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Italo Svevo 

è fra i primi scrittori italiani che si avvicinano alla cultura letterale europea del Novecento.

Svevo nasce a Trieste nel 1861 da un’agiata famiglia ebrea, dopo aver compiuto studi commerciali e in
seguito a dissesti finanziari si trova costretto a lavorare in una banca triestina.

Oltre ai tre romanzi, Svevo scrive anche numerose novelle, commedie e saggi: tra questi, “Le confessioni del
Vegliardo”, che contiene inizialmente delle riflessioni che riguardano la letteraturizzazione della vita.

Svevo sostiene che la vita debba trasformarsi in letteratura, poichè solo la vita non raccontata viene
considerata morta. Attraverso la letteraturizzazione ci si può sottrarre dalla vita vera e dalla realtà, e
rileggendo la vita raccontata possiamo invece far emergere gli eventi del passato.

Secondo il punto di vista di Svevo, ogni persona deve “raccontare” se stessa: solo in questo modo la vita in
ogni uomo acquisterà un senso.

UNA VITA 

 Nel suo primo romanzo,  Una Vita, lo scrittore narra le vicende di Alfonso Nitti, uomo colto che si sente
diverso e fuori luogo nella società in cui vive.

Nitti lavora presso una banca e seduce la figlia del suo capo, Annetta. Alla figura di Alfonso, che viene
definito “inetto” (cioè incapace di compiere la scalata sociale e trova quindi il suo posto nel mondo) si
contrappone Macario, giovane bello e disinvolto, insomma esattamente l’opposto di Alfonso.

Nel momento in cui ad Alfonso si presenta la possibilità di compiere la tanto attesta scalata sociale, cioè
quando ha la possibilità di sposare la figlia del suo capo, scappa: scrive una lettera ad Annetta che viene mal
interpretata dai familiari della ragazza (che si è ormai innamorata di Macario), soprattutto dal fratello che
sfida a duello Alfonso.

Ma quest'ultimo, inetto in tutto, preferisce il suicidio al confronto. Il fallimento del protagonista, la sua
inettitudine, è il carattere dominante del romanzo.

SENILITÀ 

Nel secondo romanzo, Senilità, il protagonista è Emilio Brentani, simile ad Alfonso Nitti, grigio, cupo che
nonostante la sua giovane età si presenta come un vecchio. Sono tre i personaggi che fanno da “cornice” a
questo romanzo: Amalia, la sorella di Emilio, Angiolina, la donna della quale Emilio si innamora e Stefano,
migliore amico del protagonista.

Il protagonista vive con la sorella Amalia che lo cura come un figlio. Emilio si innamora quindi di Angiolina,
che ha avuto e ha numerose esperienze sessuali. Viene consigliato da Stefano, che lui ritiene amico fidato,
ma che in verità verrà sorpreso da Emilio a corteggiare Angiolina.

Amalia si innamora di Stefano, che la rifiuta: si ammala e muore. Emilio, infine, rimane solo: la sorella
muore, perde la sua amata (considerata non adatta a lui) e perde anche il suo amico, accusato di “infedeltà”.
Nella sua solitudine Emilio ritorna ad essere quell’uomo senile e vecchio che era all’inizio del romanzo.

LA COSCIENZA DI ZENO 

Il terzo e più famoso romanzo di Svevo, La coscienza di Zeno, tratta le vicende del protagonista Zeno
Cosini e delle sue sedute di psicoanalisi. Lo scrittore, nella sua lunga “pausa” dalla letteratura, ha iniziato a
interessarsi alle teorie della psicoanalisi sostenute da Freud.
Il romanzo tocca diversi argomenti, tra cui il fumo, il rapporto con il padre e la sua morte, il matrimonio e
l’inizio di un’attività commerciale.

Nel quarto capitolo, La storia del mio matrimonio, lo scrittore parla dell’improvvisa voglia che Zeno ha di
sposarsi. Le “pretendenti” sono Ada, Augusta e Alberta, figlie di Giovanni Malfenti, un ricco commerciante
che Zeno vede come buon sostituto del padre.

Zeno infatti sembra essere alla perenne ricerca di una figura che possa sostituire il genitore.

A Zeno non interessa chi sia la futura moglie: gli interessa solo sposarsi ed entrare a far parte della famiglia
Malfenti e guadagnare la fiducia del vecchio Giovanni. Zeno sposa Augusta (dopo essere stato scartato dalle
altre due sorelle), la meno interessante delle tre sorelle, innamorata perdutamente di Zeno. Lui,
completamente disinteressato ad Augusta, le confessa di amare Ada. Augusta confessa a Zeno la sua voglia
di essere sua moglie e di poterlo accudire come qualsiasi moglie farebbe. Inizia così il fidanzamento tra Zeno
e Augusta e l’entrata tanto attesa di Zeno nella famiglia Malfenti.

Ad un certo punto Zeno inizia a pensare che le sedute di psicoanalisi siano una farsa e decide di sottrarvisi
credendosi completamente guarito.

Svevo sostiene che solo colui che non accusa mai malanni sia il vero malato. Il solo fatto di essere
consapevoli di essere malati fa sì che una persona sia sana.

Italo Svevo muore nel 1928 in seguito ad un incidente stradale.

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