Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Italo Svevo faceva parte della corrente letteraria del Decadentismo del primo novecento.
Nei romanzi di Svevo emergono inequivocabilmente gli elementi tipici della corrente
letteraria del Decadentismo (il disagio, l'autoanalisi, le riflessioni consce o inconsce, il
malessere fisico e psicologico dell'uomo nel rapporto con la società), tutti elementi che
possiamo trovare nel tipico romanzo psicologico della letteratura novecentesca.
Senilità esce nel 1898, sempre a spese dell’autore; questa prima edizione viene accolta
con indifferenza dal pubblico, mentre la seconda edizione, del 1927, riscuote un buon
successo.
Inizialmente il titolo doveva essere Il carnevale di Emilio, poi convertito in Senilità, con
un rimando esplicito alla condizione ‘‘senile’’, quella di un uomo passivo, incapace di
vivere.
La senilità è l’incapacità di immedesimarsi nella vita, è l’assenza da ogni coinvolgimento,
il timore di fronte alle forze vitali.
Si tratta di uno stato psicologico che conduce il personaggio Emilio a una specie di
torpore caratterizzato dall’assenza di sentimenti, da indifferenza e capacità di
comunicare.
La rinuncia a vivere non porta alla felicità, ma lascia il protagonista insoddisfatto,
consapevole che qualcosa sfugge, qualcosa manca.
Le opere di Italo Svevo: Senilità (1898)
I TEMI LA NARRAZIONE
il personaggio dell’inetto: Emilio passa molto
Anche se la forma narrativa è quella della terza
tempo ad analizzarsi, ma, nonostante ciò, si
inganna sulla propria natura e sul proprio persona, la focalizzazione è sulla coscienza del
carattere. Sempre pronto a trovare scuse e ad auto- protagonista (romanzo a focalizzazione interna).
giustificarsi, è incapace di provare sentimenti Le sensazioni descritte sono quelle provate da
autentici Emilio o dagli altri personaggi.
la visione distorta: Emilio ha una visione distorta Il punto di vista del protagonista è mantenuto
di sé (si crede virile e forte, in grado di educare attraverso l’uso del discorso indiretto libero.
Angiolina o di guarire l’amore di Amalia), ma
Il narratore si pone in aperto contrasto con la
anche degli altri (trasforma Angiolina in una
prospettiva del suo personaggio, ristabilendo la
creatura angelica)
verità laddove Emilio offre interpretazioni ambigue
e poco convincenti.
Le opere di Italo Svevo: Coscienza di Zeno
1904 1908
ANALISI:
Come il fu Mattia Pascal, anche qui si pone il problema dell'dentità,
che però si evolve senza errori. Il racconto è retrospettivo ed ha
l'andamento di un monologo interiore, a volte ironico. Moscarda tenta
di distruggere l'identità impostategli, partendo proprio dalla figura del
padre usuraio. L'eroe ha cercato di rompere tutte quelle forme a lui
conosciute, ma fallisce miseramente alla fine. Proprio in questa
sconfitta trova una forma di guarigione dalle angoscie che lo
ossessionavano; rifiutando ogni identità personale, anche la propria.
Proprio come se morisse e rinascesse ogni singola volta.
Le opere di Luigi Pirandello: Il fu Mattia Pascal
Mattia Pascal, protagonista di questo romanzo, abita in un paesino immaginario; ha ereditato dal
padre una grossa fortuna che gli viene rubata da un amministratore locale. Il giovane seduce la
figlia, sposandola; ma la sua condizione lo rende solo più a disagio all'interno di una condizione
borghese. Mattia cerca di rompere ciò con la fuga dalla città natale, agevolato da due avvenimenti
casuali: una vincita alla roulette e la notizia della sua morte. Mattia si trova quindi libero da quella
trappola familiare e si aprono dinanzi a lui infinite possibilità. Il nostro eroe però commette un
errore, non si accontenta della sola libertà, vuole crearsi una nuova identità, cambiando il proprio
nome in Adriano Meis, con una famiglia ed una storia completamente inventati. Questa nuova
identità crea un senso di vuoto e solitudine nel protagonista, estraniandolo dalla vita reale e dalla
società. Adriano decide di staccarsi da questa identità fittizia e si trasferisce a Roma, affittando una
stanza di una vecchia famiglia borghese. L'eroe si innamora della figlia del propetario. In questo
momento Adriano si distacca dalla trappola reale e si eleva a filosofo della propria realtà. Tuttavia
scattano immediatamente le conseguenze di questa forma fittizia, senza connessioni alla vita
comune. Mattia decide di abbandonare la propria nuova identità e ritorna nel paesino originario per
porre fine a tutto ciò, finchè non scopre che la ex moglie si è risposata ed ha avuto dei bambini.
L'eroe si sente rigettato di nuovo fuori dalla società, eclissandosi insieme all'amico Eligio, con cui
si conlude tutto il romanzo.
Le opere di Luigi Pirandello: Il fu Mattia Pascal
ANALISI:
Mattia Pascal non differisce tanto dalla fisionomia degli eroi Pirandelliani.
L'eroe vuole fuggire dalla realtà, che tende a schiacciarlo inesorabilmente, con
un lavoro frustante e fastidioso. Dopo aver rotto questa monotonia, il nuovo ego
di Mattia va col crearsi, sotto falso nome di Adriano e con un alibi ben studiato.
Ma questa nuova identità risulta essere fittizia e sconnessa con la vita mondana,
che porta l'eroe ad estraniarsi da ciò ed a indossare una maschera. Nel finale
Mattia capisce che non può più ricostruire la propria vita, ma al coltempo non
riesce a distaccarsi dalla sua vera identità originaria, a cui lui ambirà sempre.
Mattia non sa letteralmente chi sia, sa solo ciò che non è più e ciò che non
potrebbe essere.
Le opere di Luigi Pirandello:
Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Nel romanzo abbiano due diversi filoni narrattivi: il drammone passionale borghese, che vede
la donna fatale ed un amore incontrollato, e la vicenda di Serafino Gubbio, un emarginato che
viene reso un operatore di macchina da presa. Il romanzo si concentra sulla figura di Serafino,
che possiede uno sguardo estraniato alla propia società. Conduce una critica spietata alla
nuova realtà industriale e meccanizzata. La vicenda a cui l'eroe Pirandelliano pone un occhio
critico è proprio il dramma della Nestoroff, donna fatale del primo filone narrarivo. Serafino
rimane impassibile avanti a wuella realtà crudele, ma ha un punto debole: desidera essere
amato ed amare; quindi si innamore di Luisetta, figlia di un soggettista della casa
cinematografica. Tutto ciò fa cadere la propria visione distaccata, ponendosi al fianco
dell'infelice Nuti, ragazzo rifiutata dalla Nestoroff. L'eroe è destinato a riprendere coscienza di
se, e lo fa proprio nel momento in cui si reca alla casa della Nestoroff. Notando i quadri della
donna appesi ovunque capisce come questa realtà non gli appartenga, come l'uomo sia
disgustoso e legato solo alla vita mondana volgare e meschina. Dopo questo choc Serafino
ritorna sui suoi passi, estraniandosi ancora una volta da quella realtà, e quindi dando in pasto
alla cinepresa questo straccio di vita reale.
Le opere di Luigi Pirandello:
Quaderni di Serafino Gubbio operatore
ANALISI:
Serafino è un "forestiere della vita", un osservatore della relatà che non si fa
imprigionare in essa. Ne cade una volta, ma dopo lo choc alla casa della Nestoroff
capisce come tutto ciò sia inutile e fittizio, volgare e mondano; rimanendo
letteralmente nauseato da quella donna. Quindi decide di dare in pasto questa realtà
alla macchina da presa, rendendola merce di scambio per persone ancora più
mediocri di quelle da lui conosciute. Nella parte finale Serafino ha raggiunto un
"silenzio di cosa", è consapevole che la salvezza deriva solo dalla non
partecipazione.