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Italo Svevo

GLI ESORDI NARRATIVI

É sicuramente uno degli autori più particolari della letteratura italiana. Il suo vero nome è
Hector Schmitz, nasce il 1861 e la sua vita sarà sempre segnata dalla sua condizione di
semi italiano e semi austriaco (motivo per cui si ribattezzerà Italo Svevo). É uno dei pochi
autori della letteratura italiana che non studia lettere, studia infatti in un istituto commerciale
e inizialmente svolge la mansione di impiegato bancario, successivamente al matrimonio poi
lavorerà alla fabbrica di pittura di suo suocero. Nel frattempo ha pubblicato già Una Vita
(1892) e Senilità (1898). Nel frattempo segue un lungo silenzio letterario fino al 1923 in cui
pubblicherà il suo più grande romanzo. Questo silenzio letterario è motivato sia
dall’indifferenza della critica letteraria sia per i risvolti della prima guerra mondiale sull’impero
austroungarico.
Ad influenzare il suo pensiero furono sicuramente:
1) Freud (con cui sembra avere un rapporto di amore ed odio, difatti sebbene il
narratore de La Coscienza di Zeno molto probabilmente porta il suo nome in realtà il
protagonista e quindi l’autore arriva a rinnegare la psicanalisi per cui non si ritiene
malato. Leone De Castris crede infatti che ormai Zeno sia sano perchè perfettamente
integrato in un mondo malato)
2) Nietzsche, di cui non coglie la filosofia dell’ Oltreuomo e accoglie invece l’aspra
critica ai valori borghesi
3) Darwin. Secondo cui solo le specie più forti riescono a sopravvivere e di sicuro i
protagonisti delle opere sveviane sono destinati ad estinguersi

UNA VITA:

1892

Alfonso Nitti è l’inetto per eccellenza. É forse anche colui che meglio rappresenta lo stesso
Svevo. Come l’autore infatti Alfonso svolge il ruolo di impiegato bancario e nel frattempo
sogna di emergere nel panorama letterario immergendosi nelle più disparate biblioteche.
Entra in ottimi rapporti con Maller, il suo capo, il quale lo invita a casa e gli fa conoscere
Annetta. Da Maller Alfonso conosce anche Macario, l’antagonista della vicenda in cui però il
protagonista riesce a vedere una sorta di eroe, un modello. Il quale però non fa altro che
denigrarlo e inficiare sulla sua bassa autostima. Alfonso arriva a sedurre involontariamente
Annetta e pur avendo in pugno l’occasione di dare una svolta definitiva alla sua vita,
incapace di gestire la situazione, fugge via da Trieste con la scusa di dover badare a sua
madre. In questo periodo di lontantanza, Alfonso ha modo di lavorare su se stesso e una
volta presa la decisione di tornare a Trieste crede di avere ormai risolto tutti i suoi problemi
di autostima. Una volta però rientrato in città scopre che Annetta si è sposata con Macario e
preso dalla rabbia scaglia a Maller parole che vengono viste come ricatti. Da questo
momento in poi la famiglia di Maller si scaglierà contro Alfonso il quale manda una lettera ad
Annetta per chiederle di mediare tra lui e il padre e lasciarlo in pace. La lettera viene
intercettata dal fratello di Annetta, il quale fraintende ancora e decide di sfidare Alfonso in
duello. Alfonso preso ancora una volta dall’incapacità di decidere e reagire, decide di
suicidarsi.

SENILITÀ:

1898

Questa volta il romanzo più che incentrarsi sulla singola psicologia del protagonista, affronta
anche quella dei 4 personaggi principali. Questa volta è Emilio Brentani ad essere l’alterego
di Svevo. Anche lui un impiegato, ha scritto un romanzo che è riuscito anche a riscuotere un
mediocre consenso. É un eterno anziano. La sua vita è costantemente dominata da una
senilià che sfocia quasi sempre in un’inettitudine. Conosce Angiolina, in cui inizialmente
vede il modello di donna angelo stilnovista. Modello che è destinato a tradirsi motivo per cui
decide di lasciarla. Nel frattempo Angiolina si è fidanzata con Stefano Balli amico, ma
effettivo antagonista, di Emilio. Amalia, sorella del protagonista, è innamorata di Stefano e
per lenire la sofferenza di un amore non corrisposto decide di assumere dell’etere che le
abbassa le difese immunitarie e la fa morire di polmonite. Preso dalla rabbia, Emilio riversa
parole durissime ad Angiolina e termina la sua storia tornando a crogiolarsi nella senilità che
da sempre l’ha contraddistinto.

LA COSCIENZA DI ZENO:

1923

Zeno è sicuramente tra i tre personaggi sveviani il più complesso e forse il meglio riuscito.
La struttura è decisamente diversa rispetto a quella dei romanzi precedenti. Innanzitutto il
narratore è il Dottor S. ossia lo psicologo di Zeno Cosini che ha deciso di pubblicare le
annotazioni delle varie sedute del protagonista. Il Dottore è arrivato alla conclusione che
Zeno soffre di una grave nevrosi causata da diversi fattori:
1) la sua insoddisfazione in campo lavorativo ma soprattutto per quanto riguarda la sua
realizzazione personale
2) Il critico rapporto col padre, il quale anche sul punto di morte arriva a rivolgergli
parole durissime con tanto di uno schiaffo. È un complesso edipico non risolto
3) La sua instabilità che si manifesta sia con le donne che con i piccoli dettagli della sua
vita come il fumo. Ha avuto modo di conoscere tre donne a casa Malfenti: Ada, la
prima che cattura la sua attenzione che è però innamorata del rivale Guido, Alberta
che non è interessata al matrimonio e Augusta, la più brutta, addirittura claudicante,
dalla spiccata figura materna con cui decide di sposarsi. La tradisce ben presto però
con Carla, una passionale amante che non riesce ad allontanare definitivamente
dalla sua vita.
4) La rivalità con Guido: ha un forte rancore nei suoi confronti perchè gli ha soffiato la
sua prima scelta, Ada. Sebbene Guido gli abbia offerto di lavorare al suo servizio,
Zeno ne approfitta per inficiare sulle difficoltà dell’azienda del rivale il quale, una volta
arrivato al fallimento, si dà al suicidio.
Zeno Cosini è dilaniato da continui sensi di colpa. Il fatto di essere felice della morte del
padre, i continui tradimenti coniugali con Carla, la sua responsabilità nel suicidio di Guido -il
giorno del suo funerale arriva addirittura a sbagliare corteo funebre-, non è nemmeno
capace di smettere di fumare. Il dottor S. arriva a diagnosticargli per questi motivi una grave
nevrosi che però Zeno nega col pretesto che vede un mondo intero malato, per cui lui, nella
sua condizione di nevrotico, non può che essere sano in un mondo ormai allo scafascio. Le
ultime pagine del romanzo sono inquietantemente profetiche. Solo attraverso un’esplosione
ed una proliferazione di gas velenosi che porteranno il mondo all’estinzione, l‘umanità potrà
guarire ricominciando da capo.

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