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Verismo

Corrente letteraria che si sviluppa fra la metà degli anni settanta e la fine degli anni
ottanta, a cui appartengono le opere italiane ispirate all’in personalità narrativa.
Partendo dal darwinismo(legge del più forte) per autori come Verga, Capuana e De
Roberto. Non c’è soluzione. Mettono al centro le problematiche psichiche dei personaggi
alle quali manzoni non ha mai lasciato spazio. Centralità dei romanzi: autori che
cercano di denunciare alle difficoltà dei ceri più umili del sud. Nel Naturalismo era
possibile vedere un legame tra filosofia e letteratura. Attraverso il messaggio filosofico si
puo diffondere un insegnamento. Assente nel verismo perché unico obiettivo fotografare
la realtà. Nel verismo ci si sofferma sul comportamento dell’individuo come si muove
nella realtà, nel naturalismo si vede la realtà secondo una prospettiva economica e
scientifica.
LUIGI CAPUANA, pioniere del verismo
È siciliano di origine e lavora come critico teatrale, la sua prima prova letteraria si
chiama “ Giacinta” considerata come primo esempio di letteratura naturalistica l’Italia.
Ha come tema principale la psicopatologia femminile ed evidenzia i caratteri principali
del romanzo verghiano. Presenta un caso di psicopatologia femminile mettendo insieme
la medicina positivista con il principio dell’eredità e con il determinismo.
Successivamente scriverà il romanzo “ il marchese di roccaverdina”. Parla di un
marchese innamorato della sua amante di umili condizioni è la costringe a sposarsi con
un suo sottoposto per non disonorare il suo nome. Nonostante costringe i due a non
consumare il matrimonio non riesce a sopprimere la gelosia e quindi uccide l’uomo
incolpando dell’omicidio un contadino. Il rimorso e la gelosia condurranno il marchese
alla follia. Denuncia le ingiustizie che i più umili sono costrette a subire dai più nobili.
La figura del marchese incarna la figura propria dell’antieroe novecentesco. Che si lascia
travolgere dai dubbi e dai sensi di colpa. Avviene così l’analisi dell’individuo in
relazione allo sfondo storico etc. Scrive altre novelle dove si distacca dal metodo
sperimentale di Zola, infatti ribadisce l’autonomia del testo dall’autore e dal contesto
storico e sociale. I testi assumono la funzione di una lente d’ingrandimento rispetto alle
problematiche sociali.
Le differenze sostanziali tra Naturalismo e Verismo sono
1 vivono in modo problematico il rapporto la realtà dalla quale provengono e le
contraddizioni del nuovo stato Italiano(periodo dell’unificazione d’Italia= totale caos)
2 i veristi hanno una politica conservatrice contro il progressismo naturalista
3 le opere veriste hanno un pessimismo di fondo. Chi è umile resta tale. Non c’è
possibilità di miglioramento sociale. (Presupposto don fedro diverso. Parte dalla
condizione di provenienza invece verga dal darwinismo). Gli scrittori veristi
introducono il discorso indiretto libero nel quale la scena viene raccontata da un punto
di vista interno così che l’opinione dell’autore non traspare e fuori esce l’oggettività
dell’autore.
Una strategia che viene attuata è l’artificio della regressione cioè che il narratore esclude
completamente la sua personalità.
Rispetto al naturalismo uno degli obiettivi del verismo non è statto dare una
descrizione della realtà circostante ma cogliere il comportamento dell’individuo nella
società. Prevalgono parti dialogate su quelle descrittive raggiungendo il punto massimo
di impersonalità pura. Attraverso le descrizione la voce di Zola traspare comunque. Nel
naturalismo c’è un impegno sociale perché si spera in un rinnovamento da parte delle
classi dirigenti invece nel realismo non ci sono implicazioni ideologiche. Nel
naturalismo avviene un racconto scientifico della società invece i veristi puntavano
all’osservazione del comportamento dell’individuo. Nel naturalismo c’è uno
sperimentalismo invece nel verismo c’è una semplice osservazione.

FEDERICO DE ROBERTO
É di Napoli ma si trasferisce in Sicilia dove si laurea in giornalismo. Scrive due
raccolte d’impronta realtista: “La sorte” e i “Documenti Umani” segute da un ciclo di tre
romanzi dedicati agli Uzeca di Francalanza( antichi viceré della sicilia). Si tratta di
una saga familiare che si svolge fra la fine del regno delle due sicilie e l’inizio del regno
d’Italia.
- l’illusione: parla di Teresa Uzeda cugina del capostipite. Sullo sfondo di una società
patriarcale si svolge la biografia di questa donna definita la “Bovary italiana”
- I vicerè: narra le vicende degli Udeza negli anni della fine del dominio borbonico fino
allo sviluppo del nuovo regno d’italia. Descritta dal punto di vista si Giovanni Radalī,
uno sconfitto che paga con il suicidio la delusione storico- politica perchè non c’è stato
un riscontro dalle classi dirigenti. Una frase emblematica che viene detta è “fatta
l’italia ora dobbiamo fare gli affari nostri” come parodia della frase “fatti l’italia
dobbiamo fare gli italiani” per sottolinea la sfiducia in un possibile riscatto economico.
Nel romanzo la storia è protagonista. Anche se il punto di vista è di Giovannino Radalì
spesso il discorso è lasciato a molteplici prospettive dando spazio alla polifonia
marrativa. La miglia e internamente dilaniata ma tutti cercano di conservare i propri
privilegi.
- L’imperio: ha una struttura narrativa duplice: da una parte le vicende dell’ultimo
discendente degli Uzeda, dall’altro la vita del giornalista Federico Ranaldi che osserva
la corruzione della politica romana. Mentre il principe intrapre un’importante carriera
politica, il giornalista ritorna al suo paese con un totale rifiuto della società moderna.
Resta incompiuto
(Paragone famiglia degli uzeda e malavoglia)
Nobiltà parassitaria, amnientazione contadina. Elementi che si ripetono sempre.
Nella trilogia degli Uzeda viene fatta una parodia delle teorie sulla razza: tendono a
voler difendere i propri privilegi la loro razza in quanto quella di persone abietti e
superiore a quella degli umili. La trilogia spiega la storia del decadimento di una
famiglia dal assaggio dalla monarchia alla borghesia. Italia unita: sono venuti meno i
domini stranieri, chi era stato messo al potere dagli stranieri se la passano male come
gli uzeda che vivono un decadimento.
GRAZIA DELEDDA
sarda e completamente ostacolata nel suo voler diventare giornalista. Diritti delle donne
nell 800 erano quasi pari a zero. Una donna che sa e vuole scrivere deve essere stata
considerata una maledizioni infatti jl padre la ostacola.
Similitudini Verismo: ambientazione regionale, da voce al popolo descrizione oggettiva.
Discrepanze realismo: Ricostruisce i romanzi in chiave autobiografica fa in modo che
l’autrice sia meno impersonale.
Componente sovrannaturale: I personaggi percepiscono la presenza di cresture
sovrannaturali .
Romanzo più importante canne al vento: donne protagoniste tre donne Pinor, sorelle
nubili di una famiglia decaduta.
La situazione viene scossa quando ritorna Giacinto figlio della quarta sorella scappato
in america. Che non si trova a suo agio e fatica ad adattarsi in Sardegna.
Vari personaggi che sprimono il mondo arcaico con un passo verso la modernita espresso
da Giacinto.

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