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ITALIANO

La rivoluzione scientifica
Nel 1600 ci troviamo nel pieno della controriforma. C’è un clima di integralismo religioso, ma
nonostante il ritorno ai principi del cattolicesimo, la rivoluzione scientifica prende piede grazie a
Copernico con la sua “teoria eliocentrica”. La teoria eliocentrica prevede il sole al centro dell’universo
e non la terra.
La teoria di Copernico mette in discussione quella tolemaica, promuovendo l’uso del metodo
scientifico e la rivoluzione scientifica in sé. Il metodo scientifico prevede lo studio della realtà e della
natura. Come maggiore esponente italiano del metodo scientifico è Galileo Galilei. Egli conferma la
teoria di Newton, ma è costretto ad abiurare a causa della Chiesa. Un altro sostenitore di Copernico è
Giordano Bruno, anche lui costretto ad abiurare ed in seguito bruciato vivo.

Don Chisciotte (Miguel de Cervantes)


Il periodo dal 1500 al 1680 viene considerato il secolo d'oro della letteratura spagnola, ma allo stesso
tempo un periodo di crisi sociale, la cui causa principale è stato il tipo di governo basato sui nobili, che
era ormai stato superato. La storia di Don Chisciotte si colloca nel periodo storico della controriforma,
in cui c’è un tipo di pensiero chiuso all’interno della società. Nonostante questo periodo ci sono delle
persone che andranno contro la chiesa, tra cui Galileo Galilei.

Questa opera si classifica come letteratura utopica (che cerca di fuggire dalla realtà, dipingendola in
chiave positiva).
Il protagonista di questa opera è Alonso Quijano che è un hidalgo (esponente della piccola nobiltà).
Alonso è un grande appassionato di romanzi cavallereschi. Alonso diventa pazzo e indossando
armature vecchie decide di diventare il Cavaliere Don Chisciotte. Don Chisciotte possiede un cavallo
vecchio chiamato Ronzinante e si innamora di una donna di nome Dulcinea che era una contadina e
una prostituta. Un parroco e un barbiere lo riportano a casa e bruciano tutti i suoi libri, pensando che
fossero la causa della sua pazzia. In seguito a questo, Don Chisciotte ricomincerà le sue imprese
affiancato dal suo scudiero Sancho Panza. Sancho Panza diventa un suo alleato solo perché Don
Chisciotte gli ha promesso un’isola.
Don Chisciotte cade vittima di molte persone comuni che si fingono cavalieri per trarlo in inganno, ma
Sancho Panza lo riporta a casa. Così si conclude la prima parte.
Nella seconda parte, i due si trovano a Barcellona dove incontrano un amico di Alonso chiamato il
“Cavaliere della bianca luna” che lo sfida a duello e nel caso Don Chisciotte avesse perso, sarebbe
dovuto tornare a casa. Don Chisciotte perde la sfida e torna a casa, dove si ammala. In punto di morte
ritrova la ragione, rinnegando gli ideali cavallereschi e dopo aver fatto il testamento muore.
Il protagonista è un sognatore che non riesce a vedere la realtà dei fatti e cerca di perseguire i suoi
ideali anche se è destinato al fallimento.

Le opere durante controriforma:

La città del sole


La controriforma sospettava che ci potesse essere una totale conciliazione tra politica e
religione. Inizia a diffondersi un trattatistica utopica di Tommaso Campanella, il quale diventa un
domenicano, anche se non condivide del tutto gli ideali. Nel 1599 organizza una rivolta con i
contadini contro gli spagnoli, ma viene scoperto e per scappare dalla morte si finge pazzo. Allora
viene arrestato e portato in carcere nel 1602, dove scrive “la città del sole”. Verrà pubblicata
solo a Francoforte vent'anni dopo. Questa opera è un dialogo tra un ospitaliero (ordine religioso
degli ospitalizzi) e un genovese che aveva seguito Cristoforo Colombo nei suoi viaggi. Il libro
racconta del genovese che aveva scoperto questa città del sole, governata da un sacerdote
Salomone che deteneva il potere politico, ma con i principi evangelici dell'uguaglianza e
dell'amore evangelico. La famiglia non esiste, i giovani sono liberi di esprimere le loro capacità, il
lavoro manuale e intellettuale hanno lo stesso valore, la proprietà privata non esiste e tutti i beni
sono comuni.

La Nuova Atlantide
Un'altra opera di carattere utopico è “la nuova Atlantide”, scritta da Francis Bacon, uno degli
esponenti della rivoluzione scientifica. L'opera fu pubblicata dopo la sua morte. Parla di questa
città utopica dove la scienza e la tecnologia hanno un ruolo fondamentale.
Si trovava su un'isola vicino al Perù. La civiltà viveva in pace e dedicavano il tempo allo studio
della scienza, della natura e tecnologia, per facilitare la vita dell’uomo. Sfruttano la geologia per
immagazzinare i prodotti della terra, studiando anche la botanica per produrre frutti migliori.
Fanno esperimenti sulla genetica per rendere gli animali più produttivi e inventano degli
apparecchi per aiutare l’udito e per produrre suoni piacevoli. Questo mondo è considerato
utopico perché la scienza segue dei principi morali, anziché essere guidata dal profitto.

L’Illuminismo
E’ un movimento filosofico e culturale che si sviluppa in Europa a partire dalla Francia e Inghilterra
nella metà del 1700. L’Illuminismo deriva da “lume”, riferendosi al lume della ragione. Gli illuministi
vedono la realtà sotto la luce della ragione per dissolvere le tenebre dell’ingiustizia. Criticano la vita
politica/sociale, dogmi religiosi e rinnegavano il loro passato, quindi il medioevo e la società
dell’ancien regime.
Secondo loro, la ragione permette a ciascuno di raggiungere la verità in ogni materia per conto proprio,
senza l’aiuto di una guida. Questa idea parte da Kant, il quale afferma che l’illuminismo è l’uscita
dell’uomo da uno stato di minorità che egli deve imputare solo a sé. Dato che c’era la convinzione che
la ragione fosse presente in ogni individuo, nascono due linee di pensiero: il Cosmopolitismo e il
Filantropismo.
Il Cosmopolitismo affermava che, poiché tutti erano dotati della ragione, erano tutti cittadini del
mondo e che quindi non erano necessarie le barriere statali. Il Filantropismo, invece, afferma che le
persone devono volersi bene e aiutarsi a vicenda, poiché siamo tutti uguali. Il Filantropismo era
strettamente collegato alla Tolleranza. Il maggior esponente del Filantropismo era Voltaire che diceva
che nonostante potesse non essere d’accordo con qualcuno, darebbe la vita affinché quest’ultimo
possa esprimere la propria opinione.

La religione illuminista
Un altro aspetto dell'illuminismo è il rifiuto del dogmatismo e fanatismo religioso.
Dogmatismo: religione basata esclusivamente sulla fede e la liberazione.
Gli illuministi avevano una religione chiamata teismo, l'idea della divinità si manifesta alla ragione
dell'uomo e non alla fede. Il movimento dell'illuminismo è l'espressione della borghesia che nel 1700
è la classe emergente.
Borghesia e Illuminismo
Gli illuministi criticavano la società contemporanea, basata sull’aristocrazia e sui privilegi, e iniziano a
dare fiducia all’idea che la ragione possa cambiare il mondo. Per questi motivi l'illuminismo è
l'espressione della borghesia. Nasce un nuovo modello di intellettuali, chiamati filosofi. Non erano
esperti di filosofia, ma cercano di analizzare la realtà per trasformarla e cercare soluzioni ai vari
problemi. Il filosofo illuminista aveva spirito critico e lo spirito di iniziativa. Nascono nuovi mezzi di
diffusione della cultura, come i periodici, i quotidiani e i salotti (stanze di Dame che invitavano gli
illuministi per discutere di tali problemi). I filosofi sono caratterizzati da spirito critico e di iniziativa.
L'illuminismo ha un'opera importante, ovvero l'enciclopedia, che era scritta da intellettuali e tecnici.
All’interno dell’enciclopedia venivano analizzate tutte le loro conoscenze teoriche e pratiche. Essa è
stata messa insieme da Diderot e D'Alembert. In questo periodo nascono molte nuove scienze:
psicologia, pedagogia, biologia, sociologia, economia (trattata come scienza).
Soprattutto si pongono il problema pedagogico, con un insegnamento che liberasse la potenzialità
dell'individuo.

Politica Illuminista
Oltre a Voltaire troviamo: Montesquieu, che era un filosofo della divisione dei poteri, e Rousseau, che
era un anti-progressista, al contrario degli illuministi.
Secondo Montesquieu lo Stato deve garantire la ripartizione equa dei poteri in modo che nessuno
prevalga sull’altro. Lo Stato deve, dunque, imporre delle regole, ma i cittadini posso difendere i propri
diritti
Secondo Rousseau, l'uomo nasce buono ma si corrompe a causa della società. Il compito
dell'educazione è di mantenere le qualità originarie. Alle origini dell'umanità l'uomo era felice, ma il
progresso peggiora le condizioni umane rendendo la società falsa e violenta. Per lui, l'uomo nasce
libero, ma fa un contratto sociale con lo Stato secondo cui ogni individuo rinuncia alla propria libertà,
limitandola, e per darsi delle regole reciproche. In una società non corrotta deve esserci la democrazia
diretta e le leggi devono essere espressione della volontà del popolo, mentre il governo deve solo
eseguirle.

Carlo Goldoni
Goldoni nasce a Venezia, una repubblica marinara, nel 1707 e muore a Parigi nel 1793. Studia
Giurisprudenza, ma viene espulso a causa della sua satira sulle donne. Questo lo fa cascare in
depressione e per questo si rifugia in un convento, dove si dedica al teatro. Nella sua prima raccolta
Goldoni dichiara di essere influenzato e di attingere a due grandi libri: “Il Teatro” e “Il Mondo”.
Il Teatro gli ha insegnato con quali colori si debbano tratteggiare i caratteri, le passioni, gli avvenimenti
e quant’altro. Impara a rappresentare i gusti del pubblico e a mediare i suoi gusti con quelli del
pubblico, in modo da creare qualcosa che piacesse a sé stesso e anche agli altri.
Il Mondo l’ha ispirato per descrivere la società veneziana del suo 1700. Venezia è una repubblica
oligarchica, con potere in mano a una cerchia di famiglie ristretta. È presente un solido ceto borghese,
per il quale Goldoni scrive le sue prime opere:
1) Prima Fase: Goldoni dirige il teatro Sant’Angelo. In questa fase descrive molto bene la
borghesia, come classe dinamica e innovativa. Nelle commedie mette in rilievo il mercante
veneziano (schiettezza, puntualità, rispetto impegni, buon senso) contrapposto alla nobiltà.
Goldoni li ritiene oziosi e pigri a causa delle loro proprietà.
2) Seconda Fase: Goldoni lavora al teatro San Luca. Gli attori erano meno bravi e gli spazi erano
troppo ampi per rappresentare alcune scene di vita.
Il pubblico inizia a favorire delle commedie fantasiose, perciò Goldoni comincia a scrivere
sotto quest’ottica.
3) Terza Fase: Goldoni inizia a scrivere testi più maturi e la borghesia non viene più descritta in
modo positivo. Nella seconda metà del 1700, la borghesia veneziana si impoverisce. Perde il
suo slancio e lo spirito di innovazione, chiudendosi in sé stessi e diventando avari. Il popolo,
invece, comincia ad essere portatore di idee di società e vita libera. Da qui in poi, il popolo
verrà descritto in modo positivo da Goldoni. I personaggi vengono visti come simboli di vitalità,
spontaneità, laboriosità.

La riforma del teatro


La commedia può essere dell’arte e d’ambiente. Quella dell'arte era basata su delle maschere fisse e
su un canovaccio (copione con battute non scritte), questo tipo di commedia iniziava a diventare
ripetitiva, si basava sugli scherzi, la burla. Non ci sono caratteri individuali.
Al tempo di Goldoni si avverte la necessità di trasformare il teatro attraverso una riforma:
● Inserisce le battute scritte di tutti i personaggi.
● Elimina le maschere fisse.
● Ogni personaggio ha un proprio carattere (es. Mirandolina: è un personaggio dinamico perché
all’inizio ha delle caratteristiche come la forza di carattere, la tenacia, è spinta dall’interesse
economico, alla fine esprime anche la sua tenerezza e i suoi sentimenti; Fabrizio è l’amante
geloso).
● Commedia di ambiente (il carattere dei personaggi dipende dal loro ceto sociale: la borghese
Mirandolina ha determinate caratteristiche tipiche del suo ceto, come la furbizia e l’astuzia,
Fabrizio incarna i valori del popolo e della tradizione, il cavaliere ha caratteristiche tipiche della
nobiltà prepotente, misogino = nemico delle donne, lo stesso per il marchese ha un carattere
tipico della sua cerchia, la nobiltà di spada; il conte è della nobiltà di toga).

La Locandiera
Si può definire una commedia di carattere e d'ambiente e tutte le battute sono scritte. Goldoni sta
dalla parte di Mirandolina che trionfa alla fine della Locandiera, mentre i nobili escono perdenti.
Questa commedia è ambientata nella locanda di Mirandolina. Tutti gli ospiti si innamorano della
Locandiera. Lei non ricambia, ma sta al gioco e accetta i regali che le fanno per mantenerli come clienti.
ATTO I – Mirandolina viene costantemente corteggiata dal marchese e dal conte. Il marchese che si
avvale solo del suo onore da una parte e il conte che basa tutto il suo corteggiamento su numerosi e
costosi regali. Il cavaliere è l’unico a non mostrare alcun interesse davanti al suo fascino. Per questo,
Mirandolina decide di farlo innamorare di sé, dandogli sempre ragione. Inoltre Mirandolina, per
distrarre il conte e il marchese, usa due attrici che si fingevano nobili.
ATTO II – La Locandiera riesce ad attirare l’attenzione del cavaliere verso di lei. Per non rischiare di
innamorarsi di Mirandolina, il cavaliere decide di lasciare la locanda. La donna, portandogli il conto,
finge di piangere e poi di svenire, in modo da far preoccupare il cavaliere e mentre Mirandolina finge
di essere svenuta, il cavaliere cede e confessa i suoi sentimenti, che si erano già palesati durante la
scena del pranzo nella camera dell’uomo.
ATTO III – Mirandolina capisce che ha raggiunto il suo obiettivo, quindi inizia a rifiutare il cavaliere. Il
conte e il marchese, notando le speciali attenzioni di Mirandolina rivolta al cavaliere, vogliono
vendicarsi del loro rivale in amore. Il cavaliere manda in dono a Mirandolina una boccetta d’oro con
un’essenza anti-svenimento, ma ella rifiuta. Il cavaliere, ferito, si reca nella stanza in cui Mirandolina
sta stirando per implorarla di accettare il regalo, ma lei invece butta la boccetta nella biancheria. Allora
il cavaliere, fuori di sé dalla rabbia, durante la notte, cerca di fare irruzione in camera di Mirandolina,
minacciandola. La donna, dopo aver fatto ammettere al cavaliere il sentimento che lui adesso prova
per lei, rinuncia alla locanda come fonte di guadagno e promette a Fabrizio di sposarlo. Alla fine, chiede
ai clienti di andare in un’altra locanda perché non vuole più spasimanti intorno a sé e nemmeno
guadagnare grazie al suo fascino.

PERSONAGGI:
Personaggi principali: Mirandolina borghese furba e attenta ai suoi interessi, usa il fascino per
attrarre clienti
Personaggi secondari:
- Fabrizio: rappresenta il popolo. È una persona semplice e genuina. Non è affascinato dai regali,
non ha altri interessi verso Mirandolina perché le vuole bene e la vorrebbe sposare per tener
fede al desiderio del babbo (morto) di Mirandolina che avrebbe voluto che i due si sposassero.
- Conte di Albafiorita: rappresenta la nobiltà di toga, difatti è molto ricco.
- Cavaliere di Ripafratta: nobile superbo che odia le donne.
- Marchese di Forlipopoli: rappresenta nobili di sangue e continua a spendere nonostante abbia
perso tutto.
Personaggi minori: le due attrici (Mirandolina le chiama per aver più tempo da dedicare al cavaliere e
per impegnare il conte e il marchese) hanno quindi un ruolo specifico.

Don Giovanni
La caratteristica principale dell’essere un Don Giovanni è essere un donnaiolo e una persona che si
prende gioco di tutti. Questo “personaggio” compare in diverse opere del 1700.
Esistono tre tipi di Don Giovanni:
1) Quelli che credono di essere don Giovanni
2) Quelli che credono di essere stati don Giovanni
3) Quelli che credono che avrebbero potuto esserlo ma non lo hanno voluto

El burlador de Sivilla
El Burlador de Sevilla è il nome di un'opera teatrale attribuita a Tirso de Molina. È la prima opera in
cui troviamo Don Juan, che riscontrerà tanto successo nella drammaturgia e nell'operistica europea
successiva. Il dramma è in versi ed è diviso in tre giornate. L'intreccio si basa sulle gesta di Don Juan,
Don Giovanni, promesso sposo di donna Anna, figlia di don Gonzalo de Ulloa. Il giovane seduce la
duchessa Isabela, nobile napoletana, fingendosi il suo promesso sposo, il duca Ottavio. Fuggito da
Napoli per salvarsi la pelle, approda in Spagna dove viene accolto, dopo un naufragio, dalla pescatrice
Tisbea, che cede al suo fascino. Re Alfonso XI ordina che Don Juan sposi Isabela, mentre Ottavio si
sposerà con donna Anna, come risarcimento del disonore subito. Però Donna Anna è segretamente
innamorata del marchese de la Mota. Don Juan, contrario alla costrizione del matrimonio, uccide don
Gonzalo de Ulloa. Dopo altre avventure con donne, tra cui Aminta, si reca in una chiesa dove troneggia
una statua di don Gonzalo. In vena di facezie, Don Juan lo invita a cena, decretando così la sua morte:
la statua, infatti, lo trascinerà all'inferno per punirlo delle sue malefatte.

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