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Ansel Adams

FOTOGRAFIA
IN BIANCO E NERO
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Ansel Adams
Foto: Ulf Sjöstedt

La fotografia è un mezzo di espressione di tipo sfazioni che questo mezzo può dargli. Pur nello
analitico. La pittura invece, è ― nel vero senso ambito di queste limitazioni egli è in grado di
della parola ― un mezzo sintetico. creare una grande arte, che però gli è, e gli rima­
La fotografia è in primo luogo l’arte della sco­ ne negata, se perseguita attraverso la mera imita­
perta e del riconoscimento (basantesi su: inten­ zione di altre forme artistiche.
zione, esperienza, funzione ed ego). Il fotografo Male antico della fotografia fu appunto limitarsi
non può sottrarsi al mondo a lui circostante; alle imitazioni e volersene autogiustificare. Gli
l’immagine mediatagli dall’obiettivo è un fattore appassionati di mostre ricordano l’illusione sul
dominante. Il suo punto di vista, la sua capacità finire del secolo. Alcuni fotogiornalisti sono per­
di prevedere l’immagine ultima (stampa o dia) e sino degli anti­artisti, che cercano il loro anco­
i particolari processi tecnici necessari per rendere raggio alla realtà nelle effettive esperienze della
reale questa previsione sono gli elementi essen­ vita. I soggettivisti progressisti rifiutano il mon­
ziali della fotografia. do e coltivano aspetti introversi per raggiungere
Il pittore di contro ha ben più ampie libertà di una sorte di coscienza interiore. Taluni si ser­
configurare il suo proprio mondo e quel mondo vono della fotografia alla stregua di una terapia
che esiste sulla superficie della sua parete, della per sè e per gli altri. Per non parlare poi di quelle
sua tela e del suo foglio. Dato che il pittore trae migliaia d’altri che affogano nell’opacità.
ispirazione e suggerimento dal mondo che lo cir­ Fortunatamente molti sono però oggi i fotografi
conda, egli gode di una grande libertà e di molti che si dedicano alla fotografia con maturità di
privilegi. Quanto meno così pensa il fotografo. intenti. Essi riconoscono e accettano il mondo e
La verità è però molto semplice: ogni arte, se le realtà, pongono il loro lavoro in rapporto con
vuol essere vera arte, esige dal suo creatore un l’umanità e con i problemi e gli scopi del vivere
impegno estremo, totale. e dell’essere una comunità.
Come il fotografo può mutare l’aspetto del Il vero artista guarda al mondo con quanta più
mondo unicamente variando il punto di ripresa, intensità gli è possibile cercando di compene­
la distanza di ripresa e la focale del suo obiettivo trarlo,di comprenderlo e di rivelarlo. L’arte della
(senza voler qui tener conto della possibilità di fotografia è il vedere e il peso del saper vedere
intervento sulla quantità di luce, sul contrasto e sul risultato fotografico dipende dall’intensità
sulle strutture, specifiche per la fotografia), egli con cui il fotografo riesce a vedere e da come
deve accettare le limitazioni al pari delle soddi­ questi sa liberarsi dal fardello degli elemen­
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ti di secondaria importanza. Tutte le cosiddette con una fotocamera esattamente la stessa cosa, se
regole per la composizione dell’immagine non avessero una sufficiente, maggior sicurezza in se
hanno perciò ― a mio avviso ―valore alcuno, stessi e potessero sviluppare una tecnica
nè significano nulla. Esse servono soltanto a ren­ d’esecuzione sufficientemente adeguata. Non
dere oscuro il rapporto sussistente fra la nostra tutti diverrebbero certo dei fotografi di punta,
propria interpretazione e la manifestazione del ma molti potrebbero sfiorare questa meta e, se
mondo della natura e di quello dell’uomo. Non non altro, saprebbero trarre soddisfazione dai
tutti osano ammettere di vedere talvolta quanto loro risultati.
altri non vedono. Questi uomini procedono
continuamente per confronti, un fenomeno Imitare o allontanarsi dalla realtà
sorto nell’epoca dei virtuosi. Solo pochi, sor­ Abbiamo imparato a interpretare la fotografia
prendenti professionisti, e tra loro anche artisti come una rappresentazione abbastanza fedele
creativi, assumono una posizione preminente ed del mondo a noi circostante. Per i popoli primi­
esercitano la loro signoria sugli altri, meno tivi capire o quanto meno farsi anche solo una
dotati. Dobbiamo ritrovare quello spirito che, idea della fotografia, rappresenta un tentativo
nell’ambito della pittura poetica contraddistinse piuttosto difficile, dato che non riconoscono in
il madrigalismo, cioè la comune partecipazione quella raffigurazione bidimensionale il loro
e la gioia di creare la bellezza, in tutte le possibili proprio mondo, nè capiscono i diversi valori luce
forme. Certo il voler troppo può rischiare di far­ dell’immagine. Solo quando questa raffigura­
ci approdare al nulla, la ricerca della perfezione zione e questi valori siano stati accettati e com­
totale può approdare nel nihilismo. Ma ciò che è presi come simboli, allora le foto possono dirsi
bene, deve anche essere realmente bene. Potrem­ una sorta di rappresentazione del reale. L’im­
mo forse dire che una buona composizione della portanza dei simboli visivi costituisce un auten­
immagine sta in diretto rapporto con la coscien­ tico universo e non possiamo dimenticare che la
ziosità. Ciò che voglio dire è che per la composi­ cosiddetta fotografia realistica contiene in sè
zione fotografica non può formularsi canone simboli tipici ai quali ci siamo assuefatti e che
alcuno: ci sono soltanto delle belle foto! pertanto accettiamo come ponti lanciati verso la
Triangoli, linee curve, punti di vista, linee ca­ realtà.
denti, e chi più ne ha più ne metta, sono per lo Molte fotografie sono noiose e insignificanti
più costruzioni edificate a posteriori. La mag­ perchè esse mediano all’osservatore unicamente
gior parte dei grandi fotografi calpesta tali regole un’immagine del mondo fatta di luci e di ombre,
e dubito che, mentre lavorano, gli venga fatto di priva di un contenuto o di un significato. Perchè
pensare, anche una sola volta alla parola «com­ la foto di una roccia fatta da Edward Weston è
posizione». Essi guardano e visualizzano, ognu­ tanto più ricca di tensione di un’altra, di per sè
no a modo proprio. E proprio essi «fanno» le per altro tecnicamente ben riuscita e tale da
immagini fotografiche. E’ poi fantastico che costituire un valido documento informativo di
molti ― e certo sono in tanti ― potrebbero fare quella stessa roccia o scoglio che dir si voglia?

Ansel Adams ama tracciare dei paralleli fra la


fotografia e la musica. Come il virtuoso musicista,
così anche il virtuoso fotografi sceglie gli strumenti
migliori. Per molti lo strumento ideale è la Has­
selblad 500 C/M. Gli obiettivi intercambiabili, con
focali tra 30 e 500 mm garantiscono quella libertà
d'espressione che è presupposto indispensabile della
creatività artistica. I magazzini intercambiabili con­
sentono l'applicazione del sistema zonale ideato da
Adams. E questi non sono che due esempio della
molteplicità di accessori che compongono il Sistema
Hasselblad.
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Questa seconda foto può essere più significante Il personale angolo di confrontazione
sul piano della concretezza e in grado di comuni­ Il momento ispiratore del mio personale modo di
care a un geologo dati fisici, certo non derivabili lavoro sta in questo: io visualizzo, cioè mi faccio
dall’immagine di Weston. La differenza fra un un’idea di come sarà la copia finale prima an­
modus operandi creativo e uno legato alla con­ cora di premere lo scatto. Quando questa foto
tingenza materiale sta nello scopo, nella sensibi­ «pensata» (o «borbottata» se volete), né im­
lità e nella capacità di visualizzare un’immagine porta poi che essa voglia essere una constata­
che si rivolge alla sfera emotiva e che è estetica­ zione del contingente o un voluto estraniamento
mente stimolante. Dato che quanto detto è spie­ del reale si è ormai «formata» nella mia immagi­
gabile unicamente a mezzo di un’immagine, non nazione, passo al rilevamento del valore di lumi­
c’è necessità di spendere al riguardo altre parole. nosità del soggetto mediante un’attenta lettura
Possiamo però tranquillamente premettere che i dell’esposimetro e all’impostazione di detto va­
fattori estetici ed emozionali rafforzano il con­ lore, cui segue l’esposizione della pellicola e il
tenuto informativo di ogni immagine: sono suo sviluppo, finalizzato a garantire il risultato
proprio essi che destano l’interesse dell’osserva­ desiderato.
tore e lo stimolano a tentare di capire. La riproduzione di un tale negativo richiede che,
La foto che noi realizziamo non è mai destinata per quanto minimo, pur si sappia esercitare un
soltanto a noi stessi. Essa è e deve essere una for­ efficace controllo sullo sviluppo, con interventi
ma di comunicazione, un modo di rivolgersi a additivi o sottrattivi sull’esposizione di determi­
quante più persone possibile, senza che ciò com­ nate parti del negativo, mentre risulta in genere
porti un appiattimento della qualità o uno svili­ superfluo il ricorso a una carta extra­dura.
mento dell’intensità. Questo procedimento è efficace e consente allo
La capacità raffigurativa (visualizzazione) non stesso tempo al fotografo di esercitare un profi­
dipende soltanto dalle possibilità intrinseche del cuo controllo sul suo lavoro, dandogli la cer­
soggetto, dallo angolo di ripresa o dalle condi­ tezza di un buon risultato. Dopo aver accurata­
zioni­luce, ma ― e in massima misura ― dal mente imparato a usare come si conviene le
nostro saper sentire e saper capire il modo in cui proprie apparecchiature, allora questa proce­
operano e richiedono d’essere impiegati la foto­ dura diverrà assai presto un’abitudine.
camera e gli obiettivi, le pellicole e le carte sen­ Questa destrezza acquisita con l’esercizio pratico
sibili. serve a facilitare l’approccio alle varie tecniche,
Non ha senso tentare di visualizzare qualcosa che porta a risolvere tutta una serie di problemi foto­
si sottrae alle possibilità tecniche della foto­ grafici e consente al fotografo di esercitarsi nel
camera. Un musicista non può suonare una parti­ creare il proprio stile interpretativo. Esso è
tura di violino e aspettarsi di sentire un’intera l’esatto opposto della metodologia empirica.
orchestra. La visualizzazione è una tra le più secondo la quale il fotografo può trovare l’esatta
complicate forme attraverso cui si tenta di ripro­ chiave che gli dischiuderà la porta del successo
durre sensazioni ed esperienze derivanti da certi solo dopo aver sbagliato un’infinità di foto. Il
settori della conoscenza che non sono affatto mio personale angolo di confrontazione prevede
subordinati a quanto si potrebbe riferire a forme che la fotografia venga presa veramente sul
artistiche consolidate o a una opera d’arte. Nes­ serio, con la volontà di sacrificare molto tempo e
suna forma artistica, neppure la fotografia, può molte energie allo studio delle sue basi. In questo
svilupparsi senza queste percezioni e queste la fotografia non si differenzia certe da alcuna
esperienze. I fattori più preziosi sono rappresen­ altra «nobile» forma artistica. Questo modo di
tati da quelle idee che potremmo dire in noi accostarsi ad essa, purché non disgiunto dalla
congenite e che non debbono essere mutilate per volontà di studiare e continuamente sperimen­
adattarle a regole e direttive convenzionali. Se tare, ci premia con una ben maggiore libertà e
l’arte deve pur avere una qualche importanza per spontaneità nel lavoro.
questo nostro mondo, essa deve distanziarsi, e di Una situazione analoga la ritroviamo per esem­
molto, da qualsiasi aspetto narcisistico e terapeu­ pio in campo musicale. Il compositore ha dappri­
tico e saper essere fermento vitale nei pensieri e ma un’idea, che egli trascrive nella consueta
nelle convinzioni del singolo e della comunità. forma grafica delle note musicali. Quando poi
Questo è riuscito a tutte le vere arti. Non basta di­ suona la musica che ha composto egli può, pur
vertire, né fare semplicemente delle «belle foto». rispettandone le note, dare alla loro struttura di
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base una sua personale, espressiva interpreta­ porto di riproduzione e alla sua composizione, ai
zione. Analogamente avviene con la fotografia suoi valori tonali e ai sui valori strutturali, ecc.
espressiva. Le operazioni tecniche compiute dal­ Proprio come il musicista «sente» toni e accordi,
la fotocamera sono precedute dalla preparazione cosi il fotografo esperto può vedere con gli
intellettiva pertinente all’immagine. L’esposi­ «occhi dell’io» determinati valori, strutture e
zione e lo sviluppo si articolano lungo direttive composizioni. Questa visualizzazione di una
tecniche, stabilite per assicurare la qualità desi­ foto significa la necessità e la capacità di com­
derata per la stampa finale che in sé altro non è piere non solo molte, rapide osservazioni, ma di
che una interpretazione o, se cosi si vuole, la trarne anche le debite conseguenze, guidate e
riproduzione di un’idea fotografica. motivate dall’intuizione e dall’esperienza. Solo
se si possiede questa esperienza, è possibile rego­
Come si «fa» una foto lare puramente per istinto la fotocamera e
Ecco la semplice descrizione del procedimento: l’obiettivo e altrettanto intuitivamente impie­
1 . Esiste il bisogno o il desiderio di avere una de­ garli.
terminata foto, il che costituisce senza dubbio Su un fotografo esperto i fattori citati in 1, 2 e 3
alcuno una premessa necessaria. A volte è già agiscono, più o meno integrati, come un com­
sufficiente, avendo la fotocamera in mano, ri­ plesso di percezioni e di creazione. La visualizza­
svegliare percezioni sopite e un intenso desiderio zione di una foto che voglia essere praticamente
di lavorare. Un incarico, uno scopo possono informativa avviene di massima allo stesso modo
essere stimoli importanti per un lavoro a livello con cui procede la visualizzazione di un’imma­
creativo e funzionale. gine fotografica poeticamente soggettiva. Nel
2. Si scopre un soggetto o lo si «vive», se ne primo caso è però richiesto che vengano in mag­
sanno riconoscere gli aspetti più importanti, gior misura sottolineati gli aspetti concreti del
nasce un’idea per una foto. Questa idea induce a soggetto. Indipendentemente dallo scopo cui è
una più attenta osservazione del soggetto, e cosi destinata una foto, un fotografo allenato alla
si reperisce quali siano l’angolo d’osservazione visualizzazione viene a trovarsi in una posizione
più propizio e il punto di ripresa più promet­ dalla quale l’approccio al soggetto gli è più facile
tente. di colui che tutto s’affica all’empirismo e che
3. La visualizzazione, cioè il sapersi immaginare cerca di correggere i suoi errori a posteriori, con
come sarà la foto finita, è qui di particolare successive manipolazioni in camera oscura. Ma
importanza, senza pregiudizi per il mezzo. La anche il metodo empirico si fa più efficace
funzione della fotografia e le limitazioni delle quanto più esperienza si viene acquisendo:
attrezzature influiscono naturalmente sulla l’unica difficoltà è che, per coloro che giurano su
nostra visualizzazione. Si dice: noi «vediamo», questo metodo, l’incontro di nuovi problemi
ma un’espressione ancor più esatta in questo crea ben maggiori difficoltà. A poco a poco, al
contesto è: noi visualizziamo, perché «visualiz­ crescere cioè dell’esperienza acquisita dal foto­
zare» la foto finita vuol dire pensare al suo rap­ grafo e al consolidarsi della sua capacità d’im­

«Non fotografare mai senza paraluce» una regola


di base, un comandamento oseremmo dire per tutti
coloro che vogliono foto di qualità superba. Il Si­
stema Hasselblad presenta paraluce per tutti i suoi
obiettivi. Certamente il più efficace è il «Paraluce
Professionale» (v. foto), impiegabile per ottenere
l'optimum dei risultati entro il campo di lunghez­
zhe focali da 38 a 250mm.
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piegare le sue apparecchiature e i diversi metodi per cosi dire percettivo proprio dell’obiettivo.
di lavoro, le sue foto acquisiranno una più mar­ Uno dei parametri della visualizzazione deve
cata impronta creativa. La visualizzazione e un pertanto essere la possibilità dell’obiettivo di
coerente impiego delle tecniche consolidate non vedere con tutte le sue limitazioni.
rappresentano ostacolo alcuno alla capacità sti­ Dalla stessa posizione possiamo vedere un pae­
molante e creativa. Anzi, tutto il contrario. Le saggio completamente piatto oppure vedere in
forze stimolanti e creative, in ogni lavoro in cui si questo stesso paesaggio un singolo albero o una
tratti di esprimere qualcosa, debbono avere la singola pietra o tutta una serie di particolari di
preminenza sin dall’inizio: in caso contrario quello stesso albero, di quella stessa pietra.
tutta l’idea della fotografia come mezzo artistico Possiamo visualizzare a piacere immagini a tutta
creativo risulterebbe vanificato. Una foto mal prospettiva o piccoli particolari. L’occhio nel
fatta disturba tanto quanto un brano musicale suo esplorare isola il soggetto e può limitare
eseguito sciattamente. Il solo soggetto o la sola il suo campo visivo a campi relativamente più
fittizia riproduzione della realtà non possono piccoli, che comprendono unicamente la pietra,
mai essere sufficienti per portar in qualsiasi l’albero o loro dettagli.
mezzo a un’opera d’arte. Il modo in cui vediamo dipende poi in elevata
misura dal tempo e dalla mobilità dell’occhio.
Prendere confidenza con la fotocamera Con uno sguardo o una successione di occhiate
Dapprima dobbiamo tentare di capire che cosa in tempi e su spazi diversi, noi non cogliamo sol­
in effetti vede la nostra fotocamera: la sua im­ tanto un’espressione, ma mettiamo in moto un
magine è ben diversa da quella che è percepita uniforme processo di sviluppo basantesi su un
dai nostri occhi. infinito numero di eventi, che vengono ordinati e
L’occhio, grazie alla sua capacità di scorrere e di coordinati dal nostro potere visivo. Sappiamo
esplorare il soggetto, possiede un enorme campo che un obiettivo grandangolare, adatto per una
visivo. Quando l’occhio si fissa su un particolare prospettiva a più ampio respiro, sarebbe pari­
del soggetto, ne nasce un’immagine netta, con menti in grado di vedere quell’albero o quella
un angolo d’osservazione ridotto anche se pietra, ma in modo assolutamente insignificante
l’occhio copre la sua superficie più vasta, che gli se rapportato all’immagine fotografica comples­
si presenta come un’immagine dai contorni sfu­ siva. Senza variare la posizione della foto­
mati. Senza muovere la testa; l’occhio può camera, possiamo però, ricorrendo a obiettivi
esplorare circa il 70% del campo di visione e di focale sempre più lunga, fissare immagini
ottenere un’immagine a fuoco di ogni punto su sempre più ingrandite di determinati settori della
cui si fissa. Se si muove la testa, è persino possi­ scena. Questo ingrandimento delle dimensioni
bile abbracciare l’intero universo circostante. d’immagine e la conseguente possibilità dell’in­
Per tornare alla fotocamera, è l’obiettivo che grandimento giocano ovviamente a favore della
«vede» e la cassa è il «corpo». La cosa più diffi­ capacità della fotocamera di pressoché soddis­
cile che il fotografo deve imparare (e di cui deve fare, grazie al ricorso degli obiettivi più idonei,
convincersi), è proprio la comprensione di ciò quelle esigenze poste e imposte dall’immagine da
che il suo obiettivo vede. L’occhio umano è uno noi visualizzata. Cosi facendo si dimentica che la
strumento incredibilmente sensibile e versatile. nostra reazione alla scena nella sua interezza in­
Se parliamo di quell’attività percettiva che defi­ fluenza il modo secondo cui noi visualizziamo gli
niamo «vedere», non possiamo prescindere dal elementi in detta scena contenuti. Pertanto sono
prendere in considerazione l’intero complesso necessari «visualizzazioni parziali», cioè in­
psico­visivo, cioè il sinergismo tra occhi e cer­ quadrature ragionate, non influenzate dalla
vello, il solo al quale dobbiamo la possibilità di scena circostante. E quando si prende di petto il
percepire, capire, memorizzare e ricordare. soggetto, insorgono naturalmente altri nuovi
Questo sistema, mediante il processo relativa­ aspetti. Di grande utilità per sviluppare la nostra
mente semplice del tracciamento dell’immagine inclinazione alla visualizzazione risulta essere
sulla retina può rivelare in modo straordinario i una cornicetta nera (passepartout) con cui tra­
valori più interni e più esterni e la coscienza in­ guardare, inquadrandolo, il soggetto. Avvici­
tuitiva e creativa dell’artista. nando o allontanando la suddetta cornicetta, le
Ciò che vediamo davanti al nostro occhio «in­ dimensioni del campo osservabile dall’occhio
terno», deve essere estrapolato, portato al livello varieranno, aumentando o riducendosi, così
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come per esempio avviene passando da un obiet­ dalla proporzione in cui stanno fra loro le parti
tivo di più corta focale a uno di più lunga focale in luce e quelle in ombra del soggetto. Anche
(ammettendo che l’occhio e la fotocamera si tro­ l’occhio ha una certa tendenza a subire i feno­
vino a uguale distanza dal soggetto). Questo meni dell’irradiazione di riflessi, ma il contrasto
comunque non è che un aspetto del problema. del soggetto viene compensato ed equilibrato dal
Con un soggetto inserito in un ampio contorno e ricordato effetto psico­visivo. La visualizzazione
con grandi variazione di luci e di ombre, le parti è dunque un fenomeno dell’occhio interno. Il
che insistono nelle zone d’ombra appariranno nostro modo di procedere si deve però fondare
ovviamente meno illuminate e meno contrastate più sulla valutazione dell’effettivo grado di lumi­
di quelle in piena luce. L’occhio cerca allora di nosità delle superfici che non sulla nostra im­
comporre le parti in ombra e quelle più illumi­ pressione ottica.
nate in un insieme globale con un valore di media
densità di illuminazione. Osserviamo ora le zone La visualizzazione
in ombra con un tubo nero, sufficientemente Il concetto di visualizzazione, cioè la capacità di
lungo, così escludendo quelle più chiare. Si note­ prefigurarsi l’immagine, descritta in questi righe
rà allora come un rischiaramento delle zone e nella collana «Basic Photo» è di un’impor­
osservate che appariranno altresì ben più con­ tanza incalcolabile. Questo procedimento sog­
trastate; forme (shapes) e strutture (textures) gettivo e creativo non deve però essere confuso
acquistano evidenza. Si otterrebbe all’incirca lo con una mera riproduzione fotometrica dei valori
stesso effetto avvicinandosi a queste aree del tonali, sulla base di valutazioni sensitometriche.
soggetto. Ma se ora misuriamo dal punto in cui Una copia può avere due aspetti: quello di di­
si trova la fotocamera la luminosità effettiva, retta riproduzione del soggetto e quello di una
servendoci di un esposimetro, otterremo allora sua libera interpretazione. Nel primo caso i va­
dei valori che si discostano ampiamente da quelli lori dell’immagine sono quanto più possibile
che ci saremmo prefigurati. simili al grado di luminosità delle superfici del
Ricorrendo a obiettivi di diverse lunghezze focali soggetto. Si tratta in effetti di una riproduzione
possiamo dominare le diverse possibili configu­ che richiama la realtà, dato che non vi è foto che
razioni individuabili nell’ambito d’uno stesso possa riprodurre con piena fedeltà i veri valori
soggetto. Problemi di prospettiva e il relativo luce del soggetto. Se però i valori riprodotti si
rapporto di riproduzione condizionano la di­ presentano nell’immagine rispettando la stessa
stanza a cui dobbiamo porci rispetto al soggetto. proporzione che hanno nel soggetto, allora una
I moderni obiettivi, con trattamento antiriflesso, siffatta riproduzione può essere considerata
danno un’irradiazione trascurabile. Per poco come una cosiddetta «analogia».
che l’interno della fotocamera sia stato anch’es­ Laddove la foto debba essere una libera tradu­
so trattato con antiriflettente, l’effetto causato zione, i valori della stampa possono nettamente
da questi elementi dovrebbe potersi considerare discostarsi da quelli della realtà. Tale variazione
assolutamente insignificante, indipendentemente verrà ottenuta aumentando o riducendo il con­

La possibilità di configurare a misura dei propri


desideri il corredo di accessori di cui dispone rap­
presenta uno dei grandi pregi del Sistema Hassel­
blad. Così per esempio il cappuccio a pozzetto pa­
raluce, di tipo standard, può essere sostituito con
ben 6 altri sistemi di traguardazione. Il fotografo è
poi in grado di intercambiare nel breve volgere di
pochi secondi anche la lente di campo, senza dover
per questo manomettere la fotocamera: infatti,
oltre alla lente standard ne sono disponibili altri
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trasto nel corso dell’esposizione e/o delle svi­ della carta. Non ha più importanza alcuna l’en­
luppo. Un’altra importante possibilità di varia­ tità dell’escursione luminosa del soggetto origi­
zione e poi rappresentata dal ricorso ai filtri. nale: sulla copia finita, la scala non supererà mai
Tuttavia se non si applica un’estrema correzione il rapporto di 1:50. È a tale riguardo importante
cromatica o non si impiegano emulsioni non sen­ il fatto che la copia possa in ogni caso riprodurre
sibilizzate o sensibili all’lR, i valori manterranno appieno (con pochissime eccezioni) tutta la scala
il loro precipuo rapporto visivo di chiaro e scuro. che si estende dal bianco al nero. La differenzia­
In altre parole: con un normale procedimento zione di brillanza della scala è determinata dal
non possiamo ribaltare la normale sequenza dei potere riflettente dello strato della carta e dalla
valori tonali. Il colore della pelle di un bianco ri­ quantità massima di argento sviluppato. La scel­
sulterà sempre più chiara delle fronde di un al­ ta dei toni fra questi due limiti si basa in larga
bero, le nuvole illuminate dal sole appariranno misura su valutazioni soggettive. I toni fra il nero
sempre più luminose del cielo azzurro. Contrasti più scuro (o più saturo) e il bianco più luminoso
esagerati, sottolineatura di strutture e gli ele­ non richiedono d’essere espressi in precisi rap­
menti soggettivi che il fotografo intende intro­ porti proporzionali. Dato che sappiamo che
durre nella sua foto portano con sé ― pur senza tutte le buone copie presentano neri saturi o
che ci si discosti dalla semplice tecnica fotogra­ bianchi nivei, quando non entrambi, oltre a tutta
fica ― tutta una gamma di possibilità interpreta­ l’ampia gamma di tonalità intermedie, potrem­
tive. Le differenziazioni sono tanto di natura mo allora esercitarci a visualizzare o a vedere con
estetica e soggettiva, quanto di tipo psichico e il nostro occhio «interno» singoli o più valori
oggettivo. espressi nei toni neri, bianchi e grigi della
Il primo passo verso la visualizzazione ― e stampa.
quindi verso l’interpretazione fotografica ― Possiamo iniziare con la visualizzazione del
consiste nell’acquisire una precisa coscienza bianco, del nero e del grigio medio, per poi
dell’ambiente. Dobbiamo esaminare quanto si passare alle tonalità più fini della scala. Solo
viene proponendo ai nostri occhi, e dobbiamo quando avvertiremo di essere in grado di visua­
farne oggetto d’attenta ricerca. E questo non lizzare i più semplici valori tonali, potremo
vuol solo dire prendere coscienza delle connota­ allora tentare di leggere aree circoscritte di im­
zioni più significative, della sostanza, della for­ magini fotografiche in chiave di valori tonali.
ma e della struttura, ma anche valutare i valori Lo studio della foto ci aiuta, avendo la volontà
tonali e l’insieme nella sua totalità. Cosa si inten­ di imparare, a individuare nel soggetto i diversi
de con «visualizzazione» dell’immagine finita? valori tonali e le separazioni di toni, nonché il lo­
La brillanza ottimale di una copia smaltata è di ro correlarsi con i diversi altri valori. L’esercizio
1:50 (attenzione a non confondere questo dato alla visualizzazione dei valori può essere parago­
con la scala d’esposizione della carta): ciò signi­ nato a quello compiuto dal musicista per ricono­
fica che l’area più scura delle foto non riflette più scere le altezze dei toni e dal pittore, per prendere
che l'1/50 della luce riflessa dallo strato bianco piena coscienza delle nuances cromatiche e del

Una buona custodia­bauletto deve soddisfare molte


esigenze, per esempio poter consentire di trovare
con facilità il pezzo desiderato. Deve poi essere
flessibile, per potersi facilmente adattare ai vari ele­
menti scelti per il proprio personale corredo acces­
sori. E infine deve essere in grado di fornire sempre
un'efficace protezione a quanto in essa contenuto,
quali che siano le condizioni di lavoro.
Le borse e i bauletti Hasselblad sono in grado di
soddisfare tutte queste esigenze.
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reciproco rapporto intercorrente fra i diversi alla massima illuminazione (alte luci) vengono
colori. correttamente riprodotte sulla stampa come
Mi sia ora concesso di proporre un suggerimento bianchi puri, cui fa riscontro il leggero tono d’un
su come esercitare questa presa di coscienza e la grigio si luminoso, ma pur sempre grigio della
pratica della visualizzazione: tovaglia bianca. A questo punto togliamo il
1. Analizzate il soggetto in base ai suoi elementi cucchiaio: ora la tovaglia è veramente l’oggetto
più importanti e più scuri. Non date mai nulla più bianco e deve risultare più bianca di quando
per scontato. A prima vista, uno scampolo di si confrontava con il cucchiaio d’argento su di
stoffa nera può apparire certo come l’area più essa appoggiato. Laddove poi non desiderate
scura del soggetto, ma a una più attenta osserva­ dare il senso della materialità dell’oggetto allora
zione, si possono forse individuare valori più potrete riprodurre sulla stampa la tovaglia in
profondi e ombre vuote ancor più bui. modo che detta abbia a risultare d’un bianco
Molti oggetti, che ci appaiono neri, sono in realtà puro.
solo di un grigio scuro. Le nere lavagne delle aule 4. Dopo aver preso dimestichezza con l’osserva­
scolastiche, i capelli neri e i gatti neri non sono zione di valori estremi dell’escursione tonale,
poi, fotograficamente parlando, d’un vero e potrete proseguire esercitandovi nell’osservare e
proprio nero, presentando essi una corporeità e nel visualizzare gli altri valori tonali, che dipar­
delle variazioni del valore tonale. Pertanto li si tono dal centro della scala omonima. Si con­
dovrà considerare scuri, ma non li si dovrà ve­ fronti ora un foglietto di carta d’un colore grigio
dere come oggetti neri. medio dapprima con un oggetto bianco, poi con
Se copriamo una carta da gioco con del nero­ uno nero e infine con entrambi. Essi non av­
fumo, otterremo una superficie d’un nero pro­ ranno lo stesso effetto né visivamente, né psico­
fondo. Se la confrontiamo con un buco ricavato logicamente. In effetti non è che sia cambiato
in una parete (per esempio la canna di un im­ alcunché per ciò che concerne i singoli valori, ma
pianto di ventilazione) che non riceve la benché le diverse combinazione hanno dato luogo a
minima illuminazione, essa ci apparirà tutt’al differenti reazioni soggettive. Se per esempio
più grigio scuro. Dal confronto di questa stessa osservate un foglio verde dapprima in opposi­
carta con tonalità bianche e d’un grigio più lumi­ zione a una superficie rossa e poi a una blu, note­
noso potrà, essere accettata come una superficie rete un sorprendente cambiamento nel modo in
totalmente nera e quindi sarà giustificata l’esi­ cui lo percepite, sebbene i colori in sé siano
genza di ritrovarla nera anche sulla stampa che rimasti gli stessi.
ne effettueremo. Se ora ci siamo fatti un’idea pratica della scala
2. Ora si passi all’esame delle parti più impor­ dei grigi (il che non richiede che qualche giorno
tanti e più luminose del soggetto. Anche in d’esercizio), potremmo incominciare a mettere i
questo caso non date nulla per scontato. L’ele­ valori tonali del soggetto in rapporto a quelli
mento più luminoso di una composizione può della stampa, iniziando cosi a operare una vera e
essere un foglio di carta bianca: tuttavia i riflessi propria visualizzazione fotografica.
originati da sorgente luminosa che si rispecchia Il volume tonale del soggetto espresso in gradi di
in una superficie metallica lucidata hanno un’in­ luminosità delle superfici è determinato dal con­
tensità decisamente più elevata della luce diffusa trasto di riflessione e dalla latitudine d’illumina­
omnidirezionalmente dalla stessa sorgente lumi­ zione dei colori specifici del soggetto. Ogni sog­
nosa quando questa venga riflessa da un foglio getto contiene una determinata scala dei valori
di carta pur del bianco più puro che ci si possa tonali che, volendolo, può considerarsi estesa
immaginare. dal nero al bianco. L’effettiva escursione tonale
3. Tentate ora di immaginare come appariranno di un paesaggio illuminato dal sole può superare
questo bianco luminoso e questo nero di mas­ il rapporto di 1 : 1600, mentre detto rapporto può
sima saturazione sulla stampa che effettuerete scendere anche al di sotto di 1:10.
dalla foto che avrete scattato. 1 riflessi emessi Il legno nero, all’ombra e in un paesaggio illumi­
dalle superfici a massima illuminazione di un nato dal sole può presentare un grado di intensità
cucchiaio d’argento lucidato, appoggiato su di di illuminazione pari a 2, mentre una pietra bian­
una tovaglia bianca, sono assai più intensi (e ca in pari luce presenta 1200 unità. Qui dunque
dovrebbero quindi essere riprodotti in un bianco tra i valori di oscurità e di luminosità sussiste
più puro) della tovaglia stessa. Le parti soggette un’escursione tonale quantificabile in 1:600.
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In una stanza debolmente illuminata, l’ombra di e concettuale del soggetto. In un secondo mo­
un armadio può presentare, in unità di intensità mento visualizziamo, cioè ci prefiguriamo l’im­
d’illuminazione, il valore 1, una parete grigia magine finita, cui si chiede di esprimere la nostra
chiara 25 unità e un foglio di carta bianca, su una rappresentazione ideale del soggetto e osser­
scrivania, 40 unità. In entrambi i casi apparirà viamo con l’occhio «interno» la correlazione
pienamente giustificata una copia, che «corri­ intercorrente fra i valori principali del soggetto
sponda» all’escursione totale. Se si realizza una stesso con quelli tonali che, nell’immagine,
stampa su carta lucida e senza ridurre la scala esprimeranno i gradi di luminosità. In un terzo
tonale, il volume di contrasto della riproduzione tempo si procede alla misurazione del grado di
non potrà superare i valori di l:50, come già luminosità delle parti di maggior importanza
detto specifico per il tipo di carta adoperata. Ed nell’ambito del soggetto, misurazione che verrà
è appunto nell’ambito di questa scala maggiore o effettuata con un esposimetro fotoelettrico:
minore rispetto ai rapporti supposti che dovrà determinatane l’escursione, la si dovrà poi corre­
essere «riprodotta» l’escursione del contrasto lare al tempo di posa. Dato che il tempo di posa
del paesaggio (1:600) e quella dell’interno (1:40), determina anche il grado dello sviluppo neces­
nonché la ridottissima latitudine tonale di un sario per ottenere un negativo con il desiderato
soggetto estremamente poco contrastato. Cio­ annerimento o con l’auspicata opacità, già pri­
nonostante, né la riduzione, né l’ampliamento del ma dello scatto vero e proprio è possibile quindi
volume di contrasto appariranno all’occhio determinare sia l’esposizione che lo sviluppo.
particolarmente innaturali. Infatti quando Dopo avere imparato a visualizzare e a program­
osserviamo una foto, il nostro occhio si adatta al mare l’iter tecnico­operativo, l’esposizione e lo
grado medio di illuminazione del soggetto. La sviluppo del negativo risulteranno pratiche del
latitudine tonale soggettivamente percepita è in­ tutto routinarie. Per rispettare poi le modalità di
dipendente all’oggettivo volume di illumina­ stampa specifiche per il sistema di produzione
zione del soggetto. dell’immagine finita cui successivamente ci si at­
Pertanto non è già il volume tonale oggettivo in terrà, occorre «confezionare su misura» il nega­
quanto tale, ma piuttosto il reciproco rapporto tivo. E questo tanto che lo si stampi a contatto
in cui stanno fra loro i diversi valori tonali quello con un diffusore o se ne faccia un ingrandimento
che dovrebbe essere nostra intenzione riprodurre con un apparecchio dotato di condensatore*.
sulla stampa e quindi anche sul negativo, che
utilizzeremo per la suddetta copia. Questo signi­
fica che nella fotografia creativa creiamo delle *Per gli ingranditori del tipo a condensatore occorre
«corrispondenze» più che delle «riproduzioni». un negativo con una ridotta latitudine di contrasto
Il nostro compito comporta dunque tanto una (più ridotto ambito di opacità), dato che la luce che
attraversa il sistema ottico del condensatore «viene
presentazione dell’idea quanto un’applicazione fatta collimare», cioè è direzionale. Nei negativi di
di puro carattere tecnico. maggiore opacità la luce direzionale è oggetto d’un
In primo luogo analizziamo il contenuto formale effetto di dispersione più accentuato che non utiliz­

Il principio dell'intercambiabilità, sul quale è stato


basato l'intero Sistema Hasselblad, consente di
trasformare una fotocamera Hasselblad nel volgere
di pochissimi secondi. Qui il corpo della foto­
camera si presenta con un obiettivo da 250 mm con
paraluce, cappuccio messa a fuoco rigido e magaz­
zino Polaroid, un accessorio che è ormai una pre­
senza abituale nel corredo della maggior parte dei
fotografi. Una foto su pellicola Polaroid consente
di prendere in fretta quelle decisioni atte a portare
con sicurezza al risultato desiderato.
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zando un diffusore. Pertanto il contrasto effettivo di immaginatevi come verrebbe la foto di un qual­
qualsiasi negativo è, alla luce del condensatore, siasi oggetto scelto tra quanto sta a voi d’intorno.
maggior che non impiegando un diffusore.
Non vi ci vorrà molto per constatare, che nel vol­
gere di breve tempo, siete riusciti a sviluppare la
vostra capacità di visualizzazione e soprattutto
Ciò che quindi è necessario nella fotografia crea­ che ora siete in grado di raffigurarvi in modo
tiva, oltre ai fattori funzionali ed estetici, è il re­ nettamente più preciso il mondo contingente e le
perimento di una norma per l’opacità del negati­ possibilità fotografiche a esso pur sempre con­
vo. Con un negativo cosiddetto normale il grado nesse. La «coscienza» ha, per la fotografia,
di opacità deve essere adeguato a quello della la stessa importanza che per ogni altra forma
carta sensibile da impiegare e al tipo di stampa d’arte.
adottato (a contatto o a mezzo di ingrandi­ Il fotografo che tenta di registrare e di interpre­
mento). Dato che gli obiettivi lavorano in modo tare un qualsiasi particolare di questo nostro
diverso e gli otturatori possono differenziarsi tra mondo, può venir a capo della molteplicità di
loro per ciò che riguarda l’ineccepibilità del loro variazione e di caratteristiche, tipiche di ogni
funzionamento e poiché, infine, i diversi mate­ soggetto, soltanto effettuando una selezione del
riali sensibili negativi e i differenti rivelatori pos­ soggetto e scegliendo il punto di vista e la posi­
sono avere rese e risultati diversi, il fotografo zione della fotocamera. Dimensioni, forma,
deve crearsi una sua propria norma, che tenga colore, contrasto, superficie, ecc., debbono
appunto conto delle specifiche caratteristiche essere riprodotti come forme bidimensionali
delle sue apparecchiature e dei suoi materiali nelle diverse tonalità di grigio, che, a discrezione
sensibili. Questa norma non è «modellata» solo del fotografo, dovrebbero essere intese come
in base a considerazioni squisitamente pratiche, simboli della realtà.
ma anche da ciò che si propone a livello psichico­ Per completare questa esperienza estetica della
emozionale il fotografo stesso. visualizzazione delle immagini fotografiche,
Per darsi una siffatta norma, il fotografo deve dobbiamo ora esercitarci in semplici routine
poter disporre di un valore di riferimento, a cui meccaniche, come per esempio:
attenersi e che deve poter riprodurre sempre a) misurazione dell’escursione del contrasto pre­
uguale nelle sue stampe. Personalmente ho scel­ sentato da una soggetto; b) correlazione tra le
to il colore della pelle delle persone di razza parti più intensamente illuminate e il tempo di
bianca (con illuminazione solare a 45° o in piena posa; c) determinazione del grado di sviluppo ri­
ombra), data la non difficile riconoscibilità di chiesto per dare al negativo l’annerimento desi­
questo parametro di riferimento, nonché per la derato. Una tecnica, che tutti i fotografi trovano
sua sufficiente costanza. Al confronto, per egualmente difficile da dominare, è la visualizza­
esempio l’azzurro del cielo, il grigiore del legno e zione dei diversi colori sotto­forma di tonalità di
le pietre bianche possono presentare molte va­ b/n. Il modo in cui le differenti emulsioni reagi­
rianti. Tutti però inseriamo i toni cromatici della scono ai vari colori non può essere espresso in
pelle bianca in una scala alquanto limitata. I toni forma di precise unità di misurazione, a meno di
della pelle si attestano all’incirca in corrispon­ non considerare tutti i colori come saturi e pro­
denza della VI zona della scala esposimetrica, e venienti da superfici tutte con equivalente potere
questo valore si trova alquanto al di sopra del di riflessione. Al variare del potere di riflessione
grigio medio e può essere utilizzato come para­ (o riflettività) di una superficie e al differire del
metro di riferimento nell’effettuare il controllo grado di saturazione dei colori, fanno riscontro
delle singole norme personali. Il consueto test dei risultati autenticamente fuorvianti. L’esem­
del grigio, un cartoncino con un potere di rifles­ pio classico è costituito dalla mela rossa posata
sione del 18%, è ora generalmente impiegato su una foglia verde. Una pellicola pancromatica
come valore­base di controllo. registra entrambi i valori cromatici con un’iden­
Prima di proseguire sarebbe opportuno esami­ tica tonalità di grigio, un fatto che può essere av­
nare i valori sulla base di una propria stampa ben vertito come del tutto insoddisfacente sia a livello
riuscita, prendendo coscienza di questi valori, psichico che valutandolo in base alle pur tec­
prima di fare le stesse cose con quelli dell’am­ niche esigenze della riproduzione fotografica.
biente a voi circostante. Pensate di compiere un Chi si occupa di fotometria, non terrà conto di
tentativo molto attento di visualizzazione, cioè quanto sopra; non così il fotografo che sa quello
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che vuole, il che, in questo caso, significa una monocromatici, si può senz’altro capire che cosa
foto che deve essere realistica tanto a livello psi­ significhi quanto sopra affermato. In questo
chico quanto sul piano visivo. Questi può ben modo ci sarà dato di subito riconoscere come un
volere visualizzare nella stampa tutta una serie gran numero di colori, che all’occhio appaiono
di tali valori tonali, che non è detto che, sotto nettamente distinti l’uno dall’altro, quando poi
il profilo fotometrico, possono o debbono senza siano visti in b/n sembrano essere tutti quasi
«altro» essere considerati corretti. dello stesso grigio.
L’espressione «correzione», riferita ai filtri, è Di fronte a un soggetto con una tale costella­
priva di qualsiasi significato e di qualsiasi impor­ zione cromatica si dovrà rilevare attraverso ripe­
tanza pratica. Il fotografo creativo chiederà in­ tute esposizioni con i più diversi filtri ― e tenen­
fatti: «In che senso, corretta?». Lo scienziato ri­ done accuratamente nota ― il rapporto secon­
sponde che il filtro corregge la foto intervenendo dario secondo cui i valori tonali variano recipro­
sull’equivalenza fotometrica della tonalità di camente.
bianchi e di neri. Ma è altrettanto possibile che il L’interpretazione si basa sulla cosciente varia­
fotografo desideri avere proprio una foto in cui zione dei valori reali. La capacità di riprodurre
le tonalità grigie non corrispondano alle equiva­ effettivamente sull’immagine tali toni servendosi
lenze fotometriche dei colori presenti. Nella sua di filtri e ricorrendo ad adeguati controlli sull’e­
veste di fotografo creativo, egli può affermare sposizione e sul processo di sviluppo, va conside­
che non si tratta di una correzione voler otte­ rato il criterio con il quale l’artista riesce a inter­
nere, pur servendosi di un filtro, una foto di venire di persona sul mezzo da lui scelto. In
quella mela rossa su una foglia verde tale da teoria, un filtro rosso dovrebbe dare sulla stam­
risultare tanto accettabile a livello psichico pa, di un prato verde, un’immagine nera: e
quanto gradevole sul piano visivo. questo avverrebbe in effetti, a patto però che
Quando si tratta di discostarsi dalla realtà per l’erba fosse realmente verde e la luce riflessa
seguire i propri sentimenti o un preciso orienta­ fosse solo diffusa. Ma questo è vero solo in
mento estetico, dobbiamo sempre considerare teoria. L’erba verde riflette anche una certa per­
che questo è un problema tanto personale, che centuale di luce bianca insieme a quello che è il
diventa obbligatorio poter disporre di quel che suo colore dominante, cioè il verde. E, com’è
abbiamo detto un angolo di confrontazione noto la luce bianca è tale perché composta da
personale. tutti i colori, il rosso compreso, tonalità questa
In primo luogo occorre vedere come i «valori» e i ultima che riesce ad attraversare indisturbata il
colori si comportano in rapporto alle tonalità in filtro rosso. L’erba verde viene naturalmente
b/n, anziché partire a considerarli in base alle riprodotta in una tonalità più scura, che però
loro proprietà psichiche. Se si osserva quanto ci non è ancora nera.
circonda con un filtro monocromatico (per Inoltre ogni filo d’erba genera certi riflessi spe­
esempio un Wratten n. 90), che riduce tutti i culari, le cosiddette alte luci, che si fanno par­
colori a valori similari di bianchi e di neri o ticolarmente evidenti alla luce solare diretta.

Se il fotografo vuol dare ai suoi lavori un'impronta


personale, i filtri gli potranno essere d'inestimabile
aiuto. Nel Sistema Hasselblad sono presenti filtri
nei più diversi colori per la fotografia in b/n, I loro
differenti diametri ne consentono l'applicazione sui
più diversi obiettivi. Per la fotografia a colori è di­
sponibile una serie di filtri di compensazione cro­
matica. Sono presenti i filtri di polarizza­
zione, adatti tanto per il b/n, quanto per il colore.
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Queste alte luci sono ovviamente dei punti di numero di forme adiacenti (per esempio dei mas­
intensa luminosità (dato che esse sono riflessi si rocciosi), che creano effetti d’ombra d’ampia
diretti della sorgente luminosa) ragion per cui, estensione e molto accentuati, un filtro Nr. 8
senza che abbia alcuna importanza quale sia il può efficacemente contribuire a consentire una ri­
filtro adatto, vengono riprodotte sull’immagine produzione di queste ombre con un tale grado di
fotografica come zone di massima luminosità. nero da letteralmente distruggere l’atmosfera
Per quanto detto, l’erba può essere tanto ripro­ desiderata, tutta basantesi su una luce soffusa e
dotta realisticamente quanto interpretata, usan­ avvolgente.
do una pellicola pancromatica e un filtro rosso Se si è consapevoli di questo effetto secondario,
(o una pellicola non sensibilizzata, senza ricorso l’unica soluzione ancora praticabile resta l’ado­
a una qualsiasi filtro). In entrambi i casi, le super­ zione di un filtro Wratten Nr. G giallo­scuro,
fici che riflettono luce diffusa risulteranno ripro­ combinato con un’esposizione alquanto più ri­
dotte in modo relativamente più scuro, rispetto dotta, oppure il mantenimento del filtro Nr. 9,
alla maggior luminosità dei riflessi speculari. con un aumento del tempo di posa, il che a sua
La visualizzazione dell’immagine desiderata volta richiederà un tempo di sviluppo più ridotto.
deve in ogni caso prendere le mosse dal modo di Un altro elemento che si può ipotizzare senz’altro
presentarsi del soggetto, quando questo venga presente nel soggetto scelto è il verde delle foglie.
fotografato con pellicola pancromatica e senza La visualizzazione dei valori tonali delle fronde
filtro. Questo ci darà un elemento di riferi­ ci convince al ricorso a un filtro verde­giallo, per
mento, da cui si prosegue con la procedura della esempio a un Nr. 11, che ha pressoché lo stesso
visualizzazione, impiegando il filtro di correzione effetto del Nr. 8 sui valori del cielo e delle ombre,
più debole possibile, il Wratten G, invece di ten­ ma al contempo alleggerisce la tonalità del fo­
tare macchinosi esperimenti con i cosiddetti filtri gliame rafforzando cosi l’impressione di una
per il contrasto. luce delicata e avvolgente. Anche un filtro n. 58
Se si fotografa un tipico paesaggio con rocce ed verde chiaro, renderebbe il fogliamo molto lumi­
alberi e un cielo leggermente annuvolato, può noso, ma interverrebbe anche sulla resa tonali
accadere di ricorrere d’impulso a un filtro rosso dei rossi e dei blu.
per «tirare» le nuvole. Tuttavia si dovrebbe
prima aver ben chiara in mente quale sia l’atmo­ Il materiale per questa pubblicazione è stato gen­
sfera dominante nel soggetto, e quale sia quella tilemente concesso alla Victor Hasselblad AB da
che vogliamo invece riprodurre sulla foto. Con Ansel Adams e si basa suoi libri della Serie «The
un cielo solo leggermente velato, un filtro rosso Basic Photo Series»..
non farebbe altro che scurire il cielo stesso e le
ombre, creando l’effetto d’un accentuato con­ The Basic Photo Series
trasto, che non ha forse nulla a che vedere con 1. Camera and Lens
l’atmosfera desiderata per la foto. 147 duotone b&w ills., 304 pp, 1977
Se ritenete insufficiente un Wratten Nr. G, po­ LC 76­27616
ISBN 0­8212­0716­4
treste tentare con un No. 8 che, stando all’espe­
2. The Negative
rienza, dovrebbe essere quasi giusto oppure 62 b&w ills., 120 pp. 1977
ricorrere a un filtro meno blu (Wratten No. 12), ISBN 0­8212­0717­2
che in molti casi crea un ottimale effetto d’ester­ 3. The Print
no. La resa può poi essere troppo sottolineata 50 b&w ills., 120 pp, 1977
ricorrendo a un Wratten Nr. 15, d’un giallo ISBN 0­8212­0718­0
scuro (o a un filtro giallo­arancione). Se suppo­ 4. Natural Light Photography
68 b&w ills., 118 pp. 1977
niamo che l’usatissimo filtro No. 8 sia senz’altro ISBN 0­8212­0719­9
il più adatto per risolvere i nostri problemi di 5. Artificial Light Photography
nuvole e di cielo, dovremmo riconsiderare tutti 55 b&w ills., 116 pp, 1977
gli altri particolari del soggetto E questo per non ISBN 0­8212­0720­2
cadere nel consueto errore di pensare solo in New York Graphic Society
particolari di maggior peso, trascurando tutti gli c/o Little, Brown Distributor Center
altri che non di rado si coalizzano nel rovinarci la 200 West Street
foto. Waltham, Massachusetts 02154
Poiché un paesaggio può contenere un gran U.S.A..
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Via Tabacchi 29, 10132 TORINO ― Telef. (011)897373 (5 linee)

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Layout: Lars Gustafsson Traduzione italiana: dr. G. Franco Stampato in Svezia HammarOffset 800It 13 12 1980

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