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I)romanzo”Una vita”.
Tra il 1888 e il 1892 Svevo si dedica alla stesura del suo primo romanzo “una vita”. Il
protagonista ,Alfonso Nitti , è un signore con ispirazione letteraria, costretto, dopo
la morte del padre, ad accettare un impiego in banca. Egli tenta una scalata sociale
seducendo Annetta,la figlia del proprio datore di lavoro ,ma preso da una
inspiegabile paura, rinuncia al matrimonio e sostiene che la morte sia l’unica via di
scampo all’infelicità e al disprezzo che lo circondano. Alfonso incarna in modo
esemplare la figura dell’inetto, un individuo debole ed insicuro che non riesce ad
adattarsi alla vita perché non è in grado di conciliare i suoi sentimenti e le sue
personali aspirazioni con il mondo reale. La caratteristica fondamentale di questo
personaggio è pertanto il velleitarismo o, se si vuole, l’inettitudine. L’Inettidutine del
protagonista viene messa in risalto anche attraverso il confronto con gli antagonisti
che incarnano l’immagine dell’uomo forte, perfettamente adatto alla vita.
Nel romanzo Svevo non si limita a ritrarre una condizione psicologica ma individua le
radici sociali dell’inettitudine del mondo borghese triestino fondato sulla
produttività, l’intraprendenza che accentuano il senso di diversità ed inferiorità del
protagonista. Alfonso potrebbe essere felice se solo si accontentasse di coltivare il
suo interesse per lo studio e per la cultura umanistica e, invece, si affanna in una
continua ricerca di denaro e potere per entrare a far parte dell’alta società. Quando
comprende che il suo sogno di successo è irrealizzabile e destinato al suo totale
fallimento non gli resta altra soluzione che il suicidio, ma prima , si costruisce una
maschera fittizia, un’immagine di sé consolatoria per compensare le proprie
frustrazioni reali. (Questa tendenza a costruirsi maschere gratificanti è un altro
aspetto caratteristico dell’inetto italiano che si ripresenta anche nei romanzi
successivi).
Modelli letterari
L’opera è caratterizzata dalla presenza di numerosi riferimenti alle esperienze
biografiche dell’autore e rivela forti legami con i modelli più illustri della narrativa
moderna fra tutti i romanzi della “scalata sociale” di Stendhal, Balzac, e romanzi di
“formazione “di Goethe e Flaubert. Appare evidente l’influenza di Zola e del
romanzo naturalistico nella ricostruzione dettagliata dell’ambiente sociale in cui si
svolgono le vicende e nella rappresentazione della “lotta per la vita”che il
protagonista deve sostenere per non essere sopraffatto dai meccanismi della
società capitalistica.
L’impostazione narrativa
L’opera è narrata in terza persona, ma il narratore non interviene molto spesso
come avveniva invece nel romanzo del primo ottocento (come ad esempio nei
promessi sposi). Predomina nel romanzo la focalizzazione interna al protagonista
infatti il narratore descrive i fatti che sono filtrati dal punto di vista del protagonista.
Il narratore interviene per correggere i falsi giudizi e smascherare gli autoinganni del
protagonista, in questo modo si viene a creare un’alternanza di punti di vista opposti
che consente all’autore di mantenere un atteggiamento neutro.
II romanzo “Senilità”
Senilità è il secondo romanzo di Italo Svevo, pubblicato nel 1898, prima su un
quotidiano triestino, “L’indipendente” e poi a spese dell’autore. Lo scarso successo
portò Svevo a un silenzio letterario di venticinque anni. Venne riscoperto e
ripubblicato nel 1927 a Milano, in seguito al clamore letterario dovuto alla
pubblicazione della Coscienza di Zeno e alla critica positiva a questo romanzo da
parte di Eugenio Montale.
TRAMA
La trama (ispirata a vicende autobiografiche, come afferma Svevo stesso) ruota
intorno alla storia d’amore tra Emilio Brentani e Angiolina. Emilio, impiegato in una
società di assicurazioni , con anche velleità letterarie (pubblica un romanzo E si
guadagna una reputazione in ambito cittadina), vive un’esistenza monotona e grigia
con la sorella Amalia (vista come figura materna). L’insoddisfazione per la propria
esistenza vuota e mediocre spinge Emilio a cercare il godimento nell’avventura, con
una ragazza del popolo, Angiolina (antitesi donna Angelo), di cui però si innamora.
La donna, tuttavia, fin dal primo istante si dimostra meno coinvolta del protagonista
ed è anzi attratta da diversi uomini, tra cui Stefano Balli, amico di Emilio e scultore,
di cui è innamorata pure Amalia( Stefano balli è un personaggio ispirato al pittore
Umberto Veruda, amico di Svevo). Stefano balli é un uomo con una personalità
forte, incapace artisticamente ma molto abile nel sedurre le donne. Emilio si
propone di divertirsi con Angiolina senza impegnarsi, imitando il dongiovannismo
dell’amico Balli. Il legame tra Emilio e la giovane, che doveva rimanere libero e
disimpegnato, si dimostra invece ben più complesso, poiché Angiolina, donna
opportunista e infedele, può controllare i sentimenti di Emilio che in realtà si
innamora perdutamente della ragazza. La scoperta della vera natura di Angiolina,
che ha numerosi amanti scatena la sua gelosia. Emilio tenta di separarsi ma il solo
tentativo di separazione provoca in lui una prostrazione profonda; si sente privato di
quella energia vitale che gli aveva trovato nel rapporto e che definisce gioventù.
Inoltre anche l’amico Balli si interessa ad Angelina, prendendola come modella per
la sua strada il che scaturisce in Emilio una gelosia patologica concentra proprio
sull’amico. Nel frattempo la sorella Amalia si innamora di Balli a cui però non rivela i
suoi sentimenti. Emilio, una volta accortosene ,allontana l’amico da casa sua
distruggendo però la vita della sorella ,che dopo poco muore. Dopo la morte di
Amalia, Emilio torna a rinchiudersi nella sua senilità.
ANALISI
Il primo titolo pensato da Svevo era il carnevale di Emilio,sia perché la vicenda si
svolge gran parte nel periodo di carnevale, sia perché la relazione di Emilio con
Angelina permette a Emilio di godere solo di un breve momento di felicità e
gioventù, per poi ritornare alla sua esistenza squallida. È simile al carnevale in cui
per breve tempo ci si diverte ma presto si ritorna all’esistenza consueta, noiosa,
dolorosa. Come il personaggio di Una vita, Alfonso Nitti, anche Emilio Brentani
incarna la figura dell’inetto, incapace di vivere davvero, ma imprigionato nei suoi
sogni e illusioni, in un continuo ed inconsapevole autoinganno. Per questo si è
costruito un sistema protettivo conducendo un’esistenza cauta che gli garantisce
calma e sicurezza, ma implica la rinuncia al godimento , la mortificazione della vita.
Sono entrambi due sconfitti dalla realtà a cui non riescono appartenere. Il primo si
suiciderà, ponendo fine al senso di inutilità e inadeguatezza che lo attanaglia; fine
simile a quella della sorella del protagonista di Senilità, che illusa dell’amore di
Stefano a causa delle sue stesse fantasie, nel momento della delusione amorosa
perde il contatto definitivo con la realtà, abbandonandosi all’abuso di etere, che la
condurrà alla morte. Per “senilità” Svevo intende proprio l’inettitudine del
protagonista, che lo rende incapace da affrontare la vita e la realtà stessa, chiuso
com’è nella sua interiorità. Angiolina è per lui un simbolo di salute e pienezza vitale,
con lei Emilio assapora il piacere, esce dal nido, viene a contatto con il mondo
esterno. Questa inettitudine è soprattutto immaturità psicologica,bloccata ad una
fase infantile dell’evoluzione psichica. Emilio ha paura della donna e del sesso, per
questo sostituisce alla donna reale, di carne, una donna ideale, trasformando nei
suoi sogni Angiolina in una creatura angelica e purissima. Il possesso fisico lo lascia
insoddisfatto e turbato, perché contamina quello puro ideale. Svevo espone il
racconto secondo la coscienza e psicologia di Emilio, seguendo quindi i suoi
sentimenti e le sue considerazioni.
L’inetto e il super uomo
Emilio maschera la sua immaturità psicologica nel rapporto con la donna
costruendosi fittiziamente quell’immagine virile che non sa incarnare la realtà e si
compiace di recitare un ruolo paterno nei confronti di Angiolina. In realtà
l’immaturità infantile messa in luce nel rapporto con Angiolina denuncia come
Emilio non riesca più a coincidere con una certa immagine virile, quella dell’uomo
forte, sicuro capace di dominare la realtà. È il modello di uomo proposto dalla
società borghese ottocentesca diventato uno stereotipo culturale: l’individuo
borghese, libero, energico, attivo, capace di crearsi il suo mondo con la sua iniziativa
e la sua volontà. Emilio incarna esemplarmente questa crisi perché in lui l’impotenza
sociale del piccolo borghese declassato si traduce in un’impotenza psicologica ad
affrontare la realtà esterna al nido domestico. Infatti Emilio si appoggia all’amico
Bali, uomo sicuro di sé, forte e dominatore. In realtà anche Bali dietro l’apparenza
nasconde un’intima debolezza. I due personaggi incarnano due risposte diverse ma
complementari alla stessa crisi dell’individuo: Emilio rappresenta il chiudersi
vittimistico nella sconfitta e nell’impotenza, Bali con la fisionomia di piccolo
superuomo rappresenta il tentativo di rovesciare l’impotenza in onnipotenza
mascherando la debolezza con forza dominatrice.
La cultura di Emilio Brentani
Il romanzo è anche la radiografia della struttura ideologica dell’intellettuale piccolo
borghese di fine 800. Innanzitutto Emilio filtra costantemente la realtà attraverso
schemi letterari rivelando la sua dipendenza dalla cultura umanistica. L'ideologia che
guida Emilio nel suo agire effettivo e diversa da quella professata, in quanto la
donna viene idealizzata e trasfigurata in angelo. L'analisi di Svevo mette in luce che i
principi filosofici e politici professati da Emilio sono solo maschere che il
personaggio usa per nascondere ai suoi occhi la sua debolezza, per costruirsi
immagini di se gratificanti.
L'impostazione narrativa
I fatti vengono filtrati la coscienza di Emilio, ma poiché ha una falsa coscienza , il suo
punto di vista è inattendibile. Nel romanzo , oltre al punto di vista di Emilio, c'è
anche quella dell'autore che è dotata di lucidità superiore a quella del personaggio.