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Nell'episodio dedicato a uno degli eroi della montagna, Çorraquín Sancho, appare la

citazione di una piccola canzone parallelistica che sarebbe una delle prime testimonianze

epiche conservate nella penisola.

Francisco Rico si dedicò in un articolo del 1975 al suo studio, con un livello di completezza

e lucidità che è difficile non considerare lasciando la questione, almeno nei suoi aspetti

basilari e fondamentali, già risolta completamente.

In primo luogo, stabilisce la sua probabile forma da una serie di emendamenti.

Argomenta con forza, inoltre, sul rapporto del canto con l'epopea: costituisce sia un chiaro

esempio dell'influenza dell'epopea francese sia una replica nazionalista della sua

diffusione nella penisola1.

Collega anche il canto alla lirica, specialmente a certe forme delle cantiche galego-

portoghesi2, e trova nello schema del parallelismo un “esempio del più semplice e

persistente sistema di parallelismo Ispanico3.

Dove dire "semplice e persistente" ci costringe a dedurre altri due aggettivi: essenziale e

originale.

Meneghetti concorda con Rico che il canto parallelo di Çorraquín Sancho, come il

cantarcillo di Almanzor presente nel Chronicon mundi del Tudense, è un tipico esempio di

epopea spagnola in opposizione all'influenza francese.

È anche d'accordo che la struttura la metrica risponde a:

"Un modulo lirico-tradizionale che nel medioevo si è ampiamente diffuso nella risposta di una
particolare delle letterature iberiche, quella galego-portoghese, e cioè di una serie [...] di strofe di
versi brevi legate tra loro da procedimenti di carattere parallelistico.4

1
Rico 546.
2
Ivi, pp. 551-553.
3
556.
4
Meneghetti p. 317.
Da notare la presenza di un doppio parallelismo: uno intrastofico e l'altro interstrofico,

tipico della leixa pren5.

Continuando con le influenze letterarie che permeano la forma del canto, sostiene che “un

racconto ormai sostenibile epico nei toni sembra preferisca la soluzione formale del chorus

femineus scorciato e allusivo, forse di lunga, perfino biblica consuetudine” 6.

Allo stesso modo, ritiene che laddove la questione della Francia è assente o in discussione,

si preferisce la forma epico-lirica breve, capendo che non esiste una reale volontà o

possibilità di costruire un poema estensivo destinato alla riproduzione da parte di un

menestrello108.

Marcia Ras, dal canto suo, considera il canto come uno dei tentativi della gente di

montagna di formalizzare la memoria collettiva del gruppo, confrontando i loro cavalieri

con figure di rango riconosciuto aristocratico, ma non è ancora riuscito a prendere le

distanze dalla cultura contadina in ragione del carattere orale dei suoi versi 7.

5
Il termine galiziano leixaprén è una figura stilistica tipica delle cantigas de amigo galiziano-portoghesi.
Consiste nella ripetizione dei secondi versi di una coppia di strofe come primi versi della coppia seguente di
strofe.
6
Meneghetti 318
7
Ras p. 223. M. Ras, “Percepción y realidad guerrero-campesina en la Crónica de la población de Ávila”, Anales de
Historia antigua, medieval y moderna, 32 (1999), pp. 189-227.

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