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Ugo Foscolo fu uno scrittore, poeta e drammaturgo nato a Zacinto, ora Zante, (una isola greca)

nel febbraio del 1778. Vediamo un po' le sue simpatie estetiche, politiche e ideologiche.
Foscolo amava i classici latini e greci, come Ovidio e Orazio e fin dalla sua prima vita adulta fu
un appassionato della politica. Ammirava a Napoleone Bonaparte, in fatto, le dedica un paio di
opere teatrali: “Tieste” e l’ode “Bonaparte Liberatore” e anche si arruola nell’esercito
napoleonico. A causa della sua opposizione all'Austria asburgica, questa simpatia assoluta per
Napoleone finisce dopo della ceduta della Repubblica di Venezia agli austriaci con il Trattato di
Campoformio. Alcuni anni dopo ripubblicherà la sua ode includendo una controversa dedica al
polarizzante personaggio francese. Sentendosi ingannato per la ceduta, fugge a Milano dove
conosce a Vincenzo Monti, con cui stringe una amicizia-rivalità e si innamora de sua moglie.
Quando rimane finalmente da solo, pieno di amore non corrisposto, si trasferisce a Bologna e
inizia una carriera militare nella Guardia Nazionale, con la quale si trasferisce a Parigi dove
scrive numerose poesie e il famoso romanzo epistolare, Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis,
ispirato al modello letterario che troviamo in, precisamente, il romanzo anche epistolare e di
amore non corrisposto: I dolori del giovane Werter. Questa opera e inspirata dal tono eroico
utilizzato da Vittorio Alfieri, un importante poeta italiano che trova moltissima ispirazione, allo
stesso tempo, della filosofia di Jean-Jacques Rousseau, influenza di Foscolo e definito come un
illuminista ma, in fatto, un illuminista antirazionale oppure un preromantico, con idee ugualitarie
e antiassolutistici, che possiamo dire sono in coincidenza con gli ideali repubblicani, democratici
del Club dei Giacobini (il quale era anche anticlericale), simpatizzato da Foscolo.
La sua opera più celebre, Ultime Lettere di Jacopo Ortis proietta Ugo Foscolo come un
precursore del romanticismo del suo tempo e serve per esprimere le delusioni simili a quelle di
coloro che fraternizzavano con il movimento giacobino, dopo la fine delle repubbliche
democratiche del 1799 nel nord Italia. Ricordiamo la delusione che l’autore ha provato diversi
anni prima con il Trattato firmato da Napoleone. In questo romanzo Foscolo tratta il rapporto tra
l’intellettuale e la società, gli ideali dell’individuo e il valore spirituale di quelli, tutto
strettamente legato all’amore per la patria e la sua libertà. Nel romanzo, una società materialista
è indifferente al richiamo dei valori e il sacrificio, richiamo che un intellettuale senza potere
politico o monetario esprime costantemente. Finalmente, la morte tragica, il suicidio, di
ispirazione chiaramente Goethiana, si vede come l’ultima opzione a disposizione dell'individuo
per preservare questi ideali nazionalisti. Nel testo di Goethe, però, il suicidio è l’unica via di
uscita quando l’amore non può essere consumato.

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