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SVEVO (Hector Schmitz)

 Italo: cultura italiana, in omaggio alla madre ebrea italiana;


 Svevo: cultura tedesca, in omaggio al padre ebreo austriaco.

Nasce a Trieste nel 1861, si sente per metà italiano e per metà Svevo, ovvero tedesco. La
sua cultura è una cultura mitteleuropea ovvero dell’Europa centrale.
Trieste appartiene all’impero austro-ungarico ed è una città multietnica in cui convivono
tre etnie: italiana, austriaca, slava.
Ettore svolge sei studi in una scuola commerciale di Trieste. Successivamente lavora in
banca come impiegato e nel frattempo leggi romanzi francesi (Balzac, Stendhal, Flaubert), I
classici italiani (Boccaccio, Machiavelli), studia la filosofia di Schopenhauer, conosce le
opere di Darwin e aderisce al naturalismo e al socialismo. Ho una formazione da
autodidatta. Nel 1892 muore il padre e pubblica “Una vita”. Successivamente sposò la
cugina Livia Veneziani. Nel 1898 pubblica “Senilità”. Si apre un periodo di silenzio letterario
che va dal 1899 al 1918, dovuto anche all’abbandono del lavoro in banca per occuparsi
della società di vernici per navi del suocero. Grazie al lavoro presso l’azienda del suocero,
svevo compie viaggi all’estero, soprattutto in Inghilterra. Inizia a studiare l’inglese e stringe
amicizia con Joyce. Inizia anche ad interessarsi a Freud. Nel 1919 inizia scrivere la coscienza
di Zeno che pubblica nel 1923. Inizia preparare un altro romanzo, chiamato il vecchione,
che doveva essere la continuazione della coscienza di Zeno. Muore nel 1928 a causa di un
incidente stradale, in provincia di Treviso.

Svevo nasce nell’epoca del positivismo (seconda metà 800). È una corrente di pensiero che
faccia la razionalità: la conosco niente Darwin.
Si parla di Darwinismo sociale: è destinato a trionfare il più forte, l’inetto è destinato a
fallire. I protagonisti delle opere sono inetti, non riescono ad adattarsi.

Secondo Schopenahauer ci sono due tipi di persone:


 Lottatori= vincenti
 Contemplatori= perdenti/inetti

Joyce/ Kafka effettua un’analisi profonda dell’io, un rinnovamento della struttura narrativa
e utilizza l’ironia. (opere di Joyce: Ulisse, gente di Dublino. È innovativo nei temi, nei
contenuti, nelle tecniche narrative)

Nietzsche è il critico spietato dei valori borghesi.

Freud accetta la psicoanalisi ma soltanto come tecnica di conoscenza, il narratore è


inaffidabile e inattendibile.

Lingua e stile: l’italiano per svevo, non era la lingua parlata comunemente in famiglia: a
Trieste si parlava in dialetto. Lui studia l’italiano letterario da autodidatta. Si ha un uso
scorretto dei verbi ausiliari, delle preposizioni e usa impropriamente il congiuntivo.
Chi è l’inetto? L’inetto è colui che avverte il senso della sconfitta e percepisce l’ambiguità
dei suoi rapporti con la società che è corrotta e incapace di dare un valore e un significato
alla vita dell’uomo.

Una vita (1892)

Il protagonista è Alfonso Nitti che lavora come impiegato in banca. Lui si innamora di
annetta, la figlia del suo capo. Poco prima di sposarsi, torna nel suo paese per fuggire dalla
sua nuova vita. Tornato a Trieste, capisce che la fidanzata sta per sposarsi con un altro e al
lavoro gli viene affidata una mansione meno importante. Alfonso chiede ad annetta di
poterla incontrare per poter chiarire la situazione, ma all’appuntamento si presenta il
fratello di annetta, che sfida Alfonso a duello. Alfonso, vittima della sua inettitudine si
suicida.

È un romanzo in terza persona, condotto da un narratore esterno che esprime dei giudizi
contrastanti con quelli del protagonista.
In quest’opera, l’autore presenta per la prima volta la figura centrale dei suoi romanzi,
l’inetto: incapace di vivere con gli altri, caratterizzato da un continuo senso di
inadeguatezza.

Senilità (1898)
L’opera parla della storia d’amore tra Emilio Brentani e Angiolina. Emilio è un impiegato
che vive con la sorella Amalia e la sua vita è grigia e monotona. Successivamente incontra
Angiolina e si innamora. Emilio pensa che sia una creatura angelica ma in realtà non è così
perché a lei interessano soltanto i regali e il denaro, quindi Emilio decide di lasciarla, però
si rende conto che non può vivere senza la donna riallaccia la relazione. La donna è attratta
da diversi uomini, tra cui Stefano balli, amico di Emilio e scultore, di cui è innamorata
anche Amalia. Emilio si accorge che la sorella è innamorata di Stefano e allora chiede
all’amico di non frequentare più casa sua. Amalia si ammala di polmonite e muore. Emilio
interrompe la relazione con Angiolina e scopre che è scappata a Vienna con un cassiere di
una banca. Il protagonista torna a vivere la sua vita grigia, monotona e in solitudine,
ricordando le donne amate ovvero Amalia e Angiolina.

Vi è un quadrilatero di relazioni, quadrilatero perfetto. Da un lato ci sono due uomini che


sono amici-rivali, ovvero Stefano Balli ed Emilio Brentani; dall’altro ci sono due donne,
molto diverse, Amalia e Angiolina. Balli è opposto a Emilio: Emilio è un impiegato pavido
con aspirazioni letterarie mentre Stefano è un uomo attraente. Amalia è opposta ad
Angiolina: Amalia è dolce ed è vista come una figura materna mentre Angiolina è una
popolana spregiudicata e disinvolta. Inoltre si possono stabilire altre due coppie: Amalia ed
Emilio che sono sconfitti; Balli e Angiolina che sono spregiudicati e fortunati in amore.

La senilità è una condizione psicologica, segnata dalla rinuncia ad ogni emozione E


dell’abbandono al sogno ricordo del passato.
IL CAPOLAVORO DI SVEVO: LA COSCIENZA DI ZENO
Viene pubblicata nel 1923. Il silenzio letterario è dovuto a due cause:
- Abbandona l’impiego in banca per lavorare nell’industria del suocero;
- Insuccesso dei precedenti romanzi e indifferenza da parte della critica
internazionale.
Il suo insuccesso è dovuto a:
- Apre lo stile e le tematiche ai modelli europei del primo 900 (Joyce- Kafka);
- Risente dell’influenza delle correnti filosofiche e culturali del tempo (Freud-
Darwin);
- Sviluppa una critica nei confronti della borghesia.

Svevo gioca sulla doppiezza del termine coscienza, che può valere sia come coscienza
morale che come consapevolezza. La “coscienza” di Zeno può intendersi in positivo, ovvero
come consapevolezza delle proprie azioni; in negativo, ovvero come l’inconsapevolezza.

Il romanzo è formato da 8 capitoli; la vicenda è ambientata a Trieste; la struttura non


segue un percorso cronologico ma tematico; ciascun capitolo è dedicato ad un tema o ad
un aspetto della vita del protagonista; nei capitoli passato e presente si intrecciano quindi
vi è un “tempo misto”.

1. PREFAZIONE: il dottor S. spiega che ha spinto Zeno a scrivere una storia della sua
malattia. Deluso dal paziente che abbandona il trattamento, il dottore pubblica i
suoi scritti per vendetta.
2. PREAMBOLO: Zeno comincia la sua narrazione e sarà lui a gestire in prima persona il
racconto.
3. IL FUMO: racconta ai vari tentativi che ha compiuto per abbandonare il vizio del
fumo.
4. LA MORTE DI MIO PADRE: zero ricevono schiaffo del padre morente. Forse è un
gesto involontario ma Zeno lo interpreta come la punizione paterna.
5. LA STORIA DEL MIO MATRIMONIO: dopo aver conosciuto un uomo d’affari, Zeno
sposa una delle sue tre figlie: prima si dichiara ad Ada, poi ad Alberta e alla fine
sposa Augusta.
6. LA MOGLIE E L’AMANTE: Zeno conosce Carla e si avvicina a lei. Zeno tenta di
congedare l’amante ma non ci riesce. Alla fine è Carla interrompere la relazione
7. STORIA DI UN’ASSOCIAZIONE COMMERCIALE: il marito di Ada propone a Zeno di
fare il contabile nella sua attività, Zeno accetta, l’azienda fallisce e Guido si suicida.
Zeno sbaglia funerale, ha un lapsus e si ritrova al funerale di uno sconosciuto.
8. PSICO-ANALISI: è strutturato come un diario. Zeno è deluso dalla esperienza della
psicoanalisi, interrompe la cura e sostiene di essere guarito: afferma di non essere
mai stato malato ma afferma che è il contesto ad essere malato.

La coscienza di Zeno è la storia di una malattia. La malattia si manifesta nei rapporti cn gli
altri: con il padre (schiaffo), con le donne, con il rivale Guido.
Lo schiaffo del padre
Il padre di Zeno viene colpito da una malattia che lo renderà incosciente e lo poterà alla morte. Il
dottor Coprosich, che lo ha curato, si è raccomandato che il malato rimanga nel letto e Zeno
impedisce al padre di alzarsi, ma il padre che si era alzato, da uno schiaffo a Zeno un attimo prima
di morire.

Il gesto del padre assume per Zeno il significato di una punizione.


“mi si contrasse il cuore dal dolore della punizione, ch’egli moribondo, aveva voluto darmi”: senso
di colpa del figlio per aver desiderato la morte del genitore.

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