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LE ONDE ELETTROMAGNETICHE E LA RELATIVITÀ RISTRETTA DI EINSTEIN

L’informazione digitale è completamente fondata sulla fisica delle onde elettromagnetiche; in ogni
attimo della nostra giornata siamo a contatto con radiazioni elettromagnetiche che giungono da
un’immensità di sorgenti: dal Sole e da altre stelle dell’Universo arriva radiazione visibile (luce) ed
infrarossa, dalle antenne trasmittenti provengono le onde delle televisioni, delle radio, dai cellulari,
mentre nel suolo, dalle sostanze radioattive (uranio, plutonio) derivano radiazioni di alta energia
(raggi gamma, raggi X). Queste onde, apparentemente così diverse, sono in realtà tutte onde
elettromagnetiche, e differiscono tra loro soltanto per l’intensità e lunghezza d’onda che sono
inversamente proporzionali.
Un’onda elettromagnetica è generata dalle cariche elettriche che subiscono delle accelerazioni, in
particolare dalle cariche che oscillano; le onde elettromagnetiche sono delle perturbazioni del
campo elettromagnetico i cui campi elettrici e magnetici oscillano in modo perpendicolare alla
direzione di propagazione dell’onda (trasversali), che viaggiano accoppiati nello spazio alla
velocità della luce (300000 Km/s nel vuoto). I campi oscillano nello spazio in modo sinusoidale,
ovvero la direzione è fissata ma il modulo (ampiezza) ed il verso del campo disegnano una
sinusoide lungo l’asse di propagazione. L’onda elettromagnetica trasporta energia che può essere
assorbita oppure emessa da una qualsiasi particella carica in moto accelerato. Le grandezze che
interessano le onde elettromagnetiche sono quindi il periodo di oscillazione (T, s), la frequenza (f,
1/s=Hz), la lunghezza d’onda (ƛ, m) e la velocità di propagazione (v, m/s) che è massima nel vuoto.
Inoltre, un campo magnetico variabile genera una corrente elettrica attraverso un conduttore
immerso nel campo, e tale corrente viene chiamata indotta e non dipende dalla presenza di un
circuito dato che in sua assenza il campo elettrico continuerà ad esistere. È possibile generare
corrente indotta anche senza movimenti predisponendo un circuito induttore percorso da
corrente variabile e un circuito indotto. Dal momento in cui la corrente nel circuito indotto da
variabile diventa costante non si ha più corrente. L’origine delle correnti indotte si spiegano
studiando le forze agenti sulle cariche, ovvero la forza di Lorentz, che è la forza che si esercita su
una carica per effetto di un campo elettromagnetico. Gli elettroni circolano in senso antiorario
generando una corrente indotta opposta al loro moto.
Quindi, così come un campo magnetico variabile genera un campo elettrico indotto (come detto in
precedenza, non dipende dalla presenza di un circuito in quanto togliendolo continuerà ad esistere
un campo elettrico anche in assenza di corrente), un campo elettrico variabile genera un campo
magnetico indotto. Entrambi i campi indotti sono concatenati ai campi "induttori": il campo
elettrico attraversa la superficie delimitata dalle linee del campo magnetico e il campo magnetico
circonda le linee del campo elettrico.
A differenza delle onde elastiche, oltre che nell’aria, nell’acqua e altri materiali, le onde
elettromagnetiche possono diffondersi anche in assenza di mezzi di propagazione (nel vuoto) e
quando incontrano un ostacolo verificano fenomeni comuni alle onde elastiche, ovvero la
diffrazione e la riflessione. La riflessione avviene quando un'onda incontra un ostacolo che non può
attraversare e viene rinviata indietro verso la sorgente. Ciò accade, per esempio, quando un raggio
luminoso incontra una superficie che la riflette.
Il fenomeno della diffrazione avviene quando un'onda incontra un ostacolo di piccole dimensioni;
in questo caso, l'onda “elude” l'ostacolo; ad esempio, in corrispondenza dei moli, le onde del mare
aggirano un palo piantato sul fondo: le onde non solo passano al di là degli ostacoli, ma invadono
anche lo spazio retrostante. Nelle onde luminose il fenomeno della diffrazione è particolarmente
evidente nel caso delle fenditure od ostacoli molto piccoli.

In natura esistono vari tipi di onde elettromagnetiche che differiscono per la loro frequenza che si
esprime in Herz; le bande di frequenza sono suddivise in:

Onde radio: da qualche hertz a 106 Hz


Onde radio corte: da circa 107 Hz a 1010 Hz
Microonde: da circa 1010 Hz a 1011 Hz
Infrarosso: da circa 1012 Hz a 1014 Hz
Luce visibile: da 4,1·1014 Hz a 7,5·1014 Hz
Ultravioletto: da 1014 Hz a 1016 Hz
Raggi X: da 1016 Hz a 1018 Hz
Raggi gamma: 1018 Hz e oltre

Si chiama spettro elettromagnetico l’insieme delle frequenze delle onde elettromagnetiche. La scala
delle frequenze e delle lunghezze d’onda non è regolare: strisce di uguale lunghezza non
rappresentano intervalli uguali di frequenze, sono bensì differenti.
Le radiazioni sono ordinate per frequenze decrescenti e lunghezze
d’onda crescenti; la sezione delle “finestre atmosferiche” indica le
radiazioni che vengono assorbite dall’atmosfera. Per esempio,
l’atmosfera assorbe i raggi X e gamma che arrivano dallo spazio
(striscia scura), impedendo che queste radiazioni deteriorino la vita
sulla Terra. È invece trasparente (striscia chiara) alla luce visibile e
alle onde radio che provengono dal Sole e dalle stelle.

Spettro Elettromagnetico

RADIAZIONE INFRAROSSI
Oggigiorno, i campi di applicazione dei raggi infrarossi sono molteplici; un esempio sempre più
diffuso, in particolare in zone isolate e lontane dal centro abitato, è l’allarme a raggi infrarossi,
ovvero un impianto antifurto installato lungo il perimetro esterno dell’abitazione con lo scopo di
difendere la proprietà privata da eventuali intrusi; infatti, in caso di intrusioni, i sensori rilevano il
passaggio e si attivano segnalandola via cavo alla centrale che mette in azione una sirena, spingendo
gli intrusi a fuggire.
Esistono due tipi di antifurti ad infrarossi: i sensori a infrarossi attivo e uno passivo (il PIR sensor).
I sensori a infrarossi attivo sono composti da un trasmettitore e da un ricevitore e viene creata una
protezione descrivibile come un “filo” impercettibile all’occhio umano; rileva quindi l’intruso che,
passando attraverso la barriera infrarossi, innesca l’allarme.
Il sensore a infrarossi passivo, noto anche come PIR sensor (PIR Passive InfraRed in inglese) è
un sensore elettronico che misura i raggi infrarossi emessi da persone e oggetti nel campo di azione.
Il termine passivo si riferisce al fatto che i sensori non emettono energia in nessuna forma ma
lavorano unicamente rilevando energia: il sensore è infatti in grado di rilevare la radiazione termica
(o appunto radiazione infrarossa) emessa da un corpo o da un oggetto caldo. Non si tratta quindi
propriamente la luce, come si potrebbe dedurre dal nome “infra-rosso”, bensì di calore che permette
il funzionamento dell'infrarosso; proprio per ciò un sensore di movimento di questo tipo è
infallibile: riesce infatti a funzionare anche durante la notte nella più totale assenza di luce dato che
tutti gli oggetti con temperatura superiore allo zero assoluto emettono energia sotto forma di
radiazioni luminose.
Il successo di questo tipo di allarmi è dettato dal fatto che i rilevatori di movimento a infrarossi
possano funzionare praticamente in qualunque condizione, di giorno o di notte, all'interno o
all'esterno, in modo indipendente o collegati con altri dispositivi data la possibilità per l'utente di
installare videocamere e di intervenire disattivando la sirena, accendendo altre telecamere, e
addirittura bloccare le serrature delle porte di accesso.

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La luce non viene sempre vista come un’onda elettromagnetica, ma è visibile anche come piccole
particelle chiamate fotoni.
Nel XX secolo la fisica ha fatto apprezzabili evoluzioni; Einstein rivoluzionò tutto elaborando la
sua teoria della relatività ristretta (elettrodinamica dei corpi in movimento).
I due postulati di questa relatività affermano che le leggi della fisica sono invariate per i sistemi di
riferimento in moto rettilineo uniforme (sistemi inerziali): sostiene quindi che non esistono moti
assoluti, ma solo moti relativi a diversi sistemi di riferimento. Esistono pertanto grandezze che
dipendono dal sistema di riferimento, come la velocità, e grandezze invarianti e indipendenti dal
sistema inerziale di riferimento come la massa, forza, accelerazione (in particolare g).
Nel secondo postulato, che può essere considerato una conseguenza delle equazioni
dell’elettromagnetismo, la velocità della luce nel vuoto è costante in tutti i sistemi di riferimento
inerziali e NON dipende dal moto del sistema e dalla sorgente che la emette.
Tuttavia, Einstein non ripudia il principio galileiano e i fenomeni elettromagnetici e conferma ciò
che era già stato affermato da Maxwell, ovvero che la velocità della luce è correlata a valori costanti
concernenti il mezzo di propagazione e non il moto relativo dei sistemi di riferimento; inoltre,
vengono modificate le leggi della meccanica di Newton. Secondo Einstein, il solo principio
fondamentale della fisica è la relatività, ovvero l’indipendenza delle leggi.
Che cosa spiega la teoria della relatività? In contrasto ai fenomeni aventi velocità basse e che
possono essere spiegati con la fisica classica, questa teoria spiega concetti nuovi come ad esempio
la contrazione delle lunghezze e la dilatazione dei tempi, fenomeni che per essere osservati
richiedono velocità elevate (simili a quelle della luce); un esempio lampante risulta essere il famoso
paradosso dei gemelli: sulla terra sono presenti due gemelli, uno parte per un viaggio interstellare
mentre l'altro rimane sulla terra. Dato che il viaggio interstellare sarà compiuto a velocità prossime
a quelle della luce, secondo la teoria, una volta tornato sulla Terra, grazie alla contrazione dei tempi
sulla navicella, il gemello viaggiatore sarà invecchiato molto meno rispetto a quello rimasto sulla
Terra.
Al termine del viaggio, risulta esserci una discrepanza tra i tempi misurati dai due gemelli; i due
sistemi di riferimento, ovvero la Terra e l'astronave, non sono equivalenti: rispetto alla terra, sistema
di riferimento inerziale, l'astronave subisce forti accelerazioni e decelerazioni; dall’altra parte,
mentre si allontana dalla Terra, ognuno dei due gemelli dovrebbe vedere un ipotetico orologio
dell'altro fratello scorrere più lentamente, mentre in fase di avvicinamento dovrebbe vederlo
scorrere più rapidamente.
Si giunge alla conclusione che il tempo scorre in modo diverso per i due gemelli; questa è una dei
fondamenti della relatività: non esiste un tempo assoluto dato che lo scorrere del tempo dipende
dal sistema di riferimento. Infatti, il tempo si dilata con l’avvicinarsi alla velocità della luce.

Inoltre, perde efficacia anche il concetto di simultaneità; due eventi sono simultanei se la luce
impiega lo stesso tempo a raggiungere il punto medio C tra le due posizioni in cui sono accaduti i
due eventi: per esempio, nel caso della caduta di due fulmini nei punti A e B e di un osservatore
collocato a metà strada nel punto C, la velocità della luce è costante e, avendo il percorso dei due
raggi di luce la stessa lunghezza, la luce impiega lo stesso tempo a percorrere i tratti AC e BC.
L’osservatore conclude perciò che i due fulmini sono partiti nello stesso momento e che sono quindi
simultanei.
Ipotizzando invece che i due fulmini cadano in due punti A e B di una banchina ferroviaria, che un
osservatore si trovi sul treno in movimento verso destra nel punto D, equidistante dai punti A e B
nell’istante in cui vi cadono i fulmini e che un altro osservatore sia sulla banchina, sempre in
posizione equidistante da A e B, i due fulmini non verranno giudicato entrambi simultanei in quanto
l’osservatore sul treno vedrà il fulmine cadere nel punto B, al quale si avvicina, prima del fulmine
caduto nel punto A, dal quale si sta allontanando. Ciò avviene perché la durata di un fenomeno
dipende dal sistema di riferimento, che in questo caso sono differenti; per questo risulta essere
privo di significato il concetto di simultaneità di due eventi.
Si può giungere quindi alla conclusione che le intuizioni di Einstein hanno modificato il modo di
vedere l’universo.

BIBLIOGRAFIA
Dispense/Libro/Slide Zanichelli

https://people.it/alessiofilippetti/files/2018/05/Fisica-2-Lezioni-21-22-A.A.-2018.pdf

https://online.scuola.zanichelli.it/amaldi-files/Cap_E6/
CapE6_Onde_e_InduzElettromagn_Amaldi.pdf

https://www.netatmo.com/it-it/guides/security/burglary/solutions/infrared-detector

https://www.antifurtoallarme.eu/rilevatori-pir/

https://scienzapertutti.infn.it/chiedi-allesperto/tutte-le-risposte/498-9-cosa-e-il-
paradosso-dei-gemelli

https://digilander.libero.it/angeladonatiello/download/Il%20paradosso%20dei
%20gemelli.pdf

https://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/fisica/Le-onde/I-fenomeni-
ondulatori/Comportamento-delle-onde.html

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