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NEOREALISMO

Successivamente alla caduta del regime fascista fascista e alla fine della Seconda Guerra
Mondiale si vide un periodo di riconquista della libertà politiche e civili, che spinse gli
intellettuali ad un ritrovato impiego civile e sociale, dando vita così ad una nuova cultura.
Molti scrittori teorizzarono una nuova figura di intellettuale attento ai problemi concreti della
società e impegnato nella loro risoluzione. Tra i modelli di riferimento troviamo Santre che
teorizza il necessario impegno dell'intellettuale moderno e Gramsci che sostiene:
● importanza di uno stretto contatto tra cultura e popolo
● la nascita dell'intelletuale organico cioè l'uomo acculturato che si propone di
esprimere in modo diretto la situazione di una determinata classe sociale, i suoi
interessi e le sue esigenze.
In questo clima innovativo tra il 1943 e il 1955 nasce il Neorealismo si tratta dell'espressione
di uno stato d'animo diffuso, che si propone di rappresentare criticamente la realtà per
contribuire a modificarla. Questo tentativo di intervento costruttivo differenzia il Neorealismo
dal Realismo e vediamo come esponenti Vittorini e Pavese.

Tra i neorealisti prevale il Romanzo con due differenti aree tematiche:


● Dramma della guerra (campi di sterminio Resistenza) Levi Calvino Pavese Fenoglio
● Analisi sociale con i problemi della ricostruzione e arretratezza del meridione
(Pratolini e Pasolini)
Ulteriori novità del Neorealismo sono l'utilizzo di strutture di stampo ottocentesco come la
linearità dell'intreccio, il narratore onnisciente e un linguaggio semplice e popolare.
Rimane l'obiettivo rimane quello di comunicare alle masse popolari.

Il Neorealismo può essere distinto in due fasi:


PRIMA FASE (43/48) dove si sviluppa in modo esponenziale visto il desiderio di raccontare
le terribili esperienze belliche.
SECONDA FASE dove si affronta il dibattito sui problemi della società e soprattutto il
rapporti tra letteratura e politica. Qui vediamo due visioni differenti:
chi rivendica l'autonomia della letteratura mentre chi invece è più legato al partito politico
comunista italiano che si pone l'obiettivo di rieducare le masse in vista di una rivoluzione
Socialista. Intorno al 1955 in Neorealismo perde di importanza anche vista la visione
populista che si sviluppa.

CESARE PAVESE
Cesare Pavese nato nel 1908 a Santo Stefano Belbo nelle Langhe studia a Torino ed entra
in contatto con gli antifascisti. Nel 1935 viene arrestato per attività antifasciste e condannato
a tre anni di confino. Torna a Torino e pubblica la sua prima raccolta di poesie "Lavorare
stanca". Nel 1941 con il romanzo "Paesi tuoi" emerge uno stile antiletterario (come Svevo
scrive in lingua parlata) che ispirerà il Neorealismo.
Non partecipa alla Resistenza attivamente e si rifugia nel Monferrato dove poi si iscriverà al
partito comunista e approfondisce l'interesse per il mito e l'antropologia. Intorno agli anni 50
vive un periodo di grandi pubblicazioni dove vediamo spiccare: "La casa in collina" e “La
Luna e il Falò". Nonostante il successo letterario ottenuto con questi brani rimane nell'autore
un senso di profondo disagio universale e disperata solitudine elementi che lo portano a
suicidarsi nell'agosto del 1950.

Nelle sue opere Pavese predilige l'utilizzo di personaggi e situazioni fra loro simili
caratterizzate da solitudine e incapacità di rapporti autentici con l'esterno e costruttivi dai
quali emerge il desiderio di fuggire e il recupero della dimensione infantile.
Nei suoi protagonisti è nella sua vita ritornano diverse contrapposizioni come l'infanzia e la
maturità oppure tra città e campagna oppure tra natura e storia. Ognuno di questi elementi
ha sia valenze negative che positive come per esempio la campagna che è sia luogo
dell'innocenza infantile che mondo degli istinti primitivi o per esempio la città che appare
come luogo di maturazione porta contemporaneamente a una situazione di tristezza e
solitudine.
L'unica illusoria salvezza per l'autore è la speranza di un ritorno al paesino mitico
dell'infanzia che risulta anch'esso deludente.

Le sue opere anche se ben precise e descritte prendono una valenza universale grazie alla
scrittura metaforica e simbolica accompagnata da un registro realistico che a volte si innalza
diventando più lirico. Stile antiletterario e originale.

LA CASA IN COLLINA
vede come protagonista e io narrante del romanzo Corrado un insegnante che visti i
bombardamenti su Torino si ritira in una casa in collina. Qui vive con i suoi genitori e
frequenta un osteria dove a tra in contatto con numerosi antifascisti tra cui una donna Cate
forte e matura con cui aveva avuto una relazione e Corrado crede anche un figlio Dino. L'8
settembre Cate è I compagni organizzano la lotta partigiana, ma Corrado è incapace di un
impiego concreto e si rifugia in isolamento in un collegio religioso. Nel frattempo Cate e i
suoi sono stati arrestati dai Tedeschi, mentre Dino ha deciso di arruolarsi nell'esercito.
Corredo successivamente torna nella sua terra natale le Langhe e alla vista di queste terre
devastate dalla guerra il protagonista prova un sentimento di pietà e partecipazione alle
vicende collettive che però continuano a non risolvere le sue incertezze esistenziali.

LA LUNA E IL FALÒ
Il protagonista Anguilla è un trovatello, che dopo aver fatto fortuna in America torna nelle
Langhe e sotto la guida dell'amico Nuto rivisita tutti i luoghi d'infanzia particolarmente
cambiati.
Da qui possiamo individuare due nuclei narrativi dell'opera:
Legati a Cascina Gaminella dove viveva Cinto che diventa amico del protagonista al quale
viste le pesanti condizioni di povertà i genitori si suicidano e bruciano la casa.
Il secondo legato a al ricordo delle figlie di sor Matteo cioè tre sorelle che sono passate dal
mondo contadino a quello borghese ma hanno fatto una brutta fine.
Tale romanzo quasi autobiografico
vede come tema centrale il ritorno alla terra natale dove il protagonista tenta invano di
ricostruirsi la sua identità.

Temi di Pavese
1. Infanzia rappresentata dal mondo delle Langhe che diventano immagine simbolo
dell'infanzia perduta.
2. Natura ritmi inesorabili da nascita a morte
3. Forze misteriose e irrazionali
4. La città e la modernità
5. Immerso tra problematiche esistenziali, realtà storica e fascinazione del mito

RACCONTARE LA RESISTENZA
Negli anni successivi alla guerra vediamo fornire diversi testi (cronache diarie) che
affrontano i temi delle esperienze belliche.
Tra questi spiccano "il Sergente della neve" di Stern (disastrosa ritirata dalla Russia) e
"Lettere dei condannati a morte della Resistenza Italiana" (eroismo della Resistenza).
Maggiore successo lo ottengono gli autori che descrivono tali lotte e scontri in una
dimensione individuale in un'ottica anti celebrativa e priva di retorica.

SCRIVERE PER NON DIMENTICARE


Anche lo sterminio di massa di milioni di ebrei ha portato alla presenza di numerose
testimonianze in diari e Memoriali che spesso si concludono con il monito alle generazioni
future di non dimenticare.

PRIMO LEVI
Nato a Torino nel 1919 in un famiglia agiata studia Chimica all'università e dopo l'8
settembre del 1943 si trasferisce in Valle D'Aosta dove si lega ad una formazione partigiana.
Viene poi catturato e deportato in un campo vicino ad Auschwitz. Una volta finita la guerra
salvatori grazie alla scarlattina torna in Italia dopo aver affrontato un lungo viaggio attraverso
l'Europa. Nel 1956 pubblica "Se questo è un uomo" e riscuote grande successo.
Successivamente sempre con lo stesso argomento vedremo "La tregua" e "Il sistema
periodico". L'ossessione per l'esperienza vissuta lo porta a comporta anche a distanza di
anni "i sommersi e i salvata", ma comunque continua a sconvolgerlo così tanto che Levi si
suicida a Torino.

Caratteristica importante dell'autore la sua capacità di analizzare attraverso un'attitudine


mentale scientifica in modo Lucido in momenti e meccanismi della Sofferenza dell'uomo
sull'uomo e l'utilizzo come testimonianza. Egli fa quindi della sua cultura più scientifica la
chiave di lettura di quel macchina studiata per schiacciare e annientare gli ebrei.

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