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Con l’età della crisi, si intende un periodo di circa 50 anni, caratterizzato da un forte disagio sociale

e da un superamento dei modelli culturali. E da un forte senso di imperialismo da parte dei paesi
europei per il controllo dei mercati. Questo portò allo scoppio della prima guerra mondiale.
-Romanzo moderno nel 1700
-nel 800 romanzo con manzoni
-fine 800 con i romanzi sociali di verga
romanzo individualista è l’opposto di quello sociale, nasce della crisi narrativa che racconta tale
crisi
Il decadentismo opponeva alla pretesa di oggettività del romanzo naturalista e verista,
l’eccezionalità del singolo. Tale figura era stata declinata in varie forme (super uomo). Tutte
espressione di un disagio esistenziale. Delineando i tratti di nuove figure che contribuirono alla
nascita del romanzo della crisi.
Le caratteristiche più significative della nuova narrativa sono:
-concentrazione su un solo personaggio, un antieroe, per esempio il malato o il nevrotico. E degli
inetti, presenti sia in svevo che in pirandello, l’inetto è colui che è consapevole di non riuscire ad
agire in maniera conforme alle aspettative della società borghese.
- rinuncia di descrizioni ambientali approfonditi a discapito di maggiore caratterizzazione
psicologia e dell’interiorità
-tempo disordinato per richiamare il passaggio di pensieri e misto
- intreccio debole o assente, spesso sostituito da leggere digressioni riflessive di tipo esistenziale e
morale.
-l’impiego di narrative come il monologo interiore e il flusso di coscienza,
-realtà soggettiva ovvero sempre più il narratore è in prima persona. È l’opposto del verismo,
ovvero, vengono registrati tutti i pensieri che si sentono senza logica.
ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO
è un ciclo di 7 romanzi legati tra loro dalla narrazione in prima persona, in cui il protagonista è
l’alter ego del narratore, il quale ricopre le tappe della sua vita, che formano un quarantennio di vita
francese.
Proust può essere considerato uno dei grandi innovatori del romanzo che narra secondo il libero
fluire della memoria. Deve essere la memoria involontaria che deve guidare la narrazione, ovvero,
quella memoria che riporta alla ribalta episodi e figure che si credevano perduti.
Rilevanti sono le introspezioni dei personaggi, la raffinata analisi sugli stati d’animo e sullo studio
dei caratteri.
MADELINE
il tema principale di questa poetica di proust è la ricerca e il recupero del tempo perduto. Attraverso
madeleine inzuppata che faranno risalire i ricordi dell’infanzia. Non è il gusto dolce quanto i ricordi
felici rievocati da quel sapore.
La struttura è complessa e faticosa sono presenti incisi e divagazioni. Si è alla ricerca dell’interiorità
del personaggio. Ambienti, personaggi, vengono visti sotto un’ottica soggettiva e si fanno
proiezioni dei sentimenti del protagonista. L’oggetto legato alla quotidiana come la madeleine
diviene il ritorno passato, e del recupero della memoria involontaria, di parte dell’io che sembra
essere uscita dalla tazza di tè.
L’INSONNIA DI MOLLY
molly bloom è a letto ma non riesce a dormire, alla sua mente affiorano pensieri riguardanti la spesa
dell’indomani e la preoccupazione del marito leopold che torna a tarda notte ubriaco, i ricordi della
sua infanzia a gibilterra.
La prima novità è la mancanza di interferenza dell’autore, ovvero i pensieri di molly riproducono
quelle di una persona reale. Ed è caratterizzato dal libero fluire della coscienza, oltre anche alla
mancanza di punteggiatura e dell’interezza dei monologhi. Che non ha una guida precisa ma
guidato da libere associazioni.
ITALO SVEVO
nasce a trieste nel 1861, padre di origine tedesca, mentre la madre italiana, questo gli consentì di
aver una formazione legata a entrambe le tradizioni culturali e all’insegnamento bilingue. Infatti,
trieste era molto più avanti in letteratura, perché era una crocevia culturale.
Successivamente, lesse alcuni letterari tedeschi come goethe, schilter e shopenhauer.
Nel 1892 fu pubblicato il primo romanzo, una vita. Nel 1896, sposò la cugina livia venezani, l’anno
successivo nacque la fagli letizia. Questo migliorò la sua condizione economica e sociale.
Nel 1899 divenne capo dell’azienda del suocero, successivamente venne pubblicata sia la vita che la
sensibilità, tuttavia nessuna delle 2 vennero prese in considerazione. Tuttavia, durante il viaggio in
inghilterra conosce joyce, il quale lo sprona a non arrendersi con la letteratura. Successivamente,
svevo si appassionò alle psicoanalisi e leggendo le opere di freud, questo lo portò a scrivere la
coscienza di zeno. La fama acquisita dall’opera, portò montale a spedire l’opera alla rivista esame,
la quale premiò svevo, che venne riconosciuto soprattutto in francia.
Furono molti i modelli di Svevo, fra i quali: Schopenauer (che distingueva l’umanità in due
categorie: i lottatori che lavoravano duro per avere i loro risultati e i contemplatori, coloro che non
compivano azioni, detti semplicemente inetti che sarebbero gli schiavi gli ignavi dell’800); Darwin,
con la sua del più forte E con la sua analisi del rapporto fra la società e l’individuo; infatti avevo
individuato una specie di pressione che la società imponeva sul singolo individuo e si rendeva conto
delle lotte di classe che c’erano; c’era anche Dostoevskij, il quale aveva una visione pessimistica
riguardante l’inettitudine e a questo contribuì anche il pensiero di Nietzsche riguardante le critiche
sulla società borghese.
Poi c erano anche Freud e Joyce (leggi pag 435).
Nella vita, la prima opera di Svevo, il protagonista si chiama Alfonso Nitti, un inetto che è
innamorato di annetta la figlia del suo capo. ad accendere questa fiamma è il fatto che hanno diverse
cose in comune, come la letteratura. tuttavia mentre cerca di parlare col padre riguardo al
matrimonio, lui progetta di andarsene e ritornare nella sua città natale, da sua madre. Ma la
domestica della famiglia Maller (la famiglia di annetta) Francesca cerca di convincerlo a non andare
parlando dell’affetto che annetta prova per lui.tuttavia lui ignora questo affetto e anzi rifiuta
eroicamente il suo amore, e quindi torna nella società natale.tuttavia trovo a sua madre in condizioni
salutari critiche, così resta accanto a lei fino alla sua morte.tornato in città Alfonso scopre che
annetta si è sposata con suo cugino Macario e questa cosa Alfonso non la digerisce. Quindi parla
con la famiglia Maller ed hanno un’accesa discussione. Alla fine Alfonso chiede un incontro con
annetta, ma incontra suo fratello Federico che lo sfida a duello. Pensando di morire durante il
duello, Alfonso si suicida prima che questo accada.
Svevo, durante la stesura della sensibilità e in quella di zeno, si accostò alla psicoanalisi di freud.
Alle teorie freudiane, si riallacciano: L’interpretazione dei sogni, il fenomeno della rimozione e il
complesso di edipo. L’atto mancato, ovvero, il legame tra zeno e il cognato, rivale in amore. i dolori
di natura psicosomatica, che costringono zeno a zoppicare
l’opera è formata da 8 capitoli, dopo la prefazione e il preambolo seguono le memorie di zeno che
seguono un ordine tematico e non cronologico. L’8 capitolo è un diario che scrive zeno nel 1915/16
che invierà al suo psicoanalista. Zeno è diverso dagli altri inetti perché la sua ironia è dovuta al fatto
che non lotta per la sopravvivenza.
PREFAZIONE
si finge scritta da uno psicoanalista che abbandonato dal paziente a metà della cura, decide per
vendetta di pubblicare questa autobiografia. Il romanzo si presenta come una confessione
autobiografica priva di attendibilità ovvero le bugie che il paziente, zeno cosini, aveva rilevato.
Infatti, lui cerca di mascherare i rapporti con il padre, l’amante e la moglie.
Tuttavia, lui non mente intenzionalmente, tuttavia, lui non conosce le motivazioni inconsce che ne
stanno alla base. Anche il dottor S sembra poco credibile, infatti, sottolinea che la cura stava avendo
un risultato inaspettato vanificati dal fatto che il paziente non ha continuato le cure. Infatti, il dottor
S compie un ricatto verso il paziente. Il signor obbliga il zeno a riprendere le cure o altrimenti,
pubblicherebbe le sue storie.
IL FUNERALE DI UN ALTRO
zeno, con nilini, tenta di recuperare la perdita di guido, ma si dimentica del funerale del cognato
(guido).
Infatti, questo rappresenta l’atto mancato freudiano. Gli atti mancati sono dettati dall’inconscio.
Quando ormai è pronto ad andare veramente al suo funerale, trova scuse e giustificazioni per cui
non andare. Infatti lui dice che è più utile controllare la borsa e il patrimonio di guido e della
famiglia. Lui sostiene che tutta la famiglia, gli sarà riconoscente quando avrà recuperato la perdita
di guido, e fino ad all’ora, la famiglia sarà arrabbiata con lui per non esser andata al funerale.
Tuttavia, il suo è un alibi debole.
Zeno ha sempre odiato guido, infatti, non gli è stato mai vicino, questo fa si che nemmeno zeno gli
stia vicino al funerale
IL FU MATTIA PASCAL
il protagonista, mattia pascal, vive in un piccolo paese della liguria in una situazione opprimente.
Per sua stessa ammissione, si definisce inetto, per non esser stato in grado di gestire il patrimonio
famigliare. Inoltre, ha scoperto che batta malagna, amministratore della madre lo ha mandato in
malora, quale poi sposerà la ragazza di cui pascal era innamorato. Stanco della vita attuale, decide
di fuggire all’estero a montecarlo, dove qui riesce in poco tempo, con la fortuna a diventare ricco.
Successivamente, attraverso un articolo di giornale, scopre che in italia, avevano trovato un
cadavere che era stato identificato in mattia pascal. Così lui matura la decisione di cambiare
l’identità in adriano meis, comincia così a viaggiare per italia e germania, accorgendosi poi della
vita inutile e colma di un vuoto. Così si trasferisce a Roma, ospitato da Anselmo Paleari, qui si
innamora della figlia Adriana. Tuttavia, il cognato anche lui innamorato della figlia Adriana, fu così
che durante una seduta spiritica, papiano, ruba una somma di denaro di Adriano Meis che privo di
identità non può dennciare il furto e quindi decide di tornare alla sua vecchia identità. Tuttavia,
tornato al suo paese, la situazione è del tutto cambiata, la mogli si è sposata col suo migliore amico.
Anche il suo posto di bibliotecario è stato occupato da altri, decide così di restare fuori dalla vita e
comincia ad essere il fu mattia pascal.
Principali temi del romanzo sono:
-la famiglia, nido o prigione, la famiglia viene definita prima nido. poi con batta, moglie e suocera,
diviene una prigione in cui può solo scappare
-l’inettitudine: mattia pascal, si fece scivolare la vita addosso senza imporsi per sposare la ragazza
amata.
-il doppio e la crisi d’entità: si configura come anti-eroe, emarginato dalla vita e incapace di capire
chi era se stesso e di trovare se stesso. Infatti come dice all’inizio del romanzo, l’unica cosa di cui
pensa di sapere è che si chiamava mattia pascal, questa è la conferma di un identità non recuperata.
-La forma in cui la vita imprigiona gli individui: con pascal si ha l’impossibilità di sfuggire alla
trappola dell’esistenza. Quando pensa di trovare il modo di sfuggire a tutto ciò, cambiando identità,
scopre che in realtà è un illusione destinata al fallimento.
- la polemica contro il progresso: durante il periodo di milano, egli critica la scienza e le macchine.
A roma, invece, si interroga sullo splendore del passato e sullo squallore del presente. In aggiunta,
pirandello critica il sistema liberale che verrà definita una tirannia mascherata dalla libertà.
PREMESSA
il romanzo si apre con l’auto presentazione del narratore, pirandello affida di raccontare la storia a
una persona morta 2 volte, eppure ancora viva. L’unica certezza che ha mattia pascal è quella di
chiamarsi mattia pascal ma di non essere mattia pascal. Infatti, la sua è una convenzione sociale.
Infatti lui può solo vivere come fu quel mattia pascal, proprio perché è morto e non è più presente.
Anche la narrazione è profondamente autoironica, in cui mattia pascal cerca di far capire al lettore
che come un romanzo d’avventura, lui cambia continuamente a riscattarsi, cambiando le strategie.
L’UMORISMO
fu pubblicato nel 1908 per un concorso universitario in cui pirandello già insegnava dal 1897. si
compone in 2 parti: nella prima passa in rassegna i testi da lui considerati umoristici mentre nella
seconda, offre la sua definizione di umorismo e il modo di approcciarsi alla realtà da parte dello
scrittore. La seconda parte del saggio è una dichiarazione di poetica nella quale, pirandello fornisce
le interpretative della sua produzione letteraria.
Pirandello distingue la comicità dall’umorismo. Il comico si avverte quando una cosa o una
persona, è il contrario di quello che dovrebbe essere. L’umorismo, invece, nasce dalla riflessione
per cui quella cosa è il contrario è di quello che dovrebbe essere.
Le contraddizioni del reale. La contraddizione umoristica scardina la compattezza del reale e ne
rivela l’incoerenza. Quello che a prima vista sembra semplice e banale, si rivela inquietante e
contraddittorio. Quello che mostra il sorriso, mostra di essere degno di compassione e rispetto.
L’uomo possono apparire armoniosi e coerenti solo se analizzati superficialmente, andando a fondo,
però notiamo che l’uomo è contraddittorio e mutevole.
IL TRENO HA FISCHIATO
belluca, improvvisamente impazzito, è preda di una febbre cerebrale. Il narratore, un suo vicino di
casa, sostiene che tutto ciò è normale, visto le condizioni di vita del poveretto.
La sua vita è paragonabile a quella di una trappola, la famiglia composta da 3 donne, tutte cece, le
figlie entrambe vedove e con sette nipoti, e non basta il normale lavoro per sfamarli.
La situazione è rappresentata utilizzando una deformazione grottesca che induce al sorriso. Anche i
colleghi lo deridono, perchè non conoscono la situazione.
La sua situazione cambia totalmente, quando sente il fischio del treno che gli fa scoprire la libertà,
ovvero, tramite illusioni, gli sembra di tornare in quel mondo tranquillo, per poi ritornare nella
gabbia. Per sparire totalmente dalla gabbia, dovrebbe impazzire davvero, infatti, la sua è una
momentanea fuga.
Differenza tra uno nessuno e cento mila. Moscarda si immerge in modo inarrestabile nel flusso della
vita, prolungando il suo esilio dalla società. Mentre invece, un allontamento ogni tanto dal mondo
delle trappole. Il racconto non segue un ordine cronologico e non esiste nemmeno una verità
assoluta, perché la verità è inconoscibile e relativa.
UNO, NESSUNO E CENTOMILA
pubblicato nel 1925 è l’ultimo romanzo di pirandello, la struttura è semplice e si avvicina al
procedimento dimostrativo. Costituito da 8 libri.

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