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Ugo Foscolo

La vita
Ugo Foscolo nasce nel 1778 a Zante, un’isola greca che al tempo apparteneva alla repubblica veneta.

Nel 1785 si trasferisce con la famiglia a Spalato, in Dalmazia, dove compie i primi studi presso il
seminario arcivescovile.

Dopo la morte del padre, nel 1793, si trasferisce a Venezia, dove si dedica alla lettura degli autori
classici contemporanei. Foscolo deve fare i conti con le difficoltà linguistiche e la conoscenza della
cultura italiana. A Venezia Foscolo compone i suoi primi versi, grazie ai quali viene accolto negli
ambienti culturali e mondani più rinomati; nei salotti culturali conosce Isabella Teotochi Albrizzi con
la quale intraprende una relazione amorosa che si interrompe presto ma verrà ripresa anni dopo.

Nel frattempo, si appassiona ai principi della Rivoluzione francese e assume posizioni libertarie ed
egualitarie, fortemente avversate dal governo oligarchico e conservatore della repubblica di Venezia.

Foscolo decide, quindi, di fuggire a Bologna e dove si arruola nelle truppe della repubblica
Cispadana e pubblica un’ode a Bonaparte liberatore.

Pochi mesi dopo ritorna a Venezia e si impegna nella vita politica del nuovo governo democratico. Nel
1797, con il Trattato di Campoformio, Napoleone cede la repubblica veneta all’Austria. Questo
evento segna profondamente l’esperienza di Foscolo, che prova una forte delusione politica.

Fugge a Milano, dove si arruola per un giornale rivoluzionario che critica la politica francese.

Foscolo torna a Bologna ed è richiamato a lavorare come militare e, nonostante la posizione critica nei
confronti della politica di Napoleone, deve andare a combattere a fianco delle truppe napoleoniche
contro gli austro-russi.

Risiede poi nuovamente a Milano e si occupa di traduzioni dal francese. In questi anni muore suo
fratello, suicida per debiti di gioco. Foscolo è coinvolto in relazioni amorose intense e coinvolgenti

Soggiorna per due anni nel Nord della Francia e ha una figlia, Floriana.

Tornato a Venezia, riallaccia il legame con Isabella Teotochi Albrizzi.

Nel 1808 viene nominato professore di Eloquenza nella città di Pavia ma la sua cattedra viene
oppressa a causa della determinazione delle sue riflessioni; dichiara di ricercare sempre il vero senza il
timore di opporsi ai potenti, rivendica la forza della poesia, richiami agli ideali civili e democratici.
Nel 1813 Napoleone viene sconfitto a Lipsia e Foscolo rientra a Milano nel tentativo di difendere
l’autonomia del regno d’Italia. Dopo il crollo definitivo di Napoleone a Waterloo nel 1815 gli
austriaci entrano a Milano e prendono il potere.

Foscolo viene considerato come un possibile collaboratore per le sue polemiche contro Napoleone, e
gli viene offerta la direzione di un giornale culturale.

Foscolo si sottrae al giuramento di fedeltà al governo austriaco per non venire in meno alla propria
integrità morale.

Decide di recarsi in esilio volontario in Svizzera e un anno dopo in Inghilterra, dove vive fino alla morte
in ristrettezze economiche ma consolato dalla vicinanza della figlia.

Muore nel 1827 a Londra.

La poetica
Foscolo sottopone alle sue opere a una cura estrema. L'opera di Foscolo è sia ancorata al passato che
proiettata verso il futuro.

I suoi testi costituiscono il vertice del neoclassicismo: il lessico è ricercato, la sintassi elaborata, le
figure retoriche numerose ed inoltre ci sono riferimenti alla mitologia classica ed è visibile un legame
con la grecità.

Ma le opere di Foscolo hanno anche un obiettivo politico, ossia aiutare gli italiani ad affermare la
propria identità nazionale grazie alla condivisione delle antiche virtù civili e politiche. avviene
attraverso citazioni esplicite e allusioni indirette.

Il legame col passato avviene attraverso citazioni esplicite. I riferimenti più frequenti sono alla Bibbia e
i poemi omerici.

La nascita a Zante e l'educazione religiosa greca si riversa anche nella sua lingua: Foscolo ripete con
insistenza versi profani o versetti biblici, abitudine che si ricollega alla tradizione orientale.
I temi
 La tensione frustrata verso un obiettivo precluso

La lontananza della madre, dalla patria e dal mondo greco provocano un senso di nostalgia, separazione,
esilio.

 La visione negativa della storia

Foscolo giudica la propria epoca come un periodo dominato dalla violenza in cui la legge e il diritto
imposto dal più forte.

 La potenza della bellezza

Intesa come grazia femminile, dolcezza di un paesaggio naturale, perfezione di un'opera artistica. la
bellezza hai il potere di rasserenare l'animo. Tuttavia, la bellezza è esposta alla precarietà poiché può
essere aggredita dalla malattia, dalla morte o dal tempo.

 Il valore della poesia

La poesia rende eterno ciò che è soggetto alla precarietà. Anche la bellezza è destinata a finire e la
salvezza è affidata alla parola poetica.

 La necessità delle illusioni

I valori ideali della bellezza, la poesia, l'amore, il valore civile e il legame con i cari defunti possono
essere considerati ideali fragili poiché esposti alla violenza distruttrice del mondo. Tuttavia, essi
costituiscono l'elemento determinante. Anche se si trattano di illusioni Foscolo sceglie di agire, amare
e soffrire.

Foscolo è già fuori dal razionalismo illuminista rimuovi primi passi verso il Romanticismo.
Le ultime lettere di Jacopo Ortis
La prima opera importante composta da Foscolo è ultime lettere di Jacopo Ortis, un romanzo epistolare.

Edizioni

Il romanzo viene stampato per la prima volta in forma incompleta a Bologna nel 1798 e in seguito e
modificato a più riprese e pubblicato a Milano nel 1802, a Zurigo nel 1816 e a Londra nel 1817.

Modello di riferimento

Il modello a cui Foscolo si ispira è un romanzo di Goethe del 1774 che si intitola I dolori del giovane
Wherter.

Analogie:

 le linee essenziali dell'intreccio  la vicenda di un giovane che si suicida per amore


 il nucleo tematico centrale  costituito dal conflitto tra l'intellettuale e il contesto storico
contemporaneo

Differenza tra i due romanzi:

Una differenza sostanziale tra i due romanzi consiste però nel fatto che il conflitto tra l'intellettuale e la
società nel Wherter si esaurisce perlopiù sul piano privato dei rapporti personali, condizionati
inevitabilmente dalle convenzioni sociali mentre nell’Ortis si trasferisce su un piano essenzialmente
politico.

Trama di Wherter:

Il dramma di Wherter è quello di un'artista che non riesce a trovare una collocazione a nessun livello
della società poiché la sua superiore sensibilità si scontra con i valori della borghesia e dell'aristocrazia.

Struttura

Il genere è quello del romanzo epistolare, che si costruisce attraverso una serie di lettere che il
protagonista Jacopo Ortis indirizza all'amico Lorenzo Alderani.

Trama

Jacopo è un giovane patriota che percepisce un senso di sradicamento rispetto al suo tempo per la
mancanza di una patria e di un assetto politico entro cui inserirsi in seguito al fallimento degli ideali
rivoluzionari. Foscolo riesce infatti a cogliere acutamente i problemi che si pongono alle giovani
generazioni italiane nell'età napoleonica. Lo scrittore racconta la loro delusione nel vedere tradite tutte
le speranze patriottiche e democratiche e nel vedere alla libertà trasformarsi in tirannide.
Nel romanzo Jacopo esprime la sua indignazione per la cessione di Venezia all'Austria concessa da
Napoleone nel 1797 con il trattato di Campoformio e racconta la sua fuga presso i Colli Euganei dove si
innamora di Teresa che sta per sposarsi con un giovane aristocratico dalle mediocrità.

Persa ogni speranza di vedere realizzati i suoi desideri Jacopo comincia a viaggiare per l'Italia ma
quando viene raggiunto dalla notizia del matrimonio di Teresa, sceglie di darsi la morte.

Anche se la narrazione prende l'avvio da una situazione sconfortante e approda a una conclusione del
tutto negativa e pessimistica, nelle pagine del romanzo si trova una continua ricerca di valori positivi
come la famiglia, gli affetti, la tradizione culturale italiana, l'eredita classica, la poesia.

L’autobiografismo

L’opera rappresenta un ritratto di Foscolo stesso. La delusione politica, gli spostamenti tra le varie città
e il pensiero del suicido sono aspetti comuni sia in Foscolo che nel personaggio di Jacopo.

1° novembre

Jacopo ama Teresa, ma quest’ultima sta per sposarsi con Odoardo: un giovane ricco, aristocratico, di
bell’aspetto, di buona cultura, di nobili sentimenti, elegante, razionale e controllato. Jacopo lo descrive
come un automa, che esegue perfettamente quanto necessario per vivere. Odoardo non ha nulla di
spontaneo ma è freddo e distaccato. È evidente l’avversione di Jacopo, in quanto afferma che l’unico
modo per non odiarlo è non frequentarlo.

22 novembre

Quando Odoardo si reca a salutare Ortis prima di partire per un viaggio, Jacopo lo abbraccia, spinto dal
desiderio di manifestare i sentimenti in modo diretto. È l'occasione di esaminare il proprio carattere in
opposizione a quello del rivale. Mentre Jacopo è emotivo e passionale, Odoardo è indifferente e freddo.

15 maggio

Dopo aver baciato Teresa tutto appare Jacopo pieno di dolcezza e di vita.

Jacopo elogia l'amore, da cui discendono arte e bellezza e invidia gli antichi che vedevano in ogni
manifestazione della natura una presenza divina. Celebra il potere sovrannaturale dell'amore e afferma
che il mondo senza amore sarebbe devastato dal pianto e dal terrore. Jacopo dichiara la forza di volersi
abbandonare allusioni, unici elementi che rendono la vita degna di essere vissuta. Ma Jacopo non
dimentica la propria formazione razionalista, e consapevole infatti di delirare deliziosamente.
Poesie
Ugo Foscolo le odi nel 1803 Foscolo pubblica una raccolta intitolata Poesie che comprende due odi e 12
sonetti. L'opera riflette in modo significativo il percorso della poetica foscoliana. Si tratta di una
selezione rigorosa oche prende l'avvio dalla prima adolescenza e consente di riconoscere le influenze
delle varie tendenze letterarie e dei temi maggiormente diffusi.

Le odi
Nelle due odi intitolate a Luigia Pallavicini caduta da cavallo e all'Amica risanata vi è l'esaltazione
della bellezza femminile trasfigurata attraverso continui rimandi mitologici.

L’ode a Luigia Pallavicini  rappresenta un omaggio occasionale e galante nei confronti di una bella
donna

All'amica risanata  vuole proporsi come un discorso filosofico sulla bellezza ideale e anche sulla
funzione eternatrice della poesia

I sonetti
Anche nei sonetti è possibile notare l'influenza dei poeti latini e di Petrarca ma si registra un impulso
soggettivo molto più forte che deriva probabilmente dal modello della lirica alfieriana

Questi componimenti sono dunque molto più vicini alla materia autobiografica e alla passionalità
dell’Ortis dal quale riprendono anche i temi centrali.

Alla sera
Prima strofa

In questa poesia Foscolo realizza una riflessione sulla morte, intesa come un evento che consente di
trovare pace e far finire le sofferenze dell'esistenza. La sera viene considerata come l'immagine della
morte che pone fine a tutte le inquietudini e delusioni politiche e personali.

La poesia inizia con la parola “forse” e si capisce che Foscolo rappresenta un periodo di passaggio dal
razionalismo dell'illuminismo al romanticismo. La sera è la personificazione della quiete fatale e quindi
della morte: infatti, se si paragona il giorno alla nostra vita, la sera (essendo la parte finale del dì)
rappresenta la morte. La morte giunge al poeta come qualcosa di gradito, un'esperienza positiva e non
come una disgrazia. Per il poeta la morte ha una funzione rasserenatrice poiché conduce
l'annullamento di ogni cosa.
Seconda strofa

La nostra vita ha esperienze belle (rappresentate dall’estate) ma anche spiacevoli (ossia l’inverno); in
entrambi i casi la morte è vista come un momento positivo ed essa viene invocata e attesa quasi con
ansia. Foscolo afferma che la sera (e quindi la morte) ha un dominio soave sul corpo. il poeta dichiara di
attendere con desideri la fine della vita sia nel caso che giunga in modo sereno e mite sia nel caso che
arrivi con violenta asprezza.

Terza strofa

I pensieri di Foscolo li conducono lungo un sentiero che ha come meta lo scomparire del tutto. Foscolo
non scrive della morte come un passaggio verso l'aldilà ma piuttosto la descrive come un “nulla
eterno”: Come se la vita fosse un'illusione e con la morte accediamo al nulla. Foscolo realizza una
contrapposizione poiché da una parte descrive il nulla eterno ma dall'altra il tempo della vita. Ma la
nostra vita viene definita “rea” ossia colpevole. La colpa della nostra sofferenza è del tempo. Nel
momento in cui il tempo scompare (e quindi avviene la morte) non siamo più soggetti a questa colpa che
il tempo scarica su di noi e accediamo al nulla eterno. Questo tempo fugge e noi dobbiamo cercare di
coglierlo prima che vada via del tutto.

Quarta strofa

Ma nonostante la morte genera la pace, Foscolo afferma che bisogna combattere e reagire alla vita.
Questo concetto è espresso attraverso “quello spirito guerrier ch’entro mi rugge”, in cui afferma che
nonostante tutti i problemi della vita e nonostante il fatto che la morte rappresenti un momento accolto
la Foscolo, non bisogna dimenticare di combattere e resistere.

Figure retoriche:

Apostrofe  v. 3 “o Sera!”

Enjambement  vv. 1-2; 2-3, 5-6; 7-8; 9-10; 10-11; 11-12; 13-14

Anafora  v. 3 “E quando”

Sineddoche  v. 4 “zeffiri sereni”

Allitterazioni  v. 7 “sempre scendi...secrete”: v. 13 “spirito guerrier ch’entro mi rugge”

Antitesi  vv. 10-11“nulla eterno” e “reo tempo”; v. 13 “mentre io guardo la tua pace” e “spirito
guerrier ch’entro mi rugge”

Metafora  v. 1 “fatal quiete” cioè la pace dell’anima; “torme delle cure” ossia gli affanni della vita
A Zacinto
Il discorso si snoda in un unico periodo che occupa due quartine e una terzina. Le prime tre strofe
sono strettamente collegate tra loro tramite gli enjambement. La quarta strofa è indipendente invece,
infatti dopo il punto c'è un’antitesi. Foscolo si rivolge a Zacinto con una personificazione, ossia
come se fosse un interlocutore.

Prima strofa

È presente una triplice negazione “Né più mai” che dichiara la condanna di non ritorno. Foscolo si
rivolge direttamente all’isola di Zacinto ed esprime nostalgia e dolore. È consapevole che non
potrà più tornare e rievoca la bellezza ed il fascino della sua terra, luogo dove è nato. Questo dolore
deriva dell’esilio.

Seconda strofa

Zacinto rappresenta la terra Natale di Foscolo ed infatti inizia con una rievocazione della propria
nascita a Zante. Le sponde vengono considerate sacre e infatti cita una dea: Venere, la dea
dell'amore che segna la rinascita. L'isola diventa feconda attraverso il sorriso di Venere

Terza strofa

Foscolo intende alludere al più grande poeta della grecità: Omero, che racconta il ritorno di Ulisse
da Troia verso Itaca. Ulisse è lontano dalla propria patria e desidera arduamente tornarci ma non
riesce a causa di un elemento superiore. Foscolo si identifica poiché non tornò mai a Zante.

Quarta strofa

Ma a differenza di Ulisse che approda a Itaca dopo tanti sforzi, Foscolo afferma chi di lui
arriveranno a Zante solo le parole che sta scrivendo. Il destino di Foscolo non è tornare in patria ma
avere una tomba illacrimata cioè dove nessuno va a piangere.

Figure retoriche:

Apostrofe  v. 3 “Zacinto mia”; v. 13 “o materna mia terra”

Sineddoche  v. 1 “sacre sponde” significa la terra natale; v. 7 “fronte” significa la vegetazione

Ossimoro  v. 7 “limpide nubi”

Perifrasi  v. 4 “greco mar” ossia Mar Ionio

Enjambement  vv. 3-4; 4-5, 6-7; 8-9; 13-14

Metomimia  v. 8 “acque” in riferimento alle navigazioni di Ulisse


In morte del fratello Giovanni
Prima strofa

È presente il tema dell'esilio che non gli permette di andare a trovare la tomba del fratello. Il poeta
si rivolge al fratello morto ed esprime all'intenzione di andare a piangere sulla sua tomba, se mai
riuscirà a tornare dall'esilio. In primo luogo, vi è la disperazione che ha condotto al suicidio un
ragazzo di vent'anni.

Seconda strofa

Vi è poi la pena della madre costretta a vivere in solitudine. Ed inoltre Foscolo è addolorato dalla
distanza poiché è costretto a restare lontano e può avvicinarsi alle sue ceneri soltanto attraverso le
parole della madre.

Terza strofa

Foscolo sente che il destino è contro di lui e sente il peso delle proprie emozioni che non può
comunicare all'esterno. Queste preoccupazioni sono quelle che provava anche Giovanni ma
Foscolo, a differenza, nonostante veda la morte come la fine delle sofferenze, non cede anzi ma
combatte, resiste, reagisce.

Quarta strofa

Infine, Foscolo chiederei agli stranieri di restituire almeno le sue ossa alla madre infelice affinché
possa stringerle al petto.

Figure retoriche

Apostrofe  v. 3 “o fratel mio”; v. 13 “Straniere genti”

Metomimia  v. 3 “pietra” che simboleggia la tomba; v. 7 “palme” ossia le mani, inteso che non
può abbracciare la madre

Metafora  v. 4 “fior caduto” intende la vita del fratello che è finita; v. 5 “dì tardo traendo” ossia
che sembra che il giorno non termini mai a causa dell’immenso dolore; v. 9 “avversi numi”
significa che gli dèi sono avversi al poeta; v. 11 “porto” inteso come morte

Allitterazioni  v. 5 “tardo traendo”

Antitesi  v. 6 “parla…muto”

Enjambement  vv. 1-2; 2-3; 3-4; 5-6; 9-10; 13-14

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