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GIGI PIRANDA

Agrigendo

Va contro gli stereotipi, risulta provocante

Ribalta il concetto di arte e si passa da composizione a scomposizione del mondo: prende un particolare
della realtà e lo analizza, razionalismo estremo

Analizza in particolare cosa è il comico e l’umoristico nel suo saggio “arte umoristica”

Comico suscita la risata

Umoristico ridi ma tiporta a riflettere (vecchia so veste con abiti succinti, uno ride, ci pensi e dici: magari
vuole conquistare nonnino e ha voglia di sentirsi giovane)

Sentimento del contrario le cose sono al contrario di come dovrebbero essere, vecchia che si trucca
dovrebbe essere normale

Vita flusso spontaneo, ma le convenzioni sociali obbligano gli uomini a mettere questa vita in una forma
specifica (noi siamo la persona, modelliamo la vita, le diamo una forma che potrebbe essere la famiglia, il
lavoro, però poi la vita erompe, si snoda perché si va avanti con il tempo e ci sono dei ripensamenti,
tragedie, ma dobbiamo trovare altre forme. (Totti era giocatore, vita erompe, arriva una certa età e smette
digiocare. Triste, non h apiù forme, ne crea un’altra e diventa dirigente)

Ogni essere cambia, non si è mai la stessa persona Frantumazioe dell’Io. Concetto riassunto in 2 parole:
relativismo pirandelliano e monadimso leibnitziano

NARRATIVA

NOVELLE

Verismo iniziale si mescola con grottesco, caricature, per far capuire le paradossali vicessitudini dei
personaggi.

1904 “Fu Mattia Pascal”, emancipazione solo illusoria

1926 “Uno Nessuno e Centomila”, romanzo filosofico, filosofia del relativismo e vocaboli dissonanti

TEATRO

Le commedie siciliane e italiane sono troppo radicate, la sua prima opera teatrale che funziona è “così è (se
vi pare); impossibilità di conoscere la verità

“Sei personaggi in cerca di autore”, solo perosnaggi possono inscenare vite, deflagrazione consuetudini
teatrali. Personqggi si lamentano con il creatore e gli attori dialogano con le persone reali

“Enrico IV”, fa finta di essere pazzo per simulare la pagliacciata che è la vita; cade da cavallo e perde la
ragione, tutti lo trattano in modo diverso, poo tprna in sé e scopre che tutti lo perculano, quindi fa finta di
nuovo di essere pazzo

ROMANZI

1901-1902 rifiuto della visione naturalistica

1901 “L’esclusa”, legami con il verismo


1902 “Il turno”, distacco da naturalismo e rifiuto dei presupposti ideologici

FU MATTEUS PASCUAL

Narrazione in prima persona

Parla Mattia, un bibliotecario in un paese di provincia. Si è stufato della vita e della moglie, fugge di casa e
va a Montecarlo dove vince una discreta somma alla roulette. Mentre ritorna legge la notizia della sua
morte su un giornale, scopre che i suoi congiunti lo hanno individuato nel corpo di un suicida; decide di
sfruttare la situazione e si costruisce una nuova vita, cambia nome, si fa chiamare Adriano Meis;

Sta a Roma, si innamora e si vuole sposare ma scopre che per sposarsi c’è bisogno di riconoscimento
burocratico che non ha e inscena un secondo suicidio; torna a casa ma neppure lì c’è posto per lui: la
moglie si è risposata e i cittadini se ne fregano della sua scomparsa; vive nella biblioteca del paese e
contempla la vita degli altri e scrive la sua storia.

Va a fare visita alla sua tomba e se qualche curioso gli chiede come si chiama lui risponde “eh caro mio, io
sono il Fu Mattia Pascal”.

Non è verista, critica al concetto di identità personale, i ruoli che abbiamo servono ad agire nel mondo,
maschere imposte dalle convenzioni sociali, no sappiamo chi siamo davvero. C’è solo il punto di vista del
soggetto che è inattendibile, non possaimo fidarci di lui e dei suoi racconti, è la sua versione, come Italo
Svevo nella coscienza di Zeno.

LO STRAPPO NEL CIELO DI CARTA

Anselmo Paleari funzionario pubblica istruzione, licenziato per idee particolari

La tragedia inscenata è quella d’Oreste di Sofocle ed è collegata ad Amleto. Elettra assiste all’uccisione del
padre Agamennone da parte della madre Clitemnestra e del suo amante Egisto, quindi Oreste vuole
vendicare i padre e uccidere madre e amante. Come Amleto, se si strappasse il cielo del teatrino delle
marionette, Oreste capirebbe di essere una marionetta e sarebbe combattuta tra l’alzare lo sguardo e
uccidere un altro personaggio, diventa un personaggio con dubbi Amletici (come Amleto).

UNO NESSUNO E CENTOMILA

Monologo con riflessioni e fantasie, critica all’identità personale, liberazione definitiva dalle maschere e
dalle forme. Fusione totale con la natura e con la “vita”= felicità

Protagonista Vitangelo Moscarda, borghese agiato, vita tranquilla ma la moglie gli fa una critica al naso
dicendogli che gli pende verso destra, lui non se ne era mai accorto e scopre che l’immagine che si era
creato di sé non corrisponde a quella che gli altri hanno di lui. Questa presa di coscienza provoca una serie
di reazioni a catena (Trio di denari). Moscarda perde tutte le certezze su di sé, o rapporti con gli altri , con il
mondo e si comporta in modo stravagante abbandonandosi a gesti che anche agli altri sembrano inconsulti
(sfratta un suo inquilino per regalargli una casa più grande). La moglie, i soci in affari, ecc dicono che è
pazzo (se ha vuelto locoooooo) e alla fine viene ricoverato in un ospizio che ha costruito lui.

Giunge alla conclusione di non essere uno ma centomila e perciò nessuno, (lui ha idea di sé, gente ha idee
diverse quindi assume tantissime identità ma così non è più Moscarda, quindi perde la sua vera essenza e
non è più nessuno.

Abbandona il suo nome e la sua individualità per identificarsi con tutte le cose dell’universo (alberi, nuvooe,
erba, vento).
ITALO SVEVO

Pseudonimo di Ettore Schnitz di origini ebraiche nato a Trieste: “Italo” perché nato in Italia, “Svevo”
come Federico di Svevia, il tedesco che regnò in Sicilia

Nasce nel 1861 a Trieste, una zona di traffico culturale e commerciale

No studi letterari, studia commercio

Lavora in banca e a causa della noia scrive le sue opere

Nel 1896 si sposa con Livia, la figlia di un industriale veneziano ricco e smette di lavorare in banca. Lavora
infatti nella ditta di vernici di suo suocero.

1905 incontro con James Joyce che gli insegna l’inglese dato che deve viaggiare (va addirittura a trovarlo
a Parigi, molto amici), tra il 1901 e il 1906 vive a Londra dato che la ditta aveva una filiale lì

Psicanalisi suo cognato, malato di nevrosi, era in analisi da Freud e si appassiona al ruolo dell’inconscio, ai
comportamenti dell’individuo, all’incapacità di guidare razionalmente la propria vita, ecc.

Venne acclamato in Europa al Ben Club nel 1928

Dopo essere stato a Bormio, vicino Sondrio, (bresaola buona) muore in un incidente stradale nel 1928

OPERE

1892 “Una Vita” (Floppissimo)

Si intrecciano le sue esperienze personali

Alfonso Nitti viene dalla campagna e vive a Trieste dove lavora in banca e viene accolto nel salone
intellettuale di Annetta, la figlia del suo capo. La seduce e potrebbe sposarla per capovolgere la situazione
sociale ma si tira indietro, torna al paese e incontra di nuovo Annetta quando si sta per sposare con un
altro. A lavoro subisce umiliazioni, scrive ad Annetta chiedendole un colloquio chiarificatore ma al
confronto va il fratello che lo sfida a duello, convinti che sia un ricatto, e Alfonso si suicida dato che pensava
che Annette volesse la sua morte.

Alfonso è un inetto, un debole incapace di integrarsi nel mondo borghese

1898 “Senilità” (vecchiaia senile, persona anziana da giovane tipo me)

Emilio Brentani è un inetto che vive come un prete in castità. Decide di fare una scappatella con Angiolina
ma se ne innamora. Chiede così aiuto al suo amico Stefano Balli ma alla fine Angiolina e anche la sorella
Amelia se ne innamorano. Angioina rimane delusa da Stefano, la sorella per il dispiacere si droga e muore,
ed Emilio torna alla sua vita di sempre.

1923 “La Coscienza di Zeno”. Lo fa leggere a Joyce e vede che è un capolavoro, ma in Italia lo apprezza
solo Montale lol

Tra “Senilità” e “La Coscienza di Zeno” ci sono 25 anni Prima Guerra Mondiale e teorie della psicanalisi di
Freud

LA COSCIENZA DI ZENO
Zeno Cosini, un commerciante triestino, è un individuo debole, inetto, preda della società, inadeguato a
vivere nel mondo borghese di cui fa parte e si sente a disagio, prova un continuo senso d'inferiorità,
incapace di prendere in mano le situazioni. La malattia di Zeno si può identificare con la sua inettitudine,
con il suo non saper stare al mondo. Questo porta Zeno a sottoporsi alla psicanalisi e a scrivere la storia
della sua vita su consigli del dottor S. (come Sigmund Freud!), lo psicanalista che lo seguiva, e,
ripercorrendo le vicende della propria vita, il medico spera che Zeno riporti a galla il trauma che ha
determinato la sua malattia; ma ad una certa interrompe la cura dato che sembra non aver. Interessante
però il fatto che non appena abbandoni la cura Zeno si dica guarito, grazie ad un inaspettato successo
commerciale. La malattia di Svevo allora può essere paragonata alla malattia del mondo, una civiltà malata
la cui unica via d’uscita è l’annientamento totale.  Per ripicca, il Dr. S. per vendetta pubblica i ricordi del suo
ex paziente. Ciò lo apprendiamo grazie ad una prefazione scritta da Sigmund. Il romanzo è costituito dalla
autobiografia di Zeno, divisa in capitoli tematici, non in ordine cronologico.

Narratore non attendibile dubbio è espresso in modo chiaro dal dottore nella Prefazione quando si
riferisce alle «tante verità e bugie ch’egli [Zeno] ha qui accumulato».

Uno dei capitoli è “il Fumo”, che narra i tentativi di Zeno nello smettere di fumare; “la Morte di mio Padre”
che narra del dolore causato dalla sua morte e del suo rapporto conflittuale con lui: in punto di morte gli dà
uno schiaffo (che poteva anche essere una carezza), che Zeno interpreta come ultima punizione e sberleffo
del padre nei suoi confronti; “la Storia del mio Matrimonio”, ovvero il perché sposa una donna invece che
un’altra (Zeno deve trovare moglie, così va ad una serata di gala a casa del suo capo che ha 4 figlie non
sposate. Ci prova con la prima, la donna fatale, come la Muti, ma non ottiene nulla. Poi ci prova con Alberta,
più intellettuale, ma non ci sta. Poi con la terza, Augusta, brava ma cessa (Annetta è solo un regazzina) e si
sposa con Augusta che è una brava moglie); “Storia di un’Associazione Commerciale” in cui narra le
disastrose imprese commerciali di Zeno e di suo cognato. L’ultimo capitolo, “psicoanalisi”, si finge scritto un
anno dopo gli altri, durante la guerra; Zeno ha successo nel lavoro, si reputa guarito e ripudia la teoria
psicanalitica dicendo che la malattia è una condizione comune a tutti gli uomini e forse il cosmo recupererà
salute quando un uomo più ammalato degli altri farò esplodere la Terra con un esplosivo incomparabile e
tornerà alla forma di nebulosa errando nei cieli privi di malattie e parassiti.

Zeno insegue sempre una felicità che si dimostra illusoria e irrealizzabile ed è tormentato da un eccesso di
coscienza, cioè dal voler sempre analizzare le cose della vita e svelarne le falsità e gli inganni, su cui si basa
la vita borghese. Tuttavia Zeno non riesce a sottrarsi a quei valori borghesi che capisce essere falsi e
continua a vivere in questa contraddizione.  

Agli occhi di Zeno la vita non appare né bella né brutta, ma ricca di imprevisti imprevedibili e impossibile da
analizzare sulla base della concatenazione lineare causa-effetto. Svevo si affida alle associazioni irrazionali e
ai meccanismi inconsci studiati da Freud; usa tecniche, dinamiche, salti nel passato, flashback,
flashforward, monologo interiore e strategie per entrare nella coscienza di Zeno. Accosta per analogia gli
eventi più lontani, mescola episodi recenti e ricordi remoti, rallenta o accelera soggettivamente la velocità
della narrazione; inoltre, il corso degli eventi variano in base al variare della situazione psicologica di Cosini.

Lessico ricco di germanismi, dialettismi, termini tratti da vari linguaggi settoriali, le costruzioni delle frasi
sono modellate sul dialetto triestino e sul tedesco.

Distacco umoristico mentre si auto-analizza, Zeno tende a sfuggire dalla serietà di questa analisi, a non
prendersi troppo sul serio.
Zeno capisce che ogni serietà non è altro che un'illusione e preferisce presentarsi come un personaggio
comico, mantenendo il sorriso anche nelle situazioni più drammatiche. 
(Zeno è il fratello di Emilio e di Alfonso, che, al contrario dell’eroe d’Annunziano, è un inetto e incapace di
imporsi nella società. Sposa e ama quando non dovrebbe, fuma sempre l’ultima sigaretta, lavora quando
non dovrebbe e non lavora quando dovrebbe ma è dotato di un particolare umorismo che attira la
complicità del lettore scherzando sulle sue “sciagure”, sofferenze e tragedie.)

GIUSEPPE UNGARETTI

1888, Alessandria d’Egitto (il padre doveva lavorare al canale di Suez)

Ad Alessandria, città cosmopolita, si incontrano intellettuali ebrei, francesi, italiani, arabi; attraverso le
riviste Ungaretti ha presto notizia dell'avanguardia italiana e francese.

1912 studia alla Sorbona a Parigi, conosce Breton ed Henri Bergson (tempo oggettivo e soggettivo)

1914 rientra in Italia poco prima dello scoppio della guerra mondiale, interventista

1915-1918 si arruola volontario e combatte sul fronte del Carso. Lì nasce la sua poesia, quasi come un
diario di trincea in versi scritti su cartoline in franchigia, margini di vecchi giornali, spazi bianchi di care
lettere ricevute, ficcati alla rinfusa nel tascapane. (“Il Poeta sepolto”, parla della carneficina delle trincee)

1919 Allegria dei Naufragi (contento perché nonostante il naufragio è sopravvissuto). Si immerge per
portare la verità, il vero significato dell’esistenza, a galla e dolce naufragar nell’infinito. Include le poesie del
Porto Sepolto

1921 legame con Mussolini: alla fine della guerra il poeta si trovava in Francia con le truppe inviate in
aiuto al paese alleato; rimase a Parigi anno come corrispondente del Popolo d'Italia, il giornale di Benito
Mussolini: i rapporti tra i due risalivano al tempo della campagna per l'intervento, e continuarono: nel
1923, già capo del governo fascista, Mussolini scrisse una prefazione per una nuova edizione del Porto
Sepolto, Ungaretti aderisce al fascismo non per un tornaconto personale (che non ebbe), ma per
un'ingenua fiducia nel rinnovamento spirituale del popolo italiano promesso dalla dittatura.

1933 Sentimento nel Tempo

1936 al 1942 si trasferisce a San Paolo del Brasile, invitato ad assumere la cattedra di Lingua e letteratura
italiana. L'avvenimento cruciale di quegli anni è la morte del figlio Antonietto di appena nove anni. Tornato
in Italia a causa della seconda guerra mondiale, Ungaretti è nominato professore di Letteratura italiana
all'Università di Roma "per chiara fama": superato il tempo delle polemiche più accese, il suo prestigio
riceve un riconoscimento ufficiale.

I tormenti formali del poeta lo portano a una perenne revisione dei suoi testi, alla ricerca dell'espressione
assoluta e definitiva. Quasi ogni sua poesia è il risultato di più riscritture fatte a distanza di anni, di una
storia intricata di varianti, in cui a volte della prima redazione non è rimasto nulla o quasi. Cosi le date che
attribuiamo ai suoi testi sono convenzionali.

Linguaggio analogico, riduzione al minimo, no segni di punteggiatura, pregnanza semantica una parola
per esprimere un concetto (M’illumino d’Immenso)
Concezione mistica della poesia significato misterioso dell’esistenza mediante illuminazioni e intuizioni

Descrizione esperienze personali, valore paradigmatico; non si tratta solo di aderenza all'esperienza vissuta,
ma di un potere magico e rivelatore della parola.

4 fiumi della sua vita Nilo (nato in Egitto), Serchio (genitori Toscani), Senna (Sorbona, Francia) e Isonzo
(guerra)

Uso suggestivo della sonorità delle parole; costruzioni sintattiche e accostamenti inattesi che lasciano
aperte interpretazioni molteplici; passaggi improvvisi tra realtà esterna e mondo interiore

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