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UNIVERSITÀ DI SPALATO

FACOLTÀ DI STUDI UMANISTICI E SOCIALI


DIPARTIMENTO DI ITALIANISTICA

ANALISI COMPARATISTICA TRA L'OPERA DI CON


GLI OCCHI CHIUSI DI FEDERIGO TOZZI E TENA DI
JOSIP KOZARAC

STUDENTESSA: TUTOR:
Franka Polić PROF.SSA Nikica Mihaljević

SPALATO, FEBBRAIO, 2024


INDICE

1. INTRODUZIONE...................................................................................................................3

2. FEDERIGO TOZZI................................................................................................................2

3. JOSIP KOZARAC..................................................................................................................5

4. LA TRAMA DI TENA............................................................................................................6

5. LA TRAMA DI CON GLI OCCHI CHIUSI..........................................................................9

6. L'ANALISI COMPARATISTICA TRA L'OPERA CON GLI OCCHI CHIUSI DI


FEDERIGO TOZZI E TENA DI JOSIP KOZARAC...............................................................12

7. CONCLUSIONE..................................................................................................................19

8. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:......................................................................................20
1. INTRODUZIONE

In questa tesina vengono presentate due opere Con gli occhi chiusi di Federigo Tozzi e Tena
di Josip Kozarac. All'inizio vengono presentate le informazioni principali sulla vita e l'opera
di entrambi gli autori e poi vengono analizzate entrambe le opere. Lo scopo della tesina è
analizzare e confrontare le due opere, cioè comparare le storie, i protagonisti e i loro destini,
confrontare le caratteristiche dei personaggi, confrontare le vite dei protagonisti, i rapporti
familiari e l'influenza dei rapporti familiari sui protagonisti delle storie, confrontare anche lo
stato socio-economico dei personaggi di entrambi i romanzi e analizzare come determinate
condizioni hanno influenzato i personaggi, confrontare anche il rapporto tra ricchi e poveri e i
destini di personaggi femminili.
2. FEDERIGO TOZZI

“Nel panorama della narrativa primocentesca vanno ricordati autori che hanno privilegiato la
prosa di carratere espressionista, ricca di asperità e di vocaboli rari. La narrativa di tipo
esspresionista più stimata è quella del senese Federigo Tozzi.” 1 Egli nacque nel 1883 a Siena.
La sua adolescenza è stata segnata dal despotismo del padre e dai dissesti finanziari della
famiglia. 2 La madre di Tozzi è stata una donna molto malata e sensibile, mentre suo padre
possedeva una trattoria ed era un uomo molto crudele. Fin dalla prima infanzia, Federigo era
in conflitto con suo padre, a causa del modo in cui suo padre trattava lui e sua madre.
Frequentò la scuola elementare e la parte del ginnasio a scuola del vicino Colleggio
Arcivescovile, ma per ľignoranza fu espulso a metà del terzo anno. A soli 12 anni perse la
madre, dopo di che il padre lo mandò alla scuola delle Belie Arti. Gli studi però Federigo non
finì neanche questa volta. Successivamente studiò all'Istituto tecnico di Firenze. Gli anni tra il
1902 e il 1908 furono forse i peggiori delia sua vita. In questo periodo Tozzi ebbe grossi
problemi di salute fisica e mentale. Sempre in questo periodo scrisse lettere indirizzate ad una
certa Annalena, in realtà Emma Palagi, che più tardi diventò sua moglie. All'età di 24 anni
decise di trasferirsi a Roma, ma anche lì non ottenne grandi successi. Poi ritornò a Siena, dove
sposò Emma Palagi. Da Siena andò a Pontedera, dove lavorò solo due mesi, scrisse di questa
esperienza nel romanzo Ricordi di un impiegato. Dopo la morte del padre tornò a Siena per
gestire la proprietà di famiglia, ma a causa dei numerosi debiti vendette un podere e decise di
trasferirsi con la moglie e il figlio a Roma. Durante la prima guerra mondiale lavorava come
volontario nella Croce Rossa. Morì il 21 marzo 1920 per polmonite. 3 Le opere più importanti
di Tozzi sono i suoi romanzi: Con gli occhi chiusi (1919), Ricordi di un impiegato (1927), II
podere (1921), gli Egoisti (1923), Tre croci (1920) e la raccolta delle prose liriche Bestie
(1917).4 “L'opera di Tozzi si può considerare come un esemplare itinerario dal frammento al
romanzo, dall'autobiografismo che si esprime in moduli lirici all'oggettivazione e quindi alla
creazione di personaggi e di vicende con una loro realtà umana; il problema critico è quello di
verificare fino a qual punto Tozzi sia riuscito ad operare questo passaggio.” 5 “Il punto di
partenza della ricerca narrativa di Tozzi (che aveva iniziato la sua carriera letteraria con due
libri di poesia, La zampogna verde del 1911 e La città della Vergine del 1913) rientra nella
1
Alberto Casadei, Il Novecento, Storia della letteratura italiana, Bologna, il Mulino, 2014, pp. 40-41.
2
Cfr. Ibid.
3
Cfr. Karolina Křížová, La storia dei padri e dei figli, završni rad, Brně, Filosofická fakulta Masarykovy
univerzity, 2009, pp. 1-4.
4
Cfr. Salvatore Guglielmo, Guida al novecento, Milano, Principato, 2005, p. 203.
5
Ibid.

4
tendenza autobiografica e diaristica del clima vociano.ˮ 6 Nel 1917 pubblicò la sua prima
opera narrativa Bestie. Si tratta di una breve serie di racconti e di prose, e ciò che più
violentemente colpisce in essa è la rappresentazione della crudeltà dei contandini nei
confronti degli animali.7 “Dopo prove di lirismo autobiografico, scrisse tre romanzi (Tre
croci, 1918; Con gli occhi chiusi, 1919; Il podere, 1921 ma scritto nel 1918).ˮ8 Attraverso
protagonisti di questi tre romanzi Pietro in Con gli occhi chiusi , Giulio in Tre croci e
Remigio ne Il podere Tozzi introduce la figura dell'ineto, cioè la figura dell'uomo incapace di
accetare le leggi che reggono il mondo, e perciò destinato alla sconfitta. 9“I suoi personaggi
sono dunque imparentati con gli inetti e i vinti di tutta la letteratura europea novecentesca, e
sono diversi invece dai “vintiˮ di Verga e degli altri veristi per il carattere tutto interiore delle
loro sconfite, per l'animo inerte con il quale le vivono, per l'atmosfera di tragedia e cupezza
che paesaggi e ambienti liricamente deformati creano intorno a essi.ˮ 10 La costruzione
narrativa in romanzi Tre croci e Il podere è più tradizionale, ma i temi vengono trattati con
potenza ed efficacia. In entrambi è presente il senso di un destino inevitabile, di una colpa che
11
i protagonisti devono scontare, sino ad arrivare all'autodistruzione. Per quanto riguardo lo
stile dei romanzi, Tozzi dissecca lo stile intriso di forme toscane quanto più è possibile,
togliendogli ogni compiacimento di purità lessicale di proprietà sintattica; e tende piuttosto a
una sinteticità piena di sprezzature, che si adegua mirabilmente alla dura sostanza delle
situazioni e delle vicende. I romanzi come Novale ( edito nel 1925) o Ricordi di un impiegato
pubblicati nel 1927, hanno minore intensità e originalità di fronte ai tre romanzi principali. Le
altre opere di Tozzi di altissimo valore sono le novelle Giovanni (1920), L'amore (1920) e
L'immagine e altri racconti (1946). Nel teatro, il suo testo migliore viene considerato
L'incalco.12

6
Romano Luperini, Il Novecento, Torino, Loescher, 1994, p. 290.
7
Cfr. Giorgio Bàrberi Squarotti, Storia civilità letteraria italiana, Il secondo ottocento e il novecento, Torino,
Utet, 2003, p. 1145.
8
Giuseppe Petronio, L'attivita letteraria in Italia, Palermo, Palumbo, 1979, p. 921.
9
Cfr. Salvatore Guglielmino, Guida al novecento , op. cit., p. 203.
10
Giuseppe Petronio, L'attivita letteraria in Italia, op. cit., p. 921.
11
Cfr. Alberto Casadei, Il Novecento, Storia della della letteratura italiana, op. cit., p. 42.
12
Cfr. Giorgio Bàrberi Squarotti, Storia della civilità letteraria italiana, Il secondo ottocento e il novecento, op.
cit., p. 1149.

5
3. JOSIP KOZARAC

Nacque a Vinkovci il 18 marzo nel 1858. Josip Kozarac era uno scrittore e guardaboschi
croato. Diplomato al liceo di Vinkovci nel 1876, studiò silvicoltura nel 1879 alla scuola
superiore di agricoltura di Vienna e fu il primo croato a diplomarsi in quella scuola. Dal 1885-
95 fu direttore forestale a Lipovljani, poi capo forestale a Vinkovci. Per le sue opinioni
intelletuali e lettararie furono molto importanti gli studi a Viena, dove lesse la letteratuta
13
economica e di storia naturale dei principali pensatori europei del XIX secolo. Kozarac è
stato scrittore del realismo croato, ed è spesso menzionato come lo scrittore più realistico del
realismo croato. Ciò potrebbe essere attribuito al fatto che scrive senza abbellimenti sulla vita
quotidiana di un contadino della Slavonia. Il grande modello e fonte di ammirazione di
Kozarac era Turgenev. L'opera letteraria di Josip Kozarac è composta da diverse poesie, una
dozzina di novelle e racconti, due romanzi (il terzo è il romanzo incompiuto Živi kapitali) e
14
sei opere teatrali (quattro commedie e due tragedie). Inoltre, è molto importante per il
realismo croato perché introduce un nuovo sistema tematico negli spazi narrativi. Le sue
opere sono sotto forte influenza delle teorie contemporanee di Adam Smith, Charles Darwin e
15
John Stuart Mill. Nelle sue opere parla dei problemi sociali, rapporto tra villagio e la
società, bellezza del paessaggio autoctono e delle conseguenze del crolo della morale
patriarcale. Sua opera letteraria può essere divisa in 3 parti. Il primo periodo può essere
definito giovanile, come per qualsiasi scrittore in fase di sviluppo, è dominato da opere
realizzate durante gli anni del liceo e degli studenti giorni. Questo è il periodo dei suoi testi e
dei suoi tentativi drammatici, in cui si sente romantico ed entusiasmo giovanile, e talvolta un
grido patriottico. A questo periodo appartiene l'opera Priče djeda Nike (1877– 1879), dove
Kozarac usa un linguaggio popolare e dove parla dei problemi nei villaggi della Slavonia. Il
secondo periodo, dura fino al 1897 e segna età più matura quando pubblica la maggior parte
delle sue opere; due romanzi (Mrtvi kapital, Među svitlom i tminom,) e la maggior parte dei
16
racconti (Biser Kata, Tri dana kod sina , Slavonska Šuma ecc.) Nelle opere Mrtvi kapital
(1889) e Živi kapital (1937), dove oltre ad esprimere una forte tendenza illuminista-nazionale
prumuove anche gli ideali di onestà e lavoro. In una delle sue opere più importante Među

13
Cfr. Nikolina Gajić, Društvena kritika u novelama Josipa Kozarca, završni rad, Osijek, Sveučilište J. J.
Strossmayera u Osijeku, Filozofski fakultet Osijek, 2020, p. 2.
14
Cfr. Ibid.
15
Cfr. Hrvatski biografski leksikon, Zagreb, Leksikografski zavod Miroslav Krleža, 2005, pp. 389 -391.
16
Cfr. Stjepan Čakarić, Socijalno-ekonomska problematika Slavonije u romanima “Mrtvi kapitali” i “Među
svjetlom i tminom” Josipa Kozarca, diplomski rad, Zagreb, Filozofski fakultet Sveučilišta u Zagrebu, 2021, p.
21.

6
svjetlom i tminom (1891) descrive l'ambiente piccolo-borghese e parla anche della corruzione
dei funzionari di Khuen Héderváry. 17 Poco dopo venne colpito dalla malattia che segnò la sua
ultima fase, nella quale stava lottando si dedicò all'attività letteraria e pubblicò solo poche
opere (Rodu u pohodu, San savjetnika Orlića, Oprava, Zagonetka i Dvije sestre, ). In quella
fase domina il romanzo psicologico, in cui ignora la favola e analizza l'umore mentale, e i
temi sono l'amore, il matrimonio, la gelosia e infedeltà. Oprava si distingue come il romanzo
più significativo di quella fase.18 Un argomento molto importante nelle opere di Kozarac sono
le donne, cioè personaggi femminili. Così Tena, Mira Kodolićeva, Donna Ines e Biser-Kata
sono uno dei personaggi femminili meglio analizzati della letteratura croata del XIX secolo.
Kozarac è stato tra i primi a introdurre il tema del matrimonio e della donna, della psicologia
femminile, della femminilità, la maestà e la maledizione della bellezza. Lui condanna questi
personaggi per la loro cadenza morale, ma dà loro sempra la possibilità di cambiare e
cominciare una vita nuova. Contrasse la tubercolosi e morì nel 1906. 19

4. LA TRAMA DI TENA

“Tena è una delle novelle più importanti nell'opus letterario di Josip Kozarac, pubblicata nel
1894, in cui lo scrittore fa rivivere un evento storico di un piccolo villaggio della Slavonia. In
realtà, questa novella rappresenta un quadro sintetico dei problemi sociali della Slavonia di
quel periodo, e si può dire che contiene in forma sintetica tutto ciò che rappresenta l'interesse
letterario di Josip Kozarac, perché racconta di un crollo generale della cooperativa patriarcale
della Slavonia, di un negligente oriundo che lascia o trascura i propri beni, dei problemi di
natalità nella Slavonia e dell'arricchimento di un forestiero nella capitale croata.ˮ 20 La storia
inizia con la descrizione di Tena e in primo piano c'è la descrizione della sua bellezza. 21 Viene
descritta con le seguenti parole.

“U šesnaestoj svojoj godini bila je uzrasla i tanka kao da je iz vode iskočila, i činilo se, da će biti i preveć visoka,
pa su joj drugarice već počele prišivati kojekakva nelijepa imena. Lice joj je bilo poneklo mrko, sa onom
neizrazitom bojom, kadano se još nije moglo znati, hoće li biti blijeda crnka ili rumeno-bijela (…) tko ju je vidio

17
Cfr. Nikolina Gajić, Društvena kritika u novelama Josipa Kozarca, op. cit., p. 3.
18
Cfr. Stjepan Čakarić, Socijalno-ekonomska problematika Slavonije u romanima “Mrtvi kapitali” i “Među
svjetlom i tminom” Josipa Kozarca, op. cit., p. 21.
19
Cfr. Nikolina Gajić, Društvena kritika u novelama Josipa Kozarca, op. cit., p. 3.
20
Mirela Treskavica, L'analisi comparativa dei personaggi femminili nelle novelle di Josip Kozarac e Giovanni
Verga, diplomski rad, Split, Filozofski fakultet Sveučilišta u Splitu, 2023, p. 13.
21
Katarina Petreković, Ljubav kao književna tema u hrvatskoj književnosti realizma, završni rad, Zagreb,
Sveučilište u Zagrebu, Hrvatski studiji, 2018, p. 13.

7
zažarenu od žege ili posla, taj je bez dugog razmišljanja rekao da će biti ljepotica (…) nije bila od onih preranih
ljepota, nego od onih, koje se pokasno razvijaju.”22

Secondo la citazione, è evidente che la bellezza di Tena sarà uno dei motivi principali della
trama. La trama si svolge a Posavina in Slavonia durante l'occupazione austro-ungarica della
Bosnia ed Erzegovina. Nel villaggio era insediato un reggimento dell'esercito austro-ungarico,
che attende il momento favorevole per entrare in Bosnia attraverso la Sava. Il sergente
Jaroslav era sistemato a casa di Tena, e divenne il primo amore di Tena. 23 Tena era figlia
unica, che per molti aspetti somigliava a suo padre Jerko, descritto come pigro e
incompetente.“od svinjara postane kućegazda, gospodar, a ne zna ni kako se plug drži, ne zna
ni kola rastaviti, ne ima pojma da svatko mora porez plaćati!” 24 Tena non somigliava a sua
madre, che nel romanzo viene descritta come una donna coraggiosa che fino alla sua morte si
prendeva cura di Tena e della loro casa da sola. Sua madre, vedendo che Tena non mostrava
alcun interesse per i giovani del villaggio, decise di scegliere un marito per lei. Scelse un
marito ricco, Jozo Matijević. Tena non si oppose alla decisione della madre, ma neanche era
felice, non mostrava alcuna emozione, né felicità né tristezza. Presto la madre di Tena muore
e Tena si sentì per la prima volta una donna libera. Successivamente si innamorò di Jaroslav,
che era sistemato a casa sua, ma quell'amore finì quando Jaroslav e il resto dell'esercito
dovettero lasciare la Slavonia e trasferirsi in Bosnia. All'inizio Tena era triste, ma subito iniziò
una relazione con Leon Jungman, un ricco mercante che rimase per un breve periodo in
Posavina.25 Leon rappresenta un ricco straniero che organizza orge in casa sua, dove invita
solo le ragazze più belle del villaggio, tra cui Tena. Attraverso di loro, Kozarac rappresenta la
figura di un capitalista straniero, che porta l'immoralità nel villaggio e che rappresenta di fatto
il declino morale della stessa Slavonia. Tena simboleggia invece la Slavonia, cioè le povere
ragazze slavine che, su persuasione dei genitori, erano in gran parte costrette ad andare a tali
feste.26 Kozarac descrive Leon con le seguenti parole: “... on nije došao u Slavoniju, da ostane
naviek u njoj (…) on je došao, da se obogati u toj zemlji, a kada se obogati, onda da rekne: s
Bogom ostaj, lijepa zemljo, ja te više netrebam, ja idem u svoj kraj, u svoj rod, da potrošim
ono, što sam u tebi ubrao!”27 La relazione di Tena con Leon non è mai stata così emozionante
come quella con Jaroslav. Il suo rapporto con Leon era basato sul beneficio materiale che
22
Josip Kozarac, Tena, Zagreb, Tisak i naklada knjižara Lav. Hartmana, 1984, p. 13.
23
Cfr. Nikolina Gajić, Društvena kritika u novelama Josipa Kozarca, op. cit., p. 5.
24
Josip Kozarac, Tena, op. cit., p. 19.
25
Cfr. Katarina Petreković, Ljubav kao književna tema u hrvatskoj književnosti realizma, op. cit., p. 13.
26
Cfr. Mirela Treskavica, L'analisi comparativa dei personaggi femminili nelle novelle di Josip Kozarac e
Giovanni Verga, op. cit., p. 15.
27
Josip Kozarac, Tena, op. cit., p. 26.

8
Tena e suo padre avevano finché Leon era nel villaggio. 28 La seguente citazione mostra il tipo
della relazione tra Tena e Leon:

“on je znao da nije ni tražio samotnu ljubicu koju će presaditi u svoj vrt, nego ružu koju će si zadjeti za prsa da
mu miriše i ugađa – jedan dan. On je nju volio toliko koliko i zemlju u kojoj je sada živio: on nije došao u
Slavoniju da ostane uvijek u njoj, da bude članom te zemlje, da s njom diše i uzdiže; ne, on je došao da se
okoristi onim što je u njoj lijepo i vrijedno... Svjestan je činjenice da će ju odbaciti kad mu dosadi, jednako kao
što će napustiti Slavoniju kad iz nje iscrpi ono što se iscrpiti dade.”29

Successivamente Tena inizia una storia d'amore con lo zingaro Đorđe e il suo ex fidanzato
Jozo Matijević. Sebbene Đorđe e Jozo fossero sposati, Tena pensava che avesse il diritto di
avere una relazione con loro e che le loro mogli le dessero il diritto di avere un ruolo
dominante nei loro matrimoni. Ma questa situazione finirà. 30 La seguente citazione descrive la
relazione di Tena con Đorđe e Jozo e con le loro mogli Ivka e Maruška.

“Đorđe je mahnitao za njom; fanatizmom istočnjaka snivao on samo o njoj; ona je njemu bila slađa nego mana
nebeska. On je znao za svaki njezin korak, on ju je izdaleka pratio kada je išla k Leonu, i pratio ju kada se
vraćala odanle; on je radi nje dan na dan tukao svoju ženu, malu Ciganku Marušku, a ona opet kraj svojih
udaraca neugasivom ljubavlju ginula za njime, za lijepim svojim Đorđem. Isto tako je bila pokretač radnje u
Jozinom domu, jednako tako je njezina volja bila najvažnija: Ona je bila pravi gazda u Jozinom domu, jer kako
je ona htjela onako je moralo biti.”31

In seguito, Maruška, la moglie di Đorđe, che Đorđe ha maltrattato e picchiato per amore di
Tena, ha deciso di distruggere Tena e le ha dato una sciarpa infetta, a causa della quale Tena
ha contratto la varicella, che ha distrutto la bellezza di Tena. Dopo che Tena ebbe perso la sua
bellezza, Đorđe e Jozo la lasciarono e lei rimase sola e infelice. 32 Ma Kozarac decide,
indipendentemente dal passato immorale di Tena, di concludere il romanzo con il lieto fine.
La fine di Tena descrive in realtà la situazione nella Slavonia, Tena era ormai sfigurata, sola,
povera, la sua casa era in vendita come le altre case della Slavonia. Le truppe austro-
ungariche tornano velocemente in Slavonia, tra cui Jaroslav Beranek, che decide di acquistare
la casa di Tena e salvare Tena, indipendentemente dal fatto che non è più la stessa come
quella che aveva lasciato.33 La loro riunione è descritta nelle seguenti parole. “To su vidjele

28
Cfr. Katarina Petreković, Ljubav kao književna tema u hrvatskoj književnosti realizma, op. cit., p. 14.
29
Josip Kozarac, Tena, op. cit., p. 26.
30
Cfr. Nikolina Gajić, Društvena kritika u novelama Josipa Kozarca, op. cit., p. 16.
31
Josip Kozarac, Tena, op. cit., p. 26.
32
Cfr. Nikolina Gajić, Društvena kritika u novelama Josipa Kozarca, op. cit., p. 6.
33
Cfr. Katarina Petreković, Ljubav kao književna tema u hrvatskoj književnosti realizma, op. cit., p. 16.

9
njihove oči, a što su vidjele, nije bilo lijepo, ali dok je to došlo do srca, pretvorilo se u ono
anđeosko milosrđe iz kojega se rodio biser-suza na njihovim očima, suza iz koje je prosijavala
sjajna traka ljepše budućnosti ”34 Il lieto fine del romanzo rappresenta la speranza di Kozarac
che la sua nativa Slavonia cambi, nonostante il male e le perdite che le sono state inflite dagli
stranieri. Tena è un personaggio che raffigura Slavonia, che crolla sotto l'influenza degli
stranieri, che perde la sua identità, cioè la sua bellezza ma alla fine raccoglie forza e dopo un
affondamento quasi completo, ritorna di nuovo, stabilisce una nuova vita. Qui si vede
l'affezione emotiva di Kozarac alla sua nativa Slavonija, che come lui diceva sempre aveva la
forza e la speranza in un nuovo inizio dopo ogni male inflittole dagli stranieri.35

5. LA TRAMA DI CON GLI OCCHI CHIUSI

“Il primo romanzo di Tozzi è Con gli occhi chiusi, elaborato e scritto già a partire dal 1913,
durante il periodo senese, e pubblicato soltanto nel 1919 dall'editore Treves.” 36 Il personaggio
principale del romanzo di Tozzi è Pietro Rossi, un giovane che proviene da una ricca famiglia
senese, ma che, nonostante le sue ricche origini, non riesce a fare i conti con il suo destino,
non riesce a stabilire una relazione con la realtà, ed è tormentato da problemi mentali e dal
37
rapporto con il padre. “Innanzitutto, è essenziale sottolineare come questo testo, per lungo
tempo, sia stato erroneamente considerato aderente ai canoni del naturalismo, soprattutto per
la materia trattata e per il modo di narrare. Proprio per questo motivo, infatti, Tozzi è stato
falsamente ritenuto come uno scrittore attardato, quasi un seguace fuori tempo del verismo e
guardato con sospetto e con diffidenza all'interno del panorama culturale italiano del primo
Novecento.ˮ38 Per quanto riguarda lo stile narrativo di Tozzi nel romanzo Con gli occhi
chiusi, si potrebbe dire che utilizza uno stile naturalistico per avvicinare certe cose e fenomeni
39
alla gente comune e che in realtà presenta problemi e condizioni reali della vita umana. “Il
romanzo Con gli occhi chiusi presenta due motivi che ritornano in tutta o quasi tutta l'opera di
Tozzi: da un lato il personaggio del giovane inetto, che non capisce mai bene quella sua
posizione, il suo dovere, quello che ci si aspetta da lui, e l'ossessiva presenza del padre invece
dominatore, rispettato e perfine temuto, la cui delusione nei confronti del figlio è sempre sul

34
Josip Kozarac, Tena, op. cit., p. 41.
35
Doris Medved, Motiv lutke i antilutke u romanima “Nora” i “Tena”, diplomski rad, Zagreb, Sveučilište u
Zagrebu, Hrvatski studiji, 2018, p. 22.
36
Sofia Mazzero, L’inetto come personaggio della crisi. Analisi di“ Senilità” di Svevo e di “Con gli occhi
chiusi” di Tozzi, tesi di laurea, Padova, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Studi Linguistici e
Letterari, 2021/2022, p. 58.
37
Cfr. Ivi, p. 4.
38
Ivi, p. 53.
39
Cfr. Ibid.

10
punto di trasformarsi in disprezza per l'evidente incapacità di essere adeguato al modello che
essa vuole essere. Intorno al padre si muove un'umanita di commercianti, contadini,
carrattieri, gente del popolo, come lui rozza perfine temuto, a cui il protagonista Pietro si
sente estraneo profondamente, fino al disgusto e al terrore. Il romanzo descrive, appunto
l'adolescenza in parte turbida, inquieta, esasperata da una sensibilità troppo acuta e resa ancor
più consapevole della propria debolezza e inadeguatezza di fronte al padre e il mondo in cui
40
vive.ˮ Come già affermato il protagonista del romanzo è Pietro Rossi, figlio di Anna e
Domenico Rossi, la storia del romanzo inizia quando lui aveva solo 13 anni e termina 7 anni
dopo. L'azione si svolge nella città natale di Tozzi.41 Nel romanzo Pietro è descritto come:

“Ora era un giovinetto pallido e magro, con il vizio di tenere una spalla piu su dell'altra. Vestiva male, con un
corducino rosso al colleto sempre sgualcito e sporco, i capelli biondi, gli orecchi troppo larghi, e discosti dalla
testa; gli occhi di un celeste chiaro chiaro come se avesse qualcosa da difendere. Il volto con un'animosita
ingenua e malinconica, ma sicura e risoluta; quasi imbarazzante e spiacevole.” 42

Il padre di Pietro, Domenico Rossi, era un noto negoziante di una famosa trattoria senese e
del podere Poggio a'Meli. Il padre di Pietro somiglia molto al vero padre di Tozzi. Pietro era
molto diverso da suo padre e più simile a sua madre Anna, che era una donna molto sensibile,
che lottava con problemi di salute mentale e fisica, mentre il padre di Pietro, Domenico, la
maltrattava e non la capiva mai. Pietro ha perso la madre molto giovane, all'età di 16 anni, e
non è mai andato d'accordo con il padre. 43 Questa complicata relazione familiare è descritta
con le seguenti parole:

“Perciò ella [la madre] amava Pietro con un affetto superstizioso. Ma era incapace, per indole, di mostrargli
unagrande tenerezza; sebbene le piacesse d'averlo sempre vicino. Quando le si addormentava sopra una spalla,
non si sarebbe mai decisa a farlo portare a letto da Rebecca; che era stata la sua balia e ora faceva da serva e da
cantiniera. Ma Domenico, tutto in faccende ed eccitato, senza smettere di lavorare, gridava dalla cucina: ̶ Tieni
codesto peso addosso?”44

Domenico Rossi non seppe mai accettare la sensibilità di Pietro, che chiuse Pietro ancora di
più dentro di sé.45 “Cercava di superare le sue malinconie; ma non poteva dimenticarle quanto

40
Giorgio Bàrberi Squarotti, Storia della civilità letteraria italiana, Il secondo ottocento e il novecento, op. cit.,
p. 1146.
41
Cfr. Karolina Křížová, La storia dei padri e dei figli, op. cit., p. 4.
42
Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, Milano, Garzanti, 2010, p. 74.
43
Cfr. Karolina Křížová, La storia dei padri e dei figli, op. cit., p. 4.
44
Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, op. cit., pp. 3-4.
45
Cfr. Karolina Křížová, La storia dei padri e dei figli, op. cit., p. 21.

11
avrebbe voluto. E aveva illusione che il suo spirito assumesse cosi enormi proporzioni ehe i
suoi pensieri vi si smarrivano dentro, insieme con i loro echi improvvisi, come in una stanza
troppo grande.”46 Seconda la citazione si potrebbe notare che il difficile rapporto con il padre
e l'impossibilità di instaurare rapporti con altre persone hanno portato Pietro a sviluppare
sentimenti di confusione, angoscia, incertezza.47 Oltre ad avere un rapporto difficile e
complicato con il padre, Pietro era innamorato fin da bambino di Ghisola, una povera ragazza
che viveva nella tenuta dei suoi genitori. Quando Pietro l'ha conosciuta, Ghisola aveva solo 13
anni.48 Quando la vide sentì “apparteneva a quella brusca realtá menoforte delle sue
astrazioni. Send tale differenza, con pena acre. ” 49 Ghisola non ha mai amato Pietro come lui
l'amava, ma sapeva anche che Pietro era ricco e poteva salvarla dalla povertà. Pietro, invece,
era in uno stato di “occhi chiusi”, cioè non si rendeva conto che Ghisola voleva solo usarlo.
Nel frattempo Ghisola andò a Firenze e si prostituì.50 Per quanto riguarda il rapporto di
Ghisola con Pietro, è importante la scena in cui Ghisola voleva andare a letto con Pietro per
ingannarlo, cioè per convincerlo che il bambino che porta in grembo è suo. Ma Pietro la
rifiutò perché voleva aspettare il matrimonio . La seguente citazione descrive una delle scene
chiave del romanzo: 51

“Ghìsola era nervosa e pronta a darglisi tutta. Stava per dirgli: «Perché non te n'accorgi?». Ma Pietro era in
un'estasi che aumentava. Quasi parevagli di camminare sognando. Diceva: ̶ Perché non guardi sempre me?
Infatti ella gli si volgeva soltanto di sfuggita, e lo avrebbe lasciato lì solo volentieri. Ma, dominandosi come
quando s'era stesa con la schiena sul murello, contraffacendo la voce di lui, si fermò a guardare il cielo. Egli,
credendole, esclamò: ̶Una notte così non la vedremo mai più! Le stelle scintillano anche dentro i tuoi occhi. Te le
vedo io! E la baciò lungamente. Ella scosse il capo, discostandosi. Era pazzo?” 52

L'ultima scena del romanzo mostra Pietro che è andato a Firenze per cercare Ghisola, è
riuscito a trovarla in un bordello, lei non poteva più nascondere la sua gravidanza.53
“ Ma in quel momento, Ghìsola s'avanzò da un uscio aperto. Scorgendolo, si arrestò subito; impallidì fino quasi a
svenire; ma poi tornò a dietro, sorreggendosi con un gomito lungo il muro, come torna indietro un topo mezzo
schiacciato dal colpo avuto. Per non soccombere alla sensazione che Pietro aveva di perdere l'equilibrio, dopo
essersi sentito afferrare come da una forza, la seguì a caso in una stanza di cui vide soltanto la finestra. Ella si era
46
Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, op. cit., p. 9.
47
Cfr. Karolina Křížová, La storia dei padri e dei figli, op. cit., p. 9.
48
Ivi, p. 11.
49
Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, op. cit., p. 7.
50
Cfr. Giorgio Bàrberi Squarotti, Storia della civilità letteraria italiana, Il secondo ottocento e il novecento, op.
cit., p. 1147.
51
Cfr. Sofia Mazzereo, L’inetto come personaggio della crisi. Analisi di “Senilità” di Svevo e di“ Con gli occhi
chiusi” di Tozzi, op. cit., p. 69.
52
Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, op. cit., p. 63.
53
Cfr. Karolina Křížová, La storia dei padri e dei figli, op. cit., p. 12.

12
già tolta la giacchetta troppo sporca, quando egli entrò; ma aveva dovuto sedersi, perché fosse meno visibile il
profilo della gravidanza. Egli si curvò a baciarla, quasi piangendo: ̶ Perché stai così? [...] Quando si riebbe dalla
vertigine violenta che l'aveva abbattuto ai piedi di Ghìsola, egli non l'amava più.” 54

In quel momento Pietro “apre gli occhiˮ e smise di illudersi.55

6. L'ANALISI COMPARATISTICA TRA L'OPERA CON GLI OCCHI CHIUSI DI


FEDERIGO TOZZI E TENA DI JOSIP KOZARAC

Di seguito saranno analizzate le caratteristiche comuni dei romanzi Con gli occhi chiusi e
Tena. Per quanto riguarda lo stile narrativo di Tozzi nel romanzo Con gli occhi chiusi, si
potrebbe dire che utilizza uno stile naturalistico per avvicinare certe cose e fenomeni alla
gente comune e che in realtà presenta problemi e condizioni reali della vita umana. 56 Tozzi
non usa l'eroe come personaggio principale, cioè un personaggio stabile e sicuro, ma un
personaggio completamente opposto, un uomo alienato, insicuro, che non ha alcun legame
con la realtà, e un uomo che, di fatto, non vuole prendere la responsabilità per il proprio
destino di fronte al padre e il mondo in cui vive. 57 Per quanto riguarda lo stile di scrittura di
Kozarac e lo stile con cui è scritto Tena, si potrebbe dire che è fortemente influenzato dal
realismo e dal modernismo. Kozarac cerca di descrivere il paesaggio nel modo più realistico
possibile, ma cerca anche di dare una descrizione psicologica e biologica del personaggio,
scrive anche in modo razionale, le sue frasi sono sempre concrete e arricchite di dati e fatti
reali.58 Parlando dello stile narrativo del romanzo, si può concludere che in entrambi i romanzi
sono presenti elementi moderni e naturalistici.
Comparando due storie, si potrebbe dire che Tozzi introduce il lettore alla psicoanalisi di un
individuo che viene da un piccolo paese o provincia. Vediamo anche che Tozzi in un certo
senso si identifica con il personaggio principale del romanzo, Pietro, poiché colloca l'azione
nel suo paese natale.59 Tozzi mette al centro della storia un uomo alienato che, come già detto,
è alienato dalla realtà, invece abbiamo Josip Kozarac che pone come protagonista della sua
storia la giovane Tena, anch'essa alienata dalla realtà in un certo senso, si tratta di una donna
che rifiuta di accettare le circostanze della sua famiglia e del luogo da cui proviene. È già

54
Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, op. cit., p. 73.
55
Cfr. Karolina Křížová, La storia dei padri e dei figli, op. cit., p. 12.
56
Cfr. Sofia Mazzero, L’inetto come personaggio della crisi. Analisi di “Senilità” di Svevo e di “Con gli occhi
chiusi” di Tozzi, op. cit., p. 53.
57
Cfr. Giorgio Bàrberi Squarotti, Storia della civilità letteraria italiana, Il secondo ottocento e il novecento, op.
cit., p. 1146.
58
Cfr. Nikolina Gajić, Društvena kritika u novelama Josipa Kozarca, op. cit., p. 7.
59
Cfr. Karolina Křížová, La storia dei padri e dei figli, op. cit., p. 3.

13
stato menzionato che Tozzi è originario di Siena e utilizza la sua città natale come
ambientazione principale del romanzo. Anche Kozarac, nato in Slavonia, colloca
l'ambientazione del romanzo in Slavonia. Gli scrittori scrivono in modo diverso ma hanno lo
stesso scopo, cioè di dimostrare la realta, mentre Tozzi, da un lato, utilizza una forma
naturalistica e significati trasmessi, ma racconta storie di persone con problemi reali, Kozarac,
in modo più diretto e realistico, parla dei problemi di un piccolo luogo e delle circostanze
sociali in cui un individuo si trova alla transizione del XIX secolo. Si può aggiungere che
Kozarac, come Tozzi, non mira a mostrare solo l'immagine mentale di un individuo, ma cerca
di analizzare psicologicamente questi individui, anche in un certo senso li critica, lo possiamo
vedere innanzitutto nell'esempio di Tena, che Kozarac ritrae come una femme fatale, sembra
che, oltre a Tena, ci sia anche suo padre che è anche una sorta di simbolo del declino morale
della Slavonia, un uomo che, dopo
il crollo della cooperativa del villaggio ha deciso di non fare nulla. 60 Sebbene Kozarac si
sforzi per descrizioni realistiche, è interessante che per quanto riguarda la descrizione di Tena
utilizzi elementi naturalistici, più precisamente quando Tena prese i gamberi. 61 Ciò si vede
meglio nella citazione seguente: “Četvrti dan pokazaše joj se na licu i čelu crljene, okrugle
piknje. Peti dan već nije bilo dvojbe, da je dobila kozice. To lijepo lice izrovat će kozice,
izrovati na sve vijeke! ”62 Un altro elemento importante è la natura, cioè il rapporto con la
natura. Tozzi in Con gli occhi chiusi mostra la natura violenta, cioè la castrazione degli
animali. “L'analisi proposta da Debenedetti ruota intorno al difficile rapporto tra Pietro e
Domenico Rosi, il padre-padrone, che trova pieno significato nella scena della castrazione
degli animali: simboleggia la sua prevarica.ˮ 63 Questa procedura in realtà significa violazioni
del processo naturale di riproduzione, ma rappresenta anche l'uccisione dello spirito umano
naturale.64 Ciò che rappresenta la castrazione nel caso di Tozzi è in realtà il padre di Pietro,
Domenico Rossi, che costringe Pietro a fare un lavoro che non gli piace e, in definitiva, ad
essere quello che non è. La castrazione dello spirito da parte di Pietro significa in realtà
accettare lo stato di “occhi chiusi”, cioè lo stato di passività, di isolamento e di fuga dalla
realtà. Si può addirittura dire che la castrazione dello spirito di Pietro avviene come una sorta

60
Cfr. Mirela Treskavica, L'analisi comparativa dei personaggi femminili nelle novelle di Josip Kozarac e
Giovanni Verga, op. cit., p. 14.
61
Cfr. Veronika Jurković, Tematika ženske tjelesnosti u pripovijetkama Josipa Kozarca, diplomski rad, Zadar,
Filozofski fakultet Sveučilišta u Zadru, 2016, p. 27.
62
Josip Kozarac, Tena, op. cit., p. 36.
63
Giulia Brisotto, Federigo Tozzi nel canone scolastico del Novecento, tesi di laurea, Venezia, Università Ca'
Foscari Venezia, 2014/2015, p. 101.
64
Cfr. Karolina Křížová, La storia dei padri e dei figli, op. cit., p. 21.

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di resistenza in cui Pietro rifiuta tutto ciò che ricorda suo padre. Il comportamento di Pietro
può essere paragonato al mito di Edipo in cui il figlio del re di Tebe e Giocasta Edipo si
acceca per punirsi di aver ucciso il padre e di avere una relazione incestuosa con la madre.
Tale comportamento è associato all'autodistruzione, cioè all'autopunizione, che portò Edipo
all'autoaccecamento e Pietro allo stato di tormento e sofferenza in cui si trovò. 65 Kozarac
invece ha un approccio diverso alla natura, vede infatti lo sviluppo umano e il processo di
sviluppo naturale come qualcosa degno di ammirazione, come si può vedere nella citazione
seguente.66

“Kada je nastupila sedamnaestu godinu, poče se raspupavati i to tako naglo, da je svaki dan drugačija, svaki dan
ljepša bivala. Ona, sve do sada uspavana životna snaga, briznula najednom u sav mah; u visinu nije više rasla,
nego se samo zaokruživala, dokle god joj nije punoća sa visinom u potpuni sklad došla. Seoski ženskari baciše
na nju oko te pođoše oko nje optrkivati.”67

Secondo la citazione, si vede che Kozarac in realtà apprezza lo sviluppo della donna come un
processo perfetto. Confrontando lo sviluppo di Tena e di Pietro, è ovvio che Pietro non
cambia nel tempo né fisicamente né mentalmente, si trova, come già menzionato, in uno stato
di “castrazioneˮ, cioè in uno stato di isolamento e perdita di spirito. 68 D'altra parte, Tena
attraversa diverse fasi del suo sviluppo, col tempo diventa sempre più bella, e inoltre, a
differenza di Pietro, trova un po' di felicità nei suoi rapporti con Leon Jungman e Jozo
Matijević.69 In entrambe le opere sono messi in rilievo gli elementi di bellezza femminile,
aspetto femminile e sessualità femminile. Kozarac caratterizza Tena come una giovane e bella
donna, che con la sua bellezza è diventata un simbolo del desiderio di tutti gli uomini della
città, come una donna che vive la vita al massimo.70 La descrive con le seguenti parole:

“To divno tijelo biti će sada Jozino i Đorđevo; Jozino, koga nije mogla pred dvije godine ni gledati, koji joj je
bio nemio kao zelena voćka! Je li joj žao? Čemu da joj bude žao, kada poslije vodnika ionako nije nikoga više
ljubila, ali u dubini duše mora si ona priznati, da joj se vatreni Đorđe većma dopada,negoli gospodski Leon.” 71

65
Giulia Brisotto, Federigo Tozzi nel canone scolastico del Novecento, op. cit., p. 102.
66
Viktorija Šegina, Usporedba ženskih likova Josipa Kozarca s reprezentativnim junakinjama europske
realističke književnosti, diplomski rad, Zagreb, Filozofski fakultet Sveučilišta u Zagrebu, 2019, p. 30.
67
Josip Kozarac, Tena, op. cit., p. 19.
68
Cfr. Sofia Mazzero, L’inetto come personaggio della crisi. Analisi di “Senilità” di Svevo e di “Con gli occhi
chiusi” di Tozzi, op. cit., p. 64.
69
Cfr. Veronika Jurković, Tematika ženske tjelesnosti u pripovijetkama Josipa Kozarca, op. cit., p. 25.
70
Adna Taletović, Ženski likovi u pripovjednom opusu Josipa Kozarca, završni rad, Pula, Sveučilište Jurja
Dobrila u Puli, 2023, p. 7.
71
Josip Kozarac, Tena, op. cit., p. 31.

15
Kozarac descrive Tena come una femme fatale che usa la sua bellezza e sessualità per ottenere
determinate cose, e il corpo di Tena rappresenta la Slavonia, cioè le bellezze naturali della
Slavonia che stanno scomparendo a causa della vendita di queste bellezze agli stranieri.
Attraverso il declino morale di Tena, Kozarac critica addirittura un individuo della Slavonia,
72
che non apprezza il proprio paese ma lo distrugge e lo vende agli stranieri. Anche in Tozzi è
presente il forte sentimento di sessualità.

“ Ghìsola era nervosa e pronta a darglisi tutta. Stava per dirgli: «Perché non te n'accorgi?». Ma Pietro era in
un'estasiche aumentava. Quasi parevagli di camminare sognando. Diceva: ̶ Perché non guardi sempre me? Infatti
ella glisi volgeva soltanto di sfuggita, e lo avrebbe lasciato lì solo volentieri. Ma, dominandosi come quando
s'era stesacon la schiena sul murello, contraffacendo la voce di lui, si fermò a guardare il cielo. Egli, credendole,
esclamò: ̶Una notte così non la vedremo mai più! Le stelle scintillano anche dentro i tuoi occhi. Te le vedo io! E
la baciò lungamente. Ella scosse il capo, discostandosi. Era pazzo?” 73

Da ciò si vede che anche Tozzi delinea la sessualità in modo simile a Kozarac, cioè a sangue
freddo, in cui una donna offre il suo corpo senza alcuna emozione, nel caso di Tena per
sopravvivere e nel caso di Ghisola per nascondere la gravidanza. 74 Comparando due
personaggi si può dire che Tena è una donna che vive con passione, mentre Ghisola viene
descritta come una donna senza nessun emozione o voglia per vivere. 75 Si può concludere che
nonostante quanto sia immorale il passato di Tena, Kozarac non la punisce con un fine
infelice, e le da una nuova opportunità per vivere una nuova vita, invece Tozzi è molto
diverso da Kozarac e non regala a Ghisola un lieto fine, si potrebbe addirittura dire che la
punisce, il romanzo si chiude con Ghisola incinta in un bordello, e il suo destino rimane
incerto. Inoltre in entrambi i romanzi i rapporti familiari sono molto importanti e sicuramente
modellano maggiormente la vita di Tena e Pietro. Sia Tena che Pietro rimangono senza madre
da piccoli, mentre hanno un rapporto piuttosto complicato con il padre. Il rapporto tra Pietro e
Domenico era basato sulla paura.

“Bastava uno sguardo meno impaurito, perché [il padre] gli [a Pietro] mettesse un pugno su la faccia, un pugno
capace ďalzare un barile. E siccome alcune volte Pietro sorrideva tremando e diceva: - Ma io saw forte quanto

72
Cfr. Mirela Treskavica, L'analisi comparativa dei personaggi femminili nelle novelle di Josip Kozarac e
Giovanni Verga, op. cit., p. 17.
73
Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, op. cit., p. 61.
74
Cfr. Sofia Mazzero, L’inetto come personaggio della crisi. Analisi di “Senilità” di Svevo e di “Con gli occhi
chiusi” di Tozzi, p. 69.
75
Cfr.Giorgio Bàrberi Squarotti, Storia della civilità letteraria italiana, Il secondo ottocento e il novecento, op.
cit., p. 1146.

16
te! - Domenico gli gridava con una voce, che nessun altro aveva: - Tu? Pietro, piegando la testa, allontava pian
piano quel pugno, con ribrezzo ed ammirazione.”76

Dalla citazione è evidente che Pietro aveva molta paura del padre, e che il padre mostra un
atteggiamento molto violento nei confronti del figlio, lo umilia e lo lascia sapere che non
crede in lui. Il padre di Tena non ha mostrato alcun interesse per Tena, né si è mai preso cura
di lei, ha perso il lavoro dopo il crollo delle cooperative del villaggio e non ha voluto cercarne
un altro.77 “I cio dan joj je prigovarao, što ne ide k Leonu, i cio dan joj je govorio, kako će joj
dobro biti, kako se neće morati brinuti ni za marame ni za cipele, samo ako ode tamo k
njemu.”78 Ha esortato Tena ad andare da Leon, perché sapeva che Leon era ricco e che
avrebbe sicuramente tratto beneficio da quella relazione. Si nota anche che il padre di Tena, a
differenza di quello di Pietro, si discosta dalle norme patriarcali, cioè rifiuta ogni tipo di
lavoro e costringe la figlia a vendere il proprio corpo per poter vivere comodamente, mentre il
padre di Pietro è un uomo severo e dominante che crede solo nel lavoro. 79 Per quanto riguarda
la differenza tra ricchi e poveri nel romanzo Con gli occhi Chiusi, si può dire che i ricchi e i
poveri soffrono quasi allo stesso modo, da un lato c'è il personaggio di Pietro, un giovane
ricco, che è infelice nonostante la sua ricchezza e dall'altra parte Ghisola che è povera e
infelice. Rispetto a Tozzi, Kozarac parla della grande differenza tra ricchi e poveri, descrive
Tena come una ragazza povera che, a causa dei suoi gravi problemi socio-economici, conduce
una vita immorale. Kozarac descrive il grande contrasto tra ricchi e poveri, da un lato Tena è
molto povera e infelice, dall'altro Leon Jungman che, grazie alla sua ricchezza, può
permettersi cose che lo rendono felice. Attraverso Tena e Leon Jungman, Kozarac spiega la
situazione socioeconomica della Slavonia, da un lato l'immagine del povero contadino slavo e
dall'altro quella dei ricchi mercanti. Kozarac offre anche una soluzione alla povertà, cioè il
lavorare la terra che molti slavi rifiutano, come si può vedere nell'esempio del padre di Tena.
Intorno al problema principale ci sono problemi minori, vale a dire la vita politica, la povertà
contadina, la creazione dei kulak, la corruzione del governo, la corruzione problema
dell'intelligenza e dell'amore.80 Inoltre, un altro elemento importante presente nelle due opere
è l'eredità biologica o ereditarietà. Si tratta della trasmissione dei caratteri (morfologici,
fisiologici, psichici, patologici) dai genitori ai figli. 81 Questa trasmissione dei tratti genitoriali
76
Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, op. cit., p. 38.
77
Cfr. Veronika Jurković, Tematika ženske tjelesnosti u novelama Josipa Kozarca, op. cit., p. 31.
78
Josip Kozarac, Tena, op. cit, p. 23.
79
Cfr. Veronika Jurković, Tematika ženske tjelesnosti u novelama Josipa Kozarca, op. cit., p. 31.
80
Cfr. Nikolina Gajić, Društvena kritika u novelama Josipa Kozarca, op. cit., p. 13.
81
Cfr. Ante Nenadić, Evolucijske i kulturološke implikacije znakova u književnom tekstu, diplomski rad, Zagreb,
Filozofski fakultet Sveučilišta u Zagrebu, 2019, p. 15.

17
ai figli è visibile in Tena e Pietro, Tena ha ereditato dal padre l'indifferenza ai problemi e il
rifiuto di risolverli, Pietro ha ereditato anche la sensibilità e la malattia mentale dalla madre.
Analizzando le relazioni in entrambi i romanzi, si nota che la maggior parte delle relazioni è
composta da 3 membri. La presenza del numero 3 in entrambi i romanzi è molto importante.
Il numero 3 ha avuto fin dall’antichità un significato misterioso e complesso. Secondo
Pitagora questo numero rappresenta lo spirito cosmico che modella l'universo, è anche
significativo per molti popoli, viene spesso menzionato come perfezione, cioè come il più alto
livello di sviluppo, come un numero che significa perfezione, integrità, armonia e famiglia. 82
Il numero 3 è comune anche nei nomi di molte fiabe, come i Tre Porcellini, le Tre Lingue e le
Tre Piume.83 Compare spesso nella Bibbia come il numero dopo il quale arriva il nuovo
tempo, o salvezza. È anche il simbolo della Trinità, cioè del Padre, Figlio e Spirito Santo.
Oltre che nella Bibbia, il numero compare anche nella Divina Commedia di Dante. Vengono
menzionate 3 bestie feroci, la lonza che rappresenta lussuria, il leone che rappresenta la
superbia e la lupa che rappresenta cupidigia. Dante incontra anche 3 persone Virgilio, simbolo
della Ragione, Beatrice, della Grazia Divina e San Bernardo, simbolo della Fede. 84 Nel
romanzo Tena appare per la prima volta il simbolismo del numero tre nella famiglia di Tena,
che è composta da 3 membri, dopodiché abbiamo di nuovo la presenza del numero 3 nelle
relazioni di Tena, cioè nei triangoli amorosi, prima con Leon Jungman e lo zingaro Đorđe, e
poi con Đorđe e il suo ex fidanzato Jozo Matijević. Anche in Tozzi si può nuotare facilmente
la simbologia del numero 3, prima il rapporto tra Pietro, Domenico e Anna, poi Pietro,
Ghisola e Domenico. Inoltre, si potrebbe dire che le caratteristiche dei personaggi di entrambe
le storie corrispondono ai carateristiche dei tre animali della Divina Commedia di Dante, sia
Tena che Leon sono descritti come lussuriosi, avidi e orgogliosi.

7. CONCLUSIONE

Alla fine si può concludere che entrambi gli scrittori hanno un'importanza fondamentale per la
letteratura croata e italiana e che hanno molte caratteristiche comuni. Entrambi vogliono
82
Cfr. Ivana Grgić, Značenje i simbolika broja 3, diplomski rad, Đakovo, Katolički bogoslovni fakultet u
Đakovu, 2015, p. 15.
83
Cfr. Matea, Pitner, Simbolika broja 3 u dječjoj književnosti, op. cit., p. 50.
84
Cfr. Ivana Grgić, Značenje i simbolika broja 3, op. cit., p. 16.

18
delineare il vero stato degli ambienti da cui provengono, non abbelliscono la realtà, entrambi
si collegano in un certo senso ai protagonisti del romanzo, lo vediamo in Tozzi, che prende la
sua città natale, Siena, come ambientazione del romanzo, e anche Kozarac, che ambienta il
romanzo nella sua nativa Slavonia. Attraverso Pietro, Tozzi racconta anche il suo rapporto
privato con il padre, e Kozarac attraverso Tena descrive i problemi della sua regione natale.
Confrontando i due romanzi si può dire che i protagonisti Tena e Pietro sono simili perché
non vogliono fare i conti con la realtà e il mondo in cui vivono. Entrambi i romanzi finiscono
in modo diverso, Kozarac conclude il romanzo Tena con un lieto fine il che significa che non
ha mai perso la speranza che la situazione nella sua città natale migliori, mentre Tozzi termina
il romanzo né con un lieto fine né con uno infelice, ma con “l'apertura degli occhi” di Pietro.
Nel momento in cui Pietro vede Ghisola incinta “apre gli occhi”, quel momento è molto
importante perché segna il confronto di Pietro con il mondo reale. È il momento in cui Pietro
smette di illudersi su Ghisola, il momento in cui accetta il destino e la realtà nonostante la sua
crudeltà. “Aprendo gli occhi”, il delirio infantile di Pietro finisce finalmente e lui prende
coscienza della vita reale. In entrambi i romanzi si sente la forte influenza della provincia o
del luogo da cui entrambi provengono. Inoltre, in entrambi i romanzi, i personaggi femminili
sono molto importanti, in Tena Kozarac, attraverso il personaggio principale Tena, racconta la
vita reale dei contadini slavi di quel periodo, ma anche sul destino delle ragazze e le donne
slavine e le sfide che affrontarono in quel periodo. Anche Tozzi in Con gli occhi chiusi, parla
della situazione delle ragazze giovani che provengono da famiglie povere e dei problemi che
le affliggono. Potrei anche dire che parlano dei sentimenti delle giovani donne e della
difficoltà di scegliere, mentre Tozzi, attraverso Ghisola, non mostra un atteggiamento positivo
nei confronti della sessualità femminile, Kozarac, invece, mostra tolleranza verso le donne,
indipendentemente dal loro passato morale o immorale. Inoltre, per quanto riguarda il loro
rapporto con la natura, vediamo che Tozzi descrive la natura crudele, cioè la castrazione dello
spirito umano, mentre Kozarac, dall'altro lato, ammira la natura dello sviluppo umano e del
corpo. La sua ammirazione per il corpo umano si può notare nella descrizione della bellezza
di Tena, il romanzo inizia e finisce con una descrizione dell'aspetto fisico di Tena . Per
Kozarac, lo sviluppo fisico di Tena rappresenta molto più del suo aspetto, all'inizio del
romanzo la ritrae come una ragazzina ancora non pronta per la vita, poi come una giovane
donna che commette errori alla ricerca del senso della sua vita , e alla fine Tena perde la sua
bellezza e ritrova la sua identità e pace. Inoltre entrambi gli scrittori descrivono lo stato
psicologico dei personaggi, le loro situazioni familiari, e come i rapporti con i genitori,

19
soprattutto con i padri, abbiano influenzato lo sviluppo mentale di Tena e Pietro. In entrambi i
romanzi è evidente la simbologia del numero 3, soprattutto nelle relazioni amorosi e familiari.

8. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

20
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5. Salvatore Guglielmo, Guida al novecento, Milano, Principato, 2005.
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17. Katarina Petreković, Ljubav kao književna tema u hrvatskoj književnosti realizma, završni
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18. Giuseppe Petronio, L'attivita letteraria in Italia, Palermo, Palumbo, 1979.
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21. Viktorija Šegina, Usporedba ženskih likova Josipa Kozarca s reprezentativnim
junakinjama europske realističke književnosti, diplomski rad, Zagreb, Filozofski fakultet
Sveučilišta u Zagrebu, 2019.

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