. Nelle zone a clima mediterraneo, a quote
90 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 2
inferiori a 800-900 m s.l.m. la semina è autunnale, tra 5c - Scelta varietale
fine ottobre-primi di novembre. A quote superiori e Alcune varietà iscritte al Registro varietale nazionale
dove il clima è più continentale, è richiesta la semina sono:
primaverile, tra marzo e aprile. •
La temperatura minima per la germinazione è di circa nano, Cannellino, Etna, Fin de bagnols, Giulia, Impe-
3 °C. Le densità di semina variano fra 300 e 400 semi/ ro, Ulisse, Valdarno;
m2, che corrispondono a 70-80 kg/ha per le cultivar a •
seme piccolo e 130-150 kg/ha per quelle a seme gran- Gambolò, Borlotto di Vigevano, Drago, Meraviglia di
de. Profondità di semina limitata a 2 cm nei terreni Venezia a grano bianco, Supermarconi, Tricolore;
freschi e a circa 3-4 cm in quelli asciutti. Richiede la- •
vorazioni profonde all’impianto, seguite da un’accura- gnino.
ta preparazione del letto di semina mediante ripetuti •
lavori di amminutamento. Vallata Bellunese, Fagiolo di Sarconi, Fagiolo di Sora-
Si avvantaggia dell’apporto di fosforo con la lavorazio- na.
ne principale, nella dose di 120-150 kg/ha di perfosfa- •
to semplice. Preferisce terreni ben drenati e comun- nellino di Atina.
que freschi. Produzione: 1,5-2 t/ha.
Sotto forma di fagiolo fresco si coltivano: fagiolo da
cornetti o “Mangiatutto”; Borlotto, raccolto a matura-
5 - Fagiolo zione cerosa con la cultivar Giulia; fagiolini, apparte-
Famiglia Fabacee nenti alla specie Phaseolus vulgaris; fagiolo di Spagna
Genere Phaseolus + Vigna della specie Phaseolus coccinus; fagiolino napoletano
Specie Phaseolus vulgaris, Vigna unguiculata o dall’occhio, della specie Vigna unguiculata; fagioli-
no di Lima, della specie Phaseolus lunatus.
5a - Caratteri morfologici Le cultivar da consumare secche comprendono: Bor-
Pianta erbacea annuale con tipi nani (dwarf), ram- lotto, precoce e Cannellino.
picanti, semirampicanti (short vined) e prostrati. La
pianta può essere a sviluppo determinato e indeter- 5d - Tecnica colturale
minato. I tipi rampicanti, semirampicanti e prostrati Il fagiolo può essere seminato da aprile a fine luglio,
sono esclusivi delle piante a sviluppo indeterminato; in funzione delle condizioni pedoclimatiche, del tipo
i tipi nani sono normalmente a sviluppo determinato. di coltura (principale o intercalare) e di prodotto (da
Le cultivar di fagiolo di tipo nano sono coltivate per granella secca o fresca). La semina del fagiolo in coltu-
la granella secca e per la trasformazione industriale, ra principale è primaverile (marzo-aprile) anche se, in
mentre quelle rampicanti in orticoltura, per la pro- relazione alla durata del ciclo colturale, per la produ-
duzione di fagioli da sgranare e da consumo fresco. zione di granella secca può essere effettuata fino alla
L’altezza è compresa da 4 cm nei tipi nani a oltre 2,5 metà di giugno. Come coltura intercalare, la semina
m nei tipi rampicanti. La fecondazione è autogama. Il viene eseguita subito dopo la raccolta della coltura
frutto è un legume soggetto a deiscenza dopo la ma- precedente (inizi giugno-fine luglio).
turazione. Sono necessari circa 40 semi/m2 con distanze di 6-8
cm sulla fila e 45-50 cm tra le file.
5b - Esigenze ambientali Grazie alla simbiosi con il batterio azotofissatore, le
La temperatura minima per la germinazione in campo quantità di azoto da apportare con la concimazione
è 10 °C; quella ottimale è circa 20-25 °C. È opportuno sono nulle o molto modeste. La concimazione fosfatica
seminare quando la temperatura del terreno ha rag- può variare tra 50 e 60 kg/ha in funzione della dotazio-
giunto almeno i 12-13 °C. La temperatura cardinale ne del terreno. La concimazione potassica può essere
minima per la fioritura è 15 °C e per la maturazione omessa in terreni ben dotati.
18-20 °C. Teme i ritorni di freddo. Le cure colturali sono costituite da rullatura dopo la
Il terreno ideale per il fagiolo è sciolto, fresco, senza semina, diserbo chimico e/o sarchiatura-rincalzatura
eccesso di sostanza organica, a reazione sub-acida delle piante. I fabbisogni idrici stagionali variano tra
(pH 6-6,5) o neutra (pH 7). Sono da evitare i terreni 2.000 e 3.000 m3/ha. La raccolta dei fagioli secchi (gra-
troppo umidi. Il contenuto in calcare attivo non deve nella) è realizzata con normali mietitrebbiatrici. Pro-
duzione: circa 2-3 t/ha.
91 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 91

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 2
6 - Pisello •
Famiglia Fabacee nial, Magistral, Polo, Proteal, Special, Turris.
Genere Pisum
Specie P. sativum 6d - Tecnica colturale
È una coltura miglioratrice. La densità di semina è cir-
6a - Caratteri botanici ca 100-130 semi/m2 (pari a 160-210 kg/ha) per ottenere
Pianta erbacea annuale, di altezza da 20 a oltre 150 70-90 piante/m2. Profondità di semina pari a circa 3-4
cm. La germinazione è ipogea. Il fusto è angoloso o cm, distanza tra le file di 18-20 cm e di 5 cm sulla fila.
rotondo, glabro, prostrato o eretto. Le varietà di pisel- In caso di terreni poveri, il pisello richiede circa 60-80
lo possono essere distinte in base all’altezza in: nane, kg/ha di P2O5. Per l’azoto vanno distribuiti alla semina,
seminane e rampicanti. Il frutto è un legume, che può al massimo, 20-30 kg/ha.
contenere da 4 a 10 semi. Fecondazione autogama. La raccolta va effettuata quando l’umidità della pianta
Nel P. sativum possiamo distinguere:
• è in media sulle 2,5-3,5 t/ha. Le malattie più temibili
lamento e la surgelazione; sono oidio, antracnosi, tracheomicosi, peronospora e
• cilindrosporiosi. Fra gli insetti sono particolarmente
nuto proteico; dannosi l’afide verde e il tonchio. L’orobanche, come
• per la fava, è una infestante letale.
verde in consociazione con altre piante foraggere.
6e - Pisello da mercato fresco
6b - Esigenze ambientali I piselli rampicanti da orto presentano sviluppo inde-
Preferisce terreni di medio impasto, profondi, ben terminato, mentre quelli nani sono a sviluppo deter-
strutturati, di buona permeabilità. Molto sensibile alla minato (piselli da industria). Temperature elevate in
salinità del suolo. Da evitare i terreni ciottolosi e umi- occasione della fase di riempimento dei semi da rac-
di che determinano asfissia. cogliere freschi possono comportare una troppo rapi-
È una pianta microterma. Per la germinazione sono da maturazione e conseguente indurimento, che cau-
necessarie temperature al di sopra di 4,4 °C; livelli sa decadimento qualitativo. Occorre evitare i ristagni
termici di 10-20 °C sono ottimali per l’accrescimento. idrici. Le principali varietà coltivate sono Espresso,
La temperatura massima per la fioritura è 28 °C. Le Progress 9, Utrillo.
gelate tardive primaverili (-2/-4°C) comportano danni
alla pianta. 6f - Aspetti colturali e di prodotto
È necessario eseguire una valida sistemazione del
6c - Miglioramento genetico e scelta varietale terreno per facilitare lo sgrondo delle acque e ot-
Le varietà adatte alla coltura in pieno campo e alla tenere un buon livellamento assicurando così una
raccolta meccanica sono le nane o semi-nane, a matu- emergenza uniforme e uno sviluppo omogeneo. Il
razione contemporanea. La ridotta superficie fogliare pisello richiede circa 60-80 kg/ha di P2O5 che va
è un carattere molto favorevole. somministrata in caso di terreni poveri di questo
Alcune varietà iscritte al Registro nazionale varietale elemento. Per quanto riguarda l’azoto potrebbero
sono: essere distribuiti alla semina, al massimo, 20-30 kg/
• ha. La raccolta si esegue quando sono raggiunte le
lia, Piccolo provenzale, S. Croce napoletano; caratteristiche per il consumo fresco: baccello tur-
• gido, seme verde, cotiledoni che non si separano se
za rama (o Rondo), Dark skin perfection, Meraviglia premuti. Il pisello rampicante si raccoglie manual-
di Kelvedon, Navona, Picciotto, Pirro, Progress n. 9, mente; per quello da industria si utilizzano macchi-
Telefono rampicante, Tiger, Utrillo; ne pettinatrici-sgranatrici. Le produzioni si aggira-
• no sulle 4-6 t/ha.
92 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


LIBRO
DIGITALE
Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3
CAPITOLO 3: PIANTE E COLTURE AGROINDUSTRIALI
Mappa interattiva con sintesi bilingue (testo e audio MP3)
italiano/english disponibile su Libro digitale
0
LE PIANTE AGROINDUSTRIALI

1
A
SOIA

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE D TECNICA COLTURALE

B ESIGENZE AMBIENTALI E UTILIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

C SCELTA VARIETALE

2
GIRASOLE

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE C SCELTA VARIETALE

B CICLO BIOLOGICO D TECNICA COLTURALE E PRODUZIONE


ED ESIGENZE AMBIENTALI

3
COLZA E RAVIZZONE

A CARATTERI DISTINTIVI ED ESIGENZE C SCELTA VARIETALE


AMBIENTALI
D TECNICA COLTURALE
B MIGLIORAMENTO GENETICO

4
TABACCO

A CARATTERI MORFOLOGICI C TECNICA COLTURALE


E VARIETÀ
D TRASFORMAZIONE
B SCELTA VARIETALE (CURA DEL TABACCO)
5
POMODORO

A CARATTERI MORFOLOGICI D PARAMETRI DI QUALITÀ

B ESIGENZE AMBIENTALI E POMODORO DA MENSA

C POMODORO DA INDUSTRIA F TECNICA COLTURALE

G LOTTA CONTRO LE INFESTANTI


continua
93 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 93

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


LIBRO
DIGITALE
Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3
CAPITOLO 3: PIANTE E COLTURE AGROINDUSTRIALI
Mappa interattiva con sintesi bilingue (testo e audio MP3)
italiano/english disponibile su Libro digitale

6
B
PATATA

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE D MIGLIORAMENTO GENETICO

B CICLO BIOLOGICO E SCELTA VARIETALE

C ESIGENZE AMBIENTALI F TECNICA COLTURALE

7
BARABABIETOLA DA ZUCCHERO

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE D SCELTA VARIETALE

B CICLO BIOLOGICO E TECNICA COLTURALE E PRODUZIONE

C ESIGENZE AMBIENTALI

8
CANAPA

A ESIGENZE CLIMATICHE D TECNICA COLTURALE


E PEDOLOGICHE
E RACCOLTA E RESE IN PRODOTTO
B CARATTERISTICHE BOTANICHE
E MORFOLOGICHE F IMPIEGHI DEL CANAPULO, DEL TIGLIO
E DEI SEMI
C MIGLIORAMENTO GENETICO

9
COLTURE DA INULINA: CICORIA E TOPINAMBUR

A CICORIA DA INDUSTRIA B TOPINAMBUR


94 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3
0 - LE PIANTE AGROINDUSTRIALI impiegati i gruppi I, I+ e II, invece per i secondi raccol-
Le piante agroindustriali rappresentano un gruppo ti O, O+ e I. Ai primi posti per produttività ci sono le
eterogeneo di piante, appartenenti a svariate famiglie varietà: Atlantic, Bahia, Blancas, Dekabig, Demetra,
botaniche, che forniscono prodotti destinati all’ali- Gala Pzo, Hiroko, Pepita, PR92B63.
mentazione umana e alla trasformazione industriale.
In funzione della destinazione industriale possono es- 1d - Tecnica colturale
sere classificate come di seguito: Le varietà a ciclo breve sono impiegate anche come
• coltura intercalare o di secondo raccolto. La soia è
lino), forniscono olio per produrre saponi, vernici, lu- sensibile alla sclerotinia.
brificanti, carburanti; La semina va eseguita su un suolo preparato con cura,
• da metà aprile, con quantità variabili da 70-80 kg/ha
ro), dalle quali si estrae zucchero; (densità 35-45 piante/m2); è effettuata con seminatrici
• di precisione a profondità di circa 3 cm. In commercio
steli o frutti contenenti elevate quantità di fibra, im- sono disponibili semi già trattati con rizobio mono o
piegata nell’industria tessile; multiceppo. La concimazione azotata può essere evi-
• tata (una leggera concimazione precoce con 20-30 kg/
cale, canapa, kenaf, panico, miscanto, canna comune, ha di N può essere utile in attesa del processo di no-
pioppo), coltivazioni, annuali o poliennali, erbacee o dulazione). Se l’inoculazione non ha avuto effetto sono
legnose, la cui biomassa è destinata alla produzione necessari 100-150 kg/ha di N. Occorre apportare 50 kg/
di energia (per combustione o digestione anaerobica) ha di P2O5 alla semina o 70 kg/ha a pieno campo. Per il
e di biocarburanti. potassio non è consigliabile alcun apporto nei terreni
sufficientemente dotati, in quelli carenti 60-80 kg/ha.
Interventi irrigui sono previsti al momento della fiori-
1 - Soia tura se gli andamenti meteorici sono stati asciutti. È
Famiglia Fabacee sensibile alla competizione con altre specie, soprat-
Genere Glycine tutto nelle prime fasi del ciclo.
Specie Glycine max La raccolta, autunnale o tardo-estiva, avviene con
mietitrebbie appositamente regolate.
Il seme maturo della soia possiede un elevato contenuto Produzione: 2-4 t/ha di semi (3,0-4,0 t/ha in coltura
in proteine e olio. È un’ottima coltura miglioratrice della principale; 2,0-2,5 t/ha in secondo raccolto).
fertilità del suolo in quanto è azotofissatrice; i residui
colturali apportano al suolo sostanza organica facilmen- 1e - Utilizzazione della produzione
te umificabile; lascia il terreno in buono stato fisico. La granella è principalmente utilizzata dall’industria
olearia; dal seme integrale si ottengono spezzati e
1a - Caratteristiche morfologiche farine per prodotti da forno, una bevanda surrogato
L’accrescimento può essere indeterminato, determi- del caffè, germogli da consumare crudi, latte di soia,
nato o semi-determinato. Dopo circa una settimana
dall’emergenza, si formano i noduli radicali generati no glicerolo, acidi grassi, steroli, oli raffinati, lecitine,
dal rizobio Bradyrhizobium japonicum che va inocula- agenti antischiuma, vernici, inchiostri, gomme; dal
to artificialmente nei terreni che non hanno mai ospi- panello proteico si ricavano concentrati per usi edibili
tato questa coltura o che non la ospitano da 3-4 anni. o tecnologici e farine zootecniche.

1b - Esigenze ambientali
La soia è brevidiurna, esigente per la temperatura, 2 - Girasole
poco per i suoli. La temperatura minima di crescita è Famiglia Asteracee
circa 4-6 °C. Il pH ottimale è 6-7,5 utile per favorire la Genere Helianthus
simbiosi rizobica. Specie Helianthus annuus

1c - Scelta varietale 2a - Caratteri morfologici


Le cultivar sono distinte in 13 gruppi di maturazione Può svilupparsi oltre i 2 m. L’infiorescenza è detta ca-
e variano da molto precoci a ciclo breve (tipi 000), a latide ed è caratterizzata da eliotropismo. Il frutto è
tardive (tipo X). Per le colture di primo raccolto sono un achenio.
95 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 95

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3
2b - Ciclo biologico 3 - Colza e Ravizzone
La germinazione dura 10-20 giorni. La differenziazio- Famiglia Crucifere
ne del numero di foglie e del bottone fiorale è forte- Genere Brassica
mente influenzata dalla luminosità e dalla tempera- Specie Brassica napus var. oleifera e Brassica campe-
tura. Segue la fase di levata. La fioritura procede in stris var. oleifera
maniera centripeta.
La maturazione fisiologica dei semi corrisponde al 3a - Caratteri distintivi ed esigenze ambientali
raggiungimento della massima dimensione dell’ache- Rispetto alla colza, il ravizzone ha semi più piccoli e
nio; si dovrà attendere la perdita di umidità fino al più chiari e foglie più ruvide e tomentose nella pagi-
na inferiore. Il contenuto in olio dei semi di ravizzone

2c - Esigenze ambientali
Preferisce terreni freschi e profondi. Si adatta a suoli
da subacidi a subalcalini, rifugge i terreni acidi. Po- Sono colture autunno-primaverili che si seminano a
tassofila. fine settembre-ottobre. Fioriscono nell’ultima decade
di aprile e si raccolgono a fine primavera. Temono i
2d - Scelta varietale suoli fortemente argillosi. Richiedono buone condizio-
Le cultivar attuali sono ibridi, distinti in base alla du- ni di umidità alla fioritura.
rata del ciclo colturale in:
1. precoci: 100-110 giorni; 3b - Miglioramento genetico
2. medio-precoci: 110-120 giorni; La ricerca genetica ha migliorato la resistenza alla
3. medio-tardivi: 120-130 giorni; sclerotinia, al cancro del fusto, alla muffa bianca e
4. tardivi: 130-145 giorni. all’alternariosi. Sul mercato sono disponibili ibridi di
Si distinguono, inoltre, in base al contenuto in acido colza che, rispetto alle varietà tradizionali, sono otte-
nute da libera impollinazione. Gli ibridi di colza sono
Le varietà di girasole che hanno dimostrato ottime po- così distinti:
tenzialità agronomiche e produttive sono: ibridi alto 1.

Mas 84.OL, Toscana CS; NK Stradi, Mas 83.R, Subaro rietà impollinante;
HTS. 2. CHH, ibridi a fertilità maschile completamente ripo-
tenziata, a taglia normale;
2e - Tecnica colturale 3. CHH semi-nano, ibridi a habitus vegetativo ridotto,
Da evitare ristoppio e avvicendamenti stretti con soia ottenuti dall’incrocio tra individui di taglia normale e
e colza. La semina si effettua dai primi di marzo nel altri nani.
Nord Italia e da febbraio nel Centro-Sud. Densità di La colza ha notevolmente beneficiato del progresso
5-6 piante/m2 (7-8 semi), con file distanti 45-75 cm. genetico con rese unitarie anche di 4,0 t/ha di semi e
Profondità di semina: 3-4 cm. La quantità di semente
si aggira sui 6-8 kg/ha.
Con andamenti meteorici asciutti, in zone meridiona- 3c - Scelta varietale
li, è opportuno irrigare. Sulla coltura ben sviluppata è La scelta della cultivar si basa sulla valutazione delle
utile effettuare rincalzatura e sarchiatura. Diserbo in caratteristiche aziendali, ambientali e agronomiche e,
pre-emergenza con distribuzione localizzata o a pieno in particolare, in base a latitudine, epoca di semina,
campo. tipo e livello di fertilità del terreno.
In copertura concimare con 80-90 kg/ha di N; localiz- Le cultivar di colza che hanno dimostrato elevata pro-
zata alla semina 50 kg/ha di P2O5; in terreni carenti
(<100 ppm di K2O) 80 kg/ha. La raccolta può iniziare Kodiak, Traviata. Sono state introdotte cultivar ibride
quando il dorso della calatide è completamente bru- "IMI tolleranti", ottenute con tecnica Clearfield, che
presentano tolleranza all'erbicida di post emergenza
raccolta si realizza con normali mietitrebbie oppure Cleranda.
adattate. Il diserbo va eseguito nella fase di post emergenza
Produzione: 2,5-3,5 t/ha di semi, con rese in olio del precoce, sino a uno stadio della colza di otto foglie
vere.
96 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3
3d - Tecnica colturale • light air-cured, essiccazione con flusso d’aria calda
Il letto di semina deve risultare ben rifinito. La semina
richiede 5-8 kg/ha di semente, seminatrici da grano, • dark air-cured, essiccazione a flusso d’aria al buio
oppure 450.000-750.000 semi/ha, interrati con semi-
natrici pneumatiche di precisione. • fire-cured, essiccazione con calore e affumicamento
Concimazione: N 100 kg/ha (in copertura), P2O5 50 kg/
ha (localizzata alla semina), K2O solo in terreni carenti • sun-cured, essiccazione al sole (tabacchi levantini
(<100 ppm) 60 kg/ha. o orientali).
La maturazione fisiologica del colza si raggiunge con Le varietà di tabacco coltivate nel nostro Paese appar-

colta inizia quando il seme ha un’umidità intorno al

ha. Il ravizzone circa 2,0 t/ha di semi. 4c - Tecnica colturale


Il tabacco è una pianta macroterma, viene seminato in
serra e poi trapiantato a macchina, in aprile-maggio,
4 - Tabacco quando le piantine presentano 4-6 foglie. La lavora-
Famiglia Solanacee zione iniziale “a due strati” del terreno si esegue a
Genere Nicotiana fine estate-inizio autunno, seguita dalle operazioni di
Specie Nicotiana tabacum affinamento e livellamento superficiale.
Per produzioni previste di 2,5 t/ha, le dosi di azoto va-
4a - Caratteri morfologici e varietà riano da un minimo di 30 kg/ha per i tabacchi levanti-
Può raggiungere i 2 m di altezza. Le foglie sono alter- ni, a un massimo di 150 kg/ha per quelli scuri pesanti.
ne, lanceolate, ovali o ellittiche. Il frutto è una capsula Per i tabacchi chiari da 50 a 80 kg/ha da distribuire in
settata, ricca di piccolissimi semi di colore scuro, lie- uno o due tempi. Una sola volta, 2-3 settimane dopo il
vemente reniformi. trapianto; due volte subito dopo il trapianto e poi all’i-
nizio della levata. Il potassio deve essere apportato
4b - Scelta varietale con la concimazione di fondo durante la preparazione
I tabacchi americani chiari, necessitano di terreni ten- del terreno alla dose di circa:
denti al sabbioso, fertilità medio-bassa, temperatura e • 2
O < 100
umidità medio-elevate e corretta irrigazione. ppm);
I tabacchi scuri pesanti prediligono suoli profondi ten- • 2
O tra 100-
denti all’argilloso, ricchi di sostanza organica, irrigui, 150 ppm);
ben concimati, temperature medie, umidità elevate. • 2
O > 150 ppm).
I levantini preferiscono terreni sciolti, poco profondi, È bene evitare l’uso di concimi potassici da cloruro. Il
magri, non irrigui, temperature elevate, clima secco. fosforo deve essere apportato durante la preparazione
I subtropicali richiedono suoli di medio impasto e van- del terreno alla dose di circa:
no concimati con accortezza. •
Vengono distinti i seguenti gruppi varietali di tabac- •
co: •
• flue cured; Il fabbisogno idrico stagionale è di 400-700 mm: il pri-
• ight air cured; mo intervento deve essere eseguito dopo il trapianto,
• dark air cured; anche con turni di una settimana e volumi di 20-30 mm.
L’irrigazione deve essere effettuata sottochioma. Sulla
• fire cured;
pianta in piena vegetazione viene svolta la cimatura e
• sun air cured;
la scacchiatura. La raccolta deve essere tempestiva e
• basma; avviene manualmente: inizia in luglio e può continuare
• katerini; fino a ottobre. È importante intervenire prontamente
• kabak koulak. contro la peronospora tabagina e contro l’oidio.
Le varietà di tabacco attualmente in produzione in
Italia si differenziano in rapporto al processo di cura: 4d - La trasformazione (cura) del tabacco
• flue-cured, essiccazione in ambiente controllato Le foglie di tabacco, raccolte allo stato verde, possono
(Virginia, Bright); essere consegnate direttamente ai trasformatori op-
97 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 97

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3
pure subire una “cura” in azienda e poi essere vendu- 5d - Parametri di qualità
te all’industria manifatturiera allo stato secco. RESIDUO OTTICO (O RIFRATTOMETRICO). Non

COLORE. Si determina utilizzando colorimetri ed è


espresso come rapporto a/b o rapporto rosso/giallo.
Sono considerati “buoni” valori superiori a 2,60; “sca-
5 - Pomodoro denti” quelli inferiori a 2,40.
Famiglia Solanacee PH. Valori buoni sono inferiori a 4,3; valori mediocri
Genere Solanum superiori a 4,4.
Specie Solanum lycopersicum
sco. Pomodori con alto R.S. hanno un alto contenuto
5a - Caratteri morfologici in cellulosa, emicellulosa e pectine, quindi resistono
Le recenti cultivar di pomodoro da industria sono a meglio agli urti nelle fasi di raccolta, trasporto e nelle
sviluppo determinato. Le varietà da mensa possono soste pre-lavorazione.
avere un accrescimento indefinito. La fioritura è scala-
cristallizzato.
mia. Il frutto è una bacca di forma allungata. General-
mente tra l’allegagione e la maturazione trascorrono cheri riduttori della sostanza secca.
circa 40 giorni. CONSISTENZA. Si misura con consistometri Bostwick
ed è espressa dalla velocità di scorrimento in cm/30 s.
5b - Esigenze ambientali VISCOSITÀ. Si determina con appositi viscosimetri ed
Il ciclo colturale negli ambienti italiani è primaverile- è espressa in centipois.
estivo. Il pomodoro è specie a giorno indifferente. Nel- INDICE DI PELABILITÀ. Importante per i pomodori
la fase biologica iniziale le piantine temono il freddo, lo pelati, variabile da 1 (pelatura difficile) a 5 (pelatura
zero di vegetazione è di 10 °C, mentre per la fioritura oc- facile).
corrono più di 21 °C e per una buona maturazione 26 °C.
Le migliori produzioni si ottengono in terreni di me- 5e - Pomodoro da mensa
dio-impasto, profondi, freschi, di buona fertilità, ben Per il consumo diretto, viene richiesto dal mercato un
dotati di sostanza organica, senza ristagni idrici e con prodotto ancora immaturo e ciò spiega la preferenza
pH 6-7,5. Molto suscettibile alla salinità. per varietà di forma costoluta che hanno elevata com-
pattezza al taglio, ricchezza di acidi e succosità.
5c - Pomodoro da industria A livello commerciale si considerano tre tipologie di
Sono stati selezionati tipi adatti alla raccolta mecca- cultivar, in base alla forma dei frutti: pomodori tondi,
nica, dotati di accrescimento definito e maturazione compresi i pomodori ciliegia (o cherry); pomodori co-
contemporanea, con frutti abbastanza resistenti alle stoluti; pomodori oblunghi o allungati.
sollecitazioni meccaniche. Sono state individuate cultivar denominate LSL (Long
Una buona cultivar deve essere caratterizzata da: pro- Shelf-Life) con frutti a elevata consistenza particolar-
duzioni elevate e costanti; rispondere ai requisiti qua- mente apprezzati dal mercato. Nella scelta della culti-
litativi richiesti dall’industria di trasformazione; resi- var si deve anche tenere in considerazione la resisten-
stenza alle più diffuse malattie; idoneità alla raccolta za e/o tolleranza alle avversità parassitarie.
meccanica; precocità definita.
La raccolta meccanica ha inizio quando la coltura 5f - Tecnica colturale
La semina diretta è sostituita dal trapianto che con-
rosse. Il miglioramento genetico ha determinato ibri- sente di ritardare l’operazione e proteggere la pianta
di detti all-flesh. Sono stati creati pomodori ibridi HP dai freddi tardivi. Il trapianto avviene in primavera,
(high pigment) con elevato contenuto di licopene. in periodi variabili a seconda delle zone e in base alla
Oltre al “pomodorino” da inscatolamento con bacca scalarità di ritiro e trasformazione del prodotto da par-
sferica, sono stati creati pomodori detti Mini-Plum e te delle industrie conserviere.
Mini-San Marzano, con bacca allungata. Le cultivar Un aspetto importante riguarda la densità di investi-
da pelati devono presentare frutti di forma cilindri- mento da realizzare con il trapianto. L’introduzione di
ca, polpa soda e resistente, con adeguata struttura ibridi a sviluppo determinato ha portato all’aumento
pectinica. del numero di piante, circa 70-80.000 piante/ha, ot-
98 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3
tenendo così rese elevate. Nel caso della produzio- 6b - Ciclo biologico
ne di bacche per pelati non si superano le 35-36.000 Nelle colture ottenute con semina dei tuberi, il ciclo
piante/ha. La distanza tra le file può variare: per la biologico si completa in circa 3-5 mesi. La formazione
raccolta meccanizzata sono utili file binate distanti dei tuberi inizia poco prima della fioritura e procede
30-40 cm tra loro e 1,40-1,50 m dal centro delle altre con il progressivo accumulo delle sostanze di riserva
bine. Per la raccolta manuale si utilizzano distanze in fino al termine del ciclo vegetativo della pianta.
relazione alle tecniche da impiegare per le successive
operazioni colturali (sarchiatura, diserbo, trattamen- 6c - Esigenze ambientali
ti, irrigazioni). La qualità migliore di tuberi si ottiene nelle zone tem-
Per una produzione di 80 t/ha, gli apporti di azoto urei- perato-fresche, dove la semina è primaverile. Nei cli-
co e ammoniacale in pre-semina, e nitrico nella fase mi meridionali caldi, si semina a fine autunno e si rac-
vegetativa, oscillano tra 130-150 kg/ha di N; quelli di coglie a fine inverno (patate primaverili o novelle). Il
fosforo tra 70-90 kg/ha; nei terreni potassio-carenti la germogliamento dei tuberi può iniziare con tempera-
dose può arrivare anche a 250 kg/ha. ture superiori a 6-8 °C, ma ha il massimo impulso con
L’irrigazione è oggi attuata per microirrigazione loca- temperature intorno a 15-18 °C. Sviluppo vegetativo,
lizzata con manichette forate. È in forte espansione tuberizzazione e maturazione richiedono temperature
la fertirrigazione computerizzata per le esigenze set- ottimali di 18-20 °C.
timanali di acqua, azoto e fosforo. I volumi idrici ap- La patata predilige terreni leggermente acidi, sabbio-
portati alle coltivazioni possono variare da 600 a 2.000 si, freschi, permeabili e profondi. Si adatta anche ai
m3/ha nelle zone settentrionali, fino a 6.000-7.000 m3/ terreni leggermente argillosi, a patto che siano ben
ha nelle zone meridionali. strutturati e drenanti. Non tollera i terreni alcalini.
Le varietà da mensa, di norma a sviluppo indetermina-
to, sono sorrette da tutori quali canne di bambù (nel- 6d - Miglioramento genetico
le coltivazioni in piena terra) o fili di nailon verticali Per la selezione di varietà adatte all’ambiente di col-
(nelle colture in serra). In questi casi sono necessari tivazione italiano sono stati considerati i seguenti
interventi di potatura verde tra cui la scacchiatura, la aspetti specifici:
cimatura, la defogliazione. 1. accorciamento delle fasi fenologiche;
2. più rapido accrescimento dei tuberi;
5g - Lotta contro le infestanti 3. indifferenza al fotoperiodo;
È importante evitare le infestanti nelle prime fasi ve- 4. grande sviluppo dell’apparato aereo;
getative. Molto utile un piano che preveda interventi 5. sufficiente rusticità per resistere agli stress am-
chimici in pre-semina o in pre-emergenza, abbinati a bientali e alle crittogame;
operazioni meccaniche (sarchiatura). I trattamenti in 6. produzioni elevate e stabili nel tempo;
post-emergenza devono essere estremamente selet- 7. qualità del prodotto in linea con le richieste del mer-
tivi. cato.
Produzione: da 55 t/ha a oltre 100 t/ha.
6e - Scelta varietale
In base alla durata del ciclo vegetativo, le cultivar di
6 - Patata patata si distinguono in:
Famiglia Solanacee •
Genere Solanum •
Specie Solanum tuberosum •
Si differenziano, inoltre, per il colore della pasta e per
6a - Caratteri morfologici quello della buccia.
Le piante di patata vengono distinte in tipi ad accre- I requisiti della patata da consumo sono:
scimento determinato e indeterminato. La dimensio- •
ne dei tuberi varia a seconda delle condizioni di colti- dio;
vazione, oltre che con la varietà. La forma dei tuberi •
dipende soltanto dalla varietà: tonda, tondo-ovale, soprattutto sulla durata del ciclo vegetativo;
ovale, ovale-lunga, lunga. I colori della buccia sono •
giallo o rosso; la “pasta” interna, invece, è solitamen- •
te bianca o gialla. lare la sbucciatura;
99 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 99

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3
• La raccolta delle patate da consumo e da industria
• avviene da luglio ad agosto in pianura, più tardi in
collina e montagna. Le patate novelle, coltivate nel
Attualmente si è affermata una distinzione basata Meridione con ciclo autunno-primaverile, si raccol-
sulla destinazione d’uso: gono in aprile-maggio. Nel caso di patate da semina,
• i tuberi-seme si raccolgono con un leggero anticipo
• per evitare attacchi tardivi di virus. La patata è una
• coltura sensibile a peronospora, Fusarium, Alter-
• naria, scabbia, Verticillium e ancora afidi, dorifora
Per l’industria è importante soprattutto l’uniformità (Leptinotarsa decemlineata) e tignola (Phthorimaea
dei tuberi (forma e pezzatura). Le cultivar destinate operculella).
alla trasformazione industriale sono state selezionate
in relazione al prodotto da ottenere:
• 7 - Barbabietola da zucchero
• Famiglia Chenopodiacee
• Genere Beta
• Specie Beta vulgaris

6f - Tecnica colturale 7a - Caratteristiche morfologiche


Il ciclo complessivo della patata dura da 100 a 150 La radice della barbabietola da zucchero è un fittone.
giorni. La semina (o piantamento) avviene con tuberi Il frutto è un glomerulo, composto da uno a sei semi.
di vario calibro, minituberi o porzioni di tubero, certi-
ficati ed esenti da virosi. L’epoca di piantagione della 7b - Ciclo biologico
patata è al termine del periodo dei geli tardivi, quando Il ciclo è biennale ed è completo nelle colture destina-
la temperatura del terreno ha raggiunto gli 8-10 °C. te alla produzione di seme, mentre viene interrotto il
La patata novella (precoce o primaticcia) si pianta in primo anno (con la raccolta delle radici) nelle colture
novembre e si raccoglie in aprile-maggio con la pos- destinate alla produzione di zucchero.
sibilità di una seconda coltura (bisestile) che prevede La barbabietola viene seminata tra fine febbraio-inizi
la “semina” in luglio e la raccolta nel mese di ottobre. di marzo. L’emergenza avviene dopo circa due setti-
La pre-germogliazione dei tuberi-seme riveste un cer- mane. È solo nell’ultima fase del ciclo biologico che
to interesse agronomico, per il vantaggio di anticipare avviene il rapido ingrossamento del fittone e l’accu-
le nascite e di abbreviare di 10-15 giorni il ciclo vege- mulo di zucchero (saccarosio). Forti calure estive,
tativo. scarsa umidità del suolo o riprese vegetative improv-
Le patate si piantano a file distanti circa 75-90 cm in vise oppure avversità quali la cercospora e la cuscuta
fondo a solchi alla profondità di 5-8 cm. La densità di portano a un decremento della quantità di zucchero,
impianto usuale è di 5-6 tuberi/m2 per ottenere 15-20 noto come retrogradazione.
steli. La semina della patata può essere fatta a mano
o con macchine piantatuberi. La quantità di patate da 7c - Esigenze ambientali
seme necessaria per 1 ha si aggira su 2.000-3.000 kg/ha. Richiede terre profonde e ricche, ben lavorate e pre-
La patata richiede buone letamazioni d’impianto. Per parate per le semine, nonché climi temperati, freschi,
una produzione di 40 t/ha, occorre somministrare 100- con piovosità distribuita regolarmente.
120 kg/ha di azoto da distribuire in due tempi: prima
7d - Scelta varietale
Le cultivar vengono distinte con lettere indicanti le
e il potassio, è utile apportare 80-100 kg/ha di P2O5 e attitudini: E (Ertrag), peso elevato; Z, alto titolo di
200-250 kg/ha di K2O. Le cure colturali come diserbo, zucchero (polarizzazione elevata); N, caratteri norma-
sarchiature, rincalzatura e irrigazione devono essere li (equilibrato rapporto tra peso e titolo di zucchero).
effettuate con diligenza. Nelle colture a ciclo più lun- In commercio si trovano anche cultivar con caratteri
go, in presenza di poche precipitazioni, bisogna inter- intermedi (EN, NZ). Per raccolte precoci la scelta va-
venire mediante irrigazioni di soccorso con volumi, rietale è orientata verso la tipologia E ed EN.
per singolo adacquamento, di circa 300-350 m3/ha. Le varietà più spinte al titolo zuccherino sono idonee
Produzione: 35-45 t/ha. in terreni dove non vi è difficoltà a raggiungere an-
100 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3
che alte rese in radici (medio impasto, sciolti, fertili e molto sviluppate su cui non è stato possibile agire
con presenza di falda superficiale), mentre le cultivar prima.
a peso sono indicate per terreni che non presentano Per quanto riguarda la raccolta occorre eseguire in
difficoltà a fornire anche buone polarizzazioni (conte- campo la giusta “scollettatura” e portare allo zucche-
nuto medio-alto di argilla e falda assente). rificio fittoni puliti. Le macchine da raccolta semoventi
Negli ultimi anni, la selezione genetica ha migliorato e i caricatori/pulitori consentono una grande capacità
la produttività delle varietà, a svantaggio della tolle- e qualità di lavoro.
ranza alla cercospora. In presenza di forti infestazioni Produzione: da 40 a 80 t/ha.
del nematode Heterodera schachtii non è consiglia-
bile la coltivazione della barbabietola. Se il livello di
infestazione è limitato, è necessario orientare la scelta 8 - Canapa
verso cultivar nematolleranti. Per quanto riguarda la Famiglia Cannabacee
rizomania, le varietà attualmente commercializzate Genere Cannabis
sono generalmente tolleranti. Specie Cannabis sativa

7e - Tecnica colturale 8a - Esigenze climatiche e pedologiche


Entra in rotazione quadriennale per evitare insedia- È una coltura annuale, con ciclo primaverile-estivo.
menti stabili di parassiti animali e vegetali. Il processo Per una germinazione rapida e omogenea la tempe-
di germinazione richiede una temperatura del terreno ratura del terreno non deve essere inferiore a 10 °C.
non inferiore a 8 °C. Le coltivazioni più diffuse sono La canapa predilige suoli di medio impasto, anche ten-
quelle a semina pre-primaverile (terza decade di feb- denti all’argilloso, profondi, freschi, ricchi di sostanza
braio), mentre in zone caldo-asciutte viene preferita la organica, non compattati e senza ristagno idrico. È
semina autunnale. Dopo aver eseguito le lavorazioni sensibile ai diserbanti residuali e ai parassiti fungini
principali su terreno in tempera e con operazioni di quali Pythium e Sclerotinia.
affinamento, la semina viene eseguita con seminatrici
di precisione, pneumatiche. Si pongono a dimora, alla 8b - Caratteristiche botaniche e morfologiche
profondità di circa 2-3 cm, i semi monogermi confetta- È una pianta dioica. Il fusto è uno stelo legnoso lungo
ti a distanza di 45-50 cm tra le file e di 12-13 cm sulla da 1 a 4 metri, formato da due componenti: il canapu-
fila. lo e il tiglio.
L’applicazione dei geoinsetticidi all’impianto della
coltura può essere eseguita: 8c - Miglioramento genetico
• La costituzione di varietà monoiche è importante per-
nulari; ché queste, a differenza delle dioiche presentano steli
• con diametro uniforme, maturazione contemporanea
e minor vigore vegetativo. Ogni anno è reso noto l’e-
Per quanto riguarda la concimazione, riferita a una lenco delle varietà ammesse per la produzione della
produzione (in radici) di 70 t/ha, si consiglia: fibra.

in pre-semina e 50-60 kg/ha in copertura; 8d - Tecnica colturale
• 2O5: 70-90 kg/ha in localizzazione alla semina; Il terreno richiede lavorazioni accurate per realizzare
• 2O: nessun apporto nei terreni sufficientemente il letto di semina. La dose di azoto (N) da apportare
dotati, 180-200 kg/ha nei terreni con K scambiabile alle varietà di canapa da fibra si aggira sui 50-60 kg/
<100 ppm. ha; quella per le varietà da carta non deve supera-
La barbabietola normalmente non viene irrigata, gra- re i 150 kg/ha. L’apporto di fosforo e potassio è utile
zie alla profondità di esplorazione del terreno e alla solo nei terreni poveri di questi elementi: 70-80 kg/
semina anticipata. In caso di siccità prolungata e ter- ha di P2O5 e 120-150 kg/ha di K2O. Nel Nord Italia la
reno con capacità idrica non ottimale, un buon inter- canapa si semina a metà marzo-inizi di aprile. Profon-
vento irriguo aumenta e regolarizza le rese. dità di semina 2-3 cm e file distanti 15-20 cm. Basse
Per il controllo delle infestanti si effettuano interven- densità (20-30 piante/m2) sono adottate per le colture
ti in post-emergenza a dosaggi ridotti. Il trattamento da seme; alte densità (90-120 piante/m2) sono proprie
con dosaggio superiore è destinato a colture allo sta- delle coltivazioni da fibra; densità intermedie (60-80
dio oltre le 4-6 foglie vere, in presenza di infestanti piante/m2) per le coltivazioni da carta.
101 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 101

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3
Sono in corso coltivazioni di canapa a elevatissima ESIGENZE CLIMATICHE E PEDOLOGICHE. Richiede
fittezza (fino a 400 piante/m2), trattate con disseccan- climi freschi, con temperature moderate e corretta di-
ti quando gli steli raggiungono l’altezza di 1,2-1,4 m. sponibilità idrica. I terreni più adatti per le produzioni
L’irrigazione è superflua negli ambienti del Nord Ita- di cicoria da radice sono quelli profondi, di tessitura
lia. Nel Centro e nel Sud sono sufficienti volumi sta- media e ben drenati.
gionali rispettivamente di 1.500 e 3.000 m3/ha. VARIETÀ E MIGLIORAMENTO GENETICO. Obietti-
L’elevata fittezza d’impianto e la velocità di chiusura vi del miglioramento genetico sono la resa in fittoni
dell’interfila rendono non necessario il ricorso al diserbo. e la forma, il contenuto in inulina, la predisposizione
all’anticipo della semina primaverile, la resistenza alla
8e - Raccolta e rese in prodotto pre-fioritura, la conservabilità delle radici, la tolleran-
La raccolta degli steli destinati all’estrazione della fi- za alle crittogame.
bra si effettua all’inizio di agosto nella fase di piena TECNICA COLTURALE. Il terreno deve essere prepa-
fioritura. La resa in sostanza secca totale raggiunge rato accuratamente con lavorazione estivo-autunnale
25 t/ha, pari a 20 t/ha di steli. effettuata a media profondità. Profondità di semina
La produzione di seme raccolto da fine agosto a metà circa 0,5-1 cm. Semina in marzo-aprile con un inve-
settembre varia da 0,5 a 1 t/ha. Il canapicoltore, dopo stimento finale di circa 16 piante/m2 (interfila di 45-50
aver raccolto il prodotto con mezzi meccanici, ha l’ob- cm). Sensibile a oidio, alternaria, marciumi radicali e
bligo di conferire il tutto all’industria trasformatrice. ruggine.
Impieghi del canapulo, del tiglio e dei semi RACCOLTA DEL PRODOTTO E RESA. La raccolta del-
Il canapulo viene usato come biocombustibile, lettiera le radici inizia a settembre e viene effettuata con lo
per animali, per produrre carta e pannelli isolanti. stesso tipo di attrezzature impiegate per la barbabie-
Il tiglio si utilizza per produrre cordami, stoppa, carta, tola.
feltri isolanti, teli, teloni, sacchi, borse. I semi vengo-
Produzione: da 45 a 55 t/ha di radici.
no utilizzati come alimento per l’uomo e gli animali,
per l’estrazione di oli essenziali, per la produzione di
farine alimentari.
9b - Topinambur (Helianthus tuberosus)
CARATTERI BOTANICI E BIOLOGIA. Appartiene alla
8f - Impieghi del canapulo, del tiglio e dei semi
famiglia delle Composite. Erbacea perenne, si propa-
Il canapulo viene usato come biocombustibile, lettiera
ga quasi esclusivamente per via agamica. Il ciclo di
per animali, per produrre carta e pannelli isolanti.
sviluppo annuo va dai primi di marzo ai primi di no-
Il tiglio si utilizza per produrre cordami, stoppa, carta,
vembre.
feltri isolanti, teli, teloni, sacchi, borse. I semi vengo-
ESIGENZE CLIMATICHE E PEDOLOGICHE. Predilige
no utilizzati come alimento per l’uomo e gli animali,
per l’estrazione di oli essenziali, per la produzione di climi freschi con temperature moderate. Richiede ter-
farine alimentari. reni profondi, di medio impasto e ben drenati.
MIGLIORAMENTO GENETICO. Tutte le cultivar at-
tuali sono di provenienza estera. Gli obiettivi del mi-
9 - Colture da inulina: Cicoria e Topinambur glioramento genetico riguardano le rese, la riduzione
del ciclo agronomico e la qualità dei tuberi.
9a - Cicoria da industria (Cichorium intybus var. sa- TECNICA COLTURALE. L’impianto si effettua po-
tivum) nendo a dimora i tuberi a una profondità di 5-10
CARATTERI BOTANICI E BIOLOGIA. Appartiene cm, da metà marzo al Nord Italia, da metà di febbra-
alla famiglia delle Composite (Asteracee), genere Ci- io al Centro-Sud. Densità di semina ottimale circa
chorium. Alla specie C. intybus appartiene la cicoria 5 tuberi/m2 (interfila 40-60 cm). Modeste esigenze
industriale o da inulina. Il ciclo colturale inizia con nutritive, forte competitività nei riguardi delle erbe
la semina a marzo-aprile e termina con la raccolta a infestanti.
ottobre-novembre. Produzione. Da 40 a 50 t/ha.
102 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


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Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 4
CAPITOLO 4: COLTIVAZIONI ORTICOLE
Mappa interattiva con sintesi bilingue (testo e audio MP3)
italiano/english disponibile su Libro digitale
0
LE COLTURE DA ORTO
1
A
FRAGOLA

A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE D TECNICA COLTURALE

B ESIGENZE AMBIENTALI E INNOVAZIONI


NELLA TECNICA COLTURALE
C SCELTA VARIETALE

2
CAVOLI E CAVOLFIORE

A BOTANICA E CARATTERI C SCELTA VARIETALE


MORFOLOGICI
D TECNICA COLTURALE
B ESIGENZE AMBIENTALI

3
PEPERONE

A CARATTERI MORFOLOGICI C SCELTA VARIETALE

B ESIGENZE AMBIENTALI D TECNICA COLTURALE

4
MELANZANA

A CARATTERI MORFOLOGICI C SCELTA VARIETALE


E BOTANICI
D TECNICA COLTURALE
B ESIGENZE AMBIENTALI

5
LATTUGHE E INSALATE

A CARATTERI MORFOLOGICI C TECNICA COLTURALE

B ESIGENZE AMBIENTALI

continua
103 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 103

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CAPITOLO 4: COLTIVAZIONI ORTICOLE
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6
B
ANGURIA E MELONE

A ANGURIA B MELONE

CARATTERI MORFOLOGICI CARATTERI MORFOLOGICI

ESIGENZE AMBIENTALI ESIGENZE AMBIENTALI

SCELTA VARIETALE SCELTA VARIETALE

TECNICA COLTURALE TECNICA COLTURALE


E ASPETTI MERCANTILI E ASPETTI MERCANTILI
7
ZUCCHINI E ZUCCHE

A ZUCCHINO B ZUCCA

CARATTERI MORFOLOGICI SCELTA VARIETALE

ESIGENZE AMBIENTALI TECNICA COLTURALE

SCELTA VARIETALE

TECNICA COLTURALE
E ASPETTI MERCANTILI
8
CARCIOFO

A CARATTERI MORFOLOGICI C SCELTA VARIETALE

B ESIGENZE AMBIENTALI D TECNICA COLTURALE

9
PIANTE OFFICINALI

A ACHILLEA E LUPPOLO

B BASILICO F MAGGIORANA

C BORRAGINE G PIRETRO

D CANAPA H PREZZZEMOLO

I ZAFFERANO
104 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 4
0 - LE COLTURE DA ORTO prode è di 120-130 cm; la larghezza del passaggio fra
Gruppo eterogeneo di piante classificate in modo dif- due prode si aggira sui 50-60 cm. Nel caso si adotti la
ferente, come specificato di seguito: fila semplice, le distanze sono di 80-90 cm tra le file e
• 15-20 cm sulla fila. Densità di piantagione da 42.000
sumata: ortaggi da foglia o verdure (cavolo nero, spi- a 55.000 piante/ha. Per l’impianto si usano piantine
nacio, insalate, ecc.), ortaggi da frutto (pomodoro, pe- pronte o frigoconservate. Epoca di impianto: nelle re-
perone, zucchino, melone, anguria, ecc.), ortaggi da gioni settentrionali dai primi di luglio; in agosto nelle
radice (carota), ortaggi da tubero (patata), ortaggi da zone meridionali. La coltura protetta è effettuata con
bulbo (cipolla, porro, aglio, ecc.) e ortaggi da seme (fa- tunnel di diverse tipologie (singoli o multipli). Solo le
giolo, pisello, fava, ecc.);

to: in pieno campo o in coltura protetta (tunnel, serre Concimazione: N 120-140 kg/ha; P2O5 80-100 kg/ha;
fredde o riscaldate); K2O 130-200 kg/ha.
• La coltura deve essere irrigata sin dall’inizio, con circa
partenenza. 6.000-8.000 m3/ha, durante l’intero ciclo colturale, con
valori più elevati per le cultivar rifiorenti.
Tra le avversità animali più diffuse vi sono: nematodi,
1 - Fragola acari, afidi, nottue, tripidi. I patogeni fungini più te-
Famiglia Rosacee muti sono: vaiolatura, oidio, muffa grigia, Verticillium
Genere Fragaria e antracnosi.
Specie Fragaria vesca, F. chiloensis, F. ananassa, F. Produzione: 20 t/ha per colture in pieno campo, supe-
virginiana ra le 26-28 t/ha sotto serra e può raggiungere le 50 t/
ha fuori suolo. La raccolta è scalare.
1a - Caratteristiche morfologiche
Le cultivar attualmente coltivate sono ibridi deriva- 1e - Innovazioni nella tecnica colturale
ti da specie americane (F. chiloensis, F. virginiana). Le tecniche adottate per aumentare produzione, qua-
Sono piante erbacee rizomatose e stolonifere. La pro- lità e risultati economici sono: produzione fuori suolo
pagazione è agamica (tramite stoloni) o effettuata con Waiting bed plant).
piantine moltiplicate per via meristematica. La produzione fuori suolo si realizza allevando le pianti-
ne in sacchi di polietilene con substrato controllato e fer-
1b - Esigenze ambientali tirrigazione programmata. L’investimento per sacchetto
Predilige i terreni di medio impasto non compatti e è di 6 piante è pari a 14-15 piante/m2. Con la tecnica del
poco calcarei, ricchi di sostanza organica, si adatta Waiting bed plant le piantine sono preparate per due
anche a terreni argillosi. Non tollera i ristagni idrici. anni in vivaio e poste a dimora con gemme già differen-
Sotto serra o tunnel teme eccessi termici e di umidità. ziate. Possono essere frigoconservate per 6-9 mesi. Si
sono diffusi nuovi tipi di piante frigoconservate:
1c - Scelta varietale •
Secondo le modalità di fioritura, le varietà di fragola si per produzioni programmate di fine estate-autunno;
possono classificare in: varietà unifere; varietà bifere; • Waiting Bed): usate in impianti (in suolo
varietà day neutral. Principali varietà: Alba, Albion, o fuori suolo) per produzioni programmate estive;
• Tray Plant): impiegate per colture pro-
grammate (in suolo e fuori suolo);

1d - Tecnica colturale sche “vegetanti” e quelle fresche “cime radicate”.
Nei suoli tendenzialmente sabbiosi e di medio impasto
si opera un’aratura a profondità di circa 40 cm, seguo-
no lavorazioni superficiali, durante le quali vengono 2 - Cavoli e Cavolfiore
distribuiti i concimi. Si sistema il terreno in prode e la Famiglia Crucifere
messa in opera del film plastico per la pacciamatura, Genere Brassica sp.
nel quale si praticano fori in fila binata per la messa a
dimora delle piante, distanti circa 30-35 cm fra le file 2a - Botanica e caratteri morfologici
e 25-35 cm lungo la fila. La distanza fra i centri delle Il cavolfiore si caratterizza per una infiorescenza glo-
105 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 105

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 4
bosa (corimbo). La riproduzione avviene esclusiva- In base all’epoca di maturazione si distinguono:
mente per seme. Il frutto è una siliqua, con semi di •
colore scuro, nerastri o bruno-rossastri. metà giugno, raccolta in ottobre;

2b - Esigenze ambientali maggio-metà giugno, raccolta a novembre-dicembre;
Predilige climi freschi e umidi. Teme la siccità estiva. •
La temperatura minima di germinazione è di circa 6 fine giugno, raccolta a febbraio;
°C. Le semine in vivaio per produrre piantine da tra- •
piantare si effettuano da fine marzo a metà settembre. glio, raccolta a marzo.
Le migliori produzioni si ottengono in terreni di medio I corimbi vanno raccolti quando hanno raggiunto un
impasto, profondi, freschi, fertili, ricchi di sostanza diametro di almeno 11 cm. Durante la raccolta si pos-
organica, con buona capacità di ritenzione idrica, ma sono impiegare macchine agevolatrici. Segue la fase
senza ristagni. Mediamente sensibile alla salinità. del condizionamento dei corimbi. Le norme di com-
mercializzazione sono disciplinate dal Regolamento
2c - Scelta varietale CE n. 963/1998.
In base alla durata del ciclo vegetativo-produttivo, le
cultivar di cavolfiore sono distinte in:
• 3 - Peperone
F1); Famiglia Solanacee
• Genere Capsicum
Catanese); Specie Capsicum annuum

• 3a - Caratteri morfologici
• I frutti hanno forme diverse a seconda delle cultivar.
• Non ha particolari preferenze riguardo al tipo di suolo,
ma sono da evitare i terreni soggetti a ristagni idrici.
2d - Tecnica colturale
È necessaria un’accurata sistemazione del terreno per 3b - Esigenze ambientali
favorire lo sgrondo delle acque. Le lavorazioni princi- Durante la fase iniziale di sviluppo dei fiori, il pepe-
pali consistono in un’aratura non superiore ai 35-40 rone è molto sensibile alla bassa intensità luminosa
cm. Le lavorazioni secondarie consistono nell’ammi-
nutamento delle zolle e nello spianamento del terre- tali condizioni possono causare colatura dei fiori e
no. Il trapianto si effettua a febbraio-marzo per le va- successiva deformazione e cascola dei frutticini.
rietà primaverili, a fine aprile-metà maggio per quelle
estive e in luglio-agosto per quelle autunnali. 3c - Scelta varietale
Il sesto d’impianto a fila singola prevede piante a 65- La scelta varietale dipende da:
80 cm sulla fila, con file distanti 70-80 cm; in caso di •
fila binata, bine a 90 cm, distanza dal centro 160 cm e •
piante sulla fila a 60-70 cm l’una dall’altra. •
Per produzioni da ottobre a dicembre si impiegano •
varietà precoci o medie, con densità di impianto che Secondo la loro forma, si distinguono quattro tipi com-
vanno da 2,8 a 2,4 piante/m2. Per quanto riguarda gli merciali di peperoni: lunghi; quadrati; quadrati ap-
ibridi molto precoci, adatti per la raccolta nel periodo puntiti; appiattiti.
di fine estate-inizio autunno, la densità di impianto è Le varietà tradizionali sono Quadrato d’Asti giallo e
circa di 3,0-3,5 piante/m2; invece nel caso ibridi tardi-
vi, idonei per la raccolta da febbraio a marzo, la densi- tutti del tipo “quadrato”; il Corno di toro (giallo e ros-
tà è di circa 2,0 piante/m2. so) del tipo lungo; Sigaretta (biondo) del tipo acumi-
Concimazione: N 150-170 kg/ha; P2O5 70-90 kg/ha; nato. Fra quelli piccanti, noti come “peperoncini”, il
K2O 180-200 kg/ha. Le esigenze idriche del cavolfiore
sono alte. L’irrigazione è richiesta per favorire l’attec- (rotondo). Sono in commercio nuove cultivar e ibridi
chimento delle piantine nel post-trapianto e soprat- con capacità produttive elevate, con predominanza di
tutto nelle prime fasi del ciclo produttivo. tipi a bacca quadrata.
106 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 4
3d - Tecnica colturale 4d - Tecnica colturale
Per le lavorazioni pre-impianto si consiglia di eseguire La preparazione del terreno va eseguita con un’aratu-
un’aratura di media profondità associata a una ripun- ra a media profondità, associata a ripuntatura, seguita
tatura. Segue l’affinamento del terreno con estirpato- da lavorazioni più superficiali con erpici rotanti. Sotto
ri, erpici o coltivatori di vario genere. Si consiglia la tunnel o serra l’aratura può essere sostituita da vanga-
pacciamatura del terreno. La rincalzatura favorisce tura. La coltura in pieno campo si pratica nel periodo
un’ulteriore emissione di radici. primaverile-estivo-autunnale quando la temperatura
La messa a dimora delle piantine può essere eseguita: dell’aria si è stabilizzata sui valori minimi di 10-12 °C di
• notte e 18-20 °C di giorno. La coltura forzata viene ese-
distanza su ciascuna fila 40-50 cm, distanza tra i cen- guita con trapianto da febbraio a ottobre, con piantine
tri delle bine 160 cm, 25.000-31.000 piante/ha); b) fila di almeno 50 giorni, poste a dimora con pane di terra,
semplice (distanza tra le file 100 cm, distanza sulla fila uniformemente sviluppate, sane e robuste.
40-50 cm, 20.000-25.000 piante/ha). Il trapianto può essere effettuato:
• 1. in pieno campo: distanza tra le file 80-100 cm, di-
90 cm, distanza su ciascuna fila 35-45 cm, distanza tra stanza sulla fila 40-60 cm, 16.000- 31.000 piante/ha;
i centri delle bine 160 cm, 28.000-36.000 piante/ha); 2. 2. in serra (allevamento monofusto): distanza tra le
fila semplice (distanza tra le file 100 cm, distanza sulla file 100 cm, distanza sulla fila 30-40 cm, 25.000-35.000
fila 30-40 cm, 25.000-33.000 piante/ha). piante/ha;
Il peperone richiede irrigazioni abbondanti. 3. in serra (allevamento ad alberello): distanza tra
Concimazione: N 150-190 kg/ha; P2O5 100-150 kg/ha; le file 100 cm, distanza sulla fila 80-100 cm, 10.000-
K2O 150-250 kg/ha. Il ciclo dura da 70 a 100 giorni. I 12.000 piante/ha.
frutti possono essere raccolti immaturi (colore verde), La fase di pieno campo è di circa 110-150 giorni.
oppure maturi (colore giallo o rosso, a seconda della Concimazione: 150-250 kg/ha di N; 130-180 kg/ha di
varietà). Produzione: da 30 a 60 t/ha. P2O5; 150-250 kg/ha di K2O.
L’irrigazione è un fattore importante per l’aspetto
quali-quantitativo delle produzioni. La raccolta inizia
4 - Melanzana dopo circa 70 giorni e può durare anche 1 mese. In
Famiglia Solanacee pieno campo inizia a fine giugno e termina in ottobre.
Genere Solanum Produzione: da 60 t/ha a 100 t/ha (in coltura protetta).
Specie Solanum melongena

4a - Caratteri morfologici e botanici 5 - Lattughe e Insalate


La fioritura è scalare. Il frutto è una bacca carnosa, la Famiglia Asteracee
cui forma può essere allungata, ovale, tondeggiante, Genere Lactuca
di colore variabile dal violaceo al biancastro. Specie Lactuca sativa

4b - Esigenze ambientali 5a - Caratteri morfologici


Il ciclo colturale in pieno campo è quello primaverile- Il genere Lactuca comprende le seguenti varietà bo-
estivo, ma in coltura protetta è possibile la coltivazione taniche:
anche nel periodo invernale. I terreni più favorevoli alla • Lactuca sativa var. capitata (lattuga cappuccio a fo-
coltivazione della melanzana sono quelli di medio impa- glia liscia e a foglia riccia);
sto, ottimamente drenati, a reazione neutra o subacida. • Lactuca sativa var. crispa (lattuga da taglio, lollo,
foglie di quercia);
4c - Scelta varietale • Lactuca sativa var. longifolia (lattuga romana, Little
Per quanto riguarda le melanzane a frutto allungato si gem, miniromana, romanella);
ricordano le seguenti varietà: Claudia F1, Fabina F1, • Lactuca sativa var. angustana (lattuga da stelo, lat-
tuga-asparago).
Per le melanzane a frutto globoso tondo-ovale: Black Esigenze ambientali
Bell F1, Dalia F1, Danka F1, Primato F1. La lattuga predilige terreni di medio impasto, ben do-
Per le varietà a frutto globoso tondo: Birgah F1, Fan- tati di sostanza organica, con buona capacità di riten-
tastic F1, Sabelle F1, Top Bell. zione idrica; è sensibile alla salinità.
107 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 107

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 4
Le piantine, nelle prime fasi di sviluppo, subiscono SCELTA VARIETALE. Gli ibridi manifestano una ele-
danni irreversibili se la temperatura si mantiene sotto i vata potenzialità produttiva, una maggiore uniformità
-2 °C. La vernalizzazione delle piantine e un lungo foto- e resistenza alle malattie.
periodo determinano l’induzione a fiore. In pieno cam- Le cultivar di anguria più diffuse sono:
po, anche le alte temperature stimolano l’induzione a •
fiore dopo una fase iniziale con bassi livelli termici. Crimson sweet, Crimson sweet Sel. Au producer, Du-
mara, Giant Flesh, Media Crimson, Rambla, Red swe-
5b - Tecnica colturale et, Samanta, Topgun, Top Mara;
Occorre un’accurata preparazione del terreno, soprat- •
tutto nel caso di semina diretta. È necessario un buon
livellamento del terreno per evitare ristagni idrici.
Nei terreni franco-argillosi si pratica, in pieno campo, TECNICA COLTURALE E ASPETTI MERCANTILI.
un’aratura a media profondità interrando gli eventuali Richiede un’accurata sistemazione del terreno per ot-
fertilizzanti organici. Seguono erpicatura o fresatura. timizzare lo sgrondo delle acque ed evitare ristagni
Nei terreni sabbiosi viene eseguita una vangatu- idrici. È consigliabile eseguire l’aratura a profondità
ra meccanica. La semina si effettua durante l’intero di circa 0,4-0,5 m, seguita da estirpature ed erpica-
arco dell’anno. Può essere effettuata manualmente (a ture.
spaglio) o con seminatrici meccaniche a distribuzio- Le più importanti e diffuse tecniche colturali del co-
ne continua. Il trapianto è impiegato per la lattuga da comero sono: in piena aria; in piena aria su film pac-
cespo. ciamante (la più praticata); sotto tunnel, su film pac-
Concimazione: N 90-130 kg/ha; P2O5 60-80 kg/ha; K2O ciamante.
120-180 kg/ha. Il cocomero può essere seminato direttamente in cam-
I sistemi irrigui più utilizzati sono quelli microirrigui po o trapiantato. Per la coltura in serra è raccoman-
a copertura integrale per aspersione con spruzzatori dato il trapianto nella prima decade di marzo; nelle
statici (sprayer) o dinamici (sprinkler). colture semiforzate dall’ultima decade di marzo alla
La raccolta viene praticata a mano nelle piccole azien- prima o seconda decade di aprile. Nel caso di colture
de, a macchina in quelle di maggiori dimensioni. semi-forzate e forzate, in zone dove è alta la probabili-
Produzione: 20-25 t/ha in pieno campo; 30-35 t/ha in tà di tracheofusariosi, si impiegano cocomeri innestati
serra. su zucca.
Le cultivar senza semi sono sempre trapiantate. La
loro ridotta produzione di polline richiede il trapianto
6 - Anguria e Melone di una cultivar impollinante che può essere eseguito
Famiglia Cucurbitacee in due differenti modalità:
Genere Citrullus (anguria); Cucumis (melone) 1. trapianto sulla stessa fila di una pianta impollinatri-
Specie Citrullus lanatus (anguria); Cucumis melo (melone) ce ogni 3-4 piante della varietà senza seme;
2. trapianto su file alternate di piante impollinatrici e
6a - Anguria della varietà senza seme, nel rapporto di 1 a 3.
CARATTERI MORFOLOGICI. Monoica o andromonoi- Si eseguono la sarchiatura meccanica lungo l’interfila,
ca, allogama con impollinazione entomofila, anche se la cimatura dell’asse principale e il diradamento dei
l’autofecondazione è frequente. Fioritura estiva e sca- frutti. Si pratica una irrigazione al momento del tra-
lare. Il frutto è un peponide di forma diversa (allunga- pianto e, in seguito, un paio di irrigazioni durante la
ta, ovoidale, sferoidale), di colore variabile dal verde fase di ingrossamento dei frutti.
scuro al verde chiaro, più o meno uniforme o striato in Concimazione: N 100-140 kg/ha; P2O5 60-100 kg/ha;
base alle caratteristiche della cultivar. Dall’allegagio- K2O 130-190 kg/ha.
ne alla maturazione trascorrono 35-50 giorni. Il merca- Le avversità fungine le più pericolose sono Fusarium,
to offre anche varietà triploidi seedless. Verticillium, Rhizoctonia, Phytophtora, Pythium, oi-
dio. Tra le virosi, il CMV, il mosaico del cetriolo, il mo-
ESIGENZE AMBIENTALI. I migliori risultati produtti- saico della zucca. Tra i parassiti animali, gli afidi, gli
vi si ottengono da terreni di medio impasto, profondi, aleurodidi e i nematodi galligeni.
freschi, fertili, ricchi di sostanza organica, ben drena- La maturazione dei frutti si ha mediamente 35-50
ti. Media suscettibilità alla salinità. giorni dopo l’allegagione. La raccolta delle colture
Oltre i 35 °C, cessa la produzione di fiori. pacciamate in piena aria inizia 90-120 giorni dopo la
108 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

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semina e 75-100 giorni dopo il trapianto e dura circa 7 - Zucchini e Zucche
3-4 settimane. Famiglia Cucurbitacee
Produzione: per cocomeri della tipologia Crimson Genere Cucurbita
Sweet 50-55 t/ha, ma non sono rare produzioni di 80- Specie Cucurbita pepo (zucchino); C. maxima (zucca)
90 t/ha. Le norme per la commercializzazione sono
disposte dal Regolamento (CE) n. 1862/2004. 7a - Zucchino
CARATTERI MORFOLOGICI E VARIETÀ. Fioritura
6b - Melone scalare. Impollinazione entomofila. Il frutto è un pe-
CARATTERI MORFOLOGICI ED ESIGENZE AM- ponide la cui forma varia a seconda della cultivar
BIENTALI. Preferisce terreni profondi, ben drenati e (allungata, tonda, appiattita); altrettanto vale per
il colore (dal verde chiaro al verde scuro o al gial-
midità relativa potrebbero causare problemi durante lognolo-biancastro, con presenza o meno di stria-
le fasi di fioritura, impollinazione e allegagione. Tem- ture).
perature oltre i 35 °C provocano cascola fiorale, scar-
sa allegagione e deformazione dei frutti. ESIGENZE AMBIENTALI. Lo zucchino viene coltivato
Le più importanti varietà botaniche sono: solitamente in coltura protetta o semiforzata. I miglio-
• Cucumis melo var. cantalupensis (tipo Charentais); ri risultati produttivi si ottengono in quelli di medio
• Cucumis melo var. reticulatus (tipo retato); impasto, abbastanza profondi e freschi, di buona fer-
• Cucumis melo var. inodorus (adatta per la conser- tilità, ben dotati di sostanza organica, adeguatamen-
vazione invernale). te drenati.
SCELTA VARIETALE. In commercio sono disponibili
ibridi resistenti o tolleranti a fusariosi, odio e macchie SCELTA VARIETALE. Sono attualmente impiegati su
necrotiche. L’impiego di specifici portainnesti confe- vasta scala gli ibridi:
risce resistenze e adattabilità di coltivazione nei con- •
fronti di varie avversità. Ipanema, Lin, Ortano, Pamela, Petronio, Rigas, Sho-
Fra le cultivar di melone più diffuse si citano: Canta- rouq, Suha;

lupo Prescott Fond Blanc, Napoletano Verde precoce,
Retato degli ortolani, Retato di Calvenzano, Napole- Alcuni di essi sono resistenti al CMV (Virus del
tano giallo, Rugoso di Cosenza, Tendral.
dell’anguria), al ZYMV (Virus del mosaico giallo del-
TECNICA COLTURALE E ASPETTI MERCANTILI. La lo zucchino), al SqLCV (Arricciamento fogliare della
principale lavorazione preparatoria è eseguita prima zucca) e all’oidio.
dell’autunno. Prima del trapianto si effettua un’erpi- TECNICA COLTURALE E ASPETTI MERCANTILI.
catura leggera per affinare il terreno a cui fa seguito Richiede accurata sistemazione del terreno per fa-
una sistemazione in piano perfettamente livellato o a vorire lo sgrondo delle acque. L’aratura viene ese-
prode. Il trapianto si effettua quando la temperatura guita a una profondità di 35-40 cm a cui fanno se-
del terreno si è stabilizzata intorno a 12-15 °C. I sesti guito le lavorazioni complementari. Il terreno può
di impianto variano in funzione delle dimensioni che le essere pacciamato con film di polietilene (o con telo
piante raggiungono a completo accrescimento. I por- biodegradabile), al di sotto del quale viene posto
tinnesti attualmente impiegati appartengono a due l’impianto di irrigazione (manichetta forata o ala
gruppi: ibridi di melone o ibridi di zucca. Il trapianto gocciolante).
in serra si esegue a metà febbraio-primi di marzo e la La densità di piantagione è di 10-12.000 piante/ha in
raccolta inizia dopo 80-90 giorni. In pieno campo (su pieno campo e fino a 20.000/ha in serra.
terreno pacciamato), il trapianto avviene a fine marzo- Concimazione: N 180-200 kg/ha; P2O5 60-150 kg/ha;
inizio aprile e la raccolta a fine giugno. K2O 70-200 kg/ha.
Le esigenze idriche sono molto marcate. La raccolta inizia a 40-60 giorni dall’impianto, avvie-
Concimazione: N 80-140 kg/ha; P2O5 80-110 kg/ha; ne scalarmente e può prolungarsi per 1-3 mesi.
K2O 160-240 kg/ha. Produzione: sulle 30-50 t/ha in pieno campo e 65-85 t/
Produzione: 30-50 t/ha. Il Regolamento CE n. ha in serra. Il Regolamento (CE) n. 1757/2003 stabili-
1615/2001 stabilisce le norme di commercializzazione sce la norma di commercializzazione applicabile alle
applicabili ai meloni. zucchine.
109 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 109

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MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 4
7b - Zucca prime si citano lo Spinoso Sardo, lo Spinoso Ligure, lo
SCELTA VARIETALE. Le zucche coltivate per consu- Spinoso di Palermo.
mo diretto appartengono alle specie Cucurbita maxi- Le cultivar inermi comprendono:
ma e C. moschata. Le cultivar più diffuse di tale ul- •
tima specie sono: Trombetta d’Albenga, zucca piena ma; di Sicilia, di Brindisi, Precoce di Foggia, di Provenza;
di Napoli, zucca moscata di Provenza. Alla specie C. •
di Castellammare, Centofoglie, Campagnano;
na tonda (o Tonda padana), Beretta piacentina, De- •
sano, Locale di Mola.
giallo), Iron Cap, Marina di Chioggia. Si impiegano ibridi F1 caratterizzati da maggiore pro-
duttività, notevole flessibilità del ciclo produttivo e
TECNICA COLTURALE. La zucca preferisce terreni idoneità alla lavorazione industriale.
fertili, drenati. Soprattutto durante lo sviluppo del Gli ibridi si classificano in funzione della forma e del
frutto richiede buona e costante disponibilità idrica. colore del capolino in: verde ovoidale (Madrigal); ver-
La coltura esige un clima temperato-caldo tra i 18 e 30
°C. Il terreno deve essere ben lavorato con ripuntatura ra); viola tondo (Num 64360AR, Capriccio).
profonda, aratura e successivo affinamento.
Concimazione: N 110-140 kg/ha, P2O5 70-110 kg/ha, 8d - Tecnica colturale
K2O 50-180 kg/ha. Prima dell’impianto va eseguita un’accurata sistema-
Il trapianto viene effettuato verso maggio (distanza zione del terreno. La lavorazione principale è effettua-
tra le file 200-300 cm, distanza sulla fila 100-200 cm, ta nell’estate precedente l’impianto, a una profondità
densità di investimento da 1.500 a 5.000 piante/ha). di 45-50 cm, con aratura (o rippatura) seguita da una
La coltivazione viene eseguita su pacciamatura e, in lavorazione superficiale. Seguono lavorazioni di am-
caso di semiforzatura, impiegando piccoli tunnel per minutamento del terreno. Per l’impianto autunnale
un periodo limitato. è necessaria una rincalzatura circa un mese dopo il
Per migliorare la qualità e l’uniformità della pezzatura trapianto. Dopo la ripresa vegetativa si eseguono le
si pratica la cimatura. sarchiature. Viene coltivato in impianti che possono
Produzione: in zone ben esposte, con terre fresche, si durare fino a 5-6 anni.
possono produrre fino a 50 t/ha. L’impianto della carciofaia si realizza utilizzando ovoli,
carducci, parti di rizoma (ciocchetti), per seme (ache-
nio) e micropropagazione.
8 - Carciofo La densità d’impianto oscilla tra 7.000-10.000 piante/
Famiglia Asteracee ha, con distanze di circa 1-1,3 m tra le file e 0,80-1,3
Genere Cynara m sulla fila. Si pratica la scarducciatura, cioè il dira-
Specie Cynara scolymus damento dei nuovi getti. Durante il riposo vegetativo
si esegue il taglio della vegetazione per rigenerare la
8a - Caratteri morfologici carciofaia.
Pianta rizomatosa. Dalle gemme del rizoma si svilup- Concimazione: N 100-150 kg/ha; P2O5 70-90 kg/ha; K2O
pano getti particolari detti carducci, tramite i quali la 140-160 kg/ha. L’irrigazione è indispensabile se si in-
pianta si propaga. Il capolino è il prodotto della colti- tende raccogliere in autunno. La stagione irrigua ini-
vazione. zia a luglio e si protrae fino a novembre. Sono richieste
frequenti sarchiature e diserbo chimico. Le principali
8b - Esigenze ambientali avversità sono di tipo meteorico (danni da freddo o da
Specie da clima mediterraneo, soffre particolarmente eccessi improvvisi di caldo).
le gelate. Il limite biologico di vegetazione è 8 °C. Tra i parassiti fungini, i più diffusi sono: peronospora,
Predilige suoli profondi e fertili, anche se si adatta a oidio, antracnosi, verticillosi; tra gli animali, le luma-
suoli con notevoli quantità di argilla e calcare. Tollera che, le larve di lepidotteri, i punteruoli, le altiche e gli
la salinità in terreni con abbondante sostanza organi- afidi.
ca, senza ristagni d’acqua. Produzione: si aggira sui 15-25 t/ha e, riferendosi alle
unità prodotte, sui 50.000-110.000 capolini.
8c - Scelta varietale Il Regolamento (CE) n. 1466/2003 stabilisce la norma
Le cultivar sono distinte in spinose e inermi. Tra le di commercializzazione applicabile ai carciofi.
110 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 4
9 - Piante officinali tari derivati (oli, pane, pasta e biscotti). È usata come
Le specie officinali comprendono un elevato numero analgesico nelle terapie per il trattamento del dolore.
di vegetali utilizzati in erboristeria e nel settore indu-
striale (cosmetico, liquoristico e alimentare). 9e - Luppolo (Humulus lupulus)
La pianta possiede proprietà analgesiche, antisetti-
9a - Achillea (Achillea millefolium) che, antispasmodiche, digestive e diuretiche.
Si riproduce per divisione dei cespi o mediante semi-
na primaverile in serra e successivo trapianto. I fiori 9f - Maggiorana (Origanum majorana)
essiccati hanno proprietà antispasmodiche, astrin- Ha proprietà terapeutiche sedative, antispasmodiche,
genti, cicatrizzanti e antinfiammatorie. È impiegata tonico-stimolanti e sudorifere. Per uso esterno viene
soprattutto in liquoreria. impiegata per frizioni antireumatiche. È anche usata
per la preparazione di tisane e nella composizione di
9b - Basilico (Ocimum basilicum) vermouth e liquori a base di erbe.
Le parti utilizzate sono le foglie, raccolte in luglio-ago-
sto. I principi attivi contenuti nell’olio essenziale con- 9g - Piretro (Tanacetum cinerariifolium)
feriscono alla pianta proprietà aromatiche, digestive, Il piretro è una sostanza termolabile e fotolabile, dota-
antipiretiche, sedative e antispasmodiche. ta di un’azione neurotossica diretta, impiegata come
insetticida.
9c - Borragine (Borago officinalis)
Ha proprietà depurative, diuretiche, emollienti, seda- 9h - Prezzemolo (Petroselinum sativum)
tive e sudorifere. Si utilizza per produrre tisane, mace- Ha proprietà diuretiche e sudorifere, dovute principal-
rati e decotti per uso sia interno che esterno. mente a una sostanza flavonica: l’apioside.

9d - Canapa (Cannabis sativa) 9i - Zafferano (Crocus sativus)


Si impiega la pianta intera e i semi nell’industria mangi- Gli stigmi fiorali essiccati si utilizzano soprattutto in
mistica e nella produzione di numerosi prodotti alimen- cucina come condimento, ma anche in medicina.
111 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 111

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


LIBRO
DIGITALE
Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 5
CAPITOLO 5: COLTIVAZIONI PROTETTE: TECNOLOGIE E TECNICHE
Mappa interattiva con sintesi bilingue (testo e audio MP3)
italiano/english disponibile su Libro digitale

0
LE COLTIVAZIONI PROTETTE

1
SERRE E ATTREZZATURE PER LE COLTURE PROTETTE

A RISCALDAMENTO E RAFFREDDAMENTO

B SISTEMI DI ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE

C SISTEMI DI CONTROLLO DELLA CO2

2
METODI DI COLTIVAZIONE IN SERRA

A SERRE CON COLTIVAZIONE SU SUOLO

B SERRE CON COLTIVAZIONE FUORI SUOLO

C COLTIVAZIONE IN SUBSTRATO

3
PRODUZIONE FLORICOLA SOTTO SERRA

A CRISANTEMO

B GIGLIO

C GAROFANO

D ROSA ARBUSTIVA

E GERANIO

F FICUS
112 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 5
0 - LE COLTIVAZIONI PROTETTE scare la serra mediante l’ombreggiamento e la ventila-
zione naturale o forzata. In alternativa vi sono sistemi
1 - Serre e attrezzature per le colture pro- che sfruttano l’evaporazione dell’acqua per produrre
tette il raffrescamento (cooling system e fog system).
Le colture protette ottimizzano i cicli vegetativi per IMPIANTI DI REGOLAZIONE DEL MICROCLIMA.
produrre in anticipo o per ottenere colture “fuori sta- Essi sono:
gione”. •
Le serre sfruttano la radiazione del sole per creare •
condizioni bioclimatiche ottimali per la crescita e la •
produttività delle specie coltivate. Consentono, inol- • 2
;
tre, la coltivazione di piante originarie di zone con cli- •
ma diverso da quello locale. Serre e tunnel sfruttano SISTEMI DI RISCALDAMENTO. Gli impianti di riscal-
l’effetto serra. damento per serre si possono così classificare:
TIPOLOGIE DI ALLESTIMENTI. In base alla tipologia •
costruttiva le serre vengono distinte in: •
• termoconvettori).
li verticali, testate con timpani triangolari ed elevata I sistemi più impiegati nelle serre commerciali sono
rigidezza dei telai. Strutture portanti metalliche. Ma- l’impianto a termosifone e l’impianto a generatori di
teriali di rivestimento: vetro, laminati plastici rigidi, aria calda. Nel primo, il fluido riscaldante è, di solito,
film plastici a semplice o doppio strato. acqua calda; nel secondo può essere fisso o mobile.
• Gli impianti di riscaldamento vengono utilizzati anche
verticali. Struttura in acciaio. Materiale di rivestimen- per riscaldare il suolo della serra o il substrato sosti-
to: film plastico e laminati rigidi. tutivo, tramite termosifoni o cavi elettrici a resistenza.
• SISTEMI DI RAFFRESCAMENTO. Servono per con-
ciaio rivestiti con film plastico (testate e base dell’arco trollare gli eccessi termici dell’aria al fine di evitare
possono essere in laminato plastico rigido). Usati qua- che nella serra si raggiungano temperature superiori
si esclusivamente per colture orticole. ai valori massimi tollerati dalle piante. Le tecniche per
In base alla tipologia di climatizzazione si distinguo- il controllo dei valori massimi di temperatura dell’aria
no: serre fredde; serre temperate; serre calde. interna sono:
MATERIALI COSTRUTTIVI. La struttura portante del- 1. Ombreggiamento: realizzato con reti (fisse o mo-
le serre è principalmente in acciaio. Per la copertu- bili), di materiale plastico poste sulla copertura della
ra, oltre al vetro comune è impiegato anche quello a serra. I sistemi mobili hanno il vantaggio di poter es-
bassa emissività. I materiali plastici sono costituiti da sere comandati manualmente o per mezzo di un moto-
numerosi polimeri con buone proprietà ottiche, hanno re. Gli impianti ombreggianti esterni sono preferibili
varie forme: film, laminati flessibili, laminati o ondu- perché riducono l’innalzamento di temperatura.
lati semirigidi, lastre rigide. I più comuni film plastici 2. Ventilazione: serve sia per il raffrescamento estivo,
in polietilene a bassa densità (LDPE) sono utilizzati in sia per il controllo di umidità relativa e concentrazione
orticoltura e per le essenze ornamentali. Tra i laminati di CO2 durante la stagione fredda. La ventilazione può
flessibili è largamente impiegato l’etilenvinilacetato essere: naturale (finestre laterali e di colmo, regolabili
(EVA). Il materiale più noto tra i laminati plastici se- manualmente) o con l’ausilio di termostati; forzata o
mirigidi è il cloruro di polivinile (PVC). Le lastre rigide meccanica (con ventilatori elicoidali funzionanti per
di plastica sono in policarbonato (PC) o in polimetacri- estrazione d’aria).
lato di metile (PMMA). 3. Raffrescamento evaporativo: sottrae calore dall’aria
tramite acqua in fase di evaporazione per mezzo di
1a - Riscaldamento e raffreddamento nebulizzatori o filtri evaporativi.
Nelle serre calde o temperate l’aria interna viene ri-
scaldata artificialmente ricorrendo ad aerotermi, ge- 1b - Sistemi di illuminazione artificiale
neratori di aria calda mossa da ventilatori. La tipolo- L’illuminazione artificiale in serra è una pratica diffu-
gia più diffusa è quella a flusso forzato. Per riscaldare sa prevalentemente in floricoltura. Si distinguono tre
il substrato di coltivazione si impiegano tubazioni in differenti tecniche:
PVC situate all’interno dello stesso o sul fondo del 1. illuminazione sostitutiva, impiegata per la micro-
bancale. Durante il periodo estivo è necessario raffre- propagazione in assenza di luce naturale;
113 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 113

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 5
2. illuminazione supplementare o di assimilazione, nica del “flusso-riflusso”, usata soprattutto nel setto-
per prolungare le ore di radiazioni utili alla fotosintesi re florovivaistico per la produzione di piante in vaso).
nel periodo autunno-invernale; CARATTERISTICHE DEI SUBSTRATI DI COLTIVA-
3. illuminazione fotoperiodica, necessaria a modifica- ZIONE. Per la coltivazione delle specie ortive e da
re la lunghezza del giorno. fiore reciso i materiali più usati sono: lana di roccia,
perlite e materiali di origine vulcanica; mentre per le
1c - Sistemi di controllo della CO2 piante ornamentali e la fragola sono impiegati dei mi-
In ambiente protetto, il controllo della concentrazione scugli a base di torba e perlite o pomice.
atmosferica di CO2 è fondamentale per garantire alle IDROCOLTURA. Consiste nell’allevare le piante in
piante il massimo tasso di fotosintesi. Per l’arricchi- substrato inerte (argilla espansa) in vasi di plastica
mento di CO2 si ricorre a tre sistemi di erogazione: forata sul fondo, posti in un recipiente contenente la
• 2
liquida; soluzione nutritiva. Il ricambio completo della solu-
• 2
per combustione di gas zione avviene ogni 2-3 mesi.
metano, propano o kerosene; COLTIVAZIONE SENZA SUBSTRATO. Le tecniche
• 2
prodotta e recuperata dagli im- più diffuse senza substrato sono:
pianti di riscaldamento. • Nutrient Film Technique): le piante sono colti-
vate all’interno di canalette di plastica dove scorre un
2 - Metodi di coltivazione in serra film di soluzione nutritiva ricircolante; non è prevista
la presenza del substrato. Tecnica impiegata per spe-
2a - Serre con coltivazione su suolo cie ortive il cui ciclo non supera i 4-5 mesi, specie da
Le coltivazioni su suolo in ambiente protetto si effet- foglia coltivate ad alta densità.
tuano a terra o su bancali. I bancali, fissi o mobili, • Floating system: si impiegano vasche di coltiva-
sono utilizzati per le piante ornamentali e la coltiva- zione riempite con soluzione nutritiva stagnante,
zione è fatta su substrati naturali o artificiali. I bancali arieggiata con un compressore. Sulla superficie della
fissi sono in metallo o calcestruzzo e hanno larghezza soluzione nutritiva galleggiano pannelli o vassoi di
di 1,6-2 m. I bancali mobili sono spesso realizzati in polistirolo per il supporto delle piantine con le radici
alluminio. Nella coltivazione a terra vengono realizza- sempre in immersione.
te anche le banquette: il terreno è suddiviso in aree GESTIONE DELLA SOLUZIONE NUTRITIVA La solu-
perimetrate da lastre di cemento alte 20-30 cm, che zione nutritiva è preparata tramite miscelatori che di-
creano zone per la coltivazione di larghezza pari o luiscono due o più soluzioni-madre con acqua irrigua
superiore al metro; tra un’area e l’altra si lasciano le e aggiustano il pH.
corsie di passaggio.
3 - La produzione floricola sotto serra
2b - Serre con coltivazione fuori suolo La scelta di realizzare produzioni sotto serra richiede
È una tecnica di coltivazione diffusa prevalentemente analisi sia dei fattori tecnici sia degli aspetti economi-
nell’ortoflorovivaismo. Comprende anche la coltiva- ci e di mercato. Le colture protette richiedono notevoli
zione idroponica. Esistono diversi sistemi di coltiva- quantità di capitale e la disponibilità di manodopera
zione fuori suolo distinti in base a: con un alto livello di specializzazione e prontamente
• disponibile all’epoca delle operazioni colturali.
• Le colture floricole prodotte in serra sono:

2c - Coltivazione in substrato •
I substrati si dividono in: •
• •
brughiera, paglia, derivati del legno, torbe, sfagno, letame, •
terricciati e compost, sabbia, pomice, fibra di cocco);
• 3a - Crisantemo (Dendranthemum morifolium,
espansa, idealite, lana di roccia e materiali plastici). Chrysanthemum indicum)
La coltivazione delle piante in substrato avviene Pianta annuale coltivata sia in vaso, sia per la pro-
all’interno di contenitori di varie dimensioni e forma. duzione di fiori recisi. Con la selezione genetica e la
La soluzione nutritiva è fornita con i sistemi di mi- coltivazione forzata sono stati ottenuti ibridi con fiori-
croirrigazione o per subirrigazione (detta anche tec- tura scalare da maggio a novembre.
114 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

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PROPAGAZIONE. Si propaga prevalentemente per ta- PROPAGAZIONE. Si propaga per radicazione di talee
lea da piante madri ottenute in vitro. prelevate da piante madri, ottenute, di solito, per mi-
TECNICA COLTURALE. In estate, la coltura va oscura- cropropagazione.
ta artificialmente per almeno 14 ore, con l’avvertenza TECNICA COLTURALE. Per il fiore reciso le talee ra-
di non sottoporre le giovani piantine ad alcun condizio- dicate sono messe a dimora, in ambiente protetto, su
namento “luminoso” per le prime 4-5 settimane di cre- prode o banquettes con densità di 20-30 piante/m2.
scita. Durante il periodo invernale si deve invece som- In coltura fuori suolo sono allevate in bancali sopra-
ministrare luce supplementare nelle prime settimane elevati su substrato artificiale di sabbia o agriperlite,
di crescita. Le varietà commerciali sono suddivise in miscelato con fibra di cocco o torba.
gruppi identificati in base al numero di settimane che Per la produzione invernale, l’impianto è effettuato in
passano tra l’inizio del giorno corto e la raccolta. maggio-giugno; per quella estiva in settembre-otto-
Temperatura ottimale per la crescita vegetativa: 21- bre. La coltivazione può avvenire anche in piena aria e
25 °C. Il periodo di maggiore fabbisogno nutrizionale in piena terra, con impianto in primavera per ottenere
è all’inizio della formazione del bottone fiorale. La du- produzioni nel periodo estivo-autunnale.
rata del ciclo di coltivazione è di 4-5 mesi. RACCOLTA. Si esegue all’apertura della corolla, ma
RACCOLTA. La raccolta del fiore reciso avviene al anche in anticipo con successiva fioritura in ambiente
raggiungimento della maturazione dei capolini. I maz- controllato. La resa, per il garofano standard in coltura
zi sono confezionati in 5-10 steli a seconda della culti- annuale, è di 5-8 steli/pianta/anno, per i garofani mini
var. I vasi fioriti vengono commercializzati in base al di 30 steli/pianta/anno. Durata del ciclo di coltivazio-
loro diametro. ne: fino a 19 mesi.

3b - Giglio (Lilium) 3d - Rosa arbustiva (Rosa spp.)


Bulbosa erbacea perenne. In Italia è diffusa in Liguria, Comprende arbusti eretti o sarmentosi, decidui, prov-
Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia. Presenta foglie lance- visti di aculei. Possiede foglie alterne, composte, con
olate disposte a spirale lungo il fusto. I fiori, a forma margine dentato e fiori solitari o riuniti in infiorescen-
di tromba, con 6 tepali e vistosi stami, sono riuniti in ze a corimbo, ermafroditi o unisessuali.
infiorescenze o a fiore indipendente. PROPAGAZIONE. Riproduzione per seme solo per ri-
PROPAGAZIONE. La pianta si può riprodurre per cercare nuove cultivar. Propagazione per talea per ot-
seme, ma è consigliato solo per costituire nuovi ibridi. tenere piante franche o piante madri su cui innestare
Per ottenere il fiore si ricorre sia alla propagazione con cultivar da fiore.
bulbilli o bulbetti, sia alla micropropagazione. I bulbi TECNICA COLTURALE. La produzione può essere
sono sottoposti a vernalizzazione con trattamento a 4 fatta in pien’aria, in zone a clima freddo o mite, oppu-
°C per 6 settimane. re in ambiente protetto, caldo o freddo.
TECNICA COLTURALE. Per la produzione del fiore Preferisce suoli argillosi o tendenti all’argilloso, neutri o
reciso la temperatura non deve superare i 12-15 °C di subalcalini. La messa a dimora delle piantine già inne-
notte e i 21-25 °C di giorno. Si coltiva preferibilmente state avviene in febbraio-marzo o in agosto-settembre,
in ambiente protetto, su terreno sciolto ben drenato, con 6-8 piante/m2, su file binate. Interasse tra le bine:
con bassa salinità, ricco di sostanza organica e pove- 140-150 cm; distanza tra le due file vicine: 20-30 cm.
ro di calcare. Si impiantano bulbi pregermogliati, con Dopo la prima raccolta degli steli fioriti, si tolgono le
densità di 20-30 bulbi/m2. L’impianto ha una durata porzioni di stelo improduttive. Alla seconda raccolta si
5-6 anni. In coltura protetta è possibile programmare esegue la cimatura dei getti principali e dei succhioni.
la produzione per tutto l’anno. In coltivazione di pieno RACCOLTA. I fiori in bocciolo si raccolgono quando
campo è necessario controllare le infestanti. la porzione apicale dello stelo è ben lignificata. Si rac-
RACCOLTA. Avviene quando i tepali iniziano a sepa- colgono 15.000-25.000 steli/1.000 m2. La raccolta è an-
rarsi e mostrano il loro colore. Si raccolgono 25.000- nuale. L’impianto ha una durata di 5-6 anni.
30.000 steli/1.000 m2.
3e - Geranio (Pelargonium spp.)
3c - Garofano (Dianthus caryophyllus) Il geranio appartiene alla famiglia delle Geraniacee. Ap-
Nelle cultivar commerciali, alla sommità dello stelo parato radicale profondo, foglie ispessite e tomentose.
può esserci un unico fiore o più fiori alla stessa altezza. PROPAGAZIONE. Si esegue per talee prelevate da
Le corolle sono di colore giallo, rosso, violaceo, bianco, piante madri ottenute da coltura in vitro a partire da
rosa o bicolore con accostamenti striati o sfumati. ottobre e fino ad aprile.
115 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 115

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Temperatura e umidità relativa elevate e riscaldamento da eterofillia. Tra le numerose specie esistenti, quelle
basale del substrato, assicurano la radicazione in 15-20 che si adattano maggiormente alla coltura in apparta-
giorni. Trapianto definitivo in vasi con diametro di 12-14 mento sono: Ficus elastica, F. benjamina, F. lyrata (F.
cm. pandurata), F. deltoides, F. repens.
TECNICA COLTURALE. Si coltiva in ambiente protet- PROPAGAZIONE. Si ricorre al taleaggio e alla margot-
to, con un’ottima circolazione di aria e con materiale ta. Vengono prelevate talee apicali di 10 cm da aprile
di copertura perfettamente trasparente. Si trapianta- ad agosto, poste a radicare in ambiente nebulizzato.
no le talee radicate in vasi contenenti un substrato di Radicazione in circa 40 giorni.
terra argillosa miscelata a torba e carbonato di calcio. TECNICA COLTURALE. Le talee radicate vengono
Ciclo colturale di 4-6 mesi. È preferita la subirrigazio- trapiantate in contenitori e mantenute in serra da ot-
ne. Le temperature di coltivazione vanno da 20 a 25 tobre a maggio. Nei restanti mesi, invece, vengono po-
°C, nelle ore diurne, a 15 °C nelle ore notturne. Un lie- ste all’aperto, sotto rete ombreggiante, con una buona
ve ombreggiamento è utile per le piante appena tra- circolazione dell’aria. Irrigazioni molto abbondanti e
piantate e quando si sono formati i boccioli fiorali. Se- frequenti durante tutta la stagione estiva. Concima-
guono cimatura ed eventuali interventi brachizzanti. zione: interventi quindicinali durante il periodo esti-
PRODUZIONE. Si producono 18-20 piante (in vaso)/m2. vo, bimestrali nel periodo autunno-vernino.
RACCOLTA. Il ciclo produttivo per ottenere la pianta
3f - Ficus (Ficus spp.) è di circa 6 mesi.
Appartiene alla famiglia delle Moracee. Caratterizzato PRODUZIONE. 15-20 piantine in vaso/m2.
116 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

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Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 6
CAPITOLO 6: COLTURE PRATENSI E FORAGGERE
Mappa interattiva con sintesi bilingue (testo e audio MP3)
italiano/english disponibile su Libro digitale

COLTURE PRATENSI E FORAGGERE

1
COLTURE PRATENSI

A PRATI AVVICENDATI MONOFITI

B PRATI AVVICENDATI POLIFITI (CONSOCIAZIONI)

C PRATI PERMANENTI

2
TECNICA COLTURALE DELLE COLTURE PRATENSI

3
ERBAI

A ERBAI AUTUNNO-PRIMAVERILI

B ERBAI PRIMAVERILI-ESTIVI

4
RACCOLTA E CONSERVAZIONE DEL FORAGGIO

A FIENAGIONE

B INSILAMENTO

5
SCHEDE TECNICHE COLTURE FORAGGERE

A ERBA MEDICA D SULLA

B TRIFOGLIO PRATENSE E LUPINELLA


O VIOLETTO
F LOIESSA
C TRIFOGLIO BIANCO

continua
117 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 117

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CAPITOLO 6: COLTURE PRATENSI E FORAGGERE
Mappa interattiva con sintesi bilingue (testo e audio MP3)
italiano/english disponibile su Libro digitale

6
PASCOLI

A TECNICHE DI PASCOLO

B TECNICA DI MIGLIORAMENTO DEI PASCOLI

C ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITÀ PASTORALE

7
COLTURE PORTASEME

A MIGLIORAMENTO GENETICO

B MOLTIPLICAZIONE DELLE SEMENTI

C CORIANDOLO DA SEME
118 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

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1 - Le colture pratensi • Festuca arundinacea e pratense, erba mazzo-
Con il termine “foraggere” si intendono le specie ve- lina, coda di topo, trifoglio pratense ed erba medica);
getali che forniscono prodotti per l’alimentazione del •
bestiame. Il foraggio è distinto in foraggio fresco e fo- glio pratense ed erba medica);
raggio trasformato (fieno e insilato). •
Le foraggere sono classificate in: na, loglio rigido, gramigna, agrostide, erba mazzolina
• e trifoglio sotterraneo).
anno e i prati avvicendati, con durata di 3-5 anni;
• 1c - Prati permanenti
(prati permanenti e i pascoli). La composizione vegetazionale dei prati permanenti
Il prato è una coltura foraggera utilizzata tramite lo è influenzata dalle condizioni ambientali e di utiliz-
sfalcio e la fienagione. zo. Tra le associazioni prative permanenti più note vi
I prati possono essere classificati a seconda dell’o- sono le marcite. La conservazione della diversità ve-
rigine, in artificiali e naturali; a seconda della com- getazionale è molto importante per assicurare la qua-
posizione botanica, in monofiti, oligofiti o polifiti; a lità e la tipicità dei prodotti lattiero-caseari.
seconda della durata, in avvicendati (prati annuali
o poliennali) e permanenti (da 10 anni a una durata 2 - Tecnica colturale delle colture pratensi
illimitata). La preparazione del terreno prevede una lavorazione
principale profonda, un adeguato affinamento e una
1a - Prati avvicendati monofiti rullatura pre e post-semina. Semina: a inizio prima-
PRATI DI LEGUMINOSE. Tra le leguminose, sono spe- vera al Nord e in autunno nelle aree mediterranee. La
cie da prato monofita: dose di seme varia in base al tipo e al peso delle se-
• Medicago sativa), pluriennale; menti e alla densità iniziale.
Concimazione di impianto: 15-35 t/ha di letame o li-
• Trifolium pratense);
quami, 80 kg/ha di P2O5 e 120 kg/ha di K2O; per le
• Trifolium repens), poliennale;
leguminose apporto starter di 30-50 kg/ha di N, pri-
• Onobrychis viciifolia);
ma della semina; per le graminacee 40-60 kg/ha di
• Hedysarum coronarium).
azoto prima della semina e 90-100 kg/ha prima della
levata. Negli anni successivi per le leguminose 90-
PRATI DI GRAMINACEE. Le graminacee impiegate
120 kg/ha di P2O5 e K2O a fine inverno. Alle gramina-
nei prati monofiti sono:
cee, dal 2° anno in copertura 100-150 kg/ha di N e,
• Lolium perenne), poliennale;
se necessari, 100 kg/ha di P2O5 e 150 kg/ha di K2O.
• Lolium multiflorum), an-
Nell’ultimo anno si distribuiscono 100-150 kg/ha di
nuale o biennale;
N a fine inverno.
• Festuca arundinacea, poliennale;
L’irrigazione dei prati è una pratica impiegata con mo-
• Festuca pratensis;
dalità variabile a seconda del tipo di coltivazione. Le
• Dactylis glomerata), poliennale.
consociazioni avvicendate possono superare meglio
Le graminacee citate si prestano bene anche per mi- gli stress idrici e ridurre il bisogno di irrigazione.
scugli di prati polifiti. Durante la prima fase di sviluppo occorre impedire
la crescita di infestanti con interventi di diserbo. Lo
1b - Prati avvicendati polifiti (consociazioni) sfalcio viene eseguito in funzione della modalità di
Le consociazioni sono coltivazioni realizzate mesco- impiego:
lando due o più specie vegetali. A seconda del nume- •
ro dei componenti, le consociazioni foraggere sono dei primi bottoni fiorali;
classificate in bifite o binarie (composte da due spe- •
cie) e polifite (composte da più di due specie). bottoni fiorali;
La scelta del miscuglio da impiegare dipende dalla •
modalità di utilizzazione del raccolto: piena fioritura.
• Festuca arundina- Per i prati permanenti possono essere necessari inter-
cea, erba mazzolina, coda di topo, bromo catartico, fa- venti di rinnovamento del cotico erboso, effettuabili
laride, erba medica, trifoglio ladino, trifoglio pratense, con due differenti tecniche: risemina (o rinnovamen-
lupinella e sulla); to); trasemina (o rinfittimento).
119 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 119

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Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 6
3 - Gli erbai (Trigonella foenum-graecum); cicerchia (Lathirus sa-
Sono coltivazioni di durata limitata, al massimo 1 tivus).
anno, ma più spesso da 2-3 mesi fino a 8-9 mesi, desti- Le più importanti crucifere da erbaio sono: colza
nate a produrre foraggio per integrare le disponibilità (Brassica napus), ravizzone (Brassica rapa campe-
aziendali, soprattutto in periodi fra una coltura princi- stris), rapa (Brassica rapa), senape nera (Brassica ni-
pale e la successiva. gra), bianca (Brassica alba) o bruna (Brassica juncea).
In rapporto al periodo dell’anno in cui vengono realiz- Gli erbai autunno-primaverili sono coltivati quasi
zati, gli erbai si distinguono in: esclusivamente nelle regioni del Centro-sud come mi-
• scugli (erbaio di avena-favino). Il principale miscuglio
incarnato , veccia villosa e comune, pisello, fava, favi- per il settentrione d’Italia è il Landsberger.
no, trifoglio alessandrino, fieno greco, avena;
• 3b - Erbai primaverili-estivi
• Sono quasi esclusivamente rappresentati da coltiva-
go a più sfalci, bietola da foraggio; zioni in purezza di mais e sorgo. Le forme di utilizza-
• zione foraggera del mais sono:
o consociata alla stessa (mais precoce in erbaio fitto, •
miglio, panico, soia, fagiolino dall’occhio, vigna, sorgo foraggio da consumo fresco;
pre coce). •
Gli erbai vengono classificati anche in base alla fami- produzione di foraggio da insilare (mais ceroso o trin-
glia botanica di appartenenza delle specie che li com- ciato integrale o silomais).
pongono: erbai di graminacee; erbai di leguminose; L’erbaio fitto è una coltura irrigua, per lo più seminata
erbai di crucifere (colza, ravizzone, rapa da foraggio); come coltura intercalare estiva, raccolta precocemen-
erbai di chenopodiacee (bietola da foraggio). te, alla fioritura o poco dopo, e consumata come forag-
In base al tipo di coltura, distinguiamo erbai: gio fresco.
• L’erbaio rado è formato da una normale coltivazione di
da una sola specie; mais da granella, raccolta allo stadio di maturazione
• cerosa mediante trinciatura dell’intera pianta e suc-
da due o più specie, spesso appartenenti a famiglie cessiva conservazione per insilamento.
botaniche diverse. Anche il sorgo può essere coltivato in erbai fitti per la
Possiamo classificare gli erbai anche in base alla produzione di foraggi verdi o in erbai radi per la pro-
modalità di utilizzazione del foraggio: erbaio per il duzione di foraggi da destinare all’insilamento.
foraggiamento verde; da insilamento; da fieno; da Altre graminacee minori, interessanti per l’impianto
pascolo. di erbai estivi sono: penniseto (Pennisetum spp.); mi-
glio (Panicum miliaceum) e panico (Setaria italica).
3a - Erbai autunno-primaverili
Tra le graminacee più usate negli erbai autunno-pri- 4 - Raccolta e conservazione del foraggio
maverili ci sono i cereali vernini e la loiessa; tra i cere- La raccolta del foraggio inizia con la falciatura, realiz-
ali vernini, i più importanti sono l’orzo (regioni setten- zata con macchine dotate di organi di taglio con mo-
trionali) e l’avena (regioni meridionali). vimento rettilineo o rotatorio oppure mediante falcia-
L’erbaio di orzo è generalmente coltivato in purezza condizionatrici.
ed è destinato all’insilamento; la raccolta è eseguita Le successive fasi di raccolta e conservazione variano
alla maturazione latteo-cerosa della granella median- a seconda della modalità di utilizzo del foraggio: fre-
te macchine falcia-trinciacaricatrici. sco; affienato o disidratato; insilato.
L’avena è coltivata sia in coltura pura sia, soprattut-
to, in miscuglio con leguminose (veccia sativa, pisello, 4a - Fienagione
favino). La fienagione tradizionale consiste nel tagliare l’erba
Tra le più importanti leguminose da erbaio autunno- e nel lasciarla essiccare completamente sul campo,
primaverile (al Centro-sud) e da erbaio primaverile- sottoponendola a ripetute operazioni di rivoltamento,
estivo (al Nord) figurano vecce, piselli e alcuni trifogli.
Altre leguminose minori da erbaio autunno-vernino Poi il foraggio asciutto viene raccolto mediante mac-
sono: lupino (Lupinus albus, L. luteus, L. angusti- chine imballatrici e ammassato nel fienile. La fiena-
folius); serradella (Ornithopus sativus); fieno greco gione in campo si realizza con falciatura o falciacon-
120 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 6
dizionatura, rivoltamento-andanatura e imballatura. io-primi di marzo. Quantità di seme: 25-35 kg/ha.
Raccogliendo l’erba affienata con macchine raccogli- CONCIMAZIONE D’IMPIANTO. 30-40 kg/ha di N; 80-
imballatrici a pistone si ottengono ballette; usando le 100 kg/ha di P2O5; 200-250 kg/ha di K2O nei terreni
rotoimballatrici o le imballatrici prismatiche giganti poco dotati. Concimazione annua di copertura: 90-120
(big-balers), si ottengono balloni cilindrici o prismati- kg/ha di P2O5; 140-180 kg/ha di K2O.
ci. Si può eseguire anche una fienagione in due tempi: CULTIVAR. Ecotipi: Cremonino, Bolognese, Piemon-
dopo una fase di pre-appassimento in campo, il pro- tese, Isella, L. 69 Valente, Nike, Viola, Spadone Gigan-
dotto viene portato in fienile per completare l’essicca- te di Santa Marta, Diana.
zione in appositi essiccatoi. CURE COLTURALI. Diserbo, irrigazioni.
RACCOLTA. 2 tagli nel 1° anno; 2-3 nel 2° anno.
4b - Insilamento PRODUZIONE. 4 t/ha in fieno nel 1° anno, 9 t/ha e oltre
Consente la conservazione del foraggio fresco sen- nel 2° anno. Durata: 2 anni.
za che si modifichino le caratteristiche nutrizionali. 5c - Trifoglio bianco (Trifolium repens)
Consiste nel ridurre al massimo il contatto con l’aria, SEMINA. A file distanti 10-15 cm. Epoca: fine febbra-
evitando processi fermentativi aerobi e favorendo le io-primi di marzo. Quantità di seme: 6-7 kg/ha.
trasformazioni miglioratrici dell’appetibilità del forag- CONCIMAZIONE D’IMPIANTO. 25-35 kg/ha di N;
gio insilato. 100-150 kg/ha di P2O5; 160-200 kg/ha di K2O.
L’insilamento delle leguminose è più complesso ri- CULTIVAR. King, Oboe, Haifa, Huia, Companion.
spetto a quello delle graminacee, date le maggiori CURE COLTURALI. Diserbo, irrigazioni.
quantità di azoto organico presenti: bisogna insilare RACCOLTA. 2 tagli nel 1° anno; 4-6 (in coltura irrigua)
erba parzialmente affienata e aggiungere alla massa nel 2° anno.
additivi per favorire le fermentazioni desiderate e ot- PRODUZIONE. 5 t/ha in fieno nel 1° anno, 10 t/ha e
timizzare la conservazione del fieno-silo. oltre nel 2° anno. Durata: 4-5 anni in coltura pura, pe-
renne nei prati stabili.
5 - Schede tecniche colture foraggere 5d - Sulla (Hedysarum coronarium)
5a - Erba medica (Medicago sativa) SEMINA. A file distanti 20-22 cm. Epoca: autunnale.
PREPARAZIONE DEL TERRENO. Lavorazione profon- Quantità di seme nudo: 20-30 kg/ha; di seme vestito
da e accurata. 100-130/kg/ha.
SEMINA. A righe distanti 12-15 cm; più raramente CONCIMAZIONE D’IMPIANTO. 20-30 kg/ha di N; 100
a spaglio. Epoca di semina: da inizio ottobre al Sud; kg/ha di P2O5; 120-150 kg/ha di K2O.
marzo al Centro-Nord. La quantità di seme è di 30-45 CULTIVAR. Bellante, Carmen, Corona, Grimaldi,
kg/ha. Mara, S. Omero, Silvan, Centauro.
CONCIMAZIONE D’IMPIANTO. 40-50 kg/ha di N; RACCOLTA. 2 tagli nel 1° anno; 4-6 (in coltura irrigua)
100-150 kg/ha di P2O5; 200-250 kg/ha di K2O nei terre- nel 2° anno.
ni poco dotati. Concimazione annua di copertura: 90- Produzione. 6-8 t/ha in fieno nel 1° anno, fino a 10 t/ha
120 kg/ha di P2O5; 120-150 kg/ha di K2O . al 2° anno. Durata: 2 anni.
CULTIVAR. Ecotipi selezionati da popolazioni locali: 5e - Lupinella (Onobrychis vicifolia)
Friulana di Premariacco, Cremonese, Sabina, Marchi- SEMINA. A file distanti 20-22 cm. Epoca: autunnale.
Quantità di seme nudo 60-70 kg/ha; di seme vestito
se, Casalina, Garisenda, 4 Cascine, La Bella Campa- 130-160/kg/ha.
gnola, La Torre, Palladiana, Picena GR, Prosementi. CONCIMAZIONE D’IMPIANTO. 20-30 kg/ha di N; 100
CURE COLTURALI. Diserbo (in pre-semina e in post- kg/ha di P2O5; 120-150 kg/ha di K2O.
emergenza); irrigazione nei periodi aridi; concimazio-
ne dopo gli sfalci. Vala, Zeus, Sepial, Tetin.
RACCOLTA. 3 sfalci il 1° anno; 4-5 nei successivi 2-3 RACCOLTA. 2 tagli il 1° anno; 4-6 (in coltura irrigua)
anni. il 2° anno.
PRODUZIONE. In coltura irrigua 7-8 t/ha di fieno il PRODUZIONE: 20-30 t/ha di erba o 5-7 t/ha in fieno.
1° anno; 11-13 t/ha in quelli successivi. Durata: 3 o Durata: 2 -3 anni.
4 anni. 5f - Loiessa (Lolium multiflorum)
5b - Trifoglio pratense o violetto (Trifolium pratense) SEMINA. Distanza tra le file 15-20 cm. Epoca: autun-
SEMINA. A file distanti 10-15 cm. Epoca: fine febbra- nale nel caso di erbaio; primaverile, anche mista a le-
121 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 121

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 6
guminose. Quantità di seme: 25-35 kg/ha per varietà specie vegetali invadenti, risanamento idraulico, con-
diploidi; 30-35/kg/ha per varietà tetraploidi. cimazione, irrigazione, trasemina, ecc.
CONCIMAZIONE. 100-150 kg/ha di N; 70-100 kg/ha di GESTIONE DEGLI ANIMALI. La corretta gestione
P2O5; 100-150 kg/ha di K2O. consente un prelievo d’erba proporzionato all’offerta
del cotico e una restituzione dei nutrienti proporzio-
nata al prelievo. Il controllo delle restituzioni animali
si ottiene con tre differenti modalità operative:
RACCOLTA. Inizio spigatura. 1. estendendo il pascolamento turnato, senza ricoveri;
PRODUZIONE: 35-45 t/ha in erba; 8-10 t/ha in fieno. 2. con interventi quali la mandratura o la stabbiatura;
3. con il recupero e lo spargimento delle deiezioni
6 - I pascoli stalline.
Le superfici foraggere il cui prodotto viene utilizzato RINFITTIMENTO CON PASCOLAMENTO DIFFERI-
dagli animali sul posto sono chiamate pascoli. La com- TO. Tecnica che prevede che il bestiame venga esclu-
posizione floristica dei pascoli su terreni compatti ten- so da un terreno verde per un periodo di tempo pro-
denti all’argilloso è rappresentata da Lolium, Agrostis, lungato per consentire il rinfittimento del cotico per
Alopecurus fra le graminacee; Trifolium repens, erba via naturale.
medica e lupolina tra le Leguminose, oltre a Polygo- RECUPERO DELLE SUPERFICI. Comprende:
num, Matricaria, Plantago, ranuncoli e tarassachi. •
Su suoli non compatti prevalgono Poa, Phleum, Dacti- materiale grossolano;
lis, Festuca, Alopecurus tra le graminacee, meliloto e •
diversi trifogli tra le leguminose. Le produzioni varia- •
no da 0,5-0,6 t di s.s./ha nelle regioni meridionali fino MIGLIORAMENTO DELLA PRODUTTIVITÀ DEL CO-
a 6-6,5 t di s.s./ha nei pascoli più produttivi delle Alpi TICO. Per migliorare la produttività vanno eseguite
e degli Appennini settentrionali e centrali. concimazioni minerali.
INCENDIO PASTORALE. Tecnica di incendio con-
6a - Tecniche di pascolo trollato diffusa soprattutto nelle aree mediterranee,
L’erba dei pascoli è utilizzata dagli animali con diffe- sia in pascoli aperti sia in pascoli cespugliati e ar-
renti tecniche di pascolamento, finalizzate a regolare borati.
non solo il prelievo dell’erba, ma anche la distribuzio-
ne delle restituzioni e il calpestamento. 6c - Organizzazione dell’attività pastorale
Le tecniche di pascolamento possono essere riassun- L’attività pastorale è gestita attraverso la transuman-
te come di seguito. za e l’azienda stanziale. La transumanza prevede la
Pascolo con confinamento: migrazione stagionale delle mandrie che si spostano
• da pascoli situati in pianura a quelli collinari o mon-
• tani nella stagione estiva. Si parla di grande transu-
• manza quando gli spostamenti sono prevalentemente
Pascolo senza confinamento: orizzontali, di monticazione quando negli spostamenti
• prevale la componente verticale.

• 7 - Le colture portaseme
Nei casi di eterogeneità del pascolo, modesta quali- L’attività di ricerca nel settore delle specie vegetali
tà dell’erba e forti variazioni stagionali di crescita, il richiede l’utilizzo di risorse genetiche non solo per co-
pascolamento turnato è la tecnica più indicata. Negli stituire nuove varietà, ma anche per migliorare quel-
areali alto-alpini può essere effettuato anche il pasco- le tradizionali, al fine di soddisfare la domanda degli
lamento libero su formazioni erbacee naturali. agricoltori e del mercato.

6b - Tecnica di miglioramento dei pascoli 7a - Il miglioramento genetico


Il principale strumento di conservazione e migliora- I nuovi metodi di miglioramento genetico consentono
mento dei pascoli è rappresentato dalla corretta ge- di intervenire in modo più efficace sulle caratteristi-
stione degli animali. che agronomiche e qualitative delle piante. I metodi
Vi sono altri interventi specifici quali: rinfittimento, di breeding sono la naturale evoluzione delle tecniche
spietramento, decespugliamento, contenimento delle convenzionali (ibridazione e selezione)
122 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 6
7b - La moltiplicazione delle sementi so, ben drenati. Un clima caldo e ventilato favorisce la
Per ottenere una produzione sementiera di qualità è produzione dei semi.
fondamentale l’isolamento spaziale delle colture (di- Periodo di semina: tra la fine di marzo e aprile. Semi-
stanza di isolamento). na diretta con seminatrice di precisione. Distanza di
Le distanze minime da mantenere variano in fun- semina tra le file 20-30 cm, sulla fila di 2-3 cm. Pro-
zione della specie, del tipo di varietà e del tipo di fondità di semina: 1,5-2,5 cm. Distanza minima da ri-
impollinazione. A tutela della qualità della produ- spettare nella coltivazione in campo: 600 metri. Dose
zione sono state emanate specifiche leggi regionali di semina: 10-15 kg/ha di semente. Non necessita di
per regolare le procedure di isolamento delle coltu- irrigazione.
re da seme. Concimazione di fondo: 60-70 kg/ha di P2O5. Concima-
zione azotata: in copertura 70-80 kg/ha di N. Diserbo
7c - Coriandolo da seme in pre-emergenza.
Pianta erbacea annuale. Il frutto è un diachenio. Pre- Raccolta: da metà luglio a inizio agosto. Resa produt-
ferisce terreni di medio impasto, tendenti all’argillo- tiva: 0,8-2,0 t/ha.
123 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 123

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


LIBRO
DIGITALE
Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO 7
CAPITOLO 7: COLTIVAZIONI DA BIOMASSA
Mappa interattiva con sintesi bilingue (testo e audio MP3)
italiano/english disponibile su Libro digitale

COLTIVAZIONI DA BIOMASSA

1
MATERIALI E COLTURE BIOENERGETICHE

2
COLTURE ERBACEE ANNUALI

3
COLTURE ERBACEE POLIENNALI

4
COLTURE ARBOREE A CICLO BREVE

5
TRASFORMAZIONE DELLA BIOMASSA LIGNO-CELLULOSICA
124 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO
1 - Materiali e colture bioenergetiche Canna comune (Arundo donax)
Le specie vegetali da energia presentano sistemi col- I fusti possono raggiungere i 4-5 m di altezza. Sensi-
turali a basso input che favoriscono il mantenimento bile alle basse temperature. Predilige terreni freschi,
di alti contenuti di sostanza organica nel suolo. profondi, ben drenati, sabbiosi e ricchi di sostanza or-
Le colture da biomassa ligno-cellulosica vengono sud- ganica. Impianto con rizomi a febbraio-marzo. Le ta-
divise in: lee sono messe a dimora al rigonfiamento delle gem-
1. colture arboree o Short Rotation Foresty; me. Investimento: 10.000-15.000 rizomi/ha, interfila di
2. colture erbacee a ciclo annuale; 1,5 o 3 m.
3. colture erbacee poliennali. Fabbisogno annuale di N: 80-120 kg/ha. Raccolta tra
dicembre e la ripresa vegetativa mediante falcia-trin-
2 - Colture erbacee annuali cia-caricatrice. Durata media dell’impianto: circa 10
Sorgo da fibra (Sorghum bicolor) anni. Rese produttive: 30-40 t/ha di s.s.
Si adatta alla coltivazione in zone temperate come col- Cardo (Cynara cardunculus)
tura a ciclo primaverile-estivo. È una pianta con stelo Fusto di altezza variabile da 1 a 2 m. Predilige terreni
molto fibroso, alta fino a 3 m. Elevata rusticità. Predili- profondi, privi di scheletro. Ciclo autunno-primaverile
ge terreni di medio impasto. Dose di semina: 7-10 kg/ nelle zone litoranee oppure primaverile-estivo nelle
ha. Profondità di semina 3-4 cm, file distanti 45-50 cm. aree più fredde.
Concimazione di fondo: 60 kg/ha di N, 30-50 kg/ha di Aratura profonda seguita da affinamento mediante
P2O5 e 60-80 kg/ha di K2O. Concimazione di copertura: estirpatori ed erpici. Concimazione: 100-120 kg/ha di
60-70 kg/ha di N. N frazionato in due interventi; 60-70 kg/ha di P2O5;
Raccolta fine agosto-inizio di settembre. Produzione: 100-150 kg/ha di K2O alla preparazione del letto di se-
20-25 t/ha di s.s. in primo raccolto e 15-20 t/ha di s.s. mina. Semina a inizio autunno o in tarda primavera.
in secondo raccolto. Dose di semina: 3-5 kg/ha. Distanza di semina: 75 a
Canapa (Cannabis sativa) 100 cm tra le file e lungo le file. Investimento 10.000-
L’impiego della canapa a scopo energetico può riguar- 15.000 piante/ha.
dare l’intera pianta, oppure il canapulo. Resa in bio- Il controllo della flora infestante è importante all’im-
massa secca: circa 20 t/ha per la pianta intera; circa pianto e alla ripresa vegetativa negli anni successivi.
15 t/ha per i soli canapuli. Durata ciclo produttivo: fino a 10 anni. Raccolta tra lu-
Kenaf (Hibiscus cannabinus)
Altezza variabile da 1 a 4 m. Per una buona germinazione di biomassa: 15 a 20 t/ha di s.s.
ed emergenza, la temperatura del terreno non deve es- Panico (Panicum virgatum)
sere inferiore a 12 °C. Predilige terreni profondi, freschi. Vi sono due ecotipi di panico: Lowland e Upland. La
Non tollera ristagni idrici. Semina: primavera inoltrata. propagazione avviene sia per rizomi sia tramite seme.
Dose di semina: 16 kg/ha. Raccolta: a fine autunno (umi- Resiste a condizioni di stress idrico e a periodi di fred-
do intenso. Si adatta anche a terreni con bassa fertilità.
Semina: da maggio a metà luglio. Densità di semina:
3 - Colture erbacee poliennali 300-400 semi germinabili/m2, pari a circa 5-6 kg/ha. È
Miscanto (Miscanthus sinensis) necessario il controllo delle malerbe durante il primo
Raggiunge un’altezza di 2,5-3,5 m. Ritmo di accre- anno di coltivazione.
scimento molto elevato. Preferisce terreni di medio Raccolta a fine inverno o a inizio primavera (umidità
impasto, profondi, freschi, senza ristagni. Trapianto
dei rizomi in marzo-aprile, a profondità di circa 15 cm. di s.s., anni successivi 12 e 20 t/ha/anno di s.s. Durata
Investimento ottimale: 10.000-15.000 piante/ha, inter- utile impianto: 10-15 anni.
fila di 1,5 m.
L’irrigazione è indispensabile nell’anno di impianto. 4 - Colture arboree a ciclo breve
Concimazione di fondo: 100-200 kg/ha di N, 40-50 kg/ Pioppo (Populus spp.)
ha di P2O5 e 60-80 kg/ha di K2O. Negli anni successivi È una specie eliofila e igrofila. Vegeta bene su terreni
concimazione annua con 60-80 kg/ha di N. non troppo tenaci. A ciclo breve si impiegano ibridi a
Raccolta nel periodo invernale (umidità della massa rapido accrescimento. Raccolta meccanizzata bienna-
le o quadriennale. Nel caso di raccolta biennale sono
12-15 anni. Rese produttive: 15 a 20 t/ha di s.s. previsti 4-5 raccolti. Durata del pioppeto 8-10 anni.
125 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 125

Basi agronomiche/Produzioni vegetali


Volume A Erbacee
MAPPA DI RIEPILOGO DEL CAPITOLO
Aratura profonda, seguita da erpicatura. Densità d’impianto: 8.000-10.000 piante/ha. L’irriga-
Concimazione di fondo: 600 kg/ha di concime 8-24-24. zione viene eseguita al momento del trapianto.
Densità di impianto: 6.000-10.000 piante/ha, file sem- Raccolta mediante taglia-trincia-caricatrici con diame-
plici o file binate. Poste a dimora le talee legnose, si tro del fusto di circa 5 cm, dopo 2 anni dall’impianto.
esegue un intervento irriguo. Produzione biennale: 12- 15 t/ha di s.s.
Concimazione in copertura: 70 kg/ha di N. Raccolta Eucalipto (Eucalyptus spp.)
da novembre ad aprile con macchine taglia-trincia-ca- Per la produzione di biomassa con ceduazione a ciclo
ricatrici. Produzione media biennale: 15-20 t/ha di s.s. breve: Eucalyptus camaldulensis ed E. globulus ssp.
Salice (Salix spp.) bicostata. Predilige terreni di buona fertilità. Da scon-
Per la produzione di biomassa legnosa e per la Short sigliare in aree dove nel periodo invernale la tempera-
Rotation Forestry sono usati Salix viminalis, Salix alba tura scende sotto 0 °C. Turni di ceduazione di circa 3
e Salix matsudana e i loro ibridi. anni. Messa a dimora entro maggio di piantine di 3-4
Predilige ambienti umidi in prossimità dei corsi d’ac- mesi. Densità d’impianto: 6.000-10.000 piante/ha poste
qua. Suoli di medio impasto e freschi. Aratura profon- sia su file singole sia binate. All’impianto si distribui-
da. Impianto in primavera con talee ricavate da asto- scono circa 150 kg/ha di P2O5 e K2O. In copertura 50-60
ni di un anno. Investimento per impianto sessennale: kg/ha di N al 2° anno e dopo ogni ceduazione. Raccolta
1.000-1.600 piante/ha, distanze tra le file di circa 2,5-3 da dicembre a febbraio. Produzione: 12-13 t/ha di s.s.
m. Produzione: 15-20 t/ha di s.s. per un turno biennale.
Robinia (Robinia pseudoacacia) 5 - Trasformazione della biomassa
Elevata rusticità. Notevole capacità di propagazione ligno-cellulosica
vegetativa. Predilige suoli franco-sabbiosi, sciolti e La filiera di trasformazione delle biomasse ligno-cellu-
ben drenati. Sopporta lunghi periodi di siccità. losiche prevede una eventuale essiccazione; e il pre-
Messa a dimora di piantine di un anno a radice nuda trattamento, per essere convertite in materiali adatti
per mezzo di trapiantatrici su file singole e binate. alla trasformazione.
126 P
PRODUZIONI
RODUZIONI VEGETALI ERBACEE
VEGETALI ERBACEE

Griglie di correzione
Soluzioni delle Verifiche presenti nel Volume

Introduzione - PRODUZIONI VEGETALI, 10. Il trasporto del polline dall’antera allo stigma è det-
to impollinazione e può essere autogama (autoim-
CONOSCENZE E TECNICHE
pollinazione) se si verifica con il trasporto del polline
Quesiti a risposta multipla 1c, 2b, 3a, 4a, 5c, 6b, 7c, dall’antera allo stigma dello stesso fiore (o di un altro
8a, 9b, 10c fiore della stessa pianta), o eterogama (impollinazione
Vero o falso 1F, 2V, 3F, 4F, 5V, 6F, 7V, 8F, 9F, 10F, 11V, incrociata) se il trasporto avviene tra fiori di cultivar
12V, 13V, 14F, 15V, 16F, 17F, 18V, 19F, 20F diverse.
Completa le parole mancanti
1. Il suolo riveste (dal punto di vista ambientale) molte Capitolo 1 - COLTURE CEREALICOLE
funzioni vitali, quali: lo stoccaggio e la trasformazione Quesiti a risposta multipla 1c, 2b, 3c, 4b, 5a, 6b, 7a,
sia di elementi minerali ed organici sia di energia; la 8b, 9c, 10a, 11c
produzione di biomassa; la filtrazione per la protezione Vero o falso 1F, 2V, 3F, 4V, 5V, 6V, 7F, 8F, 9F, 10V, 11V,
delle acque sotterranee e lo scambio di gas con l’at- 12F, 13F, 14V, 15F, 16V, 17V, 18F, 19V, 20V
mosfera. Completa le parole mancanti
2. Le 34 Regioni Pedologiche italiane sono state defini- 1. L’organo riproduttivo dei cereali è la cariosside,
te sulla base: delle caratteristiche morfologiche, cli- costituita esternamente da involucri di rivestimento
matiche, litologiche; sulla base dei suoli prevalenti; (pericarpo), dall’embrione (da cui si originerà la nuova
del regime termico e idrico (pedoclima); della capacità pianta) e da una massa di tessuto parenchimatico (en-
d’uso; delle limitazioni permanenti e dei principali pro- dosperma), che fornirà sostanze nutritive nella fase di
cessi degradativi. generazione.
3. Le colture necessitano di elementi nutritivi, soprat- 2. Le tecniche più recenti di coltivazione del frumento
tutto azoto, fosforo e potassio, in quantità sufficienti a prevedono la minima lavorazione (minimum tillage) a
fornire rese elevate e facilmente utilizzabili dalle radi- 10-15 cm di profondità con l’impiego di macchine com-
ci. Tali integrazioni vengono fornite mediante concimi. binate che affinano il terreno in un unico passaggio, o
4. Il contenuto di acqua nel suolo a disposizione delle addirittura la non lavorazione (no tillage).
colture è detto acqua disponibile ed esprime la quan- 3. La qualità molitoria di una granella per la produzione
tità di acqua compresa fra la capacità di campo (cioè di semola è la resa alla macinazione (circa 6,0-6,5%) nel
la quantità di acqua che rimane nel suolo dopo la per- caso di frumento duro e farina (circa 70-75%) nel tene-
colazione dell’umidità in eccesso), e il punto di avviz- ro; essa è influenzata dal peso e dalle dimensioni delle
zimento (che produce danni irreversibili alle colture). cariossidi, dalla tecnologia impiegata e dalla qualità
5. Il clima può essere classificato in funzione della di- del prodotto da macinare.
stribuzione geografica, cioè dalle aree in cui i parame- 4. Le piante di avena, dal punto di vista morfologico,
tri climatici fondamentali hanno valori relativamente non presentano le auricole, ma solo la ligula. L’infiore-
omogenei; in particolare, la classificazione di Köppen scenza è una pannocchia terminale rada, costituita da
si basa sui valori assunti dalla temperatura e dalla pio- un rachide sui cui nodi si inseriscono assi secondari
vosità in relazione alla vegetazione. laterali, in gruppi varianti da 4 a 6.
6. L’ingegneria genetica ha reso possibile il supera- 5. Gli ibridi di mais derivano da un incrocio tra piante
mento di barriere di incompatibilità, consentendo ibri- con caratteri genetici differenti, attraverso un proces-
dazioni e quindi genesi di nuovi organismi partendo so che, sfruttando il fenomeno dell’eterosi, permette di
da specie molto diverse e sistematicamente distanti. ottenere piante con rese produttive e caratteristiche
7. Le tecniche di cisgenesi e genome editing permetto- agronomiche superiori ai parentali stessi.
no di indurre cambiamenti nel genoma, aggiungendo, 6. Il mais è una pianta da rinnovo che necessita di lavo-
rimuovendo o sostituendo brevi tratti di DNA (una o razioni profonde e di abbondanti concimazioni; lascia,
poche basi) in specifici siti. Si tratta di tecniche poco quindi, una notevole fertilità residua nel terreno.
invasive e senza effetti collaterali. 7. La segale è dotata di un’elevata rusticità, che le con-
8. La PAC 2015-2020 si propone tre obiettivi strategi- sente di sfruttare al meglio terreni poveri o marginali.
ci: 1) produzione alimentare sostenibile; 2) gestione L’ottimizzazione della resa in granella si attua con un
sostenibile delle risorse; 3) sviluppo territoriale equi- investimento di 400-450 semi germinabili per metro
librato. quadrato, con semina eseguita tra la metà di ottobre
9. Le piante di piccola taglia (non oltre i 2 m) e che nella (Nord) e fine novembre (Sud).
parte aerea presentano un fusto verde, non lignificato 8. Nel riso, l’umidità della granella alla raccolta deve
e di consistenza tenera, in grado di svolgere la fotosin- essere compresa tra il 2,2-2,8%: al di sotto di questi va-
tesi clorofilliana, sono genericamente chiamate piante lori si hanno basse rese di lavorazione, con eccessivo
erbacee. numero di cariossidi rotte, mentre al di sopra si hanno
GRIGLIE DI CORREZIONE 127

eccessivi costi di essiccazione e difficoltà di raccolta. zia quando la coltura ha almeno l’80% di bacche rosse,
9. La migliore strategia di difesa per i cereali da granel- situazione ottenibile con trattamenti a base di etilene,
la è quella di adottare strategie antiresistenza associa- un ormone specifico, per la maturazione di qualsiasi
te al monitoraggio degli organismi nocivi e a tecniche frutto.
di prevenzione (rotazione, cultivar resistenti, fertiliz- 5. La patata ha un apparato radicale fascicolato, per
zazione, irrigazione, infrastrutture ecologiche, ecc.) e lo più localizzato nei primi 30 cm di terreno. L’organo
limitare così l’impiego di prodotti chimici. che comunemente viene identificato con la patata non
è una radice, ma un tubero, ossia la parte terminale
Capitolo 2 - LEGUMINOSE DA GRANELLA dello stelo che si ingrossa sottoterra e accumula amido
Quesiti a risposta multipla 1b, 2c, 3a, 4c, 5b, 6a (fecola).
Vero o falso 1F, 2F, 3V, 4V, 5F, 6F, 7F 6. Il ciclo biologico della barbabietola da zucchero viene
Completa le parole mancanti lasciato completare nelle colture destinate alla produ-
1. Nei frutti delle leguminose sono presenti da uno a zione del seme, mentre viene interrotto il primo anno
diversi semi, al cui interno si trova l’embrione e due con la raccolta delle radici nelle colture destinate alla
cotiledoni molto sviluppati, nei quali sono accumula- produzione di zucchero.
te le sostanze di riserva necessarie allo sviluppo della 7. La canapa si coltiva anche per raccogliere un doppio
piantina subito dopo l’emergenza e prima che abbia prodotto finale: i semi vengono raccolti a maturazione
sviluppato un sistema radicale autonomo. fisiologica con mietitrebbie che lavorano “alte”; gli
2. La fava è una coltura miglioratrice, caratterizzata da steli che restano in campo vengono successivamente
un ciclo biologico precoce; negli avvicendamenti col- falciati, messi in andana e poi imballati.
turali è spesso seminata prima di un cereale autuno- 8. I semi di lino possono essere utilizzati in vari ambiti,
vernino, per avvantaggiare così la dotazione residua di la pianta è infatti ricca di proteine e fibre, ma anche di
azoto lasciata nel terreno. acidi alfa-linolenico, linoleico e oleico.
3. La semina del cece è effettuata meccanicamente a 9. La produzione industriale di inulina si realizza in due
file, utilizzando sia le seminatrici universali (da fru- fasi: nella prima avviene l’estrazione e la depurazione
mento) sia le seminatrici di precisione. La distanza più attraverso una carbonatazione con calce; nella secon-
conveniente da adottare tra le file è 0,45 m. da fase il processo consiste nella demineralizzazione
4. La lenticchia si adatta ai terreni più diversi, ma teme attraverso resine a scambio ionico e decolorazione con
il ristagno di acqua, preferisce terreni ben drenati e carbone attivo.
comunque freschi, che le assicurino un buon riforni- 10. L’impianto della coltura del topinambur si effettua
mento idrico durante i processi riproduttivi. ponendo a dimora i tuberi a una profondità variabile fra
5. La pianta di fagiolo può essere: a sviluppo determi- 5 e 10 cm. L’operazione va eseguita quando la tempera-
nato (con uno stelo principale che termina con un’in- tura media del terreno si attesta intorno a 10 °C.
fiorescenza); a sviluppo indeterminato (con gli apici
degli steli che rimangono sempre allo stato vegetati- Capitolo 4 - COLTIVAZIONI ORTICOLE
vo), mentre i fiori si sviluppano dalle gemme ascellari. Quesiti a risposta multipla 1c, 2b, 3b, 4c, 5c, 6a, 7b,
6. Nella coltivazione del pisello è necessario eseguire 8c, 9a, 10c
una buona sistemazione del terreno per facilitare lo Vero o falso 1F, 2V, 3F, 4F, 5V, 6F, 7V, 8V, 9F, 10F, 11V,
sgrondo delle acque e ottenere un buon livellamento, 12V, 13F, 14F, 15V, 16F, 17V, 18F, 19, 20V, 21V, 22F, 23F,
che garantiscano una emergenza uniforme e uno svi- 24F
luppo omogeneo. Completa le parole mancanti
1. La pacciamatura con film plastico evita lo sviluppo
Capitolo 3 - PIANTE E COLTURE AGROINDUSTRIALI di erbe infestanti, riduce i marciumi dei frutti e garan-
Quesiti a risposta multipla 1b, 2b, 3c, 4a, 5c, 6b, 7b, tisce una maggiore pulizia perché i frutti non sono in
8c, 9b, 10a contatto con il terreno; il film determina anche il riscal-
Vero o falso 1F, 2F, 3V, 4V, 5F, 6V, 7F, 8V, 9F, 10V, 11F, damento del suolo e il conseguente anticipo della ma-
12V, 13F, 14F, 15V, 16F, 17V, 18V, 19F, 20F turazione dei frutti.
Completa le parole mancanti 2. I cavolfiori trapiantati a inizio primavera temono i
1. La soia è una ottima coltura miglioratrice; nell’av- ritorni di freddo: con temperature che scendono sot-
vicendamento colturale si inserisce in alternativa alle to i 10 °C per alcuni giorni, le piante in fase giovanile
altre colture a ciclo primaverile-estivo. (con meno di 20 foglie) vengono indotte a emettere un
2. Il girasole è una pianta composita, dal fusto che può corimbo di piccole dimensioni (fenomeno della botto-
svilupparsi oltre i 2 m, la sua grossa infiorescenza è det- natura).
ta calatide, con numerosi fiori inseriti sul ricettacolo. Il 3. Il calcolo dei volumi di irrigazione del peperone ha
frutto contenente il seme è un achenio. lo scopo di soddisfare il fabbisogno idrico della coltura
3. Le varietà di tabacco attualmente prodotte in Italia si evitando di superare la capacità di campo, per conte-
diversificano in base al processo di cura, durante il qua- nere lo spreco di acqua, la lisciviazione dei nutrienti e
le le foglie si seccano, perdono il loro colore verde e as- lo sviluppo di avversità.
sumono un colore variabile, a seconda del trattamento. 4. Della melanzana, sono disponibili in commercio sia
4. La raccolta meccanica del pomodoro da industria ini- varietà standard (ottenute per libera impollinazione)
128 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE

sia ibridi F1 che dimostrano, rispetto alle varietà stan- nell’ambiente interno, si raggiungano temperature su-
dard, maggiore potenzialità produttiva dal punto di periori ai valori massimi tollerati dalle piante.
vista quantitativo e qualitativo, maggiore uniformità e 5. L’illuminazione artificiale in serra è una pratica diffusa
superiore resistenza alle malattie. prevalentemente in floricoltura, soprattutto nelle sta-
5. Durante le prime fasi di crescita, le foglie della lattuga gioni autunnali e invernali a causa della bassa inten-
sono disposte a rosetta, in seguito possono formare un sità della luce naturale e dei brevi fotoperiodi tipici di
grumolo con foglie serrate (cappuccio) oppure espanse questi mesi.
e aperte. Le lattughe da taglio non formano il grumolo 6. L’idrocoltura è un sistema semplificato di coltivazione
perché la pianta rimane nello stadio di rosetta con le pri- delle piante ornomentali che vengono allevate in sub-
me foglie, mentre quelle più recenti assumono posizione strato inerte (argilla espansa) in vasi di plastica, forati
eretta. sul fondo, a loro volta posti dentro un contenitore più
6. Nella tecnica colturale del cocomero è indispensabile grande contenente la soluzione nutritiva.
un’accurata sistemazione del terreno per ottimizzare lo 7. In serra, l’uso di concentrazioni nutritive relativamen-
sgrondo delle acque ed evitare ristagni idrici. È consi- te elevate, rispetto a quelle di un normale terreno agra-
gliabile eseguire un’aratura alla profondità di circa 0,4- rio, è legato alla necessità di garantire una certa riserva
0,5 m a cui fanno seguito estirpature ed erpicature. nutrizionale e di automatizzare il processo di prepara-
7. Nella coltura del melone, prima del trapianto è neces- zione della soluzione nutritiva.
sario effettuare un’erpicatura leggera per affinare il ter- 8. Le produzioni sotto serra richiedono attente analisi
reno e, successivamente, effettuare una sistemazione in dei fattori tecnici, economici e di mercato. I fattori tecni-
piano perfettamente livellato o a prode. ci comprendono il materiale per struttura e copertura,
8. Per il trapianto della zucca si utilizzano piante pro- con scelte da riferire alla durata dell’impianto, al tipo di
dotte in vivai specializzati e, in genere, esso viene ese- funzionamento e alle colture da coltivare. Molto com-
guito verso maggio su terreno pacciamato e, in caso di plesse sono anche le scelte della tecnica colturale poi-
semiforzatura, utilizzando piccoli tunnel per un periodo ché anche piccoli errori possono provocare grossi danni
limitato. economici.
9. La densità d’impianto del carciofo oscilla tra 7000-1000 Capitolo 6 - COLTURE PRATENSI E FORAGGERE
piante/ha, con distanze di circa 1-1,3 m tra le file e 0,80-
Quesiti a risposta multipla 1c,2a, 3b, 4a, 5c, 6b, 7b, 8c
1,3 m sulla fila; poiché i rizomi tendono ad espandersi,
Vero o falso 1F, 2V, 3F, 4V, 5F, 6V, 7F, 8F, 9V, 10F, 11F,
per rispettare tali distanze si pratica la scarducciatura,
12V
cioè il diradamento dei nuovi getti.
Completa le parole mancanti
10. Durante il periodo di fioritura del basilico, gli apici
1. Le consociazioni foraggere avvicendate sono classifi-
vegetativi e i fiori devono essere cimati per consentire
cate a seconda del numero dei loro componenti in bifite
una crescita rigogliosa e per allungare il ciclo di vita,
o binarie (se composte da due specie) e polifite (se com-
che termina con la produzione di semi.
poste mediamente da 3-5 specie).
Capitolo 5 - COLTIVAZIONI PROTETTE: TECNOLOGIE 2. L’epoca di semina dei prati avvicendati deve prece-
dere un periodo di elevata piovosità e temperature miti
E TECNICHE
.In Italia si semina a inizio primavera al Nord (fino a pri-
Quesiti a risposta multipla 1c, 2b, 3a, 4b, 5c, 6b, 7c, 8b mavera inoltrata nelle zone ad altitudini più elevate) e
Vero o falso 1V, 2F, 3F, 4V, 5F, 6F, 7V, 8F, 9F, 10V, 11V, in autunno, anche inoltrato, nelle aree mediterranee (a
12F, 13V, 14V, 15V eccezione delle graminacee macroterme che richiedono
Completa le parole mancanti semine tardo-primaverili).
1. Le serre, sfruttando la radiazione solare e con l’ausilio 3. La frequenza dei tagli varia in funzione dell’ambiente,
eventuale di impianti tecnologici, allungano il ciclo pro- della stagione e dell’eventuale irrigazione. Tagli trop-
duttivo delle piante, permettono raccolte anticipate o ri- po frequenti (meno di 30 giorni) riducono la longevità
tardate (rispetto a quelle in pienaria) e di coltivare pian- del prato; l’ultimo sfalcio autunnale non deve essere
te originarie di zone con clima diverso da quello locale. ritardato per consentire il recupero delle riserve prima
2. I film plastici in polietilene a bassa densità (LDPE), dell’inverno.
sono caratterizzati da: grande inerzia chimica ai fitofar- 4. Le più importanti crucifere da erbaio (oggi utilizzate
maci, flessibilità, leggerezza, elevata trasparenza alla come erbaio da sovescio per la capacità biocida verso i
radiazione solare incidente (91%) ma, purtroppo, anche parassiti terricoli) sono rappresentate dal colza, dal ra-
da alta trasparenza all’infrarosso lungo emesso dal suo- vizzone, dalla rapa e da senape nera, bianca o bruna.
lo (79%). 5. La fienagione tradizionale è ancora oggi il sistema
3. Il riscaldamento della serra con aria che circola nel più diffuso di conservazione dei foraggi. Consiste nel
terreno è una tecnica di notevole importanza durante tagliare l’erba e nel lasciarla essiccare completamente
la stagione fredda. In pratica l’aria di ricircolo induce il sul campo, sottoponendola a ripetute operazioni di ri-
terreno ad accumulare calore di giorno e a restituirlo di voltamento, fino a ottenere un contenuto di umidità pari
notte all’ambiente chiuso. al 12-15%.
4. I sistemi di raffrescamento delle serre servono a 6. La tecnica del rinfittimento con il pascolamento dif-
controllare gli eccessi termici dell’aria per evitare che, ferito prevede che il bestiame venga escluso da un
GRIGLIE DI CORREZIONE 129

terreno verde per un periodo di tempo prolungato al zione industriale della parte fibrosa esterna (tiglio).
fine di consentire la messa a seme delle specie ve- 3. L’interesse per i biocombustibili come il bioetanolo
getali desiderate e, quindi, il rinfittimento del cotico e biodiesel è collegato alla necessità di individuare
per via naturale. soluzioni praticabili per porre un freno all’inquina-
7. L’attività di ricerca e innovazione varietale richiede mento, soprattutto nelle grandi città, provocato dai
l’utilizzo di risorse genetiche non solo per costituire combustibili fossili usati per i trasporti.
nuove varietà, ma anche per migliorare quelle tradizio- 4. Il bioetanolo è un alcol ottenuto dal processo di fer-
nali, al fine di soddisfare la domanda degli agricoltori e mentazione di diversi prodotti agricoli ricchi di car-
del mercato. boidrati e zuccheri, quali i cereali (mais, sorgo, fru-
8. Per mantenere la qualità genetica delle varietà molti- mento, orzo), le colture zuccherine (barbabietola e
plicate bisogna distanziare adeguatamente la coltura canna da zucchero), la patata, la frutta e le vinacce.
portaseme dalle altre varietà della stessa specie, per 5. I terreni migliori per la coltivazione della canna
evitare che possano contaminarla con il loro polline, comune sono quelli freschi, profondi, ben drenati,
dando origine a incroci indesiderati. sabbiosi e ricchi di sostanza organica, con un buon
contenuto in calcio.
Capitolo 7 - COLTIVAZIONI DA BIOMASSA 6. Per la raccolta del pioppo si utilizzano macchine
Quesiti a risposta multipla 1b, 2a, 3a, 4c, 5b, 6b taglia-trincia-caricatrici specifiche, che trasformano
Vero o falso 1V, 2F, 3F, 4V, 5V, 6F, 7V, 8F, 9V, 10F i fusti e i rami in cippato ad alto contenuto in umi-
Completa le parole mancanti dità (circa 50-55%) che bisogna essiccare al coperto.
1. La biomassa è la parte biodegradabile di prodot- 7. Il salice presenta un apparato radicale di tipo
ti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura, dal- espanso, con elevata attività pollonifera. È una pian-
la selvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la ta dioica, eliofila.
parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani. 8. L’impianto dell’eucalipto viene eseguito entro la
2. L’impiego della canapa a scopo energetico può ri- fine di maggio mediante la messa a dimora di pian-
guardare l’intera pianta, oppure il canapulo, cioè la tine di 3-4 mesi, allevate in contenitori alveolari. La
porzione più legnosa del fusto che resta dopo l’estra- densità d’impianto è di circa 6000-10000 piante/ha.

Soluzioni delle Verifiche presenti nella Guida

Introduzione - PRODUZIONI VEGETALI, Capitolo 4 - COLTIVAZIONI ORTICOLE


CONOSCENZE E TECNICHE Quesiti a risposta multipla 1C; 2A; 3B; 4C; 5A; 6B;
Quesiti a risposta multipla 1B; 2C; 3B; 4A; 5B; 6C; 7B; 8B
7A; 8B Vero o falso 1V;2F;3F; 4V; 5V; 6F; 7F; 8V
Vero o falso 1F;2V;3F; 4V; 5F; 6V; 7F; 8V Abbinamenti logici 1C; 2A; 3B; 4E; 5F; 6D
Abbinamenti logici 1C; 2D; 3F; 4B; 5A; 6E
Capitolo 5 - COLTIVAZIONI PROTETTE: TECNOLO-
Capitolo 1 - COLTURE CEREALICOLE GIE E TECNICHE
Quesiti a risposta multipla 1B; 2A; 3C; 4A; 5C; 6B; Quesiti a risposta multipla 1B; 2C; 3C; 4C; 5A; 6C;
7A; 8B 7B; 8A
Vero o falso 1V;2F;3F; 4V; 5F; 6F; 7V; 8F Vero o falso 1F;2V;3V; 4F; 5F; 6F; 7V; 8V
Abbinamenti logici 1C; 2A; 3D; 4B; 5E; 6F Abbinamenti logici 1B; 2D; 3A; 4C; 5F; 6E

Capitolo 2 - LEGUMINOSE DA GRANELLA Capitolo 6 - COLTURE PRATENSI E FORAGGERE


Quesiti a risposta multipla 1C; 2B; 3C; 4A; 5C; 6A; Quesiti a risposta multipla 1C; 2B; 3B; 4C; 5B; 6C;
7B; 8C 7B; 8C
Vero o falso 1V;2F;3V; 4F; 5F; 6V; 7V; 8F Vero o falso 1F;2V;3F; 4V; 5F; 6F; 7V; 8F
Abbinamenti logi 1D; 2C; 3A; 4F; 5B; 6E Abbinamenti logici 1C; 2A; 3D; 4B; 5F; 6E

Capitolo 3 - PIANTE E COLTURE AGROINDUSTRIALI Capitolo 7 - COLTIVAZIONI DA BIOMASSA


Quesiti a risposta multipla 1B; 2C; 3A; 4B; 5A; 6C; Quesiti a risposta multipla 1A; 2C; 3B; 4A; 5B; 6C;
7B; 8A 7B; 8A
Vero o falso 1V;2F;3V; 4F; 5F; 6F; 7V; 8F Vero o falso 1V;2F;3V; 4F; 5F; 6V; 7F; 8V
Abbinamenti logici 1C; 2D; 3B; 4A; 5F; 6E Abbinamenti logici 1C; 2A; 3B; 4F; 5D; 6E

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