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Italo Svevo

“Chissà se l'amo? È un dubbio che m'accompagnò per tutta


la vita e oggidì posso pensare che l'amore accompagnato da
tanto dubbio sia il vero amore.”
Chi è Italo Svevo?
Italo Svevo scrittore italiano del primo Novecento, nasce a Trieste il 19 dicembre 1861 da una
famiglia ebraica benestante, il padre commerciante d'origine tedesca e la madre friulana.
Svevo trascorse la sua giovinezza studiando materie tecniche commerciali e frequentando
scuole sia in Germania che a Trieste.
Nel 1880 lavora presso la filiale triestina di una banca Viennese, ma il lavoro impiegatizio non
lo esalta molto e continua a coltivare la sua passione per la letteratura.
Nel 1892 pubblica il suo primo libro Una vita, ma il romanzo non ebbe il successo sperato.
Ettore Schmitz nel 1898 scrive il suo secondo libro Senilità e come il primo romanzo risultò un
insuccesso.
Nel 1907 conosce lo scrittore irlandese James Joyce suo insegnante d’inglese, l’opportunità
di confrontarsi direttamente con uno scrittore affermato, fa suscitare in Svevo nuovi stimoli
per ritornare a scrivere dopo la lunga pausa, dovuta a tanti insuccessi.
Durante il periodo della prima guerra mondiale Italo Svevo inizia a studiare le teorie della
psicoanalisi di Freud, utilizzate come tema fondamentale per scrivere il suo romanzo più
famoso La coscienza di Zeno.
Il 13 settembre del 1928 Italo Svevo muore per un attacco di insufficienza cardiaca causato
da un violento incidente stradale,
Chi è Italo Svevo?

Italo Svevo faceva parte della corrente letteraria del Decadentismo del primo novecento.
Nei romanzi di Svevo emergono inequivocabilmente gli elementi tipici della corrente
letteraria del Decadentismo (il disagio, l'autoanalisi, le riflessioni consce o inconsce, il
malessere fisico e psicologico dell'uomo nel rapporto con la società), tutti elementi che
possiamo trovare nel tipico romanzo psicologico della letteratura novecentesca.

Il Decadentismo fu un movimento artistico-letterario che si sviluppò in Europa negli ultimi


decenni dell'Ottocento fino alla Prima Guerra Mondiale. Questo periodo rappresentò la crisi
dei valori della civiltà e della società europea, dove l’intellettuale fu portavoce della crisi
popolare testimoniando tutta la malattia dell'anima del tempo.
Le opere di Italo Svevo: Senilità (1898)

Senilità esce nel 1898, sempre a spese dell’autore; questa prima edizione viene accolta
con indifferenza dal pubblico, mentre la seconda edizione, del 1927, riscuote un buon
successo.
Inizialmente il titolo doveva essere Il carnevale di Emilio, poi convertito in Senilità, con
un rimando esplicito alla condizione ‘‘senile’’, quella di un uomo passivo, incapace di
vivere.
La senilità è l’incapacità di immedesimarsi nella vita, è l’assenza da ogni coinvolgimento,
il timore di fronte alle forze vitali.
Si tratta di uno stato psicologico che conduce il personaggio Emilio a una specie di
torpore caratterizzato dall’assenza di sentimenti, da indifferenza e capacità di
comunicare.
La rinuncia a vivere non porta alla felicità, ma lascia il protagonista insoddisfatto,
consapevole che qualcosa sfugge, qualcosa manca.
Le opere di Italo Svevo: Senilità (1898)

SENILITÀ: LA TRAMA IN SINTESI


Emilio Brentani è uno scrittore ormai fallito, che trascorre le sue giornate grigie in
compagnia della sorella Amalia. Lavora presso una compagnia di assicurazioni.
La sua vita viene sconvolta dall’arrivo di Angiolina, una ragazza spregiudicata che lo
tradisce continuamente.
La situazione è resa ancora più complessa dalla presenza di Stefano Balli, scultore
amico di Emilio, brillante e sicuro di sè. Amalia si innamora di Emilio, e anche
Angiolina prova attrazione per lui.
Emilio si accorge dell’innamoramento della sorella e tenta di allontanare Stefano.
Amalia si rifugia nell’etere, si ammala di polmonite e muore di lì a poco.
Emilio si decide a interrompere la sua relazione con Angiolina che fugge con un
impiegato disonesto.
Emilio torna alla sua vita grigia.
Le opere di Italo Svevo: Senilità (1898)

I TEMI LA NARRAZIONE
 il personaggio dell’inetto: Emilio passa molto
 Anche se la forma narrativa è quella della terza
tempo ad analizzarsi, ma, nonostante ciò, si
inganna sulla propria natura e sul proprio persona, la focalizzazione è sulla coscienza del
carattere. Sempre pronto a trovare scuse e ad auto- protagonista (romanzo a focalizzazione interna).
giustificarsi, è incapace di provare sentimenti  Le sensazioni descritte sono quelle provate da
autentici Emilio o dagli altri personaggi.
 la visione distorta: Emilio ha una visione distorta  Il punto di vista del protagonista è mantenuto
di sé (si crede virile e forte, in grado di educare attraverso l’uso del discorso indiretto libero.
Angiolina o di guarire l’amore di Amalia), ma
 Il narratore si pone in aperto contrasto con la
anche degli altri (trasforma Angiolina in una
prospettiva del suo personaggio, ristabilendo la
creatura angelica)
verità laddove Emilio offre interpretazioni ambigue
e poco convincenti.
Le opere di Italo Svevo: Coscienza di Zeno

A distanza di 25 anni da “Senilità”, Svevo rivoluziona il romanzo


cambiando metodo di narrazione: da esterno il narratore diventa
interno. Il protagonista, Cosini, ripercorre, sotto consiglio dello
psicoanalista (Svevo è infatti affascinato dalla dottrina di Freud)
ricordi della sua vita senza seguire un ordine temporale specifico,
con oscillazioni in avanti ed indietro, si parla infatti di tempo misto.
Anche questo personaggio è un inetto ma a differenza dei precedenti
protagonisti è figlio dell’alta borghesia; il suo ostacolo non è più
sociale ma psicologico. Egli si mente costantemente ed è proprio
questa sua prospettiva ambigua a destabilizzare le certezze borghesi
della classe attorno a lui. L’inetto appare quindi come un essere
capace di evolversi proprio per la sua natura non ancora
perfettamente definita.
Luigi Pirandello
“Sapete che cosa significa amare l'umanità? Significa
soltanto questo: essere contenti di noi stessi. Quando uno è
contento di sé stesso, ama l'umanità.”
Chi è Luigi Pirandello? Uno
scrittore rivoluzionario

 NASCE IL 28 GIUGNO 1867


 Presso Girgenti,città della Sicilia che prende poi il nome di
Agrigento durante il periodo fascista
 Da una famiglia di tradizione garibaldina e di agiata condizione
borghese:il padre gestiva alcune miniere di zolfo prese in affitto
 Nel 1934 gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura.Morì
a Roma ,in seguito ad un attacco di polmonite,nel 1936

-La casa di Pirandello nella campagna di Girgenti,in Contrada


Caos,dove la famiglia si era trasferita per sfuggire all’epidemia
di colera
I primi capolavori è il riconoscimento internazionale

La famiglia Pirandello subisce un tracollo economico in seguito


all’allagamento della zolfara in cui aveva investito i suoi capitali ;la
già precaria salute psichica della moglie peggiora Pubblica il saggio <L’umorismo>.
drasticamente:nonostante le difficoltà Luigi scrive “Il fu Mattia
Pascal”,pubblicato a puntate sulla rivista <La Nuova Antologia>.

1904 1908

Esordisce sulle scene con i suoi drammi:La morsa e Lumìe di


Sicilia,due atti unici che vengono rappresentati a Roma
1910
I primi capolavori è il riconoscimento internazionale

Nel 1921 inizia ottenere un grandissimo successo


anche all’estero questo gli permette di cambiare
completamente la sua vita: lascia l’insegnamento e
tende a fondare una compagnia di teatro.

Quest’ultimo non abbandona la scrittura e


pubblica altre poesie e novelle in particolare
pubblica nel 1926 un romanzo uno,nessuno e
centomila.Nel 1934 gli viene
successivamente conferito il premio Nobel Dopodiché iniziò le riprese cinematografiche
per la letteratura dell’opera <Il fu Mattia Pascal> effettuate a
Roma.Infine egli si ammala di polmonite e muore nel
1936.
I temi : la realtà,l’apparenza e la
disgregazione dell’io
Le circostanze relazionali impongono agli individui dei ruoli.
Per Pirandello non esiste una realtà oggettiva, univoca ,ordinata

Ogni individuo indossa più maschere e a sua volta impone agli


La realtà a molte facce spesso le cose non sono come quelle che altri
sembrano

È un gioco delle parti,nel quale l’io si frantuma in tante


Per non cadere nella trappola delle apparenze occorre farsi
immagini deformate
guidare dalla riflessione.
Luigi Pirandello: le poesie e le novelle

La produzione poetica di Pirandello, ti abbraccia un trentennio, conserva i


moduli espressivi e le forme metriche tradizionali. Caratteri innovativi ha
invece la produzione narrativa, che comprende 7 romanzi e numerosissime
novelle, confluite in larga parte dalle Novelle per un anno. Prima di un
ordine determinato, la raccolta riflette la visione di un mondo disorganico,
popolato di figure avvilite e dolenti, intrappolate in ruoli sociali
mortificanti. Nel tratteggiare questo variegato campionario di umanità,
Pirandello mette in opera il suo tipico <<umorismo>>, caricando
espressionisticamente i tratti fisici e psicologici dei personaggi, senza mai
rinunciare a scrutare nei risvolti della loro sofferenza con un autentico
sentimento di pietà.
Le opere di Luigi Pirandello: Uno,
nessuno e centomila

La vicenda prende piede quando la moglie di Vitangelo Moscarda fa notare a quest'ultimoche


il proprio naso pende un po da un lato. Da qui ne scaturisce un vero e proprio problema per il
protagonista che si tramuta in ossessione, cioè che gli altri l'immagine che si era creato di se
non corrisponde a quella che gli altri hanno di lui. Si rende conto che esistono infiniti
Moscarda e che quindi lui è solo un prigioniero fra le diverse forme di se stesso. Da qui
inizia il distacco di Moscarda dalle forme della propria vita, commettendo una serie di azioni
folli. La prima immagine che vuole distruggere è quella dell'usuraio, proprio perchè il padre
lo era e ha fatto fortuna sfruttando gli altri. Sfratta un povero squilibrato dalla casa nel quale
il padre gli aveva concesso gratuitamente. Inimicandosi la folla, annuncia a gran voce che il
vecchio pazza avrà una casa ancora più grande. Dopodichè decide di inimicarsi anche la
moglie, seppur amandola, fancendosi lasciare. L'amica della moglie cerca di parlare con
Moscarda, che però le crea solo rabbia. L'amica compie un gesto a sua volta ancora più folle,
sparando all'eroe e facendolo ricoverare all'interno di un ospizio. Alla fine Moscarda
ammetterà tutte le proprie colpe.
Le opere di Luigi Pirandello: Uno,
nessuno e centomila

ANALISI:
Come il fu Mattia Pascal, anche qui si pone il problema dell'dentità,
che però si evolve senza errori. Il racconto è retrospettivo ed ha
l'andamento di un monologo interiore, a volte ironico. Moscarda tenta
di distruggere l'identità impostategli, partendo proprio dalla figura del
padre usuraio. L'eroe ha cercato di rompere tutte quelle forme a lui
conosciute, ma fallisce miseramente alla fine. Proprio in questa
sconfitta trova una forma di guarigione dalle angoscie che lo
ossessionavano; rifiutando ogni identità personale, anche la propria.
Proprio come se morisse e rinascesse ogni singola volta.
Le opere di Luigi Pirandello: Il fu Mattia Pascal

Mattia Pascal, protagonista di questo romanzo, abita in un paesino immaginario; ha ereditato dal
padre una grossa fortuna che gli viene rubata da un amministratore locale. Il giovane seduce la
figlia, sposandola; ma la sua condizione lo rende solo più a disagio all'interno di una condizione
borghese. Mattia cerca di rompere ciò con la fuga dalla città natale, agevolato da due avvenimenti
casuali: una vincita alla roulette e la notizia della sua morte. Mattia si trova quindi libero da quella
trappola familiare e si aprono dinanzi a lui infinite possibilità. Il nostro eroe però commette un
errore, non si accontenta della sola libertà, vuole crearsi una nuova identità, cambiando il proprio
nome in Adriano Meis, con una famiglia ed una storia completamente inventati. Questa nuova
identità crea un senso di vuoto e solitudine nel protagonista, estraniandolo dalla vita reale e dalla
società. Adriano decide di staccarsi da questa identità fittizia e si trasferisce a Roma, affittando una
stanza di una vecchia famiglia borghese. L'eroe si innamora della figlia del propetario. In questo
momento Adriano si distacca dalla trappola reale e si eleva a filosofo della propria realtà. Tuttavia
scattano immediatamente le conseguenze di questa forma fittizia, senza connessioni alla vita
comune. Mattia decide di abbandonare la propria nuova identità e ritorna nel paesino originario per
porre fine a tutto ciò, finchè non scopre che la ex moglie si è risposata ed ha avuto dei bambini.
L'eroe si sente rigettato di nuovo fuori dalla società, eclissandosi insieme all'amico Eligio, con cui
si conlude tutto il romanzo.
Le opere di Luigi Pirandello: Il fu Mattia Pascal

ANALISI:
Mattia Pascal non differisce tanto dalla fisionomia degli eroi Pirandelliani.
L'eroe vuole fuggire dalla realtà, che tende a schiacciarlo inesorabilmente, con
un lavoro frustante e fastidioso. Dopo aver rotto questa monotonia, il nuovo ego
di Mattia va col crearsi, sotto falso nome di Adriano e con un alibi ben studiato.
Ma questa nuova identità risulta essere fittizia e sconnessa con la vita mondana,
che porta l'eroe ad estraniarsi da ciò ed a indossare una maschera. Nel finale
Mattia capisce che non può più ricostruire la propria vita, ma al coltempo non
riesce a distaccarsi dalla sua vera identità originaria, a cui lui ambirà sempre.
Mattia non sa letteralmente chi sia, sa solo ciò che non è più e ciò che non
potrebbe essere.
Le opere di Luigi Pirandello:
Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Nel romanzo abbiano due diversi filoni narrattivi: il drammone passionale borghese, che vede
la donna fatale ed un amore incontrollato, e la vicenda di Serafino Gubbio, un emarginato che
viene reso un operatore di macchina da presa. Il romanzo si concentra sulla figura di Serafino,
che possiede uno sguardo estraniato alla propia società. Conduce una critica spietata alla
nuova realtà industriale e meccanizzata. La vicenda a cui l'eroe Pirandelliano pone un occhio
critico è proprio il dramma della Nestoroff, donna fatale del primo filone narrarivo. Serafino
rimane impassibile avanti a wuella realtà crudele, ma ha un punto debole: desidera essere
amato ed amare; quindi si innamore di Luisetta, figlia di un soggettista della casa
cinematografica. Tutto ciò fa cadere la propria visione distaccata, ponendosi al fianco
dell'infelice Nuti, ragazzo rifiutata dalla Nestoroff. L'eroe è destinato a riprendere coscienza di
se, e lo fa proprio nel momento in cui si reca alla casa della Nestoroff. Notando i quadri della
donna appesi ovunque capisce come questa realtà non gli appartenga, come l'uomo sia
disgustoso e legato solo alla vita mondana volgare e meschina. Dopo questo choc Serafino
ritorna sui suoi passi, estraniandosi ancora una volta da quella realtà, e quindi dando in pasto
alla cinepresa questo straccio di vita reale.
Le opere di Luigi Pirandello:
Quaderni di Serafino Gubbio operatore

ANALISI:
Serafino è un "forestiere della vita", un osservatore della relatà che non si fa
imprigionare in essa. Ne cade una volta, ma dopo lo choc alla casa della Nestoroff
capisce come tutto ciò sia inutile e fittizio, volgare e mondano; rimanendo
letteralmente nauseato da quella donna. Quindi decide di dare in pasto questa realtà
alla macchina da presa, rendendola merce di scambio per persone ancora più
mediocri di quelle da lui conosciute. Nella parte finale Serafino ha raggiunto un
"silenzio di cosa", è consapevole che la salvezza deriva solo dalla non
partecipazione.

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