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Vediamo in questa diapositiva la convenzionale suddivisione delle onde


elettromagnetiche rispetto alla frequenza. Con radiazioni Non Ionizzanti intendiamo
tutto lo spettro elettromagnetico che va dai raggi ultravioletti UVA in giù. Gli UVC sono
stati recentemente classificati dallo IARC come sicuramente cancerogeni proprio in virtù
della loro capacità di ionizzare gli atomi.

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Le onde elettromagnetiche sono generate dalla presenza di campi elettrici. Una
corrente continua induce un campo magnetico statico. Una corrente alternata induce un
campo magnetico variabile.

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Quando una carica elettrica è alternata, genera un campo magnetico trasversale
variabile. Il campo magnetico variabile a sua volta induce delle correnti e quindi questa
continua interazione fra campo magnetico e campo elettrico produce quelli che noi
chiamiamo campi elettromagnetici, che sono caratterizzati da un unico parametro: la
frequenza o la lunghezza d’onda.

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L’ intensità del campo noi la esprimiamo in Watt al metro quadro per i campi sopra ai 10
gigaertz, oppure in SAR che è unità di assorbimento di potenza per kilogrammo e che
rappresenta il nostro parametro per valutare un potenziale danno biologico per campi
fra 1 megaertz e 10 gigaertz , oppure per densità di correnti indotte per campi inferiori a
1 megaertz.

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Le grandezze che caratterizzano il campo sono invece il campo elettrico in Volt/metro, il
campo magnetico in Tesla e l’intensità del campo magnetico in ampere/metro.

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Diversi sono i meccanismi di base di interazione delle radiazioni elettromagnetiche con
le strutture biologiche.
Un organismo biologico, immerso nel campo, subisce una interazione tra le forze del
campo e le cariche e le correnti elettriche presenti nell’organismo.

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Gli organismi umani esposti ad un campo elettromagnetico subiscono degli effetti
biologici che non è detto che siano dei danni. Per esempio quando ci si muove all’
interno di un campo magnetico, nel corpo umano ci saranno delle correnti indotte. Non
è detto che queste correnti provochino dei danni.
Esistono però degli effetti biologici che sono certi e degli effetti sanitari che sono però
incerti. Anzi, le poche evidenze che ci sono ci dicono che non ci sono effetti sanitari di
rilievo.

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Quali sono gli effetti biologici delle radiazioni non ionizzanti?
Gli effetti termici, ad esempio forno a microonde. Gli effetti termici possono essere
pericolosi per le nostre cellule: una temperatura superiore ai 42,5 gradi determina un
effetto citotossico diretto. Un effetto di riscaldamento può avvenire in un impianto di
risonanza magnetica dove si possono generare delle sequenze a radiofrequenza che
danno degli aumenti locali di temperatura. Questo fenomeno è conosciuto e controllato.
Inoltre questo problema riguarda il paziente e non il lavoratore. L’altro effetto è la
induzione di corrente elettrica.

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Dobbiamo classificare gli effetti sanitari di queste NIR.
Ci sono effetti diretti prodotti direttamente dall’esposizione al campo elettromagnetico
ad esempio utilizzo del cellulare ed effetti indiretti che possono essere prodotti dal
contatto con oggetti metallici immersi nel campo elettromagnetico, come nel caso della
risonanza magnetica dove una delle raccomandazioni è quella di non avere delle
interfacce metalliche che potrebbero determinare delle bruciature locali, a causa degli
effetti di bordo dei campi elettromagnetici nella interazione con i tessuti biologici.

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Gli effetti acuti determinati dai campi elettromagnetici sono caratterizzati da un valore di
soglia e possono essere immediati e oggettivi.
Gli effetti IMMEDIATI si verificano subito quando si applica il campo e scompaiono
subito quando il campo cessa, salvo effetti permanenti.
Gli effetti OGGETTIVI si verificano su qualunque soggetto, salvo valori di soglia diversi da
individuo a individuo.

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Gli effetti acuti sono generalmente effetti transitori.
Per frequenze inferiori ai 100 KHz la densità di corrente indotta nei tessuti è il principale
parametro per mezzo del quale correlare l’esposizione agli effetti biologici acuti (non
termici) che si manifestano negli individui esposti.
Per frequenze superiori gli effetti acuti (termici) sono invece imputabili alla potenza
assorbita per unità di massa (SAR).

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Per quanto riguarda gli effetti acuti dovuti ai campi ELF, cioè quelli a bassissima
frequenza, i principali effetti acuti sono l’ interferenza fra le correnti indotte con i
meccanismi fisiologici della percezione sensoriale e della attivazione muscolare.

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Gli effetti acuti che nel corso del tempo sono stati documentati sono: allucinazioni
visive, la stimolazione dei recettori nervosi periferici, contrazioni della muscolatura
scheletrica.
Sono comunque effetti transitori che cessano con il cessare dell’ esposizione.

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In questa diapositiva vediamo le soglie per effetti acuti di tipo termico.

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Per quanto riguarda gli effetti acuti dovuti ai campi RF, cioè alle frequenze radio e alle
MW, le microfrequenze, i principali effetti acuti sono di natura termica in quanto le onde
EM ad alta frequenza vengono in gran parte assorbite dai tessuti biologici perdendo
progressivamente energia che si deposita nei tessuti stessi sotto forma di calore.

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Per i campi RF con frequenza maggiore a 10 GHz, si determina un assorbimento cutaneo
superficiale di campi e pochissima energia penetra nei tessuti sottostanti.
Gli effetti di danno alla salute sono le cataratte oculari e le ustioni della pelle per densità
di potenza superiori a 1000 W/m2. Questi livelli non si riscontrano nella vita quotidiana.
Essi esistono invece nelle immediate vicinanze di radar di potenza. Le attuali normative
di esposizione impediscono la presenza dell'uomo in queste aree.

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Per quanto riguarda invece i campi RF con frequenze comprese tra 1 MHz e 10 GHz si ha
penetrazione nei tessuti esposti. Questi campi producono calore a seguito
dell’assorbimento di energia. La profondità di penetrazione dei campi RF nel tessuto
dipende dalla frequenza del campo ed è maggiore alle frequenze più basse.

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In caso di esposizione elevata ed elevato tasso di assorbimento specifico, cioè con un
SAR di almeno 4 W/Kg, si hanno effetti nocivi per la salute come cataratte oculari -
ustioni della pelle - riduzione della fertilità - riduzione dei globuli bianchi.

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Gli effetti cronici sono effetti “a lungo termine” conseguenti alla esposizione prolungate
a livelli di campo elettromagnetico anche molto bassi rispetto alle soglie acute. Non
sono né immediati né oggettivi e quindi possono essere indagati solo per mezzo di studi
epidemiologici nei quali si cerca di evidenziare l’esistenza di una associazione
statisticamente significativa tra l’esposizione e l’insorgenza di determinate patologie.

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Effetti soggettivi e patologie tumorali sono stati ipotizzati per esposizioni prolungate nel
tempo a livelli di campo elettromagnetico più bassi rispetto alle soglie degli effetti acuti.
Da sottolineare che, al momento, non esistono studi epidemiologici che evidenzino la
associazione fra esposizione a NIR e aumento di probabilità di insorgenza di tumori.

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Si possono avere anche effetti indiretti come scosse e ustioni. Sono effetti prodotti dalle
correnti di scarica a terra causate dal contatto con oggetti a diverso potenziale elettrico
(quali ad esempio strutture metalliche immerse nel campo elettromagnetico). Tale
corrente può essere causata sia da cariche accumulate sull’oggetto e scaricate a terra
tramite il corpo sia da cariche accumulate sul corpo e scaricate attraverso l’oggetto
posto a terra.

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Per lo IARC ci sono agenti sicuramente cancerogeni, probabilmente cancerogeni,
possibilmente cancerogeni, sicuramente non cancerogeni. Gli UVC rientrano negli agenti
sicuramente cancerogeni. Come classifica lo IARC le NIR: i campi magnetici sono possibili
cancerogeni; i campi magnetici elettrici o statici non sono classificabili in quanto
cancerogenicità per l’uomo, cioè sono sicuramente non cancerogeni. Da notare che
come possibili cancerogeni lo IARC classifica anche caffè, stirene, particolato
emesso da motori a benzina, fumi di saldatura.

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Tutte le norme di sicurezza emanate dalle organizzazioni internazionali “a base
scientifica” risultano essere basate solo sugli effetti acuti.
Lo scopo della normativa in questo caso deve essere quello di impedire che il danno si
produca. NON devono essere presenti livelli di campo superiori ai valori di soglia là dove
è necessaria o inevitabile la presenza della popolazione, impedendo l’accesso della
popolazione stessa alle zone dove si rende invece necessario consentire l’esistenza di
elevati livelli di CEM.

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I limiti specificati nelle norme di sicurezza per le esposizioni professionali non
corrispondono direttamente alle soglie degli effetti acuti, ma ne sono inferiori di un
margine di sicurezza (pari al solito a 10 dB) che tiene conto di eventuali ipersensibilità
individuali, incertezze sui modelli dosimetrici, margini di errore della strumentazione
impiegata per l’accertamento dell’esposizione.

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Per definire limiti validi per la popolazione, tutte le più autorevoli normative introducono
un ulteriore margine di sicurezza (tipicamente 7 dB) per tenere conto di una serie di
fattori che suggeriscono l’adozione di maggiori precauzioni.

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Poiché le soglie degli effetti acuti sono note in funzione dei valori della densità di
corrente indotta e del SAR, queste ultime vengono considerate limiti primari dalle
norme di sicurezza.
Essendo però, di fatto, estremamente difficile misurare i valori delle grandezze primarie
nelle condizioni reali di esposizione, le norme di sicurezza specificano anche i limiti
derivati, cioè i valori massimi ammissibili delle intensità dei campi in assenza
dell’individuo esposto.
Si passa dai limiti derivati ai limiti primari attraverso modelli dosimetrici.

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In questa e nelle prossime diapositive vediamo il complesso di normative italiane che
fissa dei limiti di esposizione per persone del pubblico esposte a NIR a partire dal DPCM
23 aprile 1992.

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Il DM n. 381 del 1998 è il regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di
Radiofrequenza compatibili con la salute umana. Prevede limiti di esposizione per la
popolazione, livelli di attenzione e obiettivi di qualità. Non prevede limiti di esposizione
per i lavoratori esposti per ragioni professionali.

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In questa tabella sono riportati i limiti di esposizione per la popolazione indicati dal DM
n. 381 del 1998 per le varie frequenze.

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Il DM n. 381 del 1998 definisce anche i valori che non devono essere superati in
corrispondenza ad edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore.

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Le line guida dell’ICNIRP stabiliscono invece livelli di riferimento sia per i lavoratori che
per la popolazione.

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La normativa fissa delle soglie per garantire che gli effetti acuti non ci possano essere
per i lavoratori. Ci sono le soglie massime di esposizione dei lavoratori alle varie
grandezze che dipendono dalla frequenza che garantiscono nella maniera più assoluta
che il lavoratore non possa essere oggetto di alcun effetto acuto.

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Le misure delle grandezze di campo possono essere effettuate con idonea
strumentazione comprendente generalmente un elettrometro e un insieme di sonde
atte a misurare il campo elettrico, magnetico o elettromagnetico dipendentemente dalla
frequenza.

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Le misure vengono eseguite in accordo alle Linee guida del Comitato Elettrotecnico
Italiano.

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In questa e nelle slide successive di approfondimento è descritta la metodologia di
misura a partire dalle misure di intensità di campo.

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La metodologia prevede l’effettuazione di medie spaziali in funzione delle dimensioni
delle antenne.

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La metodologia prevede inoltre l’effettuazione di medie temporali, tenuto conto che la
durata di ciascuna misura deve essere scelta in modo tale da poter caratterizzare
adeguatamente la variazione del segnale in esame.

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La metodologia inoltre descrive le caratteristiche delle apparecchiature di misura
affinchè i livelli di intensità di campo ottenuti in queste condizioni possono essere
confrontati direttamente con i valori “limite” prescritti dalle normative vigenti in
materia.

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Vediamo in questo esempio una scheda di misura per una apparecchiatura di
Radarterapia.

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Altre sorgenti molto diffuse di NIR in ambito ospedaliero sono gli elettrobisturi. In
questa slide sono riportate le condizioni di misura del campo elettromagnetico generato
da tale apparecchiatura.

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Nel caso degli elettrobisturi questi sono i valori di riferimento per le grandezze di campo
misurabili.

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Vediamo qui un esempio di misura per un elettrobisturi.

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Questo invece è un esempio di raccomandazioni seguenti alla misura in caso di
superamento dei valori di rifermento.

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Per concludere, esistono molteplici sorgenti di radiazioni non ionizzanti in ambito
ospedaliero che includono apparecchi di magnetoterapia, radarterapia, ipertermia,
bisturi elettrici, cabine elettriche di trasformazione. I valori di riferimento sono stati
stabiliti per evitare gli effetti acuti delle NIR su lavoratori e persone del pubblico e non vi
è alcuna evidenza di effetti tardivi stocastici legati alle NIR. I servizi di Fisica sanitaria
negli ospedali dispongono della strumentazione e delle competenze per verificare il
rispetto di tali limiti e per eseguire valutazioni di rischio.
Il rischio associato a tali agenti fisici è generalmente basso.

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Parliamo ora di prevenzione e gestione operativa in risonanza magnetica.

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Il Regolamento di Sicurezza (RS) di un sito di RM è il documento di riferimento per la
gestione delle attività interne al medesimo, alla luce dei rischi specifici in esso presenti.
Il RS è prodromico alla valutazione del rischio (art. 28 D.Lgs. 81/08) ed i contenuti sono
determinati in applicazione agli All. I e IV del D.M.2/8/91.

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Nel regolamento di sicurezza devono essere indicate le norme di comportamento per
pazienti, volontari sani, accompagnatori, visitatori, lavoratori, personale addetto a
rabbocco dei criogeni/manutenzioni, addetti alle pulizie, eccetera. Il regolamento
prevede anche le procedure gestionali dei pazienti, le disposizioni di sorveglianza fisica
per minimizzare le esposizioni ai campi elettromagnetici e le procedure di emergenza in
caso di quench, mancanza di ossigeno, incendio, black-out elettrico, eccetera.

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In questa slide sono riportate le norme generali di sicurezza che devono essere
osservate in risonanza magnetica.

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Tra le norme di sicurezza si mette in evidenza che è vietato l’ingresso al sito a chi non è
autorizzato (specie nella ZAC, zona di accesso controllato). Inoltre è vietato l’accesso alla
sala magnete e nella ZAC ai portatori di pace-maker, impianti con circuiti elettrici,
protesi, clips vascolari, schegge metalliche, preparati intracranici ferromagnetici, donne
in gravidanza (non si applica ai pz). E’ vietato introdurre oggetti ferromagnetici mobili.
Infine, prima di accedere alla sala magnete depositare ogni oggetto ferromagnetico e di
supporto magnetico.

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Occorre tenere ben in mente che il campo statico è sempre presente.

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Il campo magnetico statico infatti determina l’effetto proiettile, cioè l’apparecchiatura
attrae violentemente gli oggetti ferromagnetici. La forza dipende dalla massa e forma
dell’oggetto, dalla proprietà ferromagnetiche dell’oggetto, dall’allineamento dell’oggetto
(torsione) e dall’intensità del campo.

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In risonanza magnetica occorre anche considerare le norme di sicurezza per il paziente.
Infatti vi sono alcune controindicazioni all’esame e delle precauzioni da tenere per il
posizionamento del paziente.

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Tra le misure di sicurezza per il paziente in evidenza ci sono le controindicazioni
all’esame per i portatori di pace-maker cardiaco e cerebrale, protesi con circuiti
elettronici, metalliche e non, preparati metallici intracranici ma anche tatuaggi, creme,
lacche e cosmetici. Per quanto riguarda il posizionamento del paziente non devono
esserci cavi a diretto contatto del paziente, loop e coperte.

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Sono quindi valide le norme generali di sicurezza, in più la porta di accesso al sito deve
essere sempre chiusa con accesso limitato al personale di servizio e la porta del locale
tecnico deve rimanere chiusa sempre con accesso limitato al personale di servizio.

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Occorre inoltre controllare e registrare periodicamente su apposito registro i parametri
in sala-magnete umidità, temperatura e concentrazione di ossigeno giornalmente
mentre la percentuale di riempimento di elio va controllata settimanalmente. Altri
controlli riguardano l’integrità e pulizia dei fingers, contatti della porta, segnalare ogni
anomalia e istituire un registro degli incidenti.

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Sono previste anche norme di sicurezza in situazioni di emergenza come quench senza o
con perdite di elio nella sala magnete, allarme ossigeno, incendio, black-out elettrico,
presenza accidentale di materiale ferromagnetico nel magnete, emergenze assistenziali
mediche e anestesiologiche, spegnimento pilotato del magnete.

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Gli incidenti in risonanza magnetica hanno come possibili cause il campo magnetico
statico, i gradienti di campo, le radiofrequenze e i criogeni.

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Abbiamo già visto che il campo magnetico statico, per effetto proiettile, può attrarre
violentemente all’interno dell’apparecchiatura gli oggetti ferromagnetici.

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Il pericolo criogeni è dovuto al fatto che i sistemi RM superconduttivi utilizzano elio
liquido o azoto liquido per mantenere la condizione di superconduttività. Occorre
considerare che i gas criogeni sono nocivi e inodori ma non sono infiammabili. Il gas e il
magnete sono mantenuti sottovuoto, la perdita della condizione di vuoto o un aumento
della temperatura, provocano una evaporazione del gas criogeno.

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I pericoli legati ai gas criogenici sono i danni da gelo come ustioni e in particolare gli
occhi che sono molto vulnerabili, il soffocamento in quanto una concentrazione di O2
inferiore al 17–18% non è sufficiente alla respirazione e infine la condensazione
dell’ossigeno poiché la bassa temperatura del contenitore di azoto o elio può
condensare l’ossigeno con rischio di incendio.

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Vi sono due possibili effetti degli incidenti da gas criogeni: il boil-off cioè la lenta
evaporazione, qualche decina di litri all’ora e il quench ossia l’ evaporazione molto
rapida dove in poche decine di secondi tutto l’elio liquido passa allo stato gassoso. Per
ogni litro di elio o azoto liquido si producono circa 700 litri di gas.

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In caso di quench l’impianto presente consente l’eliminazione dell’elio dalla sala-
magnete ma in caso di guasto, è necessario azionare l’estrazione forzata dell’aria.
Occorre anche entrare nella sala-magnete e liberare il paziente eventualmente presente
ed evacuare l’area per 20 minuti. Occorre inoltre considerare che per l’aumento della
pressione interna alla sala magnete, potrebbe non aprirsi la porta e quindi bisogna
rompere la visiva.

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Per concludere si sottolinea che gli impianti RM Total body con campi maggiori di
1Tesla presentano una serie di rischi e che il modo più efficiente per minimizzare
l’occorrenza di tali rischi è il rispetto del regolamento di Sicurezza sul sito. Inoltre la
formazione degli operatori ammessi nel sito RM è estremamente importante per
conoscere ed evitare i rischi. Gli incidenti in RM accadono e sono prevalentemente legati
all’effetto proiettile, tutti gli incidenti devono essere riportati ed analizzati per prevenire
il ripersi futuro. I servizi di Fisica Sanitaria assicurano generalmente la funzione di
Esperto alla sicurezza in Risonanza magnetica.

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