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PRODUZIONI
Basi aGRonomichE
VEGETALI
conoscEnzE, tEcnoloGiE E tEcnichE
B ARBOREE
GUIDA DOCENTE
a didat
ERl ti
P
ca
stRumEnti
Guida
inclusiva
allo studio
RiquadRi PdP
Con il Contributo del BEs-dsa
Prof. Gianpaolo aspetti
Direzione editoriale:
Domenico Ugulini
ugulini@redaedizioni.it
Redazione:
Reda Edizioni, Elsa Marmiroli, Laura Scarcella,
Gianni D’Arco
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Reda Edizioni, V. Tedeschini, U. Ferrari,
Domenico Ugulini, Laura Scarcella
Stampa:
Reda Edizioni, Torino
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5 4 3 2 1
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internet: www.redaedizioni.it
E-mail: info@redaedizioni.it
Libro digitale: digitale.capitello.it
III
Presentazione
I contenuti di questa Guida Docente accompagnano il nuovo Volume, Basi Agronomiche -
Produzioni Vegetali Arboree, che è stato completamente reimpostato e riproposto per favo-
rire un percorso lineare e una piena corrispondenza con l’evoluzione dei contenuti didattici
sviluppati contestualmente negli attuali Indirizzi scolastici in ambito agrario. Il testo è stato
opportunamente concepito e organizzato per accompagnare le linee guida disciplinari in
relazione sia all’aggiornamento tecnico-scientifico ed evolutivo delle Produzioni Vegetali,
sia al rinnovamento logico-organizzativo e didattico della totalità di argomenti, sviluppati
sul testo cartaceo e sull’apparato digitale.
L’Opera, fruibile su diversi livelli di approfondimento, è accompagnata in parallelo da
un adeguato apparato didattico coadiuvato anche dalle moderne tecnologie informatiche,
Libro digitale e Aula digitale. Tale struttura permette di concretizzare in modo compiuto
il consolidamento di una efficace metodologia d’indagine e studio, per una totale compren-
sione dei contenuti disciplinari.
Gli argomenti proposti, nel quadro generale degli Indirizzi Tecnici e Professionali agra-
ri e delle relative opzioni, permettono di affrontare e finalizzare esaurientemente quanto
richiesto dalla disciplina afferente alle basi tecnico-scientifiche delle Produzioni Vegetali
Arboree.
Indice
Introduzione
2 Olio extravergine di oliva: disciplinare
Agricoltura e frutticoltura in Italia 5 di qualità 49
Approfondimenti Verifiche 53
1 Boschi naturali e arboricoltura 5
2 La produzione di frutta a guscio 7 Capitolo 6
Colture arboree pomacee 54
Verifiche 10
Approfondimenti
Capitolo 1 1 I calendari di raccolta 54
Botanica, morfologia e fisiologia
2 Le pomacee minori 56
delle colture arboree 11
Verifiche 59
Approfondimenti
1 Insetti pronubi 11 Capitolo 7
Verifiche 15 Colture arboree drupacee 60
Approfondimenti
Capitolo 2
1 Famiglia botanica Rosaceae 60
Vivaistica e propagazione dei fruttiferi 16
Approfondimenti
2 Il pescheto all’insegna della qualità 63
1 Sostanze biostimolanti 16
Verifiche 64
Verifiche 19 Capitolo 8
Colture arboree agrumicole 65
Capitolo 3
Progettazione, impianto e gestione 1 Famiglia botanica Rutaceae 65
del frutteto 20
2 Trasformazioni industriali
Approfondimenti della frutta 66
1 Certificazione genetico-sanitaria Verifiche 72
delle piante da frutto 20
2 Agricoltura e avversità delle piante: Capitolo 9
aspetti storici 22 Frutticoltura minore e alternativa 73
3 Potatura di produzione 25
1 Famiglie botaniche dei fruttiferi
4 Trattamenti post-raccolta minori 73
dei prodotti ortofrutticoli 27 Verifiche 79
Verifiche 33
Capitolo 10
Capitolo 4 Arboricoltura da legno e da ornamento 80
Coltivazioni arboree sarmentose 34
1 Famiglie botaniche delle specie
Approfondimenti forestali ornamentali 80
1 Famiglia botanica Vitaceae 34
2 Il valore economico degli alberi
2 Registro nazionale delle varietà di vite ornamentali 87
per uve da vino 35 Verifiche 92
3 La fillossera 42 Mappe di riepilogo e sintesi dei contenuti 94
4 Famiglia botanica Actinidiaceae 43
5 Il cancro batterico dell’actinidia 44 Rubrica: Preparo l’Esame
Verifiche 47 (materiali aggiuntivi) 148
Griglie di correzione 152
Capitolo 5 Soluzioni delle Verifiche presenti
Olivicoltura 48 nel Volume 152
Approfondimenti Soluzioni delle Verifiche presenti
1 Famiglia botanica Oleaceae 48 nella Guida 154
Introduzione
Agricoltura
e frutticoltura in Italia
Approfondimenti
a b
I.1 Piante tipiche del Mediterraneo: (a) piante di leccio in vivaio; (b) piante di
sughero in una sughereta sarda.
6 Produzioni Vegetali Arboree
Un’altra formazione tipica della vegetazione medi- L’arboricoltura da legno differisce dalle tradiziona-
terranea sono le pinete, che in natura rappresen- li foreste per alcune fondamentali caratteristiche:
tano lo stadio evolutivo iniziale della vegetazione materiale vivaistico, tecniche di impianto, diversi
mediterranea. cicli produttivi e cure colturali. Il fine dell’arbori-
Gli ecosistemi mediterranei sono costituiti da am- coltura da legno consiste nel produrre legno da in-
bienti molto eterogenei e differenziati fra loro, per dustria.
cui sono considerati una grande riserva di biodiver- L’impiego di piante idonee alle caratteristiche pe-
sità vegetale. doclimatiche, la razionale progettazione delle con-
La vegetazione potenziale della maggior parte sociazioni e dei sesti rappresentano la premessa
dell’area mediterranea è costituita prevalentemen- necessaria per la buona riuscita degli impianti.
te da specie sclerofille, particolarmente adattate a Risultano di notevole interesse gli impianti di la-
sopportare lunghi periodi di siccità e, in proporzio- tifoglie con legno di pregio, in quanto presentano
ne inferiore, da specie caducifoglie a riposo vege- grandi potenzialità in termini di valore di mercato
tativo durante la stagione fredda. degli assortimenti ottenibili, nel pieno rispetto del-
Il livello massimo di organizzazione delle fitocenosi la gestione sostenibile del territorio rurale.
mediterranee è costituito dalla foresta semprever- Un settore importante legato all’espansione dell’ar-
de in cui le specie dominanti sono querce sempre- boricoltura da legno e da ornamento è quello vivai-
verdi. stico. È infatti indispensabile avere a disposizione
La continuità e la ricchezza di specie della copertu- materiale sano, di buon valore genetico e caratteri-
ra vegetale è essenziale in relazione alla capacità di stiche morfologiche, di cultivar e cloni idonei a spe-
protezione del suolo. cifiche condizioni ambientali.
a b
I.2 (a) Pineta dell'argentario; (b) specie sclerofille tipiche della macchia mediterranea; (c) pioppeto, esempio di arboricoltura da
legno; (d) vivaio per la vendita di piante da frutto certificate.
Agricoltura e frutticoltura in Italia 7 Introduzione
Nocciolo
Il nocciolo si distingue per una elevata caratterizza- La filiera corilicola è piuttosto complessa e può essere
zione territoriale, considerate le esigenze pedocli- considerata dal punto di vista della destinazione del
matiche e le particolarità ambientali che richiede. In prodotto (mercato fresco o materia prima per l’indu-
Italia la corilicoltura ha permesso la valorizzazione stria di trasformazione).
agricola di terreni marginali.
produttore di nocciole
organizzazione di produttore
di frutta in guscio
libero mercato
- imprese di prima trasformazione
- imprese commerciali - grossisti e/o intercettatori operanti a livello
- disrtibuzione organizzata nazionale e/o internazionale
Castagne
Castagne Noce
Noce
LaLa produzione
produzione di di castagne
castagne in in Italia
Italia è concentrata
è concentrata pre- PerPer
pre- quanto
quanto riguardala la
riguarda nocicolturasi si
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possono distin-
distin-
valentementeininCampania,
valentemente Campania,Lazio,
Lazio,Calabria,
Calabria,Piemon-
Piemon- guere
guere duetipologie
due tipologiedi
di impianti:
impianti:
te,te, Emilia
Emilia Romagna
Romagna e Toscana.
e Toscana. Le Le aziende
aziende castanicole specializzati;
castanicole specializzati;
italianesono
italiane sono caratterizzatedada
caratterizzate dimensioni
dimensioni medio-pic- adad
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frutta ee legno.
legno.
cole.
cole. LaLa maggior
maggior parte
parte della
della produzione
produzione è destinata
è destinata al al
mercato
mercato fresco.
fresco.
INTERMEDIARI
intermediari
IMPRESE
imprese
DI LAVAGGIO
di lavaggio
PASTICCERIE
pasticcerie artigianali ,,
ARTIGIANALI AZIENDE
aziende perPER LAVORAZIONE
lavorazione
INDUSTRIE
industrie ,,
ALIMENTARI
alimentari : F:atine
QUALI
quali FATINE
, N, oberasco
NOBERASCO,,
IN GENERE
in genere DOLCIARIE
dolciarie NOGALBA
Nogalba
RISTORAZIONE
ristorazione COLLETTIVA
collettiva GDO,
GDO, PUNTI
punti di DI VENDITA
vendita
TRADIZIONALI
tradizionali
I.7I.7 Diagramma
Diagramma di flusso
di flusso delladella
della filiera filiera della noce.
noce.
Mandorlo
Mandorlo Pistacchio
Pistacchio
LaLa coltivazione
coltivazione deldel mandorlo
mandorlo è perlopiù
è perlopiù concentrata
concentrata in in LaLa pistacchicolturaitaliana
pistacchicoltura italianaè praticata
è praticata principalmen-
principalmen-
due
due areali:Sicilia
areali: Siciliae Puglia,
e Puglia, dove
dove si ottiene
si ottiene oltre
oltre il 90% te te
il 90% in in Sicilia,
Sicilia, dove
dove sono
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coltivate il 98%
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superfici
della
della produzionenazionale.
produzione nazionale. investitea apistacchio
investite pistacchioin inItalia.
Italia.Il pistacchio
Il pistacchio italiano
italiano
presentale le
presenta miglioricaratteristiche
migliori caratteristichedal dalpunto
puntodi di vista
vista
quali-quantitativo.
quali-quantitativo.
a a
b b
I.8I.8
(a)(a) Seme
Seme di mandorla
di mandorla matura;
matura; (b) semi(b) semi di pistacchio
di pistacchio verde
verde di Bronte di Bronte DOP.
DOP.
10 Produzioni Vegetali Arboree
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. In Italia, secondo i dati dell’ultimo Censimento dell’a- 6. Quale tra le seguenti piante da frutto è particolarmente
gricoltura le aziende che coltivano specie frutticole sensibile agli aspetti climatici?
(incluse quelle con frutta in guscio) sono: a. susino
a. 18.983 b. actinidia
b. 236.240 c. ciliegio
c. 37.305 7. La maggioranza dei terreni agricoli italiani presenta
2. Il sistema dell’agricoltura integrata è regolato da quale un contenuto ponderale minerale (riferito alla sostanza
delle seguenti normative? secca) del:
a. Direttiva CE n. 128/2009 a. 98-99%
b. Regolamento CE n. 834/2007 b. 66-67%
c. Regolamento UE n. 128/2007 c. 47-48%
3. La migliore qualità dei frutti bio dipende dal ridotto 8. In un arboreto, la concimazione organo-minerale del
vigore vegetazionale della pianta causato dal mancato terreno è da effettuare preferibilmente in:
apporto di concimi chimici con elevato tenore di: a. primavera
a. potassio b. estate
b. fosforo c. autunno
c. azoto 9. In base all’epoca di sviluppo, le gemme che si schiudono
4. La cornunghia, ammessa nella agricoltura biologica è: nello stesso anno in cui si sono formate sono dette:
a. concime minerale naturale a. dormienti
b. concime organico azotato b. pronte
c. ammendante organico c. latenti
5. L’Azaridactina utilizzata per combattere le infestazioni 10. I frutti che non contengono semi perche si sviluppano
da insetti è una sostanza: senza fecondazione sono detti:
a. di origine vegetale a. frutti completi
b. di origine minerale b. falsi frutti
c. di origine chimica c. frutti apireni
VERO O FALSO
1. L’agricoltura biologica tende all’annulla- verticale è contenuta a 3 m, la distanza inter-
mento dell’impatto ambientale V F fila può scendere sotto i 2,50 m V F
ABBINAMENTI LOGICI
1. Riduzione fertilità del 5. Densità di impianto A. Tipo di terreno e E. Rami parzialmente erbacei
suolo microclima
6. Sesto di impianto F. Distanza tra le file e sulla
2. Agricoltura bio B.Vegetazione spontanea fila
7. Cotico erboso
3. Bacillus thuringiensis C. Metodi naturali di difesa G. Microrganismo
8. Suffrutice
4.Vocazione colturale D. Precoce entrata in H. Danno agronomico
produzione
1 Insetti pronubi
Il momento in cui si gettano le basi per la produzio- Questo affascinante scambio di vantaggi è detto
ne dei frutti è l’impollinazione ovvero il trasporto del rapporto simbiotico e ha dato luogo nel tempo a un
polline dal fiore in cui è stato prodotto, al fiore della lungo e articolato processo di coevoluzione cosicché
stessa pianta o di piante diverse (appartenenti però insetti e piante sono mutati per meglio adattarsi l’uno
alla stessa specie) in cui avverrà la fecondazione. all’altra con successo della specie di entrambi.
Questo processo non può essere affidato al caso per- I fiori hanno sviluppato forme e dimensioni più ido-
ché non è facile che si verifichi la fecondazione di un nee a consentire l’accesso degli insetti, apparati di
ovulo di una precisa pianta con il polline di una spe- richiamo (o vessillari) come profumi e colori sempre
cifica specie, in un determinato periodo. Per superare più appariscenti e, soprattutto, polline e nettare che
questi ostacoli, le piante hanno sviluppato una serie fungono da nutrimento. Gli insetti, da parte loro, han-
di strategie che sfruttano vento, acqua o animali, tra no modificato i loro apparati sensoriali e boccali e si
i quali (escluse poche eccezioni come piccoli uccelli e sono ricoperti di fitte pelurie in grado di trattenere il
pipistrelli nettarivori), primeggiano gli insetti pronu- polline.
bi o impollinatori. In alcuni casi, il grado di specializzazione ha raggiunto
Questi animali, volando di fiore in fiore per succhia- livelli così alti da rendere le due specie (piante e inset-
re il nettare, trattengono sul loro corpo i granuli di ti) specie-specifiche, cioè reciprocamente indispensa-
polline e li depositano sul pistillo del fiore sui cui si bili alla sopravvivenza per nutrimento o riproduzione.
poggiano, favorendo in tal modo la fecondazione del- Ad esempio, varietà come il caffè e il cacao dipendono
le piante di una stessa specie, situate anche a distan- strettamente dall’intervento esclusivo di un dittero, es-
za tra loro. senziale per l’impollinazione dei loro fiori.
a
b
1.1 (a) Esemplare di Andrana florea, un imenottero apoideo; (b) larve di imenotteri apoidei che crescono in un ammasso di polline
del quale si alimentano.
12 Produzioni Vegetali Arboree
Bombi
I bombi (Bombus terrestris) hanno dimensioni supe-
riori a quelle delle api e il corpo ricoperto da una fitta
peluria. Svolgono un’intensa attività di bottinamen-
to anche alle basse temperature delle prime ore del
mattino, della sera e di inizio primavera, che invece
non sono idonee al volo delle api domestiche. Rispetto
a queste ultime i bombi sono più resistenti a condi-
1.2 Servizio di impollinazione in serra. zioni di confinamento, di alta temperatura e umidità
Botanica, morfologia e fisiologia delle colture arboree 13 Capitolo 1
che si verificano nelle serre, per questo motivo sono significa che la situazione ambientale presenta dei
molto utilizzati come impollinatori delle colture pro- problemi.
tette. Inoltre, grazie alla conformazione del loro corpo, La drammatica diminuzione delle popolazioni di pro-
i bombi effettuano una “vibro-impollinazione” (buzz nubi è causata, infatti, da numerose variazioni am-
pollination) su colture quali pomodoro, melanzana, bientali causate da cambiamenti climatici, inquina-
peperone e mirtillo, che per rilasciare il polline dalle mento e da specifiche pressioni di origine antropica
antere richiedono un energico scuotimento del fiore. quali la modifica di indirizzi colturali, la riduzione del-
la complessità del paesaggio, l’urbanizzazione, la sot-
Megachilidi trazione di suolo dove nidifica la maggior parte delle
I megachilidi sono una famiglia caratterizzata dal pos- specie selvatiche, l’eccessivo sfruttamento dei pasco-
sedere un apparato (spazzola) situato ventralmente con li, regimi di sfalcio inappropriati e l’abbandono delle
cui raccogliere il polline. Fra essi, sono ottimi impollina- aree rurali con conseguente riforestazione naturale.
tori di fruttiferi gli insetti del genere Osmia, molto uti- Anche molti aspetti dell’agricoltura moderna si sono
lizzati grazie alle loro caratteristiche comportamentali: rivelati svantaggiosi per lo sviluppo e la salute delle
nidificano in cavità preesistenti usando, perciò, anche api domestiche e degli apoidei, il cui rapporto con l’am-
nidi predisposti ad arte, hanno un ciclo vitale breve, vo- biente, durante l’intensa attività di bottinamento li por-
lano a temperature intorno ai 10 °C e tollerano tempe- ta a stretto contatto con sostanze chimiche utilizzate
rature notturne al di sotto di 0 °C e riescono a bottinare nei campi coltivati e li espone a diversi fattori di rischio.
anche in condizioni meteorologiche avverse. In particolare, l’uso di insetticidi di recente introdu-
Il lancio di Osmie nel frutteto si è rivelato un valido zione come i neonicotinoidi, pur presentando una
mezzo per migliorare l’allegagione dei frutti e la pro- buona selettività sugli artropodi ausiliari, ha generato
duzione dei fruttiferi a fioritura precoce (mandorlo, al- un problema con i residui di queste sostanze soprat-
bicocco) e di quelle colture come il pero che sono poco tutto nel polline, con potenziali rischi nei confronti
appetibili alle api. degli apoidei. Questi possono entrare in contatto con
Le api selvatiche possono rappresentare una valida al-
ternativa nel caso in cui le api mellifere vengano meno a
o l’affitto degli alveari risulti troppo costoso. Non va
infatti dimenticato che nonostante sia ampiamente
documentata la funzione positiva delle api domesti-
che in agricoltura, affidarsi a una sola specie pronuba,
è una strategia molto rischiosa perché qualora malat-
tie o altri fattori ne causassero la diminuzione anche
la produzione agricola subirebbe un calo.
gli insetticidi perché i trattamenti sono effettuati er- veri e propri sciami anche se non riusciranno mai a
roneamente a ridosso della fioritura oppure perché si eguagliare il lavoro delle api che, in milioni di anni di
crea l’effetto deriva, che consiste nella dispersione di evoluzione, hanno affinato una tecnica per mezzo del-
particelle di insetticida oltre la coltura, anche lontano, la quale sanno scegliere autonomamente se un fiore è
su siepi e flora spontanea in fioritura. adatto o meno a dare o ricevere polline.
Nella contea cinese di Hanyauan, nel Sud-ovest della In attesa degli impollinatori robot, è più opportuno at-
Cina, le api sono scomparse a partire dagli anni No- tivarsi per salvaguardare il patrimonio apistico, sia di
vanta del secolo scorso, a causa dell’uso massiccio di allevamento sia selvatico, ancora esistente facendo in
pesticidi. Per far fronte alla mancanza di impollinatori modo che i campi coltivati tornino ad essere un am-
che determina la diminuzione delle produzioni, le au- biente idoneo alla loro sopravvivenza.
torità politiche della zona hanno dovuto delegare gli
abitanti di interi paesi a svolgere il lavoro che prima Norme a tutela delle api
svolgevano le api: dalla metà di aprile, per un paio di Le normative vigenti vietano di trattare con insetticidi
settimane viene effettuata l’impollinazione manuale (ad eccezione dei vari ceppi di Bacillus thuringiensis),
delle piante da frutto. acaricidi ed erbicidi le colture arboree, arbustive, er-
Poiché la carenza di impollinatori è un problema che bacee, ornamentali e spontanee durante il periodo di
affligge il mondo intero, negli ultimi anni, scienziati di fioritura della specie trattata, dall’apertura dei primi
vari paesi si sono cimentati nella costituzione di im- fiori fino alla completa caduta dei petali.
pollinatori artificiali. Al rispetto di queste disposizioni, è bene aggiungere
Nell’Università di Harvard, negli Stati Uniti, i ricerca- anche buone norme colturali e semplici accorgimenti
tori, hanno sviluppato microrobot volanti detti Robo- quali:
Bees alimentati ad energia solare; la multinazionale 1. evitare l’uso di pesticidi nocivi alle api (classe dei
statunitense Walmart ha invece presentato un bre- neonicotinoidi) e ridurre l’uso di diserbanti su piante
vetto per un’ape-robot che potrebbe potenzialmente che offrono fioriture;
impollinare le coltivazioni. In Giappone il National in- 2. evitare la deriva degli insetticidi su siepi in fiori-
stitute of advanced industrial science and technology tura e su vegetazione erbacea o arborea spontanea
(AIST) ha brevettato dei microdroni telecomandati presenti ai margini della coltura trattata;
sul cui fondo è applicata una striscia pelosa ricoper- 3. mantenere corridoi ecologici, aiuole incolte per of-
ta da un particolare gel appiccicoso, che permette di frire alle api fioriture spontanee e zone di vegetazione
prelevare il polline da un fiore per poi rilasciarlo sul attrattive e ricche di piante nettarifere, dove i pronubi
fiore successivo. L’uso di queste tecnologie è ancora possano trovare risorse nutritive e nidificare;
in via sperimentale ma i ricercatori sono fiduciosi che 4. seminare coltivazioni che producano fioriture ab-
in futuro, grazie a GPS e intelligenza artificiale, saran- bondanti (ad esempio colza, trifoglio e fava) inseren-
no in grado di farli volare autonomamente, formando dole in rotazioni per fornire nettare e polline.
b
a
1.5 (a) RoboBee, l’ape robot, progettata presso l’Università di Harvard; (b) ape robot progettata da Walmart.
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Gli apici vegetativi delle piante arboree sono costitu- 6. Nel fusto, la zona posta a 2 cm circa dall’apice, costitui-
iti da: ta da tessuti adulti è chiamata:
a. cellule embrionali differenziate a. zona di struttura primaria
b. cellule embrionali indifferenziate b. zona di differenziazione
c. cellule meristematiche c. zona di accrescimento
2. L’attività di ancoraggio svolta dalle radici portanti o 7. Nelle pomacee i rami corti caratterizzati dalla presenza
scheletriche è detta: di una gemma terminale a legno o mista o di una spina
a. funzione meccanica sono chiamati:
b. funzione esplorativa a. rami misti
c. funzione trofica b. brindilli
3. Nella vite e nell’actinidia, la parte permanente della c. lamburde
pianta che si estende anche a una porzione orizzontale 8. Il fenomeno tipico della vite, che porta alla apertura del-
lungo il filare si chiama: le antere prima del distacco della corolla è detto:
a. cordone permanente a. proteroginia
b. colletto b. cleistogamia
c. zona suberosa c. proterandria
4. Le strutture lignificate di età inferiore ai 2 anni presenti 9. La sterilità genetica dovuta a scarsa germinabilità del
sul tronco sono definite: polline in seguito ad anomalie meiotiche avvenute du-
a. branche rante la microsporogenesi è definita:
b. apici a. sterilità citologica
c. rami b. sterilità morfologica
5. Lo sviluppo vegetativo di un albero con maggiore vigo- c. sterilità fattoriale
re dei germogli laterali e folta vegetazione nelle parti 10. Nella maturazione naturale il distacco del frutto dalla
più basse della chioma è detto: pianta madre si chiama:
a. acrotono a. allegagione
b. basitono b. post-maturazione
c. mesotono c. abscissione
VERO O FALSO
1. Il ciclo di accrescimento delle radici registra 6. Nel pesco e nell’albicocco, i rami anticipati
il massimo ritmo in estate e alla fine dell’au- si originano sui rami misti più vigorosi, sui
tunno V F polloni e sui succhioni V F
2. Il rizoderma è lo strato più interno della cor- 7. La borsa è una formazione fruttifera sene-
teccia V F scente che ha origine da brindilli fruttiferi V F
3. Nel suolo le micorrize attuano una simbiosi 8. Il vero frutto del pomo è il torsolo centrale,
tra piante terrestri e funghi V F originato dalla trasformazione dell’ovario che
racchiude i semi V F
4. Nelle pomacee, le gemme lungo l’asse sono
miste, mentre la gemma terminale (portata 9. Durante la fase di maturazione dei frutti il pH
all’apice) è a legno V F diminuisce V F
ABBINAMENTI LOGICI
1 Sostanze biostimolanti
Le sostanze biostimolanti utilizzate in agricoltura indica le categorie delle sostanze biostimolanti che,
sono generalmente estratte dalle piante oppure sono a loro volta, sono suddivise nelle due sottocategorie
costituite da microrganismi. Svolgono tre specifiche indicate di seguito.
funzioni: prevengono gli stress abiotici (condizioni
ambientali avverse), stimolano e aumentano l’as- Costituenti principali dei formulati
sorbimento delle sostanze nutritive e migliorano la
biostimolanti
qualità della coltura, incrementandone la produzio-
ne. Le sostanze biostimolanti sono importanti per miglio-
Non sono dei sostitutivi ai fertilizzanti o agli agrofar- rare la sostenibilità delle colture e la loro azione va-
maci: i biostimolanti, infatti, non apportano sostanze ria in funzione della coltura, dello stadio fenologico e
nutritive, ma aiutano le piante ad assorbire meglio delle condizioni ambientali. I biostimolanti possono
quelle presenti nel terreno; né contrastano le aggres- manifestare una certa variabilità per quanto riguarda
sioni di agenti patogeni o insetti fitofagi, ma stimola- la composizione a seconda delle materie prime utiliz-
no la pianta a resistere meglio. zate e del processo produttivo applicato.
Il Regolamento UE n. 1009/2019 stabilisce le norme
relative alla messa a disposizione sul mercato di pro- Estratti di alghe
dotti fertilizzanti. Sono tra i più noti biostimolanti, derivati da alghe
L’allegato I di tale regolamento descrive, in partico- verdi, brune o rosse, in particolare Ascophyllum no-
lare, le Categorie Funzionali dei Prodotti (PFC) fer- dosum, Ecklonia maxima, Durvillea spp., Fucus spp.,
tilizzanti ammessi dalla Unione Europea e, al PFC 6, Laminaria spp. e Sargassum spp.
Un prodotto fertilizzante dell’UE che appartiene alla categoria Relativamente alla sottocategoria PFC 6 (B) biostimolante non
PFC 6 (A) può contenere microrganismi, ivi compresi quelli microbico delle piante, la Categoria di Materiale Costituente
morti o costituiti da cellule vuote, ed elementi residui innocui (CMC) da cui attingere per la loro formulazione è molto varia,
dei mezzi in cui si sono sviluppati, che non abbiano subito trat- ne indichiamo di seguito alcuni esempi:
tamenti diversi dall’essiccazione o dalla liofilizzazione e siano
compresi tra i seguenti: • CMC 1: sostanze e miscele a base di materiale grezzo;
• Azotobacter spp.; • CMC 2: piante, parti di piante o estratti di piante;
• funghi micorrizici; • CMC 6: sottoprodotti dell’industria alimentare.
• Rhizobium spp.;
• Azospirillum spp.
Vivaistica e propagazione dei fruttiferi 17 Capitolo 2
Idrolizzati proteici
Costituiti da peptidi a catena più o meno lunga e am-
2.1 (a) Esemplari di Ascophyllum nodosum, una alga bruna minoacidi liberi di tipo levogiro, ottenuti mediante
dalla quale si ottiene un estratto in forma di polvere (b), utilizzato idrolisi parziale di varie fonti proteiche (animali o ve-
in molte varietà di coltivazioni per la combinazione sia di macro- getali). L’idrolisi può essere chimica oppure enzima-
elementi (N, P, K, Ca, Mg, S) sia di microelementi (Mn, Cu, Fe, Zn). tica. Gran parte degli idrolizzati proteici derivano da
residui di origine animale.
Le caratteristiche chimiche dell’estratto di alghe di-
L’idrolisi enzimatica non necessita di alte temperatu-
pendono dal tipo di alga impiegata, dal periodo di rac-
re per cui è meno spinta, inoltre è assai selettiva. Gli
colta e dal processo di estrazione. In genere, l’estra-
idrolizzati proteici migliorano l’assorbimento e l’assi-
zione avviene a freddo in acqua ad alta pressione per
milazione dei nutrienti, la tolleranza a stress ambien-
evitare alterazioni.
tali (temperature estreme, salinità, siccità) e la qualità
Gli estratti di alghe incrementano la velocità di ger-
del prodotto (maggiore contenuto di antiossidanti, più
minazione, la crescita, favoriscono l’allegagione, la elevato livello di proteine, minore contenuto di nitrati).
produzione, la qualità del prodotto e migliorano la tol- L’impiego di biostimolanti a base di idrolizzati proteici
leranza a stress ambientali, in particolare, grazie alla si sono dimostrati molto utili nella coltura del riso. Di-
presenza di fitormoni (auxine, citochinine, gibberelli- stribuiti durante i trattamenti fungicidi contro il Bruso-
ne, acido abscissico), polifenoli, polisaccaridi (algina- ne e l’Elmintosporiosi determinano un positivo riequi-
ti, laminarina, fucoidani). librio vegetativo, generano inoltre una buona ripresa
della coltura con riduzione dello stress da diserbo.
Sostanze umiche
L’utilizzo di idrolizzati proteici hanno dimostrato la
Sono contenute in maggiore quantità in torbe e com- loro efficacia anche nella coltivazione del pomodoro
post e sono costituite da macromolecole organiche con buoni incrementi produttivi in termini di solidi so-
complesse derivate dalla decomposizione di sostanza lubili totali, con aumenti significativi in licopene e vi-
organica e dal metabolismo di microrganismi. tamine, migliorando così le caratteristiche qualitative
Si tratta di sostanze caratterizzate da notevole etero- e nutrizionali del prodotto.
geneità, classificate in funzione del peso molecolare e
della solubilità in: Effetti delle sostanze biostimolanti
umine (non solubili in acqua): strettamente connes- sulle colture
se alla matrice minerale;
acidi umici (solubili in acqua a pH alcalino); Orticoltura
acidi fulvici (solubili in acqua a tutti i pH): sono acidi Nell’ambito del vivaismo orticolo l’apporto di sostan-
deboli prodotti dal decadimento del materiale organico ze biostimolanti permette di ottenere: un incremento
a b
2.2 (a) Struttura molecolare di un acido umico; (b) struttura tipica di un acido fulvico.
18 Produzioni Vegetali Arboree
degli standard qualitativi delle piante, un aumento esempio auxine e gibberelline, stimolano lo sviluppo
dei ritmi di crescita e il miglioramento dei risultati nel vegetativo, l’induzione a fiore delle gemme e una alle-
post-trapianto. gagione più regolare;
Nelle produzioni orticole l’obiettivo è quello di otte- l’allungamento del rachide (nell’uva da vino), poi-
nere: un rapido superamento della crisi da trapianto; ché agiscono sulle fasi di divisione e distensione cel-
una precoce entrata in produzione; un incremento di lulare;
crescita, fioritura, allegagione e pezzatura dei frutti; stimolano la fotosintesi clorofilliana e migliorano
un miglioramento della qualità del prodotto; una mag-
la resistenza della pianta agli stress, contribuendo
giore efficienza dei nutrienti; un aumento della tolle-
all’aumento del profilo aromatico;
ranza agli stress abiotici. Ciò permette di ottenere un
favoriscono la radicazione delle barbatelle, aumen-
incremento del reddito dell’agricoltore determinato
da: aumento della produzione unitaria; incremento tando la resistenza delle viti agli stress abiotici.
del prezzo di vendita del prodotto e riduzione dei co- Colture estensive
sti di produzione.
L’impiego di formulati biostimolanti sono stati esami-
Gli effetti positivi possono variare in funzione del ge-
notipo, della tecnica agronomica e delle condizioni nati su colture estensive quali mais e soia, testando
pedoclimatiche. prodotti in grado di ottenere:
riduzione dei danni causati da stress di origine cli-
Frutticoltura matica o dall’uso di diserbanti agendo positivamente
L’uso di biostimolanti apporta sui frutti effetti positivi sulla fisiologia della pianta che è in grado di superare
quali: buone pezzature e consistenza, migliori caratteri- gli arresti di crescita vegetativa a cui viene sottoposta;
stiche organolettiche, allungamento della shelf-life. la riattivazione rapida della crescita delle piante,
Prendiamo ad esempio la vite: si è constatato che i
l’assorbimento dei principi attivi e una migliore pe-
biostimolanti inducono la produzione di citochinine
netrazione dei formulati usati in associazione ai di-
endogene che, di conseguenza, permettono di otte-
serbanti;
nere:
un nuovo e abbondante apparato radicale e, quindi, la riduzione della tossicità e la stimolazione del
una migliore assimilazione degli elementi nutritivi; recupero dopo applicazioni di erbicidi in post-emer-
un tralcio con germogliamento uniforme, evitando genza;
cioè il fenomeno della dominanza apicale; un sostegno alle piante per mantenere attive tutte
un aumento sia del grado zuccherino sia dell’alcol le attività biochimiche, non solo in condizioni norma-
potenziale, senza agire sul mosto; li, ma anche nelle situazioni critiche da stress ester-
la stimolazione dell’attività ormono-simile: ad ni.
a b
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Le talee legnose di specie con elevata capacità rizo- 6. Quale tra le seguenti voci non è una tecnica di innesto a
gena naturale, possono essere piantate direttamente marza?
in campo se prelevate nel periodo: a. innesto a gemma dormiente
a. primaverile b. innesto a doppio spacco inglese
b. estivo c. innesto a corona
c. invernale 7. Gli innesti effettuati a fine inverno/inizio primavera si
2. Nelle serre dotate di impianto di nebulizzazione, il sub- chiamano:
strato di radicazione più adatto è: a. a occhio vegetante
a. sabbia b. a occhio dormiente
b. perlite c. a chip budding
c. vermiculite 8. La temperatura ideale per la riuscita dell’innesto è com-
3. Negli impianti di nebulizzazione la salinità dell’acqua presa entro un valore:
non deve essere superiore a: a. non inferiore ai 20 °C e non superiore ai 34 °C
a. 50 mg/l b. non inferiore ai 15 °C e non superiore ai 33 °C
b. 80 mg/L c. non inferiore ai 10 °C e non superiore ai 32 °C
c. 100 mg/L 9. Nella tecnica della forzatura in serra le talee innestate
4. La radicazione delle talee con la tecnica della margotta vengono poste in casse di forzatura e mantenute a una
avviene in: temperatura di:
a. 2-3 mesi a. 20-21 °C
b. 3-4 mesi b. 22-23 °C
c. 4-5 mesi c. 23-24 °C
5. In un bionte, l’innesto che darà origine alla parte infe- 10. Quale tra le seguenti sostanze ha effetti prevalentemente
riore della pianta si chiama: inibitori sul metabolismo e sulla crescita delle piante?
a. marza a. etilene
b. portinnesto b. gibberelline
c. franco c. acido abscissico
VERO O FALSO
1. Per la propagazione delle specie arboree da 6. Le talee radicate in serra con la nebulizza-
frutto possono essere impiegate tecniche di zione vanno acclimatate prima del loro tra-
riproduzione o tecniche di moltiplicazione V F sferimento all’esterno V F
2. Lo stolone è una porzione di ramo dotata di 7. La margotta di ceppaia, si ottiene ponendo a
gemme che, radicando, generano una nuova dimora, in terreno sciolto e ben fertilizzato, il
pianta V F pollone di un portinnesto destinato a costitu-
ire le ceppaie V F
3. Per le piante da frutto si utilizza quasi esclu-
sivamente la talea legnosa, costituita da una 8. L’embriocoltura è una tecnica che attua la
porzione di ramo di 1 anno, lunga circa 5-6 cm V F coltivazione in vitro di embrioni opportuna-
mente isolati V F
4. La perlite è costituita da granuli di roccia
vulcanica inerte, porosa, sterile, leggera, con 9. Le gibberelline naturali sono ormoni carat-
pH di circa 6-7 V F
terizzati da una struttura molecolare conte-
5. La tecnica del riscaldamento basale è usata nente adenina V F
prevalentemente per talee erbacee di specie 10. Le più elevate produzioni di etilene sono ge-
caducifoglie prelevate nel periodo primave- nerate in tessuti senescenti o in frutti in via
rile/estivo V F V F
di maturazione
ABBINAMENTI LOGICI
3.1 Articola-
zione del Servizio
fitosanitario nazio-
nale.
Progettazione, impianto e gestione del frutteto 21 Capitolo 3
cialmente riconosciuta. Nel primo caso si tratta di va- Il passaporto delle piante, oltre ad attestare l’assenza
rietà controllate attraverso i test DUS (Distinguibilità, di organismi nocivi da quarantena, deve anche garan-
Uniformità e Stabilità), effettuati in campo da Istitu- tire l’assenza di organismi nocivi (RNQPs – Regulated
zioni ufficiali, sia per la semplice iscrizione, sia per il non-quarantine pests).
rilascio di una privativa sulle novità vegetali. Quando vi sia anche solo il sospetto della presenza
Per quanto riguarda le varietà con descrizione ufficial- di un organismo nocivo da quarantena rilevante per
mente riconosciuta, la definizione è relativa ai materiali il territorio dell’Unione Europea o di un organismo
per i quali l’esecuzione dei test in campo risultano trop- che può soddisfare le condizioni per essere conside-
po onerosi in rapporto allo loro importanza economica e rato tale, l’operatore professionale ha l’obbligo di in-
alla diffusione limitata, ma che, dotati di una descrizione formare subito il Servizio fitosanitario competente e
idonea a identificarle, sono stati commercializzati, alme- adottare tutte le misure precauzionali per impedirne
no come materiale CAC, prima del 30 settembre 2012. la diffusione.
È importante anche l’impiego di diagnosi molecola- Ogni operatore professionale che acquista o vende
re d’avanguardia come la Digital Droplet PCR e la piante e prodotti delle piante deve registrare tutti i
tecnica NGS (Next Generation Sequencing, cioè se- dati che gli consentano di identificare il fornitore o
quenziamento genico di nuova generazione) che per- l’acquirente di ogni unità movimentata. La tracciabi-
mettono di ridurre i tempi dell’immissione di nuove lità deve essere mantenuta anche per lo spostamento
varietà negli schemi di certificazione volontaria e di di piante all’interno e tra i propri siti di produzione.
ottenere la completa sicurezza sulla sanità dei mate- L’importazione di materiale vegetale vivo da Paesi
riali vegetali. terzi è consentita unicamente se tale materiale è scor-
tato da un certificato fitosanitario.
Passaporto fitosanitario Gli organismi nocivi delle piante sono suddivisi in
Dal 14/12/2019 la nuova normativa fitosanitaria, con quattro categorie principali per porre in essere una
l’obiettivo di bloccare la diffusione e l’insediamento migliore definizione delle priorità delle azioni e delle
sul territorio europeo di organismi nocivi, prevede l’e- misure da adottare:
stensione dell’obbligo del passaporto fitosanitario a 1. organismi da quarantena: sono organismi nocivi
tutte le piante da impianto. Il passaporto, che costi- la cui identità è stata accertata, che non sono pre-
tuisce la condizione necessaria per la libera circola- senti sul territorio, oppure, se presenti, non sono
zione delle merci nella UE, si presenta sotto forma di ampiamente diffusi e sono in grado di introdursi,
etichetta apposta sull’unità di vendita (direttamente insediarsi e diffondersi all’interno del territorio;
sui vegetali oppure sui loro imballaggi o contenitori di 2. organismi da quarantena rilevanti per la UE: or-
trasporto), con un formato semplificato e armonizzato ganismi nocivi da quarantena il cui territorio di ri-
in tutto il territorio dell’Unione Europea. ferimento è l’Unione Europea;
Gli operatori professionali autorizzati all’emissione 3. organismi da quarantena rilevanti per la UE pri-
del passaporto delle piante sono tenuti a controllare oritari: organismi nocivi da quarantena rilevan-
regolarmente lo stato di salute delle loro merci e a di- ti per l’Unione Europea il cui potenziale impatto
sporre delle conoscenze necessarie per identificare i economico, ambientale o sociale sul territorio UE
segni della presenza di organismi nocivi regolamen- è più grave rispetto ad altri organismi nocivi da
tati dalla nuova legislazione. quarantena;
4. organismi nocivi regolamentati non da qua- nismo da quarantena ma, date le ripercussioni
rantena: organismi nocivi ampiamente diffusi economiche inaccettabili che la loro comparsa
nell’UE e trasmessi prevalentemente da determi- potrebbe comportare, impongono di adottare mi-
nate piante da impianto che, considerata la loro sure fitosanitarie nel loro materiale di moltiplica-
diffusione, non rispondono ai criteri di un orga- zione.
crittogamica (il De Notaris fondò nel 1858 la Società se economico-alimentare causati da parassiti d’im-
Crittogamologica Italiana), un ambito di studi che portazione, i cui effetti furono carestie, povertà ed
successivamente sì costituì in disciplina autonoma emigrazioni di massa.
con il nome di Patologia vegetale. L’inventario dei Storicamente è ben nota la carestia causata dalla pe-
patogeni fu completato nel Novecento: la descri- ronospora della patata che si è diffusa in tutta Euro-
zione dei fitovirus fu possibile solo con l’ausilio del pa, ma soprattutto in Irlanda nel 1845-49, dove ampie
microscopio elettronico (la prima identificazione vi- fasce di popolazione coltivavano la patata come nu-
siva avvenne nel 1939 per il TMV, virus del mosaico trimento di base; a seguito di questa carestia circa
del tabacco). I fitoplasmi furono individuati quasi 1/8 degli irlandesi morì per denutrizione e ancora
trent’anni dopo in quanto la tecnica delle sezioni maggiore fu il numero di coloro che emigrarono, in
tissutali ultrasottili per l’esame in microscopia elet- particolare nell’America del Nord.
tronica, metodo necessario per preservare l’integrità In quegli stessi anni per la viticoltura si presentò
del materiale, fu introdotta nei successivi anni ’60; il problema del mal bianco, osservato nel 1845 dal
i viroidi, elementi infettivi costituiti da un filamento giardiniere E. Tucker nelle serre inglesi (da cui il
ad anello di RNA privo di involucro, furono scoperti nome Oidium tuckeri); pochi decenni dopo la colti-
nel 1972. vazione della vite fu messa a rischio dalla comparsa
della peronospora, giunta dall’America (in Europa
Malattie e parassiti causa di carestie nel 1879), probabilmente a seguito dell’importazio-
Certamente l’interesse per lo studio delle avversità ne di viti americane per contenere gli attacchi della
delle piante e dei possibili rimedi fu stimolato dal- fillossera, anch’essa importata dall’America alcuni
le perdite di raccolto causate da malattie e paras- anni prima (1863).
siti. Con le scoperte geografiche e l’introduzione di Il rimedio contro la fillossera fu l’innesto della vite
nuove specie coltivate, si introdussero anche nuovi europea su piede americano, resistente a questo
patogeni e insetti dannosi (in particolare quando le insetto, dopo che inutilmente si erano tentati altri
attività di scambio commerciale furono più spedite provvedimenti come si legge in un sunto osservati-
con la navigazione a vapore). Scriveva nel 1900 N. vo, presentato nel 1870 alla Reale Accademia Agra-
Passerini: “… Ma oggi che i piroscafi attraversano ria di Torino, sugli sforzi intrapresi per combattere
l’Atlantico in meno di una settimana… Quale meravi- il devastante parassita, in particolare in Francia (la
glia, dunque, se, colle piante utili si diffondono insetti prima segnalazione della fillossera è stata in Italia:
nocivi, i fungilli e i batteri?”. In generale, i patogeni Como, 1878): “Per un anno intero furono sperimen-
importati, non trovando nel nuovo ambiente limita- tati tutti gli sperati rimedi. Tutti invano… Il nemico
tori naturali, avevano la tendenza ad essere partico- cova sotterra... Molte sostanze ponno accoppare i
larmente virulenti. Un esempio di ciò si è verificato pidocchi, ma come farle arrivare al segno?... Il solfa-
nel corso dell’Ottocento quando l’Europa dovette to di carbonio (solfuro di carbonio) a dose mediocre
fare i conti con i danni a colture di rilevante interes- non valse nulla; dose maggiore fa perire coi pidoc-
chi le viti”.
Sempre a causa dei danni provocati
dalla fillossera furono istituiti in Italia
i primi centri per il monitoraggio, lo
studio e la lotta contro questo paras-
sita (Regi Osservatori delle Malattie
delle Piante dal 1913, poi riordinati
nel 1931 e attualmente assorbiti dalle
Regioni come Servizi Fitosanitari). Un
altro parassita di radicata memoria è
la dorifora della patata, segnalata in
Europa negli anni prossimi alla se-
conda guerra mondiale, e giunta in
Italia attraverso il Piemonte con il ri-
dislocamento delle truppe tedesche
nel corso degli anni 1943-44 (la pro-
paganda fascista attribuì la comparsa
del nuovo flagello a una azione pre-
meditata di bombardamento “biolo-
gico” degli Americani).
Anche le colture cosiddette coloniali
3.5 Disegno del 1889 che illustra le tecniche di lotta dell’epoca nel tentativo di
contrastare le infestazioni di fillossera della vite: una pompa aspira acqua da un pozzo subirono drastici ridimensionamenti
e la convoglia in un miscelatore contenente solfuro di carbonio e da qui viene distribuita a causa di fitopatie. La ruggine del
tramite manichette ai filari, dove il personale provvede con secchi a bagnare al piede caffè, ad esempio, segnò il declino di
le piante.
24 Produzioni Vegetali Arboree
queste coltivazioni a partire dal 1870 in tutta l’area ghilterra; in Francia come “eau Grisou”, mescolanza
geografica dell’Asia Sud-orientale con conseguente bollita di acqua, zolfo e calce spenta, dal nome del giar-
spostamento nelle attuali zone di produzione Sud- diniere Grison).
americane; oggi la coltivazione della banana è messa La tossicità del rame nei confronti dei micromiceti
seriamente in pericolo dalla Sigatoka gialla, dalla Si- si conosceva fin dalla metà del ’700 grazie alle espe-
gatoka nera e da una variante della cosiddetta “ma- rienze di Tillet (in pratica esse consistevano nel-
lattia di Panama” (un fungo del gen. Fusarium), già la concia di semi di frumento con solfato di rame)
responsabile della sparizione di una varietà di banane e alle successive osservazioni di Prevost (1807), il
chiamata “Gros Michel”, sostituita dalla Cavendish, quale constatò che l’acqua bollita in paioli di rame
mostratasi resistente alla forma originale del patoge- impediva la germinazione dei propaguli della ruggi-
no. ne del grano. Tuttavia, l’introduzione di tale fonda-
A livello europeo e italiano ricordiamo l’attualità delle mentale anticrittogamico nella difesa delle piante,
problematiche dovute, ad esempio, alla Sharka delle avvenuta intorno al 1885, fu dovuta in parte al caso
drupacee e al colpo di fuoco del pero. e in parte all’intuizione del botanico francese A. Mil-
Tra le peggiori devastazioni del secolo scorso si se- lardet che si accorse che le viti addossate ai pali di
gnalano quelle da elmintosporiosi del riso in Bangla- sostegno, che gli agricoltori solevano pennellare di
desh e quella ad eziologia virale su agrumi, chiamata solfato di rame (ritenendolo efficace contro l’immar-
“tristezza degli agrumi”, che colpì in modo violento cimento del legno), risentivano meno degli attacchi
e diffuso gli agrumeti Sud-americani, ma che pur- di peronospora. Peraltro nella zona del bordolese i
troppo fu importata anche in Europa ed è attualmen- vignaioli usavano cospargere di solfato di rame me-
te oggetto di Lotta Obbligatoria. Altre devastazioni scolato con calce, alcune viti nei bordi dei sentieri
che hanno colpito essenze forestali e ornamentali come dissuasivo contro i furti (quella miscela, la cui
sono il cancro del castagno e il cancro colorato del applicazione era ben visibile per il verde del rame,
platano mentre, tra i più recenti insetti parassiti del era considerata velenosa per l’uomo): anche in quel
verde urbano in Europa, vi sono il bruco americano, caso si osservava l’attenuazione della malattia.
la cameraria dell’ippocastano e il punteruolo rosso Merito del Millardet fu quindi quello di comprendere
delle palme. appieno l’azione del rame sul patogeno e di introdur-
re l’impiego della poltiglia come anticrittogamico.
Lo sviluppo della difesa dai parassiti Lo zolfo e i rameici furono per molti decenni i soli an-
Benché a metà Ottocento cominciasse a prendere cor- ticrittogamici disponibili.
po una consapevolezza abbastanza chiara dell’eziolo-
gia delle malattie da crittogame, ancora non si cono- I parassiti animali e le malerbe
scevano i mezzi per contrastarle. Contro i parassiti animali si utilizzavano “veleni”
In realtà, nella pratica agraria si ricorreva in particola- quali gli arseniati e l’acido cianidrico o sostanze mi-
re allo zolfo, il cui impiego risale a prima del Seicento nerali come polisolfuri, catrame, petrolio + saponi
ed è documentato a partire dai primi anni dell’Otto- oppure estratti di piante noti per la loro azione in-
cento (W. Forsyth, giardiniere di Re Giorgo IV d’In- setticida come il piretro, il rotenone e la nicotina.
La grande svolta avvenne a seguito del progresso nel 1839 da Goodyear). Esse furono infatti introdotte
dell’industria chimica, sollecitato anche dagli even- nella lavorazione di questo prodotto per la loro proprie-
ti bellici del secondo conflitto mondiale: immediati tà di assorbire facilmente lo zolfo e di trasportalo poi
furono i vantaggi in termini di aumento delle produ- all’interno del materiale gommoso accelerandone ap-
zioni, tanto che i progressi in agricoltura degli anni punto la reticolazione e la vulcanizzazione. Infine nel
’50 del secolo scorso (meccanizzazione, fertilizzanti, 1934 furono brevettati come anti-micotici per impiego
diserbanti, insetticidi e anticrittogamici di nuova ge- medico e, successivamente, si scoprì che essi erano
nerazione) furono ribattezzati con l’espressione “rivo- efficaci anticrittogamici e come tali furono impiegati
luzione verde”. in agricoltura.
Tra i più famosi/famigerati prodotti chimici largamen-
te impiegati in agricoltura ricordiamo il DDT, inventa-
to poco prima della II guerra mondiale da P.H. Müller
(che ebbe successivamente il Nobel per questo) e lar-
gamente impiegato dopo il termine del conflitto, prima
per debellare la malaria, poi in agricoltura; solamente
vent’anni dopo fu chiara la lunghissima persistenza
del DDT e la cancerogeneticità sua e dei suoi prodot-
ti di degradazione, così che negli anni ’70 del secolo
scorso il suo uso fu revocato negli USA e in Europa.
Vicenda similare è quella dell’atrazina, l’erbicida più
utilizzato a partire dagli anni ’50 su mais, sorgo e col-
ture tropicali come la canna da zucchero.
Sempre nella categoria dei diserbanti, un altro prodotto
che ha contribuito non poco a creare diffidenza nei con-
fronti della chimica in agricoltura, è stato il tristemente
noto Agent Orange B, irrorato in modo massiccio con
mezzi aerei come defogliante durante la guerra in Viet-
nam. Tuttavia, ancora prima, in Inghilterra, fu messo a
punto sempre per usi bellici il capostipite dei diserban- 3.7 Il punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus
ti, il 2,4-D, ancora oggi in repertorio. (in foto un bozzolo aperto in cui è presente un adulto ormai
completamente maturo), è un parassita originario delle regioni del
I fungicidi Sud-Est Asiatico che in una decina di anni si è diffuso, soprattutto
per effetto dei commerci di piante infestate, in tutto il Medio
Anche la famiglia dei ditiocarbammati, fungicidi di
Oriente e in Egitto, e poi nell’Europa mediterranea: in tutte queste
grande successo, è tuttora in elenco; queste sostan- aree geografiche si è rivelato estremamente distruttivo (le larve
ze hanno una storia legata all’industria della gomma e scavano dentro la base delle foglie e nello stipite, provocando quasi
in particolare al processo di vulcanizzazione (scoperto sempre il collasso della chioma e la morte della pianta).
3 Potatura di produzione
Il controllo dell’attività vegetativa della pianta otte- gagione che negli alberi vigorosi manifesta i mag-
nuto con riduzioni della chioma o altre operazioni si giori problemi. La potatura verde permette, median-
effettua durante tutto l'anno. te rapidi interventi, di orientare l'attività vegetativa
Si distingue una potatura secca che si effettua du- della pianta nel modo voluto, anticipando la forma-
rante il riposo vegetativo e una potatura verde o zione della struttura produttiva, la messa a frutto e
estiva. Gli interventi al verde sono complementari diminuendo nel contempo l'entità dei tagli invernali.
alla potatura secca e hanno particolare importanza • Vite. La potatura di produzione si basa su due
nella fase giovanile della pianta. principi:
L'epoca migliore per la potatura secca è il pieno ripo- 1. il rinnovo completo dei capi a frutto, eliminando
so vegetativo, dopo la caduta delle foglie. Per le dru- tutta la vegetazione formata durante l'anno ad ec-
pacee, e per il pesco in particolare, l'epoca migliore cezione di uno o più tralci inseriti in prossimità del
per iniziare la potatura è a fine inverno e sulle piante fusto, che fungeranno da capi a frutto;
o cultivar vigorose si può attendere la pre-fioritura o 2. la formazione di una branca, detta cordone per-
addirittura la fioritura. Tagli eseguiti in questa fase manente, che porta numerosi capi a frutto più o
tendono a indebolire la pianta a vantaggio dell'alle- meno lunghi.
26 Produzioni Vegetali Arboree
Le potature che prevedono la formazione di cordoni accorciano se non su piante eccessivamente deboli,
permanenti consentono di variare più facilmente la e di norma vanno solo diradati se troppo fitti. Le for-
carica di gemme, si elimina l’oneroso lavoro della le- mazioni fruttifere invecchiate a zampa di gallo van-
gatura dei capi a frutto, inoltre l'alta percentuale di no asportate o raccorciate. Sulle piante vigorose i
legno vecchio rappresenta una sorta di valore ener- tagli vanno ridotti e va evitato il raccorciamento del-
getico particolarmente utile nei momenti di stress, le branchette e dei rami misti, al contrario le piante
ma soprattutto all'invaiatura, quando gli zuccheri di deboli richiedono interventi più severi per provocare
riserva migrano verso i grappoli. l'emissione di germogli più vigorosi. I rami apicali
• Olivo. Fruttifica sui rami di un anno e la produzio- di solito non si accorciano mai, o si accorciano su
ne è portata da gemme che si differenziano (a parti- un brindillo o su un ramo anticipato. Nelle forme a
re da fine inverno) nello stesso anno. È meglio ese- spindel si sostituiscono le branchette di sfruttamen-
guire una potatura leggera tutti gli anni, piuttosto to esaurite, si cima la freccia su un ramo anticipato
che effettuare tagli severi ogni 3-4 anni. o, se questa appare troppo indebolita, è preferibile
Non ci sono grosse difficoltà a mantenere efficien- scegliere una gemma a legno.
te la struttura produttiva, poiché l'olivo garantisce • Pero. Produce su lamburde, rami misti e brindilli
sempre un buono sviluppo delle gemme basali. È e si caratterizza per un rapido invecchiamento del-
necessario garantire una omogeneità di illumina- le branchette fruttifere. Nelle cultivar di media e
zione, alleggerendo le cime e diradando i rami in scarsa vigoria, sui rami di sfruttamento si osserva
soprannumero. Le branchette esauste si eliminano la comparsa di formazioni contorte (zampe di gallo)
con tagli di ritorno. Si devono evitare affastellamen- formate da lamburde, brindilli e borse. La potatura
ti o invecchiamenti della parte basale, diradando e di produzione deve garantire un costante rinnova-
spuntando i rami posti all’estremità delle branche, mento delle branche produttive, salvaguardare la
ricorrendo a tagli di ritorno sui rami basali tanto più forma di allevamento, operando tagli di ritorno in
severi quanto minore è la loro energia vegetativa. modo da contenere lo sviluppo in altezza della pian-
I succhioni devono essere eliminati in estate oppu- ta, mantenere un equilibrio della vegetazione sfol-
re vanno costretti a fruttificare mediante incisione tendo maggiormente la zona apicale per evitare che
anulare. il pero, assecondando il suo modo di vegetare, sfug-
• Melo. La maggioranza delle cultivar di melo pro- ga verso l'alto. Si procede con il raccorciamento del-
ducono su lamburde inserite su rami di 2 o più anni, le branchette fruttifere e all'eliminazione di quelle
ma sono frequenti le varietà in cui è abbondante la esaurite, le zampe di gallo vanno drasticamente rac-
produzione sui brindilli o sui rami misti. Producono corciate. La spuntatura dei rami è particolarmente
prevalentemente su lamburde tutto il gruppo delle utile nel caso di piante deboli; al contrario, su piante
Delicious rosse standard e spur, le Renette, le Gran- giovani e innestate su franco il raccorciamento può
ny Smith, le Stayman; su ramo misto produce bene il ritardare la piena produzione e provocare l'emissio-
gruppo delle Golden Delicious, Jonathan; su brindil- ne di succhioni. L'intensità del taglio deve essere
li Imperatore (Morgenduft). La frutta migliore è por- quindi proporzionale all'età della pianta e inversa-
tata dai rami più giovani meglio nutriti, la potatura mente proporzionale al suo vigore.
di produzione deve tendere quindi a un costante rin- • Pesco. Richiede un'attenzione particolare affinché
novo della vegetazione. Si accorciano o si asportano il suo potenziale produttivo venga conservato. Sono
i rami a frutto invecchiati, si diradano le branchette necessarie riduzioni di chioma integrate, ottenute
fruttifere troppo fitte. I rami misti, in genere, non si generalmente con un diradamento dei frutti e con
interventi di potatura verde. La produzione migliore quelli deboli e quelli troppo vigorosi in modo che
è portata dai rami misti di medio vigore. I mazzetti la vegetazione sia distribuita in modo uniforme. Si
di maggio e i brindilli non consentono, di solito, il eseguono tagli di ritorno sulle branche secondarie e
raggiungimento di buone pezzature, altrettanto vale terziarie in modo da mantenere corretta la forma di
per i rami anticipati. allevamento.
I rami troppo vigorosi hanno poche gemme a fiore e Le piante giovani e vigorose necessitano di potature
non vanno di norma utilizzati. Solo nelle nettarine e leggere, una maggiore severità va applicata invece
in alcune varietà di pesco da industria è convenien- su alberi deboli o vecchi.
te invecchiare l'apparato produttivo per provocare la Il diradamento dei frutti è un complemento essenzia-
formazione dei mazzetti di maggio nei casi in cui i le della potatura secca, per migliorare la pezzatura e
rami misti siano poco fertili. per mantenere le piante equilibrate e la produzione
La potatura deve iniziare dalla sommità delle bran- costante. In associazione al diradamento si esegue
che con la consueta eliminazione dei rami antici- di norma anche la potatura verde, con l’eliminazio-
pati presenti intorno all'apice oppure con un taglio ne dei succhioni ed effettuando il diradamento dei
di ritorno su un ramo misto per contenere l'altez- germogli per consentire una buona illuminazione e
za dell'albero. Si diradano i rami misti eliminando colorazione dei frutti.
3.10 Olivo: polloni alla base del tronco. 3.11 Potatura verde di sfoltimento del pesco.
3.14 Impianto che applica il sistema della termoterapia tramite immersione della frutta in acqua calda.
30 Produzioni Vegetali Arboree
molti patogeni, la sua presenza va quindi limitata o destinati all’esportazione, ecc. In Italia ne è poco dif-
bloccata nelle celle di conservazione con tecniche di fuso l’utilizzo, anche perché le dosi di raggi gamma
depurazione dell’aria con materiali adsorbenti o tra- necessarie per limitare gli agenti patogeni sono spes-
mite specifici trattamenti gassosi. È particolarmen- so fitotossiche.
te efficace per mele e pere nei confronti del riscaldo
superficiale, ma anche su actinidia, susine, banane, Bassa pressione
pomodori e meloni. La riduzione della pressione atmosferica agisce diret-
tamente sull’abbassamento del tenore di O2 con effet-
Condizionamento idrometrico ti analoghi a quelli della conservazione dei prodotti
Il mantenimento di elevate quantità di acqua nei ortofrutticoli in atmosfera controllata. Gli elevati costi
vegetali è alla base della conservazione dei prodot- della tecnica ne limitano l’utilizzo solo per prodotti
ti ortofrutticoli freschi. Per limitare al massimo il fe- quali mango, avocado e banane che devono essere
nomeno della traspirazione, si ricorre a umidificatori, trasportati oltreoceano in container. Le condizioni ipo-
alla regolazione della ventilazione, ma anche all’appli- bariche hanno anche azione fungistatica.
cazione di cere o al confezionamento in film plastici.
Gran parte di frutta e ortaggi trae beneficio da una Metodi chimici di protezione post-raccolta
umidità relativa con valori superiori all’85%. Elevati Le tipologie di sostanze chimiche oggi disponibili
tassi igrometrici favoriscono però attacchi da parte sono molte, tra esse ricordiamo: fungicidi, antifisiopa-
di patogeni, è necessario quindi bilanciare adeguata- tici, cosmetici, disinfettanti e sostanze naturali.
mente tutti i parametri coinvolti. L’applicazione di fungicidi su ortofrutta in post-rac-
Luce ultravioletta colta (per nebulizzazione, immersione, ecc.) è oggi
estremamente limitata dalla legislazione vigente.
L’esposizione dei vegetali a basse dosi di luce ultra-
violetta induce la produzione di fitoalessine e la for- Gli unici prodotti fitosanitari attualmente utilizzabi-
mazione di barriere fisiche che impediscono le infezio- li (2016) in post-raccolta sono riportati nella tabella
ni di alcuni patogeni. 3.15.
Le dosi UV, alle quali sono state ottenute le più eleva- La difesa nei confronti dei patogeni che causano
te riduzioni di marciumi, sono molto variabili in fun- perdite produttive nelle fasi di conservazione è fon-
zione della specie. damentalmente affidata ai trattamenti di pre-raccol-
ta, eseguiti quanto più possibile vicino a questa. Gli
Radiazioni gamma agrofarmaci volti a limitare le infezioni spesso latenti
Vengono utilizzate per prevenire la germogliazione di (causate per esempio da Botrytis cinerea, Monilinia
patate, aglio e cipolle, per ritardare la maturazione, spp., Phlyctema vagabunda, Penicillium spp.), oltre
ridurre le popolazioni di agenti fitopatogeni e patoge- che in base alla loro efficacia, devono essere scelti tra
ni per l’uomo, uccidere patogeni e insetti nei prodotti quelli a minore tempo di carenza (o intervallo di sicu-
rezza) e residualità. Anche le fisiopatie possono cau- mici più utilizzati sono alcuni derivati di cloro, ozono e
sare notevoli danni ai prodotti ortofrutticoli durante acido perossiacetico.
la conservazione, a causa sia di condizioni in campo Le sostanze naturali di origine vegetale e animale
(ad esempio la butteratura amara delle mele), sia costituiscono una ampia fonte di composti con at-
da inadeguate condizioni di conservazione o nelle tività antibatterica e antifungina, caratterizzati da
fasi di distribuzione. In particolare, nei confronti di bassa tossicità per i mammiferi e limitato impatto
queste ultime, è possibile attuare una difesa pre- ambientale.
ventiva con antitraspiranti e cosmetici che hanno Fra le sostanze di origine vegetale di particolare
il compito di rendere brillanti i frutti e di rallentarne interesse vi sono prodotti quali propoli, jasmonati,
in alcuni casi la traspirazione. I preparati più utiliz- glucosinolati, composti fenolici, oli essenziali e altri
zati sono a base di gommalacca, cera carnauba o di composti volatili.
gommalacca e cera d’api. In particolare queste ultime due tipologie sono og-
I sali di calcio sono una categoria di prodotti utilizzati getto di studio per applicazioni specifiche contro i
in pre-raccolta (come fertilizzanti), ma anche in post- patogeni di post-raccolta.
raccolta per ridurre la sensibilità a plara, butteratura Tra le sostanze di origine microbica o animale si ri-
amara e disfacimento nelle mele oltre che a riscaldo corda essenzialmente il chitosano (polimero ottenuto
molle, imbrunimento interno delle pere e mal raggian- dalla deacetilazione della chitina di crostacei) per la
te delle pesche. sua capacità di creare un film sulla superficie dei pro-
Importanti sono poi i prodotti antiriscaldo superfi- dotti edibili allungando la shelf-life. Il chitosano clori-
ciale delle pomacee che causano elevate perdite, in drato è recentemente stato autorizzato come prodotto
particolare sulle mele in conservazione refrigerata. fitosanitario di base secondo quanto previsto dal Re-
L’1-MCP (1-methylciclopropene) è un ritardante della golamento CE n. 1107/09.
maturazione che agisce bloccando i recettori dell’eti-
lene, per diminuire la sensibilità dei frutti al riscaldo Metodi biologici di protezione post-raccolta
superficiale. Sono da tempo in studio agenti microrganici di bio-
Gli antigermoglianti sono invece necessari per al- controllo (BCA) naturalmente presenti nella fillosfera
cuni ortaggi a radice (patata, cipolla, aglio, carota, e carposfera, da dove spesso sono stati isolati e propo-
ecc.) che se conservati a temperature superiori a 0 sti per l’introduzione artificiale, allo scopo di sfruttare
°C, necessarie per evitare danni da raffreddamento, le proprietà di questi batteri e funghi (competizione
tendono a germogliare. per nutrienti e spazio, parassitismo, antibiosi e in-
Si tratta di un’applicazione fondamentale per le pata- duzione di resistenza) come antagonisti di patogeni
te dove l’unica sostanza attiva autorizzata è il cloro- presenti in forma palese o latente sui prodotti orto-
profam (CIPC), applicato direttamente nelle celle di frutticoli.
conservazione. Per prevenire invece la germogliazio- Se nel pre-raccolta i tanti studi condotti hanno in qual-
ne delle cipolle, si ricorre all’idrazide maledica, appli- che caso portato all’autorizzazione di prodotti fitosa-
cata 10-15 giorni prima della raccolta. nitari efficaci, nella fase successiva alla raccolta non
Un’altra categoria di mezzi chimici è rappresentata esistono attualmente in Europa prodotti microbiologi-
dai disinfettanti utilizzati in post-raccolta per la di- ci registrati.
sinfezione di contenitori, strutture e attrezzature per Certamente in post-raccolta i microrganismi antago-
il confezionamento, acque di lavaggio degli ortofrutti- nisti introdotti artificialmente possono godere di con-
coli fino alle celle di conservazione. I disinfettanti chi- dizioni ambientali costanti e abbastanza favorevoli al
loro sviluppo contrariamente al pieno campo.
Quelli più studiati sono diversi batteri pseudomonadi
(Pseudomonas cepacia, P. syringae) e Bacillus subtilis
contro Botrytis cinerea, Monilinia spp., Penicillium spp.
su pomacee e drupacee. Sugli stessi prodotti, ma anche
su kiwi, uva e agrumi, sempre nei confronti dei sud-
detti patogeni sono stati efficacemente utilizzati funghi
tra i quali Aureobasidium pullulans e Trichoderma spp.
Applicazioni di antagonisti anche in pre-raccolta
favoriscono la colonizzazione e quindi l’efficacia in
fase di conservazione. Interessante potrebbe essere
anche la somministrazione di antagonisti in combi-
nazione, così come la loro integrazione con fungicidi
in pre-raccolta. Appare infine rilevante consigliare,
data la naturale presenza di microrganismi antago-
nisti sul carpoplano, tutte le pratiche colturali favo-
revoli o almeno non compromettenti la loro soprav-
3.16 Mela colpita da butteratura amara. vivenza.
32 Produzioni Vegetali Arboree
UVA DA TAVOLA Muffa grigia (Botryotinia fuckeliana e Botrytis cinerea) Distacco delle bacche
Marciume da Aspergillus (Aspergillus spp.) e spaccature
Marciume deliquescente (Rhizopus spp.)
Muffa verde-azzurra (Penicillium spp.)
Marciume acido (vari lieviti e batteri acetigeni)
ACTINIDIA Muffa grigia (Botryotinia fuckeliana e Botrytis cinerea) Indurimento della columella o cuore
Maculatura epidermica (Phialophora verrucosa duro
e P. luteanidis) Danno da gelo
Marciume da Mucor (Mucor piriformis)
3.17 Riepilogo delle diverse malattie, biotiche e abiotiche, che interessano le fasi di post-raccolta delle produzioni ortofrutticole.
Progettazione, impianto e gestione del frutteto 33 Capitolo 3
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Per le specie autosterili e dioiche vanno individuate 6. Nelle colture arboree è consigliabile prelevare il campio-
più cultivar impollinatrici all’interno del frutteto per ne di terreno da analizzare a una profondità di:
assicurare: a. 30-40 cm
a. i caratteri organolettici b. 40/50 cm
b. la fecondazione incrociata c. 50-60 cm
c. la richiesta del mercato 7. In Italia nei meleti con forma di allevamento a super-
2. I portinnesti ottenuti per moltiplicazione agamica di spindle la densità di impianto è di:
una stessa pianta, si chiamano: a. 1.000-1.480 piante/ha
a. franchi b. 1.390-2.850 piante/ha
b. nesti c. 5.555-10.000 piante/ha
c. cloni 8. La tecnica irrigua denominata mist (che nebulizza l’ac-
3. Al momento dell’acquisto in vivaio, l’asse centrale degli qua sovrachioma) ha sulle piante un effetto:
astoni da vivaio deve avere un diametro di: a. fertilizzante
a. 4-8 mm b. climatizzante
b. 8-12 mm c. termico
c. 12-16 mm 9. Nel sistema di irrigazione microjet gli erogatori distribu-
4. In Italia la commercializzazione delle piante da frutto e iscono l’acqua tramite:
dei relativi prodotti di moltiplicazione è regolata dal: a. microirrigazione a spruzzo
a. D.Lgs. n. 124/2010 b. microirrigazione a goccia
b. D.Lgs. n. 125/2011 c. aspersione sovrachioma
c. D.Lgs. n. 126/2012 10. Durante la fase produttiva del frutteto (piena produzio-
5. Il campionamento del terreno delle colture arboree va ne) la concimazione deve essere prevalentemente potas-
effettuato quanto tempo dopo la concimazione prima- sica preferibilmente in quale rapporto?
verile o estiva? a. N-P-K 2 : 1 : 1
a. almeno 1 mese dopo b. N-P-K 2 : 1 : 3
b. almeno 2 mesi dopo c. N-P-K 2,5 : 1 : 2
c. almeno 3 mesi dopo
VERO O FALSO
1. La distribuzione geografica delle specie col- 6. Il periodo migliore per l’impianto di specie ca-
tivate sul pianeta è solo in minima parte de- ducifoglie è l’autunno, subito dopo la caduta
terminata dalle caratteristiche climatiche e delle foglie in vivaio V F
pedologiche V F
7. Nella messa a dimora delle piante, per la
2. Il sistema vivaistico nazionale è controllato colmatura della buca va utilizzata preferibil-
dai Servizi Fitosanitari per l’applicazione mente la terra degli strati profondi, lasciando
della certificazione genetico-sanitaria (volon- piccoli spazi vuoti tra radici e suolo V F
taria), dei portinnesti e degli astoni innestati V F
8. Nell’inerbimento artificiale di norma si impie-
3. Il campionamento sistematico del terreno gano miscugli di specie graminacee e legumi-
consiste nel suddividere idealmente la zona nose V F
di campionamento in un numero prescelto di 9. La pacciamatura è una tecnica alternativa
unità della medesima dimensione V F
alle lavorazioni e al diserbo lungo la fila, che
4. La tecnica della lavorazione a due strati è permette di controllare le infestanti V F
costituita da una ripuntatura profonda (da 40 10. Un insieme di individui della stessa specie
a 60 cm) a cui segue un’aratura sino a circa contraddistinti da aspetti morfologici, fisio-
140-160 cm di profondità V F
logici e colturali definiti e stabili nel tempo
5. Un pH maggiore di 7 e un potenziale redox sono detti cloni V F
ossidante sono fattori positivi per la disponi-
bilità di elementi nutritivi nel suolo V F
ABBINAMENTI LOGICI
1. Campionamento del suolo 5. Messa a dimora A. Aratura o lavorazione a E. Protezione sistema suolo/
due strati pianta
2. Sistemazione del terreno 6. Strutture di impianto
B. Impianto irriguo e sostegni F. Analisi di laboratorio
3. Preparazione del terreno 7. Inerbimento del terreno
C. Calcolo distanze di G. Fossi e scoline
4. Ammendanti organici 8. Deficit idrico controllato impianto e scavi
H. Controllo vigoria delle piante
D. Letame maturo e compost
Griglia 1 ................... 2 ................... 3 .................. 4 .................. 5 ................... 6 ................... 7 ................... 8 ...................
Capitolo 4
Colture arboree
sarmentose
Approfondimenti
a
b
Albana
Predilige terreni collinari, argillosi, ben esposti e dotati di fertilità medio-
bassa. Fertilità delle gemme basali: bassa. Germogliamento tardivo. Di-
screta tolleranza alle gelate primaverili e alla siccità. Abbastanza sensibile
a oidio, botrite e marciume acido.
Barbera
Idoneo a terreni collinari esposti a mezzogiorno, argilloso-calcarei. È molto
sensibile alla carenza di boro e potassio. Adatto a forme di allevamento a
cordone speronato o Guyot. Fertilità delle gemme basali: alta. Germoglia-
mento medio-precoce. Mediamente tollerante a peronospora e odio. Sensi-
bile alla muffa grigia.
36 Produzioni Vegetali Arboree
Biancame (Bianchello)
Idoneo alla coltivazione in terreni di media fertilità caratterizzati da limitata
siccità estiva. Si adatta a varie forme di allevamento e tipologie di pota-
tura. Fertilità delle gemme basali: media. Germogliamento medio-tardivo.
Discretamente tollerante verso oidio e peronospora. Sensibile ai marciumi.
Cabernet franc
Predilige terreni collinari, argillosi e argilloso-calcarei. Elevate densità di
impianto possono contribuire al controllo del vigore, in modo particolare se
associate a forme di allevamento come il cordone speronato. Fertilità delle
gemme basali: media. Germogliamento medio. Molto sensibile alla botrite.
Particolarmente sensibile al disseccamento del rachide.
Cabernet Sauvignon
Vitigno rustico, adattabile alla maggior parte dei suoli viticoli. Predilige
terreni poveri con un buon contenuto in scheletro. Sensibile al dissecca-
mento del rachide. Buone le produzioni ottenibili con cordone permanente,
in particolare con cordone speronato. Fertilità delle gemme basali: media.
Germogliamento tardivo. Buona resistenza nei confronti di peronospora,
marciume acido e botrite. Sensibile all’oidio. Adatto alla produzione di vini
da invecchiamento.
Croatina
Predilige terreni profondi o moderatamente profondi, franco-argillosi limosi
o argillosi, calcarei. Vitigno tardivo. Si adatta alle forme di allevamento
espanse tipo Sylvoz e alle controspalliere a Guyot, mentre non produce su
cordone speronato. Fertilità delle gemme basali: bassa. Germogliamento
medio-tardivo o tardivo. Problemi di disaffinità se innestata su alcuni cloni
di 420 A. Molto tollerante verso l’oidio, ma di media sensibilità nei confronti
della peronospora.
Falanghina
Preferisce terreni profondi da medio impasto a sciolti. Predilige sistemi di
media espansione, con potatura medio-lunga. Fertilità delle gemme basali:
media. Germogliamento precoce. Casi di disaffinità nei biotipi “napoletani”
se innestata su 420 A. Buona tolleranza alla peronospora e all’oidio. Sen-
sibile al marciume.
Greco
Vitigno produttivo, predilige terreni profondi, sciolti, di origine vulcanica e
freschi. In terreni derivati dal disfacimento di arenarie e ricchi di carbonato
di calcio, il vino prodotto raggiunge una maggiore complessità, armonicità
e finezza. Fertilità delle gemme basali: media. Germogliamento precoce.
Vitigno rustico, si adatta bene alle forme di allevamento a spalliera, sia a
tralcio rinnovabile che a cordone speronato.
Lagrein
Vitigno molto vigoroso, predilige forme di allevamento a pergola e potature
lunghe. Fertilità delle gemme basali: bassa. Germogliamento medio-tardivo.
Innestato solitamente su portinnesti deboli. Poco sensibile ai marciumi.
Può essere soggetto a colatura se si verificano primavere eccessivamente
umide.
Colture arboree sarmentose 37 Capitolo 4
Merlot
Si adatta a quasi tutti i terreni. Vitigno precoce. Buoni risultati con sistemi
di impianto ad alta densità. Fertilità delle gemme basali: alta. Germoglia-
mento medio. Teme i terreni eccessivamente soleggiati. Sensibile alla pe-
ronospora sul grappolo, alla muffa grigia e al marciume acido. Resistente
all’oidio. Sopporta abbastanza la siccità.
Montepulciano
Preferisce terreni di medio impasto, profondi e ben esposti, clima tenden-
zialmente caldo e asciutto. Fertilità delle gemme basali: medio-bassa. Ger-
mogliamento medio-tardivo. Si adatta molto bene alle forme di allevamento
compatte a spalliera, come per esempio cordone e Guyot, con potatura
medio-corta.
Moscato bianco
Predilige terreni marnoso-calcarei, non eccessivamente argillosi e umidi,
profondi, con clima asciutto e ventilato. Fertilità delle gemme basali: medio-
bassa. Germogliamento precoce. Idoneo a forme di allevamento non troppo
espanse, compatte, con potatura lunga e a tralcio rinnovabile. Sensibile
alla peronospora e al mal dell’esca. Molto sensibile a oidio, muffa grigia e
marciume acido.
Negroamaro
Idoneo a terreni sciolti, tufacei. Fertilità delle gemme basali: media. Germo-
gliamento medio. Le produzioni migliori si ottengono con potature corte e
con forme di allevamento ridotte, come alberello modificato, con densità di
impianto medio-alte. È abbastanza sensibile alla peronospora.
Picolit
Idoneo a molteplici tipologie di terreno e clima. Fertilità delle gemme basali:
alta. Germogliamento precoce. Si presta a forme di allevamento a spalliera
con potatura media o medio-lunga. A causa della sterilità del polline le
produzioni sono limitate, per cui necessita di consociazioni con varietà che
fungano da impollinatrici.
38 Produzioni Vegetali Arboree
Pinot bianco
Vitigno di buon vigore produttivo. Predilige terreni collinari tendenzialmente
leggeri, permeabili. Fertilità delle gemme basali: alta. Germogliamento
medio-precoce. Non sopporta contenuti elevati di calcare attivo. Sensibile
alla muffa grigia. Si adatta molto bene a potature corte e a forme di alleva-
mento ad alta densità.
Pinot grigio
Si adatta a diversi terreni, purché non umidi ed eccessivamente clorosanti
e preferisce climi temperati, non troppo caldi, e buone esposizioni. Fertilità
delle gemme basali: alta. Germogliamento medio-precoce. Grappolo ecces-
sivamente serrato e buccia sottile. Molto sensibile alla muffa grigia e al
marciume acido, oltre che a oidio e peronospora. Piuttosto sensibile alla
clorosi ferrica.
Pinot nero
Soggetto talvolta a colatura. Predilige terreni collinari, freschi di media o
scarsa fertilità. Gradisce climi con buona escursione termica, soprattutto
durante la maturazione. Fertilità delle gemme basali: alta. Germogliamento
medio-precoce. Produce bene su forme di allevamento espanse, tipo Ca-
sarsa, buoni risultati si ottengono anche su Guyot e cordone speronato ad
alte densità. Elevata sensibilità alla botrite, marciume acido ed escoriosi.
Sensibile all’odio. Mediamente sensibile alla peronospora. Tollerante al mal
dell’esca.
Primitivo
Si adatta a terreni di medio impasto tendenti allo sciolto, profondi. Ferti-
lità delle gemme basali: alta. Germogliamento precoce. Ottimi risultati si
ottengono con forme di allevamento compatte e libere in volume (alberello)
o in parete (cordone speronato). Scarsa resistenza al marciume. Risente
delle brinate primaverili data la precocità di germogliamento. Poco tolle-
rante verso oidio e peronospora. Se innestato su SO4 potrebbe manifestare
problemi di disaffinità.
Prosecco e Prosecco lungo
Prediligono terreni collinari, non troppo asciutti, areali senza ritorni di freddo
in primavera. Fertilità delle gemme basali: medio-bassa. Germogliamento
precoce. Adatto a forme di allevamento a controspalliera con potature
lunghe. Richiedono potature estive. Scarsa sensibilità al marciume acido.
Sensibile a oidio e peronospora. Sensibile a colatura e acinellatura. Poco
resistente alle brinate primaverili e alla siccità estiva.
Sangiovese
Predilige terreni tendenzialmente siccitosi. Fertilità delle gemme basali:
alta. Germogliamento medio-precoce. Idoneo per alte densità di impianto
associate al cordone speronato. Media sensibilità a peronospora. Sensibile
a oidio e marciume. Teme la muffa grigia, in modo particolare nei cloni a
grappolo molto compatto.
Colture arboree sarmentose 39 Capitolo 4
Sirah
Ottimi risultati si ottengono in terreni poveri, ma non superficiali. Gradisce
climi caldi e asciutti. Fertilità delle gemme basali: alta. Germogliamento
medio-precoce. Idoneo a forme di allevamento compatte, per esempio cor-
done speronato a elevata densità di impianto.
Teroldego
Predilige terreni leggeri e permeabili. Fertilità delle gemme basali: bassa.
Germogliamento medio. Richiede potature lunghe, considerata la bassa fer-
tilità basale delle gemme. Modesta sensibilità nei confronti di peronospora
e oidio. Sensibile al marciume acido.
Tocai friulano
Predilige terreni calcarei, di media fertilità, non troppo siccitosi. Fertilità
delle gemme basali: bassa. Germogliamento medio. Richiede potature me-
dio-lunghe associate a forme di allevamento espanse. Si ottengono discreti
risultati anche con forme di allevamento a spalliera (Guyot). Sensibile a
peronospora, oidio, botrite e mal dell’esca.
Trebbiano romagnolo
Predilige terreni freschi e fertili. Fertilità delle gemme basali: medio-alta.
Germogliamento medio. Si adatta a sistemi di allevamento quali Casarsa e
GDC con potatura medio-corta. Sensibile a peronospora, botrite, marciume
acido, escoriosi. Sensibile alle gelate primaverili.
Trebbiano toscano
Ottimi risultati in terreni poco fertili e mediamente profondi. Teme i venti
primaverili e la siccità estiva. Fertilità delle gemme basali media. Germo-
gliamento tardivo. Con le forme di allevamento espanse la produzione è
eccessiva. Si adatta bene alle alte densità, producendo anche su cordone
speronato. Germogliamento tardivo. I cloni a grappolo compatto sono sen-
sibili agli attacchi di botrite. Sensibile al mal dell’esca.
Verdicchio
Si adatta a qualsiasi terreno a patto che non sia eccessivamente fertile e
umido. Fornisce buoni risultati in terreni argillosi e argilloso-calcarei. Fer-
tilità delle gemme basali: bassa. Germogliamento medio-tardivo. Adatto a
forme di allevamento a tralcio rinnovabile, si presta inoltre a impianti inno-
vativi a medio-alta densità (4.000-5.000 ceppi/ha). Sensibile alla botrite.
Vermentino
Idoneo alla coltivazione in terreni collinari, asciutti, soleggiati. L’alleva-
mento è possibile inoltre in terreni pianeggianti e profondi, dove preferisce
forme di allevamento espanse. Fertilità delle gemme basali: medio-alta.
Germogliamento medio. Si adatta bene anche a forme di allevamento com-
patte a potatura corta (alberello). Germogliamento precoce. Sensibile alla
peronospora.
40 Produzioni Vegetali Arboree
Black Magic
Grappolo medio-grande, di forma conico-piramidale, a volte alato, spargolo,
con peduncolo grosso, medio-lungo, erbaceo-semilegnoso. Bacca medio-
grande. Epoca di germogliamento: precoce. Epoca di maturazione: precoce.
Resistenza ai trasporti: bassa. Vitigno di media vigoria e buona fertilità
basale per cui può essere allevato sia a tendone che a cordone speronato.
Sensibile alla colatura e all’acinellatura soprattutto nelle primavere fredde
e piovose e in terreni troppo fertili. Ottima la resistenza a peronospora,
botrite e oidio.
Cardinal
Grappolo abbastanza grande, cilindrico-conico, allungato, spargolo, qual-
che volta alato. Bacca medio-grande, rotonda o sub-rotonda. Polpa croc-
cante, dolce, gradevole. Epoca di germogliamento: medio-precoce. Epoca
di maturazione: medio-precoce. Resistenza ai trasporti: discreta. Sensibile
a peronospora ed escoriosi. Si adatta sia al tendone sia al cordone spero-
nato. È necessario intervenire con adeguate potature verdi, spollonature
e sfogliature per una più uniforme presa di colore. Sensibile a peronospora
ed escoriosi.
Crimson seedless
Grappolo medio, di forma piramidale con acini ben separati. Bacca medio-
piccola, ovale, di colore rosso violaceo con polpa dolce croccante. Epoca di
germogliamento: media. Epoca di maturazione: tardiva. Resistenza ai tra-
sporti: elevata. Vitigno molto vigoroso; richiede sistemi di allevamento ele-
vati e potatura lunga; ottimo per gli ambienti caldi. Necessita di sfogliatura
per avere una maggiore illuminazione e ottenere una migliore colorazione
dei grappoli che a volte è carente.
Italia
Grappolo grande, conico-piramidale, alato con una o due ali, giustamente
spargolo. Bacca grande, ovoidale; polpa croccante e succosa. Epoca di
germogliamento: medio-precoce. Epoca di maturazione: medio-tardiva. Resi-
stenza ai trasporti: ottima. I migliori risultati quanti-qualitativi si ottengono
con l’allevamento a tendone. La gestione del verde deve essere molto ocu-
lata con potature, spollonature e sfogliature eseguite tempestivamente.
Sensibile al legno riccio.
Michele Palieri
Grappolo grande, cilindrico-piramidale, alato, abbastanza spargolo. Bacca
grande, ovale o subovale, mediamente resistente; polpa soda a sapore
dolce. Epoca di germogliamento: medio-tardiva. Epoca di maturazione:
medio-tardiva. Resistenza ai trasporti: elevata. Esige sistemi di allevamento
espansi tipo tendone, pergola, lira. Sono indispensabili oculati interventi a
verde di potatura, spollonatura e sfogliatura per uniformare la colorazione
del grappolo e formare l’accumulo zuccherino.
Colture arboree sarmentose 41 Capitolo 4
Moscato d’Amburgo
Grappolo medio. Bacca di forma ellittica a sapore delicatamente moscato.
Epoca di germogliamento: medio-precoce. Epoca di maturazione: media.
Resistenza ai trasporti: discreta. Vitigno a portamento della vegetazione
orizzontale e semiricadente per cui necessita di un’attenzione particolare
nell’allevamento e nella potatura verde. Predilige terreni mediamente fertili
e sistemi di allevamento a spalliera o a pergola. Sensibile all’oidio e alla
peronospora.
Regina
Grappolo grande, lungo, piramidale o cilindrico, giustamente spargolo, alato
con una o due ali. Bacca grande di forma ellittica; polpa croccante, dolce.
Epoca di germogliamento: tardiva. Epoca di maturazione: tardiva. Resistenza
ai trasporti: elevata. Richiede forme di allevamento espanse e potatura
lunga. Sensibile a peronospora, oidio ed escoriosi.
Sultanina Bianca
Grappolo medio-grande, piramidale, mediamente compatto. Bacca piccola,
uniforme, ovoidale e polpa croccante. Epoca di germogliamento: media.
Epoca di maturazione: medio-tardiva. Resistenza ai trasporti: media. Neces-
sita di forme di allevamento espanse con un’elevata carica di gemme. Sono
necessari interventi di potatura verde, sfogliatura e spollonatura. Varietà
interessante per l’apirenìa e per la rispondenza ai trattamenti con acido
gibberellico e all’incisione anulare. Sensibile alla colatura soprattutto in
climi temperati e terreni fertili.
Victoria
Grappolo grande, piramidale, mediamente compatto, di aspetto gradevole.
Bacca grossa, cilindrico-ellittica di colore verde-giallo; sapore neutro; polpa
croccante con due vinaccioli. Epoca di germogliamento: media. Epoca di ma-
turazione: medio-precoce. Resistenza ai trasporti: elevata. Si adatta a forme
di allevamento sia espanse sia contenute, pertanto si può adottare sia il
tendone sia la spalliera. È necessario intervenire con spollonatura, potatura
a verde e sfogliatura, anche se in misura minore rispetto ad altre varietà.
42 Produzioni Vegetali Arboree
3 La fillossera
Fitofago Classificazione
Viteus vitifoliae ord. Hemiptera
fam. Phylloxeridae Descrizione Le viti europee coltivate franche
di piede vanno incontro a gravi alterazioni radi-
cali, si formano galle nodose sulle radichette e
tuberosità sulle radici più vecchie. Tali formazioni
si disgregano e l’apparato radicale si riduce no-
tevolmente. Segue un progressivo deperimento
della pianta che riduce le produzioni fino a morire.
Adulti: forme radicicole dell’afide giallastre (1
mm), le forme epigee sono giallo-verdi (1,2 mm).
4.4 Colonia di Viteus vitifoliae in galla 4.6 Fillossera della vite: galle sulla pagina
aperta ad arte. 4.5 Fillossera della vite: galle sulla superiore di una foglia di vite americana.
pagina inferiore di una foglia di vite
americana.
Biologia ed epidemiologia Il ciclo completo si re- femmine che si accoppiano e producono le uova sver-
alizza solo su specie di vite americane. La fillossera nanti.
sverna come uovo deposto sul ceppo o sui tralci; a Danni Su vite europea comporta deperimento delle
primavera nascono femmine partenogenetiche (fon- piante fino a morte. Su viti americane genera galle fo-
datrici) che pungono le foglie determinando lo svi- gliari che riducono solo parzialmente lo sviluppo della
luppo di galle, al cui interno nascono nuove femmine pianta.
partenogenetiche che continuano a vivere sulle foglie Difesa Si attua tramite l’innesto delle viti europee su
producendo nuove galle. quelle americane. Questa pratica è molto efficace, ma
Nelle generazioni successive nascono alcune femmi- non priva di difetti:
ne dotate di un lungo rostro che lasciano le foglie mi- • le viti europee hanno radici adattabili ai diversi tipi
grando sull’apparato radicale, dove inizia una serie di di suolo, mentre i portinnesti hanno adattabilità e af-
generazioni radicicole. finità diversificate;
A fine estate sulle radici nascono femmine alate che • è necessario allestire vivai di portinnesti americani
migrano sulla parte epigea, dove generano maschi e in cui si deve intervenire con trattamenti insetticidi.
Colture arboree sarmentose 43 Capitolo 4
Biologia ed epidemiologia I dati sulla biologia ed ra fogliare, imbrunimento e necrosi dei bottoni fiorali
epidemiologia di questo patogeno sono ancora par- e dei fiori, mentre quelle che si realizzano nel perio-
zialmente lacunosi (anche se sono in corso studi ad do autunnale-invernale provocano disseccamenti dei
esempio sull’interazione tra PSA e pianta ospite, mol- cordoni e anche dei tronchi con comparsa, verso la ri-
to interessanti sul piano scientifico e suscettibili di presa vegetativa, di cancri. Nelle piante colpite si può
applicazione pratica ai fini di una diagnosi precoce). avere avvizzimento dei frutti.
È tuttavia noto che il patogeno è attivo con tempe- La malattia può avere un decorso anche assai rapido
rature comprese tra 10 e 20 °C, mentre sopra i 25 °C e portare la pianta colpita alla morte nel giro di pochi
praticamente l’infezione si arresta. Gelate e grandina- mesi.
te sono i principali fattori predisponenti all’infezione. Difesa Allo stato attuale non esistono rimedi fitosani-
La penetrazione nella pianta ospite può realizzarsi at- tari curativi o risolutivi, per cui la linea di difesa prin-
traverso le aperture naturali (stomi, lenticelle, cicatrici cipale consiste nella prevenzione.
del peduncolo dei frutti raccolti) e le ferite (in partico- In campo essa si attua innanzitutto attraverso una se-
lare da potatura). rie di misure agronomiche:
L’infezione può rimanere latente, tuttavia essa è sem- riduzione degli apporti azotati e concimazioni a
pre pericolosa in quanto il batterio può colonizzare base di calcio nei terreni carenti di tale elemento;
i tessuti vascolari, oppure, specie in primavera e in è importante astenersi dalle potature in pre-fiori-
autunno, quando usualmente le condizioni climatiche tura;
sono caratterizzate da temperature fresche, piogge in- disinfestare con rameici delle ferite da potatura,
sistenti ed elevata umidità dell’aria, l’infezione può ma- nonché con gli arnesi di lavoro nel passaggio da una
nifestarsi in forma sintomatica. La diffusione del pato- pianta all’altra;
geno a lunga distanza avviene con il materiale infetto, evitare le irrigazione sovra chioma, ma preferire
mentre a breve può essere veicolato da pioggia, vento, quelle a goccia;
insetti e altri animali, uomo e attrezzi di lavoro (è stata effettuare impollinazioni di supporto (ciò a causa
ipotizzata anche una trasmissione attraverso il polline). della particolare vulnerabilità alla malattia delle usuali
Danni Le infezioni che avvengono in primavera-inizio piante impollinatrici) con polline di sicura provenienza
estate causano avvizzimento dei germogli, maculatu- ed eventuale impiego di pronubi (bombi);
Colture arboree sarmentose 45 Capitolo 4
ridurre l’apporto idrico durante i mesi di luglio e go di un promotore delle difese naturali delle piante,
agosto; eliminazione e distruzione col fuoco di piante, acibenzolar-S-metil (conosciuto commercialmente
e/o loro parti, infette. come Bion 50 WG, registrato anche per l’actinidia), che
A tali pratiche vengono associati interventi con agro- ha fornito risultati soddisfacenti.
farmaci a scopo preventivo/contenitivo, consistenti Dalla fase di allegagione fino alla raccolta normalmen-
in trattamenti con prodotti rameici in pre-fioritura; è te non ricorrono le condizioni per il propagarsi dell’in-
sconsigliabile l’uso del rame durante il periodo di fio- fezione, mentre dopo la potatura invernale a seguito di
ritura perché causa fitossicità sul polline e sugli orga- grandinate è bene trattare sollecitamente con rameici.
ni fiorali, mentre in questa fase può trovare impiego In Italia, a livello regionale, sono state promosse misure
eventualmente il Bacillus amyloliquefaciens, benché i legislative e interventi atti a contrastare la diffusione del
dati sperimentali siano ancora incerti. Valido l’impie- cancro batterico dell’actinidia.
a b
Biologia ed epidemiologia Questa specie compie Nella Pianura Padana i primi adulti compaiono in ge-
di norma tre generazioni all’anno. Sverna allo stadio nere ad aprile e, dopo gli accoppiamenti, ovidepongo-
di pupa in bozzoli biancastri allestiti negli anfratti cor- no sulle foglie o sui rametti. Le larve si nutrono ini-
ticali o tra i residui colturali al piede delle piante. zialmente sui germogli e poi sui frutti.
46 Produzioni Vegetali Arboree
Danni Le larve di questo polifago lepidottero ricama- Eseguire i trattamenti non appena si verifica il supe-
tore erodono superficialmente i frutti deprezzandoli. ramento della soglia di 50 adulti catturati per trappola
Difesa Installare, tra fine marzo e inizio aprile, alme- dall’inizio del secondo e del terzo volo. Buoni risultati
no 2 trappole a ferormoni per appezzamento. si ottengono trattando con Bacillus thuringiensis.
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. In Europa la vite occupa una superficie di: 6. I vinaccioli sono contenuti nella parte della bacca deno-
a. 7,8 milioni di ettari minata:
b. 3,5 milioni di ettari a. epicarpo
c. 2,7 milioni di ettari b. mesocarpo
c. endocarpo
2. Quale tra le seguenti specie appartiene alle viti asiati-
co-orientali? 7. Il sistema più completo di allevamento della vite per la
a Vitis labrusca produzione di uva da tavola è:
b Vitis riparia a. tendone a doppio impalco
c Vitis amurensis b. cordone speronato
c. Sylvoz
3. Il germoglio della vite si sviluppa da una gemma inseri-
ta su un ramo di 1 anno chiamata: 8. I fiori dell’actinidia sono riuniti in infiorescenze e si for-
a. ibernante mano all’ascella di quali foglie presenti sui tralci?
b. mista a. prime 8-12 foglie
c. primaria b. prime 5-8 foglie
c. prime 2-5 foglie
4. Nella vite gli organi filamentosi con funzione di aggrap-
pamento sono detti: 9. L’impollinazione nell’actinidia è di tipo:
a. lobi a. entomofilo
b. lembi b. anemofilo
c. cirri c. sia entomofilo che anemofilo
5. Un fiore di vite caratterizzato da ovario sviluppato, sta- 10. Nella potatura verde del kiwi i succhioni vengono taglia-
mi lunghi ed eretti e polline molto germinabile è defini- ti a 20-30 mm quando hanno raggiunto la lunghezza di
to: circa:
a. fiore ermafrodita a. 0,2-0,3 m
b. fiore maschile b. 0,4-0,6 m
c. fiore femminile c. 0,5-1 m
VERO O FALSO
1. Per fertilità potenziale della vite si intende il su suolo nel quale siano state realizzate per
numero di grappolini presenti nelle gemme qualche anno, colture arboree V F
svernanti V F
7. La densità di piantagione della vite nel si-
2. La faccia dorsale del seme di vite presenta stema a cordone speronato va da 2.200-4.800
una depressione centrale detta rafe e un ceppi/ha V F
solco detto calaza V F
8. L’Actinidia chinensis ha gemme sommerse
3. Un acino è detto spargolo se presenta acini interamente dalla corteccia e frutti ricoperti
ravvicinati a causa di pedicelli molto lunghi V F di peli ispidi e persistenti V F
ABBINAMENTI LOGICI
1. Pianta sarmentosa 5. Cirri A. Cascola fiorale E. Pianta dioica
2. Branche permanenti vite 6. Colatura B. Organi aggrappamento F. Entomofila e anemofila
3. Femminella 7. Actinidia C. Rampicante G. Ramo anticipato
4. Agostamento 8. Impollinazione kiwi D. Lignificazione tralci H.Tralci o speroni
Approfondimenti
L’impollinazione è entomogama o anemogama. verde originaria del bacino del Mediterraneo coltivata
Il frutto è diverso a seconda dei generi: può essere una da millenni per la produzione di olio, olive e legno. Nel-
drupa (in Olea), una samara (in Fraxinus), una bacca (in le boscaglie della fascia mediterranea più calda (fascia
Jasminum) o una capsula (in Forsythia). A differenza termomediterranea detta dell’Oleo-Ceratonion, dell’oli-
della grande varietà che si verifica nell’aspetto dei frutti, vastro e del carrubo), questa famiglia è presente con
il numero dei semi si mostra costante, in genere 2, anche forme selvatiche o inselvatichite (oleastro, olivastro).
se spesso nelle olive ve ne è uno solo a causa dell’aborto Anche il frassino (Fraxinus ornus), nei tempi passati,
sistematico del secondo seme. Le Oleacee che costitu- è stato coltivato per l’estrazione della manna, di uso
iscono la flora spontanea italiana sono diverse, come officinale, soprattutto in Sicilia, nell’area delle Ma-
alcuni arbusti Olea europaea ssp. Oleaster, Phillyrea donie; mentre il genere Jasminum riunisce diverse
latifolia e P. angustifolia, essenze caratteristiche della specie sarmentose coltivate come ornamento, dette
macchia termofila mediterranea, e alberi come il Fraxi- gelsomini. Una nota pianta ornamentale è anche il
nus ornus, pianta dei boschi mediterranei e submediter- lillà (Syringa vulgaris), piccolo albero apprezzato per
ranei e il F. oxycarpa, pianta tipica dei boschi ripali. le sue infiorescenze.
Interesse commerciale
Fra le Oleacee di interesse economico si annovera anzi-
tutto l’ulivo, Olea europaea ssp. sativa, pianta sempre-
5.3 Manna
5.2 Drupe e foglie di Olea europaea. secreta da al-
bero di Fraxinus
ornus.
Qualità nutrizionale È fortemente legata alla ti che in mancanza di sapore e odore di fruttato l’olio
composizione dell’olio da olive. In particolare, all’e- non può essere commercializzato. Il fruttato è quin-
levata concentrazione in acidi grassi monoinsaturi di quell’insieme di sensazioni olfattive percepite per
(acido oleico), molto importante per la riduzione della via diretta e/o retro nasale, dipendenti dalla varietà
colesterolemia e per la prevenzione di malattie del si- delle olive e caratteristiche dell’olio ottenuto da frut-
stema cardio-vascolare e al contenuto in antiossidan- ti freschi e sani. A seconda dell’intensità, il fruttato
ti naturali che svolgono un’azione preventiva contro può essere “verde” o “maturo”. È verde quando le
i processi infiammatori, i problemi cardio-vascolari, la sensazioni olfattive ricordano quelle dei frutti verdi,
cancerogenesi, l’invecchiamento precoce. raccolti appena prima o durante l’invaiatura. È invece
maturo quando le sensazioni olfattive ricordano quel-
Qualità sensoriale Fa riferimento alla valutazio- le dei frutti raccolti ad uno stadio di maturazione più
ne delle caratteristiche dell’olio in base agli organi di avanzato.
senso (olfatto e gusto). A corredo delle analisi chimi- Un ottimo extravergine non si ottiene per caso, ma
che, infatti, è fondamentale e obbligatorio l’esame or- dalla sapiente combinazione di una serie di fattori:
ganolettico dell’olio (analisi sensoriale), affidato ad alcuni di questi (fattori antropici) dipendono dalle
una specifica commissione chiamata panel, che opera scelte dell’agricoltore-imprenditore e del frantoiano.
in base a precise regole definite dalla normativa vi- Altri, (fattori naturali), dipendono dalle condizioni
gente in materia (Regolamento CEE n. 2568/1991). climatiche e dal terreno, nonché dalle varietà di olivo
impiegate.
Olio extravergine (EVO) e vergine di oliva Anche l’olio di oliva vergine è estratto dalla prima
L’olio extravergine è estratto dalla prima spremitura spremitura delle olive e non subisce alcun trattamen-
delle olive con mezzi meccanici o fisici a freddo, a tem- to, oltre al lavaggio delle olive, alla decantazione, alla
perature che non devono essere superiori ai 27 °C, tali centrifugazione e alla filtrazione. La differenza rispet-
da non determinare nessun tipo di alterazione del pro- to all’olio extravergine è che l’olio vergine ha un limite
dotto. In sintesi le fasi di lavorazione sono: le drupe massimo di acidità libera di 2 grammi per 100 grammi
vengono sottoposte a lavaggio, divisione dalle foglie, e al panel test presenta leggeri difetti.
molitura, centrifugazione ed eventualmente filtrazio-
Olio di oliva
ne. In ogni caso, è bene sottolineare che il Regolamen-
to europeo n. 2568/1991 ha stabilito dei precisi stan- L’olio di oliva ha un’origine e una storia più complessa
dard qualitativi affinché un olio possa essere venduto rispetto agli oli di oliva vergini ed extravergini. La sua
e ricevere la dicitura di “Olio Extravergine”. Il limite stessa etichetta, infatti, riporta la dicitura:“composto
dell’acidità libera è fissato a 0,8 grammi per 100 gram- di olio di oliva raffinato e olio di oliva vergine”.
mi e al Panel test (esame organolettico) deve risultare È ottenuto dalla spremitura delle olive di qualità bas-
privo di difetti e, soprattutto, deve avere note positive sa o scadente, tali da non renderlo idoneo al consumo
di fruttato. Non deve essere cioè inodore, incolore o (olio lampante). Possiede, infatti, difetti evidenti, sa-
insapore; il Regolamento CE n. 640/2008 riporta infat- pore e odore sgradevoli che rendono necessario sot-
toporlo a un trattamento chimico di raffi-
nazione, a livello industriale, per eliminare
questi difetti organolettici.
Per questo si parla di olio raffinato (o ret-
tificato), cioè trattato chimicamente con
processi di raffinazione quali decolorazio-
ne, deodorazione e deacidificazione per
correggere o limitarne i difetti di acidi-
tà eccessiva, di rancido, di colore e odori
sgradevoli.
Dopo questi trattamenti l’olio di oliva raf-
finato viene tagliato (miscelato) con olio
di oliva vergine o extravergine. Presenta
un tenore di acidità libera, espresso in
acido oleico, non superiore a 1 grammo
per 100 grammi. La normativa non stabili-
sce la percentuale minima di olio vergine
o extravergine da miscelare al raffinato:
5.4 Impianto per l’estrazione a freddo di olio extravergine di oliva: l’estra-
in genere, il taglio medio è dell’ordine del
zione inizia in un frangitore nel quale le olive vengono macinate assieme al
nocciolo; la pasta di olive ottenuta viene quindi rimescolata (gramolatura) per 5-8%, ma i migliori produttori preferisco-
meno di un’ora per favorire la successiva separazione dell’olio che avviene in una no spingersi fino al 30%, utilizzando oli
centrifuga che separa istantaneamente la parte solida detta “sansa” dall’acqua extravergini per rendere più gradito al
vegetale e dall’olio. palato il prodotto.
Olivicoltura 51 Capitolo 5
Classificazione degli oli di oliva dità libera, espressa in acido oleico, è superiore a 2 g
Proponiamo di seguito la classificazione degli oli di per 100 g e/o avente le altre caratteristiche conformi
oliva stabilita dal Regolamento CE n. 1513/2001 a quelle previste per questa categoria.
OLIO DI OLIVA RAFFINATO Ottenuto dalla raffi-
OLI DI OLIVA VERGINI Gli oli ottenuti dal frutto
nazione dell’olio di oliva vergine, con un tenore di
dell’olivo soltanto mediante processi meccanici o
acidità libera, espresso in acido oleico non superiore
altri processi fisici, in condizioni che non causano
a 0,3 g per 100 g e avente le altre caratteristiche con-
alterazione dell’olio, e che non hanno subito alcun
formi a quelle previste per questa categoria.
trattamento diverso dal lavaggio, dalla decantazio-
OLIO DI OLIVA - COMPOSTO DI OLI DI OLIVA RAF-
ne, dalla centrifugazione e dalla filtrazione, esclusi
FINATI E OLI DI OLIVA VERGINI Olio di oliva ottenu-
gli oli ottenuti mediante solvente o con coadiuvan- to dal taglio di olio di oliva raffinato con olio di oliva
ti ad azione chimica o biochimica o con processi di vergine diverso dall’olio lampante, con un tenore di
riesterificazione e qualsiasi miscela con oli di altra acidità libera, espresso in acido oleico, non superiore
natura. Detti oli di oliva vergini sono oggetto della a 1 g per 100 g e avente le altre caratteristiche confor-
classificazione e delle denominazioni seguenti: a) mi a quelle previste per questa categoria.
olio extravergine di oliva, olio di oliva vergine la cui OLIO DI SANSA DI OLIVA GREGGIO Olio ottenuto
acidità libera, espressa in acido oleico, è al massimo dalla sansa d’oliva mediante trattamento con sol-
di 0,8 g per 100 g e avente le altre caratteristiche venti o mediante processi fisici, oppure olio corri-
conformi a quelle previste per questa categoria; b) spondente all’olio di oliva lampante, fatte salve talu-
olio di oliva vergine la cui acidità libera, espressa in ne specifiche caratteristiche, escluso l’olio ottenuto
acido oleico, è al massimo di 2 g per 100 g e avente attraverso la riesterificazione e le miscele con oli di
le altre caratteristiche conformi a quelle previste per altra natura, e avente le altre caratteristiche confor-
questa categoria; c) olio di oliva lampante la cui aci- mi a quelle previste per questa categoria.
Approfondimento
Analisi della qualità dell’olio
Il test per la valutazione della qualità di un olio consente ANALISI OLFATTIVA E DEGUSTATIVA
di attribuirgli una precisa categoria merceologica e viene Per capire la vera differenza tra olio di oliva e olio extra-
effettuato con due modalità: l’analisi chimico-fisica e il vergine, il primo passo del procedimento è aprire il con-
panel test (prova di assaggio). tenitore e avvicinarlo al naso. Dopo la prova olfattiva si
Chimicamente si valuta l’acidità, mentre l’analisi organo- passa all’assaggio vero e proprio: l’olio va tenuto in bocca
lettica ottenuta attraverso l’assaggio (panel test) va con- per almeno 30 secondi e deve entrare in contatto con
fermata da un team di esperti. Il motivo per cui si associa tutte le papille gustative affinché si avverta il retrogusto.
l’analisi chimica al panel test è che la prima non è in grado Successivamente, l’olio non va non ingerito ma espulso.
di fornire tutte le informazioni sulla qualità di un olio, Per passare al campione successivo l’assaggiatore deve
cosa che invece è possibile attraverso l’esame organo- pulirsi la bocca mangiando uno spicchio di mela verde e
lettico. L’analisi sensoriale permette, infatti, di ottenere bere un bicchiere di acqua
un giudizio non solo sulla qualità dell’olio, ma consente frizzante. Il giudizio finale
anche di verificare se le indicazioni fornite dal produt- viene espresso dal capo
tore sono veritiere: gli esperti, infatti, sono in grado di panel: il responsabile effet-
riconoscere all’assaggio da quali cultivar proviene l’olio tua una media dei pareri
e se raccolta, lavorazione e stoccaggio sono stati eseguiti raccolti dagli assaggiatori,
correttamente. escludendo quelli troppo
Il panel test viene eseguito da un gruppo di assaggiatori discordanti. I risultati in
di olio (da 8 a 12 per minimizzare gli errori). I parametri ordine di qualità sono: ex-
principali sono: l’olfatto e il gusto. Il colore non è sem- travergine, vergine, vergine
pre un fattore importante e può trarre in inganno: infatti corrente, vergine lampante.
i campioni di olio vengono spesso presentati in piccoli
recipienti blu per non influenzare il giudizio. Per testare 5.5 Recipienti per effettuare
correttamente l’olio l’assaggiatore non deve aver fumato il panel test dell’olio.
da almeno 30 minuti, non deve indossare profumi (capa-
ci di alterare la percezione dei sapori) e deve essere in
uno stato psicofisico idoneo. Il massimo di recipienti da
testare è 8. Questi si trovano in un contenitore capace di
mantenerli a una temperatura costante di 28 °C. Se viene
superato questo parametro, l’olio potrebbe presentare
sentori falsati.
52 Produzioni Vegetali Arboree
OLIO DI SANSA DI OLIVA RAFFINATO Olio ottenu- OLIO DI SANSA DI OLIVA Olio ottenuto dal taglio di
to dalla raffinazione dell’olio di sansa di oliva greg- olio di sansa di oliva raffinato e di olio di oliva vergi-
gio, con un tenore di acidità libera, espresso in acido ne diverso dall’olio lampante, con un tenore di acidi-
oleico, non superiore a 0,3 g per 100 g e avente le tà libera, espresso in acido oleico, non superiore a 1
altre caratteristiche conformi a quelle previste per g per 100 g e avente le altre caratteristiche conformi
questa categoria. a quelle previste per questa categoria.
Abruzzo Aprutino Pescarese DOP (Abruzzo) – Colline Teatine DOP (Abruzzo) – Pretuziano delle Colline
Teramane DOP (Abruzzo)
Basilicata Vulture DOP (Basilicata)
Calabria Alto Crotonese DOP (Calabria) – Bruzio DOP (Calabria) – Lametia DOP (Calabria)
Campania Cilento DOP (Campania) – Colline Salernitane DOP (Campania) – Irpinia - Colline dell’Ufita DOP
(Campania) – Penisola Sorrentina DOP (Campania) – Terre Aurunche DOP (Campania)
Emilia Romagna Colline di Romagna DOP (Emilia-Romagna) – Brisighella DOP (Emilia-Romagna)
Friuli Venezia Giulia Tergeste DOP (Friuli Venezia Giulia)
Lazio Canino DOP (Lazio) – Colline Pontine DOP (Lazio) – Sabina DOP (Lazio) – Tuscia DOP (Lazio)
Liguria Riviera Ligure DOP (Liguria)
Lombardia Laghi Lombardi DOP (Lombardia)
Lago di Garda Garda DOP (Lago di Garda)
Marche Cartoceto DOP (Marche)
Molise Molise DOP (Molise)
Puglia Collina di Brindisi DOP (Puglia) – Dauno DOP (Puglia) – Terra d’Otranto DOP (Puglia) – Terra di
Bari DOP (Puglia) – Terre Tarentine DOP (Puglia)
Sardegna Sardegna DOP (Sardegna)
Sicilia Monte Etna DOP (Sicilia) – Monti Iblei DOP (Sicilia) – Val di Mazara DOP (Sicilia)
Valdemone DOP (Sicilia) – Valle del Belice DOP (Sicilia) – Valli Trapanesi DOP (Sicilia)
Toscana Chianti Classico DOP (Toscana) – Lucca DOP (Toscana) – Seggiano DOP (Toscana) – Terre di
Siena DOP (Toscana) – Toscano I.G.P. (Toscana)
Umbria Umbria DOP (Umbria)
Veneto Veneto DOP (Veneto)
5.6 Alcuni oli extravergine di oliva DOP e IGP italiani (portale: https://itolio.it/).
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. In Italia, la regione maggiore produttrice di olive è: 6. L’olio di semi di palma è caratterizzato da un notevole
a. Calabria contenuto di:
b. Puglia a. grassi saturi a catena lunga
c. Sicilia b. acidi grassi a catena media
c. grassi saturi a catena corta
2. Nella zona del colletto (tra radici e tronco) sono spesso
7. La talea di moltiplicazione dell’olivo per autoradicazio-
presenti polloni autoradicanti generati da formazioni
ne è prelevata da rami di un anno e ha una lunghezza di:
nodose chiamate:
a. 5 cm
a. ovoli
b. 15 cm
b. gemme
c. 25 cm
c. branche
8. L’olivo ha una larga adattabilità al pH, il cui valore otti-
3. Le foglie dell’olivo sono portate sul ramo in posizione male è compreso tra:
opposta e sono persistenti fino a: a. 4,5-5,6
a. 1 anno b. 5,7-6,7
b. 2 anni c. 6,8-7,5
c. 3 anni
9. La forma di allevamento appiattita, costituita da un asse
4. L’infiorescenza dell’olivo è detta: principale e da branche disposte su più palchi (in genere
a. drupa uno o due) è chiamata:
b. mignola a. palmetta
c. peduncolo b. a globo
c. a vaso cespugliato
5. Secondo uno studio della FAO, su 396 cultivar di olivo
quante sono autosterili? 10. In oliveto, il concime più utilizzato e distribuito più
a. 17,2% spesso tramite la fertirrigazione è:
b. 18,9% a. fosforo
c. 63,9% b. azoto
c. potassio
VERO O FALSO
1. Il 45% delle superfici olivate mondiali è dedi- 7. La lavorazione del terreno va eseguita nell’in-
cato alla produzione di olive da mensa V F verno successivo alla messa a dimora delle
2. La carie del legno è asportabile tramite l’in- piante e, comunque, dopo i lavori di sistema-
V F zione V F
tervento denominato slupatura
3. Le gemme ibernanti rimangono tali senza 8. La sostanza ormonale più utilizzata per il
germogliare per vari anni consecutivi V F trattamento rizogeno delle talee è l’acido in-
dolbutirrico V F
4. I fiori ermafroditi dell’olivo presentano un
gineceo di modeste dimensioni e involuto, 9. La concimazione minerale di fondo va inte-
mentre il perianzio e l’androceo sono regolari V F grata con materiale organico, come ad esem-
pio il letame maturo V F
5. La sintesi dell’olio avviene nei plastidi e mito-
condri del protoplasma delle cellule della polpa V F 10. La brucatura è un sistema tradizionale di rac-
colta delle olive eseguita utilizzando piccoli
6. Per gli innesti di olivo si impiegano rami frut-
rastrelli per distaccare i frutti che cadono su
tiferi di un anno, di 25-30 cm di lunghezza,
reti di plastica, con una resa del lavoro di 10-
dai quali si ricavano marze di circa 4 cm che V F
15 kg/ora/per persona
vengono modellate per essere innestate su
un portainnesto V F
ABBINAMENTI LOGICI
1. Infiorescenze 5. Succhioni A. Dinamometro E. Penetometro
2. Invaiatura 6. Indice di invaiatura B. Grado pigmentazione olive F. Mignole
3. Topping 7. Forza di distacco C. Taglio orizzontale chioma G. Germogli sviluppati dalla
ceppaia
4. Polloni 8. Consistenza della polpa
D. Cambiamento colore drupa H. Germogli sviluppati da
gemme latenti
1 I calendari di raccolta
Nel nostro Paese la presenza di frutta sul mercato è tomeno se il target produttivo è l’esportazione), sia
praticamente continua e ininterrotta: non solo perché per l’utilizzo di pesticidi e antiparassitari molto su-
alle nostre latitudini è disponibile un elevato numero periore rispetto a quello italiano.
di varietà coltivate, ma anche per la presenza di filiere Come sapere quindi se la frutta che stiamo acquistan-
produttive in serra (nazionali o importate dall’estero) do è frutta cresciuta all’aria aperta e non sotto il ten-
e per la presenza di prodotti freschi conservati in at- done di una serra? È semplice, bisogna conoscerne la
mosfera controllata nelle celle frigorifere. stagionalità!
Un discorso a sé stante merita a questo punto la qua- Alcuni frutti coltivati in Italia, in particolare mele e
lità organolettica e nutrizionale della frutta che di- pere, non hanno una stagionalità particolare e pos-
pende sia dal tipo di coltura e di provenienza, sia dal sono essere acquistati lungo tutto l’arco dell’anno. In
tempo di conservazione. alcuni mesi presentano una qualità migliore perché
Il consiglio dei nutrizionisti è da sempre orientato hanno una maggiore freschezza, nella tabella 6.1 que-
verso il consumo di prodotti locali (possibilmente a sti mesi sono contrassegnati in arancione.
filiera corta), stagionali (quindi sviluppati natural- Altri frutti, come banane e ananas, possono essere in-
mente) e non conservati per lunghi periodi in celle vece acquistati durante tutto l’arco dell’anno perché
frigorifere. sono frutti di importazione che, essendo coltivati in
In mancanza di prodotti a filiera corta, è sempre consi- Paesi con climi diversi dal nostro, sono reperibili fre-
gliabile acquistare un prodotto nazionale; l’Italia van- schi in qualsiasi mese. Non tutta la frutta tuttavia è
ta infatti una serie di disciplinari produttivi rigorosi disponibile tutto l’anno. Di seguito quindi indichiamo
e focalizzati sulla tutela del consumatore, mentre al- mese per mese quali sono i frutti di stagione, tenen-
trettanto non si può dire per frutti prodotti in territori do presente che molto dipende anche dal territorio in
extracomunitari. cui ci si trova: tra Nord e Sud Italia ci sono infatti diffe-
Parallelamente, la scelta di frutta stagionale garan- renze climatiche anche considerevoli, per cui un frutto
tisce un rapporto qualità/prezzo più vantaggioso. potrebbe essere di stagione in un luogo, ma non in un
Inoltre, al di là delle caratteristiche gustative e aro- altro. Per questo motivo, al momento dell’acquisto è
matiche, anche la qualità nutrizionale (vitamine e sempre bene verificare il luogo di raccolta della frutta
antiossidanti) ne trae un discreto vantaggio. Il frut- che si sta acquistando e che troviamo indicata sull’eti-
to, infatti, è un’appendice viva della pianta, e trae chetta o sul cartello del prezzo del prodotto.
beneficio in particolar modo della presenza dei raggi GENNAIO. Non solo agrumi (arance, mandarini, pom-
solari ultravioletti; pertanto, le coltivazioni in serra pelmi e mandaranci), ma anche kiwi. Mele e pere sono
non hanno la stessa intensità metabolica di una col- di ottima qualità fino al mese di aprile.
tura naturale, e ciò è a tutto svantaggio della compo- FEBBRAIO. È l’unico mese in cui è possibile trovare le
sizione nutrizionale del raccolto. mandorle fresche italiane, oltre a tutti i frutti già citati
Inoltre, è sempre sconsigliabile abusare di frutta nel mese di gennaio. A febbraio e a marzo, mele, pere e
tropicale; sia perché non sono attuati disciplinari di banane hanno una maggiore qualità. Le banane a feb-
coltivazione sulla tutela del consumatore finale (tan- braio e marzo sono migliori.
Colture arboree pomacee 55 Capitolo 6
Frutto gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
Albicocca
Amarena
Ananas
Anguria
Arancia
Avocado
Banana
Caco
Castagna
Ciliegio
Fico
Fico d’India
Fragola
Bacche di gelso
Kiwi
Lampone
Limone
Mandarancio
Mandorla
Mela
Melograno
Mirtillo
Mora
Melone
Nespola
Noce
Pera
Pesca
Prugna
6.1 Calendario della
stagionalità mensile. In Pompelmo
arancione è indicato il Ribes
periodo in cui la frutta Susina
presenta le migliori qua-
lità organolettiche. Uva
56 Produzioni Vegetali Arboree
LUGLIO. È il mese dell’anguria, che sarà disponibile per OTTOBRE. Iniziano a essere disponibili i frutti tipica-
due mesi; inoltre possiamo trovare i fichi, le more, i me- mente autunnali: i primi melograni, i cachi e le casta-
loni e i ribes. Ancora albicocche, amarene, ciliegie, susi- gne. Torna anche la nespola. Ultimo mese per gustare
ne, prugne, pesche, fragole, lamponi e bacche di gelso. al meglio l’uva.
Mele e pere tornano a essere di ottima qualità. NOVEMBRE. Tornano a essere disponibili arance, man-
AGOSTO. È l’ultimo mese per gustare albicocche, angu- daranci e mandarini. È anche il mese dell’avocado, del
ria, fragole, lamponi e ribes. Sì a fichi, meloni e mirtilli, kiwi e della noce. Sì ancora a cachi, castagne, limoni,
pesche, prugne e susine. Finalmente arriva l’uva. melograni e nespole.
SETTEMBRE. Mese in cui i frutti estivi iniziano a scar- DICEMBRE. È il mese in cui troviamo l’ananas di qualità
seggiare e a diventare di consistenza farinosa. Meglio migliore. Ancora disponibili arance, avocadi, cachi, kiwi,
quindi scegliere uva e fichi d’India, la cui stagionalità si agrumi, pompelmi compresi.
limita solo a settembre.
2 Le pomacee minori
Azzeruolo (Crataegus azarolus), famiglia: bata, con 1-3 paia di lobi a seconda della varietà.
Rosaceae La pagina superiore della foglia è glabra, lucida, di
È una specie rustica, diffusa nei Paesi del bacino del colore verde-brillante; quella inferiore è, invece, più
Mediterraneo, in Asia Minore e Centrale. Di taglia mo- opaca e vira sul verde pallido-grigiastro.
desta, si propaga agamicamente per innesto; il por- Sopporta il caldo elevato e la siccità. Resiste alle tem-
tainnesto più diffuso è il biancospino. L’azzeruolo è perature invernali fino a oltre -25 °C. Il frutto è un
una pianta a crescita lenta che riesce a vegetare su pomo, di peso variabile tra 2 e 12 g, di sapore dolce
tutti i terreni, anche se preferisce quelli asciutti e di e aromatico. Si possono distinguere tre gruppi varie-
medio impasto, a reazione neutra. tali: azzeruolo giallo, bianco e rosso (spontaneo nei
La chioma ha forma arrotondata, a volte piramidale, boschi). Il frutto è destinato prevalentemente al con-
con rami più o meno tomentosi e sporadiche spine. Le sumo fresco o alla trasformazione, ma trova anche
foglie sono caduche, alterne sui rami e coriacee, hanno impiego in erboristeria per le proprietà antianemi-
un breve peduncolo e sono dotate di stipole. Nei rami che e oftalmiche grazie all’elevato contenuto di pro-
fruttiferi la lamina fogliare è arrotondata alla base, lo- vitamina A.
Nespolo comune (Mespilus germanica L.), gelo invernale è alla conclusione. A causa dell’elevato
famiglia Rosaceae contenuto di tannini il frutto, può essere consumato
Specie di origine balcanico-caucasica, molto rustica e solo dopo l’ammezzimento oppure essere impiegato
longeva, viene coltivata a scopo ornamentale o come nella preparazione di confetture, gelatine, salse, be-
fruttifero per uso domestico. È un arbusto deciduo, vande alcoliche (brandy, liquori).
che può raggiungere i 4 m di altezza e produce un Nelle pratiche fitoterapiche vengono impiegati i frutti,
frutto (pomo), sferico od ovoidale, con una depressio- i noccioli, le foglie e la corteccia. Il nespolo comune
ha essenzialmente proprietà astringenti e diuretiche
ne all’apice, circondata dai cinque sepali allungati e
e si presta ad essere utilizzato soprattutto nei casi di
persistenti, di pezzatura variabile da 10 a 80 g. In na-
problemi intestinali, disturbi allo stomaco, ritenzione
tura sono presenti molti ecotipi spontanei. In Italia il
idrica, diarrea, afta e piaghe della pelle.
nespolo comune è molto diffuso allo stato spontaneo,
soprattutto nei boschi di latifoglie.
Il vivaismo italiano offre astoni sia con denominazioni
generiche (ad esempio Nespolo comune) sia con indi-
cazioni varietali specifiche, quali: Grosso di Germa-
nia, Mostruoso d’Olanda e Gigante di Castelrainero.
Si propaga mediante innesto a spacco, triangolo o
gemma dormiente. Numerose sono le specie che pos-
sono essere utilizzate come portainnesti: biancospino
(il più impiegato), nespolo, cotogno, pero, sorbo degli
uccellatori. Sopporta bene le gelate invernali e, grazie
alla fioritura tardiva, sfugge alle gelate primaverili,
per questo lo ritroviamo anche oltre i 1.000 m di quo-
ta. Si adatta a numerosi tipi di suolo, pur prediligendo
quelli freschi, ma ben drenati e fertili. I frutti, che ma-
turano in inverno, vanno colti già essiccati, quando il 6.5 Foglie e frutti di Nespolo comune.
58 Produzioni Vegetali Arboree
Nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica), La raccolta è manuale, dall’ultima decade di ottobre a
famiglia Rosaeae novembre, ma sempre e comunque prima dell’ammez-
È la più importante tra le pomacee minori, con una zimento della polpa, che dovrà avvenire in fruttaio.
produzione annua attorno alle 4.000 t, prevalentemen- Il Nespolo giapponese possiede proprietà benefiche,
te concentrata in Sicilia. Come specie ornamentale è non solo nei frutti che sono un’ottima fonte di vitami-
presente anche nel Nord Italia dove, soprattutto nelle na A, B e C e hanno buoni contenuti di potassio, fosfo-
zone costiere, produce abbastanza regolarmente. ro e magnesio, ma anche nelle foglie che contengono
È un piccolo albero sempreverde, con grandi foglie sostanze antiossidanti utilizzate per la salute del fe-
lanceolate, di consistenza coriacea, a margine seghet- gato e contro l’invecchiamento della pelle.
tato e cotonose nella pagina inferiore. I fiori, ermafro- La nespola, inoltre, essendo molto ricca di acqua e
diti e spesso autofertili, sono presenti in numero an- fibre è un frutto ideale per chi segue una dieta dima-
che superiore al centinaio, sono riuniti in pannocchie grante: 100 grammi possiedono solo 47 kcal.
poste all’estremità dei germogli. La fioritura è scalare Una menzione particolare merita il miele di Nespolo
e avviene tra settembre e dicembre. L’impollinazione del Giappone: si tratta di una produzione di nicchia,
è entomofila. La fioritura tardiva è molto utile per le prodotta solo in Sicilia dove le coltivazioni sono rigo-
api che, nel tardo autunno, trovano poche piante mel- gliose. È un miele disponibile solo in quantità limitate
lifere da cui attingere nettare e polline. e dipendenti dall’andamento climatico stagionale.
I frutti sono dei pomi di peso compreso tra 30 e 50 g,
con 1-5 semi piuttosto voluminosi e pesanti; la resa in
polpa risulta, quindi, piuttosto scarsa. I semi non pre-
sentano dormienza e germinano assai facilmente. Nei
frutteti si preferisce ricorrere all’innesto, prevalente-
mente a gemma, su franco o su cotogno BA29 o MA.
Gli obiettivi del miglioramento genetico sono: preco-
cità di maturazione, elevata pezzatura dei frutti, scar-
so numero di semi e resistenza ad alcune fisiopatie.
Il vivaismo europeo offre numerosissime varietà, tra
le quali in Italia si coltivano la Sanfilippara (o Gigan-
te), il Marchetto (o Marturana), il Nespolone di Trabia
(o Nostrale) e la Rossa.
La potatura di produzione consiste nell’asportazione
dei rami misti che hanno già fruttificato, per stimolare
il rinnovo vegetativo e privilegiare la produzione sui
vigorosi rami misti di 1-2 anni di età. 6.7 Foglie e fiori di Nespolo del Giappone.
Sorbo domestico (Sorbus domestica), famiglia detergenti, rinfrescanti, astringenti e tonificanti. Il le-
Rosaceae gname ricavato dal Sorbo, compatto e duro, è ricerca-
Albero deciduo, originario dell’Europa meridionale e to per lavori di tornio e di ebanisteria.
orientale, alto fino a 20-25 m, coltivato per il frutto, il
legno e come pianta ornamentale. Il falso frutto è un
pomo portato in gruppi di 4-10, di 2-3 cm di diametro,
commestibile solo dopo l’ammezzimento.
Il materiale vivaistico in commercio è molto eteroge-
neo per caratteristiche morfologiche e qualitative: si
distinguono, in base alla forma delle sorbe, cultivar a
frutto piriforme o a frutto maliforme, moltiplicate per
innesto a doppio spacco inglese o a triangolo.
I frutti si utilizzano nella preparazione di sidro, con-
fetture, liquori e salse. Dal punto di vista nutrizionale
il frutto del sorbo è una ottima fonte di vitamina C e
minerali, tra cui il magnesio, calcio, potassio e zinco.
I frutti maturi contengono importanti quantità di zuc-
cheri che nei frutti ammezzati può raggiungere addi-
rittura il 20% del peso totale. Tra gli zuccheri, il più
importante è il sorbitolo, adatto a chi soffre di diabete,
molto utilizzato nell’industria alimentare. In fitotera-
pia i frutti trovano impiego per le proprietà diuretiche, 6.7 Frutti e foglie di Sorbo domestico.
Colture arboree pomacee 59 Capitolo 6
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. I veri frutti delle pomacee derivano dalla prolifera- 6. Nella fertilizzazione di fondo del meleto quale dei se-
zione di: guenti concimi non viene utilizzato perché la sua solubi-
a. ovuli fecondati lità lo porterebbe a lisciviazione?
b ovario primitivo a. azoto
c. pareti ovariche b. fosforo
c. potassio
2. In Italia, la regione maggiore produttrice di mele è:
7. Il ramo a frutto del pero lungo 10-30 cm, che presenta
a. Veneto
una gemma mista apicale e gemme laterali a legno si
b. Trentino Alto-Adige
chiama:
c. Emilia-Romagna
a. lamburda
b. brindillo
3. Il fiore del melo presenta organi sessuali maschili e fem- c. ramo misto
minili, inoltre è:
a. autosterile 8. Per il regolare comportamento vegeto-produttivo del
b. autoimmune pero è molto importante soddisfare il fabbisogno in
c. autofertile freddo, pari a circa:
a. 400-750 unità di freddo
4. La propagazione gamica del melo è utilizzata prevalen- b. 800-1.600 unità di freddo
temente nel miglioramento genetico e nella produzione c. 2.000-2.500 unità di freddo
di:
a. portinnesti clonali 9. La forma di allevamento del pero negli impianti a medio-
b. portinnesti franchi alta densità (1.500-2.500 alberi/ha) è:
c. portinnesti autocompatibili a. cordone verticale
b. fusetto
5. Il processo di differenziazione delle gemme del melo av- c. Y trasversale
viene:
10. Quando il calcare attivo del terreno supera il 5%, il pero
a. a fine maggio
innestato su cotogno manifesta spesso fenomeni di:
b. a metà giugno
a. colpo di fuoco batterico
c. a fine luglio
b. septoriosi
c. clorosi ferrica
VERO O FALSO
1. Nella cavità calicina è inserito il peduncolo V F 6. L’indice dell’amido misura il contenuto delle
2. Il melo è una specie autoincompatibile e la sostanze solubili nel succo di mela ed è
espresso in °Brix V F
fecondazione deriva dall’impollinazione in-
crociata fra due varietà intercompatibili V F 7. Una formazione caratteristica del pero è la
3. Il sistema di allevamento del melo oggi più zampa di gallo ed è formata dal complesso di
V F borse e lamburde V F
adottato è a fila singola
4. Nel periodo di scarsa produzione del meleto, 8. Le piante innestate su cotogno presentano
minore vigoria rispetto a quelle su franco V F
per il controllo di impianti troppo vigorosi è
efficace la potatura verde, attuata a febbraio V F 9. Attualmente le forme più utilizzate per l’alle-
5. Le somministrazioni idriche vanno sospese vamento del pero sono il vaso, la piramide e
la palmetta regolare V F
almeno due mesi prima della raccolta per non
deprezzare il sapore e la serbevolezza dei 10. La raccolta delle pere è ancora oggi comple-
frutti V F tamente manuale V F
ABBINAMENTI LOGICI
1.Vero frutto 5. Inerbimento interfila A. Brevetti E. Entomofila
2. Falso frutto 6. Concimazione di B. Croccantezza, gusto, F. Diametro max sezione
produzione melo succosità equatoriale
3. Club varietali 7. Caratteri organolettici C. Torsolo G. Fertirrigazione
4. Impollinazione melo 8. Calibro D. Arricchimento sostanza H. Pomo
organica
ra del carpello. Appartengono a questa sottofamiglia riproduzione sessuale con formazione dell’embrione
le piante ornamentali del genere Spiraea e le specie in assenza di meiosi e con produzione di semi e frutti
erbacee spontanee del genere Filipendula utilizzate senza fecondazione che porta alla genesi di numerose
come medicinali. popolazioni con corredi cromosomici identici e carat-
Le Rosoidee hanno un portamento arboreo, arbustivo teri morfologici costanti.
ed erbaceo. I fiori hanno un gineceo (da cui derivano Al contrario, le rose attualmente coltivate sono ibridi
frutti per lo più del tipo achenio), costituito da numerosi derivati da incroci tra specie originarie di varie parti
carpelli inseriti su un ricettacolo convesso (ovario supe- del mondo. Le cultivar più antiche come la R. centi-
ro) o racchiusi da un ricettacolo concavo (ovario infero). folia, la prima rosa coltivata a fiori doppi (la cui pre-
In seguito alle modificazioni del ricettacolo si posso- senza è documentata a partire dal V secolo a.C.) de-
no avere infruttescenze o falsi frutti, per esempio la riva dall’incrocio tra rose spontanee europee e specie
mora, formata dall’aggregazione di tante piccole dru- provenienti dall’Asia Minore e dal Medio Oriente. Le
pe presenti nel rovo (Rubus ulmifolius), il lampone rose moderne (che hanno quasi completamente sop-
(Rubus idaeus) oppure il cinorrodio, falso frutto in cui piantato le rose “antiche”) sono state create fin dal
i veri frutti, gli acheni, rimangono all’interno del ricet- 1700 dall’incrocio delle vecchie cultivar con rose pro-
tacolo ingrossato e carnoso tipico della rosa (genere venienti dalla Cina.
Rosa). Le Prunoidee sono piante legnose a portamento arbo-
Nella fragola (Fragaria vesca) è il ricettacolo conves- reo o arbustivo con foglie semplici. I fiori presentano
so e conico ad assumere consistenza carnosa e colore il gineceo costituito da un solo carpello alloggiato in
rosso, mentre i veri frutti (acheni), derivati ciascuno posizione seminifera all’interno del ricettacolo incava-
da uno dei numerosi carpelli del gineceo, sono inseriti to a coppa. Il frutto è rappresentato dalla drupa, che
a spirale sulla superficie. può essere carnosa come nel pesco (Prunus persica)
Notevole è anche l’importanza ecologica di questa o membranacea come nel mandorlo (Prunus dulcis).
sottofamiglia ricca di piante spontanee come le po- Nella flora italiana è presente un unico genere di que-
tentille (varie specie del genere Potentilla, con foglie sta sottofamiglia, il genere Prunus cui appartengono
pennato- o palmatocomposte, tra cui Potentilla rep- numerose specie coltivate come alberi da frutto.
tans, stolonifera infestante a fiori gialli), la salvastrel- Dal nome del frutto deriva il termine tecnico drupacee,
la (Sanguisorba minor), usata anche come insalata, e usato in agronomia di per indicare gli alberi da frutto
le rose spontanee. che producono una drupa come Prunus avium (ciliegio
I roseti selvatici (appartenenti al genere Rosa) sono dolce), Prunus domestica (susino), Prunus armeniaca
arbusti che colonizzano fin dalle prime fasi delle suc- (albicocco), Prunus cerasus (ciliegio acido), Prunus
cessioni, gli incolti, le radure dei boschi e il sottobosco persica (pesco), Prunus dulcis (mandorlo, di cui si man-
attraverso una propagazione vegetativa per rami ra- gia il seme, estratto dall’endocarpo legnoso).
dicanti all’apice. I generi Rosa e Rubus comprendono Nelle Prunoidee sono comprese anche specie sponta-
un numero enorme di specie, di difficile identificazio- nee non interessanti dal punto di vista frutticolo, ma
ne e classificazione poiché fra i due generi (e in altre che rivestono importanti ruoli ecologici come il pru-
Rosoidee) è diffusa l’apomissia, un tipo particolare di gnolo (Prunus spinosa), un arbusto o alberello con
rami spinescenti all’apice, caratteristico delle forma- tecnico di pomacee, usato in agronomia per indicare
zioni boschive, che colonizza prati e pascoli abbando- gli alberi da frutto che producono pomi come il melo
nati o che trova impiego come pianta ornamentale (P. (Malus domestica), il pero (Pyrus communis), il coto-
laurocerasus, sempreverde usato per le siepi) o come gno (Cydonia oblonga), il nespolo (Mespilus germani-
portainnesti (P. cerasifera, P. mahaleb). ca) e il sorbo domestico (Sorbus domestica). Anche il
Le Pomoidee o Maloidee sono specie legnose, dal Nespolo del Giappone (Eryobotrya japonica, a foglie
portamento arboreo o arbustivo, alcune delle quali di sempreverdi, coriacee e fioritura invernale) appartie-
grande importanza economica come piante da frutto. ne a questa sottofamiglia.
I fiori hanno gineceo infero formato da cinque carpelli, Le piante spontanee della sottofamiglia delle Pomoi-
con pareti saldate al ricettacolo fiorale che è profonda- dee rivestono un importante ruolo ecologico in quanto
mente incavato a coppa (ipanzio). I carpelli contengo- sono componenti dei boschi misti di latifoglie decidue,
no da uno a molti ovuli. mentre i biancospini (genere Crataegus) ricolonizza-
Dalla trasformazione e dall’ingrossamento dei tessuti no le colture abbandonate come arbusti del sottobo-
dell’ipanzio deriva, a maturità, un falso frutto (pomo), sco, delle siepi e degli arbusteti. Queste piante sono
che contiene all’interno i veri frutti a pareti indurite utilizzate in fitoterapia per le loro proprietà medicinali
o cartilaginee. Dal nome del frutto deriva il termine calmanti e toniche del cuore.
a
b 7.3 (a) Esemplare di Rubus idaeus.
(b) Frutti di Prunus domestica. (c) Pianta
di Prunus laurocerasus. (d) Frutti di
Pyrus. (e) Pianta di Crataegus.
e
Colture arboree drupacee 63 Capitolo 7
7.5 (a) Frutto di pesca colpito da bolla, un fungo molto dannoso. (b) Pesche colpite da moniliosi.
64 Produzioni Vegetali Arboree
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Gli stami del fiore di pesco hanno antere di colore 6. La pre-refrigerazione con sistemi ad acqua e ad aria dei
rossastro e sono presenti in numero variabile: frutti di albicocca avviene a una temperatura di:
a. da 5 a 10 a. – 4-5 °C
b. da 10 a 20 b. + 4-5 °C
c. da 20 a 30 c. + 6-8 °C
2. Il portinnesto più utilizzato in Italia (e nell’area medi- 7. La propagazione per innesto a gemma vegetante del
terranea) per il pesco è: susino è, in genere, eseguita:
a. GF677 a. a fine maggio-giugno
b. P.S B2 b. a fine giugno-luglio
c. Sirio c. a fine luglio-agosto
VERO O FALSO
1. Il frutto del pesco è una drupa globosa con 7. Le susine cino-giapponesi si distinguono da
mesocarpo tomentoso o glabro V F quelle europee per la buccia molto pruinosa V F
2. La maturazione dei frutti di pesco avviene 8. La potatura invernale del susino è general-
in modo scalare V F mente completata con una potatura verde
3. I noccioli di pesca per la propagazione per per rimuovere polloni, succhioni e diradare i
frutti V F
seme si conservano a una temperatura di -2
°C per 5-10 settimane V F 9. Nei ceraseti a raccolta meccanica i sesti
4. Il metodo di propagazione più impiegato sono di 5-6 m x 5-7 m e si adotta la forma a
V F vaso V F
per l’albicocco è l’innesto a chip budding
5. Nell’albicoccheto, la pratica dell’inerbi- 10. La raccolta delle mandorle avviene quando
mento è diffusa prevalentemente nelle re- la quasi totalità dei frutti è nella fase di
gioni meridionali V F deiscenza del mallo; in genere dalla fine di
settembre a novembre V F
6. Dulcinea è una varietà di albicocca a matu-
razione tardiva V F
ABBINAMENTI LOGICI
1. Nocciolo 5. Cancro rameale susino A. Fusicoccum E. Prunus avium
2. Peduncolo foglia pesca 6. Ciliegio dolce B. Prunus cerasus F. Epicarpo e mesocarpo
3. Polpa fondente pesca 7. Ciliegio acido C. Endocarpo G. Due glandule
4. Diradamento manuale 8. Mallo D. 1-2 frutti per dardo H. Melting M
albicocche
Interesse frutticolo
La famiglia delle Rutaceae è molto importante dal
punto di vista economico poiché gli agrumi (apparte-
nenti al genere Citrus) sono coltivati per i frutti e per
l’estrazione degli oli essenziali, usati in profumeria e
in medicina. A questo scopo vanno ricordati l’arancio
amaro (Citrus aurantium), l’arancio dolce (C. sinen-
sis), il pompelmo (C. maxima), il pompelmo rosa o
grape fruit (C. paradisi), il limone (C. limon), il man-
darino (C. reticulata), il cedro (C. medica), il berga-
motto (C. bergamia).
Usata per scopi ornamentali e per la realizzazione di
siepi è la Poncirus trifoliata che presenta rami spi-
nosi, foglie trifogliate e frutti simili a piccoli limoni
pelosi. Anche il dittamo (Dictamnus albus) è utiliz-
zato come pianta ornamentale e medicinale ma, pur
66 Produzioni Vegetali Arboree
La frutta è costituita da acqua, che in alcuni casi su- assimilare i principi nutritivi della frutta superando la
pera il 95%, zuccheri semplici, acidi organici e fibre. stagionalità di molti prodotti.
Il consumo di frutta fresca nella dieta alimentare per- Non tutte le varietà di una stessa specie di frutto
mette l’assunzione di vitamine e sali minerali e, ad si prestano ugualmente bene per la produzione di
eccezione della frutta oleosa, un basso valore energe- succhi, ma certamente la qualità del prodotto tra-
tico. I succhi di frutta sono molto apprezzati perché, sformato è imprescindibile dalla qualità della mate-
oltre ad avere gradevolezza di gusto, consentono di ria prima.
8.5 Classificazione bromatologica dei frutti. 8.6 Classificazione dei succhi di frutta.
68 Produzioni Vegetali Arboree
Sono numerosi i frutti destinati alla produzione di suc- Molti agrumi sono impiegati sia per il consumo diretto
chi, ma la tecnologia di preparazione varia a seconda che per la trasformazione. Tra gli agrumi di interesse
della specie: infatti alcune fasi, facoltative per alcune industriale l’arancia e il pompelmo sono quelli desti-
lavorazioni, sono obbligatorie per altre. nati prevalentemente alla produzione di succo.
Materia prima
Preparazione
Illimpidimento
per via enzimatica Omogeneizzazione
o con sostanze per succhi torbidi
flocculanti per
succhi limpidi
Stabilizzazione
enzimatica
Standardizzazione
Correzione acidità e
tenore zuccherino
Conservazione
Parte edibile g 72 64 70 70
Acqua g 87 89 90 91
Proteine g 0,8 0,6 0,4 0,6
Lipidi g / 0,4 / /
Zuccheri g 8,6 2,4 8,1 6,2
Caroteni g 0,2 / 0,2 /
Vitamina C mg 51 37 26 40
kcal 36 15 60 26
O = obbligatoria; F = facoltativa.
Il succo di arancia
La preparazione dei succhi di agrumi differisce diffuse le confetture e le gelatine di frutta costituite
sensibilmente rispetto a quella della frutta pol- essenzialmente da frutta addizionata di zuccheri, aci-
posa in quanto richiede che nel succo siano con- di organici e pectine.
tenuti tutti i possibili frammenti delle altre par- Le confetture, se ottenute da agrumi, sono denomina-
ti del frutto. Tra i prodotti trasformati solidi sono te marmellate.
Confettura Prodotto ricavato mescolando, fino a consistenza gelificata, zuccheri con polpa di una o più specie di
frutta
Confettura Prodotto ottenuto dal miscuglio, di consistenza gelificata, di zuccheri e polpa di una o più specie di frutta
extra a esclusione di mele, pere, prugne a nocciolo aderente, meloni, angurie, uve, zucche, cetrioli e pomodori
Gelatina Prodotto ottenuto mescolando, fino alla gelificazione, degli zuccheri e succo e/o estratti acquosi di uno
o più specie di frutta
Gelatina Prodotto ottenuto gelificando sufficientemente una miscela di zuccheri e di succo e/o di estratti acquosi
extra di una o più specie di frutta ad esclusione di mele, pere, prugne a nocciolo aderente, meloni, angurie,
uve, zucche, cetrioli e pomodori
Marmellata Prodotto ottenuto dal miscuglio gelificato di zuccheri e di uno o più dei seguenti prodotti ottenuti da
agrumi: polpa, purea succo, estratti acquosi e scorza
Crema Prodotto ricavato dalla mescolanza, portato a consistenza appropriata, di zuccheri e di purea di marroni
di marroni
Taglio
Taglio
Pressatura
Pressatura
Setacciatura
Setacciatura
Disaerazione Concentrazione
Disaerazione
(desoliatura) Concentrazione
sotto vuoto
(desoliatura) sotto vuoto
Pastorizzazione Pastorizzazione
Pastorizzazione Congelamento
Pastorizzazione
lampo lampo Congelamento
lampo lampo
Magazzinaggio Magazzinaggio
Magazzinaggio Magazzinaggio
Magazzinaggio Magazzinaggio
T
T= +5 °C
= +5 °C TT==+0
+0°C°C
T= = -18
T -18 °C°C
8.11 Diagramma
8.11 Diagramma delle
delle fasi
fasi operative per lala produzione
operative per produzionedel
delsucco
succod’arancia.
d’arancia.
La produzione di confetture
La produzione di confetture, marmellate e gelati- utilizzando elevate quantità di zucchero che vengono
ne è attuata, sia a livello artigianale che industriale, concentrate mediante la somministrazione di calore.
Materia prima
Lavaggio e
cernita
Denocciolatura
e/o pelatura e/o
detorsolatura
Cottura
Triturazione Setacciatura
Polpa Purea
Semilavorati
congelati, pastorizzati
o solfitati
Zuccheraggio,
aggiunta di
acidificanti e gelatina
Concentrazione
Raffreddamento
Confezionamento
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Lo strato colorato della buccia che include i croma- 6. Oggi la forma di allevamento più diffusa per gli agrumi
tofori e le ghiandole oleifere si chiama: è a globo basso con sesti di impianto:
a. albedo a. 1-3 x 4-5 m
b. flavedo b. 3-4 x 5-6 m
c. polpa c. 4-5 x 6-7 m
2. Lo strato della buccia di colore bianco e struttura spu- 7. L’arancio Tarocco appartiene alla cultivar:
gnosa si chiama: a. frutto biondo ombelicato
a. albedo b. frutto biondo non ombelicato
b. flavedo c. frutto pigmentato rosso
c. polpa
8. I limoni di colore giallo-sbiadito prodotti dalla cv
Femminello tra fine maggio e i primi di giugno sono
3. Nelle clementine precoci il periodo tra allegagione e
denominati:
maturazione del frutto dura:
a. maiolini
a. 4-5 giorni
b. marzano
b. 4-5 settimane
c. codoni
c. 4-5 mesi
9. Tra i mandarini la cultivar Avana apirena appartiene al
4. In Italia agli agrumi è normalmente eseguito l’innesto gruppo:
a corona che si effettua in: a. tangerini
a. primavera b. king
b. estate c. mandarini mediterranei
c. inverno
10. Il calibro minimo per la commercializzazione delle cle-
5. Al di sotto di quale valore percentuale un calo dell’u- mentine è:
midità atmosferica durante la fioritura può provocare a. 35 mm
perdita della produzione? b. 4,5 cm
a. 25-35% c. 5,3 cm
b. 35-40%
c. 40-50%
VERO O FALSO
1. A livello mondiale il Paese leader nella pro- 7. Gli agrumi iniziano l’accrescimento di radici
duzione delle arance è il Brasile V F e germogli a una temperatura esterna su-
periore a 15,8 °C V F
2. La regione italiana maggiore produttrice di
clementine (circa il 65%) è la Sicilia V F 8. Le tendenze attuali prevedono di adottare
3. La classificazione botanica attualmente un sesto d’impianto dinamico con un investi-
mento iniziale di 571-833 piante/ha V F
più seguita per il genere Citrus è quella di
Swingle V F 9. In questi ultimi anni, in agrumicoltura si sta
4. Tra gli agrumi è facile la fecondazione inter- affermando la potatura meccanica con tagli
generica e interspecifica, che può portare che sagomano la chioma ai lati (topping) e
in alto (hedging) V F
alla formazione di ibridi come le clemen-
tine, ibrido tra arancio e pompelmo V F 10. L’uso dei diradanti chimici sugli agrumi non
5. A ogni carpello del fiore di agrumi corri- è consentito dalla legislazione italiana; per
sponde uno spicchio nel frutto V F aumentare la pezzatura si possono invece
impiegare fitoregolatori o biostimolanti V F
6. Nella maggior parte degli agrumi i semi
sono poliembrionici, quindi da ogni seme
si possono ottenere 10-15 piantine V F
ABBINAMENTI LOGICI
1. Genere Citrus 5. Cascola fisiologica A. Esperidio E. Zagara
2. Melangolo 6. Tristeza B. Marciume bruno F. Giugno
3. Fiore agrumi 7. Allupatura frutti C. Eucitrus e Papeda G. Arancio amaro
commestibile
4. Frutto agrumi 8. Mangiato d’agro
D. Virus H. Rumple
Interesse frutticolo
La maggior parte delle piante di questa famiglia viene
coltivata in tutto il mondo, oltre che per i frutti e i semi
commestibili, anche per il legno e a scopo ornamen-
tale.
Nelle regioni calde è diffusa la coltivazione del man-
go (Mangifera indica) che fornisce drupe commesti-
bili; mentre nella regione mediterranea, soprattutto 9.1 Formula fiorale delle Anacardiacee.
74 Produzioni Vegetali Arboree
9.4 (a) Formula fiorale delle Ebenacee. (b) Fiore di Diospyrus lotus.
(c) Frutti di Diosyrus kaki.
Frutticoltura minore e alternativa 75 Capitolo 9
9.5 (a) Vaccinium myrtillus, bacche. (b) Formula fiorale delle Ericacee.
76 Produzioni Vegetali Arboree
a
b
a b
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. Il trapianto del cappero in pieno campo si effettua 6. Il frutto globoso del melograno, di diametro variabile
in primavera, con sesto d’impianto di: tra 7 e 15 cm, è denominato:
a. 2 x 3 m a. drupa
b. 3 x 3 m b. polidrupa
c. 3 x 4 m c. balaustio
2. Il cotogno (e le sue selezioni clonali) per le sue carat- 7. I migliori risultati nella coltivazione del mirtillo gi-
teristiche è utilizzato come portainnesto di: gante si ottengono ad altitudini superiori a:
a. pero a. 300 m
b. melo b. 700 m
c. pesco c. 1.200 m
VERO O FALSO
1. Oltre al frutto, del cappero si consumano 6. L’ambiente ideale per la coltivazione del
anche i boccioli fiorali V F ribes è caratterizzato da inverni miti e as-
senza di gelate primaverili tardive V F
2. Il castagno è una specie dioica ha cioè in-
fiorescenze maschili e femminili distinte in 7. I fiori maschili del nocciolo sono corti e por-
tre tipi diversi di amenti V F tati sui rami dell’anno, quelli femminili sono
invece pendenti a grappolo (amenti) V F
3. Il cotogno è un albero di grandi dimensioni
a foglia caduca, che raggiunge i 15 m circa 8. Il noce è una specie eliofila che richiede am-
di altezza V F pie distanze di piantagione per una buona
illuminazione V F
4. Il frutto del kaki se raccolto precocemente
risulta astringente a causa dell’elevato con- 9. Una pianta di pistacchio produce media-
tenuto in tannini V F mente da 2 a 5 kg per pianta di frutto smal-
lato e asciutto V F
5. Le varietà ornamentali di melograno a fiore
doppio sono solitamente sterili V F 10. Il rovo è un arbusto annuale, molto vigo-
roso, caratterizzato da una ceppaia peren-
nante e rami annuali V F
ABBINAMENTI LOGICI
1. Erosione genetica 5. Frutto lampone A. Siconio E. Cucuncio
2. Frutto cappero 6. Seme del noce B. Polidrupa F. Baccello
3. Astaminei 7. Frutto pistacchio C. Drupa monosperma G. Rischio estinzione
4. Frutto fico 8. Frutto carrubo D. Privi di stami H. Gheriglio
Caratteristiche selvicolturali
L’interesse per il genere Acer è dovuto all’utilizzo
di molte specie per l’ottimo legno e all’importante
impiego ecologico in molti ambienti anche molto di-
versi fra loro.
All’interno della flora spontanea italiana si conosco-
no l’Acero di monte (Acer pseudo-platanus), l’Acero
campestre (Acer campestre), frequente al margine
di boschi mesofili e l’Acero d’Ungheria (Acer obtu-
satum), nei boschi di faggio e di altre essenze mon-
tane.
In America, A. saccharinum, è utilizzata per estrarre,
mediante incisione dei fusti, un liquido zuccherino
commestibile.
a b
Caratteristiche
selvicolturali
L’intera famiglia riveste
un ruolo importante per
l’utilizzo selvicolturale
della maggior parte delle
specie del genere Betula
e Carpinus, fra le quali
vanno ricordati la betul-
la (Betula pendula) e la
betulla dell’Etna (Betula
aetnensis), che colonizza
i pendii lavici alle quote
più alte, fino al limite del-
la vegetazione arborea;
l’ontano (Alnus glutino-
sa), tipico costituente dei
10.3 (a) Formula fiorale delle Fagacee. (b) boschi ripali; il carpino
Amento di Betula pendula. nero (Ostrya carpinifo-
82 Produzioni Vegetali Arboree
10.5 (a) Formula fiorale delle Fagacee. (b) Fiore di Fagus sylvatica.
Arboricoltura da legno e da ornamento 83 Capitolo 10
(Q. cerris), la roverella (Q. pubescens) e la rovere (Q. si estrae il sughero. Il castagno (Castanea sativa) è
petraea); mentre nelle pianure alluvionali si trova la originario dei boschi misti mesofili delle zone collinari
farnia (Q. robur). In Sardegna e nei Paesi dell’Europa su suoli freschi e acidi, ma viene anche coltivato per
Sud-occidentale (Portogallo, Spagna) riveste una certa l’utilizzazione sia del legno (paline) che delle castagne
importanza la sughera (Q. suber) dalla cui corteccia (castagneti da frutto).
10.6 Albero di rovere. 10.7 Tronco di Quercus suber dal quale è stato parzialmente asportato il sughero.
Caratteristiche selvicolturali
L’interesse economico per questa famiglia è notevole
10.8 (a) Aghi di Pinus cembra; (b) pigna di Pinus pinaster. poiché vi appartengono alcune tra le più importanti e
84 Produzioni Vegetali Arboree
utilizzate essenze forestali dell’emisfero boreale dove Le specie appartenenti al genere Abies occupano
caratterizzano il bioma taiga ed estese fasce di vege- anch’esse vasti areali: quelli delle regioni mediter-
tazione. ranee sono Abies alba, detto abete bianco, distribu-
Al genere Pinus, il più diffuso nella regione mediter- ito nell’Europa meridionale e orientale (albero mol-
ranea, appartengono diverse specie come il pino do- to importante dal punto di vista silvo-colturale, per
mestico (Pinus pinea) di cui si consumano i semi, detti la buona qualità del suo legname e per l’estrazione
pinoli, ingredienti di numerose pietanze della cucina della trementina), Abies nebrodensis, del massic-
mediterranea, il pino marittimo (Pinus pinaster) e cio delle Madonie (Sicilia), Abies cephalonica, della
il pino d’Aleppo (Pinus halepensis). Le tre specie in Grecia, Abies pinsapo, delle montagne della Spagna.
Italia sono utilizzate come piante ornamentali e per L’areale compreso tra la Russia e l’Asia orientale è
rimboschimenti in aree con clima mite, mentre altre prevalentemente popolato da Abies sibirica, mentre
specie di pino utilizzate per lo stesso scopo sono le- quello delle montagne del Nuovo Messico è occupato
gate all’ambiente montano, quali il pino nero (Pinus da Abies concolor. Con un areale molto vasto, che
nigra), il pino silvestre (Pinus sylvestris), e il P. mugo dall’Italia raggiunge la Siberia, è l’abete rosso, Pi-
con portamento prostrato, esclusivo delle Alpi. Anche cea excelsa, mentre nel Nordamerica si trova l’abete
il genere Cedrus comprende specie originarie delle Douglas (Pseudotsuga taxifolia), assai utilizzato in
regioni montuose mediterranee nonché dell’Asia cen- falegnameria.
trale e orientale. Tra le specie più note si ricordano il Al genere Larix appartengono diverse specie di cui il
cedro del Libano (Cedrus libani), il cedro dell’Atlante larice (Larix decidua), una conifera caducifoglia che
(Cedrus atlantica) e il cedro dell’Himalaya (Cedrus fornisce ottimo legname e trementina, che sulle Alpi
deodara), che vengono coltivate anche in forme glau- raggiunge il limite superiore della vegetazione arborea.
che, come ornamento di parchi e giardini di grandi di-
mensioni, trattandosi di alberi molto imponenti.
amenti. In Salix gli amenti maschili sono eretti, di co- crescono lungo le rive dei corsi d’acqua, dove formano
lore giallastro e lunghi 4-5 cm, quelli femminili sono dense formazioni vegetali dette ripisilve.
verdastri e corti. In Populus gli amenti sono pendenti, Tali boschi ripali seguono l’andamento dei fiumi e
quelli maschili sono lunghi 6-15 cm e sono di colore sono caratterizzati dalla dominanza di salice bianco
grigio-rosato, quelli femminili sono più piccoli. (Salix alba), pioppo nero (Populus nigra) e pioppo
Le piante sono dioiche e il numero degli stami presen- bianco (Populus alba) che formano uno strato arboreo
ti nei fiori maschili è variabile, oscillando tra 2 e 8 nel di vegetazione forestale “a galleria”, lungo molti chi-
genere Salix e tra 5 e 60 in Populus. I fiori femminili lometri, ma largo pochi metri. Diverse specie di Sali-
presentano un ovario uniloculare più o meno pedun- cacee vengono coltivate a scopo ornamentale come il
colato, provvisto di uno stilo breve con diversi stimmi salice piangente (Salix babylonica), dal portamento a
formati da 2 carpelli saldati. rami ricadenti, e il pioppo cipressino che, al contrario,
La formula fiorale è: P 0, A 2 – 60, G 2. ha forma eretta.
Nei pioppi l’impollinazione avviene esclusivamente
per anemogamia, mentre nei salici può essere anche Interesse commerciale
per entomogamia, in quanto gli insetti pronubi sono L’importanza economica delle Salicacee deriva dallo
richiamati dagli amenti eretti con stami a volte vivace- sfruttamento dei prodotti legnosi che si ricavano da
mente colorati, dai nettàrii che derivano dalla trasfor- alcune specie, soprattutto del genere Populus. Parti-
mazione del calice e dal loro profumo. colarmente interessanti per la loro notevole velocità
I frutti sono delle capsule loculicide che si aprono libe- di crescita sono le coltivazioni nella Pianura Padana di
rando molti semi privi di albume, provvisti di un ciuffo varie cultivar di pioppo canadese (Populus canaden-
di peli che ne facilitano la dispersione anemocora. sis) da cui si ricava la materia prima (pasta di legno)
In natura, nella regione mediterranea sono presenti per l’industria cartiera. Nell’artigianato locale, i rami
diverse specie di Salicacee, che si insediano su suoli di alcune specie di salice (Salix viminalis) sono usati
alluvionali sabbiosi o ghiaiosi costantemente umidi e per la fabbricazione di canestri, ceste, ecc.
indici considerati C.T.L.A. Hel- Burnley S.T.E.M. Norma VAT03 C.A.V.A.T. Metodo Metodo
Method liweel Method Granada Method Method Svizzero tedesco
Method Revised Modifi-
cato
Dimensioni della X X X X X X X X X
pianta
Importanza della X X X X X X X
specie
Localizzazione X X X X X X
Stato di salute X X X X X X
Vigore vegetativo X X X X X
Aspetto X X X
complessivo
Aspettative di vita X X X X
Condizione sociale X X X X
Inserimento nel X X X X X
contesto
Special Factors X X
Età X X
Altezza X
Visibilità X
Adattamento al X
clima
Densità di X
popolazione
Accessibilità al X
luogo
Presenza di X X
eventuali
danneggiamenti
Distanza da altri X
alberi
10.17 Metodi per la valutazione del più probabile valore di mercato delle piante ornamentali (Fonte: M. Tugnoli, 2010).
88 Produzioni Vegetali Arboree
- d è l’Indice secondo la localizzazione. L’indice si città verso la periferia, come riportato nella seguente
riduce a mano a mano che ci si allontana dal centro tabella.
10 = centro città
8 = media periferia
6 = periferia
4 = parchi esterni
2 = aree delocalizzate
Di seguito si riportano un paio di casi applicativi del parametro occorre visionare attentamente l’albero nel
metodo. suo complesso e in ogni sua parte. Per gli esemplari
oggetto di indagine è stato rilevato che essi manife-
CASO 1 – Valutazione del valore economico di tre stano condizioni vegetative, fitosanitarie e strutturali
esemplari arborei ai fini del calcolo della indennità buone; il valore da prendere a riferimento è quindi 9.
da esproprio. • d - Indice secondo la localizzazione. Sebbene gli
alberi siano prossimi al centro abitato, il contesto è
Quesito: il Comune periferico di una grande città da considerarsi periferico rispetto alla città, quindi il
deve procedere all’esproprio di una porzione di ter- valore di riferimento da adottare è 6 (periferia).
reno privato per la costruzione di una pista ciclabile. • e - Indice secondo le dimensioni. I tre alberi hanno
In tale area insistono tre esemplari di Quercus robur rispettivamente una circonferenza misurata a 1 m da
che dovranno essere abbattuti. La finalità della stima terra pari a 240, 204 e 215 cm. Gli indici da prendere a
è quella di determinare il più probabile valore econo- riferimento risultano 22, per l’esemplare con circonfe-
mico degli alberi da aggiungere all’indennità di espro- renza di 240 cm, e 20 per i due alberi con circonferen-
prio dell’area. za di 204 e 215 cm.
Procedimento di stima: per applicare il Metodo Sviz- • g - Deprezzamento. Gli alberi in esame manifesta-
zero Modificato occorre determinare l’entità dei sin- no tagli di contenimento parziale delle branche che
goli parametri contenuti nella formula Vo = (b × c × si estendono sul lato strada, ma nel complesso questi
d × e) – g. interventi, seppure eseguiti in modo non propriamen-
• b - Indice relativo alla specie e alla varietà. Va pre- te corretto, non sono tali da creare un danno rilevante
so a riferimento il prezzo di vendita unitario di una per l’architettura e la vitalità della pianta. Il valore del
pianta della stessa specie considerata, fornito in zolla, deprezzamento è quindi considerato pari al 10%.
con circonferenza 10-12 cm desumendolo da un prez-
ziario. In questo caso è pari a 56,50 euro. A questo punto è possibile applicare la formula molti-
• c - Indice secondo il valore estetico, lo stato fito- plicando tra loro i parametri rilevati e ottenere il valo-
sanitario e la posizione sociale. Per valutare questo re ornamentale di ciascuno:
CASO 2 – Valutazione del valore economico del pa- economico del patrimonio arboreo si deve procedere
trimonio arboreo di un giardino ai fini della determi- anzitutto al censimento di tutti gli esemplari ritenuti
nazione del valore complessivo dell’immobile. significativi.
Nel caso in esame sono stati considerati quelli con
Quesito: nell’ambito di una causa di successione, si circonferenza superiore o uguale a 60 cm. Succes-
deve valutare il valore complessivo di un immobile sivamente, per ciascuno di essi, occorre eseguire
composto da una villa padronale con giardino privato una valutazione puntuale delle condizioni estetiche,
di circa 5.600 m2. Il giardino ospita numerosi esempla- vegetative, fitosanitarie, di manutenzione e defini-
ri arborei, appartenenti a differenti specie e con ca- re i singoli parametri per l’applicazione del Metodo
ratteristiche vegetative e fitosanitarie disomogenee. Svizzero Modificato come riportato nella tabella se-
Procedimento di stima: per determinare il valore guente.
10.19
Cedrus
Cedrus Alcune
atlantica
atlanticadelle
n.32 e piante
n.32 e n.43del parco oggetto di stima.
n.43
92 Produzioni Vegetali Arboree
Verifiche
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
1. L’ISTAT considera come superficie forestale boscata 6. Lo strumento che misura lo stato interno del legno di
una superficie di terreno non inferiore a: un tronco tramite impulsi sonici emessi da specifici
a. 0,5 ha sensori si chiama:
b. 1 ha a. tomografo
c. 1,5 ha b. dendrodensimetro
c. densimetro
2. Il piano vegetazionale dei boschi misti di conifere e
faggio si trova in quale piano altitudinale? 7. Il Carpino nero è diffuso generalmente nei boschi ce-
a. collinare dui dell’orizzonte:
b. montano medio a. subalpino superiore
c. submontano b. montano inferiore
c. collinare
3. Il piano altitudinale alpino e subalpino è compreso in
8. La massa volumica del Cerro è di:
quale altitudine?
a. 570 kg/m3
a. da 800-900 m fino a 1.800 m
b. 670 kg/m3
b. dalle pendici montuose a 800-900 m
c. 770 kg/m3
c. da 1.800 m alla vetta
9. Il Ciliegio selvatico vegeta dall’orizzonte submontano
4. In Italia, le specie arboree spontanee sono circa: fino a un’altitudine di:
a. 50 a. 600-1.400 m
b. 150 b. 1.200-1.400 m
c. 300 c. 1.400-1.800 m
5. Il portamento di piante con branche principali inserite 10. Un ettaro di lariceto maturo quanto legname può con-
sul tronco, con andamento tendenzialmente orizzon- tenere?
tale è definito: a. oltre 500 m3
a. ovoidale o arrotondato b. oltre 700 m3
b. fastigiato o colonnare c. oltre 1.000 m3
c. espanso o a ombrello
VERO O FALSO
1. Il bosco è un ecosistema le cui funzioni 6. In ambiente urbano è previsto l’abbatti-
sono: produttiva, protettiva, turistico-ricre- mento di alberi solo se appartenenti alla
ativa e paesaggistica V F classe D V F
5. Il Cipresso è un albero con portamento fa- 10. L’Olmo montano vegeta nei terreni fertili delle
stigiato o colonnare V F zone agricole, ai bordi di prati o coltivi abban-
donati dell’orizzonte submontano e montano V F
ABBINAMENTI LOGICI
1. Selvicoltura 5. Portamento A. Ritidoma E. Strobilo
2. Bosco 6. Stabilità meccanica degli B. Coltivazione dei boschi F. Conformazione della
alberi pianta
3. Microregione alpina 7. Corteccia Abete bianco C. Prima catena montuosa G. Analisi visiva e
italiana strumentale
4. Appennino 8. Frutto conifere
D. Ecosistema H. Accordo EUSALP
Volume B
Produzioni Vegetali Arboree
Mappe di Riepilogo
e
Sintesi dei Contenuti
94 Produzioni Vegetali A
Erbacee
rboree
1
AGRICOLTURA E FRUTTICOLTURA IN ITALIA
2 3
SENSIBILITÀ AMBIENTALE
AGRICOLTURA SOSTENIBILE
E AGRICOLTURA
4
FRUTTICOLTURA INTEGRATA
A FRUTTICOLTURA BIOLOGICA
D LOTTA AI PARASSITI
5
L’INVESTIMENTO FRUTTICOLO
6
ASPETTI BOTANICI PECULIARI
A RAMIFICAZIONE E GEMME
B LE GEMME
D LA FRUTTA E LE TIPOLOGIE
Mappe
95 Produzioni Vegetali di riepilogo 95
Erbacee
1
ASPETTI INTRODUTTIVI
2 3 4
IL FUSTO, I RAMI, CLASSIFICAZIONE
LA RADICE
LE GEMME DEI RAMI
I FIORI E LA FIORITURA
6
IMPOLLINAZIONE
E FECONDAZIONE
I FRUTTI
C ALTERNANZA DI PRODUZIONE
98 Produzioni Vegetali A
Erbacee
rboree
1
ASPETTI INTRODUTTIVI
2
TALEA
3
MARGOTTA
4
PROPAGGINE
5
INNESTO
A B C D
SCOPI E FUNZIONI ATTECCHIMENTO E PERIODO IN CUI FORZATURA DEGLI
DELL’INNESTO AFFINITÀ D’INNESTO ESEGUIRE L’INNESTO INNESTI
6
MICROPROPAGAZIONE
Mappe
101 Produzioni Vegetali di riepilogo 101
Erbacee
1
A
ASPETTI INTRODUTTIVI
VOCAZIONALITÀ PEDOCLIMATICA
A CONCIMAZIONE B EPOCA
D’IMPIANTO ED ESECUZIONE
PREDISPOSIZIONE DELL’IMPIANTO
A DISTANZA
B STRUTTURE
C PICCHETTAMENTO
E GEOMETRIA E CORREDI E MESSA A DIMORA
D’IMPIANTO D’IMPIANTO DELLE PIANTE
continua
Mappe
103 Produzioni Vegetali di riepilogo 103
Erbacee
A LAVORAZIONI MECCANICHE
B INERBIMENTO
C PACCIAMATURA
D DISERBO CHIMICO
E PIRODISERBO
F GESTIONE IDRICA
I SISTEMI IRRIGUI
A CONCIMAZIONE B PIANO
DI PRODUZIONE DI CONCIMAZIONE
ALLEVAMENTO E POTATURA
POTATURA
continua
104 Produzioni Vegetali A
Erbacee
rboree
11
B TRATTAMENTI POST-RACCOLTA
C TECNICHE DI CONSERVAZIONE
Mappe
105 Produzioni Vegetali di riepilogo 105
Erbacee
1
A
ASPETTI INTRODUTTIVI
2
VITE
B CLASSIFICAZIONE BOTANICA
D VITI EUROPEO-ASIATICHE
E VITI ASIATICO-ORIENTALI
3
MORFOLOGIA E BIOLOGIA DELLA VITE COLTIVATA
A SISTEMA RADICALE
B FUSTO E TRALCI
C GERMOGLIO
D FOGLIE
E FIORI
F FRUTTO
continua
Mappe
109 Produzioni Vegetali di riepilogo 109
Erbacee
A B VIVAIO DI PIANTE
PORTINNESTI
MADRI
5
ESIGENZE CLIMATICHE E PEDOLOGICHE
6
IMPIANTO E ALLEVAMENTO
7
GESTIONE DEL SUOLO
A B
FERTILIZZAZIONE IRRIGAZIONE
8
RACCOLTA DELLA PRODUZIONE
A B ASPETTI QUALITATIVI
AVVERSITÀ
PER L’UVA DA VINO
9
UVA DA TAVOLA: QUALITÀ E PRODUZIONE
10
IMPIANTO DEL TENDONE
continua
110 Produzioni Vegetali A
Erbacee
rboree
B MORFOLOGIA E BIOLOGIA
C FISIOLOGIA E FENOLOGIA
D COLTIVAZIONE DELL’ACTINIDIA
E IMPIANTO E ALLEVAMENTO
12
TECNICA COLTURALE
A CONCIMAZIONE
C IRRIGAZIONE
D DIRADAMENTO
E CULTIVAR
13
RACCOLTA E ASPETTI QUALITATIVI
14
RIFERIMENTI LEGISLATIVI PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELL’ACTINIDIA
Mappe
111 Produzioni Vegetali di riepilogo 111
Erbacee
1
A
ASPETTI INTRODUTTIVI
2
PATRIMONIO
A IMPORTANZA PAESAGGISTICO B
CLASSIFICAZIONE
ECONOMICA
E PRODUZIONE BOTANICA
E DIFFUSIONE
3
MORFOLOGIA E BIOLOGIA
A RADICI E COLLETTO
B FUSTO
C CHIOMA
D FOGLIE
F FRUTTO
4
FISIOLOGIA E FENOLOGIA
5
PROPAGAZIONE
continua
Mappe
115 Produzioni Vegetali di riepilogo 115
Erbacee
B IMPIANTO
C DISTANZE E SESTO
D TECNICA DI PIANTAGIONE
F FORME DI ALLEVAMENTO
G POTATURA
H POTATURA DI ALLEVAMENTO
I POTATURA DI PRODUZIONE
L POTATURA MECCANICA
7
GESTIONE DEL SUOLO
A CONCIMAZIONE
B IRRIGAZIONE
8
RACCOLTA E MECCANIZZAZIONE
9
CULTIVAR
10
AVVERSITÀ
11
ASPETTI QUALITATIVI
116 Produzioni Vegetali A
Erbacee
rboree
A 1
ASPETTI
A SIGNIFICATO E B
INTRODUTTIVI SCHEDA
IMPORTANZA DEI VARIETALE
CLUB VARIETALI
2
MELO
B CLASSIFICAZIONE BOTANICA
C MORFOLOGIA E BIOLOGIA
D RADICI E COLLETTO
F FOGLIE
G FIORI
H FRUTTO
3
FISIOLOGIA
E FENOLOGIA
4
PROPAGAZIONE
E PORTINNESTI
5
COLTIVAZIONE DEL MELO
B IMPIANTO
A CONCIMAZIONE DI FONDO
B CONCIMAZIONE DI ALLEVAMENTO
C CONCIMAZIONE DI PRODUZIONE
D IRRIGAZIONE
7
RACCOLTA
E CONSERVAZIONE
A AVVERSITÀ
B CULTIVAR
C ASPETTI QUALITATIVI
D CLASSIFICAZIONE
A IMPORTANZA PERO B
CLASSIFICAZIONE
ECONOMICA
BOTANICA
E DIFFUSIONE
9
MORFOLOGIA
E BIOLOGIA
B FIORE E FRUTTO
10
FISIOLOGIA
E FENOLOGIA
A PROPAGAZIONE
B PORTINNESTI continua
120 Produzioni Vegetali A
Erbacee
rboree
B IMPIANTO
D POTATURA
12
GESTIONE
DEL SUOLO
A CONCIMAZIONE
C IRRIGAZIONE
13
RACCOLTA E ASPETTI
QUALITATIVI VARIETALI
14
AVVERSITÀ
15
CULTIVAR
16
CLASSIFICAZIONE
Mappe
121 Produzioni Vegetali di riepilogo 121
Erbacee
1
A
ASPETTI INTRODUTTIVI
2
PESCO
C RADICI G FRUTTO
3
COLTIVAZIONE DEL PESCO
4
RACCOLTA, CONSERVAZIONE E ASPETTI QUALITATIVI
A CULTIVAR
B MIGLIORAMENTO GENETICO
C ASPETTI QUALITATIVI
D CLASSIFICAZIONE MERCEOLOGICA
continua
Mappe
125 Produzioni Vegetali di riepilogo 125
Erbacee
D FOGLIE
6
COLTIVAZIONE DELL’ALBICOCCO
C POTATURA G IRRIGAZIONE
7
RACCOLTA, CONSERVAZIONE E QUALITÀ
8
SUSINO
continua
126 Produzioni Vegetali A
Erbacee
rboree
C POTATURA G IRRIGAZIONE
10
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
11
CILIEGIO
12
COLTIVAZIONE DEL CILIEGIO
C POTATURA F IRRIGAZIONE
continua
Mappe
127 Produzioni Vegetali di riepilogo 127
Erbacee
A MIGLIORAMENTO GENETICO
B CULTIVAR
C ASPETTI QUALITATIVI
14
MANDORLO
15
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
A AVVERSITÀ
1
A
ASPETTI INTRODUTTIVI
A IMPORTANZA B
AGRUMI CLASSIFICAZIONE
ECONOMICA
BOTANICA
E DIFFUSIONE
3
MORFOLOGIA E BIOLOGIA
A RADICI C FIORI
4
FISIOLOGIA E FENOLOGIA
5
PROPAGAZIONE E PORTINNESTI
6
COLTIVAZIONE DEGLI AGRUMI
continua
Mappe
135 Produzioni Vegetali di riepilogo 135
Erbacee
A CONCIMAZIONE
B IRRIGAZIONE
8
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
9
SPECIE E CULTIVAR
10
MIGLIORAMENTO GENETICO
3 4
CAPPERO CASTAGNO
5 6
COTOGNO FICO
7 8
KAKI LAMPONE
9 10
11 12
NOCCIOLO NOCE
13 14
PISTACCHIO ROVO
Mappe
139 Produzioni Vegetali di riepilogo 139
Erbacee
A 1
A SELVICOLTURA B CATENA
CATENA FORESTALE
E AREE FORESTALI APPENNINICA
ALPINA
E INSULARE
2
ARBORICOLTURA FUNZIONALE E ORNAMENTALE
D CARATTERI ORNAMENTALI
3
SPECIE ARBOREE FORESTALI ORNAMENTALI
4 5
ABETE BIANCO ACERI
6 7
BAGOLARO CARPINO NERO
8 9
CASTAGNO CERRO
10 11
CILIEGIO SELVATICO FAGGIO
12 13
FRASSINO MAGGIORE LARICE
E ORNIELLO
continua
Mappe
143 Produzioni Vegetali di riepilogo 143
Erbacee
14 15
B OLMO CAMPESTRE
NOCE
E OLMO MONTANO
16 17
ONTANO BIANCO PINO NERO
E ONTANO NERO
18 19
PINO SILVESTRE PIOPPO BIANCO
20 21
PIOPPO TREMOLO ROVERE
22 23
ROVERELLA TIGLIO
144 Produzioni Vegetali A
Erbacee
rboree
Parte seconda 1) Facendo riferimento al territorio preso in considerazione nella prima parte, il candidato
individui quali sono gli strumenti di governo del territorio e in quale modo possono essere utilizzati per declinare
le possibilità di sviluppo. 2) Si illustrino gli obiettivi dei piani di sviluppo rurale. 3) L’importanza dei sistemi
informativi territoriali nella pianificazione dell’area presa in considerazione nella prima parte. 4) Illustrare le
procedure per la Valutazione dell’Impatto Ambientale, facendo eventuale riferimento ad esperienze formative
extra-scolastiche (es. stage, tirocini, altre esperienze scuola-azienda, ecc.).
Parte prima L’individuazione delle diverse attitudini territoriali risulta fondamentale per una corretta
gestione ambientale. Il candidato prenda in esame un territorio di sua conoscenza, descrivendone le
caratteristiche con riferimento a tutti gli indicatori che riterrà utili per tale analisi, e ne individui le potenzialità
ambientali e produttive. Elabori poi un programma di attività promozionali per la valorizzazione dei prodotti
alimentari collegati alle caratteristiche territoriali.
Parte seconda 1) La tracciabilità e la sicurezza delle attività trasformative: il candidato, prendendo spunto
anche da eventuali esperienze di alternanza scuola-lavoro, stage e tirocinio in azienda, illustri l’importanza
della tracciabilità e focalizzi l’attenzione sui principali interventi finalizzati ad assicurare la sicurezza. 2) Cosa
si intende con biodiversità? E quali potrebbero essere i principali interventi per difendere la biodiversità
in relazione al territorio preso in esame nella prima parte? 3) Le norme regionali, nazionali e comunitarie
inerenti l’attività agricola: il candidato, dopo aver elaborato un quadro sintetico delle principali norme, illustri
in modo analitico una normativa a sua scelta, indicando anche l’impatto che essa produce. 4) Con riferimento
al territorio preso in esame nella prima parte, il candidato individui possibili soluzioni in tema di riduzione di
impatto ambientale, con particolare attenzione alla vulnerabilità dei suoli e delle acque.
Parte prima L’impianto rappresenta un momento di fondamentale importanza per la futura e corretta
gestione del vigneto. Il candidato, in riferimento ad una varietà di rilevante incidenza territoriale in un’area di
sua conoscenza, tratti delle operazioni inerenti l’impianto. In particolare, con specifico riferimento al contesto
individuato, approfondisca e motivi le scelte operate concernenti il portinnesto, il sesto d’impianto e la forma
di allevamento. Tratti inoltre dell’individuazione dei materiali più idonei alla realizzazione della struttura
portante del vigneto anche in funzione del grado di meccanizzazione aziendale.
Parte seconda 1) Evidenziare i danni prodotti da una crittogama e impostare un corretto piano di di-
fesa, anche con riferimento ad eventuali esperienze formative extra-scolastiche (es. stage, tirocini, esperien-
ze scuola-azienda, etc). 2) Il candidato, utilizzando le proprie conoscenze in merito alle tecniche di controllo
delle infestanti del vigneto, organizzi un efficace programma di interventi, rispettoso della sicurezza e della
tutela ambientale, nel contesto descritto nello sviluppo della prima parte della traccia. 3) Evoluzione dei
principali componenti dell’acino durante la fase di accrescimento e maturazione. 4) Illustrare, in successione
cronologica, le fasi fenologiche del ciclo annuale della vite.
Parte prima In coerenza con gli obiettivi di una moderna agricoltura, risulta evidente l’importanza di
progettare attività produttive ecocompatibili e di gestire tali attività valorizzando gli aspetti qualitativi dei
prodotti e assicurando tracciabilità e sicurezza. Il candidato, identificata una zona di sua conoscenza, ne
individui le criticità di natura ambientale analizzando poi le coltivazioni e le associazioni vegetali presenti.
Rediga quindi una proposta di riconversione con metodi a basso impatto ambientale, descrivendo gli obiettivi
dell’intervento e i vantaggi ottenibili.
Parte seconda 1) Ipotizzare una filiera di distribuzione o sistemi alternativi di vendita. 2) Partendo anche
da eventuali esperienze operative extra-scolastiche, indicare i possibili effetti positivi sull’ambiente della
riconversione a coltura biologica. 3) Illustrare le tipologie di intervento pubblico e le modalità di accesso ai
contributi previsti. 4) Cosa si intende per “greening” e come incide sulla nuova PAC.
150 Produzioni Vegetali Arboree
Parte seconda 1) Come assicurare tracciabilità e sicurezza nelle attività produttive e/o trasformative,
anche alla luce di eventuali esperienze extra-scolastiche. 2) Descrivere cosa si intende con biodiversità. 3) Le
principali norme regionali, nazionali e comunitarie inerenti l’attività agricola. 4) Indicare possibili soluzioni in
tema di riduzione di impatto ambientale, con particolare riferimento alla vulnerabilità dei suoli e delle acque.
Parte prima Al fine di gestire in modo adeguato il processo produttivo, identificando ed applicando le
corrette metodologie colturali e valorizzando gli aspetti qualitativi, la concimazione rappresenta un momento
di fondamentale importanza per garantire un adeguato ed equilibrato sviluppo della pianta e migliorare
efficienza produttiva e qualità del prodotto. Il candidato, dopo aver scelto una coltura arborea o arbustiva
di propria conoscenza, tratti i principi alla base di una corretta concimazione, individuando le tipologie, gli
elementi principali, le epoche di somministrazione e le possibili alternative alla concimazione tradizionale.
Parte seconda 1) La pratica della concimazione nelle produzioni biologiche. 2) Tempi e scopi della
potatura verde. 3) Si definiscano gli interventi necessari per una corretta gestione del suolo nel caso preso in
esame nella prima parte, anche alla luce di esperienze extra-scolastiche del candidato. 4) La meccanizzazione
dell’arboreto.
Parte seconda 1) Metodi e tecniche di lotta biologica ed integrata. 2) L’utilizzo del concetto di soglia di
intervento per un uso razionale degli antiparassitari. 3) Con riferimento alla specie di cui si è trattato nella
prima parte e ad eventuali esperienze operative del candidato, individuare i criteri di scelta della/e cultivar
più adatte al contesto pedoclimatico. 4) La meccanizzazione dell’arboreto e la scelta dei sesti di impianto.
Rubrica ››› PREPARO L’ESAME (Digitale) 151
Parte prima Il candidato, dopo aver descritto le caratteristiche pedoclimatiche di una zona di propria
conoscenza, identificata una coltura arborea o arbustiva di rilevante importanza economica, ne descriva la
forma di allevamento più idonea e la tecnica colturale, con particolare riferimento alla gestione della chioma
anche in vista di una produzione ecocompatibile.
Parte seconda 1) Con riferimento alla specie prescelta, indicare le principali malattie fungine e il relativo
controllo. 2) Illustrare i principi generali della concimazione con sostanza organica. 3) Importanza della scelta
dei portinnesti, facendo opportuni esempi, in funzione della qualità del prodotto, anche in relazione ad
eventuali esperienze operative. 4) Illustrare i criteri di valutazione della qualità dei prodotti.
152
152 Produzioni
P
P roduzioni
roduzioni VVegetali
egetali A
A
Erboree
vegetali arboree
rboree
rbacee
Griglie di correzione
Soluzioni delle Verifiche presenti nel Volume
Introduzione - Agricoltura e frutticoltura rile; laminare. 9. genoma; cellula. 10. maturazione;
in Italia abscissione; epinastia; semi.
Quesiti a risposta multipla 1. b; 2. a; 3. c; 4. b; 5. a;
Capitolo 3 - Progettazione, impianto
6. c; 7. a; 8. c; 9. b; 10. c.
e gestione del frutteto
Vero o falso 1. v; 2. f; 3. v; 4. f; 5. f; 6. f; 7. f; 8. v; 9.
f; 10. v. Quesiti a risposta multipla 1. c; 2. a; 3. b; 4. a; 5. b;
Completa le parole mancanti 6. c; 7. a; 8. b; 9. c; 10. b; 11. a; 12. c.
1. falda acquifera; fertilità del suolo; ioni nutritivi; Vero o falso 1. f; 2. v; 3. f; 4. v; 5. v; 6. f; 7. v; 8. f; 9.
acqua di falda; concime; energia. 2. vegetazionale; f; 10. f; 11. v; 12. f; 13. v; 14. f; 15. v; 16. f; 17. f; 18.
chimici; azoto; minore; vitamine; zuccheri semplici. f; 19. v; 20. v.
3. climatiche; parassiti; minerale; potatura. 4. mer- Completa le parole mancanti
cato; frigoconservazione; imballaggi; trasporti. 5. 1. storici; temperatura; primaverili; gelate. 2. terreno;
poliennale; pescheto; superfitti; melo; susino; cilie- fisico-chimici; organica; anomalie. 3. pianta; biotici;
gio; 1.000-2.500. 6. raccolta; cultivar; incrociata. 7. fisiologiche. 4. acque meteoriche; asfissia; scoline;
sesto d’impianto; fertilità; allevamento; portinnesto. drenaggio; falda. 5. periodiche; superficie; dischi;
8. meristematico; foglie; laterali; foglie; fiori. 9. Sper- estirpatori. 6. protezione; terreno; totale; parziale. 7.
matofite; Gimnosperme; Angiosperme; Dicotiledoni; infestanti; compost; filare; cortecce; polietilene. 8. pa-
Monocotiledoni. 10. frutti semplici; frutti aggregati o rassiti; anno; erbacee. 9. isolamento; carattere; vege-
composti; infruttescenze. tative. 10. idriche; radici; idrologiche; irriguo. 11. bas-
sa; idrico; localizzati; umidità; stress. 12. sottochioma;
Capitolo 1 - Botanica, morfologia e fila; ravvicinati; costanti; secchi; umidi. 13. nutrizione;
fisiologia delle colture arboree radici; foglie; carenza; vegetali. 14. quota di asporta-
zione; concimi; ammendanti; primavera. 15. organi-
Quesiti a risposta multipla 1. a; 2. c; 3. b; 4. b; 5. b;
smi; difesa; chimica; agronomica; patogeni; malerbe.
6. a; 7. c; 8. b; 9. a; 10. b.
Vero o falso 1. f; 2. v; 3. f; 4. v; 5. f; 6. f; 7. v; 8. v; 9.
Capitolo 4 - Colture arboree sarmentose
f; 10. f; 11. f; 12. v; 13. f; 14. v; 15. f; 16. v; 17. v; 18. v.
Completa le parole mancanti Quesiti a risposta multipla 1. b; 2. c; 3. a; 4. c; 5.
1. geotropico; 40 a 150 cm. 2. annuale; temperature; a; 6. c; 7. b; 8. c; 9. a; 10. b; 11. c; 12. a; 13. b; 14. c.
30 °C; estate. 3. inverno; primavera; estate; primave- Vero o falso 1. f; 2. v; 3. f; 4. f; 5. v; 6. v; 7. f; 8. v; 9.
ra. 4. gemme; pezzatura; anticipo. 5. lamburda; gem- f; 10. f; 11. v; 12. f; 13. f; 14. v; 15. f; 16. f; 17. v; 18. v;
ma mista; quattro. 6. maschio; stami; pistilli; antere; 19. f; 20. v; 21. f; 22. v; 23. f; 24. v; 25. f.
corolla. 7. temperatura; sterilità. 8. polline; germina- Completa le parole mancanti
bilità; fioritura. 9. granulo pollinico; frutto;semi. 10. 1. età; portainnesto; clima; varietà; allevamento. 2.
animali; semi. fusto; ceppo; assi; branche; tralci; germogli; grap-
poli. 3. gemma ibernante; un anno; dormienza. 4.
Capitolo 2 - Vivaistica e propagazione grappoli; gemma; reale; potenziale. 5. tralci; scuro;
dei fruttiferi consistenza; corticale. 6. peduncolo; rachide; racimo-
li; pedicelli. 7. rigonfio; becco; calaza; rafe. 8. matura-
Quesiti a risposta multipla 1. b; 2. c; 3. a; 4. a; 5. c;
zione; fabbisogno di caldo; maturità; qualità. 9. casse
6. b; 7. a; 8. b; 9. c; 10. b.
di forzatura; segatura; forzatura; 15-20 giorni; 80%.
Vero o falso 1. v; 2. f; 3. v; 4. f; 5. v; 6. f; 7. f; 8. f; 9.
10. carica produttiva; gemme; tralcio. 11. infiorescen-
f; 10. v; 11. f; 12. v; 13. v; 14. v; 15. f; 16. v; 17. f; 18.
ze; ascella; foglie; tralci; dioica; sessi. 12. marzo; le-
v; 19. v; 20. f.
gno; miste; germoglio; infiorescenze; 1-3; 3. 13. aci-
Completa le parole mancanti
di; organica; pesanti; idrico; calcare attivo. 14. filo;
1. tecniche; gamica; seme; moltiplicazione; agamica.
170-180; permanente; laterali; filo centrale. 15. iner-
2. talea; verticale; nebulizzazione; perlite. 3. incisio-
bimento totale; pacciamatura; organici ; film plastici.
ne anulare; substrato; umido; radicazione. 4. bionti;
bimembre; alimentazione; individualità. 5. condizio-
ni; -fisiologico; produttivo; disaffinità. 6. gennaio a
Capitolo 5 - Olivicoltura
settembre; lungo; breve. 7. saldatura; legatura; for- Quesiti a risposta multipla 1. b; 2. c; 3. a; 4. b; 5.
zatura; serra; sabbia. 8. madre; mezzo di coltura; ste- b; 6. a; 7. b; 8. a; 9. b; 10. c; 11. c; 12. a; 13. b; 14. b.
Griglie di correzione 153
Vero o falso 1. f; 2. v; 3. v; 4. f; 5. f; 6. v; 7. v; 8. f; 9. brindilli; rami misti; dardi. 11. tronco; 70-80; branche
v; 10. f; 11. v; 12. v; 13. f; 14. f; 15. f; 16. v; 17. f; 18. primarie; secondarie;vigoria. 12. ermafroditi; corimbi;
v; 19. f; 20. v. foglie; antesi; entomofila. 13. gemma dormiente; chip
Completa le parole mancanti budding; a triangolo; inverno; frutto; albero; densità.
1. fiori; allegagione; incrociata. 2. inverno; ambien- 14. drupa; mallo; maturità; mandorle; olio. 15. dei-
tali; altitudine. 3. rami; lignificati; 15 cm; nodi; api- scenza; mallo; agosto; settembre.
cali. 4. mese; temperature; 16; gemme. 5. radicali;
chioma; fruttificazione; prodotto. 6. semilegnosa; Capitolo 8 - Colture arboree agrumicole
ramo; foglie; radici; piantina autonoma; barbatella.
7. chioma; vigore; pedoclimatiche; spaziale; foglia- Quesiti a risposta multipla 1. c; 2. b; 3. a; 4. c; 5. a;
6. c; 7. b; 8. c; 9. a; 10. c; 11. a; 12. c.
re; solare. 8. germogli; fruttificazione; rami, branche;
Vero o falso 1. v; 2. f; 3. f; 4. v; 5. v; 6. f; 7. f; 8. v; 9.
gestione. 9. dimensioni; fruttificazione; tempo; alle-
v; 10. v; 11. f; 12. f.
vamento. 10. idonei; drenati; Verticillium; terreni;
Completa le parole mancanti
ortaggi. 11. foglie; chimici; efficace; azoto. 12. produ-
1. interspecifica; ibridi; originarie; arancio. 2. sem-
zione; 50-80%.
preverdi; dormienza; vegetativa; inverno. 3. flavedo;
ghiandole; albedo; bianco; spugnosa. 4. a corona;
Capitolo 6 - Colture arboree pomacee
primavera; marze; 14-15; mesi; picciolo. 5. chioma;
Quesiti a risposta multipla 1. b; 2. a; 3. b; 4. c; 5. a; allupatura; Phytophthora. 6. decremento ; 50%; po-
6. b; 7. c; 8. a; 9. c; 10. b. tatura. 7. inerbimento; cotico erboso; idrico; inverno;
Vero o falso 1. v; 2. f; 3. v; 4. f; 5. v; 6. f; 7. v; 8. f; 9. terreno. 8. a fine inverno; azoto; fioritura. 9. ripresa
f; 10. v; 11. f; 12. f; 13. v; 14. f; 15. v; 16. v; 17. f; 18. vegetativa; allegagione; colatura; cascola. 11. SS/A*;
f; 19. f; 20. v. succo; acidi totali; acido. 12. 30-40 t/ha; inferiori; Mal
Completa le parole mancanti secco.
1. frutto; ricettacolo fiorale; fecondazione; frutto; tor-
solo. 2. Rosaceae; Pomoideae; Malus; ornamentali. Capitolo 9 - Frutticoltura minore
3. agamica; discendenza; pianta; seme; genetico; e alternativa
franchi. 4. disaffinità; bionti; attecchimento; d’inne-
Quesiti a risposta multipla 1. b; 2. b; 3. a; 4. b; 5.
sto; precoce. 5. gemme; nutrizionali; solare; auxine;
c; 6. c.
gibberelline. 6. erbacee; residui; radicali; posizione; Vero o falso 1. f; 2. v; 3. f; 4. v; 5. f; 6. v; 7. f; 8. f; 9.
portinnesti; stanchezza. 7. acrotonia; piramidale; v; 10. f.
medio-elevata; 8-10; rugosa; fenditure. 8. agamica; Completa le parole mancanti
innesto; seme; genetico; franchi; clonali; cotogno. 9. 1. agroecosistemi; pomologiche; nutraceutiche. 2.
residui colturali; portinnesti; ristoppio; ridotta. 10. arbusto; perennante; biennali; anno; produzione. 3.
fine inverno; allegagione; ingrossamento; estate- alimentari; cioccolato; bestiame. 4. orniello; 5-10; in-
inizio autunno; autunno; inverno. cisioni; coltello.