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UGO FOSCOLO

Vita
Nasce il 6 febbraio 1778 a zante. Il padre era un medico veneziato;
la madre invece era greca. A causa di queste sue origini il poeta si
sentì legato alla civiltà classica.
Nel 1785 la famiglia si trasferì a Spalato, ed egli svolse i primi anni
di studio presso il seminario. Alla morte del padre la famiglia si
trovò in gravi difficoltà economiche e nel 1789 e la madre si stabilì a
venezia, Ugo la raggiunse nel 1793, a 15 anni. Conoscendo poco la
lingua italiana si gettò negli studi creandosi una notevole cultura,
sia classica sia contemporanea: al tempo stesso cominciò a
scrivere i primi versi.
Aderì anche ai principi della Rivoluzione francese ed assunse
posizioni fortemente libertarie ed ugualitarie; per questo motivo
entrò in contrasto con la Repubblica di Venezia e nel 1796 fuggì sui
colli Euganei.
Le armate napoleoniche avanzano pero nell’talia del nord. Foscolo
fuggì a Bologna, dove pubblicò l’ode A BONAPARTE
LIBERATORE in cui esaltava il generale francese come portatore
di libertà. Formatosi a venezia un governo democratico, vi fece
ritorno, ma quando tornò Napoleone, Foscolo lasciò di nuovo a
Venezia e si rifugiò a Milano.
A milano, Foscolo conobbe Giuseppe Parini che costituiva per lui
un modello intellettuale, e strinse amicizia con Vincenzo Monti.
Nel 1799 si arruolò nella guarda nazionale e combatte al fianco dei
francesi contro gli austriaci; dopo la vittoria di Marengo con cui
Napoleone riconquistò l’italia, entrò poi a far parte dell’esercito della
Repubblica italiana con il ruolo di capitano aggiunto. Tra il 1801 e il
1804 compose la maggior parte delle odi e di sonetti e concluse la
stesura delle ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS
Nel 1804 seguì l’armata napoleonica per partecipare alla
spedizione contro l’inghilterra, e rimase per due anni nel nord della
francia.

Nel 1808 ottenne la cattedrale all’università di Pavia. Ciò sembrava


la sistemazione tanto sperata, ma la cattedra fu presto soppressa
dal governo.
Nel 1811 Foscolo decise di traferirsi a firenze, e quello fu un
periodo di pace, ed è li che prese forma il progetto intitolato LE
GRAZIE, il poeta dedicò gran parte degli anni successivi, senza
riuscire a portare a termine l’opera.
Verso la fine del 1813 Foscolo tornò a Milano dove riprese il suo
posto nell’esercito: pero in seguito alla sconfitta definitiva di
napoleone gli venne offerta la direzione di una rivista culturale la “
BIBLIOTECA ITALIANA" , ma foscolo rifiutò e fuggì da milano e
andò in esilio prima in svizzera poi a londra.
Qui fu accolto con onori e simpatia, ma sorsero attriti e
incomprensioni , inoltre la sua situazione economica era molto
grave. Per alleviare queste difficoltà cercò delle collaborazioni con
riviste inglesi, dove tra l’altro prese posizione contro il
romanticismo. Negli ultimi tempi, ammalato e povero, si rifugiò nei
sobborghi piu poveri di londra. Dove morì il 10 settembre 1827.
LA CULTURA E LE IDEE
Nella formazione di Foscolo conversero le componenti tipiche della
cultura del suo tempo:
- Tradizione classica
- I principi illuministici
- Tendenze preromantiche

La formazione letteraria del giovane poeta si compì nell’ambito del


gusto arcadico, si aggiunse il modello dei grandi classici greci e
latini (Dante e Petrarca). Tra i moderni, Foscolo guardava con
ammirazione Parini e Alfieri. Al tempo stesso subì le suggestioni
del Rousseau e Goethe.
Per quanto riguarda le idee, egli subì l’influenza di Rousseau, dal
quale ereditò il culto della natura come fonte di tutto ciò che è
autentico e positivo, nonché il culto della passionalità intensa.
Inoltre negli giovanili di Foscolo abbracciò la posizioni giacobine
che si fondavano su concezioni democratiche ed egualitarie. Piu
tardi Foscolo abbracciando le concezioni di Machiavelli, e a credere
nell’originaria malvagità dell’uomo, in perenne conflitto con gli altri
uomini.

IL MATERIALISMO
A questo pessimismo contribuì un’altra componente filosofica era
gia presente nella cultura illuministica del 700, si trattava del
materialismo, la posizione di chi ritiene che tutta la realtà sia
materia, ed esclude quindi lo spirito. Ne deriva la negazione della
sopravvivenza dell’anima dopo la morte. Il mondo quindi non è retto
da una superiore intelligenza, ma da una cieca forza meccanica, e
la morte segna l’annullamento totale dell’individuo.
Foscolo si rese conto che seguendo i principi del materialismo si
rischiava di negare il fondamento di ogni valore superiore, ideale:
inoltre era consapevole che il pessimismo poteva facilmente
generare negli uomini indifferenza e passività.

UNA FUNZIONE DELLA LETTERATURA E DELLE ARTI


Un fondamentale valore alternativo che foscolo propone è la
bellezza, di cui sono custodi e depositarie la letteratura e le arti. A
queste ultime foscolo assegna il compito di depurare l’animo
dell’uomo dalle passioni. Ma alla letteratura e alle arti è assegnato
un fine piu alto. Esse insegnano il rispetto per gli altri uomini e la
compassione per i deboli e i sofferenti. La letteratura e le arti hanno
quindi per Foscolo un’inestimabile funzione civilizzatrice.

LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS


La prima opera importante di Foscolo fu il romanzo intitolato
ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS. Una prima redazione fu
parzialmente stampata dal giovane scrittore a Bologna nel 1798. Il
romanzo fu ripreso da Foscolo e pubblicato a Milano nel 1802. Su
di esso lo scrittore ritornò ancora ristampandolo nel 1816 a Zurigo e
nel 1817 a Londra.
L’ortis è dunque un opera giovanile ma anche un’opera che Foscolo
sentì come centrale nella sua esperienza.
Si tratta di un romanzo epistolare. Il racconto si costruisce
attraverso una serie di lettere che il protagonista scrive all’amico
LORENZO ALDERANI. Il modello fondamentale a cui Foscolo
guarda è soprattutto “I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER” di
Goethe.
Chiaramente ispirato al Werther di Goethe è soltanto il nodo
fondamentale dell’intreccio, ma anche il nucleo tematico profondo:
la figura di un giovane intellettuale in conflitto con un contesto
sociale in cui non può inserirsi. Goethe per primo aveva colto
questa situazione di conflitto tra intellettuale e società, ed aveva
avuto la geniale intuizione di rappresentare il conflitto attraverso
una vicenda privata e psicologica, sul terreno dei rapporti amorosi.

Il conflitto sociale, che nel Werther si misura essenzialmente sul


piano provato dei rapporti personali, qui si trasferisce anche sul
piano politico. Il dramma di Werther è quello di non riuscire a
trovare una collocazione nella società: da un lato egli non puo
identificarsi con la sua classe di provenienza, dall’altro l’artista
borghese è respinto anche dell’aristocrazia che è ancora la classe
dominante.
Diverso è il dramma di Jacopo: quanto il senso angoscioso di una
mancanza, il non avere una patria, un tessuto sociale e politico
entro cui inserirsi. Il fatto essenziale è che il Werther fu scritto prima
della rivoluzione francese, l’ortis invece fu scritto dopo.
Quindi ci sono delle differenze.
I DOLORI ULTIME LETTERE
DEL GIOVANE WERTHER DI JACOPO ORTIS

Romanzo epistolare: la narrazione è svolta attraverso le lettere del


IL GENERE protagonista con rari interventi di un narratore esterno (l’editore
fittizio delle lettere)

La germania dell’assolutismo L’italia napoleonica, con i suoi


prerivoluzionari, dominata tumultuosi rivolgimenti e il delinearsi
L’AMBIENTAZIONE dall’aristocrazia e da una borghesia del nuovo regime oppressivo del
reazionaria “tiranno” straniero

In seguito al Trattato di Campoformio, il


Il protagonista si rifugia in
protagonista si rifugia sui colli Euganei
ANTEFATTO campagna in seguito a una per sfuggire alle persecuzioni contro i
dolorosa vicenda sentimentale patrioti giacobini

INTRECCIO
Un giovane che si suicida per amore di una donna
gia destinata come sposa ad un altro

RAPPORTO Werther non può identificarsi né Il dramma di Jacopo è politico


con la borghesia, perche i suoi piuttosto che sociale: egli
INTELLETTUALE-
valori di artista si scontrano con il
avverte la mancanza di una
SOCIALE freddo pragmatismo che
caratterizza questa classe sociale, patria entro cui inserirsi dopo
né con l’aristocrazia, che lo il fallimento storico dei sogni
respinge in quanto borghese patriottici e rivoluzionari

Il suicidio per un amore impossibile L’amore è una forza positiva, è


è il modo in cui si manifesta l’estrema illusione che trattiene il
AMORE E MORTE l’impossibilità da parte del protagonista dal suicidio dopo la
protagonista di inserirsi nel contesto delusione storica: svanita anche
della società questa illusione, Jacopo si uccide

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