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Italo Calvino

Biografia
Italo Calvino è forse il narratore più importante del secondo Novecento. Ha frequentato tutte le
principali tendenze letterarie, restando a una certa distanza da esse e svolgendo un proprio percorso
di ricerca.
Nasce nel 1923 a Santiago de las Vegas (Cuba), ma viene cresciuto a Sanremo e viene educato in un
ambiente antifascista, laico e colto. Partecipa alla Resistenza e milita nel PCI; dopo la laurea
frequenta il gruppo di intellettuali che collabora con la casa editrice Einaudi e con «Il
Politecnico», stabilendo una relazione d’amicizia con Pavese e Vittorini. È il periodo del
Neorealismo, a cui Calvino dà il proprio contributo con i racconti scritti a partire dal 1945 e poi
riuniti in Ultimo viene il corvo (1949) e con il romanzo Il sentiero dei nidi di ragno (1947).
La presa di distanza dal Neorealismo è già chiara nel saggio del 1955 Il midollo del leone. Nel
1959 con Vittorini dà avvio alla rivista «Il Menabò». Nel frattempo, scrive altri racconti, riuniti
nella raccolta I racconti (1958), il ciclo dei tre romanzi che formano I nostri antenati (Il
visconte dimezzato, 1952; Il barone rampante, 1957; Il cavaliere inesistente, 1959) e una
serie di fiabe fantastiche ma di ambientazione realistica, Marcovaldo ovvero Le
stagioni in città (1963). Sempre nel 1963 esce il racconto lungo La giornata di uno scrutatore, che
pone fine al primo periodo della produzione narrativa di Calvino.
Calvino si sposa con Ester Singer e va ad abitare a Parigi. Dalla frequentazione degli strutturalisti e
dei semiologi francesi nasce in lui l’idea della letteratura come «gioco combinatorio», volta a
costruire romanzi artificiali. La combinazione delle varie possibilità finisce per identificarsi con
quella stessa del mondo: le parole si sostituiscono alle cose. Questa teoria postmodernista tende,
col tempo, a essere sfiduciata: il gioco combinatorio rivela il nulla che gli sottostà.
Il suo ultimo lavoro, rimasto incompiuto, Lezioni americane.

Poetica
La cultura di Calvino sottolinea il gusto cosmopolita, l’interesse per le scienze, la tendenza
illuministica alla chiarezza e all’esattezza. L’illuminismo di Calvino non è una ideologia
complessiva, ma un metodo che fa ricorso all’analisi razionale per mostrare la complessità delle cose:
può perciò combinarsi con la fantasia e affidarsi a ipotesi fantascientifiche, al gioco, alla fiaba.
Proprio per influenza della tradizione illuministica Calvino ama una scrittura dai caratteri
neoclassici, chiara, nitida, esatta, precisa.
La poetica di Calvino è affidata a una serie di saggi.
• Nella Prefazione a Il sentiero dei nidi di ragno. Quando Calvino ripubblica una nuova
edizione del romanzo, nel 1964, premette una sorta di introduzione, che diventa un bilancio
del neorealismo in generale, in cui lui inserisce la sua opera in un orizzonte più basso. È
proprio Calvino a tramandarci quell’idea del Neorealismo come un’esplosione spontanea, un
qualcosa di collettivo che nasceva da un’esigenza comune. Tutto ciò era alimentato dal
clima del dopoguerra, un clima di rinascita e speranza. Era anche un clima di euforia, in cui
chiunque, non solo gli scrittori, aveva voglia di raccontare ciò che aveva vissuto e le proprie
esperienze. In questa Prefazione si esalta il rapporto autore-lettore che viene alimentato da
tutta questa euforia. Visto che tutti avevano una storia da raccontare, ci si chiedeva come riuscire a
raccontarle tutte, qual era la forma adatta da usare. Elgi mostra anche quali erano i modelli (I
Malavoglia di Verga, Conversazione in Sicilia di Vittorini). In una parte finale Calvino ammette
che lui non avrebbe voluto scrivere la Prefazione a questo libro ma ad Una questione privata di
Fenoglio, definendolo «il libro che tutti avrebbero voluto fare; c’è riuscito il più isolato di noi».
• La crisi e il superamento del Neorealismo sono testimoniati dal saggio Il midollo del
leone, del 1955, in cui Calvino, pur accettando ancora l’ipotesi di una letteratura come
“educazione” e impegno morale, respinge la sua subordinazione a poetiche di partito.
Tutta la produzione di Calvino si può dividere in una prima fase e in una seconda fase e a fare
da spartiacque una forte delusione politica che matura tra il 63 e il 74 provocando una sorta di
spaccatura nella sua vita, perché nella prima parte della sua vita Calvino è molto vicino all’ideologia
comunista (Pc) ma successivamente ai patti di Ungheria del 56 si accorge che deve lasciare il partito
comunista. Nel 64 lascia l’Italia trasferendosi a Parigi dove entrò in contatto con alcuni gruppi
sperimentali cambiando totalmente il suo modo di scrivere: nella prima fase a guidarlo era l’idea
della letteratura come sfida al labirinto, per lui il mondo in cui vivevamo era un mondo
labirintico e la letteratura doveva in qualche modo trovare una via affinché si uscisse da questo
labirinto. Nella seconda fase invece uno sperimentalismo già presente nella prima fase, che
porta ad una narrativa che gioca sulle strutture della letteratura, per poi approdare al post-
moderno. Nel corso degli anni Settanta Calvino si avvicina al Postmoderno, di cui accetta temi
che derivano dalla cultura delle avanguardie degli anni Sessanta ma che sono ora privati
dell’aggressività d’allora, quali: la sostituzione delle parole alle cose, il motivo del labirinto, il
nichilismo, la tendenza al gioco e all’ironia, il gusto della riscrittura, l’esaltazione della “leggerezza” e
della “molteplicità”.

Nella prima fase la narrativa è composta da:


• I sentieri dei nidi di ragni e da raccolti neorealisti;
• la narrativa fantastica con la trilogia dei nostri antenati: Il barone rampante, Il visconte
dimezzato e Il cavaliere inesistente. In realtà questa trilogia non sono storie fantastiche per
bambini ma tutt’altro -> protagonisti sono creature bizzarre e irreali, con le quali Calvino vuole
rappresentare determinati aspetti della condizione umana: la scissione dell’uomo
contemporaneo nel Visconte dimezzato; la situazione dell’intellettuale che sceglie la strada
della separazione dal mondo nel Barone rampante; la vita vuota e artificiale dell’uomo d’oggi
nel Cavaliere inesistente. Per scrivere queste opere Calvino si ispirò ad una forma di scrittura
illuminista.

Fase neorealistica
La fase neorealistica, appartenete alla prima fase di Calvino, comprende due libri, Il sentiero dei
nidi di ragno e Ultimo viene il corvo.
Nel sentiero dei nidi di ragno il protagonista è un ragazzo, Pin, una figura svelta e leggera, che
concepisce la vita come un’avventura picaresca. Il ragazzo, fratello di una prostituta, è malizioso,
anche se mantiene sempre un fondo di candore e ingenuità: ruba una pistola a un tedesco e la
nasconde in un luogo favoloso noto a lui solo, un sentiero dove fanno il nido i ragni. Acciuffato dai
tedeschi, riesce a evadere aiutato da un partigiano comunista, e poi a congiungersi, grazie all’aiuto di
Cugino, con una banda di partigiani privi di coscienza politica; essi non vengono descritti come
degli eroi, ma come dei personaggi grotteschi, quasi caricaturali; vengono descritti come gente
del popolo, spesso rozza e grezza. Intanto la pistola viene presa da un amico di Pin, Pelle, che sta dalla
parte dei tedeschi e distrugge il nido di ragni. Quando Pin ritrova la pistola nella camera della sorella
capisce che lei è diventata amante di Pelle, e allora la rimprovera, facendo affiorare un embrione di
coscienza politica. Qui Calvino insiste più sul ritmo fantastico del racconto che sulla propaganda
ideologica; infatti, il titolo richiama il genere della fiaba, non sembra il titolo di un romanzo
neorealista che parla di guerra. In effetti, Calvino avrà sempre delle perplessità su questo
romanzo (anche se i tedeschi vengono visti sempre in modo negativo). Lui si è sempre sentito in
colpa perché i partigiani non vengono descritti come eroi, per questo aggiunge un capitolo
autobiografico in cui prende la parola un partigiano, di nome Kim, che spiega le ragioni
della guerra: anche se possono apparire come dei personaggi rozzi, ciò che muove i partigiani è
un bisogno di libertà e giustizia, che li aliena ad una visione politica senza accorgersene.

Negli anni Cinquanta la produzione narrativa di Calvino sperimenta strade nuove. Gli elementi
realistico e fantastico del primo romanzo si scindono in due filoni diversi: uno è quello realistico-
sociale, l’altro quello comico-fantastico. I due filoni si sovrappongono nei racconti Marcovaldo
ovvero Le stagioni in città, in cui l’ambientazione realistico-sociale di questo filone rimanda all’Italia
del boom economico o a quella delle elezioni politiche degli anni 50.

Narrativa “realistico-sociale”
A questa fase appartengono:
• La nuvola di Smog, in cui l’autore riflette sui problemi del mondo in cui viviamo.
• Il romanzo La giornata di uno scrutatore (1963) in cui si narrano le giornate del protagonista,
Amerigo, che si occupa di controllare che le votazioni vengano svolte correttamente, votazioni
importantissime perché c’è una sfida in corso tra il partito comunista e la democrazia. Amedeo fu
incaricato di controllare uno dei seggi più difficili, Cottolengo, un ospedale di Torino in cui vengono
messi i casi più difficili. Dato che Cottolengo era gestito prevalentemente da preti e suore, la paura
più grande del protagonista era che facessero votare per il partito comunista tutta una serie di
individui ‘fuori dalla norma’ che non potrebbero votare. Amedeo una volta arrivato là, si accorge
di quanto la politica conti veramente poco rispetto all’uomo, che la politica non è in
grado di dare risposte al dolore dell’uomo. In particolare ci viene descritta una scena in cui Amedeo
vede la sagoma di un ragazzo decerebrato con accanto un padre, un poveraccio, che si siede accanto
al figlio, al quale fa visita ogni domenica ma i due non posso avere una conversazione poiché il
figlio senza cervello non capirebbe e quindi come gesto d’amore nei suoi confronti gli sguscia le
mandorle e, di fronte a tale scena Amedeo rimane attonito capendo che soltanto la vera forza
dell’amore può grandi cose. Questo segnò una svolta in Calvino perché da questo momento si
allontana dal partito comunista, cambiando vita trasferendosi in Francia l’anno seguente.

Narrativa comica e fantascientifica


A questa fase, in cui si avvicina alla scienza, appartiene:
• Le cosmicomiche, racconti che parlano del cosmo riepilogando tutta la storia dell’evoluzione,
dal big bang ad oggi. È sempre presente una teoria scientifica raccontata attraverso un racconto
fantastico in cui il protagonista è il narratore stesso, dal nome solitamente impronunciabile, Qfwfq,
e che ha continue metamorfosi. Questo è anche un modo che l’autore utilizza per riflettere sulla
letteratura, per scombinare tutti i meccanismi letterari. La combinatoria narrativa rispecchia
dunque una combinatoria universale.
• La trilogia dei nostri antenati: Il barone rampante, Il visconte dimezzato e Il cavaliere
inesistente.

Narrativa combinatoria
A questa fase appartengono romanzi metanarrativi, nel senso che producono una riflessione su sé
stesso e sulle modalità del funzionamento della narrativa:
• Le città invisibili (1972): è composto da 9 capitoli, ciascuno aperto e chiuso da una cornice in
corsivo nella quale si profila lo scenario e si mette in scena il dialogo tra i due protagonisti: Kublai
Kan, l’imperatore dei tartari, e Marco Polo. Fuori dalla cornice, si snodano le descrizioni delle città.
L’imperatore parla ad un Marco Polo chiedendogli di descrivere le città che ha visitato;
quest’ultimo inizia a descrivere delle città fantastiche che nella realtà non sono reali esempio la
città di Leonia invasa dalla spazzatura che mette in evidenza il problema reale dei rifiuti e
dell’inquinamento. Alla fine Marco Polo afferma che descrivendo tutte queste città descrive
soltanto una non città (Venezia). In questo libro la struttura è particolare: si può leggere sia in
ordine pagina per pagina sia saltando da una città all’altra, caratteristica tipica della narrativa
combinatoria.
• L’ultimo romanzo dal titolo Se una notte d’inverno un viaggiatore, in cui si racconta
dell’impossibilità di scrivere un romanzo; difatti il romanzo è composto da una serie di
incipit interrotti in cui l’autore scrive l’inizio di tutti i generi romanzeschi possibili, in cui il
protagonista è il lettore senza nome. Successivamente inizia la narrazione vera e propria di un
romanzo tradizionale che dopo poche pagine si interrompe e a questo punto il lettore si accorge che
le restanti pagine sono come una ripetizione delle prime 10 pagine dell’opera, come se ci fosse un
errore di stampa, il lettore quindi reca in libreria e lì si imbatte in una lettrice che presenta lo stesso
problema , successivamente trovano un altro lettore con il medesimo problema. Quindi la cornice
che ci viene presentata vede protagonisti il lettore e la lettrice che vanno alla ricerca del romanzo di
Calvino scoprendo un complotto fatto da un traduttore: dato che lo scrittore non riesce a finire il
libro, piano piano pubblica cose sempre diverse. Il romanzo si conclude con il matrimonio del
lettore e della lettrice che si innamorano. La ricerca del romanzo compiuto fallisce, così
come fallisce la ricerca di un significato complessivo da dare alla vita e al mondo.

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