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UGO FOSCOLO

Ugo Foscolo nasce nel 1778 a Zante,una delle isole ionie,possedimento della repubblica veneta.

Quando scoppia la Rivoluzione Francese (1789) Foscolo ha 11 anni. Politicamente era entusiasta dei principi
della rivoluzione francese ed assunse posizioni fortemente libertarie ed egualitarie ebbe pertanto problemi
con il governo oligarchico e conservatore della Repubblica di Venezia e nel 1796 lasciò la città e si rifugiò sui
colli Euganei. Nel frattempo le truppe di Napoleone avanzavano nell’Italia del Nord. Foscolo fuggì a
Bologna e si arruolò nelle truppe della Repubblica cispadana. Egli vedeva Napoleone come una figura
portatrice di libertà. La sua idea cambiò ben presto,quando Napoleone con il Trattato di Campoformio
cedette la Repubblica Veneta all’Austria. Questo tradimento da parte di Napoleone lo segnò
profondamente cancellando in lui tutte le speranze politiche. Mantenne un atteggiamento critico verso
Napoleone ma continuò ad operare all’interno del sistema napoleonico consapevole che quel sistema era
un punto obbligatorio di passaggio per la creazione di un’Italia moderna. Trasferitosi a Milano aveva
conosciuto intellettuali come Parini e Monti. Dopo la vittoria di Marengo con cui Napoleone riconquistò
l’Italia era stato arruolato come capitano aggiunto nell’esercito della repubblica Italiana. Napoleone fu
sconfitto definitivamente a Waterloo e a Milano ci fu il rientro da parte degli Austriaci. Il Generale
Bellegarde gli offrì la direzione di una rivista culturale con cui il nuovo regime cercava di conquistare il
consenso degli intellettuali ma Foscolo rifiutò per essere coerente con il suo passato e le sue idee e decise
di fuggire da Milano e andare in esilio,prima in Svizzera e poi a Londra.

Nella formazione di Foscolo ritroviamo la tradizione classica, le sollecitazioni preromantiche e l’Illuminismo


settecentesco. La formazione letteraria si fonda sul gusto arcadico a cui si aggiungono il modello dei grandi
classici greci e latini e i modelli italiani in particolare Dante e Petrarca. Foscolo guarda con ammirazione
anche a Parini per il rigore civile e morale e ad Alfieri per la sua ansia di libertà. Subisce allo stesso tempo
l’influenza di Rousseau e del Werther di Goethe.

Per quanto riguarda le idee politiche,subì l’influenza dell’illuminista Rousseau da cui apprese delle
concezioni democratiche ed egualitarie e lo spinse ad abbracciare idee giacobine. Da Rousseau derivò
anche a Foscolo il culto della natura come fonte di tutto ciò che è autentico e positivo e il culto della
passionalità intensa. La visione della società di Rousseau si fondava sull’originaria naturale bontà dell’uomo
corrotta successivamente dallo sviluppo della civiltà. Più tardi Foscolo si stacca da questi principi, facendo
sue delle concezioni più pessimistiche come quelle di Machiavelli e del filosofo inglese Hobbes che lo
inducevano a pensare che l’uomo sia un essere malvagio già in origine,sempre pronto a lottare contro altri
uomini per imporre il proprio dominio. Da quel momento vide dunque la società come una guerra di tutti
contro tutti in cui trionfa solo la legge del più forte.

Dalla cultura illuministica del settecento apprende un’altra corrente filosofica,il materialismo ritenendo
quindi che tutta la realtà sia materia ed esclude lo spirito. Perduta la fede cristiana Foscolo aderisce alle
dottrine materialistiche che si presentano alla sua ragione con un carattere di certezza. L’illuminismo
l’aveva quindi spinto a pensare che dopo la morte l’individuo finisce nel nulla eterno, il mondo non è retto
da una superiore intelligenza ma da una cieca forza meccanica. Il dissidio tra ragione e cuore provoca nel
poeta un senso di inquietudine e ansia. Nel pensiero di Foscolo Dio,l’anima,l’immortalità e la provvidenza
sono esclusi e appaiono come un mistero indecifrabile. L’esistenza viene vista come un continuo errare
senza scopo,visto che finisce con la morte in un nulla eterno. Per il poeta l’uomo ha valore a seconda
dell’intensità delle sue passioni e gli individui si differenziano fra loro non tanto attraverso le parole ma
attraverso l’azione.

La poesia diventa quindi per il poeta una vocazione e un bisogno innato di esprimere attraverso essa i
propri ideali e stimolare gli animi all’azione. Egli propone ideali come la bellezza,l’amore,la patria,l’eroismo
e l’immortalità che sono valori non realizzabili nella vita ma sono dei valori necessari a cui ispirarsi per dare
un significato alla propria esistenza.

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