D’ARCO
PRODUZIONI
BASI AGRONOMICHE
VEGETALI
CONOSCENZE, TECNOLOGIE E TECNICHE
A ERBACEE
GUIDA DOCENTE
Direzione editoriale:
Domenico Ugulini
ugulini@redaedizioni.it
Redazione:
Reda Edizioni, Elsa Marmiroli, Laura Scarcella,
Gianni D’Arco
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3
Presentazione
I contenuti di questa Guida Docente accompagnano il nuovo Volume, Basi Agronomiche -
Produzioni Vegetali Erbacee, che è stato completamente reimpostato e riproposto per favo-
rire un percorso lineare e una piena corrispondenza con l’evoluzione dei contenuti didattici
sviluppati contestualmente negli attuali Indirizzi scolastici in ambito agrario. Il testo è stato
opportunamente concepito e organizzato per accompagnare le linee guida disciplinari in
relazione sia all’aggiornamento tecnico-scientifico ed evolutivo delle Produzioni Vegetali,
sia al rinnovamento logico-organizzativo e didattico della totalità di argomenti, sviluppati
sul testo cartaceo e sull’apparato digitale.
L’Opera, fruibile su diversi livelli di approfondimento, è accompagnata in parallelo da
un adeguato apparato didattico coadiuvato anche dalle moderne tecnologie informatiche,
Libro digitale e Aula digitale. Tale struttura permette di concretizzare in modo compiuto
il consolidamento di una efficace metodologia d’indagine e studio, per una totale compren-
sione dei contenuti disciplinari.
Gli argomenti proposti, nel quadro generale degli Indirizzi Tecnici e Professionali agra-
ri e delle relative opzioni, permettono di affrontare e finalizzare esaurientemente quanto
richiesto dalla disciplina afferente alle basi tecnico-scientifiche delle Produzioni Vegetali
Erbacee.
Indice
INTRODUZIONE CAPITOLO 4
Produzioni vegetali: Coltivazioni orticole 39
conoscenze e tecniche 5 Approfondimenti
Approfondimenti 1 Colture ombrellifere 39
1 L’azienda agraria 5 Verifiche 51
2 La filiera agroalimentare 12
3 Regioni pedologiche italiane 15
Verifiche 18 CAPITOLO 5
Coltivazioni protette:
tecnologie e tecniche 52
CAPITOLO 1 Approfondimenti
Colture cerealicole 19 1 La difesa delle colture in ambiente
Approfondimenti protetto 52
1 Geografia produttiva dei cereali 19 Verifiche 58
2 Caratteristiche qualitative
della varietà di frumento duro 22
3 Glutine e celiachia 23 CAPITOLO 6
Verifiche 24 Colture pratensi e foraggere 59
Approfondimenti
1 Geografia dei prati-pascoli in Italia 59
CAPITOLO 2 Verifiche 64
Leguminose da granella 25
Approfondimenti
1 Geografia produttiva CAPITOLO 7
delle leguminose da granella 25 Coltivazioni da biomassa 65
2 Le leguminose attive 29 Approfondimenti
1 L’azienda agraria
L’azienda agraria: perno della didattica In centinaia di anni, sul territorio italiano, l’attività
e obiettivo dei servizi di sviluppo rurale agricola si è evoluta in modo differenziato originando
L’agricoltura è l’arte di coltivare la terra per ricavarne forme aziendali tipiche quali la cascina lombarda, il
prodotti utili all’uomo. Tale attività avviene all’inter- maso trentino, la cascina emiliano-romagnola, la fat-
no dell’azienda agraria che, secondo Arrigo Serpieri, toria toscana, la masseria pugliese, siciliana, ecc.
“è la combinazione elementare dei mezzi di produ-
Elementi strutturali e territoriali
zione, combinazione, perché i mezzi non si uniscono
di una azienda agraria
in un modo qualsiasi, ma vi si coordinano, ai fini della
produzione, in determinate qualità e quantità; ele- La prima ricognizione presso un’azienda agraria ha
mentare, perché la risultante combinazione è un’uni- lo scopo di raccogliere alcuni dati relativi ad elementi
tà che non può scomporsi senza diminuire o distrug- strutturali e territoriali.
gerne l’efficienza produttiva”. Le principali caratteristiche da individuare sono:
Inoltre, sempre secondo Serpieri, “il funzionamento 1 - Denominazione dell’azienda; 2 - Titolare; 3 - Rap-
dell’azienda agraria esige la cooperazione di persone porto proprietà-impresa (imprenditore proprietario,
fisiche, a capo delle quali sta chi, con le sue scelte imprenditore affittuario); 4 - Ubicazione; 5 - Numero
economiche, attua la combinazione dei mezzi produt- di corpi fondiari; 6 - Zona altimetrica; 7 - Giacitura; 8 -
tivi e la fa funzionare al fine della produzione, cioè ne Riparto della superficie; 9 - Ordinamento produttivo;
ha la gestione”. 10 - Elenco delle colture; 11 - Elenco degli allevamen-
Tale figura è rappresentata dall’imprenditore agri- ti; 12 - Elenco dei fabbricati.
colo, figura economica che organizza i fattori pro- I dati raccolti possono essere inseriti in una apposita
duttivi (natura, capitale e lavoro), con lo scopo di scheda ed essere poi utilizzati per calcolare i princi-
ottenere una produzione (di beni o di servizi) e se ne pali parametri economici di gestione.
assume il rischio economico. Alcune rilevazioni sono intuitive e di facile compren-
Il suo compenso è rappresentato dal tornaconto o sione come denominazione, ubicazione, titolare, ecc.,
utile di gestione. altre, come le zone altimetriche, la giacitura, il riparto
L’azienda agraria è una realtà economica caratteriz- della superficie e l’ordinamento produttivo, richiedo-
zata da attività lavorative e direttive indirizzate alla no un maggiore approfondimento per essere corret-
coltivazione di piante e all’allevamento di animali a tamente intese.
scopo produttivo.
Per questa sua caratteristica, è stata la prima forma Importanza del settore primario
organizzata del lavoro ad essersi sviluppata (dopo in Italia
la caccia e il nomadismo) per soddisfare il crescen- Secondo i dati statistici italiani, l’importanza del
te bisogno di cibo, visto l’aumento della popolazio- settore primario sul reddito nazionale è andata ca-
ne in un contesto di risorse naturali quantitativa- lando costantemente dal secondo dopoguerra ad
mente invariabili (selvaggina e alimenti vegetali oggi; così come l’occupazione nello stesso settore
spontanei). primario rispetto al secondario e al terziario.
6 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
Questo fenomeno è segno di un aumentato benesse- dipeso dalla necessità dell’agricoltura di evolversi e
re della popolazione, associato anche allo sviluppo specializzarsi per essere più competitiva e al passo
di settori un tempo sconosciuti (servizi); ma è anche con i tempi.
PRODUZIONI VEGETALI: CONOSCENZE E TECNICHE 7 Introduzione
Le aziende biologiche in Italia (al 5° censimento sulle spese e sui ricavi, ottenendo un risultato che
ISTAT, aggiornato al 18 settembre 2002) ammontano può essere positivo (interessi attivi) o passivo (inte-
a 51.715, con una distribuzione pressoché omoge- ressi passivi). Nel primo caso andrà ad aumentare i
nea su tutto il territorio. ricavi, nel secondo le spese.
Nella pratica viene utilizzato un metodo più sempli-
I capitali di un’azienda agraria ce che ipotizza un periodo medio di anticipazione
I capitali investiti in un’azienda agraria sono rappre- tra il verificarsi delle spese e la vendita dei prodotti
sentati da: capitale fondiario e capitale agrario o di pari a:
esercizio. - 6 mesi nelle aziende con produzione totalmente
Capitale fondiario vegetale;
Il capitale fondiario è costituto dai terreni e dai mi- - 0 mesi nelle aziende con produzione totalmente
glioramenti fondiari. lattiera (allevamenti da latte);
Per “terreni” intendiamo una parte della superficie - intermedio tra 0 e 6 mesi nelle aziende con produ-
terrestre comprensiva degli elementi naturali che su zione mista tra le due precedenti.
di essa insistono come aria, luce, temperatura, ac- Gli interessi passivi vanno calcolati ad un tasso di
qua, elementi nutritivi, ecc; mentre i miglioramenti interesse pari a quello netto di un c/c o di un deposi-
fondiari sono costituiti dagli investimenti che innal- to bancario, se questa è la forma di conferimento alla
zano la produttività o il valore economico dei terreni. banca del denaro liquido dell’agricoltore, oppure del
Sono inscindibili dalla terra e sono rappresentati da tasso del fido bancario o del credito di conduzione se
fabbricati, strade, impianti arborei, opere di siste- l’agricoltore ricorre a questo strumento.
mazione idraulica, impianti di irrigazione, opere di Un ultimo costo relativo al capitale agrario è quel-
drenaggio, opere per prevenire dissesto idrogeolo- lo dell’interesse annuo che viene calcolato sull’am-
gico, ecc. montare del capitale scorte morte (macchine, attrez-
Il capitale fondiario comprende i capitali stabilmen- zi, scorte e prodotti di scorta normalmente giacenti
te investiti ed economicamente fissi, cioè i capitali in magazzino) e scorte vive (bestiame).
che non possono essere alienati senza danneggia- Anche in questo caso conviene usare l’interesse
re l’azienda; sono inoltre fisicamente immobili, cioè netto normalmente ricavabile dal denaro tenuto in
non possono essere spostati o trasferiti ad altro banca, come deposito o come c/c, oppure quello del
immobile. Appartengono al capitale fondiario tutti credito agrario di esercizio, se si ricorre a questo
i fabbricati aziendali, le piantagioni arboree, le col- tipo di finanziamento.
ture erbacee poliennali o che richiedono particolari Lavoro
sistemazioni di durata poliannuale del terreno (quo- Il lavoro è il terzo fattore della produzione sotto il
te di manutenzione e ammortamento), strade, canali controllo dell’imprenditore agricolo.
e impianti fissi; in generale sono beni che vengono Il lavoro rappresenta l’attività manuale e intellet-
usati più volte prima di esaurirsi. tuale necessaria per la conduzione dell’azienda e
I costi da sostenere per questi capitali sono general- viene quantificato come numero di ore o di giornate
mente fissi, cioè non variano al variare della produ- lavorative utilizzate o da utilizzare per realizzare la
zione e sono rappresentati dalle quote di ammorta- produzione. Le spese relative al lavoro sono il sala-
mento, manutenzione, assicurazione. rio, inteso come compenso del lavoro manuale, e lo
Capitale agrario stipendio inteso come compenso del lavoro intellet-
Il capitale agrario o di esercizio è costituito da tutti tuale.
i mezzi produttivi fisicamente mobili, necessari per La determinazione di queste due voci di spesa non
ottenere la produzione. Il capitale agrario compren- sempre è agevole nelle aziende condotte da coltiva-
de il capitale di scorta ed il capitale di anticipazione. tori diretti dove le attività manuali ed intellettuali
Il capitale di scorta è rappresentato dagli strumenti necessarie alla conduzione, espresse in ore o giorna-
e dai prodotti di scorta. te, sono difficili da individuare con esattezza.
Gli strumenti sono utilizzati per più cicli produttivi Nelle aziende dove si fa largo uso di operai la voce
(capitali a logorio parziale), come le macchine, gli at- “salario” è ricavabile dai libri contabili mentre la
trezzi e il bestiame, mentre i prodotti di scorta sono voce “stipendio” è generalmente determinata appli-
utilizzati in un unico ciclo produttivo (capitali a lo- cando una percentuale al valore della PLV (Produzio-
gorio totale), come i foraggi, i concimi, le sementi, il ne Lorda Vendibile).
carburante, ecc.
Il capitale di anticipazione è costituito dalla som- Il bilancio economico dell’azienda agraria
ma di denaro necessaria per sostenere le spese di Il bilancio è uno strumento contabile indispensabile
gestione dell’attività produttiva. Le spese si sosten- per una corretta analisi dell’attività e della gestione
gono durante tutto il processo produttivo, mentre i dell’azienda agraria. Il bilancio è parziale quando si
ricavi sono di norma concentrati alla fine del ciclo. applica a singoli settori produttivi, globale quando
Gli interessi sul capitale di anticipazione vengono prende in esame tutta l’azienda nel suo complesso.
calcolati sommando algebricamente gli interessi Il bilancio può essere:
10 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
• consuntivo quando utilizza dati reali verificatisi in Questa metodologia viene usata anche nelle valuta-
un ciclo produttivo già trascorso; zioni di convenienza per i miglioramenti fondiari.
• preventivo quando utilizza previsioni relative ad Il vantaggio dei bilanci consuntivi non si limita alla
un ciclo produttivo futuro; in quest’ultimo caso esso individuazione dell’utile di esercizio ma costituisce
è tanto più attendibile quanto più si è in grado di uti- anche una preziosa fonte di dati sulla “vita” dell’a-
lizzare dati realistici. zienda e sui risultati da essa raggiunti nei vari anni.
Il bilancio è una procedura con la quale si mettono a
confronto i vantaggi, ottenuti od ottenibili con una Cosa si individua col bilancio
certa attività o scelta produttiva, con i sacrifici o costi Per l’Economia agraria sono molti i parametri indi-
sostenuti o da sostenere per ottenerli. Va ricordato che viduabili, ma in pratica ciò che di solito si determi-
i costi non sono solo quelli che danno origine ad un na è il cosiddetto Reddito Netto Aziendale (RNA),
reale esborso di denaro (costi reali), ma anche quel- cioè la quantità di denaro che l’imprenditore agri-
li che, pur non corrispondendo a reali esborsi, vanno colo concreto riesce a guadagnare.
conteggiati per determinare l’effettivo guadagno netto Nel caso di un coltivatore diretto il RNA comprende:
(quote di ammortamento, interessi per denaro antici- - il salario relativo al lavoro manuale;
pato dall’agricoltore, interessi su macchine, bestiame, - lo stipendio relativo al lavoro intellettuale, cioè dire-
prodotti di scorta e scorte di magazzino). zione, amministrazione e sorveglianza dell’azienda;
Un altro modo di suddividere i costi è quello di distin- - l’interesse relativo al capitale liquido investito nel
guere tra costi fissi e variabili: i primi non variano al ciclo aziendale se fornito dal coltivatore e non trami-
variare della produzione, i secondi variano al variare te finanziamento;
della produzione. - il beneficio fondiario per aver conferito il capitale
Con il bilancio preventivo si cerca di individuare il fondiario.
massimo guadagno (reddito netto) possibile in base Il bilancio infine ci permette di estrapolare alcuni
ai costi certi, incassi presunti e tecniche di produzio- indici che, se analizzati, ci permettono di ottenere
ne adottate. un quadro preciso delle capacità produttive, del-
Tra le tante possibili, verrà scelta quella tecnica che le caratteristiche e degli investimenti presenti in
darà il massimo risultato con il minimo sforzo o sa- azienda:
crificio.
PLV
= produttività lorda per unità di superficie
Sup. ha
RNA
= reddito netto aziendale per unità di superficie
Sup. ha
Capitale macchine
= investimento in macchine agricole per unità di superficie
Sup. ha
Capitale fondiario
= valore medio ad ettaro del capitale fondiario
Sup. ha
L’analisi mediante indici, non essendo limitata alla Come si redige un bilancio economico
sola misura del reddito, consente di individuare i In ogni bilancio si ha un ATTIVO ed un PASSIVO:
settori aziendali di maggiorw o minore efficienza, nell’ATTIVO si inseriscono tutte le entrate sia reali
ponendo le premesse per una migliore utilizzazio- che calcolate ottenute o ottenibili in un dato ciclo
ne delle risorse disponibili. Il giudizio che emerge produttivo, nel PASSIVO si inseriscono tutti i costi
dall’osservazione degli indici di efficienza è di natura reali e calcolati che si sono affrontati o si devono af-
comparativa, si ottiene infatti ponendo a confronto frontare durante il ciclo produttivo e tutte le perdite
i dati dell’azienda in esame con quelli di una o più che si verificano durante lo stesso ciclo. Il bilancio
aziende assunte come termine di paragone. può essere preciso ed approfondito oppure più sin-
PRODUZIONI VEGETALI: CONOSCENZE E TECNICHE 11 Introduzione
tetico ed immediato: la maggiore o minore analitici- • SAU: costituita da tutte le superfici effettivamente
tà non inficia la correttezza che, al contrario, dipen- coltivate o che comunque forniscono un reddito rile-
de da: vabile (quindi anche quelle poste a set-aside o non
1. completezza dei dati da utilizzare: non è pensa- coltura dietro premio della Regione); la SAU è costi-
bile redigere un bilancio se vengono trascurate voci tuita da:
dell’attivo o del passivo, anche se la determinazione - superfici in rotazione: costituite da tutte le superfi-
può sembrare laboriosa; ci occupate da colture inseribili in una rotazione agra-
2. chiarezza dell’obiettivo che si vuole raggiungere:
ria (mais, frumento, prati da vicenda, erbai, ecc.),
un bilancio finalizzato alla pura determinazione di
- superfici fuori rotazione: costituite dalle colture
quanto si è guadagnato complessivamente nell’anna-
non inseribili in una rotazione agraria (piante da frut-
ta trascorsa non può essere utilizzato per un’analisi
gestionale approfondita e per una indagine puntuale to, risaie permanenti, prati stabili, ecc.).
sui singoli costi e ricavi. Bisogna decidere prima l’o- c. Determinazione dell’attivo aziendale formato da
biettivo che si vuole raggiungere: se interessa solo la tutte le entrate connesse alla attività aziendale; que-
determinazione complessiva dei guadagni sarà suffi- ste entrate possono verificarsi regolarmente o avere
ciente individuare costi e ricavi anche non disaggre- un carattere di eccezionalità.
gati per singole colture, mentre se si vuole controllare
ed analizzare l’attività produttiva, quella gestionale e d. Determinazione del passivo aziendale compren-
le redditività dei singoli comparti aziendali bisognerà dente tutte le uscite connesse all’attività aziendale;
essere molto precisi nella rilevazione dei dati suddivi- anche queste uscite possono verificarsi regolarmente
dendo spese e ricavi tra le singole colture. o avere carattere di eccezionalità.
Lo schema completo di un bilancio globale è il se-
guente. e. Determinazione del Reddito Netto Aziendale, che
corrisponde al saldo tra il totale dell’ATTIVO e il tota-
a. Descrizione generale dell’azienda comprendente le del PASSIVO.
il tipo di gestione, composizione e stato dei capitali Il saldo si ottiene seguendo il seguente schema:
agrario e fondiario, descrizione del lavoro impiegato,
dati catastali e, se ritenuto necessario, una breve de-
scrizione dell’andamento della annata agraria al fine TOTALE ATTIVO - TOTALE PASSIVO = RNA
di registrare i fatti più importanti sotto il profilo eco-
nomico e gestionale. La composizione del RNA varia a seconda del tipo di
b. Riparto della superficie aziendale: conduzione della azienda: ad esempio se l’imprendi-
• superficie totale: costituita da tare e da superficie tore è anche proprietario ma affida sia il lavoro intel-
agraria utilizzata (SAU); lettuale (amministrazione, direzione e sorveglianza)
• tare: costituite dalle superfici occupate da fabbri- che quello manuale a dipendenti, consulenti, salariati
cati, aie, strade, canali, incolti e superfici boscate che e contoterzisti, il suo Reddito Netto Aziendale, detto
non danno reddito; reddito fondiario sarà dato da Bf + T.
12 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
2 La filiera agroalimentare
Didattica agraria, servizi per lo sviluppo distribuzione delle materie prime e dei prodotti finiti
rurale e filiere agroalimentari ai consumatori finali.
Da sempre l’uomo si è nutrito dei prodotti della ter- Scenari nuovi delineati da complesse trasformazioni
ra ricavati nel rispetto delle condizioni climatiche e (produzioni su larga scala, aree di produzione sem-
ambientali tipiche del territorio. Con il progresso e pre più lontane dai luoghi di consumo del prodotto,
l’uso di tecnologie sempre più avanzate, l’uomo ha globalizzazione e ampliamento dei mercati, nuove
però superato i limiti imposti dall’ambiente e aumen- tecnologie incorporate nei prodotti, maggiori preoc-
tato le pressioni sull’ambiente stesso: ha modificato cupazioni per la salute del consumatore, maggiore
il paesaggio per renderlo più produttivo, trasforman- propensione del consumatore alla scelta consapevo-
do il suolo naturale in campi coltivati, convertendo le, esigenza di gestire il rischio aziendale) richiedono
le foreste in pascoli, terrazzando pendii, bonificando competenze e servizi sempre più efficienti.
zone umide. Le esigenze territoriali e l’agricoltura devono esse-
Progressivamente l’agricoltura, utilizzando le risorse re considerate non come comparti a sé stanti, ma
ambientali e adoperando sostanze che vengono im- come parti di un sistema composto da filiere. La fi-
messe nel suolo, nell’acqua e nell’atmosfera, rischia liera agroalimentare è il percorso che determina la
di alterare gli equilibri naturali e rendere fragile produzione di un alimento, quello che succede “dalla
l’ambiente che, dal canto suo, cerca di compensare terra alla tavola”, dalle materie prime a ciò che viene
gli effetti determinati dall’attività agricola allo stesso mangiato.
modo degli effetti prodotti da ogni attività antropica. È un processo che vede coinvolti agricoltori, produt-
I profondi cambiamenti che negli ultimi decenni si tori di mangimi e sementi, allevatori, industria di
vanno delineando per quanto riguarda la gestione trasformazione, trasportatori e distributori, commer-
dell’ambiente, del territorio e del mondo agricolo cianti all’ingrosso e al dettaglio, fino al consumatore.
in generale, comportano una crescente necessità L’obiettivo finale è salvaguardare la salute dei con-
di conoscenze sempre più approfondite e integrate
alla complessità delle problematiche ad essi con-
nesse: insomma tutto quello che è oggi racchiuso
nel concetto di territorialità.
Anche il modo con cui l’uomo produce e consuma il
cibo è un’attività antropica, che ha la sua responsa-
bilità sui mutamenti del pianeta perché, considerate
le dinamiche tra uomo e ambiente, il settore agroali-
mentare riveste un ruolo di primo piano interagendo
con il suolo, con l’acqua e con le risorse naturali, sia
direttamente attraverso la coltivazione, l’allevamen-
to di animali e la raccolta di vegetali, sia indiretta-
mente attraverso la trasformazione, il trasporto e la
sumatori offrendo loro un prodotto di qualità, diffe- buzione. Per il formaggio stagionato, la filiera com-
renziato, a prezzo soddisfacente e distribuito in modo prende l’allevamento, che a sua volta si rifornisce di
efficace e capillare. alimenti per il bestiame dai mangimifici, il caseificio
Il processo è scandito da più fasi: la prima è di pro- che raccoglie il latte e lo trasforma in formaggio, lo
duzione delle materie prime alimentari come frutta, stagionatore, che opera in un’azienda che si occupa
carne, pesce, latte. In questa fase sono impiegate ol- della stagionatura dei formaggi, il confezionatore,
tre alle aziende di produzione agricola, allevamento e che provvede al taglio, al confezionamento e alla spe-
pesca anche le imprese produttrici di beni strumenta- dizione, il distributore che ne rende possibile la pre-
li per il settore agricolo, zootecnico e ittico (macchine senza al banco del supermercato.
agricole, pescherecci, infrastrutture). Tutte le aziende che concorrono alla formazione, di-
La seconda fase, di trasformazione, è affidata alle in- stribuzione e commercializzazione di un prodotto
dustrie di trasformazione come quelle per la raccolta sono i soggetti della filiera e si comprende come le
dei prodotti ortofrutticoli, per la lavorazione dei po- interrelazioni tra i vari soggetti, produzioni primarie,
modori e delle verdure, per la produzione di marmel- agroindustria e distribuzione devono trovare una
late, yogurt e surgelati, per la macellazione di anima- sempre stretta correlazione e strutturazione.
li, per il trattamento del latte munto, ecc. Le principali filiere nell’agroalimentare sono la viti-
Nella terza fase sono coinvolte le imprese di confezio- vinicola, l’olivicola, la cerealicola, l’ortofrutticola e
namento, etichettatura e imballaggio mentre nell’ul- conserviera, la zootecnica e la lattiero-casearia che
tima fase, quella della distribuzione, sono impiegate si occupano rispettivamente di: vino, olio, cereali, or-
le società di trasporto e distribuzione. tofrutta fresca, ortofrutta trasformata, carne bovina,
Ad esempio, la filiera del vino comprende le seguenti carne suina e avicola, prodotti ittici, latte e latticini.
fasi: vivaismo viticolo, viticoltura, vinificazione, im- Le filiere possono essere definite corte o lunghe.
bottigliamento/confezionamento, distribuzione all’in- Quelle che prevedono un numero elevato di passag-
grosso/vendita al dettaglio. Mentre nel settore della gi e di soggetti di filiera, facendo subire alla materia
pasta secca, la filiera produttiva comprende la pro- prima processi articolati, sono considerate lunghe,
duzione di grano, la molitura, la produzione di pasta, mentre sono corte quelle che non richiedono parti-
il confezionamento, il magazzinaggio del prodotto colari lavorazioni come le filiere dei prodotti freschi,
finito, il trasporto fino alla vendita nei punti di distri- in quanto la produzione agricola delle aziende passa
Coltivazioni
e allevamenti si sono da
sempre evoluti
adattandosi alle
esigenze antropiche del
momento: oggi, la
necessità di rendere più
sostenibile l’attività umana
ha favorito la nascita
di una nuova sensibilità
ambientale
14 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
direttamente dalla produzione al confezionamento e a un’azienda il cui prodotto sia soggetto a rigorosi
alla distribuzione. standard igienico-sanitari definiti secondo i criteri
Questo genere di filiera infatti sostiene lo sviluppo dell’HACCP (Hazard Analysis and Critical Control
delle economie e tipicità locali, migliora le prestazioni Point) e assolutamente rintracciabile. L’identificazio-
ambientali di aziende e territorio, offre maggiore tra- ne di tutte le aziende dalla produzione primaria, alla
sparenza e garanzia al consumatore. trasformazione, alla commercializzazione permette
In questa ottica di territorialità si collocano gli agritu- al consumatore di conoscere la provenienza di tutte
rismi, aziende agricole che operano nel settore turisti- le materie prime che costituiscono i prodotti, i metodi
co offrendo ai propri clienti alloggio e vitto, costituito di produzione, i processi di lavorazione, le modalità
da prodotti prevalentemente coltivati nella azienda, e di trasporto adottate e di attribuire le rispettive re-
le fattorie didattiche dove è possibile ospitare scola- sponsabilità a tutti i soggetti coinvolti nel consegui-
resche pronte ad apprendere la vita in fattoria, dall’al- mento del prodotto finale.
levamento alla riproduzione di animali da cortile, dalla L’importanza della rintracciabilità è particolarmente
semina al raccolto e alla trasformazione in prodotti ti- evidente quando la sicurezza del consumatore può
pici, mentre gli alimenti a km zero sono prodotti locali essere messa in pericolo da un alimento perché per-
che vengono venduti o somministrati nelle vicinanze mette di ritirare dal commercio in modo mirato il pro-
del luogo di produzione. dotto incriminato, fornendo informazioni precise ai
Caratteristica importantissima delle filiere è la trac- consumatori e agli addetti ai controlli. Tutto questo
ciabilità di filiera che da diversi anni è regolamen- rappresenta le conoscenze e le competenze che do-
tata da standard normativi in tutta Europa: la storia vranno essere fatte proprie dal neo alunno, per pre-
di un determinato prodotto alimentare può essere sentarsi domani come futuro tecnico. Questo Corso
ricostruita attraverso l’identificazione delle aziende si propone pertanto come una solida base sulla quale
che hanno contribuito alla sua definizione. La cer- iniziare a costruire le future figure professionali di
tificazione di filiera controllata viene riconosciuta settore.
GEOLOGIA: rocce calcaree e metamorfiche del Meso- GEOLOGIA: rocce ignee effusive. Morfologia: versanti,
zoico e del Terziario, graniti e calcari dolomitici. Mor- ripiani, scarpate e valli incluse, da 0 a 1000 m s.l.m.
fologia: versanti ripidi e scarpate, da 200 a 2000 m Suoli: a) suoli con caratteri più o meno espressi deri-
s.l.m. Suoli: a) suoli sottili delle quote più elevate; b) vanti da materiali vulcanici; b) suoli con accumulo di
suoli più o meno sottili e acidi con accumulo superfi- argilla e ossidi di ferro; c) suoli alluvionali; d) suoli
ciale di sostanza organica; c) suoli più o meno acidi e dei terrazzamenti.
con accumulo di sostanza organica e di ossidi di ferro 20. (59.7) Aree collinari e montane, con formazio-
e alluminio; suoli di terrazzamenti. ni calcaree, coperture vulcaniche e pianure incluse
13. (64.4) Versilia e pianure interne di Toscana, Um- dell’Italia meridionale
bria, Lazio GEOLOGIA: rocce calcaree del Mesozoico e del Terzia-
GEOLOGIA: depositi alluvionali e lacustri del Quaterna- rio con coperture piroclastiche e incluse alluvioni del
rio. Morfologia: prevalentemente pianeggiante, da 0 Quaternario. Morfologia: versanti con valli incluse e
a 300 m s.l.m. Suoli: a) suoli alluvionali, con falda idri- pianure costiere, da 0 a 1200 m s.l.m. Suoli: a) suoli
ca poco profonda e poco accumulo di sostanza orga- sottili su calcare; b) suoli con proprietà vertiche e ri-
nica; b) suoli decarbonatati, ricchi di ossidi di ferro, organizzazione dei carbonati; c) suoli alluvionali; d)
con accumulo di argilla nel profilo. suoli con caratteri più o meno espressi derivati da
14. (61.3) Colline dell’Italia centrale e meridionale materiali vulcanici; e) suoli di terrazzamenti.
su sedimenti pliocenici e pleistocenici 21. (72.3) Gargano
GEOLOGIA: sedimenti marini pliocenici e pleistoce- GEOLOGIA: calcari, calcari marnosi del Mesozoico e
nici e alluvioni oloceniche. Morfologia: versanti e depositi residuali. Morfologia: versanti e ripiani con
valli incluse, da 50 a 600 m s.l.m. Suoli: a) suoli più depressioni, da 50 a 800 m s.l.m. Suoli: a) suoli ricchi
o meno erosi e con riorganizzazione di carbonati; b) in ossidi di ferro e accumulo di argilla in profondità.
suoli con accumulo di argilla; c) suoli con proprietà 22. (62.1) Tavoliere e piane di Metaponto, del taran-
vertiche; d) suoli alluvionali. tino e del brindisino
15. (60.4) Dorsali antiappenniniche toscane GEOLOGIA: depositi alluvionali e marini in prevalenza
GEOLOGIA: rocce metamorfiche (marmi, scisti, quarzi- argillosi e franchi del Quaternario, con travertini.
ti), calcari, marne e arenarie, rocce ignee del Quater- Morfologia: pianeggiante, da 0 a 200 m s.l.m. Suoli
nario. Morfologia: versanti e scarpate, da 150 a 1300 principali: a) suoli con proprietà vertiche e carbonati
m s.l.m. Suoli: a) suoli con struttura pedogenetica riorganizzati; b) suoli alluvionali.
fino in profondità e profilo poco differenziato; b) suoli 23. (72.2) Murge e Salento
ricchi in ossidi di ferro con accumulo di argilla; c) suo- GEOLOGIA: calcari e marne del Mesozoico e depositi
li erosi e sottili; d) suoli di terrazzamenti. residuali. Morfologia: ripiani e versanti a debole pen-
16. (60.7) Pianure costiere tirreniche dell’Italia cen- denza, da 0 a 450 m s.l.m. Suoli: a) suoli più o meno
trale e relative colline incluse sottili o erosi; b) suoli con accumulo di ossidi di ferro
GEOLOGIA: depositi alluvionali del Quaternario, con e di argilla e carbonati in profondità; c) suoli ricostru-
inclusioni di rocce metamorfiche del Terziario. Morfo- iti dall’uomo con riporto di terra e macinazione della
logia: pianeggiante, da 0 a 200 m s.l.m. Suoli: a) suoli roccia.
alluvionali, talvolta con falda idrica poco profonda; b) 24. (66.5) Rilievi appenninici calabresi e siciliani su
suoli con accumulo di argilla nel profilo; c) suoli con rocce ignee e metamorfiche
proprietà vertiche più o meno accentuate e carbonati GEOLOGIA: rocce ignee intrusive e metamorfiche. Mor-
riorganizzati. fologia: versanti, più o meno ripidi e ripiani, da 0 a
17. (61.1) Rilievi appenninici e antiappenninici 1500 m s.l.m. Suoli: a) suoli più o meno acidi con ac-
dell’Italia centrale e meridionale su rocce sedimen- cumulo superficiale di sostanza organica; b) suoli sot-
tarie tili ed erosi; c) suoli con accumulo di argilla.
GEOLOGIA: flysch arenaceo-marnoso del Terziario. 25. (62.3) Aree collinari e montane della Calabria e
Morfologia: versanti e valli incluse, da 150 a 1200 m Sicilia con pianure incluse
s.l.m. Suoli: a) suoli sottili e erosi; b) suoli con struttu- GEOLOGIA: rocce calcaree e dolomitiche del Terziario,
ra pedogenetica fino in profondità e profilo poco diffe- e alluvionali del Quaternario. Morfologia: versanti,
renziato; c) suoli con accumulo di argilla. ripiani, scarpate e valli incluse, da 0 a 1500 m s.l.m.
18. (16.4) Appennino centrale su rocce carbonatiche Suoli: a) suoli erosi; b) suoli con accumulo di carbo-
e conche intramontane nati e di sali solubili, suoli con proprietà vertiche; c)
GEOLOGIA: calcari, dolomie e marne del Mesozoico suoli ricchi di ossidi di ferro e con accumulo di argilla;
e del Terziario. Morfologia: versanti e scarpate con d) suoli alluvionali.
piane incluse, da 300 a 2000 m s.l.m. Suoli: a) suoli 26. (66.4) Monte Etna
sottili; b) suoli con struttura pedogenetica fino in pro- GEOLOGIA: rocce vulcaniche effusive del Mesozoico,
fondità e profilo poco differenziato; c) suoli ricchi in Terziario e Quaternario. Morfologia: versanti, da 0 a
ossidi di ferro con accumulo di argilla. 2500 m s.l.m. Suoli: a) suoli con struttura pedogene-
19. (56.1) Aree collinari vulcaniche dell’Italia cen- tica fino in profondità e profilo poco differenziato; b)
trale e meridionale suoli con caratteri derivanti da materiali vulcanici; c)
PRODUZIONI VEGETALI: CONOSCENZE E TECNICHE 17 Introduzione
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Le Regioni Pedologiche (Soil Regions) presenti in Ita- 5. La quantità di acqua che rimane nel suolo dopo la perco-
lia sono: lazione dell’umidità in eccesso viene indicata come:
a. 32 a. acqua disponibile
b. 34 b. capacità di campo
c. 36 c. punto di avvizzimento
2. Quali proprietà di un suolo influiscono maggiormente 6. Per ottenere buone produzioni i fabbisogni di azoto (N)
sulle colture? per ettaro oscillano mediamente tra:
a. regime idrico e termico a. 50-90 kg/ha
b. limitazioni permanenti b. 90-110 kg/ha
c. pH e calcare c. 120-200 kg/ha
3. La tecnica di preparazione del terreno con tagli verticali 7. Nella classificazione di Hoshimo il clima locale (o topo-
senza rivoltamenti delle zolle si chiama: clima) ha estensione:
a. erpicatura a. orizzontale di alcune decine di km e verticale di 1 km
b. discissura b. orizzontale di 1.000-2.000 km e verticale di 3-4 km
c. aratura c. verticale di circa 12 km
4. I concimi per migliorare le condizioni nutritive e lo stato 8. Le piante che producono semi a partire da ovuli e polli-
fisico del suolo a base di letame, terricciati, deiezioni ne dello stesso soggetto si dicono:
sono detti: a. eterogame
a. organici b. autogame
b. minerali c. allogame
c. terziari
VERO O FALSO
1. I cereali da granella presentano un apparato 5. In Italia, gran parte delle precipitazioni si
1. Il contenuto percentuale di humus nel registrano nel periodo primaverile-estivo. V F
suolo normalmente non supera il 5-10%. V F
6. Il fosforo ha una scarsa mobilità nel terreno in
2. I suoli con moderate limitazioni agricole quanto è trattenuto dal potere assorbente. V F
hanno una ridotta scelta di colture praticabili 7. La quantità di precipitazioni annuali si misu-
o richiedono moderate pratiche di conserva- rano in cm (litri per cm2). V F
zione. V F
8. Nella PAC 2015-2020 è previsto un paga-
3. In Italia i terreni prevalentemente basici si mento ecologico vincolato al rispetto di pra-
trovano sulle alpi e sugli appennini. V F V F
tiche agricole favorevoli a clima e ambiente.
4. È definito titolo di un concime la quantità
(espressa in %) degli elementi fertilizzanti in
esso contenuti. V F
ABBINAMENTI LOGICI
Dati ISTAT: (a) dati 2018; (b) mese di rilevazione ottobre 2018; (c) mese di rilevazione dicembre 2018 (d) r = valore rilevato, s = valore
imputato, t = totale.
20 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
Dettaglio regionale relativo a superficie (ha) e produzione (q) italiana di frumento, segale, orzo, avena
Superficie (ha) e produzione (q) italiana di riso, mais, sorgo e altri cereali
Dati ISTAT: (a) dati 2018 provvisori per riso; (b) Mese di rilevazione aprile 2018; (c) Mese di rilevazione novembre 2018; (d) Mese di rileva-
zione dicembre 2018; (e) r = valore rilevato, s = valore imputato, t = totale.
COLTURE CEREALICOLE 21 Capitolo 1
Varietà Proteine Peso Peso 1000 Varietà Proteine Peso Peso 1000
media per granella ettolitrico semi (g) media per granella ettolitrico semi (g)
regione (% s.s.) (kg/hL) regione (% s.s.) (kg/hL)
Sardegna 11,7 80,8 39,9 Puglia 11,9 812 42,6
Borello 12,1 78,0 37,1 Anco Marzio 11,9 83,3 36,8
Colosseo 11,4 82,3 40,8 Ciccio 11,4 81,5 43,0
Claudio 13,8 85,7 44,0
Iride 11,3 82,0 40,3
Duilio 14,6 79,9 38,9
Karalis 12,1 81,2 39,7 Grecele 13,0 81,5 39,1
Latinur 12,1 79,6 38,0 Iride 11,7 81,3 39,8
Rusticano 11,1 82,7 40,9 Quadrato 12,8 78,6 45,3
Saragolla 11,4 78,9 34,3 Simeto 11,0 80,4 44,3
Basilicata 12,4 19,6 40,4
Simeto 13,5 81,3 47,7
Anco Marzio 12,2 82,9 37,4
Sicilia 11,6 81,5 40,7
Cappelli 13,8 79,5 45,5
Appio 1134 82,4 39,8 Ciccio 11,8 80,6 41,4
Ciccio 10,5 81,7 38,2 Claudio 11,7 83,7 43,1
Creso 12,0 85,9 46,5 Duilio 12,5 72,8 38,1
Duilio 12,0 81,5 41,6 Iride 12,0 80,5 37;1
Latinur 11,5 83,1 38,5
Iride 11,8 81,8 35,5
Saragolla 10,8 81,7 42!1
Rusticano 11,8 81,2 37,8
Simeto 12,5 78,7 42,2
Simeto 11,7 80,9 42,9 i Vinci 13,0 75,8 38,7
COLTURE CEREALICOLE 23 Capitolo 1
3 Glutine e celiachia
Sempre più persone soffrono di disturbi legati al con- nera soprattutto disturbi intestinali: diarrea, vomito,
sumo di grano: difficoltà digestive, gonfiori e coliche. inappetenza, gonfiore addominale e può determinare
Responsabili di questo sono le gliadine e le glutenine carenze di ferro e vitamine.
che contengono la maggior parte delle proteine e sono Negli adulti la malattia può presentarsi con astenia
fonte di allergia o intolleranza alimentare al grano. Il o con sintomi apparentemente extraintestinali come
glutine risulta infatti difficile da digerire e comporta osteoporosi e anemia. L’innesco dell’intolleranza al
così l’insorgenza dei disturbi. glutine necessita di elementi sia esogeni (il glutine)
La celiachia, detta anche malattia di Herter, è una che endogeni (controllo genetico). Il glutine è presen-
affezione cronica dell’intestino tenue, caratterizza- te in numerosi cereali, tra cui il grano e comprende
ta da malassorbimento e dovuta a una intolleranza una famiglia di proteine vegetali, le prolammine, con-
al glutine la cui ingestione è assolutamente vietata. tenute nel frumento (gliadine), nell’orzo (ordeine), e
Gli alimenti con glutine causano infatti una reazio- nella segale (secaline). La tossicità delle prolammine
ne autoimmunitaria che danneggia gravemente la presenti nell’avena (avenine), non è stata provata in
mucosa dell’intestino tenue, provoca l’atrofia dei villi modo definitivo. Riso e mais, in quanto privi di glu-
intestinali e impedisce l’assorbimento delle sostanze tine, vengono utilizzati nelle diete dei pazienti con
nutritive. malattia celiaca.
La malattia colpisce più le donne che gli uomini, può Il controllo genetico di questa malattia, i cui sintomi
manifestarsi a qualsiasi età, anche se la maggio- clinici possono essere molto variabili, è indicato dal
re incidenza si ha durante la prima infanzia e nella fatto che l’8-10% dei familiari delle persone con ma-
donna attorno ai 35 anni, dopo la prima o la seconda lattia celiaca è affetto da questa patologia. Una dieta
gravidanza. Nei bambini l’intolleranza al glutine ge- alimentare senza glutine è l’unica terapia.
a c
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. I cereali da granella più coltivati in Italia apparten- 5. La spighetta del frumento è costituita da un breve asse
gono alla famiglia delle: (sul quale sono inserite le glume e 3-8 fiori) chiamato:
a. ortive a. lemma
b. graminacee b. pannocchia
c. leguminose c. rachilla
2. L’endosperma dei cereali è avvolto da: 6. Il peso ettolitrico del frutto di 1.000 semi di avena oscil-
a. strato aleuronico la tra:
b. solco ventrale a. 5-20 g
c. glumelle b. 20-45 g
c. 45-60 g
3. Come si chiama la fase di fuoriuscita della spiga dall’ul-
tima guaina fogliare con estroflessione delle antere dal- 7. L’orzo caratterizzato da sei file di cariossidi (di cui quat-
le glumette? tro riunite in due coppie) appartiene alla specie:
a. erpicatura a. Hordeum tetrasticum
a. allegagione b. Hordeum vulgare
b. maturazione c. Hordeum disticum
c. fioritura
8. Il mais raggiunge la fase di maturazione cerosa quante
4. Il sottogruppo (macrotermico) dei cereali con coltivazio- settimane dopo la maturazione lattea?
ne in primavera-estate è formato dalle sottofamiglie: a. 1-2
a. Hordeae e Aveneae b. 3-4
b. Maydeae e Oryzeae c. 5-6
c. Graminaceae e Poaceae
VERO O FALSO
1. L’organo riproduttivo dei cereali è la carios- 6. L’infiorescenza di orzo dei tipi esastici ha fer-
side (frutto secco indeiscente). V F tile solo il fiore delle spighette centrali e la
2. La germinazione inizia con basso tenore di spiga matura è composta solto da quattro file
di cariossidi. V F
umidità della cariosside e con la fuoriuscita
prima della piumetta e, poi, della radichetta 7. L’ottimizzazione della resa in granella della
primaria. V F segale si attua con un investimento di 400-
450 semi germinabili/m2. V F
3. Alcune varietà di cereali producono cariossidi
nude nelle quali è assente l’endosperma. V F 8. Nel riso, quando l’infiorescenza comple-
4. I frumenti poliploidi derivano da incrocio tra tamente formata è racchiusa nella guaina
specie diverse di frumento, con successivo dell’ultima foglia, si ha la fase di accesti-
V F mento. V F
raddoppiamento cromosomico.
5. Per ottenere buone produzioni di avena è ne-
cessario realizzare un investimento pari a 150-
250 semi per m² e il seme necessita di concia. V F
ABBINAMENTI LOGICI
1. Cereali da granella A. Infiorescenza
2. Spighette B. Farro piccolo vestito
3. Cariosside C. Graminacee
4. Frumento diploide D. Frutto
5. Decorticatura E. Glume e glumelle
6. Pannocchia F. Pennacchio
Circa il 40 % della produzione mondiale di legumi ONU, FAO e Unione Europea hanno incentivato la
proviene da: India, Canada, Myanmar, Brasile e Cina. produzione di legumi, poiché attuali livelli di crescita
L’India è il più grande produttore (16-17 milioni di ton- del settore, in rapporto all’incremento demografico,
nellate) (Fig. 2.3). Il Canada è il secondo produttore non sono adeguati per quanto riguarda le future ne-
(6 milioni t), inoltre risulta essere il primo esportatore cessità alimentari.
mondiale (Fig. 2.4). La produzione di Brasile e Cina Considerato l’aumento della popolazione mondiale, si
è destinata perlopiù al mercato interno. Seguono UE, assisterà in futuro a una elevata crescita della doman-
USA, Australia , Russia, Etiopia, Messico, Tanzania, da di sostanze proteiche da destinare all’alimentazio-
Turchia e Pakistan la cui produzione è compresa tra ne umana.
1,0 e 2,5 milioni t. Occorre sottolineare che USA, Au- Nei Paesi più avanzati le coltivazioni di legumi da gra-
stralia, Unione Europea e Myanmar sono forti espor- nella risulteranno quindi sempre più importanti dal
tatori (Fig. 2.5). punto di vista nutrizionale e agroecologico.
Fagioli Piselli secchi Lenticchie Ceci Altri legumi Totale Fave Lupini
secchi secchi Broad Totale
Beans dry Peas dry Lentils Chickpeas Pulses, nes beans, horse Lupins Mondo
beans, dry
t % t % t % t % t % t % t t t
India 4.110.000 13,3 600.000 3,7 1.100.000 22,5 9.880.000 69,4 1.000.000 19,4 16.690.000 23,4
Canada 273.200 0,9 3.444.800 21,3 1.987.000 40,7 123.000 0,9 - - 5.828.000 8,2
Myanmar 3.737.320 12,1 70.550 0,4 1.000 0,0 492.300 3,5 - - 4.301.170 6,0
Brasile 3.294.586 10,6 3.692 0,0 - - - - - - 3.298.278 4,6
Cina 1.035.000 3,3 1.575.000 9,7 153.000 3,1 10.500 0,1 121.000 2,3 2.894.500 4,1
UE a 28 230.584 0,7 1.379.792 8,5 73.905 1,5 45.407 0,3 728.659 14,1 2.458.347 3,4
USA 1.324.760 4,3 778.140 4,8 152.720 3,1 127.369 0,9 - - 2.382.989 3,3
Australia 52.630 0,2 292.790 1,8 348.080 7,1 817.200 5,7 650.000 12,6 2.160.700 3,0
Russia 7.078 0,0 1.502.845 9,3 20,204 0,4 120.000 0,8 453.653 8,8 2.103.780 2,9
Etiopia 513.725 1,7 342.637 2,1 137.354 2,8 458.682 3,2 71.350 1,4 1.523.748 2,1
Messico 1.273.957 4,1 2.962 0,0 8.556 0,2 171.665 1,2 260 0,0 1.457.400 2,0
Tanzania 1.025.930 3,3 - - 129.730 2,7 99.520 0,7 126.860 2,5 1.382.040 1,9
Turchia 215.000 0,7 2.987 0,0 345.000 7,1 450.000 3,2 3.515 0,1 1.016.502 1,4
Pakistan 107.600 0,3 30.100 0,2 8.600 0,2 750.000 5,3 136.000 2,6 1.032.300 1,4
Altri Paesi 13.768.986 44,5 6.164.580 38,1 420.122 8,6 693.367 4,9 1.860.263 36,1 22.907.318 32,1
Totale mondo 30.970.356 100 16.190.875 100 4.885.271 100 14.239.010 100 5.151.56 100 71.437.072 100 4.342.465 981.481 76.761.018
2.5 Produzione mondiale di legumi secchi da granella (valori espressi in t = tonnellate) (Dati FAO, 2014).
Anno Fagioli Piselli Lenticchie Ceci Fave da Altri Totale 2006 = 100
granella* legumi
2006 13.060 42.676 1189 6170 82.600 - 145.695 100,0
2007 11.378 41.750 1320 6290 92.970 - 153.707 105,5
2008 12.057 28.110 1320 6250 106.500 - 154.237 105,9
2009 11.844 28.656 1457 7707 85.900 - 135.654 93,1
2010 13.181 30.872 1695 9143 104.240 - 159.132 109,2
2011 11.837 27.295 1944 8446 82.460 - 131.982 90,6
2012 11.809 23.985 1842 11.219 95.990 - 144.845 99.4
2013 11.804 21.445 2040 12.076 77.940 - 125.305 86,0
2014 11.049 23.044 1873 13.072 74.730 - 123.767 84,9
2015 12.215 26.240 2484 16.761 89.280 - 146.981 100,9
* Circa il 93% della produzione delle fave da granella è destinato a usi zootecnici.
2.7 Produzione di legumi secchi in Italia (valori espressi in tonnellate).
2.10 Caratteri-
stiche e proprietà
nutrizionali dei le-
gumi. Il contenuto
in proteine, grassi
e carboidrati dei le-
gumi secchi è circa
doppio rispetto a
quelli freschi (a
causa della minore
percentuale di ac-
qua contenuta) essi
sono però più ricchi
di vitamine e sali
minerali. Il peso
dei legumi secchi
aumenta di circa 3
volte con la cottura.
30 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
hanno portato i ricercatori a effettuare studi che han- da legumi, frutta e verdure si può ottenere la riduzio-
no permesso di restituire ai legumi un ruolo di primo ne della concentrazione di colesterolo LDL.
piano nella alimentazione umana, convalidando scien- Relativamente all’osteoporosi, uno studio recente ha
tificamente ciò che la saggezza contadina aveva da dimostrato che una dieta con un più elevato rapporto
tempo intuito. di proteine animali rispetto a quelle vegetali, determi-
I vantaggi dell’utilizzo di proteine vegetali al posto na un maggiore tasso di perdita dell’osso e un mag-
di quelle animali risiedono innanzitutto nel fatto che giore rischio di fratture. Di recente, i legumi sono stati
non contengono grassi saturi e colesterolo, presenti rivalutati anche nella dieta dei pazienti diabetico: per
invece nelle proteine animali come carne e latticini. il loro basso indice glicemico, insieme ai cereali inte-
Molte ricerche epidemiologiche che hanno inoltre di- grali e alle verdure assicurano un apporto adeguato
mostrato che un aumento del consumo di acidi gras- di micronutrienti, tengono sotto controllo l’aumento
si saturi si associa spesso a un aumento significativo della trigliceridemia, facilitano la perdita di peso e
della mortalità per problemi cardiovascolari; gli acidi permettono un controllo glicemico ottimale a lungo
grassi monoinsaturi presenti nell’olio di oliva e gli aci- termine.
di grassi polinsaturi omega-6 dei legumi esercitano al Tra gli altri nutritivi dei legumi ci sono anche acidi
contrario un effetto protettivo. grassi essenziali, vitamine (soprattutto del gruppo B,
L’elevato contenuto glucidico conferisce ai legumi un utili alla salute dei tessuti), sali minerali e oligoele-
buon potere energetico. Ad eccezione della soia (ricca menti, tra cui fosforo (prezioso per il sistema nervoso),
dei preziosi polinsaturi), i legumi sono poveri di grassi calcio (necessario alla salute delle ossa) e in percen-
e, quindi, particolarmente indicati nelle diete ipolipi- tuali minori ferro e rame, che rigenerano sangue e
diche (Fig. 2.10). L’elevato contenuto in fibre li rende, metabolismo cellulare. I legumi sono alimenti molto
inoltre, alimenti sazianti e contribuisce a prevenire energetici, soprattutto nella versione secca (300 calo-
patologie quali diverticolosi del colon, stitichezza, so- rie per 100 g di prodotto). Nella versione fresca hanno
vrappeso, malattie coronariche, aterosclerosi, diabete, meno calorie (perché contengono più acqua): tra quel-
obesità, tumori dell’intestino e calcolosi della cistifel- li meno calorici ci sono le fave (35 Kcal/hg) e i piselli
lea. (75 Kcal/hg); i ceci invece valgono 100 Kcal/hg l’etto
I legumi sono tra gli alimenti vegetali più ricchi di (Fig. 2.11).
calcio. Il contenuto in vitamina B1, ferro e potassio è
apprezzabile; tuttavia una certa quantità di minerali I ceci
viene neutralizzata dall’abbondante presenza di fitati, Tra i legumi i ceci sono quelli più calorici: contengono
sostanze “antinutrizionali” che ne riducono l’assorbi- il 6% di grassi (mentre fagioli, piselli e lenticchie solo
mento. il 2%) e carboidrati (55%). Oltre a essere ricchi di ami-
Al contrario delle proteine animali, quelle dei legu- do, vitamine e acidi grassi (acido linoleico), i ceci con-
mi contengono fibra, sia insolubile (nella buccia) che tengono anche le saponine, delle sostanze che aiuta-
solubile. Le fibre solubili sono attive nel trattamento no a eliminare trigliceridi e colesterolo dall’intestino.
delle iperlipidemie, poiché nell’intestino formano una Hanno una buona percentuale di cellulosa, ma devono
sorta di gel che rallenta il tempo di svuotamento ga- essere consumati con attenzione dalle persone che
strico e riduce l’assorbimento di colesterolo e di acidi soffrono di patologie gastrointestinali. Così come per
biliari. Dunque, con una dieta ad alto contenuto di fi- tutti gli altri legumi, i ceci sono più digeribili se privati
bre, circa 35-40 g al giorno, composta principalmente dell’involucro che li avvolge (Fig. 2.12).
smo umano e riconoscendo il loro valore nella fase di Per avere la garanzia di consumare legumi, legumi-
accrescimento del bambino o durante la gravidanza, nose e loro derivati senza tracce di sostanze chimiche
appare evidente che le proteine vegetali meritano (ad esempio i solventi usati per l’estrazione dell’olio) e
di occupare uno spazio maggiore nell’alimentazione di OGM è importante l’acquisto di alimenti provenien-
dell’adulto sano. ti da produzioni biologiche controllate.
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Il fagiolo è una specie macroterma che per germinare 5. La semina della lenticchia in zone a clima mediterraneo
richiede una temperatura minima di: (quote inferiori a 800-900 m) è:
a. 5 °C a. primaverile
b. 7 °C b. estiva
c. 10 °C c. autunnale
2. Le leguminose sono caratterizzate dall’azotofissazione 6. Come coltura intercalare la semina del fagiolo viene
simbiotica in grado di: eseguita:
a. aumentare la dimensione delle radici a. inizi giugno-fine di luglio
b. migliorare la fertilità dei terreni b. fine luglio-inizi agosto
c. ridurre la capacità irrigua c. fine agosto-inizio settembre
3. La temperatura minima per la fioritura della fava è: 7. Nel fagiolino da mercato fresco l’apporto di azoto stan-
a. 4 °C dard in situazione normale e per una produzione di 9 t/
b. 6 °C ha è di:
c. 8 °C a. 40 kg/ha
b. 50 kg/ha
4. Nel cece la distribuzione dei concimi fosfatici e potassi- c. 60 kg/ha
ci deve essere effettuata:
a. prima della lavorazione principale 8. Le varietà di pisello multipod presentano per ogni nodo
b. prima della fioritura fertile fino a:
c. dopo la semina a. 5 fiori e 1-2 baccelli
b. 8 fiori e 3-4 baccelli
c. 10 fiori e 4-5 baccelli
VERO O FALSO
1. Il sistema radicale delle leguminose è carat- 5. Le cultivar di lenticchia più apprezzate dal
terizzato da strutture chiamate tubercoli. V F mercato sono quelle a semi grandi. V F
2. Nel pisello la germinazione è ipogea e in 6. Il pH del terreno ideale per il fagiolo è a rea-
seguito all’emergenza i cotiledoni escono zione sub-acida (pH 6-6,5) o neutra (pH 7). V F
dal terreno. V F
7. Le foglie del pisello sono pennate, composte
3. Nella fava con l’incremento del peso dei semi da due o più paia di foglioline, con altre me-
si ha un aumento della precocità di fioritura. V F tamorfosate in cirri. V F
4. In Italia, l’epoca di semina tradizionale del 8. La temperatura massima per la fioritura del
cece è autunno-vernina. V F pisello è 25 °C. V F
ABBINAMENTI LOGICI
3.1(a) Coltura
estensiva di girasole;
(b) baccelli di soia.
PIANTE E COLTURE AGROINDUSTRIALI 35 Capitolo 3
Germania e Francia producono circa 1/3 della produ- La Sicilia è in testa con oltre 380.000 tonnellate (34% del-
zione totale di patate dell’Unione Europea. la produzione totale italiana), segue Lazio (14%), Cam-
La prima regione per produzione è la Campania, men- pania (12%) e Puglia (11%). Le regioni che si distinguo-
tre l’Emilia Romagna è la prima regione per produzio- no per la maggiore produzione di pomodoro da industria
ne unitaria per ettaro, inoltre la Sicilia è la regione con sono Puglia ed Emilia-Romagna, seguite da Lombardia,
la maggiore superficie coltivata. Campania e Veneto. La produzione di tabacco in foglie
Per quanto riguarda la produzione di pomodoro al pri- nell’Unione Europea si attesta attualmente intorno a
mo posto vi è la Cina, seguita da India e Stati Uniti. 180.000 t con prevalenza delle varietà flue-cured (67%),
L’Europa continentale produce il 13% dei quantitativi seguite dalle varietà Orientali (16%), ligh air-cured
mondiali. (16%), dark air-cured (2%) e fire-cured (1%).
La produzione mondiale di tabacco in foglie è pari a è il primo produttore di tabacco greggio dell’Unione
circa 4.900.000 t , di cui oltre il 45% è prodotto in Cina. europea, con una quota del 27% e volumi complessivi
il principale esportatore mondiale di tabacco è il Bra- intorno a 50.000 t . Il 97% del tabacco viene coltiva-
sile, seguito da USA, India, Zimbabwe e Malawi. Il to in Campania, Umbria, Veneto e Toscana. in Italia
tabacco greggio prodotto nella UE costituisce circa il sono coltivate tutte le varietà di tabacco, tranne i ta-
3,7% della produzione mondiale complessiva. L’Italia bacchi orientali, prodotti solo in Grecia e Bulgaria.
Veneto-FCV
Centro Italia-FCV
Umbria-Toscana-Lazio-
Abruzzo
Toscana-Umbria-
Lazio
Kentucky
Campania-Lazio
(Bl e DAC)
In Italia nell’arco di cinque anni la superficie coltivata L’Unione Europea è la terza area di produzione di
a canapa è passata dai 400 ettari del 2013 ai quasi canapa al mondo, con oltre 25.000 ettari coltivati nel
4.000 per il 2018. 2015, dopo Cina e Canada.
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Nella soia il tipo di fioritura che avviene dal basso 5. Il ricino appartiene alla famiglia:
verso l’alto senza un racemo terminale è detta: a. Euforbiacee
a. determinata b. Ombrellifere
b. indeterminata c. Pedaliacee
c. semideterminata
6. Il fabbisogno idrico stagionale del tabacco è di:
2. Nella soia l’azotofissazione avviene grazie alla simbiosi a. 100-200 mm
con quale rizobio specifico? b. 200-400 mm
a. Mesorhizobium c. 400-700 mm
b. Azorhizobium
c. Bradyrhizobium japonicum 7. Nella patata, la parte terminale dello stelo che al buio si
ingrossa e accumula amido è denominata:
3. L’infiorescenza del girasole si chiama: a. rizoma
a. calatide b. tubero
b. brattea c. radice
c. racemo
8. Nell’alimentazione zootecnica, i semi di cotone sgranati
4. Il contenuto in olio dei semi di colza si aggira intorno al: possono essere utilizzati solo da:
a. 28-35%; a. ruminanti
b. 40-47% b. suini
c. 49-52% c. equini
VERO O FALSO
1. La produzione delle colture da biomassa è to- 5. Le varietà di tabacco coltivate nel nostro Pa-
talmente destinata alla produzione di energia ese appartengono soprattutto ai Gruppi II e
(per combustione o digestione anaerobica) e III (varietà Havanna e Kentucky). V F
di biocarburanti. V F
6. I pomodori da industria sono stati selezionati
2. L’eliotropismo del girasole si attenua dopo la per raccolta meccanica, tipologia di accresci-
fase di accestimento. V F mento definito e maturazione disetanea. V F
3. I semi di colza e ravizzone sono contenuti in 7. L’estrazione dello zucchero di canna avviene
frutti allungati e sottili, chiamate silique. V F per spremitura. V F
4. Il cartamo è una coltura da rinnovo con ciclo 8. La Cannabis sativa ha un contenuto di THC
autunno-vernino. V F >1%, la Cannabis indica <0,2%. V F
ABBINAMENTI LOGICI
a b
SISTEMAZIONE E PREPARAZIONE DEL SUOLO. Richie- soffice per garantire un buono sviluppo della radice. La
de un’accurata sistemazione del terreno per facilitare lo preparazione del letto di semina non deve sminuzzare
sgrondo delle acque ed evitare ristagni idrici cui la col- troppo il terreno per evitare la formazione di crosta su-
tura è sensibile. Il terreno deve essere sufficientemente perficiale, che ostacola l’emergenza della coltura.
DECREMENTI INCREMENTI
Apporto standard di K2O in situazione nor-
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla Quantitativo di K2O che può essere
male per una produzione di 40-60 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose standard
SEMINA. La coltura della carota può essere ordina- sità. La concimazione minerale può essere suddivisa
ria (ciclo primaverile-estivo) o extrastagionale (ciclo in più interventi a seconda dell’areale di coltivazione.
estivo-autunnale o autunno-primaverile). La coltu- IRRIGAZIONE. Nella tabella riportata di seguito sono
ra extrastagionale permette di ottenere una pro- indicati i volumi irrigui massimi per intervento, vinco-
duzione fresca fuori stagione, dalle caratteristiche lanti solo per gli impianti irrigui per aspersione e per
organolettiche migliori rispetto alle carote ottenute le manichette ad alta portata e per le colture protette.
nell’autunno precedente. La semina in piena aria si Viceversa non ci sono limitazioni per gli impianti mi-
effettua quando la temperatura ambiente si stabi- croirrigui (goccia spruzzo, ali gocciolanti e manichette
lizza intorno ai +10/+15 °C (temperatura minima di di bassa portata) per i quali non è necessario effettua-
germinazione +6 °C). La semina di precisione evita re il bilancio idrico.
il diradamento in quanto con la semina a spaglio si
ottengono radici più piccole e con maggiori percen- RACCOLTA E PRODUZIONE. La raccolta inizia
tuali di scarto. quando le radici hanno raggiunto il completo svi-
La semina può essere manuale o meccanizzata; i semi luppo e un diametro di 2-4 cm. Produzione: 30-50 t/
vanno interrati, in funzione del tipo di terreno, a pro- ha. A seconda delle varietà e del periodo di coltiva-
fondità variabile da 0,5 a 1 cm. Per semine autunnali zione, il periodo semina-raccolta può durare 3 mesi
e invernali è consigliabile l’utilizzo di una copertura nelle cultivar precoci a radice corta; 4 mesi nelle
con teli in tessuto-non tessuto da rimuovere quando cultivar a radice mezzo lunga nel periodo primave-
le temperature si sono stabilizzate ai livelli ottimali. rile-estivo; 5-7 mesi nelle cultivar a radice lunga nel
In buone condizioni i semi germinano in 5-6 giorni du- periodo invernale.
rante l’estate, e in 2-3 settimane nel caso di semine La raccolta può essere eseguita a macchina, con rac-
precoci a metà febbraio. colta unica, oppure può essere manuale e scalare; in
quest’ultimo caso le piante sono riunite con le foglie
FERTILIZZAZIONE. Deve essere realizzata con l’o- in mazzi e poi lavate. Le carote destinate alla conser-
biettivo di garantire produzioni di elevata qualità e vazione sono private delle foglie, lavate e confeziona-
in quantità economicamente sostenibili, nel rispetto te in sacchetti di polietilene, quindi poste in frigo (0
delle esigenze di salvaguardia ambientale, del mante- °C e 90-95% di UR), dove possono essere conservate
nimento della fertilità e della prevenzione delle avver- fino a 4 mesi.
ragioni per cui al Sud Italia sono più diffuse le coltiva- Il finocchio viene posto a dimora mediante semina
zioni autunno-primaverili, mentre al Nord prevalgono meccanica, ricorrendo al trapianto solo per le colti-
quelle estive-autunnali. vazioni a raccolta tardiva, infatti, mentre la semina
tende ad allungare il ciclo colturale, il trapianto lo
SCELTA VARIETALE E DEL MATERIALE DI PRO- riduce. Per le semine che decorrono da giugno ad
PAGAZIONE. La scelta della cultivar rappresenta un agosto (per le raccolte autunnali), da settembre a
aspetto cruciale per la buona riuscita della coltura ottobre (per le raccolte invernali) e da marzo-aprile
dovendo soddisfare le esigenze di coltivazione e di (per le raccolte estive), vengono utilizzate seminatri-
mercato. ci di precisione che, in funzione delle caratteristiche
Le principali varietà di finocchio sono: Leonardo, varietali, pongono i semi, generalmente confettati,
Mars, Marzio, Orbit, Orion, Rondo, Serpico, Solaris, alla profondità di 4-6 mm e a 6-15 cm oppure 20 cm
Teseo, Tiberio, Venus, Victorio. lungo la fila, mentre l’intervallo fra le file varia da 40
a 60 cm; in funzione dei diversi sesti d’impianto le
SISTEMAZIONE E PREPARAZIONE DEL SUOLO densità di investimento variano indicativamente da
ALL’IMPIANTO. La preparazione del terreno si effet- 80.000 a 120.000 piante/ha.
tua con un’accurata aratura principale, a 25-30 cm di Il trapianto esclude le cultivar precoci e prevede la se-
profondità, seguita da ripetute lavorazioni secondarie. mina a spaglio del seme miscelato a sabbia in vivaio
o localizzata in contenitori, a cui segue il diradamento
SEMINA, IMPIANTO, TRAPIANTO. Sono preferite le e la successiva messa a dimora manuale o meccanica
cultivar a pianta vigorosa, con fogliame compatto, me- in pieno campo quando le piantine, dopo 30-40 giorni
diamente espanso ed eretto, con buona produttività, dalla semina, sono alte 10-15 cm e sono presenti 4-5
resistenti al freddo e alla montata a seme e scarsa- foglie; facendo attenzione che il colletto della piantina
mente suscettibili alla crepatura dei grumoli. non venga interrato.
b
a
FERTILIZZAZIONE.
DECREMENTI INCREMENTI
Apporto standard di K2O in situazione nor-
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla Quantitativo di K2O che può essere
male per una produzione di 24-36 t/ha
dose standard aggiunto (+) alla dose standard
IRRIGAZIONE. Ha l’obiettivo di soddisfare il fabbiso- impianti irrigui per aspersione e per le manichette ad
gno idrico della coltura evitando di superare la capaci- alta portata e per le colture protette. Viceversa non ci
tà di campo, allo scopo di contenere lo spreco di acqua, sono limitazioni per gli impianti microirrigui (goccia
la lisciviazione dei nutrienti e lo sviluppo di avversità. spruzzo, ali gocciolanti e manichette di bassa porta-
Nella tabella riportata di seguito sono indicati i volumi ta) per i quali non è necessario effettuare il bilancio
irrigui massimi per intervento, vincolanti solo per gli idrico.
44 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
Il finocchio appartiene alle specie moderatamente do le guaine sono ancora ben serrate e compatte, e
sensibili alla salinità con una soglia massima intorno precede l’ingrossamento delle gemme interguainali,
ai 1,25 dS m-1 prima che si manifestino riduzioni di evitando la presenza di germogli che deprezzano qua-
resa. Valori intorno ai 3,90 dS m-1 dimezzano la produ- litativamente il prodotto sia direttamente con la loro
zione con effetti negativi sul peso medio dei grumoli, presenza, sia indirettamente deformando e spaccan-
sulla forma e sul contenuto percentuale di sostanza do i grumoli.
secca (tessuti più fibrosi). Le operazioni di raccolta vengono effettuate scalar-
mente a mano, oppure in unica soluzione a macchina.
RACCOLTA. La fase fisiologica per la raccolta del fi- La raccolta ha inizio quando pezzatura, forma, colore
nocchio corrisponde, in funzione delle cultivar, alla e consistenza sono quelli propri della varietà utilizza-
massima dimensione raggiunta dal grumolo, quan- ta. Produzione: 40-60 t/ha.
effettua dopo circa 80-90 giorni, i successivi a distan- • ciclo autunno-invernale: si attua con semine in set-
za di 25-30 giorni l’uno dall’altro. tembre-ottobre e raccolte primaverili e, in genere, si
Il prezzemolo può essere coltivato in pieno campo o in ricorre alla copertura con tunnel di film plastici;
coltura protetta: • coltura forzata: si attua in serra e le semine iniziano
• ciclo estivo-autunnale in pieno campo: le semine da gennaio-febbraio.
si iniziano in primavera (marzo-aprile) per produzioni La densità d’impianto ottimale può variare in funzione
estive e a maggio-giugno per produzioni autunnali; della varietà e dell’ambiente di coltivazione.
Epoca di semina Densità (piante/ Distanza tra le Distanza sulla fila Profondità di Quantità di seme
ha) file (cm) semina (cm) (kg/ha)
Da gennaio a feb- 250.000-600.000 20-40 4-10 1-2 5-20*
braio (serra)
da marzo a settem-
bre (pieno campo)
* La semina maggiore si riferisce alla semina a spaglio.
IRRIGAZIONE. Nella tabella 11 sono indicati i volumi sono limitazioni per gli impianti microirrigui (goccia
irrigui massimi per intervento, vincolanti solo per gli spruzzo, ali gocciolanti e manichette di bassa porta-
impianti irrigui per aspersione e per le manichette ad ta) per i quali non è necessario effettuare il bilancio
alta portata e per le colture protette. Viceversa non ci idrico.
CONCIMAZIONE.
Sedano
Il sedano (Apium graveolens var. dulce), famiglia Om- SCELTA VARIETALE E DEL MATERIALE DI PROPA-
brellifere, è un ortaggio da foglia del quale si utiliz- GAZIONE. La scelta varietale deve tener conto degli
zano i piccioli fogliari (coste), da cui deriva anche la aspetti produttivi e del comportamento della varietà
denominazione di sedano da coste. È diffuso in tutte nei confronti di parassiti animali e vegetali.
le Regioni, soprattutto in Puglia, Piemonte, Lazio, Ve- Le varietà sono distinte in base alle caratteristiche delle
neto e viene coltivato anche in serra. coste. Vi sono cultivar di sedano a costa verde (Elne, Flo-
rida, Verdon, Verde di Chioggia, Gigante di Romagna,
SCELTA DELL’AMBIENTE DI COLTIVAZIONE E VO- Tall Utah), a coste bianche (Lepage, Perla, Florida), a co-
CAZIONALITÀ. Il sedano predilige terreni franchi, ste dorate (Dorato d’Asti, Sedor, Dorato Barbier), a coste
profondi, ricchi di sostanza organica, con buona ca- rosate (Piemontese o Rosso di Torino). Altre varietà dif-
pacità di ritenzione idrica, ma senza ristagni; pH fise diffuse di sedano sono: Conga, Darklet, Monterey,
compreso tra 6 e 7 e salinità del terreno inferiore a Octavius, Rumba, Sigfrido, Utah 5270 R.
1,41 dS/m. La temperatura ottimale di germinazione è
compresa tra i 15 e i 20 °C.
c
SISTEMAZIONE E PREPARAZIONE DEL SUOLO. È ri- della disponibilità e applicazione del riscaldamento. Le
chiesta un’accurata sistemazione del terreno per faci- distanze di impianto sono in funzione delle dimensioni
litare lo sgrondo delle acque ed evitare ristagni idrici che le piantine raggiungono a maturità. In genere, sia
a cui la coltura è molto sensibile. Nei terreni franchi o per il ciclo a raccolta estiva (sedano da estate), sia per
tendenzialmente argillosi è necessario effettuare un’a- quello a raccolta invernale (sedano da inverno) si tra-
ratura ad una profondità di circa 40 cm. In alcuni casi, pianta in file singole distanti tra loro 70-90 cm, mentre
per ridurre i tempi di preparazione del terreno, si può le piante lungo la fila sono distanziate di 20-25 cm, con
sostituire l’aratura profonda con una lavorazione a due un numero di piante variabile da 44.000 a 70.000/ha. In
strati (discissura a 30-40 cm seguita da una aratura su- coltura protetta gli investimenti sono più elevati, fino a
perficiale a 20-30 cm). 8-17 piante/m2, con una distanza tra le file di 40-60 cm e
Nel caso in cui non si debbano interrare concimi organici 15-25 cm sulla fila.
e la precessione colturale preveda una coltura che lasci Il sedano può essere coltivato in pieno campo o in coltu-
pochi residui sul terreno, è possibile eseguire un’estir- ra protetta e si distinguono diversi cicli:
patura a circa 25-35 cm seguita da una o più erpicature. • ciclo a raccolta estiva: si attua con il trapianto tra la
fine di marzo e gli inizi di maggio e con raccolta da giu-
TRAPIANTO. La tecnica più diffusa di impianto del se- gno in poi;
dano è il trapianto. Le piantine, allevate in semenzaio, • ciclo a raccolta invernale: si attua con il trapianto a
sono pronte in circa 60-70 giorni, quando presentano luglio e la raccolta a fine gennaio;
4-5 foglie. Il trapianto può essere eseguito a mano o con • coltura forzata: si attua in serre o tunnel freddi o ri-
trapiantatrici a file. L’impianto in pieno campo si effet- scaldati. Il ciclo può essere autunno-invernale o inverno-
tua da aprile fino agli inizi di luglio per ottenere pro- primaverile, a seconda delle diverse epoche di pianta-
duzioni durante tutta l’estate e parte dell’autunno. In gione e raccolta.
coltura protetta il ciclo può essere autunno-invernale o La lunghezza del ciclo varia da 80 a 150 giorni dal tra-
fine inverno-primavera in funzione dei regimi termici e pianto.
FERTILIZZAZIONE. Deve essere condotta con l’o- delle esigenze di salvaguardia ambientale, del man-
biettivo di garantire produzioni di elevata qualità e tenimento della fertilità e della prevenzione delle av-
in quantità economicamente sostenibili, nel rispetto versità.
IRRIGAZIONE. I volumi irrigui massimi per interven- versa non ci sono limitazioni per gli impianti microir-
to, riportati nella tabella seguente, sono vincolanti rigui (goccia, spruzzo, ali gocciolanti e manichette di
solo per gli impianti irrigui per aspersione e per le ma- bassa portata) per i quali non è necessario effettuare
nichette ad alta portata e per le colture protette. Vice- il bilancio idrico.
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. La fragola appartiene alla famiglia botanica delle: 5. La fecondazione della lattuga è prevalentemente:
a. Crucifere a. autogama
b. Composite b. allogama
c. Rosacee c. eterotrofa
2. L’infiorescenza del cavolfiore si chiama: 6. La quantità di potassio per la concimazione del melone
a. corimbo è di:
b. spadice a. 100-160 kg/ha
c. bacca b. 160-240 kg/ha
c. 240-290 kg/ha
3. Per il peperone, gli asporti di azoto in kg, per 1000 kg di
bacche prodotte sono stimati in: 7. La densità di piantagione dello zucchino in pieno campo
a. 1,5 kg è di:
b. 3,9 kg a. 5-10.000 piante/ha
c. 5,3 kg b. 10-12.000 piante/ha
c. 12- 22.000 piante/ha
4. La corolla del fiore di melanzana è costituita da quanti 8. I composti organici polifenolici, non azotati, dotati di
petali di colore violaceo? attività astringente e sapore amaro, presenti in alcune
a. 2-4 petali piante officinali si chiamano:
b. 4-6 petali a. eterosidi
c. 6-8 petali b. tannini
c. mucillagini
VERO O FALSO
1. Le colture ortive caratterizzate da elevati li- 5. La semina dell’insalata può essere effettuata
velli di meccanizzazione e intensificazione manualmente a spaglio o con seminatrici
agronomica, hanno assunto carattere di col- meccaniche a distribuzione continua del
ture industriali. V F seme lungo la fila. V F
2. Il sesto d’impianto a fila singola del cavolfiore 6. Nell’anguria i fiori femminili compaiono
prevede piante a 50-70 cm sulla fila e file di- prima di quelli maschili e sono più numerosi. V F
stanti 60-70 cm. V F
7. I carducci del carciofo sono rami quiescenti
3. Durante la fase iniziale di sviluppo dei fiori, il provvisti di gemme (derivanti da ramifica-
peperone è molto sensibile alla alta intensità zioni del rizoma) che consentono impianti
luminosa e alle basse temperature. V F estivi nelle zone meridionali. V F
ABBINAMENTI LOGICI
e n i b i li t à i n i n p u
S o st
Paesaggio Energia
Coltura
Radiazione luminosa
Aria t Substrato
Fertilizzanti
Suolo
Acqua Pesticidi
Organismi Plastica
Manodopera
PRODUZIONI
IN
COLTURA PROTETTA
ut
Rifiuti
Prodotto
Sost utp
enibilità in o Rifiuti solidi (plastica,
substrati, biomasse vegetali
Consumatore di scarto...)
Emissioni gassose
Run-off (acqua, fertilizzanti,
pesticidi...)
tare la coltura a un ambiente non ottimale. La coltu- piena aria. In particolare, è il tasso di umidità relati-
ra protetta è quindi un agroecosistema complesso, va a giocare un ruolo determinante, essendo molto
soprattutto per la diversificata e specifica tipologia spesso anche per lunghi periodi prossimo a quello di
climatico-strutturale. saturazione, provocando fenomeni di condensa, goc-
Per quanto riguarda le colture protette la sostenibili- ciolamenti e bagnatura delle foglie. L’insieme di tali
tà deve considerare cinque aspetti fondamentali: condizioni favoriscono lo sviluppo di funghi e batteri,
1. gestione della problematica a livello socio-econo- i quali per dare inizio all’infezione hanno bisogno di
mico e culturale; un’elevata umidità. In ambiente protetto il maggiore
2. input produttivi: risorse energetiche, fertilizzanti, uso di fitofarmaci è dovuto anche ad alcune caratte-
difesa fitosanitaria, mezzi biologici, ricerca e tecno- ristiche proprie del sistema di coltivazione:
logia; •
3. risorse genetiche; mitato numero di specie;
4. clima (impatto sulle produzioni); •
5. suolo e acqua (risorse disponibili e fabbisogni del- •
le colture). •
La difesa fitosanitaria deve essere eseguita utiliz- presenza di prodotti sani accanto a prodotti in via di
zando, nella minore quantità possibile, prodotti fi- decomposizione.
tosanitari a minor impatto verso l’uomo e l’ambien-
te, scelti fra quelli aventi caratteristiche di efficacia In questi ultimi anni, e in misura sempre crescente,
sufficienti alla difesa delle produzioni, a livelli eco- la coltivazione in serra è stata oggetto di un comples-
nomicamente accettabili e tenendo conto della loro so processo evolutivo che, attraverso l’ammoderna-
persistenza. mento tecnologico dei fattori di produzione, tende a
Quando sono possibili tecniche o strategie diverse, privilegiare la qualità della produzione e la commer-
occorre privilegiare quelle agronomiche e biologiche cializzazione di prodotti garantiti.
in grado di consentire il minor impatto ambientale, Questo modello produttivo, se da un lato trova nelle
all’insegna di una agricoltura sostenibile. aree mediterranee favorevoli condizioni climatiche,
Le colture protette sono caratterizzate da un massic- dall’altro deve risolvere problemi di ordine tecnico e
cio impiego di fattori tecnici e agronomici necessari tecnologico, ambientale, economico ed energetico.
per garantire il dinamismo degli avvicendamenti col- Nelle colture protette occorre innovazione, ricerca e
turali giustificati dalle esigenze commerciali, inoltre applicazione per gli aspetti che riguardano principal-
presentano un grado di intensivizzazione di gran mente la climatizzazione, l’impiego di acqua, fertiliz-
lunga superiore alle altre produzioni vegetali agra- zanti, agrofarmaci e il monitoraggio e controllo dei
rie. Le colture protette sono definite altamente sensi- parametri produttivi.
bili, per cui è necessario ridurre al massimo l’impatto La serra è un sistema agricolo molto complesso, non
ambientale di tali coltivazioni. solo per le notevoli interazioni che si creano tra i di-
Per garantire produzioni precoci ed elevata produt- versi fattori del ciclo produttivo, ma anche per la sva-
tività delle piante in ambiente protetto si è agito riata tipologia strutturale e climatica che essa pre-
su alcune tecniche agronomiche, principalmente senta. Altri fattori di variabilità sono rappresentati,
fertilizzazione e difesa, con notevoli effetti negativi inoltre, dal grado di preparazione tecnica degli ope-
sull’impatto ambientale. Infatti, a causa della mag- ratori del settore, dall’organizzazione dell’attività e
giore utilizzazione di elementi nutritivi e pesticidi dal mercato a cui è rivolto il prodotto. Sarebbe quindi
di sintesi e della coltivazione ripetuta della stessa auspicabile che, nell’affrontare le varie tematiche di
coltura sullo stesso terreno, l’orticoltura in ambien- questo agroecosistema, l’approccio perseguito sia
te protetto può arrecare alterazioni ambientali an- di tipo sistemico e multidisciplinare in cui l’impiego
che consistenti (salinizzazione, inquinamento falde, delle diverse tecnologie innovative disponibili possa
smaltimento dei materiali plastici di copertura, ecc.). risolvere la conflittualità che ancora esiste tra pro-
L’uso di fertilizzanti e fitofarmaci, nonostante abbia cesso produttivo da un lato ed esigenze di ordine
rivestito un ruolo fondamentale nello sviluppo della energetico, ambientale ed economico dall’altro. In
moderna agricoltura, è ritenuto oggi una delle princi- tale situazione, una strategia per ridurre l’impatto
pali cause di impatto ambientale anche in ambiente delle colture protette sull’ambiente è quella che ten-
protetto. L’accumulo di tali sostanze nei suoli ne al- de a trasformare la serra da sistema agricolo aperto
tera le proprietà chimiche e fisiche con meccanismi a uno di tipo chiuso, sostanzialmente basato sulla:
diversi da elemento ad elemento in funzione del tipo •
di suolo e di coltura. Queste sostanze generano an- sidui tossici;
che alterazioni sulla fauna terricola. •
Nelle coltivazioni in ambiente protetto, a causa della •
presenza di condizioni microambientali che favori- •
scono l’insorgere delle infezioni, si assiste a un mag- •
giore uso dei fitofarmaci rispetto alle coltivazioni in niche di coltivazione fuori suolo);
54 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
La scelta dei mezzi di forzatura o difesa delle piante energia. Tuttavia l’interazione dei fattori che condi-
dipende sia dalle esigenze delle stesse sia dall’enti- zionano la progettazione e l’utilizzazione della serra
tà dei fattori climatici che si vogliono contrastare. In (clima esterno locale, esposizione, pendenza del ter-
Italia, il condizionamento riguarda circa il 30% delle reno, altimetria, ventosità, tipo di serra e materiale
serre e considera come fattori principali da controlla- strutturale impiegato, specie vegetale coltivata, ecc)
re la temperatura, l’umidità, il contenuto di anidride influenzano enormemente il bilancio energetico. Ed
carbonica dell’aria, la temperatura del terreno, l’in- è per tale motivo che l’attenzione della ricerca e della
tensità e durata della luce. L’interazione di questi sperimentazione si rivolge necessariamente sia ver-
fattori regola il processo fotosintetico delle piante. so una tipologia di serra a climatizzazione passiva o
Negli impianti più moderni, l’attuazione delle opera-
zioni connesse con il condizionamento è affidata al di tipo industriale che si avvalgono di sistemi auto-
computer (Fig. 5.2), con notevoli vantaggi dal punto matici, in cui l’installazione di sistemi di rilevamento
di vista gestionale. In linea generale una serra con- e regolazione consentono l’ottimizzazione del clima
sente di aumentare di molte volte il valore della pro- interno.
duzione ottenibile per unità di superficie nel corso di Le principali caratteristiche delle serre più diffuse e
un anno. di tecnologia più recente sono:
Il problema delle serre è essenzialmente energetico •
in quanto, è questa la voce che incide maggiormente vetro;
nel costo di produzione delle colture in serra. Circa •
il 20-30% delle serre italiane sono dotate d’impian- •
ti di riscaldamento. Si calcola che per la sola clima- •
tizzazione, il consumo diretto di energia si aggiri tilazione sia sulle fiancate sia sul colmo della serra a
sull’ordine di 140.000 TEP (Tonnellate Equivalenti di controllo automatico;
Petrolio), pari a circa il 95% dell’energia globalmen- •
te necessaria alla produzione, con una incidenza sul to da generatori d’aria calda alimentati a gasolio o a
costo totale di produzione del 20-30%. gas, sospesi alla struttura portante della serra.
Per le colture protette in Italia, ogni anno, si consu- L’adozione di questo tipo di serra si è registrata so-
mano circa 80.000 tonnellate di plastica; pertanto prattutto tra i giovani imprenditori, più attenti ad
sono notevoli i problemi legati al materiale di scarto accogliere le innovazioni seguendo criteri che ri-
di questo tipo, anche in ragione del fatto che l’uso spondono alle esigenze: di avere una maggiore ven-
di materiali plastici a lunga durata è poco diffuso a tilazione o aerazione e un conseguente minore rista-
causa del loro costo elevato. gno di umidità; di migliorare le condizioni di lavoro,
Normalmente gli obiettivi perseguiti per una razio- avvalendosi di mezzi meccanici e automatismi vari;
nale gestione energetica della serra sono quelli le- di diminuire gli oneri di manutenzione; di attuare ri-
gati da un lato alla massimizzazione dell’apporto sparmi energetici e di utilizzare fonti alternative di
di energia e dall’altro alla limitazione di perdita di energia (pannelli solari) (Fig. 5.3).
TECNICHE DI DIFESA
TECNICHE TECNICHE
CURATIVE PREVENTIVE
PEST
5.4 Schema delle diverse tecniche di IN
controllo biologico con immissione di an- FIRST
tagonisti.
56 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
A B
ed economica rispetto ai lanci sistematici su colture fitofago da predare: perciò la tecnica è consigliabile
quali cetriolo e melone, anche in alcune esperienze se la coltura da proteggere ha un ciclo colturale piut-
condotte nel Nord Italia. tosto lungo (superiore ai 4 mesi) e se in serra si suc-
Il banker plants è un’associazione precoce tra pa- cedono colture soggette al medesimo fitofago oppure
rassitoide e ospite alternativo rispetto al bersaglio se, in assenza del bersaglio principale in serra, siano
principale, ospite fatto sviluppare su piante tenute presenti fitofagi minori, ma predabili dall’ausiliare,
in vaso (Fig. 5.7). In sostanza si alleva direttamen- che così incrementa il suo numero e nel contempo si
te l’ausiliare in modo da avere permanentemente in rende utile.
serra una certa aliquota di antagonisti. La tecnica del lancio inoculativo in certi casi può es-
Come è stato già anticipato, il lancio inondativo con- sere integrata da lanci inondativi quando i vari anta-
siste nell’introduzione in massa degli antagonisti, gonisti impiegati hanno come bersaglio principale o
non appena il fitofago supera determinate soglie secondario il fitofago da controllare.
di presenza. Generalmente i lanci vengono ripetuti Il lancio preventivo può essere considerato una va-
con dosaggi, tempistiche e modalità indicati nei pro- riante di quello inondativo: si adotta in particolare
grammi operativi. quando gli ausiliari sono parassitoidi, quindi con
Nel lancio inoculativo gli ausiliari sono introdotti modalità di azione più complessa e lunga rispetto
molto presto e in piccole quantità affinché si insedi ai predatori; di conseguenza vengono introdotti in
una popolazione di antagonisti sufficientemente nu- quantità inferiori, ma a più riprese, in linea di mas-
merosa e quindi in grado di contrastare fin dall’inizio sima fin dal momento del trapianto della coltura o
le possibili infestazioni dei fitofagi. quando si presume possa fare la comparsa il fitofago
Ciò comporta, ovviamente, che gli antagonisti deb- (allorché quest’ultimo viene rilevato i lanci prosegui-
bano avere la caratteristica di poter sopravvivere ranno con dosaggi maggiori).
anche in assenza del fitofago-preda (bersaglio prin- Complessivamente è una tecnica più costosa rispetto
al lancio inondativo, ma può risultare più convenien-
danneggiare le piante coltivate (in sostanza si tratta te in determinate situazioni (ad esempio in aziende
di insetti in grado di alimentarsi di polline e succhi storicamente soggette a forte rischio di attacco di un
vegetali della coltura senza causare alla stessa danni dato fitofago ad alto tasso di riproduzione e quindi
apprezzabili). Questo tipo di ausiliari, generalmente, in grado di provocare rapidamente danni considere-
ha un tasso di crescita molto inferiore a quello del voli).
58 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. La temperatura notturna delle serre temperate è man- 5. Il terreno a terra suddiviso da lastre di cemento alte 20-
tenuta a: 30 cm, che creano zone di coltivazione larghe circa 1 m
a. 5-10 °C si chiamano:
b. 10-14 °C a. banquette
c. 16-20 °C b. bancali
c. pallets
2. La temperatura notturna delle serre calde è mantenuta
a: 6. Il crisantemo è una pianta:
a. 5-10 °C a. annuale
b. 10-14 °C b. biennale
c. 16-20 °C c. perenne
3. La capacità del vetro di trasmettere le radiazioni nel vi- 7. In serra per ottenere fiori recisi di garofano, le talee ra-
sibile è pari a: dicate sono messe a dimora su banquettes con una den-
a. 55% sità di:
b. 72% 2
c. 91% 2
VERO O FALSO
1. Le serre fredde sono usate per produzioni di 5. Negli impianti a termosifone delle serre il
pregio, in periodi in cui vi è minore domanda fluido riscaldante è di solito acqua a tempe-
del mercato. V F ratura di 80-90 °C. V F
ABBINAMENTI LOGICI
Terreno destinato a prato (di durata inferiore ai 5 anni, il quale Terreno destinato alla produzione di erba utilizzabile come
entra regolarmente nell’avvicendamento colturale e non viene foraggio, la quale non si può economicamente falciare e si fa
pascolato); prato-pascolo (di durata inferiore ai 5 anni in parte pascolare direttamente dagli erbivori allevati in azienda.
sfalciato e in parte pascolato); prati e pascoli permanenti (prati I pascoli hanno una durata superiore ai 5 anni. Mentre il pascolo
sfalciati e/o pascolati con una durata superiore ai 5 anni). è un terreno in cui vengono effettuati periodicamente degli
interventi di miglioramento del cotico erboso, i pascoli incolti
sono quelli che pur producendo erba da pascolare non sono
oggetto di alcun intervento da parte dell’azienda agricola.
60 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
Il pascolo magro è definito, ai sensi dell’art. 2, com- Durante la monticazione il trasferimento del bestia-
ma 1, lett. f), del Decreto Mipaaf n. 6513/2014, come me avviene per gradi, servendosi di diverse strutture
un pascolo permanente di bassa resa, di norma su (stalle, malghe, baite) site a vari livelli di quota: dalla
terreno di scarsa qualità, in genere non concimato, partenza si sale fino a 700-1000 m fino a raggiungere
coltivato, seminato o drenato, le cui superfici sono stalle con poco pascolo; da qui si prosegue fino a rag-
utilizzate solo per il pascolo estensivo e non vengono giungere malghe a bassa quota, queste sono strutture
falciate. Pascoli e prati permanenti generano un forte poste a 900-1.300 metri, dotate di una abitazione ru-
legame tra ambiente, allevamento e attività agricola. stica per i pastori e di un pascolo sufficiente a tutta la
mandria. Gli esemplari giovani e adulti, vengono poi
Alpeggi alpini fatti salire ancora fino alle malghe di alta quota (1.400-
In Italia l’alpeggio è un’attività agrozootecnica molto 1.900 m) e alle baite (in genere oltre i 1.900-2.000 me-
antica, che consiste nel trasferimento del bestiame, du- tri) (Fig. 6.2).
rante i mesi estivi, verso pascoli posti a un’altitudine mi- Questa attività agrozootecnica ha molteplici effetti
nima di 600 m e massima di 2.500-2.700 m s.l.m. Questa positivi. Durante il pascolo le deiezioni animali (leta-
attività inizia a fine maggio-metà giugno con la montica- me o liquami) forniscono molti macro e microelementi
zione, cioè la salita sull’alpe e termina con la demontica- (soprattutto azoto) utili per la coltivazione dei terreni
zione, cioè la ridiscesa in pianura a fine settembre. agricoli che attraversano. Determina anche notevoli
Superficie (ettari) e produzione (migliaia di quintali) di prati permanenti, pascoli poveri e altri pascoli
(dettaglio per ripartizione geografica anno 2018)
COLTURE PRATENSI E FORAGGERE 61 Capitolo 6
ni, una economia forte e durevole, di cui siano prota- tra uomo e ambiente, attraverso la tutela della biodi-
goniste le nuove generazioni. versità e delle buone pratiche dello Sviluppo Sosteni-
È quanto si propone di contribuire a realizzare la Ri- bile.
serva MaB UNESCO, innestando su una tradizione di Esso mira a migliorare le relazioni tra le persone e
successo l’innovazione delle forme di produzione agri- l’ambiente e a tale scopo utilizza le scienze naturali e
cola legate al richiamo di un turismo enogastronomico sociali, l’economia e l’educazione per garantire anche
e naturale (Fig. 6.4). l’equa distribuzione dei benefici e per proteggere gli
Il Programma “L’uomo e la biosfera” (Man and the ecosistemi naturali, promuovendo approcci innovativi
Biosphere – MAB), è un programma scientifico inter- allo sviluppo economico che siano adeguati dal punto
governativo avviato dall’UNESCO nel 1971 per pro- di vista sociale e culturale e sostenibili dal punto di
muovere su base scientifica un rapporto equilibrato vista ambientale.
Verifiche
ABBINAMENTI LOGICI
Le colture energetiche da alcuni anni si stanno dif- caratteristica di avere cicli colturali poliennali in quan-
fondendo a livello mondiale in relazione al crescente to presentano rizomi (organi agamici sotterranei) che
fabbisogno di energia e al declino delle risorse mine- garantiscono un continuo ricaccio della pianta in se-
rali, come carbone e petrolio, da cui attualmente sia- guito allo sfalcio. Al contrario delle arboree o foresta-
mo dipendenti. Alcune delle colture prese in esame li (SRF), le erbacee hanno una più elevata velocità di
sono da tempo conosciute e coltivate, ma solo da poco crescita che permette di ottenere produzioni annuali.
sono state riadattate agli scopi energetici. Solo la canna comune può, in determinati casi, essere
Altre sono, a tutt’oggi, in fase sperimentale, ma sem- tagliata a cadenza biennale. Il sorgo invece dà gene-
brano molto promettenti e lasciano presumere una ralmente un solo taglio (come nel caso del mais).
loro diffusione nel prossimo futuro. Le specie riportate sono comunque molto rustiche
Queste colture si possono dividere in tre gruppi, ovve- e dotate, oltre che di un’elevata velocità di accresci-
ro specie arboree per produzione di biomassa ligno- mento, anche di una notevole adattabilità alle diverse
cellulosica, specie erbacee o semiarbustive per pro- tipologie di terreno e alle avversità. La canna, il mi-
duzione di biomassa verde o secca e specie erbacee scanto e il cardo si adattano meglio a terreni umidi e
destinate alla produzione di semi con alto tenore di pesanti, crescendo spontaneamente lungo corsi d’ac-
olio da utilizzare come combustibile.
Il gruppo di colture qui prese in esame comprende, un’ottima resistenza alla siccità che permette loro di
come si è detto in precedenza, alcune di quelle coltu- adattarsi
re erbacee o semilegnose destinate alla produzione di a zone calde e con basse precipitazioni.
biomassa per la combustione. In ogni caso non richiedono particolari interventi col-
Di questo gruppo sono richiamate le schede colturali turali proprio in virtù della loro rusticità e possono
(riepilogative delle rispettive esigenze) di alcune fra quindi essere molto interessanti per valorizzare aree
le più diffuse: del pianeta caratterizzate da climi difficili che rendono
• quasi impossibili le normali coltivazioni dedicate all’a-
• limentazione umana o animale.
• La biomassa erbacea risulta più economica e di mag-
• giore quantità per unità di superficie rispetto a quella
• legnosa.
• Per le colture riportate le varie operazioni del processo
• produttivo, in relazione alla tecnica colturale svilup-
A eccezione di sorgo e mais, le altre specie hanno la pata, sono dettagliate nella relativa scheda colturale.
66 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
IMPIANTO
IMPIANTO
IMPIANTO
INTERVENTI COLTURALI
IMPIANTO
INTERVENTI COLTURALI
IMPIANTO
INTERVENTI COLTURALI
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Il biodiesel si ricava da quali colture? 5. A livello mondiale, la produzione di bioetanolo deriva
a. oleaginose principalmente da:
b. alcoligene a. soia
c. ligno-cellulosiche b. mais
c. colza
2. La temperatura ottimale per lo sviluppo del sorgo da
fibra è: 6. Il ciclo produttivo del cardo può avere una durata fino
a. 20-25 °C a:
b. 25-27 °C a. 2 anni
c. 27-30 °C b. 5 anni
c. 10 anni
3. La resa ottenibile in biomassa secca dalla pianta inte-
ra di canapa è di circa: 7. Per un impianto sessennale di salice, l’investimento è
a. 10 t/ha di circa:
b. 20 t/ha a. 500-1.000 piante/ha
c. 30 t/ha b. 1.000-1.600 piante/ha
c. 1.600-2.000 piante/ha
4. L’unico aspetto negativo del biodiesel è la presenza di
valori leggermente elevati di: 8. La raccolta della robinia avviene dopo 2 anni dall’im-
a. NOx pianto quando il diametro del fusto raggiunge circa:
b. CO2 a. 5 cm
c. P2O5 b. 10 cm
c. 15 cm
VERO O FALSO
1. La biomassa prodotta dal comparto agri- 5. L’epoca di semina del panico va da inizio
colo ha un ruolo basilare nella produzione marzo-metà aprile, con densità di semina
di combustibili da fonti rinnovabili. V F di circa 100-300 semi germinabili/m2. V F
2. Le biomasse vegetali sono risorse non rin- 6. La raccolta del pioppo può essere biennale
novabili ed esauribili. V F o quadriennale. V F
3. I biocombustibili essendo di origine vege- 7. Per l’impianto del salice si impiegano talee
tale emettono nell’atmosfera meno CO2 di ricavate da astoni di due anni, lunghe circa
quella assorbita attraverso la fotosintesi. V F 20-30 cm. V F
4. Il cardo appartiene alla famiglia delle Poa- 8. Le biomasse erbacee vengono ridotte in
cee ed è una specie erbacea poliennale. V F chips oppure in pellets. V F
ABBINAMENTI LOGICI
1. Biomassa A. Carburante
2. Biodiesel B. Gas naturale
3. Biogas C. Prodotti, rifiuti e residui
agricoli
4. Set-aside rotazionale
D. Olio vegetale
5. Straight Vegetable Oil
E. Alcol
6. Bioetanolo
F. Terreno a riposo
1 2
IL SUOLO INTERVENTI TECNICI
D IRRIGAZIONE
3 4
CLIMA E AMBIENTE LA PIANTA E LA GENETICA
C MICROCLIMA C NORMATIVE UE
5
RICHIAMI DI BOTANICA
A IL FUSTO ERBACEO
B METODI DI PROPAGAZIONE
C TIPO DI FRUTTI
6
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA
73 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 73
1
A
CEREALI DA GRANELLA
A CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE
2
FRUMENTO
3
AVENA
4
ORZO
continua
77 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 77
5
B
MAIS
6
SORGO
7
RISO
8
CEREALI ALTERNATIVI: SEGALE,TRITICALE, FARRO
A SEGALE
B TRITICALE
C FARRO
78 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
6c - Sviluppo vegetativo
La durata complessiva della fase vegetativa, che va 7 - Riso
dell’emergenza alla fioritura, varia da 45-50 giorni Famiglia Graminacee
nelle varietà precoci, a 75-80 giorni in quelle più tar- Genere Oryza
dive. Specie Oryza sativa subsp. indica, subsp. japonica e
La fioritura avviene da metà giugno a fine luglio. O. glaberrima
La maturazione viene distinta in tre fasi:
1. maturazione lattea; 7a - Caratteri botanici e morfologici
2. maturazione cerosa; È una pianta erbacea annuale, con culmi eretti di-
3. maturazione fisiologica. sposti a cespo e altezza compresa tra 70 e 160 cm (le
varietà attuali raggiungono altezze di circa 100 cm).
6d - Tecnica colturale L’infiorescenza è una pannocchia racemosa, inserita
Le lavorazioni per la preparazione del terreno de- sull’ultimo nodo posto all’apice di ciascun culmo. La
vono essere di buona profondità. L’affinamento del cariosside ha forma allungata. Alla raccolta, il riso
letto di semina va effettuato con cura. Per ridurre i
costi di produzione e mantenere la sostanza organi- la, costituita dalle glumelle saldate fra loro.
84 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
SUOLO. La pianta può essere coltivata in ogni tipo quota in copertura, in asciutta, a fine accestimento-
di terreno. Per quanto riguarda le caratteristiche inizio levata, con quantità totali comprese tra 100 e
chimico-fisiche, si adatta bene ai suoli acidi e in mi- 130 kg/ha.
sura minore a quelli basici. La concimazione fosfatica si effettua prima della se-
Richiede terreni pianeggianti e poco permeabili o mina, mediante interramento nello strato esplorato
poggianti su substrati impermeabili. dalle radici di dosi variabili tra 80-90 kg/ha.
Relativamente al potassio, l’apporto è richiesto solo
7d - Scelta varietale se il terreno ne è carente e se la paglia viene inter-
Le principali differenze tra le varietà coltivate in Ita- rata o meno. In queste situazioni sono richieste dosi
lia riguardano la qualità del prodotto e la durata del di K2O pari a 70 kg/ha (con paglia interrata) oppure
ciclo vegetativo. Per quanto riguarda la lunghezza a 140 kg/ha (con paglia asportata).
del ciclo, le varietà si distinguono in precoci, con DISALGO. Bisogna intervenire molto precocemente,
lunghezza del ciclo inferiore a 150 giorni, medie da alla prima comparsa delle alghe, perché l’efficacia
150 a 160 giorni e tardive con ciclo tra 160 e 170 degli alghicidi è alquanto ridotta.
giorni. Il mercato interno italiano preferisce risi ap-
partenenti alla subsp. japonica. 7f - Raccolta, conservazione e lavorazione indu-
striale
7e - Tecnica colturale La raccolta si esegue nel periodo compreso tra l’ini-
La coltivazione del riso richiede una grande specia- zio di settembre e la fine di ottobre, a seconda della
lizzazione aziendale e, spesso, anche a livello terri- varietà impiegata, dell’epoca di semina e dell’anda-
toriale. Per questa ragione, la coltivazione del riso mento climatico.
avviene, generalmente, in monosuccessione. Tut- L’umidità della granella alla raccolta deve essere
tavia, è buona norma interrompere la coltivazione
dopo 6-7 anni, avvicendandolo con altre colture. con mietitrebbiatrici semoventi, equipaggiate con
SISTEMAZIONE DEL TERRENO. Essendo necessa- appositi semicingoli. Immediatamente dopo la rac-
ria la sommersione con uno strato di acqua il più colta è necessario provvedere all’essiccazione del ri-
possibile uniforme, il riso richiede superfici siste- sone affinché raggiunga una soglia di conservabilità
mate perfettamente in piano e delimitate da argini.
Produzione: 7,0-8,0 t/ha.
85 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 85
2
FAVA, FAVINO E FAVETTA
3
CECE
B SCELTA VARIETALE
4
LENTICCHIA
5
FAGIOLO
6
PISELLO
1a - Caratteristiche morfologiche
I principali caratteri morfologici sono i seguenti: 2 - Fava, Favino e Favetta
• Famiglia Fabacee
po in profondità; presenta di tubercoli nei quali si svi- Genere Vicia
luppano colonie di batteri azotofissatori, o rizobi, in Specie Faba
grado di fissare l’azoto atmosferico e renderlo dispo- Varietà Vicia faba major, Vicia faba minor, Vicia faba
nibile per la pianta; equina
•
specie: ramificato o meno, eretto o prostrato, a cresci- La fava è distinta in tre forme coltivate: fava mag-
ta indeterminata o determinata; giore, fava minore (o favino) e fava equina (o favet-
• ta). La specie maggiormente coltivata oggi è la fava
da due o più paia di foglioline; maggiore.
•
o racemo; ermafroditi, pentameri e zigomorfi; 2a - Caratteristiche morfologiche
La fava è una pianta annuale, caratterizzata da radice
•
a fittone assai sviluppata, steli robusti, quadrangolari,
sioni variabili a seconda della specie, perlopiù allun-
vuoti, con uno o più rami basali.
gato e deiscente.
L’autogamia è prevalente, anche se l’allogamia è fre-
quente. Il baccello è allungato, di lunghezza variabile
1b - Fasi del ciclo biologico
e contiene, in genere, da 2 a 5 semi.
Il ciclo biologico delle leguminose è variabile in rela-
zione alla specie. Alcuni caratteri comuni riguardano:
2b - Esigenze ambientali
•
La temperatura ottimale di germinazione è 20 °C. La
pisello, lenticchia, cece, veccia) è ipogea (i cotiledoni
germinazione è ipogea. La temperatura minima per la
non emergono dal terreno); in altre (per esempio, fa-
germinazione è 5-6 °C, per la fioritura 8 °C, per la ma-
giolo e soia) è epigea (a seguito dell’emergenza i coti-
turazione 15 °C. La fava non tollera il freddo intenso e
ledoni vengono portati fuori dal terreno);
la siccità prolungata. Predilige suoli fertili, ma si adat-
•
to o insetti, o autogama. ta anche a quelli compatti. Non tollera ristagni idrici.
4 - Lenticchia
Famiglia Fabacee
3 - Cece Genere Ervum
Famiglia Fabacee Specie Ervum lens culinaris o esculenta
Genere Cicer
Specie Cicer arietinum Le specie domestiche sono distinte in due gruppi:
1. macrosperma, con semi grandi (6-9 mm);
3a - Caratteri morfologici 2. microsperma, con semi piccoli (2-6 mm).
La pianta è aridoresistente. Gli steli sono ramificati,
eretti o semiprostrati, di lunghezza variabile da 40 a 4a - Caratteri morfologici
60 cm. Fecondazione prevalentemente autogama. L’apparato radicale è fittonante, di modesto sviluppo
Il frutto è ovato, oblungo, contenente 1 o 2 semi. È nei tipi a seme piccolo, più sviluppato nei tipi a seme
intollerante ai ristagni idrici. Non sono adatti alla col- grande. La fecondazione è autogama. Il frutto è un
tura i terreni eccessivamente fertili e quelli ricchi di legume di forma romboidale, contenente 1-2 semi, di
calcare. rado 3.
1
A
SOIA
C SCELTA VARIETALE
2
GIRASOLE
3
COLZA E RAVIZZONE
4
TABACCO
6
B
PATATA
7
BARABABIETOLA DA ZUCCHERO
C ESIGENZE AMBIENTALI
8
CANAPA
9
COLTURE DA INULINA: CICORIA E TOPINAMBUR
1b - Esigenze ambientali
La soia è brevidiurna, esigente per la temperatura, 2 - Girasole
poco per i suoli. La temperatura minima di crescita è Famiglia Asteracee
circa 4-6 °C. Il pH ottimale è 6-7,5 utile per favorire la Genere Helianthus
simbiosi rizobica. Specie Helianthus annuus
2c - Esigenze ambientali
Preferisce terreni freschi e profondi. Si adatta a suoli
da subacidi a subalcalini, rifugge i terreni acidi. Po- Sono colture autunno-primaverili che si seminano a
tassofila. fine settembre-ottobre. Fioriscono nell’ultima decade
di aprile e si raccolgono a fine primavera. Temono i
2d - Scelta varietale suoli fortemente argillosi. Richiedono buone condizio-
Le cultivar attuali sono ibridi, distinti in base alla du- ni di umidità alla fioritura.
rata del ciclo colturale in:
1. precoci: 100-110 giorni; 3b - Miglioramento genetico
2. medio-precoci: 110-120 giorni; La ricerca genetica ha migliorato la resistenza alla
3. medio-tardivi: 120-130 giorni; sclerotinia, al cancro del fusto, alla muffa bianca e
4. tardivi: 130-145 giorni. all’alternariosi. Sul mercato sono disponibili ibridi di
Si distinguono, inoltre, in base al contenuto in acido colza che, rispetto alle varietà tradizionali, sono otte-
nute da libera impollinazione. Gli ibridi di colza sono
Le varietà di girasole che hanno dimostrato ottime po- così distinti:
tenzialità agronomiche e produttive sono: ibridi alto 1.
Mas 84.OL, Toscana CS; NK Stradi, Mas 83.R, Subaro rietà impollinante;
HTS. 2. CHH, ibridi a fertilità maschile completamente ripo-
tenziata, a taglia normale;
2e - Tecnica colturale 3. CHH semi-nano, ibridi a habitus vegetativo ridotto,
Da evitare ristoppio e avvicendamenti stretti con soia ottenuti dall’incrocio tra individui di taglia normale e
e colza. La semina si effettua dai primi di marzo nel altri nani.
Nord Italia e da febbraio nel Centro-Sud. Densità di La colza ha notevolmente beneficiato del progresso
5-6 piante/m2 (7-8 semi), con file distanti 45-75 cm. genetico con rese unitarie anche di 4,0 t/ha di semi e
Profondità di semina: 3-4 cm. La quantità di semente
si aggira sui 6-8 kg/ha.
Con andamenti meteorici asciutti, in zone meridiona- 3c - Scelta varietale
li, è opportuno irrigare. Sulla coltura ben sviluppata è La scelta della cultivar si basa sulla valutazione delle
utile effettuare rincalzatura e sarchiatura. Diserbo in caratteristiche aziendali, ambientali e agronomiche e,
pre-emergenza con distribuzione localizzata o a pieno in particolare, in base a latitudine, epoca di semina,
campo. tipo e livello di fertilità del terreno.
In copertura concimare con 80-90 kg/ha di N; localiz- Le cultivar di colza che hanno dimostrato elevata pro-
zata alla semina 50 kg/ha di P2O5; in terreni carenti
(<100 ppm di K2O) 80 kg/ha. La raccolta può iniziare Kodiak, Traviata. Sono state introdotte cultivar ibride
quando il dorso della calatide è completamente bru- "IMI tolleranti", ottenute con tecnica Clearfield, che
presentano tolleranza all'erbicida di post emergenza
raccolta si realizza con normali mietitrebbie oppure Cleranda.
adattate. Il diserbo va eseguito nella fase di post emergenza
Produzione: 2,5-3,5 t/ha di semi, con rese in olio del precoce, sino a uno stadio della colza di otto foglie
vere.
96 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
2
CAVOLI E CAVOLFIORE
3
PEPERONE
4
MELANZANA
5
LATTUGHE E INSALATE
B ESIGENZE AMBIENTALI
continua
103 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 103
6
B
ANGURIA E MELONE
A ANGURIA B MELONE
A ZUCCHINO B ZUCCA
SCELTA VARIETALE
TECNICA COLTURALE
E ASPETTI MERCANTILI
8
CARCIOFO
9
PIANTE OFFICINALI
A ACHILLEA E LUPPOLO
B BASILICO F MAGGIORANA
C BORRAGINE G PIRETRO
D CANAPA H PREZZZEMOLO
I ZAFFERANO
104 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
0
LE COLTIVAZIONI PROTETTE
1
SERRE E ATTREZZATURE PER LE COLTURE PROTETTE
A RISCALDAMENTO E RAFFREDDAMENTO
2
METODI DI COLTIVAZIONE IN SERRA
C COLTIVAZIONE IN SUBSTRATO
3
PRODUZIONE FLORICOLA SOTTO SERRA
A CRISANTEMO
B GIGLIO
C GAROFANO
D ROSA ARBUSTIVA
E GERANIO
F FICUS
112 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
1
COLTURE PRATENSI
C PRATI PERMANENTI
2
TECNICA COLTURALE DELLE COLTURE PRATENSI
3
ERBAI
A ERBAI AUTUNNO-PRIMAVERILI
B ERBAI PRIMAVERILI-ESTIVI
4
RACCOLTA E CONSERVAZIONE DEL FORAGGIO
A FIENAGIONE
B INSILAMENTO
5
SCHEDE TECNICHE COLTURE FORAGGERE
continua
117 MAPPE
PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
DI RIEPILOGO 117
6
PASCOLI
A TECNICHE DI PASCOLO
7
COLTURE PORTASEME
A MIGLIORAMENTO GENETICO
C CORIANDOLO DA SEME
118 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
COLTIVAZIONI DA BIOMASSA
1
MATERIALI E COLTURE BIOENERGETICHE
2
COLTURE ERBACEE ANNUALI
3
COLTURE ERBACEE POLIENNALI
4
COLTURE ARBOREE A CICLO BREVE
5
TRASFORMAZIONE DELLA BIOMASSA LIGNO-CELLULOSICA
124 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
Griglie di correzione
Soluzioni delle Verifiche presenti nel Volume
Introduzione - PRODUZIONI VEGETALI, 10. Il trasporto del polline dall’antera allo stigma è det-
to impollinazione e può essere autogama (autoim-
CONOSCENZE E TECNICHE
pollinazione) se si verifica con il trasporto del polline
Quesiti a risposta multipla 1c, 2b, 3a, 4a, 5c, 6b, 7c, dall’antera allo stigma dello stesso fiore (o di un altro
8a, 9b, 10c fiore della stessa pianta), o eterogama (impollinazione
Vero o falso 1F, 2V, 3F, 4F, 5V, 6F, 7V, 8F, 9F, 10F, 11V, incrociata) se il trasporto avviene tra fiori di cultivar
12V, 13V, 14F, 15V, 16F, 17F, 18V, 19F, 20F diverse.
Completa le parole mancanti
1. Il suolo riveste (dal punto di vista ambientale) molte Capitolo 1 - COLTURE CEREALICOLE
funzioni vitali, quali: lo stoccaggio e la trasformazione Quesiti a risposta multipla 1c, 2b, 3c, 4b, 5a, 6b, 7a,
sia di elementi minerali ed organici sia di energia; la 8b, 9c, 10a, 11c
produzione di biomassa; la filtrazione per la protezione Vero o falso 1F, 2V, 3F, 4V, 5V, 6V, 7F, 8F, 9F, 10V, 11V,
delle acque sotterranee e lo scambio di gas con l’at- 12F, 13F, 14V, 15F, 16V, 17V, 18F, 19V, 20V
mosfera. Completa le parole mancanti
2. Le 34 Regioni Pedologiche italiane sono state defini- 1. L’organo riproduttivo dei cereali è la cariosside,
te sulla base: delle caratteristiche morfologiche, cli- costituita esternamente da involucri di rivestimento
matiche, litologiche; sulla base dei suoli prevalenti; (pericarpo), dall’embrione (da cui si originerà la nuova
del regime termico e idrico (pedoclima); della capacità pianta) e da una massa di tessuto parenchimatico (en-
d’uso; delle limitazioni permanenti e dei principali pro- dosperma), che fornirà sostanze nutritive nella fase di
cessi degradativi. generazione.
3. Le colture necessitano di elementi nutritivi, soprat- 2. Le tecniche più recenti di coltivazione del frumento
tutto azoto, fosforo e potassio, in quantità sufficienti a prevedono la minima lavorazione (minimum tillage) a
fornire rese elevate e facilmente utilizzabili dalle radi- 10-15 cm di profondità con l’impiego di macchine com-
ci. Tali integrazioni vengono fornite mediante concimi. binate che affinano il terreno in un unico passaggio, o
4. Il contenuto di acqua nel suolo a disposizione delle addirittura la non lavorazione (no tillage).
colture è detto acqua disponibile ed esprime la quan- 3. La qualità molitoria di una granella per la produzione
tità di acqua compresa fra la capacità di campo (cioè di semola è la resa alla macinazione (circa 6,0-6,5%) nel
la quantità di acqua che rimane nel suolo dopo la per- caso di frumento duro e farina (circa 70-75%) nel tene-
colazione dell’umidità in eccesso), e il punto di avviz- ro; essa è influenzata dal peso e dalle dimensioni delle
zimento (che produce danni irreversibili alle colture). cariossidi, dalla tecnologia impiegata e dalla qualità
5. Il clima può essere classificato in funzione della di- del prodotto da macinare.
stribuzione geografica, cioè dalle aree in cui i parame- 4. Le piante di avena, dal punto di vista morfologico,
tri climatici fondamentali hanno valori relativamente non presentano le auricole, ma solo la ligula. L’infiore-
omogenei; in particolare, la classificazione di Köppen scenza è una pannocchia terminale rada, costituita da
si basa sui valori assunti dalla temperatura e dalla pio- un rachide sui cui nodi si inseriscono assi secondari
vosità in relazione alla vegetazione. laterali, in gruppi varianti da 4 a 6.
6. L’ingegneria genetica ha reso possibile il supera- 5. Gli ibridi di mais derivano da un incrocio tra piante
mento di barriere di incompatibilità, consentendo ibri- con caratteri genetici differenti, attraverso un proces-
dazioni e quindi genesi di nuovi organismi partendo so che, sfruttando il fenomeno dell’eterosi, permette di
da specie molto diverse e sistematicamente distanti. ottenere piante con rese produttive e caratteristiche
7. Le tecniche di cisgenesi e genome editing permetto- agronomiche superiori ai parentali stessi.
no di indurre cambiamenti nel genoma, aggiungendo, 6. Il mais è una pianta da rinnovo che necessita di lavo-
rimuovendo o sostituendo brevi tratti di DNA (una o razioni profonde e di abbondanti concimazioni; lascia,
poche basi) in specifici siti. Si tratta di tecniche poco quindi, una notevole fertilità residua nel terreno.
invasive e senza effetti collaterali. 7. La segale è dotata di un’elevata rusticità, che le con-
8. La PAC 2015-2020 si propone tre obiettivi strategi- sente di sfruttare al meglio terreni poveri o marginali.
ci: 1) produzione alimentare sostenibile; 2) gestione L’ottimizzazione della resa in granella si attua con un
sostenibile delle risorse; 3) sviluppo territoriale equi- investimento di 400-450 semi germinabili per metro
librato. quadrato, con semina eseguita tra la metà di ottobre
9. Le piante di piccola taglia (non oltre i 2 m) e che nella (Nord) e fine novembre (Sud).
parte aerea presentano un fusto verde, non lignificato 8. Nel riso, l’umidità della granella alla raccolta deve
e di consistenza tenera, in grado di svolgere la fotosin- essere compresa tra il 2,2-2,8%: al di sotto di questi va-
tesi clorofilliana, sono genericamente chiamate piante lori si hanno basse rese di lavorazione, con eccessivo
erbacee. numero di cariossidi rotte, mentre al di sopra si hanno
GRIGLIE DI CORREZIONE 127
eccessivi costi di essiccazione e difficoltà di raccolta. zia quando la coltura ha almeno l’80% di bacche rosse,
9. La migliore strategia di difesa per i cereali da granel- situazione ottenibile con trattamenti a base di etilene,
la è quella di adottare strategie antiresistenza associa- un ormone specifico, per la maturazione di qualsiasi
te al monitoraggio degli organismi nocivi e a tecniche frutto.
di prevenzione (rotazione, cultivar resistenti, fertiliz- 5. La patata ha un apparato radicale fascicolato, per
zazione, irrigazione, infrastrutture ecologiche, ecc.) e lo più localizzato nei primi 30 cm di terreno. L’organo
limitare così l’impiego di prodotti chimici. che comunemente viene identificato con la patata non
è una radice, ma un tubero, ossia la parte terminale
Capitolo 2 - LEGUMINOSE DA GRANELLA dello stelo che si ingrossa sottoterra e accumula amido
Quesiti a risposta multipla 1b, 2c, 3a, 4c, 5b, 6a (fecola).
Vero o falso 1F, 2F, 3V, 4V, 5F, 6F, 7F 6. Il ciclo biologico della barbabietola da zucchero viene
Completa le parole mancanti lasciato completare nelle colture destinate alla produ-
1. Nei frutti delle leguminose sono presenti da uno a zione del seme, mentre viene interrotto il primo anno
diversi semi, al cui interno si trova l’embrione e due con la raccolta delle radici nelle colture destinate alla
cotiledoni molto sviluppati, nei quali sono accumula- produzione di zucchero.
te le sostanze di riserva necessarie allo sviluppo della 7. La canapa si coltiva anche per raccogliere un doppio
piantina subito dopo l’emergenza e prima che abbia prodotto finale: i semi vengono raccolti a maturazione
sviluppato un sistema radicale autonomo. fisiologica con mietitrebbie che lavorano “alte”; gli
2. La fava è una coltura miglioratrice, caratterizzata da steli che restano in campo vengono successivamente
un ciclo biologico precoce; negli avvicendamenti col- falciati, messi in andana e poi imballati.
turali è spesso seminata prima di un cereale autuno- 8. I semi di lino possono essere utilizzati in vari ambiti,
vernino, per avvantaggiare così la dotazione residua di la pianta è infatti ricca di proteine e fibre, ma anche di
azoto lasciata nel terreno. acidi alfa-linolenico, linoleico e oleico.
3. La semina del cece è effettuata meccanicamente a 9. La produzione industriale di inulina si realizza in due
file, utilizzando sia le seminatrici universali (da fru- fasi: nella prima avviene l’estrazione e la depurazione
mento) sia le seminatrici di precisione. La distanza più attraverso una carbonatazione con calce; nella secon-
conveniente da adottare tra le file è 0,45 m. da fase il processo consiste nella demineralizzazione
4. La lenticchia si adatta ai terreni più diversi, ma teme attraverso resine a scambio ionico e decolorazione con
il ristagno di acqua, preferisce terreni ben drenati e carbone attivo.
comunque freschi, che le assicurino un buon riforni- 10. L’impianto della coltura del topinambur si effettua
mento idrico durante i processi riproduttivi. ponendo a dimora i tuberi a una profondità variabile fra
5. La pianta di fagiolo può essere: a sviluppo determi- 5 e 10 cm. L’operazione va eseguita quando la tempera-
nato (con uno stelo principale che termina con un’in- tura media del terreno si attesta intorno a 10 °C.
fiorescenza); a sviluppo indeterminato (con gli apici
degli steli che rimangono sempre allo stato vegetati- Capitolo 4 - COLTIVAZIONI ORTICOLE
vo), mentre i fiori si sviluppano dalle gemme ascellari. Quesiti a risposta multipla 1c, 2b, 3b, 4c, 5c, 6a, 7b,
6. Nella coltivazione del pisello è necessario eseguire 8c, 9a, 10c
una buona sistemazione del terreno per facilitare lo Vero o falso 1F, 2V, 3F, 4F, 5V, 6F, 7V, 8V, 9F, 10F, 11V,
sgrondo delle acque e ottenere un buon livellamento, 12V, 13F, 14F, 15V, 16F, 17V, 18F, 19, 20V, 21V, 22F, 23F,
che garantiscano una emergenza uniforme e uno svi- 24F
luppo omogeneo. Completa le parole mancanti
1. La pacciamatura con film plastico evita lo sviluppo
Capitolo 3 - PIANTE E COLTURE AGROINDUSTRIALI di erbe infestanti, riduce i marciumi dei frutti e garan-
Quesiti a risposta multipla 1b, 2b, 3c, 4a, 5c, 6b, 7b, tisce una maggiore pulizia perché i frutti non sono in
8c, 9b, 10a contatto con il terreno; il film determina anche il riscal-
Vero o falso 1F, 2F, 3V, 4V, 5F, 6V, 7F, 8V, 9F, 10V, 11F, damento del suolo e il conseguente anticipo della ma-
12V, 13F, 14F, 15V, 16F, 17V, 18V, 19F, 20F turazione dei frutti.
Completa le parole mancanti 2. I cavolfiori trapiantati a inizio primavera temono i
1. La soia è una ottima coltura miglioratrice; nell’av- ritorni di freddo: con temperature che scendono sot-
vicendamento colturale si inserisce in alternativa alle to i 10 °C per alcuni giorni, le piante in fase giovanile
altre colture a ciclo primaverile-estivo. (con meno di 20 foglie) vengono indotte a emettere un
2. Il girasole è una pianta composita, dal fusto che può corimbo di piccole dimensioni (fenomeno della botto-
svilupparsi oltre i 2 m, la sua grossa infiorescenza è det- natura).
ta calatide, con numerosi fiori inseriti sul ricettacolo. Il 3. Il calcolo dei volumi di irrigazione del peperone ha
frutto contenente il seme è un achenio. lo scopo di soddisfare il fabbisogno idrico della coltura
3. Le varietà di tabacco attualmente prodotte in Italia si evitando di superare la capacità di campo, per conte-
diversificano in base al processo di cura, durante il qua- nere lo spreco di acqua, la lisciviazione dei nutrienti e
le le foglie si seccano, perdono il loro colore verde e as- lo sviluppo di avversità.
sumono un colore variabile, a seconda del trattamento. 4. Della melanzana, sono disponibili in commercio sia
4. La raccolta meccanica del pomodoro da industria ini- varietà standard (ottenute per libera impollinazione)
128 PRODUZIONI VEGETALI ERBACEE
sia ibridi F1 che dimostrano, rispetto alle varietà stan- nell’ambiente interno, si raggiungano temperature su-
dard, maggiore potenzialità produttiva dal punto di periori ai valori massimi tollerati dalle piante.
vista quantitativo e qualitativo, maggiore uniformità e 5. L’illuminazione artificiale in serra è una pratica diffusa
superiore resistenza alle malattie. prevalentemente in floricoltura, soprattutto nelle sta-
5. Durante le prime fasi di crescita, le foglie della lattuga gioni autunnali e invernali a causa della bassa inten-
sono disposte a rosetta, in seguito possono formare un sità della luce naturale e dei brevi fotoperiodi tipici di
grumolo con foglie serrate (cappuccio) oppure espanse questi mesi.
e aperte. Le lattughe da taglio non formano il grumolo 6. L’idrocoltura è un sistema semplificato di coltivazione
perché la pianta rimane nello stadio di rosetta con le pri- delle piante ornomentali che vengono allevate in sub-
me foglie, mentre quelle più recenti assumono posizione strato inerte (argilla espansa) in vasi di plastica, forati
eretta. sul fondo, a loro volta posti dentro un contenitore più
6. Nella tecnica colturale del cocomero è indispensabile grande contenente la soluzione nutritiva.
un’accurata sistemazione del terreno per ottimizzare lo 7. In serra, l’uso di concentrazioni nutritive relativamen-
sgrondo delle acque ed evitare ristagni idrici. È consi- te elevate, rispetto a quelle di un normale terreno agra-
gliabile eseguire un’aratura alla profondità di circa 0,4- rio, è legato alla necessità di garantire una certa riserva
0,5 m a cui fanno seguito estirpature ed erpicature. nutrizionale e di automatizzare il processo di prepara-
7. Nella coltura del melone, prima del trapianto è neces- zione della soluzione nutritiva.
sario effettuare un’erpicatura leggera per affinare il ter- 8. Le produzioni sotto serra richiedono attente analisi
reno e, successivamente, effettuare una sistemazione in dei fattori tecnici, economici e di mercato. I fattori tecni-
piano perfettamente livellato o a prode. ci comprendono il materiale per struttura e copertura,
8. Per il trapianto della zucca si utilizzano piante pro- con scelte da riferire alla durata dell’impianto, al tipo di
dotte in vivai specializzati e, in genere, esso viene ese- funzionamento e alle colture da coltivare. Molto com-
guito verso maggio su terreno pacciamato e, in caso di plesse sono anche le scelte della tecnica colturale poi-
semiforzatura, utilizzando piccoli tunnel per un periodo ché anche piccoli errori possono provocare grossi danni
limitato. economici.
9. La densità d’impianto del carciofo oscilla tra 7000-1000 Capitolo 6 - COLTURE PRATENSI E FORAGGERE
piante/ha, con distanze di circa 1-1,3 m tra le file e 0,80-
Quesiti a risposta multipla 1c,2a, 3b, 4a, 5c, 6b, 7b, 8c
1,3 m sulla fila; poiché i rizomi tendono ad espandersi,
Vero o falso 1F, 2V, 3F, 4V, 5F, 6V, 7F, 8F, 9V, 10F, 11F,
per rispettare tali distanze si pratica la scarducciatura,
12V
cioè il diradamento dei nuovi getti.
Completa le parole mancanti
10. Durante il periodo di fioritura del basilico, gli apici
1. Le consociazioni foraggere avvicendate sono classifi-
vegetativi e i fiori devono essere cimati per consentire
cate a seconda del numero dei loro componenti in bifite
una crescita rigogliosa e per allungare il ciclo di vita,
o binarie (se composte da due specie) e polifite (se com-
che termina con la produzione di semi.
poste mediamente da 3-5 specie).
Capitolo 5 - COLTIVAZIONI PROTETTE: TECNOLOGIE 2. L’epoca di semina dei prati avvicendati deve prece-
dere un periodo di elevata piovosità e temperature miti
E TECNICHE
.In Italia si semina a inizio primavera al Nord (fino a pri-
Quesiti a risposta multipla 1c, 2b, 3a, 4b, 5c, 6b, 7c, 8b mavera inoltrata nelle zone ad altitudini più elevate) e
Vero o falso 1V, 2F, 3F, 4V, 5F, 6F, 7V, 8F, 9F, 10V, 11V, in autunno, anche inoltrato, nelle aree mediterranee (a
12F, 13V, 14V, 15V eccezione delle graminacee macroterme che richiedono
Completa le parole mancanti semine tardo-primaverili).
1. Le serre, sfruttando la radiazione solare e con l’ausilio 3. La frequenza dei tagli varia in funzione dell’ambiente,
eventuale di impianti tecnologici, allungano il ciclo pro- della stagione e dell’eventuale irrigazione. Tagli trop-
duttivo delle piante, permettono raccolte anticipate o ri- po frequenti (meno di 30 giorni) riducono la longevità
tardate (rispetto a quelle in pienaria) e di coltivare pian- del prato; l’ultimo sfalcio autunnale non deve essere
te originarie di zone con clima diverso da quello locale. ritardato per consentire il recupero delle riserve prima
2. I film plastici in polietilene a bassa densità (LDPE), dell’inverno.
sono caratterizzati da: grande inerzia chimica ai fitofar- 4. Le più importanti crucifere da erbaio (oggi utilizzate
maci, flessibilità, leggerezza, elevata trasparenza alla come erbaio da sovescio per la capacità biocida verso i
radiazione solare incidente (91%) ma, purtroppo, anche parassiti terricoli) sono rappresentate dal colza, dal ra-
da alta trasparenza all’infrarosso lungo emesso dal suo- vizzone, dalla rapa e da senape nera, bianca o bruna.
lo (79%). 5. La fienagione tradizionale è ancora oggi il sistema
3. Il riscaldamento della serra con aria che circola nel più diffuso di conservazione dei foraggi. Consiste nel
terreno è una tecnica di notevole importanza durante tagliare l’erba e nel lasciarla essiccare completamente
la stagione fredda. In pratica l’aria di ricircolo induce il sul campo, sottoponendola a ripetute operazioni di ri-
terreno ad accumulare calore di giorno e a restituirlo di voltamento, fino a ottenere un contenuto di umidità pari
notte all’ambiente chiuso. al 12-15%.
4. I sistemi di raffrescamento delle serre servono a 6. La tecnica del rinfittimento con il pascolamento dif-
controllare gli eccessi termici dell’aria per evitare che, ferito prevede che il bestiame venga escluso da un
GRIGLIE DI CORREZIONE 129
terreno verde per un periodo di tempo prolungato al zione industriale della parte fibrosa esterna (tiglio).
fine di consentire la messa a seme delle specie ve- 3. L’interesse per i biocombustibili come il bioetanolo
getali desiderate e, quindi, il rinfittimento del cotico e biodiesel è collegato alla necessità di individuare
per via naturale. soluzioni praticabili per porre un freno all’inquina-
7. L’attività di ricerca e innovazione varietale richiede mento, soprattutto nelle grandi città, provocato dai
l’utilizzo di risorse genetiche non solo per costituire combustibili fossili usati per i trasporti.
nuove varietà, ma anche per migliorare quelle tradizio- 4. Il bioetanolo è un alcol ottenuto dal processo di fer-
nali, al fine di soddisfare la domanda degli agricoltori e mentazione di diversi prodotti agricoli ricchi di car-
del mercato. boidrati e zuccheri, quali i cereali (mais, sorgo, fru-
8. Per mantenere la qualità genetica delle varietà molti- mento, orzo), le colture zuccherine (barbabietola e
plicate bisogna distanziare adeguatamente la coltura canna da zucchero), la patata, la frutta e le vinacce.
portaseme dalle altre varietà della stessa specie, per 5. I terreni migliori per la coltivazione della canna
evitare che possano contaminarla con il loro polline, comune sono quelli freschi, profondi, ben drenati,
dando origine a incroci indesiderati. sabbiosi e ricchi di sostanza organica, con un buon
contenuto in calcio.
Capitolo 7 - COLTIVAZIONI DA BIOMASSA 6. Per la raccolta del pioppo si utilizzano macchine
Quesiti a risposta multipla 1b, 2a, 3a, 4c, 5b, 6b taglia-trincia-caricatrici specifiche, che trasformano
Vero o falso 1V, 2F, 3F, 4V, 5V, 6F, 7V, 8F, 9V, 10F i fusti e i rami in cippato ad alto contenuto in umi-
Completa le parole mancanti dità (circa 50-55%) che bisogna essiccare al coperto.
1. La biomassa è la parte biodegradabile di prodot- 7. Il salice presenta un apparato radicale di tipo
ti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura, dal- espanso, con elevata attività pollonifera. È una pian-
la selvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la ta dioica, eliofila.
parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani. 8. L’impianto dell’eucalipto viene eseguito entro la
2. L’impiego della canapa a scopo energetico può ri- fine di maggio mediante la messa a dimora di pian-
guardare l’intera pianta, oppure il canapulo, cioè la tine di 3-4 mesi, allevate in contenitori alveolari. La
porzione più legnosa del fusto che resta dopo l’estra- densità d’impianto è di circa 6000-10000 piante/ha.